Rassegna del 07/09/2018 - Confagricoltura Umbria

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Rassegna del 07/09/2018

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Rassegna del 07/09/2018

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Rassegna del 07/09/2018

Pagina I

Agricoltura Umbria

BREVI - NUOVA AZIENDA TAGLIO DEL NASTRO DOMENICACorriere Umbria 07/09/2018 p. 17 1

Alimentare

LA NESTLE' LANCIA IL CIBO PERSONALIZZATO IN BASE ALDNA

La Verita' 07/09/2018 p. 14 GUIOTTOMADDALENA

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PECHINO MANGIA WAFER PADANIVenerdi Repubblica 07/09/2018 p. 53 CAMILLI ARTURO 3

Innovazione e Ricerca

ALLA RICERCA DELLA H-FARMMf Sicilia 07/09/2018 p. 1 GIORDANOANTONIO

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I MIEI NONNI NEANDERTHAL E SAPIENSVenerdi Repubblica 07/09/2018 p. 58 G.A. 5

Unione Europea

FATTORIE BIO TA LA EADER EUROPARepubblica 07/09/2018 p. 37 CIANCIULLOANTONIO

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CORRIERE l'1ip MBRIA

Torgialno

Nuova aziendaTaglio del nastrodomenicaM Terminati i lavori diristrutturazione iniziatipoco più di due anni fa,il Gruppo Grigi è pron-to a inaugurare il rinno-vato stabilimento exVa-ligi di Pontenuovo diTorgiano. Dopo aver ri-levato lo storico mar-chio umbro di alimentizootecnici, il GruppoGrigi ha infatti decisodi investire nella strut-tura di via Aldo Capiti-ni 9. Il taglio del nastrodella nuova sede è pre-visto domenica alle 11.

Pagina 17

Foglio i

Trasporto scolastico , polemiche senza fine

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Agricoltura Umbria Pagina 1

LaVerita Pagina 14

Foglio i

La Nestlè lancia il cibo personalizzato in base al DnaKit ai clienti per raccogliere il sangue: «Diete mirate per vivere più a lungo». Ma secondo i medici il test non ha basi scientifiche

di MADDALENA GUIOTTO

a Il cibo su misura del Dna,per vivere più a lungo e insalute, è l'ultima frontieranel business della nutrizio-ne, secondo Nestlè. L'azien-da svizzera, leader nel cam-po di prodotti alimentari (ol-tre 76 miliardi di euro di fat-turato nel 2017), in cambio dipochi campioni di codice ge-netico, fornirà a ogni consu-matore una dieta personaliz-zata per una vita più sana epiù lunga. Il gigante, che ven-de in tutto il mondo dall'ac-qua minerale agli omoge-neizzati, dai latticini ai sur-gelati, con questo nuovo pro-gramma guarda avanti. Po-tendo accedere a grandiquantità di Dna, Nestlè si ri-taglia anche una fetta nel fio-rente business dei big datache, con buona pace dellaprivacy, usa dati altamentesensibili, come il codice ge-netico, per profilare servizi ecure che moltiplicano i pro-fitti.

Il programma di Nestlè,come riporta Bloomberg, uti-

lizza anche l'intelligenza ar-tificiale e i post sui social net-work. Partito in fase speri-mentale in un gruppo di cir-ca 100.000 anziani giappo-nesi aderenti al Nestlé Wel-Iness Ambassador, il piano'invita i clienti a postare lefoto dei loro pasti utilizzan-do una app (Line) molto notain Giappone perché dà consi-gli sull'alimentazione. A chiaderisce al programma, chepuò costare anche 6oo dolla-ri l'anno, viene inviato unpacco che, accanto a capsuledi tè, snack e frullati dall'altovalore nutritivo, contiene an-che un kit per raccogliere uncampione di sangue da invia-re all'azienda. Nestlè quindi,in base a vari valori sangui-gni (tipo il colesterolo) e alleinformazioni acquisite dalDna, come la presenza di ge-ni che predispongono al dia-bete, con l'aiuto dell'intelli-genza artificiale elabora peril cliente una serie di consiglialimentari su misura.

