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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIII n. 64 (46.308) Città del Vaticano domenica 17 marzo 2013 . y(7HA3J1*QSSKKM( +%!z!%!#!_ Il Santo Padre riceve i rappresentanti dei media internazionali e spiega perché ha scelto il nome di Francesco Una Chiesa povera e per i poveri «Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!». Quasi una confessio- ne quella di Papa Francesco davanti ai rappresentanti dei media interna- zionali, ricevuti nella mattina di sa- bato 16 marzo, nell’Aula Paolo VI. Non a caso il Pontefice ha colto l’occasione dell’incontro con i gior- nalisti per spiegare da dove è nata l’ispirazione del nome scelto, Fran- cesco: «Alcuni — ha spiegato infatti — non sapevano perché il vescovo di Roma ha voluto chiamarsi France- sco». Dunque bisognava soddisfare la curiosità della gente. E cosa c’era di meglio se non parlarne proprio ai giornalisti? «Io vi racconterò la sto- ria» ha detto con quella semplicità alla quale ha subito abituato i suoi interlocutori. È così che il Pontefice ha confida- to emozioni e sentimenti condivisi in conclave con il cardinale che gli se- deva accanto, il brasiliano Cláudio Hummes, suo amico personale. Da lui ha raccontato di aver ricevuto conforto e incoraggiamento. E quan- do quel 13 marzo la sua elezione di- venne sicura — ha detto — «lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri”». Quella parola «è entrata qui», ha detto indicando la testa. E dunque il pensiero è andato a Francesco di As- sisi, che «per me è l’uomo della po- vertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi — ha sottolinea- to — abbiamo con il creato una rela- zione non tanto buona». Poco prima il Papa aveva ringra- ziato i giornalisti per il lavoro svolto, soprattutto «quanti hanno saputo osservare e presentare questi eventi della storia della Chiesa tenendo conto della prospettiva più giusta in cui devono essere letti, quella della fede». Gli avvenimenti della storia «chiedono — ha spiegato — quasi sempre una lettura complessa, che a volte può anche comprendere la di- mensione della fede. Gli eventi ec- clesiali non sono certamente più complicati di quelli politici o econo- mici! Essi però hanno una caratteri- stica di fondo particolare: rispondo- no a una logica che non è principal- mente quella delle categorie, per così dire, mondane, e proprio per questo non è facile interpretarli e comuni- carli ad un pubblico vasto e variega- to». Per questo bisognerebbe sempre tenere presente che «siamo tutti chiamati non a comunicare noi stes- si, ma questa triade esistenziale che conformano verità, bontà e bellez- za». Infine, al momento di impartire la benedizione, ha detto che lo avrebbe fatto «con il cuore e in si- lenzio» per rispettare la coscienza di quanti, tra i presenti, non erano cat- tolici o erano non credenti. Ben con- vinto tuttavia «che ciascuno di voi è figlio di Dio». PAGINA 7 L’Onu chiede fondi speciali per assistere i rifugiati Si aggrava la crisi umanitaria in Siria Sicurezza idrica a rischio per due terzi degli abitanti del continente Asia senza acqua MANILA, 16. Due terzi degli abitan- ti dell’Asia, cioè quasi tre miliardi di persone, non hanno accesso all’acqua potabile né a una rete di gestione delle acque reflue. Lo rile- va l’Asian Water Development Ou- tlook 2013, un rapporto presentato a Manila dalla Banca asiatica per lo sviluppo (Adb) e realizzato in collaborazione con l’Asia-Pacific Water Forum (Apwf). Lo studio è la prima analisi com- pleta della sicurezza idrica Paese per Paese ed esamina la questione sotto tutti i livelli, da quello della disponibilità per uso domestico a quello dei disastri per alluvioni. In particolare, si pone attenzione su due realtà: la sempre crescente ine- guaglianza tra le popolazioni ri- guardo all’accesso all’acqua e alle strutture sanitarie e l’aumento pro- gressivo della precarietà dello stato dei fiumi e bacini di acqua potabile in genere. Il rapporto aggiunge che il 75 per cento dei Paesi del continente, dall’Afghanistan alla Cina passan- do per gli Stati insulari del Pacifi- co, rischiano crisi di approvvigio- namento d’acqua, in assenza di im- mediati e drastici cambiamenti nel- la gestione delle risorse idriche. Il vice presidente dell’Adb, Bindu Lohani, presentando il rapporto, ha sottolineato come sia allarman- te, tanto più in continentale in for- te crescita, che molte zone, anche tra quelle non considerate a basso sviluppo, non possano essere rite- nute in sicurezza idrica. Di conse- guenza, secondo Lohani, è urgente che si attui una nuova governance dell’acqua con «leadership e politi- che creative». Sotto questo aspetto, l’Asian Wa- ter Development Outlook 2013 sug- gerisce opzioni che possono essere adottate per la sicurezza idrica e per mitigare le crescenti pressioni che vengono dalla crescita di po- polazione, dall’urbanizzazione, dal- l’inquinamento, dallo sfruttamento indiscriminato delle falde acquifere sotterranee, dai cambiamenti clima- tici e da altri fattori. L’Adb affronta anche le questio- ni finanziarie legate alle possibili politiche da mettere in atto. La ci- fra complessiva degli investimenti necessari per risolvere la situazione è stimata in 130 miliardi di dollari. L’Adb ricorda peraltro che un simi- le investimento produrrebbe utili altissimi non solo sul piano sociale e dello sviluppo umano, ma anche su quello più strettamente econo- mico. Il rapporto stima infatti che ogni dollaro investito ne farebbe rispar- miare 46 in costi sanitari e, tra l’al- tro, consentirebbe alle persone di essere più produttive. Dopo le minacce di un attacco missilistico da parte della Corea del Nord Gli Stati Uniti rafforzano le difese PAGINA 3 DAMASCO, 16. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Antonio Guterres, si è appellato nuovamente ai Governi per ottene- re fondi speciali destinati al soste- gno dei rifugiati siriani e dei Paesi che li ospitano. Se non arriveranno rapidamente finanziamenti, ha av- vertito Guterres, l’assistenza di cui hanno urgentemente bisogno i rifu- giati potrebbe non essere fornita, con conseguenze destabilizzanti per l’intera regione. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri a Beirut, in occasione del secondo anniversario dell’inizio del conflitto in Siria, Guterres ha definito «scon- volgente» l’aggravarsi del conflitto, affermando inoltre che «l’impatto sulla regione non ha precedenti ne- gli ultimi decenni». Ad oggi — ha detto Guterres — «mancano settecento milioni di dol- lari». Le organizzazioni umanitarie hanno ricevuto finora solo il trenta per cento dei fondi necessari per ri- spondere ai bisogni primari degli oltre 1,1 milioni di rifugiati. L’Alto commissario ha quindi espresso la speranza che i fondi che i Governi si erano impegnati a versare in oc- casione della conferenza in Kuwait del 30 gennaio scorso vengano ero- gati e che vengano destinati all’ope- razione umanitaria dell’O nu. Un altro appello è giunto ieri dalla Croce Rossa internazionale, che ha parlato di «una catastrofe umanitaria». Secondo i vertici dell’organizzazione, «bisogna cessa- re ogni tatticismo politico per con- centrarsi invece su chi soffre e sulla questione degli sfollati che quoti- dianamente arrivano in Giordania, Libano, Iraq e Turchia». Oltre un milione di siriani — denuncia la Croce Rossa — «ha attraversato il confine dando vita a una migrazio- ne forzata, che ha una forte e preoccupante ricaduta sociale nei Paesi confinanti». Sul piano diplomatico, i leader dell’Unione europea hanno dato mandato agli Ambasciatori per pre- parare una posizione comune sulla sospensione dell’embargo sulle armi alla Siria, in modo che i ministri degli Esteri ne possano discutere già nel consiglio informale a Dubli- no la prossima settimana. «Tutti vo- gliamo una soluzione politica, ma questa non è una situazione che la- scia possibilità di scelta» ha dichia- rato ieri il premier britannico David Cameron. «Penso che ci sarà il pro- cesso politico se si vedrà che l’op- posizione siriana, che abbiamo rico- nosciuto, e con la quale lavoriamo, è una forza credibile e rafforzata». Cameron ha quindi evidenziato i progressi fatti con l’ammorbidimen- to dell’embargo (per materiali non militari) e si è detto fiducioso nel lavoro dei ministri degli Esteri. «È veramente importante che Paesi co- me la Gran Bretagna e la Francia lavorino con gli Stati Uniti e gli al- tri alleati del Golfo Persico per pla- smare l’opposizione e per arrivare a una Siria democratica e pluralistica, dove le minoranze siano protette». L’attuale embargo — sostiene Lon- dra — tratta il Governo di Assad e l’opposizione nello stesso modo e questo è sbagliato. «Dovremmo mandare un segnale chiaro» ha ag- giunto il premier. Profughi siriani in territorio libanese (LaPresse/Ap) NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha espresso la volontà che i Capi e i Mem- bri dei Dicasteri della Curia Romana, come pure i Segre- tari, nonché il Presidente del- la Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, proseguano, prov- visoriamente, nei rispettivi incarichi donec aliter providea- tur . Il Santo Padre desidera, infatti, riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo, prima di qualunque nomina o con- ferma definitiva.

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLIII n. 64 (46.308) Città del Vaticano domenica 17 marzo 2013

.

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Il Santo Padre riceve i rappresentanti dei media internazionali e spiega perché ha scelto il nome di Francesco

Una Chiesa povera e per i poveri«Come vorrei una Chiesa povera eper i poveri!». Quasi una confessio-ne quella di Papa Francesco davantiai rappresentanti dei media interna-zionali, ricevuti nella mattina di sa-bato 16 marzo, nell’Aula Paolo VI.Non a caso il Pontefice ha coltol’occasione dell’incontro con i gior-nalisti per spiegare da dove è natal’ispirazione del nome scelto, Fran-cesco: «Alcuni — ha spiegato infatti— non sapevano perché il vescovo diRoma ha voluto chiamarsi France-sco». Dunque bisognava soddisfarela curiosità della gente. E cosa c’eradi meglio se non parlarne proprio aigiornalisti? «Io vi racconterò la sto-ria» ha detto con quella semplicitàalla quale ha subito abituato i suoiinterlo cutori.

È così che il Pontefice ha confida-to emozioni e sentimenti condivisi inconclave con il cardinale che gli se-deva accanto, il brasiliano CláudioHummes, suo amico personale. Dalui ha raccontato di aver ricevutoconforto e incoraggiamento. E quan-do quel 13 marzo la sua elezione di-venne sicura — ha detto — «lui miabbracciò, mi baciò e mi disse: “Nondimenticarti dei poveri”».

Quella parola «è entrata qui», hadetto indicando la testa. E dunque ilpensiero è andato a Francesco di As-sisi, che «per me è l’uomo della po-vertà, l’uomo della pace, l’uomo cheama e custodisce il creato; in questomomento anche noi — ha sottolinea-to — abbiamo con il creato una rela-zione non tanto buona».

Poco prima il Papa aveva ringra-ziato i giornalisti per il lavoro svolto,soprattutto «quanti hanno saputoosservare e presentare questi eventidella storia della Chiesa tenendoconto della prospettiva più giusta incui devono essere letti, quella dellafede». Gli avvenimenti della storia«chiedono — ha spiegato — quasisempre una lettura complessa, che avolte può anche comprendere la di-mensione della fede. Gli eventi ec-clesiali non sono certamente piùcomplicati di quelli politici o econo-mici! Essi però hanno una caratteri-stica di fondo particolare: rispondo-no a una logica che non è principal-mente quella delle categorie, per cosìdire, mondane, e proprio per questonon è facile interpretarli e comuni-carli ad un pubblico vasto e variega-to». Per questo bisognerebbe sempretenere presente che «siamo tuttichiamati non a comunicare noi stes-si, ma questa triade esistenziale checonformano verità, bontà e bellez-za». Infine, al momento di impartirela benedizione, ha detto che loavrebbe fatto «con il cuore e in si-lenzio» per rispettare la coscienza diquanti, tra i presenti, non erano cat-tolici o erano non credenti. Ben con-vinto tuttavia «che ciascuno di voi èfiglio di Dio».

PAGINA 7

L’Onu chiede fondi speciali per assistere i rifugiati

Si aggrava la crisi umanitaria in SiriaSicurezza idrica a rischio per due terzi degli abitanti del continente

Asia senza acquaMANILA, 16. Due terzi degli abitan-ti dell’Asia, cioè quasi tre miliardidi persone, non hanno accessoall’acqua potabile né a una rete digestione delle acque reflue. Lo rile-va l’Asian Water Development Ou-tlook 2013, un rapporto presentatoa Manila dalla Banca asiatica perlo sviluppo (Adb) e realizzato incollaborazione con l’A s i a - Pa c i f i cWater Forum (Apwf).

Lo studio è la prima analisi com-pleta della sicurezza idrica Paeseper Paese ed esamina la questionesotto tutti i livelli, da quello delladisponibilità per uso domestico aquello dei disastri per alluvioni. Inparticolare, si pone attenzione sudue realtà: la sempre crescente ine-guaglianza tra le popolazioni ri-guardo all’accesso all’acqua e allestrutture sanitarie e l’aumento pro-gressivo della precarietà dello statodei fiumi e bacini di acqua potabilein genere.

Il rapporto aggiunge che il 75per cento dei Paesi del continente,dall’Afghanistan alla Cina passan-do per gli Stati insulari del Pacifi-co, rischiano crisi di approvvigio-namento d’acqua, in assenza di im-mediati e drastici cambiamenti nel-la gestione delle risorse idriche. Ilvice presidente dell’Adb, BinduLohani, presentando il rapporto,ha sottolineato come sia allarman-te, tanto più in continentale in for-te crescita, che molte zone, anchetra quelle non considerate a bassosviluppo, non possano essere rite-nute in sicurezza idrica. Di conse-guenza, secondo Lohani, è urgenteche si attui una nuova governancedell’acqua con «leadership e politi-che creative».

Sotto questo aspetto, l’Asian Wa-ter Development Outlook 2013 sug-gerisce opzioni che possono essereadottate per la sicurezza idrica eper mitigare le crescenti pressioniche vengono dalla crescita di po-polazione, dall’urbanizzazione, dal-l’inquinamento, dallo sfruttamentoindiscriminato delle falde acquiferesotterranee, dai cambiamenti clima-tici e da altri fattori.

L’Adb affronta anche le questio-ni finanziarie legate alle possibilipolitiche da mettere in atto. La ci-fra complessiva degli investimentinecessari per risolvere la situazioneè stimata in 130 miliardi di dollari.L’Adb ricorda peraltro che un simi-le investimento produrrebbe utilialtissimi non solo sul piano socialee dello sviluppo umano, ma anchesu quello più strettamente econo-mico.

Il rapporto stima infatti che ognidollaro investito ne farebbe rispar-miare 46 in costi sanitari e, tra l’al-tro, consentirebbe alle persone diessere più produttive.

