Artigianato & Imprese | CNA Vicenza 05/2007

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ARTIGIANATO & & imprese imprese Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza maggio/giugno 2007 anno VI numero 5 periodico d’informazione tecnica e sindacale www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB Vicenza Contiene I.P. e I.R. CANTIERI Obiettivo sicurezza

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Cantieri Obiettivo sicurezza

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ARTIGIANATO&& impreseimpreseConfederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola

e Media Impresa / Associazione Provinciale di Vicenza

maggio/giugno 2007

anno VInumero 5

periodico d’informazionetecnica e sindacale

www.cnavicenza.it Poste Italiane spa - Spedizione abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1, DCB VicenzaContiene I.P. e I.R.

CANTIERIObiettivosicurezza

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primo pianoprimo piano

5/2007

Manifatturiero, primo trimestre in chiaroscuro“Tirano” il nord e l’export a nord est

Ripresaqui c’èaltrove no

“La CNA: sulle Pmipesano costi, fi sco

e la mancanzadi politicheincentivanti

55

MenarinDopo l’impasseDopo l’impassecosì ripartecosì riparteFiera spaFiera spa

1313

BioediliziaNelle costruzioniNelle costruzioniil domaniil domaniè già possibileè già possibile

1717

CreditoDal 2000 a oggiDal 2000 a oggiil Confi diil Confi diha raddoppiatoha raddoppiato

“Periodico edito da CNA via Giordano 4, VicenzaRegistrazione Tribunale di Vicenza n. 1019/11.3.2002Comitato di redazione Francesco Pigato, GiuseppeMantese, Stefano Masiero, Giannina Scremin, Enrico Storti, Marco Troncon, Leonardo ZamperettiDirettore responsabileClaudio StratiRedazione e pubblicità via Giordano 4, Vicenza. Tel.0444 569900, fax 0444 961628 e mail: [email protected]., via Corbetta 9, Vicenza

Fotografi e: Fiera Vicenza: 5 sotto e 6 / S. e P. Minniti: 21 sotto / Asl 3: 25 / E dall’archivio CNA

ARTIGIANATOARTIGIANATO&& impreseimprese

ARTIGIANATO & imprese3

NFORMATIVA AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 30/06/2003. Spettabile Impresa, il D. Lgs. n. 196 del 30/06/2003, “CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI”, all’art. 13 impone l’obbligo di informare l’interessato sugli elementi fondamentali del trattamento. Per quanto attiene alla scrivente Associazione vi si adempie compiutamente informandoLa che: 1) i dati sono stati raccolti per inviarle del materiale che pubblicizza la nostra associazione e per promuoverne l’attività; 2) in relazione alle summenzionate fi nalità, il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti cartacei ed informatici in modo da garantirLe la sicurezza e la riservatezza dei dati, nonché la piena osservanza della Legge; 3) la presente informativa è resa per i dati raccolti da pubblici registri, elenchi; 4) contro le sopra indicate fi nalità di utilizzo dei dati può esercitare i diritti di cui all’ art. 7 della Legge; 5) i diritti che Le competono sono quelli previsti dall’art. 7 della Legge ed in particolare: di conoscere,

in ogni momento, quali sono i Suoi dati presso noi e come essi vengono utilizzati; di farli aggiornare, integrare, rettifi care o cancellare, chiederne il blocco ed opporsi al loro trattamento; 6) titolare del trattamento è CNA Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa - Associazione Provinciale di Vicenza, corrente in Vicenza, Via U. Giordano, n. 4. Vicenza, maggio 2005

Nel primo trimestre dell’anno in Italia il manifatturiero ita-

liano aumenta la produzio-ne di +1,9% e il fatturato di +2% rispetto alo stesso periodo 2006. Ma i dati sono in chiaroscuro. I dati di Unioncamere evidenzia-no andamenti brillanti per le imprese con 50-500 dipen-denti, meno per quelle fi no a 49 dipenden-ti, e soprat-tutto quelle artigiane. Qui si registra uno scenario dif-ferenziato: cresce la mani-fattura al nord in termini di produzione e fatturato, mentre al sud gli andamenti sono negativi. Positiva ma meno decisa la ripresa del centro. Solo l’export mette d’accordo tutti: +3,4% la

media nazionale e tutto il Paese in crescita, soprattut-to il nord-est e il centro. Il boom dell’export vede una grande crescita delle impre-se con 50-500 dipendenti (+4,6%) e una più contenuta di quelle minori (+2,2%). Quanto all’artigianato, gli indicatori congiunturali re-

stano stazio-nari (produ-zione +0,1%, f a t t u r a t o -0,2%) o ne-gativi (-1,8% gli ordinati-vi). Fa ecce-zione l’export (+2,8%), ad

indicare una crescente di-varicazione tra le imprese che si proiettano sui mer-cati internazionali e fanno e quelle che invece stanno sul mercato interno ed hanno diffi coltà a riposizionarsi.La CNA non è rimasta so-

spresa da questi dati. Av-verte però che sarebbe sba-gliato trarne la convinzione generalizzata che la diffe-renza di prospettive deriva dalla dimensione aziendale. L’export, ad esempio, resta positivo anche per le impre-se più piccole. Pesano molto

invece l’aumento di materie prime ed energia, la pressio-ne sui prezzi di vendita, il costo complessivo del lavo-ro. Mancano incentivi spe-cifi ci e semplifi cati, una po-litica fi scale meno punitiva, forme di defi scalizzazione del lavoro straordinario.

“ IN PROVINCIA

Imprese manifatturiere attive

Settori

Fonte: 5a Giornata dell’Economia, Camera di Commercio Vicenza, Unioncamere

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artigianato oggiartigianato oggiCon le dichiarazioni dei redditi in atto, spuntano nuovi parametri E due terzi delle imprese risultano all’improvviso non congrue

Studi di settore amariPassata la

buriana di una pesan-

te fi nanziaria, a dichiarazioni dei redditi in corso, spuntano i nuovi studi di settore. E van-no per aria tan-ti conti fatti nel 2006, col risul-tato che bisogna pagare di più.«Noi siamo sempre stati a favore degli studi di settore, ma concertati tra le parti, non imposti dall’al-to. E l’avevamo detto, anni fa, che il perico-lo era quello di una revisione che fosse di tipo automa-tico: un fatto che avreb-be scardinato l’impianto stesso degli studi, scon-fessandone la natura. E così puntualmente è stato» dice il presidente provin-ciale della CNA, Silvano Scandian, che interpreta il malcontento degli im-prenditori, indignati per la brutta sorpresa che non si attendevano.E dire che la revisione degli studi di settore sem-brava il terreno sul quale puntavano le Pmi per rico-struire un’intesa col Go-verno.«Invece adesso constatia-mo l’assenza assoluta di concertazione tra le parti che, a nostro parere, è in-vece un elemento costitu-tivo del dna degli studi di settore. Stiamo parlando di strumenti che hanno la fi nalità di fare emergere i ricavi di un’azienda e sta-bilire le modalità in base alle quali questa paga le imposte. La concertazio-

ne è irrinunciabile. Con la concertazione furono individuate 206 tipologie di studi di settore differen-ti riguardanti tre milioni e mezzo di contribuenti., c o n c e r t a t i dalle diver-se categorie d ’ i m p r e s a col Governo, a partire dal-l’analisi del loro anda-mento econo-mico e basan-dosi su indicatori statistici. Adesso, invece, a valere dal 2006, il Ministero del-l’Economia ha costituito in modo del tutto automa-tico questi presunti indici di normalità economica, identifi cando dei valori medi per i parametri di ri-cavo. Addio, dunque, agli indicatori statistici».E adesso artigiani, com-mercianti e autonomi si stanno trovando di fronte a un terrifi cante aumen-to della pressione fi scale.

Pagare più tasse in con-seguenza di un protocollo totalmente sconfessato è cosa che fa arrabbiare non poco.In generale con i nuovi stu-

di di settore si stima che la base impo-nibile di tutte le imprese sia cresciuta di circa 15 mi-liardi di euro per un totale di 2,6 miliar-

di di maggiori imposte stimate. Di fatto in questo modo il governo conta di incassare 5.200 miliardi di vecchie lire di imposte in più. Praticamente una Fi-nanziaria aggiuntiva.E per la specifi ca categoria degli artigiani? Un aumen-to di 5 miliardi di euro dei ricavi per una crescita delle imposte pari a 900 milioni. Secondo le previsioni del-la CNA, sono interessate ben due aziende su tre, una quantità enorme: e questo

si stima che da una parte farà crescere la quo-ta del sommer-so e, dall’altra, spingerà molti al contenzioso col fi sco.«A Roma la CNA ha già m a n i f e s t a t o c h i a r a m e n t e al Governo la sua contrarietà - dice Scandian - e chiesto al-l’esecutivo un confronto rapi-do. Prodi dovrà garantire una più equa e seletti-va applicazione dei parametri, e un contradditto-rio che permetta al contribuente

di non essere considerato ingiustamente un evaso-re. Va emanata, inoltre, una norma che escluda le tipologie di imprese mar-ginali, così come alcuni settori dove è prevalente il lavoro in conto terzi e, pertanto, il sommerso non esiste. Bisogna isolare, in breve, quegli ambiti dove il fallimento degli studi di settore è evidente.Con le dichiarazioni dei redditi in atto saranno tan-tissimi i soggetti che non risulteranno congrui. Sia-mo vicini ad una nuova mobilitazione generale. Non possiamo accettare queste disattenzioni gra-vissime proprio nei con-fronti di chi ha sempre cercato un confronto reale con l’esecutivo. Noi sia-mo il mondo economico che ha sempre pagato più tasse, creando occupazio-ne e sviluppo. Altro che il 12% sulle rendite fi nan-ziarie che resta ancora in-toccato».

