Il Coltivatore Pavese 1

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Poste Italiane S.p.a. Spedizione in a. p. D.L.353/2003 convertito in L. 27/02/2004 n. 46 art.1 comma 1 DCB/PV periodico di Coldiretti Pavia n.1 2013 ANNO 68 la conferma per Sergio Marini XXXV a Assemblea Nazionale di Coldiretti Sergio Marini riconfermato per altri 4 anni. Eletta anche la nuova Giunta esecutiva

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Il Coltivatore Pavese 1

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periodico di Coldiretti Pavia

n.1 2013

ANNO 68

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XXXVa Assemblea Nazionale di ColdirettiSergio Marini riconfermato per altri 4 anni.

Eletta anche la nuova Giunta esecutiva

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in primo piano

Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 febbraio 2012

Il Coltivatore PaveseEdito dalla Federazione Provinciale COLDIRETTI PAVIA

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SINDACALE

VITIVINICOLO

BREVI

TECNICO

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8 10La Lombardia chevorremmo

35° Assemblea elettiva nazionale

Fondo: con Fai verso i mercati esteri 5Tesseramento 2013 7La Lombardia che vorremmo 10Una scelta per la crescita e la comunità 11Rinnovo al vertice di Giovani Impresa 12La GDO italiana perde posizioni 13Ettore Prandini nella Giunta nazionale 14Expo 2015: intesa con Coldiretti per valorizzare l’agricoltura 14Etichettopoli 15

(Col)direttamente nel bicchiere 16Vendemmia verde 17E-baccus facoltativa 18Cina e Brasile in Oltrepò 18Contributi a Consorzi per l’intarnazionalizzazione 19Riforma PAC 20Compilazione del Registro di Campagna 24

Pillole di Coldiretti 42

Benessere suini 25Incentivi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili 27Comunicazione obbligatoria alle ASL della presenza di amianto 28Florovivaismo 29Bando Camera di Commercio 30Patenti trattori a rischio 31Nuovi incentivi per le aziende agricole: Bando INAIL 31Riso: drastica riduzione degli investimenti 32Contratti di filiera 32Uso d’emergenza del Propanil 33Riso: può proseguire la lotta al pluralismo e al brusone 33Stati generali 34Approvato il nuovo piano assicurativo agricolo 2013 35Legge di stabilità 38Italia che resiste: piccole grandi storie di lombardi 40I nuovi ammortizzatori sociali 40

SINDACALE

VITIVINICOLO

BREVI

TECNICO

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all’Iper di Montebello!Ci vediamo

Dal 1°marzo, tutti i venerdìil Mercato di Campagna Amica

sul piazzale delCentro

CommercialeMontebello

realizzato in collaborazione con:

WWW.PAVIA.COLDIRETTI.ITWWW.CAMPAGNAMICA.IT

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| 5| 5EDITORIALE

Con Faiverso i mercati esteri

Sul piano nazionale rafforzeremo la rete di Campagna Amica e le sue bot-teghe dove si fa vendita diretta ma partirà anche lo spazio Bottega italiana all’interno della Gdo, che offrirà un paniere a marchio Fai. Spazio, che deve essere qualcosa più di un corner, dove ci saranno esclusivamente prodotti della filiera agricola italiana che hanno la certificazione della nostra Fon-dazione Campagna Amica’. In vista delle elezioni lanciamo un messaggio al governo che verrà, con la richiesta di mettere definitivamente al centro dell’agenda politica l’agricoltura, l’alimentazione, il cibo, l’ambiente e il terri-torio. Il Paese deve tornare a uno sviluppo sostenibile e deve farlo nel breve. Sul piano fiscale vorremmo anche che venisse meno il pregiudizio secondo il quale l’agricoltura non pagherebbe le tasse. Lo stesso pregiudizio che ci ha portato a una Imu iniqua e che deve essere rivista come ha riconosciu-to lo stesso premier Monti. Soffermiamoci infine sul negoziato relativo alla politica agricola comunitaria, osservando che le modifiche apportate dal Parlamento europeo sono un miglioramento ma certo non ci soddisfano completamente.

Sono queste le direttrici di un lavoro già impostato nel primo mandato con cui il presidente di Coldiretti Sergio Marini, riconfermato alla guida della maggiore delle organizzazioni agricole italiane, si appresta a iniziare il nuovo quadriennio

Stiamo organizzando una piattaforma pubblico-privata per i mercati internazio-nali caratterizzata dal marchio di qualità Fai (Firmato dagli agricoltori italiani) rivol-ta a promuovere l’internazionalizzazione del paniere Italia di qualità. Nessuno l’ha saputo fare in passato, nonostante si siano sprecati tanti soldi per strutture finalizza-te a questo obiettivo. Non a caso oggi c’è tanto falso Made in Italy nel mondo.

Uno sbarco in grande stile sui mercati esteri con i prodotti della filiera agricola italiana e il varo, all’interno di supermercati e Gdo in genere, della Bottega italiana, spazio dedicato al prodotto firmato dagli agricoltori italiani che garantisce italianità, qualità ed equa distribuzione del valore.

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| 7| 7FONDOFONDO

Tesseramento 2013piano organizzativo e sul piano della rappre-sentanza, senza prendere atto che esiste ancora un grande problema di reddito per le imprese agricole.Un problema che ha cause circoscritte e definite di cui sono chiare le origini, legate alla crisi eco-nomica e al calo dei consumi, ma soprattutto al furto di valore nella filiera e al furto di identità dei nostri prodotti. E’ per tale motivo che dobbiamo proseguire con ancora maggiore determinazione nel progetto di filiera agricola italiana, basato sui due marchi di “Campagna Amica” e “Filiera Agricola Italiana”, che ha come obiettivo di accorciare la filiera e di valorizzare e promuovere, nel nostro Paese e nel mondo, l’Italia vera.Il 2013 sarà anche l’anno in cui concentrarci sui temi di politica agricola internazionale, perché è ancora troppo alta la nostra insoddisfazione sul tema della riforma della politica agricola comu-nitaria, dove le poche modifiche apportate dal Parlamento non soddisfano ancora le aspettative dei veri agricoltori.Benché a livello nazionale ci sia qualche segnale positivo, riteniamo che la capacità italiana di di-fendere in Europa il nostro modello agricolo sia ancora inadeguata; e se pensiamo che il Mipaaf ha avuto quattro ministri negli ultimi tre anni, con alcuni di essi totalmente estranei al settore, non possono certo stupirci questi risultati!Insomma, una serie di motivi per rimboccarci le maniche e provare assieme a realizzare concre-tamente “L’Italia che vogliamo”, partendo dall’e-sigenza di un governo globale di beni comuni come il cibo, contro gli effetti di una globalizza-zione senza regole, portando l’Italia in Europa con la dignità che gli compete. L’adesione a Coldiretti, deve rappresentare una scelta seria e consapevole che manifesti la con-divisione e l’apprezzamento del progetto econo-mico che abbiamo promosso nell’interesse delle nostre imprese, senza perdere di vista i valori e gli ideali di cui siamo portatori. Siamo sicuri che anche quest’anno vorrai essere con noi!

il Direttore il PresidenteGiovanni Roncalli Giuseppe Ghezzi

Caro Associato,

con il nuovo anno si apre anche la cam-pagna di tesseramento 2013; e per questa nuova stagione di impegni, lo slogan che abbiamo scelto definisce da solo quale sarà la progettualità attorno a cui lavore-remo: Coldiretti: l’Italia che fa l’Italia! Nello scorso anno, ricco di eventi significa-tivi, ci siamo confrontati su più fronti e su parecchi argomenti, per confermare ovun-que la centralità dell’impresa; ma nel 2013, che sia apre con un appuntamento oramai divenuto quasi fisso per il Paese… quello delle elezioni, dovremo ribadire chiara-mente che il modello di sviluppo per la nostra agricoltura dovrà trarre nutrimento dai nuovi punti di forza del Paese.Per questo ci apprestiamo ad affrontare il confronto elettorale del 24 e 25 febbraio, con un decalogo di proposte da sottopor-re a tutti gli schieramenti politici e che, in coerenza con il nostro modello di sviluppo, abbiamo definito “L’Italia che vogliamo”. Scorrendo qua e là i programmi e i manife-sti elettorali dei vari partiti, ci accorgiamo che attorno alle proposte di Coldiretti cre-sce quotidianamente il consenso di tutte le forze sociali, confermando un’attenzione all’agricoltura mai vista prima. L’agroalimentare italiano, anche a causa della crisi degli altri comparti che ancora non hanno saputo strutturare un proprio percorso di crescita, è diventato la prima voce del PIL nazionale, trovando una ac-cresciuta attenzione da parte della società civile che crede e sostiene il nostro mo-dello agricolo fatto di qualità, di unicità, di territorio, di ambiente, di paesaggio, di storia, di educazione e di serietà. Se pensiamo che solo dieci anni fa l’agri-coltura veniva interpretata come portatri-ce di problematiche sociali ed ambientali, nonché costo per il Paese, con soddisfa-zione possiamo oggi affermare che quelli che erano problemi sono diventati delle opportunità e la gente sta via via rivalu-tando l’importanza dell’agricoltura.Ma sarebbe troppo comodo limitarci a queste considerazioni positive che trat-teggiano una Coldiretti rafforzata sul

| 7

A tutti gli Associati di Coldiretti di Pavia

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Sergio Marini è stato confermato per il secondo mandato alla guida della Coldiretti per altri quattro anni dall’Assemblea elettiva

partecipata dai presidenti regionali e provinciali e dai rappresentanti dei movimenti, che lo ha

eletto all’unanimità con scrutinio segreto. Nato a Terni il 27 luglio 1964 è laureato in Scienze

Agrarie presso l’Università di Perugia

Sergio Marini riconfermatoalla guida di Coldiretti

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| 9SINDACALE

Coldiretti è in verità capillare su tutto il territorio nazionale: 20 federazioni regionali, 96 federazioni interprovinciali e provinciali, 724 Uffici di Zona e 5.668 sezioni comunali. In pratica, l’organizzazione è presente in ogni comune del nostro Paese dove la Coldiretti ha fatto nascere tra l’altro 7000 punti vendita, botteghe e mercati degli agricoltori di Campagna Amica nei quali nell’ultimo anno hanno fatto la spesa 21 milioni di italiani.La Coldiretti rappresenta anche il 65 per cento delle imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio che fanno parte delle associazioni di categoria *. Inoltre, il 65 per cento delle giornate di lavoro effettuate dai Coltivatori Diretti e Imprenditori agricoli a titolo principale (Iap) sono effettuate da soci della Coldiretti che è anche la prima organizzazione datoriale dell’agricoltura per numero di imprese che assumono manodopera**. Secondo gli ultimi dati resi disponibili da Agea tra le organizzazioni di categoria, attraverso il Centro Assistenza Agricola (CAA) della Coldiretti, sono state presentate domande relative alla politica agricola comune (Pac) per circa il 55 per cento della superficie coltivata a premio nonché per circa il 65 per cento dei capi allevati. Forte il radicamento nell’economia del territorio, come dimostra la presenza nelle Camere di Commercio dove esprime il maggior numero di rappresentanti del settore agricolo con la maggioranza assoluta delle presidenze agricole. Nelle strutture elettive, sono soci della Coldiretti il 70 per cento dei presidenti dei consorzi di bonifica in gestione ordinaria, ma sono dell’Organizzazione anche la totalità delle presidenze dei Consorzi di difesa regionali e il 75 per cento delle presidenze dei Consorzi di difesa presenti in Italia. La quasi totalità dei Consorzi Agrari è associata alla Coldiretti che ne esprime anche le presidenze. Sono associati

anche il 68 per cento dei presidenti delle Associazioni Allevatori. La Coldiretti ha esteso la propria rappresentanza anche al settore ittico con circa 1.400 imprese di cui 380 imprese dell’acquacoltura e 1.020 della pesca.Del sistema Coldiretti fa parte anche Creditagri Italia, la prima banca degli agricoltori italiani che, con delibera della Banca d’Italia del 5 giugno 2012, è stata abilitata come ente di garanzia vigilato dalla banca centrale e iscritto nell’elenco speciale degli intermediari finanziari ex Art. 107 del Testo Unico Bancario (TUB) e la Fondazione Campagna Amica promossa da consumatori e produttori, impegnata nella valorizzazione del cibo, della cultura e del territorio italiano e titolare dei marchi “Campagna Amica” e “(Fai) Firmato dagli agricoltori italiani”. Il primo marchio, rappresentativo della vendita diretta, ha accreditato 4.739 aziende agricole, 877 aziende agrituristiche, 1.105 mercati, 178 botteghe, ai quali si aggiungono 131 ristoranti e 109 orti urbani (http://www.campagnamica.it/). Il secondo marchio di qualità, Fai (Firmato dagli agricoltori italiani), certifica il prodotto agroalimentare italiano al cento per cento nelle diverse filiere produttive che fanno capo al sistema Consorzi Agrari (Cap), Consorzi Agrari d’Italia (Cai) e Filiera agricola italiana (Fai) spa.

*(Fonte Camere di Commercio)**(Fonte: Inps deleghe 2011)

In occasione dell’assemblea è stato presentato uno studio sulla rappresentatività, dal quale emerge che sono oltre 1,6 milioni gli associati alla Coldiretti che, in aggiunta alle loro famiglie rappresentano il sistema di riferimento della principale organizzazione agricola italiana ed europea. Un patrimonio di voti destinato ad avere un ruolo importante nelle prossime elezioni politiche soprattutto nelle regioni in bilico dove la presenza degli agricoltori è particolarmente rilevante. La diffusione della

Vicepresidente nazionale è stato elet-to Mauro Tonello, presidente della Fede-razione Regionale dell’Emilia Romagna. Fanno parte della nuova Giunta esecu-tiva i presidenti regionali Gabriele Cal-liari, (Trentino Alto Adige), Tulio Marcelli (Toscana), Gennarino Masiello (Cam-pania), Pietro Santo Molinaro (Cala-bria), Roberto Moncalvo (Piemonte), Et-tore Prandini (Lombardia) e Piergiorgio Quarto (Basilicata).

