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Se potessi consigliare una gita, senza dubbio, sarebbe quella in Sarde- gna. Oltre ad essere una me- ravigliosa isola, è una delle poche località che offre la possibilità di trascorrere una settima- na “alternativa”, e per alternativa intendo dav- vero, davvero divertente, dove non è necessario camminare km e km per visitare una città o starsene muti ll’interno di un museo. Non metto di certo in discussione l’interesse o la cultura che si acquisisce con questo particolare tipo di gita, anzi! Tuttavia per poter dire di aver davvero visitato un pae- se, una città ecc, biso- gna approcciarsi con la nuova cultura, ma la maggior parte delle volte questo avviene in modo passivo: camminare, stancarsi ed ascoltare per ore una guida, ma- gari non con la necessa- ria attenzione. Ci siamo passati tutti! Poi c’è an- che il fatto che le nuove tecnologie ormai ci per- mettono di fare pratica- mente tutto, anche visi- tare virtualmente un museo da casa propria. Quello che sto cercando di dire è che l’approccio con la novità avviene anche tramite i piccoli dettagli, quelli che in una città a volte sfuggo- no o non si fa in tempo a trovare, vedere. La vela fornisce l’occasione di vivere questa espe- rienza dell’apprendimento in modo attivo: sei tu, in prima persona e soprat- tutto sul campo, a darti da fare per far muovere dal nulla una barca e mantenere vivo lo spiri- to di squadra. Proprio per questo la barca a vela è un’esperienza di gran lunga più eccitante e che consente di ester- nare quella parte del nostro carattere che, per alcuni, rimane na- scosta durante il perio- do scolastico. Lasciando da parte la spiegazione teorica che può magari, alle vol- te,non essere molto in- trigante, di certo posso dire che l’esperienza in mare è sensazionalmen- te più entusiasmante: dopo che si ha preso la mano, la vela diventa divertimento, sfogo, a- micizia e libertà. “Imparare divertendosi” potrebbe essere un tito- lo che darei a questi momenti, proprio per- ché ritengo che sia il metodo migliore di ac- quisire nuove conoscen- ze e, tuttora, dopo circa un anno dalla gita, cre- do di ricordarmi molte delle cose che mi sono state dette sulla vela. A chi non fosse ancora convito o abbastanza esaltato all’idea di parti- re per una gita così bel- la (che, comunque sia, rifarei volentieri!), vorrei consigliare di focalizzare la propria attenzione su quanta libertà venga data, libertà vista come maggiore responsabilità ad autonomia (cucinare da soli, vivere insieme alle persone del nostro quotidiano), imparare a conoscersi meglio e mi- gliorare il rapporto con i professori. Per i più te- stardi dico solo: costu- me, mare e tanto, tanto sole! Insomma, parlan- do a nome di tutta la 4F, mi sento di consi- gliare questa gita a chi- unque abbia senso del divertimento e in parti- Anno 11° numero 1 Diario di un viaggio speciale di Stefania Mariani 4F Data Maggio 2011 LICEO MAJORANA DESIO Ritrovo presso la sede della scuola alle ore 6:45 del 9 maggio partenza in pullman per Malpensa check in ore 8:55 volo per Olbia alle 10:45 arrivo alle 12:10 a Olbia da Ol- bia trasferimento in pullman al villaggio Isuledda inizio corso. Rientro sabato 14 maggio partenza dal villaggio ore 12:00 check in alle 14:55 arrivo a Milano Malpensa alle ore 18:05 trasferimento da Malpensa con pullman verso la sede della scuola arrivo a scuola ore 19 :30 circa Giornale di Bordo Piano di viaggio Sommario Chi Siamo 2 Isuledda 3 I nostri pensieri 4 Giornata tipo 14 Arte marinaresca 15 Programma del giorno 17 Giornale di bordo 18 Letteratura nautica 21

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Se potessi consigliare una gita, senza dubbio, sarebbe quella in Sarde-

gna.

Oltre ad essere una me-ravigliosa isola, è una delle poche località che offre la possibilità di trascorrere una settima-na “alternativa”, e per alternativa intendo dav-vero, davvero divertente, dove non è necessario camminare km e km per visitare una città o starsene muti ll’interno di un museo. Non metto di certo in discussione l’interesse o la cultura che si acquisisce con questo particolare tipo di gita, anzi! Tuttavia per poter dire di aver davvero visitato un pae-se, una città ecc, biso-gna approcciarsi con la nuova cultura, ma la maggior parte delle volte questo avviene in modo passivo: camminare, stancarsi ed ascoltare per ore una guida, ma-gari non con la necessa-ria attenzione. Ci siamo passati tutti! Poi c’è an-che il fatto che le nuove tecnologie ormai ci per-mettono di fare pratica-mente tutto, anche visi-tare virtualmente un

museo da casa propria. Quello che sto cercando di dire è che l’approccio con la novità avviene anche tramite i piccoli dettagli, quelli che in una città a volte sfuggo-no o non si fa in tempo a trovare, vedere. La vela fornisce l’occasione di vivere questa espe-rienza dell’apprendimento in modo attivo: sei tu, in prima persona e soprat-tutto sul campo, a darti da fare per far muovere dal nulla una barca e mantenere vivo lo spiri-to di squadra. Proprio per questo la barca a vela è un’esperienza di gran lunga più eccitante e che consente di ester-nare quella parte del nostro carattere che, per alcuni, rimane na-scosta durante il perio-

do scolastico.

Lasciando da parte la spiegazione teorica che può magari, alle vol-te,non essere molto in-trigante, di certo posso dire che l’esperienza in mare è sensazionalmen-te più entusiasmante: dopo che si ha preso la mano, la vela diventa divertimento, sfogo, a-

micizia e libertà.

“Imparare divertendosi” potrebbe essere un tito-lo che darei a questi momenti, proprio per-ché ritengo che sia il metodo migliore di ac-quisire nuove conoscen-ze e, tuttora, dopo circa un anno dalla gita, cre-do di ricordarmi molte delle cose che mi sono

state dette sulla vela.

A chi non fosse ancora convito o abbastanza esaltato all’idea di parti-re per una gita così bel-la (che, comunque sia, rifarei volentieri!), vorrei consigliare di focalizzare la propria attenzione su quanta libertà venga data, libertà vista come maggiore responsabilità ad autonomia (cucinare da soli, vivere insieme alle persone del nostro quotidiano), imparare a conoscersi meglio e mi-gliorare il rapporto con i professori. Per i più te-stardi dico solo: costu-me, mare e tanto, tanto sole! Insomma, parlan-do a nome di tutta la 4F, mi sento di consi-gliare questa gita a chi-unque abbia senso del divertimento e in parti-

Anno 11° numero 1

Diario di un viaggio speciale di Stefania Mariani 4F

Data Maggio 2011

L I C E O M A J O R A N A D E S I O

Ritrovo presso la sede della scuola alle ore 6:45 del 9 maggio partenza in pullman per Malpensa check –in ore 8:55 volo per Olbia alle 10:45 arrivo alle 12:10 a Olbia da Ol-bia trasferimento

in pullman al villaggio

Isuledda inizio corso.

Rientro sabato 14 maggio partenza dal villaggio ore 12:00 check in alle 14:55 arrivo a Milano Malpensa alle ore 18:05 trasferimento

da Malpensa con pullman verso la sede della scuola arrivo a scuola ore 19 :30

circa

Giornale di Bordo

Piano di viaggio

Sommario

Chi Siamo 2

Isuledda 3

I nostri pensieri 4

Giornata tipo 14

Arte marinaresca 15

Programma del giorno 17

Giornale di bordo 18

Letteratura nautica 21

Davide Brugola

Roberto Ciucci

Arianna Ciuffreda

Nicolò D’Argento

Michele dell’Orto

Lorenzo Galotti

Cristian Ierardi

Ezio Marchetti

Lorenzo Marzano

Ivan Mauri

Tuta

Calze in numero sufficiente e

qualcuno di lana

Scarpe

Sandali o ciabatte

Felpe

Creme solari

Medicinali di uso personale

Necesair da viaggio

Nota

Qualsiasi tipo di informazione

Giacca tipo cerata o kway

Pantaloni tipo cerata o kway

Pantaloni lunghi

Pantaloncini

Pile

Felpa

Scarpe da barca o da tennis a suola chiara

Berretto

Occhiali da sole

Costume

Magliette di ricambio

utile sullo stato di salute da

comunicare in forma scritta e

da consegnare al più presto, su

farmaci che si prendono abi-

tualmente

intolleranze alimentari

allergie

P a g i n a 2

3°b

ELENCO DEL MATERIALE DA AVERE IN VALIGIA

Chi siamo

Silvia Angeletti

Paola Barresi

Salvatore Andrea Cafiero

Stefano De Putti

Serena Dell’orto

Stefano Diegoni

Alberto Fascì

Martina Gaudiello

Riccardo Giorgi

Ramona Mariani

Elisabetta Merli

G i o r n a l e d i B o r d o

Leonardo Pianezzola

Giulia Profeta

Silvia Profeta

Riccardo Russo

Marco Sala

Clemente Tartaglia

Alberto Venturato

Marco Viganò

Luana Villa

Federica Vismara

Alice Moroni

Alessandra Paladino

Federica Redaelli

Chiara Ricci

Clara Rusconi

Alice Sala

Davide Stefanello

Francesca Vaghi

Simone Viganò

Laura Villa

3°D

Era una notte buia e

tempestosa … quando

ci sorse un domanda :

<<Ma Isuledda dov’è ??

