Artigianato & Imprese | CNA Vicenza 01/2010

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ARTIGIANATO & & imprese imprese Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza marzo 2010 anno IX numero 1 Contiene I.P. periodico d’informazione tecnica e sindacale MODA & CREATIVI Stili d’impresa www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Vicenza

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Moda & creativi Stili d'impresa

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ARTIGIANATO&& impreseimpreseConfederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola

e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza

marzo 2010anno IX

numero 1

Contiene I.P.

periodico d’informazionetecnica e sindacale

MODA & CREATIVIStili

d’impresa

www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Vicenza

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primo pianoprimo piano

1/2010

CNA Impresa Sensibile promuove attività a sfondo solidaristico

Le nuovesensibilitàd’impresa

“Occupabilitàdelle personesvantaggiate

e aiuti formativiin Africa tra

i progetti

131355

ScandianPiccola impresaPiccola impresae dipendentie dipendentisono un tutt’unosono un tutt’uno

1515

PedemontanaLa superstradaLa superstradache crea atteseche crea attesee sofferenzee sofferenze

“Periodico edito da CNA via Zampieri 19, VicenzaRegistrazione Tribunale di Vicenza n. 1019/11.3.2002Comitato di redazione Silvano Scandian, PaoloMonaco, GiuseppeMantese, Stefano Masiero, Giannina Scremin, Enrico Storti, Marco Troncon, Leonardo ZamperettiDirettore responsabileClaudio StratiRedazione e pubblicità via G. Zampieri 19, Vicenza. Tel. 0444 569900, fax 0444 961628 e mail: [email protected]., via Corbetta 9, Vicenza

Fotografi e: copertina Luciano Dal Lago (modella Elita Parisotto); 4, 5 in basso, 15 in basso Renato Dalla Vecchia, Luca Andolfatto, Lino Basiricò, Luciano Dal Lago, Sergio Mantello, Ruggero Zigliotto; 7 e 11 sotto Fiera Vicenza; 18 Cristiano Urban (laboratorio Sartori); e dall’archivio CNA.

ARTIGIANATOARTIGIANATO&& impreseimprese

ARTIGIANATO & imprese

NFORMATIVA AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 30/06/2003. Spettabile Impresa, il D. Lgs. n. 196 del 30/06/2003, “CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, all’art. 13 impone l’obbligo di informare l’interessato sugli elementi fondamentali del trattamento. Per quanto attiene alla scrivente Associazione vi si adempie compiutamente informandoLa che: 1) i dati sono stati raccolti per inviarle del materiale che pubblicizza la nostra associazione e per promuoverne l’attività; 2) in relazione alle summenzionate fi nalità, il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti cartacei ed informatici in modo da garantirLe la sicurezza e la riservatezza dei dati, nonché la piena osservanza della Legge; 3) la presente informativa è resa per i dati raccolti da pubblici registri, elenchi; 4) contro le sopra indicate fi nalità di utilizzo dei dati può esercitare i diritti di cui all’ art. 7 della Legge; 5) i diritti che Le competono sono quelli previsti dall’art. 7 della Legge ed in particolare: di conoscere,

in ogni momento, quali sono i Suoi dati presso noi e come essi vengono utilizzati; di farli aggiornare, integrare, rettifi care o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento; 6) titolare del trattamento è CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa - Associazione Provinciale di Vicenza, corrente in Vicenza, Via Zampieri, n. 19. Vicenza, dicembre 2008

Mondo imprendi-toriale ed etica sono due realtà

che hanno bisogno sempre più di incontrarsi, indotte dai trend della globaliz-zazione e acquisite come modello culturale a cui conformarsi. I nuovi concet-ti di “respon-sabilità socia-le d’impresa” e di “bilancio sociale” trova-no oggi spazio nella cultura aziendale, a signifi care un ruolo “diver-so” a cui sono chiamate le imprese: non più solo pro-duttrici di ricchezza e la-voro e quindi protagoniste principali dell’economia, ma anche entità della so-

cietà che possono svolgere un ruolo fondamentale nel-le relazioni sociali e nella ricerca di nuovi equilibri avanzati rispetto ai bisogni della società diversi dalla pura economia.La CNA da tempo ha in-

serito questi concetti nel suo lavoro a fi anco delle imprese. E anche in que-sto senso va interpretata l’adesione di CNA Vicen-za al proget-to “Impresa

Sensibile”, promosso dalla CNA nazionale in accordo con Epasa ed Ecipa.“CNA Impresa Sensibile” è una associazione di pro-mozione sociale, registra-

ta ed autorizzata presso il Ministero del Welfare, che ha l’obiettivo primario di mettere in rete le esperien-ze e le attività del sistema CNA per la promozione sociale, la solidarietà e l’occupabilità. Nei prossi-mi mesi, anche a Vicenza CNA sarà impegnata nella progettazione di interven-ti di inclusione sociale e occupabilità delle persone svantaggiate e nell’avvio di iniziative di solidarietà legate al cinque per mille. Tra le iniziative promosse a livello nazionale nel 2009, si segnala la destinazione di una parte di tale raccol-ta al sostegno della CNA e

delle imprese dell’Abruzzo colpite dal disastroso terre-moto. Per quanto riguarda la cooperazione internazio-nale collegata al 5 per mil-le sono stati avviati con-tatti formali con i governi del Congo e del Burundi per il sostegno ai centri di formazione per i giovani e per l’invio di strumenti ed impianti nelle aree in diffi -coltà e carestia.Va segnalata anche la recen-te intesa con una organizza-zione nazionale del servizio civile, Nova Comunicazio-ne, che consentirà alle sedi CNA aderenti di accreditar-si per le attività promosse dal servizio civile.

L’allarmeBanche, lievitanoBanche, lievitanoin modo eccessivoin modo eccessivole commissionile commissioni

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editorialeeditoriale

ARTIGIANATO & imprese

La crisi è anchecrisi socialee di valoridi Paolo Monaco

E’stato recentemente pubblicato l’ultimo rapporto annuale del

Censis sulla situazione socia-le ed economica del Paese. Si tratta, come sempre, di un im-portante raccolta di indicatori e dati, da cui si possono provare

a trarre anche con-siderazioni di pro-spettiva.Ad una lettura ap-profondita e criti-ca dei risultati di questa tradizionale indagine, emerge che l’Italia sta com-plessivamente “te-nendo” rispetto alla situazione di crisi internazionale, sicu-ramente più e me-glio rispetto ad altri Paesi dell’eurozona ed in generale del mondo occidentale. Emerge anche però che le nostre im-prese non si stanno trasformando, rin-novando e ristruttu-

rando come sarebbe necessario, salvo alcune purtroppo poco si-gnifi cative eccezioni. La capa-cità di resistenza dell’economia italiana è ancora basata sulla centralità della famiglia, intesa sia dal punto di vista sociale che economico, sul localismo, sia produttivo che creditizio, ed in generale sul piccolo capitalismo familiare.Altri fenomeni macroeconomi-ci in atto rilevati dalla ricerca Censis 2009 sono: la crescita del “sommerso”, l’incremento dei fenomeni di evasione fi sca-le, la prudenza delle banche nel concedere credito, l’adozione del secondo lavoro (general-

mente “irregolare”), l’esplosio-ne della cassa integrazione, che dallo scorso anno è peraltro ap-plicabile anche alle imprese ar-tigiane come CIGS in deroga. Insomma, se è vero che la crisi è stata fronteggiata abbastan-za bene dal sistema Italia, è anche purtroppo vero che ciò è avvenuto grazie a strumen-ti collaudati ma vecchi, per la gran parte già in uso sin dagli anni ’70, anni che presentavano problematiche molto diverse da quelle attuali. Se da una parte, quindi, si registra una sostan-ziale tenuta dei principali in-dicatori economici, dall’altra è evidente che stiamo perdendo l’occasione di utilizzare la crisi per un rinnovamento forte del nostro modello di assetto pro-duttivo e di governo dell’eco-nomia: manca insomma quel necessario “cambio di passo” e quel coinvolgimento di tutti gli attori del processo, che consen-tirebbe al Paese di acquisire una posizione di vantaggio nel mo-mento in cui l’economia mon-diale ripartirà con decisione, ma certamente su basi e condizioni del tutto differenti da quelle del nostro recente passato. I dati sul lavoro evidenziano invece che in un anno l’occupa-zione è scesa del 1,6%, mentre la disoccupazione è salita del 1,2% e le persone che cercano un posto sono l’8,1% della for-za lavoro potenziale. Nei primi nove mesi dello scorso anno ha chiuso l’1% delle imprese ma-nifatturiere e ciò ha comportato la perdita di 378 mila posti di lavoro (soprattutto giovani). Sempre nel 2009, sono netta-mente cresciuti i lavoratori con partita Iva (ormai quasi 1 mi-lione) e si è registrata una forte perdita dei lavori a termine (-9,4%) e delle collaborazioni a progetto (-12,1%). E’ inoltre in corso un evidente processo di “sfoltimento” delle più piccole aziende commerciali e di servi-zio, mentre numerose aziende, non solo industriali, per so-pravvivere sono state costrette a scivolare verso il “sommer-so”. L’economia sommersa si aggira così oggi attorno al 19% del Pil italiano, mentre l’impo-sizione fi scale pesa per il 42,8% contro il 39,8% di media degli altri paesi europei. Nonostante questo, non si riescono a rac-

