Cultura del territorio, Turismo e Benessere MI24 pdf... · Oggi invece tutto quello che c’è qui...

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IL PERSONAGGIO GIANFRANCO VISSANI I MIEI TRENT’ANNI DI GAVETTA Cultura del territorio, Turismo e Benessere [STILE ITALIANO] L’ARTE DI PIERO GUCCIONE Bellagio - Lago di Como Anno 7 - Maggio 2019 SCOPRI L’ITALIA GROSSETO: VIAGGIO NEL CUORE DELLA MAREMMA

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IL PERSONAGGIOGIANFRANCO VISSANII MIEI TRENT’ANNI DI GAVETTA

Cultura del territorio, Turismo e Benessere

[STILE ITALIANO] L’ARTE DIPIERO GUCCIONE

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Anno 7 - Maggio 2019

SCOPRI L’ITALIAGROSSETO: VIAGGIO NEL CUORE DELLA MAREMMA

Sandro NobiliAlessia PlacchiEdizioniLe Roy srlMilano, Viale Brianza, [email protected]: 377.4695715 Promozione & PRAnna Nannini, DanteColombo, Carlo [email protected]à & AdvertisingTeam Entertainment - MilanoVia Melchiorre Gioia, [email protected]: 02.89412141

StampaLa Serigrafica Arti GraficheVia Toscanelli 26 - BuccinascoPeriodico mensileReg. trib. di Milano n. 287 del 02/07/12N°iscrizione ROC: 22250Distribuzione GratuitaDesideriamo informarLa che i suoi datipersonali raccolti direttamente pressodi lei o fornitici saranno utilizzati da partedi “Italia da Gustare” nel pieno rispettodei principi fondamentali dettati dalla di-rettiva 95/46/CE e dal D.lgs. 171/98per la tutela della Privacy nelle Teleco-municazioni e dalla direttiva 97/07/CEe dal d.lgs. 185/99. Eventuali detentoridi copywriting sulle immagini - ai qualinon siamo riusciti a risalire - sono invitatia mettersi in contatto con: Le Roy srl

Direttore ResponsabileDario BordetDirettore EditorialeEvelina FlachiViceDirettore EditorialeAlessandro TraniArt DirectorPatrizia ColomboProgetto grafico/ImpaginazioneMilano Graphic Studio S.r.l.Hanno collaboratoValerio ConsonniEdmondo ContiAnnamaria De BernardisElena FossatiFrancesco GarosciCarlo Kauffmann

[ PERSONAGGIO]6 Gianfranco Vissani: «I miei trent’anni di gavetta»

[STILE ITALIANO]9 Alla scoperta di Piero Guccione[SCOPRI L’ITALIA]10 Le “perle” del lago di Como13 Grosseto: viaggio nel cuore della Maremma[SALUTE & BENESSERE]16 La dieta del benessere. Batti il 5!

[AGENDA ITALIA]18 Alla scoperta dei “castelli”

[TV DA GUSTARE]19 Cosa vedremo in TV

[LIBRI]20 Il Novecento - Volume II di Vittorio Sgarbi21 Le nostre recensioni

[BUONE NOTIZIE]22 Tratte dal Corriere della Sera

3Maggio 2019

indiceMaggio 2019

6Gianfranco Vissani

…connecting to the future

airmauritius.com

Air Mauritius, compagnia di bandiera dell’isola di Mauritius; nata nel 1967 si è posta obiettivi ambiziosi che l’hanno vista affermarsi come una delle più importanti

Compagnie Aeree a livello internazionale per la qualità del servizio e l’eccellenza degli standard operativiconseguendo importanti riconoscimenti come la classificazione 4-stelle Skytrax

e il premio come miglior compagnia dell’Oceano Indiano. Air Mauritius raggiunge 22 destinazioni inEuropa, Asia, Africa, Australia, Oceano Indiano. Dall’Italia opera voli plurigiornalieri via Parigi, voli

settimanali via Amsterdam, Londra e Ginevra, con comodi collegamenti dalle più importanti città Italiane.

Air Mauritius prevede il trasporto gratuito della sacca da golf.

Con Air Mauritius la vacanza inizia a bordo!

5Maggio 2019

Carissimi lettori,

l’estate è alle porte e dobbiamo prepararci ad affrontarla al meglio per gustare sia i

meravigliosi paesaggi che i tipici piatti che questa stagione ci offre! Potete iniziare

leggendo la mia pagina sulle 5 forme di benessere importanti per raggiungere un

buono stato di salute psicofisica! Cominciamo questo numero con un’interessante

intervista di Dario Bordet a un personaggio noto al pubblico televisivo e non solo,

un talento raffinatissimo in cucina dalla grande personalità: lo chef stellato

Gianfranco Vissani. Sarete poi invitati a visitare la mostra di un grande artista

italiano del ‘900, Piero Guccione, scomparso sette mesi fa nella sua amata terra

siciliana e ricordato di recente da Vittorio Sgarbi nel suo secondo volume sull’arte

italiana del Novecento. Viaggeremo ancora insieme tra la storia e le ricchezze di

due incantevoli territori italiani: il lombardo Lago di Como e la Maremma

Grossetana, nel sud della Toscana. Non perdetevi infine i programmi della TV del

mese, suggeriti come sempre da Edmondo Conti, i libri che abbiamo scelto per voi

e gli immancabili appuntamenti della nostra Agenda, che questo mese vi

accompagnerà tra alcuni dei castelli più belli e suggestivi d’Italia.

Buona lettura!