«La personalizzazionedella dieta in base al Dna»,spiega Francesco Francini,medico nutrizionista dell'U-

niversità di Padova, «non ètecnicamente sostenibile alivello scientifico. I test gene-tici attualmente disponibilisono in grado di individuaresolo alcuni geni coinvolti nel-le malattie come il diabete ol'ipercolesterolemia. È comeper i test delle intolleranze:non sono attendibili perchéverificano solo alcuni ele-menti, mentre, nello svilup-po di una patologia ci sonomolti geni e fattori coinvoltiche ancora non conoscia-mo». Nella genesi di malattiecroniche come l'obesità e ildiabete, l'ambiente contaper oltre il 50%. «I giapponesisono i più longevi al mondo epraticamente non muoionodi infarto», continua Franci-ni. «Se vanno in America, pe-rò, hanno tassi di mortalitàda infarto simile agli ameri-cani, pur avendo i geni giap-ponesi. Lo stile di vita giocaquindi un ruolo chiave».

Nestlè però non sembraintimorito dalle scarse basiscientifiche del nuovo busi-ness. Dal 2007 ha infilato unaserie accordi nel settore delcibo per la salute: dall'acqui-

sizione di Novartis medicalnutrition a quella di Vitaflo,dalla collaborazione con Chi-med e Seres therapeutics al-l'acquisto, per 2 miliardi didollari, di un integratore diAtrium innovations. Dopo lacessione a Ferrero del busi-ness dolciario negli StatiUniti, ha investito nella ri-cerca del Nestlé institute ofhealth sciences. Anche se ladieta personalizzata sul Dnascientificamente traballa,dal punto di vista del marke-ting funziona e apre l'azien-da al valore crescente del pa-trimonio genetico.

Patrimonio in tutti i sensi,come testimoniano compa-ny tipo Ancestry e 23andme.Vendendo test genetici onli-ne per conoscere i propri an-tenati o la predisposizionead alcune malattie, questinuove aziende della Siliconvalley posseggono milioni didati sensibili da profilare evendere ad aziende farma-ceutiche e assicurazioni sa-nitarie e, probabilmente, adaziende alimentari, per offri-re servizi sempre più perso-nalizzati. Tutto al caro prez-zo della privacy del consu-matore.

ta Nestlè lancia il cibo psrssmli-to in base al Una

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Alimentare Pagina 2

DOLCI CONQUISTE

PECHINOMANGIAWAFER PADANI

Pagina 53

Foglio i

PADOVA. Alibaba, il colosso cinese delle

vendite on line, venderà anche wafer italiani.

È stato infatti firmato un accordo con la Lago

Group, un'azienda fondata nel 1968 a Gallie-

ra Veneta, in provincia di Padova, con due

stabilimenti dai quali escono 110 prodotti

dolciari (dai wafer ai frollini, ai savoiardi,

alle merendine) e che dà lavoro a 160 persone.

In realtà la Lago Group è presente in

Cina già da diversi anni, ma biscotti e altridolci sono sempre stati venduti attraverso

i canali tradizionali, cioè negozi e super-

mercati. Ora l'azienda sceglie il commercio

on line, puntando sulle previsioni di espan-

sione del segmento dei dolci in Cína. C'è

anche un altro fattore: secondo un'indagi-

ne, il 52 per cento dei cinesi oggi è disposto

a pagare un prezzo superiore pur di avere

un prodotto di qualità e sicuro.

Quanto ad Alibaba, nella sua guerra a

distanza con Amazon, è sempre a caccia di

nuovi mercati e prodotti. L'ultimo accordo?

È stato siglato con Starbuck's e porterà ilgigante di Pechino a consegnare a domici-

lio in Cina il caffè dello storico marchio

americano. (arturo camilli)

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Alimentare Pagina 3

SiciliaPagina

Foglio

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UN HACKATON DI TRE GIORNI NEL BORGO DI FILAGA SUI MONTI SICANI

Alla ricerca della H-FarmRealizzare una piattaforma per creare nuovi sistemi tecnologici nel campo

dell'agricoltura e del turismo. Ci provano due giovani con esperienzeall'estero che dicono: è fondamentale la transazione verso il digitale

