LOrlando furioso DOCENDI/TANANYAGO… · Ludovico Ariosto - Orlando furioso I Letteratura italiana...

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Letteratura italiana Einaudi L Orlando furioso di Ludovico Ariosto

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  • Letteratura italiana Einaudi

    LOrlando furioso

    di Ludovico Ariosto

  • Letteratura italiana Einaudi

    Edizione di riferimento:Einaudi Tascabili, Torino 1996Introduzione, note e bibliografia a cura di Lanfranco Caretti

  • Letteratura italiana EinaudiLetteratura italiana Einaudi

    L

    Sommario

    Canto I 1Canto II 31Canto III 58Canto IV 90Canto V 115Canto VI 147Canto VII 175Canto VIII 202Canto IX 233Canto X 264Canto XI 305Canto XII 335Canto XIII 367Canto XIV 397Canto XV 446Canto XVI 485Canto XVII 515Canto XVIII 561Canto XIX 626Canto XX 665Canto XXI 715Canto XXII 740Canto XXIII 773

    Canto XXIV 821Canto XXV 861Canto XXVI 896Canto XXVII 946Canto XXVIII 995Canto XXIX 1030Canto XXX 1057Canto XXXI 1091Canto XXXII 1128Canto XXXIII 1164Canto XXXIV 1209Canto XXXV 1240Canto XXXVI 1267Canto XXXVII 1296Canto XXXVIII 1339Canto XXXIX 1371Canto XL 1400Canto XLI 1427Canto XLII 1463Canto XLIII 1500Canto XLIV 1568Canto XLV 1603Canto XLVI 1642

  • 1Letteratura italiana Einaudi

    CANTO PRIMO

    Le donne, i cavallier, larme, gli amori,le cortesie, laudaci imprese io canto,che furo al tempo che passaro i MoridAfrica il mare, e in Francia nocquer tanto,seguendo lire e i giovenil furoridAgramante lor re, che si di vantodi vendicar la morte di Troianosopra re Carlo imperator romano.

    Dir dOrlando in un medesmo trattocosa non detta in prosa mai n in rima:

    I. 1-2. Le donne ... canto: esordio della proposizione dellamateria a cui seguono linvocazione e la dedica intrecciate insieme(I-IV). Cfr. Dante, Purg., XIV, 109-10. Sono qui indicati il temadelle armi (ciclo di Carlo Magno) e il tema dellamore (ciclo del reArt), al cui innesto aveva gi atteso il Boiardo nel suo Innamorato.Intorno a questi due celebri versi e alle loro diverse redazioni (AB:Di donne e cavallier li antiqui amori, Le cortesie, laudaci impreseio canto), cfr. E. Terracini, Lingua libera e libert linguistica,Einaudi, Torino 1963, pp. 27-8. 3-4. al tempo ... tanto: allepocadella guerra dei Mori o Arabi contro i Franchi. Impresaimmaginaria ereditata dal Boiardo. Lattacco degli Arabi allaFrancia avvenne in realt al tempo di Carlo Martello e di Pipino.6. Agramante: re dAfrica, discendente da Alessandro. GinellInnamorato aveva deciso di vendicare il padre Troiano, uccisoin Borgogna da Orlando, e a tale scopo aveva radunato trentaduere vassalli muovendo allassalto della terra francese. 8. imperatorromano: incoronato imperatore dei Romani da Leone III nelNatale dellanno 800.

    II. 1. Orlando: nella storia, figlio di Milone e governatoredella marca di Brettagna; caduto a Roncisvalle. Nellepopeafrancese, il pi valoroso dei paladini di Carlo Magno e guerrierosevero e casto (v. 4: uom ... saggio). Gi nellInnamorato, invece, siavvicina al tipo dei cavalieri erranti del ciclo brettone, sensibili allabellezza femminile e soggetti alle passioni amorose. 2. cosa: la

    I

    II

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    che per amor venne in furore e matto,duom che s saggio era stimato prima;se da colei che tal quasi mha fatto,che l poco ingegno ad or ad or mi lima,me ne sar per tanto concesso,che mi basti a finir quanto ho promesso.

    Piacciavi, generosa Erculea prole,ornamento e splendor del secol nostro,Ippolito, aggradir questo che vuolee darvi sol pu lumil servo vostro.Quel chio vi debbo, posso di parolepagare in parte e dopera dinchiostro;n che poco io vi dia da imputar sono;che quanto io posso dar, tutto vi dono.

    Voi sentirete fra i pi degni eroi,che nominar con laude mapparecchio,ricordar quel Ruggier, che fu di voi

    pazzia, che neppure il Boiardo aveva immaginata. 3. venne in fu-rore e matto: cadde in uno stato di furore (onde il titolo Orlandofurioso, forse derivato dallHercules furens di Seneca) e divenne(venne) pazzo. Meglio, e pi rapidamente: divenne pazzo furioso.5. colei: Alessandra Benucci, vedova del ferrarese Tito Strozzi.Non sembrano accettabili le identificazioni con la Musa o con unadonna idealizzata. LAriosto, il quale aveva iniziato il suo poemanegli anni 1505-6, deve avere modificato lottava II dopo il 1513,dopo cio che conobbe la Benucci. Il Poeta spos segretamenteAlessandra tra il 1526 e il 1530. Cfr. anche XXIV, III; XXVII,CXXIV; XXXV, I; XLII, XCIII. tal: pazzo come Orlando. 6.lima: consuma.

    III. 1. generosa: munifica e nobile insieme. Erculea prole: ilcardinale Ippolito dEste (1479-1520), figlio di Ercole I e fratellodi Alfonso I duca di Ferrara. LAriosto era ancora al suo servizionel 1516, quando pubblic la prima edizione del suo poema.

    IV. 3. Ruggier: figlio di Ruggiero II di Risa e di Galaciella,figlia del re Agolante, convertitasi per amore al cristianesimo (cfr.XXXVI, LXXII sgg.). Discendente da Astianatte, figlio di Ettore

    IV

    III

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    e de vostri avi illustri il ceppo vecchio.Lalto valore e chiari gesti suoivi far udir, se voi mi date orecchio,e vostri alti pensieri cedino un poco,s che tra lor miei versi abbiano loco.

    Orlando, che gran tempo innamoratofu de la bella Angelica, e per leiin India, in Media, in Tartaria lasciatoavea infiniti et immortal trofei,in Ponente con essa era tornato,dove sotto i gran monti Pireneicon la gente di Francia e de Lamagnare Carlo era attendato alla campagna,

    (cfr. XXXVI, LXX-LXXI). Era gi personaggio importantenellInnamorato, dove per la prima volta presentato comecapostipite (v. 4: ceppo vecchio) degli Estensi. 5. gesti: gesta, im-prese. Cfr. anche III, XXIII, I; XV, XXXIII, 7; XXVI, CXXXVII, 6.7. alti pensier: profonde preoccupazioni politiche, militari ereligiose. cedino: cedano. Ha usato nel v. 6 lindicativo (mi date),ma ora vuole inserire lombra del dubbio. E perci ricorre alcongiuntivo, con una coordinazione indicativo-congiuntivomolto diffusa nelle proposizioni ipotetiche. Prima la preghierafiduciosa, poi lincerta speranza.

    V. 1. Orlando ... inamorato: lAriosto prende qui a riassumerevelocemente (V-IX) lantefatto del suo poema quale era gi statonarrato dal Boiardo. Lazione del Furioso pu cos avere inizio ldove lInnamorato sinterrompe. Pi esattamente si osserva chelAriosto riprende la vicenda un poco pi addietro del punto in cuilaveva lasciata il Boiardo, il quale aveva descritto la sconfittacristiana e quindi aveva cominciato a parlare dellassedio di Parigi.Con il Furioso, invece, siamo restituiti al momento culminantedello scontro presso i Pirenei. 2. Angelica: figlia di Galafrone redel Catai. Bellissima e sfuggente. Gi nellInnamorato accende dis molti cavalieri cristiani tra cui Orlando e Rinaldo. Le vicendedei due paladini, che seguono Angelica sino in Oriente,costituiscono la materia del poema boiardesco. 3. India ... Media... Tartaria: India indicava genericamente tutta lAsia meridionale,mentre la Media corrispondeva alla regione centrale a sud del MarCaspio e la Tartaria alla regione a occidente del Catai. Qui lA-riosto sinteticamente allude allOriente, dove Orlando sostenne,

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    per far al re Marsilio e al re Agramantebattersi ancor del folle ardir la guancia,daver condotto, lun, dAfrica quantegenti erano atte a portar spada e lancia;laltro, daver spinta la Spagna inantea destruzion del bel regno di Francia.E cos Orlando arriv quivi a punto:ma tosto si pent desservi giunto;

    che vi fu tolta la sua donna poi:ecco il giudicio uman come spesso erra!Quella che dagli esperi ai liti eoiavea difesa con s lunga guerra,or tolta gli fra tanti amici suoi,senza spada adoprar, ne la sua terra.Il savio imperator, chestinguer vlseun grave incendio, fu che gli la tolse.

    Nata pochi d inanzi era una garatra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo,

    per amore dAngelica, innumerevoli imprese vittoriose (v. 4:infiniti et immortal trofei). 7. Lamagna: aferesi di Alemagna.Germania, detta anticamente anche La Magna. 8. allacampagna: in campo aperto.

    VI. 1. Marsilio: figlio del saraceno Galafro, a cui succedettesul trono di Spagna. personaggio leggendario, non storico. Giimportante nel Morgante del Pulci e nellInnamorato. 2. battersi... la guancia: pentirsi. Cfr. Pulci, Morg., XI, 109, 4; XX, 94, 6;Boiardo, Orl. inn., II, II, 7, 7-8. Dice ancor riferendosi alleprecedenti sconfitte che i Saraceni, secondo la leggenda, avevanogi subito da parte di Carlo Magno. 3. lun: Agramante. 5.laltro: Marsilio. 7. a punto: a proposito, al momento giusto.

    VII. 1. che vi fu tolta: perch qui gli fu tolta. 3. dagli esperii ailiti eoi: dai lidi occidentali (esperii, dove appare la stella della seraovvero Espero) a quelli orientali (eoi, dove sorge laurora ovveroEos). Per eoi, cfr. anche Rime, cap. XIV, 7.

    VIII. 2. Rinaldo: figlio di Amone di Chiaramonte, che erafratello di Milone padre di Orlando, e di Beatrice di Baviera.

    VI

    VII

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    che ambi avean per la bellezza raradamoroso disio lanimo caldo.Carlo, che non avea tal lite cara,che gli rendea laiuto lor men saldo,questa donzella, che la causa nera,tolse, e di in mano al duca di Bavera;

    in premio promettendola a quel dessi,chin quel conflitto, in quella gran giornata,deglinfideli pi copia uccidessi,e di sua man prestasse opra pi grata.Contrari ai voti poi furo i successi;chin fuga and la gente battezzata,e con molti altri fu l duca prigione,e rest abbandonato il padiglione.

    Dove, poi che rimase la donzellachesser dovea del vincitor mercede,inanzi al caso era salita in sella,e quando bisogn le spalle diede,presaga che quel giorno esser rubelladovea Fortuna alla cristiana fede:entr in un bosco, e ne la stretta viarincontr un cavallier cha pi vena.

    Nellepopea francese, ribelle a Carlo Magno. Gi presente neicantari italiani, diviene personaggio di rilievo nelle opere del Pulcie del Boiardo. 8. duca di Bavera: il vecchio Namo, gi nelleleggende carolingie amico e consigliere dellImperatore.

    IX. 2. giornata: battaglia campale. 5. successi: eventi. 7.prigione: prigioniero. 8. padiglione: la tenda di Namo.

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    Indosso la corazza, lelmo in testa,la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo;e pi leggier correa per la foresta,chal pallio rosso il villan mezzo ignudo.Timida pastorella mai s prestanon volse piede inanzi a serpe crudo,come Angelica tosto il freno torse,che del guerrier, cha pi vena, saccorse.

    Era costui quel paladin gagliardo,figliuol dAmon, signor di Montalbano,a cui pur dianzi il suo destrier Baiardoper strano caso uscito era di mano.Come alla donna egli drizz lo sguardo,riconobbe, quantunque di lontano,langelico sembiante e quel bel voltochallamorose reti il tenea involto.