cogliere le necessarie risorse per avviare importanti investi-menti pubblici, anche perché con la crisi tende logicamente a diminuire il gettito fi scale. In generale, l’elemento di mag-giore preoccupazione eviden-ziato dal Censis è comunque la mancanza di prospettive per le generazioni più giovani e l’acuirsi della lontananza tra sud e nord del paese.Infi ne, soffermandoci sull’ana-lisi della situazione della po-litica italiana, che sconta un generale ed incrementato clima di sfi ducia e lontananza dal cittadino e dall’impresa, ap-pare chiaro che la via d’uscita dall’attuale impasse consiste principalmente nel recuperare la dimensione collettiva della partecipazione. La crisi ha in-fatti accentuato una situazione già molto evidente in anni re-centi: il cittadino oggi tende a rinchiudersi nel proprio indi-vidualismo o nel proprio nu-cleo familiare, concentrandosi esclusivamente su prospettive di brevissimo periodo. Inoltre, con una tendenza costante e consolidata, da almeno quindi-ci anni a questa parte, si registra uno scarsissimo coinvolgimen-to nella dimensione collettiva, con un’unica grande eccezio-ne: il mondo del volontariato. Si badi che, quando parla di coinvolgimento in dimensioni collettive, il rapporto Censis fa riferimento non solo alle gran-di istituzioni pubbliche (come i partiti o i sindacati) ma anche alle dimensioni meno evidenti ed organizzate, sottolineando parimenti la necessità di un re-cupero della progettualità col-lettiva, che peraltro è possibile esprimere anche nel proprio la-voro e, in generale, nel cerchio dei propri interessi. Continuare a ragionare solo in termini di breve respiro, solo riferiti al nostro “particulare”, senza essere in grado di colle-gare questa dimensione indivi-duale a nuove idealità o a una rinnovata progettualità, non potrà mai consentire di uscire realmente dalla attuale crisi che, come bene evidenzia il rapporto Censis, a questo pun-to è sicuramente individuabile come non solo economica, ma anche (e forse soprattutto) so-ciale e valoriale.

“ Un commentoall’analisi e alle

prospettive della crisi secondo il rapportoannuale del Censis

:: Paolo Monaco direttore provinciale CNA

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5 ARTIGIANATO & imprese

Intervista. La congiuntura, l’associazione, le relazioni economiche: parla il presidente provinciale della CNA, Silvano Scandian

In trincea per i dipendenti La crisi c’è ancora,

senza dubbi. “Io sono sempre spe-

ranzoso, però si è verifi cato quello che avevo previsto - dice il presidente provin-ciale della CNA Silvano Scandian - e cioè che la mancanza di lavoro si fa sentire. Cassa integrazio-ne, licenziamenti, chiusure: non so più quanti posti di lavoro nel Veneto siano an-dati perduti”.

E come reagire?

“E’ indispensabile che le aziende sappiano fare fi lie-ra tra loro, anche tra tipolo-gie diverse, trovando punti di contatto e sinergie. Oggi non dobbiamo parlare più di distretti ma, come suggeri-sce Marini, della Fondazio-ne Nordest, che ha avuto la felice intuizione di coniare il termine, di “dislarghi”: ovvero è importante che le aziende si mettano insieme sul mercato anche se hanno attività diverse, ma posso-no assicurare ai commit-tenti di essere un unicum in grado di offrire servizi nuovi. Un esempio, che si inizia a vedere anche grazie all’iniziativa della CNA, è quello degli impiantisti che anche se operano in settori diversi riescono a fare fron-te comune. Il vantaggio del cliente è di avere a che fare con un solo interlocutore”.

Come garantirsi la ma-nodopera in una fase così diffi cile?

“Qui entra in ballo il Dna di noi piccoli imprenditori.

artigianato oggiartigianato oggi

La nostra sfi da è quella di aggrapparsi ai dipendenti e tenerseli stretti il più pos s ib i l e . Il capitale sociale del-la piccola impresa è la sua ma-nodopera . Perciò le piccole e medie im-prese stan-no facendo i salti mortali per tenersi il personale, perché spe-rano sempre di operare anche doma-ni sul mer-cato. Se per-diamo questo capitale so-ciale, perdia-mo l’azienda. Nelle nostre imprese la manodopera è lì spesso da anni e ha assorbito il modo di fare azienda dei titolari. I nostri dipenden-ti sono una cosa unica con

gli imprenditori. Se spac-chi questa unione, spacchi

l’azienda”.

Però con i chiari di luna attuali non è facile garantire i dipendenti.

“Attraver-so le asso-c i a z i o n i , l’Ebav, le strade dei fondi di rotazione, i confi di, altre oppor-tunità per la liquidità,

molti piccoli imprenditori stanno facen-do questo, a t tendendo tempi miglio-ri. A fronte di questi sforzi

immani, intanto, qualche piccolissima soddisfazio-ne si comincia a vedere, ci sono settori che sembrano voler ripartire, ad esempio

la meccanica, ma ancora bi-sogna aspettare per vedere se si tratta solo di fatti epi-sodici. Invece concia, tes-sile, orefi ceria sono ancora fermi e bloccati. Mentre nell’edilizia si nota qualche gru che riprende a operare, ma l’impiantistica è ferma. Crescono invece il terziario avanzato, i servizi internet, la comunicazione”.

L’associazione come si rapporta con le imprese in questa fase?

“Anche l’associazione, di rifl esso, sente la crisi. E’ formata da imprese, e se queste arretrano non può non risentirne. Stiamo cer-cando di essere più vicini ai soci con i servizi, il cre-dito, l’espletamento delle pratiche burocratiche, corsi di aggiornamento e appro-fondimento, con iniziative nuove per creare aggrega-zioni imprenditoriali. E’ un cambiamento epocale per il settore, si deve lavorare in modo nuovo. Quest’an-no intendiamo sviluppare un programma di comuni-cazione per far conoscere ancora di più la CNA nella provincia con momenti di incontro tra dirigenti arti-giani e il mondo esterno. Parlando di innovazione, per gli orafi ma non solo, specie mirata ai settori in crisi per capire quali appor-ti positivi si possono dare”.

Sul fronte delle istituzioni, come giudicate le azioni e le politiche per la piccola e media impresa?

“Le nostre piccoleimprese difendonocon i denti la loro

manodopera perchéè il loro vero

capitale sociale

:: Silvano Scandian, presidente provinciale CNA

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artigianato oggiartigianato oggi

ARTIGIANATO & imprese

“Fondamentalmente per le piccole imprese il go-verno ha fatto poco, se si esclude la recente appro-vazione dello “Small Bu-siness Act” che però ci è stata imposta dall’Unione Europea e ad oggi è solo una bella enunciazione a favore delle Pmi. Oggi uno dei problemi più pressanti è la liquidità, o meglio la circolazione del denaro e dei pagamenti. Sarebbe necessario che la pubblica amministrazione onoras-se tutti i propri impegni e garantisse gli incassi alle imprese. Contemporane-amente, potrebbe essere attivata una azione di mi-crolavori di manutenzione e ammodernamento delle strutture, fi nalizzata anche al risparmio energetico ed alla sostenibilità ambienta-le del patrimonio edilizio: questo sarebbe un buon

volano per rimettere in moto la situazione e dare quel tanto di fi ducia neces-saria ai cittadini lavoratori per far riparti-re la domanda di beni e ser-vizi”.

E la Regio-ne?

“Per quanto

riguarda la Regione Ve-neto - conclude Scandian - abbiamo registrato una certa attenzione al tema

del credito, con la messa a regime di alcune linee di sostegno indiretto alle imprese at-traverso la creazione di

fondi rischi aggiuntivi. Si tratta di un’operazione che può aiutare le imprese a essere sostenute dal si-stema dei consorzi fi di e di conseguenza da parte del sistema bancario. Infi ne la Regione ha messo a punto la nuova legge quadro per l’artigianato, che ridisegna le commissioni provin-ciali per l’artigianato che “esaminano” le imprese del settore. Ora saranno composte da esperti, no-minati dalla Regione an-che se sulla base di indi-cazioni delle associazioni di categoria con un minor numero di componenti ma con competenze adegua-te: e questo dovrebbe dare maggiori garanzie di snel-lezza e autonomia, senza dover sottostare a una si-tuazione di sedie occupate in percentuale rispetto ai rapporti di forza tra asso-ciati”.

“ I problemi oggisono soprattutto

la liquidità e i ritardidei pagamenti: suquesto la politica

ha inciso poco

segue ☞

“ ACCORDO QUADRO

Artigiancassa ha siglato un accordo qua-

dro con CNA Co-struzioni, l’organi-smo della CNA che aggrega gli interessi professionali e di settore delle imprese che operano nella fi -liera dell’edilizia. Oggetto dell’accor-do è l’offerta agli associati CNA Co-struzioni di nuovi strumenti fi nanziari Artigiancassa personaliz-zati sulle esigenze degli artigiani e dei piccoli im-prenditori edili, valoriz-zando il ruolo svolto dai

Convenzione tra Artigiancassa e CNA Costruzioni

Consorzi aderenti a CNA Costruzioni a favore del-le imprese consorziate. A questo scopo, Artigiancas-sa e CNA Costruzioni stan-

no defi nendo insieme un c a t a l o g o prodotti che tenga conto delle partico-lari esigenze del compar-to edile, an-che alla luce della attuale congiuntura e c o n o m i c a n a z i o n a l e . Per monito-rare puntual-

mente il mercato, l’intesa prevede inoltre la creazio-ne di tavoli di confronto tra Artigiancassa e CNA Co-struzioni sia a livello terri-

toriale sia a livello centrale e l’individuazione nella rete Artigiancassa di fi gu-re responsabili per macro aree.Rientrano nell’accordo an-che la fornitura di assisten-za e consulenza da parte di Artigiancassa su fonti age-volative e di project fi nan-cing e l’organizzazione di focus group conoscitivi per studiare i nuovi prodotti e le nuove soluzioni prima della loro immissione sul mercato.L’accordo è stato siglato da Giovanni Di Leva, direttore generale di Artigiancassa, e Rinaldo Incerpi, presidente di CNA Costruzioni.

