Bartimeo, il cieco che vede - Parrocchia Sant'Ignazio da Laconi … · 2018-10-29 · Bartimeo, il...

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Bartimeo, il cieco che vede più in là Suscita simpatia la figura di Bartimeo, raccontata oggi dal Van- gelo di Marco. Eppure era uno poveri ai margini della società. Neanche degno di essere chiamato col suo nome, visto che la gente lo chiamava “Bar” (figlio, in aramaico) (di) Timeo. La stessa gente benpensante che lo rimprovera perché disturba... il Mae- stro o lei stessa? Sì, essendo cieco non può aspettare che sia vicino per farsi sentire. Deve gridare la sua disperazione ed es- sere convincente. Quando gli dicono che il Nazareno si è fer- mato per lui, immediatamente balza in piedi, trascura il proprio mantello (probabilmente la cosa più preziosa che ha, per ripa- rarsi dalle notti fredde), e segue le voci che lo portano da lui. È certo che quel maestro premuroso può restituirgli la vista. Lo sal- va la sua fede, insieme alla determinazione che lo ha portato a insistere, a industriarsi, a non perdere mai la speranza. Per l’evangelista Marco, Bartimeo è un modello del vero cristia- no: colui che non smette di cercare una vita migliore, colui che torna a “vedere”, oltre le proprie difficoltà esistenziali, la strada della salvezza, colui che una volta incontrato il Maestro non lo lascia più. Il cieco di Gerico lo segue lungo la sua strada, a diffe- renza della folla che ben gradisce la sua visita e i suoi miracoli, ma non si compromette andando con lui. E noi? Gesù potrebbe dirci che la nostra fede ci ha salvato? Ci limitiamo a prendere da Lui, o siamo disposti anche a dare? Stampato in proprio - Parrocchia Sant’Ignazio da Laconi - Serramanna - VS Tempo Ordinario - B - XXX domenica ANNO OTTAVO SETTIMANA n° 42 28 Ott. - 4 Nov. 2018 PARROCCHIA Sant’IGNAZIO da Laconi Viale S. Ignazio 55 , 09038 SERRAMANNA tel. +39 389 00 45 667-telegram: santignaziodalaconi www.parrocchiasantignaziodalaconi .it FA' CHE IO VEDA Fa', o Signore, che non perda mai il senso del sorprendente. Concedimi il dono dello stupore! Donami occhi rispettosi del tuo crea- to,occhi attenti, occhi riconoscenti. Signore, insegnami a fermarmi: l'ani- ma vive di pause; insegnami a tacere: solo nel silenzio si può capire ciò che è stato conce- pito in silenzio. Ovunque hai scritto lettere: fa' che sappia leggere la tua firma dolce nell'erba dell'aiuola pettinata, la tua firma forte nell'acqua del mare agita- ta. Hai lasciato le tue impronte digi- tali: fa' che sappia vederle nei punti- ni delle coccinelle, nel brillio delle stelle. Tutto è opera tua! Rendimi, Signore, disponibile alle sorprese: compren- derò la Liturgia e i suoi segni sacra- mentali, capirò l uomo creato a Tua immagine e somiglianza ;sentirò che c'è un Filo conduttore in tutte le cose e la mia anima si eleverà verso Te. Amen Parrocchiale a L’evangelista Marco che ascoltia- mo quest’anno ci presenta le a- zioni e le parole di Gesù durante il suo viaggio a Gerusalemme. Viaggio sicuramente topografico, ma anche e soprattutto simbolico. Questa strada che Gesù percorre con entusiasmo - “Gesù li precedeva” - e dove i discepoli lo seguono con diffidenza o inquietudine - “essi erano spaventa- ti, e coloro che seguivano erano anche timorosi”. Ecco il contesto della lettura sulla quale meditia- mo oggi. Al termine del cammino, oggi incontria- mo un cieco. Un cieco, che, in più, è un mendi- cante. In lui c’è oscurità, tenebre, e assenza. E attorno a lui c’è soltanto il rigetto: “Molti lo sgri- davano per farlo tacere”. Gesù chiama il cieco, ascolta la sua preghiera, e la esaudisce. Anche oggi, qui, tra coloro che il Signore ha riunito, “ci sono il cieco e lo zoppo” (prima lettura) - quello che noi siamo -; ed è per questo che le azioni di Gesù, che ci vengono raccontate, devono ren- derci più pieni di speranza. È nel momento in cui termina il viaggio di Gesù a Gerusalemme, che un mendicante cieco celebra Gesù e lo ricono- sce come “Figlio di Davide”, o Messia; e questo mendicante riacquista la vista e “segue Gesù per la strada”. È un simbolo, un invito. Chiedia- mo al Signore che ci accordi la luce della fede.