    X. 3. manzi al caso: prima della sconfitta cristiana. 4.bisogn: fu opportuno. 5. rubella: avversa.XI. 3. leggier: leggermente. 4. pallio: drappo che si dava inpremio al vincitore delle corse a piedi. Cfr. Dante, Inf., XV, 122.Negli affreschi ferraresi di Palazzo Schifanoia conservata ladescrizione di corse a piedi e con cavalcature che dovevano esserein uso al tempo degli Estensi e a cui non molti anni or sono si cercato invano di ridare vita. 5 presta: velocemente. 7. il frenotorse: diede di volta al cavallo. Mut direzione.

    XII. 1-2. paladin ... Montalbano: Rinaldo, signore diMontalbano. Cfr. VIII, 2. 3. pur dianzi: nellInnamorato (III, IV,26-30, 36-40) si narrava che Rinaldo, sceso di sella per battersi conRuggiero ad armi pari, non era pi riuscito a raggiungere il propriocavallo improvvisamente datosi alla fuga. destrier: propriamentecavallo nobile da battaglia e da corsa. Baiardo: cavallo gi

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    La donna il palafreno a dietro volta,e per la selva a tutta briglia il caccia;n per la rara pi che per la folta,la pi sicura e miglior via procaccia:ma pallida, tremando, e di s tolta,lascia cura al destrier che la via faccia.Di s di gi, ne lalta selva fieratanto gir, che venne a una riviera.

    Su la riviera Ferra trovossedi sudor pieno e tutto polveroso.Da la battaglia dianzi lo rimosseun gran disio di bere e di riposo;e poi, mal grado suo, quivi fermosse,perch, de lacqua ingordo e frettoloso,lelmo nel fiume si lasci cadere,n lavea potuto anco riavere.

    celebre, per la sua agilit e prestezza, nella letteratura cavalleresca.Di l lo prese il Boiardo, prima dellAriosto.XIII. 1. palafreno: cavallo da parata. LAriosto tuttavia loscambia spesso con destriero, che era il cavallo da battaglia (cfr.v. 6). Cfr. anche nota a LXVIII, 3. 3. rara ... folta: sottintendiselva. 5. di s tolta: fuori di s. 7. fiera: selvaggia e minacciosa.8. riviera: fiume.

    XIV. 1. Ferra: figlio di Falsirone e nipote di Marsilio. Gi nellacronaca di Turpino (Ferracutus), gigante venuto in soccorso deiSaraceni di Spagna ed ucciso da Orlando. Riappare nellEntredEspagne e di qui passa nei cantari italiani. NellInnamorato (I, II,10-1; III, 62-7) Ferraguto preso da passione amorosa perAngelica e ne ferisce a morte il fratello Argalia; promette aquestultimo di gettarne in un fiume, insieme con il corpo, anche learmi, ma chiede di potere almeno trattenere lelmo per alcunigiorni; non mantiene la promessa in quanto serba lelmo oltre iltempo stabilito. Queste vicende (innamoramento, duello con

    XIV

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    8Letteratura italiana Einaudi

    Quanto potea pi forte, ne venivagridando la donzella ispaventata.A quella voce salta in su la rivail Saracino, e nel viso la guata;e la conosce subito charriva,ben che di timor pallida e turbata,e sien pi d che non nud novella,che senza dubbio ell Angelica bella.

    E perch era cortese, e navea forsenon men de dui cugini il petto caldo,laiuto che potea tutto le porse,pur come avesse lelmo, ardito e baldo:trasse la spada, e minacciando corsedove poco di lui temea Rinaldo.Pi volte seran gi non pur veduti,mal paragon de larme conosciuti.

    Cominciar quivi una crudel battaglia,come a pi si trovar, coi brandi ignudi:non che le piastre e la minuta maglia,ma ai colpi lor non reggerian glincudi.Or, mentre lun con laltro si travaglia,bisogna al palafren che l passo studi;che quanto pu menar de le calcagna,colei lo caccia al bosco e alla campagna.

    Argalia, patto e mancata fede) costituiscono lantefatto boiardescodellepisodio del Furioso (XXIV-XXXI).XV. 1. Quanto potea pi: da unire a gridando (v. 2), e non aveniva.

    XVI. 2. dui cugini: Orlando e Rinaldo. 7. Pi volte: avevanogi duellato nellInnamorato (II, XXIV, 43 sgg.; XXIX, 53 sgg.). 8.paragon: prova.

    XVII. 3. piastre ... maglia: le lamine di metallo di cui era formatalarmatura (bracciali, spallacci, corazza) e la sottile maglia di ferroche veniva indossata sotto larmatura stessa. 4. glincudi: leincudini. Luso del maschile costante nellAriosto. Cfr. ancheXVII, CI, 4; XIX, XCVI, 8; XXII, LXVII, I. 6. i passo studi:

    XVII

    XVI

    XV

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    9Letteratura italiana Einaudi

    Poi che saffaticar gran pezzo invanoi dui guerrier per por lun laltro sotto,quando non meno era con larme in manoquesto di quel, n quel di questo dotto;fu primiero il signor di Montalbano,chal cavallier di Spagna fece motto,s come quel chha nel cuor tanto fuoco,che tutto narde e non ritrova loco.

    Disse al pagan: Me sol creduto avrai,e pur avrai te meco ancora offeso:se questo avvien perch i fulgenti raidel nuovo sol tabbino il petto acceso,di farmi qui tardar che guadagno hai?che quando ancor tu mabbi morto o preso,non per tua la bella donna fia;che, mentre noi tardiam, se ne va via.

    Quanto fia meglio, amandola tu ancora,che tu le venga a traversar la strada,a ritenerla e farle far dimora,prima che pi lontana se ne vada!Come lavremo in potestate, alloradi chi esser de si provi con la spada:non so altrimenti, dopo un lungo affanno,che possa riuscirci altro che danno.

    affretti landatura. Cfr. Cassaria in prosa, II, I (Studiamo ilpasso); Dante, Purg., XXVII, 62.XVIII. 3. quando: poich. 8. non ritrova loco: non trova pace.

    XX

    XIX

    XVIII

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    XIX. 1. credulo avrai: sott. offendere (danneggiare). 3.questo: duello. 8. tardian: indugiamo.XXI. 7. invita: sott. Rinaldo.

    XXII. 1. gran bont ecc.: per molti esempi di siffatta cavallerianei romanzi francesi, cfr. P. Rajna, Le fonti dellOrlando Furioso,Firenze, Sansoni, 19002, pp. 71 sgg. 6. senza sospetto aversi:senza dubitare luno dellaltro.

    XXIII. 4. novella: recente. 6. questa ... quella: sott. via. 7.

    Al pagan la proposta non dispiacque:cos fu differita la tenzone;e tal tregua tra lor subito nacque,s lodio e lira va in oblivione,che l pagano al partir da le fresche acquenon lasci a piedi il buon figliuol dAmone:con preghi invita, et al fin toglie in groppa,e per lorme dAngelica galoppa.

    Oh gran bont de cavallieri antiqui!Eran rivali, eran di f diversi,e si sentian degli aspri colpi iniquiper tutta la persona anco dolersi;e pur per selve oscure e calli obliquiinsieme van senza sospetto aversi.Da quattro sproni il destrier punto arrivaove una strada in due si dipartiva.

    E come quei che non sapean se lunao laltra via facesse la donzella(per che senza differenza alcunaapparia in amendue lorma novella),si messero ad arbitrio di fortuna,Rinaldo a questa, il Saracino a quella.Pel bosco Ferra molto savvolse,e ritrovossi al fine onde si tolse.

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    XXII

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    11Letteratura italiana Einaudi

    Pur si ritrova ancor su la rivera,l dove lelmo gli casc ne londe.Poi che la donna ritrovar non spera,per aver lelmo che l fiume gli asconde,in quella parte onde caduto gli eradiscende ne lestreme umide sponde:ma quello era s fitto ne la sabbia,che molto avr da far prima che labbia.

    Con un gran ramo dalbero rimondo,di chavea fatto una pertica lunga,tenta il fiume e ricerca sino al fondo,n loco lascia ove non batta e punga.Mentre con la maggior stizza del mondotanto lindugio suo quivi prolunga,vede di mezzo il fiume un cavallieroinsino al petto uscir, daspetto fiero.

    Era, fuor che la testa, tutto armato,ed avea un elmo ne la destra mano:avea il medesimo elmo che cercatoda Ferra fu lungamente invano.A Ferra parl come adirato,e disse: Ah mancator di f, marano!perch di lasciar lelmo anche taggrevi,che render gi gran tempo mi dovevi?

    savvolse: si aggir. 8. onde si tolse: l donde era partito, cio alfiume in cui era caduto lelmo.XXIV. 1. Pur: finalmente.

    XXV. 1. rimondo: sfrondato. 3. tenta: scandaglia.

    XXVI. 6. marano: traditore. Parola spagnola usata per ingiuria(porco) contro i Giudei e i Mori convertitisi di recente ma in

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    XXV

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    12Letteratura italiana Einaudi

    Ricordati, pagan, quando uccidestidAngelica il fratel (che son quellio),dietro allaltrarme tu mi promettestigittar fra pochi d lelmo nel rio.Or se Fortuna (quel che non volestifar tu) pone ad effetto il voler mio,non ti turbare; e se turbar ti di,turbati che di f mancato sei.

    Ma se desir pur hai dun elmo fino,trovane un altro, et abbil con pi onore;un tal ne porta Orlando paladino,un tal Rinaldo, e forse anco migliore:lun fu dAlmonte, e laltro di Mambrino:acquista un di quei dui col tuo valore;e questo, chhai gi di lasciarmi detto,farai bene a lasciarmi con effetto.

    Allapparir che fece allimprovvisode lacqua lombra, ogni pelo arricciossi,e scolorossi al Saracino il viso;la voce, chera per uscir, fermossi.Udendo poi da lArgalia, chuccisoquivi avea gi (che lArgalia nomossi)la rotta fede cos improverarse,di scorno e dira dentro e di fuor arse.

    segreto fedeli alle loro primitive religioni. Argalia che parla (cfr.nota a XIV, I). 7. taggrevi: ti crucci.. Cfr. XXIV, LXXVIII, 3.XXVII. 4. fra pochi di: entro pochi giorni. 6. pone ad effetto:opera in modo che si realizzi.

    XXVIII. 1. fino: eccellente, pregiato. 5. Almonte: figlio diAgolante e fratello di Galaciella, e perci zio di Ruggiero. Uccisoda Orlando, che si impadron del suo elmo. . Mambrino: nemicodi Carlo Magno a cui Rinaldo tolse lelmo e la vita insieme.

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    XXVIII

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    13Letteratura italiana Einaudi

    N tempo avendo a pensar altra scusa,e conoscendo ben che l ver gli disse,rest senza risposta a bocca chiusa;ma la vergogna il cor s gli trafisse,che giur per la vita di Lanfusanon voler mai chaltro elmo lo coprisse,se non quel buono che gi in Aspramontetrasse dal capo Orlando al fiero Almonte.

    E serv meglio questo giuramento,che non avea quellaltro fatto prima.Quindi si parte tanto malcontento,che molti giorni poi si rode e lima.Sol di cercare il paladino intentodi qua di l, dove trovarlo stima.Altra ventura al buon Rinaldo accade,che da costui tenea diverse strade.

    Non molto va Rinaldo, che si vedesaltare inanzi il suo destrier feroce:Ferma, Baiardo mio, deh, ferma il piede!che lesser senza te troppo mi nuoce. Per questo il destrier sordo, a lui non riedeanzi pi se ne va sempre veloce.Segue Rinaldo, e dira si distrugge:ma seguitiamo Angelica che fugge.

    XXIX. 2. de lacqua: fuori dellacqua. 7. improverarse:rimproverarsi, rinfacciarsi.XXX. 5. Lanfusa: madre di Ferra. Cfr. XXXV, LXXIV, 5. 7.Aspramonte: monte della Calabria. Famoso perch Carlo Magnosconfisse nei suoi pressi i Saraceni di Agolante. Durante questabattaglia Orlando uccise Almonte. Limpresa narrata nel poemafrancese Aspremont e in quello italiano Aspramonte di Andrea daBarberino.