>> ; allora cercai subito

una cartina della Sar-

degna. È stata una du-

ra impresa, ma alla fine

ci siamo riusciti!! Le

nostre attendibili fonti

ci confermarono che

Isuledda si trova nel

nord-est della bellissi-

ma isola di Sardegna.

Più nel particolare essa è

situata su un promontorio

circondato dallo stupendo

golfo di Arzachena. Alzan-

doci alla mattina e ammi-

rando la splendida spiag-

gia sabbiosa, potremo

notare una florida mac-

chia mediterranea e qual-

che simpatica caletta

sparsa qua e là. Che dire?

Questo è tutto quello che

abbiamo trovato sulla fa-

mosissima e rinomata

Isuledda ….. Beh è anche

vero che saremo circondati da me-

te turistiche davvero suggestive,

come Palau e Capo d’Orso, e da

zone archeologiche di Arzachena (i

nuraghi, le tombe dei giganti e le

necropoli di Li Muri).

Però quante cose, non lo avremmo mai immaginato ora, siamo davve-ro impazienti di visitare Isuledda

da vicino.

Simone & Andrea

CENTRO VACANZE ISULEDDA

A – Camere del borgo

F – Case mobili

B – Camere del sole

G - Campeggio

C – Bungalow in collina

H – Ristorante/ Self-service

D – Bungalow Bicamera

I – Discoteca/ Piano bar

E – Tukul

L – Porticciolo Turistico

P a g i n a 3

Isuledda dov’è?

G i o r n a l e d i B o r d o

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

Arianna Ciuffreda Come da tradizione al liceo E. Majorana le classi terze affrontano la gita sportiva. Già dall'anno scorso il prof Tabacco ci aveva chiesto se un'even-tuale gita in Sardegna a fare vela si sarebbe pia-ciuta e tutti noi abbiamo accettato entusiasti. A circa un mese di distanza dalla partenza i preparati-vi sono aumentati e per-sonalmente mi sono ac-corta che questo viaggio d'istruzione richiede più attenzione di quanto pen-sassi, ma per la gita que-sto ed altro.Negli ultimi mesi abbiamo visto gli aspetti tecnici e base della

vela in modo che in Sar-degna possiamo concen-trarci più sulla pratica. Il prof Tabacco ha fatto le-zioni sulla nomenclatura e sulle varie andature e ci ha mostrato anche i nodi più utilizzati in barca. È stato tutto molto interes-sante perché riguarda un tema che non fa parte della vita di tutti i giorni, ma sono ancora più an-siosa di passare alla pra-tica. Infatti alla domanda sul perché voglio fare questa gita rispondo che in questi 3 anni mi si pre-senta per la prima volta la possibilità di vedere l'a-spetto pratico di un argo-mento studiato teorica-mente e che con quest'e-sperienza posso fare qual-

cosa che altrimenti diffi-cilmente farei al di fuori della scuola. Inoltre sem-bra molto divertente da quanto ho appreso da studenti più grandi e poi credo che quest'esperien-za possa essere utile per crescere non solo indivi-dualmente ma anche co-me classe ed amici. Posso avere la possibilità di tra-scorrere altro tempo di vita comune con i miei compagni per conoscerci bene nonostante i tre an-ni già passati insieme. Da questa gita mi aspetto di conoscere cose nuove ed interessanti, di fare nuove amicizie, di diventare più responsabile ma soprat-tutto di divertirmi

sperimentare il prima pos-sibile la parte pratica. Dal-la gita principalmente mi aspetto di divertirmi e di staccare dalla monotonia delle giornate scolastiche avendo comunque la pos-sibilità di imparare, anche se in modo meno consueto e non una classica materia sui libri scolastici ma la pratica (e la teoria) di un’attività sportiva non popolarissima ma sicura-mente molto interessante. Sono ancora più impazien-te per la partenza vista la “location” della gita, la Sardegna, e la presenza dei miei compagni di clas-se con i quali spero di au-mentare ulteriormente il “feeling” grazie all’esperienza di gruppo e il fondamentale gioco di

Nicolò D’Argenio A causa della gita di quest’anno in Sardegna, che prevede un corso di vela, abbiamo passato delle ore di “Educazione Fisica” in classe poiché il professor Tabacco ha ritenuto utile e necessa-ria una prima formazione teorica a proposito della navigazione in barca a vela. Ci sono state fornite delle nozioni a proposito della nomenclatura delle parti che compongono l’imbarcazione, delle an-dature rispetto al vento, delle modalità di cambia-re direzione e dei nodi principalmente utilizzati, al fine di agevolare le le-zioni una volta in Sarde-gna, in modo da poter

squadra. Ho grande vo-lontà di affrontare questa gita perché se mi appas-sionassi a questo sport non escludo di poterlo praticare di nuovo, in altri sedi e in altre occa-sioni. L’unica nota nega-tiva è stata nell’apprendere di dover subire le lezioni di mate-matica e fisica oltre al dispendio inevitabile di energie fisiche e mentali per l’attività sportiva. Nonostante ciò sono co-munque molto fiducioso che al termine la valuterò come un’esperienza più che positiva.

I nostri pensieri

sia una gita di esclusivo divertimento, ma impare-remo in maniera più sti-molante e attiva. Le nuove esperienze servono a co-noscere aspetti diversi della vita e a farti crescere e credo quindi che questo viaggio ci lascerà, non solo un bel ricordo, ma anche qualcosa di concreto che ci servirà nel futuro. Le mie aspettative sono molto alte, forse perché mi sono fatta un po’ condizionare dall’estremo entusiasmo che hanno mostrato gli studenti che già hanno vissuto tutto ciò. Spero di imparare innanzi tutto ad andare in barca a vela, sulla quale non sono mai salita e mettere in pratica gli insegnamenti del pro-fessore. Infatti in queste settimane abbiamo impa-rato le basi che ci consen-tiranno di scendere in ma-

re sicuri di ciò che dob-biamo fare: dalla nomen-clatura, ai venti, ad alcuni aspetti fondamentali di fisica. È uno sport sicura-mente molto interessante, ma anche da non sottova-lutare nella sua comples-sità. Adesso sta tutto nel mettere in atto tali nozio-ni e speriamo di cavarcela fin da subito. Ritengo an-che che il fatto di alloggia-re in bungalow sia molto stimolante e aiuti la no-stra classe a raggiungere un livello ancora superio-re di conoscenza recipro-ca e di creare più armonia una volta tornati al liceo. Il mio augurio finale non è quello di godermi ogni istante della gita, poiché lo farò senz’altro, ma più quello di non rimpianger-la troppo una volta torna-ta a Desio.

Silvia Profeta

Manca poco alla partenza per la Sardegna! Espe-rienza totalmente nuova per me, dal viaggio fino all’incantevole isola. Sono felice che la scuola orga-nizzi tali gite che è giusto considerare pienamente di istruzione: infatti riten-go che la formazione di uno studente non debba essere limitata allo studio sui libri, ma debba essere anche una formazione di vita. La professionalità e la collaborazione sono due elementi indispensa-bile nella società e credo che la barca a vela sia un buon pretesto per acqui-sirli. È necessario che i membri del gruppo abbia-no ruoli precisi sull’imbarcazione e che ci sia armonia. Per queste ragioni ritengo che non

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 4

“Le mie aspettative

sono molto alte,

forse perché mi

sono fatta un po’

condizionare

dall’estremo

entusiasmo che

hanno mostrato gli

studenti che già

hanno vissuto tutto

ciò. “

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Paola Barresi Questo anno scolastico (2010/2011) può essere considerato sconvolgente in fatto di gite. Le proposte che ci sono state fatte dai nostri insegnanti sono state due: la prima si trattava di una gita culturale, che comprendeva la visita di una città europea; la se-conda una gita per lo più sportiva, a vela, in Sarde-gna. Dal momento che la seconda proposta era al-quanto inusuale subito attirò l’attenzione mia e del resto della classe. Per noi tutto questo era una novità e ai nostri occhi si mostra-va una gita unica e origina-le. La nostra scelta cadde

sulla seconda proposta fin dall’inizio e le nostre aspet-tative aumentarono con il tempo. Si trattava di un’esperienza nuova per tutti, l’attività proposta era interessante e la tipologia non solo sportiva ma anche culturale. Per questo ho scelto la vela. Non mi sa-rebbe più capitata una gita del genere in quanto la pro-posta avviene solo per il terzo anno e quindi non dovevo farmela scappare.