Dopo le minacce di un attaccomissilistico da partedella Corea del Nord

Gli Stati Unitirafforzano le difese

PAGINA 3

DA M A S C O, 16. L’Alto Commissariodelle Nazioni Unite per i Rifugiati,Antonio Guterres, si è appellatonuovamente ai Governi per ottene-re fondi speciali destinati al soste-gno dei rifugiati siriani e dei Paesiche li ospitano. Se non arriverannorapidamente finanziamenti, ha av-vertito Guterres, l’assistenza di cuihanno urgentemente bisogno i rifu-giati potrebbe non essere fornita,con conseguenze destabilizzanti perl’intera regione. Nel corso di unaconferenza stampa tenutasi ieri aBeirut, in occasione del secondoanniversario dell’inizio del conflittoin Siria, Guterres ha definito «scon-volgente» l’aggravarsi del conflitto,affermando inoltre che «l’impattosulla regione non ha precedenti ne-gli ultimi decenni».

Ad oggi — ha detto Guterres —«mancano settecento milioni di dol-lari». Le organizzazioni umanitariehanno ricevuto finora solo il trentaper cento dei fondi necessari per ri-spondere ai bisogni primari deglioltre 1,1 milioni di rifugiati. L’Altocommissario ha quindi espresso lasperanza che i fondi che i Governisi erano impegnati a versare in oc-casione della conferenza in Kuwaitdel 30 gennaio scorso vengano ero-gati e che vengano destinati all’op e-razione umanitaria dell’O nu.

Un altro appello è giunto ieridalla Croce Rossa internazionale,che ha parlato di «una catastrofeumanitaria». Secondo i verticidell’organizzazione, «bisogna cessa-re ogni tatticismo politico per con-centrarsi invece su chi soffre e sullaquestione degli sfollati che quoti-dianamente arrivano in Giordania,Libano, Iraq e Turchia». Oltre unmilione di siriani — denuncia laCroce Rossa — «ha attraversato ilconfine dando vita a una migrazio-ne forzata, che ha una forte epreoccupante ricaduta sociale neiPaesi confinanti».

Sul piano diplomatico, i leaderdell’Unione europea hanno datomandato agli Ambasciatori per pre-parare una posizione comune sulla

sospensione dell’embargo sulle armialla Siria, in modo che i ministridegli Esteri ne possano discuteregià nel consiglio informale a Dubli-no la prossima settimana. «Tutti vo-gliamo una soluzione politica, maquesta non è una situazione che la-scia possibilità di scelta» ha dichia-rato ieri il premier britannico DavidCameron. «Penso che ci sarà il pro-cesso politico se si vedrà che l’op-posizione siriana, che abbiamo rico-nosciuto, e con la quale lavoriamo,è una forza credibile e rafforzata».Cameron ha quindi evidenziato iprogressi fatti con l’ammorbidimen-

to dell’embargo (per materiali nonmilitari) e si è detto fiducioso nellavoro dei ministri degli Esteri. «Èveramente importante che Paesi co-me la Gran Bretagna e la Francialavorino con gli Stati Uniti e gli al-tri alleati del Golfo Persico per pla-smare l’opposizione e per arrivare auna Siria democratica e pluralistica,dove le minoranze siano protette».L’attuale embargo — sostiene Lon-dra — tratta il Governo di Assad el’opposizione nello stesso modo equesto è sbagliato. «Dovremmomandare un segnale chiaro» ha ag-giunto il premier.

Profughi siriani in territorio libanese (LaPresse/Ap)

NOSTREINFORMAZIONI

Il Santo Padre ha espresso lavolontà che i Capi e i Mem-bri dei Dicasteri della CuriaRomana, come pure i Segre-tari, nonché il Presidente del-la Pontificia Commissioneper lo Stato della Città delVaticano, proseguano, prov-visoriamente, nei rispettiviincarichi donec aliter providea-t u r.

Il Santo Padre desidera,infatti, riservarsi un certotempo per la riflessione, lapreghiera e il dialogo, primadi qualunque nomina o con-ferma definitiva.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 domenica 17 marzo 2013

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

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In Europa e negli Stati Uniti nuove misure per aumentare la trasparenza dei contratti

Attacco al cuore dei derivatiIl prodotto interno lordo cresciuto a gennaio dell’1,29 per cento

In Brasilesegnali di ripresa

WASHINGTON, 16. Il Senato america-no attacca JPMorgan sulle maxi per-dite da sei miliardi di dollari provo-cate dal trader Bruno Iksil, nella se-de di Londra, che ha assunto posi-zioni talmente importanti sul merca-to dei derivati tanto da influenzarnel’andamento. E non risparmia nean-che l’amministratore delegato dellabanca, Jamie Dimon, il quale — se-condo le autorità americane — «eragià in possesso di informazioni sullacomplessità e sull’ampiezza del por-tafoglio, in perdita per tre mesi con-secutivi, del potenziale aumento del-le perdite in marzo e della difficoltàdall’uscire da tale posizione». Un ri-ferimento indiretto alla tesi per cuiDimon avrebbe inizialmente liquida-to la vicenda come una «tempesta inun bicchier d’acqua», per poi esserecostretto a fare mea culpa.

In un rapporto di trecento paginela commissione di indagine del Se-nato ripercorre la storia delle maxiperdite della banca. Il documentoarriva a poche ore dalle audizioni inSenato di manager ed ex manager diJPMorgan, incluso Ina Drew, l’exnumero uno del Chief InvestmentOffice (Cio), la divisione dove ope-rava Iksil. Il rapporto critica in par-ticolare Doug Braunstein, l’ex chieffinancial officer ora vice presidentedella banca, accusato di aver fornitoinformazioni «al meglio inaccurate,alla peggio ingannevoli». Le descri-zioni effettuate dalla banca — si leg-ge nel rapporto — «erano incomple-te, con numerose inesattezze» e ingrado «di mal informare gli investi-tori, i regolatori e il pubblico».JPMorgan si difende, affermando di

aver «ripetutamente preso atto deisignificativi errori, ma il nostro ma-nagement ha agito in buona fede enon ha mai avuto intenzione di in-gannare nessuno».

La Sec (l'ente federale statunitensepreposto alla vigilanza della Borsa)sta esaminando le modalità di comu-nicazione di JPMorgan in merito al-la posizione per capire se siano stateaccurate e tempestive. Nel presenta-

re il rapporto, il senatore democrati-co Carl Levin, uno dei protagonistidella riforma di Wall Street, ha det-to che ci sono «molte prove» delfatto che JPMorgan potrebbe essere«troppo grande da gestire» o «trop-po grande da regolamentare».

Intanto, un altro durissimo attac-co contro i derivati arriva dall’E u ro -pa. Ieri infatti è entrato in vigorel’Emir (European Market Infrastruc-

ture Regulation), il regolamento suiderivati negoziati over-the-counter(cioè sui mercati che non hanno i re-quisiti riconosciuti ai mercati regola-mentati; sono mercati la cui negozia-zione si svolge al di fuori dei circuitiborsistici ufficiali). La normativa,che rappresenta solo il primo passodi una riforma ben più vasta e com-plessa, intende delineare un quadrodi riferimento per i contratti derivatiOtc e per quei soggetti che, in varimodi, sono coinvolti in operazioniaventi come sottostante tali strumen-ti — riferisce «Il Sole 24 Ore».

In sostanza, l’Emir prevede unaserie di passaggi nella gestione diquesti strumenti che dovrebbero ga-rantire maggiore trasparenza. Inol-tre, la norma prevede l’istituzione diun soggetto terzo che si faccia ga-rante dell’esito dei contratti: unaspetto chiave, che dovrebbe portarea una riduzione del rischio. La con-tropartita, secondo gli analisti, è chel’implementazione di queste normeporti a un irrigidimento del mercato,e dunque a ulteriori aumenti dei co-sti e degli oneri amministrativi.

Una delle sedi della JPMorgan a New York (Afp)

Primo impiantoa energia solare

in Uruguay

Superati gli 880 miliardi di euro

Alle stelleil debito di Madrid

Un ufficio di collocamento nella capitale spagnola (Reuters)

MO N T E V I D E O, 16. L’Uruguay hainaugurato ieri l’impianto Ashai,il primo del Paese per la produ-zione di energia solare, ubicatonel dipartimento di Salto, cin-quecento chilometri a nord diMontevideo e alla frontiera conl’Argentina. Con questo proget-to, finanziato con il contributodel Giappone, il Governo diMontevideo punta a «evitareche il Paese commetta gli erroridel passato che lo obbligano acomprare energia più costosa»,come ha dichiarato il presidenteJosé Mujica, ricordando che ilsole è «la prima fonte di energiadell’umanità». Mujica ha ag-giunto che entro tre anni l’ener-gia usata in Uruguay sarà al 90per cento prodotta da fonti rin-novabili.

Per l’Fmi il sistema finanziario resta vulnerabile

Draghi chiede ai leader dell’Ueriforme strutturali

Il presidente della Bce (Reuters)

Accordo sul pianodi salvataggio per Cipro

BRASILIA, 16. L’economia in Brasileha registrato una crescita dell’1,29per cento a gennaio rispetto a di-cembre. Il dato, diffuso ieri dallaBanca centrale, è ritenuto da diver-si osservatori un chiaro segnale dirilancio e ripresa dell’economia,dopo la situazione di stallo regi-strata lo scorso anno, quando ilprodotto interno lordo (pil) crebbedi solo lo 0,9 per cento rispetto al2011.

Secondo l’autorità monetaria, agennaio si è registrata la miglioreperformance mensile dell’economiadel Paese dal giugno 2008, quandol’indice di attività economica brasi-liana (Ibc-Br) aveva registrato unaumento del 3,17 per cento. Ancorapiù consistente è l’aumento rispettoal gennaio 2012. Secondo il rappor-to pubblicato dalla Banca centrale,infatti, l’Ibc-Br ha registratoun’espansione del 3,84 per cento.Nel rapporto si legge che i dati in-dicano una «reazione» dell’econo-mia brasiliana, che dopo aver chiu-so il 2011 con un’espansione del 2,7per cento, l’anno scorso aveva regi-strato il suo peggior risultato dal2009, appunto una crescita di ap-pena lo 0,9 per cento.

Il dato, ben al di sotto della me-dia mondiale del 3,2 per cento, erastato tanto più significativo inquanto il più basso nel cosiddettoBrics, il gruppo dei Paesi a econo-mie emergenti (Brasile, Russia, In-dia, Cina e Sud Africa).

Tra l’altro, i risultati del 2012avevano clamorosamente smentitole previsioni fatte dal Governo bra-siliano. Il ministro delle Finanze,Guido Mantega, aveva infatti pre-visto all’inizio del 2012 che l’econo-mia del Paese sarebbe cresciutanell’anno del 4,5 per cento.

Lo stesso Mantega, commentan-do nelle scorse settimane i risultatireali, aveva imputato il calo di cre-scita del pil brasiliano alla crisieconomica globale. Il ministro ave-va quindi rivisto al ribasso anche lestime del pil per il 2013 portandoleda un iniziale quattro per cento al3,4. «In tempi di crisi si hannoprestazioni deboli e la decelerazio-ne dell’economia è inevitabile» ave-va detto Mantega, aggiungendo

che «la maggior parte dei Paesi loscorso anno ha registrato una cre-scita debole o un rallentamento».

Ne hanno dato conferma anchegli ultimi dati diffusi questa setti-mana dall’Organizzazione per lacooperazione e lo sviluppo econo-mico (Ocse) secondo la qualel’economia del G20, il gruppo cheraccoglie i principali Paesi indu-strializzati ed emergenti, nel quartotrimestre del 2012 ha fatto registra-re una crescita complessiva di ap-pena lo 0,5 per cento, dovuta ingran parte al ristagno o all’a r re t r a -mento dei Paesi europei. Secondol’Ocse, questo conferma situazionidifferenti tra le più forti economiedel mondo.

Tra l’altro, i dati diffusi dall’O c-se segnalano un rallentamento, siapure minimo, anche rispetto al tri-mestre precedente. La crescita eco-nomica del Paesi del G20 nel terzotrimestre del 2012 rispetto al secon-do era stata infatti dello 0,6 percento.

Laura Boldrinip re s i d e n t e

della Cameradei deputati

italianaROMA, 16. Laura Boldrini è stataeletta presidente della Cameradei deputati italiana. Cinquantu-nenne, già portavoce dell’AltoCommissariato delle NazioniUnite per i Rifugiati (Unhcr),eletta deputato nelle fila di Sini-stra ecologia e libertà, Boldriniha raccolto il voto favorevole di327 deputati. A Roberto Fico,candidato del Movimento 5Stelle, sono andati 108 voti. Ivoti dispersi sono stati 18. Leschede nulle 10, quelle bianche155. Nel suo discorso subito do-po l’elezione, il nuovo presiden-te della Camera, che ha ancheinviato «un saluto carico di spe-ranza» a Papa Francesco, omag-giato con un lungo applauso, haesortato a fare del Parlamento«la casa della buona politica» eha promesso di cercare di soddi-sfare «la richiesta di cambia-mento» che oggi «rivolgono tut-ti gli italiani». Boldrini ha dedi-cato un passaggio del suo inter-vento al presidente delle Repub-blica, Giorgio Napolitano, «cu-stode rigoroso dell’unità delPaese e dei valori della Costitu-zione repubblicana». Nel mo-mento in cui andiamo in stampail Senato invece si accinge a vo-tare per la quarta volta, al finedi eleggere il presidente. I duecandidati al ballottaggio sonoPietro Grasso, del Partito demo-cratico, che alla terza votazioneaveva ottenuto 120 voti, e Rena-to Schifani, del Popolo delle li-bertà, che ne aveva ottenuti 111.

BRUXELLES, 16. L’Europa deve darsile riforme per ritrovare la competi-tività, e per farlo una serie di Paesicome la Francia, l’Italia, la Spagna,il Portogallo, dovrebbero ridurre ildivario fra costo del lavoro e pro-duttività. Questo il messaggio lan-ciato dal presidente della Bce (Ban-ca centrale europea), Mario Draghi,al vertice del Consiglio Ue, ieri, aBruxelles. Quella dell’ex titolare diPalazzo Koch è stata una vera le-zione sulla crisi, alla quale hannoassistito tutti i capi di Stato e diGoverno dell’Unione.

Draghi ha puntato il dito controil gap fra crescita degli stipendi eproduttività nei Paesi in crisi comeItalia, Francia e Spagna, un gapdecisamente superiore a Paesi che,come la Germania, sono più com-petitivi e crescono di più. «Moltoutile, ci ha parlato a lungo dei pro-blemi di competitività dell’E u ro p a »ha detto il cancelliere tedesco, An-gela Merkel. Sostanzialmente posi-tivo anche il giudizio degli altri lea-d e r.