SCARICALO ORA!Hai il nostro numeroprecedente? Se nonce l’hai, nonpreoccuparti, puoi scaricarlogratuitamentetramite il nostro sito:www.24orenews.it

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[ personaggio ]

Maggio 2019

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[personaggio]

Intervista a cura di Dario Bordet

Esuberante, schietto, un vero um-bro verace. Gianfranco Vissani na-sce nel 1951 nella cittadella me-dioevale di Civitella del Lago, inUmbria. Figlio d’arte, inizia a 13anni nel ristorante di famiglia e fre-quenta la scuola alberghiera diStato a Spoleto. Avvia giovanissi-mo la sua lunga gavetta: in Italialavora in locali famosi come l’Ex-celsior di Venezia, il Miramonti Ma-jestic di Cortina d’Ampezzo, ilGrand Hotel di Firenze e Zi’ Teresadi Napoli. Durante questi soggiornifrequenta però anche le piccoletrattorie per approfondire le tradi-zioni gastronomiche locali. Nel

1974 rileva il ristorante paterno aBaschi e lo trasforma in una Mec-ca dell’alta cucina, che conquistadue stelle Michelin e viene segna-lato tra i primi in Italia in tutte leguide gastronomiche. Alla basedelle ricette di Gianfranco Vissanici sono i piatti della tradizione, ri-visitati dal cuoco grazie ad una cul-tura sviluppata durante i suoi viag-gi all’estero. È stato forse il primochef (quando ancora gli chef sta-vano solo in cucina) ad andare intv come ospite, trasformandosi inun volto noto al grande pubblicoe poi addirittura in conduttore diprogrammi propri.

GIANFRANCO VISSANI«I MIEI TRENT’ANNI DI GAVETTA»

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[personaggio]

Maggio 2019

Una passione nata nella cuci-na di famiglia?Sì, però poi ho fatto la mia “bella”gavetta girando il mondo. Al lagodi Corbara mio padre ha aperto ilprimo ristorante quando ancora lestrade erano poco praticabili. Dagiovani siamo attratti da tutto quel-lo che è diverso e per questo, do-po l’istituto alberghiero a Spoleto,ho iniziato presto a girare l’Italiada Genova a Venezia, a Firenze, aNapoli… tutte mete che hanno ar-ricchito il mio bagaglio. Poi andavonelle piccole trattorie, e non nellagrande ristorazione, per conosceree imparare i piatti tipici regionali.Oggi invece tutto quello che c’è quiè la mia vita: amo l’Umbria, conquesta terra ho un legame moltoforte.Un ricordo divertente di queglianni di gavetta?Un giorno a Roma lo chef GiovanniGavina, che è stato il mio grandemaestro, mi chiese di cucinare mil-le uova sode e le misi sì sul fuoco,ma poi me ne dimenticai totalmen-te! Un altro giorno eravamo a VillaMiani, dove era arrivato il primoministro della Finlandia. Ricordoche era tornata indietro una mous-se di fragole su zoccolo di ghiaccio,parliamo di 50 anni fa: allora dissial maître “hanno finito tutti, possomangiare questa mousse?” e luirispose “sì, la mangi, la mangi”.Così la mangiai ma il ministro fin-landese, a cui la mousse era pia-ciuta molto, ne aveva chiesta un’al-tra, e la mousse non c’era più. Aun certo punto lo chef Gavina midiede un pugno sul petto e mi cac-ciò via. Ma io ero talmente testardoche mi ripresentai in cucina il gior-no dopo, e lui mi disse “vieni avan-ti”. E mi riprese.

Una fatica, una difficoltà diquesto vostro mestiere.La fatica alle volte di far capire allagente che noi lavoriamo nella cu-cina di un ristorante mentre spes-so invece siamo messi allo stessolivello di una tavola calda, di unatrattoria o anche di un supermer-cato. La fatica di far capire qual èla differenza, cosa c’è realmentedietro al nostro lavoro.Gli chef stellati che sono sem-pre in tv, detto tra noi, sonodavvero tutti bravi?C’è qualcuno bravo, che aiuta que-sti ragazzi a crescere. Perché coluiche va in televisione deve aiutarei ragazzi a crescere, non gli si devedare questa “importanza”. Voglia-mo parlare di che fine hanno fattoquelli che hanno vinto Master-Chef? Signori, stare in cucina famale, ti vengono i calli, si suda ealla sera crolli fisicamente!Magari oggi c’è chi impara ilmestiere del cuoco sperandodi andare in tv.Credo sia il sogno di tanti ragazzi,e il sogno di tanti cuochi. E poi siguadagna di più, piuttosto che sta-re in cucina, e ci sono meno tasse!Uno cuoco ha più successo seè anche imprenditore?Il cuoco se fa l’imprenditore nonfa il cuoco. E poi il cuoco deve sta-re sul pezzo giorno e notte, non

quello che fa il mattino e poi vavia, oppure arriva solo la sera.Guardi, quello non è uno chef, èun rompimarroni. Lo chef deve sta-re in cucina ma a lavorare, a fati-care. Io ho fatto i miei 30 anni digavetta. Ma quanti, secondo lei,hanno fatto 30 anni di gavetta?Ha perso di recente parecchichili, come ha fatto?Marc Mességué, un mio amicostorico, mi ha aiutato in questastoria. Fumavo 80 Marboro al gior-no e a un certo punto ho sentito ilbisogno di portare avanti la miavita e salvaguardare la mia salute,perché 80 sigarette al giorno cer-tamente non mi facevano bene.Così ho smesso di fumare e ades-so mi sono messo a dieta e dovròfarlo ancora per un anno.Un messaggio per i giovaniche hanno la passione per lacucina e che intendono segui-re il mestiere di cuoco.Ultimamente mi sono arrivate dueragazze che non hanno voglia «difare un cazzo» e hanno 24-25 anni.Ragazzi, mettete in conto di fare 5,6 o 7 anni di sacrifici, magari conun anno di stage prima di prenderelo stipendio. Però dovete metterci«le palle», perché questo è un me-stiere duro. Bisogna piangere, su-dare e poi la sera mettere le creme,altrimenti morirete sotto la cucina.

