Polipo gennaio 2012

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POLI PO tentacoli di giudizio 1 NUMERO Anno VI Gennaio 2012 DIRETTORE: Bruno Carvelli | CODIRETTORI: Marco Lezzi, Pietro Giacchetti | GRAFICA: Marco Saporiti, Filippo Pellini | REDATTORI: Davide Settoni, Andrea Montanaro, Marco Pecoraro, Simone Saverio, Maria Chiara Padovani, Tommaso Colombo, Maria Elena Codazzi, Giuditta Melesi, Giovanni Gibilisco, Carlo Maria Campelli, Alessandro Stagni | RINGRAZIAMENTI: Gigi Laera, Dello, Claudio Signorelli, Pippi Loreta Il nuovo anno è iniziato ormai e sotto questo freddo inverno ci las- ciamo alle spalle un 2011 pieno di avvenimenti che ancora oggi si rip- ercuotono per la loro grandezza. Primo fra tutti, questa inesorabile crisi economica che sta facendo impazzire il mondo intero e ha inf- ranto qualunque tipo di previsione, di schema, mettendo in ginocchio le più grandi Borse internazionali, in particolar modo quella italiana. Troppo spesso si sente parlare di indici di borsa, di spread, di titoli di stato, di debiti ma soprattutto di re- cessione. In questa confusione, non solo a livello economico ma anche politico, in questa “fase critica del nostro Paese”, sembra che tutto sia irreparabilmente una “fatalità”, una circostanza negativa, e perciò la pri- ma reazione è quella di “indignarsi” e ribellarsi a questo sistema che non funziona, arrendendosi a fronte di queste immense difficoltà. Tuttavia noi di Polipo siamo voluti andare a fondo di questi fatti, colpiti profondamente da quello che sta suc- cedendo. Lo abbiamo fatto scopren- do personalità come l’imprenditore Carlo Petroni, il quale ci ha rilasciato un’intervista, dove spiega come ha vissuto la crisi affrontandola insieme alla sua azienda come un’opportunità al cambiamento (pag. 2). Con questo stesso spirito di “realismo” abbiamo DOWNGRADED? accettato tutte le sfide che la vita quotidiana ci pone. Per rispondere a una delle prime difficoltà che ognu- no di noi si è ritrovato ad affrontare all’inizio del percorso universitario (il test d'ingresso) sono nati i Pre- test, che sono proseguiti per dare una mano a quelle che sarebbero diventate le nuove matricole sotto forma di gruppi studio, dai quali è poi nata un’amicizia che ha cam- biato il modo di vivere in università (pag. 7). Allo stesso modo, di fronte all'evidente impossibilità di soste- nere una sessione di esami con soli quattro appelli effettivi, un gruppo di studenti del CCS di Meccanica si è dato da fare per ottenere cinque appelli: alla fine questa proposta verrà estesa dal Senato Accademico all'intero Politecnico (pag. 4). Insomma, di fronte a ciò che accade la prima e immediata provocazione è stata per molti quella di rimboc- carsi le maniche e cogliere la sfida per poter cambiare noi e quello che ci sta intorno. “E allora apriamoci così al nuovo anno: facciamone una grande occasione, un grande banco di prova, per il cambiamento e il nuovo balzo in avanti di cui ha bisog- no l’Italia.” Giorgio Napolitano Speriamo con questo augurio che succeda anche per voi leggendo questo primo numero di Polipo del 2012. Buona lettura. La Crisi. Opportunità di cambiamento. Pag. 2 Well done! Lista Aperta Pag. 4 Crescita sostenibile e realismo. Gli interventi Pag. 8 EDITORIALE

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Il numero di Polipo di gennaio 2012

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POLI POtentacoli di giudizio 1NUMERO

Anno VIGennaio 2012

DIRETTORE: Bruno Carvelli | CODIRETTORI: Marco Lezzi, Pietro Giacchetti | GRAFICA: Marco Saporiti, Filippo Pellini | REDATTORI: Davide Settoni, Andrea Montanaro, Marco Pecoraro, Simone Saverio, Maria Chiara Padovani, Tommaso Colombo, Maria Elena Codazzi, Giuditta Melesi, Giovanni Gibilisco, Carlo Maria Campelli, Alessandro Stagni | RINGRAZIAMENTI: Gigi Laera, Dello, Claudio Signorelli, Pippi Loreta

Il nuovo anno è iniziato ormai e sotto questo freddo inverno ci las-ciamo alle spalle un 2011 pieno di avvenimenti che ancora oggi si rip-ercuotono per la loro grandezza. Primo fra tutti, questa inesorabile crisi economica che sta facendo impazzire il mondo intero e ha inf-ranto qualunque tipo di previsione, di schema, mettendo in ginocchio le più grandi Borse internazionali, in particolar modo quella italiana. Troppo spesso si sente parlare di indici di borsa, di spread, di titoli di stato, di debiti ma soprattutto di re-cessione. In questa confusione, non solo a livello economico ma anche

politico, in questa “fase critica del nostro Paese”, sembra che tutto sia irreparabilmente una “fatalità”, una circostanza negativa, e perciò la pri-ma reazione è quella di “indignarsi” e ribellarsi a questo sistema che non funziona, arrendendosi a fronte di queste immense difficoltà.

Tuttavia noi di Polipo siamo voluti andare a fondo di questi fatti, colpiti profondamente da quello che sta suc-cedendo. Lo abbiamo fatto scopren-do personalità come l’imprenditore Carlo Petroni, il quale ci ha rilasciato un’intervista, dove spiega come ha vissuto la crisi affrontandola insieme alla sua azienda come un’opportunità al cambiamento (pag. 2). Con questo stesso spirito di “realismo” abbiamo

DOWNGRADED?

accettato tutte le sfide che la vita quotidiana ci pone. Per rispondere a una delle prime difficoltà che ognu-no di noi si è ritrovato ad affrontare all’inizio del percorso universitario (il test d'ingresso) sono nati i Pre-test, che sono proseguiti per dare una mano a quelle che sarebbero diventate le nuove matricole sotto forma di gruppi studio, dai quali è poi nata un’amicizia che ha cam-biato il modo di vivere in università (pag. 7). Allo stesso modo, di fronte all'evidente impossibilità di soste-nere una sessione di esami con soli quattro appelli effettivi, un gruppo di studenti del CCS di Meccanica si è dato da fare per ottenere cinque appelli: alla fine questa proposta verrà estesa dal Senato Accademico

all'intero Politecnico (pag. 4).