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Tre sono gli obiettivi strategici per il mondo agricolo:• Valorizzare le vere produzioni agricole lombarde• Garantire reale competitività e redditività alle

imprese agricole e zootecniche da cui dipendono la competitività e la redditività delle rispettive filiere produttive

• Valorizzare ed incentivare la multifunzionalità delle imprese

Coldiretti Lombardia ha incontrato i candidati alla guida della Regione e consegnato loro un documento di sintesi su quelle che, secondo la più importante organizzazione agricola d’Europa dovrebbero essere le linee guida della politica del territorio.L’agricoltura e le imprese agricole lombarde rappresentano uno degli assi portanti dell’economia regionale. I documenti di programmazione economico finanziaria ne devono tenere conto. Occorre una riduzione della fiscalità di competenza regionale. L’accesso al credito deve essere sostenuto con risorse utili ad abbattere gli interessi ed i costi amministrativi. Si deve avviare una drastica semplificazione amministrativa valorizzando contemporaneamente la sussidiarietà. E’ necessario rafforzare il ruolo del Fascicolo aziendale elevandolo a strumento di sintesi e certificazione dell’attività delle aziende agricole. Bisogna riconoscere il ruolo sociale dell’agricoltura soprattutto nelle zone dove è inferiore la mutualità pubblica. L’Expo’ 2015, che rappresenta un’opportunità per promuovere il modello di agricoltura da esportare basato sulla stretta

relazione tra luogo di produzione, modalità, comportamenti umani e qualità, richiede che venga assicurata una concreta cabina di regia. Ciò comporta la necessità di adottare un’etichettatura d’origine che certifichi la provenienza e la qualità, sancendo la definitiva inutilità delle coltivazioni transgeniche. Necessita incentivare, anche finanziariamente, l’aggregazione e la concentrazione dell’offerta per sviluppare un adeguato potere contrattuale e favorire lo sviluppo delle filiera corta promuovendo il territorio e le sue specialità. Una corretta politica richiede il sostegno e il rafforzamento della multifunzionalità dell’impresa agricola diversificando le produzioni e i servizi, favorendo l’economia delle zone svantaggiate e valorizzando il capitale umano e culturale. La difesa dell’ambiente e del territorio non può prescindere da un’agricoltura con pari dignità degli altri settori nelle scelte di pianificazione, salvaguardando la terra dagli sprechi e dai consumi inutili La gestione delle acque, le emissioni in atmosfera, il benessere animale, la produzione di agro energie, devono essere parte integrante di una strategia d’intervento istituzionale che ponga al centro l’attività sostenibile dell’impresa agricola e consenta, promuovendo l’economia, la coltivazione, la difesa e il mantenimento del territorio.

il documento per esteso è consultabile suwww.pavia.coldiretti.it

Alla vigilia delle elezioni regionali, Coldiretti ha elaborato un documento che sintetizza

gli indirizzi futuri da adottare per una sana politica di buon senso

La Lombardia che vorremmo

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Vi sono molte buone ragioni per continuare a dire ‘no’ alla coltivazione di Ogm nel nostro Paese, ma ve ne è una ‘particolare’ che sfugge ai decisori politici europei, ai dirigenti delle grandi multinazionali, ai traders internazionali che sul cibo come commodity costruiscono fortune finanziarie. Questa ragione rimanda a ciò che definiremmo sovranità alimentare o, meglio, a tutto ciò che è sotteso al bene primario per eccellenza degli esseri umani e, cioè, agli alimenti. Questi beni, per loro natura, hanno una destinazione universale.Agli schieramenti chiediamo, entro sessanta giorni, dalla data di formazione del Governo, di notificare la clausola di salvaguardia alla Commissione europea, al fine di vietare ogni forma di coltivazione di Ogm a tutela della sicurezza del modello economico e sociale di sviluppo dell’agroalimentare italiano.Con l’adozione degli Ogm verrebbero meno i principi di precauzione e di responsabilità per la salute e per l’ambiente; basti sottolineare che una vasta parte della comunità scientifica continua ad esprimere forti e rinnovate perplessità all’impiego delle tecnologie transgeniche.

La scelta degli Ogm, di per sé fattore di omologazione, avrebbe come conseguenza la messa in discussione di uno dei principali fattori di creazione di valore aggiunto del Paese e, cioè, il nostro modello agricolo e zootecnico. La nostra agricoltura, infatti, è fondata su produzioni distintive apprezzate sul mercato interno ma, ancor più, all’estero. E’ questa chiave identitaria e distintiva basata sulla qualità e sulla bio-diversità a dar vita a quel Made in Italy così suggestivo e così internazionalmente riconosciuto da essere costantemente minacciato da imitazioni e falsificazioni.Scegliere gli Ogm significherebbe, quindi, mettere in discussione i diritti delle generazioni che verranno e quelle dei consumatori, rischiando di compromettere l’equilibrio ambientale che abbiamo ricevuto dalle generazioni precedenti, rompendo il patto che lega gli agricoltori ai cittadini ed ai consumatori in termini di qualità e sicurezza alimentare, depauperando un patrimonio produttivo che, anche in questa fase di crisi, mostra di saper dare un enorme contributo al Paese.

| 11SINDACALE

Appello no-Ogm a partiti e candidati

Una sceltaper la crescitae la comunità

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Rinnovo al vertice di Giovani Impresa

Dopo otto anni di lavoro e di intensa attività, che ci hanno portati ad essere la prima provincia lombarda e nei primi posti a livello nazionale, si sta avvicinando la scadenza del secondo mandato consecutivo di Stefano Ravizza quale delegato di Giovani Impresa Pavia

Sono quindi avviate le procedure elettive che porteranno al rinnovo delle cariche sociali di questa importante com-ponente della struttura Coldiretti, alla quale aderiscono, di diritto, tutti i giovani imprenditori agricoli tra i 18 ed i 30 anni di età. Il rinnovo delle cariche rappresenta un momento di fondamentale importanza in un percorso di crescita orga-nizzativa e professionale, volto all’acquisizione della cultura d’impresa per i giovani che vogliono contribuire alla realiz-zazione del progetto di rigenerazione che Coldiretti ha intra-preso, apportando quel valore aggiunto proprio delle giova-ni generazioni. In una fase storica, come quella che stiamo attraversando, la loro attiva partecipazione è determinante per riuscire ad emergere da una crisi economica, morale e di valori che, per dimensioni e caratteristiche, risulta senza precedenti. A questa nuova classe dirigente è attribuita la responsabilità di essere veri imprenditori, affiancando alla professionalità che li contraddistingue nel quotidiano, l’e-levato grado culturale e la propensione all’innovazione che emergono quali fattori caratterizzanti e qualificanti. In un comparto dove l’età media degli addetti risulta ancora piut-tosto alta, l’apporto dei giovani ha contribuito ad affermare il settore agricolo come l’unico in costante crescita, capace di affrontare con successo i pro-cessi della globalizzazione, facendo leva sulle caratteristi-che di eccellenza, unicità e di-stintività che caratterizzano il Made in Italy agroalimentare. È però importante proseguire in questa direzione, nella con-vinzione che questa giovane classe dirigente rappresenti un autentico valore per tutta l’Organizzazione che sta sem-pre più investendo tempo, energie e risorse nel progetto

vincente per una “filiera agricola e tutta italiana”, in grado di recuperare la parte di reddito sottratto ingiustamente alle aziende che producono. Con questi presupposti, sia-mo certi che i giovani imprenditori di Coldiretti sapranno essere all’altezza di questi impegni.L’Assemblea per la nomina del Direttivo e Delegato Pro-vinciale è fissata alle h. 18,30 di mercoledì 20 marzo 2013, presso Palazzo Coldiretti a Pavia in viale Brambilla n. 34

Data   Ora   Luogo   Zona   Tipogia  di  incontro  

Mercoledì  20  febbraio  2013   18.30   Ufficio  di  zona   Casteggio   elezione  di  zona  

Martedì  26  febbraio  2013   18.30   Ufficio  di  zona   Corteolona   elezione  di  zona  

Mercoledì  27  febbraio  2013   18.30   Ufficio  di  zona   Voghera   elezione  di  zona  

Mercoledì  6  marzo  2013   18.30   Ufficio  di  zona   Pavia   elezione  di  zona  

Giovedì  7  marzo  2013   18.30   Ufficio  di  zona   Stradella   elezione  di  zona  

Lunedì  11  marzo  2013   18.30   Mortara  -­‐  Borsa  merci  

Mortara  

elezione  di  zona  Mede  

Vigevano  

Mercoledì  13  marzo  2013   18.30   Ufficio  di  zona   Varzi   elezione  di  zona  

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| 13 SINDACALE

posizione   azienda   paese   Fatturato  2011(milioni  $)  

1   Wal-­‐Mart   USA   466.950  

2   Carrefour   France   113.197  

3   Tesco   UK   101.574  

4   Metro   Germany   92.905  

5   The  Kroger  Co.   USA   90.374  

6   Costco   USA   88.915  

7   Schwarz   USA   87.841  

8   Aldi  Einkauf   Germany   73.375  

9   Walgreen  Co.   USA   72.184  

10   The  Home  Depot   USA   70.395  

56   Coop   Italy   18.246  

78   Conad   Italy   14.207  

125   Esselunga   Italy   9.235  

 

Anche in un periodo di crisi economica, tengono le loro posi-zioni colossi come Wal-Mart, Carrefour e Tesco, rispettivamen-te al 1°, 2° e 3° posto, mentre risulta evidente l’arretramento in classifica delle tre catene italiane in graduatoria, Coop, Conad ed Esselunga, che passano, rispettivamente, al 56° posto (-4 posizioni), al 78° posto (-4 posizioni) e al 125° posto (stabile). Le tre catene italiane fanno registrare però una crescita nel pe-riodo 2006-2011, pari ad un +2% per Coop, +5,3% Conad e +6% Esselunga. Nell’analisi del mercato globale, Deloitte evidenzia come i distributori dell’America Latina, dell’Africa e del Medio Oriente realizzino fatturati crescenti a doppia cifra. Si tratta di mercati di altissimo interesse, grazie alla crescen-te presenza della cosiddetta classe media che, ad esempio, si prevede raggiungerà in Cina una consistenza di 340 milioni di

consumator i entro il 2016 e che conta già oggi in Brasile 48 milioni di consumatori.

La GDO italianaperde posizioniDeloitte ha presentato l’aggiornamento 2013 della sua classifica annua dei 250 maggiori

distributori internazionali delle diverse referenze merceologiche, alimentari e non

(i dati sono relativi al 2011).

La grande distri-buzione italiana perde posizioni a livello inter-nazionale

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Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia, 40 anni, origina-rio di Leno, nel Bresciano, è entrato nella nuova giunta esecutiva della Coldiretti nazionale guidata da Sergio Marini, confermato all’unanimità per altri quattro anni dall’Assemblea composta dai presidenti regionali e provinciali e dai rappresentanti dei movimenti alla guida della più im-portante organizzazione agricola d’Europa. Vicepresidente nazionale è stato eletto Mauro Tonello, nato a Codigoro (Ferrara) il 9 aprile 1960, presidente della Federazione Regionale dell’Emilia RomagnaLa squadra al vertice della più importante associazione di imprese agri-cole d’Italia ha un’età media di 45 anni, con 5 dei nove componenti fra 33 e 43 anni. “Anche questo – commenta Ettore Prandini – è segno della capacità della nostra organizzazione di creare un legame fra genera-zioni per il progresso dell’Italia. Ringrazio per la fiducia che mi è stata accordata e non posso che confermare il massimo impegno nell’ambito del percorso politico economico e culturale tracciato in questi anni dal presidente Sergio Marini”. Oltre a Prandini della Lombardia, fanno par-te della nuova giunta esecutiva anche Gabriele Calliari, nato a Romeno (Trento) il 2 gennaio 1959, Presidente della Federazione Regionale del Trentino Alto Adige, Tulio Marcelli, nato a Firenze il 14 settembre 1972, Presidente della Federazione Regionale della Toscana, Gennarino Ma-siello, nato a Benevento il 1 luglio 1972, Presidente della Federazione Regionale della Campania, Pietro Santo Molinaro, nato a Marano Mar-chesato (Cosenza) il primo novembre 1958, Presidente della Federazio-ne Regionale della Calabria, Roberto Moncalvo, nato a Chivasso (Torino) l’8 agosto 1980, Presidente della Federazione Regionale del Piemonte e Piergiorgio Quarto, nato a Carbonara di Bari il 7 gennaio 1970, Presiden-

te della Federazione Regionale della Basilicata.La Coldiretti di Pavia esprime il proprio com-piacimento e assicurando sostegno e colla-borazione, augura al presidente Prandini di proseguire il lavoro proficuo svolto finora alla guida delle più importante regione agricola d’Italia.

Sono questi, in sintesi, gli obiettivi del Protocollo d’intesa sotto-scritto dal Commissario generale di Expo’, Roberto Formigoni, dal presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini, su dele-ga del presidente nazionale Sergio Marini, dal commissario per il Padiglione Italia, Diana Bracco e dall’amministratore delegato della società Expo’ 2015 Spa, Giuseppe Sala. L’impegno comu-ne sottoscritto vedrà le istituzioni lavorare insieme su tre ambiti molto concreti: la valorizzazione dell’eccellenza dell’agricoltu-ra italiana attraverso la presentazione, a livello nazionale e in-ternazionale, delle migliori esperienze sviluppate dalle nostre imprese; l’individuazione di forme e modalità di una presenza della Coldiretti al Padiglione Italia e infine, la diffusione delle te-matiche e dei contenuti dell’Esposizione nonché dell’eventuale realizzazione di iniziative o azioni comuni sul fronte della co-municazione. “Il tema dell’agricoltura – ha sottolineato Formi-goni - è assolutamente centrale nell’impostazione dell’evento che stiamo costruendo. Secondo l’indagine del 2012 sul futuro dell’agricoltura a cura della Fao la produzione agricola dovrà crescere del 60% nei prossimi quarant’anni per far fronte alla domanda determinata dall’incremento demografico. Questa esigenza può trasformarsi anche in opportunità per lo svilup-

Ettore Prandininella Giunta nazionale

Intesa con Coldiretti per valorizzare l’agricoltura

po di un’agricoltura sostenibile a livello globale”. “L’Expo’ sarà un’occasione - ha commentato Prandini - per far conoscere il nostro territorio, i nostri prodotti, il loro valore e la loro capacità di rispondere ai bisogni della gente. L’Expo’ è anche l’occasio-ne per ribadire l’importanza di una informazione trasparente sull’origine di quello che mettiamo in tavola, in Italia e all’estero dove i falsi sottraggono ogni anni 60 miliardi di euro alla nostra economia. Lavoreremo affinché Coldiretti possa essere presen-te al Padiglione Italia per rappresentare al meglio la nostra agri-coltura. Desideriamo promuovere i nostri prodotti, puntando sul concetto di chilometro zero come principio di valorizzazio-ne del Made in Italy”. “La Coldiretti è l’associazione di categoria degli agricoltori più numerosa e capillare del nostro Paese e averla a fianco nell’entusiasmante avventura della realizzazione del Padiglione Italia è un motivo di grande soddisfazione” ha affermato Diana Bracco, commissario generale di sezione per il Padiglione Italia e presidente di Expo’ 2015 spa. “Sono con-vinta che Coldiretti giocherà un ruolo decisivo nella diffusione dei temi dell’Esposizione universale e che la sua collaborazione sarà determinante per la riuscita della manifestazione”.

Valorizzare l’eccellenza agricola italiana, essere presenti al Padiglione Italia e diffondere i grandi temi promossi da Expo’ Milano 2015

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|15ETICHETTOPOLI

A sorpresa la Commissione europea ha varato il nuovo regolamento per l’etichetta d’origine obbligatoria. Abiti, calzature, giocattoli ma probabilmente anche oggetti d’arredo, apparati elettrici e simili dovranno recare in buona evidenza il «made in...». La tracciabilità (si fa per dire) riguarderà sia i prodotti fabbricati nei Ventisette, sia quelli in arrivo dai Paesi extra Ue. A darne notizia, con soddisfazione, è stato il vicepresidente dell’eurogoverno Antonio Tajani assieme al commissario alla salute Tonio Borg. Proprio mentre a Bruxelles arrivavano notizie inquietanti che confermano la vastità dello scandalo delle lasagne di cavallo (anche Svizzera e Norvegia hanno ritirato le «Beef Lasagna» della Findus) la Commissione annunciava il disco verde a un nuovo regolamento destinato a garantire la tracciabilità per tutto quanto viene commercializzato nell’Unione. Tranne gli alimenti. Prepariamoci a vedere sulle confezioni dei prodotti più disparati anche il bollino «made in Eu» (simile a quello con cui apro questo post). Già, perché in alternativa alla dichiarazione d’origine con l’indicazione del singolo Paese, i manufatti prodotti nelle fabbriche dei Ventisette potranno fregiarsi dell’etichetta comunitaria. E già questo è sufficiente a far venire la pelle di cappone ai tifosi della trasparenza. Grazie al meccanismo delle triangolazioni - già ampiamente usato oggi ad esempio per l’olio extravergine - chissà quanta robaccia di pessima qualità verrà travestita da prodotto europeo. E messa in vendita come tale.

