Saphiranews gennaio 2012

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saphira news Anno II Serie II n.1 - GENNAIO 2012 - ISSN 2240-3558 RESTAURO CONTRO IL DEGRADO FORUM - EXPO Vela: 41° CAMPIONATO INVERNALE REGATA TELETHON RESTAURO CONTRO IL DEGRADO FORUM - EXPO Vela: 41° CAMPIONATO INVERNALE REGATA TELETHON

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saphiranews numero gennaio 2012

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saphiranews

Anno II Seri

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ISSN

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RESTAURO CONTROIL DEGRADO

FORUM - EXPO

Vela: 41° CAMPIONATO INVERNALE

REGATA TELETHON

RESTAURO CONTROIL DEGRADO

FORUM - EXPO

Vela:41° CAMPIONATO INVERNALE

REGATA TELETHON

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Arpi Costruzioni Srl80133 Napoli - Via R. Bracco, 45tel. +39 081 5521385 fax + 39 081 [email protected] - www.arpicostruzioni.it

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I momenti di crisi sono occasioni di riflessio-ne per scardinare vecchi equilibri e creare nuove possibilità. In quest’ottica bisogna iniziare a modificare i propri schemi mentali

rivedendo l’approccio al quotidiano, puntando su quanto è nostro patrimonio.Dall’attuale governo ci si aspetta che valorizzi il capitale umano, l’istruzione, la cultura, la ricer-ca e l’informazione quali concreti investimenti sul futuro, mentre noi cittadini dovremmo tor-nare a godere di cose semplici quali visitare nuovi luoghi, gustare nuovi sapori, visitare po-sti della propria città ancora sconosciuti; attivi-tà mentali variegate e necessarie per liberarci da sensazioni di inadeguatezza e di insoddi-sfazione.Chiedere di investire in cultura significa anche pensare al turismo e alla cura dell’inestimabile patrimonio italiano: terapia d’urto contro la cri-si, il restauro e l’edilizia sono, infatti, i settori in cui l’impatto occupazionale è più forte e con immediato ritorno sull’indotto. Le infrastrutture, viceversa, muovono capitali notevoli che fan-no gola alle lobby di qualunque paese, e non sempre sono indispensabili con un ritorno sul cittadino, sulla piccola impresa e sul tessuto produttivo proporzionato all’investimento effe-tuato. Personalmente non comprendevo la scelta di Bagnoli quale sede della prossima America’s cup e non comprendo, oggi, quanto leggo sui nostri quotidiani: ho sempre ritenuto che Na-poli avesse già tutti i requisiti per organizzare manifestazioni veliche ai massimi livelli. Non voglio entrare su di un argomento in cui le mie posizioni sono forti e, tra l’altro, mi vedono mol-to coinvolto, ma mi sia consentito sottolineare il gravissimo problema di credibilità. Come e chi può credere ad una città, se a pochi giorni da una manifestazione di tale visibilità le idee restano così confuse? Bisogna fare presto, ma non per la manifestazione, per tutto il re-sto; Napoli non può e non deve più aspettare. Chiedeteci aiuto e noi napoletani ci saremo e ci metteremo il cuore.Spero che Saphiranews possa rappresentare sempre più quella parte di società che in modo concreto lavora, produce e, perché no, si di-verte in modo propositivo, mai arrogante, mai urlato o sensazionalistico; mi piace pensare che possa quindi diventare, in quest’ottica, un punto di incontro per quanti vogliano parteci-parvi.Siete tutti invitati!

Raffaele Archivolti

saphira newsPubblicazione MensileRegistrazione del Tribunale di Napolin. 12 del 27.01.2012Anno II Serie II n. I

Edito a cura della Arpi Costruzioni S.r.l.Via Roberto Bracco n. 4580133 NapoliTel. 081/19363633

Direttore EditorialeRaffaele [email protected]

Direttore ResponsabileFrancesco [email protected]

RedazioneErica ArchivoltiClaudia CampagnanoPaolo De LucaSonia OloferniAntonella PanellaPaola [email protected]

CollaboratoriAgi BertaVeronica CardellaRoberta ErricoGinetto EspositoGianluca FerranteFrancesca SciarraEmanuela Sorrentino

Pubblicità[email protected]

Progetto grafico ed impaginazionePablo Donadio

StampaGrafica metelliana - Cava Dei Tirreni (SA)

Associato USPI

ISSN 2240-3558

I singoli autori sono gli unici responsabili del contenuto degli articoli e degli spazi pubbli-citari pubblicati.E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

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Primo pianoFORUM - EXPO

RESTAURO CONTRO IL DEGRADO

Mare in MostraMITI E LEGGENDE AL MUSEO DEL MARE

Mare in MostraROSSO ROTTO E REGALATO

Mare in MostraLO TSUNAMI CHE INGHIOTTI SALERNO

Un mare di CulturaIL VERVECE

Calendario FotograficoPOSILLIPO: UN MARE DI VITA

Diario di BordoDUFFY UN ANNO DI ALTURA

Il RacconyoMINIPASSAPORTO

Solidarietà a RivaDALLA SVEZIA ALL’ITALIA

PortfolioFRANCESCA SCIARRA

Eco SaphiraTONNO IN TRAPPOLA

VeleventiIL FASCINO DELLA TRADIZIONENEL NUOVO CIRCUITO DELLE SIRENE

Un Mare di culturaCENTRO STUDI TRADIZIONI NAUTICHE

RegataCOPPA AMERICA..... VIDEOSTERIA

RegataCAMPIONATI UNDER 19

RegataCHIUSO L’AUTUNNALE VELE DI LEVANTE

RegataTROFEO DEUTSCHE BANK

RegataMATCH RACE

RegataCAMPIONATO AUTUNNALE METEOR

Regata41° CAMPIONATO INVERNALE

RegataREGATA TELETHON

Regata19° TROFEO MARCELLO CAMPOBASSO

SENTITE IN BANCHINA

News dall UVAITEMPO DI BILANCI

Stile & DesignL’ANIMA DI OGNI LUCE... IL FUOCO

Andar per LibriLA MARINA DA GUERRA DEI BORBONE DI NAPOLI

Rotte di GustoTARTARE DI TONNO SU MELA

AGENDA

SCATTA IL MARE

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Milano al diciannovesimo posto e Napoli terzultima nella classifica del Sole 24 Ore che misura la

vivibilità nei 107 capoluoghi di provincia italiani. La metropoli lombarda fa peg-gio di quella campana solo per l’ordine pubblico (dove è all’ultimo posto), men-tre Napoli la sopravanza di ben 10 punti (97). A ben guardare gli indicatori presi in esame (tenore di vita, qualità dei ser-vizi, ambiente…) sembrano due realtà esattamente agli antipodi. Eppure le due metropoli, in un momento di contrazione economica e spenti i riflettori del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, hanno il filo che le accomuna, lungo il quale, si spera, potrà ripartire la locomotiva-Italia: un unico nesso, infatti, lega il Forum Universale delle Culture 2013 e l’Expo 2015.

Forum-Expò:il futuro sull’asse

Napoli-Milano

Napoli

Forum Universale

delle Culture

Si parte da Napoli, dal 10 aprile al 21 luglio 2013, con l’evento sostenuto dall’Unesco al fine di promuovere

il dialogo interculturale e in confronto tra i popoli. Sin dalla prima edizione di Barcellona, nel 2004, la caratteristica di questo appuntamento mondiale, che mira alla valorizzazione dello sviluppo sostenibile e della diversità è la presenza non di singoli Stati, ma dei rappresen-tanti della società civile. In particolare le giovani generazioni.Un’occasione importante, all’ombra del Vesuvio, anche per avviare interventi di riqualificazione urbana, secondo un progetto integrato, con il recupero e la valorizzazione di aree quali la Mostra d’Oltremare, che, sotto la guida del pre-sidente Nando Morra ha già in atto una radicale operazione di trasformazione da polo fieristico in cittadella congressuale

foto di Francesco Bellofatto

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polivalente; per continuare in linea d’a-ria con l’area di Bagnoli e, in particolare, Città della Scienza, piazza del Plebisci-to, il Centro storico di Napoli, Capodi-monte, ma anche importanti siti monu-mentali della Campania quali la Reggia di Caserta e gli Scavi archeologici di Pompei. Non a caso alcuni di questi siti sono sotto la tutela dell’Unesco quali “patrimonio dell’umanità”.Una serie di interventi nell’area occiden-tale della città, che dovrebbero compor-tare non solo nuove possibilità di lavoro, ma anche giocare un ruolo decisivo, a chiusura dell’evento, per ridare compe-titività a tutta l’area coinvolta. Queste strategie di sviluppo sono al centro della cabina di regia, che vede in prima linea il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il presidente della Campania Stefano Caldoro, nell’individuazione di nomi e

priorità in grado di proiettare la città e la regione in una dimensione realmente mondiale.Dunque 101 giorni di confronti cultura-li, esposizioni, spettacoli, articolati in 5 aree che corrispondono ai 5 continen-ti, con uno spazio speciale dedicato al Mediterraneo. E, giocando sul filo dei numeri, sono 101 anche le città ospiti, simbolicamente protagoniste per ogni giorno del Forum.Il programma sarà declinato secondo 3 direttrici che corrispondono ad altret-tante esigenze di approfondimento dello scenario culturale internazionale: i dialo-ghi (sezione dedicata a convegni e dibat-titi sui temi più urgenti del nostro tempo); le esposizioni (le arti figurative nei 5 con-tinenti); le espressioni culturali (musica, teatro, danza, forme di partecipazione libera, anche virtuale).I quattro percorsi

tematici del Forum sono dedicati, rispet-tivamente, alle condizioni per la pace, allo sviluppo sostenibile, alla conoscenza e alla diversità culturale.A questi Napoli ne ha aggiunto un quin-to, la “Memoria del futuro: conoscere le proprie radici per progettare il futuro co-mune”. La città diventa uno spunto di riflessione in quanto cerniera temporale tra passato, presente e futuro, che parte dalla sua storia millenaria per disegnare uno scenario di modernizzazione. Su questo tema gioca un ruolo di primo pia-no il mare, simbolo che determina gran parte della conformazione culturale e strutturale, della città, che ha dato vita a competenze e mestieri, ponendo Napoli e il Mezzogiorno in una posizione chiave negli scambi politici, sociali e commer-ciali del Mediterraneo.

foto di Francesco Bellofatto

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Da Milano non si vede il mare. Ma è vicino all’Europa. E non a caso l’Expo mantiene la sua posizione baricentrica nel

Vecchio Continente (quasi a delegare a Napoli il ruolo di interlocutore e cerniera per l’area mediterranea), nel solco della tradizione dell’Esposizione Universale che ha visto le prime edizioni svolgersi a Londra nel 1851 ed a Parigi nel 1889 (dove, per l’occasione, fu realizzata la Torre Eiffel). Una scelta voluta dal Go-verno italiano, all’atto della presentazio-ne dela candidatura milanese al BIE, il Bureau International des Expositions, che rappresenta 157 Stati.L’appuntamento italiano, dedicato al tema “Nutrire il Pianeta - Energia per la Vita”, rappresenta un’occasione di con-fronto molto importante sulla sostenibili-tà e l’equilibrio biologico, letto attraverso la conoscenza e la sperimentazione in-novativa nei settori dell’agricoltura, della nutrizione e delle risorse naturali. Più che esporre le maggiori novità tecnologiche a livello internazionale, l’Expo è orienta-to all’interpretazione delle sfide collettive cui l’umanità è chiamata a rispondere.

Dunque spazio alla tradizione, alla crea-tività e all’innovazione nel campo dell’a-limentazione, rilette in una prospettiva di scenari globali, con dibattiti a appro-fondimenti sui temi della qualità e della sicurezza (in termini di cibo sano e ac-qua potabile); lotta alla fame, alla sete, e alla mortalità infantile (debellando carestie e pandemie da malnutrizione); prevenzione delle nuove grandi malattie sociali (obesità, patologie cardiovasco-lari, tumori); innovazione, ricerca e tec-nologia per l’intera filiera alimentare, per migliorare le caratteristiche nutritive dei prodotti, la loro conservazione e la di-stribuzione; educazione ad una corret-ta alimentazione per favorire nuovi stili di vita (per bambini, adolescenti, diver-samente abili e anziani); valorizzazione delle tradizioni alimentari come elementi culturali e etnici.Oltre a rappresentare una necessità sociale, la genuinità e la diffusione di prodotti agro-alimentari è anche un im-portante valore economico. Per questa ragione, al centro dell’Expo sarà posto il ruolo del territorio, con le attività di colti-vazione e di allevamento delle comunità

Milano

Expo 2015

foto di Francesco Bellofatto

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locali, frutto d’esperienze millenarie sulle quali oggi si innestano forti innovazioni scientifiche e tecnologiche.La vetrina milanese è l’occasione per indicare ai Governi di tutto il mondo le linee per preservare la bio-diversità, ri-spettare l’ambiente, individuare stru-menti migliori di controllo e di innova-zione, assicurare nuove fonti alimentari nelle aree del mondo dove l’agricoltura non è sviluppata o è minacciata dalla desertificazione dei terreni e delle fore-ste, delle siccità e dalle carestie, dall’im-poverimento ittico dei fiumi e dei mari.L’Expo 2015, che rappresenta un volàno per l’economia per un comparto che in Italia conta 36mila aziende arti-gianali e medie, mezzo milione di addet-ti, 100miliardi di euro di fatturato annuo, sarà situata in un’area di 1,7 milioni di metri quadrati a nord-ovest di Milano, ai confini con Rho.La realizzazione del nuovo Polo di Fiera Milano, firmato da Massimiliano Fuksas, ha avviato il processo di trasformazione e riqualificazione dell’intera area, attra-verso la dismissione o rilocazione degli impianti produttivi. Un processo che ha generato un sistema strutturale ricco e integrato con i principali assi di comu-nicazione viari, aeroportuali e ferroviari, oltre alla prossimità con numerosi parchi urbani ed aree di interesse naturale.

