Tecnica Pratica 1964_04

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Un ricevitore-

a transistorsper .,,/e4000

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G N I

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Vol ch. ,lei. un fedele I.tlore dl.TECNICA PRATICA non avete cheda abbona.... • rlceverele la nuo-vl.. lma ENCICLOPEDIA DI TEC-NICA PRATICA In dono, .enza I_minima formallta.I vantaggl dell'abbonamento:_) rlceverete puntua'menla, ognlme,., I_ rlvl,ta al v08tro do-'

mlcilio _Ieunl glornl prima chevangs palla nelle edlcole:.b) non carrerete II rlschlo dl tro-

varia .esaurlt. e qulndl rllna-nerne ,provvlsto;

c) I 12 fasclcoll della rlvlsta vivengono • costare un po' meno. dl 200 lire I"lno (L 2.350 In-. fece dl L.2.400);

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N I I I I : f 'CC CC

= =. . . .. . . .& . 1 . 1 1 & . 1 . 1 1. . . . . . . .

-. : : : a . : : :A. A.

c : a : : <

lettoreCon questo [ascicolo TECNICA PRATICA compie il suo secondoanna di vita. Due anni, per un mensile, 10 sappiamo anche noi, non sonomolti. Non 'vogliamo, quindi, [alsare il significate della ricorrenzasjorzandoci di mostrare un'anzianita ed una tradizione che ancora non

abbiamo.Ci interessa soltanto sottolineare, forti dei 24 fascicoli di rivista

finora pubblicati, che abbiamo tenuto fede alle prom esse fatte nel-l'aprile 1962, su queste stesse pagine.

Ci impegnavamo a man tenere sempre costante ed allo stesso livello

qualitativo la bonia della rivista. Cioe con interessanti proget ti, descri-zioni esaurienti ed illustrazioni facili.

Abbiamo jatto di piu. Sono comparsi ad esempio dei progetti chehanna ottenuto un successo insperato, superiore aile nostre piu ottimi-stiche previsioni, Si pensi agli oltre 4000 let tori che han no realizzato il« ricevitore da 1500 lire ", si pensi agli oltre 1500 allievi che hanno se-guito il corso per radioamatori.

Promettevamo consulenza ed assistenza a chiunque ne avesse avutobisogno. Sono partiti quotidianamente, dai nostri uffici, decine dischemi radioelettrici, suggerimenti tecnici, calcoli, indirizzi utili, allavolta dei piu sperduti paesi italiani.

Non solo ma e stato organizzato un " Servizio Forniture Materiali »,

che ha gia tolto dagli impicci dell'acquisto di com ponenti radioelettricimigliaia di let tori.Garantivamo puntualita nell'uscita e serieta organizzativa per ogni

Servizio della rivista. Injatti non uno dei 24 jascicoli mensili ha tardatoun sol giorno a comparire nelle edicole. Per quanto riguarda gli abbo-namenti si sana raggiunte mete superiori ai programmi prestabiliticon la realizzazione dell'ENCICLOPEDIA DI TECNICA PRATICA in-viata in omaggio a tutti gli abbonati.

Non solo ma si e [atto di tutto per mant enere inalterato it prezzodella rivista nonostante i forti aumenti avutisi nel settore tipograficoed in quello delle collaborazioni tecniche.

Ouindi non abbiamo mancato a nessuno dei punti dell'impegno

programmatico. Lo possiamo affermare in tut ta coscienza sulla scortadei dati di fatto in nostro possesso. In soli due anni abbiamo pressocheraddoppiato it numero dei lettori. Gli abbonati 50110 decine di migliaia.