9Maggio 2019

[ st i le i tal iano ]

A“LA PITTURA COME IL MARE”7 aprile - 30 giugno 2019Museo d’arte Mendrisio

Amava la sua terra e un giorno decise che dalla Romamodaiola doveva tornare a Scicli (Ragusa) e dipingere,dipingere il mare. Il mare che lo emozionava, che sitramuterà quasi in un’ossessione, e che sarà il suocompagno di vita sino agli ultimi giorni. Piero Guccione,classe 1935, siciliano di nascita, è stato tra i maggioriprotagonisti della pittura italiana del secondo Nove-cento. Della sua arte ha vissuto sino a sette mesi faquando, all’età di 83 anni, si è spento nella sua casadi Quartarella (Modica). Per oltre quarant’anni ognimattina l’artista ha guardato il mare cercando di co-glierne le variazioni, non per semplice descrittivismo,ma per trovarci sempre l’anima dell’uomo. «Mi attiral’assoluta immobilità del mare, che però è costante-mente in movimento». Guccione ha portato la sua ri-cerca ai limiti dell’astrazione, restando tuttavia benancorato alla realtà. Persino nelle ultime opere dovela rarefazione è condotta all’estremo e il senso di vuo-to diventa qualità principale, egli vuole e sa rimanerepittore di un’antica tradizione radicata nel dato reali-stico, figurativo. Nel dipingere il mare e il cielo, egli èstato attratto dalla forza e dal colore di quell’imper-cettibile linea che divide la parte superiore dei suoidipinti, il cielo, dalla parte inferiore, il mare. È questaimpercettibilità che ha sempre cercato di riportaresulla tela. Tra il 1973 e il 1974 l’artista scopre l’usodel pastello come tecnica “veloce”, in alternativa, omeglio in sostegno al lento procedere dell’olio. Daquel momento in avanti il pastello assume semprepiù importanza nella sua opera, dandogli modo diesprimere un’emozione più immediata e diretta, ani-mando la natura e trasferendo alla natura i sentimentie le passioni umane, dalla gioia al dolore, dalla ma-linconia all’indignazione. Con la prima retrospettiva‘post mortem’, il Museo d’arte Mendrisio intende ri-percorrere il viaggio attorno al mare di Guccione at-

traverso l’esposizione di 56 capolavori tra oli e pastelli,a partire dal 1970 fino alla conclusione del suo per-corso. La scelta delle opere è stata curata dal Museod’arte Mendrisio in collaborazione con l’Archivio PieroGuccione. Un catalogo di 120 pagine, edito dal Museod’arte Mendrisio, documenta con fotografie e schedetutte le opere in mostra, introdotte dai contributi distudiosi e seguite da apparati riportanti una biblio-grafia scelta e una selezione delle esposizioni.

ALLA SCOPERTA DI PIERO GUCCIONE

Mare a Punta Corvo, 1995-2000, olio su tela; 86 x113 cm, Collezione privata

Le pietre sui campi di Passo Cane, 2002, pastello sucarta; 59 x 64.5 cm, Galerie Claude Bernard, Parigi

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Maggio 2019

Il Lago di Como è tra le zone del mondo più straordi-narie e apprezzate. Non è certo una scoperta dei dividi Hollywood: è stato amato nei secoli, almeno fin daquando nel 59 a.C. Giulio Cesare vi mise piede e fon-dò sulle sponde del lago la colonia di “Nova Comum”.Ma la vera folgorazione per l’immensa bellezza diquesto paesaggio avvenne in epoca Romantica Peril suo carattere e la sua natura, con le alte montagneboscose che salgono in verticale dal lago e il cieloche si annuvola in temporali improvvisi, il Lario era,ed è, destinato agli animi più sensibili. L’Ottocentone fu conquistato. Qui passò Goethe descrivendonel’aria luminosa, qui fu ambientato Malombra del Fo-gazzaro, e qui si consumarono amori veri e pieni dipassione. Proprio là dove il ramo di Lecco incontraquello di Como per poi congiungersi entrambi conquello che corre verso la Svizzera, si passa dalle spon-de dove si vive la dolce vita, nelle ville più lussuosee negli alberghi 5 stelle, a luoghi più selvaggi, di mon-tagne, antiche abbazie, spiaggette dimenticate, borghiincantevoli il cui stile di vita richiama tempi lontani.Seguiteci in questo primo itinerario tra Cernobbio eBellagio - “la perla del Lago di Como”.

A pochi chilometri da Como, Cernobbio è un con-centrato di monumenti e dimore signorili riservatea vacanze VIP. Le ville si susseguono senza sosta:

l’ottocentesca ed eclettica Villa Erba (dove soggiornòLuchino Visconti) con il suo bellissimo parco; la VillaBernasconi, in stile liberty con bellissime decorazionia forma di farfalla e baco da seta in onore del pro-prietario, imprenditore serico; la celeberrima Villad’Este, oggi uno degli hotel più lussuosi e famosi almondo e Villa Pizzo, con le sue terrazze che scendo-no verso il lago. Proseguiamo su un itinerario brevema suggestivo, lungo la strada Regina Vecchia cheattraversa tre graziosi borghi del comasco, Moltrasio,Carate Urio e Laglio. La Chiesa dei Santi Quirico eGiulitta a Urio merita una sosta, se non altro per labella veduta sul lago. Arrivati a Laglio, lasciatevi con-tagiare dal gossip e cercate Villa Oleandra, anticadimora acquistata nel 2002 da George Clooney. Len-no e Tremezzo, con l’Isola Comacina all’orizzonte,rappresentano probabilmente l’espressione più au-tentica dei borghi sul Lago di Como. L’Isola Coma-cina, l’unica del lago, può essere raggiunta in battelloda Ossuccio. Sull’isola i resti di antiche chiese rac-contano di quando gli abitanti si schierarono con imilanesi contro i comaschi e il Barbarossa e l’isolafu data alle fiamme nel 1163. Il giorno giusto per an-darci è il 24 giugno, quando si ricorda ancora l’in-cendio con un suggestivo spettacolo di fuochi d’ar-tificio. Lenno gode di una posizione geografica pri-vilegiata tanto che nel XVII secolo il Cardinale Durini

LE “PERLE”DEL LAGO DI COMO

A cura di Sandro Nobili

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definì questa zona “il golfo di Venere”. A poca distan-za il borgo di Tremezzo, situato alle pendici di unmonte, offre uno scorcio memorabile del Lago di Co-mo. Notevoli gli edifici e le ville di pregio in zona, co-me Villa Carlotta, Villa La Quiete (detta “la Gioconda”)e la Chiesa di San Lorenzo (frazione di Bolvedro).Da Tremezzo raggiungiamo infine Cadenabbia perprendere un battello verso l’ultima meta di questonostro breve viaggio nel triangolo lariano, Bellagio.Tra gli aspetti più affascinanti di questo splendidoborgo, considerato una delle più belle terrazze pa-noramiche d’Italia, ci sono senza dubbio le sue in-cantevoli ville, famose in tutto il mondo per il loro

