In centro numero di dicembre 2013

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DITORIALE E 1 • Aurelio Amendola • Fernando Melani • Pistoia arte e cultura • Il Natale in città Iscrizione al Tribunale di Pistoia n. 6/2011 del 22 novembre 2011 La rivista del Centro Commerciale Naturale di Pistoia Natale Speciale in questo numero:

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La rivista del Centro Commerciale Naturale di Pistoia

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• Aurelio Amendola• Fernando Melani

• Pistoia arte e cultura• Il Natale in città

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La rivista del Centro Commerciale Naturale di Pistoia

NataleSpeciale

in questo numero:

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Livia DonatiFoto Gabriele Acerboni

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Main Partners

Direttore responsabileGiuliano Bruni

RedazioneAlessandro BenigniMariarita BoscaratoCamilla FerriAlessia FrasconiJacopo GolisanoMarco LeporattiScira Pratesi

Hanno collaboratoEnrica AgostiniMassimo BaldiClara BegliominiLuca GirolamiRossella ForcioneDiletta Severi

Grafica e impaginazioneGiacomo Carobbi

FotografieGabriele Acerbonipp. 9, 10, 11, 16, 17, 19, 24Carlo Chiavacci pp. 14, 15Lucia Giannecchini pp. 3,4,5Riccardo Petrini pp. 21, 22

StampaTipografica A.G. sncdi Baldazzi Gian Luca & C.

DOVE PUOI TROVARE LA RIVISTA?Nei negozi del centro o comodamente a casa tua. Oppure puoi consultare e scaricare la rivista sul sito

www.pistoiacentrocommercialenaturale.it

Livia DonatiFoto Gabriele Acerboni

In Centro – Dicembre 2013 n. 6

Editoriale«Fa’ che il tuo dono s’accresca in me ogni giorno»Pistoia e i suoi personaggiAurelio AmendolaPistoia storie di commerciantiGenerazioni a confrontoSpeciale NataleConsigli, proposte e idee regalo per il Natale 2013Pistoia e i negozi del CCNTutte le attività del CCNPistoia arte e culturaLa Casa-studio di Fernando MelaniPistoia arte e culturaVia degli Orafi e la Galleria Vittorio Emanuele

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Comunedi Pistoia

OMMARIOSPistoia da gustare500 anni e non sentirli

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Pistoia da gustareLe ricette dei nostri ristoranti

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Pistoia storie di sportHockey Club Pistoia

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Pistoia eventiPistoia Christmas in light

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Pistoia eventiGli altri eventi in città

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Pistoia e le sue botteghe storicheSauro e Assunta

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21 20TIRATURA 20.000 COPIE

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DITORIALEE 2

«Fa’ che il tuo donos’accresca in me ogni giorno»Questo l’auspicio di Natale del Centro Commerciale Naturale

A cura del Centro Commerciale Naturale di Pistoia

Se c’è un messaggio che il Natale, nel suo puntuale ri-presentarsi, può mandare a tutti noi è quello che la crisi (ogni crisi) può e deve essere vissuta anche come il ter-

reno fertile per una rinascita. E che questa rinascita si nutre di uno degli impulsi più nobili: l’impulso a donare, senza dubbio più vero e radicato nel cuore dell’uomo rispetto alla brama di possedere.«Fa’ che il tuo dono/s’accresca in me ogni giorno», scrive Um-berto Saba in una poesia dedicata al Natale. E – diciamolo con una punta di sarcasmo – quale miglior auspicio potrebbero far proprio gli amici commercianti del Centro Commerciale Na-turale?Il centro storico della nostra città è protagonista di una stagio-ne di continua rivitalizzazione culturale e sociale. Giorno dopo giorno, vediamo le strade e le piazze della città acquistare l’a-spetto – sul piano della partecipazione, della vitalità, della pro-fusione di iniziative ed eventi – che ogni Centro Storico del nostro paese dovrebbe avere. Il Centro Commerciale Naturale ha avuto, sta avendo e avrà un ruolo decisivo in questo quadro. Il Natale rappresenta a suo modo il vertice festoso di questo percorso, il momento in cui l’unione tra spirito d’impresa e ge-nerosità, tra commercio e comunità raggiunge il sommo grado.I commercianti del Centro Storico si sono adoperati in que-ste settimane per approntare i propri spazi espositivi nel modo più accogliente e attraente possibile, ma anche per permettere la realizzazione dell’innovativo allestimento natalizio cittadi-no, una vera e propria installazione d’arte nel cuore del Centro storico destinata a interagire in maniera inconsueta con la città e i cittadini. Oggi più che in altri periodi dell’anno, impresa e commercio significano anche fantasia, passione, gusto, bellezza. Comprare un regalo di Natale non è un rituale noioso, da vivere come una costrizione. Donare è il più antico dei gesti e ha biso-gno di attenzione, di spazio, di cura.Ai nostri lettori diciamo allora: affidatevi ai nostri commercian-ti, fatevi guidare dalla loro passione, dal loro patrimonio di sa-pere, dal loro impegno. Un pomeriggio di shopping in città non è solo un’esperienza di acquisto, ma anche un felice frammento di vissuto nel cuore della città e – ma sì: esageriamo! – nel cuore del Natale. «Si può resistere a tutto, tranne che alle tentazioni», scriveva Oscar Wilde, il quale non era uomo frivolo, ma appassionato alla bellezza di ogni cosa, anche dei dettagli (pare che sul letto di morte abbia esclamato: «o se ne va questa tappezzeria, o me ne vado io!»). Cedere alle tentazioni, di tanto in tanto, è bene. E avere a cuore la bellezza delle cose, anche questo è bene. A Natale, è quasi un dovere.

Sergio BarghiniNicola BiagioniSimone BovaniGiuliano BruniPaolo CeccarelliEnrico CiardiRenzo CipollariPaolo CiulliGiovanni GirolamiEmilia MariniMassimiliano MariottiAlessandro OlmiSergio TricomiClaudia VenturiniSandro Zampini

Info pointTel: 334.1041474 E-mail: [email protected]

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IL CONSIGLIO DIRETTIVOCentro Commerciale Naturale

(in ordine alfabetico)

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quanto riguarda artisti del passato, invece, il primo approccio fu con Giovanni Pisano.

Qual era l’offerta di mostre fotografiche dedicate all’arte nel nostro paese, all’epoca? Che cosa è cambiato in questi anni?In quegli anni, in Italia, nessuno faceva mostre fotografiche. An-che da un punto di vista tecnico, la fotografia non era quella di

ISTOIA E I SUOI PERSONAGGI

ominciamo raccontando i suoi esordi di fotografo d’arte.L’inizio della mia attività nel mondo dell’arte risale

al 1968, quando Arrigo Valiani e io, con una mostra fotografica presso il suo bar, riportammo Marino Marini, allora al culmine della sua carriera artistica, a Pistoia. Marino viveva già a Milano ed era molto tempo che non tornava nella sua città natale. Per

L’arte nell’obiettivodi Aurelio AmendolaGli esordi, l’interesse per l’arte contemporanea e i progetti futuri

Cdi Jacopo Golisano

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ISTOIA E I SUOI PERSONAGGIPadesso: eravamo tutti autodidatti, non c’erano scuole di fotografia. Anche oggi mentre un fotografo americano riesce a vivere realiz-zando fotografie e mostre, in Italia è più difficile. Le mie foto, ad esempio, non sono da arredamento, ma da collezionisti. Le foto di architettura o di paesaggio sono più accattivanti da esporre in casa; mentre quelle di De Chirico o Warhol esigono un pubblico appassionato e, anche quando le mostre hanno successo, non è facile venderle.