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“Scandian, presidenteprovinciale della CNA:

«Rotto il sistemadella concertazione,pronti a mobilitarci»

:: Silvano Scandian con l’ex presidente della Provincia, Manuela Dal Lago,a un recente convegno

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intervistaintervistaTroppi anni per il passaggio a spa, dice il neopresidenteDino Menarin. Ma adesso la Fiera vara il rilancio

La rincorsadel tempoperdutoLa Fiera spa, dopo

tanti ritardi, ha fi nal-mente preso il largo.

Al comando Dino Menarin, primo presidente della nuo-va società, chiamata a una sfi da di rilancio e di com-petizione. 63 anni, vicenti-no, residente a Monticello, Menarin, al vertice anche della Camera di Commer-cio, è uno che conosce meglio di chiunque altro le imprese e il mondo econo-mico vicentini.

Dottor Menarin, la nuova Fiera in forma di società per azioni sembra venir fuori da un perfetto as-setto di continuità con politici e imprenditori che già l’hanno gestita come ente. Ma la Fiera ha bisogno di continuità o discontinuità?«Ci sono due aspetti da considerare - risponde il neo presidente della Fie-ra -: c’è una continuità di soci e di intenti, c’è anche però una discontinuità per la profonda trasformazione avvenuta. Che non è solo un fatto giuridico, ma anche una sostanziale maggiore funzionalità e una diversa defi nizione degli obiettivi da seguire. C’è stata una ri-cerca voluta di discontinui-tà per dotare la Fiera di più velocità, di più effi cienza, di maggior snellezza e di reale confronto sul merca-to. Oggi la Fiera non ha più alcuna motivazione per non competere sui mercati: pur-troppo fi nora gli altri sono stati in gradi di competere

ben più di noi per mentalità e situazioni. Qui forse si è perso troppo tempo. Oggi diciamo che siamo in pie-na discontinuità, pur in un contesto di continuità».

Il consiglio si è snellito. Rimangono però aggan-ci con il mondo politico. Le categorie avranno più peso?«Le categorie erano previ-ste dallo statuto prima, oggi detengono quote di parteci-pazione. La differenza so-stanziale rispetto a prima è che abbiamo un Cda passa-to da 37 a 7 membri, e la decisione di staccare il ri-ferimento del mondo poli-tico da quello dei gestori. I politici ci sono istituzional-

ARTIGIANATO & imprese5

mente come azionisti e pro-prietari. E poi c’è una mag-gioranza di imprenditori e dirigenti di un mondo “non politico” o non espressione di partiti».

A proposito, alcune per-plessità sono state solleva-te per la nomina di Mau-rizio Castro a direttore generale: è stato sì selezio-

nato da cacciatori di teste, ma ha anche una precisa appartenenza ad An.«Nel caso specifi co non c’entra nulla la politica. Tutti noi siamo portatori di simpatie politiche, e può es-sere accaduto che qualcuno abbia fatto attività o si sia candidato. Due anni fa po-tevo essere anch’io un can-didato sindaco a Monticel-lo, poi sono rinsavito e ho lasciato perdere ma, vede, potevo venire etichettato... Il nuovo direttore arriva qui da una selezione molto rigorosa fatta da speciali-

sti, non certo per simpatie o ade-sioni. Ha un pro-fi lo professiona-le di manager da tutta la vita».

Torniamo alle vicissitudini de-gli ultimi anni. Com’è stato possibile che ci siano voluti tempi così lun-ghi per arrivare alla spa?«Al di là di va-lutazioni di tipo tecnico e giuri-dico, evidente-mente non era

maturata la convinzione che la Fiera fosse un istitu-to straordinariamente im-portante per le prospettive, e non si percepiva fi no in fondo quello che minac-ciava di essere un declino per la sostanziale mancan-za di questo istituto di una capacità di concorrenza nazionale e internazionale. Nell’ambito dei confronti e delle verifi che tra i soci si è però fi nalmente capito che bisognava superare un con-fronto di poteri pur dopo la volontà di sostenere posi-zioni di diritto evidenziate dai diversi consulenti giu-ridici messi in campo dalle parti. E intorno a un tavolo è un po’ capitato quello che succede in certe famiglie al passaggio generazionale: ci si guarda negli occhi e ci si dice “qui rischiamo di mangiarci l’eredità”. Così

“Con l’elasticitàritrovata ora

non abbiamo piùmotivazioni per non competere

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in Fiera si è capito che non era importante stare lì a di-scutere se avere il 10, l’8 o il 15 per cento, mentre intanto l’istituto rischiava di soccombere. Per cui si è trovata quell’elasticità che prima nessuno era disposto a spendere e si è privilegia-ta l’esigenza di governance rispetto alle quote. Sì, sono stati tempi lunghi ma poi le conclusioni si sono tratte in fretta».

Ora si parla di rilancio e di riconquista di posizio-ni. Milano e Roma fanno paura.«Milano e Roma hanno tentato e tenteranno di en-trare nel settore di Vicen-za. Questo è un fenomeno che interessa tutte le fi ere “minori”: Verona è sotto attacco e soffre non poche diffi coltà per il vino, Parma in qualche modo ha perso Cibus. Milano e Roma hanno strutture co-lossali e spazi s o v r a b b o n -danti, in Italia sono le uni-che di livel-lo europeo e mondiale. Per forza sono continuamente a caccia di opportunità ed eventi, ed è logica la pesan-te pressione che esercitano nei confronti delle fi ere mi-nori. Milano ha fatto inve-stimenti enormi, è andata in borsa, deve remunerare il capitale...».

Anche Vicenza dovrà in-vestire, adesso.«Da circa un mese stia-mo facendo un inventario, rileggendo le situazioni per delineare le strategie. Obiettivo è allestire un piano industriale, anche sviluppando le linee stra-tegiche delineate un paio di anni fa e puntando sulle specializzazioni. Risorse ci sono, non illimitate né altissime, ma la società è sana. È vero che dobbiamo fare i conti con un merca-to dell’oro non esaltante, però i margini di manovra

ci sono. Entro luglio con-tiamo di avere il nostro pia-no e capire se dovremo ad esempio integrare le risorse dell’Immobiliare Fiera che pensa alle strutture edili-zie. Saranno eventualmen-te da valutare le entrate di qualche privato nella spa o nell’Immobiliare (la Pro-vincia ha in previsione una cessione di quote). C’è già una strategia d’intervento

che prevede da qui al 2011 di rivedere t o t a l m e n t e strutture e layout e a fi ne anno avranno il via i lavori per interve-nire sull’Ho-

liday Inn dove sorgerà un corpo biplanare da 20 mila metri quadri. Un primo segmento sarà disponibile già nel 2009. In complesso la Fiera verrà rifatta per i due terzi».

Lei parlava dell’oro, che rappresenta l’80% del “giro” della Fiera. Ma gli orafi non sono nella stan-za dei bottoni.«L’oro è il nostro core busi-ness, è un settore che dob-biamo coccolare e rilancia-re. Noi siamo un istituto internazionale, quanto al-l’orefi ceria, per cui quando parliamo di rilancio non ci soffermiamo solo su Vicen-za e Italia ma intendiamo il settore nel mondo. Secondo me gli orafi devono essere più presenti di prima, van-no coinvolti nelle azioni e va cercato il loro apporto costruttivo. Quanto al Cda,

invece, non si poteva privi-legiare un settore, ci sono le categorie che rappresen-tano anche gli orafi ».

Vicenza Spring com’è an-data?«Era già programmata pri-ma di noi e ha dato segnali di conferma di un trend, come l’anno prima. Non ci sono stati maggiori impulsi e nemmeno segnali di abban-dono. La cosa interessante è che, a contro-bilanciare la negatività di meno clienti e operatori ita-liani, si sono riscontrati più stranieri. Rus-sia e satelliti, Nord Ame-rica, il Golfo, il bacino del Mediterraneo. Diminuito il Far East, stabile l’India. In complesso però c’è stata una crescita dell’8 per cento degli stranieri».

Quale sarà a suo avviso la “mission” della nuova Fiera?«Portare avanti le eccel-lenze e le capacità compe-titive per prodotti a valore aggiunto signifi cativo del made in Italy. Qualifi care Vicenza come la capitale del bello, della qualità, del ben vivere. Rafforzare una sua immagine non solo ge-neralista ma specifi ca, così come Parma è l’alimenta-re, Bologna il mondo dei motori, Rimini il turismo, Genova la nautica. L’alter-nativa di svolgere nuove manifestazioni solo a livel-lo regionale non è da but-

tare, ma non ha quel tratto distintivo qualifi cante».

Come vede il ruolo della CNA e del consorzio Co-rart?«Il tema dell’aggregazione tra le imprese oggi è più che necessario su un mercato internazionale. CNA e Co-rart in questo hanno precor-so i tempi. La CNA, come l’Assoartigiani, rappresen-ta quel mondo di piccole e medie imprese “del doma-ni”, realtà che possiedono più di altre la capacità inno-vativa. L’artigiano oggi è il precursore della nuove stra-de, le Pmi sono i sensori del nuovo: mentre l’industria avanza con organizzazione eccellente e macchinario, la piccola impresa spesso procede per la sua passione per l’innovazione e fa da battistrada nella ricerca di nuovi prodotti e materiali. Le Pmi oggi sono piccole

industrie e quando si dice che nel Vene-to si fa poca ricerca si sba-glia, perchè il mondo delle piccole e me-die aziende fa ricerca e in-

novazione ogni giorno».