sfarzo e per i loro giardini curatissimi. Una delle piùcelebri è Villa Serbelloni, una splendida villa secen-tesca edificata sulle rovine di un precedente castelloandato distrutto. Attualmente appartiene alla fon-dazione Rockefeller di New York ed è un prestigiosohotel sede di convegni internazionali. Un’altra bel-lissima dimora, l’ottocentesca Villa Melzi progettatada Giocondo Albertolli, è circondata dai giardini al-l’inglese che conquistarono Liszt e Stendhal. Attual-mente è abitata e quindi visitabile solo in alcunesue parti. Il suo immenso parco verde ospita, inun’atmosfera di puro incanto, statue, busti e operedi epoche diverse, reperti di grande valore artisticoe storico, come le statue egizie che ornano il giardinoo le antichissime urne di origine etrusca. Il giardinoesterno ospita persino una gondola veneziana, giun-ta qui a Bellagio per volontà di Napoleone, e una in-cantevole cappella neoclassica. Passando all’arteculinaria, qui si incontrano i gusti del lago e dellaterra in matrimoni molto fortunati. Nelle osterie ti-piche potrete assaggiare la pasta con la bottarga dilavarello, i ravioli di pesce, il riso con pesce persicoe verso la parte montana l’immancabile selvagginae la polenta. Ma anche gustare un’ottima bresaolae i “missoltini” (agoni essiccati al sole). Non dimen-ticate di irrorare il tutto con degli ottimi vini bianchie rossi di produzione locale.

Laglio

Isola Comacina

Tremezzo Bellagio

Cernobbio

Nell’altra pagina: una bella veduta

dal lago di Bellagio; a sinistra la villa del divoGeorge Clooney a Laglio;

in alto Villa d’Este aCernobbio e a destra

l’isola Comacina

13Maggio 2019

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GROSSETOVIAGGIO NEL CUORE DELLA MAREMMA

SSembrano spazi sconfinati quelliche caratterizzano la Maremma to-scana che si affaccia su uno deitratti di litorale tirrenico tra i piùemozionanti, dove l’assoluto pro-tagonista è l’orizzonte. L’isola d’El-ba e quella del Giglio sembrano de-limitarne i confini, arginare la scon-finata luce che caratterizza questosplendido angolo d’Italia. È l’anticaterra che fu degli Etruschi, estremosud della Toscana, quella zona chesi interpone tra lo straordinario en-troterra e il mare, alternarsi di am-pie pianure e poggi dai quali si go-de di uno dei panorami più bellidella nostra penisola. È un lembodi Toscana che vede le ampie zonedi natura selvaggia punteggiate daincantevoli città e borghi storici eche costituisce il suggestivo confi-ne tra una delle terre italiane piùricche e apprezzate e un mare chesa sempre stupire e regalare nuoviscenari. Castiglione della Pescaiae Talamone sono due dei suoi bor-ghi gioiello affacciati sul mare,Grosseto una delle città storichedell’entroterra.

A cura di Annamaria de Bernardis

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Maggio 2019Marzo 2019

Castiglione della Pescaia, im-merso nel cuore della Bassa Tosca-na a circa 20 km da Grosseto, è trale più esclusive mete turistiche delTirreno. Per la qualità del mare edelle sue spiagge, negli ultimi anniLegambiente e il Touring Club l’-hanno eletta come prima localitàbalneare d’Italia. La parte bassadel paese è quella più nuova, riccadi negozi, boutique, bar e in altastagione è il luogo dello “struscio”,dove concedersi dello shopping diqualità, a partire da Corso delle Li-bertà, dove si trova la maggior con-

centrazione di vetrine sfavillanti. Li-feStyle Shop in Piazza della Repub-blica è uno dei nomi più conosciuti,con un vasto assortimento di og-gettistica per ogni gusto (e porta-foglio). Godere del tramonto sul suolungomare regala un panoramaunico dominato dai profili delle iso-le dell’arcipelago toscano e dell’Ar-gentario. La parte del borgo rac-chiusa nelle mura è invece quellapiù antica. Attraversando la portaUrbica si sale percorrendo le strettestradine che si arrampicano versola sommità del promontorio e ci si

immerge in un’atmosfera antica,tra le mura, le archibugiere e le an-tiche porte. Passo dopo passo il nu-cleo medioevale di Castiglione sve-la angoli pittoreschi e improvvisiscorci di Tirreno, antichi portali la-vorati, vecchie stalle recuperate el’originale lastricato grigio, testimo-nianza del passato. A dominare ilcuore antico c’è l’imponente Ca-stello, con le sue tre torri merlate,simbolo del borgo maremmano: èproprietà privata e quindi visitabileunicamente in occasioni speciali.Da qui si può godere uno spetta-

Capo Sant’Andrea isola d’Elba

Talamone Isola del Giglio

colo che ha per protagoniste le iso-le d’Elba, del Giglio e, nelle giornatepiù limpide, addirittura la Corsica.Il patrimonio storico-culturale di Ca-stiglione si caratterizza per la pre-senza di splendidi edifici come laChiesa della Madonna del Giglio,che custodisce una tela settecen-tesca della “Madonna col Bambinoe due angeli” (molto venerata dagliabitanti della zona in seguito a unevento miracoloso che pare si ve-rificò nella chiesa) e la cinquecen-tesca pieve di San Giovanni Batti-sta, che conserva le reliquie del pa-trono Guglielmo di Malavalle, notoanche come Guglielmo di Aquita-nia. Per una pausa enogastrono-mica suggeriamo un carpaccio dipesce spada affumicato, prose-guendo con un appetitoso baccalàalla maremmana o un piatto digamberoni al forno da accompa-gnare con un bianco di Pitigliano,una delle città del tufo. Per conclu-dere una serata all’insegna del di-vertimento, Castiglione offre tan-tissimi locali. Sicuramente il più ce-lebre è la Capannina, un vero sim-bolo della vita notturna maremma-na e italiana in genere, aperto or-mai sin dal 1975.Lasciamo Castiglione per raggiun-gere Talamone, un borgo arroc-cato su un promontorio rocciosoche domina l’omonimo golfo. Lastrada tra Castiglione e Talamonecosteggia per un lungo tratto il Par-co Regionale della Maremma, au-tentico paradiso naturale dove allaricca flora si unisce uno straordi-nario patrimonio faunistico costi-tuito da zone umide, foreste, aree

