Rassegna del 12/04/2018 - Confagricoltura Umbria

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Rassegna del 12/04/2018

Pagina I

Agricoltura: scenario

In Brasile il successo dell'acqua di cocco cambia voltoall'agricoltura: le palme nane soppiantano quelle tradizionali

Italia Oggi 12/04/2018 p. 11 Maicol Mercuriali 1

La rivincita del fast food filippinoItalia Oggi 12/04/2018 p. 14 Irene GreguoliVenini

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Società agricole concludentiItalia Oggi 12/04/2018 p. 27 Duilio Liburdi,MassimilianoSironi

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Stretta alle condizioni di incasso dei fondi PacItalia Oggi 12/04/2018 p. 29 4

Non semino panico, ma mais di qualitàPanorama 12/04/2018 p. 67 Carmelo Caruso 5

Dolci all'olio di palma e yogurt senza frutta Nell'Est Europaarriva il cibo di serie B

Stampa 12/04/2018 p. 14 Marco Bresolin 9

Agricoltura Umbria

Cantieri e manifestazioni, è scontro con l'amministrazione acausa dei disagi per il traffico

Corriere Umbria 12/04/2018 p. 17 11

Montecchio, travolto e schiacciato dal suo trattore muore a66 anni

Messaggero Umbria 12/04/2018 p. 47 VincenzoCarducci

13

Mucche e vitelli in fuga da un anno Gli animalisti: «Perché liuccidete?»

Nazione Umbria 12/04/2018 p. 14 14

Alimentare

Perugia capitale delle birre artigianaliCorriere Umbria 12/04/2018 p. 14 Sonia Brugnoni 15

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DA QUANDO VIENE MESSA IN BRICK E SPEDITA IN TUTTO IL MONDO , LE VENDITE SONO DECOLLATE

In Brasile il successo dell'acqua di cocco cambia voltoall'agricoltura: le paline nane soppiantano quelle tradizionali

DI MAICOL MERCURIALI

Una bella spiaggia brasi-liana, sguardo proiettatoverso l'oceano e sorseg-giare una fresca acqua

di cocco. Non vi vedete già in unalocalità turistica carioca a bere di-rettamente con una cannuccia dauna noce verde appena raccoltadalla palma?

Il successo dell'acqua di cocco,però, sta cambiando volto all'agri-coltura brasiliana. Non certo perquella che si bevono i turisti inspiaggia, ma per quella confezio-nata nei brick poi spediti in tuttoil mondo. La bevanda è finita tra itrend del momento: salutare e uti-lizzata anche dai vip. Tanto è ba-stato per farne decollare le venditenel giro di qualche anno. Il Brasileè il principale produttore mondialedi questo prodotto: il paese suda-mericano è il quarto produttore dicocco del pianeta, dietro a Indone-sia, Filippine e India, ma dai suoicompetitor si distingue proprio perla produzione di cocco verde, il frut-to da cui poi viene estratta l'acquadi cocco.

Secondo i dati dell'Istituto bra-siliano di statistica, nel 2015 sonostate raccolte 1,9 miliardi di noci dicocco, il doppio rispetto al raccolto

di vent'anni prima. Di queste, il70% erano noci verdi, a testimonia-re l'importanza di questo segmentodel mercato.

«Dieci anni fa le noci secche, dacui si producono latte e olio di coc-co, rappresentavano la metà delraccolto nazionale», ha spiegatoall'Agenzia France Presse Franci-sco Porto , presidente dell'Unionenazionale dei produttori di coccodel Brasile. Le superfici dedicatesono aumentate, ma relativamen-te di poco, passando dai 210 mila

In Brasile le palme nane per le nociverdi stanno soppiantando quelle tradizionali

ettari del 1990 ai 251 mila ettaridi oggi. A cambiare, però, è stata lacomposizione di queste coltivazioni,con uno spostamento verso le pal-me di cocco nane, quelle da cui siricavano le noci verdi per estrarrel'acqua di cocco. Queste si coltiva-no in impianti intensivi, dotati disistemi di irrigazione e adeguaticontrolli fitosanitari: sono condotteda aziende agroalimentari che poitrasformano il prodotto.

L'acqua di cocco, a livello indu-striale, è un articolo relativamente

giovane. Come ricorda l'Afp, a lan-ciare su vasta scala il prodotto èstato nel 2000 Luiz Otavio Pos-sas Goncalves , il fondatore delmarchio Kero Coco, poi passato inmano al gruppo americano Pepsi-Co. L'intuizione dell'imprenditorebrasiliano è stata quella di metterel'acqua di cocco in brick, in modo dapoterne allungare la conservazionee poterla quindi commercializzarenella grande distribuzione di tuttoil mondo.

Secondo uno studio di Euromoni-tor, il mercato brasiliano delle ac-que di cocco dovrebbe crescere a unvolume medio annuo del 9,2% finoal 2020, rosicando quote di mercatonel segmento delle bevande analco-liche. Un successo che dal Brasilesi è esteso al mercato statunitensee poi a quello europeo. «Nel 2017la nostra acqua ha venduto di piùnegli Usa che in Brasile, mentrecinque anni fa gli americani noncompravano molto», commenta Ro-berto Lessa , ceo di Aurantiaca checol brand Obrigado è il terzo playerdel mercato brasiliano. «L'Europadovrebbe seguire lo stesso percor-so, oggi vendiamo metà della nostraproduzione all'estero, ma entro il2025 prevediamo di venderne al-meno tre quarti».