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7 ARTIGIANATO & imprese

Mo d a , h a i r s t y -

le e fotografia firmati CNA. In occasione dell’esposizio-ne Spazio Casa della Fiera di Vicenza, la CNA vicentina ha organizza-to una serie di eventi che han-no valorizzato la produzione artigiana degli abiti, gli accessori per nozze e ceri-monie e i servizi collega-ti: acconciatura, estetica, fotografia, fiori, abbiglia-mento.

Spazio Casa ha chiuso con 32 mila visitatori, numeri robusti per una manifestazione sempre molto bene accolta dal pubblico. Nel salone Pal-ladio è stato protagonista Happy Day in passerella, il defilé di alta moda per abiti da sposa, sposo e cerimonia: un’occasione estremamente importante per le aziende artigiane del settore per mostra-re al pubblico la qualità dell’abbigliamento e delle acconciature che svilup-pano nei loro laboratori e negozi.In particolare, due sono stati gli eventi: la sfilata di Diego Cortez con la di-

eventieventiAlla rassegna Spazio casa performancedi acconciatori, stilisti e fotografi

I creativi CNAconquistanola Fiera

vertente lingerie da sposa e la passerella di abiti per le nozze con Look Sposa e Hair Styling Marco Pe-razzo, all’insegna di una grande femminilità made

in Italy, con un tuffo nel-la storia degli abiti e delle acconciature dagli anni Trenta ai giorni nostri.

È stata una giornata all’in-

segna dello stile e del fashion, che ha visto anche le premiazioni del quarto fotoconcorso “Moda spo-sa & fotografia” promosso

:: Alcune immagini della sfi lata e della passerella

segue ☞

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8 ARTIGIANATO & imprese

eventieventi

dalla CNA, per valorizza-re la creatività del foto-grafo e dell’acconciatore, che dovevano collaborare per realizzare il miglior servizio fotografico sulla modella: due ore tra gli stand della fiera, predi-sponendo l’ambientazio-ne ideale a giudizio in-sindacabile del fotografo e un soggetto del servizio fotografico (acconciatu-ra, abbigliamento, trucco della model-la) a insinda-cabile scelta de l l ’ accon-ciatore.

Per la cate-goria accon-ciatori al pri-mo posto si è classificato il salone “Un diavolo per capello” di Moira Nicoli

di Molvena, al secon-do il salone “Estilo Par-r u c c h i e r i ” di Jessica Vivian di Bassano, al terzo il “Sa-lone Lei e

Lui” di Elisa Capovilla di Altavilla.

Per la categoria fotografi primo premio a Luciano Dal Lago di Vicenza, se-guito da Foto Gnata Con-salvo di Zugliano e dallo Studio Fotogi di Giampa-olo Boschetto di Chiam-po.

Soddisfatti i due presiden-ti di categoria della CNA, Giorgio Viero (acconcia-

tori) e Renato Dalla Vec-chia (fotografi). “L’ini-ziativa, giunta ormai al suo quarto anno - ha com-mentato quest’ultimo - ha rappresentato un momen-to importate di confronto e di sinergia tra due mon-di creativi complementari come la fotografia e l’ac-conciatura. Ed ha con-sentito di valorizzare il

:: Da sinistra in senso orario le tre foto premiate: Luciano Dal Lago, Gnata Consalvo e Giampaolo BoschettoEcco tutti i professionisti che hanno lavorato ad Happy Day 2010 (nell’ordine fotografo, salone di acconciatura e modella): Luca Andolfatto, Salone Alessia di Alessia Maria Traina, Martina Baggio; Foto Tony di Antonio Baggio, Salone Sei Bellissima diMichela Marangoni e Tiziana Reginato, Marta Boni; Luciano Dal Lago, Salone Un diavolo per capello di Moira Nicoli, Elita Parisotto; Blanco y Negro di Lino Basiricò, Estilo Parrucchieri di Jessica Vivian, Elena Lain; Sergio Mantello, Elisa Salone Lei E Lui diElisa Capovilla, Patricia S. Mercedes Fany; Giampaolo Boschetto, Il Bello delle Donne di Angelo Orso, Emanuela Balsenin;Foto G. Consalvo, Vogue di Francesca Grazio, Serena Orian.

“La manifestazioneha chiuso con ben32 mila visitatoriRiuscito il doppiodefi lé con intimoe abiti di classe

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9 ARTIGIANATO & imprese

lavoro di alcuni dei nostri migliori artigiani. La qua-lità delle foto realizzate dimostra infatti che sia

fotografi che acconciatori stanno sviluppando nuo-ve tecniche e investendo molto nella loro profes-

sionalità. I presenti alla premiazione hanno potuto ammirare un livello pro-fessionale molto elevato

e per la giuria scegliere il vincitore non è stato semplice, tanto era alta la qualità dei partecipanti”.

:: Da sinistra le acconcia-ture premiate sono di Moira Nicoli, Jessica Vivian e Elisa Capovilla

Ein materia di fotogra-fi a Spazio

casa ha mandato in scena anche la terza edizione della galleria fo-tografi ca “Spo-siamoci”. CNA e Confartigiana-to hanno messo insieme le forze e promosso una vetrina per valo-rizzare i fotogra-fi professionisti della provincia. In tutto 42 scatti re-alizzati da 21 au-tori, esposti nella galleria allestita nel corridoio tra il padiglione B ed il padiglione D dedicato agli sposi. Si è trattato di foto dedicate alla cerimonia, che vogliono rappresentare forme di creatività in gra-do di fi ssare momenti della

La fotogalleria, al suo terzo anno, ha messo in palio un viaggio per due tra il pubblico

Sposiamoci con un clic

:: Due immagini della galleria “Sposiamoci” e, a destra, la foto segnalata di Tiziano Rossi di Marostica

giornata più bella, quella dedicata all’amore. Alla rassegna era abbinato il concorso a premi “Spo-si in un click”: i visitatori

dovevano semplicemente compilare una cartolina con i propri dati e votare l’istan-tanea più bella. In palio un viaggio offerto dall’agenzia

Monet Viaggi di Creazzo per due persone.La foto segnalata dal pub-blico è stata quella di Tizia-no Rossi, di Marostica.

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11 ARTIGIANATO & imprese

Il personaggio, a Spazio Casa, è stato il visagista Diego Dalla Palma. Il

quale, su invito della CNA, è intervenuto al Padiglio-ne Sposi, sul palco allesti-to con una scenografi a a cura di fotografi e grafi ci CNA. Il consulente di stile e make-up non ha deluso le attese, dicendo la sua sulle tendenze moda del momen-to e sullo stile del 2010.Incontrando parrucchieri, estetisti, future spose du-rante l’evento promosso dalla CNA, il noto esperto di look non si è risparmiato con i consigli e le battute: “Il segreto sta nella sempli-cità - ha spiegato - perché spesso, invece di un look innaturale, è molto meglio ricorrere a un taglio corto e sfi lato, abbinato a un ros-setto rosso che conferisce sempre un certo stile. Il ma-trimonio è una festa e non deve diventare una fi nzio-ne, perciò vanno benissimo anche abiti colorati. E alla sposa bisogna togliere di dosso un po’ di polvere, mai fi darsi delle mamme che creano impalcature innatu-rali, poi diffi cili da portare. Le ragazze si ritrovano im-pacciate e goffe, perché si vuole creare un look artifi -ciale da “verginella” fuori tempo”.Un po’ controcorrente, Dalla Palma, origini ene-ghesi, ha avvertito di non copiare troppo dalla tv, né

eventieventiIl noto visagista conquista l’attenzione con le sue idee originali

Dalla Palma, elogio del lookessenziale

:: Due ritratti di Diego Dalla Palma. Sotto, le spose ad Happy Day

di mitizzarne i personaggi: “Le persone belle non sono quelle che si vedono lì, che a telecamere spente si oc-cupano solo di loro stesse. Io non vado più a feste di benefi cenza, perché quan-do si spengono i microfoni ti accorgi che non si impe-gnano più, l’unica che ho visto impegnarsi realmente è Natalia Estrada”.

E tornando al look, Dalla Palma ha invita-to le sue ospiti e i suoi ospiti a “non voler far diventare tutte delle Angiolina Jolie o Mi-chelle Pfeiffer, valoriz-zando invece la tipicità di ciascuna ragazza, anche coni suoi difetti a volte. Alla Callas, inve-ce di addolcirla, misero in risalto i caratteri gre-ci forti. Attenzione poi a non eccedere con gli accessori, ne basta uno, e ai colori: il rosso va dominato, il giallo è dif-fi cile da gestire, il rosa sta bene a poche e con il nero occhio all’effet-to becchino, mentre il marrone è da frati e il grigio è ... grigio”.Una battuta, infi ne, sulla ricerca dell’origi-nalità. Che può andar bene, ma “per essere eccentrici bisogna ave-re del carisma e per-sonalità, altrimenti si rischia di diventare dei pagliacci”.