Ma il peggio non è questo. La vera iattura per i consumatori è l’articolo 7 del nuovo «Regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti» che recita:

Ai fini della determinazione del Paese di origine (...) si applicano le regole di origine non preferenziali stabilite agli articoli da 23 a 25 del Regolamento del Consiglio n. 2913/92 che stabilisce un Codice doganale comunitario.

E proprio qui sta la fregatura solenne. Proprio il famigerato articolo 24 del Codice doganale è stato il grimaldello utilizzato fin qui dalla Commissione e dalle grandi lobby industriali del nord Europa per stoppare sul nascere ogni tentativo di introdurre la tracciabilità. Quella vera, in base alla quale si possa risalire ad esempio alle materie prime impiegate per confezionare le lasagne surgelate della

Findus alla carne di cavallo. Ecco cosa prevede l’art. 24:

Una merce alla cui produzione hanno contribuito due o più paesi è originaria del paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale, economicamente giustificata ed effettuata in un’impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo od abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione.

Importo un abito dall’India? Basta che gli applichi i bottoni in Italia e per magia diventa «made in Italy». Faccio arrivare suole e tomaie dal Vietnam? È sufficiente che le incolli in uno stabilimento italiano e dalla sera alla mattina diventano scarpe italianissime.Incidentalmente gli articoli dal 22 al 26 sono proprio quelli di cui si è servita la Commissione per emettere il 24 ottobre 2005 un «parere circostanziato» con cui ha demolito la legge italiana sul «made in Italy» obbligatorio. E con cui ha bloccato l’ultimo provvedimento approvato dal nostro Parlamento - era l’inizio del 2011 - sulla trasparenza delle filiere alimentari. Null’altro che una clava utilizzata con spietata freddezza contro la trasparenza. Insomma, nella migliore delle ipotesi il nuovo Regolamento europeo sarà un bufala. Nella peggiore rischia di dare una patente europea a prodotti fabbricati ai quattro angoli del pianeta.Al contrario ci avviamo verso un appuntamento serissimo. Il 20 febbraio, mercoledì della settimana prossima, a Bruxelles ci sarà un round decisivo nell’iter per abolire l’etichetta facoltativa per le carni bovine. Il tutto, come sottolinea il presidente del consorzio L’Italia Zootecnica Fabiano Barbisan, «per favorire l’industria dell’anonimato».Per dirla con Bersani, a Bruxelles mica stanno a pettinare le bambole. E si vede.

di Attilio BarbieriL’Europa vara ilregolamento “Made in” obbligatorio. Ma è una bufala

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(COL)DIRETTAMENTE

(Col)direttamente nel bicchiere:

Buttafuoco dell’Oltrepo pavese Doc vino frizzante AZ. AGR. BAGNASCO PAOLO

L’Azienda Bagnasco nasce nel 1911, in quella Valle Versa che è da sempre terra di vini, e le cui caratteristiche morfologiche, unite alla posizione strategica, hanno reso una terra invidiabile e ricca di storia. Diverse sono dunque, ormai, le generazioni dei Bagnasco che si sono tramandate passione e grande impegno, senza mai perdere di vista l’obbiettivo primo della qualità, depositari di una viticoltura con radici antichissime sulla quale si è innestata un’ enologia di avanguardia pur nel rispetto delle tradizioni. E tradizione di questa porzione di Oltrepò è la vinificazione di vini rossi vivaci: così oggi torniamo a parlare di uno dei vini più rappresentativi di tutto l’Oltrepò, il Buttafuoco, questa volta però in versione “pétillant”, cioè frizzante. Ricordiamo cosa vuol dire Buttafuoco: si tratta della denominazione che prende il classico uvaggio del Rosso Oltrepò in un fazzoletto di terra della prima fascia collinare tra la Valle Versa e la Valle Scuropasso: come a dire che quelle terre hanno per i vitigni a bacca rossa una vocazione particolare. Sono infatti solo 7 i comuni interessati dalla denominazione Buttafuoco: Stradella, Broni, Canneto Pavese, Montescano, Castana, Cigognola, Pietra de’ Giorgi; un fazzoletto, appunto, ma che riesce a regalare un vino dalle caratteristiche uniche, capace di generare in chi lo beve, sensazioni ed emozioni formidabili.Bottiglia borgognotta in vetro verde scuro per il nostro Buttafuoco, su cui quasi si nasconde l’etichetta nera con le scritte in rosso (nome vino e azienda) e bianco (indicazioni di legge), cui si aggiunge uno stemma in oro. Il risultato non è male, abbastanza elegante, sicuramente meglio alla vista che al racconto… sul retro una più piccola retro-etichetta ci fornisce alcune indicazioni sui vitigni, sulle note di degustazione ed infine sulla temperatura di servizio. Bravi: semplice, essenziale, ma completa. Apriamo la nostra bottiglia: il tappo sintetico ci dice subito che questo Buttafuoco è un vino pensato per un consumo da giovane; del resto, un vino frizzante difficilmente potrà mantenere integre le proprie caratteristiche per lungo tempo... meglio quindi un consumo nell’arco di uno o due anni dalla vendemmia. La nostra bottiglia è un’annata 2011, quindi dovrebbe essere nel pieno della propria vita… andiamo a vedere. Nel bicchiere il Buttafuoco di Bagnasco non tradisce le aspettative; versandolo nel calice, una significativa spuma

n.1 2013 | 16

rossa (che giustamente si esaurisce subito) rimarca l’identità vivace del vino; il colore è un rosso rubino vivo e piuttosto intenso, con nuances porpora che ne sottolineano la giovane età. Al naso, è la frutta rossa a farla da padrona: i sentori di mora, mirtillo e prugna sono prevalenti, ma in sottofondo si percepisce una nota erbacea di fieno appena tagliato ed un ricordo di tabacco leggero. Sicuramente un naso importante per un “frizzante”…In bocca questo Buttafuoco è piacevole e abbastanza rotondo, anche se la sua gioventù si esprime attraverso un’importante freschezza acida ed un tannino duro, ma giustamente amalgamato al corpo, nonostante la leggera frizzantezza (mai invadente) ne rinforzi la percezione. Alcol dichiarato in etichetta 12°, probabilmente qualcosa in più. La persistenza non è eccessiva, ma comunque coerente con la tipologia di vino frizzante… mai come in questo caso, parafrasando, “two sors is megl che one”…E a tavola? Sarà che il mio test è stato pomeridiano, ma la prima cosa che mi viene in mente è… pane e salame! Ma non con ingredienti qualsiasi!! Il mio pensiero corre ad un Miccone di Stradella con un Salame di Varzi DOP… ragazzi, che merenda! Peccato che sia solo virtuale…Dicevo, a tavola. Ecco, una lasagna, piuttosto che delle tagliatelle, al ragù saranno compagni perfetti (non di merende… per quello abbiamo già detto…), ma mi lancerei anche su una polenta con del Taleggio DOP.Vi ho fatto venire fame? Ma no… la vostra non è fame, è solo gola.Soddisfatela pure, ma in compagnia di questo bel Buttafuoco di Bagnasco!!

Roberto PaceDelegato FISAR Pavia

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Vendemmia Verdepresentazione della domanda entro il 15 aprile

La misura “Vendemmia Verde” consiste nella distruzione o eli-minazione totale dei grappoli non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa della relativa superficie. Le operazioni di distruzione del raccolto devono terminare entro il 15 giugno. Quest’anno sono state introdotte alcune novità: • La superficie massima ammissibile è pari al 50%della superficie vitata aziendale con una superficie minima di 0,20 ettari. Tuttavia nei casi in cui la superficie totale aziendale è compresa fra 0,2 e 0,4 ha, si ammette all’aiuto 0,2 ha di su-perficie.• Ilcontributosideterminasullabasedelladichiara-zione vitivinicola riferita all’anno precedente, ovvero tenendo conto della categoria produttiva per cui la particella è stata rivendicata. Questo per stabilire in modo più corretto l’entità del contributo commisurata alle reali perdite di reddito subite dal beneficiario. Se per esempio si inoltra una richiesta di ven-demmia verde di una particella vitata come DOC, sarà pagata

come tale solo se l’anno precedente quella particella è stata rivendicata a DOC.• Nell’attribuzione del punteggio si favoriranno leaziende che richiedono l’aiuto per piccole superfici, evitando così che grosse superfici e quindi grandi aziende abbiano la gran parte delle risorse disponibili. La vendemmia Verde non può essere praticata per due anni consecutivi sulla stessa particella.Le particelle vitate oggetto di contributo per la Misura 214 “Pagamenti agro ambientali – azione B – Produzioni agricole integrate” del PSR non possono essere ammesse a contributo per la Vendemmia Verde. Nel caso di reimpianto anticipato, nel momento in cui si fa do-manda di Vendemmia Verde, è necessario verificare che il nuo-vo vigneto non sia ancora in produzione; in caso contrario la Vendemmia Verde sul vigneto da estirpare è incompatibile.

VITIVINICOLO | 17

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

PRESS.MAC. → BOCCAGLIO PRESS.GETTO LITRI GITTATA CONS.Kg\oraH.10 D.30 H.6 1440 MT. 59 6.8H.10 D.32 H.6 1636 MT. 60 7.3H.10 D.34 H.6 1850 MT. 62 8.0H.10 D.34 H.7 2006 MT. 65 8.4H.10 D.36 H.6 1988 MT. 65 8.4H.10 D.36 H.7 2173 MT. 69 9.3H.10 D.38 H.6 2242 MT. 67 10.2H.10 D.38 H.7 2423 MT. 71 11.2H.10 D.40 H.6 2455 MT. 68 11.5H.10 D.42 H.6 2706 MT. 70 12.1H.10 D.42 H.7 2960 MT. 70 13.3

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n.1 2013 | 18Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma

di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

I buyer di importanti strutture commerciali di Cina Russia e Brasile sabato 2 febbraio sono stati ospitati in Oltrepò per visitare le aziende vitivinicole di Coldiretti

Prosegue con successo la campagna promozionale avviata da Coldiretti in favore delle aziende vitivinicole dell’Oltrepò nei confronti dei mercati esteri.Sabato 2 febbraio i compratori di importanti strutture commerciali che operano in Cina, Russia e Brasile , hanno fatto visita nei territori dell’Oltrepò per conoscere la realtà delle cantine delle aziende vitivinicole oltrepadane. Il progetto, ormai giunto al suo terzo appuntamento è realizzato in collaborazione con Promos, una società di sviluppo della Camera di Commercio di Milano e prevede sia la visita degli operatori stranieri in Italia, sia delle missioni all’estero da parte delle aziende agricole che partecipano.Nelle scorse edizioni, i visitatori stranieri hanno dimostrato

grande apprezzamento per la qualità dei nostri vini e per le caratteristiche del territorio che, purtroppo ancora non conoscevano. L’entusiasmo che ha caratterizzato le visite si è tradotto in rapporti commerciali che le imprese di Coldiretti hanno in breve sottoscritto. “Abbiamo grandissime eccellenze di qualità e territorio – ha commentato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – dobbiamo trasferire all’esterno queste nostre grandi caratteristiche e questo progetto di promozione, realizzato da Coldiretti, è uno strumento efficace che ha già dimostrato di dare eccellenti risultati”.

Le imprese di Coldiretti che hanno accolto i visitatori stra-nieri sono state: Agnes F.lli; Bisi; Buscaglia Andrea; Ca’ Montebello di Scarani; Francesco Montagna; Eredi Cerutti di Stocco Davide; La Travaglina di Dacarro Giorgio; San Michele ai Pianoni di Pernice Antonio e Torti tenimenti Ca-stelrotto di Torti Patrizia.

La norma, comparsa ad inizio anno, avrebbe ulteriormente gravato la burocrazia sulle spalle delle aziende vitivinicole

Entrato in vigore lo scorso 1° gennaio l’”e-bacchus” è l’en-nesima inutile complicazione burocratica sulle spalle delle aziende vinicole. La procedura prende origine dal fatto che i documenti andrebbero generati per via informatica facendo riferimento ad un elenco digitale europeo dei vini chiamato appunto e-bacchus. Purtroppo i tempi ristretti, con due circolari del 20 e 24 dicembre, vigilia di Natale, dalla informazione all’applicazione del 1° gennaio, non hanno consentito alle imprese di adeguarsi, inoltre, l’elen-co, consultabile via internet, non è neppure completo.Coldiretti si è immediatamente attivata presso il Mipaf e l’ICQRF (l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari) al fine di individuare i tempi necessari ad adeguare la normativa ed eliminare la sovrapposizione di norme inutili e complica-

zioni dannose. Grazie al pressing della nostra Organizza-zione l’ICRQF ha emanato una nota che chiarisce che le norme, entrate in vigore il 1° gennaio e conosciute sotto il nome di e-bacchus, sono da considerare facoltative nel caso in cui la spedizione riguardi prodotti confezionati cir-colanti all’interno del territorio della Comunità Europea.Si tratta di un risultato importante – ha commentato Giu-seppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – che accoglie le richieste avanzate dalla nostra organizzazio-ne che per prima ha denunciato l’esasperazione della bu-rocrazia nel settore vitivinicolo che, secondo uno studio realizzato da Coldiretti nazionale, costa alle imprese agri-cole 100 giornate di lavoro per adempiere ad una serie di normative che sommano oltre 70 attività amministrative verso ben 20 diversi soggetti spesso non coordinati tra di loro e richiedono alle imprese dichiarazioni, documenti, attestazioni, certificazioni o dati, frequentemente già for-niti alla pubblica amministrazione. Uno spaventoso carico di oltre 1.000 norme per un totale di circa 4.000 pagine tra direttive, regolamenti, comunicazioni, note e decisioni europee, nazionali e regionali”.

E-bacchus facoltativo

Cina e Brasile in

Grazie all’intervento di Coldiretti l’ICQRF ha emanato una circolare in cui dichiara facoltativa l’applicazione

Promozione internazionale

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Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

Cina e Brasile in

Fino al 15 marzo prossimo è possibile presentare le do-mande per la concessione di contributi, fino al 50%, a fa-vore dei Consorzi per l’internazionalizzazione. I contributi sono finalizzati a sostenere lo svolgimento di specifiche attività promozionali, di rilievo nazionale, per l’interna-zionalizzazione delle piccole e medie imprese realizzate dai Consorzi per l’internazionalizzazione, anche attra-verso contratti di rete con piccole e medie imprese non consorziate.Il Decreto Legge 22 giugno 2012, n.83 – meglio conosciu-to come Decreto Sviluppo – convertito nella legge 7 ago-sto 2012, n.134 ha introdotto rilevanti novità in materia di Consorzi con vocazione all’export, abrogando i Consorzi export e i Consorzi agroalimentari, turistico-alberghieri ed agro-ittico-turistici, istituendo la nuova figura dei Consorzi per l’internazionalizzazione.Il nuovo nomen non rappresenta una mera modifica for-male, ma mira ad evidenziare l’ampliato ambito di opera-tività dei Consorzi per l’internazionalizzazione che posso-no avere ad oggetto una vasta gamma di attività che va dalla diffusione internazionale dei prodotti e dei servizi delle PMI, al supporto alla loro presenza nei mercati esteri anche attraverso la collaborazione ed il partenariato con le imprese estere. A queste attività possono aggiungersi quelle relative alla formazione specialistica per l’interna-zionalizzazione, alla qualità, alla tutela e all’innovazione.Sono agevolabili le seguenti iniziative: partecipazioni a fiere e saloni internazionali, eventi collaterali alle mani-festazioni fieristiche internazionali, showroom tempo-ranei, incoming di operatori esteri, incontri bilaterali fra operatori, workshop e/o seminari in Italia con operatori esteri e all’estero, azioni di comunicazione sul mercato estero, attività di formazione specialistica per l’interna-zionalizzazione, realizzazione e registrazione del marchio consortile.