    XXXI. 1. servo: mantenne. 3. Quindi: di qui. 5. di cercare ...intento: intento a cercare Orlando. Cfr. XVI, XVI, I.

    XXXII

    XXXI

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    14Letteratura italiana Einaudi

    Fugge tra selve spaventose e scure,per lochi inabitati, ermi e selvaggi.Il mover de le frondi e di verzure,che di cerri sentia, dolmi e di faggi,fatto le avea con subite pauretrovar di qua di l strani viaggi;chad ogni ombra veduta o in monte o in valle,temea Rinaldo aver sempre alle spalle.

    Qual pargoletta o damma o capriuola,che tra le fronde del natio boschettoalla madre veduta abbia la golastringer dal pardo, o aprirle l fianco o l petto,di selva in selva dal crudel sinvola,e di paura trema e di sospetto:ad ogni sterpo che passando tocca,esser si crede allempia fera in bocca.

    Quel d e la notte a mezzo laltro giornosand aggirando, e non sapeva dove.Trovossi al fin in un boschetto adorno,che lievemente la fresca aura muove.Duo chiari rivi, mormorando intorno,sempre lerbe vi fan tenere e nuove;

    XXXII. 2. feroce: animoso e ardito.XXXIII. 2. ermi e selvaggi: solitari e incolti. Amplifica inabitati(disabitati, senza traccia di presenza umana). 3. verzure:germogli. 4. sentia: Angelica sentiva il muovere delle fronde e deigermogli degli alberi (cerri, olmi e faggi). 5. subite: improvvise.6. trovar ... viaggi: imboccare a caso, correndo qua e l, insolite vie.

    XXXIV. 1. Qual... capriuola: come una giovanissima dama ocapriola. Per tutta la similitudine, cfr. Orazio, Carm., I, XXIII, 1-8.4. pardo: gattopardo, che era animale addestrato per la caccia. Cfr.VIII, VII, 3; XXVI, XCII, 6; XXXIX, LXIX, 1. Cfr. L. Messedaglia,Leopardi non leopardi, in Atti dellAccademia di Agricoltura,Scienze e Lettere di Verona, ser. VI, vol. IV, 1952-3.

    XXXV. 3. adorno: leggiadro. 5-8. Duo chiari ecc.: cfr. Rime, cap.XII, 4.6; Petrarca, Rime, CXXVI, 1, e CCCXXIII, 37-9. Da notare

    XXXV

    XXXIV

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    15Letteratura italiana Einaudi

    e rendea ad ascoltar dolce concento,rotto tra picciol sassi, il correr lento.

    Quivi parendo a lei desser sicurae lontana a Rinaldo mille miglia,da la via stanca e da lestiva arsura,di riposare alquanto si consiglia:tra fiori smonta, e lascia alla pasturaandare il palafren senza la briglia;e quel va errando intorno alle chiare onde,che di fresca erba avean piene le sponde.

    Ecco non lungi un bel cespuglio vededi prun fioriti e di vermiglie rose,che de le liquide onde al specchio siede,chiuso dal sol fra lalte querce ombrose;cos voto nel mezzo, che concedefresca stanza fra lombre pi nascose:e la foglia coi rami in modo mista,che l sol non ventra, non che minor vista.

    Dentro letto vi fan tenere erbette,chinvitano a posar chi sappresenta.La bella donna in mezzo a quel si mette,ivi si corca et ivi saddormenta.Ma non per lungo spazio cos stette,che un calpestio le par che venir senta:cheta si leva e appresso alla rivieravede charmato un cavallier giuntera.

    concento (v. 7): armonia; correr (v. 8): infinito con valore disostantivo (invece di corso).XXXVII. 2. prun: biancospini. 3. de le liquide ... siede: sispecchia nelle acque limpide. 4. chiuso: riparato. 8. minorvista: lo sguardo umano, meno penetrante dei raggi del sole.Qualcuno ha pensato alle stelle o ad altri astri minori del sole. Nonsembra riferimento persuasivo, anche se il significato del verso nonmuta. Angelica sceglie questo luogo proprio perch la celi agliocchi indiscreti degli uomini, e di Rinaldo in particolare.

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    XXXVIII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    16Letteratura italiana Einaudi

    Se gli amico o nemico non comprende:tema e speranza il dubbio cor le scuote;e di quella aventura il fine attende,n pur dun sol sospir laria percuote.Il cavalliero in riva al fiume scendesopra lun braccio a riposar le gote;e in un suo gran pensier tanto pentra,che par cangiato in insensibil pietra.

    Pensoso pi dunora a capo bassostette, Signore, il cavallier dolente;poi cominci con suono afflitto e lassoa lamentarsi s soavemente,chavrebbe di piet spezzato un sasso,una tigre crudel fatta clemente.Sospirante piangea, tal chun ruscelloparean le guance, e l petto un Mongibello.

    Pensier (dicea) che l cor magghiacci et ardi,e causi il duol che sempre il rode e lima,che debbo far, poi chio son giunto tardi,e chaltri a corre il frutto andato prima?a pena avuto io nho parole e sguardi,ed altri nha tutta la spoglia opima.Se non ne tocca a me frutto n fiore,perch affligger per lei mi vuo pi il core?

    XXXVIII. 6. le pur che venir senta: le sembra di sentir venire.XXXIX. 2. dubbio: dubbioso, sospeso.

    XL. 2. Signore: Ippolito dEste. Qui e altrove lAriosto sirivolge direttamente al Cardinale rinnovando cosi luso, frequentenegli autori di cantari cavallereschi, di rivolgersi agli uditori. 4-5.lamentarsi ... sasso: cfr. Boiardo, Orl. inn., I, XII, 18, 6-8. 8.Mongibelio: Etna.

    XLI. 2. lima: cfr. II, 6. 4. crre il frutto: cogliere la bellezza di

    XLI

    XL

    XXXIX

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    17Letteratura italiana Einaudi

    La verginella simile alla rosa,chin bel giardin su la nativa spinamentre sola e sicura si riposa,n gregge n pastor se le avvicina;laura soave e lalba rugiadosa,lacqua, la terra al suo favor sinchina:gioveni vaghi e donne inamorateamano averne e seni e tempie ornate.

    Ma non s tosto dal materno stelorimossa viene e dal suo ceppo verde,che quanto avea dagli uomini e dal cielofavor, grazia e bellezza, tutto perde.La vergine che l fior, di che pi zeloche de begli occhi e de la vita aver de,lascia altrui corre, il pregio chavea inantiperde nel cor di tutti gli altri amanti.

    Sia Vile agli altri, e da quel solo amataa cui di s fece s larga copia.Ah, Fortuna crudel, Fortuna ingrata!trionfan gli altri, e ne moro io dinopia.Dunque esser pu che non mi sia pi grata?dunque io posso lasciar mia vita propia?Ah pi tosto oggi manchino i d miei,chio viva pi, samar non debbo lei!

    Angelica. Cfr. V, LXIV, 5-8 e nota relativa. 6. spoglia opima: riccapreda (lat. spolia opima).XLII. 1. La verginella ecc.: cfr. Catullo, LXII, 39-47. 6. favor:grazia e bellezza (cfr. XLIII, 4). Altri intende: a favorirla (al suofavor).

    XLIII. 5-6. di che pi zelo ... aver de: del quale deve avere picura che dei begli occhi e della vita stessa. Nota la rima allocchioaver de, pi volte usata dallAriosto e consueta nella tradizioneletteraria. Cfr. Dante, Inf., VII, 28; XXVIII, 123; XXX, 87; Purg.,XIX, 34; XX, 4 Par., V, 122.

    XLIV

    XLIII

    XLII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    18Letteratura italiana Einaudi

    Se mi domanda alcun chi costui sia,che versa sopra il rio lacrime tante,io dir chegli il re di Circassia,quel damor travagliato Sacripante;io dir ancor, che di sua pena riasia prima e sola causa essere amante, pur un degli amanti di costei:e ben riconosciuto fu da lei.

    Appresso ove il sol cade, per suo amorevenuto era dal capo dOriente;che seppe in India con suo gran dolore,come ella Orlando sequit in Ponente:poi seppe in Francia che limperatoresequestrata lavea da laltra gente,per darla allun de duo che contra il Moropi quel giorno aiutasse i Gigli doro.

    Stato era in campo, e inteso avea di quellarotta crudel che dianzi ebbe re Carlo:cerc vestigio dAngelica bella,n potuto avea ancora ritrovarlo.Questa dunque la trista e ria novellache damorosa doglia fa penarlo,affligger, lamentare, e dir paroleche di piet potrian fermare il sole.

    XLIV. 2. larga copia: generoso dono. 4. trionfan: godono. inopia: privazione. 6. propia: propria.XLV. 4. Sacripante: re di Circassia. Gi, nellInnamorato, amantefedele ma sfortunato di Angelica e difensore della sua verginitnellassedio di Albracca.

    XLVI. 1. Appresso ... cade: vicino ai paesi dove tramonta il sole,cio in Occidente. 2. capo dOrente: estremi paesi dellOriente.7. duo: Orlando e Rinaldo. 8. Gigli doro: stemma di Francia, perdire la Francia stessa.

    XLVII

    XLVI

    XLV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    19Letteratura italiana Einaudi

    Mentre costui cos saffligge e duole,e fa degli occhi suoi tepida fonte,e dice queste e molte altre parole,che non mi par bisogno esser racconte;laventurosa sua fortuna vuolechalle orecchie dAngelica sian conte:e cos quel ne viene a unora, a un punto,chin mille anni o mai pi non raggiunto.

    Con molta attenzion la bella donnaal pianto, alle parole, al modo attendedi colui chin amarla non assonna;n questo il primo d chella lintende:ma dura e fredda pi duna colonna,ad averne piet non per scende,come colei cha tutto il mondo a sdegno,e non le par chalcun sia di lei degno.

    Pur tra quei boschi il ritrovarsi solale fa pensar di tor costui per guida;che chi ne lacqua sta fin alla golaben ostinato se merc non grida.Se questa occasione or se linvola,non trover mai pi scorta s fida;cha lunga prova conosciuto inantesavea quel re fedel sopra ogni amante.

    XLVII. 3. vestigio: traccia.XLVIII. 5. aventurosa sua fortuna: la sua straordinaria fortuna.6. conte: rese note. 7-8. cos quel ne viene ... raggiunto: cos gliaccade in unora, anzi in un solo istante, ci che non ottenuto daaltri o in altre circostanze neppure in mille anni o addirittura mai.Cfr. Orazio, Epist., I, IV, 14 (Grata superveniet quae nonsperabitur hora); e meglio ancora il proverbio: Accidit in punctoquod non speratur in anno.

    XLIX. 3. non assonna: non si addormenta, e quindi non vienemai meno.

    L

    XLIX

    XLVIII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    20Letteratura italiana Einaudi

    Ma non per disegna de laffannoche lo distrugge alleggierir chi lama,e ristorar dogni passato dannocon quel piacer chogni amator pi brama:ma alcuna fizione, alcuno ingannodi tenerlo in speranza ordisce e trama;tanto cha quel bisogno se ne serva,poi torni alluso suo dura e proterva.

    E fuor di quel cespuglio oscuro e ciecofa di s bella et improvvisa mostra,come di selva o fuor dombroso specoDiana in scena o Citerea si mostra;e dice allapparir: Pace sia teco;teco difenda Dio la fama nostra,e non comporti, contra ogni ragione,chabbi di me s falsa opinione.

    Non mai con tanto gaudio o stupor tantolev gli occhi al figliuolo alcuna madre,chavea per morto sospirato e pianto,poi che senza esso ud tornar le squadre;con quanto gaudio il Saracin, con quantostupor lalta presenza e le leggiadremaniere, e il vero angelico sembiante,improviso apparir si vide inante.

    L. 5. se linvola: le sfugge. 7-8. Cfr. nota a XLV, 4.LII. 3. speco: grotta. 4. Diana ... Citerea: Diana, la dea dellacaccia, e Venere, la dea dellamore (Citera, isola greca doveraonorata Venere). LAriosto, per quanto riguarda lapparizionedelle dee in scena, si riferisce alle rappresentazioni mitologichemolto in uso nelle corti alla fine del sec. XV e agli inizi del sec. XVI.6. teco: presso di te. 7. non comporti: non permetta.

    LIII

    LII

    LI

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    21Letteratura italiana Einaudi

    Pieno di dolce e damoroso affetto,alla sua donna, alla sua diva corse,che con le braccia al collo il tenne stretto,quel chal Catai non avria fatto forse.Al patrio regno, al suo natio ricetto,seco avendo costui, lanimo torse:subito in lei savviva la speranzadi tosto riveder sua ricca stanza.

