Il Fatto n. 059

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pagina 3 Corsivo L’Italia divisa in due. Non solo per colpa di una frana. pagina 6 Politica Che fine ha fatto l’impianto di compostaggio? pagina 19 In città Il Giro d’Italia colorerà di rosa anche Molfetta. pagina 24 Sport Anche l’Hockey Club può festeggiare la salvezza. Un tragico incidente ed una bambina che ha lottato tra la vita e la morte. Ora la famiglia, ambulanti di origine marocchina, ha bisogno di aiuto e della solidarietà di tutta la comunità molfettese. Anche per rompere lo strano muro del silenzio. pag. 9 È scattata la protesta e la lotta per far sì che, almeno l’acqua, non finisca nelle mani dei privati. Allestiti banchetti per la raccolta delle firme, aperto il dibattito, spiegate le ragioni di chi si oppone alla privatizzazione di una risorsa di prima necessità. pag. 10 Annegare nel silenzio Una firma per difendere l’ acqua n° 59 giovedì 29 aprile 2010 Molfetta Quindicinale gratuito di informazione. www.ilfatto.net La fine di un inizio Inchiesta

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Page 1: Il Fatto n. 059

pagina 3

CorsivoL’Italia divisa in due. Non solo per colpa di una frana.

pagina 6

PoliticaChe fine ha fatto l’impianto di compostaggio?

pagina 19

In cittàIl Giro d’Italia colorerà di rosa anche Molfetta.

pagina 24

Sport Anche l’Hockey Club può festeggiare la salvezza.

Un tragico incidente ed una bambina che ha lottato tra la vita e la morte. Ora la famiglia, ambulanti di origine marocchina, ha bisogno di aiuto e della solidarietà di tutta la comunità molfettese. Anche per rompere lo strano muro del silenzio.

pag. 9

È scattata la protesta e la lotta per far sì che, almeno l’acqua, non finisca nelle mani dei privati. Allestiti banchetti per la raccolta delle firme, aperto il dibattito, spiegate le ragioni di chi si oppone alla privatizzazione di una risorsa di prima necessità.

pag. 10

Annegare nel silenzio Una firma per difendere l’acqua

n° 59giovedì 29 aprile 2010Molfetta Quindicinale gratuito di informazione.

w w w . i l f a t t o . n e t

La fine di un inizio

Inchiesta

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Un tempo tutte le strade portavano a Roma e, si presuppone, consentiva-no anche il tragitto di ritorno. Ora non sempre o con difficoltà. Così che da un lato si parla di mondo globa-lizzato, di flessibilità del lavoro, di necessità di cogliere le occasioni là dove si presentano, poi basta una frana a far affiorare le difficoltà di chi è costretto a lasciare la propria città ed anche i limiti della politica, che propone grandi opere, si sfian-ca in battaglie ideologiche, ma non sa stare al servizio del cittadino, quando oggettivamente serve. Così andare a Roma, non ad Hong kong, dalla Puglia, da Molfetta, è diven-ta un’impresa. Da quasi due mesi, infatti, questo collegamento ferro-viario è interrotto. A Montaguto, vicino Avellino, una frana ha invaso i binari, impedendo il passaggio dei treni. All’inizio la cosa è stata pure tenuta sotto silenzio, i viaggiato-ri prendevano posto tranquilli, per scoprire a Foggia di dover scende-re, montare su autobus sostitutivi e poi a Benevento rimettersi in treno.

Tempo di percorrenza stimato: non meno di sei ore in Eurostar, rispetto alle quattro ordinarie. Nessun avvi-so alla biglietteria, nessun annuncio sul sito di Trenitalia, perlomeno fino a che è montata la protesta. La capi-tale è diventata più lontana e l’uti-lizzo dei mezzi pubblici più difficile, chi può ripiega sull’auto e si com-plica la vita dei tanti pendolari del fine settimana, anche di Molfetta. Soprattutto giovani, andati via alla ricerca di una sistemazione profes-sionale, che non vogliono perdere le loro radici e tornano volentieri tutte le volte che possono, per la famiglia, per gli amici, per mantenere le abi-tudini della vita di sempre. Emigran-ti, è il caso di cominciare ad usare le parole precise, già danneggiati dal-la soppressione della tratta Easyjet Bari-Roma, che consentiva di vola-re a basso costo, raggiungendo in tempi rapidi e a prezzi accessibili la capitale. Ne abbiamo già parla-to qualche numero fa, i pendolari si sono mobilitati, hanno fondato, come usa ora, un gruppo su Facebo-

ok, che ha millecinquecento iscritti, hanno mandato mail, lanciato appel-li, provato a coinvolgere istituzioni e politici. Praticamente senza alcun risultato. La compagnia non ripri-stinerà i voli low cost e, informa Cristina, giovane ingegnere con la-voro a Roma ma intenzionata a non abbandonare Molfetta, protagonista di questa battaglia: “Nessun’altra compagnia lo farà”. Adesso, però, le cose si sono complicate. La frana ostacola le comunicazioni via treno, Alitalia ha aumentato ulteriormen-te i prezzi dei biglietti e, conclude Maria Cristina: “Noi siamo sempre più isolati e non garantiti da nessu-no. Abbiamo scritto a Vendola mil-le volte, ad Emiliano, al sindaco di Molfetta e agli enti che potevano essere pertinenti. Ma niente, mai ne-anche una risposta. Solo il sindaco Emiliano ha fatto finta di risentirsi. In quanto a Vendola, quando lui ha avuto bisogno di noi, ci siamo mossi a nostre spese da ogni dove in Italia pur di vedere la Puglia Migliore ed ora che abbiamo bisogno di lui...” .

Dopo molte proteste, come questa di Cristina, in effetti qualcosa si è mos-so, la Regione Puglia ha concluso una convenzione che porterà alla ri-duzione sul biglietto ferroviario tra il 20 e il 50 per cento sulla tratta che da Roma raggiunge la Puglia e pure un accordo con Alitalia, che si farà carico fino al 30 aprile di mille posti in più a tariffe low cost, che, però, sono già esauriti. L’appena rielet-to presidente della Regione, al suo ritorno dalla pausa post elettorale, si è recato proprio sul luogo della frana a Montaguto; è già qualcosa, per far sentire i cittadini meno soli. Quando si fanno le analisi del voto e si invoca un maggior radicamento con il territorio, bisognerebbe ricor-dare proprio questi casi, le esigenze concrete di chi combatte giorno dopo giorno e vorrebbe dalle istituzioni almeno sentirsi ascoltato, per non ritrovarsi ad affermare, come Cristi-na: “Possibile che sti maledetti po-litici ci cerchino solo quando serve a loro e poi ci lasciano per strada quando ne abbiamo bisogno?”. l.s.

3Corsivogiovedì 29 aprile 2010

Tutte le strade portano a Roma?Non è proprio così da quando una frana ha isolato la Puglia dal resto d’Italia.

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Primo Piano giovedì 29 aprile 20104

Continua sempre più a delinearsi con-cretamente il progetto che porterà alla nascita della Cittadella degli Artisti a Molfetta. L’intera struttura sta nascen-do presso l’ex capannone dell’Asm in prossimità della strada statale che conduce a Bisceglie. I lavori per la realizzazione dell’opera, finanziati dal programma Bollenti Spiriti e dal Comune di Molfetta, cominciarono nel febbraio del 2009 e furono in-terrotti dall’improvvisa rinuncia da parte della ditta vincitrice della gara d’appalto nello scorso giugno. Ades-so la situazione sembra essersi defini-tivamente sbloccata perché l’appalto è stato affidato all’impresa seconda classificata. Un’ulteriore novità ar-riva anche sul piano della gestione della Cittadella che è stata affidata al prestigioso e conosciutissimo con-sorzio “Fantarca”. Nato come centro socio-culturale polivalente nel 1985, il consorzio adesso opera come coo-perativa sociale nelle sedi dei quar-tieri San Paolo e Libertà presso Bari. Numerosissime sono state le iniziati-

ve di Fantarca in questi anni diffuse in tutta Bari e provincia. La sua prio-rità è quella di offrire ai bambini, agli adolescenti e alle scolaresche di tutti i gradi strumenti didattici di crescita quali laboratori creativi per mino-ri, rassegne di cinema per ragazzi e attività ludiche in genere. I notevoli

successi ottenuti durante queste ini-ziative hanno permesso a Fantarca di ricevere le attenzioni di giornali del calibro del “Corriere della Sera”, de “L’Espresso”, de “La Gazzetta del Mezzogiorno “ e de “Il Manifesto”. Sull’onda del successo ottenuto il consorzio ha aumentato sempre più le

sue ambizioni e il suo raggio di azio-ne arrivando ad organizzare rassegne di cinema e teatro di caratura inter-nazionale che hanno visto la presenza di illustri ospiti e la partecipazione di numerosissimi giovani. Meritati sono stati quindi gli importanti rico-noscimenti della Comunità Europea prima, che nel 1996 l’ha proclamata “Sala Europea per i ragazzi”, e del Ministero per i Beni e le Attività Cul-turali poi, che ha concesso a Fantar-ca il riconoscimento nazionale. Con un’associazione di questo calibro e il lavoro utile ed incessante del Comu-ne di Molfetta e della Regione Puglia, sicuramente il progetto della Cittadel-la degli Artisti potrà esprimersi nella miglior maniera possibile rivaloriz-zando l’intero mondo della creatività artistica molfettese e non. Visti questi positivi presupposti si potrebbe ormai dire, fatti i relativi scongiuri, che la Cittadella degli Artisti sarà un suc-cesso annunciato.

Francesco Tempesta

Un gruppo noto e di provata esperienza proverà a far rivivere il sogno.

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La Cittadella degli Artisti nelle mani di Fantarca

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Qualcosa si può fare sempre, si potreb-be partire da quest’assunto, qualcosa da cui cominciare per cambiare, se non proprio il mondo, almeno il proprio quartiere, qualcosa su cui pungolare chi ci governa, perché badi agli inte-ressi dei cittadini e non ai propri. A Molfetta ci sarebbe solo da scegliere in merito alle questioni su cui inter-venire. E da qualche parte, appunto, si dovrà pur iniziare. Qualche giorno fa, il 18 aprile per la precisione, è scaduto, dopo quattro annidi validità, il Piano del Commercio che riguarda gli ambu-lanti, vale a dire il complesso di norme cittadine che regolamenta dove, in qua-li spazi e chi ha il diritto di piazzare le sue bancarelle per vendere frutta, ver-dura e quant’altro. A rigor di logica, vi-sto che in quattro anni la situazione s’è fatta scottante, un nuovo piano avreb-be dovuto già essere pronto. Così non è. In questi ultimi mesi sarebbe stata opportuna una ricognizione dello stato delle cose, l’ascolto delle istanze dei cittadini, portatori di interessi diversi,

da quello di circolare liberamente e di veder garantita igiene e pulizia di stra-de e marciapiedi, a quello di poter fare acquisti a prezzi modici e il più vici-no possibile, sentire anche i commer-cianti, quelli che dai loro negozi guar-dano in cagnesco agli ambulanti, che poi ambulano assai poco. Insomma, ci sarebbe stato bisogno di un’azione politica, che facesse mediazione fra in-teressi e soggetti diversi e individuas-se una soluzione non perfetta, che la perfezione a Molfetta ed altrove non è dato di trovare, ma almeno decente. Sì, che si puntasse almeno alla decenza, che in questo campo è perduta da tem-po. Prima erano i carretti e le Apecar che circolavano per le strade, portando i prodotti vicnino ai consumatori, ma-gari qualche camion con le patate e le angurie di Zapponeta, fermo all’angolo a magnificare i propri prodotti, pronto a spostarsi alla ricerca di acquirenti. Poi si son conquistati ognuno un pro-prio angolo fisso e sono arrivate pure le mozzarelle, il pesce, il pane, l’intero

campionario merceologico; in segui-to hanno cominciato ad ingrandirsi, non solo il carretto o il camion, ma le cassette sparse intorno e immediata-mente dopo i banchi di esposizione; in una fase ulteriore, la proliferazione in ogni dove di questi veri e propri punti commerciali, la conquista delle nuove zone della città e, ultima evoluzione, la sistemazione in strutture semiperma-nenti, camion che ormai non sarebbero in grado di camminare, da tanto sono fermi ad un angolo, gazebo e pure strutture di ferro. A questi si aggiunge la categoria degli ortolani che offrono i loro prodotti davanti l’uscio di casa. Potrebbe essere una soluzione di com-mercializzazione a “chilometro zero”, merci vendute lì dove sono prodotte, senza consumi di carburante, costi aggiunti e inquinamento, ma anche in questo caso i controlli sono inesistenti, sia quelli igienici, perché questi punti vendita improvvisati non sono dotati di celle frigorifere, acqua corrente e quant’altro potrebbe garantire il giu-

sto trattamento delle merci stesse, sia quelli fiscali e soprattutto nessuno garantisce che le cime o i mandarini vengano dalla campagna molfettese e non siano stati acquistati piuttosto al mercato all’ingrosso e rivenduti per ricavarne una guadagno a netto di tas-se. Insomma, ricominciare da qual-che parte si può, per esempio da qui, progettando un Piano del Commercio serio, che prenda atto di un problema, delle abitudini di vendita ed acquisto dei cittadini, della necessità di avere un lavoro per campare, ma senza dan-no per la collettività. A chi amministra chiedere raziocinio, scelte fatte in base non alla costruzione di un possibile bacino di consenso, ma dell’interesse di tutti, ai cittadini di non alimentare situazioni insostenibili nel miraggio di risparmiare qualche centesimo. Nien-te discorsi astratti, ma un’assunzione collettiva di responsabilità, sia pure a partire dalle patate e dalle melanzane.

Lella Salvemini

giovedì 29 aprile 2010 5L’opinione

E se partissimo da patate e melanzane?È scaduto il Piano del Commercio: forse è il caso di darsi da fare per cambiare qualcosa.

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Politica giovedì 29 aprile 20106

Impianto di compostaggio: Porta chiede lumiPresentata una interrogazione consiliare per capire come si intende risolvere la questione.

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Il consigliere comunale di Rifondazio-ne Comunista, Gianni Porta, è tornato ad interessarsi di igiene urbana ed in particolare dell’impianto di compo-staggio “Mazzitelli” che, nonostante sentenze e proclami, continua a ri-manere chiuso. “Abbiamo appreso in questi giorni dalla stampa – ha detto Porta – che l’Azienda Servizi Muni-cipalizzati si appresta a far ripartire la raccolta della frazione umida dei ri-fiuti, oltre ad altre iniziative di segno positivo come la raccolta porta a porta della carta e l’annuncio dell’ordinan-za che rimuoverebbe i contenitori per i volantini pubblicitari. Approfittiamo dell’occasione per rimettere al cen-tro della discussione e all’attenzione della cittadinanza un problema anno-so che rischia di vanificare la ripresa della raccolta dell’umido: l’impianto di compostaggio in contrada Torre di Pettine, da tempo al centro di questio-ni legali e giudiziarie che hanno visto contrapposti il Comune di Molfetta, proprietario dell’impianto di com-

postaggio, e l’azienda Mazzitelli”. Il compost sarebbe, in estrema sinte-si, il risultato della decomposizione e umificazione di materie organiche biodegradabili, utilizzabile come fer-tilizzante (o, meglio, ammendante) che migliora la resa produttiva del suolo. “Nell’arco di quasi un venten-nio – ha precisato Porta – l’impianto è stato attivo soltanto per alcuni mesi ed è fermo dal sequestro del settem-

bre 2004 e, nonostante ci sia stato un giudizio arbitrale che ha disposto la restituzione dell’impianto di compo-staggio al legittimo proprietario, cioè al Comune, ad oggi l’impianto non è ancora nelle disponibilità dell’ammi-nistrazione. Ora, considerato che la riattivazione dell’impianto, possibile grazie ai 2.300.000 euro di finanzia-menti messi a disposizione dall’ul-tima Giunta Divella sin dall’aprile

2009, potrebbe determinare un ritorno economico per i bilanci del Comune e che la sua mancata attivazione limi-ta significativamente la crescita della raccolta differenziata, chiediamo quali iniziative siano state messe in campo per riottenere un bene della collettivi-tà. Tra l’altro raccogliere l’umido e poi conferirlo in discarica oppure presso impianti di compostaggio privati per il contribuente non sarebbe certo un guadagno. Tenuto conto anche delle difficoltà economiche, nel frattempo non alleviate, degli ex lavoratori della impresa Mazzitelli che grazie alla ri-attivazione di tale impianto potrebbe-ro ottenere una possibilità di reinseri-mento lavorativo, su tali questioni e al fine di sollecitare l’amministrazione lo scorso 20 aprile è stata presentata dal sottoscritto un’interpellanza con-siliare, anche per sapere quanto prima dall’amministrazione comunale, in qualità di proprietaria dell’impianto, quali intenzioni abbia rispetto alla ge-stione futura della struttura”.

Dopo la brusca frenata per i lavo-ri di costruzione del nuovo porto di Molfetta che sono costati alla nostra amministrazione ben 7,8 milioni di euro a seguito del contenzioso con la ditta appaltatrice e le successive inda-gini da parte della Procura di Trani, l’ambizioso progetto che dovrebbe rivelarsi una delle più grandi opere pubbliche di tutti i tempi continua, seppur lentamente, ad andare avanti. Circa 87mila euro andranno infatti a finanziare uno studio approfondito del moto ondoso all’interno del bacino portuale. Queste analisi si sono rese necessarie e indispensabili per il pro-seguimento dei lavori del porto. Lo studio verrà condotto mediante delle

simulazioni in canaletta all’interno della quale si ricreeranno le condizioni del moto ondoso dovuto al susseguirsi dei diversi venti. I risultati scientifici serviranno principalmente a valutare se sia il caso di sostituire nel progetto portuale la banchina nord-ovest (che sarà destinata al traffico mercantile e crocieristico) su pali con una banchi-na su cassoni. Il tutto si rende partico-larmente utile dato che la banchina in questione non è ancora stata realizzata e così facendo si eviterebbe l’ennesi-mo spreco di denaro pubblico. Ma lo studio servirà anche a comprendere meglio quale tipo di correnti conti-nuano a danneggiare le imbarcazioni ormeggiate durante particolari con-

dizioni di vento. Ricordiamo che, a detta di pescatori e marinai, l’esordio di questi moti ondosi anomali coin-cise con la creazione di alcuni moli del nuovo porto e si rivelò partico-larmente importante per l’incolumità delle imbarcazioni. Al bando di gara per ottenere l’affidamento dello stu-dio delle correnti in questione si sono presentate circa una decina di impre-se, fra cui alcune università italiane ed estere. Ad avere la meglio, secondo la commissione interna del Comune di Molfetta, è stata l’Università Politec-nica di Catalogna di Barcellona che si è aggiudicata lo studio. Sarà infatti il CIEM Lab, Canal d’Investigaciò i Ex-perimentaciò Marìtima, dell’Univer-

sità catalana ad occuparsi di risolvere l’importante problema delle correnti all’interno del porto di Molfetta. Un laboratorio prestigioso per un proget-to altrettanto prestigioso come quello voluto fortemente dalla amministra-zione comunale. Un’ulteriore orgoglio per la città di Molfetta arriva dal fatto che all’interno dello staff del CIEM sia presente come ricercatore anche un molfettese. Si tratta dell’ingegner Corrado Altomare, figlio d’arte, che ha seguito le orme di suo padre, l’in-gegner Rocco Altomare attualmente a capo del Settore Territorio del Comu-ne di Molfetta.