Al complesso dei Paesi con «pro-blemi pressanti di competitività»,l’ex governatore di Bankitalia hachiesto di «riformare i contratti dilavoro», anche se vi sono altre va-riabili che incidono sul costo del la-voro, in particolare il fisco. E poioccorre procedere con una «revisio-ne dei mercati dei prodotti», apren-do cioè alla concorrenza e al merca-to, e con una vera adozione deiprincipi del mercato unico.

A intervenire sulla situazione, ie-ri, è stato anche il Fondo monetariointernazionale (Fmi). L’istituto diWashington ha sottolineato chel’Europa ha compiuto progressi nel-la gestione della crisi, ma la stabili-tà del suo sistema finanziario rima-ne fragile. L’Fmi ha evidenziato lanecessità di «rapidi passi in avanti»per adottare «in tempi brevi»l’Esm, il meccanismo di stabilitàeuropeo, in grado di ricapitalizzarele banche in difficoltà. Il varo diquesta struttura viene giudicato cru-ciale per ripristinare la fiducia tra ipartner finanziari ed evitare il ripe-tersi della crisi, dal momento chepotrebbe essere utilizzato per rom-pere il legame tra la crisi delle ban-che e del debito sovrano. «Molto èstato fatto per affrontare» la crisi fi-nanziaria europea — scrivono inuna nota gli esperti del Fondo — ri-

cordando come le banche abbianoaumentato i loro coefficienti patri-moniali, definito firewall e rafforza-to la propria liquidità attraversooperazioni «monetarie non conven-zionali».

Ma l’Fmi ricorda anche che resta-no importanti vulnerabilità nel si-stema finanziario continentale, che

mettono a rischio anche il settoreassicurativo. Di qui l’invito a perio-diche analisi sulla qualità degli as-set e a procedere a passi speditiverso il sistema unico di supervisio-ne e verso una reale unione banca-ria, con un maggiore coordinamen-to fra le varie autorità sovranazio-nali e tra i Governi.

NICOSIA, 16. I ministri delle Fi-nanze dell’Eurozona hanno trova-to nella notte l’accordo per unpiano d’aiuti per Cipro. Lo hannoreso noto fonti vicine alla trattati-va. L’importo degli aiuti sarà di 10miliardi di euro, ha specificato inuna nota una fonte diplomaticada Bruxelles. La somma è netta-mente inferiore ai 17,5 miliardi dieuro chiesti inizialmente dal Go-verno di Nicosia. Il Fondo mone-tario internazionale dovrebbe con-tribuire con un miliardo di euro.

Il programma di assistenza fi-nanziaria comprende una tassa ec-cezionale fino al 9,9 per cento suidepositi nelle banche cipriote, cosìcome una ritenuta alla fonte sugliinteressi. Il prelievo sui depositibancari previsto dal piano di aiutiporterà 5,8 miliardi di euro, ha

spiegato il presidente dell’E u ro -gruppo, Jeroen Dijsselbloem, nel-la conferenza stampa al termine diquasi undici ore di riunione. «Lasituazione di Cipro è unica, in ra-gione del suo settore bancarioipertrofico, ed è per questo cheabbiamo ritenuto giustificato iltassare i depositi», ha spiegato al-la stampa Dijsselbloem.

Alle entrate provenienti da que-ste imposte — per contribuire allaristrutturazione del sistema banca-rio, messo a dura prova negli ulti-mi tre anni dalla crisi greca e dallaristrutturazione del debito di Ate-ne, verso il quale le banche ciprio-te erano molto esposte — si ag-giungeranno anche quelle prove-nienti dal piano di privatizzazionie da un aumento della tassa sullesocietà dal 10 al 12,5 per cento.

MADRID, 16. Nel 2012 il debito pub-blico spagnolo è aumentato del 20,1per cento toccando gli 884 miliardidi euro. I dati che sono stati diffusiieri dalla Banca di Spagna mostranocome il debito sia salito all’84,1 percento del prodotto interno lordo, illivello più alto della storia recente.La maggior parte del debito — dico-no gli analisti — è in carico al Gover-no centrale, che deve fare i conti conl’aumento dei rendimenti dei titoli diStato e con i costi del salvataggio delsettore bancario.

Anche il debito delle 17 regioni —che godono di una certa autonomiadi bilancio — è aumentato notevol-mente. Per il 2013 l’Unione europeaprevede per l’economia della Spagnaun’ulteriore contrazione dell’1,4 percento mentre la disoccupazione è sa-lita oltre il 26 per cento. Pochi giornifa il Fondo monetario internazionale(Fmi) ha chiesto alle autorità di Ma-

drid di moderare l’intensità delle mi-sure di austerità per agevolare il ri-torno dello sviluppo.

Intanto, il Governo Rajoy ha fattosapere che per combattere il deficitintende rendere più difficile la richie-sta di andare in pensione anticipata.Lo ha reso noto ieri il ministro delLavoro, Fátima Báñez, nell’annuncia-re nuove misure che consentiranno alsistema previdenziale un risparmio di4,5 miliardi di euro l’anno, a partiredal 2012. «Oggi — ha spiegato il mi-nistro spagnolo — il pensionamentoanticipato costa allo Stato nove mi-liardi di euro l’anno». Quando lenuove misure saranno entrate a regi-me — ha assicurato Fátima Báñez —«risparmieremo circa la metà di que-sta cifra». Attualmente uno spagnolosu due va in pensione prima dei pre-visti 65 anni di età. Entro il 2017 l’etàdi pensionamento salirà a 67 anni.

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L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 17 marzo 2013 pagina 3

Dopo le minacce di un attacco missilistico da parte della Corea del Nord

Gli Stati Uniti rafforzano le difeseNEW DELHI, 16. Di nuovo sottopressione i complessi rapporti fral’India e il Pakistan. New Delhiha infatti cancellato un torneo dihockey su prato con il Pakistan acausa di nuove tensioni diploma-tiche tra i due Paesi. Ne ha datonotizia il «Times of India». Ladecisione è stata presa dai respon-sabili della federazione sportivaHockey India in seguito a unanota del ministero degli Esteri, incui si negava il permesso per lepartite previste ad aprile sulla ba-se di ragioni di sicurezza. Riferi-sce sempre il «Times of India»che la federazione sportiva Hoc-key India avrebbe voluto che iltorneo si fosse disputato, maavendo agito in collaborazione esu richiesta del ministero degliEsteri, ha ritenuto opportuno«muoversi di conseguenza», met-tendo così al primo posto «il ri-spetto e la dignità della Na-zione».

Il Parlamento indiano ha poirespinto una risoluzione approva-ta dall’assemblea legislativa paki-stana, in cui si condannava l’im-piccagione del militante kashmiroAfzal Guru. Rispondendo dura-mente all’operato di Islamabad,l’assemblea legislativa di New De-lhi ha affermato che si tratta di«un’ingerenza negli affari interni»e che «il Pakistan deve cessareogni attività di supporto a ele-menti estremisti e terroristici».Quest’ultimo avvertimento si rife-risce all’attentato avvenuto nelKashmir indiano il 13 febbraioscorso, in cui sono stati uccisi cin-que agenti paramilitari e che èstato rivendicato dal gruppoestremista islamico filo pakistanoHizul Mujahiddin.

Te n s i o n etra le diplomazie

di New Delhie Islamabad

In Myanmaravviato il processo

di revisionedella CostituzioneNAY P Y I D AW, 16. Il Parlamento delMyanmar ha approvato l’ap erturadi un processo di revisione dellaCostituzione, un potenziale primopasso per emendare la Carta im-posta dall’ex Giunta militare, cheimpedisce al leader dell’opp osi-zione, Aung San Suu Kyi, di ri-coprire il ruolo di presidente inquanto vedova di uno straniero.

La revisione è stata propostadai rappresentanti governativi delPartito per l’unione ed è stata vo-tata anche dai militari che occu-pano un quarto dei seggi in Par-lamento, come disposto dalla Co-stituzione del Paese asiatico. Lacommissione che si occuperà diformulare la proposta di riesamesarà composta da esponenti di di-versi partiti, nonché da espertiche non siedono in Parlamento.

Per modificare il documentoserve una maggioranza qualificatadel 75 per cento, quota che, difatto, assegna un potere di vetoall’esercito. Negli ultimi due anni,il Governo civile del presidenteThein Sein (un ex generale) haintrodotto una serie di inaspetta-te, ma significative, riforme de-mocratiche e aperture all’opp osi-zione, che sono valse al Myanmaruna rinnovata credibilità interna-zionale e hanno consentito agliStati Uniti e all’Unione europeadi allentare le sanzioni.

E a conferma della decisiva fa-se di cambiamento democratico,il presidente di Google, EricSchmidt, nell’ambito di un tourin Asia, si recherà il 22 marzoprossimo in Myanmar, per pro-muovere l’accesso a internet. Loriferisce il colosso del web diMountain View, mentre ilMyanmar — dopo lo scioglimentodella Giunta militare due anni fa— sta sperimentando una libertàin rete senza precedenti.

L’obiettivo della visita, si leggein un comunicato ufficiale diGoogle, è di connettersi con ipartner locali, che lavorano permigliorare la vita di milioni dipersone nella regione, aiutandolia collegarsi in rete e ad avere ac-cesso per la prima volta all’infor-mazione globale. Fino al 2010, laconnessione a internet inMyanmar era strettamente con-trollata dal regime militare.

Con la partecipazione di 565 delegati

Dialogo nazionalenello Yemen

Nel dossier si parla di violazione della sovranità pakistana

Inchiesta dell’O nusulla strategia dei droni

Tunisi blindatam e n t re

viene ricordatoChokri Belaid

BA M A KO, 16. I flussi di profughinon s’interrompono nel nord delMali, dove persistono i combatti-menti. Da un lato numerosi sfollati— quasi seimila, secondo un censi-mento realizzato dall’o rg a n i z z a z i o n enon governativa locale Tassaght —sono segnalati dall’inizio di marzoin rientro a Gao, da dove erano fug-giti durante l’occupazione dei grup-pi jihadisti. Ma dall’altro migliaia dimaliani continuano ad arrivare inBurkina Faso, dopo una durissimatraversata del deserto. Nei quattrocampi profughi allestiti dalle autori-tà burkinabè intorno alla città diDjibo è stimata la presenza di oltreventimila persone. Il maggiore pesodei rifugiati maliani, comunque,sembra ricadere sulla Mauritania,che ne accoglierebbe almeno settan-tamila nelle sue zone frontaliere.Più in generale, gli ultimi dati diffu-si dall’Onu stimano a 170.00 sfollatiinterni e 260.000 rifugiati all’e s t e ro .

TUNISI, 16. Tunisi è una cittàblindata in occasione della com-memorazione, a 40 giorni dall’uc-cisione, di Chokri Belaid, espo-nente dell’opposizione laica, as-sassinato in un agguato davantialla sua abitazione. Un corteo èpartito dal cimitero di Djellez,dove è sepolto Belaid, per rag-giunge avenue Bourghiba, il cen-tro della capitale. La tensione èalta e la partecipazione popolareè imponente. Il ministero dell’In-terno ha dispiegato migliaia diagenti delle forze di sicurezza. Siè intanto appreso che entro fineaprile si avrà la bozza della futuraCostituzione ed entro dicembre sisvolgeranno le elezioni politiche.Su questo calendario hanno tro-vato un accordo i parlamentariper sbloccare il processo di transi-zione democratica nel Paese. Saràcomunque la commissione eletto-rale, ancora da nominare, ad ave-re l’ultima parola sulla data delleprime elezioni politiche dalla finedell’era Ben Ali.

Primi rientri a Gao degli sfollati durante l’occupazione dei gruppi jihadisti

Resta alta l’emergenza profughi in Mali

Esercitazioni militari del regime di Pyongyang (Reuters)

Un soldato maliano nei pressi di Gao (Afp)

NEW YORK, 16. «L’utilizzo dei dro-ni da parte degli Stati Uniti in Pa-kistan implica l’uso della forza sulterritorio di un altro Paese senza ilsuo consenso, e per questa ragionerappresenta una violazione di so-vranità»: è quanto afferma il ricer-catore indipendente delle NazioniUnite, Ben Emmerson, cui è stataaffidata l’inchiesta sull’uso dei dro-ni sopra le zone di confine tra Pa-kistan e Afghanistan. Emmerson,relatore speciale sulla lotta contro ilterrorismo e per i diritti umani,aveva ricevuto l’incarico, a gennaio,dal Consiglio dei Diritti Umani

dell’Onu, con il compito di svolge-re un’indagine sugli attacchi effet-tuati con i velivoli senza pilota.

Le conclusioni dell’inchiesta do-vranno essere consegnate il prossi-mo ottobre. Da tempo il Pakistan egli Stati Uniti sono divisi sullaquestione dei droni. Le autorità diIslamabad contestano il fatto chequesti velivoli senza pilota non ga-rantiscono i cosiddetti raid «scien-tificamente mirati» e ciò, sottolineail Pakistan, costituisce un grave ri-schio per l’incolumità dei civili. IlPentagono, dal canto suo, replicache — fatta ovviamente salva la vo-lontà di non nuocere in alcun mo-do alla popolazione durante leoperazioni militari — finora la stra-tegia dei droni si è dimostrata par-ticolarmente efficace nel distrugge-re le postazioni dei talebani enell’eliminare numerosi miliziani.Tanto che, qualche mese fa, le au-torità militari statunitensi hannodeciso di estendere l’utilizzo deidroni a zone remote del Pakistandove sono attivi i miliziani.

Sventatauna stragea Kabul

KABUL, 16. I servizi segreti af-ghani hanno annunciato, ieri, diaver localizzato e disinnescato aKabul un autocarro imbottito diben otto tonnellate di esplosivo:se attivato, avrebbe provocatouna strage di grandi proporzionie danni materiali ingenti nelraggio di 1,5 chilometri. Citatodall’agenzia di stampa Pajhwok,il portavoce della direzione na-zionale per la sicurezza,Shafiqullah Tahiri, ha detto checinque attentatori suicidi, cheerano a bordo dell’autocarro, so-no stati uccisi e altri due cattu-rati, al termine di uno scontro afuoco avvenuto in un quartiereorientale della capitale. Secondola direzione nazionale per la si-curezza, l’attentato sarebbe statoideato e messo a punto dai ver-tici della rete Haqqani, che giàin passato ha perpetrato nume-rosi attacchi suicidi.

La task force genio italiana distanza a Herat, ha intanto pro-mosso i team del 207° Corpodell’esercito afghano specializza-ti nella neutralizzazione degliordigni esplosivi rudimentali edei residuati bellici. Questi teamverrano ora assegnati alle unitàdi genio che operano nella re-gione occidentale dell’Afghani-stan, con il sostegno delle forzedel Regional Command West.

Assaltata una prigionenel nord della Nigeria

Wang Yi nuovom i n i s t ro

degli Esteri cinesePE C H I N O, 16. L’Assemblea nazio-nale del popolo ha nominato mi-nistro degli Esteri cinese WangYi, un diplomatico di carrieraesperto di Taiwan e Giappone.Wang prende il posto di YangJiechi, in carica dal 2007, che en-tra a far parte del Consiglio diStato, principale organo ammini-strativo della Cina. Wang, 59 an-ni, originario di Pechino, è consi-derato un grande esperto di affariasiatici: è stato per cinque anniambasciatore in Giappone, e alrientro in patria ha assunto la di-rezione dell’Ufficio per Taiwan.

