Il Coltivatore Reggiano

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4 novembre / dicembre 2009

Direttore responsabile: Giovanni PasqualiProprietario: Federazione Provinciale ColdirettiAutorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 82 del 8-5-1954Redazione e amministrazione: Via B. Ricasoli,4 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 936000 C/C Postale n. 13145420In redazione: Sabrina CampaniImpaginazione e stampa: TECNOGRAF - RE

3/4 I Consorzi agrari nella filiera agricola italiana

Anche il Cap Reggio nell’holding “Consorzi Agrari d’Italia”

5 Nasce Unci-Coldiretti per lo sviluppo agroalimentare

Mauro Tonello eletto presidente della cooperazione che vuol far crescere le imprese

6/7/8 Status dei settori dell’agricoltura reggiana

Considerazioni e valutazioni della dirigenza reggiana di Coldiretti

9 I fabbricati rurali non pagano l’Ici

La commissione tributaria di primo grado accoglie le istanze degli agricoltori

Multe latte: negate le sospensive

Coldiretti costituita nel giudizio a sostegno della legittimità delle intimazioni di Agea

10/11 L’Ocm vino è all’ultimo atto

Ecco quali sono le ultime norme attuate per la viticoltura

12 Ristrutturazione e riconversione dei vigneti 2009/2010

13 Al via la misura per la competitività delle aziende agricole

14 La settimana reggiana del latte crudo

15 Giovani Impresa di Reggio in assemblea

16 Festa dei nonni: in forma gli over 65 reggiani

16 Quote latte: novità e adempimenti

La storia economica e sociale della nostra provincia è intrisa di cooperazione tanto da essersi guadagna-

ta, all’inizio del secolo scorso, il titolo di “provincia più cooperativa” in Ita-lia.Sin dal suo sorgere la cooperazione è riuscita a dare risposte non solo ai bisogni materiali di sopravivenza ma anche a quelli più elevati di socialità. Forte è il legame tra l’uomo e il suo territorio, fra la gente e il proprio am-biente. Negli anni la cooperazione è riuscita a contrastare lo sradicamen-to di alcune realtà marginali e a por-si come vera e propria forza di pro-gresso.Ma ora è importate non ricordare bensì rigenerare la memoria coinvol-gendo in modo attivo, reticolare e partecipato il tessuto locale.Ci sono già esempi sul nostro terri-torio di realtà cooperative mal go-vernate o mal consigliate che si sono modificate nella loro natura, in alcuni casi, anche giuridica.Verso quale modalità produttiva va la nostra agricoltura “da sempre” ca-ratterizzata dalla condivisione delle strutture, dalla condivisione dei costi e dalla condivisione del lavoro?Coldiretti vuole una cooperazione

Un futuro per la cooperazione

che sia in grado di valorizzare la pro-duzione locale con le sue distintivi-tà, tradizioni e specificità per tutela-re gli agricoltori, i consumatori e l’in-tero tessuto sociale. Questo è quanto Coldiretti vuole fare attraverso Unci, la nuova centrale co-operative nata per garantire un futu-ro alle imprese agricole offrendo so-stegno e condivisione di obiettivi.Appropriandoci della commercializ-zazione del prodotto e forti di una of-ferta unita, la nostra idea di coopera-zione è in grado di concorrere con la grande distribuzione dando spesso-re alla rete locale sicuramente di di-mensioni minori ma, se ben aggrega-ta, tenace e vitale.Non sprechiamo il sapere coopera-tivo che ci viene tramandato, insie-me ai fondi indivisibili veri e propri, da generazione in generazione; guar-diamo al futuro ottimizzando nel mi-glior modo possibile le grandi risorse di cui disponiamo.Non svendiamo le nostre migliori re-altà e non lasciamole alla mercé di chi non condivide gli obiettivi e i princi-pi. Teniamo forte il legame con il no-stro passato e guardiamo al futuro. Gestiamoci al meglio le trasformazio-ni che inevitabilmente siamo chiama-ti ad operare aggregandoci uniti da una visione comune.

di Marino Zani

Gli uffici di Coldiretti Reggio Emilia, centrali e periferici saranno chiusi dal 28/12/2009

al 6/01/2010 per le festività natalizieDurante il periodo di chiusura sarà comunque garantito il servizio di denun-cia infortuni sul lavoro, attraverso il Patronato Epaca, contattando il numero 348 4092919

Solo per urgenze contattare:

Sede: 348 4092902

Correggio: 348 4092915

Guastalla: 348 4092917

Reggio Emilia: 348 4092919

Scandiano: 348 4092913

Castelnuovo ne’ Monti: 348 4092912

Casina: 348 4092924

Villa Minozzo: 348 4092910 - 348 4092911

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Anche i Consorzi Agrari hanno accolto la sfida di Coldiretti di costruire una filiera agricola italiana firmata dagli agricolto-ri. Per accrescere il peso degli agricolto-ri, per concentrare l’offerta e la commer-cializzazione delle produzioni, per miglio-rare la presenza diretta degli agricoltori sul mercato e rafforzare la rete distributi-va integrata è infatti nata l’ holding degli agricoltori italiani. È una società consortile per azioni che sviluppa un fatturato di 3 miliardi di euro su 1300 punti di vendita ai quali fanno ri-ferimento 300mila imprese agricole ed un numero crescente di cittadini interessati dall’acquisto di prodotti alimentari genu-ini della filiera agricola italiana. Si tratta di una società aperta a tutti i Consorzi italiani con i conti in ordine al-la quale ha già aderito il Cap di Reggio Emilia.I “Consorzi Agrari d’Italia” interessa qua-si una impresa agricola su tre ed è lea-der incontrastato nella gestione dei ce-reali con il 20 per cento della produzio-ne nazionale, nella commercializzazio-ne di mezzi tecnici per l’agricoltura con

il 25 per cento dei trattori venduti, e ga-rantisce l’alimentazione ad un animale al-levato su dieci ma è presente, anche con esempi di eccellenza, in attività industriali e nella distribuzione alimentare.L’holding partecipata già da 23 Consor-zi Agrari, di proprietà degli agricoltori, ha un capitale sociale di 4 milioni di euro. Lo scopo è dar vita ad un progetto capa-ce di supportare le imprese agricole ita-liane nell’affrontare la crisi economica e nel rispondere ala domanda di sicurezza, trasparenza e qualità dei consumatori.Gli obiettivi del progetto sono ad ampio raggio e spaziano dallo sviluppo di una rete di servizi multifunzionali, logistici e fi-nanziari, al rafforzamento di una rete di-stributiva integrata destinata a favorire i prodotti firmati dagli agricoltori. Ma rien-tra anche l’impulso alla ricerca e l’innova-zione, la creazione di «marchi comuni» e le agroenergie.Il Cap di Reggio Emilia ha illustrato il pro-getto in un incontro pubblico presso la propria sede. «Vogliamo costituire – ha affermato Luigi Gruppi, presidente del Cap Milano-Lodi

e presidente del Consiglio di Sorveglian-za, intervenuto al Cap di Reggio per la presentazione ufficiale – una rete efficien-te di servizi per tutte le imprese agrico-le e in tutto il paese. Si punta – ha riba-dito – a concentrare l’offerta delle com-modity agricole per rafforzare la posizio-ne dei produttori. Le società di scopo so-no aperte a tutti i soggetti che condivi-

I Consorzi agrari nella filiera agricola italianaAnche i l Cap Reggio nell ’holding “Consorzi Agrari d’Ital ia”

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Luigi Gruppi

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dono il progetto e sono titolari di interes-si nel sistema agricolo». E si pensa perciò anche ad alleanze con la cooperazione, l’industria e la grande distribuzione.«È una grande opportunità per l’agroa-limentare italiano – afferma Marino Zani presidente della Coldiretti reggiana. Gli agricoltori iniziano a riappropriarsi oltre che della produzione anche della com-mercializzazione. L’obiettivo è accresce-re il peso degli agricoltori nelle relazio-ni industriali, attraverso la concentrazione dell’offerta e la commercializzazione del-le produzioni per una presenza diretta sul mercato di prodotti degli agricoltori». «Se vogliamo far uscire l’agricoltura pro-vinciale dall’attuale pesante crisi - ha con-cluso il presidente del Cap Simone Na-si - serve un salto di qualità. Servono pro-getti concreti e realistici gestiti da mana-ger capaci. Solo così si potrà passare dal-la attuale colpevole e penalizzante immo-bilismo della cooperazione, e dalla mio-pe e perdente politica della sopravviven-za della Confcooperative, ad una politica di sviluppo e crescita» .Dal prossimo gennaio il Consorzio di Reggio inizierà a fare gli acquisti di conci-me e sementi insieme a Parma e Piacen-za per contenere i costi e fare economie di scala e svilupperà con a Parma il bur-rificio Val Parma; realizzare nella zona tra Correggio e Scandiano di un nuovo cen-tro d’imbottigliamento.Dall’Emilia Romagna, oltre al Consorzio di Reggio, fanno parte della holding an-che i consorzi interprovinciali Bologna-Modena e Forlì-Cesena-Rimini e i provin-ciali di Ravenna e Piacenza. Insieme svi-luppano un fatturato di circa 620 milioni di euro e operano sul territorio regiona-le attraverso una capillare rete organizza-tiva, con 112 agenzie 68 centri di stoccag-gio di cereali, 78 depositi per carburan-ti, oltre 60 tra negozi alimentari, discount e garden.

