Artigianato & Imprese | CNA Vicenza 05/2009

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ARTIGIANATO & imprese imprese Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza dicembre 2009 anno VIII numero 5 Contiene I.P. periodico d’informazione tecnica e sindacale SCENARI IMPRENDITORIALI L’anno che verrà www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Vicenza

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Scenari imprenditoriali L'anno che verrà

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ARTIGIANATO& impreseimpreseConfederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola

e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza

dicembre 2009anno VIIInumero 5

Contiene I.P.

periodico d’informazionetecnica e sindacale

SCENARIIMPRENDITORIALI

L’annoche verrà

www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Vicenza

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l’iniziatival’iniziativa

5/2009

La CNA aderisce alla proposta del vescovoNosiglia e della Caritas

Solidarietànella crisi,patto vicentino

“ Aiuti allefamiglie colpite

nel lavoro,moratoria utenze,fondo provinciale

per gli affi tti

121266

Primo pianoScandian:Scandian:ho il maleho il maledella speranzadella speranza

2121

L’eventoTutto un annoTutto un annocon il festivalcon il festivaldella creativitàdella creatività

“Periodico edito da CNA via Zampieri 19, VicenzaRegistrazione Tribunale di Vicenza n. 1019/11.3.2002Comitato di redazione Silvano Scandian, PaoloMonaco, GiuseppeMantese, Stefano Masiero, Giannina Scremin, Enrico Storti, Marco Troncon, Leonardo ZamperettiDirettore responsabileClaudio StratiRedazione e pubblicità via G. Zampieri 19, Vicenza. Tel. 0444 569900, fax 0444 961628 e mail: [email protected]., via Corbetta 9, Vicenza

Fotografi e: Renato Dalla Vecchia, Luca Andolfatto, Lino Basiricò, Luciano Dal Lago, Sergio Mantello eRuggero Zigliotto pagine 4 a sin., 6, 11 a sin., 18 sopra, 19 a des.; Cristiano Urban 18 sotto, 19 a sin.; e dall’archivio CNA

ARTIGIANATOARTIGIANATO&& impreseimprese

ARTIGIANATO & imprese

NFORMATIVA AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 30/06/2003. Spettabile Impresa, il D. Lgs. n. 196 del 30/06/2003, “CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, all’art. 13 impone l’obbligo di informare l’interessato sugli elementi fondamentali del trattamento. Per quanto attiene alla scrivente Associazione vi si adempie compiutamente informandoLa che: 1) i dati sono stati raccolti per inviarle del materiale che pubblicizza la nostra associazione e per promuoverne l’attività; 2) in relazione alle summenzionate fi nalità, il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti cartacei ed informatici in modo da garantirLe la sicurezza e la riservatezza dei dati, nonché la piena osservanza della Legge; 3) la presente informativa è resa per i dati raccolti da pubblici registri, elenchi; 4) contro le sopra indicate fi nalità di utilizzo dei dati può esercitare i diritti di cui all’ art. 7 della Legge; 5) i diritti che Le competono sono quelli previsti dall’art. 7 della Legge ed in particolare: di conoscere,

in ogni momento, quali sono i Suoi dati presso noi e come essi vengono utilizzati; di farli aggiornare, integrare, rettifi care o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento; 6) titolare del trattamento è CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa - Associazione Provinciale di Vicenza, corrente in Vicenza, Via Zampieri, n. 19. Vicenza, dicembre 2008

Anche la CNA di Vicenza, rappre-sentata dal pre-

sidente provinciale Sil-vano Scandian, ha preso parte al tavolo sugli ef-fetti della crisi economi-ca convocato nella sede di Caritas dal vescovo Ce-sare Nosiglia. All’incontro hanno pre-so parte tutti i principali operatori del mondo politico, sociale, istituzionale e sindacale del territorio. “La crisi si sta avvitando in maniera drammatica

- ha spiegato Nosiglia -. Le famiglie sono sempre più strette dentro questa morsa, nel 2010 perdere-mo nel Vicentino 30.000 posti di lavoro sulla base dei dati della Provincia.

Ci saran-no operai in cassa integrazio-ne che non rientreranno e di conse-guenza fa-miglie che non avranno

reddito”.Perciò ha proposto un “patto di solidarietà” tra le istituzioni per chi perderà il lavoro, “mo-

ratoria” di almeno sei mesi nel pagamento del-le utenze (Aim ha già aderito) e un fondo pro-vinciale per far fronte al pagamento degli affi tti, con l’invito a prolungare gli effetti degli ammor-tizzatori sociali.Scandian è intervenuto per confermare l’ade-sione di CNA al Patto di solidarietà, con impegno diretto ad attivarsi in re-lazione al costituendo fondo di sostegno. Ha inoltre ricordato situa-zioni di estrema diffi -coltà che coinvolgono

anche gli imprenditori artigiani, i quali spes-so sacrifi cano anche i propri mezzi personali pur di tenere in piedi le loro attività e garantire quindi una continuità ai propri dipendenti: “Da questa situazione si può uscire solo restando uni-ti e dando aiuti secondo le possibilità di ciascun attore. Questa crisi è purtroppo destinata a durare e proposte come quelle del vescovo e del-la Caritas richiamano le associazioni alla loro funzione sociale”.

Le sfi deIn evidenzaIn evidenzainnovazioneinnovazionee giovanie giovani

:: Il vescovo CesareNosiglia

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editorialeeditoriale

ARTIGIANATO & imprese

La sfi da:competitivitàe rischiodi Paolo Monaco

Lna conclusione di un anno e l’inizio del successivo in-

ducono inevitabilmente a porsi domande, a trar-re bilanci, a soffermarsi

su quello che è successo e su quello che potrà succedere, so-spesi tra buoni propositi, nuove speranze e vec-chie paure.Per quanto ci riguarda più da vicino, è inne-gabile che il sistema dell’ar-tigianato veneto chiude un 2009 caratterizzato da una crisi in-tersettoriale ed intercategoriale senza preceden-

ti, le cui cause e le cui prospettive sono ancora oggi di diffi cile interpre-tazione.Quello che però appare da subito chiaro ed evidente è che le nostre imprese si sono improvvisamen-te rese conto di trovarsi in un sistema economi-co ed imprenditoriale ad alto costo del lavoro, poco competitivo e poco pronto ad affrontare le sfi de dei nuovi mercati globalizzati. Al di là delle

implicazioni fi nanziarie della crisi, la prorom-pente concorrenza dei prodotti provenienti dai mercati emergenti del-l’Asia, dell’Est Europa e del Sud America è giunta rapidamente ad alterare equilibri faticosamen-te creati sin dal secondo dopoguerra. La crisi di competitività si è quindi trasformata per i soggetti più deboli in crisi di so-pravvivenza e l’emergen-za nella gestione dei casi più drammatici ha di fatto allontanato l’attenzione dal problema della con-correnzialità delle nostre imprese sul mercato glo-bale, che però si ripropor-rà non appena superata la fase più critica di questa diffi cile crisi.In quel mo-mento, come potrà rispon-dere l’im-p r e n d i t o r e artigiano alle nuove sfi de? Quello che p o s s i a m o senza dub-bio tutti sottoscrivere è che siamo di fronte ad una indifferibile esigenza di riposizionamento del modello imprenditoriale italiano, che riguarda pe-raltro le organizzazioni di ogni specie e dimensione.Nello specifi co, come dovrà cambiare l’impre-sa artigiana? Se voglia-mo partire dalla nozione “classica” e giuridica, essa si caratterizza per tre fattori essenziali: la di-mensione (limiti stringen-ti in “alto”), il “mestiere” artigiano (imprenditore come parte essenziale del processo produttivo), l’abilità “manuale” (in contrapposizione a quella

dei macchinari industria-li). Per vari motivi, queste defi nizioni dell’artigiana-to, portatrici di connessi diritti ed obblighi giuridi-ci, appaiono oggi irrime-diabilmente invecchiate. La dimensione è diven-tata una variabile “dipen-dente”: le imprese che si stanno salvando dalla crisi sono quelle che la-vorano in fi liera, e dun-que su ruoli specializzati e complementari. Quello che conta è quindi essere parte di una o più fi liere competitive nei mercati di riferimento e soprattut-to essere portatori di un ruolo autonomo e diffi cil-mente sostituibile all’in-terno della fi liera stessa.Circa il “mestiere” del-

l’imprendi-tore artigia-no, ovvero circa il suo e f f e t t i v o con t r ibu to al processo della fi liera, si sta veri-fi cando il p a s s a g g i o

da un ruolo prettamente “manuale”, legato alla fabbricazione fi sica del prodotto, ad un ruolo più “strategico”, dove l’im-prenditore è chiamato a contribuire soprattutto in termini di ideazione, pro-gettualità, organizzazione del lavoro e gestione dei servizi al cliente. Questo processo è tanto più inevitabile in quan-to la vera concorrenza che si può fare ai nuovi produttori a basso costo dei mercati emergenti è proprio quella sul valore aggiunto competitivo che solo la specializzazione, l’esperienza, l’idea e la realizzazione di prodotti

““Per l’artigiano venetocambiati parametrie riferimenti: parolad’ordine diventare

strategici e moderni

“Oggi contano semprepiù le fi liere nelle quali

la singola impresaporta le sue capacità

cognitivee organizzative

:: Paolo MonacoDirettore CNA Vicenza

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“unici” e quasi “su misu-ra” può garantire.E’ chiaro che questa sfi -da risulterebbe estrema-mente impegnativa per la singola piccola impresa artigiana, classicamente organizzata per piccole produzioni, ma diviene possibile e necessaria se si passa a logiche di colla-borazione e di interazione che sicuramente il sistema della fi liera può garantire e realizzare, consentendo a ciascun membro del-la stessa di riguadagnare quel vantaggio competiti-vo, che altrimenti sarebbe defi nitivamente perduto.Ciò detto, va ricordato che la piccola impresa mantie-ne comunque numerose positive qualità, che re-stano e resteranno fonda-mentali e strategiche an-che in una nuova logica di fi liera e nel nuovo assetto competitivo. Si pensi alla capacità di lavorare in rete con fornitori e committenti esterni; alla presenza atti-va sul proprio territorio di riferimento, utilizzandone le risorse, non solo mate-riali ma anche relazionali e sociali; alla capacità di mobilitare preziose ener-gie non solo dell’impren-ditore, ma spesso anche della famiglia e della co-munità. Volenti o nolenti, l’evolu-zione dei modelli di im-presa nel campo dell’ar-tigianato e della PMI è dunque in atto in un mon-do in accelerato cambia-mento, che porta con sé nuove forme di comples-sità. In questo contesto, la variabile chiave per lo sviluppo economico è a nostro modo di vedere l’assunzione del nuovo “rischio” imprenditoriale, in questo particolare mo-

mento associato al con-cetto di “innovazione”, intesa in senso lato.L’impresa, l’imprendi-tore, ma anche i singo-li cittadini e le singole “comunità” che voglio-no difendere le posizio-ni acquisite e cogliere le opportunità per crescere in questo contesto, devo-no necessariamente “ri-