Presidente, un’ultima do-manda. Lei ha parlato di un anno e mezzo al mas-simo di sua permanenza alla presidenza. Non è poco per traghettare la Fiera a nuove dimensioni e strategie e per consoli-dare i risultati?«È il mio obiettivo. Tra un anno e mezzo nei miei intendimenti, grazie a un Cda coeso, a una dirigenza collaudata e a deleghe pre-cise assegnate, il problema dell’impegno a 360 gradi della presidenza sarà meno pressante di ora. Io comun-que adesso devo garantire il mio impegno fi no a che non ci saranno queste con-dizioni. Poi vedremo, ho 63 anni ed è giusto anche pen-sare all’evoluzione della vita delle persone».

Claudio Strati

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“Oro, core businessIn preparazione

un piano industrialeper specializzare

e qualifi care

“Investimenti sullestrutture che per 2/3cambieranno facciaLe Pmi innovatrici

sono i nostri sensori

intervistaintervista

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ARTIGIANATO & imprese8

l’associazionel’associazioneAlto Vicentino e sede provinciale

Dalla Valle a Thiene e SchioMantese alla formazione

“ CNA VENETO

Oreste Parisa-to è il nuovo pres idente

della CNA Regio-nale del Veneto. Padovano, titolare di un impresa nel settore tipografi co, succede a Renato Moro, che ha retto l’incarico per due quadrienni. In pas-sato l’imprenditore ha ricoperto la ca-rica di presidente provinciale della CNA di Padova, e in questa veste ha fatto parte della presidenza re-gionale e della direzione nazionale della CNA.Parisato è stato al vertice di Artigianfi di Veneto. Attualmente è membro della Giunta della Camera di Commercio e del Cda della società Autostrade Venezia Padova.

È Parisato il nuovopresidente regionale

Cambio della guardia nell’Alto Vicentino, dove Francesco Dalla Valle (foto a sinistra) è il nuovo responsabile delle sedi CNA. 45 anni, da oltre 20

attivo nel mondo delle organizzazioni dell’artigianato, delle Pmi delle categorie, con esperienze nel credito e nella rappresentanza sindacale delle imprese, dirige ora le sedi di Thiene, Schio e Marano.Giuseppe Mantese (foto a destra) passa alla sede provin-ciale dove ha assunto altri incarichi, tra cui quello del set-tore della formazione.

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ARTIGIANATO & imprese9

““Non è possibile attenersi a tutte queste re-

gole”. “Se facessimo così i costi aumente-rebbero a dismisura”. “Non possiamo per-

metterci queste attenzioni”. “E gli altri, cosa fanno?”.Sono i commenti più diffusi dei partecipanti ai corsi per l’ottenimento del patentino per la posa in opera dei ponteggi che la CNA sta organizzando non solo per le imprese del settore edile, ma anche per gli im-piantisti, in vista dell’obbligatorietà del patentino

stesso prevista dal prossi-mo anno.Risulta evidente che le me-todologie e le regole atte a prevenire i gravi rischi in-fortunistici legati al settore delle costruzioni vengono considerate sostanzialmen-te superfl ue o comunque troppo rigide e troppo co-stose.Non viene generalmente tenuto conto di come una scrupolosa applicazione delle norme eviterebbe una

gran parte, se non la totali-tà, degli incidenti sul lavoro che in questo settore sono

purtroppo frequentemente mortali o invalidanti.Ciascuno pensa sempre che le disgrazie capitino sem-pre agli altri.Qualche effetto positivo, nel senso della presa di co-scienza dei reali pericoli, sembra essere provocato dalla concreta casistica che i docenti di questi corsi, operatori delle Asl che troppo frequentemente si tro-vano a dover fare i sopralluoghi dopo gli incidenti sul lavoro, presentano.Qualche dato statistico dovrebbe ulteriormente far rifl ettere: gli incidenti sul lavoro si attestano annual-mente in Italia attorno al milione, mentre quelli mor-tali sono circa 1.200, il che signifi ca oltre 5 morti sul lavoro per ogni giornata lavorativa.Da notare che negli ultimi anni si registra una leggera ma costante diminuzione di questi valori, che va indub-biamente ascritta ad una maggiore applicazione delle normative, dovuta anche ai controlli più frequenti.Molto rimane comunque da fare soprattutto riguardo alla diffusione della “cultura” della prevenzione in-fortunistica e della consapevolezza che alla salute, e ancor di più alla vita, nulla può essere anteposto.

SENSIBILITÀ DA DIFFONDERE

Un obiettivoprioritariodi Francesco Pigato

:: Francesco Pigato direttore provinciale della CNA

Crescono le morti bianche e gli infortuni. Varato il disegno di leggeLa CNA: giusto, così si combatte il “nero”. Le indicazioni delle Pmi

Sicurezza al primo postoLa parola d’ordine è

lotta al sommerso, per sconfi ggere le

morti bianche e prevenire gli infortuni sul lavoro. Il Consiglio dei ministri ha varato il disegno di legge delega per l’emanazione del nuovo Testo unico su salute e sicurezza nei luo-ghi di lavoro.Il provvedimento, predi-sposto dai ministri del La-voro e della Salute, vuole essere una pietra miliare per contrastare il tragi-co bilancio di oltre mille morti all’anno: una nota del ministero della Salute segnala che nel 2006 i casi di morte sul lavoro sono stati 1250, su un totale di un milione di infortuni, e che nei pri-mi 2 mesi del 2007 si sono verifi cati 144 infortuni mor-tali e 132.972 infortuni. La sicurezza sul lavoro sarà insegnata già sui banchi di scuola con p r o g r a m m i scolastici e universitari tesi a sensi-bilizzare e a informare i giovani.Fra le novità del provvedi-mento, che interessa tutti i settori e tutti i lavoratori, indipendentemente dalla qualifi cazione del rap-porto di lavoro, la lotta al sommerso e al lavoro irregolare, che sono tra le principali cause degli in-cidenti e degli infortuni, proprio perché è proprio lì che le condizioni di salute dei lavoratori sono spesso poco tutelate o del tutto ignorate. segue ☞

Audizione al SenatoLa CNA chiede

normative chiarepoco burocratiche

e non calibrate solosu grandi imprese

E che ci sia bisogno di una normativa più a mi-sura delle piccole impre-se, di meno burocrazie, di più prevenzione e di un “no” alla repressione indiscriminata con san-zioni sproporzionate, è la richiesta arrivata al Go-verno nei giorni immedia-tamente successivi al varo del disegno di legge da parte delle Pmi italiane: un un’audizione alla XI commissione del Senato, CNA, Claai, Casartigiani, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confcoo-perative, Lega cooperati-ve, Agci e Confagricoltura

hanno voluto ricordare che, con la recru-descenza de-gli incidenti sul lavoro in Italia, spesso e volentieri sono proprio i piccoli im-prenditori e gli artigiani a pagare di persona. M e t t e r e mano alla materia, se-condo la CNA e le al-tre organiz-

zazioni, è dunque utile e urgente, anche perché la normativa europea in ma-teria di salute e sicurezza sul lavoro si è andata som-mando a quella italiana, senza tenere conto delle esigenze di omogeneità e coordinamento necessarie alle imprese. Di più: spesso e volentieri le norme sono pensate a misura di grande impresa e fi niscono per dar vita a oneri aggiuntivi costosi e poco utili ai piccoli im-prenditori.

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ARTIGIANATO & imprese10

VICENZA Martedì, Mercoledì e Venerdì 9:00-12:00 THIENE Venerdì 9:00-12:00ASIAGO Mercoledì 9:00-12:00 BASSANO Martedì 9:00-12:00

prima paginaprima pagina

«La diffusione delle di-rettive comunitarie sulla sicurezza e l’applicazione dei principi di prevenzio-ne recepiti dalla 626/94, ma anche l’ausilio degli organismi paritetici per l’artigianato, hanno con-sentito di ottenere positi-vi risultati nella lotta agli infortuni e alle malattie professionali - ha spiegato Ivan Malavasi, presidente nazionale della CNA -. Sicuramente quanto fatto non è tuttavia suffi cien-te e la recrudescenza del fenomeno di questi ulti-mi mesi, soprattutto nei settori più a rischio, ne è l’evidenza».Secondo Malavasi le cause delle morti bianche sono chiare: «Il lavoro nero per cominciare, nonostante le misure prese dal gover-

no, così come l’ingresso massiccio di lavoratori extracomunitari in settori produttivi a rischio porta-tori di una cultura diversa, un differente modo di la-vorare, spesso una scarsa conoscenza della lingua”.Il dito è puntato anche su «i nuovi rischi non anco-ra indagati o i vecchi non suffi cientemente cono-sciuti».

Serve impegno da parte di tutti: «Occorre trovare un nuovo sistema di rego-le per la sicurezza e la pre-venzione, che rispondano ai principi di socialità e sostenibilità, e al contem-po dimostrino di essere più effi caci e più effi cienti di quelle odierne».La lista dei criteri con-segnata al Governo dalle Pmi italiane chiede omo-

geneità e unicità di indirizzo, gestione delle leggi che supe-ri l’attuale affastel-lamento di norme; unicità dell’attività di controllo e vigi-lanza; integrazione e razionalizzazione degli enti e delle istituzioni di ricer-ca, informazione, formazione in fa-vore delle piccole e medie imprese, gestione delle di-sposizioni tecniche e procedurali in un ambito diverso dal-la legge, renden-

dole più facilmente ag-giornabili e adattabili al progresso tecnico; coin-volgimento delle parti sociali nei momenti di elaborazione delle linee di prevenzione a livel-lo nazionale, regionale e comunitario, in modo da tenere conto delle specifi -cità e delle caratteristiche delle piccole imprese dei diversi comparti.