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I principali obiettivi:- La creazione di una rete efficiente di servizi su tutto il territorio nazionale, a par-

tire dal sud, di tipo tecnico-commerciale, finanziario, logistico ma anche nelle nuove energie agricole;

- La modifica delle relazioni industriali accrescendo il peso degli agricoltori;- La concentrazione dell’offerta e la commercializzazione delle produzioni, per

aumentare il valore aggiunto degli agricoltori; - Una presenza diretta sul mercato di prodotti agroalimentari “firmati dagli agri-

coltori” e il rafforzamento di una rete distributiva integrata partendo dai punti vendita esistenti.

Il sistema dei consorzi agrari in cifre

Fatturato 3 miliardiAgricoltori 300 milaPunti vendita 1300Quota mercato trattori 25 %Quota mercatoproduzione nazionale cereali 20 %

Gianluca Lelli, 40 anni, di Borgo Tossi-gnano (Bologna), è il nuovo direttore di Coldiretti Emilia Romagna. Per Lel-li, che subentra a Claudio Dusi destina-to ad altro incarico, si tratta di un ritor-no alla Federazione regionale dove ha iniziato la sua attività in Coldiretti, nel 1995, come addetto economico. Nel 2002 è stato chiamato a dirigere Coldi-retti Venezia e negli ultimi tre anni è sta-to direttore regionale di Coldiretti Ve-neto, federazione che ha guidato in un intenso periodo di presenza pubblica della maggiore organizzazione agrico-la italiana, dalla manifestazione nazio-nale dell’11 luglio 2007 a Bologna fino ai presidi di frontiera e dei porti dello scorso luglio. “Soprattutto in questo momento di cri-si – ha detto il nuovo direttore – il ruo-

lo di Coldiretti è assicurare alle aziende le condizioni per fare reddito. Perciò ci impegneremo innanzitutto per riorga-nizzare le filiere agroalimentari per re-cuperare una forza contrattuale e spa-zio economico alle imprese agricole”.

Gianluca Lelli direttore Coldiretti Emilia RomagnaImpegno per assicurare alle aziende le condizioni per fare reddito

Angelo Nazzari, Simone Nasi, Andrea Paterlini, Giovanni Pasquali

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Nasce Unci-Coldiretti, Associazione Na-zionale delle Cooperative Agricole e di Trasformazione Agroindustriale aderen-ti all’Unci (Unione nazionale cooperati-ve italiane), con l’obiettivo di realizzare la più grande centrale cooperativa agroali-mentare a livello nazionale. Alla guida della nuova associazione è sta-to eletto all’unanimità Mauro Tonello, presidente di Coldiretti Emilia Romagna e vicepresidente nazionale della stessa organizzazione.Unci-Coldiretti rappresenta la coopera-zione che fa crescere le imprese e ab-braccia appieno l’idea di dar vita ad “una filiera agricola tutta italiana firmata dagli stessi agricoltori, che renda visibile e ri-conoscibile l’ “italianità” nei confronti del consumatore e distingua l’intero prodot-to agricolo “autenticamente” Made in Italy, basandosi sulla trasparenza della fi-liera, sull’identificazione dell’origine in etichetta e sul legame del prodotto con il territorio di riferimento”.“Tra gli scopi dell’Unci-Coldiretti – ha detto Tonello nella sua relazione – pro-muovere il consolidamento e lo svilup-po della cooperazione agricola e della trasformazione agroindustriale in tutte le sue forme avvalendosi anche delle strut-ture territoriali dell’Unci e della Coldiretti. Con la costruzione di una filiera tutta ita-liana si sarà in grado di tutelare il consu-matore, basandosi sulla trasparenza della filiera, sull’indicazione dell’origine in eti-chetta, sulla diversificazione dei prodot-ti e sul legame del prodotto con il terri-torio di riferimento. Sono, questi, gli ele-menti chiave per arginare lo strapotere della grande distribuzione e il meccani-smo delle vendite sotto costo che provo-ca effetti devastanti sul tessuto imprendi-toriale e sul potere di acquisto dei con-sumatori”.“In questo quadro - ha detto il Presidente Unci on. Luciano D’Ulizia - le cooperati-ve agricole rappresentano i soggetti fon-damentali per la costruzione della filiera agricola tutta italiana, con particolare ri-guardo all’aggregazione dell’offerta, alla

trasformazione del prodotto italiano ed alla valorizzazione delle imprese agrico-le. Lo stesso concetto di socio-coimpren-ditore si sposa perfettamente con quello di coltivatore diretto perché entrambi fi-nalizzati ad una attività socialmente rile-vante per riconquistare valore per la pro-duzione. Il coltivatore non solo produce ma commercializza e matura una coscien-za imprenditoriale. Una collaborazione importante, quella realizzata tra l’Unci e la Coldiretti, basata sulla condivisione di obiettivi per una vera ed autentica coo-perazione agroalimentare”.Mauro Tonello, nato a Codigoro (Ferra-

ra) il 9 aprile 1960, imprenditore agrico-lo conduce a Codigoro un’azienda agri-cola di 150 ettari, coltivata con produzio-ni estensive a indirizzo orticolo e cereali-colo. Come imprenditore agricolo, è sin da giovane impegnato negli organismi di rappresentanza della categoria. Nel 1992 viene eletto alla presidenza di Coldiret-ti Ferrara, nel 1999 diviene presidente di Coldiretti Emilia Romagna, la maggiore organizzazione agricola regionale con 45 mila aziende associate. Due anni dopo entra in consiglio e in giunta nazionale di Coldiretti dove è ora vicepresidente.

Nasce Unci - Coldiretti per lo sviluppo agroalimentareMauro Tonello eletto presidente della cooperazione che vuole far crescere le imprese

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Con l’11 novembre, giornata di San Marti-no, si chiude l’annata agraria 2009 confer-mando sostanzialmente le difficoltà com-plessive dell’intero settore agricolo.Coldiretti Reggio Emilia ha prodotto un’analisi del settore primario reggiano dalla quale emerge una situazione tutt’al-tro che rassicurante per i quattro compar-ti portanti dell’economia agricola locale: Parmigiano Reggiano, vino, suini e cere-ali, anche se il Parmigiano Reggiano, in chiusura d’anno, sta dando alcuni segna-li di ripresa.È l’andamento negativo quindi che ac-comuna i quattro settori, unitamente al-le difficoltà commerciali, aggravate dal-la frammentarietà delle strategie in esse-

re che accentuano le debolezze contrat-tuali della fase produttiva. Gli alti costi di produzione che gli agricoltori continuano a sostenere, unitamente al peso della bu-rocrazia, ed i bassi prezzi di mercato stan-no rinforzando una situazione fortemente limitante per le aziende agricole.Il 2009 è stata un’annata anomala dal pun-to di vista climatico.Il perdurare delle piogge nel periodo pri-maverile hanno protratto le semine del mais, del pomodoro e delle bietole, e il lungo periodo di forte caldo e di sicci-tà nei mesi di giugno, luglio ed agosto, ha provocato un grave “stress idrico” al-le piante, con conseguente forte calo del-le produzioni, soprattutto dei cereali e dei

foraggi, ma anche un calo della produzio-ne del latte del 10/15%. È necessario – conclude Marino Zani - cre-are azioni in grado di mettere nel brevis-simo periodo le aziende agricole al ripa-ro dai rischi della forte esposizione eco-nomica e della situazione debitoria, ed al contempo creare strategie, a lungo ter-mine, di commercializzazione dei prodot-ti che ridiano potere contrattuale alla pro-duzione. Coldiretti, inoltre, è convinta della ne-cessità di andare verso un miglioramen-to della qualità delle produzioni di punta della nostra agricoltura per trovare il giu-sto riconoscimento dal mercato, andare verso una Filiera agricola tutta Italiana.