Francesco Tempesta

Affidato lo studio del moto ondoso del bacino.

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Parlerà anche “spagnolo” il nuovo porto

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giovedì 29 aprile 2010 7Politica

L’UdC resta targata AmatoDopo le dimissioni di papà Pino l’incarico di commissario passa nelle mani di Robert.

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Robert Amato, figlio del più noto Pino, è il nuovo commissario dell’Unione di Centro molfettese. Nel suo percorso sarà affiancato da due vice: Doriana Carabellese, già assessore comunale all’Annona e Polizia Municipale e Domenico Mi-nervini. Il coordinamento dei giovani UdC di Molfetta, incarico preceden-temente ricoperto dallo stesso Ama-to, è stato affidato a Saverio Digioia. Questi i nuovi quadri del partito di Pierferdinando Casini a Molfetta, co-municati nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede del parti-to in via Baccarini. Il giovane com-missario, Robert Amato, ha le idee ben chiare sul futuro del suo partito: “Nostro compito precipuo e costante sarà quello di essere tra la gente, e soprattutto di ascoltarne le istanze,

le problematiche e le urgenze. Per quanto mi riguarda intendo coinvol-gere i giovani mostrando loro che la politica non è sporca o corrotta, ma mettendo in evidenza che c’è una fac-cia pulita, attenta, seria, competente, onesta”. Entrambi concordi i due vice commissari Carabellese e Minervini sul fatto che “grande e ambiziosa è la sfida che attende l’UdC molfettese poiché si stanno ponendo le basi per la costruzione di una nuova classe dirigente. È rilevantissimo che nella nostra città, per la prima volta alla guida di un grande partito, ci sia un giovane al quale sono riconosciute capacità professionale e entusiasmo di operare al servizio del territorio. In questo modo – continuano i due vice – parlando da giovani a giovani sare-mo maggiormente credibili e potremo

coinvolgere e avvicinare altri ragazzi alla politica attiva”. Sulla stessa lun-ghezza d’onda il neo-responsabile del movimento giovanile UdC Mol-fetta Saverio Digioia il quale lancia un invito alle sezioni giovanili degli altri partiti “a incontrarsi e confron-tarsi sulle problematiche della città in quanto solo le occasioni di incon-tro e confronto segnano la reciproca crescita umana e politica”. Presente all’incontro anche il coordinatore re-gionale dei giovani UdC Sergio Ada-mo: “L’Unione di Centro è un partito che crede fortemente nei giovani non demagogicamente, ma attribuendo loro fiducia e responsabilità. Se poi aggiungiamo che le ragazze e i ra-gazzi dell’UdC come Robert hanno un humus di preparazione culturale, politica e civica questo ci inorgogli-

sce e ci motiva ancora di più a far bene”. Sostegno alla famiglia, alle politiche ambientali e giovanili, al lavoro, alla sicurezza costituiscono i temi che Robert Amato avrà come prioritari sull’agenda politico-ammi-nistrativa del partito. Il neo-commis-sario cittadino accenna anche a even-tuali alleanze amministrative: “Va-luteremo i programmi, noi restiamo al centro, ascolteremo attentamente i programmi e se convergeranno con i nostri siamo disponibili a dialogare con tutti”. Il giovane Robert Amato è anche l’unico candidato per il Sud Italia dell’Unicentro per il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), composto da 25 studenti in tutta Italia ed è l’organo preposto per dialogare direttamente con il Mini-stero dell’Istruzione.

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Cronaca giovedì 29 aprile 20108

Si è tenuto lo scorso 27 aprile, pres-so il Palazzo di Giustizia di Trani, l’udienza preliminare del processo a carico di Elvis Ramaj, il 22 albanese accusato dal pubblico ministero Mi-chel Ruggiero del reato di omicidio colposo consumato nella notte del 24 agosto 2008, quando a seguito di un incidente stradale avvenuto sulla 16 Adriatica tra Molfetta e Bisceglie, persero la vita Dritaj Hoxma, Lazza-ro Rizzi, Annalisa de Ceglie, Elisa-betta Cagnetta e Sergio de Gennaro. Come si ricorderà, attorno alle 3.30 di quella notte, la Mercedes con a bordo i quattro ragazzi molfettesi e la Volvo (nella foto) condotta da El-vis Ramaj, entrarono in collisione in un punto situato a poche centinaia di metri dall’ingresso di Molfetta. L’im-patto fu tanto violento da causare la morte immediata delle cinque vittime e lesioni gravi all’unico sopravvissu-to ed attualmente unico imputato nel processo. Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero, Elvis Ramaj, che procedeva da Molfetta in direzio-

ne Bisceglie, “teneva una condotta di guida colposa giacché imprudente per la velocità di marcia paria a 77,5 chilometri orari”, superiore quindi al limite imposto in quel tratto di 50 chi-lometri orari. “Giunto in prossimità del km 744+350 investiva ed entra-

va in collisione con la fiancata destra dell’autoveicolo Mercedes Classe E che, proveniente nel senso inverso a velocità non commisurata alle situa-zioni ambientali e pari a 92,3 chilo-metri orari, dopo ripetuti sbandamen-ti impegnava in posizione trasversale,

ormai fuori dal controllo del proprio conducente, la corsia della Volvo”. Un impatto causato, sempre secondo il pubblico ministero, dalla “condot-ta di guida del Rizzi, genericamente colposa perché imperita a causa della perdita del controllo del mezzo, oltre che specificamente colposa perché inosservante del prescritto limite di velocità, ma concausato da quella del Ramaj, genericamente colposa per-ché imprudente e specificamente col-posa, giacché inosservante anch’essa del prescritto limite di velocità”. Nel processo, in cui Elvis Ramaj è difeso dagli avvocati Vittoria Tesoro e Gia-como Ragno, il pubblico ministero ha individuato come “parti offese” che si sono costituite in giudizio i fami-liari di Annalisa de Ceglie, rappre-sentati dall’avvocato Alberto Mastro-pasqua, quelli di Sergio de Gennaro ed Elisabetta Cagnetta, rappresentati dall’avvocato Tommaso Poli e quelli di Lazzaro Rizzi rappresentati dagli avvocati Francesco Santoro e Angela Maralfa.

È cominciato il procedimento a carico dell’unico superstite del grave incidente dell’agosto 2008.

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Dopo la strage il processo

È partita da Molfetta l’indagine che lo scorso 13 aprile ha consentito agli agenti del Commissariato della Poli-zia di Stato di Cerignola, in provin-cia di Foggia, di scoprire un’officina clandestina in cui venivano smontate le auto rubate per ricavarne pezzi di ri-cambio. Due persone, di 37 e 26 anni, con precedenti penali, sono state arre-state con le le accuse di riciclaggio e ricettazione. Le indagini sono partite da un furto di una Ford C Max avve-nuto a Molfetta. La vettura, un’auto a noleggio di proprietà della Hertz Italia, era dotata di un impianto satel-litare di nuova generazione di quelli perfettamente mimetizzati all’inter-

no dell’abitacolo. La ditta fornitrice dell’impianto ha fornito alla Polizia le coordinate per giungere sul luogo in cui veniva segnalata la presenza dell’auto. Gli agenti hanno cercato a cinque chilometri dal centro abitato e ad un certo punto hanno udito dei rumori di sega elettrica e ferraglia provenire da un capannone in mura-tura situato in aperta campagna. Lì gli agenti hanno scoperto due uomini intenti a sezionare la parte anteriore della Ford. Dopo aver bloccato i due pregiudicati, è partita la perquisizione all’interno e all’esterno del capanno-ne che il primo ha dichiarato di aver preso in fitto. Sparsi per terra c’era-

no decine di arnesi utili allo scasso, seghe elettriche, gruppi elettrogeni; la Ford, dalle cui targhe si risaliva al mezzo che si stava cercando, era ormai composta solo dalla scocca e presentava il telaio abraso. Sono stati sequestrati anche due furgoni ritrovati nelle immediate vicinanze, di cui uno privo di targhe e con il telaio abraso, che conteneva i pezzi appena smonta-ti dell’auto rubata a Molfetta, mentre l’altro, intestato ad una ditta di An-dria, conteneva una bombola d’ossi-geno con fiamma ossidrica utilizzata per tagliare più velocemente possibile e facendo pochissimo rumore le auto-vetture.

Fermati a Cerignola dalla Polizia. Le indagini partite da Molfetta.

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Sgominata banda di ladri d’auto

Page 9: Il Fatto n. 059

giovedì 29 aprile 2010 9Cronaca

Una notizia che non fa notiziaCaduta in mare ha rischiato di morire. Ora la famiglia ha bisogno d’aiuto.

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Cari lettori,sono l’insegnante di una bambina ma-rocchina di appena 9 anni, caduta in mare sabato 4 aprile scorso, duran-te la processione del Sabato Santo. Purtroppo la bimba è rimasta in ac-qua parecchio tempo prima di essere soccorsa, perciò il suo cervello è ri-masto senza ossigeno ed è entrata in coma. I suoi genitori sono disperati, tristi, stanchi e soli, dignitosi nel loro dolore, che non chiedono nulla e che ringraziano anche solo per un sorri-so. Noi insegnanti abbiamo cercato di essere accanto a questa famiglia il più possibile e con ogni mezzo, ma con tutta la nostra volontà, da sole non ce la facciamo; crediamo che sia nostro dovere tentare di aiutarla, ma abbia-mo bisogno anche dell’aiuto di tanti di Voi. Per questo motivo ho orga-nizzato una raccolta di beni di prima necessità (alimentari, abbigliamento, ecc.), presso l’oratorio di San Filip-po Neri. Della raccolta si occuperà la sig.na Piepoli Mercedes. Per ulte-riori informazioni potete contattare il n. 340-4140713, e-mail [email protected]. L’amore ha molte facce ed infinite sfaccettature e non dobbiamo dimenticarci di donare il nostro amo-re alle persone che ci stanno accanto,

che vediamo ogni giorno, coloro che soffrono. Guardiamoci intorno, basta poco, anche solo un sorriso, un gesto, uno sguardo...Questa lettera, giunta in redazione il 21 aprile scorso, inviataci da un’inse-gnante attenta e sensibile con cui ave-vamo già parlato e che ha dimostrato, scrivendola, quanto le doti personali possano valere e contare, a volte, più delle competenze professionali, anti-cipa un nostro articolo sulla vicenda, che avevamo rimandato per rispetto alla famiglia, estremamente provata dal dolore e dalle condizioni economi-che precarie da quando, per dedicarsi ad assistere e a seguire la bambina, è costretta a trascurare l’attività di com-mercio ambulante, unica ed esigua fonte di sostentamento. Anche se non può camminare ed avrà forse dei ritar-di cognitivi, la bambina ora pare stia meglio, é stata trasportata all’Ospeda-le Giovanni XXIII e si è svegliata dal coma: un miracolo, secondo i medici, visto che è stata in acqua senza ossi-geno per più di 35 minuti prima di es-sere soccorsa dai sanitari del 118 che l’avevano portata al Pronto Soccorso dell’ospedale “Don Tonino Bello” e poi al Policlinico di Bari per le condi-zioni di estrema gravità . Una bambina

ferita, per sempre segnata, ma, occor-re ribadirlo, “invisibile”, che non c’è e non c’è stata, di cui non si è fatta menzione nei giornali locali, figlia di genitori marocchini da tempo residenti nella città di Molfetta, caduta in mare sabato 3 aprile, mentre giocava con un cuginetto su uno dei pontili realizzati anni fa dall’amministrazione comuna-le nella zona del porto: zona “ufficial-mente” chiusa al pubblico, estrema-mente pericolosa, incustodita e priva di ogni tipo di sorveglianza, facilmen-te accessibile da chiunque, specie da bambini e ragazzi, ma anche da adulti, pescatori e curiosi, che vi staziona-no abitualmente e vi svolgono varie attività. Pare che in passato diversi cittadini avessero più volte segnala-to il problema alla Guardia Costiera chiedendo di rafforzare le misure di sicurezza e di sbarrarne l’ingresso, più che vietarlo solo con un semplice cartello, ma inutilmente. Dalle due in-chieste avviate, una dei Carabinieri e l’altra della Guardia Costiera, finora non sono emersi particolari di alcun rilievo. La notizia non ha fatto notizia, né suscitato scalpore, forse perché pri-va di dettagli interessanti e scabrosi, di quell’impatto emotivo che potesse renderla degna della prima pagina o

collocabile nella cronaca bianca op-pure nera: nera proprio come il colore della pelle di questa gente che, accanto a noi ma, in fondo, lontana, vive e con-suma un dolore composto e taciturno, non lo urla e non lo mostra, continua ad aspettare e a sperare che tutto tor-ni come prima, lì, sulla banchina San Domenico, dove il padre espone le sue merci tra tante altre bancarelle da oltre 20 anni e dove spesso un po’ tutti ci fermiamo a curiosare, a contrattare per pochi spiccioli, senza neanche guarda-re chi abbiamo di fronte. Una notizia che non è stata sapientemente utiliz-zata neanche dagli stessi protagonisti che l’hanno tenuta per sé, con umiltà e riservatezza, traendo forza dal silenzio e dall’affetto dei pochi familiari, dan-do quasi l’impressione di voler sparire forse per un inconscio senso di colpa: altri usi ne sarebbero stati fatti, da al-tra gente ed in altri contesti sociali e politici. Forse è mancata la solidarietà delle istituzioni, il sorriso e l’abbrac-cio che fanno di una città una comu-nità che accoglie, aiuta, sostiene. Se fosse caduta in mare una pera, in un pomeriggio d’aprile, di sole e di gio-chi, avrebbe fatto più rumore.

Beatrice De Gennaro

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Il 24 e 25 aprile ha preso il via in tutta Italia la raccolta firme per richiedere il referendum finalizzato alla ripubbli-cizzazione dell’acqua. Sono state cen-tinaia le piazze italiane in cui sono sta-ti allestiti punti in cui è stato possibile firmare. La campagna referendaria dal titolo “L’acqua non si vende” si pone come obiettivo quello di abrogare la legge attualmente vigente approvata nel novembre del 2009 dall’attuale Governo e altre controproducenti nor-me approvate dai Governi passati che hanno privatizzato l’acqua rendendola una merce da profitto. Quindi attual-mente tutte le compagnie che si occu-pano della fornitura idrica italiana co-minciano a farlo a scopo di lucro e non

più per offrire un servizio alla colletti-vità che non preveda ritorni economi-ci. Ed è proprio questa la concezione sbagliata di un bene che dovrebbe es-sere assolutamente pubblico, un bene che è un indiscusso diritto universale. La Costituzione Italiana prevede per l’indizione di un referendum popolare il raggiungimento di 500.000 firme. Nel caso questa iniziativa dovesse raggiungere la suddetta soglia si an-drebbe al voto nella prossima prima-vera. Sulla scheda del referendum verrebbero sottoposti al parere di tutti gli elettori italiani tre quesiti. Il primo prevederebbe la proposta di abroga-zione dell’art. 23 bis della Legge n. 133 del 2008 che impone ai comuni

la messa a gara e di conseguenza la mercificazione delle risorse idriche. Il secondo quesito invece chiedereb-be l’abrogazione dell’art.150 del De-creto Legislativo n.152 del 2006 allo scopo di impedire il ricorso alle gare e all’affidamento della gestione del ser-vizio idrico a società di capitali favo-rendo quindi il ritorno della gestione pubblica. Il terzo, invece, proporrebbe l’abrogazione dell’art.154 del Decreto Legislativo 152 del 2006 che limita al 7% la quota di remunerazione del ca-pitale investito, cosa che eliminerebbe la possibilità di ottenere profitti attra-verso la gestione dell’acqua. Qualora questi tre quesiti dovessero essere ap-provati la gestione del servizio idrico,

visto finalmente e nuovamente come bene pubblico, tornerebbe ad essere regolamentata dal già vigente art.114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. La raccolta firme ha avuto inoltre il decisivo appoggio di uno dei social network più in voga del momento: Fa-cebook. Sono tantissimi i gruppi for-matisi con lo scopo comune di scon-giurare la privatizzazione del servizio idrico. Fra i più popolari spicca quello denominato “Referendum per l’acqua pubblica” che conta ben 23.000 iscrit-ti ed è direttamente collegato al sito promotore dell’iniziativa www.acqua-benecomune.org.

Francesco Tempesta

Tre quesiti per tutelare un bene di tutti.