Insomma, di fronte a ciò che accade la prima e immediata provocazione è stata per molti quella di rimboc-carsi le maniche e cogliere la sfida per poter cambiare noi e quello che ci sta intorno. “E allora apriamoci così al nuovo anno: facciamone una grande occasione, un grande banco di prova, per il cambiamento e il nuovo balzo in avanti di cui ha bisog-no l’Italia.” Giorgio NapolitanoSperiamo con questo augurio che succeda anche per voi leggendo questo primo numero di Polipo del 2012. Buona lettura.

La Crisi. Opportunità di cambiamento.

Pag. 2

Well done! Lista Aperta

Pag. 4

Crescita sostenibile e realismo. Gli interventi

Pag. 8

EDITORIALE

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2 // Gennaio 2012 • Anno VI Gennaio 2012 • AnnoVI // 3POLIPO tentacoli di giudizio POLIPO tentacoli di giudizio

LA CRISI OPPURTUNITÀ DI CAMBIAMENTO

Intervista a Carlo Petroni

INTERVISTAa cura di Davide Settoni

Davanti alla crisi c’è un immagine prevalente che si concedono i media: la disperazione. È facile fare notizia mostrando la frustrazione degli im-prenditori e lo scoraggiamento che diventa rabbia negli operai e negli studenti, ma non è corretto. Non è corretto perché è parziale e ce ne si rende conto andando a parlare con le persone giuste. Volti nascosti ai palinsesti, ma che hanno un impat-to reale nel mondo imprenditoriale e le cui azioni salvano le persone a scanso del rischio. Persone per cui il valore del lavoro supera quello del valore azionario. Per esempio Carlo Petroni, CEO della Industria Elet-tronica Varese, leader del settore dei wafer di quarzo per l’elettronica. Colta la sfida della crisi la possibili-tà era abbandonare un attività non più redditizia e proseguire altrove, o sacrificarsi, d’accordo con tutta l’azienda, e proseguire, consapevole di una positività che costringe a non mollare mai. Siamo andati a chieder-

gli i motivi per cui un imprenditore può avere il coraggio di tirare avanti, le difficoltà davanti a lui e i mezzi con cui fronteggia il periodo più nero per l’economia.

Si parla tanto di crisi finanziaria, ma il problema è che è strettamen-te correlata a quella dell'economia reale. Quanto questa crisi ha inciso sulla sua azienda?

Potrei riassumere la risposta a que-sta domanda con dei dati: nel 2005 il 60 % del fatturato era nazionale, nel 2011 il 98 % del fatturato è in esportazione. Quindi si sta verifi-cando un lento e finora inesorabile declino dell’attività manifatturiera comparto telecomunicazioni con conseguenze gravi sull’indotto.

La situazione quindi non è delle migliori: lei di fronte a questo fatto come ha inizialmente reagito?

Si è deciso di non reagire esclusi-vamente difendendosi per cercare

(invano) di mantenere le posizioni raggiunte ma raccogliere la provoca-zione a cambiare.

Quali sono state pertanto le azioni attuate all’interno della sua azien-da?

Prevedendo che con il calo degli ordini avremmo avuto delle risor-se a disposizione, abbiamo imme-diatamente affiancato all’attività di produzione anche quella di com-mercializzazione di componenti che mancavano dal nostro catalo-go, questo è solo un esempio. Ma ci ha permesso di recuperare. Inoltre parlando con tutti i dipendenti e gli impiegati abbiamo cercato di condi-videre questa esigenza di maggiore flessibilità prendendo coscienza dei sacrifici che tutti ci apprestavamo a compiere: lavorare di più e meglio.

Perché nonostante questa crisi ha deciso di continuare a mandare avanti l’azienda, non optando inve-ce di abbandonare e chiudere tutto?

L’azienda deve produrre utili o deve dare la speranza di farlo, l’ipotesi di smettere di lavorare non ci ha mai sfiorato anche perché il valore crea-to nel tempo (noi ci siamo da più di 30 anni) è giusto che lo si investa nei momenti di difficoltà cercando di ot-tenere dei risultati.

Che cosa le fa sperare nel presente e quindi la rende certo che la realtà non la stia ingannando?

La mossa di ogni giorno nasce guar-dando all’esperienza positiva in atto, non solo relativamente al lavoro, che poi è un aspetto della vita. Vale la pena vivere, lavorare, studiare, met-tere al mondo dei figli, migliorare sé e il mondo, la soddisfazione di darsi una mano, veder crescere le cose in-torno a se. L’uomo è uno e desidera il bene, difende la vita, si affeziona alle persone che gli stanno vicino, riconosce immediatamente uno sguardo che valorizza, che ti aiuta, che condivide con te i problemi, che non pretende e non ti misura e vede in te un valore. Questi sono aspetti

Il punto di cambiamento che noto più vistoso è che di fronte alle difficoltà non parto da una reazione che spesso poi sfocia inevitabilmente in un conflitto specialmente con i dipendenti, ma tendo ad immedesimarmi con chi mi sfida costringendo così sia me che lui a mettersi in discussione.

La mossa di ogni giorno nasce guardando all’esperienza positiva in atto, non solo relativamente al lavoro, che poi è un aspetto della vita.

dell’esperienza che vivo ogni giorno e ti assicuro che le difficoltà non mi spaventano più di tanto affrontando-le insieme a chi vive così.

Come guardi il prossimo futuro?

Con lo stesso sguardo con cui ho ap-pena descritto il “ne vale la pena“.

Affrontare questa circostanza ha inciso in tutto il resto della sua vita?

Tutto c’entra, non siamo a compar-timenti stagni, ogni circostanza la vivo come un dono, cioè qualcosa per me che non ho fatto io, per me, per un gusto sempre più grande.

Questo modo nuovo di guardare l'azienda e alla tua vita, che scelte gestionali hanno determinato nella tua azienda? (rapporti con i dipen-denti, fornitori, clienti, piani di svi-luppo dell'azienda, scelte di colloca-zione sul mercato)

Voglio mettere in evidenza un fat-tore che mi sembra interessante: la

dinamica dei rapporti con i soggetti che intersecano l’attività imprendi-toriale la imposto sempre più come una collaborazione che abbia un orizzonte più lungo del semplice problema da affrontare. La domanda che spesso pongo è: “…ma allora che cosa possiamo fare insieme?” e que-sto è innanzitutto un cambiamento di mentalità: il fornitore, il cliente o anche il dipendente non è visto come competitore ma appunto come si di-ceva, una risorsa, una possibilità, un possibile partner per riprendere e per crescere. Quindi nello specifico come è cam-biato il suo modo di lavorare adesso?