Le foto esposte nel suo studio comprendono i suoi lavori più importanti. Per esempio, ci rac-conti qualcosa di Burri.Quando lo conobbi, nel 1976, la-voravo per Pericle Fazzini, grande artista che avevo conosciuto qui a Pistoia, alla fonderia Michelucci, autore della Resurrezione collocata nell’Aula Paolo VI, altrimenti detta Aula Nervi, in Va-ticano. Mentre ci trovavamo a Roma, gli chiesi se era possibile conoscere Burri. Fazzini, semplicemente, mi rispose: «Abita in Passeggiata di Ripetta». Fu così che ci recammo da lui. In quel periodo, Burri doveva recarsi a Tokyo per una mostra, così deci-demmo che ci saremmo rivisti tre o quattro mesi dopo. Il primo approccio fu questo.

Quale fu il primo lavoro che realizzò su di lui? Quali erano i vostri rapporti personali?Il mio primo lavoro riguardante Burri, che è anche il mio lavoro più importante, fu “La combustione”: una sequenza di foto che lo ritraggono mentre lavora all’opera omonima. Questa sequenza è stata poi messa in mostra, a Nizza, presso la galleria di Antonio Sapone. È stata la prima volta che Sapone, gallerista, fra gli altri,

di Picasso, Hartung, Giacomet-ti, ha messo in mostra l’opera di un fotografo. Nonostante Burri avesse un carattere schivo, da quest’esperienza nacquero una grande stima e amicizia. An-davamo insieme alle partite di

calcio, abbiamo girato il mondo insieme. Ogni tanto vado ancora a Città di Castello, dove ha sede la fondazione che porta il suo nome.

In generale, lei ha sempre tentato di stabilire un rapporto per-sonale con l’artista che ritraeva?Per me, con gli artisti, non era mai un fatto meramente lavorativo. Non mi è mai piaciuto fare un clic e andarmene; miravo a svilup-pare un rapporto personale.

Con gli artisti, non era mai un fattomeramente lavorativo. Non mi è mai piaciuto fare un clic e andarmene

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Ci parli di Warhol, come lo conobbe?Warhol l’ho incontrato due volte. Allora vivevo a Milano, dove avevo casa con Finotti e altri amici e collaboravo con vari giornali. Dissi al settimanale “Oggi”, dove conoscevano il mio lavoro, che mi sarei recato negli Stati Uniti e loro si mostrarono interessa-ti alle foto che questo viaggio avrebbe potuto fruttare. Giunto a New York, chiamai la segretaria di Warhol, la quale, fra l’altro, era di Parma. Quando mi chiese chi ero gli dissi di annunciar-mi come il fotografo di Marino Marini e che volevo fotografare Warhol nel suo studio; il giorno dopo, mi fu aperta la porta. Devo dire che fui fortunato: in occasione di quel viaggio negli USA, fotografai anche Roy Lichtenstein e Larry Rivers. A quei tempi non li aveva ritratti nessuno. Il secondo incontro avvenne nel ‘86, sempre a New York. Ho poi realizzato di essere stato l’unico o comunque uno dei pochi fotografi al mondo ad aver fotografato Warhol al lavoro nella famosa factory.

Lei è si è sempre mosso tra Michelangelo e Donatello da un lato e Burri, Warhol e altri contemporanei dall’altro. Perché questo itinerario eterogeneo?Semplicemente, mi annoio. Se mi occupassi sempre soltanto di Michelangelo e Donatello impazzirei. Ci provo a parlare con loro, non mi rispondono. Così sento la necessità di rivolgermi a Par-miggiani, Ceroli, Cucchi, Paladino, oppure di occuparmi di archi-tettura, come ho fatto. La mia fortuna consiste proprio nel poter spaziare in ambiti diversi.

Come percepisce i fotografi odierni e il loro lavoro? Ci sono grandi differenze rispetto alla sua generazione? Quelli della mia generazione continuano a definirsi fotografi. Io rispetto il lavoro di tutti, ma preferisco continuare a lavorare in camera oscura, con le lastre, anche se il mercato oggi richiede spesso di lavorare in digitale, io sono legato alla fotografia rigoro-samente in bianco e nero e in analogico. I lavori sugli artisti li ho realizzati a colori perché, a quei tempi, questo era necessario per pubblicare le foto sui giornali.

In questo periodo, quali progetti ha in corso? Si è conclusa da poco una mia esposizione presso l’abbazia di Rosazzo. La mostra, che il 27 dicembre si sposterà a Montevi-deo, comprende due sezioni; Michelangelo/sensualità e passione, contenente trenta foto da me selezionate su Michelangelo, e Gli

artisti/e lo spazio cronologico dell’azione, dedicata invece ai ritrat-ti di grandi artisti contemporanei: “La combustione di Burri” che abbiamo già citato, Parmiggiani che frantuma un labirinto di cristallo, Nitsch che realizza i suoi quadri col sangue di bue, Marcello Jori che si dipinge di nero, Emilio Vedova al lavoro, ri-coperto di colore, Mario Ceroli mentre indossa due grandi ali di farfalla ritagliate nel legno. Questa mostra era già stata ospitata dalle gallerie Marconi e de’ Foscherari; ma quella di Rosazzo è una versione ampliata. In generale, progetti ce ne sono tan-ti, occorrono però i soldi per realizzarli. Certamente non posso perdere tempo a rimuginare su quello che ho fatto quarant’anni fa, devo andare avanti.

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ISTOIA STORIE DI COMMERCIANTIP 6

Cammino veloce lungo via degli Orafi, la strada che conduce nel salotto buono della nostra città. Appena raggiunta la piazza mi sof-fermo, alzo lo sguardo e mi ubriaco di tanta bellezza. Entro quasi in punta di piedi e osservo lo scorrere di una giornata qualunque.Un gruppo di ragazze cattura il mio sguardo, sono adolescenti se-dute sui gradini del Tribunale. Vorrei continuare il mio cammino ma non ci riesco. Mi sento stranamente attratta. Allora mi siedo in disparte a guardarle. Sono completamente assorte ognuna nel proprio cellulare ultimo grido con il quale smanettano a velocità su-personica. Nelle orecchie hanno l’auricolare per ascoltare la musica. Si scambiano qualche parola, qualche risatina ma con lo sguardo sempre incollato a quell’aggeggio. I loro zaini stracolmi sono am-mucchiati al loro fianco. Il loro abbigliamento si assomiglia molto: pantaloni attillati, grande sciarpa, giacchetto e stivaletti. I loro oc-chi sono ben truccati, le loro labbra dipinte così come le unghie. Improvvisamente, il mio pensiero vola lontano e sorrido. Quanto eravamo diversi!Fino alla metà degli anni ’60 per una ragazza indossare i pantaloni era quasi scandaloso, però avevamo la minigonna e a scuola anda-vamo la mattina con il viso acqua e sapone. I nostri libri erano legati con una cinghia e in cima al mucchio avevamo tutti il nostro fido diario. Per le ricorrenze dei morti, di Natale e Pasqua, eravamo fiere e orgogliose di poter rinnovare il nostro abbigliamento, magari un cappotto, una gonna con camicetta o un paio di scarpe.La nostra settimana era scandita da ritmi ripetitivi, la scuola, i com-piti e poco altro. Non mancavano però le attività sportive oppure la danza o la musica. Le nostre uscite, dopo i compiti, si limitava-no a una passeggiata per le vie della nostra città. Andavamo a fare merenda con un pezzo di pizza con mozzarella o pomodoro in via della Madonna oppure acquistavamo un panino con salsina in via degli Orafi dove oggi si vendono confetti. Durante l’inverno era tappa obbligata una fetta di castagnaccio o cecina che compravamo in via Carratica. La domenica mattina, in città, c’era un viavai nelle numerose pa-sticcerie e ognuno usciva con il pacchettino colorato contenente il