WASHINGTON, 16. Gli Stati Uniti passano dalleparole ai fatti e — in risposta alle ripetute minaccedi un attacco missilistico da parte della Corea delNord e alle crescenti tensioni nella penisola corea-na — annunciano un rafforzamento del proprio si-stema missilistico di difesa, così come aveva anti-cipato giorni fa il presidente Barack Obama.

È stato il capo del Pentagono, Chuck Hagel, afornire i dettagli del piano, nel corso di un incon-tro al dipartimento della Difesa. Sulla costa occi-dentale statunitense, nelle basi stanziate in Cali-fornia e in Alaska, il numero di missili intercettori— in grado di fermare la corsa di eventuali razzidi lunga gittata lanciati dall’altra parte del Pacifi-co — sarà aumentato di un terzo, passando da 30

a 44. Questo oltre al dispiegamento di un mag-gior numero di missili balistici sulle navi da guer-ra schierate al largo delle due Coree, dove sono incorso delle esercitazioni. In Giappone invece — haspiegato ancora il segretario alla Difesa Hagel —sarà installato un secondo radar antimissilie, perrafforzare il sistema a difesa dei Paesi alleati degliStati Uniti nel sud-est asiatico. Si tratta infatti diun tipo di radar capace di lanciare — in caso diattacco — allarmi preventivi sia verso l’intera re-gione sia verso la costa americana del Pacifico.

Hagel ha annunciato anche uno studio per in-dividuare un nuovo sito lungo la costa occidenta-le su cui costruire una nuova base missilistica.«Gli Stati Uniti saranno inflessibili contro ogni

aggressione», ha ammonito il numero uno delPentagono, facendo riferimento agli ultimi testnucleari del regime comunista di Pyongyang. Apreoccupare sono soprattutto le prove di lancio dimissili di lunga gittata, in grado di attraversarel’Oceano. Negli Stati Uniti, però, in tempi di ta-gli alla spesa, molti dei quali proprio nel settoredella Difesa, l’operazione decisa dall’Amministra-zione Obama ha un costo non da poco. Si calcolache solo per i nuovi missili intercettori entro il2017 bisognerà stanziare una cifra pari a quasi unmiliardo di dollari. Per questo, ha spiegato Hagel,«sposteremo fondi dal piano europeo», dal pro-getto di difesa antimissile, il cosiddetto scudospaziale, da realizzare in Europa orientale.

SAN’A, 16. Lo Yemen, il solo Paesearabo dove una rivolta contro il po-tere è stata risolta con una soluzionenegoziata, inizia lunedì un crucialedialogo nazionale per il futuro dellaNazione la cui unità è minacciatadagli appelli alla secessione nellaparte meridionale. La conferenza chesi aprirà lunedì a San’a vede riuniti565 delegati in rappresentanza deipartiti politici, del sud del Paese,della ribellione sciita a nord e dellecomponenti della società civile. Laconferenza deve elaborare una nuo-va Costituzione e preparare per ilfebbraio del 2014 le elezioni genera-li, alla fine del periodo di transizio-ne di due anni cominciato nel feb-braio del 2012 con l’uscita di scena— dopo 33 anni di potere — del pre-sidente Ali Abdallah Saleh.

Per assicurare la sicurezza dei par-tecipanti, le autorità hanno vietato learmi a San’a e nelle altre grandi cittàdove sono previsti, secondo i re-sponsabili, il dispiegamento di oltre60.000 soldati e poliziotti. In pro-gramma lo scorso novembre, il dia-logo nazionale è stato rinviato a lu-

nedì prossimo per iniziativa del Mo-vimento sudista, un gruppo autono-mista guidato dall’ex vice presidenteAli Salem Al Baid, che rivendica, findal 1990, la formazione di uno Statoindipendente. Questo gruppo ha piùvolte manifestato ad Aden, la piùgrande città del sud.

«Il presidente yemenita AbdRabbo Mansour Hadi e l’inviatospeciale dell’Onu nel Paese, JamalBenomar, hanno moltiplicato glisforzi per convincere le fazioni reti-centi del Movimento sudista a parte-cipare al dialogo» ha dichiaratoall’agenzia Afp il segretario generaledella conferenza, Ahmed AwadhBen Moubarak. aggiungendo che«la porta resterà aperta a tutte le fa-zioni che in qualsiasi momento vor-ranno partecipare al dialogo». L’ini-ziativa è sostenuta dalle NazioniUnite e dalle monarchie dei Paesidel Consiglio di cooperazione delGolfo Persico (Arabia Saudita, Ku-wait, Emirati Arabi Uniti, Oman,Qatar e Bahrein) che hanno appog-giato la transizione democratica.

ABUJA, 16. Uomini armati hanno at-taccato una prigione nello Stato set-tentrionale nigeriano di Borno ehanno fatto evadere 170 detenuti,dopo aver ucciso una guardia carce-raria e un passante. L’assalto è statosferrato alla prigione di Gwoza, unacittà al confine con il Camerun e a130 chilometri dalla capitale stataleMaiduguri.

Secondo testimonianze raccoltedall’agenzia di stampa France Pressetra gli abitanti di Gwoza, gli assali-tori si sono mossi a bordo di auto-mobili e motociclette da una mo-schea dove avevano partecipato allapreghiera serale. «Hanno dato fuocoal palazzo dell’amministrazione, mahanno risparmiato le celle», ha rife-rito una guardia carceraria alla Fran-ce Presse, aggiungendo appunto chesono stati uccisi un suo commilitonee un civile colpito da un proiettilevagante durante l’assalto. Sempre se-condo tale fonte, nella prigionec’erano 170 detenuti e sono stati tutti

liberati dagli assalitori che le guardiecarcerarie non hanno potuto blocca-re «per la loro superiore forza difuoco». Il portavoce delle forze ar-mate nella regione, Sagir Musa, hainvece detto di non essere a cono-scenza dell’attacco contro la pri-gione.

Sull’identità degli autori dell’assal-to al carcere non ci sono informazio-ni certe, ma i sospetti si concentranosul gruppo fondamentalista islamicoBoko Haram, responsabile negli ulti-mi anni di attacchi e attentati chehanno provocato migliaia di vittime.Maiduguri e le altre città del Bornosono infatti considerate tra le princi-pali roccaforti dei miliziani di BokoHaram, presenti comunque anchenegli altri Stati settentrionali dellaNigeria. L’ultimo attacco attribuito aBoko Haram c’era stato martedìscorso a Kano, capitale dell’omoni-mo Stato, contro una scuola elemen-tare, dove erano stati feriti quattroinsegnanti.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 domenica 17 marzo 2013

Segnali di speranza e di unità nel nome scelto dal Pontefice

È tempodi salire in barca

di FRANCESCO SCOPPOLA*

L’Umbria mai è statae mai tornerà inuna posizione di ta-le evidenza nelmondo: e non solo

per la scelta del nome Francesco.Vi è infatti una ulteriore terza pe-culiarità che si aggiunge alla novi-tà di questo nome nella sequenzadei successori di Pietro e alla par-ticolarità eccezionale e straordina-ria della coesistenza del nuovo ve-scovo di Roma e del suo prede-cessore: entrambi hanno scelto ilnome dei massimi santi dell’Um-bria, del patrono d’Europa e del

europee della cultura nel 2019, so-no già capitali mondiali della spe-ranza nella pace e nella fraternitàdal 2013. Anche l’unione tra pen-siero e tradizione di segno diversoe quasi opposto ripete lo stessoannuncio: la mite anticipazionefrancescana della riforma e la fer-ma controriforma ignaziana pos-sono infine riunirsi in una riformacattolica, come aveva intuito giàFilippo Neri e come ha infine ri-conosciuto Hubert Jedin.

I primi miracoli sono già avve-nuti: un fortissimo segnale di spe-ranza nell’unità dei cristiani crescefondato sulla modestia, sull’umiltàdi un vescovo che chiede di pre-

fraternità a una comunione laica ecivile.

Restano però, con le speranze,sempre anche timori, crescenti inquesti tempi. Si è parlato e scrittomolto di fine del mondo. Con piùsapienza si è detto e scritto dellaimmediata citazione di MatteoRicci dalla Cina: «mi trovo inquesta fine del mondo nella qualel’obbedienza mi ha gettato», comeha notato lo storico Filippo Mi-gnini. Ma non pare, in tale occa-sione, sia stato ancora del tutto ri-cordato il senso duplice di finist e r ra e : può essere inteso come ter-mine del cammino di san Giaco-mo, colui che si spinge nell’ap o-

Commenti internazionali sull’elezione di Papa Francesco

Quando il professor Bergogliomi diede zero

«S appiamo ancorapoco di lui, mal’impressione èche il breve di-scorso pronuncia-

to la sera dell’elezione contenga giàil programma del suo pontificato.Scegliere di chiamarsi Francesco si-gnifica evocare l’immagine di unaChiesa non “dei poveri” ma poverain senso radicalmente evangelico. Èun atto di spoliazione da porre inpiena continuità rispetto alla rinun-cia di Benedetto XVI. In entrambi icasi, c’è il rifiuto del potere comeoccasione di conflitto e di lacerazio-ne». Così dice il filosofo italianoMassimo Cacciari ad «Avvenire»,concludendo: «Si annuncia una fasedi estremo interesse anche per chi,come me, osserva la Chiesadall’esterno».

Interessanti anche le considerazio-ni di un altro filosofo italiano, Gio-vanni Reale: «Ho seguito — si leggenell’intervista pubblicata sull’edizio-ne straordinaria del settimanale ita-liano «Panorama» dedicata a PapaFrancesco — l’afflusso della folla inpiazza San Pietro, sempre più nume-rosa via via che ci si avvicinava allaproclamazione del nuovo Pontefice:uno spettacolo commovente. E men-tre osservavo quelle immagini mi èvenuto in mente un pensiero di Sø-ren Kierkegaard: “l’essenza della fe-de consiste in questo, guardare infaccia Cristo come un contempora-neo. Fino a quando ci sarà questapercezione la fede rimarrà sulla ter-ra”. (...) Accanto alle immense scia-gure del mondo e all’avvitarsi spa-ventoso di una crisi feroce c’è un

granello di speranza e di fede. Bastaquello per uscire dalla tempesta. Eper spostare le montagne. Stalin sidomandava quante divisioni avesseil Papa. Se avesse assistito alla finedella sua Unione Sovietica (un even-to gigantesco e imprevisto) sotto laspinta della forza tranquilla di unPontefice di quella Chiesa su cui

mento è formulato in forma sobria,senza amplificazioni retoriche. Masi tratta pur sempre di un pronun-ciamento papale che si iscrive inuna lunga serie di analoghe affer-mazioni dei Papi di questi ultimidue secoli». Molto più che perquelli del medioevo, infatti, a parti-re da Leone XIII (preghiera del

I tre santi a passeggio per le vie della città

Pietro, Ignazio e Francesco a Roma

Il ritorno di GesùLo stralcio che qui pubblichiamo è trattodal lungo racconto di Juan María Laboa,Gesù a Roma. Il sogno di Benedetto XVI,uscito nel 2012 e ora appena tradotto initaliano (Milano, Jaca Book, 2013, pagine157, euro 12). In esso il noto storicospagnolo della Chiesa immaginail ritorno di Gesù sulla terra, nella Romadei nostri giorni, creando grande epositivo scompiglio. Proprio per aiutarela Chiesa ad accogliere davvero Gesù,Laboa immagina che Benedetto XVIdecida di dimettersi.

Raffaello Sanzio, «La pesca miracolosa» (1515)

ironizzava, si sarebbe risparmiato ils a rc a s m o » .

Scendendo invece nel merito del-le parole pronunciate da Papa Fran-cesco in questi primi giorni di Pon-tificato, diversi commentatori si so-no soffermati su quanto ha detto ilPontefice il 14 marzo durante l’ome-lia in Sistina: «Quando non si con-fessa Gesù Cristo, si confessa lamondanità del demonio». Tra essi,su «la Repubblica» lo storico Ago-stino Paravicini Bagliani. «Il riferi-

1884) i Pontefici hanno fatto riferi-mento al diavolo. Dalle parole diPio XII su Hitler nel 1939 a quelle diGiovanni Paolo II (17 febbraio2002); dalla lectio divina sul battesi-mo di Benedetto XVI (11 giugno2012) al celebre «fumo di Satana»di cui parlò Paolo VI il 29 giugno1972.

Papa Francesco, durante i suoiprimi giorni di pontificato, ha ini-ziato la rivoluzione dei piccoli gesti,si legge sul quotidiano francese «LaCroix» e ha lanciato l’appello peruna Chiesa in movimento, mentre ilquotidiano spagnolo «La Razón»da ieri, 15 marzo, sta pubblicando iltesto degli esercizi spirituali che ilcardinale Bergoglio tenne all’episco-pato spagnolo nel 2006 a Pozuelode Alarcón.

«Il collegio della InmaculadaConcepción de Santa Fe — si leggeinvece sul quotidiano argentino«Clarín» del 15 marzo — ora ha unnuovo motivo di orgoglio. Tra il1964 e il 1965 Papa Francesco fu,semplicemente, il professor Bergo-glio. Aveva 28 anni quando percor-reva i corridoi della scuola inse-gnando psicologia, letteratura e ar-te». E racconta uno dei suoi alunni,José María Candioti, oggi un avvo-cato sessantaquattrenne: «Era moltoesigente. Ricordo che invitava moltiscrittori a parlarci di letteratura:Maria Esther de Miguel, MaríaEsther Vázquez e, nel 1965, JorgeLuis Borges, che tenne per noi unseminario di letteratura “gauchista”.Era un grande ammiratore di Bor-ges. Da questo incontro nacque unconcorso letterario e il libro Cuentosoriginales, con la prefazione di Bor-ges. A 17 anni ero piuttosto arrogan-te — confessa Candioti — e dopo unesame gli dissi che avevo rispostobene a tutte le domande grazie allamia grande conoscenza della mate-ria, ma che in realtà non avevo stu-diato affatto. La sua risposta mi se-gnò per tutta la vita. Mi diede dieciper l’esame ma aggiunse: “Visto chenon hai studiato ti do anche zero.Dieci più zero fa dieci, diviso duecinque. Questo è il tuo voto finale”.Una bella lezione di umiltà».