Il punto di cambiamento che noto più vistoso è che di fronte alle diffi-coltà non parto da una reazione che spesso poi sfocia inevitabilmente in un conflitto specialmente con i dipendenti, ma tendo ad immedesi-marmi con chi mi sfida costringendo così sia me che lui a mettersi in di-scussione.

Incontri sulla crisiColti da questa sfida della crisi e interessati a comprenderla più a fondo, Lista Aperta con un gruppo di amici ha organizzato una ciclo di incontri dal titolo Dentro la crisi, oltre la crisi, dove sono intervenuti imprenditori e professori del Politecnico, mettendo in campo le loro esperienze e le loro competenze. Tra essi ha partecipato anche il nostro Magnifico Rettore Giovanni Azzone. Questo è un esempio di come un avvenimento così grande come la crisi possa stimolare un gruppo di studenti ad andare oltre i propri schemi “universitari”, giocandosi e confrontandosi con grandi personalità al fine di comprendere più a fondo la realtà che stanno vivendo.

La scelta di posizionare al centro di questa pagina due caratteri cinesi è dovuta al fatto che esprimono un curioso significato. Infatti la parola cinese per definire ‘crisi’ è wēijī, che è la composizione di due caratteri: wei, che significa propriamente ‘pericolo’, ‘situazione pericolosa’. ji che significa ‘punto cruciale’, ‘opportunità’. L’ideogramma presenta però un’ambiguità: esso non esprime con certezza che da un pericolo nasca per forza un’opportunità ma bensì che POSSA nascere un’opportunità (la traduzione più letteraria di ji è ‘punto di svolta’). Quindi il significato di crisi tralascia una certa neutralità di fronte al ‘pericolo’ tanto è vero che è la parola zhuanji quella che significa esattamente ‘diventare opportunità’, ‘andare in meglio’.In ogni caso è come se questa parola, weiji, lasciasse la libertà a ognuno di noi di prendere una posizione di fronte al ‘pericolo’, cioè è come se ci permettesse di scegliere se quel ji, quel punto cruciale, possa diventare una vera e propria zhuanji, un’opportunità, una svolta decisiva per crescere e ‘andare in meglio’.

WĒI JĪ

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4 // Gennaio 2012 • Anno VI Gennaio 2012 • AnnoVI // 5POLIPO tentacoli di giudizio POLIPO tentacoli di giudizio

Come già abbiamo scritto in un vo-lantino uscito il settembre scorso, su richiesta da parte degli studenti di Lista Aperta eletti nel Consiglio di Corso di Studi d’Ingegneria Mec-canica, si è iniziato a discutere nella Commissioni Didattica del Senato Accademico e in tutti i Consigli di Presidenza delle nove Scuole del Po-litecnico circa la possibilità di intro-durre un secondo Appello d’Esame a Settembre.Ora possiamo dire di avercela quasi fatta!!!Già da quest’anno accademico, e dunque da Settembre prossimo, ogni studente di ogni scuola del Politec-nico (e dunque anche di Ingegneria Industriale, dei Processi Industriali e Design) dal secondo anno in poi avrà la possibilità di avere almeno due appelli mutuamente esclusivi nella sessione di Settembre, cioè avrà al-meno due date in cui potrà scegliere se sostenere l’esame.Avremo tutti dunque la possibilità di organizzare meglio i nostri studi con lo scopo di apprendere concre-tamente e approfonditamente gli ar-gomenti che studiamo.

Su proposta di Lista Aperta, al via borse di studio fi nanziate dalle aziende! In questi mesi abbiamo cercato di lavorare al massimo per cercare di mettere in atto tutti i propositi del nostro programma elettorale. Dopo il 5° appello a settembre, tornia-mo a darvi buone notizie: su nostra esplicita proposta, il Politecnico di Milano (Career Service) ha iniziato a chiedere alle aziende di sostenere i nostri studenti migliori. Proprio nel mezzo della crisi che tutti stiamo in qualche modo vivendo, abbiamo ri-tenuto fondamentale trovare nuove strade per il fi nanziamento del di-ritto allo studio. Dopo diversi mesi, grazie al lavoro del Career Service del PoliMI, possiamo annunciarvi i primi risultati:1. Borse di Studio Autostrade per l’Italia: 21 borse di studio da 8.743,19 euro a studente (7 per il terzo anno laurea triennale, 7 per il primo e 7 per il secondo anno delle lauree magistrali).2. Borsa di studio Sunsystem da 5.000€ lordi destinata ad una stu-dentessa iscritta al primo anno di laurea magistrale in Ing. Civile, Ing. dei Sistemi Edilizi, Ing. per l’Ambien-te e il Territorio.

Assieme alle altre liste di rappre-sentanza elette negli organi centrali siamo fi nalmente riusciti a utilizzare in modo intelligente i 210.000€ a Semestre previsti per noi studenti.Abbiamo pensato insieme di stan-ziare circa 50.000€ del fondo per istituire una prima prova pilota: cor-si d’alto livello a prezzi accessibilis-simi per studenti meritevoli (ovvero studenti con almeno 27 di media e perfettamente in corso, le categorie verranno rese pubbliche insieme al bando nel mese di marzo). I corsi riguardano tre ambiti diff e-renti:

Lingue: Inglese ad alto livello e cor-si di medio livello di altre lingue.

Tecnologie: Corsi per Ingegneri, Deisgner e Architetti su software di categoria e molto richiesti nel mon-do del lavoro.

Soft Skill: Corsi per sviluppare competenze professionali e sociali con lo scopo di ottenere una fi gura responsabile e completa da tutti i punti di vista.

I restanti 160.000€ a semestre sa-ranno invece utilizzati sempre per gli studenti con modalità ancora non. Nelle prossime settimane se-guiranno informazioni più detta-gliate circa i corsi che erogheremo e dunque vi prego di controllare il no-stro sito così da non perdere questa occasione!