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Sicurezzaprimadi tutto

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ARTIGIANATO & imprese11

Crescono gli infortuni anche in provincia. Ecco i dati dello Spisaldell’Ulss 5, relativi all’Ovest Vicentino. Nel 2006 cinque morti

Le classifi cheche vorremmonon leggerePurtroppo va constata-

to che, con la ripresa economica in atto,

aumentano anche gli infor-tuni. E va pure detto che negli ultimi anni certi elogi della fl essibilità a tutti i co-sti e del lavoro precario, fa-vorendo anche il sommerso, non hanno certo privilegia-to una presa di coscienza che, comunque, sul lavoro vanno tutelati prima di tutto la prevenzione e la salute.Anche nel Vicentino si ri-scontra una crescita degli infortuni, dopo anni di di-scesa. Un riferimento si ricava ad esempio dai dati presentati dallo Spisal, Ser-vizio di prevenzione infor-tuni sul lavoro, dell’Ulss 5, relativi all’infortunistica nel 2006 nei 22 comuni del-l’Ovest Vicentino.L’anno scorso si è eviden-ziata una leggera contro-tendenza nel numero degli infortuni rispetto al costan-te calo del quadriennio pre-cedente, e si sono dovuti contare purtroppo cinque decessi, tornando perciò in linea con gli anni passati, le due sole morti sul lavoro del 2005.Nel 2006 gli infortuni sul lavoro sono stati 3.788, a fronte dei 3.760 dell’anno precedente: rallenta quin-di il trend che negli ultimi anni era stato decisamente positivo, basti pensare che nel 2002 gli infortuni erano stati 4.458, quattro dei qua-li mortali. Nel 2006 pesano invece i cinque decessi, due dei quali avvenuti durante lavorazioni agricole, uno in azienda meccanica, uno in

conceria e uno in un’azien-da di lavorazione del mar-mo. A rimanere coinvolti negli infortuni sono stati, nel 23 per cento dei casi, la-

voratori stranieri, così come extracomunitari erano due dei cinque deceduti.Ancora una volta, come del resto a livello nazionale, il

settore maggiormente a ri-schio è quello dell’autotra-sporto che, pur esclusi gli incidenti stradali occorsi ai lavoratori del comparto, evidenzia il maggior indice di gravità, ovvero il nume-ro dei giorni complessivi di prognosi suddiviso per il numero degli infortuni; a seguire, sempre in base all’indice di gravità, l’agri-coltura e l’edilizia. Quanto invece al numero degli in-fortuni, in cima alla classi-fi ca vi è la meccanica, con 949 infortuni, seguita dalla concia con 466.«C’è l’idea diffusa che gli infortuni sul lavoro sia-no sempre conseguenza di violazioni da parte del-le aziende, mentre in base ai nostri dati vediamo che solo il 10 per cento dei casi deriva da violazioni norma-tive in materia di sicurezza - ha dichiarato il dottor Adolfo Fiorio, responsabile dello Spisal -. In moltissi-mi casi, infatti, si tratta di errori di valutazione o ca-sualità. Quel che riteniamo importante è l’atteggia-mento verso il pericolo, sia da parte dei datori di lavoro sia dei lavoratori, e la cor-retta gestione del rischio. Gli episodi che accadono nelle aziende, anche quelli piccoli e senza conseguen-ze per le persone, devono stimolare il ragionamento sul perché quel fatto sia successo; ciò deve avveni-re da parte di imprenditori e dipendenti, senza limitar-si a considerarlo una fatali-tà o una cosa fi siologica, e quindi a porvi rimedio».

“Il disegno di legge che conferisce al Governo la

delega all’emanazione di un testo unico per il riassetto e l’aggiornamento della normativa su

salute e sicurezza sul lavoro è stato varato dal Con-siglio dei Ministri del 13 aprile 2007, su proposta dei ministri del Lavoro, Cesare Damiano, e della Salute, Livia Turco.Tra i punti qualifi canti della disciplina che il Governo metterà a punto dopo la delega del Parlamento, ol-tre alla riformulazione e all’adeguamento del sistema sanzionatorio, vi è la previsione della piena garanzia per i lavoratori “parasubordinati”, tutelati in quanto semplicemente presenti in un ambiente di lavoro di cui il datore abbia la disponibilità, indipendentemen-te dal contratto o dal titolo per cui prestano opera; un ulteriore elemento di novità sarà il rafforzamento del ruolo del rappresentante dei lavoratori per la si-curezza. Valorizzati ed incoraggiati accordi aziendali, codici di condotta e “buone prassi” che orientino util-mente i comportamenti dei datori di lavoro.Le disposizioni prevedono anche un meccanismo di premio per le imprese virtuose, che sapranno ridurre in modo consistente gli infortuni nelle proprie attivi-tà: una normativa ad hoc individuerà forme e incen-tivi come, per esempio, la priorità nell’assegnazione di appalti. Sono anche previste misure di semplifi ca-zione, specie per le piccole e per le medie imprese. Viene valorizzato, poi, il ruolo della bilateralità tra datore di lavoro e organizzazioni sindacali nella de-fi nizione degli aspetti organizzativi e in materia di piani per la sicurezza. Un ruolo fondamentale sarà affi dato alla formazione come strumento di preven-zione e di tutela.

LE LINEE

Tutela ai parasubordinatiPremi ad aziende virtuose

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ARTIGIANATO & imprese13

prima paginaprima pagina

L’obbligo della redazione del Pos (Piano

operativo di sicurezza) ricade solo ed esclusi-vamente sulle imprese che eseguono lavori in un cantiere edile.Sono escluse, invece, quelle che, pur se pre-senti in cantiere, non partecipano diretta-mente all’esecuzione dei lavori: e cioè im-prese di forniture di materiali, attrezzature ecc.In tal caso, la sicurezza dei lavoratori è garan-tita dall’attuazione di disposizioni organizza-tive procedurali quali, ad esempio, lo scambio di informazioni tra le aziende. Lo ha precisa-to il Ministero del La-voro con la circolare n. 1/2007.Nel caso di mere forni-ture (di materiali o at-trezzature necessarie) nei cantieri edili o di in-gegneria civile, si legge nella circolare, il Pos, disciplinato da ultimo con il dpr 222/2003, è obbligatorio sia nel settore pubblico sia nel settore privato ed è redatto a cura delle imprese esecutrici dei lavori e non può essere esteso ad altre.Erano state proprio delle imprese di forni-tura a sollevare la que-stione che le riguarda-va. Da lì è scaturita la posizione chiarifi catri-ce del Ministero.Dalle categorie del-l’edilizia sono venute positive reazioni alla circolare ministeriale: fi nalmente, si è soste-nuto, una regola chiara che individua in modo preciso i diversi ruoli dei singoli operatori.

“ CANTIERI

Niente Posper chi fa soloforniture

Risparmio energetico e livelli di vita. In Fiera il convegno sul ruolodi un nuovo tipo di architetture e tecniche costruttive “naturali”

Costruire benecon il fascinodel mondo “bio”

“Il ruolo della bioe-dilizia per uno svi-luppo sostenibile

del territorio” è il titolo del convegno organizzato in Fie-ra a Vicenza dalla CNA, in collaborazione con il Meta-distretto della bioedilizia, la stessa Fiera e la Camera di Commercio.Puntato sul sistema di certi-fi cazione energetica ed am-bientale degli edifi ci, il con-vegno, col patrocinio della Provincia, ha messo insieme progettisti e operatori, profes-sionisti e tecnici comunali. «La CNA crede molto in que-sto settore in sviluppo - ha spiegato il presidente provin-ciale Silvano Scandian nel-l’introduzione - e in questa sede viene proposta anche la presentazione di un modello di certifi cazione energetica degli edifi ci che il Metadi-stretto ha messo in campo. Tale sistema di certifi cazione ha avuto un ottimo riscon-tro in provincia di Treviso, dove è nato il Distretto della Bioedilizia, e tende a valu-tare il livello di sostenibilità ambientale di un edifi cio re-sidenziale misurando la sua

prestazione rispetto a 33 cri-teri suddivisi in 5 aree di va-lutazione: energia e consumo di risorse, carichi ambienta-li e qualità dell’ambiente esterno, qualità ambientale interna, qualità del servizio, funzionalità e manutenzione dell’edifi cio, qualità del con-testo e mobilità (tra cui per-sino l’eventualità di ledere al vicino impedendo alla sua casa l’accesso alla luce sola-re). Il sistema alla fi ne elabo-ra una pagella. Il settore della bioedilizia è strategico e an-che all’ultimo appuntamento fi eristico di Energy Planet la nostra organizzazione ha ri-sposto con entusiasmo, pro-muovendo la partecipazione collettiva di una ventina di imprese artigiane che con le loro molteplici specializza-zioni sono parti fondamentali di un processo di ridisegno delle modalità costruttive e della sempre maggiore atten-zione al vivere sano».Al convegno hanno parte-cipato, oltre alla presidente della Provincia Manuela Dal Lago, gli ingegneri Giorda-no dell’ Istituto Nazionale di Bioarchitettura e

Andrea Moro di Iisbe Italia, e Angelisa Tormena del Meta Distretto della Bioedilizia.Giordano e Moro hanno il-lustrato il sistema di certifi -cazione degli edifi ci messo a punto dal Distretto della bioe-dilizia in accordo con Iisbe Italia e il supporto del Cnr Itc, Istituto per la tecnologia delle costruzioni: oggi esistono più sistemi di valutazione ma lo sforzo del distretto ha messo in campo un modello fl essibi-le, facilmente adeguabile alle normative tecniche in arrivo. Angelisa Tormena, coordina-trice del Distretto, ha poi illu-strato il percorso progettuale fi nora svolto, gli obiettivi rag-giunti e le azioni previste.La Dal Lago ha elogiato il la-voro della CNA e sottolineato l’attenzione della Provincia sul tema: la società Vi.Energia sta sviluppando un sistema di valutazione energetica degli edifi ci. Nel contempo con la stesura del Ptrc la Provincia ha valorizzato la qualità del-le costruzioni, il risparmio energetico.La CNA ora è impegnata in un articolato lavoro di forma-zione.

