Rinascitareggio le Periferie - Numero dicembre

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Le Periferie Le Periferie e l’ambiente R INASCITA R EGGIO R INASCITA R EGGIO email: [email protected] Anno XIII - numero 5 - dicembre 2009 Mensile di informazione locale - tiratura 10.000 copie Per la libertà di stampa chiediamo ai reggini di alzare la voce. Libertà di stampa significa, anche, una legge regionale che aiuti la piccola editoria. E’ il caso di Rinascita Reggio, che ha scelto di essere al servizio dei cittadini e non servire i padroncini politicanti. di Paolo Bolano E’ giusto chiedere il voto ai disoccupati che nelle nostre contrade superano il 90%. Ricordate il professore Rosario Villari, deputato, eletto con 120 mila preferenze, schifato della politica, si è dimesso, rinunciando al facoltoso stipendio e ai tantissimi benefici. Perché non l’hanno trattenuto? Vi risulta che c’è stato qualche altro politico, in Calabria che l’ha fatto? A noi, forse, piacciono i delinquenti che continuano a prenderci per il c…, e sostengono tutti i giorni, in televisione, che la crisi è finita e l’economia cresce. Nessuno ormai va nelle nostre contrade , in mezzo ai cittadini , per conoscere la vera verità. Da noi la disoccupazione giovanile supera il 90 per cento, le famiglie sono disperate, non ce la fanno più. Le statistiche non lo dicono, i giovani sono ormai sfiduciati, non cercano più il lavoro, che peraltro non c’è. Qualcuno continua ancora a fidarsi e fa la fila davanti alla porta del politicante di turno, responsabile peraltro di questa tragedia, che ha costretto i nostri figli a partire all’avventura in cerca di lavoro, seguendo le orme dei loro padri. Bisogna mandare a casa i professionisti di questa politica degli inciuci, i politicanti senza scrupoli, che vogliono restare a galla con tutti i mezzi. Hanno il coraggio ancora di venire a chiederci i voti e prometterci il posto per i nostri figli. Saranno presto serviti? Dobbiamo avere il coraggio di sbattergli la porta in faccia, non votarli più, in quanto incapaci di fare politica. Eppure, gli abbiamo dato tantissimo potere e il compito di amministrare i nostri soldi. Risultato, zero assoluto. Per trasformare la città da assistita a produttiva dobbiamo scegliere una nuova classe politica, capace, onesta, leale, in grado di creare lavoro per i nostri figli. Dobbiamo iniziare a farlo da oggi. Noi “CITTADINI DATORI di LAVORO dei POLITICI”, dobbiamo cercare i migliori. Basta con questi signori: deputati, senatori, consiglieri regionali ecc. che guadagnano circa 20 mila euro al mese e hanno prodotto poco. Basta. Con loro è stato tutto un fallimento. Mi viene in mente quella parte del “ vangelo morale” di Voltaire, che invita i cittadini a partecipare attivamente alla vita politica, all’elaborazione dei progetti e delle leggi che li riguardano. Questa è la via giusta da seguire per cambiare le cose nella nostra città, per avere il lavoro per i nostri figli. Non bisogna dare più deleghe in bianco a chicchessia. Quando dico che questa vecchia classe politica non è stata e non è in grado di governare il cambiamento e per questo deve andare in pensione, non si deve offendere nessuno. Il ...su nani e vonnu a tutti nani (N. Giunta) Continua a pag. 4 a pag. 2 a pag. 3 a pag. 7 Continua a pag. 2 Continua a pag. 2 Carissimo BAMBINELLO GESU’, noi, giovani disoccupati reggini abbiamo perso la speranza, siamo quasi tutti disoccupati e non vogliamo emigrare. Aiutaci in modo che il 2010 non sia un anno ancora più triste di quello che è passato. La Calabria ha più di 200 mila disoccupati e altrettanti precari e questa classe politica responsabile di questa tragedia si prepara a rubarci ancora il voto. Fermali, BAMBINELLO GESU’, per favore, illuminali e fa che si rassegnino e in punta di piedi lascino ad una nuova, capace e onesta classe politica il compito di portarci fuori da questa deriva. Noi abbiamo bisogno di lavorare, i vecchi tromboni politicanti hanno pensato solo ad arricchirsi. Serve una nuova classe politica che deve programmare lo sviluppo per tutti noi. Basta con le rapine e le ruberie che hanno messo in ginocchio Reggio e la Calabria. CARO BAMBINELLO GESU’, te l’abbiamo detto prima , non ci fare emigrare come sono stati costretti a fare i nostri padri, con tanti sacrifici e spesso sacrificando la famiglia , di cui tutti a parole si riempiono la bocca, ma nessuno poi ha fatto nulla di buono. BAMBINELLO GESU’, sappiamo bene Letterina di Natale dei giovani disoccupati reggini al Bambinello Gesù Rinascita Reggio continua a dare voce ai cittadini. Riceviamo ogni mese una montagna di segnalazioni su piccoli e grandi problemi che attanagliano le nostre periferie. Chiedono costantemente ascolto alle istituzioni, e interventi concreti per risolvere i frequenti disservizi. In questo numero, in particolare, i cittadini ci scrivono su problemi molto sentiti come quello delle discariche, della viabilità e dell’occupazione, soprattutto giovanile. Si rivolgono direttamente al Sindaco Scopelliti perché attualmente è lui alla guida della città. Auguri di Buone Feste ai nostri lettori, e anche ai nostri politici Vogliamo ricordare a questi “potenti” di passaggio che i reggini sono delusi e incazzati, non solo con il centrodestra, ma anche con quella parte di centrosinistra che non è stata sempre attenta, all’opposizione, ma ha dormito sonni tranquilli, mentre la gente delle periferie protestava per chiedere i minimi servizi essenziali per vivere lontani dal centro. Si voterà presto e le sorprese saranno tantissime. Anche a sinistra. Rinascita Reggio Siti archeologici di straordinario valore come Locri Epizefirii lassciati all’abbandono. Stagioni teatrali , come quella appena partita al Teatro Cilea di Reggio, che si rilelano un fallimento, con il pubblico che diserta la plaeta per una palese in capacità a programmare. Questo e molto altro ancora riserva la politica reggina, lasciando il sospetto che alla base via sia una mancanza di preparazione in campo culturale. All’interno, l’analisi e la proposta di Rinascita Reggio su come invertire la tendenza. Il divario fra il Nord e il Mezzogiorno misurato in termini di PIL-pro capite – oltrepassa i 42 punti percentuali. Nel confronto con altri paesi europei il reddito per abitante del Sud Italia è superato ormai non soltanto da Spagna, Grecia e Portogallo, ma persino da Slovenia, Repubblica Ceca, Malta e Cipro. Nell’ultimo Rapporto della Svimez si legge che le differenze fra le due parti del paese sono riprese ad aumentare da alcuni anni. Questo è il quadro: dopo 148 anni Caro sindaco ti scrivo... Le segnalazioni dei nostri lettori EDITORIALE EDITORIALE Auguri a destra e a sinistra E che le feste portino consiglio... Cultura a Reggio Da Locri Epizefiri al teatro Cilea: politica impreparata Dalla nostra inchiesta, viene fuori che i giovani da 18 a 38 anni, se non sono studenti o emigrati, sono per il 90 % disoccupati, mentre il restante 10 % ha un lavoro, ma spesso precario. Abbiamo voluto raccontarvi le loro storie. Storie di giovani preparati che non trovano una strada, e delle loro famiglie, costrette ad aiutarli tra mille difficoltà. Il pubblico, intanto, entra definitivamente in crisi, vedi il settore delle Poste. Mentre l’Omeca, ultima realtà industriale rimasta in città, rischia pesanti licenziamenti. Lo “struscio” sul corso Garibaldi Una discarica a Ciccarello e una perdita fognaria a S. Salvatore ALLE PAGG. 4 E 5 BOLANO, RUSSO, ASSUMMA, QUATTRONE Divario col Nord intollerabile Elezioni regionali Centrosinistra al bivio di Marcello Villari * Abbonati a Rinascita Reggio Facciamo informazione per raccontare la realtà delle nostre periferie senza vincoli. Aiutaci ad essere liberi. Abbonati a Rinascita Reggio Conto Corrente n. 95405544 intestato a Rinascita Reggio, via San Lorenzello di Cataforio n. 45 - 89133 Reggio Calabria www.rinascitareggio.com «Vogliamo il lavoro» Il grido delle famiglie reggine. Dalla nostra inchiesta 9 giovani disoccupati su 10 Il voto dei disoccupati tiene a galla questa classe politica

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Numero di Dicembre 2009 di RINASCITAREGGIO Freepress REGGIO CALABRIA

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Le Per ifer i e

Le Per ifer i e

e l’ambienteRINASCITA REGGIORINASCITA REGGIO email: [email protected]

Anno XIII - numero 5 - dicembre 2009

Mensile di informazione locale - tiratura 10.000 copie

Per la libertà di stampa chiediamo ai reggini di alzare la voce. Libertà di stampa significa, anche, una legge regionale che aiuti la piccola editoria. E’ il caso di Rinascita Reggio, che ha scelto di essere al servizio dei cittadini e non servire i padroncini politicanti.

di Paolo Bolano

E’ giusto chiedere il voto ai disoccupati che nelle nostre contrade superano il 90%.Ricordate il professore Rosario Villari, deputato, eletto con 120 mila preferenze, schifato della politica, si è dimesso, rinunciando al facoltoso stipendio e ai tantissimi benefici. Perché non l’hanno trattenuto? Vi risulta che c’è stato qualche altro politico, in Calabria che l’ha fatto? A noi, forse, piacciono i delinquenti che continuano a prenderci per il c…, e sostengono tutti i giorni, in televisione, che la crisi è finita e l’economia cresce. Nessuno ormai va nelle nostre contrade , in mezzo ai cittadini , per conoscere la vera verità. Da noi la disoccupazione giovanile supera il 90 per cento, le famiglie sono disperate, non ce la fanno più. Le statistiche non lo dicono, i giovani sono ormai sfiduciati, non cercano più il lavoro, che peraltro non c’è. Qualcuno continua ancora a fidarsi e fa la fila davanti alla porta del politicante di turno, responsabile peraltro di questa tragedia, che ha costretto i nostri figli a partire all’avventura in cerca di lavoro, seguendo le orme dei loro padri. Bisogna mandare a casa i professionisti di questa politica degli inciuci, i politicanti senza scrupoli, che vogliono restare a galla con tutti i mezzi. Hanno il coraggio ancora di venire a chiederci i voti e prometterci il posto per i nostri figli. Saranno presto serviti? Dobbiamo avere il coraggio di sbattergli la porta in faccia, non votarli più, in quanto incapaci di fare politica. Eppure, gli abbiamo dato tantissimo potere e il compito di amministrare i nostri soldi. Risultato, zero assoluto. Per trasformare la città da assistita a produttiva dobbiamo scegliere una nuova classe politica, capace, onesta, leale, in grado di creare lavoro per i nostri figli. Dobbiamo iniziare a farlo da oggi. Noi “CITTADINI DATORI di LAVORO dei POLITICI”, dobbiamo cercare i migliori. Basta con questi signori: deputati, senatori, consiglieri regionali ecc. che guadagnano circa 20 mila euro al mese e hanno prodotto poco. Basta. Con loro è stato tutto un fallimento. Mi viene in mente quella parte del “ vangelo morale” di Voltaire, che invita i cittadini a partecipare attivamente alla vita politica, all’elaborazione dei progetti e delle leggi che li riguardano. Questa è la via giusta da seguire per cambiare le cose nella nostra città, per avere il lavoro per i nostri figli. Non bisogna dare più deleghe in bianco a chicchessia. Quando dico che questa vecchia classe politica non è stata e non è in grado di governare il cambiamento e per questo deve andare in pensione, non si deve offendere nessuno. Il

...su nani e vonnu a tutti nani (N. Giunta)