Se Milano rivendica il ruolo di centro strategico, produttivo, commerciale e logistico, per i rapporti con l’Europa, Napoli non ha rivali non solo per patri-monio artistico, storico e culturale, per il suo ruolo millenario di punto d’incontro tra genti e cultura diverse, ma anche per una dotazione infrastrutturale (per siste-ma di porti e interporti) che la pongo-no, nella prospettiva dei grandi Corridoi Transeuropei, come snodo primario dei traffici tra l’Europa, l’area balcanica ed il Mediterraneo. Senza contare la ricchez-za dei prodotti tipici e di un’agricoltura che, nel Mezzogiorno, alimenta la gran-de industria nazionale.Solo recuperando una capacità di dia-logo e di raccordo tra i sistemi istitu-zionali e produttivi, queste due Capitali, sfruttando a fondo le opportunità offerte dall’Expo 2015 e dal Forum Universale delle Culture, potranno essere in grado di far ripartire, a pieno regime, la loco-motiva-Italia.

Francesco Bellofatto

Due capitali a confronto

foto tratta dal sito: cibicworkshop.com

foto tratta dal sito: comune.milano.it

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Con oltre 2,5 milioni di visitatori l’anno (dati 2010) l’area arche-ologica di Pompei punta sul ri-lancio dopo la serie di crolli che

hanno messo a dura prova la stabilità di un patrimonio storico unico al mondo.L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda la Casa di Loreio Tiburtino, una tra le do-mus più belle degli scavi, restaurata già negli anni ’80 ma, evidentemente, logo-rata dalle ultime intemperie e dalle infil-trazioni che mettono a dura prova tutte le insulae dell’antica città.Il crollo, avvenuto all’indomani della vi-sita del commissario europeo Johan-nes Hahn che ha assicurato il sostegno dell’Ue ai lavori di messa in sicurezza e restauro degli scavi, è l’ultimo di una lun-ga catena di incidenti che, almeno negli ultimi anni, hanno minato il patrimonio pompeiano: si va dal settembre 2003, con la caduta di muri, intonaci e soffitti al Thermopolium, all’ingresso quadripor-tico dei Teatri e alla Casa degli scienziati, ai successivi crolli dei tetti della domus di Menandro (2004), e della domus del La-birinto (2005), al peristilio della domus di Paquio Proculo (2005) al muro del vicolo delle Nozze d’argento (2006).Il penultimo incidente, quello relativo alla domus degli Augustali (febbraio 2010) ha mobilitato Unesco e Unione euro-pea a fare pressione sul governo italiano affinché predisponesse una serie di in-terventi di tutela: in arrivo, dunque, 105 milioni di euro da Bruxelles, che servi-ranno per la messa in sicurezza dell’in-tera area. I primi interventi di restauro e messa in sicurezza (39 progetti per 47 milioni) saranno messi a bando nei primi mesi del 2012 ed i cantieri avviati entro la prima metà dell’anno. Non si tratta, tuttavia, solo di interventi di restauro, in quanto l’area ha complesse esigenze di manutenzione: gli addetti calano di anno in anno e c’è necessità di personale alta-mente specializzato in grado di applicare al patrimonio archeologico le più moder-ne tecnologie di tutela strutturale.

Restaurocontro il degrado

foto di Francesco Bellofatto - Ercolano

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Da Pompei ad Ercolano: i riflettori sugli scavi scoperti dai Borbone e valorizza-ti da Fiorelli e Maiuri, lasciano un po’ in penombra gli altri due grandi compren-sori sepolti dall’eruzione vesuviana del 79 d.C.: Oplonti ed Ercolano.Quest’ultima, diversa per conforma-zione alla sua più nota sorella, ha un servizio di manutenzione, per stessa ammissione di Andrea Carandini, pre-sidente del Consiglio superiore dei beni culturali, che funziona bene. Il problema, nella città dei papiri, è relativo al com-pletamento degli scavi in quanto buo-na parte dell’antica Herculaneum giace proprio al di sotto del centro storico del-la città moderna. Una criticità che può trasformarsi in una grande opportunità turistica, per incrementare ulteriormente

un flusso di visitatori che già negli ultimi anni ha fatto registrare significativi au-menti percentuali.La struttura stessa dell’area impone una progettazione sostenibile, in grado di affrontare gli interventi partendo sulla natura idrogeologica dei terreni e l’inte-grazione con la città moderna. Ad oggi, buona parte degli interventi straordinari di valorizzazione del patrimonio ercola-nese sono stati prevalentemente soste-nuti da fondazioni straniere.Più complesso, affascinante e proble-matico il percorso di valorizzazione degli scavi di Oplonti a Torre Annunziata: l’a-rea archeologica, in pieno centro citta-dino, è stata solo in parte portata alla luce. La storia di Oplontis, infatti, è stata ricoperta dal monumentale Spolettificio foto di Francesco Bellofatto - Ercolano

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borbonico. La localizzazione della Vil-la di Poppea presenta dunque criticità (ad iniziare dalla difficile raggiungibili-tà, all’assenza di adeguati parcheggi e strutture alberghiere) che ne penalizza-no il flusso turistico, a fronte di un inne-gabile valore storico archeologico.In assenza di adeguati finanziamenti, si parte, dunque, con interventi sostenibi-li, quali quello della realizzazione di un polo museale nella stazione di piazza Nicotera a Torre Annunziata, che, grazie ad un finanziamento del ministero per i Beni culturali, ospiterà non solo reperti archeologici, ma anche un percorso sul-la storia della città legata al mare.La sfida, comunque, rimane quella dello Spolettificio: grazie alla collaborazione con il laboratorio per la Pianificazio-ne territoriale della Federico II e con la Fondazione Inas, l’area a valle del com-plesso vanvitelliano, quella di maggiore pregio architettonico, verrà trasformata in un grande contenitore destinato so-prattutto alla valorizzazione delle risorse culturali e ad ospitare manifestazioni di particolare valore. Per la parte superio-re, confinante con l’area archeologica, l’idea sulla quale si stanno confrontan-do Comune e Soprintendenza, è quella di uno scavo “aperto”, come avviene in altri paesi europei, con la possibilità, per i turisti, di assistere alle operazioni di re-cupero dei reperti.Si va, dunque, verso un assetto integra-to delle aree archeologiche vesuviane? Solo in quest’ottica si può ridare una vetrina di primo piano ad un patrimonio unico al mondo. Senza guardare trop-po lontano per gli interventi di restau-ro: in questo settore la Campania ha intelligenze e imprese in grado di poter competere a pieno titolo sul piano inter-nazionale. Con il valore aggiunto di una profonda conoscenza del territorio…

Francesco Bellofattofoto di Francesco Bellofatto - Ercolano

borbonico. La localizzazione della Vil-la di Poppea presenta dunque criticità (ad iniziare dalla difficile raggiungibili-tà, all’assenza di adeguati parcheggi e strutture alberghiere) che ne penalizza-no il flusso turistico, a fronte di un inne-gabile valore storico archeologico.In assenza di adeguati finanziamenti, si parte, dunque, con interventi sostenibi-li, quali quello della realizzazione di un polo museale nella stazione di piazza Nicotera a Torre Annunziata, che, grazie ad un finanziamento del ministero per i Beni culturali, ospiterà non solo reperti archeologici, ma anche un percorso sul-la storia della città legata al mare.La sfida, comunque, rimane quella dello Spolettificio: grazie alla collaborazione con il laboratorio per la Pianificazio-ne territoriale della Federico II e con la Fondazione Inas, l’area a valle del com-plesso vanvitelliano, quella di maggiore pregio architettonico, verrà trasformata in un grande contenitore destinato so-prattutto alla valorizzazione delle risorse culturali e ad ospitare manifestazioni di particolare valore. Per la parte superio-re, confinante con l’area archeologica, l’idea sulla quale si stanno confrontan-do Comune e Soprintendenza, è quella di uno scavo “aperto”, come avviene in altri paesi europei, con la possibilità, per i turisti, di assistere alle operazioni di re-cupero dei reperti.Si va, dunque, verso un assetto integra-to delle aree archeologiche vesuviane? Solo in quest’ottica si può ridare una vetrina di primo piano ad un patrimonio unico al mondo. Senza guardare trop-po lontano per gli interventi di restau-ro: in questo settore la Campania ha intelligenze e imprese in grado di poter competere a pieno titolo sul piano inter-nazionale. Con il valore aggiunto di una profonda conoscenza del territorio…

Francesco Bellofatto

“L’area ha complesse esigenze di manutenzione: gli addetti

calano di anno in anno e c’è necessità di personale

altamente specializzato in grado di applicare

al patrimonio archeologico le più moderne tecnologie

di tutela strutturale”

foto di Francesco Bellofatto - Ercolano

foto di Francesco Bellofatto - Ercolano

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“Si va, dunque, verso un assetto integrato delle aree archeologiche vesuviane? Solo in quest’ottica si può ridare una vetrina di primo piano ad un patrimonio unico al mondo”

foto di Francesco Bellofatto - Oplonti

“Si va, dunque, verso un assetto integrato delle aree archeologiche vesuviane? Solo in quest’ottica si può ridare una vetrina di primo piano ad un patrimonio unico al mondo”

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Il Museo del Mare di Bagnoli affronta nuovamen-te il tema del Mito attraverso l’esposizione dei quadri dell’artista Maria Beatrice Coppi “Novello Ulisse: tra Miti e Leggende”, inaugurata il primo

Dicembre scorso.Delle opere colpisce subito il colore che, sapiente-mente distribuito sia a pennello che a spatola, con-tribuisce ad esprimere tutta l’energia vitale ed il movi-mento presente nei paesaggi e nei personaggi senza tempo rappresentati, le cui forme riprendono modelli classici che affondano le proprie radici in storie miti-che e antichissime.Eroi, bellissime figure femminili, cavalieri, animali fan-tastici… l’artista ha saputo evocare un passato epi-co che ben si lega alla location campana, scenario di alcune tra le più belle avventure di Ulisse, eroe e marinaio per eccellenza.Secondo la geografia omerica una parte dei viaggi di Ulisse sarebbe stata ambientata da Omero proprio lungo la costa campana: dall’approdo al Porto Paone dell’isolotto di Nisida, ove le navi “possono dormire senza ancora o ormeggi”, alla discesa agli Inferi attra-verso il Lago d’Averno, fino agli isolotti de Li Galli dalla quale le Sirene diffondevano l’insidioso canto.L’evocativa mostra di pittura è stata, non a caso, as-sociata proprio alla precedente esposizione di pannelli fotografici ed esplicativi organizzata dal Museo e an-cora visitabile, “Ulisse in Campania”, grazie alla quale è possibile approfondire le vicende e la geografia delle tappe campane del viaggio omerico.Orari di visita: da lunedì a sabato, 9-13 e 15-19www.museodelmarenapoli.it

Paola Vona

Miti e Leggende al Museo del Mare

foto di proprietà del Museo del Mare

foto di proprietà del Museo del Mare

Ulisse

Cavalieri

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mostra

Potente amuleto e prezioso gioiello, il corallo da secoli è lavorato ed utilizzato per quelle che si credono le sue proprietà benevole, se ne ricavano cornetti porta fortuna, gioielli ed

anche opere scultoree di diverse dimensioni. A Ravello, proprio nella piazza principale, i curiosi di questa lavorazione e della sua storia, possono fare un giro nella bottega museo Camo, che al suo interno rivela un mondo intero fatto di rossi coralli ed opere d’arte.Il proprietario e fondatore di questo singolare luogo è Giorgio Filocamo, corallaro da generazioni, ha appre-so il mestiere dal nonno materno, della cui arte era rimasto affascinato sin da bambino, ha poi studiato a bottega presso i più famosi corallari campani, com-pletando gli studi tra l’accademia di belle arti a Napo-li e Brera a Milano. Convinto che l’arte vada diffusa al pubblico e non tenuta segreta, Giorgio negli anni ottanta decide di fondare questo piccolo museo an-nesso alla sua bottega, nel quale esporre i cimeli di famiglia, molti dei quali provenienti dalla Sicilia, altra terra nota per quest’arte, e luogo di provenienza della famiglia paterna.La stanza del museo è come una wunderkammer, ed accompagnati dal disponibilissimo proprietario ne si scoprono le meraviglie.Semplici rami di corallo di un rosso brillante, come il moro, un corallo rarissimo e molto pregiato, di un rosso sanguigno. Alcuni coralli bianchi anch’essi par-ticolarissimi, e diverse sculture, come la Madonna in Assunzione, il pezzo più importante della collezione, datata sul retro 1532, di manifattura trapanese, ri-cavata da un unico ramo di corallo poggia su marmi probabilmente poco più tardi. Di grande importanza anche il Cristo Crocifisso, anche’esso scolpito da un ramo unico, in perfetto stato di conservazione, mon-tato su una croce di cristallo di rocca, ancora di mae-stranze siciliane della seconda metà del XVII. L’opera però forse preferita dal nostro ospite è un Paterno-stro, testimonianza del lavoro dei corallari amalfitani, datato X – XI secolo, di cui si ha traccia nella tabula amalphitana.Piccole sculture e antichi gioielli come la Parure del XIX secolo, ed una piccola Torah (l’antico testamento) in argento e ovali in corallo, con la consueta manina porta segno che nelle sinagoghe si usa durante la let-tura.Il museo è aperto dal lunedì al venerdì 10-12 e 15-17, l’ingresso è gratuito, è consigliato prendere un con-tatto telefonico per accertarsi di orari e disponibilità. (089 857461, www.museodelocorallo.com)