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13 ARTIGIANATO & imprese

L’operatività del Confi di CNA: nel corso del 2009 un dato storico nel totale delle garanzie deliberate

Oltre la soglia dei 50 milioni

Per la prima volta nella storia del Confi di CNA Vicenza è stata supe-

rata la soglia dei 50 milioni di euro di garanzie deliberate nel corso di un anno.Il 2009 ha visto infatti un in-cremento dell’operatività del Confi di, sintomo del sempre maggiore ruolo di sostegno del Consorzio Fidi nei con-fronti dei propri associati e del valore del sistema dei Confi di, accresciuto ulterior-mente dopo la recente crisi economico-fi nanziaria.Per quanto riguarda i dati del Confi di CNA Vicenza, le garanzie deliberate al 31 di-cembre 2009 sono state pari a 52 milioni e 316 mila euro, con un incremento sullo stes-so dato dell’anno precedente pari al 7%. Nel dettaglio, sono diminui-te le garanzie prestate sugli affi damenti a breve termine mentre sono incrementate quelle sui fi nanziamenti a medio lungo. Relativamente a questi ul-timi, è rimasto sostanzial-mente invariato l’importo deliberato per i mutui age-volati da contributi pubblici (3.068.000 euro nel 2008, 3.061.000 euro nel 2009), mentre sono incrementati i fi nanziamenti chirografari (+ 2.705.000 euro) e ipote-cari (+ 991.000 euro).

creditocredito

:: Nereo Sella

“ L’ALLARME DELLA CNA

«L’attività dei Consorzi fi di sta sostenendo le aziende, che subiscono nuove commis-

sioni bancarie che di fatto ripropongono il massimo scoperto sotto altre forme».L’ennesimo allarme sul problema dell’in-troduzione di nuovi balzelli e costi da parte del sistema bancario è lanciato da Silvano Scandian, presidente provinciale CNA. Che sia una prassi che si sta dif-fondendo presso gli istituti di cre-dito lo dimostra la recente segna-lazione dell’An-titrust. «Già nel mese di luglio 2009 la nostra CNA Regiona-le ha segnalato con forza i rischi legati alla ripro-posizione sotto mentite spoglie della commissio-ne di massimo scoperto da parte delle banche – spiega Scandian – il problema viene oggi giusta-mente evidenziato dall’Autorità Garante per la concorrenza e per il mercato. I nuo-vi balzelli imposti dagli istituti di credito possono causare un sensibile aumento dei costi nei confronti degli utenti, tanto da far rimpiangere la vecchia commissione di massimo scoperto». L’Antitrust ha sottolineato come i nuovi costi aggiuntivi delle banche risultino net-tamente peggiori delle condizioni prece-denti, in certi casi fi no a 15 volte. «Questo problema è stato contenuto dai

Consorzi fidi – precisa Nereo Sella, presi-dente del Confidi CNA di Vicenza –, noi abbiamo ridotto, e in certi casi azzerato, tali commissioni. In particolar modo con il mondo delle banche popolari è stato possibile stipulare nuove condizioni per i prestiti alle aziende supportate dai Confi-di. Questa è la dimostrazione di quali be-nefici alle imprese e al sistema economico possano essere generati dalla collabora-

zione tra banche e categorie im-prenditoriali». Si tratta però di una collabora-zione che in que-sta fase procede molto lentamen-te. Continua Sel-la: «Le banche di credito coopera-tivo e le grandi aggregazioni fi -nanziarie hanno qualche diffi col-tà nel recepire i

cambiamenti in atto nel mondo dei Con-fi di, i quali non possono più essere consi-derati solo come semplici ammortizzatori di bilancio. È necessaria quindi un’accele-razione da parte del sistema bancario nella defi nizione compiuta degli accordi con i Consorzi fi di per valorizzarne a pieno il nuovo ruolo di sostegno al sistema eco-nomico e di partnership fi nanziaria. Di-versamente, rischiamo di ritrovarci con un sistema produttivo indebolito e dequalifi -cato, che potrebbe farsi trovare imprepa-rato di fronte alla futura e tanto auspicata ripresa».

L’Antitrust: condizioni peggiorate fi no a 15 volte

«Banche, andateci pianocon le commissioni»

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14 ARTIGIANATO & imprese

creditocreditoLiquidità cercasi. Sempre di più le aziende che non riescono a incassare e accumulano insoluti. E la legge sulla subfornitura non serve a nulla

Pagamenti lunghi,uno scandaloE’ sempre più preoccupante

il numero di piccole im-prese dell’Alto Vicentino,

e non solo, del manifatturiero che lavorano nella subfor-nitura che denunciano un allungamento dei tempi di pagamento.Soldi, per prodotti già consegnati, per lavori già effettuati, che però i subfornitori non rie-scono ad incassare. E rischiano, in molti, di dover chiudere l’atti-vità per questo moti-vo.“Stiamo attraversan-do un periodo di crisi molto duro, per quan-to riguarda il manifat-turiero, e questa non è una novità - spiega Giacomo Pilastro, pre-sidente della CNA di Thiene -. Per le grandi imprese c’è il proble-ma del ritardo dei pa-gamenti da parte della pubblica amministra-zione. Per le nostre piccole imprese il problema è il ritardo dei pagamenti da parte dei committenti. E’ un ritar-do crescente, si arriva a 180 giorni per i pagamenti. Sempre più spesso, il pagamento non avviene. Punto e basta. Uno scandalo tutto italiano al quale non è riuscita a porre un argi-ne nemmeno la legge. Sono infatti ben undici anni che nel nostro Pae-se è inapplicata la legge n. 192 sulla subfornitura che imporrebbe il saldo delle fatture a 60 giorni dall’avviso di merce pronta, pena l’applicazione di tassi di mora maggiorati”.

Per molte piccole aziende il ritardo dei pagamenti arriva anche a un ter-zo del fatturato. C’è chi ha dovuto smobilitare la pensione integrativa,

per far fronte alla cri-si di liquidità; e chi, semplicemente, ha chiuso. Sempre più numerose sono le aziende che chiedono al commit-tente una parte di pa-gamento anticipata, per poter acquistare le materie prime per la commessa, altri-menti non accettano il lavoro. E’ evidente, sostiene Pilastro, che così non si può anda-re avanti: “Non pos-siamo fare da banca

per gli altri”.Pilastro dichiara che, per cercare di venire incontro al sistema produttivo delle pic-cole imprese, il più esposto al fenomeno, CNA ha stipulato una

convenzione con una primaria so-cietà di recupero crediti riservando agli associati condizioni favorevoli al fi ne di agevolare il ritorno a casa degli insoluti, riducendo il costo dell’operazione oggi troppo onerosa per le singole imprese. Condivide, inoltre, quanto già proposto da altre associazioni di categoria: la modifi -ca legislativa dell’attuale diritto fal-limentare che in caso di chiusura per insolvenza del committente ponga i debiti verso i fornitori artigiani ine-quivocabilmente tra quelli “privile-giati”.

“ Si arriva fi no ai180 giorni, quandova bene. CNA fi rmauna convenzione

per il recupero crediti

:: Giacomo Pilastro

“Liquidità, nuoveopportunità regionali

Per sostenere il fabbisogno di liquidità delle imprese, la Regione Veneto at-traverso la propria fi nanziaria Veneto

Sviluppo ha messo a punto una misura straor-dinaria per il 2010. I fondi di rotazione per l’artigianato (L.R. 2/2002) e per le PMI indu-striali (L.R. 5/2001) sono arricchiti di nuove tipologie di spesa, oltre ai consueti investi-menti in beni strumentali, consolido passività e riequilibrio fi nanziario.Fino al 31/12/2010 le imprese potranno in-fatti ottenere fi nanziamenti agevolati per la copertura del fabbisogno fi nanziario derivan-te da crediti insoluti, crediti maturati verso le pubbliche amministrazioni e rimborsi di fi nanziamenti agevolati.Va ricordato che i fi nanziamenti tramite i Fondi di Rotazione di Veneto Sviluppo sono agevolati in quanto una parte del fi nanzia-mento stesso (il 50% o il 40%, a seconda del-la tipologia di azienda) è a tasso zero, mentre la restante parte ad un tasso convenzionato con il singolo istituto di credito.

La Regione aumenta le garanzie

La Regione Veneto, con la legge 11/2001, ha istituito presso i Consorzi Fidi Regionali dell’Artigianato un fon-

do per il rilascio di co-garanzie. Alla garanzia del Confi di CNA Vicenza viene pertanto ora “aggiunta” una ulteriore garanzia per arrivare così al 70% di garanzia complessiva, andan-do oltre il canonico 50% e supportando ancor di più le imprese associate nei confronti del sistema bancario. Le imprese artigiane possono richiedere la garanzia per operazioni di sostegno della gestione corrente, ristrutturazione del de-bito, consolido delle passività e riequilibrio fi nanziario. Gli Istituti di Credito che hanno fi rmato l’accordo con i Consorzi Fidi, presso cui si possono appoggiare le operazioni, sono Banca Antonveneta, Cassa di Risparmio del Veneto, Unicredit Banca e tutte le Banche di Credito Cooperativo. Si possono richiedere affi damenti di conto corrente o mutui chiro-grafari con durata massima 5 anni.