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Un referendum per l’acqua

L’acqua come merce e come og-getto di profitto. È questo quello a cui l’umanità sta andando incontro. Qualcosa di incredibile, di inammis-sibile, di folle. Qualcosa di cui l’uo-mo non deve andarne particolarmen-te fiero, una diavoleria. L’acqua è uno degli ingredienti principali della vita. Privatizzarla significherebbe di conseguenza privatizzare la vita. Fra alcuni decenni vivrà solo chi potrà permettersi di acquistarla e il diva-rio fra poveri e ricchi mostrerà la sua espressione più subdola e meschina. Secondo fonti scientifiche a cavallo

fra il 2020 e il 2030 circa tre miliar-di di persone non avranno più acqua. Questo perché il prezioso liquido tra-sparente sta cominciando a scarseg-giare in maniera allarmante sull’in-tero pianeta. La sua privatizzazione quindi potrebbe essere una manovra mossa da forti interessi di chi ne sta già fiutando il futuro e remunerativo business. Immaginatevi il prezzo di un bene che scarseggia sulla Terra. Si arriverebbe ai livelli del petrolio ma vista l’importanza vitale l’acqua potrebbe avere un prezzo di gran lun-ga superiore trasformandosi in “oro

blu”. A riprova di ciò vi è un’inquie-tante affermazione del vice presiden-te della Banca Mondiale che ha affer-mato che nel XXI secolo potrebbero scatenarsi le “guerre dell’acqua”. La netta diminuzione del bene potrebbe scatenare una serie di conflitti. Ed è stata proprio questa la motivazione che ha accelerato il suo processo di privatizzazione destando sconcerto planetario. A risentirne maggior-mente per il momento saranno state le popolazioni del Terzo Mondo che non godono di cero di una buona si-tuazione economica. Questa gente non può nemmeno permettersi un tozzo di pane e adesso dovrà comin-ciare a comprarsi addirittura l’acqua. Qualcosa di sconvolgente che non può lasciare il Mondo indifferente anche perché un domani molto ma molto vicino la stessa sorte toccherà alle classi più povere dell’Occiden-te. Allora i ricchi rimarranno ricchi e i poveri diventeranno sempre più poveri. Ecco perché non bisogna as-solutamente lasciarsi scoraggiare da un mondo sempre più insensibile ai suoi problemi. L’esempio di ciò ar-riva dalla Bolivia dove, dopo la pri-vatizzazione dell’acqua affidata in monopolio alla Betchel Corporation, la popolazione sotto la spinta di un semplice calzolaio protestò feroce-mente contro il Governo ottenendo la revoca del provvedimento. Priva-tizzare l’acqua significherebbe ve-dere il suo costo raddoppiato se non addirittura triplicato e l’incombere di nuovi e loschi giri di corruzione

attorno alla sua commercializzazio-ne. Di conseguenza la qualità del li-quido scenderebbe perché la politica intrapresa sarebbe quella dell’otteni-mento del massimo dal minimo in-vestito. E che dire di coloro che non potranno permettersi di bere un bic-chiere d’acqua in più? Un bel giorno aprendo la manopola del rubinetto di casa scopriranno amaramente che il “privato” di turno ha deciso di stac-care la fornitura solo perché dopo la triplicazione del prezzo essi non avevano i mezzi economici per far fronte a questi aumenti. Un incubo mondiale a cui si potrebbe far fronte solo e soltanto svegliandosi in tem-po sempre se qualcuno non decida di privatizzare anche il sonno e il suono della sveglia! f.t.

Privatizzare l’acqua: ecco perché non è giusto.

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Fonte di vita. O di guadagno?Attualità giovedì 29 aprile 201010

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giovedì 29 aprile 2010 11Attualità

È in funzione dallo scorso 22 marzo ed è già un punto di riferimento per i bisogni sanitari non solo della città ma di tutta la Regione. Parliamo del nuovo mammogrfo in uso al reparto di seno-logia dell’ospedale “don Tonino Bello” di Molfetta ed affidato alla équipe gui-data dal dottor Paolo Salatino. Il mac-chinario, costato circa 270mila euro, è uno strumento di ultima generazione capace di sottoporre le donne ad esa-mi notevolmente precisi ed in tempi rapidi con risultati ad alta definizione

utili per l’analisi clinica delle pazienti. “Si tratta – ha detto la dottoressa An-nalisa Altomare, direttore sanitario del presidio ospedaliero – di una strumen-tazione all’avanguardia che innalza ulteriormente il livello di qualità della nostra struttura”. Una struttura sempre più punto di riferimento per le pazienti. “Così tanto – ha aggiunto la dottoressa Altomare – che le liste per le visite se-nologiche sono già piene fino alla fine del 2011”. Un dato che a prima vista non dovrebbe costituire un vanto ma

che invece va letto sotto un’ottica di-versa dalle apparenze. “Al nostro pre-sidio e ai nostri medici si rivolgono utenti provenienti da tutta la regione ed oltre, questo significa che nonostante le 35 visite giornaliere assicurate, la ri-chiesta è superiore alle nostre possibili-tà”. E pensare che in strutture sanitarie limitrofe per ottenere gli stessi esami (ma con altri medici e macchinari non certo di ultima generazione) l’attesa è di gran lunga ridotta. “Naturalmente – ha precisato la dottoressa Altomare

– i casi urgenti e le pazienti già colpite da tumore, hanno precedenza e le visite vengono loro assicurate nel corso dei dieci giorni successivi alla richiesta”. Soddisfatto per essere riusciti ad otte-nere il nuovo macchinario è il dottor Salatino: “Abbiamo a disposizione uno strumento importante ed utile grazie al quale oggi possiamo migliorare ulte-riormente il servizio che offriamo alle pazienti. Un altro tassello nel mosaico di buona sanità che ci stiamo sforzando di realizzare a favore della comunità”.

Il macchinario del “don Tonino Bello” è costato 270mila euro.

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In funzione il nuovo mammografo

Page 12: Il Fatto n. 059

Attualità giovedì 29 aprile 201012

A conclusione della celebrazione del prossimo 30 aprile 2010, che si svol-gerà nella Cattedrale di Molfetta alle 18.30, avrà luogo la Prima Sessione Pubblica del Processo di Canonizza-zione del Servo di Dio Antonio Bello. Dopo la Santa Messa, presieduta da S.E. mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, si insedierà e presterà giura-mento nelle mani del vescovo mons. Luigi Martella il Tribunale. La com-posizione dell’organo ecclesiastico è la seguente: S.E. mons. Agostino Superbo (postulatore), mons. Dome-nico Amato (vice postulatore), dott.ssa Silvia Correale (vice postulatore), don Antonio Neri (delegato episcopa-le), mons. Luca Murolo (promotore di giustizia), don Nunzio Palmiotti (no-taio), don Fabio Tangari (notaio ag-giunto), dott.ssa Franca Maria Lorus-so (notaio aggiunto). La Commissione Storica inoltre è composta da mons. Luigi M. de Palma, mons. Salvatore Palese, don Ignazio Pansini. Secon-do quanto disposto dalla Sanctorum Mater, l’Istruzione per lo svolgimento delle inchieste diocesane nelle cau-se dei santi, i Membri del Tribunale

“giurano di adempiere fedelmente il loro incarico e di mantenere il segre-to d’ufficio”. Successivamente a que-sto evento si darà così inizio alla fase di ascolto dei testimoni circa le virtù

eroiche del Servo di Dio. Per l’acco-glienza delle migliaia di fedeli che si prevede possano arrivare a Molfetta, sono stati decisi i piani di accoglienza. I parcheggi, in spazi individuati dalla

Polizia Municipale di Molfetta verran-no diversificati per pullman e automo-bili. I pullman giungeranno in piazza Garibaldi e, dopo aver fatto scendere i passeggeri, andranno a parcheggiare nell’area dello stadio comunale (su via Giovinazzo, nei pressi della caserma dei Carabinieri), mentre le auto so-steranno nell’area del porto, sul lun-gomare e presso lo stadio comunale. L’accesso alla Cattedrale averrà dal portale centrale e dall’ingresso latera-le ubicato in via Entica della Chiesa, stradina a destra della Cattedrale. Per consentire la partecipazione anche a quanti non riusciranno ad entrare in Cattedrale sarà collocato all’esterno, su corso Dante, un maxischermo di-gitale ed un adeguato impianto audio e circa 1000 posti a sedere. La cele-brazione sarà trasmessa in diretta da Telenorba. Si potrà usufruire dei ser-vizi igienici per tutta la serata presso la villa comunale e la zona porto. Per consentire un’agevole organizzazione saranno dislocati sulle diverse zone alcuni giovani del servizio d’ordine, riconoscibili da apposito distintivo, i quali saranno in grado di dare ogni in-dicazione cui attenersi strettamente.

Tutto pronto per la solenne cerimonia.

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Il 30 aprile di don Tonino

Sono stati definiti i vincitori 2010 del Premio “Leonardo Azzarita”, tradi-zionale appuntamento per discutere di giornalismo e comunicazione, or-ganizzato anche quest’anno dal Cen-tro Studi Leonardo Azzarita con il patrocinio della Regione Puglia, Pro-vincia di Bari e Comune di Molfetta nonché di alcune aziende partner. La cerimonia si terrà il prossimo 15 mag-gio alle 19 nella sala “Finocchiaro” della Fabbrica di San Domenico, alla presenza di autorità civili, politiche e militari. Per la sezione Giornalisti di Puglia, il Premio sarà assegnato quest’anno al giornalista dottor Ro-dolfo Calò (nella foto), Capo Servizi Esteri dell’Ansa a Roma, la più gran-de agenzia di stampa italiana. Calò, molfettese di nascita, ha ricoperto ruoli di capo servizio anche nelle sedi Ansa di Bonn, Bruxelles, Berlino, Milano e Roma. Laureato in lettere alla Sapienza a Roma, è stato anche Capo servizio aggiunto all’Ansa per le regioni Abruzzo e Molise nonché collaboratore dei quotidiani “La Re-pubblica” e “La Stampa”. A Calò sarà

assegnato uno speciale premio rea-lizzato per l’occasione dallo scultore Michelangelo de Virgilio ed una tar-ga del sindaco di Molfetta. In questa sezione erano stati premiati gli anni scorsi Francesco Giorgino del Tg1, Michele Mirabella di Rai Tre, Danie-le Rotondo del Tg2, Piero Ancona di Skytg24, Paola Laforgia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia e Saverio Montingelli della Domeni-ca Sportiva della Rai. Per la sezione Comunicazione ed Istituzioni, inve-ce, sarà premiato un volto noto della televisione, il colonnello dell’Aereo-

nautica Militare Vitantonio Laricchia, metereologo per la Rai e per molte emittenti televisive regionali, nonché per prestigiose testate giornalisti-che come La Repubblica, il Corrie-re della Sera, consulente scientifico dell’Arpa, al quale andrà un Premio realizzato per l’occasione dai fratelli Leonardo e Margherita La Forgia ed un targa. In questa sezione erano stati premiati gli anni scorsi don Tonino Bello alla memoria, il colonnello dei Carabinieri Paolo La Forgia della Dia di Roma, mons. magg. Mauro Ama-to Cappellano dell’Arma dei Carabi-

nieri, Chicca Maralfa capo redattrice di Bari Economica della Camera di Commercio di Bari. Premio Speciale 2010 ad Antonio Stornaiolo, attore, conduttore televisivo per Antenna Sud, giornalista, volto noto della te-levisione anche per aver duettato con Emilio Solfrizzi. Stornaiolo ha gira-to numerosi film ed oggi è uno dei conduttori televisivi più attivi della nostra regione con trasmissioni mol-to note, alcune delle quali indirizza-te ai bambini. Anche per Stornaiolo, targa e premio dell’artista molfettese Maria Addamiano. In questa sezione lo scorso anno era stato premiato il dottor Michelangelo Borrillo, Capo Servizi economia del “Corriere del Mezzogiorno”. La commissione che ha assegnato i premi, presieduta da Giuseppe Pansini, è composta da Francesco Bisceglie vice presidente, Giuseppe Adesso segretario, Paola Copertino addetta alla pubbliche re-lazioni e come componenti Sergio Camporeale, Michelangelo de Virgi-lio, Michele Sancilio, Luigi Bisceglie, Leonardo e Margherita La Forgia.

La manifestazione si svolgerà il prossimo 15 maggio nella sala “Finocchiaro”.

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Torna l’appuntamento con il premio “Azzarita”

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È stato il molfettese Fabio Zaza ad aggiudicarsi la terza edizione del “Memorial Franco Misino”, ma-nifestazione organizzata lo scorso 20 aprile dalla AMIRA (Associa-zione Maitre Italiani Ristoranti ed Alberghi) per ricordare la figura del collega e amico Franco Misino, biscegliese, prematuramente scom-parso alcuni anni fa. Fabio Zaza ha superato nella gara svoltasi presso la sede dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Molfetta i col-leghi Giuseppe Strippoli di Ruvo di Puglia, Francesco Vangi di Mono-poli e Antonio Fasciano di Molfetta. Il maitre molfettese ha partecipato al concorso, che aveva come tema “Preparazione di un dessert flambè, con sporzionatura della frutta, elabo-razione al flambè e abbinamento del vino”, presentando un dessert a base di pere caramellate, intinte in salsa di vaniglia e gelato al fior di latte al profumo di aceto balsamico abbi-

nandolo ad un vino primitivo dolce delle Cantine Barsento denominato “Malicchia Mapicchia”. Il lavoro dei

quattro concorrenti è stato giudicato da una giuria composta da Salvato-re Turturro, in rappresentanza della

Federazione Italiana Cuochi, Isabel Romano, giornalista della testata “il Fatto”, Mauro Iaccarino e Michele Mastropierro in rappresentanza della Associazione Italiana Sommelier. A presiedere la giuria il Gran Maestro della Ristorazione, Mario Ficarel-li. Il vincitore del concorso, che ha ricevuto il trofeo “Terzo Memorial Franco Misino”, si è qualificato per le semifinali del Concorso Naziona-le Maitre dell’Anno, il cui vincitore finale prenderà parte ad ottobre al World Competition Flambè in pro-gramma a Grado presso il Grand Hotel Astoria. La giornata dedicata a Franco Misino si è conclusa con una cena di beneficenza presso l’Osteria del Seminario di Bisceglie, nel corso della quale sono stati raccolti fondi da destinare ad opere caritatevoli da realizzare in Africa in continuità con quanto già fatto nel 2009 quando venne realizzato un pozzo per garan-tire acqua potabile ad un villaggio del Kenya.

Il concorso organizzato dall’Amira per ricordare l’amico e collega.

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Zaza vince il Memorial “Misino”

giovedì 29 aprile 2010 13Attualità

Sbarca a Molfetta un “campionato” che vedrà sfidarsi tanti “atleti” a colpi di... gusto! Dal 9 al 10 maggio, infatti, lo splendido scenario del porto e della Banchina Seminario faranno da corni-ce al “Primo Campionato Nazionale Pizza ai Sapori di Puglia”, una com-petizione in cui si sfideranno i migliori pizzaioli provenienti da tutta la regio-ne e che avrà una serie di eventi colla-terali a coronare la tre giorni. L’orga-nizzazione, curata a Molfetta da Vin-cenzo Florio, titolare della pizzeria “I Monelli”, è affidata all’Associazione Pizzaioli Pugliesi con il patrocini di Provincia di Bari e Comune di Mol-fetta e la collaborazione della Nazio-nale Italiana Pizzaioli, di Pizza Point,

dell’Associazione Italiana Celiachia e dell’Istituto Alberghiero di Molfetta. I pizzaioli partecipanti si contenderan-no il Trofeo SpigAmica. Si comincia domenica 9 maggio alle 10 con le pre-

sentazioni di rito, poi dalle 11 lo spet-tacolo si sposterà direttamente sull’ac-qua del porto con una esibizione degli acrobati pizzazioli che arriveranno a bordo di una imbarcazione. Non man-

cheranno i convegni su argomenti as-solutamente “gustosi”: la focaccia ba-rese, gli impasti tradizionali, la sana e corretta alimentazione, la celiachia e le nuove forme di produzione del pro-dotto. Lunedì 10 maggio alle 15 avrà inizio la gara riservata agli “allievi” degli istituti alberghieri che si con-fronteranno per proporre la migliore “pizza in miniatura”. Il clou martedì 11 maggio alle 11.30 con il via alla competizione riservata ai pizzaioli professionisti che si contenderanno il “Primo Campionato Nazionale Pizza ai Sapori di Puglia”. Inutile dire che nel corso della tre giorni tra musica e divertimento ci sarà anche tanta pizza per tutti!

A Molfetta una competizione a colpi di gusto!

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Una pizza da campioni

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Un successo per Rita 1011920Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

In tanti lo scorso 22 aprile, hanno festeggiato Rita Levi Montalcini sul web con Rita101 (www.rita101.tv), l’omaggio della rete a Rita Levi Mon-talcini e ai suoi 101 anni. La festa è stata ideata e coordinata da Altratv.tv (www.altratv.tv) e Ipazia Promos con Wired, Current, Nòva24 ed ha visto la partecipazione anche de “il Fatto”. Grazie ad E’ TV sul canale Sky 891 l’evento è stato trasmesso sul satellite e online su decine di portali e piatta-forme. Hanno aderito all’iniziativa Rainews24, Corriere.it, Repubblica.it, Sapere.it, Treccani, Youdem, Rete7, Odeon, Il Fatto Quotidiano. La diret-ta è andata online sulle micro web tv italiane, sulle web tv e web radio uni-versitarie, sui micro media iperlocali e sui blog e videoblog. Hanno aderito oltre 250 piattaforme. L’evento è sta-to trasmesso da un piccolo studio tv nell’Associazione SqueezeZoom Bot-tega di Bologna. La co-produzione dell’evento ha visto impegnati tanti partner che in modo volontaristico hanno abbracciato l’iniziativa e cre-duto nel progetto. Nel corso della di-retta sono intervenuti i ricercatori col-legati in webcam via Skype da ogni parte del mondo e i gruppi d’ascolto posizionati nelle redazioni delle web tv e delle università. Collegamenti in simultanea con Torino (Libre-idee, network creativo online), Milano (Radiobocconi, web radio dell’Uni-versità Bocconi), Padova (Radiobue, web radio dell’Università di Padova),

Bologna (Codec TV, web tv dell’uffi-cio giovani del Comune di Bologna), Roma (Luiss TV, web tv dell’Univer-sità LUISS), L’Aquila (Collettivo 99), Villalta Irpina (Uànm TV), Lecce (Sa-lento Web TV), Messina (dal CNR con Messina Web TV). In collegamento in webcam via Skype anche un gruppo d’ascolto in USA, dall’Università di Idaho situata a Moscow nella contea di Idaho, USA. Durante l’evento con-dotto da Giampaolo Colletti di Altratv.tv è stata trasmessa la video-intervista realizzata dal direttore di Wired Ric-

cardo Luna a Rita Levi Montalcini. In diretta anche il videomessaggio di auguri di Clio Napolitano, moglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In collegamento telefo-nico sono intervenuti Riccardo Iaco-na (Rai3), Pieluigi Celli (Università LUISS), Luca De Biase (Nòva24). “Rita101 è stata una straordinaria festa online per omaggiare la grande ricercatrice. Stimiamo che si siano collegati 80mila utenti, tra la rete e la trasmissione sul satellite. In rete solo sul server che irradiava il segnale su

www.rita101.tv e sulle piattaforme delle micro web tv abbiamo avuto 40mila contatti, 20mila ip diversi col-legati e 1300 connessioni contempo-ranee. Alla diretta hanno aderito 252 piattaforme. Tutti questi numeri senza contare la trasmissione dei grandi pla-yer, Corriere.it e Repubblica.it, Sape-re.it e Rainews24. E senza calcolare il satellite. Grazie al contributo di E’ TV siamo riusciti a moltiplicare le piat-taforme trasmissive”, afferma Giam-paolo Colletti, Altratv.tv. Rita101 ora prosegue online. Su www.rita101.tv il team continuerà a raccogliere le storie delle ricercatrici e dei ricercatori ita-liani in giro per il mondo. Intanto con Wired Italia verrà incentivata nelle prossime settimane la sottoscrizione del 5x1000 per l’European Brian Re-search Institute. L’EBRI è stato fonda-to e ispirato scientificamente proprio da Rita Levi Montalcini. È un centro di ricerca internazionale dedicato allo studio delle neuroscienze. “Rita Levi Montalcini è un’icona dei nostri tem-pi, una delle persone più amate dagli italiani, e un modello per tutti i gio-vani che si avvicinano alla scienza e alla ricerca ed è stata proprio lei che ci ha ispirato la campagna per candidare Internet al Premio Nobel per la Pace. Per tutti questi motivi in occasione di Rita101, Wired Italia sosterrà la dona-zione del 5 per mille alla Fondazione creata dalla professoressa per le ricer-che sul cervello”, ha dichiarato Ric-cardo Luna direttore di Wired Italia.