Status dei settori dell’agricoltura reggianaConsiderazioni e valutazioni della dirigenza reggiana di Coldiretti

Parliamo di Parmigiano Reggiano con il direttore e il presidente Il comparto del Parmigiano Reggiano continua a fronteggiare le perduran-ti difficoltà dovute principalmente alle quotazioni di mercato troppo basse che non coprono i costi di produzione. A seguito del prezzo non remunerati-vo, dell’invecchiamento del settore e del forte indebitamento si può prevede una chiusura di oltre 200 stalle, pari al 15 % di quelle in produzione, principalmente in montagna, con la conseguente chiusu-ra di caseifici, lo spopolamento ed il de-grado economico ed ambientale.La crisi di lunga durata del Parmigiano Reggiano sta cambiando infatti in pro-fondità l’intero settore che osserva im-potente l’uscita di aziende agricole e l’entrata di industriali e privati.«Guardiamo con rammarico al fallimen-to, perché è così che lo consideriamo - dichiara il presidente della Coldiret-ti reggiana Marino Zani - delle recenti operazioni di alcune importanti coope-rative lattiero casearie nate con obietti-vi di potenziamento e purtroppo segna-te da importanti difficoltà per sopperire alle quali si sono trovate in acquisizione da parte di industriali».«Gli investimenti importanti da parte delle cooperative agricole, fondamen-

tali e imprescindibili per il loro futuro e per il futuro dell’intero settore - continua il direttore Giovanni Pasquali - devono essere studiati e seguiti attentamente da chi si propone come consulente per evi-tare di creare situazioni di grave e pro-fonda difficoltà come nel caso di noto caseificio e di una cantina locale, situa-zioni che trascinano poi a cascata nume-

rose aziende agricole. La crisi economi-ca sicuramente non è di aiuto ma certo è che gli investimenti, soprattutto se con-siderevoli, devono essere ponderati con professionalità ed attenzione».Ora ci si trova con un settore in crisi, quello del Parmigiano Reggiano, che ri-schia di essere gestito, nel giro di po-co tempo, da industriali e commercianti

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che pensano esclusivamente agli affari, standardizzando il prodotto per abbat-tere i costi, e quindi abbassando la qua-lità e ignorando la sua valorizzazione. In una sola parola i nuovi soggetti del Par-migiano Reggiano lo porteranno verso la “padanizzazione”.Gli istituti di credito giocano un ruo-lo determinante in tutta questa vicenda poiché non intervengono per accompa-gnare le aziende agricole, con gravi diffi-coltà di liquidità, fuori dalla crisi.Da tempo Coldiretti avanza proposte strutturate sul credito per dare respiro alle aziende agricole che però non han-no avuto grossi riscontri dagli istituti di credito coinvolti».Investimenti sbagliati, mancato interven-to delle banche, crisi economica di mer-cato. Il risultato? Le cooperative agrico-le sono sull’orlo del tracollo, le aziende agricole di conseguenza chiudono, gli

industriali e commercianti fanno incet-ta di occasioni a buon mercato e le ban-che se ne stanno al riparo da rischi e sco-perti.In questo modo il mondo della coope-razione, di cui è intrisa la nostra storia economica e produttiva, rischia di scom-parire, l’agricoltura, uno dei settori più fiorenti dell’economia reggiana, rischia di uscire dalle case degli agricoltori e il Parmigiano Reggiano, così come gli altri prodotti locali di alta qualità, di abban-donare la sua tradizione e trasformasi in uno dei tanti prodotti industriali.La responsabilità non è certo di un sin-golo ma di un sistema che non ha saputo rinnovarsi e rigenerarsi nel tempo.«Il Parmigiano Reggiano – continua Za-ni - ha bisogno di una valorizzazione che passi attraverso una politica di interna-zionalizzazione e di difesa del prezzo sui mercati locali ed al contempo azio-

ni di aggregazione da parte delle strut-ture supportate da progetti economico finanziari sostenibili per abbattere i co-sti e dare maggior potere contrattuale ai produttori.È indispensabile in tutto ciò un impegno unitario del mondo politico a difesa di un intero comparto anziché di singoli in-teressi».Nonostante la situazione del comparto sia complessivamente negativa in chiu-sura d’anno però si è lievemente solle-vata grazie ad un relativo aumento del prezzo che ha raggiunto, nel mese scor-so, oltre gli 8 euro al chilo che fanno pre-vedere un leggero miglioramento eco-nomico per il lattiero caseario.Importante per uscire dalla crisi è inve-stire sulla qualità assoluta del prodotto, superando le produzioni non eccellenti, come il rigato e lo sbiancato, e puntan-do su alti standard di produzione.

La vendemmia 2009, anche grazie al favo-revole andamento climatico di quest’an-no, ha concluso una importante campa-gna con uve di ottima qualità che si at-testa oltre 1 milione e 500mila quintali, con un aumento della produzione di ol-

tre il 20 per cento, rispetto al 2008, che era stato pesantemente colpito dalla pe-ronospora, ed il grado zuccherino medio è stato di 17 gradi, 1 grado in meno ri-spetto al 2008.Elevati quantitativi hanno caratterizza-to l’intera produzione nazionale ma an-che quella dei nostri maggiori competi-tors europei come Spagna e Francia. E la pesantezza del mercato si fa sentire an-che per questa campagna vitivinicola in cui l’aumento della produzione si scon-tra con un inequivocabile calo nei con-sumi di vino. Il calo del prezzo di vendita del vino, inoltre, innesca inevitabilmente una di-minuzione nel prezzo dell’uva ricono-sciuto ai produttori con un conseguente calo dei bilanci di cantina e di redditività dei produttori. A questi meccanismi di mercato in più si aggiungono, a gravare sulle aziende viti-vinicole, gli aumentati costi di produzione. «Il settore vitivinicolo sta attraversan-do profonde difficoltà – commenta il vi-ce presidente della Coldiretti Andrea Pa-terlini – per le quali abbiamo ipotizzato delle misure immediate da condividere con gli attori della filiera. Il reddito dei

viticoltori è seriamente compromesso da questi meccanismi di mercato e non è so-stenuto da adeguate politiche di ristrut-turazione del settore».Coldiretti ipotizza quindi l’inserimento della distillazione obbligatoria, utile per far diminuire le giacenze di cantina che tolgono potere di mercato e l’utilizzo del distillato per la produzione di biocarbu-rante con adeguati interventi da parte dello Stato per portare a compimento gli obiettivi del protocollo di Kyoto.«Il rinnovo del disciplinare del Igp Emila – commenta ancora Paterlini – era l’oc-casione per risolvere almeno in parte il problema delle giacenze eliminando de-finitivamente la possibilità di usare il 15 per cento di vini non locali producendo un lambrusco al cento per cento reggia-no e utilizzando così il rossissimo, miglio-re correttore a disposizione sul mercato e totalmente locale. Questo in un’ottica di riduzione delle gia-cenze ma anche di valorizzazione della nostra produzione locale e di un’etichet-tatura trasparente».Sono positivi i progetti che coinvolgono le cantine sociali in difficoltà per trasfor-marle in opportunità per l’intero sistema

Due parole anche sul vino con il vice presidente Andrea Paterlini

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In provincia di Reggio Emilia ci sono 380.000 capi allevati, per una produzione di 38.000 tonnellate di carne suina, con un calo di 7.000 tonnellate (-17%).La produzione lorda vendibile è di Euro 42 milioni, con un calo di 16 milioni di euro (-38%); il settore suinicolo rimane comun-que il secondo settore portante dell’eco-nomia provinciale.Il crollo dei prezzi, soprattutto nei primi otto mesi dell’anno, ha fatto registrare pesanti perdite ai suinicoltori, malgrado ci sia stata una riduzione del 30/35% del prezzo dei mangimi (che rappresentano il 65% del costo dell’allevamento dei suini), un forte calo del prezzo del gasolio e de-gli interessi.La crisi per la suinicoltura continua e sicu-ramente ha ricevuto un altro brutto colpo – commenta Pietro Rossi - dopo la recen-te bocciatura da parte della Commissione europea del riconoscimento della Dop per le carni fresche del “Gran Suino Padano”. È necessario – continua il consigliere di Coldiretti - investire in una filiera tutta ita-

Suinicoltura: valutazione e riflessioni di Pietro Rossiliana con una produzione programmata in base alle necessità di mercato ed una re-lativa valorizzazione del marchio Gran Su-ino Padano, un prodotto di alta qualità che può trovare soddisfazione da un rap-porto diretto col consumatore. L’Italia produce soltanto il 60% del consu-mo interno di carne suina, sul 40% di car-ne importata non si è certi della prove-nienza, un prosciutto su quattro è stranie-ro, all’interno della medesima struttura si macellano e si lavorano sia capi naziona-li sia esteri e si stagionano cosce DOP e cosce estere.Buona parte dei prodotti a marchio IGP si ottengono con carne straniera, in quanto i relativi disciplinari prevedono che in Ita-lia si svolga solo il processo di lavorazio-ne delle carni. Il consumatore non è ade-guatamente e correttamente informato e non ha quindi capacità di scelta, a scapito dell’allevamento suinicolo italiano.Da anni – continua Pietro Rossi - stiamo sostenendo l’obbligo dell’origine in eti-chetta nonostante molte componenti del-

la filiera si siano mostrate in disaccordo, tendendo a riconoscere solo l’etichettatu-ra volontaria. Ad oggi per ogni 100 euro pagati dal con-sumatore finale per la carne suina, circa 50 sono per la distribuzione, 37 per l’in-dustria, 13 per l’allevatore. È una situazio-ne che danneggia sia i consumatori sia gli allevatori italiani che sempre più spesso chiudono le loro imprese.

vitivinicolo convertendole in centri attrez-zati per ridurre i costi e concentrare le at-tività e positiva è anche la creazione di una cooperativa di secondo grado per la commercializzazione del rossissimo, im-portante risorsa locale.Determinante infatti ai fini della com-

mercializzazione del vino sono i proget-ti di aggregazione e gli accordi di filie-ra. «Il progetto proposto dalla Provincia che prevede il coinvolgimento delle can-tine reggiane per promuovere un centro di imbottigliamento che ridurrebbe i co-sti sostenuti attualmente dalle cantine e

che potrebbe diventare, in futuro, un in-teressante punto aggregativo commer-ciale della cooperazione viticola reggiana è positivo anche se ancora solo abbozza-to e va letto come una opportunità per l’intero sistema vitivinicolo».