dolce o le paste appena acquistati.La domenica pomeriggio usavano molto le feste in casa. Si orga-nizzavano nel salotto. Il tavolo veniva spostato in un angolo e sopra troneggiavano bottiglie di aranciata, spuma, succhi di frutta, tar-tine e dolci fatti in casa. Il mangiadischi era collocato sopra a un tavolinetto con il mucchio dei 45 giri ognuno nella sua foderina di carta. Le sedie venivano messe appoggiate al muro intorno alla stanza. Tutto era pronto. Piano piano arrivavano ragazzi e ragazze e la stanza si riempiva. Il cuore batteva all’impazzata quando en-trava il nostro “lui”. Allora incominciavamo a fremere, sognare, a fantasticare, complice anche la musica con quei “lenti” che facevano spegnere le luci.Altro divertimento della domenica era andare al cinema in città. Avevamo numerose sale, il Lux, il Globo, l’Eden, il Verdi e poi ma-gari all’uscita tutti in via del Duca a mangiare una pizza.Intorno ai 17-18 anni andavamo a ballare la domenica pomeriggio in una delle numerose sale da ballo. La scelta del locale era mol-to influenzata dal complesso che suonava e, ovviamente, dal suo repertorio di musica. Il sabato sera, era in voga il Dopolavoro fer-rovieri vicino alla stazione. Potevamo prenotare un tavolo dove, se-dute, aspettavamo la fatidica domanda: balli? E alle nove iniziava il ballo. A mezzanotte in punto l’orchestra suonava la musichetta che dichiarava la fine della serata, e tutti immancabilmente facevamo il coro del “nooooo!”. Durante l’estate si ballava fuori nella pista del pattinaggio e gli orari erano gli stessi.Se qualcuno avesse aperto il cassetto dei sogni di ognuno di noi, vi avrebbe trovato sicuramente le stesse cose: terminare gli studi, trovare un lavoro, acquistare una casa e formare una bella famiglia. Tutto questo forse perché, allora, la società dava queste certezze.Le ragazze si muovono e io ritorno al presente. Sicuramente il loro cassetto dei sogni non è così ordinato come lo era il nostro.Riprendo il cammino attraverso la piazza con il suo meraviglioso campanile che dall’alto, impassibile, ha visto e vedrà avvicendarsi infinite generazioni, ognuna con la propria indelebile impronta. Oggi tutto intorno a noi è in movimento. L’effimero, la continua ricerca dell’apparenza fanno parte della nostra vita. Il progresso tra-volge e sconvolge e tu non puoi e non vuoi rimanerne fuori. Tutto questo, però, ci rende insoddisfatti, fragili, vulnerabili, insicuri e soli. Allora ogni tanto dobbiamo soffermarci magari in un luogo come questo a mettere ordine nella scala dei valori e pensare che le cose semplici, le cose che hanno fondamenta solide, sfidano il tempo e fanno la grande bellezza della vita.

Generazionia confrontodi Enrica Agostini

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NataleSpeciale

Consigli, proposte e idee regalo per il Natale 2013.A cura dei commercianti del Centro Commerciale Naturale.

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Il Natale è uno dei periodi più

belli dell’anno: la gente si riversa

nelle strade, chi per una semplice

passeggiata, chi per trascorrere

del tempo con gli amici e chi alla

ricerca del regalo perfetto. La vita

frenetica però ci ha portato a considerare il momento

della scelta del regalo quasi un problema da ovviare

all’ultimo minuto. Ma anche in questo caso la fretta

è una cattiva consigliera. Per evitare di inciampare in

scelte avventate un valido consiglio è quello di parti-

re per tempo. Un punto fondamentale nella scelta è

pensare alla persona che lo riceverà, ai suoi gusti, al suo

stile di vita e alle sue esigenze. Una cosa che fa sempre

piacere ricevere è qualcosa di utile. Cerchiamo di predi-

ligere cose che rimangono. In tempi di crisi lo spreco del

denaro è meglio evitarlo e l’utilità viene sempre apprez-

zata.A proposito di risparmio, cerchiamo di sfruttare le

occasioni. Per far ciò bisogna avere a disposizione il

tempo necessario per trovare le offerte. Attenzione

però, ponderate bene le scelte, non fatevi ingannare dal

prezzo scontato o ribassato e soprattutto, se qualcosa

non potete permettervela, basta un semplice omaggio

floreale, credetemi, è sempre cosa gradita.

Il regalo idealedi Rossella Forcione (www.acupofme.com)

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NataleSpeciale

Molti affrontano il problema con il famoso “riciclo”,

ma al giorno d’oggi l’unico riciclaggio che va di moda

è quello che serve a rispettare l’ambiente! È preferibi-

le anche un oggettino di poco valore, purché sia fatto

davvero con l’intenzione di accontentare chi lo riceve.

Un settore che vende tantissimo durante il periodo

natalizio è quello dell’abbigliamento: maglie, panta-

loni, cappelli o sciarpe, sono regali che vanno sempre

di moda, però siamo sicuri che quello che stiamo

acquistando sia alla moda? Le tendenze della prossi-

ma stagione sono chiare: per quanto riguarda i colori

uno tra tutti il nero: un vero e proprio black out, nero

ovunque, dagli abiti alle gonne, dai pantaloni fino

ai biker boots! Un colore questo che dona un’allure

misteriosa, sensuale, facilmente abbinabile a ogni

accessorio. Un evergreen tra i colori più di tendenza è

rappresentato dal grigio, polvere, fumo di Londra, can-

na di fucile, cenere, ardesia, cemento. Tra le nuance

più hot del prossimo autunno/inverno, che non può

assolutamente mancare nel guardaroba, il blu elet-

trico. Sul tema “fantasie” il ventaglio di proposte è

decisamente ampio: non smette di mietere consensi

la stampa animalier. Anche il tartan è indubbiamente

uno dei motivi più in voga della stagione. Sempre in

tema di fantasie troviamo il camouflage di ispirazio-

ne militare, ma in versione quasi couture lo vediamo

proposto anche in abiti estremamente femminili. Un

timido accenno alla primavera è dato invece dalle

stampe floreali; con un tono un po’ più nostalgico e

romantico rispetto alla passata stagione, i fiori sono

anch’essi uno degli elementi principali per la moda

di questo freddo inverno. Insomma, di proposte ce

ne sono tante! Anche in questo il consiglio è sceglie-

re questo tipo di regalo solo e se si conoscono bene i

gusti della persona, per cui optate per l’abbigliamento

solo se certi di fare cosa gradita.

Decisione cruciale, poi, è rappresentata dal biglietto di

auguri: è necessario? Va bene quello già compilato o

è preferibile personalizzarlo? Se si tratta di un regalo

divertente fa piacere quando è accompagnato da un

biglietto spiritoso. Se il regalo è più personale è meglio

scrivere di proprio pugno un pensiero. Se vivrete il

momento della scelta del regalo con la festa nel cuo-

re, sicuramente sotto l’albero ce ne saranno tanti che

non vedranno l’ora di essere scartati!