Finanziamenti agevolati dalla Provincia

La Provincia di Vicenza, con delibera del 11.12.2009, ha rifi nanziato il fondo provinciale a favore delle imprese arti-

giane e delle piccole imprese del Vicentino.Può così riprendere l’operatività del fondo, sospesa nel corso del 2009 per mancanza di fondi e ora nuovamente attiva per operazioni di fi nanziamento a medio termine da appog-giare presso le banche convenzionate per l’iniziativa, ovvero tutte le Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, Banca Popolare di Vicenza, Banca Popolare di Marostica e Unicredit Banca.I fi nanziamenti possono arrivare a 30.000 euro con durata massima 36 mesi per la co-pertura delle esigenze di liquidità dell’impre-sa e fi no a 50.000 euro con durata massima 60 mesi per far fronte a investimenti e a ope-razioni di ricapitalizzazione aziendale.L’agevolazione del Fondo consiste nella ridu-zione del 50% degli interessi applicati dalle banche convenzionate.

a cura di Federico Sassaro

NOVITA’

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infrastruttureinfrastruttureDella grande opera parlano i presidentidi Bassano e Cornedo, Paolin e Pretto

Pedemontanatroppo tardiper cambiare

ARTIGIANATO & imprese

Pedemontana, oggetto del desiderio e, nello stesso tempo, fulcro di

discussioni e diatribe. La su-perstrada, di cui si parla dagli ani Sessanta, dopo gli ultimi nove anni di silenzio (dopo che nel 2001 la famosa confe-renza di servizi di Castelfran-co pareva l’avesse sbloccata in via defi nitiva) è d’improvviso tornata alla ribalta prima del-le elezioni regionali, e subito è stata discussione. Perché da una parte vengono contestati certi passaggi molto impat-tanti in centri urbanizzati e in aree di pregio paesistico (Montecchio Maggiore, Bre-ganze, Rosà e Cassola alcuni tra i punti “neri” più sentiti) e i tempi strettissimi concessi per le osservazioni, e dall’al-tra si sostiene che il progetto, così com’è, è una vera auto-strada alternativa alla A4, ben diversa dalla “superstrada leggera” a servizio del terri-torio decisa all’inizio del de-cennio.Così, nelle ultime settimane, è andata in scena una fi tta trama di incontri e pressioni, per risolvere le situazioni più diffi cili con promesse di pas-saggi in galleria, in tunnel ar-tifi ciali, in trincee per cercare di guastare il meno possibile gli assetti urbanistici attuali, piuttosto caotici per la verità visti certi disordinati sviluppi avvenuti sul territorio.Gli imprenditori della CNA sono ovviamente molto inte-ressati alla strada, considerata soluzione non più differibile per portare fuori dall’isola-mento l’area pedemontana, gioiello produttivo del Nor-dest.

“La nostra posizione non è nuova - spiega Sergio Paolin, presidente della CNA bassa-nese, con azienda a Solagna - ed è con-divisa dalle altre orga-n i zzaz ion i di categoria: la superstra-da serve per un problema non tanto di sola viabilità ma per l’in-s e r i m e n t o dell’area pe-demontana di Bassano in una logi-ca europea. Non dico una novità se ricordo che io, come altri colleghi, per andare a Conegliano devo riservarmi un’intera giornata di lavo-ro! Naturalmente la migliore soluzione tecnica per realiz-zare l’arteria non compete a noi, andrà valutata in piena condiv is ione tra Regione ed enti locali. Però come CNA chiediamo che l’opera ven-ga cantierata e avviata perché indispensabile allo sviluppo a lungo termine di un’area che altrimenti ri-schia di restare emarginata. Dirò di più - aggiunge Paolin - noi chiediamo che questo asse est ovest venga al più presto completato con quello nord sud che riguarda la Val-

sugana e la cosiddetta “bre-tella” parallela alla statale 47 verso Padova. La cui utilità non è contestabile ma che suscita altre diatribe: ci sono solo due comuni che attual-mente vi si oppongono, vale

a dire Fontani-va nel Pado-vano e Tezze sul Brenta nel Bassanese. Le mot ivaz ion i secondo noi non sono con-divisibili, ma noi diciamo che vanno va-

lutate attentamente le loro os-servazioni e trovate le logiche di compensazione, ma per ca-rità si sblocchi quanto prima questa situazione”.Da un’altra parte della provin-cia, a Cornedo, ecco un ulte-

riore parere: “Qui siamo sicuramente più tranquilli che altrove - dice Giu-seppe Pretto, pre-sidente territoriale della CNA -, la no-stra amministrazio-ne si è mossa per tempo e il progetto tutto sommato toc-ca marginalmente l’area urbanizzata, perché la soluzione del casello unico al posto dei due pre-visti in un primo tempo e il passag-gio in galleria mi pare che soddisfi no un po’ tutti. Certo,

s a p p i a m o che in altre zone, vedi Montecchio, l’impatto è maggiore e lì l’ammi-nistrazione si è attivata per soluzio-ni migliori. Però la Pe-demontana non la si può eliminare e s a p p i a m o che è appro-vata, anche se non co-nosciamo i tempi certi

della fase esecutiva. Aggiun-giamo che si deve partire as-solutamente con il prolunga-mento della 246, è perfi no più importante della superstrada! E’ importantissimo, perché poi il traffi co non si blocchi”.Della soluzione superstra-dale considerata un nuovo “passante” della A4, Pretto commenta: “Io penso che questa strada per noi sia mol-to utile, come sbocco verso Treviso e Udine, mentre ora incappiamo in un’infi nità di vie e viette e il tempo, per chi lavora, è denaro. Ma non fermiamoci a questa consi-derazione, la Pedemontana servirà sì il traffi co commer-ciale però sarà indispensabi-le anche per il turismo. Ed è troppo tardi ormai per cerca-re tracciati nuovi o soluzioni alternative”.

:: Da sinistra Sergio Paolin e Giuseppe Pretto

““Ci serve per portare

quest’area in una logicaeconomica europeaaltrimenti si rischia

la marginalizzazione”

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17 ARTIGIANATO & imprese

categoriecategorieIl made in Italy a caccia di piccoli imprenditori che sappiano valorizzarlo. Nel 2009 23 mila posti di lavoro qualifi cati sono rimasti vuoti

AAA, artigiani cercansiLa crisi in Italia porta con

sé ripercussioni che stan-no producendo un pro-

blema occupazionale: l’Istat ha accertato che nel 2009 il Paese ha perso 380 mila posti e che il tasso di disoccupazione medio è salito al 7,8%.E allora bisogna scovare rimedi, vie alternative percorribili per attutire l’emergenza occupazio-nale. Un’indicazione importante

arriva dal mondo artigiano: nel 2009, seppure nel mezzo della crisi economica, ci sono state fi gure professionali diffi cili da reperire sul mercato. Lo scorso anno le aziende artigiane hanno faticato a trovare 23.470 pro-fessionisti, su tutto il territorio nazionale, che rispondessero alle caratteristiche richieste. A scarseggiare sono gli artigiani specializzati, le fi gure tecniche e d’alto profi lo capaci di forni-re valore aggiunto alle aziende. Non sarà un caso se la diffi coltà a selezionare personale qualifi cato (e non stagionale) nell’artigiana-to è superiore alla media di tutte le altre imprese. Da un anno ci si ripete che il made in Italy salverà la nostra economia ma un manifatturiero che sappia rilanciarsi anche sui mercati esteri ha bisogno di in-novazione e qualità delle risorse umane. Per il momento però i giovani rimangono ancora diffi denti nei confronti del mondo artigiano. «Si tratta certamente di un pro-blema culturale - spiega Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA: per diverse gene-razioni hanno insegnato ai loro fi gli che era meglio studiare e

cercare un mestiere di concetto. Così anche oggi i giovani prefe-riscono dire che lavorano in un call center piuttosto che in una bottega artigiana. Ma ora abbia-mo bisogno di giovani che sap-piano fare da ponte tra tradizione e progresso».

Calzaturiero, tessile e arredo sono solo alcuni tra i settori che hanno contribuito alla fama del made in

Italy nel mondo, e che pati-scono que-ste lacune.Nel calza-turiero già all’inizio della crisi i consulenti consiglia-vano di in-dustrializ-zare il più possibile il ciclo pro-duttivo per ridurre gli

sprechi. Ma industrializzare trop-po signifi ca anche spersonalizza-re il prodotto, quindi indebolirlo e “demolire” la forza della pro-duzione artigianale: gli stilisti che disegnano le scarpe si trova-no, sono i tecnici che trasforma-no un modello in un prototipo a scarseggiare. Mentre nella sar-toria vi sono imprese leader che hanno deciso di allestire proprie scuole per sarti, vista la penuria di giovani interessati. Un altro settore che vive que-ste problematiche è quello delle aziende del mobile che hanno mantenuto passaggi artigianali e che si servono di specialisti in via d’estinzione. Oggi nelle botteghe si vedono sempre più extracomu-nitari e questa sarebbe anche una interessante risorsa: il problema è che questi operatori intendono questo come un lavoro, spiegano gli specialisti del settore, e non come una professione. C’è un turnover molto alto, in tanti si spostano di area geografi ca, altri preferiscono cambiare mestiere. Quindi si perde quella caratteri-stica del settore che consisteva nel tramandare un’arte antica. Concetto diffi cile da far capire, peraltro, anche ai giovani disoc-cupati italiani.

“ PICCOLE E MEDIE IMPRESE

La data c’è, il 10 mag-gio, nome nuovo e slogan sono quasi

pronti: ci sta lavorando l’agenzia pubblicitaria Ar-mando Testa, quella del «più lo mandi giù, più ti tira su». Dopo quasi quattro anni di riunioni, dibattiti e ritrosie i «piccoli» ci prova-no: CNA, Confcommercio, Confesercenti, Confartigia-nato, Casartigiani intendono mettersi assieme. Stanchi di vedersi tagliati fuori dal potere e dai tavoli di con-trattazione hanno deciso di riunirsi e, facendo valere gli oltre due milioni di aziende rappresentate, d’inserirsi di peso nella triade sindacato-Confi ndustria-govemo.Non è stato un parto facile quello del nuovo sogget-to: l’idea era partita nel 2006 quando, per prote-stare contro la Finanziaria dell’allora governo Prodi, i cinque avevano fi rmato il «patto del Capranica», dal nome dell’ex cinema ro-mano che ospitò la prima manifestazione congiunta. Ora si comincerà puntando alla comune rappresentanza davanti alle istituzioni, ma almeno in una prima fase le cinque associazioni manter-ranno vita propria, strutture autonome e sovranità sul territorio.Agli incontri a Palazzo Chigi, comunque, ci andrà un presidente per tutti, il comunicato sarà uno solo. A turni di sei mesi il ti-mone passerà dai vertici di un’associazione a quelli di un’altra. La nuova creatura, oltre ad un logo autonomo e ad una campagna pub-blicitaria ad hoc, avrà una

Prove tecniche di unionesede propria e una struttura dedicata. E il dieci di mag-gio, all’Auditorium della Musica di Roma, debutte-rà anche una Fondazione, che stilerà in un decalogo il profi lo dell’associazio-ne, identifi cando i temi da inserire in agenda: federa-lismo fi scale in primis, ma anche politica del lavoro ed economica. A questi punti stanno lavorando da tempo Giuseppe De Rita (in pole position per diventare pre-sidente della Fondazione stessa) Aldo Bonomi, Pao-lo Feltrin e Stefano Zan.