    Ella gli rende conto pienamentedal giorno che mandato fu da leia domandar soccorso in Orienteal re de Sericani e Nabatei;e come Orlando la guard soventeda morte, da disnor, da casi rei:e che l fior virginal cos avea salvo,come se lo port del materno alvo.

    Forse era ver, ma non per credibilea chi del senso suo fosse signore;ma parve facilmente a lui possibile,chera perduto in via pi grave errore.Quel che luom vede, Amor gli fa invisibile,e linvisibil fa vedere Amore.

    LIII. 8. improviso: improvvisamente.LIV. 6. torre: rivolse. 8. stanza: dimora.

    LV. 1-4. Ella gli rende conto ecc.: Angelica racconta quello chele accaduto dal giorno in cui Sacripante fu mandato a chiedereaiuti, per Albracca assediata, a Gradasso re dei Sericani (cfr.Boiardo, Orl. inn., II, V, 55-56). I Sericani erano i Seres diTolomeo, cio i popoli della seta; indicavano genericamentelontane regioni dellAsia orientale e particolarmente un paese vi-cino al Catai, a sud della Tartaria. Nabatei termine della geografiaclassica e si trova negli scrittori greci e latini; indicava un popolodellArabia Petrea e Felice. Cfr. C. Segre, Nota al testo delFurioso, p. 1656.

    LVI

    LV

    LIV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    22Letteratura italiana Einaudi

    Questo creduto fu; che l miser suoledar facile credenza a quel che vuole.

    Se mal si seppe il cavallier dAnglantepigliar per sua sciocchezza il tempo buono,il danno se ne avr; che da qui inantenol chiamer Fortuna a s gran dono(tra s tacito parla Sacripante):ma io per imitarlo gi non sono,che lasci tanto ben che m concesso,e cha doler poi mabbia di me stesso.

    Corr la fresca e matutina rosa,che, tardando, stagion perder potria.So ben cha donna non si pu far cosache pi soave e pi piacevol sia,ancor che se ne mostri disdegnosa,e talor mesta e flebil se ne stia:non star per repulsa o finto sdegno,chio non adombri e incarni il mio disegno.

    Cos dice egli; e mentre sapparecchiaal dolce assalto, un gran rumor che suonadal vicin bosco glintruona lorecchia,s che mal grado limpresa abbandona:

    LVI. 4. in via pi grave errore: in un errore ben pi grave, e cionellerrore di colui che amando crede ciecamente, e senza ombradi dubbio, a tutto ci che Amore vuole. 7-8. i miser ecc. Cfr. ilproverbio: Quod nimis miseri volunt, hoc facile credunt.

    LVII. 1. cavallier dAngiante: Orlando, signore del castellodAnglante. Il padre di Orlando era detto Mion dAnglant. 2.tempo buono: occasione favorevole.

    LVIII. 1. Corr la fresca ecc.: cfr. Poliziano, Ballate, III, e Rispettispicciolati, XXVII (Deh, non insuperbir ... ); Lorenzo ilMagnifico, Corinto, 193. Per questo tema della rosa, che dorigine classica, cfr. P. Rajna, Le fonti dellOrlando Furiosocit., pp. 86-7, dove si rimanda a molte fonti latine. 2. stagion:splendore. 8. adombri e incarni: le due operazioni

    LIX

    LVIII

    LVII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    23Letteratura italiana Einaudi

    e si pon lelmo (chavea usanza vecchiadi portar sempre armata la persona),viene al destriero e gli ripon la briglia,rimonta in sella e la sua lancia piglia.

    Ecco pel bosco un cavallier venire,il cui sembiante duom gagliardo e fiero:candido come nieve il suo vestire,un bianco pennoncello ha per cimiero.Re Sacripante, che non pu patireche quel con limportuno suo sentierogli abbia interrotto il gran piacer chavea,con vista il guarda disdegnosa e rea.

    Come pi appresso, lo sfida a battaglia;che crede ben fargli votar larcione.Quel che di lui non stimo gi che vagliaun grano meno, e ne fa paragone,lorgogliose minacce a mezzo taglia,sprona a un tempo, e la lancia in resta pone.Sacripante ritorna con tempesta,e corronsi a ferir testa per testa.

    (dellombreggiare e del colorire) con cui si traduce in atto, cio inpittura viva, un disegno sulla tela. Cfr. Cinque Canti, I, CIX, 8.LX. 4. pennoncelio: pennacchio, in questo caso; altrove, e pispesso: la banderuola posta in cima alla lancia. 6. sentiro:passaggio.

    LXI. 3. stimo: introdotta lopinione personale del Poeta, comein altri casi. Il Lisio propone di accentare stim interpretando ilverbo quale terza persona del passato remoto indicativo eserbando lunit del soggetto (Quel: il cavaliere sfidato).Lopinione di non valere da meno dellavversario sarebbe cosattribuita a Bradamante, la quale poi fa paragone (v. 4) ossia d laprova di quello che prima aveva stimato. proposta da accoglierecon cautela, ma anche con interesse. 6. in resta: appoggiata allaresta, cio al sostegno di ferro che era sul petto dellarmatura e acui appunto veniva appoggiato il calcio della lancia. 7. con

    LXI

    LX

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    24Letteratura italiana Einaudi

    Non si vanno i leoni o i tori in saltoa dar di petto, ad accozzar s crudi,s come i duo guerrieri al fiero assalto,che parimente si passar li scudi.Fe lo scontro tremar dal basso allaltolerbose valli insino ai poggi ignudi;e ben giov che fur buoni e perfettigli osberghi s, che lor salvaro i petti.

    Gi non fero i cavalli un correr torto,anzi cozzaro a guisa di montoni:quel del guerrier pagan mor di corto,chera vivendo in numero de buoni:quellaltro cadde ancor, ma fu risortotosto chal fianco si sent gli sproni.Quel del re saracin rest distesoadosso al suo signor con tutto il peso.

    Lincognito campion che rest ritto,e vide laltro col cavallo in terra,stimando avere assai di quel conflitto,non si cur di rinovar la guerra;ma dove per la selva il camin dritto,correndo a tutta briglia si disserra;e prima che di briga esca il pagano,un miglio o poco meno gi lontano.

    tempesta: con foga. 8. testa per testa: fronte a fronte. Cfr.Boiardo, Orl. inn., I, IX, 53, 8.LXII 1. in salto: in caldo, in amore. 2. accozzar: cozzar. 8.osberghi: larmatura che proteggeva il busto, in questo caso.Originariamente l osbergo era una veste di maglia di ferro checopriva tutta la persona.

    LXIII. 3. di corto: di l a poco, quasi allistante. 5. fu risorto:risorse, si raddrizz.

    LXIV

    LXIII

    LXII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    25Letteratura italiana Einaudi

    Qual istordito e stupido aratore,poi ch passato il fulmine, si levadi l dove laltissimo fragoreappresso ai morti buoi steso laveva;che mira senza fronde e senza onoreil pin che di lontan veder soleva:tal si lev il pagano a pi rimaso,Angelica presente al duro caso.

    Sospira e geme, non perch lannoiche piede o braccio sabbi rotto o mosso,ma per vergogna sola, onde a d suoin pria n dopo il viso ebbe s rosso:e pi, choltre il cader, sua donna poifu che gli tolse il gran peso dadosso.Muto restava, mi credio, se quellanon gli rendea la voce e la favella.

    Deh! (dissella) signor, non vi rincresca!che del cader non la colpa vostra,ma del cavallo, a cui riposo et escameglio si convenia che nuova giostra.N perci quel guerrier sua gloria accrescache desser stato il perditor dimostra:cos, per quel chio me ne sappia, stimo,quando a lasciare il campo stato primo.

    LXIV. 3. stimando avere assai: reputando daver tratto ormaibastante vantaggio. 6. si disserra: si lancia.LXV. 1. Qual istordito ecc.: cfr. Lir. lat., XIV, 8-13; Omero,Iliade, XIV, 414-9; Ovidio, Trist., I, III, 11-2. Da notare stupido (v.1): stupefatto (cfr. VIII, XXXIX, 1; XII, XXXVI, 2; XLIV, XC, 5).5. senza fronde e senza onore: senza lornamento delle fronde. 8.Angelica presente: ablativo assoluto (essendo presente Angelica).

    LXVI. 1. lannoi: gli dia molestia, dolore. 2. mosso: slogato.3. a di suoi: nella sua vita.

    LXVII

    LXVI

    LXV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    26Letteratura italiana Einaudi

    Mentre costei conforta il Saracino,ecco col corno e con la tasca al fianco,galoppando venir sopra un ronzinoun messagger che parea afflitto e stanco;che come a Sacripante fu vicino,gli domand se con un scudo biancoe con un bianco pennoncello in testavide un guerrier passar per la foresta.

    Rispose Sacripante: Come vedi,mha qui abbattuto, e se ne parte or ora;e perchio sappia chi mha messo a piedi,fa che per nome io lo conosca ancora. Ed egli a lui: Di quel che tu mi chiediio ti satisfar senza dimora:tu dei saper che ti lev di sellalalto valor duna gentil donzella.

    Ella gagliarda et pi bella molto;n il suo famoso nome anco tascondo:fu Bradamante quella che tha toltoquanto onor mai tu guadagnasti al mondo. Poi chebbe cos detto, a freno scioltoil Saracin lasci poco giocondo,che non sa che si dica o che si faccia,tutto avvampato di vergogna in faccia.

    LXVII. 3. esca: cibo. 8. quando: poich.LXVIII. 2. tasca: borsa per i dispacci. 3. ronzino: cavalloriservato agli scudieri oppure cavalcatura di scorta per dare riposoai cavalli da battaglia (destriero) o da parata (palafreno).

    LXX. 3. Bradamante: figlia di Amone e sorella di Rinaldo. Gi

    LXX

    LXIX

    LXVIII

  • 27Letteratura italiana Einaudi

    Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    Poi che gran pezzo al caso intervenutoebbe pensato invano, e finalmentesi trov da una femina abbattuto,che pensandovi pi, pi dolor sente;mont laltro destrier, tacito e muto:e senza far parola, chetamentetolse Angelica in groppa, e differillaa pi lieto uso, a stanza pi tranquilla.

    Non furo iti due miglia, che sonareodon la selva che li cinge intorno,con tal rumore e strepito, che pareche triemi la foresta dognintorno;e poco dopo un gran destrier nappare,doro guernito e riccamente adorno,che salta macchie e rivi, et a fracassoarbori mena e ci che vieta il passo.

    Se lintricati rami e laer fosco,(disse la donna) agli occhi non contende,Baiardo quel destrier chin mezzo il boscocon tal rumor la chiusa via si fende.Questo certo Baiardo, io l riconosco:deh, come ben nostro bisogno intende!chun sol ronzin per dui saria mal atto,e ne viene egli a satisfarci ratto.

    nellInnamorato (II, XXI) destinata a dar origine con Ruggiero alladiscendenza degli Estensi.LXXI. 5. altro destrier: quello dAngelica. 7. differilla: rinvi laconquista di Angelica.

    LXXII. 1. sonare: risuonare. 5. gran destrier: Baiardo. 7-8. afracasso ... mena: fracassando trascina via. Cfr. XXIV, XLVIII, 8.

    LXXIII

    LXXII

    LXXI

  • LXXIII. 2. non contende: non impedisce di vedere.LXXIV. 3. Colle groppe: il cavallo volge subito le terga a Sacripantee gli sferra calci. 5. apposta: dirige.

    LXXV. 5-8. Sono qui riassunte alcune vicende dellInnamorato(II, XV, 59 sgg.; XX, 45 sgg.). Angelica, al tempo in cui eraassediata dal suo pretendente Agricane, re dei Tartari, in Albracca,era innamorata di Rinaldo avendo bevuto alla fontana dellamore,mentre Rinaldo la detestava avendo bevuto alla fontana dellodio.In Albracca, fortezza collocata presso il Catai, Angelica avevaavuto personalmente cura di Baiardo (il servia ... di sua mano).Successivamente i sentimenti erano mutati, avendo Angelica eRinaldo bevuto a fontane diverse (cfr. LXXVII-LXXVIII). Cfr.anche XLII, XXXV-XXXVII.

    Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    28Letteratura italiana Einaudi

    Smonta il Circasso et al destrier saccosta,e si pensava dar di mano al freno.Colle groppe il destrier gli fa risposta,che fu presto al girar come un baleno;ma non arriva dove i calci apposta:misero il cavallier se giungea a pieno!che nei calci tal possa avea il cavallo,chavria spezzato un monte di metallo.

    Indi va mansueto alla donzella,con umile sembiante e gesto umano,come intorno al padrone il can saltella,che sia duo giorni o tre stato lontano.Baiardo ancora avea memoria della,chin Albracca il servia gi di sua manonel tempo che da lei tanto era amatoRinaldo, allor crudele, allor ingrato.

    Con la sinistra man prende la briglia,con laltra tocca e palpa il collo e l petto:quel destrier, chavea ingegno a maraviglia,a lei, come un agnel, si fa suggetto.Intanto Sacripante il tempo piglia:monta Baiardo e lurta e lo tien stretto.

    LXXVI

    LXXV

    LXXIV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    LXXVI. 5. il tempo piglia: coglie il momento propizio. 6. lurta elo tien stretto: lo spinge e lo trattiene. Spronare energicamente ilcavallo e nello stesso tempo tenerlo saldamente a freno, comuneartificio equestre quando si vuole rendere docile un soggettoribelle. 7-8. Del ronzin ... in sella: Angelica lascia la groppa delproprio cavallo e si colloca pi comodamente sulla sella, doveprima stava seduto Sacripante.

    LXXVII. 2. un gran pedone: un guerriero grande e vigoroso apiedi. 4. il figliuol ecc.: Rinaldo.

    LXXVIII. 1. due fontane: cfr. nota a LXXV, 5-8. Per i modelliclassici e romanzi delle due fontane, cfr. P. Rajna, Le fonti

    29Letteratura italiana Einaudi

    Del ronzin disgravato la donzellalascia la groppa, e si ripone in sella.

    Poi rivolgendo a caso gli occhi, miravenir sonando darme un gran pedone.Tutta savvampa di dispetto e dira,che conosce il figliuol del duca Amone.Pi che sua vita lama egli e desira;lodia e fugge ella pi che gru falcone.Gi fu chesso odi lei pi che la morte;ella am lui: or han cangiato sorte.

    E questo hanno causato due fontaneche di diverso effetto hanno liquore,ambe in Ardenna, e non sono lontane:damoroso disio luna empie il core;chi bee de laltra, senza amor rimane,e volge tutto in ghiaccio il primo ardore.Rinaldo gust duna, e amor lo strugge;Angelica de laltra, e lodia e fugge.

    LXXVIII

    LXXVII

  • dellOrlando Furioso cit., pp. 91-5. 3. Ardenna: famosa forestatra i fiumi Reno e Mosa.LXXIX. 7. pi appresso: pi vicino.

    LXXX. 7-8. per la salute ecc.: cfr. Boiardo, Orl. inn., I, XI, 34-44.Durante lassedio di Albracca, Agricane aveva fatto irruzione nellarocca minacciando Angelica. Sacripante, bench a letto per una

    Ludovico Ariosto - Orlando furioso I

    30Letteratura italiana Einaudi

    Quel liquor di secreto venen misto,che muta in odio lamorosa cura,fa che la donna che Rinaldo ha visto,nei sereni occhi subito soscura;e con voce tremante e viso tristosupplica Sacripante e lo scongiurache quel guerrier pi appresso non attenda,ma chinsieme con lei la fuga prenda.

    Son dunque (disse il Saracino), sonodunque in s poco credito con vui,che mi stimiate inutile e non buonoda potervi difender da costui?Le battaglie dAlbracca gi vi sonodi mente uscite, e la notte chio fuiper la salute vostra, solo e nudo,contra Agricane e tutto il campo, scudo?

    Non risponde ella, e non sa che si faccia,perch Rinaldo ormai l troppo appresso,che da lontan al Saracin minaccia,come vide il cavallo e conobbe esso,e riconobbe langelica facciache lamoroso incendio in cor gli ha messo.Quel che segu tra questi duo superbivo che per laltro canto si riserbi.

    LXXXI

    LXXX

    LXXIX

  • 31Letteratura italiana Einaudi

    CANTO SECONDO

    Ingiustissimo Amor, perch s rarocorrispondenti fai nostri desiri?onde, perfido, avvien che t s caroil discorde voler chin duo cor miri?Gir non mi lasci al facil guado e chiaro,e nel pi cieco e maggior fondo tiri:da chi disia il mio amor tu mi richiami,e chi mha in odio vuoi chadori et ami.

    Fai cha Rinaldo Angelica par bella,quando esso a lei brutto e spiacevol pare:quando le parea bello e lamava ella,egli odi lei quanto si pu pi odiare.Ora saffligge indarno e si flagella;cos renduto ben gli pare a pare:ella lha in odio, e lodio di tal sorte,che piu tosto che lui vorria la morte.

    I. 1-2. perch ... desiri?: perch cos raramente fai corrispon-dere i sentimenti di noi amanti? 5-6 Gir non mi lasci ... tiri: nonmi lasci andare verso lamore corrisposto (facil guado e chiaro) e mitrai, invece, verso lamore contrastato e tormentoso (pi cieco emaggior fondo).

    II. 5. si flagella: si d pena. 6. cos ... pare: cos gli resa lapariglia (lat. par pari referre).

    I

    II

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    32Letteratura italiana Einaudi

    Rinaldo al Saracin con molto orgogliogrid: Scendi, ladron, del mio cavallo!Che mi sia tolto il mio, patir non soglio,ma ben fo, a chi lo vuol, caro costallo:e levar questa donna anco ti voglio;che sarebbe a lasciartela gran fallo.S perfetto destrier, donna s degnaa un ladron non mi par che si convegna.

    Tu te ne menti che ladrone io sia(rispose il Saracin non meno altiero):chi dicesse a te ladro, lo diria(quanto io nodo per fama) pi con vero.La pruova or si vedr, chi di noi siapi degno de la donna e del destriero;ben che, quanto a lei, teco io mi convegnache non cosa al mondo altra s degna.

    Come soglion talor duo can mordenti,o per invidia o per altro odio mossi,avicinarsi digrignando i denti,con occhi bieci e pi che bracia rossi;indi a morsi venir, di rabbia ardenti,con aspri ringhi e ribuffati dossi:cos alle spade e dai gridi e da lontevenne il Circasso e quel di Chiaramonte.

    III. 4. costallo: costarlo. Assimilazione per necessit di rima.

    IV. 1. te ne menti: menti. Formula cavalleresca (te e ne pleo-nastici). 3-4. lo diria ... con vero: lo direbbe con maggiore rispet-to della verit, a quel che di te ho sentito narrare. Nelle antichecanzoni di gesta, e poi presso il Pulci e il Boiardo, Rinaldo pre-sentato come ribelle e anche come saccheggiatore, o almeno taleper fama (Morg., XI, 19-20; Orl. inn., I, XXVI, 59; XXVIII, 5-7).

    V. 4. bieci: biechi, torvi. pi ... rossi: cfr. Dante, Inf., III,109. 6. ribuffati dossi: con i peli irti sul dorso, respinti allins.Cfr. S. Debenedetti, Nota al testo del Furioso, p. 411. 7. onte:ingiurie.VII. 1. cacciarlo: sospingerlo. 2. corre: galoppa. 4. giuoca di

    IV

    III

    V

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    33Letteratura italiana Einaudi

    A piedi lun, laltro a cavallo: or qualecredete chabbia il Saracin vantaggio?N ve nha per alcun; che cos valeforse ancor men chuno inesperto paggio;che l destrier per istinto naturalenon volea fare al suo signore oltraggio:n con man n con spron potea il Circassofarlo a volunt sua muover mai passo.

    Quando crede cacciarlo, egli sarresta;E se tener lo vuole, o corre o trotta:poi sotto il petto si caccia la testa,giuoca di schiene, e mena calci in frotta.Vedendo il Saracin cha domar questabestia superba era mal tempo allotta,ferma le man sul primo arcione e salza,e dal sinistro fianco in piede sbalza.

    Sciolto che fu il pagan con leggier saltoda lostinata furia di Baiardo,si vide cominciar ben degno assaltodun par di cavallier tanto gagliardo.Suona lun brando e laltro, or basso or alto:il martel di Vulcano era pi tardone la spelunca affumicata, dovebattea allincude i folgori di Giove.

    schiene: si impenna e sgroppa. in frotta: a ripetizione. 6. era maltempo allotta: era allora un momento sfavorevole. 7. primo ar-cione: arcione anteriore.

    VIII. 4. par: coppia. 7. spelunca affumicata: la fucina di Vulca-no nellEtna. Per la similitudine, cfr. Boiardo, Orl. inn., I, XVI, 22.IX. 1. lunghi ... finti e scarsi: sapiente alternarsi di colpi a fon-do, di finte e di parate, cio di colpi dattacco e di colpi di difesa.

    VI

    VII

    VIII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    34Letteratura italiana Einaudi

    Fanno or con lunghi, ora con finti e scarsicolpi veder che mastri son del giuoco:or li vedi ire altieri, or rannicchiarsi,ora coprirsi, ora mostrarsi un poco,ora crescer inanzi, ora ritrarsi,ribatter colpi e spesso lor dar loco,girarsi intorno; e donde luno cede,laltro aver posto immantinente il piede.

    Ecco Rinaldo con la spada adossoa Sacripante tutto sabbandona;e quel porge lo scudo, chera dosso,con la piastra dacciar temprata e buona.Taglial Fusberta, ancor che molto grosso:ne geme la foresta e ne risuona.Losso e lacciar ne va che par di ghiaccio,e lascia al Saracin stordito il braccio.

    Quando vide la timida donzelladal fiero colpo uscir tanta ruina,per gran timor cangi la faccia bella,qual il reo chal supplicio savvicina;n le par che vi sia da tardar, sellanon vuol di quel Rinaldo esser rapina,di quel Rinaldo chella tanto odiava,quanto esso lei miseramente amava.

    2. mastri son del giuoco: sono maestri nellarte della scherma. 3.altieri: eretti. 5. crescere manzi: avanzare, protendersi manzi si daapparire ingranditi da rannicchiati che erano prima (v. 3). 6. darioco: scansare, schivare.

    X. 5. Fusberta: spada di Rinaldo. 8. stordito: intormentito.

    XI. 8. miseramente: senza speranza, infelicemente. Meno per-suasivo il riferimento al latino misere amare: amare appassiona-tamente.XII. 4. le par che ... abbia: le sembra davere. 6. eremita:Questi falsi eremiti, ipocriti e fattucchieri, che sincontrano di fre-

    IX

    X

    XI

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    35Letteratura italiana Einaudi

    Volta il cavallo, e ne la selva foltalo caccia per un aspro e stretto calle:e spesso il viso smorto a dietro volta;che le par che Rinaldo abbia alle spalle.Fuggendo non avea fatto via molta,che scontr un eremita in una valle,chavea lunga la barba a mezzo il petto,devoto e venerabile daspetto.

    Dagli anni e dal digiuno attenuato,sopra un lento asinel se ne veniva;e parea, pi chalcun fosse mai stato,di coscienza scrupolosa e schiva.Come egli vide il viso delicatode la donzella che sopra gli arriva,debil quantunque e mal gagliarda fosse,tutta per carit se gli commosse.

    La donna al fraticel chiede la viache la conduca ad un porto di mare,perch levar di Francia si vorria,per non udir Rinaldo nominare.Il frate, che sapea negromanzia,non cessa la donzella confortareche presto la trarr dogni periglio;et ad una sua tasca di di piglio.

    quente nei romanzi di cavalleria, ritraggono dei Santoni maometta-ni (Bolza).

    XIII. 1. attenuato: assottigliato, indebolito. Cfr. XVII, CXXXI,8; XXXIII, CXX, 3. 4. schiva: intesa a schivare il male. 7. debil... fosse: sott. conscenza (v. 4). 8. se gli commosse: gli si ridest.

    XIV. 5. negromanzia: magia o stregoneria, in questo caso. Pro-priamente sarebbe larte divinatoria esercitata mediante levocazio-ne dei morti.XV. 2. faccia: facciata. 3. spirto: uno spirito demoniaco (cfr.XXIII, 1). 5. da la scrittura astretto: costretto dal potere magico

    XII

    XIII

    XIV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    36Letteratura italiana Einaudi

    Trassene un libro, e mostr grande effetto;che legger non fin la prima faccia,chuscir fa un spirto in forma di valletto,e gli commanda quanto vuol chel faccia.Quel se ne va, da la scrittura astretto,dove i dui cavallieri a faccia a facciaeran nel bosco, e non stavano al rezzo;fra quali entr con grande audacia in mezzo.