In provincia di Reggio Emilia sono stati investiti nel 2009 12.500 ettari in frumen-to ed orzo e 9.500 ettari in mais ed oltre 1.200 ettari in sorgo e soia, ed il valore complessivo dei cereali è di 23,5 milioni di euro, - 8,5 milioni (-28%).A penalizzare il settore sono state le scar-se rese del frumento di 50/60 q.li/Ha, ri-spetto ai 65/70 q.li/Ha del 2008, e del mais che sono state di 80/90 q.li/Ha ri-spetto ai 110/120 q.li/Ha del 2008.Il prezzo medio del frumento dall’inizio raccolta 2009 è stato di 155 euro/T, men-

tre nel 2008 è stato di 215 euro/T, con un calo del 28%, mentre per il mais è stato di 124 euro/T, rispetto ai 160 del 2008, con un calo del 23%.Per evitare che i produttori svendano il mais e contemporaneamente possano avere la liquidità necessaria per far fronte alle spese di produzione il Cap reggiano – ci spiega Simone Nasi, consigliere di Col-diretti e presidente del Consorzio Agrario - ha fatto un piano finanziario di euro 1,5 milioni per erogare, senza interessi, accon-ti ai produttori di mais di 100 euro/T + Iva.

Considerazioni di Simone Nasi sul mondo dei cereali

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Grande soddisfazione alla Coldiretti. A Reggio Emilia prima sentenza nazionale

È stata pubblicata la sentenza della Com-missione tributaria di primo grado di Reg-gio Emilia che riconosce il diritto di esen-zione dell’Ici sui fabbricati rurali.«È la prima sentenza in Italia – commen-ta il direttore di Coldiretti Giovanni Pa-squali – e questo ci da enorme soddisfa-zione poiché siamo stati noi a fare ricorso per evitare che le strutture adibite ad atti-vità agricola fossero sottoposte all’impo-sta comunale sugli immobili”.La sentenza di primo grado infatti dà ra-gione alla Coldiretti e indica chiaramen-te che non sono da considerarsi fabbrica-ti soggetti a Ici le unità immobiliari, anche iscritte nel catasto, per le quali ricorrono i requisiti di ruralità».Sovvertendo la sentenza della Cassazio-ne sezioni unite questa vittoria stabilisce che le costruzioni agricole non si possono considerare fabbricati agli effetti dell’Ici e ne deriva quindi che il problema della loro classificazione in catasto, agli effetti dell’imposta, diventa irrilevante fin dall’in-

troduzione dell’imposta stessa. Il ricorso accolto dalla prima sezione pre-sieduta dal Dott. Massimo Crotti e pre-sentato e discusso dal Dott. Carlo Forni-li, responsabile fiscale di Coldiretti, assu-me dunque ancor più valore perché chia-risce una volta per tutte la portata della norma e stabilisce l’esenzione dall’impo-sta comunale sugli immobili anche per gli anni pregressi. «La Coldiretti ha già provveduto – com-menta il direttore Pasquali – a inviare a tutti i comuni della provincia una nota re-lativa alla sentenza chiedendo di sospen-

dere tutti gli accertamenti in corso». Gran-de soddisfazione dunque della Coldiretti di Reggio Emilia per questa decisione che mette finalmente fine ad una situazione di profonda incertezza normativa e che sta assumendo portata nazionale. «Ci tengo a precisare – conclude il diretto-re Pasquali - che la sentenza non rappre-senta una agevolazione al mondo agricolo poiché è un’interpretazione che conferma la non assoggettabilità dei fabbricati rurali in quanto già compresi nelle tariffe d’esti-mo per la determinazione del reddito do-menicale».

I fabbricati rurali non pagano l’IciLa Commissione tributaria di primo grado accoglie le istanze degli agricoltori

Multe latte: negate le sospensiveColdiretti costituita nel giudizio a sostegno della legittimità delle intimazioni di Agea

Coldiretti si è affiancata ad Agea nel so-stenere le ragioni dei produttori di latte in regola per portare giustizia nell’annosa vicenda legata alle multe quote latte. Fi-nalmente il Tar del Lazio ci ha ripensato e ha negato le 350 sospensive. Coldiretti si è affiancata ad AGEA sostenendo la ripe-tuta violazione delle regole in materia di quote latte. «Il mancato pagamento del prelievo supplementare dovuto nel ca-so di produzione eccedente le quote as-segnate – commenta il Dott. Fausto Ca-stagnetti, responsabile economico del-la Coldiretti di Reggio Emilia, ha fatto sì che in questi anni si è avuta l’immissio-ne sul mercato di notevoli quantitativi di

latte a costi ridotti, con incidenza negati-va sul prezzo del latte ed evidente danno per i produttori che continuano a rispet-tare il regime comunitario delle quote». I Cobas del latte infatti avevano avvia-to in merito all’intimazioni di pagamen-to delle multe notificate da Agea i ricor-si al Tar del Lazio, che aveva disposto la sospensiva ed accolto la domanda dei ricorrenti volta a sospendere gli effetti delle intimazioni.Nel frattempo gli “splafonatori” hanno goduto degli stessi diritti dei produttori in regola, ottenendo l’assegnazione de-gli aumenti di quota, avvenuta con il pre-ciso presupposto da parte del legislato-

re che tutti i produttori eccedentari rego-larizzassero le proprie posizioni debitorie pregresse attraverso il versamento forte-mente diluito nel tempo tramite la rateiz-zazione ed inoltre ricevendo il contributo della Pac, che in base al decreto anticrisi dovevano essere trattenuti come “antici-po” sulle multe.«Finalmente il Tar del Lazio ha condivi-so la nostra posizione a difesa del settore agricolo – commenta il direttore Giovan-ni Pasquali - ed ora Agea potrà compen-sare le multe non versando i premi Pac ai debitori. Inoltre il mancato pagamento della rata comporta la perdita della quo-ta aggiuntiva».

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La nuova Ocm vino, organizzazione co-mune di mercato, è stata attuata in due fasi. La prima è entrata in vigore il 1° ago-sto 2008 e la seconda il 1° agosto 2009 ed interessa le pratiche enologiche, l’etichet-tatura e il nuovo sistema di protezione dei vini di qualità basato sul modello delle DOP e IGP.

Gli obiettivi della riformaLa riforma dell’Ocm vino è stata pensata per:• migliorare la competitività dei produt-

tori di vino,• rafforzare la notorietà dei vini di quali-

tà come i migliori vini del mondo,• recuperare vecchi mercati e conqui-

starne di nuovi,• istituire un regime vitivinicolo in grado

di salvaguardare le migliori tradizio-ni della produzione vitivinicola comu-nitaria, di rafforzare il tessuto sociale di molte zone rurali e di garantire che tutta la produzione sia realizzata nel ri-spetto dell’ambiente.

Le ragioni della riformaI motivi ed i perché della riforma, sono strettamente legati alla situazione del set-tore vitivinicolo comunitario, caratterizza-to da uno squilibrio di mercato, dato da un eccesso di produzione rispetto alla do-manda.Per eliminare questo squilibrio struttura-le è stata introdotta una misura trienna-le che finanzia l’estirpazione volontaria di vigneti. I surplus di produzione hanno di-vorato ingenti risorse pubbliche attraver-so le misure di mercato attuate dal pre-cedente Ocm vino (distillazioni, gli stoc-caggi e le restrizioni alle esportazioni). L’attuale riforma ha eliminato, o elimine-rà, i vecchi sostegni che si sono dimostra-ti inefficaci poichè riguardavano produ-zioni “fittizie” e distorsivi della libera con-correnza internazionale, non compatibili con le regole imposte dall’organizzazione mondiale del commercio (Wto).