Segue a pag. 246

245

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Ecco una realta clu: va al iii la til ogni discorso. Quando un nunicro COSl

cospicuo di persone decide di sottoscrivere I'abbonamento ad una pub-

blicarione, cia signitica che riserva ad essa la massima fiducia. Se tanta

fiducia ( 'e la siamo guadagnata ill soli 24 inesi, vuol dire che ii poco

tempo a ns, disposizione per [arci COllOscere, 10 abbiamo utilizzuto nel

modo migliore, nella direzione giust a, quella desiderata dal vasto pub-

blieo dei giovani appassionatieli t

ecnica.Prendiamo da questo moniento il via per il 'terz.o anna di vita.Valgano gli st essi im pegni e Ie stesse garaniie dei due anni [elicementeconipiuti, COil la t aciia protne.ssu e li fare scm pre eli piu e meglio.

it. DI RETTORE

R I S U L T A T I D E L 1 · G R A N D E R E F E R E N D U M : 0 1 T E C N I C A P R A T I C A ,

Siamo oggi in grado di comunicare a tutti i letteri idati definitivi ricavati dal moduli compilati

giunti in redazione.

Innanzitutto dobblamo dire con vivo piacere che un un numero di lettori decisamente superiore

aIle nostre previsioni st e premurato di farci conoscere, attraverso il formulario, 1I suo parere

su TECNICA PRATICA.

Dei 4200 partecipanti aI referendum pressoche tutti hanno risposto ad egnuna delle dnmande

poste. Cia dimostra che in ognuno degll intereressati era vivo il deslderio [di rlspondere con la

massima scrupolosltae slncertta, affinche noi della redazlone potessimo avere un quadro esau-

rientemente completo del deslderi del ns. pubblico per poter lavorare nel migliore del modi

e rendere ilmensile sempre pill interessante e eompleto. Riteniamo non sia iI caso di pubblicare

I dati numerici per ognuna delle voci contenute nel foglio-referendum. Stralceremo fra dl esse

quelle dl interesse pill generale. .

II Dcmande Risposte positive Risposte negative;

Approvano iI formato di TECNICA PRATICA 3642 354

Sono gradite Ie copertine dl TECNICA PRATICA 3486 276

Apprezzano iI tipo di stampa 3960 168

Trovano conveniente il prezzo di TECNICA

PRATICA 3378 552.

ILeggono TECNICA PRATICA per realizzare i

suol progetti 3420

Leggcno TECNICA PRATICA a scopo informa-tivo

I1872

I

Ma senz'altro I dati pill interessanti sono quelli che si riferiscono ai gusti del nostro pubblico.

Avevamo chiesto quall fra le materie trattate fossero seguite con maggiore interesse. Eeco un

panorama riassuntlvo.

Chimica preferenze n. 990 Missilistica preferenze n. 708

Cinefotografia » » 338 Modellismo » » 450Elettroniea » » 3120

Elettrotecnica » 2604Ottica » » 702

»

Falegnameria » » 276 Radio » » 3834

Meccanica » » 822 Televlslone » » 2538

246

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ANNO III - N. 4

APRILE 1964 •

e c n l c a-

Tutti i diritti di proprieta letteraria ed artistica riservati - I manoscritti, idisegni e Ie fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti .le opinioni espresse in via diretta 0 indiretta dagli autori e collaboratori

non implicano responsabilita da parte del periodico.

Sommario

4000 • iI ricevitore del 1964

Non consumate Ie pile

TETRA . ricevitore in altoparlante

Piccole pompe per iI laboratorio

3 valvole per un'ottima supereterodina

Lanterna per proiettare foto e cartoline

Alia ricerca delle origini dei disturbi intermittenti

radio·TV

Non costa nulla difendersi dagl! sbab:i di tensione

Un po' di botanica primaverile

L'arte di fotografare • 4" puntata

Come sl calcola un convertitore a transistori

Corso per montatori di elettrodomestici • 6° • Ventilatore

Prontuario delle valvole elettroniche

Consulenza tecnica

pag. 248

I) 254

> , 258

'» 265

» 269

. . 278

» 283

. . 290

» 293

I)) 296

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» 308

» 313

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R

icordate ilricevitore da 1500 lire? E que 1-

10 di 1500+ 1500 lire? Idue progetti appar-

vero nei fascicoli di gennaio e giugno 1963,riscuotendo largo eonsenso da parte di tutti i

nostri lettori appassionati di radio. E quei

ricevitori divennero tanto famosi che le ri-

chieste di fascicoli arretrati portarono in breve

all'esaurimento del numero di gennaio ridu-

cendo a poche copie le giacenze del numero

di giugno. '

Nel secondo anniversario della nascita di

TECNICA PRATICA, i nostri tecnici, nell 'in-

tento di far cosa gradita ai nuovi lettori e a

quelli vecchi che non poterono, allora, entrare

in posses so dei due fascicoli, hanno voluto ri-prendere quel famoso progetto e riproporlo

in una .Iorma piu aggiornata, ma sempre ispi-

rata ai concetti fondamentali di semplicita e

di econornicita.