schiare”. Il rischio oggi consiste nell’investire sul proprio futuro attra-verso l’innovazione, che non è solo di prodotto o di tecnologie, ma anche e soprattutto è innovazione a livello di idee, proget-tazione, organizzazione e condivisione.Oggi, contano sempre più le fi liere, intese come reti di collaborazione ed in-terazione, come somma delle parti che è superiore all’equazione algebrica delle stesse. Nelle fi liere così intese trovano nuo-va centralità le funzioni cognitive e relazionali in esse svolte, conta la vo-lontà di collaborare tra imprese dotate di capa-

cità complementari, che sanno mettere insieme le diversità (grande con piccolo; manifattura con servizi; circuiti locali e circuiti internazionali).Reagire solo in termini di preoccupazione crescente e con logiche di tampo-namento delle situazioni più critiche (invocando ad esempio nuovi ammortiz-

zatori sociali o altri aiuti pubblici) signifi ca tra-sformare l’incertezza in precarietà e non è utile a cogliere le nuove opportu-nità e gli spazi “vuoti” che ogni crisi porta con sé. La reazione giusta è in-vece quella di chi deci-de di scommettere sulle proprie capacità e sulle proprie idee, gestendo in prima persona quei fondamentali rischi che prima delegava ad altri. Gestire il rischio impren-ditoriale (ma non solo) in questo contesto signifi ca quindi assumere maggior consapevolezza e mag-giore autonomia, signi-fi ca prendersi le proprie responsabilità, ma anche i

benefi ci che ne deriveran-no, vuol dire accrescere il proprio potere decisiona-le e sfruttare in modo più intelligente il proprio si-stema di relazioni. In questo scenario, le pic-cole imprese, artigiane in particolare, possono co-stituire la chiave per of-frire soluzioni rapide ed intelligenti per uscire dal-la crisi, anche se resta un vuoto da colmare a livello di politiche economiche (nonostante a livello di Comunità Europea sem-bra emergere una nuova consapevolezza della va-lenza strategica delle PMI in questa particolare fase storica, testimoniata dalla recente approvazione e dal successivo supporto al cosiddetto “Small Bu-siness Act”, che riporta alla dovuta centralità il sistema di PMI in una logica di fi liera e di inte-razione con le specifi cità locali). L’auspicio per il 2010 è che oltre ai nostri artigia-ni, anche i nostri politi-ci possano accogliere la sfi da, assumendosi con coraggio il proprio “ri-schio” imprenditoriale, mobilitando e favorendo le energie del nuovo ca-pitalismo di fi liera e di territorio, che non è e non sarà più rappresentato solo dalle grandi impre-se capitalistiche sorte nel dopoguerra e neppure dai nuovi gruppi emergenti, magari già attrezzati per muoversi in uno scena-rio di incertezza e di for-te competitività, ma che sono però ben consape-voli che non possono più andare avanti da soli nella battaglia contro le nuove potenze economiche glo-balizzate.

“L’auspicio per il 2010 è che oltre ai nostriartigiani anche i nostri politici possanoaccogliere la sfi da favorendo le energie

dell’imprenditoria territoriale

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primo pianoprimo piano

ARTIGIANATO & imprese

Anch’ioho il male della speranzadi Silvano Scandian

Solitamente alla fine di un anno ciascu-no di noi è porta-

to a fare un bilancio dei mesi appena trascorsi: salute, famiglia, lavoro e, poi, simultaneamente

proiettare i pro-pri pensieri ver-so il futuro.Questa gran-de incognita: il futuro, che ci angoscia e tor-menta sia come imprenditori sia come persone, in particolare in questo momen-to.Per noi sicura-mente questo è un binomio inse-parabile: impren-ditori-persone; responsabilità-etica.

Un anno che ci hamesso a dura prova

Per chi è titolare di una pic-cola, media o microimpre-sa, quello appena trascorso è stato veramente l’anno che ha messo a dura prova la capacità imprenditoriale di ciascuno nell’affrontare le tante avversità derivate dalla crisi economica glo-bale in termini non soltan-to economico/fi nanziari ma, anche, in termini di tenuta psicologica!Quanta ansia, quanta paura

““Il futuro è l’incognitache ci tormenta

ma siamo chiamatia scriverlo noicon coraggio”

:: Silvano Scandian presidente provincialedella CNA

hanno pervaso tutte le no-stre scelte, le nostre inizia-tive.Quanta sofferenza ha cau-sato il fatto di sentirci a volte inermi di fronte ad una situazione globale dove tutto, o quasi tutto, era indipendente dalle no-stre scelte, dalla nostra ca-pacità.Purtroppo, tanti di noi hanno dovuto, col cuore spezzato, tenere abbassa-ta per sempre la famosa “serranda” che per lunghi anni, a volte per varie ge-nerazioni tenevano alza-ta dall’alba al tramonto producendo non soltanto opere d’arte, ma anche formando nuovi artigiani ed “artisti”: sviluppo, be-nessere, cultura per tutto il nostro territorio. Certamente niente e nessu-no potrà ridare alla nostra società quei valori e quel sapere, frutto di vite opero-

se e geniali, che per sempre sono scomparsi con quella defi nitiva chiusura!

Ora dobbiamo tirarefuori il meglio di noi

Di questo dobbiamo sicu-ramente chiedere conto a chi copre responsabilità nei mondi più svariati: po-litica, economia, fi nanza, etc.Ma, qualcosa va ascritto anche a noi che non ab-biamo saputo o, forse vo-luto, cogliere i segni del cambiamento rimanendo talvolta inermi di fronte al mutamento globale.Non possiamo cedere no-nostante tutte le diffi col-tà; dobbiamo, come ben sappiamo, reagire, avere coraggio ed ingegnarci a superare anche questa dura crisi tirando fuori il meglio di noi stessi, di noi impren-ditori, ripartendo da nuove

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:: Il gruppo dirigentedella CNA vicentinain una foto di gruppo scattata in occasionedell’assembleaelettiva provinciale

ri, di capacità, di industrio-sità, di mestieri, che ap-partiene alla nostra storia. Il sistema delle imprese e dell’artigianato è capace di grandi cose”.Comunque sono certo che noi imprenditori sapremo trovare la strada giusta, che sicuramente ci porterà fuori dalle secche di questa dura e lunga crisi.Non dobbiamo dimentica-re la nostra grande capa-cità di reagire, superando ogni ostacolo mettendo a frutto le nostre proverbia-li laboriosità ed inventiva, che sempre ci hanno con-traddistinti.Certamente, quello che contraddistinguerà anche l’immediato futuro sarà che non potremo conta-re più di tanto su aiuti esterni; sicuramente, ciò che non cambierà è che la nostra associazione sarà sempre al nostro fi anco

con la sua struttura, con i suoi servizi.

Iniziamo a scrivereil nostro destino

Cosa fare, allora? Su que-sto io mi sento ben sicuro ed un po’ matto, come so-stiene nel suo ultimo libro Sebastiano Zanolli, il quale afferma: “Ho il male della speranza e sono certo che il destino non si legga ma si scriva”.Allora, amici imprendito-ri, incominciamo subito a scriverlo!Prima di chiudere non posso non ricordare gli av-venimenti più importanti che hanno caratterizzato il 2009 della nostra associa-zione provinciale.Lì batte il mio cuore!Ricordo che il tre luglio scorso c’è stata l’assem-blea elettiva provinciale che ha visto il rinnovo del-

basi, in modo particolare: innovando e facendo siste-ma. E soprattutto sapendo cambiare il modo di fare impresa.

Buttare le muffevalorizzare le imprese

Su questo vorrei fare mie alcune affermazioni fatte dal nostro presidente na-zionale, Ivan Malavasi, in occasione della sua rela-zione del 22 ottobre scor-so nell’assemblea elettiva: “Riaccendiamo i motori, togliamo la ruggine, pulia-mo le muffe, buttiamo le zavorre che hanno impe-dito in questi anni all’Italia di fare il salto, quel salto che è nelle nostre possibi-lità, quel salto che dobbia-mo fare!”Poi ha aggiunto: “Non possiamo disperdere quel grande patrimonio di sape-

la presidenza e di tutte le altre cariche associative. In particolare modo tengo a ricordare che per la pri-ma volta a Vicenza è sta-ta costituita l’Unione dei giovani imprenditori della CNA. Anche questo moti-vo di speranza per il nostro futuro: come associazione e come imprenditori.Inoltre, ricordo che questo è il secondo anno di CNA World con sportelli che danno sostegno ed assi-stenza agli imprenditori di origine straniera.A gennaio di quest’anno, dopo quasi quarant’anni di lavoro nella nostra associa-zione, Francesco Pigato, il nostro direttore provincia-le, è andato in pensione. A sostituirlo è arrivato Paolo Monaco, proveniente da fuori regione e da altra realtà associativa. A Fran-cesco Pigato vanno i no-stri migliori auguri per un “profi cuo” riposo. Mentre a Paolo Monaco diamo il nostro benvenuto con l’au-gurio di saper ben guidare questa nostra associazio-ne; farla crescere e render-la il più possibile capace di sostenere e soddisfare tutte le esigenze nostre e quelle delle nostre impre-se, tenendo tutti i servizi al passo coi tempi.Per fi nire, colgo l’occa-sione per inviare a tutti i nostri associati, alle loro famiglie, a tutti i nostri dipendenti e collaborato-ri, ai nostri dirigenti tutti ed in particolare modo ai dirigenti di tutte le nostre strutture, i miei più sinceri auguri per un felice Natale e un profi cuo 2010.Auguri!