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Carissimo BAMBINELLO GESU’, noi, giovani disoccupati reggini abbiamo perso la speranza, siamo quasi tutti

disoccupati e non vogliamo emigrare. Aiutaci in modo che il 2010 non sia un anno ancora più triste di quello che è passato. La Calabria ha più di 200 mila disoccupati e altrettanti precari e questa classe politica responsabile di questa tragedia si prepara a rubarci ancora il voto. Fermali, BAMBINELLO GESU’, per favore, illuminali e fa che si rassegnino e in punta di piedi lascino ad una nuova, capace e onesta classe politica il compito di portarci fuori da questa deriva. Noi abbiamo bisogno di lavorare, i vecchi tromboni politicanti hanno pensato solo ad arricchirsi. Serve una nuova classe politica che deve programmare lo sviluppo per tutti noi. Basta con le rapine e le ruberie che hanno messo in ginocchio Reggio e la Calabria. CARO BAMBINELLO GESU’, te l’abbiamo detto prima , non ci

fare emigrare come sono stati costretti a fare i nostri padri, con tanti sacrifici e spesso sacrificando la famiglia , di cui tutti a parole si riempiono la bocca, ma nessuno poi ha fatto nulla di buono. BAMBINELLO GESU’, sappiamo bene

Letterina di Natale dei giovani disoccupati reggini al Bambinello Gesù

Rinascita Reggio continua a dare voce ai cittadini. Riceviamo ogni mese una montagna di segnalazioni su piccoli e grandi problemi che attanagliano le nostre periferie. Chiedono costantemente ascolto alle istituzioni, e interventi concreti per risolvere i frequenti

disservizi. In questo numero, in particolare, i cittadini ci scrivono su problemi molto sentiti come quello delle discariche, della viabilità e dell’occupazione, soprattutto giovanile. Si rivolgono direttamente al Sindaco Scopelliti perché attualmente è lui alla guida della città.

Auguri di Buone Feste ai nostri lettori, e anche ai nostri politiciVogliamo ricordare a questi “potenti” di passaggio che i reggini sono delusi e incazzati, non solo con il centrodestra, ma anche con quella parte di centrosinistra che non è stata sempre attenta, all’opposizione, ma ha dormito sonni tranquilli, mentre la gente delle periferie protestava per chiedere i minimi servizi essenziali per vivere lontani dal centro. Si voterà presto e le sorprese saranno tantissime. Anche a sinistra.

Rinascita Reggio

Siti archeologici di straordinario valore come Locri Epizefirii lassciati all’abbandono. Stagioni teatrali , come quella appena partita al Teatro Cilea di Reggio, che si rilelano un fallimento, con il pubblico che diserta la plaeta per una palese in capacità a programmare. Questo e molto altro ancora riserva la politica reggina, lasciando il sospetto che alla base via sia una mancanza di preparazione in campo culturale. All’interno, l’analisi e la proposta di Rinascita Reggio su come invertire la tendenza.

Il divario fra il Nord e il Mezzogiorno – misurato in termini di PIL-pro capite – oltrepassa i 42 punti percentuali. Nel confronto con altri paesi europei il reddito per abitante del Sud Italia è superato ormai non soltanto da Spagna, Grecia e Portogallo, ma persino da Slovenia, Repubblica Ceca, Malta e Cipro. Nell’ultimo Rapporto della Svimez si legge che le differenze fra le due parti del paese sono riprese ad aumentare da alcuni anni. Questo è il quadro: dopo 148 anni

Caro sindaco ti scrivo...Le segnalazioni dei nostri lettori

EDITORIALEEDITORIALE

Auguri a destra e a sinistra

E che le feste portino consiglio...

Cultura a ReggioDa Locri Epizefiri

al teatro Cilea:politica impreparata

Dalla nostra inchiesta, viene fuori che i giovani da 18 a 38 anni, se non sono studenti o emigrati, sono per il 90 % disoccupati, mentre il restante 10 % ha un lavoro, ma spesso precario. Abbiamo voluto raccontarvi le loro storie. Storie di giovani preparati che non trovano

una strada, e delle loro famiglie, costrette ad aiutarli tra mille difficoltà. Il pubblico, intanto, entra definitivamente in crisi, vedi il settore delle Poste. Mentre l’Omeca, ultima realtà industriale rimasta in città, rischia pesanti licenziamenti.

Lo “struscio” sul corso Garibaldi

Una discarica a Ciccarello e una perdita fognaria a S. Salvatore

ALLE PAGG. 4 E 5 BOLANO, RUSSO, ASSUMMA, QUATTRONE

Divario col Nord intollerabile

Elezioni regionali Centrosinistra

al bivio

di Marcello Villari *

Abbonati a Rinascita ReggioFacciamo informazione per raccontare la realtà delle nostre periferie senza vincoli.Aiutaci ad essere liberi.

Abbonati a Rinascita ReggioConto Corrente n. 95405544

intestato a Rinascita Reggio, via San Lorenzello di Cataforio n. 45

- 89133 Reggio Calabriawww.rinascitareggio.com

«Vogliamo il lavoro»Il grido delle famiglie reggine. Dalla nostra inchiesta 9 giovani disoccupati su 10Il voto dei disoccupati tiene

a galla questa classe politica

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RINASCITA REGGIO

Le Per ifer i e

e l’ambiente2 dicembre 2009RINASCITA REGGIO

La politica regionale comincia a agitarsi. Le elezioni regionali sono dietro la porta. La gente non sopporta più questi politicanti e aspetta di vedere chi vuole realmente perdere sia il pelo che il vizio per il bene della Calabria. Anche i “CITTADINI DATORI di LAVORO dei POLITICI”, sono d’accordo, per cambiare musica e musicanti. Non può sfuggire più a nessuno che c’è una cultura del limite che deve intervenire. I cittadini che hanno il potere assoluto sono in maggioranza: posseggono e controllano il 55 per cento dei voti. La ndrangheta controlla il 15 per cento, la massoneria soltanto il 10 per cento. Ergo, con chi volete prendervela quindi se i vostri figli sono disoccupati, se votate sempre i soliti tromboni? Questi politicanti devono fare due passi indietro e dare spazio alla nuova classe politica. Mezzo centro destra per le prossime elezioni regionali mette in campo il sindaco SCOPELLITI, autore di tutti i ritardi e i disastri delle nostre periferie, oppure, il medico della madre di BERLUSCONI che sicuramente ci curerà gratis pur di acquisire il nostro voto. Il centro sinistra ancora è a pezzi. C’è una sinistra che pensa a salvarsi, invece di andare a trovare la gente e risolvere i loro problemi. Il partito di DI PIETRO, va a ruota libera, pur di liberarsi di LOIERO, parte, solitario, all’avventura, senza capire che cosi l’unico favore lo fa al centro destra. Il partito DEMOCRATICO, in via di formazione, come la sinistra ha abbandonato i cittadini ed è

diviso, con tante anime: BOVA, ADAMO, LOIERO e MINNITI. Quest’ultimo, un buon politico, ma solo a ROMA. Gli altri vorrebbero tutti fare i numeri uno ma di fatto non lo sono più. Bova, si spinge un po’ più avanti e consiglia al presidente LOIERO di gettare la spugna, per il resto ci penserà

lui. Non hanno ancora capito che i cittadini, tutti, li additano come i veri responsabili del mancato sviluppo calabrese, dei 200 mila disoccupati, dei 200 mila precari. I disoccupati, diplomati e laureati costretti a partire per trovare lavoro li amano al punto che li farebbero tutti fritti e nella stessa

padella. Serve il nuovo che a queste condizioni tarderà a venire. Il segretario nazionale del partito democratico ,BERSANI, uomo a modo , di grande lucidità politica cerca di anticipare il nuovo, in Calabria, mettendo in campo, un candidato governatore, uomo di grande spessore culturale: un economista, il professore LIROSI, di Polistena. L’altra soluzione potrebbe essere quella di passare la mano in questa tornata elettorale all’UDC, di Casini, che in Calabria ha politici di primo piano all’altezza di fare i governatori. ERGO, in questo modo il Partito democratico avrebbe tutto il tempo necessario per aprire un grande dibattito, ragionare, discutere e rinnovarsi in modo da essere pronto nelle prossime elezioni politiche. Aspettiamo e speriamo.

Quando parliamo di informazione, ci piace ricordare ERODOTO, il primo storico e per noi anche il primo giornalista del mondo. Già nel 400 avanti Cristo, andava personalmente a cercare la notizia, a parlare con la gente. Non scriveva per sentito dire, o copiando le veline. Noi di Rinascita Reggio, nel nostro piccolo, stiamo cercando di seguire il suo esempio. Ma sappiamo che è difficile in questo terzo millennio, in tempi di lupi e di furbi, nell’era berlusconiana. La grande stampa ha padroni del calibro di Berlusconi, e una legge che gli consente di avere tanti soldi pubblici, che gli consentono di restare in vita, di scrivere, di pagare i giornalisti. Per la piccola editoria, non è così. Non ha aiuti di nessun genere. Se non è al servizio di qualche politicante, non riesce neanche a prendere la pubblicità. Noi di Rinascita Reggio, liberi e indipendenti, ci troviamo in queste condizioni. Auspichiamo che la classe politica tiri fuori dal cassetto la legge sulla piccola editoria, e in breve il Consiglio regionale la approvi. Non lo faranno mai perché non vogliono aiutare i giornali liberi come il nostro. Invece, finanziare i piccoli giornali è un dovere democratico, significa favorire la libertà di stampa, e quindi il diritto

dei cittadini ad essere informati. Questa libertà di stampa è stata abrogata in Italia solo una volta, col fascismo nel 1925. Mussolini, allora, nominava i direttori dei giornali, e chi per lui faceva i titoli politici principali sui giornali. Quella, però, era una dittatura. Oggi non è ancora così e noi riusciamo ancora a vivere e scrivere col vostro aiuto. I giornali, grandi e piccoli, devono essere mezzi di informazione e non strumenti di propaganda del potere. Devono poter vivere con i provvedimenti di legge nazionali e locali e la pubblicità, perché devono svolgere un servizio pubblico, dicendo la verità e raccontando la società reale. I giornali non devono servire per uno scambio di favori col potere politico. Il nostro giornale non è nato per fare questo, e i nostri lettori lo sanno bene. Rinascita Reggio continua a criticare il potere politico e a fare sempre domande, nell’interesse dei cittadini e delle nostre comunità di periferia. Noi non siamo servili col potere, né deferenti. Noi raccontiamo i fatti, anche quelli del “palazzo”. Non saremo mai megafono di nessuno, perché il nostro giornale vuole crescere, diventare settimanale per contribuire allo sviluppo della città.