Claudia Campagnano

Rosso, Rotto e RegalatoAl museo del corallo di Ravello la storia di un porta fortuna

Hermes con ramo di corallo

Cammeo Manifattura napoletana XIX secolo

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Di origine marina il corallo si trova in acque calde e tranquille, dove dei piccoli polpi for-mano delle colonie, secernendo carbonato di calcio formano la struttura arborescente

che conosciamo, e che va dal bianco al rosso inten-so. Un’antica leggenda greca vuole che il corallo altro non sia che il sangue sgorgato dalla testa recisa di Medusa. Secondo la tradizione popolare il corallo è in grado di assorbire ogni male e di portare fortuna (ma solo se rosso, regalato e rotto), per questo nei secoli se ne sono ricavati amuleti di ogni sorta.

c.cam.Crocifisso in corallo secolo XVII

Libro della Torah con segnalibro, argento, corallo mediterraneo e avorio XIX secolo

Giorgio Filocamo

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Probabilmente avvenne di giorno. La gente riuscì in-fatti a salvarsi, scappando nell’entroterra. Accadde in un’alba qualsiasi del 1800 avanti Cristo circa. Un boato, una scossa, poi un lunghissimo minuto di

caos. Con tonnellate di fango e detriti, in milioni di metri cubi d’acqua marina, che devastarono il litorale campano della prima Età del bronzo. Uno tsunami vero e proprio, alto più di quaranta metri, probabilmente generato dall’e-ruzione delle pomici irpine (o da quella dello Stromboli, an-teriore di due secoli), seminò distruzione e morte a Salerno e nella Piana del Sele, nel raggio di 200 chilometri. Tra i villaggi spazzati via, il piccolo agglomerato di capanne nell’attuale località di Oliva Torricella, sul torrente Fuorni, nella parte interna orientale del capoluogo campano. Un’i-stantanea di preistoria cristallizzata, e fino a pochi anni fa oscura, restituitaci quasi integralmente da rilievi archeolo-gici del 2002. I cui ritrovamenti saranno esposti insieme ad altri mille reperti nella mostra “Dopo lo Tsunami, Salerno antica”, fino al 28 febbraio nel Complesso monumentale di Santa Sofia (in largo Abate Conforti a Salerno, ingresso libero). La rassegna si caratterizza per l’unicità dei suoi ma-nufatti, poiché lo scavo di Oliva Torricella, offre una rarissi-ma prova archeologica dell’effetto di un disastro naturale in epoca antica, in questo caso un maremoto, dimostrato dai numerosi sedimenti di “tsunamite” ritrovati, costituiti da sabbie e rocce miste a fossili di organismi viventi marini e conchiglie. Dagli studi traspare che la zona fosse abitata da genti ap-partenenti alla cosiddetta “Facies di Palma Campania”. Nelle dieci capanne in legno di castagno ritrovate, c’erano

ancora stoviglie, ciotole, piccoli bracciali, addirittura i calchi d’impronte degli abitanti in fuga. Ne è emersa una civiltà pacifica, stanziata in insediamenti senza strutture difensive, dedita alla coltivazione di cereali e alla macellazione degli animali in spazi comuni. Passeggiando nelle sale di Santa Sofia, la mostra prose-gue cronologicamente, inoltrandosi in installazioni che do-cumentano lo sfarzo dei corredi funerari di alcune tombe dell’Età del ferro (dall’undicesimo al nono secolo a.C.), arri-vando alla colonizzazione etrusca, poi greca e romana nel primo secolo, per concludersi all’alto Medioevo, con la con-quista normanna di Salerno nel 774 da parte di Arechi II.Scorrendo tra le teche d’esposizione, spicca certamente una “navicella nuragica”, oggetto votivo di sesto secolo a.C., proveniente dalla sepoltura della cosiddetta “Princi-pessa di Boscariello”. Molto bella anche la testa bronzea di Apollo, modellata nel primo secolo a.C., e ritrovata in mare nel 1930.Dulcis in fundo, gli appassionati di geologia potranno am-mirare un tronco carbonizzato, unica testimonianza della più grande eruzione dei campi Flegrei avvenuta 40 mila anni fa, detta “Ignimbrite campana”, le cui ceneri coprirono un raggio di oltre 30 mila chilometri, arrivando fino a Cipro. La mostra è curata dalla Soprintendenza ai Beni archeolo-gici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, con catalo-go edizioni “Arte’m”.

Info: www.archeosa.beniculturali.it

Paolo De Luca

Dall’inondazione dell’Età del Bronzoal Medioevo, in mostra nel complesso di Santa Sofia, oltre mille reperti

Lo tsunami cheinghiottì Salerno

Gruzzolo di monete antiche

Uno degli allestimenti della msotra nel complesso monumentale di Santa Sofia

Vaso greco raffigurante Ercole

Le foto sono fornite dalla Soprintendenza

ai beni archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta mare in

mostra

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Nel Golfo di Napoli, a circa un chilometro dal porto di Marina della Lobra (Mas-sa Lubrense), all’interno della Zona A (riserva integrale) dell’Area Marina Pro-

tetta “Punta Campanella”, si trova il Vervece, pic-colo scoglio sormontato da un faro-lanterna. Le sue pareti scendono a picco oltre i 50 metri e, a 12 metri di profondità, alla base dello scoglio, è possibile osservare una statua in bronzo della Ma-donna protettrice dei sub, posta lì per omaggiare l’apneista siracusano Enzo Majorca che, nel 1974, nei pressi del Vervece, realizzò il record mondiale di profondità in apnea (87 metri). Questo luogo è considerato un vero e proprio santuario marino e i sub ogni anno, in occasione della festa della Ma-donnina del Vervece, si immergono per celebrarla. L’anno scorso, a settembre, si è svolta a Torre del Greco anche la prima edizione della Regata del Vervece che ha visto quaranta barche a vela gi-rare intorno allo scoglio per poi tagliare il traguar-do nelle acque antistanti il piccolo porto di Marina della Lobra. Sembra che nelle acque del Vervece ci sia anche un relitto, un vecchio cargo di circa 30 metri, ma quello che certamente non manca in questo tratto di mare sono le tante specie marine sia vegetali che animali; si possono ammirare, tra le altre, la “Gerardia Savaglia” e la “Paramuricea” dalle punte Albine, poi ancora cefali, salpe azzurre, dentici, cernie e castagnole rosse. Le pareti dello scoglio sono dominate da gorgonie gialle mentre nelle acque non è difficile incontrare qualche ca-valluccio marino o ippocampo pronto a regalare al Mare Nostrum quell’atmosfera fiabesca che ac-compagna l’appassionato di immersioni dal fondo del mare alla terraferma.

Sonia Oloferni

Il VerveceUn luogo fantastico e misterioso

nelle acque del Mediterraneo

Branco di barracuda

La madonna del Vervece

foto di Marco Gargiulo

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Curiosità: Il Vervece dal latino “Vervex”, caprone, ma localmente detto ‘O Revece è uno scoglio che, secondo una storia legata alla tradizione, pare abbia causato un appiattimento ed ingrossamento del fondo schiena delle donne di Massa Lubrense. La storia narra che le donne, nel tentativo di riparare l’approdo di Marina della Lobra, subirono questo “danno fisico” a seguito della rottura di una fune.

foto di Marco Gargiulo

La madonna del Vervece

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È uscito anche quest’anno il nuovo ca-lendario fotografico del C.S.I.Gaiola onlus: “Posillipo: un Mare di Vita, un Mare di Storia 2012”. Giunto alla

sua VI edizione il calendario ha come sem-pre lo scopo di diffondere la conoscenza sulle risorse naturalistiche e storico-archeologiche della fascia costiera cittadina ed in particolare di quella di Posillipo e dell’A.M.P. Parco Som-merso di Gaiola. Le immagini di Maurizio Simeone, Guido Vil-lani, Paolo Ardizio e Enrico de Luca, proven-gono dall’Archivio fotografico del C.S.I.Gaiola onlus e ritraggono con sapienza aspetti pa-esaggistici, naturalistici ed archeologici della costa emersa e sommersa della Città di Na-poli. Dodici immagini cariche di suggestione per aprire gli occhi dei napoletani (e non solo) sulla bellezza e ricchezza del mare di Napoli, ancora troppo spesso ignorata da chi ci vive accanto...Come per le edizioni precedenti il Calendario, sarà stampato in formato da muro 33x33 e la tiratura sarà di 1000 copie, che verran-no in parte distribuite a titolo gratuito ad Enti pubblici e privati (scuole, università, associa-zioni, centri di ricerca, enti pubblici, ecc...) ed in parte vendute per una parziale copertura delle spese di realizzazione.

Calendario Fotografico: “Posillipo: un Mare di Vita,

un Mare di Storia 2012”

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Il calendario è un’iniziativa che si in-quadra nell’ambito delle diverse at-tività di divulgazione scientifica che il CSI Gaiola onlus porta avanti da più di sei anni per la valorizzazione dell’ambiente marino-costiero della Città di Napoli. L’associazione, infatti, nata nel 2005 proprio da un progetto di ricerca scientifica sull’analisi del sistema ecologico marino-costiero di Posillipo, in questi anni è stata molto attiva sia sul fronte della ricerca che della divulgazione scientifica riuscen-do a raggiungere enormi risultati so-prattutto nella valorizzazione e riqua-lificazione dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola. Oggi il Parco rappresenta una piccola e pre-ziosa eccellenza sul fronte della tute-la e valorizzazione della risorsa mare nella Città di Napoli.Il calendario “Posillipo: un Mare di Vita, un Mare di Storia 2012” è realiz-zato d’intesa con la Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Na-poli e Pompei ed il Patrocinio morale della Regione Campania, Comune di Napoli – Assessorato all’Ambiente e Parco Regionale dei Campi Flegrei. Si ringrazia per il contributo alle spe-se di stampa il Circolo Nautico Posil-lipo ed ItalSub.

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Cari amici di Saphira, vi ricordate di me? Sono Duffy, il Dufour 34e costretta dal mio crudele armatore a partecipare a tutte le regate di al-tura del Mediterraneo. Pensate che in poco

più di due anni di vita ho già superato le 10.000 miglia percorse…!! Per di più non riesco mai a fare amicizia con nessuno. L’equipaggio che mi accompagna nei miei viaggi non è mai lo stesso (sarà colpa del brut-to carattere del mio armatore?). Vi racconto in breve come ho passato la stagione agonistica.Aprile – Roma per Tutti: terza di categoria;Maggio – Tre Golfi: discreta prestazione (se non altro sono riuscita ad arrivare);Giugno – Giraglia: prestazione da dimenticare, ma tanto divertimento;Agosto – Palermo-Montecarlo. Per fortuna non hanno accettato per tempo la mia iscrizione alla Fastnet per cui l’armatore mi ha iscritto a quest’altra regata. E mal gliene incolse ….Siamo incappati nella “pressione alta e livellata” più lunga della storia. Forse solo Colombo nel suo storico viaggio se l’è vista peggio di noi. 16 ore di calma piatta, sotto un sole implacabile di gior-no e sotto il gocciolio della randa di notte. Alla fine ci siamo dovuti ritirare all’altezza di Ajaccio. Unica nota positiva, a sentire l’equipaggio, il pantagruelico buffet offerto dal Circolo della Vela di Palermo;Settembre – Campionato delle Isole: un paio di prove vinte ed un secondo posto nella classifica finale;Ottobre – L’appuntamento è con la Middle Sea Race. E’ qui che ho dato il meglio di me. Partenza a tut-ta birra, vele perfettamente a segno, bordi indovinati, massima concentrazione, un po’ di fortuna (abbiamo

passato lo Stretto sfruttando l’ultima spinta della ma-rea montante) e dopo quasi 2 giorni e 200 miglia per-corse ci troviamo alla boa di Stromboli primi assoluti. Non primi di categoria, ma primi, primi, davanti ad Esi-mit Europa ed a tutto il resto della flotta. Beh, mi sono sentita come il brutto anatroccolo quando scopre di essere uno splendido cigno. Peccato che dopo, da Stromboli in poi, le cose hanno incominciato ad an-dare meno bene (colpa dell’equipaggio, non mia). Un passaggio poco felice a S. Vito lo Capo ed il vento, fino a quel momento amico, che ci ha girato le spalle, hanno compromesso irrimediabilmente il nostro van-taggio …. e sono tornata nuovamente anatroccolo.Alla fine sono decima di categoria e 35esima assoluta, ma che soddisfazione aver messo paura ad Esimit….

Approfitto per salutare tutti i ragazzi che mi hanno ac-compagnato in queste avventure: Antonio Capobian-co (immancabile), Andrea Vellusi, Salvatore Aversa-no, Gabriele Nostro, Antonio d’Agostino (detto Max), Ottavio Mirra, Enzo Moriello, Emanuele Monteleone, Michel Lambertini, Simone Zaccarini, Walter Ferra-mosca, Simona Accorsi (unica femminuccia della combriccola), Claudio Lembo, Foti Davide, Zappella Antonio (detto Trappola), Gabriele Rubinetti, Mario Marino, Angelo Sorace, Guido Rotondo. L’armatore (Enrico Calvi) non lo saluto perché lo vedo già tutti i giorni. A proposito dell’armatore: mi ha promesso che nel 2013 mi porterà alla Fastnet. Sapete che l’idea comincia a piacermi?