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creditocreditoNereo Sella, presidente del Consorzio Fidi CNA Vicenza, delinea la fase di crescente richiesta di fi nanziamenti. E lancia un appello alle banche

Guardare oltre lo spreadDa quando è scop-

piata la crisi eco-nomica e fi nan-

ziaria ci si è resi conto del valore e della forza dei Consorzi Fidi, organismi senza fi ne di lucro che si fanno garanti per le im-prese associate in caso di richiesta di affi damenti.“Ad oggi - afferma Ne-reo Sella, presidente del Confi di CNA Vicenza, consorzio promosso dalla CNA Provinciale di Vi-cenza - l’incremento delle garanzia deliberate dalla nostra struttura è in salita del 20% rispetto all’anno scorso, e il trend è di con-tinua crescita”.Il problema è che l’au-mento delle richieste, da parte del mondo impren-ditoriale ma anche banca-rio, può creare diffi coltà di natura patrimoniale ai Confi di che hanno bi-sogno, proprio come le aziende di produzione, di capitalizzarsi e diventare più solidi.“Noi cerchiamo di sensi-bilizzare gli enti pubblici perché contribuiscano ad allargare le basi patrimo-niali dei Confi di - spie-ga Sella -, considerata la straordinarietà della crisi in atto e la necessità di utilizzare i Confi di stessi come volano per dare os-sigeno alle imprese”.Altro passaggio fonda-mentale è la necessaria crescita professionale di tutte le strutture consorti-li. Così sintetizza Sella: “Non è solo l’eccesso di richiesta a mettere in diffi -

coltà la base patrimoniale dei Confi di, ma anche il deterioramento del credito riscontratosi negli ultimi mesi per i soliti problemi

del nostro territorio: pic-cole e micro imprese con scarso peso politico e fi -nanziario, allungamento nella riscossione dei credi-

ti verso clienti e pubblica amministrazione, fatturati in forte calo. D’altra par-te, i Confi di non possono sottrarsi al proprio ruolo di sostegno delle impre-se, e nemmeno scaricare sugli associati eventuali ineffi cienze interne o del sistema. Siamo quindi obbligati a crescere nel-l’istruttoria e nell’analisi delle richieste, così come nel monitoraggio delle imprese associate. Mo-nitoraggio, sia ben chia-ro, che non è unicamente controllo, ma soprattutto consulenza e sostegno”.L’invito del presidente Nereo Sella è esteso al mondo bancario: gli isti-tuti di credito non devono far pesare sulle imprese eventuali proprie caren-ze, alzando gli spread e le commissioni e irrigi-dendosi nell’erogazione del credito. Non ci si deve nascondere dietro Basilea 2 e i suoi asettici parame-tri di valutazione, bisogna tornare ad un sistema ban-cario che valuti l’azienda in termini non solo quanti-tativi, ma anche qualitativi e che tenga conto dei veri valori delle imprese.“Diversamente - conclude Sella - rischiamo di ritro-varci con un sistema pro-duttivo indebolito e de-qualifi cato, che potrebbe farsi trovare impreparato di fronte ad una futura e tanto auspicata ripresa. Per non guardare solo ai bisogni delle imprese, ma anche alle potenzialità e al ruolo del sistema delle Pmi”.

“Gli enti pubblicisostengano di più

i consorzi, gli istitutidi creditovalutino

la qualitàdelle aziende

con minore rigidità:: Nereo Sella, presidentedel Confi di vicentino della CNA

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10 ARTIGIANATO & imprese

scenariscenariLa CNA nazionale: dalla manovra fi nanziaria ci si attende ossigeno ai consumi e tagli alle spese improduttive

Elettroschock per la ripresa“No. Non ci

siamo”. La CNA non

nasconde la sua “delu-sione” per la traiettoria della finanziaria 2010. “Voglio ricordare che abbiamo avuto le più ampie assicurazioni che il governo avrebbe mes-so mano con gradualità alla riduzione dell’Irap - ha spiegato il presidente nazionale Ivan Malavasi -. Ma quello che emer-ge è una falsa partenza. Le nostre richieste, allo stato dei fatti, non sono state accolte, se esclu-diamo l’impegno per gli ammortizzatori sociali e

una promessa di risorse per i consorzi fidi”.“Non ci s t a n c h e r e -mo mai di ripetere, a tutti e in ogni occa-sione, di notte e di giorno - sot-tolinea - che gli artigiani e le picco-le e medie imprese di questo Pae-se sono con l’acqua alla gola. La via d’uscita è una sola: far

ripartire la domanda e dare ossigeno ai con-

sumi. Non v o g l i a m o che il debi-to pubbli-co aumen-ti, perciò ch ied iamo che i soldi n e c e s s a r i oggi venga-no scovati t a g l i a n d o qua lunque spesa im-p r o d u t t i -va”. “Beninteso, i quattro mi-

liardi di euro di cui oggi

si parla non sono poca cosa. Le nostre priori-tà sono l’Irap, il raffor-zamento del fondo di garanzia, la ineludibile proroga degli ammor-tizzatori sociali per le Pmi. Un altro strumento è quello di premiare tutte le amministrazioni loca-li virtuose permettendo loro di investire, e di pagare in tempi ragione-voli tutte le imprese che forniscono beni e servizi. E’ possibile continuare a galleggiare aspettando che passi la notte, senza intervenire con un robu-sto elettroshock di risorse che inneschi la ripresa”?

Malavasi:“Aziende con l’acquaalla gola, occorre farripartire la domanda”

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11 ARTIGIANATO & imprese

“Se le premesse verranno mantenute, non si annun-

cia un inizio anno sereno nei rapporti tra piccole imprese e fi sco. Ad accendere la miccia è stata la

campagna annunciata dall’Agenzia delle Entrate sull’in-tensifi cazione dei controlli alle imprese che non hanno versato i tributi, pur avendoli dichiarati. «Si tratta di una mossa intempestiva e che di sicuro non porterà ai risultati sperati - ha commentato Ivan Malava-si, presidente nazionale CNA, in un’intervista al Corriere della Sera -. Non pagare le imposte, avendole comunque dichiarate, non nasconde una strategia elusiva ed evasi-va, ma riguarda l’impossibilità concreta di effettuare i pagamenti per mancanza di liquidità. Accanirsi contro chi, senza evadere, ha scelto di posticipare il pagamento dei tributi dovuti sperando in una liquidità futura, ci pare totalmente sbagliato». Con la Finanziaria alle porte, per le piccole e medie im-prese è tempo di passare all’incasso delle tante promes-se registrate durante l’autunno. Per la verità già nel 2009 qualcosa è stato ottenuto: la cassa integrazione in deroga, la moratoria dei debiti, la riduzione dell’acconto lrpef di 20 punti. Ma ormai le aziende guardano al 2010 e agli appuntamenti col fi sco che fanno tremare i polsi a chi ha i fatturati disastrati dalla crisi.

FISCO

Un anno da far tremare i polsiper chi ha i bilanci in rosso

“Le esigenze delle imprese artigia-ne coincidono

con quelle del Paese”. Sergio Silvestrini, di recente confermato segretario ge-nerale della CNA, lancia un grido d’allarme sulla situa-zione delle Pmi.Cominciamo dalla riduzio-ne dell’Irap. Con i conti pubblici in tensione, non vi sembra in-tempestiva la vostra richie-sta?“I due aspetti non sono af-fatto in con-trapposizione. Siamo consa-pevoli come tutti dello stato in cui versano i conti pub-blici, ma al contempo cer-ti che non si possa sperare in un cambio di rotta senza dare una scossa al sistema. Per questo chiediamo di par-tire dal basso, riducendo gra-dualmente il peso che grava sulle imprese di piccole e medie dimensioni, in Italia la stragrande maggioranza”.Una posizione che vi attira le ire delle grandi aziende e dei sindacati.“Le esigenze delle Pmi co-nincidono con quelle del Paese. Le nostre imprese hanno fatto sforzi enormi in questi mesi per resistere alla crisi e tutelare l’occu-pazione. E gli impegni del Governo vanno mantenu-ti”.Resta un punto da chiarire:

Piccole e medie imprese

Artigianato e Paeseesigenze comuni

dove reperire le risorse?“Spetta al Governo. Io mi li-mito a constatare che in Italia ci sono nove livelli di gover-no che moltiplicano ineffi -cienze e sprechi. E’ possibile fare effi cienza, senza danneg-giare cittadini e imprese. E accendere un faro sulla spesa corrente”.

Intanto ave-te incassato una riduzio-ne dell’ac-conto Irpef di novembre.“E’ una misu-ra senza dub-bio positiva perché ha evi-tato di pagare tasse, proba-bilmente in buona parte non dovute per la contra-zione dei con-ti provocata dalla crisi.

Tuttavia non basta: servireb-be aggiungere quanto meno una revisione degli studi di settore”.Come evolve la situazione del credito?“Nonostante il rallentamen-to della recessione, le nostre imprese restano tra l’incudi-ne e il martello. Da una parte ci sono i ritardi cronici della Pubblica Amministrazione, che paga a 180 e, in alcuni casi, persino a 360 gior-ni. Dall’altra c’è il diffi cile rapporto con le banche: non chiediamo credito facile, ma di tornare a guardare in faccia gli imprenditori. Non possono limitarsi a decidere solo in base ai dati di Basilea II”.

“La partecipazione dei lavoratori ai risultati dell’im-

presa è una strada che la CNA intende esplorare e proprio per questo apprezza e condivide gli sforzi

del Ministro Sacconi che hanno portato a sottoscrivere il 9 dicembre, insieme a tutte le associazioni d’impresa italia-ne, l’ “Avviso comune in materia di partecipazione”. Per la CNA si tratta di un atto politico molto importante che consentirà di avviare da subito un approfondito e punta-le monitoraggio di tutte le “buone pratiche” in materia di partecipazione. Proprio per questo la CNA offrirà al dibattito tutta l’esperienza della bilateralità nel comparto artigiano, una via originale e di successo che, muovendo dalla dimensione territoriale, ha portato risultati tangibili per i lavoratori attraverso modalità partecipative progetta-te e realizzate espressamente su misura per il settore. L’avviso comune, nel momento in cui valorizza la scelta di far partecipare i lavoratori, “spiana contemporanea-mente la strada - spiega la CNA - all’individuazione di soluzioni specifi che per tutte le tipologie di impresa che fanno ricco il nostro Paese; quanto al Parlamento - pro-segue la nota della CNA nazionale -chiediamo a tutte le forze politiche di aiutarci a valorizzare proprio questa diversità, abbandonando perciò, fi n da subito, tentazioni e scorciatoie che inevitabilmente porterebbero a soluzio-ni uguali per tutti.