L’Ocm vino è all’ultimo attoEcco quali sono le ultime norme attuate per la viticoltura

Le risorse disponibiliLe risorse disponibili della nuova Ocm vi-no, 1,3 miliardi di euro complessivi, sta-te assegnate ai singoli stati per sostene-re un programma nazionale di sostegno e per tutelare le loro differenti esigenze vi-tivinicole. La riforma, che all’Italia assegna 337 mi-lioni di euro al programma nazionale di sostegno, prevede inoltre il trasferimen-to di risorse aggiuntive allo sviluppo rura-le (misure agroambientali, primo insedia-mento, la formazione ed investimenti per le aziende vitivinicole) per un valore di 39 milioni di euro.

La condizionalità Con la riforma il settore viene assogget-tato alle norme sulla condizionalità e dal 1-1-2009 le superfici vitate sono diventate eleggibili all’aiuto disaccoppiato del regi-me di pagamento unico aziendale.L’estensione del rispetto della condizio-nalità sui vigneti riguarderà essenzialmen-te i beneficiari di contributi per la ristrut-turazione e riconversione vigneti e per l’estirpazione.La riforma inoltre ha previsto il passag-gio dal sistema attuale dei vini a deno-minazione DOC (denominazione d’origi-ne controllata) e IGT (indicazione geogra-fica tipica) al sistema delle DOP (denomi-nazione d’origine protetta) / IGP (indica-zione geografica protetta) con regole più rigorose per sostenere il vincente legame tra vino e territorio di produzione.

Ocm vino secondo attoL’ultima parte dell'Organizzazione comu-ne di mercato del settore vino è in vigore dal 1° agosto 2009.

Pratiche enologiche Rimane in vigore il sistema basato sulla li-sta positiva nella quale sono trascritte le pratiche attualmente utilizzate. Non è possibile produrre ed esportare vi-ni con pratiche non ammesse nell’Unione

Europea. I prodotti extra Ue possono es-sere importati solamente se conformi alle disposizioni previste dall’Oiv (Organizza-zione internazionale della vigna e del vi-no). Gli Stati membri possono prevedere delle norme più restrittive per i vini DOP-IGP e autorizzare pratiche sperimentali per un periodo limitato di tempo.

EtichettaturaLa novità rivelante è l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza e l’origine del-le uve utilizzate per la produzione del vi-no. Nelle etichette le altre indicazioni obbli-gatorie, salvo eventuali deroghe e modifi-che della circolare applicativa, sono:

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a) la categoria del vino;b) la classe del prodotto;c) il nome dell'Igp o Dop;d) la provenienza;e) il titolo alcolometrico effettivo;f) l'indicazione dell'imbottigliatore;g) l'indicazione dell'importatore (solo

per i vini confezionati da Paesi terzi);h) l'indicazione della tipologia zuccheri-

na (solo per gli spumanti).A queste si aggiungono le indicazioni di carattere generale, quali:a) il volume nominale del recipiente pre-

confezionato;b) la dicitura "contiene solfiti";c) l'indicazione del lotto;d) le indicazioni facoltative, quando im-

poste dai disciplinari dei vini a D.O.Le indicazioni obbligatorie devono es-sere "presentate in caratteri indelebi-li e chiaramente distinguibili dall'insieme delle altre indicazioni scritte e dei dise-

gni” ed inoltre devono essere nello stes-so campo visivo in modo da poter esse-re lette senza dovere girare il recipiente. Le etichette già stampate, sin qui in uso, possono essere utilizzate fino al 31 dicem-bre 2010, purché in regola con le disposi-zioni in vigore fino al 31 luglio 2008. A loro volta i vini con queste etichette possono essere posti in vendita fino ad esaurimen-to dai produttori e da qualsiasi venditore.Dal 1° gennaio 2011 si ha l'obbligo di ap-plicare totalmente le nuove regole.

Nuovo sistema di protezione dei vini di qualità basato sul modello delle DOP e IGPIl sistema di classificazione dei vini in vi-gore fino al 31 luglio 2009 prevedeva le diciture:• Vini da tavola (vdt) senza indicazione

geografica o con indicazione geogra-fica.

• Vini di qualità prodotti in regioni de-terminate (vqprd) doc o docg.

In base alle ultime modifiche introdotte dalla riforma i vini sono classificati nel se-guente modo:• Vini senza indicazione geografica (va-

rietali),• Vini con indicazione geografica Igp o

Dop.In tutti i disciplinari di produzione IGP è inserita la delimitazione della zona di vi-nificazione.Esistono delle liste varietali di vitigni da escludere per i cosiddetti "vini varietali" senza Dop e Igp. Con tali liste, differenziate tra vini spuman-ti e altri vini (tranquilli, frizzanti, ecc), l'uso in questione è stato circoscritto ad un nu-mero limitato di vitigni (per i tranquilli so-lo gli internazionali Cabernet Franc, Ca-bernet Sauvignon, Cabernet, Chardon-nay, Merlot, Sauvignon, Syrah).

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Esistono specifiche di impianti diverse per la pianura e per la collina.L’indicazione per i sesti di impianto in pia-nura sono:- per i vigneti a controspalliera e cordone

libero: 2,50-3,50 m tra le file e 1,00-1,60 m sulla fila;

- per i vigneti a doppia cortina: 3,80-4,00 m tra le file e 0,50-1,00 m sulla fila.

L’indicazione per i sesti di impianto in col-lina sono:- per i vigneti a controspalliera e Cordo-

ne libero: escludendo gli impianti molto fitti, le distanze d’impianto vanno scel-te in relazione alle attrezzature azienda-li e alle modalità di gestione che si in-tendono adottare, 2,00-3,20 m tra le file 0,80-1,30 m sulla fila;

- per i vigneti a Casarsa: 2,50-3,20 m tra le file, 1,00-1,60 m sulla fila;

- per i vigneti a doppia cortina: 3,80-4,00 m tra le file e 0,50-1,00 m sulla fila.

conseguenti mentre per il reimpianto co-me rimborso dei costi dell’impianto.Le spese eleggibili sono quelle sostenute nel periodo successivo alla comunicazio-ne dell’ammissibilità da parte della pro-vincia e fatturate entro il 15/03/2010.Fanno eccezione le spese sostenute per l’acquisto di materiali (pali, barbatelle, fi-li, ancore, tiranti, ecc) che possono essere fatturate dopo la presentazione della do-manda.La novità del 2010 in merito alla rendicon-tazione finanziaria degli interventi è che il beneficiario deve dimostrare di avere pa-gato i materiali e i servizi attraverso boni-fico, ricevuta bancaria o bollettino posta-le tramite conto corrente.

ImpiantiI vigneti ristrutturati e riconvertiti devono essere idonei alla meccanizzazione par-ziale o totale.

La scadenza per la presentazione delle domande di ristrutturazio-ne e riconversio-ne dei vigneti è il 15 gennaio 2010.

BeneficiariPossono presentare domanda gli impren-ditori agricoli singoli e associati condutto-ri di superfici vitate o detentori di diritti di reimpianto.Condizioni per presentare la domanda di PRRVLa superficie minima oggetto dell’inter-vento è pari a 5.000 mq.Al momento della presentazione della domanda di aiuto, il richiedente deve es-sere in possesso di un diritto di reimpian-to in portafoglio oppure avere presentato all’Amministrazione competente per terri-torio almeno una domanda di:• reimpianto anticipato;• estirpazione e reimpianto nella stessa

campagna;• sovrainnesto o modifica del sistema di

allevamento.

Interventi ammissibili, spese e contri-butoGli interventi previsti che possono usufru-ire del sostegno comunitario alla ristruttu-razione e alla riconversione dei vigneti di uva da vino sono i seguenti:1) la riconversione varietale mediante

reimpianto o sovrainnesto con una va-rietà diversa più rispondente alle esi-genze del mercato;

2) ristrutturazione dei vigneti con sistemi razionali e idonei alla meccanizzazio-ne.

Il sostegno alla ristrutturazione e alla ri-conversione, concesso in conto capita-le non può superare il 50% del costo del-le opere (esclusa Iva) delle opere realizza-te. Il contributo può essere erogato in ba-se alle diverse azioni scelte dal produtto-re. Per l’estirpazione è corrisposto come compensazione per le perdite di reddito

Ristrutturazione e riconversione dei vigneti 2009/2010

Angelo Cabassi

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Al via la misura per la competitività delle aziende agricole

La scadenza per la presentazione del-la domanda del-la misura 411 – as-se 5 è il 12 aprile 2010

Il 16 novembre 2009 sono stati pubblicati i primi bandi relativi all’Asse 4 del Piano di Sviluppo Rurale, i quali prevedono aiuti che hanno come obiettivo il raggiungimento de-gli obiettivi dell’Asse 1, ovvero il migliora-mento della competitività del settore agri-colo e forestale. Questi interventi sono ge-stiti dal Gruppo di Azione Locale (GAL) An-tico Frignano e Appennino Reggiano inter-venendo nel territorio delle Comunità Mon-tane dell’Appennino Reggiano e Modenese sulla base di un Piano di Azione Locale (PAL) approvato dalla Regione.I bandi approvati riguardano 2 azioni della misura 411:- AZIONE 3 – Attivazione della misura 121

“Ammodernamento delle aziende agrico-le”

- AZIONE 5 - Attivazione della misura 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli forestali”

AZIONE 3Oggetto degli investimentiIl presente bando prevede il finanziamento solo per strutture e attrezzature per la lavora-zione, trasformazione, commercializzazione delle produzioni aziendali (mini caseifici, la-boratori, punti vendita).