WELL DONE!E’ ormai passato il Natale ed è quasi un anno da che si sono concluse le elezioni. Il nostro lavoro negli organi del Politecnico sta cominciando a portare i primi frutti. Durante la campagna elettorale avevamo mostrato nei nostri programmi quali erano le nostre idee e siamo orgogliosi e felici di annunciarvi che questi duri mesi sono stati profi cui e i nostri sforzi sono stati premiati!

a cura di Andre Montanaro e Marco Pecoraro

1. QUINTO APPELLO 2. BORSE PER STUDENTI MERITEVOLI

3. FONDO SPORTELLO 4. PIATTAFORMA BEEP

Come in parte è già risaputo, è par-tita la sperimentazione della piatta-forma che entro fi ne anno sostituirà CorsiOnLine, per rendere più com-pleta e semplice l’interazione tra docenti e studenti. Siamo presenti anche nella commissione creata per seguire passo dopo passo questa sperimentazione. Quindi vi ripor-tiamo lo stato dei lavori e le nostre osservazioni. In particolare si sono riscontrati tre principali punti su cui ci si sta già muovendo con i respon-sabili del METID:

1. Semplifi cazione dell’operatività.Una delle diffi coltà più grandi in life-Ray è l’orientamento. La semplifi ca-zione farà si che il tempo impiegato per fare una qualsiasi operazione sarà ridotto al minimo. Si è deciso inoltre di intervenire sull’interfaccia che è causa di grande confusione sia per lo studente che per il docente in quanto estremamente complessa che rimandano a diverse sezioni.

2. Ridurre ad un numero specifi co le funzioni. Dal momento in cui il professore non si serve di tutte le funzioni, la loro presenza rende caotico e diffi cile l’u-tilizzo della piattaforma.

ECCO IL 2011 DI LISTA APERTA

3. Creare nuove confi gurazioni.Introdurre delle tipologie di utilizzo della piattaforma limitando le fun-zioni a prototipi di confi gurazione specifi ci che creano una standardiz-zazione del sistema. Questo dovreb-be rendere la vita molto più semplice al professore che, scegliendo una ti-pologia di confi gurazione, ha chiaro il pacchetto di funzioni che può uti-lizzare. Detto questo c’è la concreta possibilità che questo strumento possa diventare interessante.Si è incominciato a ragionare di ser-virsi della piattaforma del Politecni-co per rendere i contenuti dei diversi corsi fruibili a tutti in modo che ri-sultino più funzionali. Partendo da esempi già esistenti in università straniere come il MIT. A discrezio-ne del professore si potrebbero cre-are (oppure migliorare) i contenuti a supporto della didattica. Questo aumenterebbe la visibilità del Poli-tecnico e dei relativi corsi, in quanto si avrebbero open content, giocando tutto sulla valorizzazione dell’inter-nazionalizzazione. Lo studente oltre ad avere la didat-tica in aula potrà servirsi di questi strumenti per integrare e defi nire i punti critici riscontrati nel corso.

5. SPECIALISTICA IN INGLESE

Nello scorso Senato Accademico di Dicembre sono state approvate le Linee Strategiche 2012-2014 del nos-tro Ateneo. Uno dei temi più impor-tanti e scottanti riguardava il passag-gio alla Lingua Inglese di tutti i corsi delle Lauree Specialistiche e di Dot-torato per ogni Scuola entro il 2014.

Tale tema ha suscitato un dibattito molto acceso in Senato ma la nostra posizione su questo punto è stata ed è chiara: ci rendiamo infatti conto di come sia assolutamente giusto andare nella direzione illustrataci dal Rettore e sappiamo l’importanza che l’Inglese e lo studiare in un con-testo Internazionale abbiano oggi per noi studenti.Il fi ne però non giustifi ca i mezzi!Abbiamo chiesto che venga garan-tito che tale cambiamento nel modo d’insegnare non provochi un abbas-samento del livello della Didattica che, oggi, è tra i più alti d’Europa se non del Mondo.Le nostre perplessità su questo pun-to sono dovute a:

Scarsa conoscenza e padronanza dell’inglese da parte dei docenti:

Ciò costringerebbe i professori a semplifi care le lezioni per riuscire

a esprimere concetti che in Italiano passerebbero invece molto più facil-mente.Su questo punto ci è stato garantito che saranno organizzati corsi d’alto livello per i docenti così da permet-tergli di acquisire in tre anni quella padronanza della lingua necessaria per tenere un corso in inglese

Modifi ca del materiale didattico:E’ necessario che in tempi brevi , e cioè prima del 2014, il materiale didattico (slide, libri di testo, ecc.. ) sia in lingua inglese. Questo permet-terebbe agli studenti di iniziare a in-teragire con quella che dovrà diven-tare la lingua con cui concluderanno i loro studi universitari

Ripensamento dei Corsi:

Non è infatti detto che un corso tenuto oggi in italiano sia riprod-ucibile allo stesso modo in Inglese. Potrebbe essere sensato ripensare a questo punto i corsi per renderne sensato e utile lo studio nella nuova lingua. Ci batteremo in ogni CCS in questa direzione.

Scarsa conoscenza dell’inglese da parte degli studenti:

2. BORSE PER STUDENTI 3. FONDO SPORTELLO 4. PIATTAFORMA BEEP

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6 // Gennaio 2012 • Anno VI Gennaio 2012 • AnnoVI // 7POLIPO tentacoli di giudizio POLIPO tentacoli di giudizio

GRUPPI STUDIO:UN’ESIGENZA CHE FA NASCERE UN’AMICIZIAIl percorso di tutti noi al Politecnico di Milano comincia con il test di in-gresso. E’ il primo esame della nostra carriera universitaria. Per aiutare gli aspiranti ingegneri a prepararsi a questo primo step della loro vita ac-cademica, spinti anche dal desiderio di far vedere agli ultimi arrivati un modo più bello di stare in universi-tà, che non si riduca semplicemente all’andare a lezione, abbiamo or-ganizzato i “Pretest”. Veri e propri gruppi-studio, in cui i giovani candi-dati sono stati seguiti da professori e studenti più avanti nella carriera universitaria che li hanno aiutati nella loro preparazione. Non solo studio, però. Il nostro intento, infat-ti, non è mai stato quello di proporci come dei tutori o degli insegnanti, ma di essere loro amici, compagni all’inizio del loro cammino che un

giorno (si spera al più presto) li farà diventare ingegneri. La prova sta nel fatto che in questi giorni passa-ti assieme sono nati rapporti, in cui non si poneva a tema solo la questio-ne dello studio, ma anche della vita all’interno delle singole facoltà, dei corsi e così via. È stata l’occasione di conoscersi in maniera approfondi-ta, cercando di condividere i propri interessi e le proprie passioni; in-somma, diventando amici, senza il disagio o l’imbarazzo che, spesso, un aula con decine e decine di persone inevitabilmente crea. Ognuno si è sentito libero di porre le proprie do-mande e di mostrare le proprie lacu-ne senza la paura di essere giudicato, con assoluta libertà, proprio come si fa in una compagnia di amici.Entusiasti per questo lavoro, so-prattutto per le amicizie che da esso sono nate e fiorite, abbiamo pensa-to di continuare con questi gruppi-studio anche durante l’intero anno