Sempre dall’Argentina, e in parti-colare da Buenos Aires, arriva uncurioso omaggio calcistico a z u l g ra n aal nuovo Papa. Il San Lorenzo, lasquadra del cuore di Jorge Bergo-glio, scenderà in campo contro lasquadra locale del Colón, nella pro-vincia di Santa Fe, il 16 marzo, conuna maglia che recherà la scritta Re-zamos por vos, rezá por nosotros:“Preghiamo per te, prega per noi”.

di JUA N MARÍA LABOA

Pietro, Francesco d’Assisi, Ignazio di Loyo-la, Marta e Maria decisero di fare un giroper la città, in parte nota, ma sempre pienadi angoli sorprendenti. Dal cielo la visionerisultava abbastanza distorta; essendo uma-ni, la visione beatifica attenuava il loro sensocritico, facendo vedere principalmente gliaspetti positivi delle persone e delle lorocreazioni. La loro curiosità era palese e la lo-ro naturale bontà emergeva a ogni momen-to, ma naturalmente non erano ciechi difronte agli aspetti stridenti e negativi chescoprivano in quello che vedevano.

Nella bellissima piazza Navona, dove Ber-nini e Borromini avevano trasformato quelche restava dello stadio di Domiziano nelpiù bel salotto urbano d’Europa, rimaserostorditi per le innumerevoli bancarelle chevendevano dolciumi, dipinti e oggetti di po-co valore anche se definiti pomposamente«artigianato». Più di uno cercò di derubarli,ma la loro potente intuizione li spingeva astendere il braccio per salutare cortesementechi si avvicinava con intenzioni poco buone.

Raggiunsero il lungotevere, attraversaronoun ponte con statue di danzatori in diversepose e scorsero da lontano un edificio im-menso. Pietro passò tra una statua che rap-presentava un signore con delle chiavi inmano e un’altra in toga che impugnava unaspada con la destra e si diresse con il grup-po nella direzione indicata, in realtà non lapiù diretta per arrivare all’imponente porto-ne d’i n g re s s o .

Maria, sorella di Lazzaro, manteneva ilsuo spirito contemplativo, sempre attenta acapire quanto vedeva e sentiva. «Ho appenavisto», osservò, «che in questa immensa fac-ciata si suggerisce che l’edificio è stato erettoin onore di Pietro, ma, di fatto, chi risalta èun certo Borghese. Era uno dei tuoi sopran-nomi, Simone?», chiese ingenuamente.

Giovanni si intromise con aria conciliante:«Beh, in ogni caso è sempre stato detto chefosti seppellito qui, non è vero?».

Pietro ricordò la sua passione, il dolore fi-sico e la gioia di incontrarsi di nuovo conCristo. Sapeva benissimo che, fin dal primoincontro con il Signore, era stato mossosempre dalla volontà di un altro a cui si eradato interamente. «Signore, tu sai che tiamo», era stata la sua affermazione più per-sonale e cosciente. Non ricordava nient’a l t roe non gli interessava nient’a l t ro .

A un certo momento il gruppo si mise incoda per superare il posto di controllo dellapolizia situato sotto il colonnato di sinistra.Lì accadde un incidente curioso che allarmòquelli che aspettavano il loro turno. Quandopassarono attraverso il metal detector scatta-rono tutti gli allarmi. Chiesero loro di lascia-re all’ingresso telefonini, chiavi, orologi emonete, ma non avevano altro che la veste ola tunica e gli indumenti intimi. I poliziottierano interdetti e discutevano tra loro; li esa-minarono di nuovo con il rilevatore, l’allar-me suonò ancora e non sapevano che fare.Uno di loro, un siciliano, si rivolse ai com-pagni con una battuta: «Forse hanno un’ani-ma speciale!». Francesco d’Assisi rivolse loroun sorriso e un augurio: «Il Signore vi dia

la sua pace», e si avviarono lentamente versola basilica.

L’interno della grande basilica era in pe-nombra, le sue dimensioni sembrarono lorosmisurate e non erano sicuri della sua finali-tà. Sembrava quasi una grande piazza coper-ta, adorna di statue, con gente che passeg-giava da un capo all’altro, chiacchierando abassa voce, come avveniva nelle basiliche ro-mane. «Credo che si tratti di una casa dipreghiera», osservò Pietro e Francesco ag-giunse che in quello spazio entravano como-damente diverse chiese come la sua San Da-miano. E poi si mostrò sorpreso di non in-contrare da nessuna parte dei poveri. Avran-no vinto la miseria? Ignazio sorrise ricordan-do le sue passeggiate romane e assicurò di

essere convinto che nella città non mancava-no persone miserabili, ma che probabilmenterisiedevano e pregavano in altri luoghi. «Tuhai conosciuto San Giovanni in Laterano»,disse il santo di Loyola a quello di Assisi,«ma erano altri tempi. I miei figli mi diconoche la più parte non riceve un’i s t ru z i o n eadeguata e che senza istruzione l’e m a rg i n a -zione si moltiplica». Francesco d’Assisi nonpoteva essere triste perché nella gloria nonesiste un tale sentimento, ma potremmo direche era preoccupato constatando quanto po-co fossero cambiati i cristiani nonostante fos-sero passati tanti secoli e osservò: «Alloracontinua ad essere attuale la domanda diDio a Caino: “D ov’è tuo fratello?”. E ognu-no di noi è responsabile della risposta».

patrono d’Italia. Nomi che comenella storia dell’Umbria anche og-gi si susseguono e coesistono. No-mi legati dal patto di una cesta dipesciolini, le lische del fiumeChiascio, da portare una voltaall’anno alla vigilia della festa disan Benedetto — dunque da con-segnare proprio in questi giorni —come prezzo di locazione dellaPorziuncola.

Se anche Perugia con Assisi,Norcia e tutta l’Umbria, non do-vessero riuscire a divenire capitali

gare per lui, che chiede bene-dizioni.

Anche i commentatori più at-tenti e severi, manifestano grandeattesa e speranza. Dunque si pro-fila, non da meno, una attenzione,e una risposta, al desiderio di uni-tà di tutti gli uomini, inclusi «inon credenti che dell’amore delprossimo e delle anime pellegrinefanno gran conto». Non solo delleChiese, delle diverse confessioni ereligioni: per una estensione della

le reti anche se pare ormai non cisia più nulla da pescare. Anzi pro-prio per questo. Ecco ora il mo-mento favorevole, ecco ora il gior-no della salvezza. Il conclave haindicato un uomo: anche se sap-piamo da dove viene — l’A rg e n t i -na, figlio di emigranti italiani —sappiamo già ormai tutti per certoche non viene solo da lì.

*Direttore regionale per i Beniculturali e paesaggistici dell’Umbria

stolato più lontano. Mapuò essere inteso anchecome sguardo sull’infi-nito, come campo stel-lato, da cui levare losguardo in alto, al cielo(Compostela), come ri-nuncia alla terraferma ealla mondanità. Chi hadimestichezza con lastoria dell’arte dei tem-pi di san Francesco eimmediatamente se-guenti, chi ha visto icieli dipinti in Assisi oagli Scrovegni (perfinoin cripta), chi sa imma-ginare quelli che orna-vano la Sistina prima diMichelangelo o chi peraltro verso è stato sottola volta celeste al mon-te Athos, o alle isoleSkelligs, lo sa.

A partire dunquedall’isola di terra e ac-qua che si trova nelcuore della penisola,perfino per chi vive cir-condato dalle terre è ilmomento di salire inbarca e di prendere illargo, sul mare, quasidi perdersi nell’o ceano.È il momento di gettare

Il cardinale Bergoglio con un gruppo di ex alunnidel collegio della Inmaculada Concepción de Santa Fe incontrati nel 2010

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L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 17 marzo 2013 pagina 5

Fra i cittadini della capitale argentina in festa per l’arcivescovo diventato successore di Pietro

Quell’affetto natoalla stazione della metropolitana

da Buenos AiresCRISTIAN MARTINI GRIMALDI

Han venido a buscarme al fin delmundo. Sono le parole di Papa Fran-cesco più citate dai giornali argentiniil giorno dopo l’elezione al sogliopontificio di Jorge Mario Bergoglio.Il vescovo di Roma appena eletto hachiesto alla piazza di pregare per lui.A Buenos Aires lo stanno già facen-do da due giorni. Tanto che la pre-ghiera riverbera perfino nella quoti-dianità dei saluti, alterandoli: nelquartiere centrale, intorno a plaza deMayo, proprio di fronte alla catte-drale e a quella che sino a due gior-

ni fa era la residenza dell’a rc i v e s c o v odella città, le parole più pronunciateche si possono cogliere tra la gente— mentre risponde al telefono o sisaluta frettolosamente — sono tene-mos un Papa. Il buenos dias ormai èquesto. E lo sarà ancora per moltigiorni.

Lourdes ha cinquant’anni, lavorain uno dei tanti piccoli ristoranti in-filati tra le calles che danno sullapiazza: «Non mi aspettavo la noti-zia, nessuno se lo aspettava. Lo co-noscevo come cardinale e sapevo cheera un uomo molto umile. È unagioia enorme per noi argentini, unPapa che parla spagnolo è una novi-

tà assoluta». Alberto, impiegato dibanca, è in pausa pranzo: «L’A rg e n -tina ha subito prima la colonizzazio-ne europea, poi abbiamo subito unacolonizzazione economica e stiamoancora pagando i debiti che si sonogenerati in quel periodo. Dagli anniNovanta la vita è certamente miglio-rata. Ma credo che il Papa, soprat-tutto questo Papa, possa essere mol-to più efficace nel cercare di risolve-re il flagello della povertà che non lepolitiche economiche del passato. Enon lo dico con ironia. La Chiesa èl’anima dell’individuo, in fondo.Questo può essere un fattore impor-tante per uscire dalla crisi. L’econo-

mia si fonda soprattutto sulla fiduciatra gli individui, non solo sulla capa-cità di fare i conti, e la speranza difede che un nuovo Papa può effon-dere è parte stessa della soluzionedella crisi, non sono due cose sepa-rate. Credo che la società contempo-ranea — dove la morale è di tipo uti-litaristico — dovrebbe guardare an-che alla fede come a qualcosa di uti-le, in senso concreto. Una societàdepressa spiritualmente è una societàsenza fiducia nel prossimo, e questoè deleterio per la stessa economia».

All’ingresso della cattedrale c’è unpannello di legno; fissato con quat-tro puntine da disegno c’è un sem-plice foglio in formato A4, con la fo-to a colori di Papa Francesco affac-ciato su piazza San Pietro. Sopra,una scritta: è l’annuncio cerimonialedestinato a tutto il mondo, eppureletto da qui, l’annuncio, sembra cari-co di un orgoglio tutto locale: habe-mus papam.

Sono decine le persone che si ac-calcano di fronte a questo semplicefoglio di stampa per portarsi a casauna foto ricordo. Accanto una signo-ra commenta: «Vivo qui, ma a esseresincera non lo conoscevo. Quandoho visto le immagini al telegiornalesono stata molto colpita dall’umiltàcon cui si è presentato. Questo miha reso subito orgogliosa. Volevo es-sere qui oggi, erano anni che nonvenivo. Mi sono anche sentita unpoco in colpa. Credo che questo Pa-pa possa davvero fare qualcosa digrande per la Chiesa e forse ancheper la stessa Argentina».

All’angolo della cattedrale c’è An-drés, un giornalaio. Qui passava an-che Bergoglio per comprare il gior-nale. «Una persona estremamenteumile, veniva qui a volte anche in“b orghese”. Due parole, un saluto,una persona estremamente pacata egentile, con i piedi per terra, uno delpopolo, insomma. Da quando èstato eletto c’è molta allegria in giro,è un orgoglio per tutti noi. L’o rg o -glio è sudamericano, non solo argen-

tino, sarebbe stata la stessa cosa sefosse stato eletto un Papa brasiliano.È un momento in cui il Sudamericasi sta riprendendo, stiamo comin-ciando a vedere la luce fuori daltunnel della crisi. E con un Papa su-damericano la luce si fa ancora piùforte».

Gli domando se è vero che pren-deva la metropolitana come scrivonoi giornali: «Certamente!» risponde,indicando la fermata della linea A inPlaza de Mayo. Mi avvicino alla fer-

mata della metro dove c’è una viavaicontinuo per le scale che scendonogiù, sotto la piazza. E ritornano inmente le parole con le quali PapaFrancesco è salito al soglio pontifi-cio: «E adesso incominciamo questocammino... un cammino di fratellan-za, di amore, di fiducia tra noi».Sembra che il lungo cammino siapartito simbolicamente proprio daqui, da questa semplice fermata dimetro, proprio in mezzo alla piazza,in mezzo alla gente.

La fermata della linea A di plaza de Mayo a Buenos Aires

Il programma delle iniziative dell’arcidiocesi di Buenos Aires

Tre giorni di festa per FranciscoMessaggi dal Celam e dai religiosi del continente

La gioia e la gratitudinedell’America latina

BO GOTÁ, 16. «Gioia profonda erendimento di grazie a Dio»:con questo spirito, i vescovi delConsiglio episcopale latinoameri-cano (Celam) accolgono l’elezio-ne di Papa Francesco, in unmessaggio pubblicato in occasio-ne dell’assemblea annuale che siè svolta dal 13 al 15 marzo a Bo-gotá, in Colombia. «Abbiamovissuto l’esperienza della sua ele-zione, come Vescovo di Roma eSuccessore di Pietro — si legge —in un clima di collegialità episco-pale. Questo fatto ci ha riempitodi gioia profonda e di rendimen-to di grazie a Dio per ciò cherappresenta per la Chiesa univer-sale e, soprattutto, per le Chiesepellegrine in America latina e neiCaraibi».

I presuli aggiungono fra l’al-tro «di identificarsi pienamente»con le seguenti parole pronun-ciate dal Papa quando per la pri-ma volta si è affacciato dallaLoggia delle benedizioni dellabasilica Vaticana, mercoledì 13

marzo: «E adesso, incominciamoquesto cammino: Vescovo e po-polo. Questo cammino dellaChiesa di Roma, che è quellache presiede nella carità tutte leChiese. Un cammino di fratel-lanza, di amore, di fiducia tranoi. Preghiamo sempre per noi:l’uno per l’altro. Preghiamo pertutto il mondo, perché ci sia unagrande fratellanza».

I vescovi concludono affidan-do «il ministero petrino nellemani di Maria, Madre dellaChiesa e Stella della NuovaEvangelizzazione, affinché pon-ga nel suo cuore lo spirito delFiglio Gesù, povero e umile, no-stro Buon Pastore» e «invocan-do con umiltà la benedizioneapostolica per la Chiesa in Ame-rica latina e nei Caraibi». Anchela Conferenza latinoamericanadei religiosi e delle religiose haaccolto infine con «immensagioia» e come «dono dello Spiri-to Santo» l’elezione di PapaFr a n c e s c o .