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Migliaia di clienti in coda a Milano nel nuovo ristorante Jollibee per iiiangiare pollo fritto e riso

La rivincita del fast food filippinoA breve altri due punti vendita. Poi lo sbarco a Roma

DI IRENE GREGUOLI VENINI

Comincia da Milano ilpiano di espansionein Europa di Jollibee:la catena filippina di

fast food ha infatti aperto nelcentro del capoluogo lombar-do il suo primo locale, chesarà il trampolino di lancioper andare nelle altre cittàdel Vecchio Continente. Laspecialità del marchio, pre-sente con 1.082 ristoranti in16 mercati, è il pollo fritto,con un format che punta sul-le famiglie.

Il locale di Milano, in Piaz-za Diaz, è stato inauguratoufficialmente ieri ma è aper-to da circa tre settimane, conmigliaia di clienti che hannoaffrontato lunghe code perpoterci mangiare. «Abbiamoscelto Milano come nostraprima sede in Europa innan-zitutto perché questa cittàè diventata la casa del piùlargo numero di filippini nelcontinente europeo. Comemarchio con le sue radici nel-le Filippine, aprire un nego-zio in una città dove vive ungran numero di connazionalici è sembrato semplicementegiusto», spiega Dennis Flo-res, presidente e responsabi-le degli affari internazionaliper l'area Emeaa (Europa,Medio-Oriente, Asia Orien-

tale e Australia) di Jollibee,brand di punta di JollibeeFoods Corporation, aziendafilippina di ristoranti asiaticiche, con un fatturato nel 2017di 3,4 miliardi di dollari (circa2,7 miliardi di euro), gestisceoltre 3.500 negozi a livelloglobale (oltre a Jollibee, glialtri brand del gruppo sonoGreenwich, Chowking, RedRibbon, Mang Inasal, Bur-ger King, Yonghe King, HongZhuang Yuan) con punti ven-dita negli Stati Uniti, Cana-da, Cina, Brunei, Vietnam,Hong Kong, Singapore, Ara-bia Saudita, Emirati ArabiUniti, Qatar, Oman, Kuwait,Bahrain, Indonesia e Korea.

«Il secondo motivo per cuiabbiamo scelto Milano è cheè una città dove la culturaculinaria è viva e gode di ot-tima salute», continua Flores.«In terzo luogo il successo diJollibee in questa città saràil nostro trampolino di lancioin altre città europee, partedi un piano di espansioneglobale che coinvolge ancheAsia, Medio Oriente e NordAmerica. Oggi siamo la socie-tà di ristorazione più larga almondo per capitalizzazione dimercato e vogliamo diventaretra i primi cinque ristorantifast food a livello globale».

La scorsa settimana Jol-libee ha aperto il 40esimonegozio in Nord America, aScarborough, nelle vicinanzedella grande area urbana diToronto, in Canada, mentrea novembre la società hacelebrato l'apertura del suo100esimo locale in Vietnam esta continuando la sua espan-sione a Hong Kong, Singapo-re, e negli Emirati Arabi. «Perquanto riguarda l'Italia, apri-remo a breve altri due localia Milano e uno a Roma: vo-gliamo vedere come va e cono-

scere la clientela italiana perstabilire le altre aperture. Ilnostro target sono soprattut-to le famiglie. Inoltre, entro lafine dell'anno inaugureremoil primo ristorante a Londra»,conclude Flores.

«La nostra missione è quel-la di offrire cibo dal gusto ec-cezionale», aggiunge ErnestoTanmantiong , amministra-tore delegato di Jollibee FoodsCorporation. «Siamo convintiche il buon cibo non conoscebarriere, razze, lingue, o cul-ture. Non vediamo l'ora dideliziare sempre più clientiportando il nostro marchioagli europei».

Le specialità proposte sonosoprattutto piatti in cui l'in-grediente principale è il pol-lo, come il Chickenjoy (pollofritto), anche in versionehamburger (Chicken Burger),cui si affiancano anche riso espaghetti. Sul fronte dellacomunicazione si punta suisocial network e sul mondodigitale.

Il brand, inoltre, ha stret-to una collaborazione conOpera Cardinal Ferrari, cheoffre servizi di base ai menoabbienti, dando cibo, vestiti, eassistenza: Jollibee si è impe-gnata a offrire regolarmentepasti ogni trimestre a questaonlus di Milano.

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Dennis Flores e ll locale Jollibee a Milano

Agricoltura: scenario Pagina 2

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Risolaziorte dellllgertzia delle entrate trailegbia il corriportarraento fiscale corretto

Società agricole concludentiPrincipio per chi ha i requisiti del reddito catastale

DI DUILIO LIBURDI

E MASSIMILIANO SIRONI

L società agricole inpossesso dei requisitiper la determinazioneel reddito su base ca-

tastale, possono applicare ilprincipio del comportamentoconcludente in caso di assenzadi manifestazione di opzione.Possono, inoltre, far parte diun consolidato e, nella deter-minazione del reddito, proce-dere alla rateizzazione delleplusvalenze conseguite perla cessione di immobili. Sonoquesti alcuni dei chiarimentiforniti dall'Agenzia delle en-trate con la ponderosa risolu-zione n. 28 di ieri con la qualel'amministrazione finanziariaha affrontato una serie di pro-blematiche relative a quellesocietà (di persone o di capita-li) che, rivestendo la qualificadi società agricole, hanno op-tato per la determinazione delreddito secondo le disposizionidi cui all'articolo 32 del Tuir e,dunque, su base catastale.