Attualità giovedì 29 aprile 201014

La diretta web trasmessa anche da “il Fatto” per festeggiare il compleanno di Rita Levi Montalcini.

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giovedì 29 aprile 2010 15Inchiesta

Non è mai una scelta facile e sempre lascia traccia. Si discute tanto oggi, spesso strumentalmente, di interruzi-one di gravidanza, di pillola abortiva o di quella del giorno dopo, argomento di facile effetto nella contrapposizione politica. Ne parlano politici e preti, con troppa facilità. Si ascoltassero le donne si capirebbe che, pur nella dis-parità delle loro storie, età, motivazio-ni, condizioni famigliari e sociali, do-ver ricorrere all’aborto, qualunque sia la tecnica usata, è sempre uno “strap-po” nel tessuto più profondo della loro femminilità, che può certo essere riparato, ma di cui rimangono segni, più o meno profondi e dolorosi. Anche per tutta la vita, se la scelta viene vis-suta come vergognosa o condannabile, se viene compiuta e poi sotterrata nei meandri della coscienza, se non viene sufficientemente elaborata e accettata.

Prima di discuterne in modo tecnico, che sia legislativo o medico, di dibat-tere sulle tecniche da utilizzare, bisog-nerebbe prendere in considerazione la dimensione psicologica dell’aborto e, andando a ritroso, quella della gravi-danza in se stessa, che comporta, oltre alla preparazione biologica di un utero accogliente, anche l’elaborazione di un “grembo psichico” dove il bambino che nascerà possa essere atteso e quin-di pensato ed amato ancor prima di venire alla luce; perché, in definitiva, ciò che fa di una creatura un figlio è il desiderio materno, la capacità della donna di rendere presente e anticipare l’esistenza dell’altro dentro di sé. Ecco perché, visto quel che la gravidanza rappresenta nella vita di una donna, è indubbio che interrompendola in modo traumatico, poiché qualunque tecnica venga utilizzata, non esiste un modo

facile e dolce di farlo, possono crearsi problemi, che rischiano di destabi-lizzare la persona. Al punto tale che sono state classificate dalla comunità scientifica internazionale tre dimen-sioni patologiche legata all’aborto: la psicosi post-aborto, lo stress post-aborto e la sindrome post-abortiva. Quest’ultima comprende un insieme di disturbi che possono insorgere sub-ito dopo l’interruzione o anche dopo anni, rimanendo a lungo latente a liv-ello inconscio, motivo per il quale non è facilmente prevedibile né riconosci-bile. Anche perché le stesse donne non associano i sintomi connessi a questa specifica sindrome a un aborto ap-parentemente affrontato e vissuto con razionalità. Tutto ciò a netta smentita dell’assunto teorico che la donna non soffra, ma che al contrario provi sol-lievo nel liberarsi di un figlio non vo-

luto o considerato impossibile da met-tere al mondo. Anche se l’esistenza e la morte del suo bambino non sono riconosciute da nessuno attorno a lei, il legame che la lega a lui è totalizzante e la sua rottura traumatica. Quando la scelta di non portare avanti la propria gravidanza viene compiuta e accanto-nata, può arrivare a diventare un bloc-co nel “costruire il proprio futuro”, in special modo se viene a mancare un’elaborazione adeguata, da comp-iere secondo il proprio stile personale, serenamente, senza intenti direttivi o moralistici sulla scelta stessa, la cui insindacabile libertà deve rimanere un assunto imprescindibile, per rendere meno traumatica l’integrazione di questa esperienza nella propria storia di donna. Cosa che il dibattito attuale, con le sue asprezze ideologiche, certo non favorisce. l.s.

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Una scelta. Una traccia.

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Inchiesta16

Achille Della Ragione, l’aspirator velocePer saperne di più

1923Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice1922

Storia di un medico e di 54.000 aborti.La Puglia è tra le regioni in cui si ricorre più spesso all’IVG: il tasso di abortività, infatti, è di 318 contro i 241,8 della media nazionale, ma lo si fa soprattut-to nelle cliniche private, perché il numero dei medici obiettori di coscienza è altissimo. Lei è uno di questi….Sì, per una serie di motivi ma so-prattutto perché ho effettuato mol-ti studi sulla vita e sui movimenti fetali, che hanno confermato le mie convinzioni etiche e religio-se. Preciso, però, che ho un at-teggiamento “laico” nei confronti dell’aborto.Cosa vuol dire?Credo che ognuno debba agire se-condo coscienza e che la donna debba essere messa in condizione di poter sceglier la soluzione mi-gliore. Mettiamole a disposizione tutto ciò che la scienza sa e co-nosce: la decisione finale spetta a lei.La RU486 è la soluzione miglio-re? Pare che in America abbia provocato numerosi decessi….Gli stessi che vengono provocati da anni con i metodi tradizionali: si muore lo stesso per raschiamen-to o per complicanze di quest’ulti-mo. La pillola abortiva è usata da anni in parecchi Paesi del mondo, perché non dovremmo farlo anche noi?Un medico obiettore di coscien-za favorevole all’aborto: non le sembra un controsenso?No, affatto, perché il vero proble-ma non è l’aborto ma la contracce-zione. Tanti anni di professione mi hanno insegnato che la prevenzio-ne serve davvero ed è efficace, non solo nella lotta contro i tumori…La prevenzione si effettua con il potenziamento dei Consultori che non è certo considerata una priorità dal nostro Governo at-tuale…È vero, la politica non dovrebbe solo limitarsi a fare delle leggi nuove ma renderle attuabili ed ap-plicabili quelle che già esistono.Come la 194?Guardi, la 194 è un’ottima legge che ha dato i suoi frutti, facendo diminuire di molto gli aborti in Italia. Per me non va toccata, oc-corre solo farla funzionare.

Beatrice De Gennaro

Lo hanno conosciuto donne di ogni età ed estrazione sociale, tra gli anni ’70 ed ’80 (molte anche dopo), quando in tutta Italia si organizzavano pullman e voli charter per andare a fargli visita nel suo studio di via Manzoni a Napoli, nell’elegante quartiere del Vomero, dove si poteva abortire per una somma irrisoria, cento mila lire, come in una catena di montaggio, una dopo l’altra, senza parlare, con il cuore in gola e la mano fredda di un’assistente che stringeva per infondere coraggio. Era un al-tro tempo ed un’altra Italia, sì, ma le donne che aspettavano in quella sala d’attesa disadorna erano le stesse di oggi: tutte con la faccia voltata, a tratti inespressiva, intente ad inseguire pen-sieri di ogni tipo, alcune impaurite, altre recidive e più esperte, gli uomini pochi, impacciati e taciturni, qualche amica che dava sostegno, parecchie mamme in preda ai rimorsi, e i “compagni” a fare cerchio intorno per rimarcare il senso politico di una scel-ta. Una scelta ardua, non facile, che lui, Achille Della Ragione, medico appena più che trentenne, rendeva possibile, offrendo tempi rapidi (40, 50 secondi), poco dolore e poche parole, so-prattutto l’assenza di un qualsiasi pensiero etico che potesse minimamente turbare, disturbare, rallentare. Si era laureato in medicina nel 1972 ed aveva conosciuto, nello stesso anno, a Los Angeles, Harvey Karman, psicologo scomparso di recente a 84 anni, inventore dell’omonimo metodo per abortire nella fase iniziale della gravidanza attraverso l’aspirazione con cannule soffici e sottili al posto degli strumenti metallici, un metodo che, sia pure in maniera rudimentale, con cannucce di bambù, veniva adoperato già in Cina 3000 anni prima della nascita di Cristo. Karman se ne era occupato in seguito al suicidio di una studentessa per una gravidanza inattesa ed alla morte di un’altra per le complicanze di un aborto ma venne arrestato e scontò due anni e mezzo di carcere; il suo metodo, ostacolato dal mon-do medico forse perché troppo semplice (lo praticarono, per un po’ di tempo, le stesse femministe) e poco lucrativo, si fonda-va sul concetto secondo il quale l’embrione, nei primi giorni di gestazione, non ha un sistema nervoso centrale, e, dunque, non può essere considerato essere umano (la Chiesa, invece, sancisce l’inizio della vita con la fecondazione). Della Ragione lo introdusse in Italia dove si diffuse rapidamente anche grazie all’incontro del medico con Adele Faccio, storica esponente ra-dicale e fondatrice della CISA, che aiutava le donne in difficol-tà per gravidanze indesiderate. Furono i radicali a condurre la battaglia per legalizzare l’aborto e a schierarsi poi contro di lui, accusandolo di praticare aborti clandestini dopo avergli invia-to essi stessi le donne che avevano bisogno del suo aiuto. Nel 1978, il giorno in cui la legge 194 veniva discussa al Senato, della Ragione dichiarò ad un giornalista de “La Stampa” di To-rino di aver eseguito in 2 anni 14.000 aborti ed allora comin-ciarono i suoi guai giudiziari perché venne licenziato dall’ospe-dale in cui lavorava ed il fisco gli presentò una tassazione di un miliardo e mezzo: dopo una causa ventennale l’Asl fu poi condannata a risarcirgli 900 milioni di lire. Personaggio estroso e bizzarro, esperto d’arte e di storia, ha continuato sempre a far parlare di sé, inventando il “vaginometro”, un apparecchio ideato per favorire l’orgasmo, collaborando con giornali e rivi-ste, dichiarando ancora, nel 1996, di aver praticato altri 40.000 aborti, scrivendo un libro sulla “monnezza napoletana”, finen-do in carcere per essere stato accusato di induzione all’aborto, presentandosi come candidato al Senato con i radicali nel 2001. Nelle sue interviste ha sempre sottolineato la doppia morale dei ginecologi italiani, obiettori di coscienza nelle strutture pub-bliche e attivi abortisti nel privato e fatto dichiarazioni sulla libertà della donna che dovrebbe poter scegliere il medico con cui abortire, così come fa per qualsiasi altro tipo di intervento:

non ha senso, quindi, parlare di abor-to clandestino ma di aborto privato, che molte scelgono per evitare tempi di attesa, lungaggini burocratiche, e per motivi di privacy. Per Achille Della Ragione, definito a suo tempo “aspirator veloce” e “ pescecane”, è giunto il tempo di rivedere una leg-ge anomala e obsoleta, la stessa che gli ha consentito di praticare, a suo dire, 54.000 aborti e di condurre una vita agiatissima facendo la spola tra la sua villa di Posillipo e lo studio, sempre affollato ma stranamente si-lenzioso, di Via Manzoni.

Beatrice De Gennaro

Page 17: Il Fatto n. 059

giovedì 29 aprile 2010 17

Achille Della Ragione, l’aspirator veloce

Spesso ci si dimentica dell’uomo. E delle sue responsabilità.1924Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

L’aborto dalla parte di luiNella vicenda tutta al femmini-le dell’aborto, l’uomo si colloca al margine, appare quasi sempre figura defilata e secondaria, nonostante ne sia il reale ispiratore, il manovratore più o meno occulto, e, così come nei secoli ha fatto con la cura e l’accu-dimento dei figli nati, delega, anche in questo caso, alla donna il dolore, la fatica, la “cancellazione” dei figli inattesi, indesiderati, capitati. Dietro le storie d’IVG (Interruzione Volonta-ria di Gravidanza) gravita un mondo di uomini che avrebbero dovuto, che non hanno voluto, che sono andati via o stanno per farlo, che non torneran-no perché a nulla servirebbe e che, se qualche volta restano, è come se non ci fossero. A differenza della compagna, l’uomo non elabora, con l’inizio della gravidanza, quel “grembo psichico” in cui la donna pensa (a volte anche quando ha subito violenza), ama, at-tende il bimbo che nascerà e che, il suo desiderio e la sua capacità di an-ticipare l’esistenza dell’“altro” dentro di sé,contribuiscono a rendere già “fi-glio”; non affronta in prima persona

un evento che si rivela traumatico dal punto di vista fisico e psicologico per-ché sopprime gli elementi di identifi-cazione di lei con il bambino e quindi con quella parte del Sé che viene ne-gata; non rischia i disturbi emozionali, della relazione, del pensiero, della co-municazione, ecc., che per psichiatri ed esperti, quasi sempre insorgono, anche a distanza di anni, persino nei casi in cui esso era stato percepito come atto “liberatorio”. Alla donna toccheranno il senso di una perdita e di una colpa infiniti e rimetterà in discussione le di-namiche collegate alla propria femmi-nilità, alla sessualità, al rapporto con il partner: la sua scelta, in ogni caso, sarà connotata dalla solitudine come causa e come effetto, dall’assenza re-ale dell’uomo, dalla non condivisione di quella aspettativa che, inevitabil-mente, la gravidanza aveva creato. Del malessere dell’uomo, quando e se c’è, non si ha traccia né notizia alcuna: egli lo disperde facilmente all’esterno di sé, della coppia o della famiglia, se ne libera in fretta, non gli consente di diventare rimorso o rimpianto, anche

quando, come ci riportano raramente alcuni casi di cronaca, si rivolge alla magistratura per impedire che l’aborto avvenga. Racconta Nicky (nome fitti-zio), 34 anni ed un lavoro precario in un’azienda locale: “Stavo con la mia ragazza (32) da quasi tre anni: un rap-porto che sembrava stupendo, carat-terizzato dall’allegria e dalla spensie-ratezza, nonostante i problemi legati al lavoro. Anche lei è impiegata ma sempre con contratto a termine e, for-se anche per questo, non abbiamo mai fatto progetti né pensato di convivere:

ci andava bene stare a casa dei nostri genitori, vederci la sera, divertirci, an-dar fuori con gli amici, il futuro poteva aspettare. Non abbiamo mai fatto una contraccezione seria, ci siamo affidati al caso, per pigrizia, per forma menta-le, perché pensavamo che non sarebbe mai potuto accadere: invece è accadu-to e questo è stato il banco di prova del nostro rapporto. Quando mi ha detto di essere incinta – continua – aveva negli occhi una luce che non dimenti-cherò mai, era felice, nonostante tutto, e pensava lo fossi anche io, ma io non lo ero, come potevo? Un figlio, a que-sta età? Ho ancora voglia di uscire, di divertirmi, di fare tutte quelle cose che non ho ancora potuto fare, un figlio è impegno, responsabilità sotto tutti i punti di vista. Comunque l’amavo, è che la cosa mi ha colto impreparato”. “Cosa avete fatto?” chiedo. “Ne ab-biamo parlato per giorni, cioè parlava più lei, tentava di convincermi, mi ha anche detto che potevamo aspettare a sposarci, la madre avrebbe capito, ma io non me la sono sentita. Si è creato un muro tra di noi, una rabbia incredi-bile che non sapevamo come sfogare, siamo diventati due estranei, anzi due nemici che si accusano a vicenda. Un giorno ha avuto una crisi di nervi, mi ha preso a calci e pugni, mi ha urlato che ero un vile, che non valevo nul-la… Ha fatto tutto da sola con un’ami-ca, sono andati da un medico che non è della zona, non ha voluto dirmi né come né quando, non ha voluto soldi e nemmeno che l’accompagnassi”. “Tu, dunque, non sei andato con lei?”. “No, no l’ho più sentita per alcuni giorni, non rispondeva al cellulare, a casa non c’era. Quando l’ho rivista era comple-tamente cambiata, sembrava un’altra persona. Una sera abbiamo parlato un po’ a telefono ma non mi ha mai raccontato cosa è veramente accadu-to, mi ha detto che non sentiva niente, che non provava emozioni, solo schifo per me e che il tempo passato insieme era stato tempo perduto, da cancella-re, ma forse è una reazione normale. Avrei dovuto restarle vicino, sostener-la, ma lei non me lo ha consentito…”. “Credi di aver vinto in questa storia?”. “No, so che non ha vinto nessuno, ab-biamo perso entrambi.”.