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HOTELArtemura Residence - Via P. Bozzi, 8Residenza d’epoca Puccini - Vicolo del Malconsiglio, 4

BENESSERE, PARRUCCHIERI ED ESTETICAErboristeria Casa della Salute - Galleria Nazionale 11Parrucchiera Patrizia - Largo Molinuzzo, 5

ABBIGLIAMENTO, PELLETTERIA E ACCESSORIAbbigliamento Razzo - Via Tomba di Catilina, 11Activa Vintage Store - Via della Madonna, 73Arcobaleno - Via Curtatone e Montanara, 53Attitude - Via Pacini, 59Barghini Moda - Corso Gramsci, 17Barghini Moda - Via Cavour, 12Belmonte Camice - Via Bozzi, 20Club Voltaire - Via Bellaria, 1Club Voltaire - Via Curtatone e Montanara, 20Evergreen Abbigliamento - Via Cino da Pistoia, 18Franco Melani - Piazza Leonardo da Vinci, 1Franco Melani - Via della Madonna, 2Guercini Abbigliamento - Via Atto Vannucci, 2King - Via Carratica, 5La Bisca - Via Carratica, 31L’Arte della Camicia - Via del Can Bianco, 12Marella - Via Bozzi, 1/3Mariangela - Via Carratica, 19/21Pelletterie Andreini - Via Orafi, 56 c/o Galleria Vittorio EmanueleAbbigliamento Gey - Viale Petrocchi, 183/185Pelletterie Max Pell - Via della Madonna, 21Pellicceria Carli Eugenia - V. Curtatone e Montanara, 28Street 67 - Via Carratica, 67Venturini Claudia Pelliccerie - Via dei Giardini, 5

CALZATURE E ACCESSORIFrosini Calzature - Piazza Leonardo da Vinci, 20Pietro l’Artigiano - Via Buozzi, 15Tricomi Calzature - Via Panciatichi, 9Tricomi Calzature - Via Cavour, 47

ABBIGLIAMENTO BAMBINOPrimi Anni - Via Carratica, 83

ABBIGLIAMENTO INTIMOBelinda - Via Carratica, 18Intimo Mariotti - Via Pacini, 6/10/12Monti - Via Atto Vannucci, 35

ABBIGLIAMENTO E ARTICOLI SPORTIVIScout - Via degli Orafi, 19Dreamstore - Via della Madonna, 35

GIOIELLI, ACCESSORI E RIVENDITA OROGioielleria Panconesi - Via Cino da Pistoia, 3G’old Point - Via di Porta al Borgo, 64Gonfiantini Swarovski - Via Atto Vannucci, 36

OTTICAOttica Barbieri - Via Curtatone e Montanara, 34Ottica Bruni Cav. Aligi - Via Roma, 20/22Ottica Fotorama - Via Atto Vannucci, 8/10/12Ottica Giambene - Via Nemoreto, 2

LIBRERIELibreria Mondadori - Via Cino da Pistoia, 14

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ALIMENTARI ENOGASTRONOMIAAlimentari Marco e Federica - Via della Provvidenza, 35Antica Norcineria Orsi - Piazza della Sala, 13Cipollari Norcineria - Piazza della Sala, 17Cipollari Norcineria - Via dei Fabbri, 10Enoteca da David - Via Carducci, 25Forno Ballati - Via dei Fabbri, 2Frutta e verdura di Luconi Marco - P.za Leonardo da Vinci, 39I Sapori della Bottegaia - Via di Stracceria, 4Macelleria Bisogni Giovan Battista - Via di Stracceria, 10Macelleria De Santis e Natali - Piazza della Sala, 18Macelleria Equina - Piazza della Sala, 12Non solo Vino - Via Dalmazia, 60Rosticceria Gelli - Corso Gramsci, 10Sauro e Assunta Frutta e Verdura - Piazza della Sala, 18I Salaioli - Piazza della Sala, 20/21/22Supermercato Stazione - Via Vittorio Veneto, 5

BAR e RISTORAZIONEBar gelateria San Paolo - Via Carratica, 11Caffè Cantina Garibaldi - Via del Can Bianco, 60Caffè Manzoni - Piazza Civinini, 3Caffè Michi Wine Bar - Piazza del Duomo, 7 Caffè Ristorante Diversorium Cavour - Via Cavour, 41Caffetteria Museo Marini - Corso Silvano Fedi, 32Espresso Giada - Largo Molinuzzo, 9Frisco - Piazza San FrancescoGrand Cafè Le Damier - Via della Madonna, 8I Salaioli - Piazza della Sala, 20/21/22La Bottega Dell’Arte - Piazza dell’Ortaggio, 4La Caffetteria di Via Roma - Via Roma, 30Osteria La Bottegaia - Via del Lastrone, 17Pasticceria Armando - Via Curtatone e Montanara, 38Pizza Pizza - Via della Madonna, 2BPizzeria Il Pollo d’Oro - Via Frosini, 132Ristorante Birreria La Degna Tana - Piazza della Sala, 1Ristorante CacioDivino - Via del Lastrone, 13Ristorante Gli Artisti - Piazza Giovanni XXIII, 4Ristorante Il Cucciolo - Via Panciatichi, 4Ristorante SantoPalato - Via del Duca, 7Ristorante Pizzeria Il Duomo - Via Bracciolini, 5Ristorante Voronoi - Piazza dell’Ortaggio, 14/17Taverna Gargantuà - Piazza dell’Ortaggio, 12/13Trattoria Lo Storno - Via del Lastrone, 8Vecchia Praga - Piazza della Sala, 6

TELEFONIA E COMPUTERTelepoint - Via Cino da Pistoia, 23

ARTICOLI PER LA CASA E LA PERSONAFratelli Morandi - Via Curtatone e Montanara, 23Fratelli Morandi - Via Carratica, 41

CARTOLERIE EDICOLE IDEE REGALOCartoleria Bianchi - Piazza San Francesco, 58Centrocarta - Via della Torre, 12L’Edicola di Igor - Via Filippo Pacini, 1/3

COMPLEMENTI D’ARREDOArtè - Via della Madonna, 19

COPPE TARGHE INCISIONI E GADGETPistoia Coppe - Via Dalmazia, 107

FARMACIEFarmacia Scorcelletti - Via Porta al Borgo, 110

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L a Casa-studio di Fernando Melani rappresenta una re-altà pistoiese al di fuori dei soliti giri turistici ma, nei fatti, è un pezzo di fondamentale importanza per la

comprensione del ruolo che la città ebbe nello sviluppo dell’ar-te dal secondo dopoguerra in avanti.La Casa-studio è quella che potremmo definire una ca-sa-museo, un’opera globale: acquistata dal Comune nel 1987, alla morte dell’artista (avvenuta nel 1985), venne restaurata, messa a norma e infine aperta al pubblico nel 1998. Tutto però vi è stato conservato come era in origi-ne, in un ambiente apparen-temente angusto ma ricco di storia e di continui rimandi al pensiero dell’artista, man-tenendone il carattere origi-nario e così assecondando la volontà di Donatella Giunto-li, storica dell’arte a lui vicina, che nel 2005 ha arricchito la casa con la sua donazione te-stamentaria di circa 150 ope-re. Si tratta quindi di una te-stimonianza senza eguali, che ci racconta nei più profondi dettagli – meglio di qualun-que libro o mostra – l’arte di Melani, personaggio sopra le righe e fuori dall’ordinario, che solo in maniera riduttiva potremmo classificare come scultore.Fernando Melani nasce ad Agliana nel 1907 e si dedica relativa-mente tardi al mondo dell’arte: quando inizia, nel 1945, ha in-fatti già 38 anni, ma il suo modo di creare, vedremo, presuppone un processo di interiorizzazione e presa di coscienza molto lun-

go, che giustifica a pieno titolo il suo esordio a un’età pressoché matura. Si tratta di riflessioni che porteranno lo scultore a for-mulare esiti e discorsi rivoluzionari sull’arte, vicini – se proprio vogliamo trovare termini di paragone nella storia dell’arte ma-

nualistica – al concettuale e all’arte povera (corrente della quale Melani fu un precurso-re). Ma l’eccentrico pistoiese va ben oltre e ci lascia una nuova definizione dell’uomo-artista: ribaltando il punto di osservazione, l’artista si trasforma così in un’entità esterna all’opera d’arte, che si mette da parte lasciandole il primato. Relegato in que-sto suo angolo, l’artista viene considerato da Melani come colui che osserva e ascolta la natura e la materia, carpen-done l’energia. La stessa ener-gia che uniforma tutto l’uni-verso, anche l’uomo e che non possiamo in alcuna maniera eludere. Ma Melani ne coglie l’aspetto positivo: se anche noi siamo fatti di quella stessa energia cosmica, ciò significa che è possibile creare una si-nergia tra uomo e universo, e questo principio sta alla base della sua scommessa artistica.