Il primo dei quesiti ai qualirisponde l'Agenzia delle en-trate per effetto dell'interpel-lo proposto appare quello dimaggiore interesse anche inragione del fatto che potrebbeaprire delle riflessioni in meri-to ad ulteriori fattispecie nellequali il contribuente dimenti-ca di esercitare delle opzioniadottando, nella sostanza, uncomportamento concludentee coerente con il contenutodell'opzione non espressa.Nella fattispecie specifica, lasocietà istante (una srl), hatutti i requisiti per applicarele disposizioni di cui alla leggen. 296 del 2006 poi abrogatema successivamente ripristi-

nate e che consentono, nellasostanza, alle società agricoledi adottare ai fini delle im-poste sui redditi il sistemadi tassazione catastale comeregolamentato dall'articolo 32del Tuir. In concreto, la socie-tà fa presente all'amministra-zione finanziaria di non avereesercitato nella prima dichia-razione Iva annuale, l'opzioneprevista per il predetto regi-me. L'opzione in questione,per effetto dei provvedimentiattuativi delle disposizioni dilegge è da ricondurre all'alveodelle previsioni contenute neldpr n. 442 del 1997. Propriotale dpr contiene una serie diindicazioni in merito al rap-porto con i comportamenticoncludenti tenuti dal contri-buente a condizione, eviden-temente, che siano coerenticon le caratteristiche sogget-tive dello stesso. Nel caso dispecie, il regime in questionedecorre dal periodo di imposta2016 ma senza che, tale regi-me, fosse stato manifestatomediante l'opzione primadescritta nella dichiarazioneannuale Iva presentata nel2017. Ai fini delle imposte sui

redditi, però, per il medesimoperiodo di imposta la societàaveva determinato il reddito ele imposte adottando comun-que il regime di tassazione ca-tastale. In risposta al quesito,l'Agenzia delle entrate affer-ma che nel caso prospettatodeve salvaguardarsi il prin-cipio recato dall'articolo 1 deldpr n. 442 del 1997 ferma re-stando la sanzionabilità (sep-pure in via residuale) dellacircostanza afferente la man-cata espressione dell'opzione.Questo anche se la società,pur versando le imposte subase «catastale» aveva stan-ziato in bilancio le impostedeterminate con le regole Iresordinarie ma cristallizzandola scelta in dichiarazione deiredditi in relazione, invece,al versamento effettuato subase catastale. Conseguente-mente, l'Agenzia delle entraterammenta che nello specificonon serve richiamare il prin-cipio delineato nel dl n. 16 del2012 in tema di remissionein bonis, in quanto, secondol'amministrazione, applicabilea fattispecie differenti rispet-to a quelli legati alla adozione

di regimi contabili; la mancatacomunicazione della opzionerimane sanzionabile ai sen-si dell'articolo 11 del dlgs n.471 del 1997 ed è comunqueravvedibile; le modalità dideterminazione del reddito edell'imposta su base catasta-le restano quindi acquisite evalide.

Ulteriore passaggio della ri-soluzione attiene alla possibi-lità che una società che adot-ta tale regime fiscale possapartecipare a un consolidatoin qualità di società consoli-data e, anche su questo pun-to, l'agenzia rileva come nonsussistano di fatto cause osta-tive, mentre, in relazione allastessa situazione, non possonoessere fruite le eventuali ecce-denze Ace sino a concorrenzadella quota di reddito apporta-ta dalla società che determi-na il proprio reddito su basecatastale.

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Stretta alle condizionidi incasso dei fondi Pac

Regime di condizionabilità più severo . Per poteraccedere al sistema dei pagamenti comunitari Pac, gliagricoltori dovranno rispettare determinate norme,che riguardano la corretta gestione agronomica deiterreni , la salvaguardia dell 'ambiente, la salute pub-blica , la salute degli animali e il loro benessere.

Il mancato rispetto di queste norme si tradurrànella riduzione totale o parziale di taluni pagamentidell 'Ue a favore degli agricoltori . Con un decreto del18 gennaio 2018 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficialedel 6 aprile 2018 n. 80), vengono disciplinati il regi-me di condizionalità e le riduzioni ed esclusioni perinadempienze dei beneficiari dei pagamenti direttiPac (politica agricola comune) e dei contributi deiprogrammi di sviluppo rurale (Psr).

Le riduzioni saranno commisurate alla gravità, por-tata , durata , frequenza e intenzionalità dell 'inadem-pienza . Ai beneficiari dei pagamenti Pac e dei contri-buti relativi ai programmi di sviluppo rurale (Psr),che non rispettano le regole di condizionalità (relati-ve ai settori ambiente, cambiamento climatico, buonecondizioni agronomiche del terreno , sanità pubblica,salute delle piante e degli animali e benessere deglianimali) verrà applicata una sanzione amministrativa,a valere sulle agevolazioni spettanti . In particolare, incaso di inadempienza per negligenza , la percentualedi riduzione non supererà il 5%.

E, in caso di reiterazione , il 15%. I casi di inadem-pienza che , data la limitata rilevanza della loro gravi-tà, portata e durata, saranno giudicati di importanzaminore, non determineranno immediatamente unariduzione o un'esclusione.

In questi casi l'organismo pagatore invierà un'aller-ta tempestiva al beneficiario , notificando la consta-tazione e l'obbligo di adottare misure correttive. Esolo qualora un controllo successivo, entro tre annicivili consecutivi , stabilisca che l ' inadempienza non èstata sanata , si applicherà con effetto retroattivo lariduzione e l'infrazione riscontrata , considerandolareiterata.