A cura di Maria Chiara Padovanie Tommaso Colombo

accademico (che nel frattempo ave-va ormai preso piede), per aiutare i giovani immatricolati di ingegneria a preparare i primi esami, dai parziali alla sessione invernale. Le matrico-le hanno così la ghiotta occasione di ritrovarsi a piccoli gruppi per un appuntamento settimanale con stu-denti della loro facoltà più avanti negli studi, che cercano di insegna-re loro il metodo che ritengono mi-gliore per imparare i fondamenti e affrontare un esame che hanno già sostenuto. Attenzione: i gruppi studio non han-no affatto l’intenzione o la pretesa di sostituire il lavoro nei corsi svol-to dai professori attraverso lezioni, esercitazioni e laboratori, e tanto-meno nascono come un doposcuola gratuito; semmai si possono vedere come la conseguenza più naturale e diretta dell’amicizia nata tra ragaz-zi che si ritrovano a percorrere lo stesso cammino all’interno dell’u-

niversità. Cammino che, partendo dall’esigenza dello studio, prosegue in un confronto a tutto campo, arri-vando via via a comprendere tutti gli aspetti della nostra vita. Università compresa.Stupisce il parallelo con la crisi di questi anni: è una situazione diffici-le quella di iniziare un nuovo ciclo di studi, lasciandosi alle spalle vec-chi compagni e volti noti. Ma si può constatare tutta la bellezza della novità, anche nel pericolo che com-porta e senza rinunciare alla fatica che il cambiamento comporta, ma valorizzandolo, aiutati da persone che già prima di noi si sono trovati in quello stato. Allo stesso modo il piccolo imprenditore, sicuro del suo giro economico, davanti alla crisi si trova a una svolta. Un’opportunità di crescita per chi è disposto a sacrifi-carsi e adattarsi. Soprattutto da cui si può uscire più forti di prima, se si è disposti a aiutarsi a vicenda.

Una classe con una scarsa conoscen-za media dell’inglese costringerebbe il docente ad abbassare il livello delle sue lezioni per permettere a tutti di seguirlo. e ciò non è accet-tabile per un ateneo come il nostro. Abbiamo dunque chiesto e ottenuto l’introduzione e l’istituzione di con-venzioni di corsi di lingua inglese che permetteranno a ogni studente, che magari non ne avrebbe le possi-bilità, di prepararsi a sostenere i suoi studi specialistici in inglese.

Ultima nota importante riguarda la trasformazione in sé del Politec-nico in un ateneo internazionale. L’introduzione delle Lauree spe-cialistiche in inglese sarà, ne siamo certi, attrattiva per molti studenti stranieri, ma questo non basta!Sarà necessario ad esempio che l’esperienza dei Visiting Professor, e cioè docenti stranieri che tengono corsi o seminari in inglese al Poli sui temi di cui sono più esperti, diventi una consuetudine, e non un fatto ec-cezionale come invece accade oggi. Per fare ciò crediamo che rendere più flessibili i piani di studio dei vari corsi di studio permetterebbe in modo più semplice di organizzare esperienze come questa e ci impeg-neremo dunque ad andare in questa direzione in ogni corso di studi.

CONCLUSIONI

Essendo noi gli unici studenti eletti in ogni Scuola e in quasi la totalità dei CCS del Politecnico siamo gli unici che avranno la possibilità di la-vorarci e ci batteremo affinchè venga sempre garantito un adeguato livello della didattica in ogni situazione e che questo affascinante passaggio alla lingua inglese renda il nostro Ateneo ancora più importante a liv-ello mondiale e renda noi studenti ancora più pronti ad affrontare poi il mondo del lavoro.

Lavoriamo per questo!!!!

Concludiamo questo breve resocon-to con la speranza che tutti abbiate passato buone feste e con un “in boc-ca al lupo” per l’imminente sessione d’esame.

Il Team di Lista Aperta

LA VOSTRA VOCE AL POLITECNICO!

[email protected]

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8 // Gennaio 2012 • Anno VI Gennaio 2012 • AnnoVI // 9POLIPO tentacoli di giudizio POLIPO tentacoli di giudizio

LIMONI A MILANO.INSIEME PER LE VIE.Un giro per la città con le matricole di architettura

di Maria Elena Codazzie Giuditta Melesi

III

CRESCITA SOSTENIBILE E REALISMO

Il 21 novembre scorso si è svolta l’Inaugurazione del 149° Anno Ac-cademico del Politecnico di Milano presso l’aula De Carli, dove hanno partecipato numerose personalità della città milanese e del mondo im-prenditoriale. Sono stati particolar-mente interessanti gli interventi del nostro Magnifi co Rettore Giovanni Azzone e dell’Arcivescovo di Milano, Card. Angelo Scola, dato il loro ap-punto sul ruolo che deve assumere l’università di fronte a questo parti-colare periodo di crisi. Riportiamo qui di seguito alcuni stralci degli in-terventi.

Magnifi co Rettore Giovanni Azzo-ne:

«Siamo di fronte a una delle fasi più critiche della storia recente del no-stro paese. Credo che quindi ogni università e in particolare la nostra deve in qualche modo rifl ettere su quale sia il contributo del sistema universitario sulla soluzione, o su contribuire alla soluzione, della crisi

del paese, su quali siano i contributi specifi ci che un’università tecnolo-gica come il Politecnico può dare e quali siano infi ne le condizioni ne-cessarie perché questo contributo possa eff ettivamente essere effi ca-ce. La crisi che ci investe è una crisi che non tocca solo l’Italia ma tutto il mondo occidentale […] quello che rischia di andare in crisi sono quei valori, quei diritti economici, socia-li e ambientali che rappresentano in fondo la conquista fondamentale del mondo occidentale.»

[…]

«In un paese come il nostro la cre-scita non si può fondare sulla dispo-nibilità di materie prime, non si può fondare su un basso costo dei fattori produttivi... si può fondare solo sul capitale umano, sulle tecnologie, sulle ricerca, sull’innovazione. E cre-do che questa rappresenti un obbligo morale per le università e allo stesso modo però rappresenti anche una formidabile opportunità.»