:: Silvano Scandian, Manuela Dal Lago, Angelisa Tormena e Marco Troncon al tavolo dei relatori del convegno sulla Bioedilizia

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l’eventol’evento

ARTIGIANATO & imprese14

Per il nuovo presidente della Provincia alcune indicazioni dal dibattitoorganizzato dalla CNA prima del voto a villa Mastai di Molvena

Promemoria per SchneckAttilio Schneck è il

nuovo presidente del-la Provincia, eletto al

primo turno con un vantaggio notevolissimo sugli altri con-tendenti. Già sindaco di Thie-ne, dove la CNA ha la sua sede più prestigiosa e radica-ta della provincia, Schneck è anche per questo molto cono-sciuto dal mondo CNA.Prima del voto, l’associa-zione aveva organizzato un dibattito elettorale nella cornice della splendida villa Mastai Ferretti, a Molvena, con una folta presenza dei suoi imprenditori. E aveva invitato in quell’occasione i tre candidati ritenuti più rap-presentativi, lo stesso Schne-ck, Collareda e Carollo.«Purtroppo quel giorno, no-nostante le garanzie dateci, i troppi impegni concomitanti hanno impedito ad Attilio Schneck di esserci, e questo ci è spiaciuto - spiega Silvano Scandian - ed ha amareggia-to gli impren-ditori presenti. Comunque ora ci auguriamo che il nuovo presidente del-la Provincia di Vicenza abbia a cuore i temi sollevati dalla nostra associazione e dalla piccola e media imprendito-ria, e che faccia sue le prio-rità che il mondo produttivo indica».Il dibattito di Molvena, con i candidati presidenti Pietro Collareda e Giorgio Carol-lo, aveva toccato molti pun-ti di interesse per le piccole e medie imprese. Sollecitati da Francesco Pigato, diret-tore provinciale CNA, sui temi più attuali, i due can-didati erano stati chiamati a dire la loro.Collareda, già oppositore della giunta Dal Lago, ha lamentato la mancanza di

gettato sul territorio: alcuni errori sono stati macrosco-pici, come la totale chiusura delle aree produttive. Va con-siderato che le nostre nuove aree industriali e artigianali spesso non sono più brutte esteticamente come un tem-po, l’architettura è cresciuta, e molte piccole imprese han-no esigenza di nuovi insedia-menti. Noi avevamo proposto che là dove vi fosse esigenza di trasferimento dell’impre-sa, perchè non c’era più spa-zio per ampliarsi, vi fossero deroghe ai piani».Anche l’europarlamentare Carollo è stato molto critico con la gestione della Provin-cia: «Altre province parlano

di complanari e noi, la zona più importante per produzio-ne ed export, siamo in enor-me ritardo. Ci sono 80 mila aziende, qui, lo si vede sulle strade. Per gli assi principali ci sono i progetti e le condi-zioni politiche, Di Pietro ha dato al Veneto anche risposte concrete. I nodi sono Valda-stico nord e sud, e la Pede-montana che deve ancora vedere l’avvio. E da com-pletare c’è la Valsugana da Valstagna a Bassano. Quan-to all’urbanistica, i capan-noni servono per lavorare, non per speculare. E quando l’artigiano chiede è perchè ha un’esigenza concreta: io la vedo in modo diverso dal-l’impostazione regionale di chiusura alle aree produtti-ve, perchè le piccole e medie imprese spesso hanno biso-gno di nuovi spazi».Pigato ha poi stuzzicato i due ospiti sui temi della bu-rocrazia ambientale e sulle tempistica inadeguata per le concessioni.«In Provincia ci sono sei enti che si occupano di ambiente - ha osservato Giorgio Carollo - tutti si rimpallano le incom-benze tra loro e passano mesi e anni. O si arriva a uno spor-tello unico o si rischia l’in-quinamento da burocrazia. Alle imprese servono certez-ze che ora non ci sono».Ha aggiunto Pietro Collare-da: «C’è stato troppo laissez faire e oggi, dopo la brutta vicenda che ha anche porta-to un funzionario in prigio-ne, gli uffi ci sono bloccati, anche con l’informatizza-zione. Servono snellezza e semplifi cazione, non un giro di incarichi tra funzionari: e le competenze, ci sono? Da dieci anni qui governa la CdL e nel giro di un biennio o individuiamo un altro ter-movalorizzatore e un paio di discariche, o siamo in Cam-pania».

:: Attilio Schneck con il presidente del-la CNA di Thiene, Giacomo Pilastro, durante l’inaugu-razione della nuova sede territoriale. In basso il dibattito di Molvena: da sinistra Scandian, Carollo, Collareda e Pigato

coinvolgimento dei sindaci e del-le categorie eco-nomiche da parte della Provincia su viabilità e urba-nistica: «I sindaci nel futuro devono avere maggiore ascolto a Palazzo - ha spie-gato il candidato del centro-sinistra - spesso si è fatto loro perdere tempo senza coin-volgerli davvero: perchè le grandi opere sono urgenti ma anche tanti piccoli interventi

sono richie-sti, visto che siamo intasati dappertutto. Lo sa anche Schneck che spesso ha do-vuto fare an-ticamera in Provincia. Ma

anche le categorie economi-che sono state molto poco considerate, quando si è pro-

“Viabilità, ambiente,aree produttive

E l’esigenza di migliorirapporti con sindacie mondo economico

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ARTIGIANATO & imprese17

creditocredito

Approvato il bilancio 2006. Affi damenti in salita: dal 2000 ad oggi un raddoppio

Confi di a 50 milioniQuello del 2006 è sta-

to il quarto esercizio del Confi di CNA

Vicenza dopo la fusione del-le due ex strutture del credito che fanno capo alla CNA.A Molvena, a villa Conte Mastai Ferretti, si è riuni-ta l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio 2006. Il Confi di continua ad essere uno strumento lar-gamente usato dai soci, ha spiegato nella sua relazione il presidente Nereo Sella, confermandosi utilissimo so-stegno del credito per l’arti-gianato e la piccola impresa.A fi ne 2006 i soci erano 2715, con un incremento sull’anno precedente di 41 unità. «Nel 2006 abbiamo regi-strato un consolidamento dell’attività - ha detto Sella -. Abbiamo infatti deliberato affi damenti per 49 milioni 575 mila 735 euro, con un raddoppio del deliberato dal-l’anno 2000 ad oggi».Il 73% ha riguardato credi-to a breve termine; il 27% a medio-lungo.Dal confronto con il 2005 si evidenziano l’incremen-to degli affi di a breve e una

diminuzione degli altri. Per le garanzie sul breve termi-ne il 21% riguarda elasticità di cassa e il 79% smobilizzo crediti. Nell’ambito dei cre-diti a medio lungo termine un ruolo rilevante hanno avuto i fi nanziamenti orientati ad ottenere contributi pubblici, che da soli hanno coperto il 35% del totale degli affi da-menti.«La crescita dell’operatività, la specifi ca normativa dei Consorzi Fidi e la diffi cile congiuntura economica delle

nostre imprese - ha spiegato Sella nella sua relazione ai soci - hanno spinto il Consor-zio nel corso del 2006 ad una valutazione prudenziale degli affi damenti garantiti e ad una puntuale analisi dei rischi connessi alle garanzie».Da qui l’accantonamento effettuato nel fondo rischi e l’aumento della riserva fondi rischi disponibili. Il Confi di inoltre attua una politica pru-denziale richiedendo, come ulteriore elemento di garan-zia per il Consorzio, even-

tuali accantonamenti sugli affi damenti per smobilizzo crediti.L’assemblea ha avuto come ospite Elio Carollo, presi-dente di Banca San Giorgio e Valle Agno, istituto di credito con cui il Confi di ha lavora-to molto. Come ha spiegato il direttore Sassaro, nel 2006 su 50 milioni di deliberato, 9,3 sono con la San Giorgio: una quota in crescita espo-nenziale, se si pensa che nel 2000 era di 1,2 milioni.Carollo, accolto da Silvano Scandian, ha parlato della reciproca fi ducia che v’è tra la struttura e gli imprendito-ri CNA e la sua banca: «Noi per statuto siamo legati alla crescita del nostro territorio e per questo apprezziamo la-vorare con voi - ha detto Ca-rollo - e come voi non parlia-mo solo di numeri ma anche di etica e di formazione. Tra noi e voi c’è molto in co-mune: stiamo cercando en-trambi di fare la stessa cosa, operare per un futuro credi-bile. Il credito sono i soldi di tutti, ma se l’interlocutore ti è familiare, tutto diventa più facile».