Contributi ai Consorzi per l’Internazionalizzazione, domande entro il 15 marzo

TECNICO | 19

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Il 23 e 24 gennaio 2013 la Commissione Agricoltura del

Parlamento europeo ha approvato alcuni emendamenti alla

proposta di riforma della Politica Agricola Comunitaria presentata

alla fine del 2011 per il periodo 2014-2020.

Nonostante siano stati introdotti consistenti cambiamenti (si

parla di “controriforma”) che alleggeriscono alcuni vincoli di

carattere ambientale rispetto al documento proposto nel 2011,

gli emendamenti approvati non risolvono tutte le criticità della

proposta iniziale.

Sergio Marini, presidente di Coldiretti:

“La prospettiva è quella di un taglio consistente delle risorse

destinate al regime di pagamento unico, in un contesto di

riduzione del budget agricolo riteniamo che i beneficiari del

pagamento unico debbano essere, prioritariamente, sebbene non

esclusivamente, gli agricoltori attivi.

La riforma non valorizza chi vive e lavora in agricoltura e favorisce

il permanere delle rendite fondiarie in contrasto al documento

firmato da tutte le organizzazioni agricole, cooperative e sindacati

del lavoro italiani il 17 novembre 2011 per una riforma della

Politica Agricola che chiedeva di indirizzare i benefici della Pac

prioritariamente verso le imprese agricole che sono orientate

al mercato e operano sul territorio, anche attraverso forme di

aggregazione e di integrazione, che in modo professionale creano

reddito e producono alimenti ed effetti positivi per la società”.

I futuri appuntamenti

Rimane da definire il budget a disposizione della politica agricola, in occasione del Consiglio europeo del 7-8 febbraio a Bruxelles i capi di stato e di governo cercheranno di raggiungere un accordo unanime sul Quadro finanziario pluriannuale 2014-2020.Solo successivamente alla definizione delle risorse disponibili sarà possibile iniziare a lavorare sui Regolamenti applicativi, per questo motivo è pressoché certo che la nuova Pac partirà nel 2015 e non nel 2014 come inizialmente previsto.In caso di mancato accordo sul bilancio si rischia addirittura che la Politica agricola comune possa slittare di un altro anno ma, tempi a parte, è importante che la nuova Pac abbia una dotazione di bilancio adeguata alle esigenze delle nostre imprese.

IL PROSSIMO TRIENNO

Anno 2013

DOMANDA UNICAnon ci sono sostanziali novità rispetto al 2012, il pagamento sarà erogato ai possessori di titoli indipendentemente dalle colture praticate (disaccoppiamento totale).Sono poi confermati i premi art. 68 alla barbabietola da zucchero (400€/ha), alla zootecnia da carne certificata (da 50 a 200€ per capo), all’avvicendamento per le regioni centro-sud Italia nonché il premio supplementare per il latte di qualità e il contributo per i premi assicurativi contro le avversità atmosferiche.La Regione Lombardia ha deliberato di erogare anche per il 2013 un finanziamento regionale a tasso 0% sotto forma di anticipo di entità pari al 50% dei titoli in portafoglio, l’anticipo sarà pagato entro fine luglio 2013.PSR: Per la misura 214 sull’agroambiente non saranno possibili nuove adesioni perché le domande in corso hanno assorbito tutte le risorse disponibili per la Lombardia; per lo stesso motivo non sarà possibile aprire bandi sulle misure strutturali.Le uniche nuove adesioni potranno riguardare le domande di contributo per l’imboschimento di terreni agricoli (ultima scadenza 31 luglio 2013)

Anno 2014

La riforma della PAC prevista per il 2014-2020 slitterà inevitabilmente almeno di un anno a causa del mancato accordo sul bilancio dell’Unione Europea durante il vertice di fine 2012Nel 2014 saranno comunque garantiti i fondi per il 1° pilastro (pagamenti diretti) e per il 2° pilastro (sviluppo rurale) nella misura di 1/7 della dotazione finanziaria prevista per la prossima programmazione.

DOMANDA UNICANel 2014 i pagamenti diretti continueranno comunque ad arrivare alle aziende secondo il vecchio sistema con le medesime regole del 2013, a cambiare saranno però gli importi perché il tutto dovrà essere adeguato al nuovo Quadro finanziario pluriennale. Se per esempio nel nuovo bilancio verranno previste riduzioni pari al 15% delle risorse, i premi PAC subiranno una

Riforma della PAC:

n.1 2013 | 20Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma

di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

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riduzione lineare per la stessa percentuale.PSR: il PSR viene riscritto con nuove regole, verranno aperti nuovamente i bandi ma difficilmente si riuscirà a far domande nei primi mesi del 2014. Anno 2015Dovrebbe partire la riforma, gli obiettivi che si pone sono:• Sicurezzadell’approvvigionamentoalimentare• Tuteladell’ambienteedelclima• EquilibrioterritorialetraidiversiStatimembriLe risorse destinate all’agricoltura saranno inevitabilmente ridotte, ci sarà un processo di convergenza tra gli Stati membri che ha come obiettivo la riduzione delle attuali disparità tra agricoltori nella Comunità Europea, il documento di gennaio 2013 allunga i tempi per raggiungere questo obiettivo fino all’anno 2029.Il meccanismo di convergenza (capping) è stato modificato con l’introduzione di parametri più favorevoli per gli agricoltori degli Stati che storicamente percepivano aiuti per ettaro più elevati.

Confermati i 2 pilastri della PAC 1° pilastro - pagamenti diretti che assorbirà 3/4 delle risorse2° pilastro - sviluppo rurale a cui andrà 1/4 delle risorse

Viene prevista una maggior flessibilità sugli importi destinati a ciascun pilastro

Agricoltori attiviGli Stati membri avranno facoltà di decidere alcuni parametri per individuare gli ‘agricoltori attivi’ cioè coloro che potranno accedere alla nuova PACDisaccoppiamentoSarà mantenuta l’impostazione attuale per quanto riguarda il disaccoppiamento: gli aiuti verranno erogati indipendentemente dalle colture praticate, viene lasciata facoltà ad ogni Stato membro di destinare per aiuti accoppiati fino al 15% del massimale nazionale dando priorità alle produzioni che hanno beneficiato dei sostegni accoppiati nel periodo 2010-2013 (nel documento iniziale era il 10% senza indirizzi sulle priorità)

TitoliConfermata la struttura attuale che prevede titoli all’aiuto da abbinare a superfici ammissibili, i titoli nel portafoglio delle aziende al 31/12/2014 saranno annullati, verranno assegnati nuovi titoli in base al terreno dichiarato dall’azienda il giorno 15 maggio 2015.Potranno ottenere nuovi titoli solo gli agricoltori in attività

che hanno presentato domanda nel 2011 o le aziende che hanno coltivato esclusivamente vigneti o frutteti, il diritto all’assegnazione dei titoli può essere trasferito tra aziende. Viene confermata la possibilità di richiedere titoli alla Riserva Nazionale per gli agricoltori che ricadono in determinate fattispecie.I titoli saranno trasferibili tra agricoltori nelle forme di vendita con o senza terra oppure affitto con terra

Valore dei titoliIl valore dei titoli sarà determinato dalla somma di:- una componente storica legata al valore dei premi percepiti dai richiedenti nell’anno precedente- un sostegno di base per ettaro che dovrà essere definito dallo Stato membro- un importo aggiuntivo relativo ad impegni ambientali, il cosiddetto “greening o pagamento verde”, che le aziende potranno assumere volontariamente (nel documento iniziale il greening era obbligatorio)

L’importo della componente storica è destinato a decrescere nel corso della programmazione per arrivare ad un livellamento del valore dei titoli tra i diversi agricoltori

Greening Sono state modificate le proposte iniziali, innanzitutto non è più obbligatorio ma volontario, se le aziende tenute a introdurre misure ambientali non lo vorranno fare percepiranno solo i premi di base più la componente storica.Il greening prevede la diversificazione delle colture e la destinazione di aree ad interesse ecologico

Diversificazione delle colture (non è rotazione)- introduzione di almeno 2 colture per le aziende la cui superficie è compresa tra 10 e 30 ettari, nessuna delle quali copra più dell’80% della superficie a seminativo- per le aziende oltre 30 ettari le colture dovranno essere almeno 3 con la coltura principale che copre fino al 75% della superficie e la minore almeno il 5%- fino a 10 ettari di seminativo non ci sono obblighi di diversificazioneSono considerate greening per definizione le superfici destinate ad agricoltura biologica, sono esonerate dal greening le aziende con superficie investite per oltre il 75% a colture sommerse per una parte significativa dell’anno (riso) e la cui restante superficie aziendale non supera i 50 ettari, le superfici a vigneto, oliveto e frutteto.

il voto in Parlamento non valorizza l’agricoltura

TECNICO | 21Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma

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Page 22: Il Coltivatore Pavese 1

Aree di interesse ecologicoPer le aziende superiori a 10 ettari è obbligatorio destinare aree ad interesse ecologico pari ad almeno il 3% delle superfici (prima era il 7%) con esclusione delle colture permanenti, dei prati e dei pascoli, dal 2016 la percentuale salirà al 5%.Sono considerati terreni a scopi ecologici i terreni a riposo, gli elementi caratteristici del paesaggio, le fasce tampone, le superfici oggetto di imboschimento; la Commissione dovrà precisare ulteriormente questi casi.Regime per i piccoli agricoltoriE’ un regime semplificato riservato alle piccolissime aziende al fine di ridurre i costi amministrativi connessi alla gestione e al controllo dei pagamenti diretti erogati a tali soggetti. Gli agricoltori che partecipano al regime ricevono un aiuto forfetario fino ai 1.500€ in cambio di un esonero dalle pratiche relative ai pagamenti verdi e dal rispetto della condizionalità. Il pagamento forfetario sostituisce il pagamento di base e tutti gli aiuti connessi, le regole per accedere a questo regime saranno precisate in seguito.

CappingViene stabilito un tetto massimo di aiuti diretti per azienda pari a 300.000€, inoltre è introdotto un taglio del 20% per gli aiuti compresi tra 150.000€ e 200.000€, del 40% per gli aiuti compresi tra 200.000€ e 250.000€, del 70% sopra i 250.000€.Le imprese cooperative saranno escluse da questi tagli, in ogni caso saranno introdotti nuovi parametri che terranno conto della manodopera aziendale.

QUOTE DI PRODUZIONEZucchero: confermato il regime delle quote di produzione fino al 2019-2020Latte: abolizione delle quote latte al 31 marzo 2015, si introduce la possibilità di concedere un aiuto specifico ai produttori di latte che riducano volontariamente la produzione di almeno il 5% rispetto all’anno precedenteVigneti: diritti di reimpianto garantiti fino al 2029-2030

ATTENZIONE AGLI OBBLIGHI DEL-LA CONDIZIONALITA’

L’agricoltore può beneficiare dei pagamenti dell’Unione Europea a condizione che mantenga le proprie terre in

buone condizioni agronomiche e rispetti le norme in materia di sanità pubblica, di salute delle piante e degli animali, di ambiente e di benessere degli animali.

La CONDIZIONALITÀ è l’insieme degli impegni che atti a garantire standard elevati di difesa del territorio, sicurezza alimentare, benessere degli animali e salute pubblica.Le imprese agricole sono tenute a rispettarne gli obblighi se beneficiano dei pagamenti diretti relativi alle seguenti domande di contributo:• DOMANDAUNICA;• Misura211(Indennitàcompensativa);• Misura214(Misuraagroambientali);• Misura221(Imboschimentodisuperficiagricole);• PRRV(ristrutturazioneericonversionedeivigneti);• VendemmiaVerde.Il mancato rispetto della condizionalità comporta la riduzione o l’esclusione dal pagamento degli aiuti.

CORRETTO STOCCAGGIO DI SO-STANZE PERICOLOSE

REQUISITO COMUNE: PROTEZIONE DAGLI AGENTI ATMOSFERICI E PAVIMENTI IMPERMEABILIZZATI.• Cisterna del gasolio – se fuori terra deve esseredotata di bacino di contenimento, tettoia, messa a terra, estintori• Depositodioliolubrificante(nuovoousato)• PRODOTTI FITOSANITARI: Locale apposito oarmadietto dedicato• DepositoRIFIUTI (riparato e separatoda alimentie/o mangimi)SPANDIMENTO DEI FANGHI DI DEPURAZIONE - conservare copia dei seguenti documenti: • formulariodiidentificazionedeifanghi;• registrodiutilizzazionedeiterreniconleannotazionisulle operazioni di spandimento• notifica agli Enti competenti dell’inizio delleoperazioni di utilizzazione dei fanghi, nei tempi previsti; • convenzionestipulataconl’aziendautilizzatricedifanghi; • autorizzazioneallospandimentodell’utilizzatore;

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GESTIONE NITRATI

• eventualeautorizzazioneAIA• PresentazioneaSIARLdellaComunicazioneNitrati(PUA/PUAS - POA/POAS) per le attività soggette• stoccaggio degli effluenti da allevamento• rispetto del periodo e delle dosi nell’utilizzo deifertilizzanti azotati• compilazionedelregistrodellefertilizzazioni

PRODOTTI FITOSANITARI• possedere il patentino per prodotti fitosanitari incorso di validità,• tenereunregistrodeitrattamentieconservarloperun periodo pari ai 3 anni successivi all’anno di compilazione; • rispetto delle prescrizioni di utilizzo previste inetichetta (dosi, colture, tempi di carenza)• utilizzodiDispositividiProtezioneIndividuale• avereunsitoanormaperimmagazzinareinmodocorretto i prodotti fitosanitari• conservareladocumentazioned’acquisto(fatture)• controllo funzionalità delle macchine irroratrici(Misura 214) mediante verifica statica • divieto di diserbo chimico lungo le rive di corsid’acqua (Misura 214)

ALLEVAMENTI ZOOTECNICI• Garantire norme minime per la protezione deglianimali allevati (in particolare VITELLI e SUINI)• Tenere un registro di carico e scarico aggiornato(registro di stalla) per SUINI, BOVINI e OVICAPRINI• Identificazionedeglianimali• tatuaggioperiSUINI(marcaauricolarefacoltativa)• doppiamarcaauricolareperiBOVINI• tatuaggio+1marchioauricolarepergliOVICAPRINInati prima del 9 luglio 2005• doppia marca auricolare per gli OVICAPRINI natidopo il 9 luglio 2005 • conservareinaziendaipassaportiASLdeiBOVINI• possedere il registro dei trattamenti veterinarividimato dalle ASL (anche in caso di non utilizzo di medicinali)• aggiornareilregistrodellevenditedirettedellattee/o delle consegne• tener in condizioni igienico-sanitarie adeguate

i locali, gli impianti e le attrezzature di mungitura e per lo stoccaggio del latte;

STANDARD 2.2 – AVVICENDA-MENTO COLTURALE

A partire dal 2008 è prevista una monosuccessione massima di 5 anni per i seguenti cereali: 1. FRUMENTO DURO, FRUMENTO TENERO, TRITICALE, SPELTA, SEGALE, ORZO, AVENA, MIGLIO, SCAGLIOLA, FARRO (il cui avvicendamento è considerato come monosuccessione dello stesso cereale)2. MAIS E SORGOLe colture intercalari in secondo raccolto non interrompono la monosuccessione. DEROGHE• ColtivazionedelRISO:nonprevedeavvicendamentocolturale ;• NelcasodiNONavvicendamentocolturale:1) Analisi del terreno per verificare il mantenimento di Sostanza Organica nel terreno.2) Presentazione PUA/PUAS: apportare un quantitativo di azoto organico per ettaro e per anno pari ad almeno 170 kg per il mais e ad almeno 150 kg colture (es. orzo, frumento, triticale etc.) ed effettuare operazioni quali sovescio, letamazione o altri interventi di fertilizzazione organica.STANDARD 5.2 – FASCE TAMPONEPrevede l’obbligo di mantenere una fascia di rispetto NON SEMINATA di larghezza variabile a seconda dello “stato complessivo attuale” del corpo idrico:• 5metri:incorrispondenzadicorpiidricisuperficiali,il cui stato attuale è classificato come “scarso” o “cattivo• 3metri:incorrispondenzadicorpiidricisuperficiali,il cui stato attuale è classificato come “sufficiente” o “buono”.PRESCRIZIONI1. Mantenimento di una fascia tampone inerbita, oppure arbustiva od arborea;2. Divieto di effettuare lavorazioni ;3. Divieto dell’utilizzo di: fertilizzanti inorganici, letame, concimi azotati, ammendanti organici e liquamiNon è obbligatoria la fascia tampone in caso di risaia, le colture arboree e foraggere sono valide come fasce di rispetto.