agricole, zone rocciose e dune, do-ve vivono, tra gli altri, tassi, istrici,cinghiali, volpi, lepri e ricci. Imper-dibile una tappa nel parco per chiama la natura. Circondato dallavegetazione tipica della macchiamediterranea e da ampie spiaggesabbiose, Talamone è una balco-nata sull’Argentario e sull’isola delGiglio. La sua baia è inoltre famo-sa per gli sport velici: i colori deiwindsurf, dei kitesurf e delle bar-che a vela, sono parte integrantedi queste acque. Fiorente città inepoca etrusca, legò il suo nome aGiuseppe Garibaldi e ai Mille chequi fecero scalo prima dello sbarcoin Sicilia nel 1860. Oggi Talamonemantiene orgogliosa il suo aspettodi borgo fortificato di pescatori. Ilpiccolo porto è dominato dall’im-ponente Rocca degli Aldobrande-schi costruita verso la metà del XIIIsecolo. Da non perdere, vicino alporto, è l’Acquario della Laguna,che mostra al visitatore le bellezzemarine di cui è ricca la zona.Adagiata in una vasta pianura,Grosseto è uno dei pochi comunidi origine medievale il cui centro èancora completamente circondatodalle mura medievali. Molti sono ipunti d’attrazione per cui vale la pe-na visitare questa bella città, a par-tire dalle Mura Medicee del XVI sec.,il Palazzo Aldobrandeschi, situatoin piazza Dante e il Cassero Senese,imponente fortificazione medioevalerisalente al XIV secolo. Il monumen-to più importante è senza dubbio laCattedrale di San Lorenzo (costruitaa partite dalla fine del XIII secolo)con all’interno un’acquasantiera del1506. Anche una visita al MuseoArcheologico d’Arte Maremmana èd’obbligo: situato in Piazza Baccariniaccoglie numerosi reperti archeolo-gici e preistorici della provincia gros-setana, nonché dipinti di scuola se-nese dal sec. XIII al sec. XVII, statue

in legno ceramiche e monete. Lamovida grossetana si svolge in di-verse zone della città. La passeg-giata nel centro storico non può nonincludere corso Carducci, la via dellebotteghe e di boutique alternative,cuore della città sulla quale si affac-ciano svariati palazzi in stile rinasci-mentale e liberty tra cui PalazzoMarcucci, Palazzo Ariosti, PalazzoCappelli e Palazzo Tognetti.

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Maggio 2019

Passeggiate, arte, cultura,tanta storia ma ancheenogastronomia. Di Grossetovogliamo infatti apprezzareanche i sapori della sua riccae saporita cucina: unassaggio di pecorino diPienza, qualche fetta difinocchiona, il salamearomatizzato con semi difinocchio e bagnato con vinorosso, un assaggio di ricottae di bruschetta al lardo diCinta Senese sono i formaggied i salumi che proponequesta terra. I saporiti piciall’amatriciana, i tipicispaghettoni locali, e un buoncinghiale alla cacciatora, daaccompagnare con un buonbicchiere di Morellino diScansano, sono invece tra imigliori primi e secondi dagustare. Un piatto moltorappresentativo èl’acquacotta, che ha sfamatointere generazioni dimaremmani ed è il simbolodell’arte di fare di necessitàvirtù. Deliziosi poi icantuccini con il Vin Santo.

Per la gioia del palato

Grosseto

Acquacotta

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[ salute & benessere ]

Maggio 2019

LA DIETA DEL BENESSERE

Già nel IV secolo a.C. Ippocrate di Kos,considerato il padre della medicina, ave-va capito la correlazione tra sana nutri-zione e salute. Una sana alimentazioneè infatti uno dei fattori principali per la

promozione e la difesa della salute e perla prevenzione di molte malattie. La qua-lità della vita, e spesso anche la sua du-rata, possono essere migliorate prestan-do attenzione alla scelta dei cibi, sia perqualità che per quantità, senza trascu-rare una quotidiana attività motoria. Perguadagnare in salute a tavola non servenecessariamente mettersi a dieta, se perdieta intendiamo un regime di restrizionecalorica. Il concetto che ho sviluppato ne-gli anni è più vicino al significato origina-rio della parola greca diaita, che significa“stile di vita”. Con la Dieta del 5 (penta-dieta) possiamo quindi iniziare un per-corso di sana alimentazione, con sceltealimentari consapevoli ed equilibrate. Il5 in numerologia significa equilibrio, chevuole essere il concetto base di questoprogramma alimentare. Cinque è il nu-mero delle dita della mano e, se hai suc-cesso e raggiungi i tuoi obiettivi, anchea tavola, puoi “battere il 5”! A colpo d’oc-chio, la Dieta del 5 ci può far capire cosaci serve per stare davvero bene.

BATTI IL 5!

Tratto dal libro “La dieta del 5”

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Fà che il cibosia la tuamedicina e che lamedicina sia iltuo cibo.Ippocrate di Kos,

IV secolo a.C.

A cura di Evelina Flachi

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[salute & benessere]

Maggio 2019

LE 5 FORME DI BENESSEREPossiamo cominciare a comprenderequanto sia importante raggiungere emantenere nel tempo almeno 5 aspettidel nostro benessere, per essere in for-ma e per aggiungere “anni alla vita epiù vita agli anni”.l Benessere fisicoLo si persegue attraverso il movimento,una corretta nutrizione, un sonno rego-lare, ma anche mediante l’uso correttodei farmaci, il non abuso di alcol e dro-ghe, il vivere in ambienti piacevoli e ri-lassanti. Riguarda essenzialmente il no-stro corpo, ed è il tipo di benessere piùfacile da comprendere per noi occiden-tali, anche se largamente disatteso. Trasedentarietà, diete sballate, abuso difarmaci e droghe ci facciamo ogni giornodel male (come dimostra un’imponentemole di dati di ricerca) e spesso lo sap-piamo.m Benessere emotivoSi raggiunge attraverso una consapevolegestione dello stress e delle emozioninegative. Soprattutto in Occidente vivia-mo spesso inutilmente sull’orlo della cri-si di nervi. La reazione di allarme concui l’organismo viene predisposto alla“lotta” o alla “fuga” scatta in continua-zione, con continue scariche di ormonidello stress, che non trovano consumoin un atto fisico. Padroneggiare una buo-na tecnica di rilassamento (training au-togeno, yoga, meditazione…), così comeguardare ai fatti della vita con un ap-proccio positivo, diventa fondamentaleper non cadere vittima delle emozionidistruttive e nella rete purtroppo moltoestesa delle “malattie da stress”.n Benessere socialeLo si trova evitando l’isolamento a cuici spinge il sistema sociale delle grandimetropoli occidentali. L’uomo è un ani-male sociale, il cui obiettivo è costruireun network, coltivare una fitta rete di re-lazioni familiari, amicali e all’interno digruppi raccolti attorno a interessi comu-ni. Alcuni recenti studi stimano per gli“isolati” un 20% di probabilità in più dimorire precocemente rispetto agli “in-