:: Il tavolo dell’assemblea con Nereo Sella e Federico Sassaro. So-pra, i soci durante lo svolgimento dell’assemblea

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ARTIGIANATO & imprese18

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La riforma del Testo Unico varata dal Governo salutatapositivamente dal mondo imprenditoriale

Immigratisprazzidi novità

Radicale la riforma del sistema dei Cpta, assicu-rando comunque sedi e strumenti per l’assistenza, il soccorso e l’identifi ca-zione degli immigrati, e il rimpatrio di chi viene espulso. Introdotte infi ne cautele per evitare un uso fraudolento delle modalità d’ingresso.Importante, e sottolineata dalle organizzazioni de-gli imprenditori, la nuova determinazione dei fl us-si, adeguata alle mutevoli

realtà eco-nomiche e sociali e alle capacità di assorbimen-to delle sin-gole realtà territoriali . La riforma

privilegia in questo senso lo scambio di informazio-ni tra i territori e il Gover-no, che deve recepirne gli input. Le regioni, le or-ganizzazioni anche locali dei lavoratori e dei datori di lavoro, gli enti e le as-sociazioni che operano sul territorio nel settore immi-grati, indicheranno le reali necessità di assorbimento a livello locale in base ai dati del mercato del lavo-ro, alla situazione abitati-va e ai parametri di inte-grazione esistenti: alloggi, istruzione, assistenza sa-nitaria.La programmazione dei fl ussi sarà triennale. In questo modo si ritiene che verrà data più chiarezza ad

Il disegno di legge de-lega varato dal Go-verno modifi ca, in

prospettiva, il quadro nor-mativo riguardante l’im-migrazione.Da parte della CNA e del-le altre associazioni d’im-presa la riforma del Testo Unico sull’immigrazione è stato accolto in modo positivo.La logica che ispira le modifiche proposte alla normativa vigente è quella di voler governare in modo ra-zionale l’im-m i g r a z i o n e r e g o l a r e , promuovere l’integrazio-ne e scorag-giare l’ille-galità.Si riconosce al disegno le-gislativo l’intento di favo-rire l’incontro regolare tra domanda e offerta di lavo-ro straniero, rendendo il collegamento tra soggior-no e impiego più realistico e rispondente alle esigen-ze delle imprese; inoltre la durata del permesso di soggiorno è adeguata alla realtà del mondo del lavoro e rende meno gra-vosi gli iter di rilascio e di rinnovo, semplifi cando anche per il visto; viene creata una corsia prefe-renziale per l’accesso di lavoratori qualifi cati e si rendono effettivi i rimpa-tri, incentivando la colla-borazione dell’immigrato stesso.

“ Le modifi cheritenute più adatte

a conciliareentrate e esigenzereali del territorio

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ARTIGIANATO & imprese19

integrazioneintegrazione

Va detto subito che fi no a quando non verrà approvato il nuovo provvedimento, di certo quindi

non prima del gennaio 2008, restano ovviamente in vigore le norme attuali e si applicano le disposizioni della vigente normativa. “Per il resto invece non possiamo che vedere positivamente le linee del dise-gno di legge del Governo, che supera le diffi coltà della Bossi-Fini”.Stefano Masiero, responsabile per la CNA provinciale di CNA World, lo spe-cifi co servizio avviato dalla CNA nazio-nale per seguire le problematiche dei lavoratori e dei neo imprenditori stra-nieri, spiega che la normativa progetta-ta contiene alcune importanti novità. “Come ha sottolineato anche padre Gianromano Gnesotto, direttore del-l’uffi cio per la pastorale immigrati della Fondazione Migrantes - dice Masiero - riteniamo che il disegno di legga conten-ga elementi per governare con realismo il fenomeno migratorio, che è in con-tinua evoluzione. Il nostro Paese deve dotarsi quindi di norme per un valido ingresso e una valida permanenza dei cittadini stranieri. Così facendo si alli-neerà anche a direttive europee, quali le modalità per esercitare il diritto all’uni-tà familiare e il permesso di soggiorno per i lungoresidenti. La CNA inoltre ri-tiene molto importante la previsione di ampia consultazione dei soggetti sociali, associativi ed ecclesiali prevista dal di-segno legislativo”.L’attuale normativa, aggiunge Masiero, va migliorata perchè non riesce né a in-canalare verso la legalità i fl ussi immi-gratori illegali, né a bloccarli e contra-starli, anzi fi nisce per favorire le entrate illegali: sulla carta sembra una norma molto ferrea, nella realtà si è dimostra-ta ineffi cace. Il permesso di soggiorno rigidamente legato alla durata del con-tratto produce ineffi cienze sia per l’im-migrato sia per il datore di lavoro.“Il nostro osservatorio di CNA World ci dice, ogni giorno di più - osserva Ma-siero - che c’è anche una forte spinta all’imprenditorialità tra gli stranieri e alla ricerca di nuovi lavoratori in un momento di quasi ripresa. Troviamo importante il meccanismo della ‘spon-sorizzazione’ secondo cui enti e orga-nismi come le associazioni d’impresa possano garantire patrimonialmente per l’entrata in Italia di risorse umane importanti per l’imprenditoria”.

“ IL COMMENTO

Oltre la Bossi-Fini,ferrea sulla cartaineffi cace nella realtà

:: Barconi e illegalità: la riforma tenta di mettere ordine nel sistema immi-gratorio e di fermare le notevoli storture dell’attuale situazione.A sinistra Stefano Masiero, responsabile provinciale del servizio CNA World

imprese e fami-glie in-teressate a l l ’ i m -piego di m a n o -d o p e r a straniera e si aiu-teranno le am-m i n i -strazioni coinvol-te a sem-plificare p r o c e -dure e i m o d u l i organiz-z a t i v i . Una cer-ta fl essibilità del sistema sarà permessa dalla possi-bilità di revisione annuale dei fl ussi. E se dovessero emergere specifi che neces-sità nel mondo del lavoro è anche possibile autoriz-zare certe categorie di la-voratori all’ingresso fuori dalle quote fi ssate: questo vale in particolare per le esigenze delle famiglie in relazione alla domanda di colf e badanti.Un altro punto che è sta-to apprezzato dal mondo imprenditoriale è la va-

lorizzazione dei “talen-ti”: la riforma introduce un canale privilegiato per l’entrata di lavorato-ri altamente qualificati. Con la Bossi Fini inve-ce, come è accaduto ad esempio a un industriale di Vicenza che ha dovuto rinunciare a far entrare in Italia il ricercatore di un’università americana, ma di nazionalità peru-viana, le difficoltà per questa acquisizione di “cervelli” sono presso-ché insormontabili.

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ARTIGIANATO & imprese21

territorioterritorio

“ ALTOPIANO DI ASIAGO

«È stata una protesta, più che altro. Che gli altopianesi vogliano andare davvero in Trentino, nessuno ne è convinto. Vero è

che l’Altopiano si sente trascurato e nemmeno con-siderato, più dalla Regione che dalla Provincia, per la verità. Io al referendum non ho votato, so che i problemi non mancano però la mia idea non è quel-la della maggioranza dei miei concittadini...».Adriano Stella di Asiago, artigiano della CNA nel settore impianti termoidraulici, ha una visione un po’ disincantata della situazione. Il referendum co-stituzionale ha sottolineato che in Altopiano la voglia di aggregarsi al Trentino nasconde una massiccia volontà di autonomia. Stella riconosce questo, ma aggiunge: «Non so se con gli aiuti che hanno avu-to in Trentino noi qui saremmo oggi come loro. Lì hanno fatto investimenti azzeccati, puntano su una politica di alberghi e strutture per il turismo. Qui invece hanno dettato legge i condomini, le seconde case. Lì hanno fatto cose splendide, vedi gli impianti di Folgaria, qui si è tentato di copiarli con le struttu-re collegate tra Melette e Fior, ma i risultati ancora non si vedono. Lì si è fatta una politica turistica dif-fusa, qui hanno guadagnato in pochi. Queste sono le differenze, non certo cancellabili in un colpo».

«Noi e il Trentinomodelli diversi»

Si chiama Ipa, Intesa programmatica di areaNe parlano i presidenti di Thiene e dell’Agno

Progettarenell’AltoVicentinoSi chiama Ipa, Intesa pro-

grammatica di area, ed è la nuova frontiera delle

possibili progettazioni territo-riali per l’integrazione di aree omogenee.Prevista dalla Regione Veneto per territori dimensionalmen-te almeno vicini ai 180 e più abitanti, l’Ipa sta prendendo forma nell’Alto Vicentino: coinvolta quasi una trentina di comuni, con circa 200 mila residenti e con capofi la Valda-gno, Schio e Thiene. In palio ci sono fondi per sviluppare pro-getti economici e culturali che sappiano qualifi care l’area: fi nanziamenti che verranno erogati ai progetti riconosciuti meritori e che saranno costi-tuiti per un terzo di quattrini europei, un terzo dello Stato e un terzo della Regione.«L’idea di lanciare l’Ipa è stata delle associazioni di categoria - spiega Vittorio Vencato, pre-sidente CNA di Valdagno - e ha trovato le amministrazioni favorevoli, anche perchè con le categorie economiche al-leate trovano più porte aper-te, politicamente parlando. A gestire il tutto dev’essere una società pubblica, attualmen-te c’è la Fondazione Palazzo Festari di Valdagno che però è soggetto privato, per cui si attende l’ok della Regione. Noi troviamo molto positiva l’idea dell’Ipa, ma ci siamo irrigiditi sul fatto dei fi nanzia-menti occorrenti per gestire la pianifi cazione: i Comuni mettono già una cifra in ra-gione di ogni loro residente, per cui non sappiamo perchè vengano a battere cassa dal-le associazioni di categoria e sindacali. Noi prima di essere imprenditori o lavoratori sia-mo già cittadini, perciò non si