248

IIcosta del ricevitore ha risentito I'aumento

di prezzi verificatosi in questi due anni, tanto

che le 3000 lire di costo di due anni fa sonoogg, divenute 4000. Tuttavia, se si tiene conto

che nell'attuale progetto e stato aggiunto un

componente, iI trasformatore d'uscita, si puo

concludere che aneor oggi questo celebre riee-

vitore viene a costare assai poco.

Non ee ne voglia illettore se per una buona

parte della descrizione e della presentazione

dell'attuale progetto dovremmo ripeterci; ma

i concerti tecnici fondamentali sono rimasti

quelli di un tempo e non sarebbe possibile

usare un linguaggio diverso da quello, imrne-

diato e sernplice, con cui prosentammo i dueprecedenti progetti.

A~che in questo terzo progetto che, come

abbiamo detto, costituisce una edizione rive-

duta e corretta delle prime due, l'aseolto av-

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IL RICEVITORE

DEL. 1964

viene in altoparlante, con una ricezione pill

chiara e pill forte, che permette di udire ad

una certa distanza senza la noia della cuffia

in testa ad un numero qualsivoglia. di ascol-

tatori.

IIcondensatore variabile e state sostituito,

per motivi di econornia, con un elementare in-

duttore variabile che il lettore non avra diffi-colt a a costruire. Ma per coloro che vogliono

evitare di perdere del tempo e non badano a

spend ere qualcosa di pill, abbiamo preparato

la variante, nel circuito di alta frequenza, che

contempla l'impiego del condensatore varia-

bile.

Di questa ricevitore il nostro Servizio For-

niture ha gUI. pronte le scatole di montaggio

per quei lettori che ne faranno tempestlva

richiesta: e nella scatola di montaggio sono

contenuti tutti gli elementi necessari alla co-

struzione del ricevitore, fatta eccezione per il

rnobiletto-custodia che ognuno potra realiz-

zare in legno compensato.

Lo schema elettrico

Lo schema elettrico del ricevitore e quello

rappresentato in fig. 1. La linea tratteggiata

separa il circuito di alta frequenza da quelli

di bassa frequenza, e pub essere realizzato,

indifferentemente, nelle due versioni proposte

in fig. 1: la versione che com pone 10 schema

e relativa all'induttore variabile; quella sotto-

stante fa impiego del con dens at ore variabile.

II circuito di sintonia, come in tutti iclas-sici ricevitori, e costituito da una bobina (Ll)

e da un condensatore (C2).

Contrariamente alIa norma, pero, nel nostro

caso, per la ricerca delle ernittenti, non si fa

variare la capacita del condensatore C2, che

e 'un condensatore a pasticca, di tipo fisso, ma

si fa variare l'induttanza della bob ina Ll che,nel circuito, funge da induttore variabile. A

quei dilettanti che sono ancora aIle prime ar-

mi in materia di radiotecnica diciamo che e

la stessa cosa, agli effetti della ricerca delle

ernittenti, far variare l'induttanza della bob ina

anziche la capacita del condensatore ad essa

colIega to in parallelo. Per far variare l'indut-

tanza della bobina di sintonia Ll si ricorre

ad una piccola costruzione rneccanica la qua-

le, facendo capo ad un perno di comando, per-

metta di far scorrere, internamente alia bo-bina stessa, un piccolo nucleo ferroxcube, di

cui pili avanti daremo le dimensioni.

Il compensatore Cl, collegato in serie all'an-

tenna, serve a conferire al circuito di sintonia

il grade pia elevate possibile di selettivita e,

in pari tempo, ad accordare l'antenna riceventecan il circuito di sintdnia stesso. Di esso par-

leremo in sede di messa a punto del ricevitore.