Beatrice De Gennaro

Page 18: Il Fatto n. 059

Inchiesta18 giovedì 29 aprile 2010

La maturità sessuale oggi si acquisi-sce molto prima della maturità psico-sociale. Infatti l’età media del primo rapporto sessuale è tra i 15 e 16 anni. Ecco, dunque, da dove trae le mossa il progressivo dilagare delle gravidanze precoci, ritenute da alcuni come un serio problema sociale da arginare a qualsiasi costo, da altri come l’inizio di nuove vite da conservare e rispettare. Questo fenomeno riguarda in maggior misura i giovani appartenenti a classi sociali svantaggiate e a gruppi fami-liari con problemi disfunzionali. Ad esempio, non di rado le ragazze che rimangono incinte giovanissime sono a loro volta figlie di madri rimaste in-cinte in età precoce. Una gravidanza in adolescenza non è in genere voluta e programmata e per questo motivo essa rappresenta un problema abbastanza grave a livello personale, familiare e sociale. Dunque, che fare dinanzi ad un tale “problema”? La cittadinanza molfettese sembra essere fortemente schierata sia per quanto riguarda una posizione, in un certo senso, più “dra-

stica”, ovvero l’aborto, sia per una più “moderata”, il mantenimento della gra-vidanza. Alcuni vedono l’interruzione delle baby gravidanze con grande fidu-cia per la tutela delle vite delle giovani ragazze che si ritrovano da un giorno all’altro ad avere in braccio anziché un bambolotto un vero e proprio bebè. “Io – dice Maria una giovanissima ragazza

di 16 anni – sarei a favore dell’abor-to nel caso di un’eventuale baby gra-vidanza, perché avere un bambino in giovane età è un fattore discriminante e oltremodo limitante per quelle che possono essere le occasioni importanti della vita come ad esempio andare a vivere fuori città”. Altri non sono dello stesso parere in quanto ritengono che

aborto stia a significare in poche paro-le: andare contro la vita, seppure non si può parlare di essere umano a poche settimane o, addirittura, a pochissimi giorni di gestazione. Pertanto Ange-lica, anche lei giovanissima, dice che “bisogna chiudere ogni porta al reato di aborto poiché risulta essere alla pari di qualsiasi altro reato contro la vita di qualsiasi altra persona, sebbene la legge non la pensi alla stesa maniera”. Sia nel primo sia nel secondo caso gli effetti prodotti sulle giovani mamme sono irreversibili e traumatici per tutta una serie di fattori che vanno dai pro-blemi strettamente fisici ai problemi familiari, sociali e medici. Sarebbe, quindi, molto più conveniente e, allo stesso tempo, molto più saggio cercare di estendere la rete di informazione ad adolescenti e giovani per limitare non solo il fenomeno delle baby gravidanze ma soprattutto il problema degli aborti per cui la Puglia detiene il primato in Italia.

Gianfranco Inglese

Un “problema” che può condizionare la vita.

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Baby gravidanze e aborti: un fenomeno in rapido aumento

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giovedì 29 aprile 2010 19In Città

Pasquale de Palma, presidente provinciale della Federazione Ciclistica Italiana (FCI) è colui che, assieme a Tommaso de Palma, vicepresidente regionale della FCI, è riu-scito a riportare il Giro d’Italia sulle strade molfettesi dopo circa un ventennio.Ci racconti come è riuscito a convince-re i tecnici e gli organizzatori del Giro a modificare la decima tappa a favore di Molfetta.In primo luogo la rinuncia al circuito di

circa 12 chilometri, dell’amministrazione di Bitonto, sede di arrivo, che ha permes-so di realizzare un percorso alternativo, senza apportare modifiche alla lunghezza della tappa. Inoltre il percorso origina-rio avrebbe fatto mancare alla carovana il calore della nostra gente, atteso che, partendo da Avellino, il gruppo avrebbe attraversato solo la città di Melfi per poi arrivare a Bitonto, senza attraversare altre città. È iniziata quindi l’attività martel-lante mia, ma soprattutto di Tommaso de Palma nella nostra qualità rappresentanti federali, per ottenere il passaggio da Mol-fetta e Giovinazzo.Quale sarà il percorso previsto all’in-terno della città?La carovana, provenendo da Terlizzi, procederà lungo la provinciale sino all’in-crocio con corso Fornari e via Galileo Galilei, quindi percorsa questa ultima arteria, svolterà per via Baccarini, sino all’incrocio con le vie Tenente Fiorino e Giovinazzo, procedendo per quest’ultima via in direzione Giovinazzo, con traguar-do volante nei pressi della Caserma dei Carabinieri, in via Caduti di Nassiriya.

Allo stato attuale (l’asfalto della città e pieno di buche) i tecnici della RCS fa-rebbero transitare il Giro in città?Gli addetti al percorso dell’organizzazio-ne sono molto attenti alle condizioni del manto stradale, per la ovvia e scontata esigenza di garantire la massima sicurez-za ai corridori; non è da escludere che, a seguito di nuovo sopralluogo, qualora ri-tenessero, nella denegata ipotesi che nulla fosse fatto per migliorare le condizioni delle nostre strade, che tali garanzie man-chino, potrebbero modificare il percorso, escludendo il passaggio da Molfetta. Ho provveduto a depositare una richiesta in tal senso, indicando le strade interessate dalla tappa e mi risulta che anche l’orga-nizzazione abbia comunicato in via uffi-ciale all’amministrazione il passaggio del giro. Ho anche dato la mia disponibilità a collaborare, lasciando tutti i miei recapiti alla segreteria del sindaco. So che stanno organizzando il lavoro affinché non si giunga impreparati all’appuntamento.Che tipo di visibilità comporterà il tran-sito della carovana rosa per la città?L’occasione è unica ed impedibile per

promuovere la nostra città, in quanto, al-lorché la carovana attraverserà Molfetta, mancheranno all’incirca venti chilometri al traguardo, per cui sicuramente avremo la diretta su Rai Due e saremo in fascia collegamento eurovisione con le più im-portati reti televisive internazionali, trat-tandosi della fase finale della tappa.Ci promette che l’anno prossimo pro-verà a portare un arrivo di tappa pro-prio a Molfetta che non ne ha mai avu-to uno?È il sogno che vorrei realizzare; dipen-desse solo da me o dalla federazione non avrei difficoltà a coronarlo. La più impor-tante manifestazione ciclistica italiana è organizzata dal gruppo RCS, con il quale io e Tommaso abbiamo ottimi rappor-ti. Tuttavia l’arrivo o la partenza di una tappa del Giro richiede un investimento economico notevole, per cui è centrale il ruolo dell’amministrazione di una città, che potrebbe coprire l’investimento anche consorziando in un comitato tappa degli imprenditori che credono nella iniziativa.

Francesco Tempesta

E chissà che in un futuro si possa ottenere la partenza o l’arrivo di una tappa.

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Il Giro d’Italia passerà da Molfetta

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In Città20 giovedì 29 aprile 2010

Quasi la metà della popolazione mol-fettese non è andata a votare durante lee “razionale”, per il quale ultime elezioni regionali: è un segnale di distacco e delusione verso una poli-tica che risolve solo in minima parte i bisogni dei cittadini, tanti dei quali vivono in uno stato d’incertezza. Da tempo si discute sulla questione mo-rale riferita ai politici e sulla incapa-cità di realizzare riforme atte risanare bilanci e debito pubblico globalizzati. Perché succede questo? Il professor Aldo Cormio, ordinario di Storia Mo-derna presso l’Università degli Studi di Lecce, nella sede dell’Università Popolare Molfettese ha spiegato le cause e l’evoluzione di tale fenome-no, dalle poleis greche fino ai tempi nostri. Argomento della relazione “Il politico moderno: dall’auctoritas al potere, dalla virtù alla scienza”. “La storia delle democrazie moderne e le forme di potere esercitate dagli uomi-ni nella politica – ha spiegato il prof. Cormio – trovano la loro fonte pri-maria nell’auctoritas (autorevolezza) espressa nella condotta morale eserci-tata per il bene popolare. Secondo So-crate e Aristotele con il termine auc-toritas si intendeva il riconoscimento di un potere limitato e legato solo alla gestione del bene pubblico, concesso dai rappresentanti del popolo ai citta-

dini che si distinguevano per capacità e doti morali: uomini virtuosi al servi-zio dell’umanità. Una politica, quella greca, mirata esclusivamente alla re-alizzazione dell’uomo: si trattava di un periodo in cui i politici facevano a gara per conquistarsi l’onore gover-nando. Gli antichi greci consideravano l’etica una virtù per educare il popolo al rispetto delle leggi e al controllo de-gli eccessi di potere. La stessa idea di auctoritas, adottata nell’antica Roma, fu attribuita dal Senato all’imperatore

Augusto, ritenuto cittadino esemplare per imprese militari e l’arte di gover-no. Tale concezione del potere si svi-luppò fino ad attecchire nei principi della religione cristiana che, mediante le Sacre Scritture, guidò la politica per tutto il Medioevo”, ha prosegui-to il prof. Cormio, “l’Era Moderna e il Rinascimento diedero inizio a una nuova fase storica che vide l’affermar-si di nuove forme di pensiero filosofi-co. La scienza apriva nuove frontiere nella ricerca e l’auctoritas cedeva il passo alla ratio, ritenuta l’unico valo-re grazie al quale l’uomo afferrava il principio dell’essenziale, si riconosce-va un essere capace di pensare e agire, soddisfaceva nuovi desideri rappor-tandosi con altri uomini. Le popola-zioni occidentali si proiettavano in una logica di sviluppo e si istituivano laboratori di arte e di ricerca proiettati ad un solo fine: economia e benesse-re. È il periodo delle grandi scoperte: nasce l’homo oeconomicus – materia-lista ed egoista – che per tutto il ’600 cerca di accumulare ricchezze, cose su cose. È un essere insaziabile: una vol-ta raggiunto il suo scopo non si ferma, ha bisogno di altri stimoli, altri obiet-tivi per soddisfare i propri bisogni. È un potente che vuol diventare sempre più potente e non esistono rimedi per frenare questa smania. Nella politica il pensiero va alla ricerca di nemici inesistenti, di ideologie superate – ha spiegato il relatore – si crea un nemico da abbattere per rendersi forte. L’etica religiosa conta poco. L’homo oecono-micus è visto come “razionale”, per il quale tutti i mezzi sono leciti. Nel “Principe” Machiavelli affermava: ‘per raggiungere il fine di conservare e potenziare lo Stato, qualsiasi azione giustifica il Principe nelle sue funzio-

ni anche se in contrasto con le leggi della morale. Si devono vedere le cose realizzate non gli strumenti usati. Il fine giustifica i mezzi; per conseguire la salvezza dello Stato per il bene co-mune’. Tale concezione è ripresa dal filosofo Thomas Hobbes, – ha prose-guito il professore – secondo il quale ‘la natura umana è fondamentalmen-te egoistica, e a determinare le azioni dell’uomo sono soltanto l’istinto di sopravvivenza e quello di sopraffazio-ne. E se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto sol-tanto al timore reciproco’. Tornando ai nostri giorni, si assiste ad una limitata partecipazione attiva dei cittadini alla politica. Pare che la gente sia influen-zata dai gossip offerti da una televisio-ne fatta di reality che cambiano lo stile di vita senza che nessuno se ne accor-ga. L’immaginario collettivo vede un cambiamento sociale senza futuro, privo di certezze”. Il professor Cor-mio ha concluso il suo intervento po-nendo degli interrogativi, chiedendosi che ne sarà dell’Italia globalizzata e se, quando il boom economico della Cina e dell’India invaderà l’Europa, il nostro Paese riuscirà a reggere. La de-mocrazia post-moderna ha appiattito le gerarchie familiari: si è tutti ugua-li, non esiste differenza tra anziano e giovane, genitore e figlio. Sono even-ti molto complessi, ragion per cui la politica diventa scienza architettata, espressa in formule matematiche uti-lizzate come stratagemma per risolve-re la crisi sociale, per risolvere teore-mi di natura politica, teoremi che non trovano soluzioni”.

Pantaleo de Trizio

Ne ha parlato il professor Aldo Cormio presso l’Università Popolare Molfettese.

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La politica dei giorni nostri

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Con il patrocinio del Comune di Molfetta, l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Molfetta, presiedu-to dal dirigente scolastico professor Pellegrino de Pietro, in occasione della decima edizione della Giornata dell’Arte e della Creatività studente-sca, apre i battenti a “La scuola è… ricerca e sapere”, un’occasione per studenti e professori per ribadire il loro concetto di “scuola” inteso come luogo nodale di ricerca e formazio-ne, agenzia educativa preminente nei processi di crescita e spazio entro il quale il futuro si lascia intravedere nei suoi molteplici e possibili oriz-zonti. Il tema trattato dall’Ipssar di Molfetta nell’edizione 2010 di Arte e Creatività, si snoda in diversi eventi e attività: il concorso interscolasti-co “Alfonzo Mezzina”, momento di incontro per rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani che continuano a mostrare la loro costan-te maturazione creativa e per dare a tutti i concorrenti maggiore visibili-tà delle loro doti umane e artistiche; ancora stand espositivi curati dai dipartimenti disciplinari, una ricca proposta formativa per confermare

l’importanza di essere scuole nel ter-ritorio; seminari formativi aperti al pubblico per evidenziare sempre il carattere di agenzia formativa della scuola al servizio del territorio; spet-tacoli teatrali dove la sensibilità degli studenti e dei docenti si fa arte; per-formance artistiche degli studenti per esprimere l’armonia del corpo e della mente; tornei sportivi individuali e a squadre, momenti di sana competi-zione e correttezza comportamenta-

le; il premio civiltà da assegnare alla classe che meglio ha saputo vivere il momento formativo con capacità relazionale e con merito scolastico; la premiazioni per gli studenti meri-tevoli, un momento in cui la scuola valorizza le eccellenze per il senso di responsabilità, sicure competenze culturali e professionali; la premia-zione degli studenti diplomati con la lode in cui vengono riconosciuti i meriti di un percorso scolastico se-

rio e qualificato; e poi momento pre-zioso culturale che l’Ipssar di Mol-fetta ha voluto sostenere nel tempo e proporre come valore sensibile di crescita umana e culturale: l’Opera di Gala. L’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e del-la Ristorazione di Molfetta, dunque, oltre ad essere un istituto dotato di laboratori tecnologicamente avanzati di cucina, di sala e bar, di ricevimen-to, di informatica, multimediali, di aule attrezzate e palestra e proporre attraverso corsi di studio triennali e quinquennali, il conseguimento di ti-toli di studio validi per l’immediato inserimento nel mondo del lavoro o l’accesso ad ogni facoltà universi-taria, coinvolge di anno in anno gli studenti e i professori durante mani-festazioni ed eventi di questo genere, in qualsiasi tipo di attività ricreativa con l’unica finalità di mostrare la formazione polivalente acquisita nel-la scuola, capacità professionale e la crescita formativa, ispirando nuovi curricula, con un possibile inseri-mento nel quadro occupazionale così variegato come quello attuale.

Marilena Farinola

È tornato l’appuntamento dell’Ipssar di Molfetta con le giornate dell’Arte e Creatività studentesca.

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Studenti, professionisti ed anche artisti

Se fino a qualche settimana fa si par-lava solo di voci e di poche certezze, oggi c’è l’ufficialità sul cartellone di eventi programmati per la primavera e l’estate dall’amministrazione comu-nale in collaborazione con la Fonda-zione “Vincenzo Maria Valente”. Sa-ranno dieci gli eventi che animeranno la città e che senza ombra di dubbio riusciranno a calamitare l’attenzione non solo dei molfettesi ma anche di chi arriverà dalle città limitrofe e non solo. “Luci e Suoni a Levante”, così è denominata l’iniziativa che farà di Molfetta una delle capitali della musi-ca italiana e internazionale. Di alcuni protagonisti si era già parlato, di al-tri si è avuta notizia nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il sindaco Antonio Azzollini e il presidente della Fondazione Valente, Pietro Centrone.Si comincia lunedì 24 maggio alle 20.30 in Catterdrale con il concerto di Aldo Ciccolini, uno dei più gran-di pianisti del mondo che si esibirà in uno spettacolo assolutamente unico

e imperdibile. A giugno, il 12 presso l’anfiteatro e con la possibilità di al-lestire un maxi schermo all’esterno, saranno le note di BB King a far vi-brare le corde dei cuori dei presenti. Sempre a giugno, il 25, nella fabbrica di San Domenico spazio allo stage e poi al concerto di Steve Pots e Tizia-na Ghiglioni. A luglio saranno tre gli appuntamenti: il 9 nell’anfiteatro, con

la collaborazione della Camerata Mu-sicale Barese, torna l’appuntamento con “Anteprima di Notti di Stelle”. Sul palco salirà Ray Gelato e di certo ci sarà da divertirsi. Il 18, con loca-tion ancora da definire tra l’anfiteatro e la banchina San Domenico l’ecce-zionale concerto di uno dei più grandi tenori del mondo, Josè Carreras che sarà accompagnato dall’Orchestra

Sinfonica della Provincia di Bari. Il mese di luglio si chiude con il ritmo dei Gotan Porject che si esibiranno il 29 sulla banchina San Domenico. Ad agosto saranno due gli appuntamenti: il 5 sulla banchina San Domenico con Mario Biondi e l’8 nell’anfiteatro o in piazza Municipio con Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Gran chiusura a settembre. Il primo giorno del mese nell’anfiteatro si esibirà la talentuosa Malika Ayane e quindi il 18 sempre nell’anfiteatro Fiorella Mannoia. I prezzi dei biglietti per gli spettacoli varieranno da un minimo di 15 euro ad un massimo di 60. Prezzi assolu-tamente competitivi rispetto al costo consueto dei biglietti per assistere a spettacoli di artisti di questo calibro. Da parte del Comune ci sarà solo una partecipazione per la copertura dei costi, il resto delle somme necessa-rie sarà recuperato direttamente dagli organizzatori tramite la vendita dei biglietti che avverrà presso il circui-to Booking Show o nella Tabaccheria Farinato.

Presentato il cartellone ufficiale dei concerti per la primavera e l’estate.