Ovviamente non ci si può presentare del tutto impre-parati nel campo. Così tutti quanti siamo stati sottopo-sti ad un corso accelerato di teoria che si è presentato alquanto interessante e assolutamente nuovo. Nel

primo caso per la termino-logia che ho scoperto avere una sua storia legata al mondo antico, nel secondo caso invece in quanto non sapevo assolutamente nul-la. La vela è un’arte moder-na ma allo stesso tempo antica. Questo è ciò che ho imparato e che mi ha affa-scinata di più.

Confido molto in questa gita. Sono sicura che mi divertirò soprattutto a ve-dermi fare un’attività che non avrei mai pensato di intraprendere nella mia vita.

Ma d’altra parte c’è sempre una prima volta di cui fare tesoro…

un attimo dalla scuola sicu-ramente perché usare una settimana soleggiata di mag-gio per stare sui libri sono certo che non fa gola a nes-suno, soprattutto quando a parte filosofia e italiano hai da studiare l’età puritana inglese, e infine stare final-mente in un posto che è uno dei tesori dell’Italia, tra il mare, la spiaggia, il vento, insomma la natura dove l’unica forma di civiltà è il sacco a pelo dove dormi. Vo-glio dire stare tutti insieme sempre in compagnia a im-parare qualcosa di divertente secondo me è stupendo. Inol-tre il vero motivo per cui ho scelto questa gita è che non è una delle gite solite dove l’unica parte divertente è la sera in albergo o la libera uscita, che poi sono belle

Riccardo Giorgi

Dopo un anno durante il quale l’unica gita scola-stica è stata una matti-nata a val di Susa sicura-mente questi sei giorni in Sardegna sono stati un’illuminazione. Poteva-mo scegliere tra questi sei giorni in Sardegna o quattro giorni a Lisbona ed entrambe le proposte erano molto allettanti, entrambi viaggi che acca-dono poche volte nella vita, ma poiché la gita in barca a vela era valida solo per quest’anno noi, almeno io, non volevamo assolutamente perderci un’occasione come que-sta. Ho scelto questa gita per vari motivi: staccare

comunque perché vai in posti stupendi, però questa gita ti da la possibilità di fare davvero qualcosa di diverso, qualcosa di pratico, ma usando il cervello, forse sono io che amo lo sport, però la trovo davvero una “genialata”.

Le cose che ho imparato duran-te le lezioni con il prof. Tabacco e che spero di imparare non sono tanto le coordinate, i venti o quant’altro, ma finalmente usare i nostri strumenti e ciò che abbiamo imparato per qual-cosa che vada al di fuori dell’ambito scolastico, che non sia fine a sé stessa, cioè final-mente userò il cervello, ma per andare a 30 nodi con il vento tra i capelli, il sole sulla faccia e stare in mezzo al mare. In con-clusione questa gita si prospet-ta stupenda.

I nostri pensieri

la prima volta: UN’ESPERIENZA UNICA.

Non mi aspettavo però che ci fossero così tante cose da imparare! La nomen-clatura di tutto ciò che riguarda la barca a vela, le andature, le direzioni del vento, come non scuffiare, etc… e la mia paura è un po’ quella di dimenticare tutto prima del viaggio, ma sono anche convinta del fatto che ci sarà chi potrà aiutarmi.

La mia speranza è quella di tornare a casa con qualcosa di nuovo da po-ter raccontare, con il ri-cordo di una nuova avven-tura vissuta insieme ai miei compagni e con la possibilità di dire “C’ERO ANCH’IO”.

Laura Villa

Ottobre 2010, consiglio di classe 3b, il coordinatore di classe parla: “Ragazzi, dovete scegliere fra Lisbo-na e Sardegna, tenendo conto del fatto che l’esperienza in Sardegna potete farla solo quest’anno”. Devo am-mettere che il mare, la vita “selvaggia” e la fatica non vanno molto d’accordo con me, ma la mia filosofia è provare prima di giudicare. Per-ché, quindi, non lanciarsi in un’esperienza così nuo-va? Dando la mia appro-vazione già immaginavo me ed i miei compagni su una barca a vela cercan-do di capire quale sia il nodo giusto da fare, sulla spiaggia a cantare canzo-ni di tutti i tipi e a fatica-re facendo i mestieri per

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P a g i n a 6

“Dal momento che la

seconda proposta era

alquanto inusuale

subito attirò

l’attenzione mia e del

resto della classe.

Per noi tutto questo

era una novità e ai

nostri occhi si

mostrava una gita

unica e originale. “

quipaggio, inoltre è un'u-tile occasione per cono-scere se stessi e gli altri; poi non avendo un istrut-tore sempre presente al nostro fianco saremo co-stretti a fare uso di intui-to, responsabilità e di quelle conoscenze trattate nei corsi di vela ai quali parteciperemo e ai quali in parte abbiamo già par-tecipato in classe con il nostro prof Tabacco. Tem-po permettendo ci si a-spetta quindi che questa gita possa rivelarsi istrut-tiva, divertente, infatti accanto al grande diverti-mento è necessaria una giusta serietà nel seguire le regole base con atten-

zione. Nelle lezioni in classe abbiamo appreso alcune nozioni principa-li:

le direzioni del vento alcuni tipi di nodi la nomenclatura le andature.

Luana Villa

Penso che la scelta di an-dare in gita in barca vela possa rivelarsi utile ed innovativa sotto vari punti di vista: innanzitutto è un'occasione per imparare ad orientarsi in contesti diversi da quelli quotidia-ni, e quindi imparare a relazionarsi con l'ambien-te che ci circonda (in que-sto caso dovremo fare rife-rimento alla riva, al vento, alle boe, alle altre imbar-cazioni, ecc.) ; in secondo luogo può anche rivelarsi istruttiva sotto aspetti sociali e comunicativi, infatti sono necessarie fiducia e collaborazione tra i vari membri dell'e-

Giulia Profeta

L’esperienza in barca a vela in Sardegna, da quanto mi è parso di capi-re, è un viaggio “interessante ed esclusi-vo”, per il fatto che solo poche classi possono pro-vare questa esperienza, fattibile per molti di noi solo attraverso la scuola, meno probabili a livello familiare. La cosa più in-teressante è sicuramente il fatto di sperimentare la barca a vela come sport e come lavoro di gruppo, e trovo intrigante lo stare in barca, e vivere una situa-zione mai provata prima. Inoltre poter vedere con i propri occhi il bel mare di Sardegna, e sicuramente poterne accertare la fama, penso sia molto piacevole per un’amante del mare come me. Trovo anche che il fatto di stare in un cam-peggio con i propri com-pagni possa essere motivo

di divertimento, e ci possa proiettare in una realtà ben diversa da quella dei banchi di scuola. Voglio fare questa gita perché la trovo interessante da un punto di vista istruttivo, sociale e per la sua “esclusività”. Le mie a-spettative al riguardo so-no sicuramente positive; mi aspetto di trascorrere le giornate in mare, non come situazioni di relax, ma come applicazione degli insegnamenti ricevu-ti. Mi aspetto tanto diver-timento che ritengo che la barca a vela garantisca, oltre all’apprendimento che tale esperienza forni-sce. Prima di partire, at-traverso le lezioni del prof. abbiamo appreso gli a-spetti fondamentali che ci garantiranno, una volta in Sardegna, di non essere ignoranti e di poter tra-scorrere, quindi, più tem-po in mare. Infine penso che, al di là degli aspetti

tecnici, le cose più impor-tanti che ho compreso sono la necessità in barca di disciplina e di lavoro di squadra, alle quali, poi, seguirà tanto divertimen-to.