Seguiarno, per ora, il percorso dei segnali

radio captati dall'antenna, lungo I'intero cir-

cuito del ricevitore, a partire dalla sua entrata

(presa d'antenna ) fino alia sua uscita (alto-

parlante).

I segnali radio, captati dall'antenna, vengono

selezionati nel circuito di sintonia per cui, a

seconda della posizione del nueleo ferroxcube,

all'ingresso del diode al germanio (OG) risulta

presente il solo segnale radio suI quale il'ri-

cevitore viene sintonizzato.

Attraverso ildiodo al germanio (OG) avvie-

ne il processo di rivelazione, vale a dire che

isegnali radio ad alta frequenza vengono tra-

sformati in segnali, radio di bassa frequenza.

Pertanto alia base (b) del transistore TRI epresente un solo segnale radio di bassa fre-

quenza, pronto per essere sottoposto ad un

primo processo di amplificazione.

II segnale amplificato e dunque presente suI

collettore (c) di TRI e da esso viene prelevato

per essere inviato alIa base (b) del secondo

.transistore amplificatore di bassa frequenza

TR2.Tra ilcollettore (c) di TR 1 e la base (b) di

TR2 vi e un collegamento diretto. Come si sa,

il collegarnento tra I'uscita di uno stadio am-

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plificatore e l'entrata di quello successive ri-chiederebbe l'impiego di taluni componenti ra-

dioelettrici ai quali, per motivi di economiae di semplicita, abbiamo voluto di proposito,

rinunciare. Ci6 e possibile per il fatto chel'impedenza di uscita dl collettore di TRI e

pressocche uguale a quella di entrata di basedi TR2.II transistore TR2 costituisce da solo 10 sta-

dio amplificatore finale del ricevitore. Da essoisegnali amplificati vengono normalmente pre-levati dal eollettore (e) e sono sufficientementeamplifieati per essere in grado di pilotare l'al-

toparlante.

L'alimentazione del cireuito e ottenuta permezzo di una pila da 4,5 volt. La resistenza Rfornisce contemporanearnente la tensione di

collettore di TRI e quella di base di TR2. IIvalore da noi propos to di 50000 ohm pub essere

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Fig. 2 • Schema pratico del recivitore.

variato a seconda dei casi e delle necessita: unvalore basso da una potenza di uscita mag-giore, rna introduce una certa dose di distor-sione nella riproduzione delle voci e dei suoni;un valore elevato riduce la potenza di uscitarna consente una riproduzione piu fedele. IIlettore potra scegliere il valore piu adatto di

R fra i 30 e i 100.000ohm.

Costruzione della bobina

IIprimo elemento da costruire sara la bo-bina di sintonia Ll. Successivamente si do-vra costruire il semplice complesso meccanicoche costituisce l'induttore variabile. Costruiti

questi due dementi, si potra senz'altro inizia-re ilcablaggio del ricevitore che, in pratica,si ridure aIle poche connessioni del diodo algermanio DG, del due transistori TRI e TR2,del trasformatore d'uscita, dell'altoparlante,della pila e dell'interruttore S, Occorrera poiuna semplice messa a punto del ricevitore perpoter coneludere l'opera di montaggio.Ma passiamo senz'altro alla costruzione del-

la bobina Ll. Questa si ottiene avvolgendo 75sprie compatte di filo di rame smaltato del dia-metro di 0,20mm su un tubetto di materialeisolante (cartone bachelizzato), del diametro

di 1 ern. II disegno di fig. 3 rappresenta ilcom-plesso meccanico dell'induttore varia bile e inesso si vede la disposizione della bobina Llentro la quale scorre ilnueleo ferroxcube.