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Luci e Suoni a Levante

giovedì 29 aprile 2010 21Culutra & Spettacoli

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Nel paese delle spose infelici, capita spesso che giovani donne si uccidano il giorno delle nozze. Nel paese delle spose infelici, gli antichi riti della terra sono liquefatti dagli scarichi inquinanti del petrolchimico di Taranto, sinonimo beffardo di lavoro, guadagno, progetti, speranza. Il paese delle spose infelici si stende tra le gravine della valle d’Itria, dove il rosso della terra accende la cal-ce bianca dei trulli e infiamma il velo argenteo degli ulivi. Contrade agresti, truccate da sapori e sudori di una ter-ra di fascino che affascina, maledice, uccide, innamora. E dà ritmo ai ricordi di Veleno, il giovane Francesco che ab-bandona la crème borghese a cui appar-tiene per incontrare la vita attraverso gli occhi e l’amicizia di Zazà, sottopro-letario incline al bene verso gli altri mi-sto a violenza, e la sua banda di esclusi,

emarginati, giovani pugliesi degli anni Ottanta. La scalata al potere di Cito e il populismo trionfante nella provincia di Taranto costituiscono lo sfondo di un romanzo biografico di sconfitta, noia, amore e destini miseri che gli eccessi di desiderio di una menade mediter-ranea incrociano. Annalisa, “bionda e spigolosa officiante dell’affascino”, matta e puttana, amante consolatoria , è il magnete di una memoria infelice che sopravvive calda, viva, onirica, a trat-ti magica. Desiati, alla sua terza prova narrativa, è giovane scrittore capace di ricreare il fascino della terra antica, ri-tuale, misteriosa e di intrecciare storie ricche di immagini poetiche, descri-zioni sensoriali di gratitudine alla terra d’origine che però faticano a ritmare il racconto inciampando a volte in una retorica un po’ tediosa, un po’ artefatta.

Da leggere a piccole dosi, come un di-stillato di pozioni magiche.Classe ’77, nato a Locorotondo (BA), Mario Desiati è scrittore, poeta e gior-nalista. Dopo aver vissuto a Martina Franca si è trasferito a Roma, dove ha lavorato come caporedattore della rivista Nuovi Argomenti e come edi-tor junior della Mondadori. Dal 2008 si occupa della direzione editoriale di Fandango Libri. Collabora con “Pa-norama” e “La Repubblica,. Tra le sue pubblicazioni il romanzo Vita precaria e amore eterno (2006) e la curatela dell’antologia A occhi aperti (2008). Il paese delle spose infelici ha ottenu-to il premio Ferri-Lawrence nel 2008 e il premio Mondello per la narrativa italiana.

A cura di Angela Teatino

“Torna spesso quell’immagine della sposa nel torrente. Nel paese delle spose infelici ogni diceria era il segnale di questa maledizione. Non è certo una coincidenza che da queste parti la maledizione in dialetto si chiami affascino. Sono avvolto in una coperta grezza, la tramontana batte sugli spiragli dell’uscio sigillato, sono in un posto dove nessuno va se non è costretto. Sto mettendo ordine nei quaderni di questa storia dove si mischiano ragioni e colpe, confidenze e incanti. Dovrei iniziare da Annalisa D’Efebo, dovrei iniziare a raccontare di come la conobbi. Dovrei narrare della sua seduzione, di quel fascino, che poco alla volta diventò affascino. Annalisa svettava sulle vite di Martina Franca, tutte apparentemente secondarie, ma tutte indispensabili a dare il ritmo al corso degli eventi come minuscoli tamburi militari.” Desiati, M., Il paese

delle spose infelici, Mondadori, 2008, pp. 224.

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Il SegnaLibro. Il Paese delle Spose Infelici.Recensioni22 giovedì 29 aprile 2010

Basilicata. Maratea. Quattro amici con velleità musicali sono selezionati al Fe-stival del teatro-canzone di Scanzano Jonico. Seppur i quattro strimpellino assieme da tempo immemore, il gruppo al momento della selezione non ha an-cora un nome, la scelta ricade sull’al-quanto bizzarro “Le Pale Eoliche”. Il leader della band, Nicola Palmieri

(Rocco Papaleo), insegnante di mate-matica, si lascia folgorare dall’idea di raggiungere il Festival a piedi. Eccel-lente strategia di marketing, a suo dire, peccato che alla conferenza stampa or-ganizzata prima della partenza non si presenti nessuno, eccetto un prete ac-compagnato da un’annoiata e stralunata giornalista, Tropea Limongi (Giovanna Mezzogiorno). Nicola insieme a Salva-tore (Paolo Briguglia), sensibile e irri-solto chitarrista, Franco (Max Gazzé), contrabbassista muto per scelta da anni e Rocco (Alessandro Gassman), bel-loccio di provincia che milita nei giri romani di provini e ospitate televisive senza mai raggiungere il vero successo, intraprendono un picaresco viaggio co-ast to coast, una traversata a piedi dalla costa Tirrenica alla costa Ionica della Lucania. La giornalista Tropea Limon-gi si ritrova a filmare il viaggio dei quattro amici per una TV parrocchia-le, diventando il quinto membro dello sgangherato gruppetto. Un ritorno alle origini per l’esordio alla regia di Rocco Papaleo, l’attore, sceneggiatore e mu-sicista sceglie di raccontare una storia partendo dalla sua terra natia, espri-

mendo la volontà di rendere omaggio alla Basilicata sin dalla scelta del tito-lo. Una commedia musicale genuina e sincera. Immagini, musica e poesia s’intrecciano in un viaggio che porterà ciascun protagonista a dipanare sepolti grovigli interiori. Intelligente e indovi-nato spot pubblicitario per una Lucania troppo spesso sottovalutata e dimen-ticata. Borghi rurali e natura inviolata esprimono con vigore l’incanto di un Sud che racchiude sogni ed esistenze complesse. Il cast eccellente aggiunge valore ad una storia semplice, ma ricca di quella necessità espressiva che l’au-tore sembra rivelare con la scrittura e la messa in scena. Una divertente com-media all’italiana, con iniezioni alla Kaurismaki.La distanza dagli spasmodici ritmi contemporanei e l’incontaminato che i personaggi affrontano nel loro peregri-nare immerge lo spettatore in uno stato quasi magico che sembra per un istante rendere possibile una realtà in cui ciò che conta è l’interiorità armoniosamen-te dialogante con se stessa e con quel pezzo di mondo che si è scelto essere il proprio mondo.

Basilicata Coast To Coast (2010)Un film di Rocco PapaleoGenere Commedia musicaleProduzione ItaliaDistribuzione Eagle PicturesDurata 105 minuti circa

Rocco Papaleo nasce a Lauria il 16 Agosto 1958, attore di cinema e teatro, autore, cabarettista, musicista e regi-sta, lascia la Basilicata e si trasferisce a Roma per inseguire il sogno della recitazione. La sua carriera è costel-lata di film di successo diretti da Paolo Virzì, Leonardo Pieraccioni, Fran-cesca Archibugi, Giovanni Veronesi, Michele Placido. Nel 1997 recita nel corto “Senza Parole” di Antonello di Leo, corto candidato all’Oscar. Sem-pre nel 1997 pubblica l’album “Che Non Si Sappia In Giro”, edito da Ri-cordi, dove è anche autore di musiche e testi. Indimenticabile la sua perfor-mance nei panni del caporale Rocco Melloni nella popolare serie “Classe di Ferro”, trasmessa da Italia Uno ne-gli anni ’80.

A cura di Alessandra Recchia

“La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”.Nicola Palmieri (Rocco Papaleo).

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MovieNote. Basilicata Coast to Coast

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giovedì 29 aprile 2010 23Spazio Giovani

Il motorino: uno status symbol1932Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Mamma voglio il motorinoIniziativa pensata dall’amministrazione

comunale per progettare un futuro migliore.

Il primo mezzo di spostamento a cui gli adolescenti, sia ragazzi sia ragaz-ze guardano con irrefrenabile desi-derio, è il motorino. Non c’è ragazzo che non sia stato ore a contemplare il motorino di un amico, che non abbia visto con un pizzico d’invidia chi lo ha avuto prima di lui e che non abbia cercato di convincere i genitori del bi-sogno imprescindibile di “possederne uno”. Il motorino fa sognare i giovani, viene visto come una tappa dell’indi-pendenza importante e pressoché in-dispensabile, una sorta di passaggio “iniziatico” che simboleggia il rag-giungimento di un primo traguardo di crescita. Il motorino però è qualcosa di molto più “simbolico” per i giova-ni, qualcosa che sembra sancire a tutti gli effetti lo stato di “adolescente”. Il ciclomotore è molto più vicino di altri mezzi all’immaginario del guerriero di un tempo, sicuramente è un mezzo che dà energia, è “giovanile” nel sen-so più puro della parola; qualcosa che, a torto o a ragione, viene visto come il vero primo passo verso la libertà e verso la possibilità di stare in gruppo. Un unico grande problema: i genitori

non sono sicuri e, da buoni controllori quali sono, devono fare ai propri figli tutte le paranoie possibili ed inimma-ginabili. D’altro canto gli “enorme-mente paranoici” hanno le loro buone ragioni, infatti da un recente sondag-gio è emerso che un ragazzo su tre alla guida di un motorino è a rischio di incidente. Il motivo? “Sono molti i giovani che multiamo perché senza gli adeguati mezzi di protezione, qua-le il casco” ecco una delle più ricor-renti motivazioni esposte da un agen-te del comando di polizia municipale di Molfetta. Certamente non passano inosservati oltre alle coppie di ragaz-zi che viaggiano a bordo di un ciclo-motore, cosa questa irregolare perché bisogna che si sia da soli almeno per i minorenni, addirittura i gruppi di tre o quattro ragazzi che riescono a ran-nicchiarsi, stringersi e incollarsi l’uno all’altro su un sellino dalle dimensio-ni alquanto ristrette. Tra le altre moti-vazioni degli incidenti c’è senz’altro, come dimostrato da un recente studio, una psicosi mentale che attacca e di-laga nei conduttori delle autovetture alla vista di qualche motorino che rie-sce abilmente a sorpassare, tagliare la strada e uscire fuori da quell’infernale traffico cittadino. Infine un importan-te fattore di rischio è costituito dalla irrefrenabile voglia insita negli adole-scenti di voler conquistare il mondo, di sentirsi padroni della vita, questo porta a muovere più velocemente il polso destro, accelerando per una de-stinazione ignota a tutti.

Gianfranco Inglese

“Mi compri il motorino?”. Tutti han-no detto o sentito pronunciare almeno una volta questa frase. Oggi si chiama motorino quel mezzo con cui molti giovani si spostano, l’oggetto del loro desiderio adolescenziale, la soluzione alle noiose dipendenze per il “passag-gio” di mamma e papà. Non tutti i ge-nitori asseconderanno questa richiesta del loro figlio poiché i rischi che si corrono sono numerosi. Strana presa di posizione se si considera che ogni giorno il progresso aumenta anche per garantire maggiore sicurezza. La mamma ansiosa non si fida, la mam-ma ottimista dice che “il ragazzo deve diventare grande” quindi è giusto che faccia le proprie esperienze, la mam-ma rassegnata per i tanti guai del figlio non vede l’ora che metta piede fuori casa, la mamma più sognatrice, inve-ce, rivede i vecchi tempi e, facendo un paragone azzardato con la vecchia generazione, non accetta. Questa è la mamma che ripensa all’ormai anda-

to “Paperino” degli anni ’50. Quella motocicletta che per essere messa in funzione aveva bisogno di una spinta manuale alla leva del motore oppure di un’accelerata corsetta. Ripensa alla Vespa simbolo di avanguardia a quei tempi, perfetta per il fidanzato che vo-leva portare a spasso la propria signo-rina che, elegantemente, sedeva con entrambe le gambe dallo stesso lato. Oggi invece la realtà è ben diversa. I motorini più moderni sono quelli più problematici poiché la loro potenza e velocità aumenta, ma la prudenza dei ragazzi no. Il progresso, quindi, ha fatto la propria parte, anche i caschi infatti sono diventati molto più sicu-ri di una volta, ma non vengono ade-guatamente utilizzati. Gli incidenti ri-mangono perciò all’ordine del giorno. Ecco che la mamma, alla domanda del figlio, risponde prudente: “E’ mëgghië le mëcchn. Put aspttà!”.

Maria Sancilio

La prudenza non è un optional. L’estetica sì!1934Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

È ormai palese l’incoscienza e l’im-prudenza dei giovani sui motorini, che ormai di davvero omologato hanno forse soltanto le due ruote. A Molfetta la maggior parte dei ragazzi sono vittime o artefici di un sistema sbagliato. Molti dei motorini in cir-colazione sono “truccati” con mar-mitte, cilindri e variatori che rendo-no il mezzo sicuramente più veloce ma soprattutto con un’estetica più piacevole. L’estetica è qualcosa che incentiva ciò che è sbagliato. Molti giovani infatti non indossano nean-che il casco omologato per paura o timore di rovinarsi la capigliatura accuratamente modellata, ma por-tano sul capo la classica “scodella” che serve soltanto come convenzio-ne ma che in compenso scompiglia meno i capelli e “dovrebbe” servi-

re a non avere problemi con le for-ze dell’ordine. E poi ci sono alcu-ni meccanici, pochi speriamo, che non si sottraggono dal modificare i ciclomotori per renderli più veloci. Ma il “motorino” è anche un premio da raggiungere: quello promesso da alcuni genitori che per motivare sot-to il profilo didattico i propri figli, promettono come ricompensa l’ac-quisto di un motorino bello, veloce e dinamico come se il momento del-lo studio andasse ad essere comple-mentare con gli attimi di adrenalina vissuti ad alta velocità. E se invece fosse meglio una bicicletta ecologi-ca, economica e tranquilla? Quella si che sarebbe una bella ricompensa da meritarsi!

Gaetano de Virgilio

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Sport24 giovedì 29 aprile 2010

Grande festa in casa Hockey Club Mol-fetta per una salvezza storica, la prima nella vita del sodalizio sportivo nel massimo campionato di hockey su pi-sta. Con due brillanti vittorie la forma-zione del presidente Massimo de Pal-ma e di mister Nico Caricato ha con-segnato alla città un premio importante e che entra di diritto a fare parte degli annali sportivi cittadini. La matemati-ca salvezza è giunta nella gara esterna disputata a Sarzana lo scorso 13 aprile. I biancorossi, tutto cuore ed orgoglio, si sono imposti per 5 a 4 dando il via ai festeggiamenti subito dopo il suono della sirena finale. Festeggiamenti con-

tinuati il 20 aprile nell’ultima gara di campionato disputata sulle mattonelle del “vecchio” palasport don Sturzo. Dieci i gol rifilati all’ospite Breganze a fronte dei sei subiti in una gara in cui hanno trovato posto in pista anche gli elementi meno utilizzati nel corso della stagione. Una stagione che l’Hockey Club Molfetta chiude a quota 34 punti con Federico Ambrosio miglior realiz-zatore della squadra grazie alle 38 reti realizzate. All’indomani della salvezza la società si sta già muovendo per capi-re come affrontare la prossima stagione. Inutile dire che bisognerà programmare bene nel corso dell’estate e soprattutto trovare risorse per affrontare il prossi-mo anno un campionato con meno sof-ferenze e, magari, da protagonisti.Felicità c’è anche in casa del Real Mol-fetta nonostante il sogno promozione sia sfumato. Dopo aver superato il tur-no nel doppio confronto contro i cugini della Olimpiadi Bisceglie (5 a 5 all’an-data, 5 a 1 nel ritorno del 13 aprile), i molfettesi del duo presidenziale Gigi Metta e Leonardo Mele hanno affron-tato il triangolare confrontandosi con Acireale e Latina. Nella prima gara in terra siciliana il 17 aprile i molfettesi hanno perso per 3 a 2 dopo aver ag-guantato il pareggio e subendo la rete della sconfitta solo a pochi secondi dal

fischio finale. In parità invece (2 a 2) si è chiusa la gara del 24 aprile contro il Latina. In virtù di questi risultati il Real ha dovuto abbandonare la corsa alla promozione. Un abbandono giun-to però con l’onore delle armi e con la cosapevolezza che partendo da queste basi il prossimo anno sarà possibile fare ancora di più.Certamente cercheranno di fare di più i calciatori della Liberty di patron Nicola Canonico che, senza realizzare nemme-no una rete (e senza subirne, ovviamen-te) accedono alla finale play off regio-nale. Il doppio confronto contro il Ter-lizzi ha segnato un doppio “0 a 0” e in virtù della migliore posizione di classi-fica al termine della stagione regolare, è stato il Liberty ad accedere alla finale. Finale che si disputerà in gare di andata e ritorno (2 e 9 maggio) contro il Trani che in semifinale ha superato il Coper-tino vincendo in Salento per 3 a 1 e per-dendo all’ombra della cattedrale per 1 a 0. La prima gara si disputerà al “Poli”, il ritorno al comunale di Trani. La vin-cente dovrà poi conquistare la Serie D passando per gli spareggi nazionali.Si gioca ancora la stagione regolare per quanto riguarda invece i tornei di pallavolo. Nella serie B1 maschile la Pallavolo Molfetta dice definitivamen-te addio al sogno play off. La squadra

affidata all’ex Pino Lorizio dopo la bur-rascosa rescissione del contratto con Alessandro Lorenzoni, ha centrato due vittorie nelle ultime due uscite. Non male ma le altre evidentemente corro-no di più e hanno più testa e grinta. Il 18 aprile la prima vittoria è arrivata per 3 a 0 nell’incontro casalingo contro il Potenza. Meno facile spuntarla sul Ga-latina che nonostante la posizione di classifica ha constretto i molfettesi al tie break. Nelle ultime due gare della stagione regolare i biancorossi incon-treranno il Casoria nell’incontro inter-no del 1 maggio e faranno visita all’He-raclea Gela il 9.Per l’Azzurra, impegnata nel cam-pionato di B2 di volley femminile, al termine della stagione non ci saranno certamente rimpianti. La formazione del presidente Vincenzo Giancaspro ha già stupito tutti conducendo una stagio-ne da incorniciare. Questo anche senza la ciliegina sulla torta dei play off. Del resto le ultime due sconfitte contro San Pietro Vernotico (3 a 1) e Napoli (3 a 1 in casa) fanno capire la differenza di caratura tra la seconda e la terza in classifica e le molfettesi. Molfettesi che comunque potranno chiudere in bellez-za la stagione affrontando fuori casa il Taranto il 1 maggio e ospitando la Leo-nessa Altamura l’8 maggio.

Storica impresa per i pattinatori molfettesi. Real fuori dai play off. Liberty in finale contro il Trani. Ultime gare per la pallavolo maschile e femminile.