Cancellato dal centrodestra di Fuda e oggi ripresentato in pompa magna da Scopelliti

- Informazione e democrazia -

Svincolo Sant’Agata, il grande bluffServe una legge per la piccola editoria

- Politica regionale -Bersani candida l’economista Lirosi ma l’Udc è dietro la porta

nostro giornale vuole contribuire a questo cambiamento, per questo si è messo al servizio dei cittadini. Siamo presenti in ogni angolo della città e della periferia, dove c’è da segnalare un ritardo, una ruberia, un dissesto, un problema. Lo vedete con i vostri occhi, ogni giorno, ormai ci conosciamo bene. Ci fa piacere che la nostra mail sia piena di vostri contributi. Insieme, dobbiamo essere in grado di indicare gli uomini giusti, persone capaci e perbene, e convincerli a scendere in campo con una sola parola d’ordine: “LAVORO per tutti”. Questo è sempre mancato al Sud e nella nostra città. Le uniche piccole realtà produttive sono sparite o stanno sparendo in silenzio. Il tessile di San Gregorio, la Coca Cola, e adesso l’OMECA. Non si vergognano ancora a chiederci i voti? Non ci vergogniamo noi a riceverli ancora, e a votarli? Perché non abbiamo insegnato ai nostri figli a prendere i forconi e cacciare questi malfattori? Rinascitareggio manterrà il giuramento. Lotterà accanto a voi per far rinascere la città con personale politico nuovo. Andiamo a trovare Rosario Villari, che allora si è defilato dalla politica dopo aver preso 120 mila voti. Oppure, il fratello, il figlio, il nipote, reggini doc: scrittori, professori, giornalisti, intellettuali a livello nazionale e internazionale. Di questi abbiamo bisogno per gridare al mondo intero che vogliamo cambiare pagina. Che ne pensate? Fatecelo sapere. Da qui potrebbe partire il cambiamento, a Reggio. Dopo la prima primavera di FALCOMATA’ ci sarà la seconda primavera con i VILLARI. Coraggio. Facciamo vedere a questi politicanti da strapazzo che è possibile cambiare. Non vogliamo più assistere alla partenza dei nostri figli. Basta con i compari che prima della campagna elettorale ci promettono per l’ennesima volta il lavoro per nostro figlio e noi in cambio gli assicuriamo 20 mila euro al mese. Perché vi ostinate a regalare tanti soldi a politicanti incapaci che non saranno mai in grado di amministrare i soldi delle vostre tasse, e creare, sviluppo e lavoro? Ma noi, Cittadini Datori di lavoro dei Politici, vogliamo scegliere il meglio di questa società? Vogliamo svegliarci? Cambiamo registro e cominciamo a lavorare per il futuro dei nostri figli. Dobbiamo superare il pessimismo di questi anni e la stanchezza che ci ha resi mollicci e che è il motivo principale che sta mettendo la democrazia in crisi. Spesso priva di idee nuove, di motivazioni e protesa all’egoismo sfrenato che ha partorito mediocrità e incapacità in quanto chiusa nel guscio dove nani e ballerine in maggioranza sono sempre proni a dire: signorsì. Vogliamo ricordare che Rinascitareggio ha messo già a disposizione una proposta di “PROGETTO REGGIO” dove chiunque potrà apportare correzioni e suggerimenti. Dobbiamo con questo costringere il governo nazionale e regionale a studiare a fondo il problema Reggio, per conoscere le vere condizioni in cui versano le nostre popolazioni, le famiglie, i giovani disoccupati, coloro che vivono nelle periferie. Per questo è importante mandare a casa questa vecchia classe politica e avviare in fretta la ricerca del nuovo. Assieme possiamo farcela.

di Paolo Bolano

Per uno svincolo, in tempi di campagna elettorale, il sindaco di Reggio ha scomodato nientepopodimeno che il presidente dell’Anas Pietro Ciucci, convocando in pompa magna tutti i giornali e le televisioni della città. Abbiamo assistito alla conferenza stampa, e non abbiamo voluto di proposito avanzare in quella sede i nostri dubbi e le nostre considerazioni. Il problema è semplice, per rispondere al sindaco Scopelliti che ha trovato una giustificazione ai ritardi su questa opera prendendosela con il centrosinistra e con Prodi. I fatti, caro signor sindaco, sono questi. Circa dieci anni fa, il

sindaco di Cardeto Panetta, del centrosinistra, era riuscito a farsi finanziare la strada lungo il Sant’Agata, svincoli inclusi, da Cardeto all’aeroporto. La somma stanziata era di circa 40 miliardi di vecchie lire. Ma il centrodestra di allora, con il presidente della provincia Fuda, ha cancellato l’opera, e spostato i finanziamenti da Reggio alla locride. Lei, il suo partito e tutto il centrodestra siete famosi per scaricare la colpa sugli altri, senza prima guardare in casa vostra. 7 miliardi di euro per questo lavoro per noi sono troppi, in ritardo, e per un’opera ridotta rispetto al progetto allora scartato. di Paolo Bolano

Letterina al bambinello Gesù...(segue da pag. 1)che per questo NATALE sotto il nostro albero non ci saranno regali, pur tuttavia vogliamo pensare al domani. Intanto, noi disoccupati abbiamo approntato un bel presepe, con una grotta , ben riscaldata in modo che tu possa nascere e poi crescere nel calore della tua famiglia e con tutta la tranquillità che ti meriti. Il nostro pensierino è quello di organizzarci e crescere, anche noi, assieme a te. AIUTACI a farlo. Nel 2010 , la Calabria rischia ancora di perdere 40 mila posti di lavoro , anche nella pubblica amministrazione. E’ una vera tragedia. Questo governo di centro destra ha cancellato dall’agenda politica la Calabria e Reggio. Hanno chiuso, quasi in silenzio, il tessile di San Gregorio, hanno chiuso la Coca Cola, stanno chiudendo l’OMECA, sono scomparsi centinai di posti di lavoro, questa classe politica ha sperperato se non rubato vagoni di soldi pubblici e adesso noi per lavorare dobbiamo prenderci la valigia. Ti pare giusto BAMBINELLO GESU’? Ti pare giusto che questi politicanti hanno mirato e colpito a morte la nostra speranza? BAMBINELLO GESU’, ci vuoi liberare da questa feccia umana che si sta preparando per la prossima campagna elettorale e ci vuole rubare ancora una volta i voti? Il centro destra in questi ultimi tempi si è portato via i nostri soldi ( FAS). Sono stati dirottati al nord per pagare le multe degli allevatori di BOSSI. Poi , si sono portati via i soldi della viabilità che potevano creare un po’ di lavoro. Ecco perché, BAMBINELLO GESU’, ti chiediamo di aiutarci. Si stanno portando via definitivamente la nostra speranza e noi siamo impotenti di fermarli. FERMALI tu che puoi farlo. Non permettere di perseverare nello sfascio. BAMBINELLO GESU’, illuminali a lasciare la scena dove sono stati attori per 50 anni , producendo lo spettacolo che sta sotto gli occhi di tutti noi. Vogliamo dare in mano la Calabria e Reggio a una nuova classe politica, seria, onesta, capace, perbene , altruista, in grado di scrivere una nuova pagina per Reggio e per la Calabria. Solo questo ti chiediamo di fare , nostro BAMBINELLO GESU’. Tu puoi farlo.

EDITORIALEEDITORIALE

La sede del Consiglio regionale

Il presidente dell’Anas Ciucci e il sindaco Scopelliti

(segue da pag. 1)

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RINASCITA REGGIORINASCITA REGGIO

RINASCITA REGGIO

Le Per ifer i e

e l’ambiente dicembre 2009 3

Le proteste contro il palcoscenico in cemento voluto dal Comune

Rinascitareggio favorevole alla proposta di rilancio di Renato Nicolini

di Paolo Bolano

di Francesco Russo

Locri Epizefiri fu una delle più fiorenti città della Magna Graecia, tanto da essere definita da Platone “fiore dell’Italia per nobiltà, per ricchezza e gloria delle sue genti”. Fu fondata dai locresi di Grecia nel settimo secolo avanti Cristo. La città ebbe, ad opera di Zaleuco, il più antico codice scritto di cui si abbia notizia in Europa. Politicamente, Locri fu legata a Sparta, Taranto e Siracusa. Con quest’ultima città fu alleata ed aiutò Dioniso primo, tiranno di Siracusa, nella lotta contro Reggio e la Lega italica. Dioniso, espulso da Siracusa, riparò a Locri, dove si impadronì del potere. Anche i locresi lo cacciarono dopo una rivolta, e instaurarono un regime democratico. All’inizio del terzo secolo avanti Cristo, ai tempi della guerra tra Pirro e Roma, Locri passò più volte da una parte all’altra, subendo poi la punizione di Pirro. Nel 216 a.C., durante la seconda guerra punica, Locri si arrese ad Annibale, ma fu riconquistata da Scipione l’Africano, nel 205 a.C. Entrando così, definitivamente, nell’orbita di Roma, e perdendo progressivamente importanza. La città di Locri decadde definitivamente tra l’ottavo e il nono secolo dopo Cristo, in seguito alle incursioni saracene e al diffondersi della malaria. Fu allora che la popolazione si

trasferì dalla costa, difficilmente difendibile, in luoghi interni più sicuri, dando origine alla città di Gerace. Oggi, l’area scavata e conosciuta dell’antica Locri Epizefiri rappresenta una parte minima di quello che era l’insieme della città. Le fonti antiche concordano nell’affermare che nella città di Locri esistesse il più importante e famoso santuario della Magna Graecia, dedicato a Persefone, la signora dell’Oltretomba, sposa di Ade. Negli anni ’50, vicino al teatro, fu trovata una teca in pietra che conteneva l’archivio del tempio. Fu il più importante rinvenimento epigrafico in Magna Graecia: in trentotto tavolette di bronzo sono iscritte le operazioni finanziarie eseguite dai sacerdoti del tempio. Questo tempio svolgeva anche funzioni di banca, concedendo prestiti alla cittadinanza per l’esecuzione di opere pubbliche. Il teatro fu scoperto scavando intorno al 1940, e si trova in una splendida posizione panoramica. Locri, nel quarto secolo avanti Cristo, era il più importante centro rapsodico d’Italia. Pindaro sosteneva che il popolo locrese era ospitale, amante del bello e della poesia, e valoroso in guerra. La scuola lirica di Locri levò per due secoli un canto sublime, che ebbe come maggiori esponenti due donne, Teano e Nòsside.

Il nostro direttore ringrazia Renato Nicolini, che ha aperto un fronte culturale importantissimo per Reggio e per l’intera Calabria. I siti archeologici di Locri, il teatro, vivono in uno stato di degrado da più di cinquant’anni, e nessun politico di destra o di sinistra ha mai fatto nulla. Alzando lo sguardo oltre il Mar Jonio, ci troviamo di fronte il teatro greco di Siracusa, che per la sua attività culturale porta in Sicilia, in un anno, non meno di un milione di turisti. La disgrazia di Reggio, purtroppo, è quella di avere questa classe politica incapace, con molti compari che continuano a votarla. Circa dieci anni fa, il Governo nazionale aveva finanziato il “PROGETTO LOCRI”, mettendo dentro il contenitori più di 100 miliardi di vecchie lire. Non si sa chi ha gestito questi soldi, ma possiamo affermare che si sono “scordati” di inserire nel progetto il recupero dei siti archeologici e del teatro di Locri. E’ stata sicuramente una svista. Quello che lei afferma, caro Nicolini, di realizzare un progetto con un’ “offerta teatrale continua”, raccontando le memorie della Locride e coinvolgendo ospiti illustri come Lucio Villari, è giustissimo, è la strada da percorrere. Noi, di “Rinascita Reggio”, in illo tempore, avevamo proposto a questa illustre classe politica, parlando dai microfoni della tv nazionale, di rilanciare Locri Epizefiri con un progetto di sviluppo culturale. Bisogna realizzare una scuola di formazione nel campo teatrale e televisivo, che coinvolga i

Paesi rivieraschi del Mediterraneo. I nuovi giovani professionisti dovranno poi essere in grado di produrre teatro calabrese per esportare la nostra cultura. Diciamo basta a una Calabria che consuma la cultura del Nord. Vogliamo produrre la nostra cultura, i nostri autori semidimenticati, le loro opere e farle circolare in Italia e all’estero. Ecco, caro Nicolini, proprio da qui dobbiamo partire e la strada è tutta in salita. Eppure, l’Unione Europea ci ha regalato e ci sta regalando, fino al 2013, una cosa come 30mila miliardi di vecchie lire. A questo punto, ci permettiamo, cordialmente, di rimproverare alcuni colleghi giornalisti, che si sono spesi molto per mettere a disposizione del sindaco di Locri, e dell’assessore alla cultura della Provincia, un’intera pagina di giornale per dire poche quisquilie. Per esempio, il sindaco di Locri: “…Più volte, abbiamo affrontato il tema del necessario

recupero dei beni archeologici di Locri”. La strategia dell’assessore alla Cultura della provincia di Reggio: “…Per l’estate prossima, ci saranno a Locri eventi spettacolari, e degustazioni di prodotti tipici…”. Renato, per favore, aiutaci a mandare a casa questo personale politico che non serve a nulla, anzi danneggia la Calabria. Rinascita Reggio è pronta ad appoggiare con tutte le sue forze, il tuo e il nostro progetto, affinché la Calabria cambi pagina. Ci fa piacere che il professore, Lucio Villari, sia critico con la Regione assente da qualsiasi progetto, e pronto a contribuire al rilancio di questi importantissimi siti che possono dare un contributo alla crescita della Calabria. Ci piacerebbe, anche, che per la crescita e il cambiamento di questa regione si scegliesse come assessore RENATO NICOLINI un fuoriclasse della cultura in grado di rilanciare Reggio e la sua provincia.