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Bartimeo, il cieco che vede più in là

Suscita simpatia la figura di Bartimeo, raccontata oggi dal Van-gelo di Marco. Eppure era uno poveri ai margini della società. Neanche degno di essere chiamato col suo nome, visto che la gente lo chiamava “Bar” (figlio, in aramaico) (di) Timeo. La stessa gente benpensante che lo rimprovera perché disturba... il Mae-stro o lei stessa? Sì, essendo cieco non può aspettare che sia vicino per farsi sentire. Deve gridare la sua disperazione ed es-sere convincente. Quando gli dicono che il Nazareno si è fer-mato per lui, immediatamente balza in piedi, trascura il proprio mantello (probabilmente la cosa più preziosa che ha, per ripa-rarsi dalle notti fredde), e segue le voci che lo portano da lui. È certo che quel maestro premuroso può restituirgli la vista. Lo sal-va la sua fede, insieme alla determinazione che lo ha portato a insistere, a industriarsi, a non perdere mai la speranza. Per l’evangelista Marco, Bartimeo è un modello del vero cristia-no: colui che non smette di cercare una vita migliore, colui che torna a “vedere”, oltre le proprie difficoltà esistenziali, la strada della salvezza, colui che una volta incontrato il Maestro non lo lascia più. Il cieco di Gerico lo segue lungo la sua strada, a diffe-renza della folla che ben gradisce la sua visita e i suoi miracoli, ma non si compromette andando con lui. E noi? Gesù potrebbe dirci che la nostra fede ci ha salvato? Ci limitiamo a prendere da Lui, o siamo disposti anche a dare?

Stampato in proprio - Parrocchia Sant’Ignazio da Laconi - Serramanna - VS

Tempo Ordinario - B - XXX domenica

ANNO OTTAVO SETTIMANA n° 42

28 Ott. - 4 Nov. 2018

PARROCCHIA Sant’IGNAZIO da Laconi Viale S. Ignazio 55 , 09038 SERRAMANNA

tel. +39 389 00 45 667-telegram: santignaziodalaconi www.parrocchiasantignaziodalaconi .it

FA' CHE IO VEDA Fa', o Signore, che non perda mai i l senso del sorprendente. Concedimi il dono dello stupore! Donami occhi rispettosi del tuo crea-to,occhi attenti, occhi riconoscenti. Signore, insegnami a fermarmi: l'ani-ma vive di pause; insegnami a tacere: solo nel silenzio si può capire ciò che è stato conce-pito in silenzio. Ovunque hai scritto lettere: fa' che sappia leggere la tua firma dolce nell'erba dell'aiuola pettinata, la tua firma forte nell'acqua del mare agita-ta. Hai lasciato le tue impronte digi-tali: fa' che sappia vederle nei punti-ni delle coccinelle, nel brillio delle stelle. Tutto è opera tua! Rendimi, Signore, disponibile alle sorprese: compren-derò la Liturgia e i suoi segni sacra-mentali, capirò l uomo creato a Tua immagine e somiglianza ;sentirò che c'è un Filo conduttore in tutte le cose e la mia anima si eleverà verso Te. Amen

Parrocchiale a

L’evangelista Marco che ascoltia-mo quest’anno ci presenta le a-zioni e le parole di Gesù durante il suo viaggio a Gerusalemme. Viaggio sicuramente topografico,

ma anche e soprattutto simbolico. Questa strada che Gesù percorre con entusiasmo - “Gesù li precedeva” - e dove i discepoli lo seguono con diffidenza o inquietudine - “essi erano spaventa-ti, e coloro che seguivano erano anche timorosi”. Ecco il contesto della lettura sulla quale meditia-mo oggi. Al termine del cammino, oggi incontria-mo un cieco. Un cieco, che, in più, è un mendi-cante. In lui c’è oscurità, tenebre, e assenza. E attorno a lui c’è soltanto il rigetto: “Molti lo sgri-davano per farlo tacere”. Gesù chiama il cieco, ascolta la sua preghiera, e la esaudisce. Anche oggi, qui, tra coloro che il Signore ha riunito, “ci sono il cieco e lo zoppo” (prima lettura) - quello che noi siamo -; ed è per questo che le azioni di Gesù, che ci vengono raccontate, devono ren-derci più pieni di speranza. È nel momento in cui termina il viaggio di Gesù a Gerusalemme, che un mendicante cieco celebra Gesù e lo ricono-sce come “Figlio di Davide”, o Messia; e questo mendicante riacquista la vista e “segue Gesù per la strada”. È un simbolo, un invito. Chiedia-mo al Signore che ci accordi la luce della fede.

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Lo chiama- no «il Basaglia d'Africa» perché ha realizzato dieci centri per sofferenti psichici tra Costa D'Avorio e Benin. Per la sua gente ha il carisma di una Madre Teresa e c'è chi ha già dipinto il suo volto nella più grande cattedrale cattolica ivoriana. Lui, Grégoire Ahongbonon, si schermisce: «Ho la quinta elementare e riparo gomme. Secondo voi posso essere io?». Da giovane ci sa fare col suo lavoro, e si arricchisce in fretta. Poi le cose iniziano ad andare male: incidenti, debiti, depressio-ne. Un prete gli propone un viaggio in Terrasanta e gli fa capire che ogni cristiano costruisce la Chiesa mettendoci la propria pietra. Grégoire inizia con un gruppo di preghiera e di volontariato per i malati. Si accorge di quanti connazionali fossero vittime di pregiudizi, superstizioni e pro-blemi mentali. Occuparsi di loro sarebbe stata la «sua» pietra.