DI ANTONIO GIORDANO

S

offia un vento giovaneche porta innovazionee tecnologia tra i montiSicani che, da oggi e

fino a domenica si prepara-no ad ospitare, nella borgatastorica di Filaga, a Prizzi, inprovincia di Palermo, l'hacka-thon di Terra 4.0, organizzatodall'incubatore di startup Si-cicon Valley. Prenderà il viaalle ore 16, nella piazza inti-tolata a padre Ennio Pintacu-da. Presenti gli organizzatori,il presidente e il segretario diTerra 4.0 e Sicicon Valley, Do-menico Ferruggia e ManfrediMercadante, l'assessore regio-nale alla formazione RobertoLagalla, quello al Territorio eambiente, Toto Cordaro, il sin-daco di Prizzi, Luigi Vallone,il commissario straordinariodel Parco dei Monti SicaniLuca Gazzara. L'hackathon èun evento che riunisce espertidi informatica, sviluppatori,grafici. Per questo appun-tamento, che ha ricevuto ilpatrocinio della Regione edell'Assemblea regionale si-ciliana, del Comune di Priz-zi, dell'incubatore di startupDigital Magics Palermo e dei

Giovani di ConfagricolturaAnga, decine di programma-tori, designer, maker, inge-gneri, studenti e innovatorilavoreranno in gruppo per da-re risposta alle sfide lanciatedall'associazione Terra 4.0 suagricoltura, territorio, turismoe sport. La sfida è realizzareuna piattaforma per crearenuovi sistemi tecnologici nelcampo dell'agricoltura e delturismo, un'H-Farm, cioèuna piattaforma digitale, cheaiuta i giovani a lanciare ini-ziative innovative e supporta

la trasformazione delle azien-de verso il digitale. L'idea èche da Filaga si possa creareun modello di business da re-plicare a Cape Town in SudAfrica dove opera uno degliorganizzatori, Manfredi Mer-cadante. «Nel mercato odier-no, veloce e dinamico, dovele esigenze cambiano istantedopo istante», spiegano Do-menico Ferruggia e ManfrediMercadante, ideatori della tregiorni, «la Sicilia ha bisognodi acquisire nuove strategie,concetti e dinamiche all' avan-

guardia. Sono essenziali percompetere ed eccellere tema-tiche e strategie innovative neisettori di Agritech, FoodTeche TravelTech: nomi nuovi perdefinire modi innovativi ed ef-ficaci di gestire e veicolare ilmeglio dei prodotti e delle ri-sorse che il nostro territorio hada offrire e impiegare, comela cultura del cibo e il turismodi alta qualità». Secondo i duegiovani imprenditori e fonda-tori anche dell'incubatore distartup Sicicon Valley, cheha debuttato lo scorso marzoai Cantieri Culturali alla Zi-sa di Palermo: «Questi oggirappresentano nuovi modellidi impresa e di investimento,che permettono al tessuto pro-duttivo di progredire in nuove,promettenti direzioni. A par-tire dall'informazione, dallavolontà di diffondere tecno-logie e strategie che possanomigliorare processi, produ-zione e qualità delle nostrefiliere. L'associazione Terra4.0 si propone di incoraggia-re e accelerare tale processodi divulgazione e adozionedella "digital trasformation",tramite la discussione e pre-sentazione delle sue miglioriprassi in occasione». (riprodu-zione riservata)

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Innovazione e Ricerca Pagina 4

CHE STORIA

I MIEI NONNINEANDERTHALE SAPIENS

È ovvio, più o meno alla lontana, noi

umani siamo tutti imparentati. E il geno-

ma, grazie alle nuove tecnologie di se-

quenziazione, può raccontare la nostra

storia con una precisione mai vista, sve-

lando antichi intrecci e mescolamenti.

Lo illustra, partendo dai suoi geni e tor-

nando indietro fino agli albori dell'Euro-

pa, la giornalista scientifica svedese

Karin Bojs, autrice di I miei primi 54.000

anni. Storia del mio Dna (Utet, pp. 506,

euro 25). «Otto anni fa, per scrivere un

libro sulla genetica, ho fatto il test del

Dna. E ho scoperto con sorpresa di ap-

partenere all'aplogruppo U5, un partico-

lare ramo dell'albero del Dna umano di

Pagina 58Foglio i

RICOSTRUZIONE DI DONNE NEANDERTHAL.DALLA FUSIONE TRA NEANDERTHAL E SAPIENSPARTE 1 MIEI PRIMI 54.000 ANNI DI KARIN BOJS

cui facevano parte anche i primi coloniz-

zatori dell'Europa» racconta Bojs. «Cosìmi è venuta voglia di ricostruire attraver-so le più recenti ricerche paleogenetiche

- come quelle di Svante Pääbo, del

Max-Planck-Institut di Lipsia - questa

storia di cui mi sento parte».