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Con la recente revisione del DPR 23 aprile 2011 numero 290 si sono inasprite le sanzioni per gli inadempienti alla tenuta del registro di campagna fino a raggiungere in taluni casi 1.500,00 euro.Oltre alle sanzioni, sono previste ulteriori conseguenze in caso di controllo sulle norme della condizionalità che si concretizzano attraverso una riduzione dei contributi comunitari, il registro dei trattamenti di campagna è, di

fatto, un documento ufficiale richiesto nei periodici con-trolli a cui le aziende agricole sono periodicamente sot-toposte.Coldiretti Pavia può fornire agli interessati il servizio di compilazione e di aggiornamento puntuale controllando le dosi e l’ammissibilità dei prodotti utilizzati.Il registro andrà conservato in azienda, come previsto dal-le normative di legge, per la durata di cinque anni.

Compilazionedel registro di campagna

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IMPORTANTE

Al via il nuovo regime sanzionatorio per gli inadempienti

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Benessere suiniSono entrate in vigore dal 1° gennaio 2013 le nuove

norme di protezione dei suini

Per gli allevamenti che non hanno ancora adattato le proprie strutture, occorre aggiornare le porcilaie in base ai dettami del D.lgs 122 del 7 luglio 2011, la norma con cui l’Italia ha recepito le direttive comunitarie per il benessere dei suini.Molti allevamenti non sono in regola con le nuove norme sul benessere a causa della diminuzione della redditività degli allevamenti che ha limitato le risorse da investire nell’aggiornamento delle strutture.

Regole minime di adeguamentoLe novità più rilevanti riguardano i reparti di riproduzione con l’abolizione delle gabbie singole ed il divieto di utilizzare gli “attacchi” (costituiti da cinture ancorate al terreno). Le scrofe e le scrofette devono essere allevate in gruppo nel periodo compreso tra le 4 settimane dopo la fecondazione e 1 settimana prima della data prevista per il parto.I piccoli allevamenti a carattere famigliare con meno di 10 scrofe sono però esonerati da questo vincolo.Sono vietate le gabbie parto finora utilizzate, sostituite da stalli nei quali l’animale possa muoversi liberamente. Dietro alla scrofa deve essere prevista una zona libera che renda agevole il parto e deve essere collocata una sbarra che serva da protezione per i lattonzoli. Non è più accettato lo svezzamento precoce, ma i suinetti dovranno restare con la madre sino ai 28 giorni di età. In casi eccezionali si potrà scendere a tre settimane qualora i suinetti siano trasferiti in impianti specializzati.

Misure dei recinti: devono avere lati di oltre 2,8 metri e prevedere una superficie di 1,64 mq per ogni scrofetta e 2,25 mq per ogni scrofa. Qualora il gruppo sia composto da meno di 6 animali la superficie deve essere aumentata del 10%.

PaviMenti e Misure

peso vivo kg mq

10 o inferiore 0,15

da 10 a 20 0,20

da 20 a 30 0,30

da 30 a 50 0,40

da 50 a 85 0,55

da 85 a 110 0,65

oltre 110 1,00

Superfici libere costituite da pavimento pieno devono essere messe a disposizione: per ogni scrofetta 0,95 mq e per ogni scrofa gravida 1,3 mq con un massimo del 15% di aperture di scarico. Le aperture dei pavimenti fessurati in calcestruzzo per suini allevati in gruppo vanno differenziate in funzione degli animali che vi sono allevati, con le misure indicate in tabella:

ampiezza max aperture

categoria ampiezza minima dei travetti

11 mm lattonzoli50 mm

14 mm suinetti

18 mm suini all'ingrasso

80 mm20 mm scrofette dopo la fecondazione e

scrofe

Per limitare le zuffeOltre a considerare le attività di esplorazione e manipolazione dei suini ed a regolamentare la somministrazione degli alimenti, il provvedimento si sofferma agli accorgimenti da adottare per evitare scontri fra gli animali in gruppo. La castrazione di suini di sesso maschile deve essere effettuata con mezzi diversi dalla lacerazione dei tessuti. Invece per il taglio degli incisivi ed il mozzamento della coda si può intervenire entro la prima settimana di vita, purché non si tratti di operazioni di “routine”, ma comprovate dalla presenza di ferite ai capezzoli delle scrofe o agli orecchi o alle code di altri suini. Non sarà sicuramente facile distinguere fra “routine” e interventi indispensabili e ciò potrà causare spiacevoli contenziosi interpretativi fra autorità sanitarie e allevatori.

Sanzioni previsteSono previste penalità per gli allevamenti non adeguati, con sanzioni che vanno da 1.550 euro a 9.296 euro. Per la verifica del rispetto delle norme è previsto un calendario di ispezioni che ogni anno riguarderà un rilevante campione di allevamenti.

ConclusioniGli allevamenti di suini costruiti o rimodernati dopo il 1° gennaio 2003 non avranno problemi in virtù del fatto che le strutture dovrebbero essere già adeguate ai precetti della normativa. Occorre tuttavia rilevare che a causa di un mercato in continua difficoltà gli allevamenti in regola sono una piccola minoranza. Quelli che hanno resistito alle difficoltà rimanendo attivi hanno generalmente avuto guadagni poco soddisfacenti, tali da non favorire gli investimenti necessari a rimodernare le proprie strutture.Considerato che le deroghe richieste non sono state purtroppo accolte in sede ministeriale gli allevatori, per non incorrere in penalizzazioni, dovranno prevedere l’adeguamento delle proprie strutture.

Link per il “D.lgs 122 del 7 luglio 2011 norme minime per

la protezione dei suini”http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2011;122

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Le risorse per sostenere il complesso degli incentivi annuale sono stimate in 900 milioni di cui 200 destinati alla pubblica amministrazione e 700 milioni ai soggetti privati. Per soggetto privato il decreto indentifica una persona fisica, condomino, soggetto titolare di impresa o di reddito agrario.

Tipologie di interventi incentivatiSono incentivabili le seguenti tipologie di investimento:

a) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica (con potenza massima fino a 1.000 kW)b) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa (con potenza non superiore a 1.000 kW per le caldaie a biomassa e 35 kW per gli apparecchi domestici: termocamini e stufe);c) installazione di collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling (sistema di raffreddamento dell’aria mediante energia solare) aventi superfici fino a 1.000 mq;d) sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore.

Opportunità per il settore agricoloIl nuovo decreto presenta pertanto diversi profili di interesse per il comparto agricolo, favorendo gli interventi nelle aree rurali e ad opera delle imprese agricole che svolgono

attività agroforestali.In particolare, si possono segnalare:• la possibilità per i soggetti titolari di redditoagrario di accedere al regime incentivante• sostituzionedeivecchiimpiantidiclimatizzazionedegli edifici rurali e delle serre• rilancioperlafilierabosco-legno-energia• impiegodibiomasseresidualidiorigineagricola(potature, ecc.) in alternativa a legna, cippato e pellet• agevolazioni specifiche per le sole impreseagricole: impianti a biomasse di nuova installazione ed in sostituzione di quelli esistenti• agevolazioni specifiche per le impreseagroforestali: caldaie a biomassa in sostituzione di generatori di calore a GPL in aree non metanizzate.

Presentazione delle domandeLe richieste di incentivazione dovranno essere presentate attraverso la scheda-domanda che sarà resa disponibile sul portale internet del GSE (Gestore Servizi Elettrici) entro 60 giorni dalla data di ultimazione dei lavori, oppure entro 60 giorni successiva alla data in cui è resa disponibile sul portale, pena la non ammissibilità delle domande.

Si precisa che al momento non è ancora stata comunicata la data a partire dalla quale sarà possibile presentare le domande. Il GSE dovrà comunque pubblicare la scheda-domanda entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto (3 gennaio 2013) e pertanto entro il 3 marzo c.a.

incentiviper la produzione

di energia termicada fonti rinnovabili

Con il Decreto Ministeriale 28 dicembre 2012 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n° 1 del 2 gennaio 2013 sono state approvate le modalità ed i requisiti per gli incentivi alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili

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Calcolo degli incentiviGli incentivi saranno erogati dal GSE in rate annuali costanti per la durata di 2 o 5 anni a seconda della tipologia di intervento. Nel caso l’ammontare totale dell’incentivo sia inferiore a 600 Euro verrà corrisposto in una unica annualità.Il sistema degli incentivi non è calcolato sull’importo degli investimenti, bensì sulla base del calore prodotto. Per la determinazione degli importi verranno considerati i seguenti parametri: tipologia di intervento, luogo di installazione, fascia climatica, coefficiente di valorizzazione dell’energia termica, potenza termica dell’impianto, ore di funzionamento, emissioni di polveri, ecc.

A titolo di esempio per una stufa a pellet o a legna della potenza installata di 15 kW in fascia climatica E (Milano- Bologna-Torino-Verona) l’incentivo cumulato nei due anni ammonta a circa 1.500 euro aumentando poi a circa 1.700 euro per un impianto della potenza installata pari a 24 kW.Esaminando invece un impianto a biomassa per il riscaldamento di una serra di 1.000 metri quadri circa, impianto della potenza di 50 kW l’incentivo cumulato in 5 anni nella stessa alla fascia climatica sarà circa di 7.000 euro.I due esempi citati prendono in considerazioni situazioni teoriche di partenza definibili ottimali. In ogni caso è consigliabile sempre effettuare un’analisi dell’investimento e del tempo di ritorno economico indipendentemente dagli incentivi percepiti.

ConclusioniPer le aziende agricole e più in generale per tutto il settore primario particolare interessante pare il passaggio all’interno

del decreto in cui tra gli edifici esistenti che possono essere oggetto di sostituzione del generatore di calore con un impianto a biomasse, rientrino anche i fabbricati rurali esistenti purché accatastati, inoltre tali benefici per questo settore sono estesi anche ai sistemi di riscaldamento ex novo.Tra le biomasse utilizzabili contemplate oltre alla legna, segnaliamo: cippato, pellet ,e scarti di potatura. Questi ultimi specie per la nostra provincia a vocazione vitivinicola rappresenterebbero una valida fonte energetica alternativa e nel contempo la creazione di una filiera agricola con importanti risvolti occupazionali. I maggiori problemi in questo caso sono da ricercare nel costo di raccolta del materiale e nella difficile standardizzazione dal punto di vista energetico della biomassa. Emerge pertanto la necessità per chi intende investire in questo settore di un approvvigionamento certo della materia prima (biomassa) e di un sistema di incentivazione che non alteri il mercato dell’energia e delle sue componenti.Il nuovo conto termico procede in questa direzione, in un contesto in continua evoluzione in cui i contributi al settore agricolo diminuiscono vale la pena cogliere anche questa opportunità, fermo restando che per impianti di piccolissima dimensione, probabilmente, non è conveniente accedere agli incentivi a causa della complessità della documentazione richiesta.

Link per il Decreto Ministeriale 28 dicembre 2012

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2013-01-02&atto.codiceRedazionale=12A13721

incentiviper la produzione

di energia termicada fonti rinnovabili

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La Legge Regionale n°50/2012 ha introdotto una nor-ma sanzionatoria per la mancata comunicazione alle ASL della presenza di amianto.La norma si applicherà dal 1 febbraio 2013 e compor-terà, a carico dei soggetti proprietari pubblici e privati inadempienti, l’applicazione di una sanzione ammini-strativa da € 100,00 a € 1.500,00.

I proprietari di edifici, impianti o luoghi nei quali vi è presenza di amianto hanno pertanto tempo fino al 30 gennaio 2013 per provvedere alla comunicazione senza incorrere nelle sanzioni.

Modulo NA/1 – Notifica presenza di amianto in strutture e luoghiLa comunicazione alle ASL di competenza dovrà essere effettuata mediante l’apposito Modulo NA/1 (Allegato 4 della D.g.r. 22 dicembre 2005 n° 8/1526 denominata “PRAL – Piano Regionale Amianto Lombardia”. Protocollo per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amiantoE’ strumento operativo per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento/amianto tramite l’applicazione dell’Indice di Degrado (I.D.) ed è condotta attraverso l’ispezione del manufatto. Seguen-do le istruzioni ed attribuendo un punteggio ad ogni fase di valutazione, si ottiene un codice numerico che identifica il grado di pericolosità del manufatto per la salute e gli eventuali interventi di bonifica da effettuare.

Pericolosità della presenza di amiantoFibre libere o debolmente legate: si tratta di amianto in matrice friabile, contraddistinto da elevata perico-losità per la tendenza a sgretolarsi e a liberare fibre spontaneamente; in questa categoria rientrano diverse tipi di rivestimenti isolanti e ricoprimenti a spruzzo. La definizione fornita dal Decreto Ministeriale 6/9/1994 si riferisce in generale a materiali facilmente sbriciolabili

o riducibili in polvere con la semplice pressione manuale. Fibre fortemente legate in una matrice stabile e solida: si tratta di amianto in matrice compatta, avente una pe-ricolosità dipendente dallo stato di conservazione; sono ricompresi in questa categoria i materiali in vinil-amianto o in amianto-cemento (tipicamente, le comuni lastre di “eternit” usate nelle coperture degli edifici). La definizione fornita dal D.M. 6/9/1994 si riferisce in generale a materia-li duri sbriciolabili o riducibili in polvere solo con attrezzi meccanici.

Se il materiale è in buone condizioni e non viene mano-messo è improbabile che esista un pericolo di rilascio spontaneo di fibre di amianto, pertanto la presenza di ma-teriali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé un pericolo per la salute degli occupanti. Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o di demolizione, avviene un rilascio di fi-bre che rappresenta un rischio potenziale.Qualora il materiale sia altamente friabile o in cattive con-dizioni, le sollecitazioni causate da movimenti di persone o macchine possono causare il distacco di fibre scarsa-mente legate al resto del materiale. In tali casi è necessario ricorrere ad interventi di bonifica, che non consistono in interventi di sovracopertura, di in-capsulamento o di rimozione dell’amianto.

Obbligo di bonifica dei materiali contenti amianto entro il 16 gennaio 2016Il citato Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL) sta-bilisce inoltre l’obbligo di bonifica dei materiali contenenti amianto entro e non oltre il 16 Gennaio 2016. Non sussiste alcun obbligo per la rimozione delle copertu-re in Eternit purché lo stato in cui si trova non sia fonte di rischio. Potrebbe invece essere obbligatorio, pena sanzio-ni, procedere ad uno degli interventi previsti dalla legge (incapsulamento, sovracopertura), nel caso in cui questo risultasse friabile (con conseguente rilascio di fibre d’a-mianto) a causa di un accentuato stato di degrado.