Da quel momento l’artista elimina ogni sua necessità terrena (per questo la sua casa-studio è ridotta all’essenziale ed è affol-lata soltanto di opere d’arte, di esperimenti) e si dedica all’espe-rienza artistica, immergendosi nella materia e definendosi lui stesso “operaio dell’arte”. Le sue sono scelte da outsider per quei tempi, che spostano la riflessione sul rapporto, per esempio, tra

di Clara Begliomini

La Casa-studio diFernando MelaniUn percorso intenso e suggestivo nel mondo poeticodi questo protagonista dell’arte contemporanea

ISTOIA ARTE E CULTURAP 14

Casa-studio di Fernando Melani. Archivio fotografico Comune di Pistoia.

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spazio e tempo (al riguardo, basti vedere le cataste di giornali accumulate lungo le scale della sua casa: rappresentano gli anni che passano, sono proporzionali al processo di invecchiamen-to dell’artista ma, più in generale, anche dell’uomo), che egli indaga con fare da scienziato, osservando in altri casi l’azione della natura sulle opere, che sedimenta su di esse indisturbata. Melani agisce quindi al di fuori delle costrizioni accademiche, per questo non ama la prospettiva, che considera un’imposizione dell’uomo sulla natura, e ammira artisti del passato quali Cézan-ne e Paolo Uccello che invece la evocano – come fa il primo – oppure che annullano le regole prospettiche presentando nelle opere molteplici punti di vista, come invece fa il secondo. Le sue sono quindi opere concettuali, frutto di una riflessione profonda

ma non avulse dalla realtà poiché rappresentano lo strumento per un rapporto diretto tra creazione artistica e osservatore, che interagisce così con lo spazio.Opere di Fernando Melani sono conservate anche a Palazzo Fa-broni (“Progetto di lettura globale”, 1976; “Il ratto di Proserpi-na”, 1979 e altre, anche provenienti dalla donazione Giuntoli) e vanno così a completare un ideale itinerario su questo artista che tanto fece per l’arte contemporanea a livello mondiale.

La casa-studio di Fernando Melani si trova a Pistoia in Corso Gramsci 159. L’ingresso è libero, ma è visitabile soltanto su prenotazione chiamando il numero 0573/371817. Per Palazzo Fabroni invece è previsto un biglietto d’ingresso (3,50 euro il biglietto intero, 2 euro il ridotto).Per gli orari di apertura telefo-nare al numero 0573/371817.

Questo articolo è tratto dal blog OltrePistoia, gestito da due giovani storiche dell’arte, Clara Begliomini e Caterina Bellezza. Il blog nasce con la volontà di parlare di molteplici temi: il punto di partenza è la città di Pistoia, di cui le due storiche dell’arte condividono la passione; ma, come dice il titolo, si vuole andare “oltre”, non limitandosi alla realtà cittadina: è così che nascono articoli sull’area metropolitana fiorentina e, più in generale, sulla bella regione Toscana in cui Pistoia è immersa. Non mancano, poi, post riguardanti altre aree d’Italia, belle e significative, magari famose, oppure tutte da scoprire. Ciò che contraddistingue ogni post pubblicato è l’esperienza: le due giovani scrittrici spe-rimentano sempre i luoghi di cui parlano; visitano, ascoltano, percepiscono e poi scrivono,

cercando di trasmettere al lettore tutto ciò che hanno ritenuto interessante. Nessun articolo nasce mai sulla carta. La missione del blog è quella di fare cultura, intendendo parlare non soltanto di territorio, arte e storia, ma anche di natura, tradizioni po-polari e cicloturismo. Rappresenta, quindi, un’interessante occasione di arricchimento, per imparare ad apprezzare il territorio che ci circonda e per cominciare a guardarlo con occhi nuovi e consapevoli, andando oltre “per vedere altro”, insieme.Spesso si dimentica che la cultura è incontro con l’altro e condivisione: per questo le due scrittrici favoriscono l’apertura del blog anche ad altri scrittori amanti del territorio: è così che sono nate alcune collaborazioni con giovani pistoiesi e con la rivista Il Metato. Per chi volesse leggere quanto scritto sul blog, consigliamo di collegarsi al sito www.oltrepistoia.wordpress.com.Buona lettura a tutti e buon viaggio verso l’oltre!

Lo staff di OltrePistoia

COME E QUANDO AMMIRARE LE OPERE DI MELANI

ISTOIA ARTE E CULTURAP 15

F. Melani, Progetto di lettura globale, 1976. Pistoia, Palazzo Fabroni.Archivio fotografico Comune di Pistoia.

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ISTOIA ARTE E CULTURAP 16

a qualsiasi parti si giri lo sguardo, a Pistoia palazzi e strade hanno da raccontare una qualche storia. Mil-lenaria, addirittura. Come nel caso della rinomata via

degli Orafi. Incontriamo – come ormai consuetudine – un esper-to conoscitore della storia pistoiese, l’architetto Nicola Bottari Scarfantoni per scoprire le origini di questa via. «Si tratta – ci spiega – di una delle strade più antiche della città. Quando in epoca romana la strada consolare Cassia (che univa Roma con Firenze) attraversò Pistoia, l’attuale via degli Orafi divenne il decumano, cioè l’asse viario orientato secondo la direttrice est-ovest». A testimonianza della sua continua frequentazione, via

L’architetto Nicola Bottari Scarfantoni ci guida alla scoperta di un angolodi storia della città, sospeso tra Piazza Duomo e via degli Orafi

di Diletta Severi

degli Orafi si chiamò in origine via Taberna, presumibilmen-te per il gran numero di taverne che vi si trovavano allineate e dove i viandanti potevano trovare ristoro. Oggi il toponimo resta a un piccolo vicolo che con la via s’incrocia. «Fu solo in periodo Medievale – continua l’architetto Bottari – che la strada assunse l’attuale denominazione, sempre per ragioni di tipo commerciale: gli orafi erano una categoria ricca, una delle poche che potevano permettersi la zona centrale per i propri affari». Lungo via degli Orafi si trovano alcuni dei più importanti edifici di gusto liber-ty presenti in città. Questi furono costruiti grazie all’iniziativa di Antonio Lavarini, di origine novarese che da aggiusta-ombrelli

Via degli Orafi e laGalleria Vittorio Emanuele

L’architetto Nicola Bottari Scarfantoni all’interno della Galleria

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ISTOIA ARTE E CULTURAP 17

diventò, in breve tempo, importante imprenditore. Al suo nome si legano, tra gli altri, l’Emporio Lavarini – un grande magazzino del quale oggi rimangono solo alcune tracce – e la Galleria Vitto-rio Emanuele, la cui facciata è ancora oggi un episodio significa-tivo dell’arte nuova.«La galleria, poi diventata cinema Eden – spiega ancora Nicola Bottari Scarfantoni – nasce all’inizio del ’900 e fu inaugurata il 29 dicembre 1912. Le cronache del tempo ricordano con orgoglio l’avvenimento, frutto del lavoro di ditte e artisti pistoiesi. All’in-terno le pitture del soffitto sono di Ugo Casanova, la decorazione delle pareti di Flori, mentre le opere in legno sono curate dalla ditta Paglianti, e quelle in ferro battuto e ghisa sono fornite dal-la ditta Michelucci». L’ingresso era originariamente collocato al centro della facciata e l’edificio svolgeva la duplice funzione di galleria d’esposizione e di teatro per spettacoli di varietà e cine-matografo. L’opera di Lavarini nasceva in un momento storico particolare: l’economia girava, c’erano grande fiducia nelle inno-vazioni e curiosità per l’utilizzo di nuovi materiali, in tutto il pae-se si cominciava a realizzare importanti opere urbanistiche come, appunto, le gallerie commerciali.La galleria Vittorio Emanuele fu una struttura decisamente all’a-vanguardia per il periodo (grazie all’utilizzo di materiali innovati-vi come il cemento armato, gli smalti, le ceramiche e il vetro), ma il fatto di non essere subito destinata a uso commerciale ne segnò

il destino. Utilizzata, infatti, solo come sala di proiezioni, la galle-ria chiuse definitivamente l’attività nel 1988. «Dopo un periodo di abbandono successivo a questa data, che portò al progressivo degrado dell’apparato decorativo sia interno sia esterno – conclu-de Bottari Scarfantoni – l’edificio è stato sottoposto a un integrale restauro che si è concluso nel 2000». Anche se la Galleria non ha mai avuto una grande fortuna dal punto di vista commerciale (ad oggi i fondi sfitti sono numerosi), via degli Orafi resta una delle strade più frequentate e costituisce il cuore storico-commerciale della città.