IMPRESE

Partecipazione dei lavoratoristrada da esplorare

Silvestrini: “Priorità Irap,tagli delle spese pubbliche

inutili, risorse al mondodelle aziende”

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12 ARTIGIANATO & imprese

l’anno che verràl’anno che verràMatteo Lavezzo, vicepresidente provinciale di Federmoda, racconta la sua esperienza imprenditoriale e pensa a un 2010 “stabile”

Chi non innova è perdutoUno staff di dieci per-

sone, età media 31 anni: è la Project

srl di Thiene. L’azienda di Matteo Lavezzo, vicepre-sidente provinciale di CNA Federmoda, nata come uffi -cio stilistico per collezioni di abbigliamento, si è via via trasformata in un’impre-sa del settore a tutto tondo: “Creavamo collezioni per i clienti, ma facevamo fatica a garantire la resa: spesso i committenti ritrovavano un risultato fi nale diverso da quello messo da noi su carta. Così abbiamo anche iniziato a produrre noi per i nostri clienti, con laboratori in Italia e Tunisia. La nostra è una struttura fl essibile che può seguire, dopo la parte creativa, taglio, confezio-ne, lavaggio, stireria. Non abbiamo costi fi ssi e, pur in tempi duri, cresciamo anche per questo”.Lavezzo è di Malo: “I genito-ri avevano un laboratorio di confezioni conto terzi, chiu-so alla fi ne degli anni Ottan-ta. Appena fi nito il militare io ho iniziato con un amico. Oggi siamo in dieci. Abbia-mo impostato un’azienda diversa da quella tradiziona-le, il contrario della vecchia fabbrica col “paron”, valo-rizzando le persone, facen-dole crescere nel team, dando loro fi ducia. E abbiamo in-novato molto, aprendo il più possibile alle collaborazioni con studi e strutture esterne. Così se il cliente ci chiede servizi ulteriori rispetto a ciò che ci compete, in base alle esigenze ci appoggiamo ad altre aziende. Forniamo quindi anche servizi diversi rispetto al nostro core bu-siness, ma fi delizziamo il

Lo vedo in molti fornito-ri, in aziende di tessuti che hanno abbandonato la ricer-ca. Chi invece è propositivo e innova, guadagna quote di mercato. Succede a cinque aziende su 100. Quelli che invece tagliano magari pro-prio i creativi e le loro idee, e gli uffi ci sviluppo, tornano ad essere contoterzisti: ma siccome la produzione non c’è più, per chi mai dovreb-bero produrre?”.E il 2010?“Nel 2010 secondo me non scatta nulla. Sarà come 2008 e 2009, la recessione è lunga. Saremo avvisati per tempo, per primi ripartiranno immo-biliare e fi nanziario. L’atteg-giamento poco innovativo delle imprese, inoltre, non favorirà il miglioramento dei trend economici”.Ce n’è anche per il made in Italy: “Ormai è troppo di nicchia e costoso. Il con-sumatore fi nale non paga di più perché un prodotto è made in Italy. E le prime linee non si fanno più pro-blemi di mettere in eviden-za etichette con il made in Turchia o in Cina. L’impor-tante è che il prodotto sia pensato e ideato all’italia-na, non dove viene realiz-zato. Vedo invece le grandi fi rme in diffi coltà. Noi siamo alla ricerca an-che di mercati nuovi, in modo alternativo perché at-traverso le vie istituziona-li le risposte e le proposte interessanti non arrivano: aree emergenti come Cina e India, o est europeo, da esportatori e produttori di-ventano mercati di consu-mo importanti. Ci stiamo attivando per trovare lì ca-nali e sbocchi innovativi”.

cliente. Noi comunque man-teniamo il coordinamento di ogni fase. Diamo sempre la parte propositiva e creativa, il che ci evita di essere fa-cilmente ag-grediti dalla concorrenza, e eventualmen-te curiamo la produzione e gli altri aspetti e le altre con-sulenze, po-tendo fornire un prodotto c o m p l e t o . Naturalmente abbiamo an-che clienti per cui svolgiamo solo il ruolo ideativo. Non teniamo invece clienti che ci chiedano solo la produzio-ne”.Innovazione come nuova fi -losofi a operativa, fl essibile e modulare, come capacità di far girare il cervello.“Le aziende - spiega Lavez-zo - hanno bisogno di servizi più mirati alla situazione at-

tuale. Vedo imprese che non hanno la più pallida idea di come stanno andando, senza alcun controllo di gestione.

Credo che la CNA potrà fare molto in questo. Check up azienda-li perché un imprenditore veda e capisca. Il problema fondamentale è che oggi il servizio deve raggiungere l’azienda, non attenderla in uffi cio... Noi funzioniamo così. Purtrop-po oggi molte aziende non

fanno innovazione, e questo aggrava la crisi”.Che cosa intende?“L’economia va male, e cosa fanno le aziende? Ta-gliano i costi, licenziano il personale, sacrifi cano i settori ricerca e sviluppo, così il loro prodotto diventa sempre meno interessante.

:: Matteo Lavezzo al lavoro. Sotto, lo staff aziendale

Purtroppo la crisifa tagliare ricercae sviluppo ma così

i prodotti diventanomeno interessanti

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Parla Monica Carraro, presidente del Gruppo Giovani CNA, costituito da poco: tante idee sul tappeto per gli imprenditori di nuova concezione

Trentennie quarantenniin prima lineaIl Gruppo Giovani della

CNA vicentina è pro-prio... giovane. Costi-

tuito quest’anno, ha inizia-to a muovere i primi passi da alcuni mesi. Presidente è Monica Carraro, 37 anni, imprenditrice di Caldogno e responsabile amministra-tiva della Carbu, azienda attiva nel settore metalmec-canico e dei complementi d’arredo, che conduce con il fratello Mauro.“Siamo nati da poco - spie-ga Monica Carraro - e so-prattutto stiamo lavorando per creare un amalgama tra noi. Gli attuali aderenti al Gruppo provengono da settori diversi, alcuni sono fi gli d’arte, altri hanno av-viato ex novo attività in proprio. Le attività impren-ditoriali sono diversifi cate: fotografi a, edilizia, abbi-gliamento, software, mec-canica... Si cercano affi a-tamento, temi di interesse comune, attività da mettere in cantiere. E si sta facen-do un’opera di promozione del nuovo Gruppo, ancora non conosciuto ai più, per allargare la cerchia dei par-tecipanti”.I giovani imprenditori, nel-le aziende CNA, in effetti ci sono e sono pure nume-rosi. Tra i temi proposti, che ci si ripropone di approfondi-re, c’è quello del passaggio generazionale: “In affetti in molte aziende artigiane e

medio piccole i vent’anni di differenza tra genitori e fi gli sono tanti e tutti si tro-vano ad affrontare problemi simili. Anche noi, in Carbu, fondata da papà Luigi e mamma Silviana, li abbia-mo conosciuti. Nei decenni scorsi si è lavorato in modo pazzesco, al tornio anche all’ora di pranzo, più ore volevano dire più produzio-ne e più fatturato e le com-messe arrivavano a ritmi incessanti. Oggi ovviamen-te il mercato è cambiato: devi trova-re il cliente, costruire un rapporto con lui, parlargli, capirne le esigenze, for-nirgli il servi-zio che cerca. Per questo noi giovani imprenditori siamo interes-sati a incontri che appro-f o n d i s c a n o questi temi e il rapporto con i genitori, ma anche a conoscere le opportunità che ci sono: ad esempio bandi promossi dalla Regione per voucher di corsi formativi su tali ar-gomenti”.Riuscite a coinvolgere i colleghi?“Questo è il problema cen-trale: spesso è diffi cile tra-

scinare fuori dall’azienda i nostri colleghi, che sono comunque oberati di im-pegni lavorativi. Un pas-so alla volta comunque si

procede: tra momenti di svago, come la proiezione del fi lm Terre Rosse col re-gista Dellai, e momenti di approfondi-mento come ad esem-pio l’idea di passare una mezza gior-nata all’incu-batore d’im-prese alla Giudecca, il Gruppo credo

acquisterà una fi sionomia più defi nita. Facebook si è dimostrato uno strumento utile per conoscersi: ci sia-mo come Gruppo Giova-ni e anche personalmente. Le idee sul tappeto sono tante: chi propone i check up aziendali, chi maggiore documentazione su proble-matiche come la gestione

rifi uti”.Ma che cosa motiva i gio-vani imprenditori a par-tecipare alle vostra attivi-tà di Gruppo?“Molti pensano: ci vado se porto a casa qualcosa in termini di conoscenze e informazioni nuove. Già lo scambio di esperienze tra noi è utile, ma cerchiamo anche di fornire uno sfondo concreto: ad esempio nel 2010 intendiamo approfon-dire e capire di più il piane-ta Camera di Commercio, che non è solo l’ente che ti rilascia un certifi cato, ma offre opportunità diverse, da Vicenza Qualità agli altri settori d’intervento. Voglia-mo anche avere un quadro preciso della nostra CNA e di tutti i servizi e i soste-gni che ci può dare. Inol-tre l’anno prossimo l’idea è di avviare nuovi corsi di marketing, un settore ri-tenuto molto strategico e importante da tutti noi. Poi ovviamente la scommessa del 2010 è riuscire a radi-care ed allargare il Gruppo e trovare le formule giuste per farlo”.

:: MonicaCarraro,presidente del Gruppo Giovani di CNA.In bassoun’immagine aziendale

“Facebook perconoscerci è utile.Cerchiamo i temiutili a motivare

gli imprenditori dinuova generazione”

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l’anno che verràl’anno che verrà

ARTIGIANATO & imprese

Cinzia Fabris presidente del Comitato perl’imprenditorie femminile della Cciaa

Nuovi progettiper le donned’aziendaCinzia Fabris è il

nuovo presidente del Comitato per

l’imprenditoria femminile della Camera di Commer-cio. L’imprenditrice, presi-dente della CNA scledense e di CNA Donna, titolare di un’impresa di controllo qualità e stiro a Schio, è affi ancata da Marisa Con-verti, rappresentante di Assindustria, nelle vesti di vicepresidenteIl Comitato per l’impren-ditoria femminile della Ca-mera di Commercio di Vi-cenza, un organismo nato per promuovere iniziative volte a favorire l’autoim-prenditorialità, la forma-zione, la qualifi cazione e l’informazione delle donne che intendono lanciarsi in un progetto d’impresa. “Partiremo da subito - ha dichiarato Cinzia Fabris - con iniziative volte a fa-vorire il decollo di progetti imprenditoriali che hanno come protagonisti i giovani e le donne”.Il 2010 dunque sarà un anno importante per questo organismo, e per concretiz-zare i suoi progetti. Duran-te l’incontro che ha portato all’elezione dei vertici del comitato, il rappresentante della giunta camerale ha annunciato “l’impegno del-la Camera di Commercio di Vicenza nel supporto delle iniziative che verranno av-

viate dal Comitato per l’im-prenditoria femminile”.Il Comitato per lo sviluppo dell’imprenditoria femmi-nile lavora già da alcuni anni e sviluppa azioni po-sitive per incentivare l’im-prenditoria femminile. L’in-cremento della presenza delle donne nel mercato del lavoro, e l’aprirsi di nuove opportunità oltre a quelle tradizionalmente riservate alle donne, ha visto anche crescere considerevolmente il numero del-le lavoratrici autonome e delle titolari d’impresa.Le donne imprenditri-ci, talvolta, faticano a reperire gli strumenti e i servizi ade-guati a gui-darle nel dif-fi cile percorso di formazione e sviluppo p e r s o n a l e . Per un’azio-ne di sostegno alle risorse imprenditoriali femminili, la Camera di Commercio di Vicenza ha costituito il Comitato in ottemperanza di un Protocollo di intesa stipulato tra il Ministero dell’Industria e l’Unione Italiana delle Camere di Commercio.