Cinzia De Stefanis

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CHE FINE HANNO FATTO

N@H SEMENDPANICE, ERA MAISDI QUALITAI suoi sono campi ... di battaglia.Perché da oltre dieci anni SilvanoDalla Libera vuole coltivarepiante Ogm e lo Stato non gli dàtregua . Dopo le sentenzeUe e le ricerche scientifiche, perfermarlo è rimasta solo una scusa:la difesa del paesaggio.Ma lui non si arrenderà. Mai.

di Carmelo Caruso - foto di Fabrizio Giraldi per Panorama

Silvano Dalla Libera è il primo contadino italiano che ha sceltodi coltivare mais transgenico e che ha ingaggiato una battaglialegale con lo Stato per avere la libertà di farlo. Vive a Vivaro, in pro-vincia di Pordenone, ha 72 anni e dal 2006 non ha smesso di provarcisfidando la legge, rivolgendosi ai tribunali, resistendo ai No globale alle campagne di stampa che lo hanno indicato come un untore. Oggila Corte di giustizia europea è dalla sua parte e pure la scienza ha smontatole paure sugli Ogm. Ma i suoi raccolti continuano a essere distrutti.

i hanno dato dell'untore,del servo delle multina-zionali, ma il massimo èstato quando mi hannoaccusato di aver conta-minato il 10 per cento

del Friuli». Chi? Al comandante nazionaledel Corpo forestale, e la singolarità è che asconfessarlo sono stati gli stessi agenti delCorpo forestale regionale». A casa di SilvanoDalla Libera, il primo contadino italiano chenel 2006 ha scelto di coltivare mais gene-ticamente modificato, scherziamo quindisulla sua pericolosità. Andiamo a ricercarei titoli dei giornali che lo descrivono comeil responsabile della diffusione del pericolo-sissimo morbo, della nuova peste: «Ogm. Èdisastro ambientale»; «Friulani ostaggi del

mais mostro»; «È contaminazione», «Gli Ogmcolonizzano il Friuli». Dunque sono a casa diun mostro? «Secondo lei?». Non mi sembra.«Ho 72 anni e ho iniziato a fare il contadino a10 anni quando un incendio ha devastato lacasa della mia famiglia. La ghiaia necessariaper ricostruirla è stata trasportata da me e damia sorella con l'aiuto di un carretto».

Dal carretto si è spinto fino agli Ogm.«Io credo che sia un salto bellissimo. Cosìcome dall'aratro al trattore, dal vapore all'al-ta velocità. Ma davvero crede che se soloavessi avuto il minimo dubbio sulla perico-losità degli Ogm li avrei dati da mangiare aimiei quattro nipoti?». Polenta modificata perpranzo? «Squisita. In qualsiasi competizionegastronomica è proprio questa ad avere la

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SOTTO ACCUSASilvano Dalla Libera,l'agricoltore friulanoche tenta da oltre dieciannidi coltivarelegalmente maisgeneticamentemodificato. La Cortedi giustizia europeagli ha dato ragione,ma non è bastato.

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meglio su quella tradizionale». Nei campidi Vivaro, in provincia di Pordenone, doveDalla Libera ha deciso di seminare il Mon810, il mais Ogm brevettato dalla multina-zionale Monsanto, non trovo le provette, gliimbuti e neppure gli alambicchi dei chimici,ma solo l'ombra di un altissimo albero dimagnolia non geneticamente modificatoche piace tanto a sua moglie, «quella santadonna che mi sopporta dopo 47 anni dimatrimonio». Ma perché non ha coltivatomais biologico? «Perché è una truffa». Unatruffa? «Nei prodotti biologici sono presentirame e metallo. Non mi risulta siano più sanie di certo neppure più produttivi di quelliOgm. Mi spingo a dire che il vero biologicosarebbe Ogm».

Di sicuro quelli Ogm non sono menosani di quelli biologici . Lo ha stabilitol'Università Sant'Anna di Pisa, da semprescettica su queste coltivazioni, che in unapoderosa ricerca scientifica, e dopo unmonitoraggio durato dal 1996 al 2016, èarrivata a questa conclusione: «Gli Ogmnon sono pericolosi per la salute umana».I dati sono stati pubblicati lo scorso mesesulla rivista Scientific Reports e hanno ri-lanciato il dibattito sugli Ogm che in Italiaè cominciato proprio con la decisione diDalla Libera di ingaggiare una battaglialegale e che ha finito per generare un labi-rinto di sentenze e decreti.

«I dati dell'Università diPisa non mi hanno stupito.Li conoscevo. La paura degliOgm è simile a quella che inpassato è stata la paura delCapitale, del padrone. Perme è una contesa di libertà.Si può fare terrorismo an-che seminando angosce».Ma le angosce, a volte, pos-sono avere un seme. «Che

dei tribunali mi autorizzavano a seminarementre lo Stato per impedirmi di seminareaggirava le sentenze». E così Dalla Liberasi è conquistato il titolo del contadino piùpericoloso d'Italia. «Ho avuto il privilegionegli anni'80 di visitare l'lowa, il Missouri,e di conoscere la scienziata che aveva bre-vettato la soia Ogm. Ho compreso che nonavremmo mai potuto competere con questiStati. Ogni anno importiamo un miliardo dieuro di mais Ogm».

