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Cesare Bermani racconta la storia della canzonesimbolo della Resistenza «BELLA CIAO, UN CANTO SENZA PADRI CHE HA PERCORSO I CONTINENTI» Andrea Grillini La storia di "Bella ciao" è un romanzo mai finito, perché non esiste un testo unico, ma molte varianti che si trasformano e si intrecciano con una serie di storie di gruppo o individuali». Ma questo «romanzo infinito» che abita il cuore di molti italiani, anche in questo 25 aprile farà risuonare quel grido di libertà e il patriottismo che l'ha generato. Lo storico, scrittore, saggista e ricercatore Cesare Bermani (in passato è stato anche un cantante), esperto di musica popolare, alla regina delle canzoni «Molti italiane ha dedicato un libro, in cui è andato alla ricerca delle origini di «Bella ciao» (Interlinea, 96 pp., 10 euro; ebook 5,99 euro) per raccontare «Storia e fortuna di una canzone dalla resistenza italiana all'universalità delle resistenze». Dott. Bermani, quali le vere origini di «Bella ciao», che sembra intrecciarsi a vari altri canti ed è stata eseguita in diverse versioni per quanto riguarda i versi? La «Bella ciao» che si canta oggi, nel dopoguerra è stata ripresa dai festival democratici della gioventù, a cui partecipavano giovani provenienti da 60,70 paesi del mondo. Attraverso queste manifestazioni e attraverso i pionieri tedeschi, è andata all'estero. In letterale in spagnolo è diventata delle canzoni della rivoluzione cantata dalle Milicias Nacionales Rivolucionarias, costituite nel 1959. Esiste un padre riconosciuto di «Bella ciao»? Le canzoni popolar i non dovrebbero avere un padre. Poi alla fine appare sempre qualcuno che rivendica i diritti se non come autore, come rifacitore. Molti in giro per 0 mondo si sono appropriati di «Bella gruppo o individuali». Ma questo «romanzo infinito» che abita il cuore di molti italiani, anche in questo 25 aprile farà risuonare l'ha generato. Lo storico, scrittore, saggista e ricercatore Cesare Bermani (in passato è popolare, alla regina delle canzoni origini di «Bella ciao» (Interlinea, questo eseguito le Dott. Bermani, quali le vere canti ed è stata eseguita in I riguarda i versi? La «Bella ciao» che si canta oggi, giovani provenienti da 60,70 paesi del mondo. Attraverso queste letterale in spagnolo è diventata anche una avere un padre. Poi alla fine appare sempre qualcuno che rivendica i diritti se non per 0 mondo si sono appropriati di «Bella ciao» dopo averla rimaneggiata. Il cantautore Claudio Pestelli ha scritto che suona «Bella ciao» per una moltimdine di popoli, in almeno 40 idiomi diversi: da tutte le principali lingue slave e scandinave, all'arabo e al tagalog, la lingua più pallata nelle filippine, fino al cinese e al giapponese. Il difficile è scovare una lingua in cui manchi la traduzione di «Bella ciao». «Fischia il vento» e «Bella Ciao»: due bandiere del canto popolare di resistenza. Ma che cosa le accomuna principalmente? Poco: «Fischia il vento» è stata cantata al Nord, mentre «Bella Ciao» al centro Italia e al Sud. Da un partigiano abruzzese ho appreso che «Bella Ciao» probabilmente è nata nell'ambito della "Brigata Maiella", che operava con gli alleati della V armata. «Fischia il vento» invece, è una canzone di matrice comunista delle "Brigate sono Garibaldi". Secondo il partigiano abruzzese, «Bella ciao» veniva di cantata soprattutto nelle marce motivo di trasferimento e nei momenti viene di fraternizzazione con la in tutte popolazione. Anch'essa è nata nel secondo periodo operativo, cioè dopo la liberazione di Sulmona e nella