Comunicazione obbligatoria alle ASLdella presenza di amianto

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Per l’esercizio dell’attività vivaistica è necessario essere in possesso dell’autorizzazione regionale alla produzio-ne, commercio ed importazione di vegetali e prodotti vegetali come previsto dal decreto legislativo 214 del 19 agosto 2005 e dalla l.r. 31/2008. Il rilascio dell’auto-rizzazione è condizionata alla verifica del possesso dei requisiti di professionalità e alla dotazione minima di strutture ed attrezzature occorrenti in funzione del tipo di attività svolta.Sono esonerati dalla richiesta di autorizzazione:- coloro che commercializzano vegetali al det-taglio su aree private in sede fissa o mediante altre forme di distribuzione, direttamente al consumatore finale.- producono patate da consumo che confe-riscono interamente a centri di raccolta autorizzati o commercianti all’ingrosso autorizzati o che vendono l’intera produzione a consumatori finali.- moltiplicano sementi per conto di ditte auto-rizzate o cedono piante ad aziende autorizzate.- importano occasionalmente piccole quantità di prodotti ortofrutticoli destinati alla vendita la minuto di piante e loro materiale di moltiplicazione non desti-nate alla vendita.

Tutte le altre tipologie di soggetti devono presenta-re domanda di accreditamento o rinnovo accredita-mento entro il 31 marzo 2013.

I richiedenti devono:1) avere Fascicolo aziendale aggiornato con par-ticelle interessate a vivaio visibili a GIS e con codici col-turali aggiornati. 2) essere iscritti alla Camera di Commercio, Indu-stria Artigianato e Agricoltura.3) avere partita I.V.A.4) essere in possesso dei requisiti professionali per l’esercizio dell’attività (laurea o diploma in ambito agrario o forestale) oppure superamento di un collo-quio volto a verificare le conoscenze in ambito floro-vivaistico (allegato il modello di richiesta da inoltrare). Gli argomenti del colloquio saranno indicati da ERSAF dopo il ricevimento della richiesta.5) possedere strutture e attrezzature necessarie per l’esercizio dell’attività allegato 7 del D.d.u.o. 7190 (si tratta di una dotazione minimale).6) Presentare la domanda in marca da bollo (14,62€ numero due una per la domanda e una per l’au-torizzazione), la domanda va inviata ad ERSAF Servizio Fitosanitario mediate raccomandata A/r, (esiste ed è

accettata anche la presentazione telematica della doman-da tramite posta PEC al seguente indirizzo [email protected] ) il quale si incarica dell’i-struttoria e del rilascio dell’autorizzazione entro sessanta giorni dal ricevimento della domanda. Nella compilazione della domande la parte di maggior interesse per il nostro lavoro è l’identificazione della tipologia di autorizzazione che si intende richiedere.

Le tipologie presenti sono le seguenti:a) piccolo produttore: i cui prodotti sono esclusiva-mente destinati al mercato locale a persone non profes-sionalmente impegnate nella produzione dei vegetali. b) produttore vivaista iscritto al RUPc) produttore che commercializza all’ingrossod) importatore da paesi terzie) centro di raccolta di spedizione di trasformazionef) produttori di micelio funginog) imprese che applicano il marchio ISPM 15 FAO

I dati necessari per la compilazione della domanda sono quelli già presenti nel fascicolo del produttore, alla do-manda va allegata la seguente documentazione:a) planimetria aggiornata con l’ubicazione dei ter-reni destinati a vivaio e delle strutture utilizzate per l’atti-vità.b) elenco aggiornato dei vegetali in produzione.c) relazione descrittiva del processo produttivo (al-legato 2 del D.d.u.o 7190 del 07 agosto 2012).d) versamento della tariffa fitosanitaria con quo-ta variabile a seconda della tipologia di accreditamento, specificando “Cap.296-Tariffa Autorizzazione Vivaistica”.

In seguito ottenuto l’accreditamento è necessario adem-piere al pagamento della tariffa fitosanitaria annuale, questa tariffa è dovuta anche per tutte le autorizzazioni rilasciate nel corso dell’anno solare. Anche in questo caso è molto importante specificare la causale “Cap.194-Tariffa RUP”.Infine i soggetti autorizzati devono comunicare al servi-zio fitosanitario in ERSAF entro il 31 marzo di ogni anno successivo a quello di accreditamento l’elenco dei vegetali prodotti e/o commercializzati. Coldiretti auspica che questa nuova procedura di accre-ditamento contribuisca alla valorizzazione e all’univoca identificazione dei veri prodotti “Made in Italy” per la sal-vaguardia dell’economia e del valore aggiunto della nostra agricoltura.

Florovivaismo:nuova procedura di accreditamento

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Bando Cameradi Commercioper la creazione e lo sviluppo di imprese innovative

Le risorse disponibili sono molto limitate perché il bando non è desti-nato esclusivamente al settore agricolo, probabilmente molte richie-ste rimarranno inevase.

Il termine ultimo per presentare richiesta è il 30 aprile 2013. Risorse stanziate: 200.000,00 euro a fondo perduto Tipologia di contributo : il contributo è concesso a fondo perduto, copre il 50% delle spese ammesse ed effettivamente sostenute per la realizzazione del progetto imprenditoriale (al netto di IVA), fino ad un massimo di € 20.000,00. Possono essere presentati progetti che prevedono una spesa totale non inferiore a € 5.000,00.

Soggetti beneficiari:

a) imprese già costituite e iscritte nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio in data non anteriore a 6 mesi dalla data di pubblicazione del presente bando, con sede operativa localizzata nel territorio della provincia di Pavia.b) imprese costituende, che si impegnino a costituirsi e ad iscriversi nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio entro 90 giorni solari e consecutivi dalla data di comunicazione del provvedi-mento di concessione dell’agevolazione, con sede operativa localiz-zata nel territorio della provincia di Pavia.

Spese ammissibili:a) investimenti materiali e immateriali.b) acquisizione di servizi.c) spese di costituzione.d) spese promozionali.tutte le spese si intendono al netto di IVA, viene inoltre riconosciuta la spesa di formazione per il 20% del costo sostenuto.

Spese non ammissibili:a) spese non direttamente riferibili e non strettamente attinenti all’avvio e allo sviluppo della nuova attività imprenditoriale e non co-erenti con il raggiungimento degli obiettivi indicati dal progetto.b) spese relative alle utenze e alla manutenzione ordinaria (compre-se pulizie locali).c) canoni di leasing,d) spese di personale,e) l’acquisto di licenze autorizzative per lo svolgimento dell’attività,f) spese di importo superiore ad € 1.000,00 sostenute in contanti.

La Camera di Commercio di Pavia con questo bando intende favorire l’ideazione e la realizzazione di progetti a carattere innovativo volti alla creazione e allo sviluppo di nuove attività di impresa innovativa

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C’è tempo fino al 2015Per salvare le patenti a rischio per i trattori c’è tempo almeno fino al 2015. Facciamo chiarezza dopo che sul territorio si è dif-fuso l’allarme sul fatto che il prossimo 12 marzo 2013 sarebbe scattata la tagliola sull’uso delle attrezzature, agricole ma non solo. All’origine di tutto, un accordo firmato in Conferenza Stato Regioni. Al fine di rendere sempre più sicuro il lavoro, è stata individuata una serie di attrezzature (trattori, ma anche gru, scavatori, piattaforme di lavoro, ecc.) per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, da conseguirsi attraverso un corso di formazione. L’accordo entra in vigore dal prossimo 12 marzo 2013 e ciò ha suscitato una piccola ondata di panico nelle campagne, con il timore di non poter più operare con i mezzi. La normativa, pre-vede però che chi, alla data del 12 marzo 2013, è già incaricato dell’uso delle macchine, anche se non provvisto di esperienza documentata, avrà tempo fino al 12 marzo 2015 per adempiere a quanto previsto dalle nuove regole, mentre chi ha già seguito in passato un corso o è in possesso di esperienza documenta alla data del 12 marzo 2013 sarà a posto fino al 12 marzo 2017.

E’ stato aperto in data 15 gennaio 2013 il nuovo bando INAIL. “Incentivi alle imprese per la realizzazione di interventi in mate-ria di salute e sicurezza sul lavoro”. Tale documento ha l’obiet-tivo di incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglio-ramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro. Le domande andranno presentate esclusivamente con procedura telematica entro il 14 marzo 2013, la dotazione stanziata per la Regione Lombardia è pari a 1.591.322 euro con un contributo in conto capitale pari al 50% delle spese ammesse al netto di IVA.Si tratta di un bando che copre diverse categorie di azien-de dall’artigianato all’industria (non solo agricole), nel 2012 molte domande non sono state finanziate per mancanza di fondi.Le spese ammesse a contributo sono riconducibili alle seguenti tipologie di intervento:a) Ristrutturazione o modifica strutturale e/o impiantisti-ca degli ambienti di lavoro.b) Installazione e/o sostituzione di macchine e/o disposi-tivi e/o attrezzature.c) Interventi relativi alla riduzione/eliminazione di fattori di rischio.

In particolare nel punto “c” rientra la rimozione e lo smal-timento del materiale amianto, in passato comunemente utilizzato per le coperture degli edifici a servizio dell’attività agricola (capannone, stalla, magazzini). Schematicamen-te l’iter procedurale prevede una fase di preregistrazione e compilazione della domanda, l’invio on line della stessa e la successiva integrazione cartacea a supporto dell’invio on line, da effettuare successivamente solo per le domande fi-nanziate. Il contributo minimo ammissibile è pari a 5.000,00 euro, non sono ammesse a contributo le spese relative a:a) Dispositivi di protezione individuale,b) automezzi e mezzi di trasporto su strada,c) impianti per l’abbattimento di emissioni o rilasci no-civi all’esterno dell’ambiente,d) hardware e software e sistemi di protezione infor-matica non utilizzati ai fini del miglioramento della sicurezza,e) mobili e arredi.Data l’elevato numero di interventi che il bando ricopre e la complessità delle casistiche presenti, si invitano le aziende interessate a prendere contatto con gli uffici Coldiretti per esaminare in modo accurato le diverse casistiche.

Patenti trattori a rischio

Nuovi incentivi per le aziende agricole: bando INAIL

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Un taglio di oltre 10 mila ettari alle risaie italiane e mezzo mi-lione di quintali in meno nel prossimo raccolto in Lombardia, la maggiore regione produttrice. E’ quanto stima la Coldiretti sulla base delle dichiarazioni dei produttori lombardi che, in questi giorni, stanno pianificando le semine della prossima stagione. La diminuzione delle aree destinate a riso oscillerà fra il 10 e il 15 per cento, una quota che verrà sostituita con altre colture, in particolare soia e mais.Per la provincia di Pavia si stima una riduzione del 15 % che porterebbe la superficie da 82.000 a circa 70.000 ettari con una riduzione di produzione di circa 750.000 quintali. Le cause di questa tendenza da parte dei risicoltori sono da ri-cercare in un prezzo troppo basso e nella concorrenza delle coltivazioni alternative, in particolare mais, soia e grano, che, anche in seguito al mercato sviluppato dalla produzione di energia godono di quotazioni decisamente più convenienti del riso.Una drastica riduzione delle superfici a riso probabilmente a breve termine non avrebbe alcuna conseguenza sul mante-nimento dell’ambiente e ripercussioni positive sui prezzi del risone, ma in un’ottica di maggior respiro occorre guardare con attenzione ai problemi che la mancata coltivazione pro-curerebbe al mantenimento del sistema umido del nostro territorio. La fittissima rete irrigua della pianura padana basa la sua efficienza sulla manutenzione fatta dai risicoltori. Ma-nutenzione che sparirebbe in caso di coltivazioni alternative con le conseguenze che facilmente si possono immaginare per il deflusso delle acque dalle Alpi al Po.Anche le quotazioni hanno subito un crollo, tanto che in tre anni il Carnaroli ha perso il 49 per cento del valore passando da 673 a 340 euro a tonnellata, mentre l’Ar-borio ha subito un calo di oltre il 40 per cento, da 576 a 335 euro a tonnellata. Con questi prezzi, considerato anche l’aumento dei costi del carburante, gli agricoltori non riescono a coprire le spese. Per inciso continuiamo a non capire perché, a fronte di una riduzione dei prezzi del risone, il cartellino del riso sullo scaffale a disposizione del consumatore continui a restare invariato se non addi-rittura a crescere.Fra il 2011 e il 2012 le superfici a riso a livello nazionale sono diminuite del 4,66 per cento passando da 246.540 ettari a 235 mila ettari e nel 2013, se verranno confermate le previ-sioni, si potrebbe scendere sotto i 210 mila ettari.Una situazione insostenibile, poiché non è possibile pensa-re che gli agricoltori italiani vendano le loro produzioni agli stessi prezzi di quelle dei paesi del sud del mondo perché la qualità, i costi di coltivazione, le garanzie sanitarie e il conte-sto socio economico sono profondamente diversi.

Cap Pavia in collaborazione con FIR sta preparando alcuni contratti di coltivazione per promuovere e pre-miare la coltura delle varietà storiche della nostra pro-vincia e raggiungere, tramite FAI, il consumatore con il riso targato PaviaSono in fase di ultimazione alcuni contratti di coltiva-zione per le varietà Carnaroli, Arborio, Roma e Baldo. Varietà storiche che hanno fatto grande il nome della risicoltura del nostro territorio e la cui qualità rap-presenta un fiore all’occhiello dell’intera produzione pavese nel mondo. La filosofia dei contratti prevede un premio economico certo, sul prezzo riferito alle ri-levazioni mercantili, oltre ad una serie di vantaggi tra cui la garanzia del ritiro e del pagamento.Lo scopo finale di tali contratti, attraverso l’accordo con FIR tuttavia consiste nella lavorazione e la trasfor-mazione, per conto, del risone in riso bianco, marchia-to FAI, Firmato dagli Agricoltori Italiani, convogliando la vendita nella rete Cafil, che dispone di una quaran-tina di negozi in Lombardia, ed eventualmente nella rete delle Botteghe di Campagna Amica. Una secon-da ed entusiasmante fase prevede la partecipazione delle aziende conferenti agli utili derivanti dalla ven-dita al dettaglio. “Si tratta – commenta Giuseppe Ghezzi, presidente del Consorzio Agrario di Pavia – di un esperimento serio e concreto per realizzare quella filiera corta che consenta all’impresa di ottenere la giusta ricompensa e al consumatore di acquistare un prodotto di qua-lità al giusto prezzo. Attraverso la rete dei Consorzi Agrari, il marchio FAI e il supporto di FIR possiamo far giungere il nostro prodotto direttamente al consuma-tore eliminando le speculazioni e le bolle economiche lungo una filiera che risulta spesso tragicamente trop-po lunga”.Per quanto riguarda l’operatività di FIR comuni-chiamo che Gianluca Mascellino, responsabile delle vendite per conto di FIR, sarà presente presso gli uffici Coldiretti di Pavia ogni mercoledì e ogni ve-nerdì presso gli uffici di Mortara fino a tutto il mese di marzo.