Ma quali sono gli ambiti di intervento specifi ci dell’or-ganismo. Intanto può promuovere suggerimenti nell’ambito

della pro-g r a m m a -zione del-le attività camerali, che riguardino lo sviluppo del-l’imprendito-rialità femmi-nile, avviare indagini co-noscitive per determinare i problemi i n c o n t r a t i dalle donne ne l l ’acces-so al mondo del lavoro e

dell’imprenditoria in par-ticolare, promuovere ini-ziative per lo sviluppo del-l’imprenditoria femminile, anche tramite specifi che attività di formazione, ag-giornamento, informazione e riqualifi cazione imprendi-toriale. Il Comitato inoltre favorisce la qualifi cazione

opportuna della fi gura im-prenditoriale femminile, concorda le collaborazio-ni necessarie con gli enti pubblici e privati che sul territorio svolgono attività di promozione e sostegno all’imprenditoria femmini-le, sollecita una più consa-pevole partecipazione delle donne alle problematiche riguardanti lo sviluppo economico locale.Del comitato, recentemen-te ricostituito, fanno parte oltre alla presidente Cinzia Fabris e alla vicepresiden-te Marisa Converti, Maria Menin (Componente Con-siglio camerale), Patrizia Balbo (Confcooperative), Fabiola Carletto (Cgil-Cisl-Uil), Giuliana Costa (Confcommercio), Loret-ta Doro (Coldiretti), Giu-seppina Grimaldi (Apin-dustria), Francesca Lotto (Confesercenti), Cristina Nizzetto (Confagricoltura), Daniela Rader (Confarti-gianato), mentre il funzio-nario camerale Paola De Rosso svolge le mansioni di segreteria.

:: Cinzia Fabris è anche la presidente di Federmoda CNA e dell’area territorialedi Schio

La dirigente di CNAguida l’organismo

che intende favorirelo sviluppo di idee

e attività

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l’anno che verràl’anno che verràSara Reniero, manager della Green srl di Schio, traccia un bilancio dell’artigianato alimentare e guarda al futuro

La bontàpremiasempreNella congiuntura

negativa il sistema agroalimentare ita-

liano sembra adattarsi me-glio di altri settori produt-tivi alle diffi coltà. Secondo il Centro Studi CNA (“Ba-rometro della crisi”) nel terzo trimestre 2009 sono almeno cresciuti le produ-zioni e gli ordini, anche se altri indicatori sono rimasti negativi. L’elemento posi-tivo è che alcune caratteri-stiche del settore alimentare che ne hanno, fi no ad oggi, condizionato lo sviluppo e la competitività, possono invece adesso rappresenta-re importanti opportunità di rilancio.Ne parliamo con Sara Re-niero, imprenditrice della Green srl di Schio, dov’è direttore amministrativo, azienda leader da trent’an-ni nell’attività di raccolta, lavorazione, trasformazio-ne e distribuzione di funghi e frutti di bosco, secchi e congelati, lavorando a lar-go raggio con i settori in-grosso, industria e catering. L’analisi della giovane ma-nager guarda in particolare ai dati macroeconomici del settore.“La prima caratteristica del nostro sistema alimentare è la fortissima presenza d’im-prese di piccola dimensione e di carattere artigianale - spiega Sara Reniero -, mol-te dotate della fl essibilità necessaria ad affrontare fasi di congiuntura sfavorevole. Inoltre si tratta di imprese estremamente radicate sul territorio e accompagnate

da prodotti di grande tradi-zione. Il nostro settore, ge-neralmente legatissimo alla specifi cità del fattore terra, non ha permesso ardite de-localizzazioni produttive ma spesso ha consentito lo sfruttamento delle certifi ca-zioni di origine come im-portante strumento di com-petizione”.Il forte legame col territo-rio da un lato può limitare l’accesso ai grandi mercati internazionali, ma dall’altro ha consentito all’impresa artigiana alimentare di sof-frire in misura minore del-l’aumento dei costi generato dalla recente impennata dei prezzi inter-nazionali dei prodotti agri-coli: “Pensia-mo ad esem-pio che nel 2007 il fattu-rato alla pro-duzione delle 179 specialità Dop e Igp nel nostro Paese è stato di oltre 5 miliardi di euro, con un + 8 per cento sul 2005”.Inoltre, a giocare parzial-mente a favore del compar-to è stata anche la rigidità della domanda di prodotti alimentari che ha messo parzialmente al riparo dalla drastica riduzione dei con-sumi. “E poi - aggiunge Reniero - altri dati importanti sono

rappresentati dal grande riconoscimento della qua-lità delle nostre produzioni alimentari da parte dei con-sumatori italiani e stranieri, con il conseguente successo

che riscuoto-no le nostre esportazioni, e dal fatto che le azien-de artigiane alimentari ra-ramente svol-gono il ruolo di fornitori esclusivi del-la grande im-presa che ha risposto alla congiuntura sfavorevole con la ridu-zione degli investimen-ti, ma hanno

clienti diversifi cati e spesso canali commerciali propri”.Naturalmente questi aspetti positivi fanno tirare un so-spiro di sollievo al settore, ma la crisi comunque si sente e occorre guardare al futuro. “Il rilancio del settore, se-condo gli studi della CNA - dice Sara Reniero -, pas-sa attraverso accordi che

permettano di operare ef-fi cacemente sul mercato locale e che costituiscano, al tempo stesso, la premes-sa per l’accesso al mercato globale: accordi di fi liera tra imprese che operano in diverse fasi produttive, soprattutto tra produttori agricoli e imprese artigia-ne di trasformazione anche per evitare il lievitare dei costi nei passaggi tra in-termediari; reti di imprese della medesima fase pro-duttiva; alleanze per dare vita ad effi caci strategie per l’export in mercati europei e internazionali. In parti-colare nella commercia-lizzazione la possibilità di aggregare una “massa criti-ca” di prodotto permette di riequilibrare i rapporti con la Grande distribuzione or-ganizzata e con intermedia-tori e grossisti, conseguen-do vantaggi nella logistica (costi di stoccaggio) o nei servizi di trasporto”.Insomma le idee non man-cano. Nel frattempo le im-prese artigiane alimentari devono saper proseguire in quella specifi cità che le contraddistingue: la grande qualità e la genuinità della loro produzione.

ARTIGIANATO & imprese

:: Sara Reniero, presidente dell’Unione Alimentare CNA. In basso un’immagine di lavorazione tratta dal sito web aziendale

Il legame conil territorio hasalvaguardato maggiormente

le aziende artigianealimentari

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l’anno che verràl’anno che verrà

ARTIGIANATO & imprese

professionale) e TP si tro-va in condizione di avere i requisiti richiesti dal de-creto Legislativo n. 206 del 2007 art. 26. Pertanto si è valutata la possibilità di trovare forme di colla-borazione per le aziende associate CNA e i relati-vi titolari in riferimento al campo dell’aggiorna-mento professionale, che TP potrebbe fornire, e si potrebbe inoltre pensare a forme di “integrazione associativa” per consenti-re la valorizzazione pro-fessionale.La TP, dalla voce del pre-sidente e del vice, si è di-mostrata molto interessata a costruire un percorso co-mune e ci si è aggiornati a dopo il previsto cambio di-rigenziale in ambito CNA e che ha portato Andrea Nannini alla presidenza dell’Unione. Verosimil-mente si può ipotizzare un incontro in CNA con i ver-tici di entrambe le associa-zioni nel gennaio 2010.L’Unione Comunicazione di Vicenza si proietta così con fiducia verso il 2010, convinta del proprio ruolo di supporto e accredita-mento del lavoro dei no-stri associati e del nostro comparto come contribu-to per migliori sorti del nostro sistema sociale e produttivo. Nel contempo, si stanno pianificando gli impegni dei primi mesi: Spazio Casa in Fiera, tre seminari rivolti ai fotogra-fi e agli altri comunicato-ri (tra i temi, l’analisi dei costi, le immagini 3D ecc) oltre alla partecipazione di molti associati al corso FSE sulla comunicazione.

Sergio Carrarapresidente Unione

Comunicazione e TA

creativo si sottopone per mantenere e incrementare le sue conoscenze e ga-rantire così l’utente sulla qualità del servizio.E’ stato quindi da Vicen-za che si è messo in moto un meccanismo che ha già prodotto interesse ai livel-

li nazionali. Dopo aver parlato con il segretario n a z i o n a l e Unione Co-mun icaz io -ne Giusep-pe Scozzi e contattato il p r e s i d e n t e TP Biagio Vanacore e il vice-pre-sidente TP (nonché diri-gente di CNA C o m u n i c a -zione a Ra-venna) Ne-vio Ronconi, in occasione de l l ’evento TP Open day

Open for Future tenutosi a Milano, c’è stato un in-contro tra Fausto Bigliardi (responsabile area grafica e presidente Unione Co-municazione dell’Emilia Romagna), Fabio Massi-mo, responsabile area in-formatica e Biagio Vana-core con Nevio Ronconi per la TP.L’incontro è stato utile per valutare le possibili sinergie che si possono at-tivare fra CNA e TP. Una delle questioni riguarda l’elenco delle associazioni che il Ministero di Grazia e Giustizia appronterà, al fine di consentire alle associazioni di profes-sionisti l’attestazione di professionalità dei propri associati (certificazione

nendo un riconoscimento basato su attività misura-bili e codificabili. IPP pre-mia la formazione profes-sionale permanente, cioè la costanza nel mantenersi aggiornato.Renato ci crede in prima persona, prendendo parte a questo per-corso.Per la compo-nente grafici e comunica-tori pubblici-tari non esi-ste ancora un analogo per-corso di cer-tificazione in ambito CNA; è però opera-tiva da tempo n e l l ’ a m b i -to della TP (Pubblicitari p r o f e s s i o -nisti), e ciò mi ha fatto proporre di verificare la possibilità di una sinergia. La mia esperienza diret-ta mi ha fatto intravedere questo percorso, in quanto da quasi 30 anni apparte-nente, oltre a CNA, anche alla TP. Si tratta di una metodolo-gia di accreditamento si-mile a quella IPP. Anche questa volontaria, prevede un esame di ammissione per la qualifica TP (tecnico pubblicitario) e un succes-sivo esame professionale (che ho superato nel 1992 a Padova) per la qualifica TPP (pubblicitario profes-sionista); dopo di che, nel tempo, si devono seguire attività di aggiornamento professionale per mante-nere la qualifica. Non è un ordine professionale, ma un cimento al quale il

C’è la necessi-tà, sempre più stringente, di

dare un profilo adegua-to ai professionisti della comunicazione: un vasto mondo di operatori che agiscono in vari ambi-ti associativi oppure ne sono ancora estranei, non trovando adeguata rappre-sentatività.Si tratta di professioni che fanno parte di un settore importante per la moder-nizzazione del Paese, am-bito che ha registrato una fortissima crescita nella più totale assenza di rego-le; cosa che da una parte penalizza i professionisti più seri e dall’altra non garantisce nulla ai clienti.Un ritardo grave e inspie-gabile: anche qui, come in altri casi, risorse strategi-che non valorizzate per il bene dell’Italia; ci si sof-ferma invece nel ribadire e rafforzare tutele ai già ossificati ordini professio-nali classici.L’Unione Comunicazio-ne e Terziario Avanzato della CNA di Vicenza è impegnata fortemente su questo fronte; la dinamica componente dei fotografi, coordinata da Renato Dal-la Vecchia, ha intrapreso decisamente la strada della qualificazione professio-nale, catturando l’interes-se di molti operatori, che infatti hanno di recente incrementato le fila degli iscritti. Il percorso è quel-lo dell’IPP (Italian Profes-sional Photographer).Oggi non è richiesto a chi esercita professional-mente come fotografo il riconoscimento delle sue specifiche competenze. IPP risponde all’esigenza di conferire ufficialità allo status di fotografo, for-

Intervento di Sergio Carrara, presidente dell’Unione Comunicazione e Terzia-rio avanzato: professioni strategiche che non godono di alcuna tutela

Comunicatori, profi lo cercasi

Iter di qualifi cazioneper fotografi e creativisono già attivi in enti

specifi ci: la CNApuò trovare puntid’intesa e sinergie

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l’anno che verràl’anno che verrà

ARTIGIANATO & imprese

Artistico. In cantiere una manifestazione per imprese e pubblico nel corso dell’annata, che sfocerà in un grande evento a settembre tra Vicenza e Bassano

Un festival per tutto il 2010Si chiamerà “Festival

dell’artigianato della creatività e dell’inno-

vazione” e rappresenterà un programma di iniziative ed eventi nel corso di tutto il 2010. “Un modo per superare le vecchie logiche dell’arti-gianato artistico e affermare diverse fi losofi e nel nostro settore” spiega il presidente dell’Artistico e tradizionale, Sergio Paolin. La CNA dun-que costruirà un percorso du-

rante l’anno dedicato alle imprese e al pubblico, con diversi appuntamenti, che sfocerà poi a settembre nel vero e proprio evento Festival, concentrato tra Vicenza e Bassano. Il via al progetto è stato dato con una serata in Camera di Commercio su “Arti-gianato tra tradizione e innovazione”, sulla quale riferisce in questa pagina il prof. Marco Bettiol.