campagna delle Marche. Ma originariamente «Bella ciao» era un canto delle mondine? Solo dopo la Resistenza, quando un certo Vasco Scansani nel 1952 ne fece una versione per le mondine del vercellese. Le origini della canzone le cercavo al Nord Italia, mentre era una centro e del Sud Italia cantata del '44, mentre da noi al Nord solo negli ultimissimi mesi della Ma pare che il ritornello di sia stato suonato e inciso già New York in un 78 giri con il «KlezmerYiddish swing music». A America il brano un zingaro, Mishka Tsiganoff, di Odessa, che parlava bene lavorava come musicista klezmer York aprì un ristorante. ciao» è la vera colonna sonora Resistenza italiana, la canzone averla rimaneggiata. Il Claudio Pestelli ha scritto che ciao» per una moltimdine di almeno 40 idiomi diversi: da tutte lingue slave e scandinave, al tagalog, la lingua più pallata filippine, fino al cinese e al giapponese. Il difficile è scovare una lingua in cui manchi la traduzione di «Bella ciao». «Fischia il vento» e «Bella Ciao»: due bandiere del canto popolare di resistenza. Ma che cosa le accomuna principalmente? Poco: «Fischia il vento» è stata cantata al Nord, mentre «Bella Ciao» al centro Italia e al Sud. Da un partigiano abruzzese ho appreso che «Bella Ciao» probabilmente è nata nell'ambito della "Brigata Maiella", che operava con gli alleati della V armata. «Fischia il vento» invece, è una canzone di matrice comunista delle "Brigate sono Garibaldi". Secondo il partigiano abruzzese, «Bella ciao» veniva di cantata soprattutto nelle marce motivo di trasferimento e nei momenti viene di fraternizzazione con la in tutte popolazione. Anch'essa è nata nel secondo periodo operativo, cioè dopo la liberazione di Sulmona e nella campagna delle Marche. Ma originariamente «Bella ciao» era un canto delle mondine? f Solo dopo la Resistenza, quando un certo Vasco Scansani nel 1952 ne fece una versione per le mondine del vercellese. Le Bermani origini della canzone le cercavo al Nord Italia, mentre era una canzone del centro e del Sud Italia cantata già all'inizio del '44, mentre da noi al Nord è arrivata solo negli ultimissimi mesi della Resistenza. Ma pare che il ritornello di «Bella ciao» sia stato suonato e inciso già nel 1919 a New York in un 78 giri con il titolo «KlezmerYiddish swing music». A portare in America il brano un fisarmonicista zingaro, Mishka Tsiganoff, originario di Odessa, che parlava bene l'yddish, lavorava come musicista klezmer e a New York aprì un ristorante. «Bella ciao» è la vera colonna sonora della Resistenza italiana, la canzone simbolo di questa grande epopea? No, perché per un certo periodo è stata «Fischia il vento» la canzone dei partigiani. Anche molti giornalisti e fra questi Giorgio Bocca, che era stato partigiano, poiché la canzone non era stata cantata nella sua formazione di "Giustizia e libertà" nel cuneese, sosteneva che non fosse una canzone nata durante la Resistenza. Poi credo che Bocca si sia ricreduto, perché fu suonata al suo funerale, quando già era diventata però la canzone simbolo dei partigiani. «Fischia il vento» era troppo sovietica per essere la canzone di tutti i partigiani e la sostituirono con «Bella Ciao». In subordine a «Fratelli d'Italia», si potrebbe considerare «Bella ciao» anch'essa una sorta di inno nazionale? Fra i due preferisco «Bella Ciao». Mi sembra che «Fratelli d'Italia» sia un testo molto datato. Delle canzoni risorgimentali non è quella che mi piace di più. Data: 21.04.2020 Pag.: 31 Size: 592 cm2 AVE: € 9472.00 Tiratura: 33727 Diffusione: 27342 Lettori: 415000 INTERLINEA 1