Riso:

drastica riduzionedegli investimenti

Contratti di

Filiera

I prezzi inconsistenti e la concorrenza dei cereali mettono a rischio il mantenimento delle risaie italiane

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Coldiretti continua a prestare alle esigenze dei risicoltori la massi-ma attenzione evidenziando, con una lettera indirizzata sia al Mi-nistero della Salute che al Ministero delle Politiche Agricole, come anche per quest’anno sia necessario garantire l’uso di emergenza del Propanil per il riso a causa delle presenza di fenomeni di resi-stenza che, come è noto, si manifestano quando una popolazione di organismi, precedentemente controllata da una molecola, di-viene tollerante nei confronti della stessa. Il fenomeno (che in-teressa infestanti, funghi, insetti, acari, ecc.) ha subito una con-siderevole accelerazione negli ultimi anni, in concomitanza con la revoca (o la riduzione d’impiego) degli agrofarmaci multisito a largo spettro d’azione che consentivano la prevenzione (e la ge-stione) delle resistenze. I problemi che ne derivano non sono solo di ordine tecnico-agronomico, ma hanno un pesante impatto sia economico, attraverso l’aggravio dei costi per le aziende agricole, quanto sociale, essendo potenzialmente in grado di determinare la scomparsa di certe colture da interi territori.Il problema è particolarmente grave nel caso delle infestanti delle risaie, dove il ridottissimo numero di meccanismi d’azione dispo-nibili ha determinato la comparsa di numerose, popolazioni resi-stenti appartenenti a molte diverse specie e famiglie botaniche e la pressoché totale impossibilità di gestirle e prevenirle. L’impiego di Propanil è fondamentale per la sua valida attività per il control-lo integrato dei giavoni (Echinochloa spp.). L’indisponibilità del Propanil (attualmente revocato) pone, allora, serissimi interroga-tivi sulla possibilità di condurre la coltura del riso nei tipici areali italiani. Una stima conservativa derivante delle perdite derivanti dall’eventuale impossibilità di impiego del Propanil su almeno 1/3 della superficie (circa 80.000 ha) per il controllo di malerbe resi-stenti si aggira intorno al 20% della produzione e, quindi, intorno al 6-7% della produzione totale. In termini economici, la perdita e la mancata disponibilità di risone sarebbe molto rilevante sia per la parte agricola sia per l’industria risiera italiana, con ripercussio-ne su tutta la filiera legata al prodotto riso. Sul piano dell’impatto ambientale della sostanza, Coldiretti ha evidenziato come la dose d’impiego degli ultimi anni in Italia e nell’EU sia stata di un settimo inferiore a quella di uso comune negli USA e nel resto del mondo. A fronte della situazione sopra evidenziata Coldiretti ha chiesto, pertanto, l’autorizzazione eccezionale all’impiego del Propanil, per il periodo 15 aprile – 15 agosto, in modo da poter essere im-piegato in tempo utile.

Buone notizie per i risicoltori. La Commissione consulti-va dei prodotti fitosanitari, ha approvato l’uso in deroga del chlorantraniliprole per la lotta al punteruolo acquatico (Lissorhoptrus oryzophilus) e del triciclazolo per il bruso-ne del riso. Tale coltura risente moltissimo della mancanza sul mercato di molecole indispensabili per la lotta fitopa-tologica ad alcune avversità particolarmente aggressive. Di qui la necessità di ricorrere allo strumento dell’uso d’emergenza. L’Italia è il primo paese produttore di riso nell’Ue con 247.594 ha coltivati nel 2010 e rappresenta il 52% della superficie investita a riso nell’Unione stessa (475.752 ha). La maggior parte delle varietà (Carnaro-li, Baldo, Arborio, Vialone Nano, etc.) è coltivata solo nel nostro Paese. La perdita di queste varietà comportereb-be un danno non solo economico, ma anche in termini di tradizione, specificità e biodiversità. Il provvedimento era quanto mai necessario in quanto il punteruolo acqua-tico è uno dei principali fitofagi del riso nel mondo, ormai stabilmente insediato anche negli areali italiani che sono Piemonte, Lombardia,Veneto, Calabria e Sardegna. La perdita di produzione a causa di questo coleottero cur-culionideo può raggiungere il 30%. Il chlorantraniliprole, prodotto dalla Dupont, è registrato in 30 paesi nel mondo ed è da tempo impiegato sulle orticole ed in Usa anche sul riso proprio per l’efficacia dimostrata contro il punteruo-lo acquatico. L’elevata efficacia, la costanza dei risultati, l’estrema selettività verso le colture e l’ottimo profilo tos-sicologico ed ambientale lo rendono adatto per l’impiego in programmi di produzione integrata. Anche dal punto di vista dei residui risponde ampiamente alle aspettative di sicurezza alimentare. Infine, l’ottimo profilo ecotossi-cologico della sostanza consente di non esporre a rischi pronubi e insetti utili, come pure gli altri organismi che vivono in ambiente acquatico, come rane e altri anfibi. Non meno importante, infine, è aver ottenuto anche per questo anno,l’uso d’emergenza del triciclazolo. I dati evi-denziano che solo il 2,5% delle varietà coltivate in Italia è, infatti, tollerante al brusone (il 64,9% è mediamente sensi-bile, il 32.6% sensibile) che è una malattia fungina causata dai patogeni Magnaporthe oryzae e Pyricularia oryzae e colpisce tutte le parti della pianta. Coldiretti esprime no-tevole soddisfazione per il lavoro compiuto dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agricole che in sede di Commissione consultiva hanno saputo compren-dere ed accogliere, con sensibilità e competenza le istanze dei risicoltori italiani.

Coldiretti chiedel’uso d’emergenzadel Propanil

Riso: può proseguire la lotta al punteruolo eal brusone Ok all’uso d’emergenza del chlorantraniliprole e del triciclazolo

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Lo scorso 1° febbraio, presso l’Almo Collegio Borromeo, su iniziativa dell’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Pavia, sono stati convocati gli Stati generali dell’agricoltura pavese. Tre sessioni di lavoro al mattino e al pomeriggio che hanno visto tra i relatori Stefano Ravizza, viticoltore di Stradella, delegato provinciale e regionale di Giovani Im-presa con un intervento dal titolo “Perché qui e non altrove: costruire l’identitàdi un territorio con i prodotti della tra-dizione locale”. Nella seconda sessione Giovanni Ghisoni, risicoltore di San Zenone, presidente di sezione Coldiretti e consigliere del consorzio Est Ticino Villoresi è intervenuto sul tema “Consumo del suolo e governo delle acque”.Nel pomeriggio, alla presenza di Paolo De Castro, presi-dente della Commissione agricoltura del Parlamento Eu-ropeo, i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole hanno illustrato le linee di programmazione verso cui tendere nella politica agricola comunitaria. L’intervento del direttore di Coldiretti Giovanni Roncalli ha evidenziato quali siano le peculiarità e i punti di forza della nostra agri-coltura.“Si è trattato di un’ottima occasione – ha commentato lo stesso Giovanni Roncalli – per fare il punto sull’attuale si-tuazione dell’agricoltura non solo pavese. Il livello degli ora-tori e gli interventi da parte della platea hanno permesso di tracciare un quadro soddisfacente dell’agricoltura pave-se, delineando le direzioni da seguire per attuare il rilancio del settore. La produzione del nostro territorio, attraverso la professionalità delle aziende agricole, è sempre più in-dirizzata verso la qualità che deve, oggi più di ieri, essere

la spinta verso la ripresa economica. Occorre sviluppare la capacità di far rete attorno alle eccellenze produttive e ter-ritoriali, offrendo un pacchetto di alto valore, che sappia proporre non solo il prodotto, ma un insieme di esperienze conoscitive che, partendo dal cibo, trasferisca al consuma-tore il valore globale del territorio. Significa coniugare alla produzione di qualità l’accoglienza, l’agriturismo, l’ambien-te, la storia, la cultura e la tradizione, in un solo evocativo brand che possa trovare l’immediata risposta nell’atten-zione del consumatore finale. Se riso e vino sono i principi della nostra produzione, ad essi devono essere affiancate le innumerevoli specialità che caratterizzano la grande tra-dizione agricola della nostra provincia, in un’offerta imme-diatamente identificabile e capace di distinguersi dal resto della proposta agroalimentare. La nascita dei Distretti e l’opportunità dell’Expo’ 2015 sono formidabili veicoli per trasportare l’entusiasmo che deve caratterizzare la capaci-tà produttiva delle aziende agricole pavesi. Chi si candida a governare i nostri territori non può prescindere da questo bacino di ricchezza che rappresenta l’unica vera, grande opportunità di crescita per il nostro Paese. L’agricoltura nella sua specificità e nella sua multifunzionalità è il motore di una ripresa che, allontanandosi dalla produzione di com-modities, omologata, di massa, indistinguibile, proponga l’alto valore aggiunto del marchio “Italia” nella declinazio-ne pavese delle nostre specialità sotto le bandiere di riso e vino quali simboli della qualità dell’intero territorio”.

Stati generalidell’agricoltura

L’agricoltura pavese, un percorso di crescita

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L’agricoltura pavese, un percorso di crescita

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TECNICO

Il Piano è stato predisposto con il fattivo contributo delle parti interessate e si caratterizza per alcuni aspetti innova-tivi, in grado di orientare le scelte degli agricoltori. Il piano assicurativo agricolo 2013, approvato il 24 gennaio, dalla Conferenza Stato-Regioni, pone le basi per consentire alle imprese agricole di cogliere appieno le opportunità offer-te dalla riforma della Politica agricola comune. “Il Piano – spiega Edoardo Negri, presidente di Coprovi - è stato predisposto con il fattivo contributo delle parti interessate e si caratterizza per alcuni aspetti innovativi, in grado di orientare le scelte degli agricoltori. In particolare:- abbandono del sostegno alle polizze monorischio e con-centrazione delle risorse pubbliche, comunitarie e naziona-li, sulle forme più complete di copertura dei rischi (pluri e multi), mediante rimodulazione delle percentuali massime

di intervento;- maggiori incentivi ai nuovi assicurati;- differenziazione tra eventi catastrofali, come ad esempio la siccità, da quelli sistemici, come la grandine, per consen-tire una migliore sostenibilità del sistema ed una maggiore propensione delle imprese assicurative a prendere in carico i rischi;- possibilità per le imprese agricole di indirizzare la coper-tura assicurativa verso i rischi che hanno concreta possibili-tà di verificarsi nei territori di riferimento;- associazione del rischio “colpo di sole” con quello di “ven-ti sciroccali” e “gelo/brina” con “sbalzi termici”, per garan-tire una migliore distribuzione territoriale dei rischi stessi;- ampliamento delle possibilità assicurative per la zootec-nia, come ad esempio le riduzioni di produzione di latte

Approvato il nuovo pianoassicurativo agricolo 2013

n.1 2013 | 36

BARATTI ANGELO 11x8 ok_Layout 1 24/01/12 16:31 Pagina 1

EDOARDO NEGRI: ”Opportunità importanti per l’agricoltura italiana”

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bovino a seguito di squilibri termo igrometrici, introdotte a livello sperimentale;- possibilità per i maidicoltori di assicurare le produzioni contro le fitopatie responsabili delle aflatossine nel mais”.Le novità introdotte favoriscono, inoltre, il progressivo al-largamento territoriale dello strumento assicurativo alle Regioni del Centro Sud, dove solo un esiguo numero di im-prese aderisce alle coperture agevolate dei rischi che, alla luce di ciò che è avvenuto negli ultimi anni, rappresentano l’unico strumento in grado di dare risposte adeguate alle gravi conseguenze delle avversità atmosferiche, che sem-pre più spesso colpiscono i tali territori.Allo strumento assicurativo dovranno poi essere affianca-ti, in maniera complementare, i fondi di mutualizzazione, previsti nella riforma PAC, per consentire alle imprese agri-

cole di governare anche quei rischi a fronte dei quali non è attualmente possibile sottoscrivere polizze agevolate e la cui gestione, nell’ambito della nuova programmazione co-munitaria, è affidata proprio a queste misure di intervento, come ad esempio lo strumento per la stabilizzazione dei redditi.“Lo sviluppo di un sistema moderno di gestione dei rischi – conclude Edoardo Negri - a disposizione delle imprese agricole costituisce uno degli elementi essenziali per ga-rantirne la competitività nei mercati caratterizzati da eleva-ta volatilità ed in continua evoluzione come quelli agricoli, senza trascurarne gli elementi di qualità e territorialità che delineano i punti di forza di molte nostre imprese”.

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Proviamo di seguito ad analizzare alcune misure della Legge 24/12/2012, n. 228, c.d. “Legge di stabilità 2013”, in particolare quelle riguardanti il settore immobiliare, ovvero i tre tributi re-lativi all’IMU, all’IVIE e alla TARES sui quali si concentra il focus fiscale e alle quali si aggiungono, inoltre un paio di rilevanti novità relative all’imposizione del settore agricolo di cui ai commi 512 e 513. Iniziamo dalle novità nel settore agricolo.Al comma 512 è stata innanzitutto disposta un’ulteriore rivaluta-zione dei redditi dominicale e agrario:“Ai soli fini della determinazione delle imposte sui redditi, per i periodi d’imposta 2013, 2014 e 2015, i redditi dominicale e agrario sono rivalutati del 15 per cento. Per i terreni agricoli, nonché per quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, la rivalutazione è pari al 5 per cento. L’incremento si ap-plica sull’importo risultante dalla rivalutazione operata ai sensi dell’articolo 3, comma 50, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Ai fini della determinazione dell’acconto delle imposte sui redditi dovute per l’anno 2013, si tiene conto delle disposizioni di cui al presente comma”.La nuova rivalutazione colpisce, a partire dal 1° gennaio 2013, i redditi dominicali e agrari risultanti dagli atti catastali e già riva-lutati, rispettivamente, dell’80 e del 70 per cento ai sensi della legge n. 662/1996. Dalla novella della norma si deve desumere che, al fine di applicare la minore percentuale di rivalutazione (il 5% anziché il 15%), sia necessario il duplice requisito del possesso

e della conduzione diretta da parte di coltivatori diretti e impren-ditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, fatte salve le ipotesi di “messa a riposo” periodica dei terreni medesi-mi, purché posseduti dagli stessi soggetti.La seconda norma che coinvolge pesantemente il settore agrico-lo sia pur con più ampio respiro è quella il cui novellato, al comma 513 recita:“I commi 1093 e 1094 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, sono abrogati e le op-zioni esercitate ai sensi dei medesimi commi perdono efficacia con effetto dal periodo d’imposta successivo a quello in corso alla data del 31 dicembre 2014. Ai fini della determinazione dell’ac-conto delle imposte sui redditi dovuto per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, si tiene conto delle disposizioni di cui al presente comma”.Per maggior comprensione si rammenta il disposto dei commi 1093 e 1094:

Comma 1093“Le società di persone, le società a responsabilità limitata e le so-cietà cooperative, che rivestono la qualifica di società agricola ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99 […], possono optare per l’imposizione dei redditi ai sensi dell’ar-ticolo 32 del TUIR”

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Legge di stabilità 2013cosa cambia per gli immobili e per l’agricoltura

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Comma 1094“Si considerano imprenditori agricoli le società di persone e le società a responsabilità limitata, costituite da imprenditori agri-coli, che esercitano esclusivamente le attività dirette alla mani-polazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci. In tale ipotesi, le società possono optare per la determinazione del reddito ap-plicando all’ammontare dei ricavi il coefficiente di redditività del 25 per cento”.L’articolo 1, comma 1093 della Legge n. 296/06 (Finanziaria 2007) aveva previsto la possibilità per le società di persone, le società a responsabilità limitata e le società cooperative che ri-vestono la qualifica di società agricola, ai sensi dell’articolo 2 del Decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 93, di optare per la deter-minazione catastale del reddito, ex articolo 32 del Tuir. La Legge di Stabilità, nell’abrogare espressamente il comma 1093 dell’art. 1 della vigente L. n. 296/2006 (Finanziaria 2007) e nel prevedere la perdita di efficacia delle relative opzioni esercitate, ha sancito la tassazione a bilancio per le società agricole a partire dal 1 gennaio 2015. Inoltre, viene abrogato anche il comma 1094 della Legge n. 296/06 (Finanziaria 2007) che prevedeva la possibilità per le società di persone e le società a responsabilità limitata, costituite da imprenditori agricoli, che esercitano esclusivamente le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, com-mercializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci, di determinare il reddito applicando all’ammontare dei ricavi il coefficiente di redditività del 25%.