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Hockey Club: salvezza raggiunta

È appena iniziata la stagione podi-stica 2010 per la ASD Free Runners Molfetta, e già si intravede un gran correre in lungo e largo in ogni par-te del mondo. La gara di apertura è avvenuta il 7 febbraio a Gravina di Puglia con la partecipazione al “X° giro del Falco valevole come 3^ pro-va di cross per amatori master”, che ha portato sul podio la brillante Sil-vana Iania classificatasi prima nella sua categoria con ottimi piazzamenti degli altri runners, tra cui Leonardo Del Vescovo che ha conseguito il suo personale sulla distanza. Domenica 7 marzo la società podistica molfet-tese era presente con i suoi atleti su più gare di grande prestigio: in Spa-gna a correre la bellissima marato-na di Barcellona c’erano De Pinto Raffaella, De Gennaro Francesco e Centrone Agostino Fulvio, mentre alla “Prima Federico II Marathon” ottimamente organizzata nella neo-provincia BAT con partenza dal Ca-

stel del Monte Andria, Barletta ed arrivo sulla piazza della cattedrale di Trani, percorrevano i 42 km Fascia-no Domenico che stabiliva il miglior tempo stagionale della società in 3 ore e 22 minuti nella scia arrivava, Roselli Raffaele e poi De Gioia Giu-seppe Antonio con buone prestazioni personali. Ed infine a Bari l’atle-ta Silvana Iania bissava il risultato dell’anno scorso classificandosi pri-ma nella “X^ Barincorsa Rosa Avon Running”, gara divenuta oramai un classico appuntamento in apertura di stagione per le donne amanti del po-dismo in tutto il mondo, che ha visto a Dublino la massima partecipazione con oltre 35000 partecipanti. Dome-nica 14 marzo è stata la volta di Noci dov’è ufficialmente iniziato il “Cor-ripuglia 2010” con la prima delle 22 prove che si svolgeranno in tutte le più importanti città della regione Pu-glia. La gara, che si è svolta su un percorso molto duro, per le continue

salite e discese, ha visto tra le donne l’atleta Silvana Iania giungere prima nella sua categoria ed a seguire tut-ti gli altri 19 atleti, piazzarsi tutti in buone posizioni, sia nel settore fem-minile che maschile. Domenica 21 marzo il sodalizio molfettese non po-teva mancare a Roma nella classica Maratona d’Italia, la più numerosa. Buoni i piazzamenti dei 10 atleti par-tecipanti: Fasciano Domenico, Calò Andrea, Gadaleta Paolo, Gadaleta Key, Visaggi Nicolò, Caldarola Pa-olo, Milone Gaetano, Gadaleta Do-menico, ed alla loro prima maratona Marzocca Luigi e De Ceglie Nicolò che hanno brillantemente concluso l’intero percorso giungendo visibil-mente emozionati sul traguardo per la loro splendida prestazione. Tutti gli altri atleti nella stessa giornata sono stati impegnati sulla distanza di 10 chilometri, nella seconda pro-va del Corripuglia a Putignano. Nel programma annuale la Free Runners

Molfetta prevede la partecipazione con tutti i suoi atleti alle gare del Corripuglia e alle più importanti ma-nifestazioni podistiche del circuito nazionale ed estero di Parigi, Londra e per concludere il prossimo novem-bre a New York dove parteciperà con un gruppo al momento formato da sei atleti. Quindi una società che non teme confini, dando la giusta visibi-lità sportiva alla città di Molfetta in ogni parte del mondo, affrontando autonomamente viaggi e spese, che qualche sponsor più attento a que-sta disciplina traendo i suoi benefi-ci pubblicitari, potrebbe far ridurre. Inoltre da tempo è già attivata tutta l’organizzazione per la quinta Corri-molfetta, valida come settima prova del “Corripuglia 2010” il cui appun-tamento quest’anno è previsto per domenica 30 maggio, sul collaudato percorso interamente cittadino di 10 chilometri che porterà a Molfetta ol-tre 1500 partecipanti.

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La Free Runners corre in tutto il mondo

Page 25: Il Fatto n. 059

PALLAVOLOSerie B1 Maschile Serie B2 Femminile

SarnoSan Pietro V.NapoliBattipagliaMOLFETTAArzanoL. PotenzaA. BeneventoA. PotenzaV. BeneventoV. AltamuraOriaTarantoL. AltamuraAcquavivaSalerno

706766616058454036333230272621-3

E. GelaTuriAtripaldaMOLFETTABroloChietiPotenzaReggio CalabriaOrtonaCasoriaH. GelaGalatinaBlue CollegeCataniaAlberobello

595454494742383829292725163

rit.

Paso Doble: tra energia e carattere1937Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il Paso Doble, che letteralmente signi-fica passo doppio, è la danza di “ca-rattere” per antonomasia. A differenza dal creder comune, questa danza non è originariamente spagnola, bensì i tratti principali sono da ritrovarsi in una dan-za popolare francese. Quando poi dalla Francia inizia a diffondersi in tutta Eu-ropa, approda anche in Spagna, dove verrà modificata e migliorata, attingen-do sia dal Fandango che dal Flamenco, e prenderà il nome di Paso Doble. Il rit-mo del Paso assomiglia molto a quello della Passacaglia, una forma musicale tipica spagnola, che già nel XVII secolo veniva utilizzato durante le feste pub-bliche e le grandi cerimonie politiche e militari. La cultura e il folklore spa-gnoli hanno aggiunto sia la maestosità stilistico-formale che la caratterizzazio-ne attinente all’atmosfera delle arene piene di focosi spettatori. Inoltre, al motivo musicale, fin dai primi anni, si aggiunse la base ritmica delle nacchere che in Spagna, ancor oggi, sono la co-stante delle principali danze popolari. Lo stile che caratterizza questa danza è quello tipico della corrida, dove l’uo-mo interpreta il Torero, determinato ed elegante, mentre la donna si identifica con la Capa (drappo rosso utilizzato per provocare le carica del toro), segno di mobilità e velocità. Durante la danza i ballerini devono esprimere una storia di sfida, tra sottomissione e attacco. Importantissimo è l’atteggiamento e

l’espressione corporea che soprattutto l’uomo deve assumere: la postura di questa danza è caratteristica, con la par-te pelvica pronunciata in avanti e con il peso corporeo spostato più verso le dita dei piedi in posizione quasi di over ba-lance (fuori bilanciamento). La posizio-ne delle braccia, nell’uomo, riprende la posizione tipica del torero, quasi come maneggiasse costantemente la Capa, creando in modo fluido shape (inclina-zioni) a destra e sinistra; per la donna invece la posizione tipica delle braccia viene ripresa dal Flamenco, sia per la rotazione dei polsi, che per il carattere nel mantenere la gonna ampia fra le mani. L’espressione del viso deve avere carattere aggressivo con uso di forti fo-cus verso il partner e lo spazio intorno a dove si danza. Per quanto riguarda i passi, i movimenti basilari potrebbero essere di origine greco-siriana, anche se il Paso Doble moderno ha più similarità con il Flamenco; ad esempio lo zapateo (battito dei tacchi) tipico dello stile an-daluso, viene oggi ripreso ed utilizzato anche per danzare il Paso Doble. A mio avviso l’elemento fondamentale per eseguire al meglio questa danza non è da ritrovarsi solo nell’esecuzione ener-gica e precisa dei passi, ma soprattutto nell’espressione di sfida, nel carattere e nel folklore che hanno reso famosa questa danza in tutto il mondo.

Alberto Tridente

Il Fatto Danza.

giovedì 29 aprile 2010 25Sport

CSI: lo sport che ci piace!L’associazione da sempre punto di

riferimento per la città.

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Da sempre ritenuto una realtà impor-tante per la città di Molfetta, il Centro Sportivo Italiano (CSI) continua ad ot-tenere importanti successi grazie alle innumerevoli ed importanti manifesta-zioni ludico-sportive che organizza. At-tualmente il CSI è considerato uno dei punti di riferimento in città da giovani e meno giovani che partecipano assidua-mente alle varie iniziative programma-te. Naturalmente la prerogativa fonda-mentale per il Centro Sportivo è da sem-pre l’educazione allo sport, visto come momento di unione, socializzazione e fraternizzazione fra i partecipanti alle varie competizioni. L’abitudine a pra-ticare lo sport costituisce uno dei re-quisiti fondamentali per una vita sana ed equilibrata nel rispetto di se stessi e degli altri. Il CSI è protagonista proprio in questo senso e le sue iniziative costi-tuiscono la vera espressione della sua incessante attività. Il calendario delle manifestazioni è zeppo di appuntamen-ti per il prossimo mese di maggio. Per il 2 maggio infatti è in programma, in collaborazione della “Gazzetta dello Sport”, la “Gazzetta Cup” che vedrà

impegnati per la prima fase del torneo nazionale di calcio a 7 i ragazzi della categoria Young (1997-1999) e della categoria Junior (2000-2001) presso il Seminario Regionale. Il 2 maggio il CSI sarà inoltre impegnato nella quarta tappa del Trofeo Polisportivo Regiona-le (calcio a 5, minivolley, minibasket, danza sportiva, salto in lungo, corsa pana e ciclismo di abilità) per la fascia d’età 1996-2001. Lo stesso giorno il Centro Sportivo, assieme all’associa-zione Logos e all’Associazione Italiana Arbitri sarà presente a Molfetta presso la scuola Zagami, la parrocchia San Fi-lippo Neri, il Palazzetto don Sturzo e piazza Paradiso dove i ragazzi saranno protagonisti in vari sport. Il 9 maggio sarà in programma la “Festa del Nuoto” presso la piscina comunale di Molfetta. Il 29 e30 maggio, invece, presso il Se-minario Regionale i ragazzi delle cate-gorie Esordienti e Pulcini si sfideranno in un torneo di calcio a 5 organizzato da Molfetta City in collaborazione con CSI e Ser Molfetta. Attualmente il CSI, che sta offrendo un prezioso supporto per lo svolgimento delle Ecclesiadi, è impegnato nell’organizzazione del tor-neo Coppa Primavera di calcio a ma-schile e del torneo “Calcio in Rosa” di calcio a 5 femminile. Entrambi si svol-gono presso l’impianto S. Margherita a Giovinazzo. Tutti i tornei e le mani-festazioni organizzate dal CSI si av-valgono della preziosa collaborazione della classe arbitrale CSI che opera sia sui campi che come volontaria durante le varie iniziative. Si tratta di gente che merita un plauso per ciò che ha fatto e continua a fare nel campo del volonta-riato. Un assoluto esempio per la città di Molfetta e per il mondo sportivo in-tero.

Francesco Tempesta

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il Fatto Tour26 giovedì 29 aprile 2010

Ed eccoci in dirittura d’arrivo con il progetto il Fatto Tour. Progetto locale con appuntamento quindicinale idea-to e realizzato dal gruppo Buena Vida composto da Danilo Sancilio, Enrico Giovine e Davide Mezzina con la par-tecipazione attiva del Dj Mastromau-ro e la completa disponibilità della testata giornalistica “il Fatto”.Un’niziativa nata dall’entusiasmo e le capacità di gente che, lavorando da anni nel settore turistico-ricreativo, credendo nelle risorse e le potenzialità del proprio paese, si è messa in gio-co conservando successi su successi

e dimostrando che, con ampia veduta, anche a Molfetta le cose possono mi-gliorare da tutti i punti di vista.È facile lamentarsi senza provare a cambiare le cose, oppure trasferirsi nei paesi limitrofi dove il piatto è già pronto, difficile invece, soprattutto per i giovani di oggi, è porsi degli obietti-vi e trovare il modo di raggiungerli.A partire dal mese di dicembre intervi-ste, riprese, ottima musica, animazio-ne, concorso fotografico “Mi piace” e promozioni hanno rappresentato il cocktail ideale da permettere, per due venerdì al mese, a tutti i partecipan-

ti anche provenienti da altri paesi, di gustarsi una serata all’insegna dell’in-trattenimento e del sano divertimento serale ma soprattutto di trovarsi in un bellissimo clima di cui la gente stessa si è resa protagonista.Silver Cafè, Calì Cafè, La Darsena, Place Blanc cafè, Bettie Page, Off Street, questi sono i nomi dei locali molfettesi in cui fino ad ora il tour è stato realizzato mentre adesso non vi resta che partecipare il 30 aprile pres-so il nuovissimo Petito Cafè (situato all’interno del centro commerciale Famila) ed il 7 maggio presso il Blues

cafè per goderci nella suggestiva zona portuale la serata conclusiva del tour.Non vogliamo accennarvi niente ma al momento opportuno verrete informati a dovere visto che, anche quest’estate, la collaborazione tra la testata giorna-listica “il Fatto” ed il gruppo Buena Vida continuerà per la realizzazione di altri progetti con l’intento di non la-sciarvi mai insoddisfatti.Naturalmente: Buena Vida! Buena Vida a tutti! Buena Vida con il Fatto Tour!

Enrico Giovine

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Fatto Tour chiama, Molfetta risponde!!!

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Arroccata su una collina frequentata in tempi antichi da Celti, Romani, Visigoti, Saraceni e Franchi, Rennes-Le-Châte-au, un piccolo paesino di poco meno di cinquanta abitanti, sorge nel cuore della Francia Meridionale. Nonostante la po-sizione sperduta e le sue dimensioni, il minuscolo borgo è conosciutissimo a li-vello planetario a causa dell’incredibile mistero che qui aleggia da più di un se-colo. Tutto ebbe inizio nel 1892 quando cominciarono i lavori di ristrutturazione della chiesa del paese dedicata a Santa Maria Maddalena. Per finanziare l’opera il parroco, François Berengere Sauniè-re, riuscì a stento a raccogliere i fondi necessari visto che egli era poverissimo e viveva di stenti. La prima cosa che fu ristrutturata fu l’altare. Quando la sua la-stra di marmo venne sollevata Sanière si accorse che all’interno della colonna che la sorreggeva vi era qualcosa. Si trattava di manoscritti risalenti al XIII secolo. Secondo le varie fonti questi documenti, firmati da Bianca di Castiglia, contene-vano alcune importanti informazioni. In una era riportato il passo del Vangelo de-dicato alla visita di Gesù a Betania, città di Lazzaro, in cui Maria Maddalena lava Lui i piedi asciugandoli con i suoi stessi capelli. Nell’altra vi era un insieme di co-dici relativi ai Vangeli di Luca, Marco e Matteo. Nell’ultima invece era raffigura-to l’albero genealogico del re Dagoberto II. Si trattava senz’altro di una scoperta importantissima ed eccezionale perché il prete da quel famoso giorno non ebbe più problemi economici. Ma quale messag-gio così importante contenevano i rotoli all’interno della colonna dell’altare? Di sicuro si trattava di qualcosa di veramen-

te scomodo probabilmente per l’Umanità intera. Saunière subito dopo l’inaspettata scoperta mostrò i manoscritti al vesco-vo di Carcassone. Dopo questo incontro il prete ottenne un lauto finanziamento per recarsi a Parigi a far esaminare le pergamene da un esperto. Nella capitale francese, dove non si fece mancare nulla, rimase almeno tre settimane acquistando anche alcune riproduzioni di quadri fa-mosi. Fra queste spiccava quella del pit-tore francese Poussin dal titolo “Pastori in Arcadia”. L’opera, risalente alla metà del XVII secolo, raffigurava un sarcofa-go avente un’iscrizione in latino: “Et in Arcadia ego”. Inoltre lo sfondo della tela in questione ritraeva l’inconfondibile pa-esaggio di Rennes-Le-Château. Effetti-vamente l’oggetto del quadro, ovvero il sarcofago, esisteva a poca distanza dalla chiesa di Saunière. Tornato a Rennes il prete fece immediatamente riprendere i lavori. Sotto il pavimento fu rinvenuta una lapide detta “Lastra dei Cavalieri” su cui era chiaro il riferimento ai Cavalieri Templari. Su un lato della lastra vi erano due cavalieri che salivano sullo stesso ca-vallo mentre sull’altro vi era un cavaliere che suonava il corno. Inspiegabilmente nessuno ad eccezione di Saunierè ebbe la possibilità di vedere cosa ci fosse sotto. Che cosa trovò sotto l’impiantito? Mi-stero. I lavori dopo quest’ultima scoperta cessarono improvvisamente. Il prete nel frattempo cominciò ad esplorare a tappe-to assieme alla sua inseparabile perpetua la zona. Cosa cercava? Non passò molto tempo che Saunière ordinò nuovamente la ripresa dei lavori. Questi però ripresero senza badare a spese e il prete dette sfog-gio di essere in possesso di un’enorme

quantità di denaro che sembrava infinita. Acquistò i terreni circostanti, finanziò nuove opere attorno alla chiesa, divenne proprietario di una villa che chiamò guar-da caso “Villa Betania” e fece erigere una torre chiamata Torre di Magdala in onore di Santa Maria Maddalena. Ter-minati lavori di ristrutturazione, inoltre, il prete fece scrivere sull’ingresso della sua chiesa le parole “Terribilis este locus iste”: “questo è un luogo terribile”. Ma cosa c’era di tanto terribile in una chiesa così piccola? Sino alla sua morte, avve-nuta nel 1917, Saunière diede sfoggio dei suoi beni e del denaro che inspiega-bilmente fluiva nelle sue tasche. Ma da dove arrivava? E da chi? Se si osserva-no i particolari all’interno della vecchia chiesa risaltano agli occhi alcuni davvero inquietanti. Spicca innanzitutto un’im-magine della Maddalena sotto l’altare. Ancora una volta Maria Maddalena mol-to ma molto importante per Saunière per la chiesa stessa. Si notano inoltre parec-chie e fondamentali anomalie nelle sta-zioni della Via Crucis che sono differenti da quelle che si ritrovano generalmente

nelle chiese. Vi è un’acquasantiera sorret-ta dal demone alato Asmodeo. Il demone fu colui che aiutò Salomone a trasporta-re l’acqua per la costruzione del Tempio di Gerusalemme e di questo ne divenne il guardiano. Era quindi il guardiano del tesoro del Tempio. Ma a Rennes cosa do-veva proteggere? All’interno della chie-setta fu trovato nella zona della sacrestia un vano fatto costruire da Saunière la cui funzionalità è ancora misteriosa ed alcuni studi effettuati con il GPR hanno stabilito come la zona sotto la chiesa sia piena di gallerie e probabilmente vi sia una cripta. Diversi studiosi concordano nel pensare che il parroco durante i lavori avesse ritrovato qualcosa di sconvolgen-te. Qualcosa così terribile da non poter essere divulgata. Per gli esperti qualcuno pagò il silenzio di Saunière. C’è da dire che la zona fu in passato frequentata dai Cavalieri Templari ed è evidente che la chiesa abbia avuto l’influsso dell’ordine che secondo alcuni vi avrebbe nascosto una scomoda prova proveniente diretta-mente dal tempio di Gerusalemme. Ma quale prova? Alcune rivoluzionarie teorie parlano di un segreto che avrebbe scon-volto la Chiesa e che avrebbe minato le basi del Cristianesimo. Secondo queste teorie Gesù ebbe dei discendenti diret-tamente da Maria Maddalena dando vita alla dinastia Merovingia per secoli erede al trono di Francia. Un’ipotesi inquietan-te che non può comunque essere provata come non può essere provato cosa accad-de realmente un secolo fa a Rennes. Le varie teorie hanno portato ad uno scontro fra Chiesa e mondo laico, uno scontro in-finito che anche in altri ambiti va avanti da millenni.