DUFFY Un anno di altura

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Negli anni sessanta i cittadini ungheresi avevano 4 tipi di passaporto: passaporto di servizio (diplomatici, lavoratori, borsisti esteri), passaporto “rosso” valido per i paesi socialisti, passaporto blu per tutto il re-

sto del mondo ed infine il minipassaporto, quest’ultimo non era un vero e proprio passaporto: era valido solo per entrare in una striscia limitata, larga appena 15 o 20 km dello stato vicino. Serviva per mantenere o a riprendere i rapporti con quei familiari che per un capriccio della storia si trovavano al di là della linea di demarcazione nel momento in cui, dopo la seconda guerra mondiale, si decisero i confini. Noi che vivevamo circa 10km dalla frontiera jugoslava non avemmo però diritto al minipassaporto per molti anni. La Jugoslavia era considerata un paese strano, socialista sì, ma solo nei discorsi ufficiali…per il resto era troppo liberale, troppo autonomo, troppo distante dalle direttive centralizzate dell’URSS. Così dovemmo attendere fino agli anni settanta, quando finalmente ci fu concesso questa specie di lasciapas-sare. Il primo viaggio lo facemmo con la nonna, emozionantis-sima: dopo 30 anni di interdizione poteva visitare finalmente i suoi parenti al di là della frontiera. Più che una visita ai parenti fu una passeggiata nel cimitero di Cakovec : la vita e la morte hanno percorsi indipendenti dalla politica…

Dopo quel primo, memorabile viaggio con la nonna, varcai an-cora numerose volte la frontiera, ma quegli spostamenti non li avevo mai considerati dei veri viaggi all’ estero perché man-cava completamente la percezione della diversità: anche al di là della frontiera si parlava ungherese, nei negozi si poteva pagare con la nostra moneta ecc.

La sensazione di stare all’estero si percepiva solo nei bar dove si serviva la coca-cola e non la “pola-cola” che si usava allo-ra nei paesi della Comecon. Nonostante il colore uguale e il nome decisamente ambiguo – era stato sostituito il peccami-noso “COCA” con il ben più internazionalista POLA, evidente riferimento al paese produttore - nemmeno i nemici più acca-niti del socialismo potevano accusare i produttori di questa poco definibile bevanda di falsificazione deliberata: era una cosa completamente diversa. Se è possibile, era ancor più schifosa del suo “prototipo” ben più fortunato.

I nostri viaggi oltre alle visite ai parenti avevano finalità mol-to prosaiche: acquisti. Si comprava tutto ciò che in Ungheria costava di più o non si trovava: reggiseno imbottito, mutan-dine non esattamente ascellari, stoffe, filati sintetici per fare la maglia, caffè….cose così insomma. Ricordo, una volta mia madre fece quasi lotta libera con una signora ungherese per poter prendere l’ultimo capo di un orribile impermeabile mar-rone ritenuto il non plus ultra dell’eleganza.

Avevo circa 16 anni, quando uno di questi viaggi di compere si trasformò in una trasgressione vera e propria. Papà voleva ac-quistare dei pneumatici per la sua macchina, un Moszkvics di fabbricazione sovietica. In Jugoslavia si trovavano pneumatici migliori e a buon mercato, dunque un sabato, stipati in 5 nella macchina, partimmo. Eravamo in cinque perché, oltre me e mia sorella, venne con noi un amico meccanico che ci avreb-be consigliato la marca adatta. Poiché non trovammo niente nel piccolo negozietto della cittadina vicina alla frontiera, deci-demmo di proseguire verso l’interno superando non poco la striscia permessa. Arrivammo fino a Maribor. Se ci avessero beccati, avremmo perso per sempre il minipassaporto.Papà era un uomo rispettoso delle regole e nemmeno oggi capisco come mai proprio a lui venne l’idea:- Visto che ormai siamo fuorilegge, tanto vale arrivare fino a Rijeka (Fiume) così facciamo vedere alle ragazze il mare!Forse era contento per gli acquisti fatti che portarono via mol-

to meno denaro del previsto, oppure voleva far un gesto di affetto verso mamma, con la quale mica stava tanto bene or-mai, anche se il loro matrimonio continuò a trascinarsi ancora per alcuni anni.Noi ragazze, non stavamo nella pelle dalla gioia. Fu un viaggio faticoso e lento, molto più lento di quanto pre-vedemmo all’inizio. Seguendo file e file di camion-lumache su strade tortuose, arrivammo a Rijeka a notte fonda. Gli adulti erano stanchissimi, volevano solo trovare al più presto due camere libere in un alberghetto economico, lasciando noi ragazze a dormire in macchina. Oltre a risparmiare il costo dell’albergo servivamo anche come guardiane affinché nes-suno toccasse il nostro prezioso mezzo. Ci sistemammo alla men peggio sui sedili, ma non riuscivo a prendere sonno. Mi sembrava una follia sprecare la nostra unica notte in terra stra-niera chiuse in una macchina, ma mia sorella che aveva allora 14 anni ebbe paura di trasgredire le direttive di papà. Aspettai che si addormentasse e poi la chiusi in macchina. Volevo arrivare al mare. Volevo toccare l’acqua del mare. Al porto, dove arrivai dopo alcune ore di gironzolare nella cit-tà, vidi navi provenienti da lontano: africane, sud-americane - ricordo che c’era pure una nave giapponese-. Osservando i nomi e i porti di questi enormi natanti mi sembrava di vedere il globo. Il mondo che girava avvolto nella sua nebbiolina azzurra e nello stesso tempo percepivo anche me stessa come un minuscolo puntino che faceva parte di tutta questa meraviglia. Di fronte si vedevano le luci dell’Italia.Certe scale del molo mi portarono al livello dell’acqua. Allun-gai una mano, l’acqua era tiepida. Poi leccai le dita bagnate. Sapevano di sale.

Ripartimmo all’alba, riuscendo da lontano a vedere una stri-scia azzurra accecante: era il mare.

di Agi Berta

II racconto Minipassaporto

L’Autore

Agi Berta, nata a Zalaegerszeg (Ungheria) il 13/12/1952. Dopo la maturità ha studiato Tecnologia del Legno all’università di Poznan in Polonia. Si è trasferita a Na-poli nel 1974 dove ha conseguito la laurea in Filologia e Storia dell’Europa Orientale. Ha lavorato come bor-sista all’Istituto Studi Storici di Napoli, all’Università Eotvos Lorant di Budapest e all’Istituto Universitario Orientale. Ha collaborato a varie riviste con artico-li di interesse letterario o storico. Dopo un lungo ed esaltante tirocinio alla facoltà di Storia dell’Europa Orientale, spinta da motivi esistenziali, tenta altre vie lavorative e vince il concorso per l’insegnamento nella scuola media. Insegna da 30 anni come docente di sostegno nella scuola media. Accanto al lavoro non ha rinunciato alle sue due pas-sioni: la storia e la letteratura. Ha collaborato presso la casa editrice Città Nuova di Roma ad un volume sulla letteratura religiosa in Ungheria. Ha tradotto dall’ungherese racconti, poesie e il libro Epepe di Fe-renc Karinthy. Ha condotto per anni una rubrica intitolata Le malat-tie infettive nella letteratura nella rivista Le infezioni in medicina.I suoi numerosi racconti sono stati pubblicati in riviste on-line e cartacei (Testimonianza Firenze, Cogiro ergo sum Milano ecc) . Attualmente collabora con la Re-pubblica nella sezione esteri.

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Ha più di 80 anni e non li di-mostra, certo merito è an-che del restyling completo che sta subendo; Lalla, uno

Skerry Cruisers di 12,95 m, con ba-glio massimo di 1,75 m, costruito in Svezia su progetto di Gustav Estlan-der, tornerà a solcare le acque insieme alle sue coetanee dando inizio così alla sua seconda vita.Si tratta, in effetti, della più antica bar-ca olimpica in Italia, nata nel 1926 è difatti più grande di 10 anni della fa-mosissima Italia, e si trova in questo momento nei cantieri della Marina Mi-litare tra le cure dell’Associazione Life di Stefano Lanfranco.Questa tipologia di barca nata in Sve-zia appositamente per navigare tra le miriadi di isolette dell’arcipelago sve-dese grazie alle dimensioni ridotte e la grande vela, con condizioni marine non sempre favorevoli e spesso poco vento.Colpisce Lalla per le sue forme slan-ciate e lo splendido timone intarsia-to, tutta in mogano, conserva ancora nome, numerico velico e armatura ori-ginaria, con albero in legno con curva-tura in testa.Dopo aver servito con onore la patria è venuta nel 2005 in Italia, dove ha subito un primo piccolo restauro per poi riprendere a sfidare le signore del mare partecipando a Vele d’Epoca nel 2006. Dopo quasi cinque anni di abbandono, nel febbraio 2011 Lalla è stata donata dall’Ing. Franco Clemen-te, socio del Circolo Canottieri Napoli e del Rotary Club all’Associazione Life onlus per essere inserita nel proget-to “Scugnizzi a vela” e tornare così a gareggiare nel circuito delle Vele d’E-poca. Questo significa anche che il re-stauro che sarà operato dall’Associa-

zione Life sarà, come da regolamento, fatto per il 90% in maniera artigianale, a differenza delle due gemelle presenti in Italia che sono state restaurate in-dustrialmente.Specialista in restauri di barche in le-gno, l’Associazione Life non si occu-pa solo di questo, ma ha un progetto ben più ampio in ambito sociale de-nominato proprio Scugnizzi a Vela. Con il patrocinio della Marina Militare e dell’Autorità Portuale di Napoli, è il pri-mo progetto di “solidarietà realizzato in Italia nel quale sono state impiega-te ex barche della Marina Militare, per promuovere, assistere ed insegnare a persone svantaggiate, la disciplina della vela ed il restauro del legno” – re-cita il progetto. Impresa più che lode-vole dato che interamente autofinan-ziata, con il supporto di alcuni sponsor (IV Miglio e Vittoria Assicurazioni), e grazie anche all’appoggio della Marina Militare che ha loro concesso spazio e l’antica falegnameria borbonica dove è attualmente in restauro Galatea (ulti-ma barca costruita dai maestri d’ascia della Marina Militare nel 1978).Nel ringraziare l’Ingegnere Franco Cle-mente, il nuovo Com.te del Distacca-mento Costigliola Clemente; il Com.te in Capo di Taranto Ammiraglio Andrea Toscano; il presidente ANMI NAPOLI Quintino Masecchia; il Direttore Co-munità Pubblica per Minori di Nisida; il Ministero della Giustizia dott. Triola e Dirigente Ministero Giustizia dott. Forlani, Stefano Lanfranco ci tiene a ricordare che chiunque voglia aiutare concretamente l’Associazione può far dono di una barca in legno da restau-rare.www.associazionelife.it

Claudia Campagnano

Dalla Svezia all’Italia: la doppia vita di Lalla.

Un nuovo restauro per la barca più antica d’Italia.

“Colpisce Lalla per le sue forme slanciate e

lo splendido timone intarsiato, tutta

in mogano, conserva ancora nome, numerico

velico e armatura originaria, con albero

in legno con curvatura in testa.”

solidarietà a riva

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Vive a Napoli e lavora nel Sud Italia come fotografa free-lance nel campo dell’edi-toria. Da sempre appassionata di foto-grafia, inizia a fare esperienza come foto-

grafa professionista nel 1997 e diventa giornalista pubblicista nel 1999. Dal 1997 al 2000 lavora per l’agenzia fotogior-nalistica Controluce di Napoli, dedicandosi quasi esclusivamente alle news. Dal 2000 al 2010 lavora nel campo dell’editoria del turismo e dei viaggi: è corrispondente per il Sud Italia, in qualità di fotografa e redattrice, de La Ri-vista del Trekking e Viaggia l’Italia, e collabora con l’agenzia Realy Easy Star. Dal 2009 svolge attività didattica nel campo della fotografia a Napoli.Dal 2010 è docente di Tecnica Fotografica e Re-portage presso l’Accademia Creativia di Napoli.Fa parte in qualità di fotografa e photoeditor del collettivo Photonapoli. Specializzata nella fotografia di paesaggio, ha al suo attivo più di 50 servizi e 4 monografie tematiche.

Francesca Sciarra

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www.fotos.it

www.photonapoli.it

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EcoSaphira

I palamiti sono cavi di nylon (travi) lunghi fino a 100 Km ai quali sono attaccati un gran numero di lenze più corte (braccioli), fino a 3.000,

che terminano con un amo.Oltre a catturare i tonni, i palamiti causa-no ogni anno la morte di migliaia di altri animali marini tra cui specie a rischio di estinzione.I FAD sono oggetti galleggianti utilizza-ti per “concentrare” i tonni, che sono quindi facilmente pescati con ampie reti a circuizione. I FAD possono variare da semplici piattaforme di legno a com-plicati oggetti galleggianti dotati di un segnalatore satellitare e di un sonar per controllare la quantità di tonno concen-trata sotto di essi.I FAD non attirano solo i tonni ma an-che un’ampia varietà di altre specie: le catture accessorie aumentano infatti di ben 10 volte rispetto alla pesca con reti a circuizione direttamente sui banchi di tonno.Ad oggi le catture con FAD rappresen-tano circa il 70% delle catture di tonno con reti a circuizione e si stima che le catture accessorie totali potrebbero su-perare 182.500 tonnellate ogni anno.