:: Sergio Paolin, presidente dell’Unio-ne del-l’Artistico e tradi-zionale, e dell’Area di Bassano

“Trentamila operatori

del restauro rischia-no di essere esclusi

dal mercato. CNA e le al-tre organizzazioni artigiane insorgono e chiedono al Ministro Sandro Bondi una lunga proroga per avere il tempo di rivedere la nor-mativa sul restauro: “Non bastano 2 mesi, ne servono almeno sei. Va aperto subito un tavolo di confronto tra associazioni dei restauratori e Ministero dei Beni Cultu-rali per ridiscutere i criteri di qualifi cazione che, di fatto, escludono dal mercato circa 30.000 operatori”.“Le regole contenute nel Codice del restauro - sotto-lineano CNA, Confartigia-nato e Casartigiani - sono un attacco al cuore del made in Italy perché di fatto non riconoscono la competenza e il saper fare della secolare tradizione dei restauratori artigiani. E, senza restau-ratori, chi si occuperà della conservazione del nostro patrimonio artistico, simbo-lo della storia e della cultura italiana nel mondo?”.Nel settore del restauro del patrimonio artistico nazio-nale operano quasi 13.000 imprese e oltre 32.000 addetti, tra cui numerose fi gure specializzate in ce-ramica, cantieristica, stru-menti musicali, orefi ceria, argenteria, tessile, legno, vetro. Ora le regole attuati-ve varate con grande ritardo rispetto alla previsione del Codice del restauro consi-derano unicamente validi i requisiti maturati prima del 2001: chi ha restaurato ne-gli ultimi 8 anni è come se non lo avesse fatto.

RESTAURO

Caro ministrocosì escludi30mila esperti

Qu a n d o si parla di ar-

tigianato si ha sempre la sensazione di oscillare tra premodernità e folklore. Se si guarda all’evo-luzione dei processi eco-nomici su scala globale sembra diffi cile, infatti, trovare oggi una collocazione signifi cativa all’artigianato. In più c’è la crisi. Come può un piccolo artigiano affrontare da solo la complessità dei proces-si di innovazione, di comuni-cazione e di distribuzione che perfi no le medie imprese sono oggi in diffi coltà a gestire? Su questo tema si è discusso all’interno di un evento orga-nizzato da CNA Vicenza in Camera di Commercio, su “Il futuro dell’artigianato tra tra-dizione e innovazione”. Sono emersi alcuni spunti di rifl es-sione sul ruolo dell’artigiano nel contemporaneo. Una nuova alleanza con il mondo industriale. L’arti-giano può reclamare un pro-prio spazio nella modernità attraverso un nuovo rapporto con l’industria e le nuove fi -liere globali. Stefano Micelli identifi ca almeno tre ambiti: artigiano adattore, che perso-nalizza prodotti standard; ar-tigiano traduttore, che trasfor-ma il progetto del designer in

prodotto industriale; artigiano prototipista, che realizza pro-ve d’artista e prototipi per lo sviluppo prodotto. Innovazione. Il contributo che il mondo artigianale può dare al processo di innovazione non è scontato. Brevetti, design, tecnologia sono aspetti fon-damentali per l’innovazione. L’artigiano rappresenta una risorsa di qualità e di saperi tecnici che possono arricchire il percorso di innovazione: è stato particolarmente vero per il successo del made in italy a livello internazionale, in par-ticolare per il design. Oggi questo mix merita di essere maggiormente valorizzato.Autenticità. La produzione di massa ha accresciuto la ri-chiesta di differenziazione da parte dei consumatori. Prodotti low cost e sempre più standard stanno portando ad un crescen-te bisogno di autenticità. Il suc-cesso di Slow Food nel settore alimentare è un segno rilevante di questo fenomeno. Giovanni

Bonotto, im-prenditore tessi-le, sostiene che solo l’artigia-nato è oggi in grado di ridare al prodotto quel “supplemento d’anima” che il processo di produzione in-dustriale gli ha negato. Su que-sta idea Bonotto ha impostato la

strategia della propria azienda. Comunicazione. La fi gu-ra dell’artigiano non gode di buona stampa. Cristiano Seganfreddo ha messo in evidenza la necessità di cam-biare la percezione che si ha dell’artigiano e del suo lavo-ro. Tutti ammirano il lavoro dello stilista di moda, pochi sanno quanto questo lavoro è completato dall’abilità delle sarte che sanno interpretare le sue idee e trasformarle in abiti realmente indossabili. Queste fi gure, pur così rilevanti per l’innovazione, non hanno la visibilità che meritano. Le possibili aree sulle quali ri-pensare l’artigianato in chiave contemporanea si iniziano ad intravedere. La CNA ci crede fortemente e ha deciso di in-vestire in un programma che sviluppi questi punti e che cul-minerà in un evento, il festival dell’artigianato, che si terrà a settembre 2010. Vedremo i ri-sultati di questa iniziativa.

Marco Bettiol

:: Da sinistra: Giovanni Bonotto, Cristiano Seganfreddo, Marco Bettiol, Sergio Paolin, Stefano Micelli

Artigianioltre la crisi

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l’anno che verràl’anno che verrà

ARTIGIANATO & imprese

Sempre più capillare l’opera di assistenza e consulenza per l’imprenditoria straniera. Referente dell’attività provinciale è Shanaz Begum, imprenditrice del Bangladesh

CNA World al lavoroShahanaz Begum, del

Bangladesh, titolare e gestore del negozio et-

nico Bangla Bazar snc ad Alte di Montecchio Maggiore, in società con il marito Alamin Bhuiyan Mohammed, molto bene inserita e integrata, che conosce e segue le problema-tiche delle persone straniere, è da alcuni mesi la referente di CNA World. Per la prima volta una rappresentante stra-niera ha un incarico legato ai problemi reali negli organi-smi CNA. Shahanaz Begum ha iniziato l’attività di com-mercio al dettaglio di generi alimentari e macelleria nel settembre del 2007, con un negozio specializzato in pro-dotti etnici, subentrando ad un esercizio già in essere. E per tutte le pratiche e le in-combenze burocratiche, per la tenuta della contabilità e per l’assunzione di un di-pendente, si è avvalsa fi n da subito dell’assistenza e della consulenza di CNA. Da oltre quindici anni in Ita-

lia, Shanaz Begum ha una bella famiglia e il marito (dal maggio 2009 ha ottenuto la cittadinanza italiana ) lavora da oltre 10 anni in una conce-ria del gruppo Mastrotto. CNA World è al lavoro per seguire le problematiche del lavoro degli immigrati. I con-tatti con la Prefettura sulle tematiche di interesse sono consolidati, vengono organiz-zati corsi di formazione utili all’integrazione, e si presenta

come interlocutore credibile con le istituzioni locali. Soprattutto, CNA World se-gue le nuove imprenditorialità create da cittadini stranieri, fenomeno sempre più impor-tante nei numeri e nella consi-stenza anche nella nostra pro-vincia. Il fenomeno lavoro e imprenditoria straniera conta anche per l’economia italiana, visto che - dati Unioncamere - nel 2006 l’apporto lavorati-vo degli immigrati stranieri in

Italia è stato di oltre 122 mi-liardi di euro, il 9,2 per cento del Pil. E nel 2007 i contributi previdenziali relativi a lavora-tori stranieri hanno raggiunto quasi i 7 miliardi, circa il 4 per cento del totale. Ai quali si aggiungono oltre 3 miliardi tra Irpef, Iva, imposte per il lavoro autonomo e sui fabbri-cati. Quattro milioni e passa di cittadini residenti attivi (Spa-gna oltre 5, Germania 7), due milioni al lavoro, mentre un milione sarebbero le badanti. A livello imprenditoriale l’Ita-lia conta circa 190 mila stra-nieri titolari di impresa ( a Vicenza si contano oltre 6.000 imprese registrate in Camera di Commercio), molte a carat-tere artigiano, che danno lavo-ro a circa 200 mila dipendenti: un settore che, considerati an-che altri collaboratori e indot-to, movimenta mezzo milione di persone.

“ IL LABORATORIO OVEST VICENTINOcuramente l’economia locale a nuovi mer-cati - spiega Pretto -. A noi però sta anche molto a cuore la continuazione del quinto lotto della ss 246: se non verrà completato con celerità rischiamo di rimanere imbotti-gliati a Cornedo”. Sul piano della congiuntura, Giuseppe Pretto sostiene che i problemi più gravi sono per lo più legati ad un sistema che penalizza molto la piccola e la piccolissi-ma impresa: “Non tanto per il poco lavoro, quanto per la mancanza di fondi utili a co-prire gli ammanchi dovuti ai tanti insoluti. Atteggiamento scorretto che alimenta una fi losofi a di mercato senza regole e con scar-so valore del prodotto. E’ il momento di far capire che noi artigiani siamo capaci a non farci trascinare nel vortice dimostrando serietà professionale. Dobbiamo orientarci a pensare ad un nuovo mercato, dove non sarà più il profi tto immediato e a qualsiasi costo a primeggiare, ma un insieme di fat-tori che qualifi cheranno la produzione e il ruolo anche sociale dell’impresa”.