Beneficiari Possono beneficiare dei contributi le impre-se agricole, anche in forma aggregata quale quella cooperativa e di Associazione tempo-ranea di impresa che: • deve ricadere con il centro aziendale e con

la prevalenza della superficie agricola uti-lizzabile nei territori della Comunità Mon-tana;

• effettuano investimenti sul territorio della Comunità Montana;

• presentano un piano di investimenti coe-renti con gli obbiettivi del presente pro-gramma e conforme alle indicazioni dei

successivi strumenti attuativi;• si impegnano a condurre l’azienda per al-

meno 5 anni;Il conduttore dell’azienda deve rispondere alla definizione di Imprenditore agricolo ai sensi dell’art. 2135 del Codice Civile.

Aziendaha per oggetto l’esercizio dell’attività agrico-la in forma esclusiva;dimostra un livello minimo di redditività eco-nomica, un volume minimo di lavoro e ade-guate conoscenze e competenze;in caso di società almeno un socio deve ave-re la caratteristica di imprenditore agricolo;la durata della società deve essere pari alme-no al periodo di vincolo degli investimenti;

Entità all’aiutoLe aziende hanno diritto ad un contributo a fondo perduto che va dal 35 al 50% sull’inve-stimento da realizzare.

MassimaleL’investimento massimo ammissibile per Pia-no è pari a euro 150.000,00 di spesa per unità lavorativa. Per l’intero periodo di applicazio-ne la somma dei vari piani non può supera-re euro 1.200.000,00 per le imprese agricole e euro 3.000.000,00 per le cooperative agri-cole e le ATI .

Disponibilità finanziariaLa disponibilità finanziaria che il PAL Appen-nino Modenese e Reggiano assegna agli in-terventi oggetto del presente avviso è pari a euro 529.091,00 e sarà impegnata a favo-re delle domande di contributo validamente presentate e per gli importi ammessi in sede di istruttoria tecnica secondo la graduatoria delle domande ammesse predisposta sulla

base dei criteri di priorità stabiliti nel bando.

AZIONE 5:Oggetto degli investimentiIl presente bando prevede il finanziamento per investimenti per la realizzazione, ristrut-turazione, ammodernamento di impianti di condizionamento, trasformazione, commer-cializzazione dei prodotti della filiera agroin-dustriale che utilizzano in prevalenza mate-ria prima proveniente dai territori della Co-munità Montana

BeneficiariSono ammesse all’aiuto le microimprese e le piccole imprese che svolgono attività di tra-sformazione e commercializzazione come le cooperative, i consorzi forestali e imprese agro forestali iscritte.

Massimali- spesa minima 100.000,00 euro- spesa massima 1.000.000,00 euro

Entità all’aiutoL’aiuto è pari al 40% della spesa ammissibile.

Disponibilità finanziariaLa disponibilità finanziaria che il PAL Appen-nino Modenese e Reggiano assegna agli in-terventi oggetto del presente avviso è pa-ri a euro 400.00,00 e sarà impegnata a favo-re delle domande di contributo validamente presentate e per gli importi ammessi in sede di istruttoria tecnica secondo la graduatoria delle domande ammesse predisposta sulla base dei criteri di priorità stabiliti nel bando.Per ulteriori informazioni, chiarimenti e per iniziare l’iter di presentazione delle doman-de è possibile rivolgersi presso gli uffici del-la Coldiretti.

Gabriele Comparoni

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conseguenze dei processi industriali attra-verso i quali passa il latte, nell’80% dei ca-si straniero, posto in commercio. Per il presidente di Coldiretti Marino Za-ni illustrare i vantaggi del latte crudo si-gnifica “proporre un virtuoso esempio di filiera corta tutta italiana, che aiuti gli agri-coltori tutelando allo stesso tempo i con-sumatori. È al tempo stesso un modo per promuovere un prodotto legato al territo-rio, i cui benefici nutrizionali e nutraceu-tici sono validati da un’autorevole biblio-grafia scientifica ma ancora tenuti troppo

nascosti”. Alle assodate caratteristiche positive del latte crudo si aggiungono la garanzia dell’origine certa e della professionalità degli allevatori. “Occorre – ha sottolineato il direttore Giovanni Pasquali - percorrere politiche che assicurino un prezzo sostenibile per gli imprenditori agricoli permettendo lo-ro di rimanere in gioco. Per molti produt-tori la scelta del latte crudo può diventare una integrazione al reddito da Parmigia-no Reggiano».Assoluto sostegno è stato assicurato in conclusione di convegno da Secondo Ma-laguti della Confconsumatori. L’associa-zione dei consumatori ha sempre guar-dato con favore le iniziative a favore del-la vendita diretta del latte, così come tutte quelle volte ad accorciare la filiera.A conclusione della settimana del latte, in piazza Fontanesi durante il mercato conta-dino i produttori di latte crudo della Col-diretti hanno portato la Mucca Margheri-ta per farla mungere ai bambini regalando loro un’esperienza indimenticabile e fa-cendoli rincasare con una bottiglia di lat-te crudo e tante curiosità in più.Inoltre il 20% degli incassi della settima-na del latte i produttori li hanno destinati in beneficenza a “Progetto Pulcino” per la raccolta fondi a favore di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia a cui verranno consegnati entro la fine dell’anno.

Si è conclusa con successo la settimana del latte, un’iniziativa di informazione e sensibilizzazione dei consumatori sull’uti-lizzo del latte crudo, prodotto di cui non tutti conoscono i pregi nutrizionali e le ca-ratteristiche di salubrità. Scopo della set-timana è stato quello di valorizzare il lat-te italiano, salvaguardare il reddito e la professionalità dei produttori e garantire il consumatore. La vendita diretta di latte crudo è un esempio importante di filiera tutta agricola e tutta italiana grazie all’im-pegno dei numerosi imprenditori agrico-li che operano con professionalità e che collaborano a questa iniziativa. Infatti, il mercato del settore lattiero caseario italia-no vive paradossi che stanno mettendo in drammatica difficoltà le imprese agricole. Solo a Reggio Emilia si producono oltre 5 milioni di quintali di latte e se ne importa-no 2,6 milioni, in forma di latte sterile, ca-gliate, polvere di latte o caseine che ven-gono impiegati dalle industrie lattiero ca-searie locali e arrivano sulle tavole in mo-do anonimo, e a volte vengono addirittura spacciati per italiani. AlI’interno di “Casa e Tavola”, nella sede delle Fiere di Reggio Emilia, la settima è stata aperta da un convegno dal titolo: “Il latte crudo: un vantaggio per tutti”: si è trattato di un momento di informazione e approfondimento sulle qualità e potenzia-lità del latte crudo, evidenziando anche le

La settimana reggiana del latte crudo

Page 15: Il Coltivatore Reggiano

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Si sono incontrati in due differenti gior-nate, a Castelnovo ne’ Monti e a Reggio Emilia, una cinquantina di giovani agricol-tori provenienti da tutta la provincia per le assemblee di Coldiretti Giovani Impre-sa. Tanti i temi affrontanti nel corso delle due riunioni: si va dalla crisi commercia-le del Parmigiano Reggiano alla situazio-ne dei settori vinicolo e suinicolo reggia-no. Ma si è parlato anche di politica sin-dacale dell’organizzazione, di coopera-zione, del patto con il consumatore lega-to ai mercati di Campagna Amica e alla vendita diretta. L’Associazione riunisce i giovani fino ai trent’anni soci di Coldiretti o appartenen-ti a nuclei familiari di agricoltori già iscritti.Le finalità consistono nel promuovere una crescente professionalizzazione della fi-gura dell’agricoltore, con un occhio di ri-guardo alle novità economiche e politiche che coinvolgono il mondo rurale. I giovani agricoltori saranno di fatto i nuovi dirigen-ti Coldiretti del futuro: è per questo che tra gli obiettivi principali, vi è quello di fa-re proseguire l’attività sindacale dell’Or-ganizzazione anche attraverso un oppor-tuno coinvolgimento e una continua cre-scita imprenditoriale e di categoria da parte delle giovani leve. Solo così si riusci-

Giovani Impresa di Reggio in assemblearà a garantire un proficuo ricambio gene-razionale e la costante validità delle scelte dell’Organizzazione in un mondo agricolo in continuo movimento e cambiamento.È interessante rilevare come tra gli argo-menti scelti dai giovani imprenditori agri-coli per creare occasioni di approfondi-mento spicchino le agroenergie.Hanno partecipato ai due meeting il Pre-sidente Coldiretti Marino Zani, il direttore Giovanni Pasquali, il segretario regiona-le di Coldiretti Giovane Impresa Sara Pa-raluppi e il segretario provinciale di Col-diretti Giovane Impresa di nuova nomina

Alessandro Guidetti. Guidetti è un tecnico di 30 anni della Col-diretti reggiana che opera nella zona di Reggio Emilia e Montecchio avendo la re-sponsabilità del settore tecnico.Al termine degli incontri tutti hanno con-cordato sull’importanza di analizzare le at-tuali congiunture economiche e di merca-to per fornire risposte sempre più incisive alla crisi del consumo e alla necessità di innovazione del comparto.Per informazioni e iscrizioni, ci si può ri-volgere ad Alessandro Guidetti, tel. 0522-936046.