navigazione, la nomencla-tura necessaria per cono-scere al meglio l’imbarcazione e le tecniche per eseguire le manovre elementari. Ciò che mi ha colpito di più durante le lezioni in classe è la punti-gliosa nomenclatura neces-saria non solo per conosce-re l’imbarcazione ma anche per comunicare all’interno di essa. E ho scoperto quindi che parole come “cazzare”, “lascare”, “orzare” e “poggiare” a me prima sconosciute, sono indispensabili per muoversi con un’imbarcazione a ve-la. Le lezioni di nomencla-tura in classe personal-mente mi hanno anche aiutato a scavare più a fon-do nella realtà della naviga-zione ed andare al di là

Marco Sala

Quest’anno la gita di i-struzione consiste in una settimana in Sardegna all’insegna della baca a vela. Personalmente mi pare molto interessante e divertente avvicinarsi ad una nuova attività come la navigazione, mai prova-ta finora, e credo che sia il modo più giusto per diver-tirsi in modo intelligente e istruttivo. Prima di intra-prendere questa gita però è necessario ovviamente un’infarinatura generale, seppur semplice degli ele-menti fondamentali della vela. Per questo abbiamo trascorso parte delle no-stre ore di educazione fisica ad imparare i nodi e i venti necessari per la

delle componenti più generali della barca a vela co-me poppa, prua e scafo e conoscere quindi i nomi delle vele (fiocco e randa)e i nomi delle componenti pricipali come le mura, la boma, la deriva etc. Seb-bene quindi io ritenga che una lezione pratica valga quanto un mese di lezioni teoriche, credo che le le-zioni di classe siano state utili almeno per intrapren-dere una nuova attività non partendo da zero e que-sto ritengo che giochi a nostro favore in quanto può aumentare la nostra curiosità nello scoprire come quello spiegato in classe possa essere messo in pra-tica. Ciò che mi aspetto quindi è di passare una set-timana divertendomi ma nel contempo entrando in una nuova realtà come quella della navigazione. Co-me ho gia detto credo che questa sia un’occasione per divertirsi imparando e, perchè no, appassionarsi ad una nuova disciplina come la barca a vela.

I nostri pensieri

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

di trovare un clima gradevole e sopprattutto dei bravi i-struttori, con molta pazienza e pronti ad aiutar-mi ,considerando che non sono un ottimo nuotatore. Inoltre se gli istruttori fossero troppo severi e pignoli si per-derebbe tutto il gusto dell’imparare e del provare cose nuove durante le lezioni di barca a vela. Ovviamente una parte di responsabilità sarà anche nostra, ovvero dovremmo aver qualche pic-cola nozione di base sulla vela, come la nomenclatura e la rosa dei venti. Già a scuola, durante le lezioni di educazio-ne fisica , abbiamo imparato qualche nome principale e come effetture teoricamente una manovra. Dal mio punto di vista , credo sia inutile im-parare teoricamente le mano-vre, visto che la pratica per

Cristian Ierardi

In questo anno scolastico il no-stro professore di educazione fisica ci ha proposto di andare in gita in barca a vela. Io non ero mai andato a fare questo genere di cose e all’inizio non avrei immaginato minimamente di andarci, ma , dopo vari ri-pensamenti, ho deciso di prova-re questa nuova esperienza. Vorrei fare questa gita princi-palmente per due motivi: per prima cosa perchè sono insieme ai miei compagni e la loro com-pagnia è sempre molto gradita, e per secondo motivo perchè vorrei provare a sconfiggere al-cune paure che mi opprimono da oramai troppi anni, come la paura dell’acqua e dell’aereo,visto che non ci ho mai viaggiato sopra. Mi aspetto

queste cose è sempre il metodo più rapido ed efficace. L’unica cosa che mi auguro e di riuscire a divertirmi senza in-tralciare o causare danni a mie compagni poichè sn ancora un pò imbranato in queste cose. Per il resto passerò una setti-mana in compagnia della mia classe in riva al mare e credo che sarà un’esperienza bellissi-ma, sperando che il tempo e la sfortuna non rovinino la gita .

I nostri pensieri

validissima visita a una città europea.

Le lezioni tenute dal pro-fessor Tabacco mi hanno permesso di consolidare le conoscenze che già, in minima parte, possedevo riguardo a venti, andature e manovre. Credo che queste informazioni risul-teranno utilissime ai fini della gita.

In conclusione mi aspetto che questa gita rinforzino ancora maggiormente i rapporti già solidi con i miei compagni di classe e mi permetta di conoscere nuove persone apparte-nenti all’altra classe con cui intraprenderemo que-sta esperienza. Da parte mia mi impegnerò per mantenere un clima ade-

guato per una serena, tranquilla e istruttiva gita.

Marco Vigano

L’idea per la proposta del viaggio di istruzione in Sardegna era già stata riferita a noi ragazzi l’anno scorso e aveva ri-scosso grande successo e consenso, nonostante qualche titubanza di al-cuni elementi del gruppo. Quando poi l’idea si è tramutata in realtà, con la proposta vera e propria per la gita, ho personal-mente accettato volentieri visto anche che mio fra-tello aveva già vissuto questa esperienza e ne era rimasto entusiasta. D’altro canto c’era da par-te mia la voglia di provare un viaggio di istruzione “diverso” dalla “solita” ma

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 7

Lorenzo Marzano Durante le esaurienti lezioni del professor Tabacco e durante le ore del corso di vela ho imparato molteplici cose. Innanzitutto sono diventate patrimonio ac-quisito sia la nomenclatura dei venti, sia la direzione da cui essi provengono, sia la struttura dell’imbarcazione nelle sue com-ponenti, sia la realizzazione dei nodi, sia le varie manovre. Infine ho compreso dalle lezioni del docente di educazione fisica nuovi concetti di fisica applicata alla navigazione in barca a vela. Sono desideroso di vivere inten-samente questo viaggio d’istruzione didattico al fine di conoscere una nuova disciplina sportiva e di provare a praticarla in un ambiente protetto e tran-

quillo come quello scolastico. Il mio intento sarebbe quello di poter praticarla anche in futuro perché ritengo che possa essere divertente ma al tempo stesso costruttiva per creare una certa collaborazione. Un imput in più, che mi ha spinto verso questa esperienza, sarà sicuramente il soggiorno nella magnifica isola dei sardi, dei cinghiali e del mir-to dove spero di condurre una magnifica villeggiatura. Da que-sta iniziativa scolastica mi a-spetto un’esperienza senz’altro costruttiva ma al tempo stesso serena e tranquilla nonché di-vertente:questo presuppone che all’impegno intellettuale e all’esercizio fisico-motorio delle lezioni pratiche di vela non s’aggiunga un supplemento ul-teriore di lavoro “portato da casa” contro i desideri dei par-

tecipanti. Mi aspetto inoltre che questa visita d’istruzione possa dare vita a un gruppo saldo tra i membri della nostra classe e non solo e spero infine che si crei un ottima collaborazione che possa perdurare anche nel futuro.

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

niche di strambata e virata. Per concludere mi auguro che questo viaggio possa andare bene che mi possa divertire.

Clemente Tartaglia

Ho scelto di partecipare al viaggio di istruzione in Sardegna, perché mi pia-ce fare esperienze nuove e perchè frequentare un corso di vela è un'occa-sione rara, poco frequen-te tra i ragazzi della mia età. In questo viaggio mi aspetto di divertirmi, im-parare cose nuove e con-solidare il rapporto con i compagni di classe. Inol-tre mi aspetto di impara-re a governare una deriva senza scuffiare. Parto per la Sardegna già con un buon bagaglio di nozioni acquisite durante le lezio-ni del prof. Tabacco, in-fatti ho imparato la no-menclatura, i nomi e di-rezioni dei venti e le tec-

I nostri pensieri

“avventura” sarà, come mi aspetto, molto interessante da ogni punto di vista.

Mi aspetto di trovare un'otti-ma struttura e imparare mol-te cose nuove oltre a quanto ho già imparato in classe dalle lezioni del professor Tabacco sulla barca a vela, ad esempio le nozioni sulla nomenclatura relativa alla barca, sui venti, sui tipi di virata, le andature e altre informazioni utili per chi si ritrova alla prima esperienza in barca a vela, e passare una fantastica settimana con i compagni di classe, la cui compagnia è sempre molto apprezzata, e rafforzare i rap-porti tra noi.

Ivan Mauri

In questo anno scolastico ci è stato proposto dal nostro professore di educazione fisica un corso di barca a vela della durata di una set-timana in Sardegna, già ac-cennato l'anno precedente, che è stato largamente ap-poggiato, appena è stato presentato come possibile meta della gita scolastica di quest'anno, dalla classe inte-ra nonostante l'iniziale incer-tezza di alcuni.