Due direzioni per incominciare l’anno

a cura di Bruno Carvelli

In stracarichi tramvaiaccalcandoci insieme,dimenandoci insieme,insieme barcolliamo. Uguali ci rendeuna uguale stanchezza. Perché leggere queste parole di Evtu-senko la prima ora, del primo gior-no di lezione, di fronte ai volti delle nuove matricole della Facoltà di Architettura Civile e Design? Come l’entusiasmo e la curiosità, che carat-terizzano tutti i nuovi inizi, possono perdurare per tutto il cammino? Noi, come forse loro, facciamo esperien-za di questa stanchezza che alle volte prende il sopravvento nelle nostre giornate; e così di fronte allo studio, ai professori e perfi no di fronte ai nostri compagni, diventiamo “uomi-

ni accanto a uomini” che, inghiottiti dalle cose da fare, magari urtandosi coi gomiti, si dicono scusa – o non dicono niente. Che cosa può portare ad un cambiamento?

Quando un giorno da un malchiuso portonetra gli alberi di una corteci si mostrano i gialli dei limoni;e il gelo del cuore si sfa,e in petto ci scroscianole loro canzonile trombe d’oro della solarità.

Solo l’incontro con qualcuno, appas-sionato a ciò che studia, evita che il grigiore predomini e la stanchezza ci inghiotta. Solo lo stupore per una bellezza mostrata e riconosciuta, ci rilancia sul quotidiano. Per questo abbiamo ricercato opere d’arte e ar-chitetture della nostra città da poter condividere con chi stava per inizia-re il cammino universitario.

¹ Tratto da In stracarichi tramvai, poesia di Evgenij Evtuscenko, in Poesie, 1970 ² Tratto da I limoni, poesia di Eugenio Monta-le, in Ossi di Seppia, 1925

Così è nato un itinerario che parten-do dai Musei del Castello Sforzesco, passando per le chiese di San Satiro e San Lorenzo, è culminato nella visita guidata al Nuovo Palazzo della Re-gione Lombardia. Ogni tappa è stata scelta, proposta e spiegata da chi tra di noi ne era rimasto più aff ascinato e colpito, perché potesse comunicar-ne lo stupore.

Ecco la prima tappa: il Museo del castello Sforzesco. Lungo tutto il museo, i pochi materiali voluti dai BBPR (Banfi , Belgiojoso, Peressutti e Rogers) sono il fi lo rosso, grazie al quale il visitatore viene guidato: ogni supporto e soluzione spaziale è stato pensato appositamente per l’opera da esporre e per il luogo dove si colloca. Ne ricaviamo che la pro-gettazione non può che nascere dalla valorizzazione della realtà nella sua oggettività: è un giudizio importan-te.Al Museo troneggia Michelangelo, con la Pietà Rondanini. Il gruppo marmoreo rifl ette la ricerca dram-matica di senso che ha caratteriz-zato tutta la sua vita. Michelangelo mostra con evidenza come il lavoro non sia staccato dalla vita, ma scatu-risce da essa.Giungiamo a S.Maria presso San Sa-tiro: Bramante non concepisce un imprevisto (la condizione morfolo-gica dell’area) come limite, ma come occasione per andare ancora più a fondo del proprio principio ordina-tore; in questo modo l’opera ne esce ancora più potenziata e sorprenden-te oltre ogni aspettativa.

A conclusione del percorso, siamo saliti all’ultimo piano del nuovo Pa-lazzo di Regione Lombardia. Sia-mo stati colpiti dalla complessità, dall’ordine e dallo splendore della nostra città, che spesso non vedia-mo neppure, pur essendovi immersi; e così con questo stupore negli occhi e nel cuore siamo tornati in universi-tà, bramosi di scoprire tra le pagine dei nostri libri e tra i volti dei nostri compagni e docenti, la Bellezza che tanto desideriamo e per cui siamo fatti.

Sua Eminenza Cardinale Angelo Scola:

«Ogni momento delicato della storia è, in certo modo, anche un momento promettente, in quanto off re l’op-portunità di compiere delle scelte che non si fermano alla superfi cie della vicenda umana, ma vanno alla sua radice.»

[…]

«Oggi siamo quasi “costretti dagli eventi”, dall’esperienza che viviamo, da talune evidenze quotidiane che tocchiamo con mano, a prendere atto di alcuni “dati sperimentali” – per dirla con un’espressione cara agli uomini di scienza – sull’uomo e sulla società che, volenti o nolenti, fi niscono per rimandare al necessa-rio riconoscimento di alcuni “prin-cipi oggettivi”, cioè uguali per tutti, perché indipendenti dalle ideologie, dalle appartenenze religiose, dalle idee politiche, in quanto, in realtà, le precedono.»

[…]

«Chi opera in una Università tecni-co-scientifi ca come un Politecnico sa bene come le leggi scientifi che abbiano un grado di oggettività che va rispettato nel costruire impianti, macchinari o edifi ci. […] La mentali-tà dell’operatore tecnico-scientifi co è, più facilmente di altre, orientata a questo “realismo”, al rispetto della “natura” delle cose, di leggi e regole dettate dai fatti.»

[…]

«Ricostruire una “razionalità”, e quindi un “sapere” e una “cultura”, che rendano “scienza” e “sapienza” questi fondamenti imprescindibili per il vivere umano è da sempre, ed è ancor più oggi, un compito priorita-rio dell’Università, il più importante servizio che essa può rendere alla società.»

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10 // Gennaio 2012 • Anno VI Gennaio 2012 • AnnoVI // 11POLIPO tentacoli di giudizio POLIPO tentacoli di giudizio

NEUROSCIENZA

KILL IT WITH FIRE! OTTIMIZZARE LA COMBUSTIONE DEGLI INQUINANTI

Questo lavoro è stato realizzato da Riccardo Cattaneo presso la Univer-sity of Illinois at Chicago sotto la su-pervisione del prof. Daniel Graupe, docente del corso Neural Network. Il goal del progetto è lo sviluppo di un sistema basato su una rete neurale per predire l’insorgenza di attacchi epilettici in pazienti di età pediatri-ca.

L’epilessia è una malattia che colpi-sce circa l’1% della popolazione e che causa ripetuti episodi di distur-bata attività celebrale. Questi episo-di sono particolarmente pericolosi per gli individui che soff rono di epi-lessia perché possono comportare violente contrazioni muscolari, ri-

gidità e convulsioni. Una moderna tecnica per prevenire questi attacchi è quella di stimolare elettricamente alcune aree del cervello. La costante presenza di uno stimolo elettrico nel cervello può però avere eff etti ne-gativi sui tessuti circostanti le aree interessate, è quindi interessante studiare un meccanismo per preve-nire gli attacchi epilettici e attivare lo stimolo solo quando è davvero necessario.