tegrati”, percentuale che sale al 53%per quanto riguarda le malattie cardia-che fatali.o Benessere intellettualePer una vita piena e ricca è fondamentalenon smettere mai di far lavorare il cer-vello per tutta la vita. Non solo attraversoil lavoro, ma anche nel tempo libero, col-tivando hobby in grado di stimolare i neu-roni e stabilire nuove sinapsi, vale a direquei punti di contatto tra un neurone el’altro in grado di dotare il nostro cervellodi nuovi programmi, quindi di nuove ideee nuova intelligenza. Ciò che ci permettedi tenerci alla larga dalle dilaganti de-menze senili.p Benessere spirituale Amore, compassione, fiducia, genero-sità e altruismo sono piacevoli compa-gni di vita. Fare del bene agli altri signi-fica quasi sempre fare del bene anchea se stessi. Non lo dice solo la religione,ma anche la scienza. Chi si sente piùbuono è anche psicologicamente appa-gato, in pace con se stesso e con ilmondo. Nell’uomo è presente una spin-ta spirituale - probabilmente con unabase genetica - che lo induce a insegui-re traguardi alti e che vanno al di fuoridel sé.

Per stare bene “dentro e fuori”, e perraggiungere senza fatica il nostro pesoforma è bene tenere in equilibrio tra loroquesti 5 aspetti. Ce ne accorgiamo tuttii giorni. Spesso incontriamo persone ap-parentemente in salute, forti, vincenti,motivate, che all’improvviso entrano incrisi o in depressione, a causa magaridi una spiritualità acerba, che li lasciasenza risposte davanti a quei perchédella vita con i quali, prima o poi, tuttifiniamo per fare i conti. Insomma, il be-nessere non è fatto solo di muscoli, nésolo di peso forma o di gestione dellostress. E non basta neppure avere un’in-tensa vita sociale, intellettuale o spiri-tuale. Il vero benessere è un cocktail incui, a dosi che variano da individuo aindividuo, devono essere presenti unpo’ tutti questi ingredienti.

[ agenda ital ia ]

Maggio 2019

CASTELLO DI MIRAMARETRIESTE

Più che un castello in senso stretto è un esempiodi residenza principesca del XIX secolo. Costruitotra il 1856 ed il 1860, è stato infatti la residenzadell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgoe di sua moglie Carlotta del Belgio. All’interno sipossono visitare gli appartamenti privati, le stan-ze desinate agliospiti, i vari saloni,la biblioteca-studioe la magnifica Saladel trono, recente-mente restaurata eriportata all’origi-nario splendore. Ècircondato da un ri-goglioso parco dinotevole interessebotanico.

CASTELLO ESTENSEFERRARA

Il Castello Estense di Ferrara,fatto costruire da NicolòD’Este nel 1385, si trova pro-prio al centro della città. Na-to come struttura difensivae militare, diventa successi-vamente, dimora degliEstensi e residenza ducale.Articolato su quattro torri, con un ampio fossato che lo circonda, oraè sede museale permanente in cui si possono ancora ammirare, gliappartamenti ducali, le antiche prigioni, la Torre dei Leoni, il Giardinodegli Aranci, le cucine ducali e molte opere d’arte.

CASTELLO DI FÉNISAOSTA

È solo uno dei 22castelli oggi esisten-ti in Valle d’Aosta e,diversamente daglialtri castelli, si ap-poggia dolcementeai pendii di una col-linetta: la sua piantapentagonale con ladoppia cinta mura-ria offre il più vastocampionario di torririscontrabili in un unico complesso architettonico. Il percorso sisnoda tra le suggestive sale al piano terra e al primo piano per con-cludersi nel cortile interno, con lo scalone semicircolare sovrastatodal pregevole affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago.

CASTELLO DI MALCESINEVERONA

Cattura subito lo sguardo con la suamaestosità e il suo aspetto fiabesco, ol-tre che per la sua pittoresca cornice,con l’azzurro intenso del lago di Gardaed il verde del Monte Baldo. Strette sca-le portano fino alla meta senza dubbiopiù ambita, la torre a forma pentago-nale dove attraverso alcune finestre siscorgono panorami mozzafiato a 70metri di altezza dal lago. Oltre a varipassaggi e sale come la Sala Goethe,descritta dallo stesso Goethe nel suo“Viaggio in Italia”, ospita due bellissimimusei di storia naturale.

L’Agenda di maggio si apre con la notazione “castelli”. È la nostra proposta di primavera, per trascorrere un piacevole weekend scegliendo di visitare un castello

dove immergersi in pagine di storia antica.

CASTELLO DI GORIZIA

Il castello, risalente al secolo XI, è il cuore antico della città.La Sala della Musica accoglie perfette riproduzioni di stru-menti antichi di cui si possono ascoltare le melodie grazie

a moderne tecnologie. La Saladei Cavalieri ospita il Museo delMedioevo Goriziano, dove si tro-vano interessanti riproduzioniartigianali delle armi biancheusate nel periodo medioevale.Nei pressi del castello si trovanoaltri importanti musei quali ilMuseo della Grande Guerra, ilMuseo della Moda e delle ArtiApplicate, la Pinacoteca e la Col-lezione Archeologica.