Locri Epizefiri, serve un progetto serio

“Vogliamo conoscere il progetto nel dettaglio, e soprattutto sapere da quale assessorato è partito”. Non si dà pace, Giuseppe Curatola, presidente del comitato pro Villa Comunale. Dopo

quarant’anni trascorsi nei pressi di una delle entrate del “suo” amato parco, dove gestisce un’attività, un bel giorno si è visto spuntare di fronte l’ “obbrobrio” contro il quale ha subito iniziato a battersi con tutte le sue forze. Si tratta del nuovo teatro all’aperto concepito per gli spettacoli estivi ed inserito dall’amministrazione comunale all’interno del più ampio progetto di riqualificazione della Villa. Un palcoscenico in cemento, così come le due “originali” scale poste ai lati, che è apparso subito molto distante da quel “palchetto teatrale non invasivo” annunciato nel febbraio 2008 al momento di consegnare i lavori. E che infatti ha sorpreso tutti, a

partire da un folto gruppo di intellettuali e professionisti del teatro reggino. “Come hanno sottolineato i vari esperti- riassume oggi Curatola- il palco in cemento è un’assurdità mai vista, perché inamovibile. Oltre ad essere in questo caso troppo piccolo, tanto che non ci sarebbe spazio neppure per una scenografia e persino gli attori avrebbero difficoltà a muoversi”. Quanto poi alle scale in cemento poste ai due lati, Curatola non ha certo bisogno di essere un esperto per notare: “Ma che roba è? Neanche Wanda Osiris…” Oggi, dopo diverse iniziative pubbliche, ancora nessuna spiegazione. “Ho già inviato una richiesta scritta al Comune per sapere quale sia il settore di competenza, visto che i tre assessori Sidari a Turismo e Spettacolo, Sarica ai Lavori Pubblici, e Caridi alle Politiche Ambientali, continuano a negare ogni responsabilità diretta”. Insomma, una questione sempre aperta, sulla quale l’unico consigliere comunale dell’opposizione ad essersi fatto vivo è ad oggi Demetrio Delfino di Rifondazione Comunista. Dopo nove mesi di ritardo, intanto, da qualche settimana i lavori si sono completamente interrotti ( appaltati alla ditta G.v.c, per un importo di 513mila euro, avrebbero dovuto concludersi per gennaio 2009 ). Dentro il cantiere del teatro, i grossi mezzi della ditta giacciono immobili. Poco male, in questo caso. Perché per una volta nessuno sembra avere fretta di vedere completata l’opera…

- LA STORIA -

Il Teatro Cilea, su cui la Giunta Falcomatà ha speso tanti denari per farlo tornare splendente, oggi fa acqua da tutte le parti. Manca il manico, si dice. Né il medico Sidari, né la signora Freno, hanno le competenze necessarie per fare decollare questa struttura. L’unico professionista capace è Glejeses, che è un bravo attore e basta. Serve invece un bravo direttore artistico, ben pagato, che stia a Reggio per costruire il percorso professionale del Teatro Cilea. Attenti, non serve un

amministratore bravo, o chicchessia, il tizio capace soltanto di mettere assieme il cartellone contattando le agenzie teatrali specializzate. No. Perché il cartellone è importante, ma non è tutto. Se hai tantissimi soldi, prendi le compagnie con i più conosciuti attori, e tutto va bene. Se non hai i soldi e ti mancano le competenze ti incarti e apri la stagione, com’è successo con lo spettacolo di Barbareschi e ti trovi il teatro vuoto. Noi

ci permettiamo, in punta di piedi, di dare qualche suggerimento all’amministrazione comunale. Il Mezzogiorno d’Italia ha un grosso problema, ed è quello culturale e dell’informazione. Il nostro Sud ha ancora aperta la ferita della questione meridionale, compresa quella della cultura. Per farci capire meglio, ragioniamo con alcune statistiche. I centri culturali e di informazione sono collocati per l’88 % al Centro Nord e per il 12 % al Sud. E in Calabria, appena il 4-5 %. Da noi si spende per il teatro circa un euro pro capite. In Lombardia, Emilia, Piemonte e Lazio, circa 10 euro. Da qui bisogna partire. Lasciare da parte la campagna elettorale che può stravolgere le cose, e può influire in modo negativo sul Teatro Cilea. Non è possibile che la gente, che paga sempre più tasse, ha sempre meno servizi, compresi quelli culturali. Bisogna anche in questo campo investire in modo produttivo. Dopo aver cercato il bravo direttore artistico, senza pensare ai voti, bisogna realizzare una scuola seria e professionale di teatro. Bisogna essere in grado di preparare una nuova generazione di autori e tecnici locali, in grado di produrre teatro anche a Reggio. E’ difficile, ma è possibile. Bisogna partire dal Cilea e dal teatro greco di Locri per imitare la città dirimpettaia, Siracusa, che tutti gli anni produce la tragedia greca, attirando più di un milione di turisti da tutto il mondo. Finiamola con l’inseguire le mezze calzette, serve un progetto teatrale e culturale vero per Reggio e per la sua provincia.

Teatro Cilea vuoto: mancano le competenzeVilla comunale, va in scena l’ “obbrobrio”

Interno del teatro Francesco Cilea

L’opera in costruzione

Il sito archeologico di Locri Epizefiri

p. b.

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RINASCITA REGGIO

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e l’ambiente4 dicembre 2009RINASCITA REGGIO

Per bisogno non sono liberi di votare il migliore. La nostra inchiesta-sondaggio ci indica che i giovani a Reggio, da 16 a 35 anni, o sono studenti, o sono emigrati, oppure sono disoccupati. 90 su 100, come si suol dire, “passeggiano la mattina per essere liberi il pomeriggio”. E’ una vera tragedia, ma nessuno ne parla, nessuno fa niente, specialmente quei politicanti ai quali questa situazione fa comodo. Senza le famiglie di questi poveri disoccupati, bisognosi di lavorare, molti politicanti potrebbero fare al massimo gli uscieri di condominio. Invece fanno i padroni sulla pelle della povera gente. Adesso che inizia la campagna elettorale, torneranno a fare promesse, prenderanno i voti, e poi andranno a incassare 20mila euro al mese. La vecchia classe politica ha pensato solo a farsi dare più soldi da Roma, a distribuire le ricchezze e a costruire consensi su basi di scambio, piuttosto che puntare a realizzare infrastrutture e investimenti a scopo produttivo. Ecco il dramma della disoccupazione, che si è accentuata a causa della crisi generale, e della chiusura di molte aziende al Nord che costringono molti nostri emigrati a rientrare. C’è un ultimo treno da prendere, e sono gli aiuti europei del Por 2007/2013, più di 20 miliardi di vecchie lire. La nuova classe politica, che verrà fuori dopo le elezioni regionali, dovrà avere un solo obiettivo: creare lavoro a Reggio.

La crisi ha colpito anche il colosso AnsaldoBreda, e quindi l’ OMECA di Reggio .Ma da noi è difficile che ciò faccia notizia. E poi, guardando alcuni telegiornali sembra che viviamo nel paese di bengodi, invece che in una Calabria con 200 mila disoccupati e 200 mila precari. A Reggio, e nelle nostre periferie, la disoccupazione giovanile supera il 90 per cento. Secondo i vecchi economisti e la politica con la P maiuscola, dopo il 20 per cento di disoccupazione, si rischia per ordine pubblico. Ma da noi è tutto normale. C’è la pensione del papà, quella del nonno e si tira a campare. Intanto, al sud, si sperperano vagoni di denari pubblici. Tutto sommato fa bene la Lega di Bossi che utilizza i nostri soldi per pagare i pasticci che hanno combinato i lattai del nord, che stanno sotto la coppola leghista. L’OMECA ,quindi , a Reggio, manderà in cassa integrazione molti operai e alcuni li licenzierà, se non ci sarà un intervento politico serio che spieghi come stanno le cose nella città di IBICO. Pare che la dirigenza dell’ANSALDO BREDA , anche in periodi di crisi foraggia clientele politiche con vergognose consulenze. E questo non è giusto. Ma la cosa più grave è quella che a questa dirigenza gli sfuggono i contratti importanti: le commesse che TRENITALIA affida alle aziende estere. L’altra vera disgrazia di Reggio è quella di non avere una classe politica di centro destra che siede nelle stanze del Governo

nazionale per tutelare gli interessi della città. C’è da domandarsi: cosa fa a questo punto il nostro grande sindaco SCOPELLITI che giornalmente, col cappello in mano, porta in villeggiatura, a Reggio, i grandi potenti politici del centro destra nazionale ? Così vuole diventare governatore? Ma mi faccia il piacere… Sarà bello, però vedere se il centro sinistra sarà in grado di piazzare una figura credibile ,a mala pena, per stracciare il nostro grande sindaco. Intanto, ee i “ CITTADINI DATORI di LAVORO dei POLITICI” fanno sul serio il nostro sindaco sicuramente avrà la pensione anticipata.

Vertenza Omeca

In crisi l’unica fabbrica rimasta a Reggio. E la politica che fa? dall’Unità d’Italia le cose non sono

cambiate di molto: nel 1951 le regioni meridionali producevano il 23,9 per cento del Prodotto interno nazionale, dopo sessant’anni la quota è rimasta immutata, 23,8 per cento. E’ inutile ricordare che in questo contesto drammatico la Calabria era, è e rimarrà per molto tempo in avanti il fanalino di coda dell’Italia e dell’Europa. E’ tanto indietro rispetto all’economia nazionale e internazionale che è rimasta – come è stato notato – finanche poco colpita dalla crisi globale: abbiamo una struttura produttiva marginale, questa è la verità. Eppure in Calabria – come in altre regioni meridionali – fiumi di denaro pubblico (nazionale ed europeo) non sono mancati. Perché allora siamo sempre nelle stesse condizioni? La risposta è addirittura semplice: i fondi pubblici vengono gestiti malissimo dalle elite politiche locali e gli investimenti privati non arrivano – o non si producono in loco – per effetto del cancro criminale. Quando la società civile calabrese si sveglierà e capirà che il futuro e nelle sue mani? Quando allora vedremo per le strade la gente applaudire per l’arresto dei capi mafia, come in Sicilia, allora di sviluppo economico si potrà cominciare a parlare (e a sperare).