Basterà tutto ciò per far sì che le «piccole» pesino? Le cinque associazioni snocciolano i numeri: le imprese artigiane, di com-mercio e servizi sono in tutto oltre quattro milioni, occupano oltre 11 milioni di addetti su un totale di 17. Ma è chiaro a tutti che il risultato cui puntare deve essere il corpo unico. Uno degli obiettivi, intanto, o forse un sogno, è arrivare tra un paio d’anni a fi rmare un solo contratto collettivo per artigianato, commer-cio e servizi. Le piccole e medie imprese vogliono contare di più e far rivalu-tare fi nalmente l’economia reale. «In un panorama che si sta sempre più frammentando noi stiamo dando un se-gnale in controtendenza - precisa Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA - ma siamo consape-voli del fatto che il mondo delle imprese è profonda-mente cambiato: serve una rappresentanza nuova».

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18 ARTIGIANATO & imprese

categoriecategorieTra imprese, associazioni di categoria, enti pubblici e Regioneprende corpo il nuovo patto per risollevare il settore

Ceramica in movimentoLa ceramica cerca di uscire

dal tunnel con un Patto di sviluppo che riguarda l’in-

tero Veneto (imprese della cera-mica, della porcellana e del vetro), ma che ovviamente avrà ricadute soprattutto nel Vicentino e nel Bas-sanese, aree principi del settore.Il Patto tra imprese, enti pubbli-ci, associazioni imprenditoriali tra cui ovviamente la CNA, che ha un forte radicamento nel set-

tore, arriva ad innovare quelli dei trienni 2003/05 e 2006/09 e come rappresentante ha individuato l’imprenditore di Marostica Gian-nino Crestani. Il patto si propone di attivare un circolo virtuoso di investimenti in innovazione a 360 gradi e marketing, punti dolenti del comparto negli ultimi decenni, per un totale di oltre sei milioni e mezzo di euro.I problemi della ceramica tradi-zionale e artistica, concentrata in un distretto molto radicato storica-mente, sono noti. Dopo gli anni del boom e anche dell’individua-lismo d’impresa, che ha prodotto enormi successi sui mercati del mondo, ora il settore sta appro-fondendo nuovi interessi per una organizzazione del lavoro basata sul concetto di fi liera, avanzato soprattutto nelle province di Vi-cenza e Treviso. Il settore si basa per lo più su micro e piccole im-prese, spesso a gestione familiare, custodi di una tradizione artigia-nale tramandata di generazione in generazione, che nel tempo hanno creato un distretto produttivo di fatto, interagendo con il territorio con il quale tutt’oggi conservano un legame non solo economico ma anche sociale e culturale. Un distretto venne individuato già nel 2003, ma molto eterogeneo, con all’interno anche l’industria

della terracotta e del laterizio. Oggi invece si ragiona su cera-mica, porcellana e vetro artistico, settori che possono ben rappre-sentare un unicum nel Veneto per storia, tradizione e vocazione all’esportazione, in grado di com-petere per qualità e genio creativo con produzioni di riconosciuto va-lore mondiale. La crisi strutturale del settore, acuita dall’entrata sul mercato di

competitor im-portanti, come i giganti econo-mici dell’Orien-te, unita ad un lento ma pro-gressivo calo dell’occupazio-ne, si è ulterior-mente aggravata a causa del disa-stroso andamen-to dell’economia internazionale degli ultimi due anni.

Ecco che ora si fa gruppo, coin-volgendo non solo le aziende del comparto, ma anche i Comuni di antica tradizione, strutture forma-tive come l’Accademia dell’Arti-gianato Artistico di Este, l’Istituto d’Arte di Nove, l’Università di Venezia, il Centro Produttività Ve-neto, oltre che le associazioni di categoria più rappresentative.Il Patto cerca come partner prin-cipale la Regione e riguarda un comparto che attualmente ha un fatturato globale di 145 milioni di euro, con lieve prevalenza della ceramica artistica.Le azioni riguardano il miglio-ramento della visibilità sui mer-cati del prodotto veneto, con una politica di comunicazione nuova, intensi trend di formazione per recuperare e diffondere nel setto-re competenze, abilità e tecnolo-gie andate via via scemando negli anni. Si otterrà così l’obiettivo di professionalizzare di più la mano d’opera, e di avviare iniziative di ricerca su materiali e prodotti innovativi che sappiano attrar-re nicchie di mercato diverse da quelle battute dal prodotto tradi-zionale, spesso dimostratosi ripe-titivi e non competitivo rispetto alla concorrenza dei Paesi emer-genti. L’innovazione riguarderà anche le politiche commerciali e il marketing.

“ RESTAURATORI

«Il decreto Bondi ha recepito alcune no-stre indicazioni ma aspettiamo ancora risposte sull’accesso alla professione

che rischia di mettere in pericolo migliaia di im-prese venete, per non parlare dei posti di lavoro». Sergio Paolin, presidente dell’Unione Artistico e Tradizionale di CNA Veneto e dell’Artigianato Artistico di Vicenza, di recente nominato coordi-natore del comparto Artistico Tradizionale della CNA Nazionale, interviene sul tema dei restaura-tori: «Auspichiamo che il Ministro Bondi dia av-vio, in tempi brevi, ad un tavolo di confronto con le parti sociali per apportare le necessarie modifi -che alla nuova disciplina di regolamentazione di un settore professionale fondamentale per la tu-tela del nostro patrimonio artistico. Che non può essere disciplinato da un quiz a risposta multipla di 100 quesiti, né avere derive elitarie mettendo dentro poche centinaia di patentati quando ci sono artigiani che restaurano da una vita».Tra le questione di capitale importanza che resta-no aperte, continua Paolin «la prima riguarda la possibilità di replicare la prova di idoneità, pre-vista fi no a questo momento come unica. Il com-prensibile interesse alla rapida defi nizione del procedimento di qualifi cazione non può limitare il diritto degli aspiranti restauratori, o di coloro i quali restauratori lo sono già, a partecipare alla verifi ca del possesso dei requisiti utili all’accesso alla prova ed a svolgere la prova stessa. Avanzia-mo quindi la necessità di ripetere tale esame e stabilire una periodicità dello stesso entro la nuo-va scadenza dei termini di presentazione delle domande fi ssata al 30 aprile 2010». Si chiede poi al Ministro per i Beni e le Attivi-tà Culturali Sandro Bondi un’ulteriore proroga degli stessi termini al 30 giugno 2010, conside-rando il fatto che sulla nuova disciplina pendono questioni di illeggitimità e di incostituzionalità in seguito ai numerosi ricorsi presentati da CNA e del ricorso nazionale di CNA e Confartigianato.

Caro Ministro, non leghiamola professione a dei quiz

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19 ARTIGIANATO & imprese

integrazioneintegrazioneCNA World indica i dati del Dossier Caritas Migrantes: le aziende condotte da immigrati sono cresciute del 10 per cento anche in questa fase di crisi

Imprese a colori in salitaIl Dossier Caritas Migrantes

cerca ogni anno di sondare la problematica dell’immi-

grazione. Non afferma che l’im-migrazione non presenti aspetti problematici ma, attraverso i numeri, ci orienta verso una sua visione realistica e più positiva. E’ un modo concreto di capire la realtà dell’immigrazione, affer-mano a CNA World, lo sportello CNA che segue specifi camente le tematiche degli imprenditori e dei lavoratori immigrati.