Costruzione dell'Induttere

La costruzione dell'induttore e quella dellabobina Ll vengono fatte contemporanearnente,secondo ildisegno di fig. 3. II nueleo ferroxcu-be e un cilindretto del diametro di 8 rnrn, rita-gliato da un nueleo completo nella misura di

2 em di lunghezza. In commercio il nueleoferroxcube viene venduto nella misura stan-dard di 140mm di lunghezza, per cui basterasoltanto far uso di un seghetto per ricavare

da un intero nueleo il pezzettino necessario,lungo soltanto 2 cm. Una volta preparato innueleo occorrera assicurarsi, prima di effet-tuare l'avvolgimento -aella bobina Ll, che que-

sto scorra liberamente dentro il tubetto dicartone bachelizzato che funge da supportoper la bobina stessa.II nueleo viene trascinato con mota longi-

tudinale, internamente al tubetto isolante, daun sistema meccanico formato mediante duerotelline, una cordicella di nailon e una molla.La cordicella di nailon scorre nei solchi rica-vati lungo le circonferenze esterne delle duerotelline che vengono fissate al telaietto di le-gno, su cui risulta montato l'intero ricevltore,mediante due perni. Uno di questi perni equello di comando e sporge sul pannello fron-

tale del ricevitore. Azionando questo perno dicomando si provoca ilmovimento rotatoriodelle due rotelline e 10 scorrimento del nueleoferroxcube nell'interno del tubetto isolante.

251

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NUCU :O

F E : R R O X C U B E : 0,8

Fig. 3 - II disegnQ di figura reppresente le meeeaniee complete dfli

eemnnde cli sintoni« del ricevitore. A cleslra e reppresentcte i] sistema

c li legamento del cilindretto e li ferroxcube mediante filo di nallen.

La rnolla d'acciaio, che tiene unite le dueestrernita del filo di nailon, assicura una per-fetta aderenza del filo stesso suIle due rotellinee, quindi, ilcontinuo funzionamento del com-pIesso meccanico.Per fissare ilnueleo al filo di nailon si opera

cosi: con un seghetto per ferro, in posizionediametralmente opposta rispetto al nucleo, siricavano due solehi longitudinali; lungo questidue solehi si avvolge e si lega, annodandolo aduna estremita, un pezzetto di filo di nailon;successivamente sulle due estrernita del nu-cleo, sul filo di nailon ad esso avvolto, si le-

gano le estrernita del filo di nailon che costi-tuisce la cordicella vera e propria di scorri-mento dell'insieme.II tubetto isolante viene fissato al telaietto

di legno mediante collante cellulosico 0 vinavil.Per mezzo di questo sistema meccanico e, in

ticolare,' azionando il perno di comando suiquale e calettata una delle due rotelline, siriesce a sintonizzare il ricevitore sulla emit-tente desiderata. Ouanto il nueleo si trovacompletamente immerso nel tratto di tubetto

in cui e avvolta la bobina Ll, si ha la massimainduttanza, vale a dire che ilcircuito di sin-tonia si trova sintonizzato sulle frequenze piubasse della gamma delle onde medie; vice-

versa, quando ilnueleo si trova in posizionecompletamente esterna al tratto di tubetto incui e avvolta la bobina L1 ilcircuito di sin-

tenia e in grado di ricevere Ie frequenzepiu aIte della gamma delle onde medie. Facen-do riferimento ad un circuito di sintonia do-tato di condensatore variabile, possiamo .rias·sumere il concetto cosi: il nucleo completa-

2 5 2

P E R N O

mente fuori corrisponde al condensatore varia-bile completamente aperto; al nueleo introdot-

to del tutto corrisponde ilcondensatore va-riabile completamente chiuso.

2" versione del circuito di sintonia

La seconda versione del circuito di sintonia,disegnata immediatamente sotto 10 schemaelettrico di fig. 1, si realizza molto piu facil-

mente e rapidamente della prima versione. Labobina L1 si ottiene avvolgendo sopra un nu-

eleo ferroxcube di normali dimensioni 8X 140

mm 50 spire di filo di rame del diametro di 0,3

mrn, ricoperto in cotone.II condensatore variabile C2 ha la capacita

di 250 pF.In questa seconda versione manca il com-

pensatore, che viene sostituito con un conden-satore ceramico fisso del valore di 10 pF. L'irn-piego del compensatore non e piu necessarioin questa seconda versione perche la seletti-vita del circuito viene assicurata dal conden-satore variabile stesso.