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500 anni e non sentirliIl made in Italy natalizio si chiama Panettone, il signore dei canditi

ISTOIA DA GUSTAREP 18

Il simbolo del natale italiano nel mondo, sì, proprio lui, il panettone. Fra le sue briciole, nel dopo pranzo, si gioca al Mercante in Fiera o si intavola la tombola. Un po’ brutto, dall’aspetto grezzotto tipico del dolce da forno, ma oramai regale protagonista delle festività natalizie. Ca-rico di dolci promesse e profumi atavici.Certo, non dobbiamo dimenticarci degli altri elementi tradiziona-li del fine pasto, come potrebbero essere la frutta secca, il pandoro, il panforte e il torrone. Per soprammercato ci aggiungo anche caval-lucci e ricciarelli. Ma dove uno qualsiasi dei precedenti può venir meno, il panettone c’è sempre.Le sue origini sono oramai nella leggen-da, si narra di giovani panettieri innamorati e garzoni di cucina intra-prendenti e altri natali molto evocativi. Ciò che le fonti storiche ripor-tano per certo, però, è solo che il panettone comincia ad apparire nelle cronache ai tempi di Ludovico il Moro, in quel di Milano, cinque-cento anni or sono. Ne esistono innumerevoli varianti, glassato, senza canditi, aromatizzato all’albicocca, al cacao, alto, basso, ripieno di ge-lato e decine di altre amenità. Per fare chia-rezza, dal 2005, esiste un disciplinare di produ-zione. I suoi ingredienti sono e possono essere soltanto acqua, farina tipo 0, sale, uova (accet-tate anche quelle pastorizzate), latte, burro (la

di Luca Girolami

margarina è preferibile per lunghe conservazio-ni), zucchero, frutta candita, uvetta (al secolo conosciuta come uva sultanina), vanillina. Per la lievitazione sono ammessi soltanto lievito di birra e lievito naturale. Anche le fasi di prepa-razione sono codificate e specificate: preimpa-

sto con lievito naturale, lievitazione in due fasi, formatura, ennesima lievitazione negli stam-pi (sì, quelli di carta), cottura, raffreddamen-to (si appendono i pa-nettoni al rovescio, per minimizzare il calo dello sviluppo verticale).Il panettone ha una lun-ghissima conservabilità, specialmente se fatto con criterio. Certo, fuo-ri stagione perde par-te del suo fascino, ma si può riciclare in una grande quantità di ri-cette: base per torte, ripieno per fagottini, sostitutivo dei savoiardi nel tiramisù, gli esem-pi ci sono a decine. Il dolce da ricorrenza più amato è anche un gran-de affare. Basti pensare che l’Italia produce, tra panettone e pandoro,

un centinaio di milioni di pezzi all’anno, per ri-cavi intorno al mezzo miliardo di euro. Poco ma buono, se volete un consiglio dal sottoscritto. Procuratevi un buon panettone, ne basta uno, massimo due all’anno. «Raro è il piacere, grande è la gioia», dice il saggio. Possibilmente artigia-nale, canditi e uvetta non devono essere meno di un quinto del peso totale. E se avanza, va bene anche inzuppato nel caffellatte al mattino.

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ISTOIA DA GUSTAREP 19

Il locale è nato in Piazza della Sala per diffondere una grande passione per la birra, soprattutto quella tedesca, senza trascurare i produttori locali.Un insieme di esperienze private ha dato vita ad un gruppo di lavoro molto fami-liare e conosciuto in città. Alla birreria, infatti, abbiamo accostato una cucina del tutto nuova che si ispi-ra alle più conosciute ricette tedesche, dando un’alternativa alla tradizionale cu-cina toscana. Abbiamo varie selezioni di birre a secon-da della stagione e proponiamo anche un menù vegetariano e vegano.Il clima che si respira all’interno del loca-le è veramente accogliente, dunque...vi aspettiamo!

SACHER

Ingredienti: Zucchero a velo, cioccolato fondente, marmellata di albicocca, uova, burro, farina, lievito.

Preparazione: Sbattere con una frusta lo zucchero a velo e i tuorli di uovo. Sciogliere il burro a bagnomaria così come il cioccolato fondente. Aggiungere allo zucchero e i tuorli di uovo il burro, la farina e il lievito. Mescolare fino ad attere un composto omogeneo. Dopo versare parte del cioccolato fondente fuso e mescolare. Tenere da parte il re-sto del cioccolato per creare poi la glas-sa. Versare il composto ottenuto in una

forma per dolci. Far cuocere in forno a 180° per 40 minuti. Far freddare la torta. Dividerla a metà in oriz-zontale e farcire con marmella-ta di albicocca. Glassare infine la torta con il cioccolato fon-dente e lasciare freddare.

RISTORANTE BIRRERIALA DEGNA TANAPiazza della Sala, 1 – Pistoia

Tel 0573.994117facebook.com/ladegna.tana

Colorata e ospitale, la Taverna Gargan-tuà vi aspetta tutti i giorni dalle 12.00 alle 2.00, per farvi scoprire i numerosi piatti di mare e di terra, i prodotti del territorio, accompagnati dalle oltre 100 etichette della cantina scelte per voi da Paolo e Cecco. La Taverna Gargantuà si trova a pochi passi dal Duomo e dalla celebre Piazza della Sala.

ARISTA IMPUNTITA ALLA VALDOSTANACON PURÈ

Ingredienti per 4 persone: 1 kg di filone suino rosmarino, salvia, semi di finocchio (200 gr circa in parti uguali), 30gr di sale, 10 gr pepe nero, 1/2 litro di vino bianco, olio extravergine di oliva, 1 carota, 1 se-dano, 1 cipolla, 2 hg di prosciutto crudo, 2 hg di scamorza affumicata.

Purè: 1 kg di patate, 100 gr di burro, 10 gr di noce moscata 20 gr di sale.

Preparazione: Tagliare il filone “a libro” e batterlo con l’aiuto di un batticarne. Quindi tritare finemente la salvia, il ro-smarino, i semi di finocchio, il sale ed il pepe. Condire l’interno del filone con questo trito, legarlo ben stretto con dello spago da cucina e metterlo in una teglia dove avete sistemato, precedentemente la carota, la cipolla ed il vino. Irrorare con l’olio extra vergine e cuocere in forno a 180 gradi per circa 1 ora. Per il pure’ far bollire le patate in acqua salata, scolarle quando sono ben cotte, mantecare con il resto degli ingredienti e lasciare in caldo. Appena l’arista sarà cotta, toglierla dal forno, lasciatela intie-pidire e quando avrà raggiunto tale tem-peratura tagliatela a fette, spesse circa mezzo centimetro. Posizionate sopra il prosciutto e la sca-morza e ripassare in forno ben caldo fino a che la scamorza non si sarà sciol-ta. Posizionare la fetta sul letto di purè , insaporire con il sugo rimasto nella teglia della cottura della vitella e…Buon appe-tito!