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Cesare Bermani racconta la storia della canzone­simbolo della Resistenza

«BELLA CIAO, UN CANTO SENZA PADRICHE HA PERCORSO I CONTINENTI»Andrea Grillini

La storia di "Bella ciao"è un romanzo mai

finito, perché nonesiste un testo unico,ma molte varianti chesi trasformano e si

intrecciano con una serie di storie digruppo o individuali». Ma questo «romanzoinfinito» che abita il cuore di molti italiani,anche in questo 25 aprile farà risuonarequel grido di libertà e il patriottismo chel'ha generato. Lo storico, scrittore, saggistae ricercatore Cesare Bermani (in passato èstato anche un cantante), esperto di musicapopolare, alla regina delle canzoni

«Moltiitaliane ha dedicato un libro, incui è andato alla ricerca delleorigini di «Bella ciao» (Interlinea,96 pp., 10 euro; ebook 5,99 euro)per raccontare «Storia e fortuna diuna canzone dalla resistenzaitaliana all'universalità delleresistenze».

Dott. Bermani, quali le vereorigini di «Bella ciao», chesembra intrecciarsi a vari altri

canti ed è stata eseguita indiverse versioni per quantoriguarda i versi?La «Bella ciao» che si canta oggi,

nel dopoguerra è stata ripresa daifestival democratici della

gioventù, a cui partecipavanogiovani provenienti da 60,70 paesidel mondo. Attraverso questemanifestazioni e attraverso i pionieritedeschi, è andata all'estero. Inletterale in spagnolo è diventatadelle canzoni della rivoluzionecantata dalle Milicias NacionalesRivolucionarias, costituite nel 1959.Esiste un padre riconosciuto di «Bella

ciao»?

Le canzoni popolar i non dovrebberoavere un padre. Poi alla fine appare semprequalcuno che rivendica i diritti se noncome autore, come rifacitore. Molti in giroper 0 mondo si sono appropriati di «Bella

La storia di "Bella ciao"

è un romanzo maifinito, perché nonesiste un testo unico,ma molte varianti chesi trasformano e si

intrecciano con una serie di storie digruppo o individuali». Ma questo «romanzoinfinito» che abita il cuore di molti italiani,anche in questo 25 aprile farà risuonarequel grido di libertà e il patriottismo chel'ha generato. Lo storico, scrittore, saggistae ricercatore Cesare Bermani (in passato èstato anche un cantante), esperto di musicapopolare, alla regina delle canzoniitaliane ha dedicato un libro, incui è andato alla ricerca delle

origini di «Bella ciao» (Interlinea, questo96 pp., 10 euro; ebook 5,99 euro)per raccontare «Storia e fortuna diuna canzone dalla resistenza eseguitoitaliana all'universalità delle leresistenze».Dott. Bermani, quali le vere

origini di «Bella ciao», chesembra intrecciarsi a vari altri Icanti ed è stata eseguita indiverse versioni per quanto Iriguarda i versi?La «Bella ciao» che si canta oggi,

nel dopoguerra è stata ripresa daifestival democratici della Cesare

gioventù, a cui partecipavanogiovani provenienti da 60,70 paesidel mondo. Attraverso questemanifestazioni e attraverso i pionieritedeschi, è andata all'estero. In traduzioneletterale in spagnolo è diventata anche unadelle canzoni della rivoluzione cubana,cantata dalle Milicias NacionalesRivolucionarias, costituite nel 1959.Esiste un padre riconosciuto di «Bella

ciao»?Le canzoni popolar i non dovrebbero

avere un padre. Poi alla fine appare semprequalcuno che rivendica i diritti se noncome autore, come rifacitore. Molti in giroper 0 mondo si sono appropriati di «Bella

ciao» dopo averla rimaneggiata. Ilcantautore Claudio Pestelli ha scritto chesuona «Bella ciao» per una moltimdine dipopoli, in almeno 40 idiomi diversi: da tuttele principali lingue slave e scandinave,all'arabo e al tagalog, la lingua più pallatanelle filippine, fino al cinese e algiapponese. Il difficile è scovare una linguain cui manchi la traduzione di «Bella ciao».«Fischia il vento» e «Bella Ciao»: due

bandiere del canto popolare di resistenza.Ma che cosa le accomuna principalmente?Poco: «Fischia il vento» è stata cantata al

Nord, mentre «Bella Ciao» al centro Italia eal Sud. Da un partigiano abruzzese hoappreso che «Bella Ciao» probabilmente ènata nell'ambito della "Brigata Maiella",che operava con gli alleati della V armata.«Fischia il vento» invece, è una canzone di

matrice comunista delle "Brigatesono Garibaldi". Secondo il partigiano

abruzzese, «Bella ciao» venivadicantata soprattutto nelle marcemotivo di trasferimento e nei momenti

viene di fraternizzazione con la

in tutte popolazione. Anch'essa è natanel secondo periodo operativo,cioè dopo la liberazione diSulmona e nella campagna delleMarche.

Ma originariamente «Bellaciao» era un canto delle

mondine?Solo dopo la Resistenza,

quando un certo Vasco Scansaninel 1952 ne fece una versioneper le mondine del vercellese. Leorigini della canzone le cercavoal Nord Italia, mentre era unacentro e del Sud Italia cantata

del '44, mentre da noi al Nordsolo negli ultimissimi mesi dellaMa pare che il ritornello disia stato suonato e inciso già

New York in un 78 giri con il«Klezmer­Yiddish swing music». A

America il brano unzingaro, Mishka Tsiganoff,

di Odessa, che parlava benelavorava come musicista klezmerYork aprì un ristorante.ciao» è la vera colonna sonora