Da dove? «Spagna, Repubblica Ceca,Slovacchia e Romania ». E però in Fran-cia è vietato... «Ma non hanno i problemicausati dalla piralide, un insetto che pro-voca tossine e muffe. Queste sì, davverocancerogene». Ma dunque alla fine il maisquando lo ha seminato? «Vuole dire quandolo abbiamo ...». Non c'è solo lei? «C'è ancheil Fidenato». Quindi il primo prodigio degliOgm non è stato quello di modificare i corpima di contagiare il dissenso. A sostenere

DOPPIA SFIDADalla Libera conGiorgio Fidenato(a destra), un altrocoltivatore di maisOgm. In alto adestra , un articolo diPanorama Economydi febbraio 2010.

di solito si chiama ignoranza. Quando hodeciso di seminare mais Ogm, ho seguitola via legale. Almeno fino a che le partisi sono invertite». Cioè? «Fino a quandonon si è verificato il paradosso. Le sentenze

Dalla Libera, dal 2004, c'è anche GiorgioFidenato, coltivatore di Vivaro. Ha 57 an-ni e due figli. «Ci siamo conosciuti a unconvegno sugli Ogm» dice Dalla Libera «ilFidenato mi ha ascoltato. Gli sono piaciuto.Si è presentato». Dove? «A casa mia dove ènata Futuragra». Cos'è? «Un'associazione dicoltivatori che non teme la scienza ma chese ne impadronisce. Oggi i soci sono 900».

Così mi rivolgo a Fidenato e gli chie-do se anche lui farebbe mangiare polentaOgm ai suoi piccoli. «Ho fatto di più. Hodistrutto il mais tradizionale e seminatoquello Ogm. Per rivendicare questo dirittosono andato incontro a tre processi. Mihanno sequestrato perfino i beni. Ma siamoancora qui». E siete ancora considerati deifuorilegge. «Quando in Italia sono arrivati i

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primi semi Ogni, nessuna legge ne vietavala coltivazione. Bisognava fare richiesta alministero e ottenere un'autorizzazione cheveniva concessa da una commissione».

E voi? «Abbiamo fatto richiesta al mi-nistero ma mancavano sia la commissionesia i moduli». Era il 2006. La risposta del mi-nistero è poi arrivata e come nella miglioretradizione ha spostato il peso della deci-sione sulla Regione Friuli. «Ci veniva dettoche occorrevano "misure di coesistenza"e che era compito della Regione fissarle».Vi hanno risposto? «Sì. Ci hanno detto chemancavano le linee guida che però dovevafissare lo Stato».

Dalla Libera ha fatto ricorso al Tar epoi al Consiglio di Stato che ha ricono-sciuto le sue ragioni . «Ma il terrore eratale che l'ex ministro delle Politiche agri-cole, Luca Zaia, ha firmato un decreto perbloccarne la coltivazione». Ha impugnatoanche quello? «Ci ha pensato nel 2012 laPioneer Hi Bred, un'azienda che forniscesementi, a fare ricorso al Consiglio di Stato,che questa volta ha chiesto un parere allaCorte di giustizia europea. Il tavolo si èspostato. E io nel vuoto legislativo mi sonofatto spazio». Ha coltivato? «Esattamente.Insieme a Fidenato. Ma questa volta la sor-

«Nel 2013abbiamoprodotto 200quintali di maisper ettaroe l'abbiamoanche venduto.Non era vietato».

presa è arrivata dai No global». Vale a dire?«Abbiamo subìto assalti da incappucciatidi ogni genere. Fino all'azione dimostrativacon il lancio di fumogeni».

I130 marzo 2014 una squadra di 150esponenti No global si dirige a casa diDalla Libera . Iniziano a imbrattare le mura,devastare i campi, depositare letame. «Masono così tonti che anziché devastare il maisOgni rovinano quello tradizionale». Che neè stato di quei 150? «Sono stati denunciati.Solo 55 identificati. Sono sotto processo. Maancora non si sa nulla». Quanto mais aveteraccolto nel 2013? «200 quintali a ettaro».Lo avete anche venduto? «Certo. Non eravietata la commercializzazione».

Però, dopo quel raccolto, nel 2013, èarrivato l'ennesimo decreto. «Firmato daiministri Lorenzin, De Girolamo, Orlando,vieta la coltivazione in nome dell'emer-genza». Avete coltivato ugualmente? «Sì.Fidenato ha continuato. Nel 2014, nel 2015.Tutte le volte il raccolto è stato distrutto suordine della Procura di Treviso. Tutte levolte abbiamo ricominciato». Oggi anchese la scienza è dalla vostra parte l'Italiaancora vi combatte. «Ma l'Europa, con lasentenza della Corte di giustizia Ue del 13settembre 2017, ci ha dato ragione. I; Italia

non può impedire la coltivazione di maisOgni. È decaduto il decreto Zaia. Il divieto èpossibile solo per mezzo dell'altro decreto-stratagemma. Sa quali sono le motivazionidell'emergenza? Motivi paesaggistici. Lesembra che abbia distrutto il paesaggio?».

Dalla Libera mi conduce nel campodove ha coltivato il mais transgenico. Eroconvinto di vedere filtri e pozioni come inun film di Harry Potter. «Lo spavento derivadalla falsa comunicazione. Faccio un esem-pio. Si è parlato di una fantomatica "fragolapesce" Ogni. Ma questa fragola non è maiesistita. Nessuno lo dice, ma gli Ogni sonopresenti nel cappuccino, nel cotone utiliz-zato in campo sanitario. Vi fanno ancorapaura?». Forse ancora di più.

«Perché anche la lingua è sbagliata.Sarebbe il caso di non parlare di contami-nazione da Ogni ma di commistione traorganismi. Ho studiato poco, ma ho capitoche più l'uomo è istruito e più ha pauradella scienza mentre la povera gente è la piùdisposta a servirsene». Perché? «Chi cono-sce la fatica vuole alleviarla. Per chi non laconosce è più facile conservarla». Non credeche ci sia anche un problema di etica? «Sonocattolico. Ma non vedo la contraddizione.Insieme alla senatrice a vita, e scienziata,Elena Cattaneo, sono stato ricevuto dalPapa. Anche Francesco si è pronunciato afavore delle cellule staminali. Dio non se laprenderebbe».