Chi continuerebbe a comprare tonno in sca-tola se sapesse che per pescarlo vengono uccisi migliaia di squali e tartarughe?Il quesito si direbbe quasi scontato nella ri-

sposta se non fosse che sulla maggior parte delle scatolette in commercio in Italia non vi sono indica-zioni chiare a riguardo.Per questo, nel 2008, Greenpeace ha avviato una indagine sui prodotti venduti nei supermercati italia-ni, i cui risultati, tutt’altro che confortanti, sono stati resi pubblici nel dossier Tonno in Trappola.La ricerca ha dimostrato la totale mancanza di tra-sparenza da parte delle aziende produttrici: nel 93% dei casi, infatti, non è indicata né la provenienza del tonno inscatolato né il metodo di pesca utilizzato.Proprio per consentire ai consumatori di fare una scelta responsabile sarebbe di fondamentale impor-tanza dare indicazioni più precise, tanto più che la maggior parte delle aziende continua ad utilizzare metodi di pesca distruttivi, quali i palamiti e le reti a circuizione con sistemi di aggregazione, ignorando deliberatamente altre tecniche ad impatto minimo sull’ecosistema.Tali metodi di pesca indiscriminata oltre a causare il sovrasfruttamento degli stock di tonno e, cattu-rando esemplari troppo giovani, a mettere in peri-colo di estinzione alcune specie - ben cinque delle otto specie di tonno commerciali sono ormai a ri-schio - provocano la morte di migliaia di altri ani-mali quali uccelli marini, mante, squali e tartarughe danneggiando così l’intero ecosistema marino. In particolare, con il sistema dei FAD, per ogni 10 Kg di tonni catturati si pesca un Kg di altre specie ed il consumatore, non avendo la possibilità di scegliere il tipo di prodotto da acquistare, diviene inconsape-volmente complice di tali distruzioni.Greenpeace ha quindi chiesto alle aziende produttri-ci di adottare criteri di maggiore chiarezza e sosteni-bilità in vista di future e più precise direttive europee e, frutto dell’indagine avviata due anni fa, ha stilato una classifica delle aziende attive in Italia proprio in base alla sostenibilità degli attuali metodi di produ-zione e delle informazioni date al pubblico, consul-tabile sul sito www.tonnointrappola.it.Dalla stessa pagina è inoltre possibile scaricare l’in-tero rapporto sull’indagine Tonno in Trappola.

Paola Vona

Tonno in Trappola

L’inchiesta di Greenpeace ovvero ciò che leaziende non ci dicono.

foto proprietà di GREENPEACE

foto proprietà di GREENPEACE

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vele

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La passione per il mare e il fortissimo legame con i propri luoghi e le proprie tradizioni hanno por-tato alla definizione, in tempi piuttosto bevi, del primo Campionato zonale dedicato alle imbar-

cazioni armate a vela latina, poeticamente battezzato da Antonio Mussari, Direttore del Museo del Mare di Bagnoli, in riferimento ai miti legati agli splendidi posti che andrà a toccare, Circuito delle Sirene (www.circuitodellesirene.it).Numerosi i Circoli e le Associazioni coinvolte nel progetto: oltre al Museo del Mare stesso, interverranno nell’orga-nizzazione l’Associazione “Dal mare ai monti” di Salerno, il Circolo Nautico Lazzaruolo di Acciaroli, il Circolo Nautico di Sapri, il Circolo Nautico Portosalvo di Marina di Pisciot-ta, l’Associazione “Vela a Tarchia” di Sorrento e il Circolo Nautico Marina di Alimuri.Già 40 le imbarcazioni storiche che parteciperanno a que-sto particolare Circuito nato, in primo luogo, dalla forte volontà di tutelare e preservare tecniche costruttive e di navigazione molto antiche, grazie anche all’azione di re-stauro che è stata avviata per alcune delle barche iscritte, e di far conoscere, soprattutto ai più giovani, tali tesori della tradizione.Le imbarcazioni “da lavoro” con vela latina, per centinaia

di anni fondamentali per le attività di pescatori, marinai e commercianti delle coste campane, saranno quindi le protagoniste di un’ampia manifestazione caratterizzata da tradizione, cultura e, non ultimo, sano agonismo.Le vele latine torneranno a solcare le acque di casa su un percorso articolato in 14 regate da disputarsi su 7 week-end a partire dal maggio 2012 con partenza da Nisida; il circuito toccherà mete affascinanti quali Salerno, Acciaro-li, Sapri, Pisciotta, Sorrento e Meta.Per ognuna delle tappe saranno proposte, in una sorta di villaggio itinerante, numerose iniziative culturali collaterali legate alla storia della marineria ed, in particolare, della navigazione a vela latina - mostre fotografiche, convegni, presentazioni di saggi, esposizioni pittoriche, ecc – e pre-sentate le eccellenze enogastronomiche ed artigianali lo-cali in un percorso generale di recupero e valorizzazione delle memorie. Proprio in quest’ottica è nata anche l’interessante iniziati-va, avviata già da qualche mese ad opera del Museo del Mare, coadiuvato dalle Associazioni e dei Circoli organiz-zatori, di catalogazione, rilevamento, studio e divulgazio-ne del patrimonio di imbarcazioni a vela latina presenti sul territorio regionale e la realizzazione di un archivio infor-

Delfino_foto di proprietà del Club Velico di Salerno

Il fascino della tradizione nel nuovo Circuito delle Sirene.

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matico delle forme mediante una tecnica fotogrammetrica. Il progetto è stato presentato a Palermo nel corso di un in-contro tra i membri dell’Associazione dei Musei Marittimi del Mediterraneo.Non mancheranno inoltre le azioni rivolte ai giovani, che avranno la possibilità di conoscere e imparare tecniche co-struttive e di navigazione tipiche, grazie ai corsi gratuiti di vela latina che saranno avviati nella primavera 2012 a Sor-rento dall’Associazione “Vela a tarchia” , a Salerno dall’As-sociazione “Dal mare ai monti” e, per il secondo anno, dal Circolo Portosalvo di Marina di Pisciotta.

Paola Vona

San Giuseppe_foto di proprietà del Museo del Mare

La vela latina è un tipo di vela dalla forma triangolare (vela alla trina, cioè a triangolo) inventata dai cinesi duemila anni prima della nascita di Cristo e introdot-ta nel Mediterraneo dagli arabi durante il VII secolo,

sostituendo man mano le quadrate, fino ad allora in uso.E’composta da un’antenna issata diagonalmente sull’albe-ro, che la sosteneva per tutta la lunghezza, lasciando l’an-golo di scotta verso il basso. La dimensione poteva cambia-re in funzione della forza del vento. Tale tipo di vela venne utilizzata in tutto il Mediterraneo soprattutto come mezzo di lavoro e per il trasporto di merci fino alla seconda metà del XX secolo, quando fu soppiantata dalla vela bermudiana.Tra le manifestazioni veliche più importanti dedicate a quest’armo storico ricordiamo la Regata della Vela Latina di Stintino e Le Voiles Latines a Saint – Tropez, entrambe nel Circuito Mediterraneo Vela Latina.In Campania si svolge la Regata delle Tre Torri di Marina di Pisciotta ed il Trofeo De Martino di Sorrento.

p.vn. San Giuseppino_Foto di proprietà del Museo del Mare

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Assoluto punto di riferimento per studiosi e cultori della materia sia italiani che stranieri, il Centro Studi Tradizioni Nautiche conserva una tra le più notevoli raccolte specializzate sul mare e sulla navigazione

d’Europa: libri, fotografie d’epoca, riviste… tutto parla di storie di mare, di grandi personaggi, di competizioni memorabili e della grande passione che spinse, nel 1999, un gruppo di soci della sezione di Napoli della Lega Navale a fondare il Centro, andando così a colmare una mancanza piuttosto rimarchevo-le per una città dalla spiccata indole marinara quale Napoli è.In poco più di 10 anni, la raccolta, frutto di pazienti ricerche e donazioni, è cresciuta velocemente e, attualmente custodita nella sede di via Sedile di Porto, è stata dagli stessi fondatori che ancora gestiscono il Centro in maniera del tutto volontari-stica, opportunamente ordinata e catalogata per rendere tale patrimonio sempre più accessibile e semplice da consultare.La vasta biblioteca offre migliaia di volumi suddivisi in ben tren-tasei diversi settori: dalla storia della navigazione alle biografie, dall’archeologia marina alle regate e ancora: meteorologia e oceanografia, modellismo, narrativa, portolani e così via, fino a toccare tutti i campi dello scibile marinaresco. A questa ric-ca biblioteca si affiancano numerosi archivi fotografici e au-diovisivi e la grande raccolta dei periodici sia italiani che esteri, sempre catalogati con precisione a partire dall’indicizzazione degli articoli, il cui fiore all’occhiello è, senza dubbio, la colle-zione completa dal 1897, unica in Italia, della rivista Lega Na-vale, affidata al Centro dalla Presidenza Nazionale della Lega Navale, di cui è in corso l’opera di digitalizzazione, attuata dai volontari del Centro.

Il Centro Studi Tradizioni Nautiche:

il patrimonio che l’Italia ci invidia.

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Alle raccolte presenti in sede si aggiungono poi le col-lezioni private di libri, reperti e documenti, possedute da privati o altri enti con cui il Centro ha accordi speci-fici per la messa a disposizione del materiale, sempre catalogate e inserite nel vasto database, tra le quali la ricca Biblioteca della Rivista Marittima.Il Centro oltre all’opera di raccolta, catalogazione e archiviazione del materiale d’interesse, cura interes-santi attività di ricerca e approfondimento, presentate in pubblicazioni, e organizza seminari, conferenze, in-contri tematici e moduli didattici per studenti, al fine di divulgare tale patrimonio di conoscenze.L’attività di ricerca storica è stata ufficialmente ricono-sciuta anche dal Ministero per i Beni e le Attività Cul-turali che si affida proprio agli esperti del Centro per l’individuazione e la certificazione di barche storiche.Un Centro di studio e ricerca di tale portata, nato dall’i-niziativa di pochi appassionati, grazie ai quali continua ad esistere e crescere, non può che essere fonte di orgoglio per la città che purtroppo, come spesso avvie-ne, non sembra ancora intuire e comprendere appieno l’unicità di tale patrimonio raccolto con passione e de-dizione, e messo a disposizione di tutti.

Il Centro Studi Tradizioni Nautiche è in via Sedile di Por-to, n.33 ed è visitabile il martedì e giovedì dalle 9,30 alle 15,00.Tel: 081 4206364 - email: [email protected]

Paola Vona

Ha sede a Napoli ed è una realtà unica

I numeri del Centro:

6.100 volumi catalogati e consultabili in sede

5.800 volumi catalogati e consultabili presso terzi

224 testate nazionali ed estere catalogate e consultabili in sede per un totale di11.700 numeri di riviste specializzate

800 fotografie

200 filmati

700 documenti

36 settori di catalogazione del materiale

8 pubblicazioni tematiche

Fotografie proprietà del Centro Studi Tradizioni Nautiche

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taSimpatica, allegra e amichevole regata fra persone che intendono lo yachting nel modo giusto (quello professionistico e adirato lo lasciamo ad altri). Questo è lo spirito che anima la “Coppa America di Sorrento”, scherzosa parodia di quella importante.Anche quest’anno la manifestazione, organizzata dal-la Lega Navale sez.di Sorrento con il circolo Alimuri di Meta e location offerta dal Circolo Nautico Marina della Lobra di Massa Lubrense, che ha materialmente messo a disposizione l’accogliente ambiente del cir-colo stesso e le sue cucine.L’aspetto culinario è risultato di pari importanza a quello sportivo poiché l’evento è nato proprio dall’i-dea di un velista appassionato ovvero Enzo, titolare della vide osteria Pub America sita alla frazione Priora di Sorrento, che ha curato l’aspetto culinario..La regata prende in un certo senso spunto, goliar-dicamente, dalle regole di match race proprie del-la Coppa America: i testa a testa si sono disputati nell’ambito di due squadre ed, oltre al vincitore della squadra, c’è stato anche un Trofeo Challenger per il miglior distacco dato al proprio avversario diretto, proprio come in Coppa America.Tale trofeo verrà rimesso poi in palio l’anno successi-vo. Il trofeo quest’anno è andato a “Mahatma”, Stag 32 del sottoscritto, per merito sopratutto del timonie-re, Francesco Massaro, già noto alle regate locali e attualmente partito per disputare la ARC con la sua Pipaluk.All’anno prossimo dunque! Ginetto Esposito

Sarà il Circolo Nautico Torre del Greco, presieduto da Aldo Seminario, ad organizzare la prima edizione del “Campionato Nazionale Under 19” di vela, battendo la concorrenza di ben 85 club italiani che avevano richiesto lo stesso evento nelle loro aree di compe-tenza. La notizia, ufficiosa da alcuni mesi, è stata resa ufficiale nei giorni scorsi direttamente dalla FIV. L’appuntamento è a partire dal 20 agosto con le re-gate che coinvolgeranno circa 250 imbarcazioni ed 800 persone tra atleti, accompagnatori, giudici e per-sonale di terra e mare. Aperto alle classi Laser Radial, 420, RS:X Youth, Ho-bie Cat 16 SPI, 29er il Campionato rappresenta i tri-colori delle classi olimpiche e di interesse nazionale, una sorta di mini-Olimpiade della vela italiana. “Si tratta - spiega Gianluigi Ascione, vicepresidente del Circolo Nautico Torre del Greco e delegato Fiv per l’altura - del primo Campionato per queste categorie di classe e atleti under19. Un’occasione per speri-mentare capacità organizzative, per sviluppare co-noscenze tecniche e favorire amicizie tra equipaggi, avvicinando i giovani ai team di vertice o agli ex com-ponenti della squadra olimpica”. Tra i primi a com-plimentarsi con il Circolo Nautico Torre del Greco, il consigliere delegato allo Sport della Regione Campa-nia, Luciano Schifone, che alla recente festa del Coni campano ha sottolineato quanto sia prestigioso un evento del genere per la città e l’intera regione. “Con-statare che sia stato assegnato a Torre del Greco e quindi alla Campania un evento sportivo di richiamo per i giovani provenienti da tutta Italia – sottolinea il consigliere Schifone – è senza dubbio motivo di or-goglio per chi è impegnato da anni a diffondere i sani valori sportivi tra le nuove generazioni. Si tratta anche di un’occasione importante per le risorse turistico-ricettive di cui è ricca la zona vesuviana”. Il Circolo Nautico Torre del Greco vanta una prestigio-sa tradizione velica. Dal 1970 è affiliato alla FIV e dal 1973 ha vissuto un forte sviluppo sociale e sportivo grazie ad un gruppo di soci particolarmente attivi ed affiatati, fra i quali Gianfranco Busatti presidente del sodalizio e vice presidente FIV nonché Team Leader alle Olimpiadi di Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008. Risale al 1976 il primo Campionato Italiano 420 organizzato nello specchio d’acqua torrese, apripista di una serie di manifestazioni sportive che si sono susseguite di anno in anno così come avviene per i raduni ed i corsi rivolti agli istruttori FIV attualmente organizzati. Il Circolo Nautico Torre del Greco ha 350 soci iscritti ed è membro del Comitato Circoli Velici Napoletani e del Comitato “Vele di Levante”.