Resistenza italiana, la canzone

averla rimaneggiata. IlClaudio Pestelli ha scritto che

ciao» per una moltimdine dialmeno 40 idiomi diversi: da tuttelingue slave e scandinave,

al tagalog, la lingua più pallatafilippine, fino al cinese e al

giapponese. Il difficile è scovare una linguain cui manchi la traduzione di «Bella ciao».«Fischia il vento» e «Bella Ciao»: due

bandiere del canto popolare di resistenza.Ma che cosa le accomuna principalmente?Poco: «Fischia il vento» è stata cantata al

Nord, mentre «Bella Ciao» al centro Italia eal Sud. Da un partigiano abruzzese hoappreso che «Bella Ciao» probabilmente ènata nell'ambito della "Brigata Maiella",che operava con gli alleati della V armata.«Fischia il vento» invece, è una canzone di

matrice comunista delle "Brigatesono Garibaldi". Secondo il partigiano

abruzzese, «Bella ciao» venivadicantata soprattutto nelle marcemotivo di trasferimento e nei momenti

viene di fraternizzazione con la

in tutte popolazione. Anch'essa è natanel secondo periodo operativo,cioè dopo la liberazione diSulmona e nella campagna delleMarche.Ma originariamente «Bella

ciao» era un canto delle

mondine?fSolo dopo la Resistenza,

quando un certo Vasco Scansaninel 1952 ne fece una versioneper le mondine del vercellese. LeBermani

origini della canzone le cercavoal Nord Italia, mentre era una

canzone del centro e del Sud Italia cantatagià all'inizio del '44, mentre da noi al Nordè arrivata solo negli ultimissimi mesi dellaResistenza. Ma pare che il ritornello di«Bella ciao» sia stato suonato e inciso giànel 1919 a New York in un 78 giri con iltitolo «Klezmer­Yiddish swing music». Aportare in America il brano unfisarmonicista zingaro, Mishka Tsiganoff,originario di Odessa, che parlava benel'yddish, lavorava come musicista klezmere a New York aprì un ristorante.«Bella ciao» è la vera colonna sonora

della Resistenza italiana, la canzone

simbolo di questa grande epopea?No, perché per un certo periodo è stata

«Fischia il vento» la canzone dei partigiani.Anche molti giornalisti e fra questi GiorgioBocca, che era stato partigiano, poiché lacanzone non era stata cantata nella suaformazione di "Giustizia e libertà" nelcuneese, sosteneva che non fosse unacanzone nata durante la Resistenza. Poi

credo che Bocca si sia ricreduto, perché fusuonata al suo funerale, quando già eradiventata però la canzone simbolo deipartigiani. «Fischia il vento» era tropposovietica per essere la canzone di tutti ipartigiani e la sostituirono con «Bella Ciao».In subordine a «Fratelli d'Italia», si

potrebbe considerare «Bella ciao»anch'essa una sorta di inno nazionale?

Fra i due preferisco «Bella Ciao». Misembra che «Fratelli d'Italia» sia un testo

molto datato. Delle canzoni risorgimentalinon è quella che mi piace di più.

Data: 21.04.2020 Pag.: 31Size: 592 cm2 AVE: € 9472.00Tiratura: 33727Diffusione: 27342Lettori: 415000

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«Molti si sono

appropriati diquesto motivoche viene

eseguito in tuttele lingue»

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Cesare Bermani

25 Aprile 1945. Partigiani sfilano per ie vie di Milano festeggiando la Liberazione

Inno per ogni latitudinepiù noto di «'0 sole mio»

In un certo modo, «Bella ciao» è anchel'inno della dissidenza in ogni suoaspetto, visto che l'hanno cantata i

ragazzi delle rivolte arabe del 2011, i giovani delParco Gezi a Istanbul e nel 2016 a Parigi glioperai contro la legge sul lavoro del presidenteHollande, e nel 2018 contro Marron. «Spessoalla musica di "Bella Ciao" si cambiano i versi ­

precisa Bermani ­, e cosi la canzone è diventataanche una sorta di bandiera curda. I francesi

contro i loro presidenti hanno cantato laversione italiana. La melodia di "Bella ciao",diffusa in tutta Europa, è parte di "Fior diTomba", che risalirebbe al XV secolo. Ora èanche colonna sonora della serie tv "La casa dicarta". È la canzone che ha avuto più successoal mondo. Credo che batta "'0 sole mio"».

Data: 21.04.2020 Pag.: 31Size: 592 cm2 AVE: € 9472.00Tiratura: 33727Diffusione: 27342Lettori: 415000

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