Francesco Tempesta

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Il mistero di Rennes-Le-Château

giovedì 29 aprile 2010 27Oltre la Realtà

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Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazio-

ne non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

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La Regione Puglia finanzia nuove borse per la ricerca

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ELIANTOLa Elianto srl ricerca per il proprio call center in Molfetta OPERATORI/TRICI TELEFONICHE per la vendita dei propri prodotti.Si offre Contratto a Progetto, formazione professionale, ambiente giovane e dinamico e possibilità di assunzione a tempo indeterminato. Possibilità di Part-Time.Inviare curriculum a: [email protected], fax: 080-3343113, tel 080-3351242, Via Don Minzioni, 3/31 - Molfetta (BA), www.olioelianto.it.

TECNA SASLa TECNA SAS, azienda meccanica, per ampliamento organi-

co cerca operai specializzati e/o da formare previo regolare periodo di apprendistato. Per info inviare CV all’indirizzo S.P. Terlizzi/Mariotto 7, 70038 Terlizzi, o a mezzo fax al numero 080-351229. Per info chiamare lo 080-3542837 o recarsi presso la sede all’indirizzo sopra indicato.

PLAYA DEL SOLRicerca personale qualificato con esperienza per la nuoca stagione: pizzaiolo, cuoco, aiuto cuoco, cameriere e facto-tum.Per info: telefonare al 348/9354757

IL CIBO DEGLI DEIIl ristorante “Il Cibo degli Dei” - Molfetta seleziona persona-le di cucina e sala per la stagione estiva.Per info contattare al numero 392 99 68 233 o inviare il cur-riculum vitae all’indirizzo: [email protected]

Lavoro in chiaro28 giovedì 29 aprile 2010

Nuovo concorso pubblico presso l’Asl di Bari. Il concorso, per titoli ed esami, prevede la copertura di trenta posti di collaboratore profes-sionale sanitario-fisioterapista, cat. D. Il 60% dei posti è destinato alla stabilizzazione del personale precar-io in servizio presso l’Asl Bari con contratto di collaborazione coordi-nata e continuativa. Gli interessati dovranno indirizzare le domande al direttore generale Asl Bari - c/o Is-tituto Vittorio Emanuele II – Piazza Vittorio Emanuele II, 14 – 70054 Giovinazzo. Le domande dovranno essere redatte su carta semplice e corredate dei documenti richiesti.

Potrete reperire il bando integrale e il fac-simile di domanda da re-digere, con le relative modalità e requisiti da possedere per la parte-cipazione al concorso, sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 28 dell’11 febbraio 2010. Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Ufficio Concorsi – Area gestione risorse umane Piazza Vittorio Emanuele II, 14 – 70054 Giovinazzo – tel. 080/3357111 (centralino) nei giorni di martedì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15.30 alle ore 17.30; gio-vedì dalle ore 10 alle ore 12. Il ter-mine per la presentazione delle do-mande è il 17 maggio 2010.

Asl Bari: concorso per 30 fisioterapisti1942Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

L’Adisu, Agenzia per il Diritto allo Studio, ha destinato dei fondi per fi-nanziare borse di ricerca destinati ai giovani pugliesi intenzionati a pro-seguire le proprie attività di ricerca all’interno di strutture accademiche e di ricerca straniere. Per sostenere tal intenti, dediti alla promozione dello sviluppo della ricerca scienti-fica, la Regione Puglia (Assessora-to al Sud e Diritto allo Studio), ha assegnato la somma di 400mila euro da attribuire all’Adisu. L’Adisu po-trà, grazie a questo finanziamento della Regione Puglia, erogare borse di studio per agevolare e contribui-re alla formazione di studiosi pronti a portare avanti progetti di ricerca da sviluppare in modo originale. Per l’assegnazione delle borse di ricerca, destinate a favorire i gio-vani ricercatori pugliesi, è prevista la selezione di procedura pubblica per i pugliesi di età non superiore a 40 anni. Queste borse di ricerca da-ranno la possibilità ai ricercatori di continuare o terminare le attività di ricerca scientifica già avviate trami-te la collaborazione con le strutture accademiche e di ricerca stranieri che si sono affermate in campo in-ternazionale. La cifra finanziabile per ogni borsa sarà pari a massimo 10.000 euro e servirà a sostenere le spese relative all’attività di ricerca

all’estero e con una durata non su-periore a 6 mesi continuativi. Oltre al limite d’età eccovi alcuni tra i principali requisiti da possedere per poter concorrere alla borsa di ricer-ca: residenza in Puglia da almeno 5 anni oppure avere la residenza in Puglia da almeno 25 anni, trasferita altrove da non più di 5 anni; biso-gna essere dottori di ricerca ovve-ro dottorandi di ricerca o titolari di assegno di ricerca presso Univer-sità e istituti AFAM. Sono, in ogni caso, esclusi i dipendenti di aziende pubbliche e/o private. Gli interes-sati dovranno avanzare domanda di partecipazione redatta su carta libe-ra seguendo il fac-simile allegato al bando (Allegato A). I termini di presentazione delle domande sono fissati per il 31 luglio 2010. Tale data potrebbe subire delle varia-zioni nel caso di esaurimento fondi prima della data di scadenza. Potre-te visionare il bando completo e re-perire la relativa domanda di parte-cipazione su www.adisupuglia.it, e sul sito della Regione Puglia www.regione.puglia.it.

“La libertà d’espressione è neces-saria… i cittadini silenziosi sono dei perfetti sudditi di un governo autoritario.”

Robert Dahl

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IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì.

w w w . i l f a t t o . n e t

Antica Salumeria del Centro - Via De Luca, 7Bar Arcobaleno - Banchina San DomenicoBar Astoria - Corso Umberto I, 16Bar Belvedere - lungomare Marcantonio ColonnaBar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi d’Argentina, 75Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43Bar Cavour - Corso Fornari, 47Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18Bar Europa - Via F. Cavallotti, 33/35Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33Bar Fausta - Corso Umberto I, 150Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91Bar Haiti - Via San Domenico, 42Bar Ideal - Via TerlizziBar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46Bar La Favola Mia - Via Baccarini, 35Bar La Fenice - Corso Umberto IBar London - Via Terlizzi, 6Bar Mary - Corso Umberto I, 122Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6Bar Miramare - Via San Domenico, 9Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama MartinaBar Mongelli - Via Baccarini, 35Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48Bar Rio - Via Bari, 92Bar S. Marco - Corso Umberto IBar Settebello - Via A. Salvucci, 28Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33Bar Seventy - Via Tenente Michele SilvestriBar Sottocoperta - Piazza Giuseppe GaribaldiBar Stazione - Piazza Aldo MoroBar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32Bar Toto - Corso Fornari, 73Bar Universo - Corso Umberto IBetty Paige - Largo Municipio, 6

Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo MoroBlues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12Caffè Colorado - Via Guglielmo MarconiCaffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16Caffè Silver - Via Framantle 19/iCaffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30Caffetteria Manhattan - Viale dei CrociatiCaffetteria Roma 2 - Banchina San DomenicoCaffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7Casa di riposo “Don Grittani” - Via Don MinzoniCoffee Room - Viale Pio XI, 9Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9De Pinto - Via Edoardo Germano, 39Edicola - Viale Pio XIEdicola - Via Tenente Michele SilvestriEdicola - Via Palmiro TogliattiEdicola - Piazza Giuseppe GaribaldiEdicola - Corso Dante AlighieriEdicolandia - Via Principe Amedeo, 45Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla ChiesaEdicola Gigotti - Via Bari, 74Edicola Grosso - Via Don Pietro PappagalloEdicola L’Altra Edicola - Via TerlizziEdicola Sciancalepore - Via Madonna dei MartiriEdicola Sciancalepore - Piazza CappucciniEuro Caffè - Via San Francesco d’AssisiFarmacia Grillo - Via S. Angelo, 37Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91Green Bar - Via Baccarini, 111Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15Guardia di Finanza - Madonna dei MartiriIstituto Professionale Alberghiero Di Stato - Corso FornariIstituto Professionale Di Stato Per Le Attivita Marinare - Via GiovinazzoIstituto Professionale per i Servizi Turistici “A. Bello” - Viale XXV Aprile

Istituto Tecnico Industriale Di Stato “G. Ferraris” - Via Palmiro TogliattiLe Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69Le Mimose - Viale Pio XILiceo Ginnasio Di Stato “L. Da Vinci” - Corso Umberto ILiceo Scientifico Di Stato - Via Palmiro TogliattiLiceo Sociopsicopedagogico “V. Fornari” - Via Generale Luigi AmatoMarilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40Mattia’s Cafè - Corso Dante AlighieriMondocasa - Piazza Effrem, 12Music Cafè - Via Ten. Silvestri, 11Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15Panificio Annese - Via Cappellini, 28Panificio Biancaneve - Via Molfettesidel Venezuela, 41Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49Panificio Centrale - Via Respa, 40Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36Panificio Europa - Via Rattazzi, 41Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42Panificio Immacolata - Via Cappellini, 28Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18Panificio Posta - Via Ricasoli, 29Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante Alighieri

Parrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa VecchiaParrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv AprileParrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A. Dalla ChiesaParrocchia S. Achille - Via A. SalvucciParrocchia S. Bernardino - Via TattoliParrocchia S. Gennaro - Via Sergio PansiniParrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/dParrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella QuintinoParrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIIIParrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3Petito Cafe - S.S. 16 Molfetta-GiovinazzoPlace Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24Stazione di rifornimento AGIP - Via TerlizziStazione di rifornimento AGIP - Via GiovinazzoStazione di rifornimento API - Zona IndustrialeStazione di rifornimento Madogas - Strada Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori – Zona ASISwing Pub - Viale Pio XI, 21Tabaccheria - Viale Pio XI, 55Tabaccheria - Corso Dante AlighieriTabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2Tabaccheria - Via Baccarini, 67Tabaccheria - Via Rossini, 12Tabaccheria - Piazza G. GaribaldiTabaccheria Edicola - Via Raffaele CormioTabaccheria Pansini - Via Roma 32Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65Tabaccheria Veneziano - Via Madonnadei Martiri, 67Totoricevitoria “Del Cuore” - Via Baccarini, 77

giovedì 29 aprile 2010 29Rubriche

Page 30: Il Fatto n. 059

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo

del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, co-lonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni.Fonte:(it.wikipedia.org)

SOLUZIONI

FACILE DIFFICILE

Consigli per una sana alimentazione La prova costume

1943Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Maggio ormai è alle porte e si ini-ziano già a sceglie-re i costumi che tra un po’ sfoggeremo sulle spiagge: gioia per molti e dramma per alcuni. La tan-

to temuta prova costume è arrivata anche quest’anno e con lei le più svariate proibi-zioni a tavola: la dieta del pompelmo, del petto di pollo, l’abolizione totale di alcuni alimenti, pillole e creme magiche di ogni genere. Come comportarsi? Innanzitutto è necessario ribadire che prendersi cura del proprio corpo è qualcosa che dobbiamo fare per tutto l’anno perché i risultati mi-gliori e duraturi si hanno solo con il tem-po: in quindici giorni si possono perdere al massimo uno o due chili di grasso, il resto sarà solo acqua e massa magra che invece dobbiamo tenerci stretti. Ma siamo all’ini-zio di maggio e forse non è troppo tardi per correre ai ripari in maniera corretta. Primo: evitate di punirvi con restrizioni caloriche esagerate o con l’abolizione totale di alimenti necessari a garantirvi il corretto funzionamento di tutto l’organi-

smo. Ricordatevi che i carboidrati devono essere presenti tutti i giorni: riducetene o dimezzatene le quantità ma non elimina-te pane e pasta da pranzo e cena. Però se mangiate il pane non mangiate la pasta e viceversa! Secondo: abbondate in frutta e verdura. La verdura non pesatela neanche: sceglietela come condimento, contorno, spuntino; saziatevi di sedano, carote, fi-nocchi, pomodori, cetrioli, insalate miste, a foglia verde, cruda e cotta ridurrà il sen-so della fame, aiuterà nell’idratazione per-ché è ricca di acqua, aiuterà l’intestino a funzionare meglio grazie alle fibre. Terzo: attenzione ai condimenti. Usate sempre il cucchiaino per verificare quanto olio state versando. Quarto: bevete almeno due litri di acqua al giorno. Quinto: se scegliete una fonte proteica non associatene altre (o pesce o carne o derivati del latte o uova). Infine i dolci: solo una volta a settimana. Dopo il pasto rinfrescatevi la bocca con un frutto. Dimenticavo: niente zucchero sulle fragole!dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutri-zionistaStudio di Nutrizione e AlimentazioneTel. 080.335.45.29- 338.27.87.929

Rubriche30 giovedì 29 aprile 2010

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w w w . i l f a t t o . n e t

Ingredienti per 6 persone:

Procedimento

350 gr di purea di anguria450 gr di frutta mista di stagione6 palline di gelato allo yogurtfoglioline di menta

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ARIETE LEONE SAGITTARIO

Curare nel dettagio ogni vostra azione non è una cosa che vi viene così sem-plice da fare, soprattutto dovete perdere del tempo prezioso che al contrario po-treste dedicare ad altro. Siete sempre in ritardo e super attivi, per cui un giorno in più o in meno non cambierà nulla.

Il vostro chiodo fisso potrebbe essere quel-lo di voler acquistare per forza un oggetto, un vestito o qualcos’altro, poiché riterrete che questo qualcosa vi sia indispensabile. Ovviamente sarà solo una scusa per riem-pire un vuoto e dovreste proprio scavare dentro di voi per capire di cosa si tratta.

Avvertirete il vostro lavoro e le vostre responsabilità come qualcosa di un tantino oppressivo e questo non è da voi che siete sempre così ligi e perfet-ti sul luogo di lavoro. Evidentemente avete sopportato anche abbastanza quindi adesso volete rivalervi.

TORO VERGINE CAPRICORNO

Sarete portati a prendere meglio in consi-derazione alcune questioni che riguardano la vostra vita professionale, perché soltan-to in questo modo potrete decidere come agire nei prossimi giorni. Avete bisogno di molto più tempo ma dovete capire che non sempre si può avere ciò che si desidera.

Il vostro umore avrà un punto inter-rogativo, poiché ci sono questioni che non vi sono chiare, ma che non volete risolvere al momento e quindi preferirete tacere ed altalenare sorrisi a momenti di tristezza, piuttosto che parlare e risolvere.

Sarete pensierosi e abbastanza rifles-sivi sulle vostre azioni e questo non potrà non essere un bene, soprattutto se vi andrà di riflettere su un rapporto di amore o di amicizia che vi sta a cuore e che ultimamente ha subito qualche scossone.

GEMELLI BILANCIA ACQUARIO

Sarà meglio sedersi e prendere un bel respiro, prima di farsi trascinare dall’istinto e dal dire cose di cui ci si po-trebbe pentire. Non è da voi perdere le staffe poiché siete abbastanza abili nel calcolare e nel fare in modo che le cose accadano quanto volete che accadano.

Vi sentirete un pochino spossati rispet-to a qualche giorno fa in cui, al contra-rio, eravate molto più sprint e molto più allegri. Qualche evento nei giorni passati ha fatto in modo che ci fosse un cambiamento, ma neinte paura, tornerete a splendere più di prima.

Vi sentite molto vicini a qualcuno in questo periodo, ma non volete am-metterlo. È possibile che qualcuno ve lo faccia notare in modo esplicito e che qualcun altro vi prenda anche in giro.

CANCRO SCORPIONE PESCI

Una telefonata potrebbe cambiare le vostre prospettive e soprattutto po-trebbe cambiare quello che fino a questo momento avevate ritenuto non essere possibile. Sia in campo affet-tivo che professionale, troverete delle conferme.

Non lasciate che questi giorni trascor-rano in modo poco creativo e costrut-tivo per voi, per i vostri affari e per le persone che vi amano. Ci sono que-stioni che potete risolvere anche ad occhi chiusi, quindi dedicare più tem-po alle vostre idee o a chi amate.

Se volete trascorrere il vostro tempo in compagnia di qualcuno, non esitate a farlo, soprattutto se questa persona per voi è davvero speciale. Cercate di migliorare il vostro rapporto se vi man-ca qualcosa. Vedrete che nei prossimi giorni ci saranno interessanti sviluppi.

I CONSIGLI DELLO ZODIACO

Rubrichegiovedì 29 aprile 2010 31

IL FATTOQuindicinale gratuito di informazione

EDITOREActiva S.r.l. con unico socio

PRESIDENTEGiulio Cosentinoe-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILECorrado Germinario

COLLABORATORIAngela Teatino, Pantaleo de Trizio,Isabel Romano, Lella Salvemini,Marilena Farinola, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese.

Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

REDAZIONEVia degli Antichi Pastifici,Zona Artigianale A/8 · [email protected]

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONEMarcello Brattoli

STAMPAMASTER PRINTING S.R.L.VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096

Frullare l’anguria e privarla dai semi. Unire qualche foglia di menta e lasciarla in fusione per due ore in frigorifero. Mondare e tagliare la frutta a cubettini. In sei piatti fondi versare la salsa a specchio adagiare sopra la frutta e sistemare una pallina di gelato allo yogurt.

Chef: Carlo Papagni

Zuppa fredda di anguria con tartar di frutta e gelato allo yogurt

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