Il motivo per cui voglio anche io fare questa nuova gita è perché, oltre a essere diffe-rente dalle classiche visite di più giorni in grandi città, volevo provare una nuova esperienza, essendo per me la prima volta che salgo su una barca a vela, sperando che alla fine questa nuova

“Mi aspetto di

divertirmi e di

staccare dalla

monotonia delle

giornate scolastiche

avendo comunque

la possibilità di

imparare anche se

in modo meno

consueto“

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 8

Leonardo Pianezzola Durante quest’anno sco-lastico il professore di educazione fisica ha pro-posto alla classe un corso di vela di una settimana in Sardegna che è stato accettato di buon grado da tutta tutti noi. La proposta di un viaggio di istruzione in barca a vela mi è del tutto nuova, non mi era mai capitata una possibilità del genere. Nelle normali gite scola-stiche si pensa di andare in un’importante città e fare lunghe camminate ascoltando una guida e tutto ciò non prevede atti-vità che coinvolgano lo studente di persona, per

me la particolarità di que-sto corso di vela è il fatto che ogni studente diventi parte indispensabile di un gruppo e che l’attività svolta da ognuno si riveli essenziale per la buona riuscita del lavoro, ciò mi stimola a dare il meglio di me stesso. Penso che in un tale viag-gio di istruzione le nozioni apprese in classe, come ad esempio la nomencla-tura, i nomi dei venti, le virate e le andature si dimostreranno indispen-sabili e che questa espe-rienza mi aiuterà ad af-frontare le situazioni fu-ture con maggiore accor-tezza. Sono sicuro che per mez-

zo di questa gita i legami tra noi compagni si raffor-zeranno ulteriormente e che potremmo stringere nuove amicizie con i ra-gazzi dell’altra classe. Ol-tretutto spero che si potrà trovare il tempo per diver-tirsi

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

Davide Brugola Quest’anno la nostra classe andrà in gita una settimana (la seconda di Maggio) in bar-ca a vela in Sardegna, a Isu-ledda. Per evitare che venga utilizzato del prezioso tempo a Isuledda perché ci vengano spiegate le nozioni teoriche sulla barca a vela, tempo che potrebbe essere sicuramente meglio speso in attività prati-che che permetterebbero maggior divertimento e un più diretto contatto con la vela e il mare, il nostro pro-fessore di Educazione Fisica, Sebastiano Tabacco, ha rite-nuto necessario e vantaggio-so spiegarci tali nozioni a scuola, ben sapendo di sacri-ficare ore di attività fisica ma cosciente che ciò avrebbe giovato alla classe durante la gita. Infatti ho acquisito delle conoscenze grazie alle quali sarò agevolato nel mio primo approccio alla barca vela. Tabacco ci ha spiegato i fon-damentali di questa discipli-na poco conosciuta ma sicu-ramente affascinante a mio parere in quanto amo molto il mare e ho già provato ad usa-re il windsurf. Ho appreso la nomenclatura fondamentale delle parti della barca a vela (randa, fiocco, mure, scotta, boma…), i vocaboli specifici per dare ordini -cosa impor-

tantissima perché il gioco di squadra sulla barca abbia successo- (cazzare, lasca-re…), le principali manovre che si possono effettuare (virare, strambare, fileggia-re…), le andature (bolina, lasco, con vento in poppa, traverso, kappa…) e infine le direzioni dei venti e i ruoli dell’equipaggio. Riguardo a questa iniziale infarinatura sono soddisfatto perché così almeno spero che a Isuledda avremo più tempo per dedi-carci alla pratica in mare e non a noiose lezioni teoriche quando –si spera!- splenderà il sole. Proprio riguardo a questo punto mi è dispiaciuto constatare che ci sarebbe l’intenzione di farci fare lezio-ni teoriche di matematica e fisica e forse anche una veri-fica (!!!). Ora, pur ben consa-pevole che lezioni leggere ap-plicate alla vela potrebbero essere utili e stimolanti in quanto relative a ciò che ci vedrà quotidianamente impe-gnati in mare, sono anche consapevole che l’attività fisi-ca in barca a vela sarà fatico-sa e quindi spero vivamente che, nel caso ci siano, siano lezioni legate alla pratica e non tipiche lezioni come le facciamo già tutto l’anno. Ultimo ma non meno impor-tante ho appreso come fare i principali nodi che useremo

in vela, anche se qualche dif-ficoltà mi rimane e sarà ne-cessario allenamento prima della gita.

Dalla gita mi aspetto di diver-tirmi insieme con i mie com-pagni e di stringere anche nuove amicizie con le ragazze e i ragazzi di 3b, nonché di consolidare quelle all’interno della mia classe; infatti penso che soprattutto la vela sia un’ottima opportunità per affinare il lavoro di squadra e per raggiungere obiettivi aiu-tandosi l’un l’altro. Inoltre sono curioso di imparare i “segreti” della vela, sport che non mi ha mai interessato più di tanto perché lo vedevo come estraneo al mio mondo ma che ora ho la possibilità di sperimentare. Ovviamente l’idea di staccare dalla mono-tonia e dalle fatiche scolasti-che già di per sé è un’ottima motivazione! Mi aspetto an-che che mi vengano dati i mezzi per poter poi eventual-mente saper andare in barca a vela in altre occasioni. Infi-ne spero che sarà una buona opportunità anche per rilas-sarsi un po’.

Sicuramente voglio andare in gita perché voglio divertirmi, fare nuove esperienze e per-ché la gita è sempre la gita.

re, lascare.. ecc..

Abbiamo imparato che è mol-to importante saper controlla-re la direzione del vento, fon-damentale per far muovere le vele, e, le manovre corrette per tenere la barca nella giu-sta direzione e con la stessa andatura.

Inoltre abbiamo appreso il modo e i tempi di agire quan-do si “scuffia”, ovvero quando si perde il controllo della bar-ca e questa si ribalta, ri-schiando che finisca alla deri-va (trascinata via dalle cor-renti) e noi costretti a fare affidamento sulle utili lezioni invernali di nuoto..

Il corso prevederà una parte di teoria che applicheremo subito alla pratica, ogni barca avrà un equipaggio di quattro ragazzi seguiti dagli istruttori sui gommoni, pronti ad inse-gnarci ed aiutarci ogni qual-

Michele Dell’Orto

Quest'anno per la consueta gita scolastica d'istruzione, abbiamo deciso col profes-sore di ginnastica di affron-tare un'esperienza nuova sotto ogni aspetto: un corso di vela della durata di sei giorni a Isuledda in Sarde-gna.

Dal mese di Gennaio il no-stro professore ha incomin-ciato a tenere delle lezioni specifiche inerenti alla bar-ca a vela, in modo da ap-prendere e non dimenticare i termini corretti che dovre-mo usare una volta che sa-remo sulle barche; soprat-tutto la nomenclatura cor-retta per quanto concerne le manovre: scotte, mure, ran-da, fiocco, cazzare, poggia-

volta sarà necessario.

Penso che rimarrò soddi-sfatto da questa gita in quanto andremo in un posto meraviglioso come la Sardegna; sono curio-so e affascinato da ciò che cercheremo di impa-rare e, sebbene non è un'esperienza che io ri-peterò molto presto, cre-do mi rimarrà impressa nella memoria.

Ovviamente spero di go-dermi questa esperienza nuova nel miglior modo possibile e di divertirmi con i miei compagni, li-beri dalla quotidianità e dagli impegni scolastici.

I nostri pensieri

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 9

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

I nostri pensieri

“Non vedo l’ora di salire a

bordo!”

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 1 0

Stefano Diegoni Le motivazioni che mi hanno condotto a sceglie-re di intraprendere questo viaggio d’istruzione sono state quelle di cogliere l’occasione di scoprire un nuovo modo di stare in compagnia dei miei com-

pagni, condividere emo-zioni, spero, soddisfacenti e vivere per la prima volta un’esperienza di vela.

Spero, inoltre, di impara-re molte nuove cose da questa gita. Per ora ab-biamo imparato la no-menclatura di base e i principali nodi di anco-

raggio.

Da questo viaggio spero di riuscire a tornare pieno di nuove conoscenze e di consolidare i rapporti con i miei compagni di classe.

Davide Stefanello Il motivo che mi ha porta-to alla scelta di questa gita è stato il provare a vivere una nuova espe-rienza che non capita spesso di affrontare: navi-gare in barca a vela. Dopo tutto quello che mi hanno detto e ho saputo da colo-

ro che hanno già fatto questa gita mi aspetto grandi cose. In più spero di divertirmi e di passare bei giorni in compagnia della mia classe. Le nozio-ni di vela, che ci hanno impartito per prepararci alle spiegazioni che segui-remo in gita, riguardava-no per lo più termini tec-nici riguardanti le parti

della barca e la direzione del vento, ma non solo infatti ci hanno spiegato anche come fare e quando usare i vari tipi di nodi.