Il cardinale Jorge Mario Bergoglio dopo una messa a Buenos Aires nel marzo del 2011

Uno speciale dell’Osservatore Romano

Nell’edizione di lunedì pomeriggio, che porterà la data del 18-19 marzo, inoccasione della messa di Papa Francesco in piazza San Pietro per l’iniziodel ministero petrino, «L’Osservatore Romano» pubblicherà un inserto spe-ciale di quattro pagine. Nello speciale, interamente a colori, vi saranno foto-grafie dei primi giorni del pontificato e i primi discorsi tenuti dal Santo Pa-dre: il saluto del 13 marzo dalla Loggia delle benedizioni, l’omelia dellamessa «per la Chiesa» celebrata il giorno seguente con i cardinali nellaCappella Sistina e il discorso rivolto il 15 marzo agli stessi cardinali riunitiin udienza nella Sala Clementina. Lo speciale potrà essere acquistato insie-me alla copia del quotidiano al costo di due euro da lunedì sera a mercoledìe si potrà prenotare tramite posta elettronica ([email protected]).

BUENOS AIRES, 16. Preghiere e cam-pane a festa: così la capitale dell’Ar-gentina, Buenos Aires, si appresta acelebrare da domani, domenica 17marzo e fino al 19 marzo, tre giorni difesta per l’elezione di Papa Francesco.Con profondo affetto per il loro car-dinale arcivescovo Jorge Mario Ber-goglio, divenuto successore di Pietrocon il nome di Francisco, cittadini efedeli affolleranno chiese, strade epiazze per dare testimonianza del lorosostegno al ministero del Papa. L’a rc i -diocesi, ha reso noto che in collabora-zione con le autorità cittadine, sonostate programmate una serie di inizia-tive. Si partirà dunque domani con lacelebrazione di una messa presiedutadal nunzio apostolico in Argentina,Emil Paul Tscherrig. La celebrazioneeucaristica sarà celebrata alle ore 11.30nella Catedral Primada. Il rettore del-la cattedrale, Alejandro Russo, haspiegato che con l’organizzazione del-le celebrazioni liturgiche «si vuole ac-compagnare l’attesa del popolo diDio e sostenere quel legame tantospeciale che si è ora creato tra BuenosAires e Roma». C’è dunque un «cli-ma di attesa» carico di forte emozio-

ne tra la popolazione che tanto ama il“suo” Papa e che nelle prossime orevarcherà il portone di quella stessacattedrale dove il Pontefice ha tantevolte presieduto le messe da arcive-scovo. Anche in tutte le diocesi delPaese saranno espresse durante lemesse speciali intenzioni di preghieraper il pontificato.

Nei gironi scorsi l’arcivescovo diSanta Fe de la Vera Cruz e presidentedella Conferenza episcopale argentina,José María Arancedo, ha inviato unalettera a tutti i vescovi nella qualechiede di pregare per Papa Francesco:«Ritengo opportuno che domenica sitenga una intenzione particolare diringraziamento e di preghiera per ilministero che la Chiesa ha affidato alnostro fratello Giorgio, in tutte lemesse che si terranno nelle nostre dio-cesi». Monsignor Arancedo ha ancheinviato un messaggio al Papa, in cuiesprime la gioia dell’intero episcopato:«Caro Jorge: la nostra gioia viene dal-la fede in Gesù Cristo, il Signore dellastoria, per aver accettato di servire laChiesa come successore di Pietro».

La “tre giorni” di iniziative prose-guirà avendo come protagonisti so-prattutto i giovani. Per loro l’appun-tamento è lunedì, 18 marzo, semprenella cattedrale della città. La chiesasarà pronta ad accoglierli per una ve-glia di preghiera notturna rivolta «atutto il popolo di Dio». I giovani siriuniranno dalle ore 20.30 in preghie-ra, assieme a sacerdoti, religiosi e reli-giose, per invocare speciali benedizio-ni per il ministero petrino. I numerosimovimenti giovanili attivi nella capi-tale porteranno dunque la loro testi-monianza di affetto al Papa, alla vigi-lia della messa per l’inizio del mini-stero petrino che sarà celebrata apiazza San Pietro il 19 marzo. Marte-dì prossimo quindi, solennità di SanGiuseppe, sposo della Beata VergineMaria, patrono della Chiesa universa-le, la capitale argentina vivrà in diret-ta con Roma questo evento. Per la so-lenne occasione confluiranno a Bue-nos Aires fedeli da tutta l’A rg e n t i n aper seguire la celebrazione in direttasu un maxischermo. A causa del fusoorario, l’appuntamento per i fedeli ar-gentini sarà alle ore 4 del mattino, difronte alla cattedrale. Dalla chiesa, ifedeli inizieranno poi una processionefino all’obelisco, dove alle ore 5.30,

sempre del mattino, in diretta da Ro-ma sarà trasmessa la messa. Il maxi-schermo sarà rivolto in direzione dellacittà di Roma, a esprimere ancora unavolta, con profondo sentimento, il le-game che unisce le due capitali di-stanti migliaia di chilometri, ma maicome adesso unite. Assieme al maxi-schermo saranno poi posizionati in

vari punti della città altri piccolischermi e impianti audio per consen-tire a tutti i cittadini di seguire l’even-to. Alle ore 12, sempre del 19 marzo,le campane di tutte le chiese dell’a rc i -diocesi di Buenos Aires e di tutti gliedifici della capitale cominceranno asuonare a festa per dieci minuti in se-gno di saluto per Papa Francesco.

Il cardinale Jorge Mario Bergoglio parla con un passeggero durante i suoi abituali spostamenti in metropolitana a Buenos Aires, nel 2007

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 domenica 17 marzo 2013

Nuovi messaggi a Papa Francesco dal mondo ebraico, musulmano e cristiano

Gli uomini di fededevono camminare insieme

«Da parte nostra non mancherà lacollaborazione e il contributo a pro-seguire il cammino intrapreso, affin-ché possa consolidarsi il dialogo chetanto ha contribuito a instaurare unnuovo clima di fiducia tra ebrei ecattolici, nel rispetto reciproco dellerispettive identità e nell’autentico ri-conoscimento della pari dignità»: èquanto scrive l’Assemblea dei rabbi-ni d’Italia in un messaggio inviatoieri (venerdì) a Papa Francesco, nelquale vengono sottolineati «i positi-vi risultati acquisiti negli anni anchegrazie ai pontefici che si sono susse-guiti nel recente passato. Siamo cer-ti — si legge — che ebrei e cattolici,collaborando nell’impegno per ilbene dell’umanità, anche attraversole proprie specificità, potranno di-mostrare che la costruzione di unfuturo di vera amicizia tra i popoli egli individui è realmente possibile».

Il messaggio, firmato tra gli altridal presidente dell’Assemblea deirabbini d’Italia, Elia Richetti, siconclude con «l’auspicio di averepresto occasione di incontrarla» econ un saluto augurale attraverso leparole di rabbi Simeone figlio diGamaliele (Trattato dei Padri, 1, 18):«Per tre cose sussiste l’umana socie-tà, per la verità, per la giustizia eper la pace».

Dopo il messaggio inviato dalPontefice, la sera della sua elezione,al rabbino capo di Roma, RiccardoDi Segni, quest’ultimo ha rispostoal Santo Padre esprimendogli «i mi-gliori auguri di forza e saggezza nelformidabile compito che le è statoaffidato. Roma è stata negli ultimidecenni un luogo privilegiato in cuisono stati compiuti passi storici nelmiglioramento delle relazioni tracristiani ed ebrei. La sua nomina a

Vescovo di Roma — afferma Di Se-gni — ci dà la speranza che il cam-mino di amicizia, rispetto e collabo-razione proficua continui».

Abraham Skorka, rettore del Se-minario rabbinico latino-americanoa Buenos Aires e amico di lunga da-ta di Jorge Mario Bergoglio, metteinvece in evidenza l’impegno per lagiustizia sociale da sempre dimo-strato dal nuovo Papa: «Quello chepredica fa, non è mai salito sul pie-distallo dell’arroganza», ha detto ilrabbino in un’intervista alla FrancePresse, preannunciando inoltre cheil dialogo interreligioso sarà unadelle specificità del pontificato, poi-ché Papa Francesco «considera chetutti gli uomini di fede devono cam-minare insieme, ciascuno nel suocredo». Skorka — che con Bergoglioha scritto un libro, Sobre el cielo y lat i e r ra , che condensa le loro conver-sazioni interreligiose, e ha partecipa-to a un programma televisivo setti-manale — definisce il nuovo Pontefi-ce «un uomo integro, di una fedeprofonda e di una semplicità since-ra, che detesta il superficiale, checerca Dio costantemente».

Messaggi di auguri continuano agiungere anche dal mondo musul-mano. La Comunità religiosa islami-ca (Coreis) italiana esprime «le piùsentite felicitazioni a tutti i cristianicattolici, nostri fratelli di fede nelDio Unico». La Coreis accoglie«l’appello alla fraternità espressonelle prime parole del neo-eletto Pa-pa Francesco, nella speranza chepossa consolidarsi e realizzarsiun’autentica sintonia spirituale an-che tra fedeli di diverse comunitàreligiose, augurandoci che il nuovopontificato sia nel segno di una veraapertura e riconoscimento universaleverso tutte le ortodossie che si fon-dano nella fede del Dio Unico».Come musulmani d’Occidente, «co-gliamo inoltre come segno di parti-colare speranza il ricordo, nel nomedel nuovo Pontefice, di un grandeesempio di santità e apertura conl’Oriente e l’islam come san France-sco d’Assisi, mentre la figura di unaltro grande santo come Ignazio diLoyola, fondatore dell’ordine gesui-ta, ci richiama a quel senso di aspi-razione verso la conoscenza di Dioche è al cuore di ogni vera spiritua-lità. In questo momento di passag-gio epocale per la Chiesa cattolica eper il mondo intero — si legge nelmessaggio — crediamo infatti che lesorti dell’umanità siano intimamentelegate alla possibilità di continuarea manifestare con certezza questedimensioni della fede, conoscenza esantità, che possano essere realizzateda uomini appartenenti alle diverseconfessioni religiose».

Anche la Confederazione islamicaitaliana aggiunge le sue felicitazioniper il nuovo Pontefice e auspica che«il dialogo interreligioso tra cattolicie musulmani venga rafforzato. Inquesta occasione — scrive, in unalettera indirizzata al Santo Padre, ilpresidente Wahid el Fihri — p orgia-mo a Papa Francesco le nostre feli-citazioni e quelle di tutti i centriculturali islamici che aderiscono allanostra confederazione, convinti chenon risparmierete alcuno sforzo perrafforzare il dialogo interreligiosoper il bene di tutta l’umanità in mo-do che l’amore e la pace regnino esi diffondano tra tutti i popoli». ElFihri ricorda infine come «Dio ci hacreato tutti partendo da Adamo» ecome «la stabilità si trova solo attra-verso la pace, la cooperazione el’a m o re » .

Dal mondo ortodosso arriva inve-ce la conferma che il Patriarca ecu-menico, Bartolomeo, sarà presentemartedì in Vaticano alla messa perl’inizio del ministero petrino: è laprima volta che accade dallo scismadel 1054 fra cattolici e ortodossi erappresenta certamente un segnoimportante per l’unità dei cristiani.L’arcivescovo di Costantinopoli saràaccompagnato, fra gli altri, dal me-tropolita di Pergamo, Ioannis Zi-zioulas, co-presidente della Com-missione mista internazionale per ildialogo teologico tra la Chiesa cat-tolica e la Chiesa ortodossa. Signifi-cativo anche il messaggio del prima-te della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, metropolitaVolodymyr, che esprime la speranza«per l’ulteriore, fecondo sviluppo direlazioni fraterne tra le nostre Chie-se». Mentre il moderatore della Ta-vola valdese, pastore Eugenio Ber-nardini, ricorda che Francesco d’As-sisi fu contemporaneo di Valdo diLione e che i due condivisero«l’idea di una Chiesa al servizio de-gli umili e degli esclusi, ispirata erinnovata dalla Parola di Dio».

Commenti di cardinali sull’elezione del successore di Pietro

Parole e gestidi semplicità evangelica

«Papa Francesco ci ha dato già mol-te gioie e molte altre ce ne offrirà,ne sono certo! Con parole e soprat-tutto con gesti di semplicità evange-lica che tutti hanno capito e apronoa tempi nuovi per la vita della Chie-sa». Lo ha detto il cardinale Cláu-dio Hummes, arcivescovo emerito diSão Paulo e prefetto emerito dellaCongrezione per il Clero, in un’in-tervista a Gianni Cardinale, pubbli-cata su «Avvenire» del 16 marzo. Ilporporato francescano ha spiegatoche «Francesco è un nome colmo disignificati e messaggi. Un nomeunico e straordinario nella storia delpapato. Lui l’ha scelto, e questo va-le più di tanti scritti e discorsi. Lohanno capito tutti. Nel senso chesprona a sperimentare nuovi metodidi evangelizzazione e che apre nuo-ve strade per la vita della Chiesa».In sostanza «verso una Chiesa piùsemplice, più povera e soprattuttoper i più poveri. Che dà ai poveri ilposto che gli ha riservato Gesù: so-no loro infatti i destinatari primidell’evangelizzazione e dell’a m o redella Chiesa».

Parlando poi del profilo interioredel nuovo Pontefice, il cardinaleHummes lo ha descritto come «unuomo di profonda spiritualità, dipreghiera, che vive del Vangelo, chevive questo suo rapporto con GesùCristo con una semplicità profonda.Più uno si avvicina a Dio, infatti, epiù semplice diventa la sua vita spi-rituale». Infine il cardinale brasilia-no ha ricordato che il Pontefice «èstato arcivescovo di Buenos Aires,dove ha amato il suo popolo e i po-veri in particolare, essendone riama-to. Lì è nato Francesco».

Il nuovo Papa ha scelto un nome,Francesco, che «onora il nostro Pae-se»: lo afferma il cardinale AngeloBagnasco, arcivescovo di Genova epresidente della Conferenza episco-pale italiana, in un messaggio indi-rizzato alla sua diocesi. «Insieme al-la nostra gioia — afferma il porpora-to — esprimiamo al Santo Padre lafiliale devozione che sempre ha ca-ratterizzato la Chiesa di Genovaverso il Papa. La fervida preghieradel popolo cristiano e dei suoi Pa-stori abbraccia Papa Francesco econtinuerà a sostenerlo con affetto edocilità al suo magistero e alle sueindicazioni pastorali».

«Appena mi sono avvicinato, ilPapa mi ha salutato dicendomi: tuarrivi dalla Chiesa sofferente». Èquanto ha riferito il cardinale VinkoPuljić, arcivescovo di Vrhbosna-Sa-rajevo, in un’intervista alla Radiocattolica croata. Secondo il porpora-to «il fatto che sia un gesuita, cheabbia preso il nome di Francesco,che provenga dal continente con ilmaggior numero di cattolici è moltosignificativo, non solo per l’AmericaLatina ma per tutto il mondo». Ilcardinale Puljić ha aggiunto: «Si èvisto subito che ha una visione chia-ra di essere un uomo della Chiesa,di Cristo, della fede. Un uomo cheha vissuto la povertà insieme al suop op olo».