TAVERNA GARGANTUÀPiazza degli Ortaggi 11/12 - Pistoia

Tel [email protected]

Il ristorante pizzeria Il Duomo sorge nei pressi del bellissimo centro storico di Pi-stoia, a due passi da Piazza del Duomo. Dopo la recente ristrutturazione e il con-seguente ampliamento del locale, in un ambiente caldo ed accogliente, la fami-glia Taiti propone i piatti della tradizione toscana con pietanze semplici e ricche. Gentilezza e affabilità sono le caratte-ristiche principali del loro servizio; lo chef Tommaso, titolare del ristorante, vi aspetta per degustare oltre alle più fan-tasiose pizze, tutte le sue specialità quali pollo e coniglio fritto, pappardelle all’a-natra, pappa al pomodoro e molto altro.In occasione del periodo natalizio vi pro-pone un piatto dai sapori particolari: pet-to di pollo all’anatra con salsa di ciliegie al porto.

PETTI D’ANATRACON SALSA DI CILIEGIE AL PORTO

Ingredienti per 4 persone: 4 petti d’a-natra, 3 scalogni tritati, 200 ml di porto, 250 g di ciliegie snocciolate, 2 cucchiai di marmellata di amarena, 300 ml di brodo di pollo, ½ cucchiaio di maizena, burro q.b., foglie di cavolo verde.

Preparazione: Condire i petti d’anatra con sale e pepe e rosolarli in padella senza olio, cuocendoli dalla parte della pelle per 8 minuti e dalla parte della carne per altri 3 minuti. Una volta ro-solati metteteli da parte in un piatto. Eliminare il grasso dalla padella las-ciandone 2 cucchiai e rosolate lo sca-logno. Una volta imbiondito lo sca-logno versate il porto e deglassate. Aggiungere le ciliegie, la marmellata di amarene ed il brodo e cuocere fino ad ottenere uno sciroppo. Prima di servire stufate in un pentolino con acqua e burro le foglie di cavolo verde per 2 minuti. Asciugatele con carta assorbente e posizionatele in un piatto con sopra il petto d’anatra e la salsa. Buon appetito da Tommaso Taiti, chef del Ristorante Pizzeria Il Duomo.

RISTORANTE IL DUOMOVia Bracciolini , 5/A – Pistoia

Tel 0573.1780197 - [email protected]

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ISTOIA STORIE DI SPORTP 20

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Hockey Club PistoiaQuando il lavoro dà i suoi frutti... arancioni.

l travolgente avvio di stagione dell’Hockey Club Pistoia, in testa alla classifica del campionato di serie B su prato al termine di un girone di andata sensazionale, non è cer-

to figlio del caso, ma affonda le sue radici nel passato. Parte del merito va sicuramente alla società arancione e a mister Filippo Treno, che negli ultimi anni hanno portato la squadra a ottenere risultati importanti come il titolo di vice-campioni d’Italia nella specialità Indoor, ma in queste righe vogliamo mettere in luce il paziente lavoro iniziato anni fa da Roberto Natali, il responsabi-le del settore giovanile arancione. Un vivaio, quello dell’Hockey Club, che ha svezzato tanti giovani che ora sono in pianta stabile in prima squadra e che continua a lavorare registrando una cre-scita incessante.«È una grossa soddisfazione per me vedere questi giovani far bene tra i cosiddetti “grandi” – racconta – li ho visti arrivare da bambini a provare a giocare nel nostro gruppo di Mini-Hockey, divertirsi insieme e pian piano crescere: non solo fisicamente, ma anche come giocatori e come uomini».

di Alessandro Benigni

Inizialmente l’attività del setto-re giovanile non riscuoteva tra i ragazzi lo stesso appeal delle società di calcio e basket, ma con gli anni tutto il movimen-to hockeistico è cresciuto e attualmente la “cantera” è in piena espansione: «Abbiamo registrato un boom d’iscrizioni soprat-tutto tra i più piccoli – spiega – che si avvicinano ai nostri centri ludico-motori. Questi gruppi sono costituiti da bambini e bam-bine di età compresa tra i sei e i dodici anni – prosegue – che negli “allenamenti”, se così si possono chiamare, apprendono le basi tecniche dell’hockey attraverso dei giochi, alternandoli con delle attività ginniche.Attualmente i ragazzi sono divisi in due gruppi, quello dei bam-bini tra i quattro e i sette anni e quello dei più grandi, dagli otto ai dodici anni. Tra quest’ultimi alcuni potranno esordire a breve nel campionato Under 14 – afferma – fermo restando la neces-sità di dare loro il tempo necessario per apprendere bene le tec-niche e le regole, senza troppe pressioni da parte nostra. Perché per noi – conclude – l’importante è che i ragazzi si divertano».Quello di Roberto Natali è un lavoro duro quanto importante che, se svolto come si deve, regala anche grandi soddisfazioni:«È veramente un piacere vedere questi ragazzini alle prese con ba-stoni e palline (attrezzi particolari appositamente studiati dalla Federazione per quest’età), che giocando mostrano già alcune buone qualità. Per quanto concerne l’attività, dopo una prima fase di preparazione e gioco – spiega – nel periodo invernale contiamo di organizzare a Pistoia una piccola manifestazione per fare giocare tutti i nostri bambini, sperando poi di ripetere il tutto anche nei mesi primaverili».Ovviamente le iscrizioni sono sempre aperte: «Chiunque può avvicinarsi, bambini e bambine di età compresa dai 4 ai 12 anni – ricorda – ci possono trovare il martedì e il venerdì dalle 17.30 alle 18.30 presso la palestra Anna Frank in Via Donati, oppure possono scrivere alla società una mail a [email protected], oppu-re possono contattarmi direttamente al 340/5166589».

Tutto lo sport pistoiese, dalla serie A agli amatori:risultati, classifiche, commenti, foto e video di tutti i campionati.

www.pistoiasport.com

in collaborazione con www.pistoiasport.com

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ISTOIA EVENTIP 21

Pistoia Christmas in lightSotto Natale, le vetrine dei negozi sono dei veri e propri cataloghi della fantasia, realtà tangibili e terrestri in cui l’immaginazione e il desiderio umani trovano rappresentazione. Questo vale so-prattutto per i bam-bini, che con il naso incollato a quelle vetrine gettano uno sguardo non solo alla merce esposta, ma anche all’infinito campionario dei loro desideri. La vetrina di un negozio sotto Natale rappresenta l’elemento di vera trasformazione del panorama cittadino. Mentre le case, i por-toni, il manto strada-le e persino i volti alle finestre restano sempre gli stessi, la vetrina del negozio ha in sé – nel proprio sistema di luci, di esposizione, di colori, e nell’appeal inorganico ma fatalmente vitale dei pro-

di Massimo Baldi

dotti esposti – la capacità di shockare la passeggiata dell’uomo curioso – e in particolare dei bambini per cui quello shock è il fio-re azzurro, è una promessa di felicità. Da questo preambolo fiabe-

sco nasce il progetto del collettivo artistico «Antonello  Ghezzi», che nell’ideare le lu-minarie natalizie per la città di Pistoia ha scelto come falsariga un percorso narrativo, una storia: la storia di un bambino che vede nelle luci e nelle vetri-ne di Natale la sintesi immaginale della spe-ranza e dello stupore, e che a un certo punto rimane deluso dal fat-

to che le luminarie siano sempre uguali a se stesse, oggetti appena luminescenti e non più preziosi, incapaci di stupire. Il collettivo «Antonello  Ghezzi» di luci se ne intende. E anche di stupore.