L’Ovest Vicentino si conferma “la-boratorio”. La sede di Montecchio Magg./Valle del Chiampo, presie-

duta da Ruggero Zigliotto, lo è in particolare nel campo dell’integrazione, ma non solo: la novità rilevante, nel settore della concia uscito malissimo dall’operazione Dirty Lea-ther che ha messo a nudo un vasto quadro di illegalità ed evasione tra le aziende del set-tore, è la nascita di un nuovo consorzio fra conciatori, “La Pelle Veneta”, i cui associati si danno ( “Finalmente” dice Zigliotto ) un codice etico ben preciso. “Le nostre imprese stanno aderendo a questo consorzio” spie-gano alla CNA di Montecchio Magg. Non c’è meno fermento sul lato di Cornedo Vic./Valle Agno, sede presieduta da Giu-seppe Pretto, dove c’è grande impegno per approfondire il dialogo e la concertazione con le istituzioni locali, in primis i Comu-ni, sulle importanti sfi de sul territorio, dal nuovo progetto per l’ospedale unico, alle infrastrutture: “La discussa e attesa Pede-montana con collegamenti veloci aprirà si-

:: I presidenti Ruggero Zigliotto e Giuseppe Pretto

:: Shanaz Begum con la fami-glia nel suo negozio di Alte

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serviziservizi

ARTIGIANATO & imprese

Il Ministero dell’Am-biente sta per varare un decreto per introdurre

dal primo gennaio 2010 il sistema di gestione telema-tica dei rifi uti denominato “SISTRI”, le cui procedure informatizzate dovrebbero sostituire le attuali proce-dure cartacee: formulario e MUD. Il SISTRI coinvolgerà sia i produttori di rifi uti sia i trasportatori e gli smaltito-ri. Tale sistema pur fondato sui principi giusti e condi-visi della legalità e della tu-tela dell’ambiente, rischia di generare nelle imprese, soprattutto le più piccole, e nelle stesse associazioni che hanno attivato il servi-zio di assistenza e consu-lenza, enormi problemi di gestione, maggiori costi e responsabilità.Per questi motivi la CNA ha chiesto al Ministero un’entrata molto graduale degli obblighi e un deci-so abbattimento dei costi. L’atteggiamento del Mini-stero si è dimostrato fi no-ra contrario alle richieste, ma riteniamo indispensa-bile una modifi ca dell’at-teggiamento di chiusura fi nora assunto affi nché si possa aprire un confronto serio tra il Ministro del-l’ambiente, il Parlamento e le Regioni e ricondurre l’iniziativa nei criteri del-l’effi cacia e dell’effi cien-za, considerando la com-

Nel 2010 in materia di gestione per le imprese entra la telematica

Rifi uti,complicatenovità

patibilità economica delle nostre imprese, soprattutto in questo periodo di crisi.Con riferimento all’istitu-zione di un sistema infor-matico di controllo della tracciabilità dei rifi uti, la nostra Confederazione ha da sempre sostenuto l’im-portanza di un sistema che favorisse una corretta e le-gale gestione dei rifi uti nel nostro Paese.La presenza di comporta-menti illeciti in un settore delicato come quello della gestione dei rifi uti ogget-to di inchieste giudiziarie, danneggia infatti pesante-mente l’ambiente, arrecan-do danni duraturi e spesso non recupe-rabili e, nel c o n t e m p o , penalizza le aziende che al contrario operano cor-r e t t a m e n t e s o s t e n e n d o costi maggio-ri. Riteniamo pertanto che il sistema di tracciabilità, così come previsto dal-l’articolo 189 comma 3 bis del dlgs 152/06 e dall’ar-ticolo 14 bis della legge 102/09, debba innanzi tut-to garantire un più effi ca-ce controllo sulla gestione dei rifi uti in tutte le fasi della fi liera. Sottolineiamo

però che l’obiettivo di tale sistema dovrebbe anche essere quello di semplifi -care le procedure e ridurre i costi che le imprese so-stengono per adempiere agli obblighi documentali in base alle norme vigenti

(in qualità di p rodut tor i , trasportatori o smaltitori di rifi uti).È stato infatti riconosciuto, non solo dal-le associazio-ni rappresen-tative degli interessi del-le imprese ma anche su un piano istituzionale

(ad esempio nell’ambito dell’indagine effettuata dal Dipartimento semplifi ca-zione del Ministero della funzione pubblica), che il peso degli oneri che ricado-no sulle imprese per adem-piere alle procedure formali

in materia di rifi uti (MUD, formulario e registri) sono eccessivamente alti ed in-cidono in maniera rilevante nei bilanci aziendali.La defi nizione di un siste-ma informatizzato, che si sostituisca agli obblighi attuali, deve quindi rap-presentare una occasione per intervenire nel senso della semplifi cazione degli oneri amministrativi per le imprese, riducendone nel contempo i costi.Evidenziamo inoltre che il sistema economico italiano, come è noto, è costituito per lo più da micro e piccole imprese, che diffi cilmente dispongono della strumen-tazione, delle competenze e del tempo necessari per ge-stire sistemi complessi. Evidenziamo alcune osser-vazioni e proposte su aspet-ti fondamentali dell’ipotesi di implementazione del sistema di tracciabilità pro-posto dal Ministero.Innanzitutto partendo da

Il sistema SISTRIdovrà sostituire

le procedurecartacee: ma ciò

signifi ca più costi

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serviziservizi

ARTIGIANATO & imprese

un confronto dei costi de-rivanti dal sistema attuale rispetto all’ipotesi presen-tata per l’attivazione del SISTRI. Tenuto conto sia dei contributi annuali per l’accesso al sistema, sia degli ulteriori costi che continuerebbero a sussi-stere anche con un sistema informatizzato, riteniamo che il modello proposto non consenta un’effettiva riduzione degli oneri per le imprese.Inoltre, come già sottoli-neato, il no-stro sistema economico è caratterizza-to da impre-se di piccole e piccolissi-me dimen-sioni, che spesso non sono attrez-zate per im-plementare in tempi bre-vi un sistema c o m p l e s s o come quel-lo proposto. Occorre per-tanto garantire alle im-prese il tempo necessario per ricevere una comuni-cazione adeguata sul fun-zionamento del SISTRI, nonché per la formazione degli addetti. Assicurare delle tempistiche congrue per favorire una ottimale gestione della fase di re-gistrazione, nonché per la formazione delle impre-se che saranno abilitate ad installare le black box per i mezzi di trasporto, diviene quindi una reale necessità.Le soluzioni proposte dal Ministero nelle diverse fasi

di defi nizione del modello hanno risolto alcune impor-tanti criticità della proposta iniziale. Permangono tuttavia situa-zioni ancora critiche nel-l’applicazione del nuovo sistema, soprattutto laddo-ve permane, per oggettive esigenze, una gestione a doppio regime, informatico e cartaceo, con una proce-dura che appare particolar-mente complessa. Altri due aspetti rilevanti, già anticipati, riguardano il ruolo dell’Albo gestori ambientali e la defi nizio-ne delle imprese autoriz-zate all’installazione delle black box.Infi ne, la fase transitoria

vedrà certa-mente delle criticità per le imprese che producono ri-fi uti, in parti-colare quelle meno struttu-rate, che do-vranno attua-re un nuovo modello di gestione dei rifi uti. Anche i trasportatori si troveranno a dover gesti-re situazioni c o m p l e s s e

perché dovranno svolgere operazioni particolari per i soggetti non aderenti al SISTRI.Riteniamo pertanto che l’aspetto sanzionatorio non debba penalizzare eccessi-vamente, in particolare nel-le prime fasi di attuazione del sistema, le imprese che, pur gestendo correttamen-te i propri rifi uti, possono cadere in errori esclusiva-mente formali poiché non pienamente preparate e strutturate ad utilizzare il SISTRI.

Enrico StortiSicurezza e Ambiente

La CNA chiedetempo per le imprese

più piccole nonin grado di

adeguarsi in breve

“In considerazione di

una serie di proble-matiche, emerse a

seguito dell’emanazione del decreto correttivo ed integrativo n. 106/2009, l’ultimo provvedimento che ha introdotto ulte-riori modifi che al Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro entra-to in vigore nel maggio 2008, le organizzazioni imprenditoriali hanno posto al Ministero la ne-cessità di chiarimenti in merito all’applicazione normativa.Nel documento si parte dalla necessità di com-prendere le diffi coltà che in questi mesi han-no affrontato le imprese, cercando di capire e di adeguarsi ad una norma-tiva complessa, in alcuni casi non ben defi nita, in altri ancora in via di at-tuazione.Si ritengono pertanto opportuni l’emanazione di provvedimenti che chiariscano tutta una serie di dubbi applicati-vi sorti in conseguenza dell’entrata in vigore di un apparato normativo di tale complessità.Sono tali, per fare qual-che esempio, le criticità di applicazione che ri-guardano l’apposizione di fi rme da parte di una serie fi gure delegate alla prevenzione aziendale sul Documento di valu-tazione dei rischi, fi gu-re che non sempre sono previste obbligatoria-mente in tutte le aziende, la rappresentanza dei la-voratori che introduce il

SICUREZZA

Troppi dubbi e incertezzesulla recente normativa

termine lavoratori anzi-ché dipendenti, modifi ca che potrebbe coinvolge-re nelle varie interpre-tazioni anche società o imprese familiari senza dipendenti.Altri aspetti riguardano lo svolgimento diretto da parte del datore di la-voro del servizio di pre-venzione e protezione, rispetto alla non coeren-za con altri passaggi del testo normativo.Sono questi alcuni dei passaggi che lasciano ancora aperta la porta a dubbi e interpretazio-ni, a cui si aggiunge la mancanza di importan-ti decreti attuativi non emanati e la non sempre coerente interpretazione delle norme già in vigo-re da parte dei vari sog-getti che intervengono in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. È evidente che un testo così complesso, già pe-raltro defi nito nel suo impianto generale, non può che creare proble-mi nella gestione degli adempimenti.L’auspicio è che perman-ga un clima di confronto tra le parti sul territorio, già avviato in alcune importanti occasioni (i tavoli di lavoro tecnici, i protocolli con le Prefet-ture, gli approfondimenti con gli enti di controllo) per dare certezze inter-pretative alle norme e mettere nelle condizioni le imprese di adempiere agli obblighi e gestire in modo attivo la sicurezza in azienda.

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Rifi uti,complicate novità

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serviziservizi

ARTIGIANATO & imprese

Con il 2010 modifi ca delle procedure con un notevole sgravio dei passaggi burocratici. Con Epasa CNA procedure telematiche già attive

Invalidità civile, si cambiaAria di novità per le

richieste di invali-dità civile, l’art. 20

del D.L. n. 78/09, converti-to in legge n. 102/09, assu-me, in materia di invalidità civile, portata innovativa, sotto l’aspetto amministra-tivo procedurale, nonché sotto l’aspetto medico le-gale per l’accertamento e la verifi ca dei requisiti sa-nitari.La norma in questione, in sintesi, dispone che dal primo gennaio 2010 le domande per l’accerta-mento sanitario relative alle suddette invalidità, complete della certifica-zione medica attestante la

natura delle stesse, siano presentate, non più diret-tamente alla ULSS, ma tramite l’Inps e solo per via telematica. Tale procedura consente la realizzazione di un si-stema integrato tra tutti i soggetti interessati (cit-tadini - Ulss - Inps), che dovrebbe permettere: una riduzione dei tempi di liquidazione delle pre-stazioni (entro 120 giorni dalla data della domanda contro gli attuali 10/12 mesi); la trasparenza del-l’iter amministrativo e la conseguente tracciabilità delle domande presentate; la personalizzazione del

servizio al cittadino, il quale ha la possibilità di indicare delle preferenze circa le date delle visite mediche (o modifi care la data in precedenza propo-sta).