Il progetto sviluppato durante il cor-so si focalizza sullo studio di diversi elettroencefalogrammi di ventidue pazienti in età comprese tra i 3 e i 22 anni. Tali elettroencefalogrammi vengono preprocessati applican-do tecniche di windowing al fi ne di estrarre le principali caratteri-stiche utili per predire gli attacchi. Per eff ettuare una predizione più accurata si è scelto di focalizzare l´addestramento della rete neura-le sui dati di un singolo paziente. A questo scopo sono state addestrate sui dati ottenuti dopo il preproces-sing due reti di tipo LAMSTAR. Seb-bene l’addestramento sia stato fatto utilizzando elettroencefalogrammi piuttosto lunghi il riconoscimento richiede la registrazione di un perio-do di soli 30 secondi.

Benchè questo lavoro sia stato eff et-tuato in scala alquanto ridotta e con

di Giovanni Gibilisco

Polimi. Best engineering inventions since 1863

di Carlo Maria Campelli e Alessandro Stagni

Relatore: Prof. Ing. Tiziano Faravelli

Il controllo delle emissioni inqui-nanti è ormai una prerogativa nella progettazione di processi o prodotti che possono dare adito ad immissio-ne nell’atmosfera di sostanze indesi-derate, specie in seguito a due prin-cipali fattori: da una parte la spinta politica di numerose istituzioni, quali l’Unione Europea, dall’altra lo sviluppo di nuove tecnologie in am-bito industriale. Nel caso di grandi processi integrati, come le centrali di potenza, si può ricorrere a sistemi di cattura o abbattimento; quando si tratta di veicoli, invece, non è pos-sibile implementare tali soluzioni a causa della scala ridotta e del costo che esse comportano. A tale proposito, è fondamentale conoscere nel dettaglio il processo che porta dal combustibile ai gas di scarico, perché ciò consente di pro-gettare la combustione nel modo ot-timale, controllando così la forma-zione degli inquinanti o inibendola con opportuni accorgimenti. La fl uidodinamica computaziona-le (Computational Fluid Dynamics, CFD) è un ottimo strumento per la progettazione di un processo di combustione. In primis, essa con-sente di condurre analisi multiple con parametri diff erenti in modo relativamente economico, consen-tendo di realizzare nuovi sistemi e migliorare quelli esistenti in un tempo ridotto e con costi operativi più bassi rispetto ad una procedura sperimentale. Inoltre, l’analisi CFD consente di acquisire una conoscen-za più approfondita di come funzioni il sistema in esame, favorendone in questo modo una progettazione più effi cace. La modellazione numerica delle emissioni inquinanti tramite CFD è essenzialmente lo studio di un sistema di fl uidi che si modifi ca nel tempo e reagisce. Le caratteristiche fi siche di fl uidi in movimento posso-no essere descritte tramite equazio-ni matematiche fondamentali, gene-ralmente nella forma di equazioni diff erenziali alle derivate parziali che vengono discretizzate per poter essere risolte. Accanto a ciò, è neces-sario utilizzare un adeguato schema cinetico che traduca in termini ma-tematici la chimica del sistema, ov-vero la parte reattiva. Per risolvere la fi sica del fl usso all’in-

terno del dominio, l’approccio CFD ne prevede la suddivisione in una serie di sotto-domini non sovrap-posti tra loro, attraverso una mesh, cioè una griglia con il maggior nu-mero possibile di celle. Quest’ulti-me, all’interno di ognuna delle quali cui vengono risolte le equazioni so-pracitate, costituiscono a loro volta volumi di controllo nei quali si calco-lano i valori discreti delle proprietà del fl usso, quali velocità, pressione, temperatura, concentrazione delle specie e altri parametri di interesse. L’applicazione di schemi cinetici det-tagliati a normali analisi CFD risulta ancora eccessivamente pesante dal punto di vista computazionale, no-nostante i recenti e continui sviluppi nella potenza di calcolo dei compu-ter. Sistemi dotati di una precisione necessaria a calcolare la composizio-ne di composti inquinanti dannosi anche in minuscole quantità, come gli ossidi di azoto, possono richie-dere anche diversi giorni per essere risolti. Oggetto di studio è una me-todologia risolutiva per analisi di fl uidodinamica computazionale che coinvolga schemi cinetici dettagliati e riduca signifi cativamente il tempo di calcolo richiesto dal computo del-

le emissioni inquinanti, sfruttando le potenzialità del calcolo parallelo su cluster e sistemi multi-core e un uso opportuno di algoritmi risolutivi in sequenza.Negli ultimi anni l’attenzione delle aziende produttrici di micropro-cessori si è concentrata sui sistemi multi-core, basati su un nucleo di più processori fi sici che condividono la stessa memoria, aggirando così il problema della potenza dissipata, che costituiva un limite all’aumento delle prestazioni di un calcolatore. Un cambiamento così signifi cati-vo nell’hardware ha imposto an-che un’evoluzione dei software: per sfruttare le maggiori risorse com-putazionali messe a disposizione da un numero di processori più eleva-to, il software esistente deve essere ri-progettato in una forma adeguata alla struttura parallela della CPU, ot-tenendo un’effi cienza maggiore.Poiché le istruzioni di un software sono comunemente eseguite in or-dine sequenziale, la fi amma da ana-lizzare viene suddivisa in elementi indipendenti tra loro comunicanti: una rete di reattori: Essendo i diversi reattori (le sotto-parti in cui é stata divisa la fi amma),

pur comunicanti tra loro, entità indipendenti, è automaticamente possibile suddividere la soluzione numerica: proprio questo opera la struttura parallela del software, in cui uno dei processi, detto master, riceve le informazioni sulle parti del dominio da risolvere separatamente (i processi slave) e le assegna ai di-versi processori fi sici su cui avven-gono le operazioni numeriche. Tale approccio ha consentito di au-mentare la velocità con cui il sistema viene risolto, con un’effi cienza supe-riore al 90% per il problema testato. Ad esempio, utilizzando 3 processi in parallelo, la risoluzione è quasi il triplo più veloce di quella del softwa-re originale, risolto con il tradizio-nale metodo sequenziale.Risultano possibili ulteriori sviluppi del processo: il lavoro può essere sca-lato per gestire problemi sempre più grandi con un numero di processori sempre maggiore, abbattendo i pre-cedenti limiti alla ricerca nell’ambito della fl uidodinamica computaziona-le, grazie all’approccio parallelo che consente uno studio dettagliato di sistemi precedentemente conside-rati troppo complessi ed onerosi in termini di tempo.