Ciò comporta da parte di cia-scuno di noi una messa a punto dell’atteggiamento personale, liberandolo dai pregiudizi, e da parte dei politici una maggiore apertura in materia di cittadi-nanza e di partecipazione, come anche la messa a disposizione di maggiori risorse. Infatti, si legge nel Dossier, la vera emergenza in Italia è la mancanza di un con-sistente “pacchetto integrazione” che prepari allo scenario di metà secolo, quando saremo chiama-ti a convivere con 12 milioni di immigrati, la cui presenza sarà necessaria per il funzionamento del Paese.Il dossier Caritas Migrantes 2009 ha focalizzato la sua analisi sull’“immigrato lavoratore” con alcuni dati eloquenti: un tasso di attività di 12 punti più elevato degli italiani; una accentuata ca-nalizzazione, nonostante il loro elevato livello di studio, nei set-tori e nelle mansioni che gli ita-liani non prediligono (ad esem-pio, oltre 100 mila in agricoltura, oltre 300 mila nel settore edile, mentre nel settore della collabo-razione familiare la stima corren-

te di circa 1 milione è nettamente superiore al numero delle perso-ne effettivamente registrate); una maggiore esposizione al rischio, con 143.651 infortuni, dei quali 176 mortali; un maggior bisogno di tutela, come attesta la massic-cia iscrizione a Cgil, Cis, Uil e Ugl (quasi un milione di sinda-calizzati), sia quando sono rego-larmente assunti, sia ancor di più quando sono costretti a lavorare nel sommerso. Questi lavoratori diventano essi

stessi creatori di posti di lavoro. I titolari d’impresa con cittadinan-za straniera, au-mentati del 10% anche in questa fase di crisi, sono attualmente 187 mila. Se ad essi aggiungiamo un numero quasi uguale di soci e amministratori e circa 200 mila di-

pendenti, arriviamo a una realtà occupazionale di mezzo milione di persone, come è stato eviden-ziato nel rapporto Immigratim-prenditori, realizzato dalla Fon-dazione Ethnoland con il Dossier Caritas Migrantes. Questa realtà imprenditoriale, se adeguatamente aiutata, potrebbe raddoppiare la sua consisten-za nel volgere di un decennio. Perciò, restando su un piano di concretezza, sembra necessario proporre una serie di misure di buon senso, meritevoli di essere condivise da tutti gli schiera-menti politici: rendere più age-voli i meccanismi di inserimen-to dei lavoratori immigrati nel nostro mercato occupazionale; eliminare le discriminazione nei loro confronti (qualifi che, tratta-mento retributivo e altri benefi ci contrattuali), incentivarne la for-mazione professionale e garanti-re pari opportunità; promuovere l’imprenditorialità degli immi-grati non solo nella fase iniziale ma anche in quella successiva, nella quale gli immigrati come gli italiani possono incontrare delle diffi coltà.

“ SICUREZZA

Tra gli aspetti che il Dossier 2009 ha affrontato c’è quello della “sicurezza”, tema molto agitato e discusso a livello politico.

Quando si parla degli immigrati residenti, le indagini indicano che 6 italiani su 10 considerano gli stranieri più inclini a delinquere degli italiani. Questo atteggia-mento, come ha spiegato Franco Pittau nella premessa del dossier statistico Caritas Migrantes 2009, è diffuso in molti ambienti, anche in ambito ecclesiale.In realtà, ha però aggiunto l’esperto, sulla base dei ri-levamenti scientifi ci si tratta di un pregiudizio, la cui infondatezza è stata confermata in una ricerca condot-ta dal Dossier e dall’agenzia Redattore sociale.Su cosa si basa questo ragionamento? Intanto sul fat-to che non esiste in Italia una emergenza criminalità, perché non ci distinguiamo in negativo in un confron-to europeo e nel contesto italiano le denunce penali da alcuni anni sono in diminuzione e il livello attuale (poco più di 2 milioni e mezzo di denunce) è pari a quello dei primi anni ’90, quando iniziava l’immigra-zione di massa; sulla constatazione che l’aumento del-le denunce contro i cittadini stranieri regolari risulta inferiore all’aumento della popolazione straniera e, ad esempio, nel periodo 2001-2005 le denunce sono aumentate del 46% e gli stranieri residenti del 101%; e, per quanto riguarda gli immigrati, sul fatto che i regolari, a conclusione di un confronto per classi di età con gli italiani, mostrano di avere un tasso di cri-minalità simile, ma con maggiori attenuanti, mentre gli irregolari, a loro volta, non sono da stigmatizzare come inclini alla criminalità, ma va considerata la loro esposizione alle necessità materiali, l’esclusione so-ciale, le spire della criminalità organizzata, anche in conseguenza degli scarsi spazi di ingresso e soggiorno regolare previsti dall’attuale normativa.“Se la normativa sugli stranieri fosse del tutto funzio-nale, non ci sarebbe stato bisogno di offrire la possi-bilità di regolarizzazione, nel settembre 2009, a 300 mila collaboratrici familiari e badanti non comunita-rie, che si aggiungono ai 2 milioni di immigrati rego-larizzati in precedenza - ha argomentato Pittau sulla base del Dossier statistico -: ciò signifi ca che più della metà della popolazione straniera è passata per le vie dell’irregolarità.

Più criminali? Il tasso èsimile a quello italiano

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serviziservizi

ARTIGIANATO & imprese

Sicurezza. Serata con il giudice Nordio per capire le conseguenze della normativa che sanziona le società per reati commessi a proprio vantaggio

Responsabilità penale delle impreseIl decreto legislativo 8

giugno 2001, n. 231, re-cante “Disciplina della

responsabilità amministrati-va delle persone giuridiche e delle società” ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabili-tà in sede penale degli enti, che si aggiunge a quella della persona fi sica che ha realiz-zato materialmente il fatto illecito.L’ampliamento della respon-sabilità mira a coinvolgere nella punizione di taluni reati penali il patrimonio degli enti e, in defi nitiva, gli interessi economici dei soci, i quali, fi no all’entrata in vigore della legge in esame, non pativano conseguenze dalla realizza-zione di reati commessi con vantaggio della società. Il principio di personalità della responsabilità penale li lasciava, infatti, indenni da conseguenze sanzionatorie, diverse dall’eventuale risar-cimento del danno. L’innovazione normativa, perciò, non è di poco conto, in quanto né l’ente, né i soci delle società possono dir-si estranei al procedimento penale per reati commessi a vantaggio o nell’interesse dell’ente. Successivamente, la legge 3 agosto 2007, n. 123, ha ulteriormente esteso l’ambito applicativo della re-sponsabilità amministrativa degli enti ai reati di omici-dio colposo e lesioni colpo-se gravi o gravissime che si verifi chino a seguito della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative alla tu-tela dell’igiene e della salute sul lavoro.Questo ampliamento dell’ambito applicativo è sta-to successivamente confer-mato con la stesura del D.lgs. n. 81/2008 c.d. Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di

lavoro.Come si vede, la platea dei destinatari e la tipologia dei reati è divenuta molto ampia e si estende anche alla realtà della piccola e media impre-sa. E’ opportuno ricordare che questa nuova responsabi-lità sorge soltanto in occasio-ne della realizzazione dideterminati tipi di reati da parte di soggetti legati a va-rio titolo alla società e solo nelle ipotesi che la condotta illecita sia stata realizzata nell’interesse o a vantaggio della stessa. Viene contemplata tuttavia una forma di “esonero” da responsabilità dell’ente se si dimostra, in occasione di un procedimento penale per uno dei reati considerati, di aver adottato ed effi cacemente attuato modelli di organiz-

zazione, gestione e controllo idonei a prevenire la realiz-zazione degli illeciti penali considerati. Il sistema preve-de anche l’istituzione di un organo di controllo interno all’ente con il compito di vi-gilare sull’effi cacia reale del modello. Va sottolineato, in proposito, che l’”esonero” dalle respon-sabilità passa attraverso il giudizio d’idoneità del siste-ma interno di organizzazione e controlli, che il giudice è chiamato a formulare in oc-casione del procedimento penale a carico dell’autore materiale del fatto illeci-to. Facilita l’applicazione dell’esonero, soprattutto in termini probatori, la docu-mentazione scritta dei passi compiuti per la costruzione del modello. Particolare at-

tenzione va posta quindi nella individuazione di specifi che procedure che devono dimo-strare la messa in atto del si-stema di gestione e controllo, anche per quanto riguarda la informazione e formazione dei lavoratori.Vi sono casi di infortunio sul lavoro, anche nella nostra provincia, che sono diventa-ti oggetto dell’applicazione dei reati previsti dal decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, creando non pochi problemi a quelle imprese coinvolte. Infatti, non solo non è conosciuto l’elemento della novità legislativa che si applica anche nel campo dei reati commessi in materia di infortuni sul lavoro (basti pensare che la lesione colpo-sa avviene quando un infor-tunio supera una prognosi di 30-40 giorni, cosa che può accadere nel corso dell’atti-vità di una piccola impresa), ma non è di facile attuazio-ne, per i limiti dimensionali e organizzativi, la predispo-sizione di un adeguato ed effi cace sistema di gestione delle attività della sicurezza, tale da poter essere ritenuto valido ai fi ni dell’esonero dell’applicazione del decre-to legislativo 8 giugno 2001, n. 231.Per questo la CNA di Vicen-za ha organizzato una serata di approfondimento sul tema con la partecipazione del consigliere Carlo Nordio, Procuratore Aggiunto di Ve-nezia, dell’avvocato Manuel Sarno, docente di Procedura Penale avanzata alla facoltà di Giurisprudenza di Ferra-ra e Rovigo, dell’avvocato Giorgio Calesella, del consi-gliere Arturo Toppan, Primo Presidente del Tribunale di Venezia, e del consigliere Luca Marini, Giudice per le Indagini Preliminari al Tri-bunale di Venezia.