:: Giacomo Pilastro e Vittorio Vencato, presidenti delle sedi di Thiene e dell’Agno.In basso i 7 Comuni dal cielo (foto tratta da www.minniti.info)

capisce per quali motivi do-vremmo pagare due volte».Anche a Thiene il presidente di zona della CNA, Giacomo Pi-lastro, conferma le perplessità su questo punto: «Le opportu-nità sulla carta sembrano me-ravigliose e i rapporti interni appaiono idilliaci. Mi auguro che si continui così anche nel prossimo futuro. Vi sono sul tappeto numerosi progetti pos-sibili, che possono spaziare in campi diversi, per promuovere il territorio con importanti ope-re pubbliche o iniziative sociali e culturali. Il problema secon-do noi riguarda i fi nanziamen-ti necessari: sugli ipotesi di accordo di ripartizione degli oneri le associazioni sindacali e imprenditoriali non hanno dato l’ok. Il mondo rappresen-tativo delle imprese va coin-volto come forza propositiva, portatrice di idee e input, non come soggetto realizzatore».Aggiunge Vencato: «Adesso si va verso il tavolo ristretto e ve-dremo se i sindaci peccheran-no di protagonismo tentando di prendere tutto il banco, o se cercheranno di coinvolgere le categorie e i diversi Forum. Ci auguriamo che la politica sap-pia essere davvero dialogante. Quanto ai progetti sul tappeto ce ne sono di interessanti per la capacità di integrare il territorio dando nuovi servizi: a Schio nel campo della ricerca inno-vativa per le imprese, a Thiene per fare di villa Fabris un polo del restauro, a Valdagno per recuperare la città sociale e, al suo interno, quel gioiello che è il teatro Rivoli, capace di ben 1820 posti. Enti come Arena e Fenice sarebbero ben felici di poterlo utilizzare, ma anche realtà come l’Opera Festival di Bassano».

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territorioterritorio

ARTIGIANATO & imprese22

Penalizzati dalla concorrenza asiatica. Lo sostiene Cinzia Fabris, presidente dell’area scledense

Cresce chi innovaUna nuova sede, proprio

dove operano le impre-se, nel cuore della zona

industriale, una struttura ancora snella e, quel che più conta, tanto entusiasmo. Questo lo spirito con cui si muove la CNA di Schio, di cui è presidente da poco più di un anno Cinzia Fabris, titolare di un’impresa di controllo qualità e stiro.“Anche se con piccoli numeri - dichiara la dinamica presidente - siamo presenti a Schio da tanti anni. Adesso, con la nuova sede e la presenza di personale qualifi ca-to, ci auguriamo di far sentire in maniera più forte la nostra voce e di essere più vicini alle imprese, con i nostri servizi, ma anche con una serie di iniziative, come ad esempio i vari momenti formativi per le diverse categorie”.L’economia oggi richiede più collaborazione fra imprese.

“E’ proprio per questo che cerchiamo di raffor-zare lo spirito di gruppo lavorando per le singole categorie, ma anche di promuovere il dialogo con le altre associazioni attraverso il forum de-gli interessi, che porta avanti progetti ad ampio respiro”.Quali gli ambiti fra cui spaziano i vostri corsi di formazione?“Sono i più vari: si va dalle pro-poste specifi che per gli impianti-sti alla sicurezza sul lavoro, dal-l’informatica all’inglese, ai corsi per i dipendenti delle nostre im-prese. E proprio perchè non sia-mo campanilisti, cerchiamo di proporre i nostri corsi in un’ot-tica di Alto Vicentino, coinvol-gendo insieme gli imprenditori dell’area scledense e di quella

thienese”.Si parla di ri-presa. Anche per le imprese

artigiane scledensi?“I problemi ci sono, non possia-mo nasconderlo. I paesi asiatici ci fanno una concorrenza mici-diale, anche perchè noi siamo, per la gran parte, lavoratori per conto terzi e dipendiamo dalle scelte e dallo stato di salute di altri. Quello che possiamo fare è impegnarci, senza tregua, per fare innovazione e per miglio-rare la qualità del servizio”.

Le sembra di cogliere qualche segnale di miglioramento?“Posso dire che ho l’impres-sione che il nero non ci sia più e questo ha portato un po’ di luce. Sicuramente siamo un po’ più fi duciosi, rispetto a qualche tempo fa”.C’è qualche settore trainante?“Tutti i settori hanno il buono e il brutto, chi corre e chi invece tende a frenare. Com’era preve-dibile, chi è riuscito a muoversi, a puntare sulla qualità e a dare servizi si sta riprendendo. Chi non l’ha fatto sta invece zoppi-cando e dovrà decidersi a inver-tire la rotta per mettere in campo nuove strategie che vanno co-munque sempre nel segno del-l’innovazione e della qualità”.

:: La sede CNA di Schio e Cinzia Fabris

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“ GUIDA E RIPOSO

Le nuove norme in vigoredall’11 aprile 2007 nella UE

Autotrasporto. Molte novità normativeE braccio di ferro con il Governo

Con la cartadoppio binarioper i puntiNuovi provvedimenti legislativi

hanno introdotto importanti novità per il mondo dell’auto-

trasporto, cioè la Carta di Qualifi ca-zione del Conducente e il nuovo rego-lamento su tempi di guida e di riposo.> La Carta. Il Dlgs 286/2005 prevede l’istituzione della Carta di qualifi ca-zione del conducente, la cui entrata effettiva è avvenuta dal 5 aprile 2007 con la pubblicazione in Gazzetta Uffi -ciale. Bisogna tenere presente alcune informazioni essenziali: innanzitutto la Cqc è necessaria per guidare vei-coli immatricolati per il trasporti di merci e persone per conto di terzi, per cui sia necessaria la pa-tente C o D; all’entrata in vigore della norma i titolari di patente C o CE o CAP-KD potran-no fare domanda, entro tre anni, del documen-to in esenzione di corso ed esame; il possesso della Cqc permetterà di avere di fatto un “doppio binario” per i punti patente: in caso di infrazione commessa alla guida di un veicolo per cui sia necessaria la Cqc, i punti verranno tolti da quest’ultima, mentre per infrazioni commesse alla guida di altri veicoli i punti verranno detratti dalla patente di guida.Il Ministero prevede un alto affl usso agli sportelli della Motorizzazione, ed ha pertanto previsto una calenda-rizzazione per chiedere il rilascio del-la Cqc in base alla lettera iniziale del cognome del richiedente.> Tempi di guida. Dall’11 aprile 2007 sono entrate in vigore le disposizio-ni previste dal Regolamento (CE) 561/2006 che modifi cano quelle pree-sistenti. In questa pagina la tabella riassume l’attuale regolamentazione.> La vertenza. Prosegue la trattativa con il Governo relativa alla prima ve-rifi ca dell’intesa sottoscritta lo scorso 7 febbraio. Dopo l’incontro svoltosi in

maggio, la CNA Fita ha espresso la so-spensione del giudizio in attesa di una “reale” verifi ca, su indicazione del Mi-nistro dei Trasporti Bianchi. In effetti i ritardi, le parziali o mancate risposte, unitamente a ulteriori azioni assunte dal Governo senza il coinvolgimento della categoria, avrebbero comporta-to un netto giudizio negativo. In par-ticolare si sono affrontati tutti i punti contenuti nel protocollo d’intesa, per molti dei quali il Governo deve svol-gere ulteriori approfondimenti.Per quanto riguarda l’inasprimento del-le sanzioni previste dal disegno di leg-ge di modifi ca del Codice della Strada,

si è registrata una di-sponibilità di modifi ca di alcune parti del testo della legge. Invece per la direttiva 15/2002 che prevede l’orario di lavoro, non sono state fornite certezze. Per la “momentanea” sottra-zione di 50 milioni di

euro destinati ai pedaggi autostradali non è stato chiarito in quali tempi po-tranno essere usufruiti dalla categoria. A ciò si è aggiunta una ulteriore no-tizia e cioè che il fondo dell’autotra-sporto, per un valore di 290 milioni di euro, è stato destinato al Fondo Tfr del Ministero dei Trasporti: ciò vuol dire che tali risorse esistono per la “com-petenza” ma non per “cassa”. Quan-to alla questione della restituzione del bonus fi scale, le condizioni poste dall’autotrasporto restano in attesa di approfondimenti sia per quanto riguar-da il recupero fi scale delle risorse a di-sposizione, sia per quanto concerne il recupero in conto capitale anziché in conto esercizio.CNA Fita ha lamentato i forti ritardi in tema di provvedimenti riguardan-ti i termini tassativi di pagamento, il documento di trasporto e tutte le altre misure nell’ambito anche della modi-fi ca di riforma dell’autotrasporto.

“La vertenza a Romavede CNA Fita

dare l’alt: troppi ritardi e non risposte,

urge reale verifi ca

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Questo è proprio l’anno più adatto per “costruirsi”

una casa ecologica. In-fatti, le opere di miglio-ramento che permettono di ridurre i consumi di riscaldamento almeno del 20 per cento, sono premiate con un super sconto del 55 per cento. Uno sconto che spetta a tutti gli edifi ci (non solo alle abitazioni come succede per le ristruttu-razioni, ma anche a ne-gozi e sedi di imprese e istituzioni) per i seguenti lavori: coibentazione di pavimenti, pareti e infi ssi (anche semplice sostitu-zione di fi nestre e instal-lazione di doppi vetri); installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda; sostitu-zione di vecchie caldaie con nuove a condensa-zione.Si ha diritto alla detra-zione quando i lavori riguardano sia il singolo appartamento sia l’inte-ro edifi cio o anche sol-tanto una sua porzione. Bisognerà aspettare la dichiarazione del 2008 per portare in detrazio-ne queste agevolazioni (la pratica, comunque, va fatta entro il 31 di-cembre 2007).La CNA di Vicenza ha attivato lo Sportello Casa (attivo da maggio nelle sedi di Thiene e Vi-cenza) per dare, a tutti gli imprenditori dei set-tori edilizia ed impianti e al cliente e consuma-tore fi nale, risposte con-vincenti ai molti quesiti sulle nuove disposizioni in materia di risparmio energetico. Per un approfondimento sulle tematiche del ri-sparmio energetico e de-gli incentivi fi scali intro-dotti dalla Finanziaria, la CNA ha già intanto organizzato un incontro aperto a tutti gli operato-ri e i cittadini interessati nella sala della biblioteca comunale di Thiene.