• Le novitàIl sistema informatico mes-so a punto dall’Inps preve-de, dal primo gennaio 2010 che: a. le domande per il rico-noscimento legate all’in-validità civile, alla cecità civile, al sordomutismo, al-l’handicap e alla disabilità devono essere presentate solo per via telematica al-l’INPS (non più domande

cartacee presentate diretta-mente alle ULSS). b. le domande dovranno essere accompagnate dalla relativa certifi cazione me-dica, anch’essa prodotta telematicamente e redatta solo da un medico in pos-sesso di apposito codice di accesso (PIN). Tale codice Pin deve essere richiesto dal medico (e, quindi, anche dal medi-co di patronato) all’Inps (in qualunque sede/agen-zia Inps), che lo rilascerà solo dopo aver accertata l’iscrizione dello stesso medico all’ordine dei me-dici.

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serviziservizi

ARTIGIANATO & imprese

• Procedura per l’inoltro della domanda I soggetti abilitati alla pre-sentazione della domanda telematica, secondo quan-to disposto dall’Inps, sono due:a. il diretto interessato, attraverso il portale del-l’Inps, digitando il proprio codice fi scale e il proprio PIN (in precedenza acqui-sito dall’INPS, procedura non semplice), b. attraverso il Patronato Epasa CNA Vicenza me-diante una procedura te-lematica già operativa.Il patronato risulta perciò essere, il solo soggetto esterno legittimato alla presentazione della do-manda.

Dal 2010 inoltre per ave-re diritto a più riconosci-menti (esempio, invalidi-tà civile + handicap) sarà suffi ciente una unica domanda, in cui saranno riportate le eventuali ri-chieste.Il sistema messo a pun-to dall’Inps prevede, compatibilmente con le disponibilità delle singo-le Ulss, che al momento della presentazione della domanda il programma rilasci automaticamente l’attestato dell’avvenuto invio (quale ricevuta) e la comunicazione della data “di invito a visita” pres-so la Ulss con l’obiettivo di permettere allo stesso cittadino di indicare cri-teri di preferenza per la visita medica o, tramite il patronato, modificare la data di visita propo-sta dal sistema (entro un limitato numero di volte

ed entro un tempo defi-nito).Una volta inoltrata la do-manda, la procedura infor-matica consente all’Inps di gestire i successivi pas-saggi, dalla visita medica (Commissione sanitaria Ulss, integrata da un me-dico dell’Inps) al verbale di visita medica, all’ero-gazione della prestazione mediante acquisizione te-lematica dei requisiti socio economici (redditi, stato di disoccupazione, frequen-za corsi, stati di ricovero, coordinate bancarie).

• Salto di qualitàQuesta nuova procedura farà fare a tutto il sistema della sanità pubblica un salto di qualità non indif-ferente, cancellando in un sol colpo tutta una serie di procedimenti di tipo bu-rocratico/cartaceo che da tempo la CNA aveva de-

nunciato come obsoleto. In molti casi le indennità economiche per le perso-ne in grave situazione di malattia arrivavano dopo il decesso delle stesse, in alcune situazioni dal-la domanda alla liquida-zione (ad esempio di una indennità di accompagna-mento) passavano anche 12-15 mesi. Certo non mancheranno le diffi coltà all’avvio della nuova pro-cedura, in particolare nel-la gestione degli arretrati (in alcune Ulss anche di 4- 5 mesi) ma contiamo che anche con il nostro moni-toraggio presso le Ulss e presso l’Inps si arrivi in poco tempo alla completa applicazione della norma-tiva e a un signifi cativo miglioramento del servi-zio ai cittadini.

Valentino CattelanPatronato Epasa Cna Vicenza

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Invalidità civile

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CNA PensionatiCNA Pensionati

ARTIGIANATO & imprese

Vicenza ha accolto il decimo meeting regionale della CNA Pensionati: tra arte e turismo quasi cinquecento ospiti. Tutti invitati all’Olimpico

Una super festa

È stata una giornata fe-stosa molto ben riu-scita quella della X

Festa Regionale CNA Pen-sionati, ospitata a Vicenza. La città del Palladio ha visto partecipare quasi 500 perso-ne, per le quali il programma ha previsto un tour nei luoghi simbolo della storia e del-l’architettura del capoluogo berico, culminato con una visita al Teatro Olimpico. La CNA Pensionati vicenti-na per l’occasione ha mobi-litato ben otto guide per la visita alla città, a titolo gra-tuito grazie all’assessorato a Cultura e Turismo della Provincia. L’incontro tra le autorità e i partecipanti delle sette province venete è av-venuto in un clima di grande condivisione all’Olimpico concesso per l’occasione dal Comune di Vicenza: erano presenti gli assessori Tom-maso Ruggeri e Pierangelo Cangini e, per la Provincia, Maria Nives Stevan; inoltre c’erano i presidenti CNA Pensionati, nazionale Gian-

carlo Pallanti, regionale Fer-dinando Marchioro e pro-vinciale Gianluigi Chiappin, oltre al presidente regionale della CNA Oreste Parisato e a quello provinciale Silvano Scandian con il direttore Pao-lo Monaco. Sono intervenu-te Tina Felicani, presidente onorario della CNA Pensio-nati dell’Emilia Romagna, e la direttrice del museo civico Maria Elisa Avagnina che ha illustrato l’Olimpico e la sua storia alla vasta platea.

Soddisfatti Italo Righetto e Giuseppe Professione, refe-renti della CNA Pensionati vicentina che sottolineano la collaborazione degli enti locali, dalla Provincia al Co-mune, di “Vicenza è”, asses-sorato al turismo cittadino,

Museo civico, Biblioteca Bertoliana. Ai partecipanti il sindaco Achille Variati ha indirizzato una signifi cativa lettera di benvenuto.La giornata si è conclusa a pranzo da “Ai gelosi” di Quinto Vicentino.

:: La foto di gruppo (e che gruppo) davanti al museo civico; le autorità sul palco all’Olimpico e il pubblico che gremiva le tribune del capolavoro palladiano.

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CNA PensionatiCNA Pensionati

ARTIGIANATO & imprese

Migliaia e migliaia di lettere perso-nalizzate spedite

ai deputati e ai senatori, al presidente del Consiglio e ai Ministri: è la singolare iniziativa che hanno assun-to gli iscritti alle organizza-zioni dei pensionati facenti capo al Cupla (Coordina-mento Unitario Pensionati del Lavoro Autonomo), di cui fa parte la CNA Pen-sionati, per richiedere che le istituzioni parlamentari e governative prestino at-tenzione alle richieste degli anziani.Nella lettera si fa presente che la condizione economi-ca e sociale dei pensionati è sensibilmente peggiorata negli ultimi anni ed è or-mai divenuta insostenibile, tanto che una buona per-centuale di essi si è venuta a trovare in un tale stato di indigenza da non riuscire nemmeno a fare gli acquisti per la normale sussistenza. I provvedimenti fi nora as-sunti dai vari Governi han-no trascurato gli anziani e le poche misure ad essi ri-volte si sono rivelate asso-lutamente inadeguate.Per questo i pensionati rappresentati dal Cupla, che sono un terzo del tota-le, chiedono ai destinatari di impegnarsi a emanare provvedimenti urgenti per sostenere il loro reddito e rendere più effi ciente l’ac-cesso ai servizi sanitari.

Migliaia di missive dei pensionati a deputati, senatori, ministri e al premier

“Anziani trascurati”Gli auguri natalizia Berlusconi & C.

pensioni che perdevano progressivamente potere di acquisto e che adesso non ci consentono più di gestire la nostra vita in modo di-gnitoso. Molti di noi sono caduti in uno stato di vera povertà e non riescono ad acquistare neppure i generi di prima necessità - si legge nella lettera -. Spesso dob-biamo trascurare la nostra salute, non solo per il costo dei ticket sanitari, ma anche perché si sono allungate le attese per le visite e gli esa-mi nelle strutture pubbliche e non ce la facciamo a pa-gare medici privati. In caso di non autosuffi cienza, poi, viviamo in una condizione di umiliazione e di grande precarietà”. Le richieste sono molto precise: rivedere i criteri per la rivalutazione auto-matica delle pensioni; age-volazioni fi scali per il recu-pero di almeno una parte del potere di acquisto per-duto; assegni per il nucleo familiare anche ai pensio-nati ex lavoratori autono-mi; potenziamento degli strumenti di contrasto alla povertà (social card, bonus famiglie); inoltre si chiede di fi nanziare il Fondo per la non autosuffi cienza, di prevedere la detrazione fi -scale dell’intero costo delle badanti e salvaguardare i livelli essenziali ed unifor-mi di assistenza sanitaria e sociale.

“Soprattutto dopo l’entra-ta in vigore dell’euro, noi pensionati abbiamo dovuto affrontare aumenti enormi dei costi dei generi di pri-ma necessità, e soprattutto di quelli alimentari e per la casa di abitazione, con

““Troppi oltrela soglia della

povertà, servonomisure chiarea sostegno”

È stato approntato il pro-gramma turistico culturale 2010 della CNA Pensiona-

ti vicentina. Tra gli appuntamenti, vanno segnalati la festa di Carne-vale il 14 febbraio e una serie di gite di una giornata: a Treviso (ai Carraresi) e Cison di Valmarino (storico e enogastronomico), a Bergamo e altri centri di interesse (altre proposte sono in via di de-fi nizione).Non mancherà la gita per la par-tecipazione alla Festa del Reden-tore a Venezia mentre, in luglio, è prevista una serata all’Arena di Verona per un’opera lirica.L’estate vedrà l’organizzazione di soggiorni marini in Grecia sia

TURISMO & CULTURAIl programma 2010: da Trevisoa Praga, da Venezia a Verona

in giugno che in luglio. Sempre a giugno, invece, partecipazione alla festa nazionale di CNA Pen-sionati. Per il ciclo di tour “Una Capitale all’anno”, quest’anno a settembre la metà sarà Praga (nel-la foto), con Brno. L’XI festa re-gionale cadrà in ottobre. E anche a Capodanno tutti insieme, in una piacevole località da defi nire. Per informazioni rivolgersi a CNA Pensionati, Vicenza via G. Zampieri 19. Tel. 0444 569900 o 291624, fax 0444 961628, e -mail: [email protected] P.S.: in caso di modifi che od altro “dell’ultimo periodo o minuto” vi informeremo con la massima tempestività.

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