    Per cortesia (disse), un di voi mi mostre,quando anco uccida laltro, che gli vaglia:che merto avrete alle fatiche vostre,finita che tra voi sia la battaglia,se l conte Orlando, senza liti o giostre,e senza pur aver rotta una maglia,verso Parigi mena la donzellache vha condotti a questa pugna fella?

    Vicino un miglio ho ritrovato Orlandoche ne va con Angelica a Parigi,di voi ridendo insieme, e motteggiandoche senza frutto alcun siate in litigi.Il meglio forse vi sarebbe, or quandonon son pi lungi, a seguir lor vestigi;che sin Parigi Orlando la pu avere,non ve la lascia mai pi rivedere.

    che nelle parole del libro. 7. non stavano al rezzo: non stavanocerto allombra, al fresco, a riposare; ma si mostravano apertamen-te. Cfr. Cinque Canti, V, XLI, 6.

    XVI. 2. vaglia: giovi. 3. merto: compenso. 8. iella: feroce, eanche insensata.

    XVII. 5-6. or ... lungi: finch non sono ancora troppo lontani. XVIII. 3. senza ... nominarsi: chiamarsi ciechi e stupidi. 8. giun-gea: raggiungeva.

    XVII

    XVI

    XV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    37Letteratura italiana Einaudi

    Veduto avreste i cavallier turbarsia quel annunzio, e mesti e sbigottiti,senza occhi e senza mente nominarsi,che gli avesse il rival cos scherniti;ma il buon Rinaldo al suo cavallo trarsicon sospir che parean del fuoco usciti,e giurar per isdegno e per furore,se giungea Orlando, di cavargli il core.

    E dove aspetta il suo Baiardo, passa,e sopra vi si lancia, e via galoppa,n al cavallier, cha pi nel bosco lassa,pur dice a Dio, non che lo nviti in groppa.Lanimoso cavallo urta e fracassa,punto dal suo signor, ci chegli ntoppa:non ponno fosse o fiumi o sassi o spinefar che dal corso il corridor decline.

    Signor, non voglio che vi paia stranose Rinaldo or s tosto il destrier piglia,che gi pi giorni ha seguitato invano,n gli ha possuto mai toccar la briglia.Fece il destrier, chavea intelletto umano,non per vizio seguirsi tante miglia,ma per guidar dove la donna giva,il suo signor, da chi bramar ludiva.

    XIX. 1. dove ... passa: va dove Baiardo sta aspettando. 6. cichegli ntoppa: ci che egli incontra e gli impedisce la strada. 8.decline: devii (lat.).

    XX. 1. Signor: cfr. nota a I, XL, 2. 5-6. Fece ... seguirsi: il ca-vallo non si fece seguire per capriccio. 8. da chi bramar ludiva:dal quale laveva udito invocare bramosamente.XXI. 1. padiglione: la tenda del duca Namo. Cfr. I, VIII-X. 2.appostolla: la tenne docchio. 4-6. Cfr. nota a I, XII, 3.

    XX

    XIX

    XVIII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    38Letteratura italiana Einaudi

    Quando ella si fugg dal padiglione,la vide et appostolla il buon destriero,che si trovava aver voto larcione,per che nera sceso il cavallieroper combatter di par con un barone,che men di lui non era in arme fiero;poi ne seguit lorme di lontano,bramoso porla al suo signore in mano.

    Bramoso di ritrarlo ove fosse ella,per la gran selva inanzi se gli messe;n lo volea lasciar montare in sella,perch ad altro camin non lo volgesse.Per lui trov Rinaldo la donzellauna e due volte, e mai non gli successe;che fu da Ferra prima impedito,poi dal Circasso, come avede udito.

    Ora al demonio che mostr a Rinaldode la donzella li falsi vestigi,credette Baiardo anco, e stette saldoe mansueto ai soliti servigi.Rinaldo il caccia, dira e damor caldo,a tutta briglia, e sempre invr Parigi;e vola tanto col disio, che lento,non chun destrier, ma gli parrebbe il vento.

    XXII. 5. Per lui: per merito di Baiardo. 6. mai non gli successe:mai gli riusc daverla nelle sue mani.

    XXIII. 1. demonio: cfr. XV-XVII. 2. falsi vestigi: false tracce.XXIV. 1. di seguir rimane: desiste dallinseguire. 2. signor dAn-glante: Orlando. Cfr. nota a I, LVII, 1. 4. cauto: astuto. negro-

    XXIII

    XXII

    XXI

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    39Letteratura italiana Einaudi

    La notte a pena di seguir rimane,per affrontarsi col signor dAnglante:tanto ha creduto alle parole vanedel messagger del cauto negromante.Non cessa cavalcar sera e dimane,che si vede apparir la terra avante,dove re Carlo, rotto e mal condutto,con le reliquie sue sera ridutto:

    e perch dal re dAfrica battagliaet assedio saspetta, usa gran curaa raccor buona gente e vettovaglia,far cavamenti e riparar le mura.Ci cha difesa spera che gli vaglia,senza gran diferir, tutto procura:pensa mandare in Inghilterra, e trarnegente onde possa un novo campo farne:

    che vuole uscir di nuovo alla campagna,e ritentar la sorte de la guerra.Spaccia Rinaldo subito in Bretagna,Bretagna che fu poi detta Inghilterra.Ben de landata il paladin si lagna:

    mante: non lindovino n levocatore di morti, in questo caso, ma ilmago ovvero colui che opera miracoli mediante lintervento di es-seri soprannaturali. 5. sera e dimane: sera e mattino. 6. che: fin-ch. terra: citt (Parigi). 7. rotto e mal condutto: sconfitto e ri-dotto a mal partito. 8. reliquie sue: i resti del suo esercito.

    XXV. 3. buona gente: truppe valorose. 4. cavamenti: fossati.8. campo: esercito.

    XXVI. 1. alla campagna: in campo aperto. 3. Spaccia: spedisce,invia sollecitamente. Bretagna: secondo i romanzi carolingi laBretagna era stata conquistata da Carlo Magno, mentre in realtquesta impresa va attribuita a Guglielmo il Conquistatore e si svolta tre secoli pi tardi. Bretagna dal nome dun suo re (Britan), e

    XXVI

    XXV

    XXIV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    40Letteratura italiana Einaudi

    quindi Inghilterra (v. 4) dagli Angli che la sottomisero. 7. alloraallora: sullistante.

    XXVII. 4. gli avea... tolto: cfr. VIII, LXXIV, 6, e LXXX, 8; XV, CV,4. 7. Calesse: Calais, porto francese per lInghilterra. AltrovelAriosto scrive .Calesio (VIII, XXVII, 7) e anche .Calessio(XXII, VIII, 8); ma in A sempre Calesse.

    XXVIII. 8. gli mand ... gabbia: immerse i marinai (gli: li), vale a di-re la nave, sino alla gabbia, cio sino a quella sorta di gerla appesaallalbero maestro per tenervi le vedette. Gli, come oggetto dimand, si spiega tenendo locchio tanto su ogni nocchiero (v. 1)quanto sui marinari di XXIX, 1.

    non chabbia cos in odio quella terra;ma perch Carlo il manda allora allora,n pur lo lascia un giorno far dimora.

    Rinaldo mai di ci non fece menovolentier cosa; poi che fu distoltodi gir cercando il bel viso serenoche gli avea il cor di mezzo il petto tolto:ma, per ubidir Carlo, nondimenoa quella via si fu subito volto,et a Calesse in poche ore trovossi;e giunto, il d medesimo imbarcossi.

    Contra la volunt dogni nocchiero,pel gran desir che di tornare avea,entr nel mar chera turbato e fiero,e gran procella minacciar parea.Il Vento si sdegn, che da laltierosprezzar si vide; e con tempesta reasollev il mar intorno, e con tal rabbia,che gli mand a bagnar sino alla gabbia.

    XXVIII

    XXVII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    41Letteratura italiana Einaudi

    Calano tosto i marinari accortile maggior vele, e pensano dar volta,e ritornar ne li medesmi portidonde in mal punto avean la nave sciolta. Non convien (dice il Vento) chio comportitanta licenza che vavede tolta; e soffia e grida e naufragio minaccia,saltrove van, che dove egli li caccia.

    Or a poppa, or allorza hannil crudele,che mai non cessa, e vien pi ognor crescendo:essi di qua di l con umil velevansi aggirando, e lalto mar scorrendo.Ma perch varie fila a varie teleuopo mi son, che tutte ordire intendo,lascio Rinaldo e lagitata prua,e torno a dir di Bradamante sua.

    XXIX. 2. maggior vele: le vele pi grandi. 4. in mal punto ...sciolta: avevano salpato in un momento poco favorevole. 8. altro-ve ... che dove: in un luogo diverso da quello nel quale o verso ilquale ecc.

    XXX. 1. Or a poppa ... crudele: poich la nave procede sbandatae in balia della tempesta, il vento ora soffia a poppa ed ora a prua(orza, che propriamente la corda legata al carro della vela latina,significa spesso il punto dove la corda stessa legata e, come inquesto caso, anche la prua in contrapposto alla poppa). PercilAriosto dir poco appresso di qua di l ... vansi aggirando (vv. 3-4). Cfr. XIII, XV, 8; XIX, LXIII, 3; Cinque Canti, IV, XI, 3; Petrar-ca, Rime, CLXXX, 5. 3. umil vele: quasi tutti i commentatori in-tendono vele abbassate. Credo che lAriosto intenda, invece,vele minori in contrapposto a vele maggiori di XXIX, 2. I ma-rinai esperti hanno ammainato le vele pi grandi ed ora cercano digovernare la nave servendosi delle vele pi piccole. Non si calanomai interamente le vele in navigazione, ma si riduce piuttosto la ve-latura a seconda delle circostanze. Cfr. XVIII, CXLV, 8. 5-6. per-ch ... intendo: il Poeta come il tessitore che ha varie fila per di-verse tele, e a tutte attende per condurre a termine, con felice esito,lorditura. qui indicata la molteplicit delle azioni di cui il Furioso arditamente contesto, cos come messa in luce la laboriosa im-presa che deve compiere il Poeta per tenere serrati tra loro i nume-rosi episodi.

    XXIX

    XXX

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    42Letteratura italiana Einaudi

    Io parlo di quella inclita donzella,per cui re Sacripante in terra giacque,che di questo signor degna sorella,del duca Amone e di Beatrice nacque.La gran possanza e il molto ardir di quellanon meno a Carlo e a tutta Francia piacque(che pi dun paragon ne vide saldo),che l lodato valor del buon Rinaldo.

    La donna amata fu da un cavallieroche dAfrica pass col re Agramante,che partor del seme di Ruggierola disperata figlia di Agolante:e costei, che n dorso n di fieroleone usc, non sdegn tal amante;ben che concesso, fuor che vedersi unavolta e parlarsi, non ha lor Fortuna.

    Quindi cercando Bradamante galamante suo, chavea nome dal padre,cos sicura senza compagnia,come avesse in sua guardia mille squadre:

    XXXI. 1-4. parlo ... nacque: cfr. nota a I, LXX, 3. LAriosto consi-dera Bradamante figlia legittima di Amone e Beatrice e quindi an-che sorella legittima di Rinaldo. Il Boiardo non menziona la madre,e la tradizione romanzesca la considera addirittura figlia illegittimadi Amone. 7. paragon... saldo: prova sicura.

    XXXII. 1. donna: Bradamante; cavalliero: Ruggiero. Cfr, nota a I,IV, 3. Lamore di Ruggiero e Bradamante comincia nellInnamo-rato (III, V) ... Bradamante ha diverse occasioni di notare la squisi-ta cortesia di Ruggiero, donde comincia una gran propensione perlui. Accompagnatisi per un tratto, si narrano la propria storia; siscoprono il volto e allora la simpatia diventa amore. Sorpresi e as-saliti da una schiera di Saraceni, si separano e si vanno poi ricer-cando invano (Papini). 4. disperata figlia dAgolante: Galaciella,perseguitata dai fratelli (cfr. XXXVI, LX, e LXXIII-LXXIV). Vedianche nota a I, IV, 3.