Anche lui mangerebbe Ogni? «Sicuro».Quanto ha speso per dare battaglia alloStato? «Sono stato aiutato dall'AssociazioneLuca Coscioni e da un avvocato di buonavolontà come Gabriele Pirocchi. Alle ultimeelezioni, sono stato candidato con la listaPiù Europa di Emma Bonino. E pensare chesono solo un contadino...».

Anche quest'anno coltiverà Ogni? «Adaprile. Continueremo. O io o Fidenato».Ammetterà che però il nome Mori 810 èbrutto. «Lo possiamo chiamare mais perfet-to». Ci sediamo a tavola? «Prego. Gradisceun pranzo Ogni?». n

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Dolci alldi palma e yogurt senza fruttaNell'EstEuropa arriva ilcibo cli serie F3Le multinazionali vendono prodotti alimentari più scadenti nei Paesi ex sovieticiE ora Bruxelles corre ai ripari: leggi più severe per rendere questa prassi illegale

. .

I; -3 . .

L o yogurt alla fragola conmeno fragole . I baston-cini di pesce con meno

pesce. La stessa marca di wa-fer con l'olio di palma anzichéil burro. C'è un tipico retrogu-sto post-sovietico nei prodot-ti venduti in alcuni Paesi del-l'Est. Il marchio e l'etichettasono uguali a quelli commer-cializzati nel resto d'Europa,ma gli ingredienti no. Anchese il mercato Ue dovrebbe es-sere unico , persiste una Cor-tina di ferro del gusto. Con icittadini che lamentano di es-sere trattati come consuma-tori di serie B da alcune gran-di catene dell'alimentare.Un'Europa a due velocità chealimenta (è il caso di dirlo) ul-teriori risentimenti versoBruxelles, proprio in quegliStati dove il tasso di euroscet-ticismo è già ai massimi.

Ora la Commissione euro-pea ha deciso di correre ai ri-pari. Vuole evitare che alcunisuoi cittadini si sentano figlidi un palato minore. Ad oggi,infatti, mettere in commerciolo stesso prodotto con carat-teristiche diverse in base ai

Paesi di destinazione è assolu-tamente legale. L'importante èche tutti gli ingredienti sianoindicati sull'etichetta. Ma ieril'Ue ha lanciato un «New Deal»per i consumatori, un vastopacchetto che va dalle class ac-tion al doppio standard alimen-tare. In autunno aveva già ema-nato delle linee-guida (non vin-colanti) sulla questione «food»,ora il passo successivo: mette-rà mano al quadro normativo eaggiornerà la direttiva sullepratiche commerciali sleali.

Verrà messo nero su biancoche commercializzare in diver-si Paesi Ue «prodotti identicima con una composizione si-gnificativamente diversa» di-venterà illegale. Certo, i pro-duttori potranno «adattare i lo-ro beni alle preferenze dei con-sumatori locali» e quindi questipotranno «presentare eccezio-nalmente caratteristiche di-verse». Ma le variazioni non do-vranno essere «sostanziali». Amaggio partiranno i test euro-pei in 16 diversi Paesi Ue: i ri-sultati saranno presentati a fi-ne anno, poi potrebbero scatta-re le contromisure. Nel 2019

verranno condotti studi similisu prodotti non alimentari,specialmente detersivi e pro-dotti per la pulizia.

Da mesi alcuni governi han-no iniziato ad alzare la voce:quelli del quartetto Visegrad,la Bulgaria, la Slovenia e laCroazia hanno presentato aBruxelles i risultati dei test ef-fettuati su una serie di prodot-ti. Li hanno comparati conquelli venduti in Belgio, Olan-da, Germania e soprattuttoAustria. I supermarket allefrontiere austriache sonospesso la meta preferita daipendolari della spesa cechi,slovacchi, ungheresi e sloveni.Non lo fanno per una questio-ne di prezzo, ma di gusto.

Un documento del Parla-mento europeo di novembre in-dica che le differenze sono rac-chiuse in tre categorie: minorpresenza dell'ingrediente prin-cipale, uso di sostanze menosalutari e differenti caratteri-stiche sensoriali, come il gustoo il colore. Molte delle aziende

nel mirino respingono le accu-se. Sostengono che la differen-ziazione è frutto delle «diverseesigenze dei consumatori». Al-tre sono già corse ai ripari. LaHipp assicura che metterà lastessa quantità di verdura neisuoi cibi per bambini. La Ferre-ro ha annunciato una modificaalla ricetta per la Nutella ven-duta in alcuni Paesi, la Bahlsenha promesso che userà lo stes-so livello di burro per i suoi bi-scotti. Good Bye, Lenin.

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Coca-ColaI test condotti inSlovenia rilevano piùzucchero rispettoalla bevandavenduta in Austria

YogurtQuello alla fragolaSpar della Sloveniaha il 40% in menodi fragole di quellovenduto in Austria

CornettoIn Ungheria il gelatoha olio di palma,quello venduto inAustria contieneolio di girasole

FindusI bastoncini di pesceIglo venduti inSlovacchia hanno il58%di pesce, inAustria il 65%

BahlsenNei biscotti vendutiin Germania c'è il12%di burro, inquelli in Polonia soloil 5%

Cioccolato MilkaLa barretta inSlovenia (80 gr.) haun additivo assentein quella austriaca(che pesa 100 gr.)