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19Maggio 2019

[ tv da gustare ]

Già da lunedì 29 aprile su Rete 4 torneranno gli amatissimi DavideMengacci e Anna Moroni alla guida di una nuova edizione di Ricetteall’Italiana. Grande novità sarà la presenza quotidiana di Mengacci

non più in esterna bensì in cucina al fianco della Moroni che proverà a in-segnargli tutti i rudimenti e i fondamentali per poter preparare tanti gustosimanicaretti: c’è da giurarci… ci sarà proprio da divertirsi. L’appuntamento ètutti i giorni dal lunedì al sabato prima e dopo il TG4 delle ore 12.

Dal 16 maggio una sorprendente novità ci aspetta in prima seratasu Canale 5. Dopo aver debuttato in Inghilterra lo scorso anno, sbarcaanche in Italia All Together Now con la conduzione di Michelle

Hunziker e la partecipazione straordinaria di J-AX. In ogni puntata, una seriedi cantanti si esibirà su un brano per 90” davanti a una giuria di 100 esperti:dopo i primi 30 secondi di esecuzione, i giudici che lo vogliono votare devonoalzarsi e cantare con lui. Il punteggio equivale naturalmente al numero digiudici che si saranno alzati entro un minuto.

Il 18 maggio su Rai 1 in diretta dall’EXPO di Tel Aviv (Israele)si terrà la finale della 64a edizione dell’Eurovision Song Con-test in cui l’Italia sarà rappresentata dal vincitore dell’ultimo

Festival di Sanremo, Mahmood che ha trionfato con la canzone “Soldi”. Acommentare l’evento per l’Italia ci saranno Federico Russo e Flavio Insinna.Il 30 maggio, per celebrare i 50 anni dal primo sbarco sulla Luna, Alberto An-gela condurrà una puntata speciale di Ulisse dedicata alla Luna. «Un piccolopasso per l’uomo, un grande passo per l’umanità»: con queste parole il Co-mandante Neil Armstrong commentò quella storica prima impronta umanalasciata sul suolo lunare e verrà tutto mostrato in questo intenso specialetutto da gustare.

Infine per gli appassionati di Netflix, il 31 maggio verrà rila-sciata una sconvolgente nuova serie: When They See Us.

Si tratta di una miniserie che prende ispirazione da una storia vera davveroscioccante: negli USA cinque adolescenti di colore sono stati condannati peruno stupro mai commesso. La serie prende il via dal 1989, quando i cinquedi Central Park sono stati accusati e ripercorre vari momenti tra cui il 2002quando sono stati scagionati e il 2014, quando sono stati risarciti dal comunedi New York.

A cura di Edmondo Conti

Eccoci arrivati a Maggio, un mesericco di appuntamenti tutti da gustareanche davanti al nostro schermoamico che si popolerà di propostedavvero interessanti.

Per ora è tutto, ma sono sicuro che avrete già trovato molti spunti per trascorrere delle belle serate. Ci ri-troviamo a giugno con uno show che farà il suo sensazionale ritorno dopo 11 anni e con tante sorprese,naturalmente… tutte da gustare!

Maggio 201920

LIBRI

CCon quest’ultima tappa nell’arte contemporanea si conclude il lungoviaggio di Vittorio Sgarbi nelle meraviglie del nostro patrimonioartistico, un’autentica educazione sentimentale per conoscere eapprofondire la bellezza del nostro Paese. Dopo il 1945, il grandefiume della storia dell’arte si divide in rivoli e correnti impetuose, cheguardano alla tradizione italiana in un dialogo sempre più stretto conle suggestioni d’oltreoceano e la presenza suadente dei nuovi massmedia. Sgarbi entra nel Dopoguerra e corre fino ai giorni nostri,inseguendo la bellezza tra straordinarie scoperte e venerati maestritra cui Fontana, Sciltian, Ligabue, Balthus, Giacometti, Burri, leinstallazioni provocatorie di De Dominicis, l’architettura e il design diPonti, Rossi e Mendini, fino alla poesia dell’assoluto di Cremonini,Ferroni, Gnoli e Guccione. Indica vite famose a fianco di artististraordinari invece abbandonati e dimenticati, cercando di riunirel’arte nel nome della bellezza, in questo secolo così difficile “che fral’altro è il meno bello dei grandi secoli italiani, anche se è il piùpopolare”, così scrive Sgarbi. Cerca di fare emergere in questo secolocosì complesso, così breve e ricco, una quantità di autori dimenticati,tante Cenerentole dell’arte, che rappresentano la parte più suggestivadi tale percorso. Ma la cosa sorprendente del libro, come diceGuglielmi nella prefazione, è trovare un tono poeticistico, la musicalitàdella prosa strettamente legata al convincimento di Sgarbi che l’arteubbidisce al suo fine se è poesia, e “la poesia è qualcosa che unavolta corteggiava il sublime e che oggi Sgarbi chiama anima”. L’artedeve possedere un tratto metafisico, se non lo ha non esiste. Trovarequel respiro metafisico nelle opere dell’arte italiana degli ultimi centoanni è un’impresa difficile, ad eccezione dei soliti 3 o 4 pittori(capostipite Morandi). Allora Sgarbi, critico d’arte di scuola longhiana,è di fronte alla pittura (e non solo) del dopoguerra. Neoavanguardia,Transavanguardia, Pop Art, Arte povera. Non si arrende e insiste, etrova due autori superbi: Leonardo Cremonini e Domenico Gnoli.Magnifica la loro descrizione! Ma Sgarbi fruga e fruga ancora, e trovaun folto gruppo di artisti di provincia cui dedica una parte consistentedel suo Novecento. Artisti inconsapevoli di operare in un contestostorico diverso da quello dove avevano lavorato gli antichi antenati,ma artisti capaci di dare vita ad opere nelle quali Sgarbi trova quelrespiro metafisico che accomuna bellezza e anima.Concludo a malincuore questo scritto perché Novecento è un testomolto bello che merita molto di più di una recensione.