I giovani e le famiglie chiedono semplicemente il lavoro. L’era dell’impiego pubblico è finita e per questo i genitori incitano i loro figli a intraprendere attività private. Dopo cinquant’anni di assistenzialismo, diventa tutto difficile, ma non impossibile. Chiedono un nuovo progetto e una nuova politica per rilanciare le attività produttive e il lavoro. Ma ascoltiamo direttamente il loro grido d’aiuto e le loro riflessioni. GIULIO PUTORTI’ è un giovane disoccupato reggino, diplomato, che non intende emigrare. “Voglio restare e assieme ad altri amici battermi per trovare un lavoro. La prima domanda che rivolgo alla politica onesta e capace, se veramente c’è, perchè non batte un colpo per indicare che esiste. Vogliamo aiuto vero da queste persone oneste, perché desideriamo realizzare progetti produttivi, che portino occupazione per tutti”. Se la prende soprattutto con la classe dirigente, Giulio: “Questi derelitti politici non vanno mai in giro per le nostre periferie, per ascoltare cosa dicono di loro? Non devono continuano a comprarsi i voti di noi disoccupati per restare sempre a galla. Si sbagliano di grosso”. ANTONIA MODAFFERI, 75 anni, vive in una condizione di crescente disagio, ma è preoccupata soprattutto per il futuro dei figli. “Siamo due pensionati, marito e moglie, e prendiamo assieme mille euro di pensione al mese. E’ difficile per noi vivere, in quanto è aumentato tutto. Quando eravamo contadini, si stava meglio di adesso, perché

avevamo la nostra piccola produzione e si poteva vivere. Abbiamo due figli, precari, che hanno a loro volta tre figli disoccupati. Uno è cuoco, ed è andato a lavorare a Trento, adesso è tornato perché anche lì non c’è lavoro. Mia nipote lavorava in un bar-cornetteria, qui a Reggio, ma l’attività poi ha chiuso. Adesso è senza lavoro. E’ andata col padre a Caulonia, per

vedere se è possibile trovare un posto in un bar. Non sappiamo più cosa fare”. GIUSEPPE MODAFFERI, maestro posatore di mattonelle, ha tre figli disoccupati, due diplomati e una sposata. “Non è possibile - dice- che Reggio soffre ancora per la mancanza di lavoro. Dove sono finiti tutti i soldi che da Roma e dall’Europa sono arrivati per creare occupazione? Leggiamo spesso, naturalmente, di scandali e ruberie di imprenditori che vengono da fuori, si arricchiscono coi nostri soldi e poi vanno via. E voi politici che cosa avete fatto, e cosa state facendo, per evitare ciò? Il lavoro è mancato sempre alle nostre famiglie, tanto che molti sono stati

costretti ad emigrare per cercarlo altrove. Mi volete spiegare perché? ANTONIO CHIRICO, che ha più di quarant’anni, ma nonostante la sua maturità scientifica, continua ad essere disoccupato: “Alla fine degli anni ’90, ho lavorato in una società mista del Comune, l’allora amministrazione di centrosinistra aveva promesso di assumerci definitivamente, ma poi non

è stato così. Continuo a partecipare ai concorsi, ma sinceramente non vedo grandi prospettive, perché ormai anche in queste società pubblico-private si ricorre ai contratti a termine, senza alcuna certezza per il futuro. Fatto sta che a quest’età mi aiuta ancora la mia famiglia, e non è certo un bel vivere”. ROSARIO CALABRO’, carpentiere di 38 anni, di Pellaro, è disoccupato dal mese di luglio, dopo essere stato licenziato da una ditta edile per riduzione del personale. A casa ha una moglie disoccupata e due figli. Attualmente, riesce a trovare qualche giornata lavorativa in nero per sbarcare il lunario. Ce l’ha con tutti, con i giornali, con i politici, con

l’amministrazione comunale: tutti quelli che non sono stati in grado di creare lavoro a Reggio. “Ho tre fratelli emigrati- spiega- uno di loro mi chiama tutte le sere per dirmi di partire e andare a Milano. Ma come faccio a lasciare Reggio con una moglie e due figli e andare incontro alle spese di una grande città? Pensi che l’Inps non mi ha pagato ancora la disoccupazione, ed andiamo avanti ancora con i prestiti che mi fanno i miei fratelli. Capisco, spesso, che quando un giovane non ha lavoro è tentato ad entrare in giri poco puliti, o a rubare per mantenere la famiglia”. FRANCESCO GIOVINAZZO, 68 anni, di Gallico, è un vecchio contadino che ancora zappa la terra. Ci ha detto che questo lavoro che svolge da quando aveva dieci anni non vorrebbe più farlo, perché è malato, ma è costretto a continuare perché ha due figli disoccupati. “Lavoravano uno nell’edilizia, e l’altro in un negozio, ma non c’è lavoro e sono stati licenziati. Adesso non trovano nulla. Pensi che sono sposati, ma vengono ancora a mangiare qui da noi”. La pensione, insomma, serve per aiutare i figli. “Io e mia moglie guadagniamo 1100 euro al mese, e in questo modo gli paghiamo l’affitto a uno dei figli, e manteniamo a scuola una nipotina”. Eppure, secondo il signor Giovinazzo, l’agricoltura potrebbe costituire ancora una risorsa: “Lo dico sempre ai miei figli, di creare una cooperativa con altri giovani per produrre agricoltura biologica, il mercato tira, ma loro sono assenti”.

«Vogliamo il lavoro»Il nostro sondaggio-inchiesta nelle periferie reggine

Una miniera di voti

Dopo gli sprechi in spettacoli e feste, le periferie abbandonate, l’occupazione per pochi fortunati, eccetera, arrivano nuovi “pacchi” d a l l ’ A m m i n i s t r a z i o n e Scopellliti. Tranquilli, reggini: si tratta solo di scatole da regalo giganti posizionate nel piazzale della Stazione lido. Ma a proposito di “scatole”, altre rischiano di essere rotte sempre di più! Tanti auguri Reggio!

I pacchi di ScopellitiReggino ... affari tuoi!

Lo stabilimento reggino dell’Ansaldo Breda

Divario col Nord intollerabile

* Marcello VillariCaporedattore esteri Tg5

di Paolo Bolano

Uno scorcio di Mosorrofa. La disoccupazione ancora più alta nelle periferie

(segue da pag. 1)

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RINASCITA REGGIORINASCITA REGGIO

RINASCITA REGGIO

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e l’ambiente dicembre 2009 5

Poste Italiane, società per azioni controllata dal Ministero del Tesoro, “dismessa” a favore dei privati? Il sospetto è forte, in vista, peraltro, di una liberalizzazione del settore ormai alle porte. Basti vedere lo stato penoso in cui è ridotto oggi il servizio, anche nella nostra città. Dagli uffici che riducono gli orari di apertura, allo stesso servizio di recapito che lascia “scoperte” intere zone, spesso per diverse settimane. Gli stessi cittadini sono costretti a recarsi personalmente a ritirare la propria corrispondenza, facendo la fila quotidianamente di fronte ai vari centri di smistamento. Una situazione ai limiti del paradosso, che ha visto insorgere negli ultimi tempi i sindacati locali con un’assemblea unitaria

cui hanno partecipato tantissimi lavoratori. «Come molte aziende parastatali- ci spiega in particolare Franco Ambrogio, responsabile poste della Cgil- Poste Italiane sta ridimensionando progressivamente la propria presenza sul territorio, con continue ristrutturazioni. Ma il vero problema è che in tutti gli accordi che abbiamo stipulato, ha sempre assicurato com’era normale la copertura del servizio, attraverso interventi di razionalizzazione o il ricorso ai contratti a termine. Oggi, invece, il sistema è entrato in crisi, con gravissimi disagi non solo per gli utenti, ma anche per i lavoratori, costretti a un superlavoro per coprire le carenze di personale. Anche le strutture e i mezzi non sono adeguati, basti pensare al

tragico dato, di cui si parla ancora troppo poco, di un numero di morti sul lavoro inferiore solo a quello dei metalmeccanici». Il fronte sindacale, finalmente compatto dopo «troppe divisioni», denuncia insomma «il progressivo smantellamento dei servizi postali». Con all’orizzonte scenari ancora più foschi. «Secondo il nuovo progetto presentato da Poste Italiane -lancia l’allarme Ambrogio- sono in arrivo tagli al personale per oltre 10mila unità a livello nazionale. E il prezzo maggiore, ancora una volta, lo pagherà la Calabria, con gravissimi disagi nei piccoli centri della provincia ma anche in città». Di qui, appunto, i dubbi sull’effettiva volontà di rilanciare l’aziendale. «Nel 2011- spiega Ambrogio- scatterà l’ora della liberalizzazione dei servivi postali, dettata dall’Europa. Per questo bisognerà capire cosa intende fare l’azienda, se rilanciare in effetti il servizio oppure lasciare campo libero ai nuovi concorrenti privati. Intanto, però, occorrerà garantire il servizio, perché stiamo parlando di un diritto fondamentale dei cittadini sancito dalla nostra Costituzione».

Poste Italiane lascia il campo ai privati? «Serve un cambio di mentalità»La Camera di CommercioLa denuncia di Franco Ambrogio (Cgil) sui continui tagli dell’azienda

Secondo i dati Istat, per tutte le regioni del Sud il tasso di occupazione e’ nettamente inferiore alla media nazionale: e’ cosi’ in Sardegna 52.5%, Basilicata 49.6%, Puglia 46.7%, Calabria 44.1%, Sicilia 44.1%, Campania 42.5%. In cinque Regioni su sei, tranne la Sardegna, e’ occupata meno della’ meta’ della popolazione in eta’ lavorativa. In Calabria, in particolare, dove la popolazione rappresenta il 3.2% di quella nazionale la situazione e’ a dir poco sconcertante, il reddito in media di un Calabrese sfiora appena l’1.7% del reddito nazionale. Dalla Calabria sono andati via in un secolo due milioni tra uomini e donne, cifra che combacia perfettamente con l’intera popolazione attuale! In tutta la regione ci sono quasi 400.000 persone iscritte presso le liste degli uffici per l’impiego, i disoccupati nella sola provincia di Reggio Calabria sono quasi 130.000! Eppure, un giovane meridionale oggi non può far fede sugli ammortizzatori sociali, che esistono solo in maniera fittizia. L’unico vero ammortizzatore sociale e’ la famiglia. Oggi, i cittadini meridionali e calabresi sono stanchi di sentirsi additati come poltroni, incapaci, criminali, barbari. Tutti luoghi comuni, la vera responsabilità è delle istituzioni che sono assenti o fanno ancora troppo poco. Serve un piano straordinario per portare occupazione al Sud.

Dal commercio a quel poco di industria che rimane, dai servizi a un’agricoltura sempre più in crisi, il futuro per i giovani reggini appare sempre più cupo. Finita per sempre l’era dell’impiego pubblico, non resta che fare i conti con un tessuto produttivo fragilissimo. Per poi ripresentarsi a migliaia ad ogni straccio di concorso pubblico, anche per un posto a termine di spazzino o vigile urbano, anche i giovani più preparati, diplomati e laureati partiti per ben altri traguardi. GIANLUCA è un 32enne, laureatosi nel 2003 in Giurisprudenza a Messina, con il sogno di diventare magistrato. Dopo un praticantato gratuito, due anni di vani tentativi in concorsi pubblici e sfruttamento subito in diverse finanziarie, oggi è un “emigrato telematico”: telelavora da casa per una società romana. «Questa è la migliore opportunità di occupazione incontrata finora – racconta – mio fratello se n’è andato via, ma io preferisco schiattare qui: non mi piace andarmene da questa mia bella terra e lasciarla in mano a certe persone, tuttora ricevo tante proposte di andare fuori, ma le rifiuto sistematicamente: siamo noi la sua parte migliore. Voglio vivere e morire qui – conclude – perché sogno una Reggio e una Calabria migliori». NICOLA è un 25enne, laureato in Farmacia-