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Critiche del consigliere Renzini e del Pd

Cantieri e manifestazioni,' scontro l'amministrazionea causa dei disag per fi traffico

BASTIA UMBRACantieri e manifestazioni fanno impazzire la viabilitàbastiola: la denuncia è del consigliere Fabrizia Renzinie del Partito Democratico, protagonisti di un botta erisposta con l'assessore Catia Degli Esposti, che smen-tisce caos di sorta."In occasione di Agriumbria - scrive lacapogruppo delmisto - trovando intasato l'innesto di viale Umbria suvia Roma, ho pensato di tornare indietro e passaredalla zona industriale, dal momento che il Ponte diBastiola è chiuso per rifacimento. Giunta in prossimi-tà di Umbriafiere, mi è stato impedito di transitare supiazza Moncada in quanto il flusso veicolare venivadeviato o verso Costano o dietro allo stadio per con-sentire l'agevole accesso pedonale ai visitatori di Agri-umbria. La polizia locale che si trovava in servizio, miconsigliava quindi o di andare a Santa Maria degliAngeli e passare per il Ponte Rosso o scegliere il tragit-to via della Rocca - S. Lucia - Bastiola (da me evitatodall'uscita da casa a causa del traffico da viale Umbriaverso via Roma). Risultato? Sono arrivata al lavorodopo un'ora". "Poco prima di Agriumbria - il j'accusedel Pd bastiolo - sono partiti due cantieri. In via delConservificio ed sul Ponte di Bastiola che- 24 ore pri-ma dell'inizio della rassegna - ha portato alla chiusuradel tratto su via Firenze, con conseguente impossibili-tà di entrataluscita alla città lungo la direttrice della SSAssisana".Ma, come detto, l'amministrazione non ci sta: "Nes-sun aggravio alla viabilità si è creato a causa dei cantie-ri in corso a Bastia per i lavori da realizzarsi sia sulPonte sul Tescio come anche in via del Conservificio.Le modifiche alla viabilità, opportunatamente segnala-te con cartellonistica adeguata, oltre al fondamentalecontributo dato dal corpo di polizia locale e dai volon-tari della protezione civile, hanno fatto sì che tuttoscorresse nel migliore dei modi, dall'arrivo in Città deivisitatori, ai parcheggi, alla viabilità in genere. Quantoda me affermato trova riscontro nelle circa 90.000 pre-senze attestate alla Mostra'Agriumbria' e al fatto chenessuna segnalazione relativa a presunti problemi siapervenuta al comando di polizia locale o alla sede del-la sezione di protezione civile di Bastia Umbra. Sonopertanto ad esprimere soddisfazione, rivolgendo unplauso a tutti coloro che hanno garantito, per l'interadurata della manifestazione, il funzionamento dellaviabilità e la necessaria sicurezza agli operatori econo-mici, agli organizzatori ed ai visitatori e ai cittadinibastiol".

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II ponte di Bastiola Chiuso per lavori una volta consentiva di bypassareil traffico nelle zone coinvolte da cantieri e manifestazioni

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Montecchio, travolto e schiacciato dal suo trattore muore a 66 anni

ORVIETO Le chiamano "Morti ver-di" perché avvengono in mezzoai campi, ma sembra un ossimo-ro se si pensa alla calma e alla se-renità che trasmette la campa-gna rispetto all'inquietudine diuna tragedia. L'ennesima, in Um-bria, ieri mattina a Montecchiodove un uomo di 66 anni, F.F. leiniziali, è morto schiacciato daltrattore mentre stava lavorandoin un campo di sua proprietà.L'incidente si è verificato intornoalle 11.15 in località Casaccetta,una zona isolata lungo la provin-ciale tra Montecchio e Baschi. Se-

condo le prime ricostruzioni ef-fettuate dai carabinieri di Mon-tecchio intervenuti sul posto, il66enne si trovava seduto sulleruote del trattore e stava cercan-do di mettere in moto il mezzo.Tuttavia, da quanto sin qui accer-tato, il trattore si sarebbe messosubito in movimento probabil-mente a causa della retromarcialasciata inserita in precedenza.Così l'uomo sarebbe stato primasbalzato a terra e quindi investitodai pesanti cingoli del mezzo.Senza scampo. Un'altra personache era al lavoro con lui ha imme-diatamente avvisato i soccorsi edè stato anche allertato l'elisoccor-so per raggiungere in maniera

I

più rapida e meno problematicala zona. Ma quando gli operatoridel 118 sono arrivati sul postonon hanno potuto far altro checonstatarne la morte. La salma èstata trasportata all'ospedale diTerni a disposizione della procu-ra che ha disposto una serie di ac-certamenti per ricostruire l'esat-ta dinamica dell'incidente e lecause della morte. L'uomo, origi-nario e residente a Roma, avevaun'abitazione nelle campagne diMontecchio dove veniva spessoper dedicarsi alle attività agrico-le. Un episodio che allunga il tri-ste elenco di "morti verdi" in Um-bria e in Italia. Un recente studiodell'Asaps, associazione amici

della polizia stradale, ha eviden-ziato come in alcuni periodidell'anno - aprile e maggio inparticolare - gli incidenti che av-vengono che avvengono nei cam-pi o nelle strade adiacenti colcoinvolgimento dei trattori agri-coli fanno più vittime di quelliche avvengono in autostrada. Neiprimi sei mesi del 2017 sono stati199 tali incidenti, in aumento ri-spetto al 2016, con 90 morti (84nello stesso periodo dell'annoprecedente) e 130 feriti. Veneto(22) e Piemonte (21) guidano ladrammatica classifica più indie-tro l'Umbria con 7.