Salvatore Andrea Cafiero Io ho scelto molto volen-tieri di partecipare a que-sta esperienza in barca a vela, perché mi piace vive-re il mare ma non ho mai provato una simile espe-rienza. Ho colto subito questa occasione al volo,

anche per imparare a la-vorare in squadra e a sen-tirmi, seppur per pochi giorni, una specie di ma-rinaio.

Mi aspetto quindi una settimana indimenticabile ed emozionante ma so bene che richiederà impe-gno e concentrazione, magari con un pizzico di personalità. Prima di ini-

ziare però è necessario un minimo di preparazione: ho dunque appreso la nomenclatura delle pareti della barca, dei venti, del-la vela, delle andature e lentamente sto iniziando a capire il complesso mondo dei nodi.

Non vedo l’ora di salire a bordo!

Federica Redaelli Il problema di scrivere un articolo sulle proprie a-spettative prima di anda-re ad una gita è l’incipit, l’inizio: il terrore del foglio bianco. Soprattutto se l’argomento da trattare riguarda un’esperienza che si sta per vivere, e-stremamente nuova. E-sattamente non so cosa

aspettarmi da questa gita; dicono che la vela sia uno sport fantastico, eccezio-nale: personalmente non sono mai salita su una barca, tantomeno a vela, quindi sono abbastanza incuriosita. Ammetto però che le cose da sapere so-no molte, a partire da cosa sia un fiocco o una gassa d’amante fino a come non scuffiare. I ter-mini da imparare sono

tanti, però penso che una volta là, con la pratica, risulterà tutto più sempli-ce. Sempre confidando nel bel tempo, ovvio. Con-cludo questo breve artico-lo nel più banale dei mo-di, con la speranza di passare sei giorni fanta-stici e di imparare, final-mente, a manovrare una barca a vela.

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

Serena Dell’Orto Per il viaggio d’istruzione quest’anno ci sono state fatte due proposte: Lisbona e Isuledda. La maggior parte della classe era più incurio-sita da quest’ultima meta, me compresa. L’idea di fare un corso di vela con compa-gni e amici mi alletta molto. Penso che sarà un’esperienza unica e indi-menticabile. Personalmente mi aspetto molto dal viaggio: dall’imparare a maneggiare una barca a vela al socializ-zare con i miei coetanei, dal divertirsi in compagnia al diventare maggiormente

autonoma. Sono quasi certa che sarà una bella esperien-za. Amo molto il mare e, non essendo mai stata in Sarde-gna, sono entusiasta all’idea di vedere quella da molti definita “la regione più bella d’Italia” per la prima volta insieme ai miei compagni. Mi diverte il pensiero di sve-gliarci tutti insieme, seguire le lezioni teoriche al mattino e metterci in mare, poi tor-nare la sera stanchi, man-giare e passare la serata sulla spiaggia in allegria. Per la gita ho due obiettivi: imparare cose nuove e di-vertirmi. Prima della parten-za ci sono state date alcune

nozioni di base: innanzitutto ci sono stati mostrati i nodi fondamentali (di cui dovre-mo sapere il nome e il meto-do di realizzazione), in modo da arrivare pronti all’uscita con le barche; ci sono tate fornite anche informazioni circa la nomenclatura tecni-ca della barca a vela e il no-me e la direzione dei venti. Siamo stati poi informati sul comportamento da tenere durante le uscite in mare e non. Concludendo, ho molte aspettative per questa gita e spero di tornare altrettanto entusiasta, ma ne sono cer-ta!

che già si hanno e crearne delle nuove. Infatti si tra-scorrono a scuola un sacco di giorni insieme ma credo che all’interno di quelle mu-ra non si possa capire dav-vero com’è fatto veramente l’altro.

Come ultima grande motiva-zione, ma non per importan-za, posso dire che mi affasci-na tantissimo l’idea di cono-scere cose nuove. L’opportunità di imparare ad andare in barca a vela non è cosa di tutti i giorni, andan-do dunque acquisirò sicura-mente della abilità a me ora sconosciute. È un’esperienza che ti forma caratterialmen-te a livello dei rapporti e au-menta il tuo bagaglio di co-noscenze. Spero davvero di vivere questa gita nel miglior modo possibile: divertendo-mi, allacciando nuove amici-zie, rafforzando le vecchie e imparando molte cose nuove che mi potranno essere utili anche in un futuro.

Già ora posso dire di aver mosso i primi passi nel

Clara Rusconi

Adoro il mare… quando pen-so al mare tutti i miei pen-sieri volano via, mare signifi-ca divertimento, mare vuol dire amicizie, relazioni… mare include tantissime co-se!

Quando ci hanno proposto di staccare la spina per una settimana e trascorrere sei giorni in Sardegna la mia gioia di alzò alle stelle!

Ci sono stati diversi motivi per cui ho scelto di parteci-pare a questa gita scolasti-ca: innanzitutto per me si tratta di un’esperienza del tutto nuova dal momento che è la prima volta che mi viene proposta una gita di più giorni con la scuola. Poi mi sembra una cosa fanta-stica passare dei giorni inte-ri con la mia classe e altri ragazzi che non conosco. Credo infatti che queste e-sperienze possano essere utili per rafforzare relazioni

mondo della barca a vela… grazie infatti alle lezioni molto interessanti che stia-mo seguendo sono venuta a conoscenza di cose che pri-ma ritenevo non importanti e ora invece si rivelano di primo piano in questo cam-po.

Il mondo della barca a vela mi è apparso come una re-altà trasformata, anche le cose più banali e scontate per noi vengono stravolte… si pensi ad esempio ad una comune corda… in barca essa si chiamerà cima e non più corda!

Insieme a questo ho comin-ciato a memorizzare la no-menclatura, la direzione della barca a seconda del vento e molte altre cose che metteremo in pratica sola-mente in Sardegna.

Fino ad ora ho avuto l’impressione di un mondo nuovo ma tutto da scoprire! E anche per questo attendo con ansia questa gita!

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I nostri pensieri

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 1 1

Alberto Fascì Quando mi è stata annun-ciata la possibilità di andare in gita in Sardegna a fare vela il mio primo pensiero è stato sicuramente “WOW!! Finalmente una vera gita!!”

Mare, sport e divertimento tra gli amici, cosa c’è di me-glio?

Erano state avanzate altre proposte, ma alla votazione finale in consiglio di classe la proposta “vela in Sarde-gna” non poté che essere approvata dalla quasi una-nimità dei presenti.

Nei mesi successivi abbiamo dovuto imparare le nozioni basilari per gestire una bar-

ca a vela, le procedure per eseguire i nodi, la nomencla-tura delle parti di una bar-ca, la direzione dei venti, le andature. Purtroppo il tem-po a nostra disposizione non era molto e così abbiamo potuto assistere solamente a due lezioni.

Sperando in condizioni me-teorologiche favorevoli, si prospettano sei magnifichi giorni di mare in cui impare-remo a destreggiarci tra ci-me e sartie, nello scenario magnifico della Sardegna.

La preparazione probabil-mente è stata più difficile di quanto ci aspettassimo, i termini da conoscere sono davvero moltissimi e le ma-novre sono piuttosto laborio-

se, ma in ogni caso non ve-diamo l’ora di trovarci su una barca a vela nella baia di Isuledda.

Spero di divertirmi molto e di imparare a condurre una barca, cosa che mi incurio-sisce parecchio. In ogni caso non sarà memorabile tanto il fatto di essere in un luogo magnifico, al mare, in Sar-degna, quanto il fatto di es-sere lì con la mia classe, i miei amici, a goderci final-mente insieme una meritata gita di fine anno. .

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

Francesca Vaghi Sono convinta che una gita in barca a vela possa essere un’esperienza unica ed irripetibile. Sono sem-pre stata affascinata dal mare e dalle mera-vigliose spiagge della Sardegna; non vedo l’ora quindi di trascor-rere sei giorni meravi-gliosi alla scoperta di ogni segreto della navi-gazione. Potrò passare insieme a tutti i miei

compagni una fantasti-ca settimana all’insegna del diverti-mento in uno scenario da favola e nel frattem-po imparare a conosce-re nuovi argomenti ri-guardanti l’arte della vela.