Insieme per raccogliere fondi TelethonIn vista del Natale i giovani imprendito-ri e le imprenditrici della Coldiretti so-no stati impegnati nelle piazze reggia-ne con Telethon per sostenere la ricer-ca con iniziative concrete di solidarietà.Nei mercati agricoltori e nelle iniziati-ve di piazza promossi da Coldiretti in-fatti sono stati messi in vendita sac-chetti “Campagna amica sta con Te-lethon” con una punta di Parmigiano Reggiano al prezzo di dieci euro, me-tà dei quali devoluti per sostenere la ricerca. Su tutto il territorio regionale e nazio-nale Coldiretti si è impegnata con i prodotti locali devolvendo un’offerta a scopo di solidarietà.

Proprio mentre stiamo accelerando nel-la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, per restituire redditività alle im-prese agricole e dare risposte ai cittadi-ni consumatori, questo impegno a favo-

re di Telethon conferma il ruolo di forza sociale della Coldiretti. «Contribuire alla buona riuscita di una delle più importanti iniziative di solida-rietà nel nostro Paese – commenta Ma-rino Zani, presidente della Coldiretti reggiana - significa per noi riaffermare i principi etici che costituiscono parte in-tegrante del nostro progetto economi-co e per Telethon la possibilità di far pro-gredire la scienza e avanzare sempre più per trasformare la ricerca in terapie di-sponibili». L’iniziativa a favore della ricerca è stata condotta da Coldiretti Giovani Impresa in collaborazione con Coldiretti Donne Impresa.

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Sono loro che, grazie a sane abitudini ali-mentari e di vita, trasmettono ai più gio-vani uno stile di vita teso a privilegia-re prodotti naturali e di qualità: i non-ni reggiani svolgono un ruolo importan-te di educazione per le nuove generazio-ne. Sono molto longevi e naturalmente in crescita costante, a causa di una speranza di vita che prevede in media di raggiun-gere gli ottant’anni alla popolazione ma-schile, mentre quella femminile tocca ad-dirittura la soglia degli 84 anni. I pensio-nati della Coldiretti reggiana che supera-no i 65 anni sono circa 6.000, secondo i dati diffusi dall’Associazione pensionati in occasione della Festa dei Nonni.Inoltre, nel 2050 ben 35 cittadini italiani su cento saranno “anziani” (30 per cento nella media europea), secondo le proie-zioni comunitarie.Ai nonni va il merito di conservare una tradizione alimentare legata al consumo quotidiano di pane, pasta, frutta e verdu-ra e, perché no, la sana e consolidata abi-tudine del tradizionale bicchiere di lam-brusco consumato a tavola a stomaco pieno, seguendo i principali criteri della dieta mediterranea e con una forte atten-zione alla propria salute. La preferenza ai prodotti di campagna provenienti dal-

Festa dei nonni: in forma gli over 65 reggiani

la nostra terra è un’altra eredità che vie-ne trasmessa a figli e nipoti: questi ultimi sono troppe volte fuorviati da modelli di vita sedentari e allettati da prodotti che possiedono ben poco di naturale e sano.Paradossalmente, la nuova generazio-ne è la prima che rischia di vedere ridot-ta la propria longevità e di correre gros-si rischi per la salute a causa del crescen-te tasso di obesità, di diabete, e di pro-blemi vascolari, tutti legati a una scorret-

ta alimentazione. L’Associazione pensio-nati della Coldiretti sono molti attenti a questi argomenti e proprio su questi ver-terà la prossima assemblea elettiva che si svolgerà all’inizio del 2010. L’Associazio-ne rappresenta una categoria di pensio-nati molto attivi, che organizzano nume-rose iniziative che si rivolgono a vari strati della popolazione.Per informazioni sulle attività è possibile contattare la Segreteria allo 0522 936004.

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Comprende:Viaggio andata e ritorno in pullman, 14 notti in hotel di categoria 4 Stel-le in camere doppie con servizi priva-ti, trattamento di pensione comple-ta con acqua e vino ai pasti, servizio di facchinaggio bagaglio in arrivo e in partenza dall’hotel.

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Per informazioni e prenotazioni 0522 936004 – 0522 936009Organizzazione tecnica Nuova Planetario

Soggiorni Pensionati

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Quote latte: novità e adempimentiRevoca della quota latteL’azienda agricola che produce lat-te per Parmigiano Reggiano e che consegna nel corso del periodo compreso tra aprile 2009 e la fine di marzo 2010 meno del 70% del-la propria quota subirà, a partire da aprile 2010, una riduzione del-la quota pari a al quantitativo non consegnato. La riduzione non viene applicata se il latte viene consegnato in minor quantità per cause di forza maggio-re quali:• esproprio di parte della superficie

agricola utilizzata per la produzio-ne,

• decesso del produttore,• furto o perdita di parte del patri-

monio bovino, • calamità naturale grave che colpi-

sce parte della superficie, • distribuzione dei fabbricati desti-

nati all’allevamento,• epizoozie e altre cause sanitarie

certificate dall’autorità sanitaria che compromettono la produzio-ne lattiera.

Nel caso del verificarsi di una delle precedenti cause l’azienda deve

farne comunicazione alla regione entro trenta giorni.È importante la tempestività nella comunicazione perché l’affitto in corso di periodo non è considerato come utilizzo di quota.

Compensazione prelievo quote latteLa compensazione della produ-zione lattiero casearia nazionale dall’annata 2009/2010 cambierà completamente le sue regole.Le priorità sulla restituzione del su-perprelievo si sono in parte modifi-cate. Si confermano quelle relative alle aziende con prelievo non dovu-to, quelli in zona montana e quelle in zona svantaggiata. Ora si aggiun-gono le nuove priorità che sono: • azienda che hanno prodotto in

quota nella campagna 2007/2008 e che non hanno venduto quota latte,

• aziende che non hanno superato di oltre il 6% la propria quota.

Le somme residue non restituite confluiranno in un fondo per inter-venti del settore lattiero caseario.

Furto alla Piccola Proprietà Contadina?

Prossime scadenze

Aiuti alle Imprese agricole

15 gennaio 2010OCM vinoAiuti per la ristrutturazione e conver-sione dei vigneti

22 febbraio 2010Contributi per l’apicolturaAiuti per la formazione e l’assistenza tecnica, lotta alla varroasi, per la tran-sumanza, per il sostegno dei labora-tori di analisi, per il ripopolamento del patrimonio apicolo e per la ricerca

28 febbraio 2010Misura 121Scadenza bando per aiuti investimenti aziende agricole dal 35 al 50% a fondo perduto(il prossimo bando scade il 30 settem-bre

12 aprile 2010Misura 411 azione 3Aiuti investimenti aziende agricole dal 35 al 50% a fondo perduto solo in Co-munità Montana solo per la realizza-zione di punti vendita e per la trasfor-mazione di prodotti agricoli aziendali.

12 aprile 2010Misura 411 azione 5Aiuti investimenti a piccole imprese che svolgono attività di trasformazio-ne e commercializzazione (es. caseifici) al 40% a fondo perduto solo in Comu-nità Montana solo per la realizzazione di punti vendita e per la trasformazio-ne di prodotti agricoli aziendali.