    XXXIII. 6. antiqua madre: la terra.

    XXXII

    XXXI

    XXXIII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    43Letteratura italiana Einaudi

    e fatto chebbe al re di Circassiabattere il volto dellantiqua madre,travers un bosco, e dopo il bosco un monte,tanto che giunse ad una bella fonte.

    La fonte discorrea per mezzo un prato,darbori antiqui e di bellombre adorno,Chi viandanti col mormorio gratoa ber invita e a far seco soggiorno:un culto monticel dal manco latole difende il calor del mezzo giorno.Quivi, come i begli occhi prima torse,dun cavallier la giovane saccorse;

    dun cavallier, challombra dun boschetto, nel margin verde e bianco e rosso e giallosedea pensoso, tacito e solettosopra quel chiaro e liquido cristallo.Lo scudo non lontan pende e lelmettodal faggio, ove legato era il cavallo;et avea gli occhi molli e l viso basso,e si mostrava addolorato e lasso.

    Questo disir, cha tutti sta nel core,de fatti altrui sempre cercar novella,fece a quel cavallier del suo dolorela cagion domandar da la donzella.

    XXXIV. 1. discorrea: scorreva, correva qua e l (lat.). 5. culto:coltivato. 6. difende: tiene lontano, ripara da (lat.). Cfr. Rime,cap. XII, 2-3.

    XXXV. 7. molli: bagnati di pianto.

    XXXVI. 3-4. fece ... donzella: fece domandare dalla donzella al ca-valiere la causa del suo dolore; indusse la donzella a domandare

    XXXV

    XXXIV

    XXXVI

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    44Letteratura italiana Einaudi

    Egli laperse e tutta mostr fuore,dal cortese parlar mosso di quella,e dal sembiante altier, chal primo sguardogli sembr di guerrier molto gagliardo.

    E cominci: Signor, io conduceapedoni e cavallieri, e vena in campol dove Carlo Marsilio attendea,perchal scender del monte avesse inciampo;e una giovane bella meco avea,del cui fervido amor nel petto avampo:e ritrovai presso a Rodonna armatoun che frenava un gran destriero alato.

    Tosto che l ladro, o sia mortale, o siauna de linfernali anime orrende,vede la bella e cara donna mia;come falcon che per ferir discende,cala e poggia in un atimo, e tra viagetta le mani, e lei smarrita prende.Ancor non mera accorto de lassalto,che de la donna io senti il grido in alto.

    ecc. 5. laperse: rivel apertamente la cagion (v. 4). 6. mosso:spinto, persuaso.

    XXXVII. 1. Signor: colui che parla ritiene che Bradamante sia unguerriero (cfr. XXXVI, 8). 3. l ... attendea: ai piedi dei Pireneidove Carlo attendeva lassalto del re Marsilio. 4. monte: Montal-bano, da cui si accingeva a scendere Marsilio (cfr. Boiardo, Orl.inn., II, XXII, 61; XXIII, 15,). avesse inciampo: incontrasse ostaco-lo e resistenza. 7. Rodonna: Rodumna, una delle due citt indica-te da Tolomeo (cfr. Geographia, II, 8, 14) a sud della Loira. Secon-do le carte antiche situata tra Rodez e Tolosa. 8. frenava: tenevaa freno, reggeva; e quindi, cavalcava. destriero alato: ippogrifo.Cfr. IV, XVIII.

    XXXVIII. 5. poggia: si alza nellaria. tra via: senza arrestassi. 6.getta le mani: stende le mani.

    XXXVII

    XXXVIII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    45Letteratura italiana Einaudi

    Cos il rapace nibio furar suoleil misero pulcin presso alla chioccia,che di sua inavvertenza poi si duole,e invan gli grida, e invan dietro gli croccia.Io non posso seguir un uom che vole,chiuso tra monti, a pi dunerta roccia:stanco ho il destrier, che muta a pena i passine laspre vie de faticosi sassi.

    Ma, come quel che men curato avreivedermi trar di mezzo il petto il core,lasciai lor via seguir quegli altri miei,senza mia guida e senza alcun rettore:per li scoscesi poggi e manco reipresi la via che mi mostrava Amore,e dove mi parea che quel rapaceportassi il mio conforto e la mia pace.

    Sei giorni me nandai matina e seraper balze e per pendici orride e strane,dove non via, dove sentier non era,dove n segno di vestigie umane;poi giunsi in una valle inculta e fiera,di ripe cinta e spaventose tane,che nel mezzo sun sasso avea un castelloforte e ben posto, a maraviglia bello.

    XXXIX. 1. nibio: uccello di rapina dalla coda forcuta. 4. croccia:crocchia. il verso della chioccia. Non si conoscono altri esempidi crocciare per crocchiare o chiocciare. 6. chiuso: chiuso co-me sono. 7. muta a pena i passi: mette a stento una zampa davan-ti allaltra; cammina a fatica.

    XL. 3. quegli altri miei: i miei compagni. 4. rettore: Coman-dante. 5. manco rei: meno scoscesi.

    XLI. 2. strane: difficili a praticarsi, impervie. 4. n: neppure.5. giunse: giunsi. 6. ripe: dirupi. tane: caverne. 7. sasso: mon-te. un castello: per la descrizione del castello dAtlante, cfr. larappresentazione del giardino sul monte di Carena nellInnamora-to (II, III, 28; XVI, 17).

    XLI

    XL

    XXXIX

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    46Letteratura italiana Einaudi

    Da lungi par che come fiamma lustri,n sia di terra cotta, n di marmi.Come pi mavicino ai muri illustri,lopra pi bella e pi mirabil parmi.E seppi poi, come i demoni industri,da suffumigi tratti e sacri carmi,tutto dacciaio avean cinto il bel loco,temprato allonda et allo stigio foco.

    Di s forbito acciar luce ogni torre,che non vi pu n ruggine n macchia.Tutto il paese giorno e notte scorre,E poi l dentro il rio ladron simmacchia.Cosa non ha ripar che voglia torre:sol dietro invan se li bestemia e gracchia.Quivi la donna, anzi il mio cor mi tiene,che di mai ricovrar lascio ogni spene.

    Ah lasso! che possio pi che mirarela rocca lungi, ove il mio ben m chiuso?come la volpe, che l figlio gridarenel nido oda de laquila di giuso,saggira intorno, e non sa che si fare,poi che lali non ha da gir l suso.Erto quel sasso s, tale il castello,che non vi pu salir chi non augello.

    XLII. 1. lustri: risplenda. 3. illustri: rilucenti (lat.). 5. indu-stri: industriosi. 6. da suffumigi ... carmi: evocati da fumigazionidincenso o di bitume e da formule magiche che originariamenteerano in versi. 8. allonda et allo stigio foco: nellacque infocatedello Stige, il fiume infernale che per fama rendeva invulnerabiletutto ci che veniva immerso nelle sue onde. Cfr. XIX, LXXXIV, 7-8.

    XLIII. 1. luce: riluce. 2. non vi pu: non vi pu fare danno. 4.simmacchia: si cela nella macchia, si rinselva. 5. Cosa ... trre:non vi cosa che egli voglia prendere, la quale abbia riparo controdi lui. 6. gracchia: strepita. 8. ricovrar: ricuperare.

    XLIV

    XLIII

    XLII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    47Letteratura italiana Einaudi

    Mentre io tardava quivi, ecco venireduo cavallier chavean per guida un nano,che la speranza aggiunsero al desire;ma ben fu la speranza e il desir vano.Ambi erano guerrier di sommo ardire:era Gradasso lun, re sericano;era laltro Ruggier, giovene forte,pregiato assai ne lafricana corte.

    Vengon (mi disse il nano) per far pruovadi lor virt col sir di quel castello,che per via strana, inusitata e nuovacavalca armato il quadrupede augello. Deh, signor (dissio lor), piet vi muovadel duro caso mio spietato e fello!Quando, come ho speranza, voi vinciate,vi prego la mia donna mi rendiate.

    E come mi fu tolta lor narrai,con lacrime affermando il dolor mio.Quei, lor merc, mi proferiro assai,e gi calaro il poggio alpestre e rio.Di lontan la battaglia io riguardai,pregando per la lor vittoria Dio.Era sotto il castel tanto di piano,quanto in due volte si pu trar con mano.

    XLV. 2. duo cavallier: Ruggiero e Gradasso. Lepisodio era ap-pena iniziato nellInnamorato, III, VII, 37-55. 6. Gradasso: re diSericana, in Asia. Personaggio inventato dai Boiardo. Cfr. nota a I,LV, 1-4.

    XLVI. 3. per via ... nuova: attraverso la via dellaria. La serie sino-nimica (strana, inusitata e nuova) rinforza la meraviglia. 6. fello:crudele. 7. Quando: qualora.

    XLVII. 2. affermando: dimostrando. 3. lor merc... assai: per lo-ro corressa mi fecero molte promesse. 7-8. tanto.., mano: tantospazio piano quanto ne ricoprono due tiri di sasso consecutivi. Cfr.Dante, Purg., III, 69.

    XLVII

    XLVI

    XLV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    48Letteratura italiana Einaudi

    Poi che fur giunti a pi de lalta rocca,luno e l altro volea combatter prima;pur a Gradasso, o fosse sorte, tocca,o pur che non ne fe Ruggier pi stima.Quel Serican si pone il corno a bocca:rimbomba il sasso e la fortezza in cima.Ecco apparire il cavalliero armatofuor de la porta, e sul cavallo alato.

    Cominci a poco a poco indi a levarse,come suol far la peregrina grue,che corre prima, e poi vediamo alzarsealla terra vicina un braccio o due;e quando tutte sono allaria sparse,velocissime mostra lale sue.S ad alto il negromante batte lale,cha tanta altezza a pena aquila sale.

    Quando gli parve poi, volse il destriero,che chiuse i vanni e venne a terra a piombo,come casca dal ciel falcon manieroche levar veggia lanitra o il colombo.Con la lancia arrestata il cavallierolaria fendendo vien dorribil rombo.Gradasso a pena del calar savete,che se lo sente addosso e che lo fiete.

    XLVIII. 3-4. pur a Gradasso.. - pi stima: tuttavia tocca a Gradassodi affrontare per primo lavversario, sia che cos avesse deciso lasorte, sia che Ruggiero non si preoccupasse pi, a un certo mo-mento, di questa precedenza.

    XLIX. 2. Peregrina: migratrice. 5. tutte ... allaria sparse: intera-mente distese nellaria.

    L. 2. vanni: ali. 3. casca: piomba fulmineamente, vien gi aprecipizio. falcon maniero: falcone ammaestrato per la caccia eabituato a ritornare sulla mano del cacciatore. 5. arrestata: saldain resta. Cfr. I, LXI, 6 e nota relativa. 8. fiede: ferisce.

    L

    XLIX

    XLVIII

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    49Letteratura italiana Einaudi

    Sopra Gradasso il mago lasta roppe;fer Gradasso il vento e laria vana:per questo il volator non interroppeil batter lale, e quindi sallontana.Il grave scontro fa chinar le groppesul verde prato alla gagliarda alfana.Gradasso avea una alfana, la pi bellae la miglior che mai portasse sella.

    Sin alle stelle il volator trascorse;indi girossi e torn in fretta al basso,e percosse Ruggier che non saccorse,Ruggier che tutto intento era a Gradasso.Ruggier del grave colpo si distorse,e l suo destrier pi rincul dun passo;e quando si volt per lui ferire,da s lontano il vide al ciel salire.

    Or su Gradasso, or su Ruggier percotene la fronte, nel petto e ne la schiena,e le botte di quei lascia ognor vote,perch s presto, che si vede a pena.Girando va con spaziose rote,e quando alluno accenna, allaltro mena:alluno e allaltro s gli occhi abbarbaglia,che non ponno veder donde gli assaglia.

    LI. 4. quindi: di qui. 6. allana: cavalla grande, robusta e fo-cosa. Parola di origine araba, pervenuta a noi attraverso la Spagna.

    LII. 5. si distorse: si contorse.

    LIII. 3. vte: vane, senza esito alcuno. 4. presto: veloce. 6.quando ... mena: quando finge di colpire uno, ferisce invece laltro.