Fino ad ora non mi sono mai interessata ad alcun tipo di naviga-zione ma con le prime informazioni ricevute dalle lezioni a scuola, in cui ci sono stati for-niti gli strumenti ne-

cessari, spiegati termini e molte altre caratteri-stiche riguardanti venti e nodi, diventa tutto molto più interessante tanto da non vedere l’ora di fare finalmente questo viaggio. Potrà essere sicuramente un’avventura stancan-te, faticosa ma sono sicura che torneremo tutti molto soddisfatti e con il ricordo di una grande esperienza.

d’iniziativa! Inoltre sono si-cura che sarà un’esperienza emozionante e particolare, diversa dalla solita gita d’istruzione in una città ita-liana piuttosto che estera, o almeno questo è quello che mi aspetto! Fin ora abbiamo seguito due lezioni che ri-guardavano in particolare la nomenclatura e le direzioni dei venti sempre facendo riferimento ai movimenti possibili della barca e infine una piccola parentesi ri-guardante i nodi che dovre-mo utilizzare nella pratica in Sardegna; avremo sicura-

Martina Gaudiello

Davanti alla proposta di par-tecipare alla gita scolastica in Sardegna non avevo dub-bi sulla risposta, non ho, infatti, mai provato a fare un corso di barca a vale ma in particolare ho pensato che potrei approfondire i miei rapporti con il resto della classe al di fuori dell’ambiente scolastico, potrebbe in questo modo venire fuori ancora meglio il nostro spirito di gruppo e

mente informa-zioni più precise dagli istruttori quando saremo lì, ma come ini-zio può bastare!

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I nostri pensieri

“Sarà

un’esperienza

emozionante e

particolare,

diversa dalla

solita gita

d’istruzione “

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 1 2

Silvia Angeletti Sinceramente quando sono state proposte la gita in Sardegna e la gita a Lisbona io ho vo-tato Lisbona perché mi attraeva molto l’idea di andare in viaggio all’estero, tuttavia ho apprezzato molto anche

il fatto di andare in bar-ca a vela. Ciò che mi ispira di più in questa gita è imparare ad an-dare in barca e stare a contatto con la natura, al mare, magari nuotan-do anche un po’ senza preoccupazioni. Quello che ho imparato per ora è relativo alla parte tec-nica della barca a vela,

ma spero di imparare a navigare in barca in mezzo al mare almeno senza scuffiare! In ogni caso mi aspetto una gita fantastica da passare in compagnia della mia classe.

non sarà una gita di puro divertimento, ma un’occasione unica! Nel corso dei miei studi ho sempre pro-vato una grande ammirazio-ne per quei personaggi a cui sono stati associati grandi viaggi per mare, come ad esempio Ulisse! Avremo l’occasione di passare del tempo insieme e di poterci immedesimare (seppur in condizioni completamente differenti) nel mitico eroe gre-co. E’ anche questo uno dei motivi per cui sono affascina-ta dalla barca a vela, un mezzo che a volte può sem-brare scomodo: quanti prefe-rirebbero andare con un mo-toscafo piuttosto che con uno yatch! Sicuramente si fareb-be meno fatica ma sono con-vinta del fatto che non esista

Alice Sala

La sabbia, il mare, il cielo stellato… Queste sono le cose che mi hanno sempre appas-sionata della Sardegna, un’isola meravigliosa in cui ho trascorso gran parte della mia vita. E’ forse questo il motivo per cui non ho avuto dubbi quando mi sono trova-ta nelle condizioni di dover esprimere la mia opinione sul viaggio d’istruzione da sce-gliere. Fin da subito mi sono trovata in contrasto con gran parte dei miei compagni di classe i quali sono tuttora convinti del fatto che questa sia una gita inutile, una per-dita di tempo. Per quanto mi riguarda quella ad Isuledda

qualcosa di più bello della calma e del silenzio che si trovano in mez-zo al mare su un’imbarcazione tale. Non ho dubbi riguardo al fatto che quella di maggio sarà una gita divertente, ma allo stesso tempo io e ovviamente i miei com-pagni avremo l’occasione di impa-rare ad amare un mondo che non ci appartiene! Per poter entrare in questa nuova dimensione siamo stati preparati da un punto di vi-sta tecnico, abbiamo partecipato ad alcune lezioni in cui ci sono state insegnate le terminologie tipiche della barca a vela e in ge-nerale dell’ambito marittimo. Pen-so siano state delle lezioni utili ma la vera lezione ci sarà data una volta che le imbarcazioni avranno preso il largo.

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1

Stefano De Putti Credo che le mie aspettative riguardo questa gita non siano, almeno in parte, trop-po diverse da quelle che ho sempre avuto relativamente alle altre gite. Abituato fin dalla terza media a fare gite massimo di tre giorni, so bene che una gita di una settimana intera mi potrà

permettere di passare molto più tempo del solito con i miei compagni e avrò così l’occasione di conoscere a-spetti di loro che non potrei mai conoscere in altri mo-menti. Inoltre, ho accettato di aderire a questa gita per l’ovvia bellezza della nostra destinazione, ma soprattut-to ciò che più di tutto mi ha spinto a compiere questa

gita è stato soprattutto un’idea di sfida nei miei stessi confronti: praticare vela è infatti per me un’esperienza del tutto nuo-va, e sono curiosissimo di vedere se saprò essere all’altezza della situazione.

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I nostri pensieri

G i o r n a l e d i B o r d o P a g i n a 1 3

Alessandra Paladino Ho scelto di andare in Sar-degna soprattutto perché è un posto splendido… Ci so-no stata tre volte e ognuna di esse è stata unica. Mi ha colpito anzitutto la spiaggia di Bidderosa, sconosciuta ai più e per questo più sedu-cente. Sarei stata ad ascol-tare il rumore del mare per ore!

Secondariamente, c’è che

sicuramente quella che fare-mo sarà una rapida ma stra-ordinaria avventura, che starà con noi per sempre. E la affronteremo tutti insie-me.

Ma, soprattutto, non vedo l’ora di fare tutto con spon-taneità, perché sono convin-ta che sperimenteremo tutto ciò che abbiamo studiato o verremo a sapere senza fati-ca, e ciò che già sappiamo, poi, risulterà sviluppato e perfezionato.

Per quanto riguarda ciò che mi aspetto, di fatto è legato a quanto già so, come ho detto: si tratterà soltanto di realizzarlo, sicché i nostri sforzi nello studio della no-menclatura, dei nomi dei venti e dell’orientamento saranno ricompensati.

Alice Moroni

Ho scelto di fare questa gita perché tutti coloro con cui ne ho parlato e che sono già stati in Sardegna a frequen-tare il corso di barca a vela me l’hanno consigliata di-cendo di essersi divertiti moltissimo e allo stesso tem-po di avere anche imparato alcune cose. Prima della

partenza infatti ci sono state date le informazioni basilari per poter mettere piede su di una barca a vela. Ci sono stati insegnati prima di tutto i nomi dei venti e delle parti fondamentali della barca e in seguito cu sono state date informazioni più dettagliate su come orientarsi su di essa. Mi aspetto una setti-mana di divertimento ma

anche di impegno e duro lavoro per poter dire al mio ritorno “so andare in barca a vela!”.

Simone Viganò Parlando francamente io sono uno di quelli che hanno votato per la gita a Lisbona perché ritenevo più interes-sante un viaggio all’estero, però mi piace molto anche l’idea di andare sei giorni in

Sardegna tra il mare, la spiaggia, il sole anche per staccare un attimo dalla scuola. Quello che ho impa-rato e spero di imparare è il nuovo mondo della vela, è sempre bello imparare un nuovo sport specialmente se è all’aria aperta in mezzo al

mare durante una settimana di maggio. Quindi aspetto con ansia questa gita e spero di vivere un’esperienza uni-ca.