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ISTOIA EVENTIP 22

Basta citare due dei loro progetti artistici per comprenderlo. Il primo – in corso di realizzazione e finanziato dal basso attraverso una campagna di crowdfunding – si chiama Neverending night (notte perpetua), e riguarda la luce. Anche qui c’è una premessa, antropologica e mitologica in uno: la notte stellata come desti-nataria dei desideri umani. Il problema è che la notte dura poco, troppo poco, e che talvolta è velata dalle nubi. Ecco allo-ra la magica tribolazione di «Antonello Ghezzi»: mettere a disposizione dei nostri de-sideri, su internet, una notte perpetua, grazie all’installa-zione in numerosi osservatori astronomici del pianeta di una videocamera altamente sofisticata e connessa al web. Il secondo progetto, che ri-guarda lo stupore, si chiama Mind the door. Chi era presente ad ‘Arte Fiera’ di Bologna nel 2012 sa di cosa parliamo. Tra le molte porte automatiche con cui si accedeva al salone, ce n’era una strana. Non c’era verso di farla aprire. Poi, scoraggiati, bastava farsi sfuggire un sorriso, e la porta si apriva. Non era un caso: la porta, grazie a una sofisticata video-camera e a un raffinato algoritmo, si apriva proprio perché tu ave-vi sorriso. Proprio così: bastava un sorriso e… apriti sesamo! Ma questo piccolo prodigio è solo il primo passo del progetto, il quale prevede l’installazione di una decina di porte in tutto il globo ter-

restre, connesse l’una all’altra e destinate ad aprirsi in simultanea.Ma torniamo a Pistoia. Ogni negozio del Centro Storico è pre-zioso. È un gioiello. Per questo a ognuno, mediante l’alfabeto sim-bolico delle luminarie, è stato assegnato un diamante di luce. E in Piazza del Duomo, sulla facciata del Palazzo di Giustizia, si prepara un’installazione da sogno, e un colpo di teatro da favola.

Tutto il progetto rappresenta l’avvento di una rivelazione. Al centro c’è un segreto, che verrà rivelato il 13 dicembre, per Santa Lucia, il giorno più corto dell’anno – ma soprat-tutto il giorno a partire dal quale le giornate iniziano ad allungare. In quel giorno, la porta di Babilonia, il portica-to di luce allestito dagli artisti, subirà una mutazione segreta. Per saperne di più,bisognerà

esserci. Per preparasi meglio, leggiamo le ultime parole del Rac-conto di Natale di «AntonelloGhezzi»: «ho convinto tutti a casa, a venire in piazza con me, li ho convinti che dev’esserci davvero qualcosa di incredibile per vedermi comportare in questo modo. Così eccoci, è sera e siamo tutti qui, io con i miei parenti, i bambi-ni e i grandi, tantissimi turisti, tutti quanti insieme in piazza con la testa all’insù e questo già mi sembra un successo. È qualcosa di speciale: siamo tutti insieme a guardare le luminarie di Natale, qui senza un altro motivo apparente. E a un certo punto, ecco!»

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ISTOIA EVENTIP 23

ALTRI EVENTI IN CITTÀInaugurazione di “LuminartePistoia Christmas in light”Venerdì 13 dicembrePiazza del Duomo, ore 17.00

Fiabe e canti d’altri luoghie d’altri tempiVenerdì 13 dicembrePalazzo Fabroni, saletta incontridell’U fficio Cultura, ore 17.00

Natale nel chiostro di San Lorenzo. Mercatino e presepiDomenica 14 dicembre,intera giornata Chiostro di San Lorenzo

Concerto di NataleDomenica 22 dicembreCattedrale di San Zeno, ore 19.30Coro Internazionale di Pistoia,PGS Pistoia Gospel Singers,Coro Giovanile di Pistoia

L’Europa canta il Natale Domenica 5 gennaioCattedrale di San Zeno, ore 17.00Concerto del Gruppo Polifonico“Francesco Manfredini” dellaMisericordia di Pistoia.

La Befana scende dal campanileLunedì 6 gennaio 2014Piazza del Duomo, dalle ore 16.00A cura del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco in compartecipazione con l’Amministrazione comunale.

MOSTREPresepi d’artistaMuseo Marino Marini,7 dicembre 2013 - 1 gennaio 2014Inaugurazione sabato 7 ore 17.00

Filarmonica Borgognoni 1813-2013Mostra documentaria per il bicentena-rio della Banda Borgognoni.Sale Affrescate del Palazzo comunale, fino al 15 dicembre.

Gianfranco Chiavacci. Fotografia totalePalazzo Fabroni,7 dicembre 2013 - 9 febbraio2014Inaugurazione sabato 7 ore 16.00

Pistoia, l’anima del luogoSale Affrescate del Palazzo comunale, 22 dicembre 2013-2 febbraio 2014Inaugurazione sabato 21 ore 16.00

Errare_Antichi Magazzini del Palazzo comunale,22 dicembre 2013 -3 gennaio 2014Inaugurazione domenica 22 ore 18.00

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ISTOIA E LE SUE BOTTEGHE STORICHEP 24

Sauro e AssuntaDal 1976 sinonimo di freschezza e qualità

“Sauro e Assunta” sono l’istituzione pistoiese per la frutta e la verdura di primissima qualità. In Piazza della Sala dal 1976, mettono la freschezza sulla tavola di chi, da anni, li sceglie per la spesa di tutti i giorni.

Come avete cominciato la vostra attività?Sauro: È stata di Assunta l’idea di mettersi in proprio. Io venivo dal settore tessile e non avevo mai fatto questo mestiere. Assunta: Fin d bambina, avevo il sogno di diventare bottegaia. Con i miei amichetti, giocavo a vendere loro la frutta e la ver-dura. Poi, il gioco è diventato realtà. Se non avessi fatto questo, avrei comunque scelto un lavoro a pubblico. O anche la giorna-lista, perché no.

Siete sulla Sala da anni: come è cambiata questa piazza col tempo?S: È cambiata tantissimo. Negli anni ottanta, c’era un forte com-mercio diurno, mentre la sera qui diventava la terra di nessuno. Negli ultimi cinque anni, invece, c’è stato un evidente cambia-mento: da una nuova clientela al passaggio serale. A: È cambiata, ma non è giusto dire se in meglio o in peggio. È diventata il centro pulsante di Pistoia, dove confluiscono tanti mondi diversi.

E il vostro lavoro come è cambiato con gli anni?S: Non ci sono più l’armonia e la spensieratezza di una volta ma le persone, fortunatamente, si preoccupano sempre di mangiar sano e bene. Sono sempre tradizionalisti, nonostante la crisi.

di Diletta Severi

A: Succede spesso di lavorare anche con i turisti. Rimangono en-tusiasti della città e poi vengono da noi a cerca-re primizie che nei loro paesi non troverebbero. Su tutti, funghi, tartufi, frutta, olio e vino.

Secondo voi, perché le persone vi scelgono, ormai da anni?S: Per la qualità dei prodotti, senza ombra di dubbio. Le no-stre scelte sono accurate, ci serviamo da quaranta anni dai soliti fornitori e non abbiamo mai badato al prezzo. Poi, abbiamo il negozio in una posizione privilegiata. In questo lavoro, non ba-sta saper vendere.A: Ci sceglieranno anche per la simpatia, spero!

Sauro quali sono i vostri prodotti di punta?Le lenticchie di Castellucci, i frutti esotici (ho imparato con una lunga gavetta nei mercati di Parigi, a scegliere i migliori) e le diverse tipologie di fagioli.

Assunta un lato positivo e uno negativo del vostro lavoro. La parte bella, per me e per la nostra clientela, è creare ogni giorno la vetrina dei prodotti. Sempre nuova, sempre diversa. La più brutta il rimettere tutto la sera!

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