Corso di Informatore Scientifico a Messina, che dopo una breve collaborazione agli Ospedali Riuniti ha lavorato per alcuni mesi con un’azienda farmaceutica sull’area Reggio-Locride, ricevendo solo tante promesse e una minima e ritardata retribuzione mai accompagnata dal rimborso spese per la benzina: per questo,

nella speranza di trovare un futuro migliore, si è rimesso sui libri. «Sono deluso – dice – ho sprecato fatica, tempo, denaro e, nonostante il mio buon lavoro, sono stati sviliti preparazione e impegno. Al Nord ci sono più opportunità – spiega – da noi e al Sud si lavora solo a provvigione: perciò mi sono iscritto nuovamente all’università per prendere una seconda laurea. Sono stanco e avvilito, ma non mollo». ROMINA è una 28enne laureata in Scienze Politiche che – dopo non aver trovato sbocchi

in ambito accademico come ricercatrice – è nuovamente a Reggio, dove sta facendo uno stage biennale poco gratificante in un settore dove non può applicare le sue conoscenze. «Potremmo avere un ruolo propulsivo nella nostra comunità – afferma – invece ci ritroviamo in un pantano dal quale è difficile uscire . Anche

qui le prospettive ci sarebbero se però la mentalità, universitaria e non, cambiasse e abbandonasse un provincialismo che non dà il coraggio per intraprendere nuove iniziative. Personalmente, vorrei contribuire allo sviluppo del nostro territorio, non voglio rassegnarmi a partire». MARIA, invece, si accontenterebbe di un qualsiasi impiego che le permettesse di “campare” senza pesare sui genitori. «Dopo il diploma non ho proseguito gli studi -spiega- ma ho sempre lavorato. Oggi faccio

la commessa in un negozio del centro, faccio giornata piena ma, essendo registrata come part-time, prendo appena 450 euro al mese. Ormai è una pratica molto diffusa tra i commercianti reggini, anche quelli più grossi» Progetti per il futuro? «Spero di sposarmi, magari con il figlio di un miliardario come consiglia Berlusconi- sorride Maria- oppure di vincere qualche concorso, anche se per quello serve sempre una raccomandazione. Magari vincerò la lotteria». GIORGIO, 28 anni, non se la passa certo meglio. «Prendo ottocento euro al mese, ma completamente in nero. Il mio datore di lavoro è un piccolo artigiano, mi ha promesso che appena potrà mi registrerà, e io mi fido della sua parola. D’altra parte, non ho altra scelta, come si dice: questo passa il convento». Mentre LAURA, che ha deciso invece di denunciare, oggi è dovuta partire. «Avevo un buon posto in un locale come cameriera, ero registrata a tempo indeterminato, e tutto andava bene. Poi sono stata licenziata ingiustamente, e allora ho fatto causa al mio datore di lavoro. Ho anche avuto ragione in tribunale, ma il problema è che dopo nessuno mi ha più voluto più assumere, perché evidentemente si è sparsa la voce. Oggi mi sono spostata a Roma, e cerco di tirare avanti».

Tra competenze svilite e sfruttamento, le esperienze di lavoro dei giovani reggini

Figli di una città minore Si faccia un Piano per il Sud

Dati ISTAT allarmanti

di Luca Assumma e Francesco Russo

di Antonella Quattrone

Studenti fuori dal Liceo “Volta”

Puntare sulla preparazione e la professionalità: in un mondo del lavoro sempre più competitivo, non sembra esserci altra strada per i giovani reggini. Lo spiega la Camera di Commercio, e in particolare l’azienda speciale Informa, da anni impegnata nel settore dell’orientamento. “Si dice sempre che qui da noi non ci sono le aziende in grado di offrire lavoro- ci spiega un responsabile- ma in realtà spesso avviene il contrario. Ci sono aziende che vorrebbero assumere, ma non trovano sul mercato le competenze che cercano. Questo perché molti giovani non sono disposti a investire il loro tempo nella formazione, per un generale senso di sfiducia ma anche per una certa tradizione culturale. In altre parole, vorrebbero tutto e subito”. Un esempio concreto: “Quando consigliamo ai giovani di frequentare tirocini formativi presso grandi aziende, la prima cosa che ci domandano è ‘Ma pagano?’. Quindi molti rinunciano, non riuscendo a guardare in prospettiva. Se è vero infatti che questi brevi periodi di tirocinio non sono retribuiti, è altrettanto vero che almeno nel 30 % dei casi si ottiene una prima assunzione nella stessa azienda. Male che vada, invece, l’esperienza maturata servirà comunque ad arricchire il proprio curriculum”. E i giovani che aspirano a crearla personalmente un’impresa? “Anche in questo caso- ci spiega il responsabile- manca una vera cultura d’impresa. Basti pensare ai famosi “prestiti d’onore” finanziati dagli enti pubblici per favorire la nascita di nuove imprese. Contando sull’opportunità di non dover restituire la parte di finanziamento ‘a fondo perduto’, ci si imbarca in progetti improvvisati, chiudendo molto spesso nel giro di un anno”. Eppure i settori strategici non mancherebbero. “Una grande risorsa inutilizzata sul nostro territorio resta quella dell’agricoltura, trascurata anche in questo caso per un pregiudizio di tipo culturale. Oggi l’agricoltura non è più quella di una volta, è in gran parte meccanizzata e in più offre diversi tipi di approccio. Basti pensare al settore in crescita degli agriturismo, a patto però di sapere mettere in piedi un’offerta veramente valida, non limitandosi alla degustazione di prodotti tipici in una località di campagna. Anche in questo caso, insomma, occorre studiare, informarsi, magari andando a visitare per un periodo le aziende più attrezzate del Nord”.

Un portalettere

di Antonio Albanese

f. r.

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RINASCITA REGGIO

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e l’ambiente6 dicembre 2009RINASCITA REGGIO

Il pessimo stato di salute dell’ex caserma “Duca D’Aosta” è la chiara testimonianza di come si riesce, a Reggio Calabria, ad abbandonare una struttura a due passi dal centro città lasciandola

marcire nel degrado. L’edificio sorge alla fine di via Trabocchetto III e comprende una vasta area del territorio della IV circoscrizione. «Per anni – ci spiega il presidente dell’ente decentrato Paolo Brunetti – è stata occupata abusivamente da alcune famiglie che hanno vissuto in condizione di degrado assoluto finché non gli sono state assegnate le palazzine del rione Marconi». Quando era sindaco Italo Falcomatà, l’acquisto dell’edificio era stato inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche per recuperarne i locali. All’epoca la IV circoscrizione aveva proposto una ristrutturazione per realizzare un Ostello della gioventù, che aveva trovato parere favorevole nella stessa amministrazione Falcomatà. «Questo lo sosteniamo ancora», aggiunge Brunetti. L’amministrazione Scopelliti decise, però, di toglierla dal Piano triennale per poterla acquistare

con i soldi del Decreto Reggio avanzando anche l’ipotesi di costruire un’accademia alberghiera ma nulla di tutto ciò è stato fatto e, oggi, viene frequentata da soggetti senza fissa dimora e poco raccomandabili. Dai sopralluoghi fatti nella struttura e da quanto dice la gente che abita da quelle parti, sembra addirittura che ci siano anche famiglie che vi abitano, ubriachi, giri di prostituzione e di droga, senza contare aggressioni e atti di microcriminalità nelle zone limitrofe. Alla circoscrizione arrivano segnalazioni continue dai cittadini e dalla stessa sono partite almeno una decina di lettere all’indirizzo di Sindaco, Forze dell’Ordine e Questore per sollecitare interventi risolutori ma al momento tutto è immobile. È stato accertato, inoltre, come all’ingresso della via Trabocchetto III si assiste a veri e propri traslochi con camion che trasportano mobili e materassi e ciò fa pensare anche ad un sistema di affitti abusivi in nero gestito dalla criminalità. «Pretendiamo – tuona il presidente – che le istituzioni preposte vengano a controllare”. Una struttura come questa della “Duca D’Aosta”, così vicina al centro, che avrebbe una ricaduta economica per la città e nelle vicinanze del tapis roulant, potrebbe essere valorizzata adibendola a centro di attrazione turistica. In particolare, come propone Brunetti, nell’area in cui sorge il Monastero della Visitazione perché non realizzare un parcheggio creando un sistema di richiamo turistico con tapis roulant e “Duca D’Aosta”, senza promuovere azioni megagalattiche?

Non sanno più a chi rivolgersi gli abitanti di via Mandello, nella frazione di San Salvatore. Costretti a “convivere” da mesi con una perdita fognaria a cielo aperto. In tutto questo tempo, hanno provato più volte a contattare la dodicesima circoscrizione e il Comune ma, salvo qualche breve periodo di “tregua”, il problema ha continuato a ripresentarsi tale e quale.

«La società Acque Reggine è intervenuta più volte - ci spiega una residente- ma ancora non sono riusciti a risolvere definitivamente il guasto». Come sempre in questi casi, i cittadini si improvvisano “tecnici”, sforzandosi di individuare l’origine del problema: colpa dell’eccessiva

pendenza della strada, o della potenza elettrica che non basterebbe a far funzionare le pompe di sollevamento? «In zona- spiega un altro residente- esiste un gruppo elettrogeno installato diversi anni fa, e costato 25 milioni di vecchie lire. Ma non ha mai funzionato». L’unica certezza, alla fine, rimangono i liquami che continuano a scorrere in strada dopo aver fatto saltare i tombini. E lo sfogo continua: «Siamo costretti a mettere delle cassette per segnalare il pericolo alle vetture, ma la preoccupazione più grande resta per la nostra salute. Quest’estate siamo stati costretti a tapparci in casa tanta era la puzza, è una situazione insostenibile. Non resta quindi che rinnovare il proprio appello all’amministrazione comunale: «Occorre intervenire, e subito. Non è possibile che tecnici pagati apposta non riescano ad individuare il problema e a risolverlo una volta per tutte. Per questo, chiediamo al nostro sindaco Giuseppe Scopelliti di farsi personalmente carico della questione.

L’ex caserma Duca d’Aosta muore nel silenzioFogne in strada a San Salvatore,

abitanti esasperati

“Chi ben comincia è già a metà dell’opera”. Prendendo alla lettera questo celebre detto, c’è poco da essere ottimisti riguardo al Parco Urbano Lineare Sud, il progetto di waterfront attrezzato fra le foci dei torrenti Calopinace e Sant’Agata. I lavori per la realizzazione del prolungamento del lungomare Falcomatà, sono di nuovo fermi. Aspetteremo ancora di vedere ultimato il vialone sullo Stretto lungo tre chilometri, dotato di strutture e servizi, abbellito da una filiera di palme ed interdetto al traffico. Erano previste una serie di attività commerciali, ricreative e culturali che adesso devono attendere. Questa falsa partenza, forse già prevista dopo un’apertura del cantiere in tono minore preoccupa enormemente i cittadini della zona. Si sperava che dopo il superamento dei ricorsi al Tar relativi all’aggiudicazione dell’appalto, tutto si sarebbe appianato e i lavori per la realizzazione del parco sarebbero andati avanti. Invece, sono spuntati nuovi problemi di natura progettuale-organizzativa-burocratica.L’area è precipitata nel suo atavico abbandono mentre i cittadini residenti a Calamizzi denunciano che le zone cantierate sono diventate terra di nessuno, alla mercé di coppiette che si appartano, di veicoli che sfrecciano lungo la strada sterrata interna, di incivili che depositano rifiuti di ogni genere. Una condizione, quella attuale, che è ancora molto lontana dalla splendida realtà urbanistica immaginata per questa porzione di territorio. Da parte istituzionale, nel frattempo, si registra il silenzio più assoluto su un progetto che è sempre stato molto a cuore all’amministrazione Scopelliti, nell’ottica

della “città turistica”. Insomma, non si sa più nulla sulla ripresa dei lavori, né se saranno completati in giorni, mesi o addirittura anni. Difficile da valutare l’eventuale presenza di problemi finanziari, dopo i fondi ottenuti dal Decreto Reggio. Sono sicuri invece i problemi progettuali, organizzativi e burocratici, e i ritardi accumulati sinora a Calamizzi. Ritardi che, se dovessero continuare, potrebbero aumentare a dismisura i costi originari, compromettendo un’opera strategica per il futuro della zona e non solo.

Che fine ha fatto il Parco Lineare Sud?Fermi da quest’estate i lavori per il prolungamento Sud del lungomare

Via Cava, gli alloggi nuovi cadono a pezziDifetti di costruzione?