IL NOVECENTOVolume II

DA LUCIO FONTANA A PIERO GUCCIONEdi Vittorio Sgarbi(La nave di Teseo)

IL NOVECENTOVOLUME II

A cura di Valerio Consonni

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Vi esorto aleggere il mioNovecento comequalcosa che saràper voirivelazione dipercorsi segreti,di sentieri e dimeravigliosiartisti sconosciuti

(Dall’introduzione di Vittorio Sgarbi)

Maggio 2019

IL PARADOSSO DI ACHILLE Romanzo esuberante e profondo, sempre sorprenden-te. Racconta del paradosso che ci rende umani, quelloche in fondo ci fa amare la morte perché rende la vitapiù importante, perché ci fa gustare con allegria ognigiorno che viviamo. “Forse morire è solo vivere al con-trario. Guardare alla vita un po’ più allegramente”.Achille Mauri (Bollati-Boringhieri)

PROMETTO DI AMARESulla panchina, al centro esatto della piazza avvoltadal chiacchiericcio dei passanti, è seduto un uomo.Sulle gambe un taccuino da cui non si separa mai.Aspetta il momento giusto per aprirlo e annotare gliabbracci più belli di cui è testimone silenzioso. È questoche fa da più di trent’anni: andare a caccia di tutte lebraccia che si incontrano e che, quando si stringono,raccontano una storia. L’amore è davvero un mistero.Pedro Chagas Faites (Garzanti)

SEMPLICEMENTE PERFETTOLo scrittore norvegese, autore di grandi libri per bambini,si misura questa volta con la trama di una storia d’amore.Albert nota Eirin il primo giorno di università e quelloscambio di sguardi è l’inizio di una relazione che dureràben trentasette anni. Poi un giorno, mentre Eirin è a unconvegno di biologia marina in Australia, Albert appren-de dal proprio medico una notizia devastante. Romanzodenso e sorprendente, dove paura, coraggio, amore emorte convivono con straordinaria intensità. Jostein Gaarder (Longanesi)

ALMARINAPuò una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nelcarcere minorile di Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in unarmadietto chiuso a chiave insieme a tutti i pensieri nell’isola dove le colpe pos-sono finalmente sciogliersi e sparire. Almarina è un’allieva nuova, ce la mettetutta ma i conti non le tornano: in quell’aula, se alzi gli occhi vedi l’orizzonte madalla porta non ti lasciano uscire. La libertà di due solitudini raccontata da unavoce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore.Valeria Parrella (Einaudi)

IL VINO E LE ROSE Cos’è la vita? Quali origini ha? Vi è un senso, o meglio,possiamo ricavarne uno? In essa prevale il bene o ilmale? Possiamo essere felici o la nostra essenza è se-gnata dall’inquietudine e dal vuoto esistenziale? Leriflessioni si intersecano con la storia di tre donne,che dall’infanzia alla maturità si confrontano costan-temente con se stesse alla ricerca del proprio equili-brio. Benchè giovanissima, Claudia Conte vanta un’in-tensa attività di attrice, presentatrice, autrice.Claudia Conte (Armando Curcio)

[ l ibri ]

LA MEMORIADEI CORPIDopo “Com’ègiusto che sia”,ecco un nuovosorprendentethriller di Marina DiGuardo, scrittricenovarese di nascitae cremonese diadozione, celebreanche per essere lamadre della notainfluencer ChiaraFerragni. Unmeccanismo aorologeria dalletinte rosso scuro diBasic Instinct, masoprattutto untuffo nei luoghioscuri che siannidano inognuno di noi.Marina Di Guardo(Mondadori)

VETRINA

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BUONENOTIZIEÈ Paolo Beltramin, giornalista del Corriere della Sera, che su uno degli ultimi numeri dell’inserto“Le Buone Notizie - L’impresa del bene”, ci fa scoprire la bella avventura di un gruppo di amiciche hanno realizzato un’impresa straordinaria: “Ostello Bello”. Partito da Milano oggi siappresta a festeggiare la sua nona apertura. Una realtà che certamente vi sorprenderà.

OSTELLO BELLO SI FA IN 9

QQuando nel 2009 Carlo Dalla Chiesa ne ha par-lato per la prima volta bevendo una birra con gliamici, l’hanno preso per pazzo. Come potevanocredere che per quel suo nuovo progetto avesseavuto l’ispirazione direttamente dai Grandi dellaTerra, riuniti in un G8 proprio insieme a lui? Ep-pure, davanti a una tazza di caffè un lunedì mat-tina di 10 anni dopo, oggi non cambia versione:«Vi do la mia parola, è andata proprio così». Ilsuo G8 l’aveva fatto sulla costa colombiana conaltri viaggiatori, perfetti sconosciuti, arrivati lì da5 diversi continenti. La cosa certa è che quellasua idea, «sempre per merito delle persone piùpotenti del Pianeta», nel frattempo è diventatarealtà. Ostello Bello oggi ha 8 sedi: due a Milano,una a Como, una a Bevagna, unpiccolo borgo medievale vicino adAssisi, e quattro in Myanmar. Lastruttura n. 9 aprirà nel centrostorico di Palermo. Ostello Bellodà lavoro (stabile) a 250 personenel mondo e ospitalità a 120milaviaggiatori all’anno in Italia (l’88%ha meno di 40 anni) più altri60mila in Birmania, superandola catena Hilton. Nella bachecadi Ostello Bello oggi ci sono unAmbrogino d’Oro e una dozzinadi HOscar, i premi internazionalipiù prestigiosi del settore, assegnati dagli 8 mi-lioni di visitatori che recensiscono gli ostelli nellapiattaforma Hostelworld. Dalla CNN a GamberoRosso, dal Guardian a TripAdvisor. Lo spirito del-l’impresa è tutto nella scritta che accoglie i vi-sitatori nell’ostello di via Medici, a due passi dapiazza Duomo: «Questa casa non è un albergo».E la differenza la respiri a qualsiasi ora del giorno

e della notte, anche se nessunola spiega meglio di Carlo, cheporta il nome del nonno genera-le: «In un albergo, se uno scono-sciuto ti rivolge la parola quasi timette a disagio; in un ostello ac-cade esattamente il contrario: èchi se ne sta per conto suo chesembra un po’ sospetto, fuori po-sto». «Noi offriamo esperienze…iscriversi a un walking tour, avereun iPad sempre disponibile euna connessione WiFi “senza

password”». Quando tutto è cominciato ai trefondatori (che non avevano compiuto trent’anni)Carlo Dalla Chiesa, Pietro Vecchi e Nicola Spec-chio si sono aggiunti altri 8 soci, tutti amici ecoetanei. Giurano di non aver mai litigato seria-mente, e comunque mai per soldi. «E come po-trebbe succedere? Abbiamo una sola regola,reinvestire tutti gli utili in nuovi progetti».