Ufficio Stampa Circolo Nautico Torre del GrecoEmanuela Sorrentino

Coppa America….Videosteria

Assegnati a Torre del Greco i Campionati Italiani Under 19Il Circolo Nautico si prepara al prestigioso evento di fine agosto

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regataContinua a pieno ritmo il XXXI Campionato Invernale di Roma che, organizzato dal Circolo velico di Fiumi-cino, ha preso il via il 30 ottobre scorso con circa 115 imbarcazioni partecipanti. La seconda prova, svolta il 13 novembre, è coincisa con la regata di solidarietà “Sull’onda per un sorriso”, organizzata dalla Capitaneria di Porto – Guardia Co-stiera di Roma, e destinata a finanziare l’Associazione Volontari dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.Il Trofeo di beneficenza è stato assegnato ai primi classificati di ogni Classe.Lo stesso giorno è stato inoltre assegnato il classi-co Trofeo Scuole Vela andato nella Classe regata a Nessun dorma - Scainetti Sail ed, in seconda e ter-za posizione, Kartofell Pettirossi - Federico Pisano e Puravida - Cascone Giancarlo. Nella classe cro-ciera veloce si è classificato primo Fintonto - Velate-am, seguito da un’altra imbarcazione di Scainetti Sail - Giada e, al terzo posto, Jolly Roger Sipro - Claudio Castaldi. Una sola scuola nella classe Crociera con l’imbarcazione Plutonio di Ignazio Barone mentre tra le Vele Bianche la scuola vela del Circolo velico di Fiu-micino l’ha fatta da padrone piazzando 3 barche nei primi tre posti in classifica: Falù, Twelve e Zucchero e Cannella.La terza giornata di Campionato è stata caratterizzata perlopiù da condizioni meteo sfavorevoli a causa di un grecale di 7 nodi andato via via diminuendo: sol-tanto la classe regata e le Vele Bianche, con percorso ridotto, sono riuscite a terminare la prova.Stessa sorte anche per la quarta giornata, domenica 11 dicembre, ultima in programma per il 2011: pre-senti alla partenza circa 10 nodi di vento in costante in diminuzione al punto da non permettere lo svol-gimento della seconda regata. L’appuntamento per la prossima giornata di Campionato è l’8 gennaio, durante la quale sarà assegnato il Trofeo Campione d’Inverno - Deutsche Bank.Per visualizzare tutte le classifiche del campionato in-vernale di Roma: www.saphiranews.it

Paola Vona

Campionato Invernale di RomaTrofeo Deutsche Bank

Chiuso l’autunnale di Vele di levante Chi la dura la vince e dopo un’altra giornata di niente di fatto a causa della mancanza del vento per l’atte-sissima tappa dello scoglio d’Ercole, si è concluso con un recupero il Campionato Autunnale di vele di Levante.12 le miglia previste di percorso da Piano di Sorrento a Torre del Greco, ma poi accorciate dal comitato di Regata naturalmente a causa del poco vento che ha spirato debole per tutta la prova, infatti con non più di tre nodi hanno dovuto disputarsi questo titolo le 35 barche in gara. Onore dunque ai vincitori di giornata Bolina per la classe ORC A, Borkum Riff classe ORC B, Patch per i Minialtura, Masaniello in libera A e Arca in libera B. E se il campionato è stato un po’ sottotono per i ca-pricci del meteo, non sono mancati i fasti alla pre-miazione, avvenuta anche se solo sulla base di due regate, che si è svolta alla reggia di Quisisana a Ca-stellammare di Stabia.Durante la serata sono stati consegnati i fondi rac-colti con la regata Challenge dei comuni per la ricer-ca contro il cancro, e presentato il libro fotografico che raccoglie delle belle immagini del primaverile e dei focus di carattere storico sui partecipanti a Vele di Levante.Il prossimo appuntamento è a marzo con il Campio-nato primaverile che spera nell’assistenza di Eolo.

Claudia Campagnano

Classifica generaleVELA DI LEVANTE

Orc.AFirst Lady, Micciariello, Tai TaiOrc BEccù, Belle, Borkum RiffMinialturaMary Poppins, Grande Vento, PatchLibera AMy Dreams, Masaniello, Lupo AlbertoLibera BRefola, Mon Soleil, Thule.

foto di Circolo Velico Fiumicino foto di Tony Costa

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Mentre fervono i preparativi perché sia tutto pronto ad ospitare il prossimo aprile uno degli atti del match race più noto al mondo, il fascino del combat-

timento uno-contro-uno è stato anticipato, dai fly degli otto equipaggi impegnati nel Campionato Zonale Match Race V Zona.Ad ospitare l’evento, il Circo del Remo e della Vela Italia, da tempo attento a questa particolare di-sciplina, già Centro Federale Zonale Match Race, sotto l’esperta guida di Alfredo Ricci, Umpire internazionale, specializzato nei match race, alle spalle arbitraggi in Coppa America e in tutte le manifestazioni internazionali di rilievo.Con l’ottimo arbitraggio degli Umpire Monti, Sor-renti, Tosello, coordinati dal perfetto Chief umpire Ferdinando Picariello, due giorni di combattimen-ti, Valerio Mereghini si laurea Campione Zonale Match race.Vince, 2-0, contro l’equipaggio femminile di Ca-milla Marino, l’unico che gli ha imposto una scon-fitta.Una finale interessante soprattutto nel primo match, in cui Mereghini si avvantaggia della pena-lità inflitta in partenza alla Marino che è più veloce ed avanti. L’equipaggio femminile che ha segnato con questo appuntamento anche il rientro, dopo la pausa imposta dalla maternità, di Carolina Ren-dano, perde i match proprio nell’esecuzione della penalità.Secondo lo scorso anno, Valerio è già stato cam-pione zonale nel 2006, in una finale al cardiopal-ma contro Sabina De Martino. Anche quello fu un combattimento ricco di penalità e recuperi chiuso sul filo di lama con un vantaggio di metà imbar-cazione.Di questa edizione va segnalata la presenza del giovane Mattia De Rosa, proveniente dai 4.20, da poco affacciato al match, già dimostra di averne la stoffa; tra i non giovanissimi, un forte Davide Gallo salernitano da filo da torcere ai suoi avversari.

Antonella Panella

Match race: Marino-Mereghini,

finale combattuta per il titolo di campione

della V zona

Concluso il Campionato Autunnale Meteor

Si è concluso il 19 novembre il Campionato Au-tunnale Meteor, con la vittoria di Bloody Mary, di Antonio Affabile, timonato da un costante Carlo Tiberi che ha costruito il successo con

determinazione fin dal primo giorno di regate.Bravo nella conduzione con poco vento, che ha ca-ratterizzato il campionato, ha tenuto testa al Re di Cuori di Gianluca Albano, che schierava un equipag-gio di tutto rispetto con Riccardo Improta alla barra, Andrea Lupoli e lo stesso armatore.Bronzo a Titina la Strega, di Raffaella Borriello arma-trice fedelissima da oltre dieci anni alla classe.La flotta di Napoli con orgoglio ha ospitato, nelle pri-me prove del campionato, il team di Pekora nera, imbarcazione di Davide Sampiero, della flotta di La Spezia, a Napoli per il trofeo del Timoniere, istitui-to, quest’anno dalla classe. Testimone della vittoria dell’equipaggio Spezino, ha potuto così brindare con Davide, Alessandro e Daniele.Week-end movimentato invece quello conclusivo, che nonostante il poco vento, ha visto equipaggi ag-guerriti.Qualche precedenza negata e non si sono evitate Ti-tina la strega e aqua o vin? di Fabio Murena.Regolamento alla mano, gli scontri non sono stati meno duri tra Improta su Re di Cuori e la nuova mi-naccia alla zona podio Claudia Ruberti, leader di ‘A fenestella.Ma a terra i meteoristi si dimostrano sempre sosteni-tori e amanti della pace, tesi al piacere conviviale; una stretta di mano ha risolto le divergenze nate in mare, lasciando più tempo per godere, alla premiazione, della ospitalità, sempre calorosa, offerta dalla Lega Navale di Napoli, affidata all’efficiente e premuroso Nostromo Pasquale De Angelis.

Antonella Panella

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regataInvernale: bel giro di boa per il Campionato più atteso del golfo

foto di Tony Costa

Va in vacanza per le feste Natalizie, con un primo bilancio positivo, il 41° Campionato Invernale d’Altura di Napoli: sostenuto da due sponsor di rilievo, 55 barche iscritte,

tre trofei assegnati e l’entusiasmo dei regatanti che, quest’anno, stanno sperimentando il nuovo format con cui il tradizionale campionato si è rinnovato.Se i circoli organizzatori restano gli stessi, dopo anni di onorata carriera, il Presidente della V zona, Gio-vanni Pellizza, ha ceduto la carica di Presidente del Comitato Organizzatore ad un validissimo Coman-dante Clemente Costigliola, e quella di Presidente del Comitato di Regata al giovane ma esperto ed eccel-lente ufficiale di regata Alfredo Ricci, umpire di rilievo nazionale ed internazionale, noto sui campi di regata di Coppa America e di tutte le manifestazioni di altis-simo livello.Ad appassionare e stimolare gli iscritti, le innovazioni che hanno interessato lo svolgersi delle prove: au-mentate nel numero e accorciata la distanza da co-prire, sono rese più tecniche dalla scelta di percorsi adeguati alle dimensioni delle imbarcazioni, e da par-tenze separate per ciascuna classe.Contribuisce alla crescita tecnica di quella parte della flotta napoletana che regata solo nel golfo, l’introdu-zione del cancello di poppa, e la scelta del Comita-to di Regata di considerare lo stesso come ostacolo all’arrivo, per la classe 3, rappresenta un ulteriore tec-nicismo nonché valido allenamento tattico per quelle imbarcazioni che invece ambiscono confrontarsi sui circuiti nazionali ed internazionali Orc.Altra interessante novità è rappresentata dalla pre-senza in acqua degli Ufficiali di Regata, che scorag-gia la presentazione di proteste infondate, e spinge all’uso dello strumento della auto-penalità in caso di violazioni del regolamento.Valorizza la flotta la presenza di alcune imbarcazioni oriunde di tutto rispetto: in classe 0-2, il Campione del Mondo x 41 in carica, Sideracordis di Pier Vector Grimani, ed Extra 1 di Giuseppe Massimo Barranco proveniente da Gela. In questa ventata di novità ha spiegato le vele il Cam-

pionato Invernale di Napoli, con Coppa Arturo Pacifi-co organizzato dal Circolo del Remo e della Vela Italia. Un grecale sostenuto ha fatto credere che l’inverno fosse giunto ed invece poco vento e temperature miti hanno caratterizzato il Trofeo Ralph Camardella del Circolo Canottieri Napoli ed il trofeo Gaetano Marti-nelli del Club Nautico della Vela.In classe 0-2 la classifica provvisoria è timonata da Saphira di Raffaele Archivolti, condotta da Paolo Cian, seguita da un’ottima Malafemmena di Arturo di Lorenzo, e da Raffica, di Pasquale Orofino, campione italiano in carica classe X 41.Vincitore degli ultimi due trofei Scugnizza del “Cap” Enzo De Blasio, armatore dell’anno.Soddisfatto l’armatore ed Alberto Grippo randista e velaio di Scugnizza nonché sponsor del campionato, dichiara “La barca sembra rispondere bene alle mo-difiche che stiamo apportando a vele ed alla attrezza-tura in vista della nuova stagione”.Argento provvisorio all’Ottavo Peccato di Alberto Bracci, che veloce al Pacifico sembra aver sofferto il vento debole delle ultime prove.Terzo X-Tension, di Roberto Guerrasio.Perfetto, in classe 4-5, Suakin di Francesco Golia che ha collezionato tante vittorie quante sono state le prove svolte. Lo seguono Laega di Lorenzo Carboni e Vagamondo di Raffaella Borriello. In categoria Mi-nialtura comanda Roberto d’Angerio ed il suo White Magic seguito dal costante Artiglio di De Pasquale La Pegna ed Ilyfe di Fulvio De Simone.