Vangelo Vivo

Sbagliat su predi puru fadendu sa Missa! let.: Sbaglia anche il prete quando dice Messa.

Fig.: Già, come tutti gli umani anche il prete, con tutta la sua preparazione e in tale solenne circostanza, è soggetto a sbagliare.

Dicesi per autoconsolarsi o per consolare qualcuno in caso di errore.

Dalla saggezza dei nostri padri

ORARI delle CELEBRAZIONI

FERIALE e PRE FESTIVO FESTIVO ore 16.30 S. Rosario ore 8.30 ore 17.00 S. Messa e Vespri ore 10.00 ore11.30. Il Sabato mattina alle ore 8.30 S. Messa in latino. Per le CONFESSIONI il parroco è sempre disponibile!

Oratorio B. Chiara Luce Badano Domenica 28 Festa della B. Chiara Luce Badano, patrona dell’Oratorio 11.30: S. Messa per tutti i componenti dell’oratorio, e la partecipazione di ragazzi di altri oratori, 15.30 Festa per Tutti con i bambini e i ragazzi.

Incontro gruppi per elezione rap-presentanti Consiglio pastorale

Martedì 30 ore 16.15: Movimento del Messaggio di Fatima Martedì 30 ore 19.30 (dopo incontro biblico) Gruppo dei Catechisti Martedì 30 ore 20.30 Coro Parrocchiale

Incontri di formazione sulla PAROLA di DIO 2 Incontro

Martedì 30 ottobre alle ore 18.30 nella sala Benedetto XVI Tema: Il canone Bilico: scritti ispirati e apocrifi, criteri di canonicità, che cos’è l’ispirazione, Rivealazioe e Tradizione.

CELEBRAZIONI per la festa dei SANTI e la commemorazione dei Defunti

Confrontare il calendario liturgico. Da mezzogiorno del 1 Novembre a mezzanotte del 2 si può lucrare l’indulgenza plenaria applicabile ad un defunto alle solite condizioni. Confessione, S. Comunione, preghiera secondo il Papa e recita del Credo e visitando una Chiesa Parrocchiale o il cimitero.

Avvisi della Settimana

Buona Settimana a tutti!

don Pietro

DOMENICA 28 OTTOBRE XXX del TEMPO ORDINARIO SS. Simone e Giuda

8.30 Ortu ANGELA - EVELINO - MARINO 10.00 Fenu PIETRO 11.30 In RINGRAZIAMENTO per gli 80° enni Battesimo di Pili MARTINA Festa della B. CHIARA LUCE Badano, Patrona dell’oratorio 16.00 : Festa in oratorio per bambini ragazzi e animatori di altri oratori.

LUNEDÌ 29 OTTOBRE XXX Settimana del Tempo Ordinario S. Ermelinda

17.00 Pintus ASSUNTA (1°anniv.)

MARTEDÌ 30 OTTOBRE XXX Settimana di Tempo Ordinario S. Saturino M.

17.00 Pinna LEONARDO

MERCOLEDI’ 31 OTTOBRE XXX Settimana di Tempo Ordinario S. Quintino

17.00 Farci RAIMONDO - MARIA

GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 1° del mese TUTTI I SANTI Solennità di precetto

8.30 Picci EVELINO - ANGELA - MARINO 10.00 Meloni GIUSEPPE 11.30 Per i benefattori defunti (cimitero) 16.00 Atzori FLAVIO (trig.) (cimitero)

VENERDÌ 2 NOVEMBRE 1° del mese Commemorazione dei Fedeli Defunti Le campane suonano a morto!

Le Comunioni ai malati le porterò venerdi 9 Novembre 8.30 Secondo le Intenzioni del Papa 10.00 Sacerdoti Defunti (cimitero) 15.30 Per tutti i fedeli Defunti (cimitero) segue benedizione delle tombe e assoluzione generale.

SABATO 3 NOVEMBRE 1° del mese

XXX Settimana di Tempo Ordinario S. Martino de Porres

8.30 Pro Populo 10.00 Def. Fam. Etzi - Di Rè (cimitero) 15.45 Ora di Guardia del Rosario perpetuo 17.00 Angiargiu EFISIO - ANGELO - CARMELA

DOMENICA 4 NOVEMBRE XXXI del TEMPO ORDINARIO S. Carlo Borromeo

8.30 Picci EVELINO - ANGELA - MARINO 10.00 GIULIA - RAFFAELE 11.30 Def. Fam. Falzoi - Basoli

Calendario liturgico e intenzioni SS. Messe