Da anni abbandonata e ritrovo di sbandati. Nessuno interviene

Un enorme complesso di edilizia popolare fragile come il burro, con cedimenti strutturali e continui guasti sin dai primi mesi dopo la consegna, avvenuta nel 2004 ad opera del Comune. E’ il complesso “Madonna di Fatima” di via Cava, dove abitano ben 172 famiglie. Infiltrazioni d’acqua, cedimenti strutturali, guasti fognari. Succede praticamente di tutto, nelle diciotto palazzine costruite in parte per trasferire le famiglie dell’ex rione San Giovannello. Con disagi enormi per gli assegnatari, in gran parte anziani, e il sospetto sempre più forte che i lavori non siano stati eseguiti “a regola d’arte” dalla ditta. L’ultimo episodio, una fuoriuscita di liquami fognari nel garage della scala C, per cui è già stata presentata una denuncia alla Procura della Repubblica. “Sembra che i tubi fognari di raccordo tra i vari edifici e la condotta principale non siano sufficienti a reggere il ‘carico’ dei residenti” ci spiega un signore. E prosegue:“Problemi come questo si verificano da sempre, da quando siamo arrivati, e allora vuol dire che le palazzine non sono a norma. Come hanno fatto a superare i necessari collaudi?”. E poi, a pochi anni di distanza dalla costruzione, ci sono le vistose crepe nei muri, e l’umidità che corrode e fa saltare le mattonelle nei cortili. Compresa una scala di comunicazione tra due stabili totalmente “sventrata”, e resa inagibile. “Non innaffiamo più le aiuole- spiegano gli abitanti- perché l’acqua va a finire nei garage. Ci sono problemi con i pluviali, e in genere tutte le palazzine

hanno problemi di ‘impermeabilità’ e di ‘isolamento’, compresi gli infissi delle finestre che ci fanno entrare il freddo in casa”. In tutti questi anni, nonostante le tante segnalazioni al Patrimonio Edilizio del Comune, gli interventi di manutenzionesono stati pochissimi. Gli uffici comunali sembrano rimpallarsi la responsabilità a vicenda, in quanto il vero problema starebbe nei difetti originari di costruzione. Ai residenti, alla fine, non resta che rimboccarsi le maniche e mettere mano al portafogli per eseguire a spese proprie qualche piccolo lavoretto, per alleviare quantomeno i disagi. “E’ una vita impossibile- commenta un’anziana signora- già abbiamo le nostre difficoltà. In fondo, chiediamo solo di poter vivere in maniera decente”. a. a.

Da sinistra: il progetto del Parco Lineare Sud e lo stato attuale dell’area

Le palazzine di via Cava e le scale danneggiate dall’umidità

Uno scorcio dell’area La perdita coperta dai residenti

di Alessandro Crupi

di Luca Assumma

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RINASCITA REGGIORINASCITA REGGIO

RINASCITA REGGIO

Le Per ifer i e

e l’ambiente dicembre 2009 7

Caro Sindaco,due nostri lettori ci segnalano un disservizio relativo allo smaltimento dei rifiuti ingombranti. I due cittadini, dovendo disfarsi di due elettrodomestici, hanno telefonato al servizio comunale Rom 95, che però ha rinviato di due mesi il

ritiro degli oggetti. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché non funziona il servizio? E’ un’inefficienza di Rom95? Oppure, come avvenuto in passato, ci sono problemi di trasferimenti di risorse economiche dal Comune alla

Cooperativa? In attesa di saperne di ottenere una risposta, sottolineiamo come un servizio del genere sia importantissimo e per questo vada rafforzato. E’ inconcepibile per una città che vuole essere vivibile e attrarre turisti, infatti, ospitare su tutto il territorio comunale svariate discariche abusive di diverse dimensioni. E’ vergognoso vedere lavatrici, divani, mobilia e simili nei letti nelle lontane periferie così come nelle zone più centrali della città. Non è solo una questione di decoro urbano e di immagine, ma anche di rispetto di un ambiente colpito in spazi verdi, fiumare e spiagge. L’auspicio è che il quesito da noi posto sia seguito da una risposta. Ma soprattutto da un impegno da parte dell’Amministrazione comunale a combattere efficacemente questa vergognosa pratica, sia perseguendo gli pseudo cittadini che la alimentano che migliorando ed aumentando l’offerta del servizio di raccolta di rifiuti ingombranti. Grazie.

Incroci tra via Reggio Campi e via Del Salvatore e tra le vie Paolo Pellicano e via Marvasi, le condizioni di via Vecchia Provinciale Archi e di via Emilio Cuzzocrea. Punti critici del tessuto stradale della città che necessitano di alcune riflessioni. Percorrendo la via Reggio Campi, subito dopo il Monastero della Visitazione, si giunge allo stop con via Paolo Pellicano. Ed ecco il problema. Sia per chi arriva dalla Reggio Campi che per coloro i quali percorrono il tratto in salita della Paolo Pellicano la vista dell’incrocio risulta quasi cieca essendo in salita e in curva. Ciò viene aggravato dal parcheggio ad angolo nella stessa Reggio Campi, nei pressi dell’incrocio. Si fermano in pochi

a dare la precedenza a chi arriva da sotto con il rischio di generare incidenti (che ci sono già stati) o pericolose e disperate frenate. Tutto ciò, oltre a una certa mancanza di attenzione degli automobilisti e a quanto detto, è anche dovuto al fatto che lo Stop risulta innaturale in quanto si considera via Reggio Campi come strada secondaria, quando invece sarebbe da ritenere tale via Paolo Pellicano. E allora perché non invertire lo stop e posizionarlo al termine della Paolo Pellicano? Diverse centinaia di metri più giù altro punto caldo: l’incrocio tra via Paolo Pellicano e via Marvasi. Qui la situazione di pericolosità è ancora maggiore. Un tempo c’erano i semafori a regolare il traffico, poi sono stati eliminati e, da allora, il rischio di scontri è aumentato, anche e soprattutto per il mancato rispetto dei segnali da parte dei cittadini, che tendono a tirare dritto senza curarsene. Ogni giorno si rischia l’incidente (anche violento) e, anche in questo caso, episodi del genere sono già accaduti. Non sarebbe meglio, quindi, ripristinare l’impianto semaforico, come è stato fatto tra via Vollaro e via Torrione, evitando però che il rosso duri un’eternità rispetto al verde?Via Emilio Cuzzocrea e via . Qui il problema è diverso e riguarda le condizioni del manto stradale. Dire che si presenta dissestato è riduttivo. Tra buche profonde, avvallamenti e diverse irregolarità percorrere queste strade significa quasi andare sull’ottovolante, con la differenza che in questo caso non è piacevole. Quando piove, poi, si creano dei veri e propri laghi. Via doveva essere interessata da lavori (già appaltati) con cui si sarebbero intubati i tubi dell’acqua per convogliarla alle estremità della carreggiata. Tutto è però bloccato in quanto un privato ha posto il veto sugli stessi lavori in quanto attraversano una strada di sua proprietà. Si è in attesa di trovare un accordo per sbloccare la situazione.

Caro Sindaco,“La strada della nostra scuola è piena di buche, e quando piove è invasa dalla fogna. La scuola, con quattro aule, si trova in un palazzo privato, e per raggiungerlo, quando piove, bisogna attraversare gli scoli della fogna. Ci inzuppiamo le scarpe di fogna, e portiamo la sporcizia e la puzza dentro le aule. Assieme ai nostri genitori, abbiamo protestato, tanto che il Comune ha reso inagibile la scuola. La direttrice ha chiesto un’altra sede, che ancora non ci hanno assegnato. Quindi siamo costretti a fare scuola nella vecchia sede. Inoltre, caro sindaco, volevamo sapere che fine ha fatto il progetto della nuova scuola di Saracinello. Certamente, sarò pronta quando il mio fratellino, che adesso ha sei mesi, farà la prima elementare”. Un bambino studente di 8 anni

Caro Sindaco, avete ristrutturato la fontana di San Demetrio di Mosorrofa. Ma invece di ripulire e restaurare i marmi antichi e i capitelli di pregevole fattura, realizzati da maestri scalpellini locali più di 200 anni fa, avete incaricato la ditta di utilizzare marmi nuovi, sostituendo quelli esistenti e

dando così uno schiaffo all’antica cultura nostra. Caro sindaco, Lei deve intervenire urgentemente per fare ripristinare l’opera, rimettendo i vecchi armi ripuliti, affidandosi se necessario ad un esperto di restauro. Non è consentito a nessuno depauperare il nostro patrimonio artistico. Inoltre, chiediamo di fare conoscere alla popolazione di Mosorrofa quanto è costato questo inutile lavoro, che ha danneggiato la bellezza del nostro borgo. Nino Sorgonà

Caro Sindaco, a Santa Venere ci sono dodici palazzine costruite dieci anni fa, e mai consegnate ai bisognosi, perché qualcuno si è dimenticato di realizzare le fogne. Sono stati spesi più di un miliardo di vecchie lire, e gli appartamenti sono lì, inutilizzati, e lentamente cadono a pezzi. Inoltre, volevo informarla, signor sindaco, che per quelle case costruite a mille metri di altezza servono tetti spioventi per non fare accumulare la neve. Invece qui, hanno fatto i tetti pianeggianti, tanto che le tegole non sono servite a nulla. E’ possibile che un Comune povero come Reggio, deve sperperare tanti soldi così? Perché non vengono assegnate le case da dieci anni?Antonio Sapone

Caro Sindaco,girando per la città abbiamo contato più di 150 tombini che sono un pericolo per i veicoli, e non solo. Alcuni di essi sono incassati sotto il manto stradale

di almeno 20 cm e rappresentano un problema costante da non sottovalutare anche per chi guida, sottoposto a violente sollecitazioni. Senza contare, poi, i motociclisti, che rischiano continuamente di farsi molto male cadendo bruscamente dal proprio mezzo.

RINASCITAREGGIO - “Le Periferie”PUBBLICAZIONE MENSILE DI

INFORMAZIONE LOCALE

Direttore Responsabile:Paolo BolanoCaporedattori:

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In redazione:Alessandro Crupi, Luca Assumma, Antonio Bruno, Antonino Albanese,

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Caro sindaco ti scrivo ...Viabilità a Reggio:

meglio uscire a piedi ...

Sambatello, delegazione abbandonataNella frazione di Sambatello, nella zona nord della città, oltre al dramma della disoccupazione c’è quello dello

sperpero di denaro pubblico. La ristrutturazione della delegazione municipale è uno di questi esempi. E’ costato circa un milione di euro, ma i lavori sono fermi da mesi, tanto che l’amministrazione comunale continua a pagare mensilmente una sede provvisoria presa in affitto da privati. I cittadini rimangono così in attesa di

uno spazio fondamentale per il paese, non solo come ufficio burocratico per il rilascio di documenti ma anche come

luogo d’incontro per il tempo libero. Il problema, però, non è solo questo. Perché, oltre ai ritardi, l’opera lasciata incompleta, e senza alcuna recinzione, presenta piccole grande “falle” visibili già ad occhio nudo. Accompagnandoci sul posto, Pardeo e Chirico, ci mostrano le scale d’ingresso, appena realizzate e già danneggiate. C’è

il dubbio, insomma, che i lavori non siano stati realizzati ad arte, problema che pare riguardi anche il tetto. “Adesso non sappiamo cosa succederà - ci spiega Chirico- però è un peccato, poteva essere una bella struttura, soprattutto utile per tutto il paese, ed invece è stata completamente abbandonata da questa amministrazione”. I nostri accompagnatori, inoltre, ci ricordando un problema molto sentito da tutta la cittadinanza. Si tratta della strada che porta al cimitero, che è pericolosissima, dissestata, piena di buche e di curve, e senza protezioni esterne. “Dopo tante promesse, la strada non è stata sistemata. Abbiamo tutti paura a passarci, e in più c’è un problema di decoro, trattandosi dell’unica strada d’accesso al cimitero. Possibile che non si abbia rispetto neppure per un luogo sacro?”.