    LIII

    LII

    LI

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    50Letteratura italiana Einaudi

    Fra duo guerrieri in terra et uno in cielola battaglia dur sino a quella ora,che spiegando pel mondo oscuro velo,tutte le belle cose discolora.Fu quel chio dico, e non vaggiungo un pelo:io l vidi, i l so: n massicuro ancoradi dirlo altrui; che questa maravigliaal falso pi chal ver si rassimiglia.

    Dun bel drappo di seta avea copertolo scudo in braccio il cavallier celeste.Come avesse, non so, tanto soffertodi tenerlo nascosto in quella veste;chimmantinente che lo mostra aperto,forza , chil mira, abbarbagliato reste,e cada come corpo morto cade,e venga al negromante in potestade.

    Splende lo scudo a guisa di piropo,e luce altra non tanto lucente.Cadere in terra allo splendor fu duopocon gli occhi abbacinati, e senza mente.Perdei da lungi anchio li sensi, e dopogran spazio mi riebbi finalmente;n pi i guerrier n pi vidi quel nano,ma vto il campo, e scuro il monte e il piano.

    LIV. 2-4. quella ora ... discolora: la notte. Cfr. Virgilio, Aen., VI,272 (et rebus nox abstulit atra colorem). 5. Fu quel chio dico:avvenne proprio ci che mi accingo a raccontare. 6. massicuro:mi fido. 7-8. che questa ... rassimiglia: cfr. Dante, Inf., XVI, 124-7.

    LV. 2. cavallier celeste: cavaliere che percorre le vie del cielo.7. cada cade: cfr. Dante, Inf., V, 142; ma anche Pulci, Morg.,XXII, 244, 2 (e cadde come morto in terra cade).

    LVI. 1. piropo: pietra preziosa, detta anche carbonchio o grana-ta orientale, di colore rosso acceso. Cfr. Petrarca, Tr. Fama, I, 43.

    LVI

    LV

    LIV

  • Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    51Letteratura italiana Einaudi

    Pensai per questo che lincantatoreavesse amendui colti a un tratto insieme,e tolto per virt de lo splendorela libertade a loro, e a me la speme.Cos a quel loco, che chiudea il mio core,dissi, partendo, le parole estreme.Or giudicate saltra pena ria,che causi Amor, pu pareggiar la mia.

    Ritorn il cavallier nel primo duolo,fatta che nebbe la cagion palese.Questo era il conte Pinabel, figliuolodAnselmo dAltaripa, maganzese;che tra sua gente scelerata, sololeale esser non volse n cortese,ma ne li vizi abominandi e bruttinon pur gli altri adegu, ma pass tutti.

    La bella donna con diverso aspettostette ascoltando il Maganzese cheta;che come prima di Ruggier fu detto,nel viso si mostr pi che mai lieta:ma quando sent poi chera in distretto,turbossi tutta damorosa pieta;n per una o due volte contentosseche ritornato a replicar le fosse.

    LVII. 2. colti: colpiti. 4. a-lloro: a loro. 5. il mio core: la don-na del mio cuore.

    LVIII. 3-4 Pinabel ... maganzese: figlio di Anselmo dAltaripa, ni-pote di Gano di Maganza. Gi presente nella Chanson de Roland.La famiglia dei Maganzesi era tristemente celebre, nelle leggendecarolingie, per i suoi tradimenti e per la sua rivalit con la casa diChiaramonte (cfr. LXVII). 8. adegu: pareggi.

    LIX. 1. diverso: mutevole, cangiante. Indica il passare rapidodalla curiosit alla meraviglia, dalla gioia nellavere notizie di Rug-giero (vv. 3.4) allo sgomento nel saperlo prigioniero (vv. 5-6). 5.in distretto: in prigione. 6. pieta: angoscia.

    LIX

    LVIII

    LVII

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    52Letteratura italiana Einaudi

    E poi chal fin le parve esserne chiara,gli disse: Cavallier, datti riposo,che ben pu la mia giunta esserti cara,parerti questo giorno aventuroso.Andiam pur tosto a quella stanza avara,che s ricco tesor ci tiene ascoso;n spesa sar invan questa fatica,se fortuna non m troppo nemica.

    Rispose il cavallier: Tu vi chio passidi nuovo i monti, e mostriti la via?A me molto non perdere i passi,perduta avendo ogni altra cosa mia;ma tu per balze e ruinosi sassicerchi entrar in pregione; e cos sia.Non hai di che dolerti di me, poichio tel predico, e tu pur gir vi vi.

    Cos dice egli, e torna al suo destriero,e di quella animosa si fa guida,che si mette a periglio per Ruggiero,che la pigli quel mago o che la ancida.In questo, ecco alle spalle il messaggero,ch: Aspetta, aspetta! a tutta voce grida,il messagger da chi il Circasso inteseche costei fu challerba lo distese.

    LX. 1. chiara: bene informata, certa. 3. giunta: venuta, arri-vo. 4. aventuroso: fortunato. 5. avara: che custodisce gelosa-mente il nostro tesoro (v. 6), cio Ruggiero e la donna di Pinabello.

    LXI. 2. i monti: i Pirenei. 3. molto non : poco importa, pocopesa.

    LXII. 3. periglio: il pericolo dessere fatta prigioniera oppuredessere uccisa (v. 4). 5. messaggiero: cfr. I, LXVIII-LXX. 7. dachi: dal quale. il Circasso: Sacripante.

    LXI

    LX

    LXII

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    53Letteratura italiana Einaudi

    A Bradamante il messagger novelladi Mompolier e di Narbona porta,chalzato gli stendardi di Castellaavean, con tutto il lito dAcquamorta;e che Marsilia, non vessendo quellache la dovea guardar, mal si conforta,e consiglio e soccorso le domandaper questo messo, e se le raccomanda.

    Questa cittade, e intorno a molte migliaci che fra Varo e Rodano al mar siete,avea limperator dato alla figliadel duca Amon, in chavea speme e fede;per che l suo valor con maravigliariguardar suol, quando armeggiar la vede.Or, comio dico, a domandar aiutoquel messo da Marsilia era venuto.

    Tra s e no la giovane suspesa,di voler ritornar dubita un poco:quinci lonore e il debito le pesa,quindi lincalza lamoroso foco.Fermasi al fin di seguitar limpresa,e trar Ruggier de lincantato loco;e quando sua virt non possa tanto,almen restargli prigioniera a canto.

    LXIII. 2. Mompolier: Montpellier. Narbona: Narbonne. 3-4.alzato ... d Acquamorta: avevano alzato le bandiere di Castiglia, os-sia della Spagna, passando cos al re Marsilio insieme con tutta laProvenza (il litorale di Aigues-Mortes). 5. quella: Bradamante, acui Marsiglia, come Montpellier, Narbonne e la Provenza, era stataaffidata per la difesa (cfr. LXIV, 1-6). 6. guardar: proteggere, di-fendere.

    LXIV. 2. fra Varo e Rodano: tra questi due fiumi compresa laProvenza. siede: situato. Cfr. Dante, Inf., V, 97; Par., IX, 16.3-4. figlia ... Amon: Bradamante.

    LXV. 3-4. quinci ... quindi: da un lato ... dallaltro. debito: do-vere. le pesa: le sta a cuore. 5. Fermasi: stabilisce.

    LXIV

    LXIII

    LXV

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    54Letteratura italiana Einaudi

    E fece iscusa tal, che quel messaggioparve contento rimanere e cheto.Indi gir la briglia al suo viaggio,con Pinabel che non ne parve lieto;che seppe esser costei di quel lignaggioche tanto ha in odio in publico e in secreto:e gi savisa le future angosce,se lui per maganzese ella conosce.

    Tra casa di Maganza e di Chiarmonteera odio antico e inimicizia intensa;e pi volte savean rotta la fronte,e sparso di lor sangue copia immensa:e per nel suo cor liniquo contetradir lincauta giovane si pensa;o, come prima commodo gli accada,lasciarla sola, e trovar altra strada.

    E tanto gli occup la fantasiail nativo odio, il dubbio e la paura,chinavedutamente usc di via:e ritrovossi in una selva oscura,che nel mezzo avea un monte che finiala nuda cima in una pietra dura;e la figlia del duca di Dordonagli sempre dietro, e mai non labandona.

    LXVI. 1. messaggio: messaggero. 2. cheto: tranquillo, persuaso.6. in publico: apertamente. 7. savisa: immagina. 8. conosce: ri-conosce.

    LXVII. 1-4. Tra casa ... immensa: cfr. nota a LVIII. Chiarmonte oChiaramonte: casato che prendeva nome da un castello fondato daChiarmonte, fratello di Bernardo che ebbe come figli Milone, pa-dre di Orlando, Amone, padre di Rinaldo e di Bradamante, e Otto-ne, padre di Astolfo. 7. come.., accada: non appena gli si presentiloccasione propizia.

    LXVIII. 2. nativo: odio innato, ereditato per tradizione di sangue.7. duca di Dordona: Amone era duca di Dordona, castello situatosul fiume Dordogne nella Francia sud-occidentale.

    LXVII

    LXVI

    LXVIII

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    55Letteratura italiana Einaudi

    Come si vide il Maganzese al bosco,pens trsi la donna da le spalle.Disse: Prima che l ciel torni pi fosco,verso un albergo meglio farsi il calle.Oltra quel monte, sio lo riconosco,siete un ricco castel gi ne la valle.Tu qui maspetta; che dal nudo scogliocertificar con gli occhi me ne voglio.

    Cos dicendo, alla cima supernadel solitario monte il destrier caccia,mirando pur salcuna via discerna,come lei possa tor da la sua traccia.Ecco nel sasso truova una caverna,che si profonda pi di trenta braccia.Tagliato a picchi et a scarpelli il sassoscende gi al dritto, et ha una porta al basso.

    Nel fondo avea una porta ampla e capace,chin maggior stanza largo adito dava;e fuor nusca splendor, come di facechardesse in mezzo alla montana cava.Mentre quivi il fellon suspeso tace,la donna, che da lungi il seguitava(perch perderne lorme si temea),alla spelonca gli sopragiungea.

    LXIX. 2. trsi ... spalle: togliersi di dosso la donna, liberarsi di lei.4. farsi il calle: aprirsi la via, avviarsi. 7. nudo scoglio: nuda cimadi dura pietra. Cfr. LXVIII, 5-6. 8. certificar: assicurare.

    LXX. 4. come ... traccia: come possa far perdere a Bradamante leproprie tracce. 7. a picchi et a scarpelli: a colpi di piccone e discalpello. 8. scende gi al dritto: scende a picco, a piombo.

    LXXI. 4. montana cava: caverna.

    LXX

    LXIX

    LXXI

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    56Letteratura italiana Einaudi

    Poi che si vide il traditore uscire,quel chavea prima disegnato, invano,o da s torla, o di farla morire,nuovo argumento imaginossi e strano.Le si fe incontra, e su la fe salirel dove il monte era forato e vano;e le disse chavea visto nel fondouna donzelIa di viso giocondo.

    Cha bei sembianti et alla ricca vestaesser parea di non ignobil grado;ma quanto pi potea turbata e mesta,mostrava esservi chiusa suo mal grado:e per saper la condizion di questa,chavea gi cominciato a entrar nel guado;e chera uscito de linterna grottaun che dentro a furor lavea ridotta.

    Bradamante, che come era animosa,cos mal cauta, a Pinabel di fede;e daiutar la donna, disiosa,si pensa come por col gi il piede.Ecco dun olmo alla cima frondosavolgendo gli occhi, un lungo ramo vede;e con la spada quel subito tronca,e lo declina gi ne la spelonca.

    LXXII. 1-2. uscire ... invano: andare a vuoto ci che aveva primaprogettato (cfr. LXX, 3-4). 4. argumento: stratagemma. 6. vano:cavo vuoto

    LXXIII. 5-6. e per saper ... - guado: e che egli, per sapere la condi-zione della donzella, aveva gi cominciato a tentare la prova (entrarnel guado), cio a scendere nella grotta. 7-8. e che era uscito ... ri-dotta: ma che era uscito dalla grotta pi interna (la maggior stanzadi LXXI, 2) uno che aveva ricondotto dentro la donzella a viva for-za.

    LXXIV. 8. declina: piega, e quindi fa scendere (lat.).

    LXXIII

    LXXII

    LXXIV

  • 57Letteratura italiana Einaudi

    Ludovico Ariosto - Orlando furioso II

    D