“In sede processuale può scagionare

l’ente solo la dimostrazione di aver attuato un sistema

di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire gli eventuali illeciti

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previdenzaprevidenza

ARTIGIANATO & imprese

La possibilità di contribuzione aggiuntiva per raggiungere il diritto alla pensione in caso di interruzione della vita lavorativa

Versamenti volontari, guida all’usoNel corso della vita lavorativa possono interve-

nire fatti che interrompono temporaneamente o defi nitivamente l’attività e di conseguenza la

copertura previdenziale. La normativa in questi casi dà la possibilità di versare ulteriori contribuiti, in aggiun-ta a quelli già accumulati, per raggiungere il diritto alla pensione o incrementarla. È il classico caso delle don-ne che lasciano il lavoro per maternità oppure degli artigiani che chiudono l’attività e non hanno immedia-tamente un’altra occupazione. Il costo dei contributi volontari è negli anni aumentato fi no a portarsi alla pari della contribuzione ordinaria, va quindi valutato correttamente il rapporto costi benefi ci che tale opera-zione comporta. Va tenuto conto anche che il costo dei contributi è deducibile dalla dichiarazione dei redditi.La domanda di autorizzazione ai versamenti volonta-ri va presentata agli uffi ci Inps, e si può fare trami-te il patronato Epasa/CNA riconosciuto dalla legge, che offre assistenza gratuita ai lavoratori dipendenti e autonomi. Per ottenere l’autorizzazione occorre ave-re almeno cinque anni di contributi effettivi in tutta la vita lavorativa o tre anni di contributi nei cinque anni precedenti la domanda. Solo per alcune categorie di lavoratori (stagionali, part time, parasubordinati) è suffi ciente un anno di contribuzione nel quinquennio precedente la domanda. Il requisito contributivo può essere raggiunto cumulando i contributi versati come lavoratore dipendente e autonomo. Può chiedere l’au-torizzazione alla prosecuzione volontaria anche chi si avvale dell’astensione facoltativa dal lavoro tra i tre e gli otto anni di vita del bambino, o usufruisce dei permessi di allattamento e dei periodi di assenza per malattia del bambino. L’importo dei contributi volon-tari è determinato dall’Inps: per i lavoratori dipendenti in base alla retribuzione percepita nei 12 mesi prece-denti; per artigiani e commercianti in base alla media del reddito d’impresa (dichiarato ai fi ni fi scali) negli ultimi 36 mesi di contribuzione.I contributi volontari si pagano trimestralmente: il 30 giugno per gennaio - marzo; il 30 settembre per aprile - giugno; il 31 dicembre per luglio - settembre; il 31 marzo per ottobre - dicembre. L’Inps invia al domicilio del richiedente i bollettini di conto corrente postale, indicando il contributo da versare. Il Patronato Epasa/CNA è a disposizione per l’assistenza su questo e gli altri temi che riguardano la previdenza, l’assistenza e la tutela delle persone in genere.

“ CONVENZIONE CON CAF CNA

Le Banche di Credito Cooperativo e Casse Ru-rali della Provincia di Vicenza hanno stipulato una convenzione con il Caf CNA per il servi-

zio di raccolta e compilazione delle dichiarazioni dei redditi. Si tratta di tariffe agevolate e vantaggiose per la com-pilazione di modelli degli adempimenti fi scali, riser-vati a tutti i pensionati soci e clienti delle dieci Bcc vicentine, che potranno avvalersene dimostrando il rapporto con la loro banca (informazioni nelle fi liali di riferimento). E’ previsto un servizio di assistenza fi scale per la compilazione della dichiarazione annuale dei reddi-ti, modelli 730, Ici e Unico in tutte le sedi CNA e ai recapiti provinciali. E inoltre consulenza, assistenza e compilazione dei modelli DSU, ISE/ISEE, RED, de-nunce di successione, pratiche di assunzione, compi-lazione fogli paga e contributi Inps per collaboratrici familiari, badanti e baby-sitter.I vantaggi non si limitano a sconti particolari sulle ta-riffe ordinarie. Ciò che costituisce il valore aggiunto per questo accordo sono le politiche di attenzione e di assistenza dedicata che ogni Bcc nel suo territorio mette in campo sia a favore di soci e clienti, sia verso i tesserati e gli utenti delle prestazioni del Caf CNA.Gli interessati dovranno presentare la documentazio-ne ricevuta dalla banca attestante la qualifi ca di socio o di cliente pensionato titolare di un conto corrente.I benefi ci della convenzione si estendono a tutti i tes-serati CNA che diventeranno soci e clienti di una Ban-ca di Credito Cooperativo. Hanno aderito all’accordo tutte le 10 le Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali con i loro 120 sportelli nella provincia di Vicenza:Banca di Romano e Santa Caterina Credito Coopera-tivo-Bassano del Grappa * Cassa Rurale ed Artigiana di Brendola Credito Cooperativo * Banca di Credi-to Cooperativo di Campiglia dei Berici * Banca San Giorgio e Valle Agno Credito Cooperativo di Fara Vicentino * Banca del Centroveneto Credito Coope-rativo - Longare * Banca di Credito Cooperativo di Pedemonte * Banca di Credito Cooperativo Vicentino - Pojana Maggiore * Banca di Credito Cooperativo di Quinto Vicentino * Cassa Rurale ed Artigiana di Roana - Credito Cooperativo * Banca Alto Vicentino- Credito Cooperativo - Schio.

Facilitazioni a pensionati e soci che sono clienti Bcc

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CNA PensionatiCNA Pensionati

ARTIGIANATO & imprese

La Regione Veneto ha varato la prima legge in Italia che prevede l’utilizzo retribuito di pensionati per iniziative e attività di utilità sociale

Anziani in servizio civileIl Veneto è la prima regione

d’Italia ad istituire il servi-zio civile per la terza età.

Lo prevede la legge approvata nella scorsa legislatura all’una-nimità dal consiglio regionale che, in analogia con il servizio civile dei giovani, istituisce una forma di volontariato re-tribuita per gli anziani, con la sola differenza che a loro sarà consentito lasciare l’incarico in qualunque momento e senza preavviso.Tutto il consiglio regionale ha approvato la norma, caldeg-giata dall’allora assessore Val-degamberi e con relatore l’ex consigliere Rizzato.Il testo prevede la possibilità di ricorrere a persone in pensione per servizi sociali come tra-sporto di malati e disabili, inse-gnamento in corsi di formazio-ne professionale e nei percorsi formativi di collegamento tra scuole e lavoro (importante la possibilità di realizzare inizia-tive a sostegno dell’artigiana-to locale), sorveglianza nelle scuole durante l’uscita degli studenti, attività di animazione, custodia e vigilanza in musei, biblioteche, parchi, assistenza anche domiciliare a minori, an-ziani e disabili.L’affi damento dei servizi av-viene mediante contratto di diritto privato ed è previsto un compenso, oltre alla facoltà di recedere dal contratto. Il tutto non comporta l’instau-razione di un rapporto di lavo-ro subordinato, ed è prevista la stipula di una polizza assi-curativa a favore degli anziani impegnati contro il rischio di infortuni e di responsabilità ci-vile verso terzi.La legge ha stabilito la pro-grammazione degli interven-ti da parte della Regione e ha attribuito anche, a carico del bilancio regionale, lo stanzia-mento di 1,5 milioni di euro nel triennio 2009-2011 per favori-re il sostegno alla promozione delle iniziative e dei progetti previsti.

“Da quest’anno, e dopo quasi un venten-

nio, la disciplina sull’invalidità civile si rinnova: il decreto anticrisi infatti,

che nelle intenzioni del Governo dovrebbe semplifi care la vita al cittadino e aumentare la trasparenza e i controlli equi da parte della pubblica amministrazione. L’Inps ha reso noto che il piano di verifi che del 2009 ha portato a risparmiare 100 milioni di euro e prevede dal 2010 risparmi più elevati.La presentazione delle domande per l’inva-lidità civile e per l’assegno di accompagno ora devono essere indirizzate direttamente

INVALIDITA’

Domande soltanto all’Inps

“ PENSIONI“ SOCIAL CARD

La social card non si è dimostrata un’ini-ziativa effi cace. Il giornale nazionale dei pensionati

CNA l’ha definita “elemosina passata per un tesoro”, riassumendone i risultati piutto-sto deludenti attraverso alcune cifre: 1 milio-ne e 300 mila i b e n e -f i c i a r i previsti dal Go-v e r n o ; 780 mila le lettere i nv i a t e dall’Inps ai possi-bili benefi ciari; 450 milioni di euro il costo a regime secondo il Governo; 250 milioni di euro donati da Eni e Enel per fi nanziarla; 830 mila le richieste ricevute dall’Inps, di cui 364 mila da ultra 65enni e 263 mila da genitori con fi gli sotto i tre anni; 627 mila le richie-ste accolte; 450 mila i benefi ciari attuali; 306 milioni caricati fi nora sulle carte; 240 milioni i soldi fi nora spesi dai possessori; 0 euro la spesa sostenuta fi nora dallo Stato viste le do-nazioni di Eni e Enel.

E’ stata un fl op

Il 2010 per i pensio-nati è ini-

ziato maluc-cio. L’aumento della pensione quest’anno sarà irrisorio, dello 0,7 per cento, per effetto del-la perequazione automatica. Il conguaglio a debito già a gennaio ha pesato su molte pensioni. Se nel 2009 il trattamento mini-mo era di 457,75, nel 2010 sarà di 460,95 euro. Gli assegni vitalizi passano da 260,91 euro al mese a 262,74; le pensioni sociali da 336,78 a 339,14; l’assegno sociale da 408,65 a 411,51.Le associazioni del pensionati hanno fatto sapere il loro disappunto per questa crescita irrisoria. Certamente la percentuale dello 0,7 è provvisoria, calcolata sull’andamento del costo della vita 2009: se nel corso del 2010 i trend saranno diversi, con la rata di genna-io 2011 i pensionati avranno la differenza. Resta il fatto che c’è l’estremo bisogno di arrivare a identifi care un nuovo “paniere” in grado di valutare l’effettivo potere di acqui-sto dei pensionati.

Mini aumenti

all’Inps, che le trasmetterà in tempo reale e in via telematica alle azienda sanitarie. Inoltre la Commissione medica verrà integrata da un medico dell’Inps quale componente effettivo. E all’Inps vengono trasferite anche le funzioni di concessione, previo accordo con le Regio-ni.Il Governo assicura che così vi sarà, per effetto della presenza dell’Inps in ogni fase del pro-cedimento, uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale. Verranno anche aggior-nate le tabelle indicative delle percentuali di invalidità civile, ferme da quasi vent’anni.

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