Antonella Panellafoto Saphira

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Un maestrale intenso ha costretto a rimandare l’or-mai tradizionale Trofeo Telethon, regata organizzata dalla Lega Navale di Napoli abbinata al noto evento Telethon per la raccolta di fondi destinati alla ricerca

sulle malattie genetiche.Scrupoloso il Comitato di Regata, issata l’intelligenza a terra, con cui ha preservato i regatanti, più volte, nel tentativo di ri-uscita dell’evento, ha effettuato dei sopralluoghi recandosi sul campo di regata con la barca comitato.Data la natura festosa dell’evento, ha dovuto arrendersi all’evi-denza e rimandare la regata al prossimo 14 gennaio.È continuata invece la maratona di solidarietà con cui la Lega Navale di Napoli in collaborazione con la Marina Militare Italia-na, ormai da 17 edizioni porta il suo contributo alla fondazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, e come tradizio-ne , nel pomeriggio, i fondi raccolti dalle quote di iscrizione del-le imbarcazioni partecipanti, nonché dai proventi della raccolta straordinaria in cui i soci si sono impegnati, sono stati devoluti presso la filiale di piazza dei Martiri della Banca Nazionale del Lavoro, da sempre sostenitrice dell’evento. “Telethon sceglie, da sempre, di associare la propria immagi-

ne a quella dello sport – spiega il prof. Andrea Ballabio, scien-ziato di fama internazionale e direttore dell’istituito Telethon di Genetica e Medicina - e i motivi sono tanti. Innanzitutto, nello sport, come nella ricerca, è importante la competizio-ne, la lotta per arrivare primi. Noi ricercatori combattiamo per sconfiggere la malattia, gli sportivi per battere gli avversari. Ma quella dello sport è anche un’immagine positiva, legata indis-solubilmente al concetto di salute fisica.”L’avv. Alfredo Vaglieco, Presidente della Lega Navale di Napoli risponde: ”siamo convinti che contribuire alla raccolta fondi per una causa importante come la lotta alle malattie genetiche sia preciso dovere di ciascuno di noi. Da persone che ama-no e vivono il mare, portiamo avanti questo impegno come sappiamo fare: mettendo in acqua le nostre barche a vela e gareggiando nel Golfo di Napoli.”Ancora una volta il cuore sportivo non ha deluso e i fondi rac-colti, nonostante il momento congiunturale davvero non favo-revole, sono stati soddisfacenti.

Antonella Panella

REGATA TELETHONRobusta come il maestrale, che ha rinviato

le procedure di partenza, la solidarietà dimostrata dai velisti attenti

alla ricerca sulle malattie genetiche

foto di Francesco Rastrelli

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La 19° edizione del Trofeo Marcello Campo-basso si conferma da record. La manifesta-zione velica ad invito riservata ai giovani velisti della Classe Optimist (timonieri nati negli anni

dal 1997 al 2001) - che si svolge come di consueto ai primi di gennaio con chiusura all’Epifania - quest’an-no supera i numeri che l’hanno resa una delle regate internazionali più note con oltre 250 atleti iscritti. Venti-cinque le nazioni coinvolte a dimostrazione dell’ampio respiro internazionale: Albania, Austria, Belgio, Bul-garia, Croazia, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Grecia, Israele, Italia, Macedonia, Marocco, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Russia, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e Ungheria. Oltre al prestigioso Trofeo Marcello Campobasso, viene asse-gnato il Trofeo Challenge Unicef, che premia il timonie-re primo classificato tra i nati nel 2001. Il concorrente regolarmente classificato proveniente da più lontano riceve invece, uno speciale riconoscimento intitolato a Branko Stancic, membro della Giuria Internazionale del Trofeo Marcello Campobasso sin dal primo anno della sua edizione. Il Circolo Savoia, dal 2010, ha aggiunto un premio per la vela in “rosa” con la Targa d’argen-to Challenge intitolata a Irene Campobasso, moglie di Marcello Campobasso, che viene assegnata alla con-corrente 1° classificata. Cosi il Presidente del Circolo Savoia, Pippo Dalla Vecchia si esprime con evidente emozione sulla manifestazione “Grazie ai notevolissimi sforzi profusi dal Circolo a partire dal lontano 1993 e grazie al sostegno degli sponsor campani che da anni ci sono vicini, riusciamo a realizzare un sogno per centi-

naia di ragazzi stranieri. Abbiamo noleggiato più di 150 barche perché dobbiamo fornire a tutti i partecipanti un livello tecnico della competizione assolutamente inop-pugnabile. Non possiamo fermarci, anche se la fatica è immensa e quasi non sappiamo più dove sistemarli, io non negherò mai a nessun giovane la possibilità di venire a Napoli a regatare. Questa è la più straordinaria regata che la Classe Optimist può vantare”. Oltre 115 i timonieri italiani di cui 20 napoletani. Otto i portaco-lori del Reale Yacht Club Canottieri Savoia. Tra i nomi spicca quello di Luigi Michelini, uno dei più promettenti velisti della scena campana, che ha già vinto nel 2008 il Trofeo Unicef e gareggia quest’anno tra gli Junores. Tra gli stranieri si nota la carovana della Grecia con ben 22 partecipanti; segue la Turchia con 14 timonieri poi Bulgaria – new entry della manifestazione – Svezia e Svizzera con dieci iscritti.Il Trofeo Marcello Campobasso gode del patrocinio del Comune di Napoli e Assessorato allo Sport, della Federazione Italiana Vela e della Associazione Italiana Classe Optimist e si svolge con il sostegno di: Banco di Napoli S.p.A., Berna, Ferrarelle, Garnell, MN Metropo-litana di Napoli S.p.A. e Original Marines.Per la new generation non poteva mancare il gruppo su Facebook. Trofeo Marcello Campobasso – Optimist Naples è lo spazio virtuale dedicato alla manifestazio-ne per scoprire in anteprima tutte le novità, seguire i risultati delle regate, pubblicare post nella community virtuale e vedere le foto più belle della manifestazione.

Veronica Cardella

foto di Francesco Rastrelli

Alla carica delle 25 nazioni al 19° Trofeo Marcello Campobasso

regata

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Museo del Mare

Il 1 Dicembre scorso è avvenuta la cerimonia di intitolazione della Biblioteca del Museo del Mare di Bagnoli alla piccola Simonetta Lamberti, la bambi-na di 11 anni che nel 1982 fu uccisa casualmente da un killer della camorra nel corso di un attentato il cui obiettivo era il padre, il giudice Alfonso Lam-berti.

Progettazione nautica

Si è spento a 86 anni Epaminonda Ceccarel-li, padre della progettazione nautica moderna. A raccoglierne l’eredità il figlio Giovanni, apprezzato designer, appena riconfermato presidente dell’As-sociazione Progettisti Nautica da Diporto.

Minialtura

partirà a febbraio 2012 la nuova edizione del cam-pionato Minialtura, arricchita di due appuntamenti rispetto allo scorso anno e con l’aggiunta anche a maggio del Campionato Minialtura Nazionale d’A-rea del Tirreno, che non rientrerà nello zonale ma sarà organizzato dallo stesso Comitato Minialtura del Golfo di Napoli.

Mondiali Perth

tre i salernitani del circolo Canottieri Irno che han-no preso parte ai mondiali di Perth. Marco Gallo per la classe laser che ha anche fatto sua la qua-lificazione dell’Italia alle olimpiadi di Londra , Egon Vigna tecnico della nazionale di vela e Alfredo Ric-ci arbitro internazionale di Match Race.

Modellismo

torna il Trofeo Punta Campanella per la IV edizio-ne la classe internazionale modellismo 1 metro. Il 15 gennaio 2012 la competizione si svolgerà nel Lago Miseno.

Pasquavela

La manifestazione si svolgerà dal 5 al 9 aprile nell’argentario. Organizzata dalla Yacht Club Santo Stefano vedrà gareggiare le seguenti imbarcazio-ni imbarcazioni cabinate con valida certificazione IRC (standard o semplificata) e ORC (International o Club). I Monotipi: J24, Este 24, Comet 21. Le iscrizioni si chiudono il 24 maggio.

Punta Campanella

Ai primi di gennaio quattro tartarughe caretta ca-retta sono state salvate da dei pescatori nel Golfo di Salerno, che le hanno portate al centro di primo soccorso Tartanet. Le fortunate tartarughe sono stare ora affidate alle cure della stazione zoologica Anton Dhorn di Napoli, il loro rilascio è previsto in primavera.

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AI A fine anno un bilancio decisamente po-

sitivo per l’Unione Vela d’Altura Italia-na, il numero di soci e di certificazioni dallo scorso anno è rimasto invariato,

ma a fronte di questa stabilità è incrementata la presenza complessiva nelle regate, traino di questa cifra sono stati soprattutto i campionati invernali. Molto positivo anche il bilancio del-la flotta che non solo si è comportata più che bene in tutte le regate, ma ha anche fatto raz-zia di titoli, tra cui quelli del mondiale, sia per le imbarcazioni piccole che grandi.“Molta la soddisfazione anche che percepiamo da parte dei soci nei confronti dell’associazio-ne – ci ha detto il presidente dell’UVAI Fran-cesco Siculiana – poiché abbiamo curato con attenzione le attività, prodigandoci sopratutto per quelli che sono i bisogni di un’ associa-zione di classe, cosa che continueremo a fare durante anche il prossimo anno”.Per l’anno a venire sono poi previste alcune novità: come richiesto dall’ORC, infatti, sono state cambiate le classi, ci sarà una classe A con solo le barche grandi tra i 48 e più di 50 piedi, poi per le grandi una prima e una se-conda classe, mentre per le piccole una terza e una quarta classe, ed anche per la quarta classe sarà previsto un titolo.La federazione e l’ORC hanno entrambe ac-cettato la richiesta che durante le regate im-portanti ci siano i giudici su tutte le boe.Si è deciso poi di mantenere stabili i prezzi delle certificazioni, nonostante l’aumento delle royalties.Inoltre l’Uvai sta predisponendo una lettera in cui invita il Ministro dei Trasporti e delle Finanze a far si che le barche che fanno attività nazio-nale ed internazionale godano di uno sconto del 50% sulla tassa di stazionamento varata dal nuovo governo.Infine sono state confermate tutte le regate più importanti, tra cui l’attesissima Giraglia che si correrà anche in ORC e l’europeo che sarà di-sputato a Punta Ala.

Claudia Campagnano

Tempo di bilanci: A chiusura di anno ecco le novità UVAI per la prossima stagione

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N ell’immaginario collettivo il camino riesce a ripor-tarci da solo ad un’ atmo-sfera calda, accogliente

e romantica con effetti di estrema suggestione.Da primario metodo di riscalda-mento degli ambienti, ha poi as-sunto nel corso del tempo valenza artistica ed architettonica sempre maggiore trasformandosi in un vero e proprio oggetto di arredo.La ricerca e l’innovazione nel cam-po delle tecnologie utilizzate e dell’industrial design hanno di fatto modificato gli elementi tradiziona-li che caratterizzavano i camini. Il moderno focolare ha abbandonato definitivamente lo schema usua-le di piedritti –architrave- canna e comignolo integrandosi con solu-zioni vivaci ed eleganti in ogni tipo di ambiente domestico dal living alla camera da letto. Grazie anche all’impiego di combustibili biologici come il bioetanolo ricavato da so-stanze vegetali, non necessitano obbligatoriamente di canna fuma-ria e le ditte specializzate hanno enormemente diversificato l’offerta proponendo oltre ai modelli a pa-rete quelli freestanding da terra e sospesi.Le soluzioni proposte in queste pagine, danno massimo rilievo alla visibilità della fiamma e sono di grande impatto per gli ambien-ti. Contemporaneamente sono di grande valenza funzionale. Contri-buiscono infatti, con un alto rendi-mento, bassi consumi ed attenzio-ne all’ecosostenibilità al risparmio energetico delle nostre case.Con un corpo stufa di forma sfe-rica ruotabile a 90° e orientabile a seconda delle esigenze Fire ball della Nordica è rivestita in elementi

di ceramica colorata, senza che il retro possa essere spiacevole da guardare.Di forma squadrata e lineare, carat-terizzato dalla vista passante della fiamma su entrambi i lati Boheme di Maison Fire si installa liberamen-te in qualsiasi ambiente. Accattivante l’idea di un cami-no all’aria aperta come Fuochino, sempre di Maison Fire perfetto an-che in esterno con una forma di un maxi vaso bianco o nero, e gli accessori per l’aromaterapia. Nella versione pop art decorata vivace-mente da Willow su supporto in pvc resistente al calore o in smalto diventa vera e propria opera d’arte.Sboccia dal pavimento Tulip di Fire place con un modello delicato ed una forma ispirata alla natura che offre soluzione inusuale e raffinata.Esplorando quei sistemi che sod-disfano anche esigenze funzionali, Skemabox di Antonio Lupi presen-ta in un unico blocco lineare e ri-goroso, un braciere ed un comodo vano, all’interno del quale stivare la legna, che così scompare dal suo tradizionale posizionamento a vi-sta.Offrono soluzioni personalizzabili con schermo tv LCD 37” e siste-ma dolby virtual surround, collega-bile con altri apparecchi della casa come Home Cinema e pc per la navigazione su internet, i camini Hitech di MCZ come Scenario. In un’unica cornice di acciaio verni-ciato, un termo camino nella ver-sione alimentata a gas con vetro temperato anteriore viene integrato ad una vera e propria postazione multimediale con tv lettore dvd de-coder etc.

Roberta Errico

l’anima di ogni luce…

il fuoco

“Da primario metodo di riscaldamento degli ambienti, ha poi assunto nel corso del tempo

valenza artistica ed architettonica sempre

maggiore trasformandosi in un vero e proprio oggetto di arredo.”