THESISAWARDS

Capita a volte di leggere un progetto e ammirarne l’autore: di venire colpiti da un contenuto incisivo, una novità intrigante o una soluzione fantasiosa. Quindi per trattenere almeno alcune

delle migliaia di idee che brillano ogni anno nel fermento della nostra università abbiamo pensato di istituire un riconoscimento: il Thesis Award. Fra tutte le segnalazioni che ci

giungono possiamo scegliere solo alcune delle meritevoli.

limitate risorse (sia temporali, sia di dati da analizzare) i risultati sono al-quanto promettenti. La rete più per-formante ha avuto un’accuratezza massima del 74% nella predizione di attacchi in intervalli di massimo 60 secondi.

Studi di questo tipo sono ancora in corso da parte di un altro studente del politecnico di Milano presso la UIC (University of Illinois at Chica-go).

I principali vantaggi di un sistema di questo tipo è la sua applicabilità su sistemi indossabili dai pazienti che vengano quindi avvisati di attacchi e possano prendere adeguate pre-cauzioni, e la attivazione automatica degli stimoli elettrici nel cervello in modo tale da prevenire questo tipo di attacchi col minimo disturbo per il tessuto celebrale.

Ingegneria della salute

Metodi numerici di calcolo parallelo per la soluzione di reti di reattori

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12 // Gennaio 2012 • Anno VI POLIPO tentacoli di giudizio

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NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO!NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO!By Caronte

Se si va al Jolly bar, il paninaro da-vanti al rettorato, la mossa vincente è la salamella con zucchine e cipolle oppure la cotoletta con le zucchine, il formaggio e la pancetta (obbliga-tori il ketchup piccante e la focaccia per questo panino). Bisogna avere pazienza perché il cuoco non è un lampo per cui si rischia di dover aspettare, però in generale ne vale la pena. La tessera del cliente aff ezio-nato è gran gadget e poi il prezzo è accettabile. In ogni caso luogo e co-modità ne fanno il paninaro del Poli per eccellenza… Difetto: di solito è una maledetta tartaruga e le code sono lunghe perché è gettonato da tutti quelli che lavorano nei pressi.

Al Bar Latteria di via Alfonso Corti; la padrona fa dei panini con le pol-pette deliziosi e non si trova altrove un companatico con il suo caprino piccante. Senza dubbio da provare è panino con polpette, caprino, in-salata e salsa tartara. Le capacità di-gestive sono messe a dura prova, ma direi che lo studente medio Poli ha abbastanza stomaco per uscire vin-cente da una sfi da del genere. Difet-to: spesso si blocca tutto (nel senso che nel locale non si entra per la gen-te che ci sta e che i panini sono buoni ma micidiali da digerire).

Bar “Le Colonne” a Segrate; leg-gendo “Segrate” è ovvio che una persona sana di mente pensa delle parolacce ma ne vale la pena. Prima di tutto il panino medio che si riceve pesa mezzo chilo. Poi gli ingredienti sono estremamente variegati (dalla frittata alla verdura panata, dai sot-tòli fatti in casa agli aff ettati freschi da aggiungere alla carne). Il panina-ro farcisce praticamente con tutto quello che vuoi: se gli chiedi una fet-ta di intonaco, scrosta il muro e te la grattugia nel panino. E poi il costo è contenutissimo. Difetto: è a 8x10120 km dal Poli, quindi o auto o niente, inoltre nonostante i panini siano dei gavettoni di unto ti sale sempre la voglia di fartene un altro.

Esclusivamente per Bovisari: il Gnam Gnam. È il forno davanti alla rotonda in via Lambruschini, una buona alternativa grazie ai suoi toast calcistici (portano i nomi stelle del pallone per lo più sulle soglie dei 60 anni come “Superpippo”, “er Pupo-ne” o “Pinturicchio”). Oltre al costo contenuto, rappresentano un ottimo trade-off riempimento/no abbiocco grazie ai delicati condimenti, come il misterioso farci-toast. Comunque la combinazione migliore è pren-dere un toast a proprio piacimento con farci-toast e un toast alla nutella come “dolcetto” fi nale. Il tutto spen-dendo meno di 4 euro.

**nel senso del colore, nessuna sne-aker è stata assaggiata in questa ricerca.

Avevo pensato di fare la solita classifi ca di chiusura di Polipo, però spulciando gli argomenti emergeva una desolazione pazzesca dettata dal fatto di non voler ricalcare percorsi già fatti prima. Restavano fuori poche cose che destassero il mio interesse. A parte le sneakers, di cui però so dire soltanto se mi piacciano** o no (e pare con pessimi risultati), restavano i panini. Però è diffi cile fare una classifi ca o una valutazione dei panini: ci sono veramente troppe variabili in gioco ed è troppo legato al gusto. Cioè, si potrebbe anche fare, ma servirebbe un libro e non una paginetta di fondo. Inoltre considerando la dieta che dovrei fare scrivere l’articolo mi servirebbe almeno un bypass coronarico alla fi ne. Quando a mezzogiorno tutto si ferma non c’è niente di meglio di una fetta di carne tra due di pane per dare la carica a una giornata stanca:

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un pasto veloce, economico, caldo e soddisfacente. Purché sia fatto con tutti i santi crismi! Un panino esagerato addormenta, blocca, ma d’altra parte se è troppo scarno e povero lascia aff amati, desiderosi e pensierosi. Sicuramente melium abundare quam defi cere (un panino si può avanzare ma mica si può mangiare l’aria), però è esperienza comune il vincere della golosità sulla ragione. E allora il pomeriggio diventa un tutt’uno confuso di lezione e incubi (ho visto gente svegliarsi di soprassalto a lezione di Strade, scattare in piedi terrorizzata mentre il prof spiegava e poi fare fi nta di niente risiedendosi). Dopo queste considerazioni ho guardato ai miei paninari preferiti e ho pensato di riproporveli. Senza dare voti, poiché il panino è una cosa così soggettiva che non si può giudicare, ognuno ha il suo e lo ama e non lo cambierebbe con nulla al mondo (come la mamma):

Interamente fi nanziato dal Politecnico di Milano

LA VOSTRA VOCE AL POLIConsiglio Nazionale degli Studenti UniversitariMarco Lezzi

Senato accademicoAndrea Montanaro e Marco Pecoraro