Il cardinale Francis Eugene Geor-ge, arcivescovo di Chicago, definisceil Papa «un uomo diretto» che satestimoniare la semplicità. Sullepriorità della Chiesa — in un’intervi-sta a Stella Prudente per «Il Mes-saggero» del 16 marzo — dice che«la prima è sempre la stessa: intro-durre il mondo a Cristo, confessare,come ha detto Francesco. Per farlo,la Chiesa deve innanzitutto esseretestimonianza».

La «visione realista del camminodella Chiesa nel presente e nel futu-ro» che ha il Papa, è stata indicatadal cardinale Karl Lehmann, vesco-vo di Mainz, che ne ha ricordatol’esperienza «come membro di unacongregazione, con responsabilità avari livelli, e come leader spiritualeresponsabile di una città». Anche ilcardinale Rainer Maria Woelki, arci-vescovo di Berlino, ha espresso lapropria soddisfazione in un’intervi-sta al quotidiano «Passauer NeuePresse» pubblicata nei giorni scorsi.«Abbiamo parlato brevemente — haspiegato — in tedesco. Gli ho detto:lei è una grande speranza per ilmondo. Gli ho promesso il mio so-stegno e la mia solidarietà nella pre-ghiera. Lui ha risposto che neavrebbe avuto bisogno, soprattuttodella preghiera».

Inoltre grande apprezzamento per«il valore del cardinale Bergoglio» èstato espresso, in una conferenzastampa, dal cardinale RaymundoDamasceno Assis, arcivescovo diAparecida e presidente dell’episco-pato brasiliano, che ha ricordato co-me i porporati sudamericani lo co-noscano bene. Il cardinale TimothyMichael Dolan, arcivescovo di NewYork e presidente della Conferenza

episcopale statunitense, è tornato aparlare con entusiasmo dell’elezionedel Pontefice. «Abbiamo un nuovoPapa — ha detto in un’intervista allaNbc — e ne abbiamo uno dannata-mente buono». Il porporato ha det-to di aspettarsi che «Bergoglio rie-sca a dare alla Chiesa un aspettopiù attraente e accogliente», renden-do «più allettanti e convincenti gliinsegnamenti della Chiesa».

Per il cardinale salesiano JosephZen Ze-kiun, vescovo emerito diHong Kong, Bergoglio è «l’uomogiusto per la Chiesa in questo mo-mento». Infatti «è un serio pastore,un uomo modesto» e «quando loconoscerà la gente lo amerà comeha amato Giovanni XXIII».

«È successo»: ecco il primo com-mento del cardinale Roger Mahony,arcivescovo emerito di Los Angeles,su Twitter per salutare la «prima vol-ta che viene eletto un Papa dall’emi-sfero Sud e dall’America Latina». Eha aggiunto: «Sono estasiato. PapaFrancesco sarà un grande dono».

Con l’elezione del nuovo Pontefi-ce — secondo il cardinale GiuseppeBetori, arcivescovo di Firenze — laChiesa ha mostrato «la sua freschez-za e la sua capacità di affrontare lesvolte che la storia impone». Inun’intervista a Radio Toscana il por-porato ha parlato poi della «grandeserenità del collegio cardinalizionell’affrontare il momento e ancheun grande sguardo di speranza cheora si apre anche per la vita dellaChiesa e direi per tutto il mondo».Per l’arcivescovo di Firenze, «il no-me di Francesco è un nome impe-gnativo nella storia della Chiesa, pe-rò questo esprime anche il coraggiodel nuovo Papa, che non teme dimettere in rilievo anche nella sceltadel nome il bisogno di sorreggerequesta Chiesa nel nostro tempo at-traverso la sua opera e l’opera anchedi tutti noi». Nell’intervista ha an-che affermato che il cardinale Ber-goglio, negli interventi prima delconclave, ha mostrato «una grandechiarezza, lucidità spirituale e pasto-rale nell’affrontare i problemi dellaChiesa di oggi. Questo Papa si po-ne nella tradizione degli ultimigrandi Pontefici che da 150 anni aoggi hanno arricchito la storia dellaChiesa, mostrando egli un profiloaltissimo da un punto di vista spiri-tuale, una grande sensibilità eccle-siale e missionaria, un’attenzione al-le condizioni del mondo soprattuttodei più poveri; un’attenzione che siè manifestata anche nelle parole cheegli ha pronunciato nel momento incui si è rivolto alla folla festante inpiazza San Pietro». Oltretutto «inquesto primo contatto con il suopopolo, con la sua Chiesa si è mo-strato in tutta la sua umanità disar-mante, ma allo stesso tempo ricca eanche con un preciso volto di spiri-tualità. Il richiamo alla preghieraall’invocazione alla benedizione diceche è un uomo che ha un contattotutto speciale con la trascendenza econ il Signore».

Di «esplosione di gioia e conten-tezza» per l’elezione parla l’a rc i v e -

scovo emerito di Firenze, il cardina-le Ennio Antonelli. «E io mi ritengouno dei più entusiasti — ha detto inun’intervista a Domenico Agasso jrsu “La Stampa” del 15 marzo — p er-ché il nuovo Papa corrisponde alleesigenze che sentivo forti prima delconclave: auspicavo un Papa chefosse un uomo di Dio in modo visi-bile, trasparente, forte. Perché ilPontefice è la nostra principale ri-sorsa di evangelizzazione. Ed eccoche è venuto fuori Papa Francesco:che sia un uomo di Dio visibile cene siamo accorti tutti quando haparlato al mondo per la prima voltadal balcone della basilica di SanPietro». I primi gesti del Papa, cheil porporato ha definito «i primi fio-retti di Papa Francesco», sono tutti«tipicamente francescani, cose sem-plici ma che confermano quello chegià sapevamo di Jorge Mario Bergo-glio e del suo stile di vita francesca-na». Dal nuovo Papa, il cardinaleAntonelli si aspetta «uno stile di vi-ta e di evangelizzazione molto sem-plice, immediato, intensamenteumano, fatto di povertà, umiltà egioia francescani. Tutto questo gio-verà all’evangelizzazione, che consi-ste nel fare vedere, come ha fattosan Francesco d’Assisi che ha mo-strato il volto di Cristo con la suavita». Infine ha definito Papa Fran-cesco «una buona notizia per l’uma-nità». Egli infatti «rappresenta unasperanza non generica, ma ancorataalla presenza del Signore. Il fattoche sia così vicino a una vita pove-ra, semplice, e che sia così sensibilealla sofferenza dell’umanità, solidalecon i bisognosi, pieno di misericor-dia per i peccatori, renderà più cre-dibile la sua voce anche quando ri-marcherà i principi fondamentalidella dottrina della Chiesa, e quan-do riaffermerà i valori non negozia-bili, che il mondo troppo spessonon accetta». Insomma, ha conclusoil cardinale Antonelli, «metterà lepersone davanti alle questioni essen-ziali della vita. E tutto questo lo po-trà fare con la tranquillità di non es-sere accostato negativamente al po-tere, perché è chiaro a tutti che nonha ambizioni di questo genere».

«Il momento che abbiamo vissutodimostra, ancora una volta, ma inun modo eccezionale, la singolaregiovinezza della Chiesa». Lo hadetto il cardinale Dionigi Tettaman-zi, arcivescovo emerito di Milano, inun’intervista a Zita Dazzi per «laRepubblica» del 16 marzo. «Ho po-tuto constatare e gustare — ha affer-mato — una giovinezza che provienedallo Spirito della Pentecoste e cheè donata come grazia e responsabili-tà a tutti coloro che si lasciano rin-novare nel cuore e nella vita da que-sto stesso Spirito: per il bene e lagioia di tutti». Per il porporato, Pa-pa Francesco è «animato e sostenu-to in particolare dalla sua fede sem-plice e grandiosa. Ma ha colpito ilsuo avvicinarsi in modo immediatoalla gente, il suo entrare nel cuoredi tutti».

Il Patriarca copto ortodosso Tawadros II al nuovo Pontefice

Con il cuorepieno di gioia

IL CA I R O, 16. L’elezione di PapaFrancesco è anche l’occasione, inEgitto, per rinsaldare ulteriormen-te i rapporti fraterni che i cattoliciintrattengono con la Chiesa coptaortodossa, che con i suoi circa die-ci milioni di fedeli rappresenta lacomunità cristiana più numerosapresente nel mondo arabo. Rap-porti che, soprattutto dopo la no-mina del Patriarca Tawadros II,succeduto nel novembre scorso aShenouda III, stanno conoscendouna nuova stagione di dialogo fe-condo e collaborazione, che, comeè noto, ha già portato alla nascitadi un Consiglio delle Chiese cri-stiane. In un telegramma inviato alPontefice, Tawadros II, esprime in-fatti le proprie personali felicita-zioni: «La notizia della sua elezio-ne a capo della Chiesa cattolica miriempie il cuore di gioia. Mi con-gratulo di cuore con lei e i cardi-nali per questa scelta benedetta.Santità, le auguro una buona salu-te e una lunga vita, affinché con ilsuo lavoro la Chiesa cattolica pos-sa crescere e testimoniare Cristo intutto il mondo».

Lo stesso Tawadros II nei giorniscorsi si è reso protagonista di unaltro gesto che ha avuto una gran-de eco nei rapporti con la comuni-tà cattolica locale. Martedì 12, nel-la cattedrale della Santa Vergine alCairo, ha infatti presenziato alla li-turgia d’inizio del ministero delPatriarca di Alessandria dei Copti,Ibrahim Isaac Sidrak. «Si è tratta-to di un gesto storico, senza prece-denti», ha commentato all’agenziaFides il vescovo Adel Zaki, vicarioapostolico di Alessandria d’Egitto,il quale ha sottolineato come «Ta-wadros II nel suo discorso ha fattoriferimento alle tre caratteristicheche dovranno connotare il ministe-ro del nuovo Patriarca: quella dellapaternità, quella dell’amore versotutti i suoi figli e quella del servi-zio verso tutti».

Parole significative, soprattuttose viste nel quadro difficile dellasituazione di tensione che i cristia-ni, nel loro insieme, si trovano avivere in Egitto, a due anni daifatti di piazza Tahrir, che, come siricorderà, hanno portato alla cadu-ta del presidente Hosnī Mubārak ealla seguente salita al potere diMohammed Morsi e dei Fratellimusulmani. Il rito ha però avutouna grande importanza non solosotto il profilo dei rapporti ecume-nici. Infatti, il grande imam di Al-Azhar ha inviato come rappresen-tante il suo primo consigliere,Mahmoud Azab, mentre un mes-saggio di auguri è stato inviato dalpresidente egiziano Morsi.

Inoltre, la liturgia d’i n t ro n i z z a -zione, per una singolare coinciden-za, si è svolta proprio nelle stesseore in cui, in Vaticano, ha avutoinizio il conclave. Una sincronia,che secondo il cardinale Patriarcaemerito di Alessandria dei Copti,Antonios Naguib — il quale avreb-be dovuto presiedere la messad’intronizzazione del suo successo-re, se non fosse dovuto andare aRoma per eleggere il Pontefice —rappresenta un segno eloquentedel mistero di comunione che ab-braccia tutta la Chiesa. «Questaprovvidenziale coincidenza», hadichiarato il porporato, «a modosuo ci fa avvertire come il Signoreha cura della sua Chiesa». Nellestesse ore, infatti le preghiere perla scelta del nuovo Papa e perl’inizio del ministero del nuovoPatriarca copto cattolico si sono al-zate insieme verso il Signore, «checi farà sentire tutti in unione conGesù, nella comunione universaleche abbraccia la Chiesa universalee che si riflette anche nei cardinalivenuti a Roma da tutto il mondoper prendere parte al conclave inpreghiera, fiducia, speranza e nelcoraggio dello Spirito Santo».

Il Papa saluta Alessandro Forlani, giornalista non vedente, durante l’udienza ai media

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L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 17 marzo 2013 pagina 7

Il vescovo di Roma ai rappresentanti dei media internazionali

Una Chiesa povera e per i poveri

Un’udienza molto cordiale

Dopo la visita al cardinale Mejía

Il Papa alla Grotta di Lourdesnei Giardini Vaticani

I rappresentanti dei mediainternazionali che hanno seguito ilperiodo della sede vacante e delconclave sono stati ricevuti in udienzada Papa Francesco nella mattina disabato 16 marzo, nell’Aula Paolo VI.Dopo il saluto iniziale dell’a rc i v e s c o v oClaudio Maria Celli, il Pontefice hapronunciato il seguente discorso.

Cari amici,

sono lieto, all’inizio del mio ministe-ro nella Sede di Pietro, di incontrarevoi, che avete lavorato qui a Romain questo periodo così intenso, ini-ziato con il sorprendente annunciodel mio venerato Predecessore Bene-detto XVI, l’11 febbraio scorso. Salu-to cordialmente ciascuno di voi.

particolare del ruolo del Papa e delsuo ministero.

Un ringraziamento particolarmen-te sentito va a quanti hanno saputoosservare e presentare questi eventidella storia della Chiesa tenendoconto della prospettiva più giusta incui devono essere letti, quella dellafede. Gli avvenimenti della storiachiedono quasi sempre una letturacomplessa, che a volte può anchecomprendere la dimensione della fe-de. Gli eventi ecclesiali non sonocertamente più complicati di quellipolitici o economici! Essi però han-no una caratteristica di fondo parti-colare: rispondono a una logica chenon è principalmente quella dellecategorie, per così dire, mondane, eproprio per questo non è facile in-

dell’Apostolo Pietro, ma Cristo è ilcentro, non il Successore di Pietro:Cristo. Cristo è il centro. Cristo è ilriferimento fondamentale, il cuoredella Chiesa. Senza di Lui, Pietro ela Chiesa non esisterebbero néavrebbero ragion d’essere. Come haripetuto più volte Benedetto XVI,Cristo è presente e guida la suaChiesa. In tutto quanto è accadutoil protagonista è, in ultima analisi,lo Spirito Santo. Egli ha ispirato ladecisione di Benedetto XVI per il be-ne della Chiesa; Egli ha indirizzatonella preghiera e nell’elezione i Car-dinali.

È importante, cari amici, tenere indebito conto questo orizzonte inter-pretativo, questa ermeneutica, per

care noi stessi, ma questa triade esi-stenziale che conformano verità,bontà e bellezza.