31 maggio 2010Misura 112Scadenza bando per aiuti al 1° inse-diamento da 15.000 a 40.000 euro a fondo perduto(il prossimo bando scadrà il 30 settem-bre 2010)

16 marzo 2010Versamento del saldo Iva dell’ultimo trimestre 2009

16 maggio 2010Versamento Iva per il primo trimestre 2010

L’agevolazione concessa agli agricolto-ri in base alla quale in presenza di ac-quisto di terreni agricoli è dovuta sol-tanto l’imposta catastale dell’1% men-tre le imposte di registro e ipotecaria sono dovute nella sola misura fissa di 168 euro (anzichè nella misura del 18%). Questa agevolazione sembra non ven-ga prorogata dopo ben 55 anni di ap-plicazione.Se l’agevolazione non viene confermata nella prossima finanziaria l’acquisto dei terreni agricoli può trovare una analoga agevolazione mediante la costituzio-ne al momento dell’acquisto del com-pendio unico. L’istituto del compendio unico consiste in una estensione di ter-reno necessaria per il raggiungimento del livello minimo di redditività deter-

minato dai piani regionali di sviluppo.Il compendio unico consiste nell’acqui-sto del terreno con l’impegno a non fra-zionarlo e a coltivarlo per almeno die-ci anni. Questo impegno deve risulta-re da una dichiarazione dell’acquirente stesso al momento del rogito. Qualo-ra questo vincolo non venisse rispetta-to l’acquirente dovrà pagare tutti le im-poste non versate maggiorate degli in-teressi e di un’ulteriore somma pari al 50% delle imposte medesime.I terreni che vengono acquistati con le agevolazioni del compendio unico mantengono l’indivisibilità anche per trasferimenti a causa di morte. Sono nulli inoltre tutte le disposizioni testa-mentarie che hanno per oggetto il fra-zionamento del compendio unico.

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Entro il 31 dicembre 2009 occorre pagare il canone 2010 dei pozzi irrigui e zootecnici co-me da delibera sulle “determinazioni in ma-teria di canoni e di spese istruttorie per le derivazioni di acqua pubblica”.Indicativamente la maggior parte dei pozzi hanno derivazioni in concessione preferen-ziale per cui i “pozzi irrigui” devono pagare 7,60 euro mentre la maggior parte dei “pozzi zootecnici” pagano 150,00 euro.Il versamento può essere effettuato tramite:• Bonifico bancario va effettuato sul c.c

000003010203 intestato a Tesoreria Re-gione Emilia-Romagna – Unicredit Ban-ca S.p.a., sede di via Indipendenza 11 Bo-logna. Le coordinate bancarie sono IBAN IT42I0200802450000003010203.

• Bollettino postale invece va effettuato sul c.c.p. 23204563 intestato a Regione Emi-lia Romagna – canone di concessione per l’utilizzo del Demanio idrico - Bologna.

Il canone è da pagare con causale versamen-to “CANONE CONCESSIONE D.a.p. - Prat. n. _________ Anno 2010 STB Enza e Sx Sec-chia – R.E”. Chiunque non ha pagato il canone 2009 lo scorso anno può pagarlo unitamente al ca-none 2010.Gli uffici della Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Pagamento canone pozzi 2010

Sono tante le difficoltà legate all’utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura: tali sostan-ze, se utilizzate in maniera scorretta, sono nocive per il lavoratore e per il consumatore finale, e per questo devono essere utilizzate con grande cautela.L’utilizzo della manodopera straniera, le di-mensioni ridotte delle aziende agricole dif-fuse sul territorio provinciale, l’estrema diffu-sione di tali prodotti, sono solo alcune delle criticità che hanno reso indispensabile l’avvio di un progetto di formazione dedicato a una maggiore conoscenza delle caratteristiche di tali sostanze e al loro impiego efficace e sicu-ro in agricoltura.L’obiettivo è quello di monitorare al massimo il loro impiego attraverso un uso informato e consapevole, affinché non sia dannoso per la salute e ai sensi della normativa vigente. In tal modo, sarà maggiormente tutelato l’agri-coltore in fase di lavorazione, e sarà evitata la dispersione di fitosanitari. L’Azienda Asl si è fatta carico di elaborare nel dettaglio il progetto e Coldiretti, assieme al-le altre associazioni di categoria, si è resa di-sponibile a promuovere l’iniziativa presso le aziende agricole associate e di raccogliere le adesioni.Tale intervento si articolerà con l’interven-to di esperti che si recheranno nelle azien-de per un’analisi personalizzata dei fabbiso-gni formativi e delle necessità di utilizzo dei prodotti fitosanitari.Attraverso l’illustrazione del materiale infor-mativo che sarà consegnato a ogni impresa agricola, si cercheranno soluzioni individuali condivise per l’utilizzo corretto delle sostan-ze e l’adeguamento agli obblighi legislativi senza subire alcuna sanzione.Gli uffici di Coldiretti sono a disposizione per chiarimenti e la raccolta delle adesioni degli interessati.

Imparare a utilizzare i prodotti fitosanitari

Il Servizio Fitosanitario Regionale ha ema-nato le nuove prescrizioni per il 2010 con-tro il parassita Diabrotica virgifera virgife-ra (Le Conte) che interessa la coltura del mais. L’intera regione Emilia Romagna è stata dichiarata “zona infestata”.In alcune zone (le province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia e alcune zone in provincia di Mo-dena è vietato il ristoppio del mais per più di due anni consecutivi, eccetto la semina del mais effettuata in data successiva al 1° giugno 2010.E’ inoltre vietato trasportare verso altre re-gioni italiane e i paesi della Comunità eu-ropea non ancora interessati da infestazio-ni di Diabrotica piante o parti di piante di mais allo stato fresco, compreso il trinciato integrale e il pastone di pannocchie, non-ché esportare del terreno che abbia ospi-tato mais nell’anno in corso o in quello precedente. E’ possibile ottenere delle specifiche de-roghe a tali prescrizioni, tramite il Servizio Fitosanitario Regionale e i Consorzi Fito-sanitari Provinciali entro il 31 marzo 2010 e comunque prima dell’avvio delle semi-ne. Per la predisposizione e l’inoltro della richiesta di deroga vi invitiamo a passare presso gli uffici Zona Coldiretti.

Prescrizioni per il Diabrotica Virgifera

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Tanti auguri nostranie genuini da Coldiretti

Carissimi, buon natale! Si, lo ripe-tiamo: buon nata-le! Perché nella si-tuazione in cui ci troviamo questo augurio e questo impegno acqui-stano un significa-

to ancora più importante ed eloquente.La nascita di gesù è un valore aggiunto alla nostra esistenza, non è legata al no-stro benessere, alla sicurezza economica, alla giustizia degli uomini. Queste condi-zioni di vita non potranno mai essere del tutto e per tutti assicurate allo stesso mo-do: ci saranno sempre periodi in cui es-se per questi o per quelli sono più o me-no favorevoli, maggiormente affermate e disconosciute in un dinamismo di cresci-ta e di trasformazione di cui non possia-mo scandalizzarci o meravigliarci, ma che dobbiamo accettare perché è nella sa-pienza della pasqua e nella presenza del regno di dio, che è messo come lievito nella farina, perché faccia lievitare tutta la massa.Più sobrietà, meno ricchezza non vuol di-re meno felicità e meno salvezza; anzi, a volte, è proprio attraverso l’esperienza del limite e dell’insufficienza delle cose

che sperimentiamo la solidarietà, la fra-ternità, il valore dell’amicizia e della ca-rità.Ed è proprio in questa logica, che c’impe-gniamo a fare buon natale anche in tem-pi difficili perché siamo ancora più dispo-nibili ad apprezzare la nascita di gesù con tutto il suo messaggio “di pace” per tutti gli uomini ai quali dio assicura il suo amo-re. Noi, infatti, “siamo messi alla prova ma non schiacciati, non siamo riconosciu-ti ma neppure rinnegati, perseguitati ma non uccisi”; pertanto accettiamo e valu-tiamo questo tempo difficile non per ar-renderci ma per rinnovarci, per gridare la nostra presenza e far sentire la bontà del-le nostre opere. Continuiamo a rispettare la terra e “la terra darà il suo frutto”, non ci farà forse essere i più ricchi ma basta ci dia salute, Ben-essere nella qualità della vita, pace e sicurezza del pane quotidiano. Sarà allo-ra un natale ancora più vero, più vicino a quello di gesù che “da ricco che era si è fatto povero per arricchire molti” e dalla mangiatoia di una stalla e dall’alto di una croce gloriosa, ci ha assicurato la fedeltà di un padre che lo ha proclamato figlio di dio, nostro salvatore e redentore.A tutti, quanti sono in difficoltà, quanti

Natale: Dio da ricco che era si è fatto povero

sono anziani e ammalati, l’augurio di un buon natale; con i pastori di betlemme andiamo alla grotta di gesù per impara-re nella sobrietà a non sprecare le picco-le cose della natura e ritorniamo alle ca-se dei fratelli del mondo portando pane genuino, buon latte e carne sana alle lo-ro tavole. Don Angelo

Don Angelo

Il presidente Marino Zani,

il direttore Giovanni Pasquali, il Consiglio Coldiretti,

l’Epaca, l’Associazione Pensionati, “Giovani Impresa”,

“Donne Impresa”, il personale Coldiretti e Impresa Verde,

Don Angelo Guidetti e la redazione

augurano a tutti i lettori de “Il Coltivatore reggiano”

SERENE FESTIVITÀ

Tanti auguri nostranie genuini da Coldiretti

Correggio, Madonna che adora il bambino

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