Boheme di Maisonfire

Fireball di Nordica

S

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“Attualmente è predominante la soluzione del camino inserito nell’arredo che ha perduto la funzione propria del riscaldamento e che, inserito in una parete attrezzata, svolge una funzione puramente decorativa”

Tulip di Biò fireplace

Stile & Design

[email protected]

SD

&

Scenario di MCZ

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Sebbene oggi i camini possano essere personalizzati a piaci-mento non sono esattamente come un qualunque altro pezzo

di arredamento e per installarli in un appartamento si devono rispettare dei requisiti oggettivi e altri legati al buon senso.Tuttavia non vi è una posizione ide-ale per installare il camino ed in fase di progettazione vengono valutati tutti gli aspetti a secondo che prevalga-no scelte di tipo funzionali,tecniche o estetiche,che giocano un ruolo impor-tante negli ambienti nei quali si proce-derà con l’installazione.Quelle che di seguito leggerete sa-ranno naturalmente delle indicazio-ni di massima, che possono variare, specialmente in relazione alle diverse tipologie offerte dal mercato moderno.Nelle stanze rettangolari è abbastanza tradizionale inserire il camino al centro

di uno dei lati lunghi. Può essere usa-to per dividere una grande stanza in due ambienti più confortevoli, magari con usi diversi, ad esempio pranzo e salotto. I caminetti bifrontali o ad isola svolgono egregiamente questa funzio-ne e consentono la visione del fuoco da qualunque punto della stanza.Le stanze di forma irregolare presen-tano particolari problemi soprattutto se poi il camino è inteso anche come fonte di riscaldamento, Bisognerà fare in modo che la sua collocazione sia visibile dalla maggior parte possibile dell’ambiente. In ogni caso può con-venire scegliere di scaldare l’ambiente con una tipologia per convezione, ol-tre che per irraggiamento.In locali di piccole dimensioni il cami-no d’angolo offre spunto a soluzioni originali specialmente l’uso di forme a base rotonda o poligonale, più difficili da inserire su pareti piane. In tal modo si concentra la visuale in un luogo normalmente periferico dell’ambien-te, consentendo una più semplice di-sposizione degli altri arredi sulle pareti rimaste libere.Grande libertà formale con i moderni e leggeri materiali a disposizione. Si possono creare cappe che scendono dai soffitti, focolari tondi o dalle forme più svariate, che si prestano a separa-re in due ambienti più raccolti uno più grande. Il camino centrale è comun-que una scelta impegnativa e il resto dell’arredo e degli elementi anche strutturali dovrà essere armonizzato con esso.Attualmente è predominante la solu-zione del camino inserito nell’arredo che ha perduto la funzione propria del riscaldamento e che, inserito in una parete attrezzata, svolge una funzione puramente decorativa.Anche le linee di percorso determinate dalle porte di ingresso e dall’arreda-mento influenzano la scelta della col-locazione all’interno di un ambiente. Il focolare dovrebbe essere collocato in modo che il ‘traffico’ attraverso la stanza non tagli lo spazio tra esso e l’abituale sistemazione di divani e pol-trone per ospiti e familiari.

Roberta Errico

“In locali di piccole dimensioni il camino

d’angolo offre spunto a soluzioni originali

specialmente l’uso di forme a base rotonda o poligonale,

più difficili da inserire su pareti piane. In tal modo si

concentra la visuale in un luogo normalmente

periferico dell’ambiente, consentendo una più

semplice disposizione de-gli altri arredi sulle pareti

rimaste libere”

Fuochino di Maisonfire

l’usoper

istruzioni

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L’ Ufficio Storico della Marina Mi-litare ha in corso di pubblicazio-ne un’opera di quattro volumi dal titolo “Storia della Marina da

Guerra dei Borbone di Napoli”. Il lavoro è il frutto di una paziente ricerca d’ar-chivio che gli Autori, Antonio Formicola e Claudio Romano, hanno condotto per oltre trent’anni presso istituzioni nazio-nali ed estere.Nel primo volume, uscito nel 2005, ven-gono tratti in 752 pagine (suddivisi in due tomi) gli avvenimenti accaduti dal 1734 al 1799. In esso, gli Autori hanno tratteggiato, in modo chiaro ed esau-stivo, la nascita di una Forza Armata in uno Stato finalmente autonomo ancor-ché ancorato ad una impostazione che lo rendeva molto simile alla Spagna di inizio ‘700. Una parte importante del volume è dedicata alla nascita del Can-tiere di Castellammare di Stabia (1783), impianto voluto dal John Acton per re-alizzare una Marina da Guerra di livello europeo che potesse dare lustro ad una nazione giovane, collocata al centro del Mediterraneo, quindi con un “potere marittimo” potenzialmente elevato.Nel secondo volume, pubblicato nel 2010, sono racchiusi gli avvenimenti accaduti dal 1799 al 1830 vale a dire dalla nascita della “Repubblica Parte-nopea” alla morte di Francesco I. Nelle 830 pagine che costituiscono questo secondo elaborato (anch’esso suddivi-so in due tomi), tra l’altro viene trat-tato un periodo storico che, sebbene mol-to importante e ricco di avvenimenti, è stato sempre poco studiato e rara-mente riportato in altre pubblicazioni. Il riferimento è al decennio (1806-1815) duran-te il quale la Corte borbonica si trasferì in Sicilia per sfuggire alle orde napoleoniche e murattiane che occu-

parono la parte continentale del Regno. Durante quel decennio la Real Marina (questo era il nome dell’Armata di Mare del Borbone di Napoli), fu impegnata in una vera e propria “guerra” che la vide costantemente contrapposta alle unità franco-napoletane, in operazioni lontane dalle basi di partenza.Entrambi i volumi pubblicati sono arric-chiti da un copioso corredo iconografico costituito non solo da foto di opere d’ar-te a tematica navale, ma anche da ta-belle, riproduzioni e ricostruzioni digitali di documenti d’epoca, quadri sinottici e organigrammi funzionali molto interes-sati quanto esplicativi che conferiscono all’opera un aspetto diverso dal classico libro di “storia”, rendendolo più accatti-vante, di immediata percezione e sicu-ramente meno monotono o tedioso.Gli Autori hanno in corso di realizzazione il terzo volume che, in tre tomi, tratter-rà del periodo compreso tra il 1830 ed il 1870. A loro dire, sarà il volume più importante in quanto conterrà anche la “cronistoria documentaria” (inedita) de-gli avvenimenti relativi all’impresa gari-baldina che getteranno una nuove luce sull’Unità d’Italia. La sua pubblicazione è prevista per la fine del 2013. Infine, il quarto volume sarà di appendice e con-terrà argomenti che non potevano esse-re suddivisi con criteri cronologici non-ché importantissimi dati statistici come il “repertorio del naviglio” (in quattro ver-sioni), l’elenco dei responsabili della For-za Armata, i bilanci e tanti altri dati che serviranno a delineare una “fotografia” nuova ed esaustiva su una realtà che è stata la vera genitrice dell’attuale Marina Militare.

LA MARINA DA GUERRA

DEI BORBONE DI NAPOLI

andarperlibri

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Ecco qualche consiglio per gustare del pesce crudo.Mi trovavo sulla rotta Sorrento-Ibiza e a fine battuta di pesca avevamo a bordo cir-ca 30 chili di tonno alalonga e pinna gial-la, una quantità enorme da dividere per 6 membri dell’equipaggio...

-Dopo aver pescato:-Lasciare il pesce legato per la coda per far perdere sangue, altrimenti la carne risulterà amarognola-Pulire le interiora e raffreddare il pesce in frigorifero: una volta raffreddato il pesce sarà più’ facile da sfilettare-Sfilettare ed asciugare bene la carne prima di riporla nuovamente in frigorifero

Tartare di tonno su mela

Una prima idea mi è venuta apren-do la cella frigorifero della barca: c’erano mele e maggiorana…

Ingredienti:TonnoOlio di oliva e.v.Sale e pepeMaggioranaMele

Procedimento:1. Tagliare il filetto a piccoli dadi, condire semplicemente con sale, olio di oliva e.v., un pizzico di pepe e qualche foglia di mag-giorana se presenti in cambusa2. Lasciare marinare almeno dieci minuti in frigorifero3. Al momento di servire, tagliare delle fet-tine di mela, preparare con 2 cucchiai delle polpettine fatte con il tonno (che gli chef chiamano chenelle) e servire!

(Per evitare che la mela si annerisca, pas-siamo una fetta di limone sulla superficie)

Gianluca Ferrante

[email protected]

rotte di gustoR

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Sette opere per la Misericordia

Sette artisti contemporanei, di respiro internazionale, Marisa Albanese, Carlos Araujo, Sandro Chia, Fluvio Co-lusso, Mimmo Jodice, Clifford Ross e Charles Skatpin, ognuno con la propria sensibilità, hanno donato un’ope-ra che descrive il tema della misericordia, in modo tra-sversale e nelle varie modalità e tecniche espressive che ogni artista interpreta. Le opere saranno esposte fino al 19 Febbraio 2012, nella chiesa del Pio Monte della Mi-sericordia, accanto ai maestri ‘antichi’: Caravaggio, Balli-stello Caracciolo, Giordano, Santafede e Azzolino.www.piomontedellamisericordia.it

I luoghi e la memoria del paesag-gio

La mostra “I luoghi e la memoria del paesaggio”, visita-bile fino al 31 maggio 2012, è il secondo appuntamento espositivo dell’inedito patrimonio d’arte della Provincia di Napoli, in deposito temporaneo presso il Pio Monte della Misericordia dal 2008.Il tema di quest’anno è il paesaggio del nostro territo-rio restituito da Giacinto Gigante, Pietro Fabris, Anton Sminck van Pitloo, Raffaele Carelli, Franz Vervolet, Nicola Fabbricatore e altri importanti paesaggisti tra Otto e No-vecento.Alcuni dipinti verranno affiancati dalle suggestive fotogra-fie di Salvatore Esposito che ha individuato i medesimi punti di vista dei pittori, offrendo l’immagine attuale de ‘i luoghi e la memoria del paesaggio’.Pio Monte della Misericordia - Ufficio Quadreria e Archi-vio Storicowww.piomontedellamisericordia.it

La Fabula dello Mago Virgilio

Il 28 Gennaio ed il 24 Febbraio l’Associazione culturale Mani e Vulcani in collaborazione con Napoli Sotterranea porterà in scena lo spettacolo narrato “La Fabula dello Mago Virgilio… di come tutto ebbe inizio” alla scoperta della Napoli del mito, dei simboli incantati e, soprattutto, di Virgilio, poeta e mago, santo e dannato.Segno dopo segno, sarà narrata l’incredibile storia del portentoso mago che scelse proprio la città come luogo di eterno riposo. Napoli Sotterranea, p.zza San Gaetano 68 - NapoliPrenotazione obbligatoria con posti programmati: 081.019.82.35 - 340.423.09.80www.manievulcani.it

Connessioni inattese alla Libreria Treves

La Libreria Treves, nell’ambito della V edizione de Le Connessioni Inattese “La Frontiera, l’Ignoto, l’Eresia”, appuntamento ideato dall’Associazione Culturale Altanur e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici per appro-fondire tematiche interdisciplinari, organizza interessanti incontri a tema.Il 17 gennaio, 7 febbraio e 13 marzo alle ore 17.30 si svolgeranno i reading a cura di Corrado Valletta “Rac-conti di viaggio: la Frontiera e l’Ignoto”.Il 31 gennaio, 28 febbraio e 27 marzo alle ore 17.30 si terranno invece gli incontri “L’Eresia nell’Arte” a cura di Marco Fabbricatore.Libreria Treves, Piazza del Plebiscito - Napoliwww.leconnessioninatese.com

I corsi degli chef Gambero Rosso

Tutti gli appassionati di cucina saranno soddisfatti dei numerosi corsi amatoriali ideati e realizzati dagli chef di Gambero Rosso in programma per i mesi di gennaio e febbraio presso la Città del Gusto di Napoli.Davvero ricco il menu: dalla colazione, per imparare a creare muffin, brioches e plumcake, ai primi piatti in tutte le salse; dai risotti più originali alle tradizionali lasagne e zuppe; dai menu creativi non solo a base di carne e pe-sce ma anche pensati per i vegetariani, alla pasticceria per allietare l’ora del thè. Da non dimenticare inoltre gli speciali corsi dedicati al menu di San Valentino e al Carnevale, i 3 incontri dedicati all’ABC della pasticceria e “Piccoli Chef crescono” per trascorrere un’allegra domenica in famiglia tutti insieme ai fornelli.Tutti i corsi si terranno a Napoli presso la Città del Gusto, Via Coroglio 57/104.Per informazioni: www.cittadelgusto.it

Da scugnizzi a marinaretti

La mostra foto-documentaria “Da scugnizzi a marinaret-ti. L’esperienza educativa della Nave Asilo Caracciolo. 1913-1928”sarà ospitata nella luminosa città di Salerno, presso la Pinacoteca provinciale, palazzo Pinto, via dei Mercanti. La mostra sarà visitabile fino al 5 febbraio con il seguente orario: 9.00 - 19.45.

gendaA

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catta il mare

S

Secondo

classificato

Marina Prinzivalli

MenzioneSpeciale

F. T.

Terzo

classificato

PabloDel Gado

Questo mese Scatta il mare ha sceltouna foto scattata a Zante da

Gianni SacchiProtagonisti Fabrizio Sacchi e Risotto

Questa rubrica nasce per chi ha la passione

della fotografia: tutti possono

partecipare, basta mandare le immagini

all’indiriz zo mail: [email protected]

La redazione, qualora l’autore esprima il suo

consenso, utilizzerà le fotografie ricevute

nei numeri successivi della rivista a scopo

illustrativo, riportando sempre

in calce il fotocredito.

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Arpi Costruzioni Srl80133 Napoli - Via R. Bracco, 45tel. +39 081 5521385 fax + 39 081 [email protected] - www.arpicostruzioni.it

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