“ IMPIANTI

Col 55%è l’annogiusto

Acconciatura ed Estetica. Varato un progetto di sensibilizzazionein collaborazione con il Servizio dell’Ulss n. 3 di Bassano

E i saloni diventanocentri informativisull’affi do dei minoriMigliaia di volantini e

brochure ad altret-tanti centri estetici

e parrucchieri, per sostenere il progetto “Passaparola”, che informa e sollecita sul proble-ma dell’affi do dei minori, e che avrà la durata di un anno. È l’iniziativa intrapresa dall’Ulss 3 su delega dei sindaci dei 28 Comuni del comprensorio, in collaborazione con la CNA e l’Associazione artigiani di Bas-sano e Marostica e il Centro affi di dell’Asl bassanese. Par-rucchiere ed estetiste, dunque, potranno informare le clienti e far visionare loro il materiale. Il progetto nasce dall’esigen-za di contattare ed informare il maggior numero di persone su che cosa sia “l’affi damen-to” e che cosa voglia dire es-sere “famiglie affi datarie”. Il direttore dei servizi sociali dell’Ulss, Alessandro Pigatto, ha spiegato che è stata scelta una ben defi nita categoria di professionisti da coinvolgere «perché riteniamo che le don-ne siano più sensibili al pro-blema di bambini in diffi coltà, abbandonati o con problemi familiari, e tutte, almeno una volta in un anno, si recano dal-

bisognosi e 96 famiglie dispo-nibili a fronte di circa 77 espe-rienze di affi do. Anche se il numero di famiglie affi datarie è elevato, commentano al Cen-tro affi di, non basta ancora. Maurizio Pettenuzzo, presi-dente della sede bassanese della CNA, ha dichiarato: «La nostra società trarrebbe notevole benefi cio dall’affi do temporaneo: un ragazzo o un bambino, cresciuto con amore e sostegno, un giorno diven-terà un uomo equilibrato e si-curo. Molti dei nostri ragazzi hanno iniziato a lavorare in imprese artigiane come ap-prendisti per poi diventare, in età adulta, loro stessi impren-ditori. I bambini sono un bene prezioso per tutti, noi adulti abbiamo un dovere morale e sociale verso di loro che sono il nostro investimento per il futuro». Sono molteplici i motivi per cui si cerca per il bambino una famiglia affi dataria: maltratta-menti, incuria, diffi coltà tem-poranea dei genitori. Il Centro affi di garantisce a tutte le per-sone che aderiranno all’inizia-tiva un percorso formativo e un supporto pedagogico e tecnico.

ARTIGIANATO & imprese25

la parrucchiera o dall’estetista e parlano tra loro».Il salone diventa quindi il mi-glior mezzo per affi dare un messaggio che deve raggiun-gere il maggior numero di per-sone possibili. «A differenza dell’adozione - spiega Pigatto - l’affi do ha carattere tem-poraneo e ognuno di noi può dare la sua disponibilità. Un singolo o una famiglia, tutti possono richiedere di aiutare un bambino». Attualmente, nel Bassanese, ci sono circa trecento bambini

“ OPPORTUNITÀ EBAV

Orafi e argentieri, metalmeccanica, cera-mica, tessile, abbigliamento, calzature e giocattoli, legno, chimica, gomma e

plastica. Sono tanti i settori che possono usufrui-re di opportunità e sostegni messi a disposizione da Ebav, l’Ente bilaterale dell’artigianato vene-to, in particolare a sostegno della partecipazione delle aziende a fi ere.Ad esempi per gli orafi si parla di poter coprire il 50% dei costi per eventi in Europa e medio Oriente (massimo 750 euro), o negli Usa (mas-simo 1.500 euro), on in Asia e Russia (massimo 2.500). Per i meccanici abbattimento dei costi

dal 50% all’80% in Italia e all’estero, sempre con massimali dai 1550 agli oltre 2000 euro. Tipologie simili di sostegno per ceramisti (in-torno al 50%), per il settore legno (dal 40% al 60%), per gomma e plastica.Le richieste preventive sono da presentare en-tro il 30 settembre Previsti anche sostegni al credito, contributi per nuove imprenditorialità artigiane, per reinseri-mento di lavoratori in età avanzata. Alle sedi provinciale (0444 569900) e territoriali della CNA tutte le informazioni specifi che sulle op-portunità Ebav.

Scelto questogenere di attivitàper garantire che

il messaggiogiunga alle donnecol passa parola

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CNA pensionatiCNA pensionati

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Assistenza e sanità: convegno regionale a Padova in vista della manifestazione di Roma

Qualcosa si muoveStop alle discrimina-

zioni, chiedono le due petizioni lanciate

dal Cupla, il Comitato uni-tario dei pensionati, a cui aderiscono la CNA e le altre organizzazioni d’impresa.E qualche effetto le inizia-tive lo hanno prodotto. In-fatti, fanno osservare Italo Righetto e Giuseppe Pro-fessione, responsabili della CNA Pensionati di Vicenza, le decisioni del Governo in merito all’innalzamento dei minimi di pensione, ma an-che per l’eliminazione dei ticket da 10 euro, e per una verifi ca seria della attività dei medici tesa a ridurre le gravi liste d’attesa (intra moenia), sono sicuramente da ascrivere anche a quanto fatto dal Cupla, certamente non da solo ma con un ruolo importante.In ogni regione si sono svolte manifestazioni ed eventi sul tema, che troveranno sfogo in una manifestazione nazionale a Roma du-rante la quale verranno presentate le mozioni promosse dal Cupla stesso.Nel Veneto l’evento clou si è tenuto a Pado-va, al convegno organizzato dalla segreteria regionale del Cupla, nel quale si è eviden-ziata la situazione diffi cile dei pensionati “autonomi”, e non solo: ad esempio, potere d’acquisto sceso di oltre il 30% negli ultimi cin-que anni, pensio-ni minime da 430 euro al mese.“Occorre ade-guare il potere d’acquisto e la pensione mini-ma a quella dei dipendenti - ha spiegato Lino Ferrin, coordinatore regionale del Cupla - e i dieci miliardi di euro del cosiddetto ‘tesoret-to’ vanno ripartiti equamente e non in manie-ra irrisoria come pensa di fare il Governo”.Dalla sala, zeppa di cinquecento persone, fi schi per l’assenza dell’assessore regionale Valdegamberi. Ferrin ha chiesto quindi con forza la costituzione di un fondo per la non autosuffi cienza: “I disabili nel Veneto sono circa 200 mila e gli anziani che superano i 65 anni rappresentano oltre il 18 per cento della popolazione, con previsioni di forte aumento nei prossimi anni. Attualmente i fi nanzia-menti pubblici, regionali e comunali, per i non autosuffi cienti si aggirano sui 900 milio-

La CNA Pensionati ricorda ad artigia-ni e imprenditori

attivi, e a tutti coloro che sono prossimi ad andare in pensione, che è molto im-portante fare una verifi ca della loro posizione pen-sionistica.La struttura della CNA Pensionati e del Patronato Epasa sono a disposizione per questo, e sono anche le strutture più idonee e spe-cializzate a farlo.In tutte le sedi CNA del-la provincia gli interessati possono avere l’adeguata assistenza del caso.Oppure possono rivolgersi telefonicamente alla sede provinciale di Vicenza, 0444 569900, chiedendo dei responsabili della CNA Pensionati, Italo Righetto e Giuseppe Professione.

“ IL SERVIZIO

Importanteverifi carele pensioni

ni di euro l’anno, ma ne servirebbe almeno il doppio. La commissione istituita dal mini-stero per capire il problema - ha poi denun-ciato Ferrin - e trovare i correttivi ha chiuso il suo lavoro da oltre quattro anni ma la sua relazione è fi nita in fondo a un cassetto”.Nel dibattito, che ha spaziato tra sociale e sanità, sono intervenuti la sottosegretaria Franca Donaggio, la quale ha ricordato che nel 2005/2006 il fondo sociale nazionale era stato dimezzato, da un miliardo a 500 mila euro, e che attualmente dal fondo di tre mi-

liardi il Veneto ha ricevuto al-tri 800 milioni; Donaggio ha ag-giunto che a li-vello sanitario occorre garanti-re livelli essen-ziali uguali per tutti (LEA), e si è espressa a fa-vore del tempo pieno per prima-

ri e medici. Su questo si è detto d’accordo il consigliere regionale Claudio Rizzato, che ha parlato di 5.200 medici con libera pro-fessione intra moenia come concausa delle lunghe liste d’attesa.Aldo Zappaterra, coordinatore nazionale del Cupla, ha lanciato l’appello per la costituzio-ne di piattaforme comuni tra il Cupla e i pen-sionati di Cgil Cisl e Uil, chiamando poi tutti alla manifestazione nazionale di Roma. Die-go Bottacin, vicepresidente V Commissione del consiglio regionale, ha detto di trovare giusta l’idea governativa di aumentare le pensioni e ha chiesto di eliminare l’Ici sulla prima casa.

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