Le segnalazioni dei lettori

Lavori di riqualificazione interrotti e difetti strutturali

Discarica a Ciccarello

Un tombino pericoloso

La fontana “incriminata” a Mosorrofa

L’incrocio tra via Pellicano e via Marvasi

La delegazione municipale inagibile e a lato la strada semi-impraticabile per il cimitero

di Alessandro Crupi

Page 8: Rinascitareggio le Periferie - Numero dicembre

RINASCITA REGGIO

Le Per ifer i e

e l’ambiente8 dicembre 2009

La poesia dialettale per la crescita civile di Reggio

Nascono i “Democratici per il mezzogiorno” Troppe attese e inefficienze nella sanità

Parla un imprenditore calabrese emigrato

A Reggio l’antica politica del “panem et circenses”

Si bada agli spettacoli, si tralascia il necessario

Parte il corso per “Operatore Media” di Rinascita Reggio

La passione dell’ edicolante di Piazza Camagna Filippo Modafferi

Verso il futuro dell’informazione

Nel segno della Questione Meridionale la nuova iniziativa dell’ex ministro Bianchi, Lepore e Soriero Lettere al Direttore

E’ iniziato il corso di operatore media, una figura professionale sempre più richiesta nel mondo della comunicazione. L’iniziativa nasce dall’associazione culturale “RinascitaReggio”, guidata dal giornalista ed esperto cinematografico Paolo Bolano. A seguire i corsi – ospitati presso la sede dell’associazione a San Lorenzello di Cataforio – un gruppo di giovani attivi

nel campo della comunicazione provenienti dalla carta stampata. Saranno loro a acquisire le competenze utili per svolgere questa nuova professione che riunisce le figure di giornalista, regista, sceneggiatore, operatore e montatore. Il corso – curato da Paolo e Domenico Bolano – consentirà ai giovani giornalisti della carta stampata di far propri tutti gli strumenti di conoscenza della figura dell’operatore media: dalle tecniche di ripresa al montaggio, dai testi per il telegiornale alla sceneggiatura per un documentario o per un film. «Sappiamo che la telecamera è la penna del terzo millennio e che il mondo della comunicazione ha sempre maggiore bisogno di produzioni cine-tv a livello professionale quindi l’obiettivo del corso è quello di dare un contributo alla formazione di giovani laureati e diplomati che intendono inserirsi in chiave moderna nel mondo della comunicazione, rispondendo così alle esigenze professionali del mercato».

Cu cunta menti a giunta di Filippo Modafferi

Riggiu città i suli,aundi a ‘ggenti ammenzu a ‘ggentiè sula.

Città i mari, aundi a mara ‘ggenti è amareggiata.

Città i ventu, aundi pi sbinturaa ‘ggenti è sbinturata.

Città i caddari, i cumpari,i frittuli e satizzu, aundi c’è sempre prontucarcunu mi’ndi rumpi…

Ma Ddiu, si ammenu tu u sai,rimmillu pi ‘ffauri,pirchì ‘nta sta bella città, ‘facciata ravanti o Strittu, puru u cchiù stortusi senti ammanicatu drittu

Ddiu mi vardau, pinsauE mi rispundìuPippu u to’ pirchì È puru u pirchì meu,in tutta confirenza, tu ricu ‘nta ricchi:no sacciu mancu eu.

Caro direttore, anche a Reggio paghiamo le tasse profumatamente, manteniamo bene i dipendenti delle Asl e dell’ospedale, però il servizio è inesistente. Per una visita oculistica, mia moglie ha atteso due mesi. Poi, quando è arrivato il suo turno, il macchinario era guasto. A distanza di altri due mesi, stiamo

aspettando di essere riconvocati. Ma non è solo questo. Un altro mio parente, per una visita neurologica, da settembre è stato prenotato per marzo 2010. Non le pare troppo? Mia figlia, poi, per una visita dermatologica, aspetta da sei mesi. Ma le pare logico questo? Forse è tutto calcolato, ci consigliano gentilmente di andare a pagare i privati. Chi non ha i soldi, c...i loro. Intervenga la politica, invece di chiacchierare, e urgentemente. Orazio Modafferi

Abbiamo intervistato il signor Filippo Modafferi, poeta dialettale perché ci ha colpito questa sua poesia “Cu cunta menti a giunta”. Gli abbiamo chiesto cosa significa. “Ha un doppio significato - ci risponde - come nelle poesie di Nicola Giunta, quando sosteneva “storti ammanicati dritti”.

La poesia dialettale può aiutare a crescere questa società reggina?Sì, potrebbe tantissimo, ma molti autori si nascondono dietro le quinte. Insomma, molti si vergognano di scrivere in dialetto.

Con la sua poesia quali messaggi vuole trasmettere?Io sono a continuo contatto con la gente per il mio lavoro. Ascolto i cittadini, e scopro prima degli altri il mondo che mi passa davanti. Io vedo la gente di Reggio sola: questa è una città con poca aggregazione. Insomma, la poesia dialettale dà un contributo alla rinascita della città?Sì, per tornare a Giunta, prima però bisogna fotografare la città e i suoi abitanti, con i lati positivi e negativi. E poi, per fare crescere la città, bisogna anche che queste poesie dialettali siano studiate a scuola. Solo così, si contribuisce a non disperdere le nostre origini, il nostro dialetto, la musica popolare che, assieme alla poesia dialettale, sono tornati finalmente di moda.

La situazione economica mondiale e del nostro paese in particolare, ha peggiorato la già grave situazione occupazionale nella provincia di Reggio. Se risulta vera la notizia giuntami qui in Trentino che, in Calabria, l’occupazione in genere non supera il 75 per cento della popolazione attiva mentre per i giovani sotto i 30 anni tale percentuale di occupazione (o meglio di disoccupazione!) raggiunge il 20 per cento, viene veramente da urlare ogni insulto possibile ai padroni del vapore. In alcuni quartieri periferici, si parla addirittura di percentuali che sfiorano la terribile ed incredibile cifra del 90 per cento! Stento a credere a tali numeri e mi vien da dire “mancu li cani signuri”! Non sappiamo quanti siano i giovani occupati che, “obtorto collo,”percepiscono salari molto più bassi di quanto in effetti risultano in busta paga (quando questa esiste). Il mio sangue, quello stesso sangue di quando ho lasciato la mia terra, ribolle! Sembra incredibile che si stia parlando di una città europea, per giunta assurta al rango di Città Metropolitana. Questa è un’epidemia, che tocca e contamina tutta la Regione. Se va avanti così, tra qualche tempo diventerà impossibile controllare la marea montante di questa massa di disoccupati che non sanno dove e come procurarsi di che vivere. Intanto i nostri giovani si distraggono “strusciando” sul Corso Garibaldi al mattino e, dopo cena, tutti sulla Via Marina ad assistere ai concerti dei cantanti di grido che la nostra Amministrazione, bontà sua, ci regala (direi ci propina) senza badare a spese. Per chi ama esibirsi sul palco non manca la “band” di una radio privata di levatura nazionale che, con la modica spesa di 750.000 euro, ha rintronato una moltitudine di ragazzini/e per tutta l’estate. Che meraviglia, quanta lungimiranza e quanta bontà da sani amministratori della cosa pubblica! D’altra parte, nulla da dire, i nostri giovani gradiscono di fare le ore piccole tanto la mattina possono dormire

fino a tardi. Del resto, da sempre una delle strategie demagogiche per mantenere il consenso sociale ha fatto ricorso ai grandi spettacoli popolari (“panem et circenses”): in sé positivi,qualora non siano l’unica opzione, sostitutiva di ben altre scelte nell’ambito delle politiche rivolte ad una comunità! A questo punto potremmo ben dire che i nostri mitici governanti locali ci danno solo il “circenses” peggio che nel momento più decadente dell’Impero Romano: quelli, almeno, nell’illusione di non dover soccombere, pensavano anche al “panem”! A Reggio, non esiste una vera classe imprenditoriale, i giovani potrebbero unirsi in cooperative per la creazione di occasioni lavorative (drina permettendo) cominciando a ripulire la fascia costiera e le spiagge da Catona fino a Capo d’Armi (ed oltre) per poi affidare quei tratti di litorali risanati a gruppi di giovani locali che potrebbero poi farli fruttare in estate. L’idea dei chioschi sulla via Marina Bassa, in sé non era male, solo che il progetto andava realizzato da un’altra parte e senza “comparielli.” L’amministrazione comunale di Reggio dovrebbe utilizzare i soldi che regala ai compari della radio che d’estate fa gioire il sindaco Scopelliti. Anche il turismo ecologico potrebbe portare lavoro in città con pochi investimenti. Anche la città metropolitana se ben pilotata potrebbe creare lavoro. Ma la vera speranza e credo l’unica per trasformare Reggio da città assistita a città produttiva deriva dalla realizzazione di progetti veri, realizzati da persone serie senza fini di lucro. Questi incoscienti del Palazzo, che proditoriamente hanno stanziato alcune centinaia di milioni di euro (un migliaio di miliardi di vecchie lire) per l’iniziale approntamento di quelli che poi saranno i lavori per il Ponte, si stanno comportando come Nerone che, nel mentre Roma bruciava, suonava la lira e cantava! Anche costoro diranno: “….e la ricostruiremo più grande e più bella che pria…”

Il Mezzogiorno d’Italia, cancellato dall’agenda politica del governo di centrodestra, versa in gravissime condizioni. L’ultimo rapporto Svimez 2009 sostiene che c’è una ripresa del fenomeno migratorio, con più di 300mila giovani diplomati e laureati che abbandonano le regioni meridionali. Alessandro Bianchi, assieme ai promotori del movimento “I Democratici per il Mezzogiorno”, è sceso in campo per elaborare proposte e promuovere iniziative con imprese, sindacati e istituzioni per rilanciare il Sud Italia. Hanno perfettamente ragione i promotori, perchè l’antica questione

meridionale, risalente alla fine dell’800 e all’Unità d’Italia, non è mai stata risolta. Va, perciò, condivisa e sostenuta l’idea di Alessandro Bianchi. Il nostro giornale, che ha già elaborato un progetto su Reggio e il Mezzogiorno, vuole diventare attore e lavorare con i protagonisti per dare un contributo allo sviluppo del nostro Sud. «Una Lega del Sud – sostiene il documento di Alessandro Bianchi – appare del tutto fuorviante perché si tratterebbe della riproduzione della medesima concezione localista dell’omologo partito del Nord». Di questo, il Mezzogiorno e il Paese non hanno alcun bisogno. Quello di cui c’è bisogno è di promuovere un nuovo progetto nazionale, dove il Mezzogiorno partecipi da protagonista, progetto unitario, di coesione e di progresso. Il documento di Bianchi si rivolge, in primo luogo, al PARTITO DEMOCRATICO, e chiede di contribuire al rinnovo totale della politica meridionale selezionando, a tutti i livelli, i propri dirigenti e la classe amministrativa per facilitare lo sviluppo del nostro territorio. Il documento prosegue inviando un messaggio alla cultura meridionale in modo che riesca

ad elaborare proposte unitarie dei problemi nazionali europei. Una particolare attenzione il documento la pone nei confronti della criminalità organizzata, che controlla tutte le attività economiche del territorio. Inoltre rivolge il suo sguardo alla disoccupazione giovanile e allo spreco di risorse pubbliche, che fino ad oggi non hanno prodotto né ricchezza, né lavoro. La questione morale nella amministrazioni locali è poi un fatto determinante, che i “Democratici per il Mezzogiorno” devono porre con attenzione per scrivere una nuova pagina della storia meridionale. In ultimo, i Democratici per il Mezzogiorno chiedono un forte impegno di tutti i cittadini, delle associazioni, delle istituzioni culturali e scientifiche e delle personalità calabresi, affinché si trovi finalmente una base di partenza comune per avviare a soluzione la vecchia e nuova questione meridionale. Ci auguriamo che questo movimento possa trovare sostegno e riscontro nell’opinione pubblica e in particolare tra i numerosi aderenti all’associazione dei CITTADINI DATORI DI LAVORI DEI POLITICI.

Gli Ospedali Riuniti di Reggio

I giovani corsisti al lavoro

L’ex ministro Alessandro Bianchi

di Giulio Carini