IMUPer quanto riguarda le novità relative all’IMU, esse sono riferite all’anno 2013 e letteralmente finalizzate ad “…assicurare la spet-tanza ai Comuni del gettito dell’imposta municipale propria, di cui all’articolo 13 del decreto legge n. 201/2011.”.Il dettato normativo dispone in buona sostanza quanto segue:• lasoppressionedellariservaafavoredelloStatodicuial comma 11 dell’art. 13, D.L. n. 201/2011, vale a dire della quota di imposta pari alla metà dell’importo calcolato applicando l’aliquo-ta di base alla base imponibile di tutti gli immobili, ad eccezione dell’abitazione principale e delle relative pertinenze, nonché dei fabbricati rurali ad uso strumentale;• lariservaafavoredelloStatodelgettitoIMUderivantedagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, calcolato ad aliquota standard dello 0,76%;• l’attribuzione ai comuni della possibilità di aumentaresino a 0,3 punti percentuali l’aliquota standard dello 0,76%, sem-pre per i predetti immobili ad uso produttivo classificati nel grup-po catastale D.Rimandiamo alo prossimo numero le novità relative alla TARES e all’IVIE oltre ad alcune considerazioni sulla rivalutazione dei ter-reni.Per ulteriori informazioni e leggere l’articolo completo:www.pavia.coldiretti.it alla sezione CAF.

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

Legge di stabilità 2013cosa cambia per gli immobili e per l’agricoltura

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Italia che resiste: piccole e grandi storie di Lombardia

Italia che Resiste è un premio che intende riconoscere e dare visi-bilità a storie e vicende di pensionati che stanno portando avanti esperienze e attività di lavoro e di solidarietà in condizioni di parti-colare difficoltà ambientale o stanno difendendo i valori della cul-tura agricola, del territorio e delle tradizioni contadine. Quest’anno un riconoscimento è stato conferito in occasione del tradizionale incontro di Boario Terme dei Pensionati Coldiretti della Lombardia al nostro associato Chierico Luigi di Valle Salimbene. Un riconosci-mento per la sua attività di recupero di razze bovine e caprine in via di estinzione. Attualmente ha recuperato circa una trentina di razze alcune delle quali non sono neppure registrate nei libri genealogici. All’incontro era presente il Presidente dei Pensionati Coldiretti di Pavia Pierluigi Cerri che ha testimoniato come la solitaria passione di Chierico deve essere apprezzata e sostenuta da tutti quelli che hanno a cuore le sorti della zootecnia e le tradizioni della nostra terra. Anche il Vice presidente Santino Necchi si è congratulato con Chierico sostenendo che l’amore e la competenza che mette nell’at-tività di allevamento sono un esempio ed un patrimonio che dà va-lore e prestigio alla zootecnia della nostra provincia.Il riconoscimento è stato consegnato dal Presidente Nazionale dei Pensionati Coldiretti Antonio Mansueto e dal Presidente regionale Giovanni Rota.

Dal 1° di gennaio del corrente anno è pienamente operativa la Riforma del Mercato del Lavoro che ha introdotto molte sostanziali novità in materia di tutela contro la disoccupazione.Per sostenere il reddito dei lavorato-ri subordinati che hanno perduto, in-volontariamente, l’occupazione sono state introdotte due nuove indennità: -l’indennità di disoccupazione ASpI -indennità di disoccupazione MINI-ASpI Visto il “vuoto legislativo” intercor-so tra l’approvazione della legge di riforma (18 luglio 2012) e l’entrata in vigore delle disposizioni (1° gennaio 2013) per i periodi di disoccupazione intercorsi nell’anno 2012 è stata, inol-tre, prevista:-l’indennità di disoccupazione MINI-ASpI 2012Le nuove prestazioni ASpI e mini-ASpI sostituiscono, le attuali prestazioni di:-indennità di mobilità; -indennità di disoccupazione non agricola ordinaria; -indennità di disoccupazione con re-quisiti ridotti; -indennità di disoccupazione speciale edile.

Indennità di Ddsoccupazione AspiChi sono i destinatari della prestazio-ne ASpIPossono accedere a questa indennità tutti i lavoratori dipendenti, ivi com-presi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperativa e il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato. Quali requisiti occorronoL’indennità è riconosciuta ai destina-tari che siano in possesso dei seguenti requisiti:a) siano in stato di disoccupa-zione; b) lo stato di disoccupazione sia invo-

n.1 2013 | 40Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma

di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

Luigi Antonio Chierico di Valle Salimbene, socio Coldiretti, allevatore di professione e per passione è stato premiato al concorso l’Italia che Resiste: piccole e grandi storie di Lombardia

Luigi Chierico premiato al concorso

in foto da sinistra Antonio Mansueto, Luigi Antonio Chierico, Giovanni Rota e Massimo Bocci

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I nuovi “Ammortizzatori Sociali” introdotti dalla Riforma del Mercato del Lavoro

lontario, con esclusione, quindi, dei lavoratori il cui rapporto di lavoro sia cessato a seguito di dimissioni o di risoluzione consensuale.In quest’ultimo caso continuano a dare diritto alla prestazione le dimissioni che avvengo-no:•duranteilperiodotutelatodimaternità(da300 giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento del primo anno di vita del figlio);•pergiustacausa•dalmancatopagamentodellaretribuzione;•dall’aversubitomolestiesessualiomobbingnei luoghi di lavoro;•dallemodificazionipeggiorativedelleman-sioni lavorative;• dalle notevoli variazioni delle condizioni dilavoro;• dallo spostamento del lavoratore da unasede ad un’altra, senza che sussistano le “comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive”;•dal comportamento ingiuriosoposto in es-sere dal superiore gerarchico nei confronti del dipendente.•per iltrasferimentodeldipendenteadaltrasede della stessa azienda distante più di 50km dalla residenza del lavoratore e/o mediamente raggiungibile in 80 minuti o più con i mezzi pubblici; •conconciliazioneconesitopositivochepre-vede una risoluzione consensuale del rappor-to di lavoro.c) possano far valere almeno due anni di assi-curazione dal versamento del primo contribu-to contro la disoccupazione;d) possano far valere almeno un anno di con-tribuzione contro la disoccupazione nel bien-nio precedente l’inizio del periodo di disoccu-pazione.

Durata della prestazioneLa nuova norma prevede un graduale aumento della durata della prestazione, collegata all’e-tà anagrafica del lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, distribuito nell’arco dei prossimi tre anni così suddiviso:

Presentazione della domanda Per fruire dell’indennità i lavoratori aventi diritto devono, a pena di decadenza, presentare apposita domanda, esclusivamente in via telematica, entro il termi-ne di due mesi dalla data di spettanza del trattamento.

ll termine di due mesi per la presentazione della domanda decorre dalla data di inizio del periodo indennizzabile che è così individuato:•ottavogiornosuccessivoalladatadicessazionedell’ultimo rapportodi la-voro;•datadidefinizionedellavertenzasindacaleodatadinotificadellasentenzagiudiziaria;•datadiriacquistodellacapacitàlavorativanelcasodiuneventopatologico(es.: malattia comune, infortunio) iniziato entro gli otto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro•ottavogiornodalladatadifinedelperiododimaternitàincorsoalmomentodella cessazione del rapporto di lavoro;•ottavogiornodalladatadifinedelperiodocorrispondenteall’indennitàdimancato preavviso ragguagliato a giornate;•trentottesimogiornosuccessivoalladatadicessazioneperlicenziamentopergiusta causa.

Anticipazione della IndennitàIn via sperimentale per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, il lavoratore avente diritto alla corresponsione della indennità può chiedere la liquidazione degli importi pari al numero delle mensilità non ancora percepite, al fine di intraprendere una attività di lavoro autonomo, o per avviare una impresa o per associarsi in cooperativa.

Sul prossimo numero le Indennità di disoccupazioni Mini-Aspi e altre infor-mazioni. Per ulteriori chiarimenti e l’intero articolo visita il sito www.pavia.coldiretti.it alla sezione Epaca.

TECNICO | 41Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma

di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

età  del  lavoratore  al  momento  della  cessazione  del  rapporto  di  lavoro  

Anno  

2013  

Anno  

2014  

Anno  

2015  

Anno  

2016  

(a  regime)  meno  di  50  anni   8  mesi   8  mesi   10  mesi   12  mesi  da  50  a  54  anni   12  mesi   12  mesi   12  mesi   12  mesi  55  anni  e  oltre     12  mesi   14  mesi  

(nei  limiti  delle  settimane  di  contribuzione  degli  ultimi  due  anni)  

16  mesi  

(nei  limiti  delle  settimane  di  contribuzione  degli  ultimi  due  anni)  

18  mesi  

 

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pagamenti pac 2012

Coldiretti Paviasu Facebook

L’agricoltura al centro della società - Landriano celebra Sant’Antonio

Il Basso Pavese celebra Sant’Antonio

BREVIn.1 2013 | 42

Da qualche settimana Coldiretti Pavia è su Facebook, il social network che somma oltre un miliardo di partecipanti in tutto il mondo. Dopo l’esperienza di Twitter, la partecipazione a Fb vuole essere uno strumento di dialogo con i giovani per comunicare su due diversi livelli. Uno operativo, snello efficace e sempre disponibile per diffondere le iniziative, invitare alla partecipazione e comunicare alla vasta platea dei giovani le iniziative di Coldiretti, l’altro per intavolare discussioni sui temi sindacali, sociali e politici, attraverso una piattaforma informale che permetta la massima libertà di opinione, stimolando l’espressione e la condivisione. L’iniziativa arriva dai componenti del Gruppo CRESCO (acronimo di Crescita, Rinnovamento, Espressione, Sicurezza, Condivisione e Originalità) il laboratorio di idee dei giovani colla-boratori Coldiretti che, da oltre due anni, sta sviluppando esperienza di crescita all’interno di Coldiretti.www.facebook.com/coldiretti.pavia

Venerdì 18 gennaio a Landriano si è tenuto il convegno “L’A-gricoltura al centro della società” organizzato da Coldiretti in collaborazione con l’Assessorato all’agricoltura del comune di Landriano. Le novità legate all’applicazione dell’articolo 62, le tendenze della PAC da qui al 2020, l’operatività e le finalità di FIR, la Filiera Italiana Riso, hanno rappresentato il nucleo del dibattito che ha visto il coinvolgimento degli agricoltori, delle autorità e dei rappresentanti di Coldiretti. Le considerazioni finali, da parte del presidente di Coldiretti Pavia Giuseppe Ghezzi e del direttore Giovanni Roncalli, fo-calizzate sull’impegno nell’economico che la più grande or-ganizzazione agricola d’Europa sta mettendo in atto, hanno rappresentato il momento di maggior interesse prima delle conclusioni tratte dall’assessore all’agricoltura del Comune di Landriano Vilma Pirola che è anche la leader lombarda e pavese di Donne Impresa, l’associazione di Coldiretti che rappresenta l’imprenditoria femminile in agricoltura.

Sant’Antonio a VigevanoDomenica 20 gennaio è stata anche teatro della celebrazio-ne di Sant’Antonio Abate a Vigevano con la Santa Messa in Duomo e la Benedizione delle macchine agricole ambien-tata nella splendida cornice di Piazza Ducale. Anche a Pale-stro, gli agricoltori si sono riuniti per santificare la giornata dedicata al Santo anacoreta protettore della campagna e degli animali.

… e a Zinasco, dopo la Santa Messa e la Benedizione dei mezzi agricoli, i partecipanti sono stati accolti dal gazebo Coldiretti dell’a-zienda agricola Il Conte di Ercole e Marco Nicrosini, che hanno messoo in vendita il loro riso delle varietà Carnaroli e Arborio, offrendo degustazioni promozionali di prodotti a base di riso.

Giovedì 17 gennaio gli agricoltori della Bas-sa Pavese, si sono trovati alle 10,30 presso la parrocchia di Badia Pavese per la S.Messa so-lenne celebrata da don Ernesto Maggi, con-sigliere ecclesiastico provinciale di Coldiretti Pavia coadiuvato da don Mansueto Fasani parroco di Pieve Porto Morone. La celebra-zione è stata allietata dal prestigioso coro di Santa Maria delle Grazie con la partecipazio-ne straordinaria del baritono Franco Podda del Teatro Alla Scala, accompagnato all’orga-no dal maestro Italo Vertuani e alla tromba da maestro Simone Incardine. Al termine,

sul piazzale della chiesa, la Benedizione dei mezzi agricoli ha simboleggiato l’invocazio-ne della protezione del Signore sui campi e sul lavoro della terra. La cerimonia si è svolta con il contorno dei Cavalieri dell’Ordine del Guado di Sigerico. Durante la manifestazio-ne è stata consegnata una targa ricordo ad Alessandro Riccardi che, raggiunta la soglia della pensione, ha lasciato la Coldiretti per un periodo di meritato relax.

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EMISSIONE MODELLO CUD PER I PENSIONATI

LA LEGGE DI STABILITA’ HA PREVISTO CHE GLI ENTI PREVIDENZIALI NON DEBBANO PIU’ INVIARE AL DOMICILIO

DEI PENSIONATI IL MODELLO CUD

COLORO CHE LO DESIDERANO IN FORMA CARTACEA DEVONO PRESENTARE LA RICHIESTA SCRITTA AGLI ENTI STESSI OPPURE

POSSONO OTTENERLO COLLEGANDOSI ALLA PROCEDURA TELEMATICA INPS UTILIZZANDO IL PIN PERSONALE

IL PATRONATO EPACA GRAZIE AL COLLEGAMENTO PRIVILEGIATO CHE HA

CON L’INPS E’ IN GRADO DI STAMPARE IL MODELLO CUD SOLLEVANDO I PENSIONATI

DA OGNI INCOMBENZA PER LA SUA ACQUISIZIONE

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La aziende agrituristiche di Campagna Amica della provin-cia di Pavia, associate a Terranostra offrono un buono di 10,00 euro utilizzabili per la cena, il pranzo o il pernotta-mento di una famiglia composta da almeno due persone. Diventa protagonista, riscopri le zone più belle del nostro territorio, le aree protette, le vie che riecheggiano di sapori e tradizioni secolari e regalati una proposta di Terranostra Pavia. “Le stagioni di Terranostra” è un proposta, in quat-tro fasi, per i clienti che vogliono assaporare i menù tipici immergendosi nel templi del gusto. Assaporerete prodotti che vengono dai nostri campi o dalle aziende nostre vicine, gustando ricette che spesso non si ha più il tempo di prepa-rare. Visiterete parchi naturali, borghi e aree protette dove poter svolgere diverse attività quali escursioni a piedi, in bici

e a cavallo, trascorrete il tempo in alloggi panoramici e tipi-ci. Sperimenterete itinerari che legano cultura e natura alla scoperta dei tradizionali metodi di lavorazione attraverso la testimonianza dei musei agricoli. Luoghi suggestivi e fuori dal comune, per entrare in contattato con i valori unici e an-tichi della campagna; cammini in luoghi discreti e appartati nella natura e nel silenzio. L’agriturismo unisce il soggior-no alla magica atmosfera del benessere accompagnando il cibo,all’ambiente e offrendo affascinanti percorsi termali. Tutto questo pensato per la famiglia e non solo. Validità del-la prima fase dal 21 febbraio al 21 marzo 2013, è obbliga-toria la prenotazione, i buoni non sono cumulabili, l’elenco delle aziende partecipanti all’iniziativa è consultabile all’in-dirizzo www.pavia.coldiretti.it.

Le Stagioni di TerranostraQuattro proposte per rivivere i sapori e le tradizioni del nostro terri-torio Sulla Provincia Pavese di domenica e su www.pavia.coldiretti.it

uno sconto per conoscere l’agriturismo di Terranostra