Vincenzo Carducci© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un trattore rovesciato

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Mucche e vitelli in fuga da un annoGli animalisti: «Perché li uccidete?»Il sindaco : `Sono pericolosi come tori , hanno giàferitopersone'

- CORCIANO -

C'ERA da aspettarselo: alla noti-zia che quattro mucche e due vitel-li devono essere abbattuti, perchédopo un anno che sono in fuga dal-la stalla «si sono inselvatichiti erappresentano un pericolo per l'in-columità pubblica», gli animalistisono scesi in campo. E in moltihanno chiesto spiegazioni ai duesindaci di Corciano e Magione,

LA T=I bovini sono fuggiti nel 2017da un allevamentoAL Lavoro anche La Forestale

Cristian Betti e Giacomo Chiodi-ni, che hanno emesso altrettanteordinanze di abbattimento. Tuttoaccade nella zona di Collesanto, alconfine tra i due comuni, dove ibovini hanno lasciato il recintodal febbraio dello scorso anno enon ne vogliono sapere di esserecatturati. E' molto pericoloso avvi-cinarsi, certificano i servizi veteri-nari della Usl e i carabinieri, e perquesto dopo alcuni tentativi di cat-tura, è stata presa la drastica deci-sione, anche perché la vicenda sitrascina da oltre 14 mesi ormai.

questa situazione ai tori di Pam-plona tanto per capirci».

«IL PROPRIETARIO del bestia-me inoltre - aggiunge Chiodini -,se i bovini dovessero prvocare dan-ni più seri di distruggere recinsio-ni, rischia anche sul piano persona-le. E il problema è che faccianoqualche serio danno alle persone,poiché la zona è montana ma nonisolata. E putroppo - precisa Chio-dini - non è percorribile l'addor-mentamento: tentativi ne sono sta-ti effettuati in questo senso, ma gli

animali non sono avvicinabili.Tra l'altro - conclude - segue la vi-cenda anche il Nucleo forestaledei Carabinieri».

GLI ANIMALISTI chiedono pe-rò misure diverse. «Perché nonprendete esempio dal caso delle ca-prette dell'isola Palmaria dove cir-ca cento caprette saranno salvatecon la mobilitazione dell'Enpa euna raccolta fondi? Perché devo-no essere per forza abbattuti, ci so-no molte altre possibilità».

m.n.

Cristian Betti(a sinistra)e GiacomoChiodini

«È UNA SITUAZIONE moltocomplessa - spiega il sindaco Chio-dini che ha emesso l'ordinanza al-cuni mesi fa a cui è seguita quelladel Comune di Corciano della set-timana scorsa- . Non sono provve-dimenti prese alla leggera. Sono inprimis le autorità veterinarie chesuggeriscono di procedere in que-sto senso. Già in tentativi di recu-pero ci sono persone che si sonofatte male - spiega il primo cittadi-no magionese -. Si tratta di anima-li molto grandi, pesanti e pericolo-si, che possono essere assimilati in

,, . . . ..PERUGIA-CGRCIANO

Mn-.h- e cí¢Ili in hiea da un mmoCIl ailm,disi -0'areMí I i ne ldciz b,

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Torna la terza edizione di Permcntum Umbrae. degustazioni, seminari, workshop e convegni nel complesso di San Pietro

i empa wpiMe deRe bíiTe affiganádi Sonia Brugnoni

PERUGIA -Tradizione einnovazione nel boccale:per due giorni Perugia capi-tale della birra di qualità.Tutto pronto per la terza edi-zione di Fermentum Um-brae (FU3). Il primo festivalperugino dedicato all'artebirraia artigianale.Terzo anno, ma vero e pro-prio "debutto in società"per le degustazioni che fa-ranno scoprire al pubblicooltre ottanta birre seleziona-te in bottiglia e alla spina deiventi birrifici, nazionali enon, ospitati durante i duegiorni dell'evento.Sarà una delle location piùsuggestive del capoluogo pe-rugino, il complesso abba-ziale di San Pietro a Peru-gia, ad ospitare la terza edi-zione del festival peruginodelle birre artigianali e dello

streetfood locale di terra e dilago.Il 28 e il 29 aprile, il terzo

chiostro, detto "delle Stelle"che si apre nell'orto medie-vale, accoglierà gli stand incui poter degustare e scopri-re i segreti e le novità dell'ar-te birraia.Tante le novità di questa edi-zione. Le degustazioni, infat-ti, saranno accompagnatedallo street food locale. Gra-zie alla fondazione perl'istruzione agraria i visitato-ri, impegnata nella promo-zione dell a ricerca e istruzio-ne delle scienze agrarie, de-gusteranno legumi e olioprodotti umbri oltre che pa-nini gourmet dedicati allanorcineria umbra e nonmancheranno le delizie delTrasimeno.Il festival è organizzato dalcomitato locale IAAS Peru-gia (International Associa-tion Agricolture Students)del dipartimento di scienzeagrarie alimentari e ambien-tali. Quest'anno oltre allebirre sarà protagonista lacomponente scientifica conseminari, workshop e conve-gni, dislocati nei vari localidel complesso monumenta-

le di San Pietro, consenten-do agli appassionati e stu-denti di potersi confrontarecon professionisti e massimiesponenti del settore. L'ideanasce da un gruppo di stu-denti del "corso di laurea intecnologie birraie" della fa-coltà di Agraria."Il festival - ha evidenziatouno degli organizzatori Lo-renzo Ferroni - è rivolto atutti, professionisti, appas-sionati, neofiti e curiosi. L'in-tento è quello di incentivarel'interesse e la conoscenzadell'attività brassicola arti-gianale, permettendo nonsolo al mondo accademico,di scoprire segreti e novità,ma anche al grande pubbli-co". Spinti dal desiderio diimmergersi nel mondo dellabirra artigianale. Il tutto al-lietato da un sottofondo mu-sicale che accompagneran-no il pubblico fino a sera.

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