Al mattino prima della lezione

P a g i n a 1 4

Alcuni momenti della giornata

In mare

G i o r n a l e d i B o r d o

Pranzo alla Base 2

A n n o 1 1 ° n u m e r o 1 P a g i n a 1 5

Un po’ di teoria

Nomenclatura

Cambi direzione e andature rispetto al vento

P a g i n a 1 6 T i t o l o n o t i z i a r i o

Virate

Venti

P a g i n a 1 7 G i o r n a l e d i B o r d o

Programma della giornata

Ore Attività

8.00-9.00 Colazione

9.00-9.30 Lezione teorica

9.30 Formazione equipaggi

10.00 Armamento delle barche

10.30 Uscita in mare

13.00 Rientro in porto e sistemazione barche

13.01 Inizio turno di comandata per il pranzo

15.00 Lezione teroica, briefing e uscita in mare

18.00 Rientro in porto e sistemazione barche

19.00 Momento di studio

20.01 Inizio comandata per la cena

20.30 Cena

21.00 ca Sistemazione cucine

21.30 Stesura giornale di bordo

00.00 Coprifuoco

P a g i n a 1 8 T i t o l o n o t i z i a r i o

9 Maggio 2011

―Finalmente partiti! Finalmente in gita! Finalmente La Gita, per eccellenza!‖

―Adrenalina alle stelle. Sono sveglia da prima dell’alba e non sento ancora la stanchez-

za!‖

―Paesaggi meravigliosi, il mare più blu del cielo, un sole che spacca le pietre, ma un solo

inconveniente: la tenda!‖

―Le prime vere lezioni di ―vita‖; puntualità, convivenza e generosità: un piatto di pasta

non si nega a nessuno‖

10 maggio 2011

― L’adrenalina, la paura di scuffiare, non so, ti spingono a trovare la via giusta e così si

impara….sbagliando!‖

―Per il mare mosso ho preso tanta di quell’acqua, che dovevo strizzare anche la cerata

(sarebbe dovuta essere impermeabile)!!”

―Primo impatto con la comandata: non avrei mai pensato di lavare 50 piatti… Sta gita ti

dà un senso di appartenenza incredibile!‖

―Panico.Vengono a salvarci. ―Ammaina la randa!!‖ ―Coosa?!?!‖‖

―Il mare mette subito in chiaro le sue regole: o lo ascolti o ti ribalti‖

P a g i n a 1 9 G i o r n a l e d i B o r d o

11 Maggio 2011

12 Maggio 2011

―Nonostante l’acqua ghiacciata nulla poteva fermare il mio primo bagno in mare‖

―Tempo splendido: implacabili segni di scottature iniziano a farsi sentire‖

―Istruttori simpaticissimi e sempre disponibili...insomma nulla sembra andare stor-

to, tranne che è già mercoledì sera‖

― Quando sei in mare ti senti proprio un equipaggio, un gruppo, un ―tutti per un-

no‖… e poi mi fa morire dal ridere sentire parlare sardo‖

―Talvolta soffia, talvolta si placa: è il vero comandante della vela, il vento, e colui

che è bravo non solo deve domarlo ma deve saperlo rispettare‖

―Più passano i giorni e più rimpiango l’emozione e il vento del primo giorno…‖

―Siamo sempre più padroni del mare! Sappiamo far sfrecciare la barca come un ful-

mine a ciel sereno ma nel mare!‖

―Potrei cambiare i miei documenti e scrivere ―Alice Pomodoro Sala‖. Direi che do-

mani devo riempirmi di crema fino alle orecchie!‖

―Ho fatto la timoniera bendata perché ti ravviva emozioni e sensi‖

―Cielo stellato, musica ottima, amici fantastici...cosa si vuole di più da un

―campeggio‖? Questa è la Sardegna, questa è Isuledda‖

P a g i n a 2 0 G i o r n a l e d i B o r d o

13 Maggio 2011

14 Maggio 2011

―Penultimo atto di questa fantastica gita: inizia a serpeggiare un po’ di tristezza per

L’imminente arrivederci, e sottolineo arrivederci, non addio”

Con l’attraversata fino a Caprera siamo ormai diventati un gruppo solidissimo… mi sem-

bra di far parte di una grande famiglia, il che mi emoziona ancor di più.

Ho imparato ad agire al momento giusto a relazionarmi di più, a collaborare… insomma

questa gita è una lezione di vita!

Pluff! Ci siamo tuffati nello splendido mare di Caprera per raggiungere la spiaggia: divi-

no!

Nella gita non poteva mancare il brindisi: ―Alla gita, agli istruttori, ai prof, alle scuffiate,

a noi, alla vela!‖

L’ultimo giorno è arrivato la tristezza come la stanchezza si fanno sentire, e il pensiero che la vera felicità risieda nello stare con i propri amici in luoghi senza confini si fa sem-

pre più convincente.

Le parole rovinerebbero la magia che questi giorni hanno portato con loro. Sardegna 2011

un sogno diventato realtà!

Io ringrazio ma, benchè triste per l’esperienza finita sono felice per la regata e perché

spero di ritornare in un luogo per fare uno sport di cui mi sono innamorato.

Meglio un giorno da sottomozzo in ardegna, che mille da studente al Majo!

In questa gita mi sono messa alla prova praticamente ogni giorno. Il mare è bello perché

offre mille occasioni: per crescere per migliorare, senza darti il tempo di pensare cosa sia più giusto fare secondo le regole imparate a terra. In barca non servono libri, ma istinto e

improvvisazione: i nostri istruttori ci hanno insegnato bene questo concetto.

Conosco delle barche che restano nel porto per paura che le correnti le trascinino via con troppa violenza. Conosco delle barche che arrugginiscono in porto per non aver mai rischiato una vela fuori. Conosco delle barche che si dimenticano di partire hanno paura del mare a furia di invecchiare e le onde non le hanno mai portate altrove, il loro viaggio è finito anco-ra prima di iniziare. Conosco delle barche tal-mente incatenate che hanno disimparato come

liberarsi. Conosco delle barche che restano ad ondeggiare per essere veramente sicure di non capovolgersi. Conosco delle barche che vanno in gruppo ad affrontare il vento forte al di là della paura. Conosco delle barche che si graffiano un po’ sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco. Conosco delle barche che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora, ogni giorno della loro vita e che non hanno paura a volte di lanciarsi fianco a fianco in avanti a

rischio di affondare. Conosco delle barche che tornano in porto lacerate dappertutto, ma più coraggiose e più for-ti. Conosco delle barche stra-boccanti di sole perché hanno condiviso anni meravigliosi. Conosco delle barche che tornano sempre quando hanno navigato. Fino al loro ultimo giorno, e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti perché hanno un cuore a misura di oceano.

JACQUES BREL

Il più bello dei mari è quello che non navigam-mo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissu-ti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto.

NAZIN HIKMET

P a g i n a 2 1

L’UOMO E IL MARE

CONOSCO DELLE BARCHE

IL PIU’ BELLO DEI MARI

cia, e a volte il cuore si distrae dal tuo suono al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento. Discreti e tenebrosi ambedue siete: uomo, nessuno ha mai son-dato il fondo dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto, mare, le tue più intime ric-chezze,

tanto gelosi siete d'ogni vostro segreto. Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi, talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte, o lot-tatori eterni, o implacabili fratelli!

CHARLES BAUDELAIRE

Sempre il mare, uomo libe-ro, amerai! perché il mare è il tuo spec-chio; tu contempli nell'infinito svolgersi dell'onda l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito non meno amaro. Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine; l'abbracci con gli occhi e con le brac-

Addio dunque, mare ! Non dimenticherò La tua trionfale bellezza E a lungo, a lungo, io udirò Il tuo rombo, nelle ore della sera. Nei boschi, nei deserti silen-ziosi Porterò, colmo di te, Le tue rocce, i tuoi golfi, E lo scintillio, e l'ombra, e la parola delle onde.

ALEKSANDR PUSKIN

AL MARE M'affaccio alla finestra, e vedo il mare: vanno le stelle, tremolano l'onde. Vedo stelle passare, onde passare: un guizzo chiama, un palpito risponde. Ecco sospira l'acqua, alita il vento: sul mare è apparso un bel ponte d'argento. Ponte gettato sui laghi sereni, per chi dunque sei fatto e dove meni?

G. PASCOLI

IL MARE

―Tutto si può trovare in mare secondo lo spirito che guida la ricerca‖

Joseph Conrad

Le barche

G i o r n a l e d i B o r d o

Redazione

Prof. Sebastiano Tabacco

Lorenzo Galotti - Ivan Mauri

Davide Brugola — Nicolò D’Argento

Lorenzo Marzano

Devo tornare sul mare, solitario sotto il cielo e chiedo solo un’altra nave e una stella per guidarla, colpi di timone, canti di vento, sbuffi della vela bianca , e bigia foschia

sul volto del mare e un bigio romper dell’alba.

Devo tornare sul mare ché la chiamata della marea irruente è una chiara selvaggia chiamata imperiosa; e io chiedo soltanto un giorno di vento con volanti nuvole bian-

che. Pien di spruzzi e di spuma e di strillanti gabbiani.

Devo tornare sul mare, alla vita di zingaro vagabondo;alla via delle balene e degli uccelli marini, dove il vento è una lama tagliente; e io chiedo solo un’allegra canzone da un compagno ridente e un buon sonno e un bel sogno quando la lunga giornata è

finita.

John Masefield, Febbre del mare

Le parole del Mare di Valeria Serra

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