Alcuni non sapevano perché il Ve-scovo di Roma ha voluto chiamarsiFrancesco. Alcuni pensavano aFrancesco Saverio, a Francesco diSales, anche a Francesco d’Assisi. Iovi racconterò la storia. Nell’elezione,io avevo accanto a me l’a rc i v e s c o v oemerito di San Paolo e anche prefet-to emerito della Congregazione peril Clero, il cardinale Cláudio Hum-mes: un grande amico, un grandeamico! Quando la cosa diveniva unp o’ pericolosa, lui mi confortava. Equando i voti sono saliti a due terzi,viene l’applauso consueto, perché èstato eletto il Papa. E lui mi abbrac-ciò, mi baciò e mi disse: «Non di-menticarti dei poveri!». E quella pa-rola è entrata qui: i poveri, i poveri.Poi, subito, in relazione ai poveri hopensato a Francesco d’Assisi. Poi,ho pensato alle guerre, mentre loscrutinio proseguiva, fino a tutti ivoti. E Francesco è l’uomo della pa-ce. E così, è venuto il nome, nel miocuore: Francesco d’Assisi. È per mel’uomo della povertà, l’uomo dellapace, l’uomo che ama e custodisce ilcreato; in questo momento anchenoi abbiamo con il creato una rela-zione non tanto buona, no? È l’uo-mo che ci dà questo spirito di pace,l’uomo povero... Ah, come vorreiuna Chiesa povera e per i poveri!Dopo, alcuni hanno fatto diversebattute. «Ma, tu dovresti chiamartiAdriano, perché Adriano VI è statoil riformatore, bisogna riformare...».E un altro mi ha detto: «No, no: iltuo nome dovrebbe essere Clemen-te». «Ma perché?». «Clemente X V:così ti vendichi di Clemente XIV cheha soppresso la Compagnia di Ge-sù!». Sono battute... Vi voglio tantobene, vi ringrazio per tutto quelloche avete fatto. E penso al vostro la-voro: vi auguro di lavorare con sere-nità e con frutto, e di conosceresempre meglio il Vangelo di GesùCristo e la realtà della Chiesa. Vi af-fido all’intercessione della BeataVergine Maria, Stella dell’evangeliz-zazione. E auguro il meglio a voi ealle vostre famiglie, a ciascuna dellevostre famiglie. E imparto di cuore atutti voi la benedizione. Grazie.

Les dije que les daba de corazónla bendición. Como muchos de us-tedes no pertenecen a la Iglesia ca-tólica, otros no son creyentes, de co-razón doy esta bendición en silen-cio, a cada uno de ustedes, respetan-do la conciencia de cada uno, perosabiendo que cada uno de ustedeses hijo de Dios. ¡Que Dios los ben-diga!

Vi avevo detto che vi avrei dato dicuore la mia benedizione. Dato chemolti di voi non appartengono allaChiesa cattolica, altri non sono cre-denti, imparto di cuore questa bene-dizione, in silenzio, a ciascuno divoi, rispettando la coscienza di cia-scuno, ma sapendo che ciascuno divoi è figlio di Dio. Che Dio vi be-nedica.

Domenica la messa nella parrocchiadi Sant’Anna in Vaticano

Ancora una sosta mariana per PapaFrancesco: dopo la visita alla basili-ca di Santa Maria Maggiore all’in-domani dell’elezione, nel pomerig-gio di venerdì 15 marzo il Ponteficesi è recato alla Grotta di Nostra Si-gnora di Lourdes, nei Giardini Va-ticani, per raccogliersi in preghieradavanti alla statua della Vergine.

Accompagnato dal sostituto dellaSegreteria di Stato, arcivescovoBecciu, e dal reggente della Prefet-tura della Casa Pontificia, monsi-gnor Sapienza, Papa Francesco èpoi rientrato alla Domus SanctaeMarthae, sua attuale residenza.

In precedenza, si era recato in vi-sita al cardinale novantenne JorgeMaría Mejía, archivista e biblioteca-rio emerito di Santa Romana Chie-sa, ricoverato nella clinica romanaPio XI in seguito all’infarto cardiacoche lo aveva colpito due giorni pri-ma. Dopo averlo ricordato al matti-

no, nell’udienza ai cardinali in SalaClementina, nelle ore successive hacompiuto un’uscita a sorpresa — laseconda in due giorni — per andarepersonalmente a trovarlo nellastruttura sanitaria di via Aurelia. Ilvescovo di Roma si è intrattenutoper circa venti minuti in privatocon il porporato argentino, nato aBuenos Aires proprio come lui.

Accolto da medici e dipendenti,pazienti e visitatori nella casa di cu-ra gestita dall’ordine delle suore diSan Giuseppe di Gerona, Papa Ber-goglio ha anche salutato e benedet-to altri ricoverati nel reparto di te-rapia intensiva. Quindi, in un climadi grande semplicità, si è recatonella cappella del pianterreno perun momento di raccoglimento. Infi-ne ai presenti ha chiesto di pregareanch’essi per lui e ha ringraziato ilpersonale per il lavoro svolto con imalati e con le persone sofferenti.

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice

Cappella PapaleSanta Messa per l’inizio del Ministero

del Sommo Pontefice Francesco

NOTIFICAZIONEIl 19 marzo 2013, Solennità di San Giuseppe, Sposo della Beata VergineMaria, alle ore 9.30, il Santo Padre celebrerà la Santa Messa sul sagrato del-la Basilica di San Pietro per l’Inizio del Suo Ministero Petrino di Vescovodi Roma.

Gli Em.mi Signori Cardinali, che desiderano concelebrare con il SantoPadre, sono pregati di trovarsi alle ore 8.45 nella Cappella di San Sebastia-no della Basilica Vaticana per indossare le vesti sacre, portando con sé lamitra damascata bianca.

* * *Tutti coloro che, in conformità al Motu Proprio «Pontificalis Domus»,

compongono la Cappella Pontificia e desiderano partecipare alla celebrazio-ne liturgica, sono pregati di trovarsi alle ore 8.45 sul sagrato della BasilicaVaticana per occupare il posto che verrà loro indicato.

Quanto all’abito, vorranno attenersi alle seguenti indicazioni:— i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi: sulla veste

propria indosseranno il rocchetto, la mozzetta e la berretta;— gli Abati e i Religiosi: l’abito corale;— i Prelati: il rocchetto e la mantelletta, o la cotta, sopra la veste paonaz-

za con fascia paonazza, a seconda del proprio grado;— i Cappellani di Sua Santità: la cotta sopra la talare filettata con fascia

paonazza.Città del Vaticano, 16 marzo 2013.

Per mandato del Santo Padre

Mons. GUID O MARINIMaestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

«Ci ha preceduto anche nel pensie-ro!». Quasi non ci crede padre Bru-no Silvestrini, parroco di Sant’Annain Vaticano, quando comunica aisuoi più stretti collaboratori che Pa-pa Francesco, domenica 16 marzo,celebrerà nella parrocchia pontificiala messa delle 10. «Avevamo natu-ralmente in animo — ci spiega — dichiedergli di venire un giorno tranoi, ma non lo abbiamo fatto per-ché sapevamo che questi primigiorni erano pieni di impegni. Gliabbiamo mandato un messaggioaugurale per l’inizio del ministero.E lui, come risposta, ci ha fatto sa-pere che sarebbe venuto da noi!».

Proprio in questi giorni la chiesaè in restauro. Tanto che l’idea delparroco era quella di invitare il Pa-pa per l’inaugurazione. «Avremmovoluto mostrargliela — confida — intutto il suo splendore. Al Pontefice,e questo è ormai molto chiaro, noninteressano le formalità. Credo cheper lui le bellezze esteriori abbianovalore, ma non eguaglino il valore

delle nostre bellezze interiori. Ed èquanto intendiamo offrirgli. Glimostreremo che la nostra è una vitaparrocchiale intensa, condivisa an-che con le persone che, da diverseparti del mondo, si fermano a pre-gare tra i nostri banchi. Ogni matti-na apriamo le porte per accoglierele persone che hanno bisogno diparlare, di ascoltare, di confessar-si».

Come è noto la parrocchia è affi-data alle cure pastorali degli agosti-niani, i quali hanno trasferito lospirito del loro fondatore nello stiledi servizio che essi rendono quoti-dianamente. Tra l’altro i gruppiparrocchiali si preoccupano di aiu-tare anche la casa di accoglienzaDono di Maria, gestita dalle Mis-sionarie della Carità in Vaticano.Sorpresa ed entusiasmo nei parroc-chiani del Vaticano hanno suscitatola scelta del nome Francesco e i pri-mi gesti del Papa. «Ci ricorda — di-ce padre Silvestrini — la semplicitàe l’umiltà del poverello di Assisi».

Il ruolo dei mass media è andatosempre crescendo in questi ultimitempi, tanto che esso è diventato in-dispensabile per narrare al mondogli eventi della storia contempora-nea. Un ringraziamento speciale ri-volgo quindi a voi per il vostro qua-lificato servizio dei giorni scorsi —avete lavorato, eh! avete lavorato! —,in cui gli occhi del mondo cattolicoe non solo si sono rivolti alla CittàEterna, in particolare a questo terri-torio che ha per “b a r i c e n t ro ” la tom-ba di San Pietro. In queste settima-ne avete avuto modo di parlare dellaSanta Sede, della Chiesa, dei suoiriti e tradizioni, della sua fede e in

terpretarli e comunicarli ad un pub-blico vasto e variegato. La Chiesa,infatti, pur essendo certamente an-che un’istituzione umana, storica,con tutto quello che comporta, nonha una natura politica, ma essenzial-mente spirituale: è il Popolo di Dio,il Santo Popolo di Dio, che cammi-na verso l’incontro con Gesù Cristo.Soltanto ponendosi in questa pro-spettiva si può rendere pienamenteragione di quanto la Chiesa Cattoli-ca opera.

Cristo è il Pastore della Chiesa,ma la sua presenza nella storia passaattraverso la libertà degli uomini: tradi essi uno viene scelto per servirecome suo Vicario, Successore

mettere a fuoco il cuore degli eventidi questi giorni.

Da qui nasce anzitutto un rinno-vato e sincero ringraziamento per lefatiche di questi giorni particolar-mente impegnativi, ma anche un in-vito a cercare di conoscere sempre dipiù la vera natura della Chiesa e an-che il suo cammino nel mondo, conle sue virtù e con i suoi peccati, econoscere le motivazioni spiritualiche la guidano e che sono le più au-tentiche per comprenderla. Siatecerti che la Chiesa, da parte sua, ri-serva una grande attenzione alla vo-stra preziosa opera; voi avete la ca-pacità di raccogliere ed esprimere leattese e le esigenze del nostro tem-po, di offrire gli elementi per unalettura della realtà. Il vostro lavoronecessita di studio, di sensibilità, diesperienza, come tante altre profes-sioni, ma comporta una particolareattenzione nei confronti della verità,della bontà e della bellezza; e que-sto ci rende particolarmente vicini,perché la Chiesa esiste per comuni-care proprio questo: la Verità, laBontà e la Bellezza “in persona”.Dovrebbe apparire chiaramente chesiamo chiamati tutti non a comuni-

È stato un incontro cordiale, atratti molto familiare, quello chePapa Francesco ha riservato aglioperatori dei mass media che inquesti giorni hanno seguito ilperiodo della sede vacante, delconclave e dell’inizio delpontificato. Un incontro iniziatocon un lungo applauso e conclusocon qualche abbraccio affettuoso etante calorose strette di mano.Ad attendere il Papa nell’AulaPaolo VI erano circa seimila tragiornalisti, reporter, fotografi,cameramen, tecnici radiofonici etelevisivi provenienti da 81 Paesidel mondo. Alcuni avevanoportato con loro anche i familiari.Il Pontefice ha raggiunto a piedil’Aula Paolo VI, che, dalla suaresidenza alla Domus SanctaeMarthae, dista poche decine dimetri. Era accompagnatodall’arcivescovo Georg Gänswein,prefetto della Casa Pontificia, daimonsignori Leonardo Sapienza,reggente della Prefettura,e Alfred Xuereb, e dal medicoPatrizio Polisca.Il saluto iniziale gli è stato rivoltoin italiano, inglese e spagnolodall’arcivescovo Claudio MariaCelli, presidente del PontificioConsiglio delle ComunicazioniSociali. «Ancora una volta — haesordito il presule — i media hannosvolto un ruolo positivo aiutandoil grande pubblico ad essere vicinoagli eventi di questi giorni».«Il mondo — ha aggiunto — haguardato tutto con grandeinteresse, attenzione e speranza. Lalibertà e l’autonomia di chi lavoranei media, la loro professionalità ela loro passione umana eintellettuale sono servite araccontare la storia e gli eventistorici che abbiamo vissuto».

«Non so se possiamo comprenderepienamente come sono i suoi primigiorni nel ministero petrino dellaChiesa — ha concluso l’a rc i v e s c o v o— ma siamo profondamente gratiper aver pensato di accoglierci inudienza questa mattina e rivolgercialcune parole che potrannoilluminare il nostro cammino nellaricerca e nel servizio della verità».Dopo il suo discorso,il Papa ha salutato personalmenteuna folta rappresentanza deglioperatori dei mass media.Tra loro, monsignor Lucio AdrianRuiz, capo del servizio internetvaticano, che gli ha donatoun iPad a nome di tutti i presenti;i responsabili del Centro TelevisivoVaticano, della Radio Vaticana,della Sala Stampa della SantaSede, del dicastero delleComunicazioni Sociali; il vicedirettore e il direttore del nostrogiornale.A chiudere, il breve incontro conAlessandro Forlani, giornalista nonvedente, accompagnato dal suocane guida, un labrador, che èstato accarezzato dal Papa.Tra i presenti in Aula,monsignor Joaquín MarianoSucunza, vescovo ausiliare evicario generale di Bergoglio aBuenos Aires.Anche i predecessori di PapaFrancesco hanno ricevuto inudienza i rappresentanti dellastampa internazionale all’inizio delloro pontificato: Giovanni XXIII liha ricevuti il 6 novembre 1958,Paolo VI il 29 giugno 1963,Giovanni Paolo I il 1° settembre1978, Giovanni Paolo II il 21ottobre successivo, Benedetto XVIil 23 aprile 2005.

I prossimi impegni papali

Il 23 marzo l’incontro con Benedetto XVIAvverrà il 23 marzo l’incontro tra Papa Francesco e Benedetto XVI. Ne dànotizia la Prefettura della Casa Pontificia, che ha reso noto il programmadei prossimi impegni del vescovo di Roma. In elicottero, questi si recherànella tarda mattinata di sabato a Castel Gandolfo per fare visita al prede-cessore e pranzare con lui.

Intanto lunedì 18, poco prima delle ore 13, il Pontefice riceve in udienzail presidente della Repubblica di Argentina, Cristina Fernández de Kir-chner, alla Domus Sanctae Marthae. Martedì 19, la messa sul sagrato diSan Pietro per l’inizio del ministero, con il primo giro in papamobile tra ivari reparti della piazza. Al termine, rientrato nella basilica Vaticana e de-posti i paramenti liturgici nella cappella della Pietà, il Papa davanti all’al-tare della Confessione saluta i capi delle delegazioni ufficiali intervenute.

Mercoledì 20, invece di tenere l’udienza generale, il Pontefice incontreràalle ore 11, nella Sala Clementina, le delegazioni di delegati fraterni giuntea Roma per la celebrazione di inizio del ministero. E venerdì 22, semprealle 11, nella Sala Regia, darà udienza al Corpo Diplomatico.

Infine Papa Francesco celebrerà il 24 marzo l’Eucaristia nella domenicadelle Palme — appuntamento in piazza San Pietro alle 9.30 — seguitadall’Angelus.

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