Tutto inizia 54 mila anni fa in Medio

Oriente. «Vicino al lago diTiberiade vive-

vano a pochi chilometri di distanza un

piccolo gruppo di Homo sapiens cheaveva appena lasciato l'Africa e un grup-

po di Neanderthal» dice Bojs «e ci fu unincontro, o meglio una sorta di fusione

tra le due specie, quella per cui oggi nelDna degli europei c'è un 2 per cento di

Dna Neanderthal».

Altre migrazioni e fusioni tra popoli

hanno dato origine agli europei: «Nel

nostro continente si stabilirono 42 mila

anni fa i cacciatori dell'Era Glaciale.

Furono loro a lasciarci le pitture rupestri

di Altamira e Lascaux. Poi tra 9.000 e

8.000 anni fa giunsero i primi agricoltori

da Turchia e Siria: Ötzi era uno di loro»prosegue Bojs. «Infine, 4.000-5.000 anni

fa, entrarono in Europa popoli di pastori

provenienti dalle steppe russe. Le lingue

indoeuropee arrivarono con loro».Bojs presenterà il suo libro il 9 settem-

bre al Festivaletteratura di Mantova e

l'i l settembre al Muse di Trento . (g.a.)

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Innovazione e Ricerca Pagina 5

iaxeputwuca

L'agricoltura

diventata leader in Europa.«Quello a cui stiamo assistendo è una trasformazioneprofonda del modo di pensare il cibo: lo vedo anchedal mio punto di vista, quello del produttore. Ilrecupero dell'equilibrio naturale nei nostri vigneti hafatto sì che non ci sia più bisogno di insetticidi.inoltre la migliore gestione del suolo, con piùsostanza organica che lo nutre, ci ha consentito dirisolvere il grosso problema dell'erosione portandoanche a un notevole risparmio sul piano economico».La novità, come spiega Fabio Brescacin, presidentedi NaturaSì, la più grande catena italiana disupermercati biologici, è che il biologico è sempremeno visto come una scelta dominata dal segnomeno (via i pesticidi, via la chimica di sintesi) esempre più come una filosofia di vita mirata aintegrare difesa della salute, difesa dell'ambiente edifesa dei diritti.«L'indignazione dopo l'ultima strage di bracciantiextracomunitari in Puglia, causata dalla mancataapplicazione delle norme contro il caporalato,mostra che il tema della giustizia sta a cuore aiconsumatori», continua Brescacin. «Mettere adisposizione degli italiani la possibilità di comprareprodotti sani e coltivati nel rispetto della legge è unascelta di vita, non solo di alimentazione. Certo non èsempre facile. Una delle nostre aziende diproduzione, la fattola Di Vaira, ha promosso propriosu questo tema un video di denuncia con decine dimigliaia di visualizzazioni. Dopo pochi giorni hannocercato di metterla in ginocchio rubandole quattrotrattori».

Pagina 37

Foglio i

Fattorie bioItalia leaderV, EuroPa

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ANTONIO CIANCIULLO

D ìù di un italiano su dieci almeno una volta asettimana sceglie il bio. I cibi cresciuti inarmonia con la natura non fanno più parte diun rito di purificazione alimentare per ungruppo di eletti: stanno diventando

un'abitudine radicata in una platea sempre più larga,popolata soprattutto da persone sotto i 45 anni e dadonne. Nei primi cinque mesi del 2018 le venditehanno fatto un balzo del 10,5 per cento, quattro voltepiù veloci del settore alimentare nel suo complesso.1dati vengono da ricerche preparate per Sana, ilSalone internazionale del biologico e del naturaleche alla fiera di Bologna, da oggi al 10 settembre,festeggerà il trentesimo compleanno. E fotografanouna situazione in rapida evoluzione, con un trend dicrescita in accelerazione e un mercato che rincorrela domanda. I145 per cento dei negozi bio ha apertosolo nell'ultimo decennio. E l'incremento del numerodei consumatori (6,5 milioni comprano bio almenouna volta a settimana) ha fatto sì che le vendite delsettore per la prima volta abbiano superato ilmiliardo e mezzo di euro nel circuito della grandedistribuzione (ma il canale di vendita specializzatorappresenta un quarto del totale degli acquisti). «Nelquinquennio 2012-2016 le superfici coltivate secondoil metodo biologico hanno visto un aumento del 54per cento e le vendite complessivamente sonocresciute del 40 per cento», ricorda Maria GraziaMammuccini, di Federbio, responsabile dellacampagna Cambia la terra. Così l'Italia del bio è

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