CablaggioLa realizzazione pratica del ricevitore e rap-

presentata in fig. 2. Tutti i componenti risul-tano montati su una piccola tavoletta di legnoo di altro materiale isolante. II montaggio vainiziato applicando alia tavoletta il complessorneccanico che costituisce l'induttore variabile.

Successivamente si applicano l'altoparlante,l'interruttore a leva S e la pila di alimentazione.Le operazioni che richiedono un intervento diordine meccanico continuano poi con l'appli-cazione del trasformatore d'uscita T della mor-

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settiera, del cornpensatore Cl e delle boccole

che costituiscono le prese di antenna e di terra.

II cablaggio va iniziato con la saldatura dei

terminali dei due transistori TR1 e TR2 ai

capi-corda della morsettiera. Poi si applicano

ilcondensatore a pasticca C2, ildiodo 00, laresistenza R, ecc., seguendo attentamente fa

nostra disposizione effettuata nella schemapratico di fig. 2, .

Si notera in questo schema die i termi-

nali dei due transistori sono molto lunghi: ciosignifica che, come suggerisce la moderna tee-

nica sui transsitori, non bisogna accorciare i

lora terrninali, allo scopo di evitare che il

calore del saldatore possa raggiungere in gran-

de quantita il transistore e danneggiarlo.

Per ilriconoscimento dei terminali dei tran-

sistori illettore fara riferimento aIle figg. 4 e 5in cui sono chiaramente evidenziati i tre terrni-nali corrispondenti al collett ore, alIa base e

all'emittore, e il lora ordine di successione.

II terminale di emittore si trova da quella par-

te in cui, sull'involucro del transistore stesso,

e ricavata una linguetta.

Messa a punto e collaudo

Sono poche ler operazioni di messa a punta

necessarie per il funzionamento corretto di

questo ricevitore. Prima di procedere in tal

senso, peraltro, e di « accendere » ilricevitore,

occorrera accertarsi, seguendo attentamente i

due schemi elettrico e pratico, di non avere

commesso errori. Naturalmente, prima di ac-cendere ilricevitore, si provvedera a collegare

antenna e terra. ..

Petra capitare di ricevere l'emittente locale

con ilnueleo tutto inserito; in questo cas ... si

interverra sul condensatore C2 sostituendolo

con altro di valore pill piccolo; viceversa, se

l'emittente locale viene ricevuta con ilnueleo

completamente fuori, si provvedera ad aumen-

tare ilvalore di C2. Mediante ilcompensatore

C1, poi, azionandone il perno di comando,si otterra l'accordo di antenna in quel punto

in cui la ricezione risulta pill chiara e pill

forte.

Ovviamente, ogni volta che si dovesse cam-

biare il tipo di antenna, si interverra sempre

suI compensatore C1 per ottenere ilnuovo ac-

corda d'antenna. -,

Per il valore R abbiamo gia detto. II lettorescegliera, a pia cere, fra i 30 e i 100.000 ohm

que I valore di resistenza che consente l'ascolto

preferito. La lunghezza dell' antenna deve es-

sere in rapporto alIa distanza delle emittenti

locali. Se le emittenti sono vicine possono ba-

stare alcuni metri di filo, mentre per emittenti

molto lontane bisogna ricorrere ad una anten-

na di una certa efficienza. Realizzando ilrice-

vitore nella sua seconda versione, cioe con

l'antenna ferroxcube, per Ie emittenti vicine si

potra fare a meno dell'uso dell'antenna esterna.

Facendo uso di antenna esterna, non convie-

ne collegare sub ito la sua discesa alIa relativa

boccola di entrata del ricevitore, rna e bene

provare a far scorrere ilconduttore di discesa

d'antenna in prossimita della bobina LI, paral-

lela mente ad essa. Con tale sistema si aumen-ta la selettivita del ricevitore che, in partico-

lari casi, diminuirebbe collegando direttarnen-

te l'antenna alIa rispettiva presa del ricevitore.

II collegamento alla boccola d'antenna va

fatto sempre, quando la distanza delle emit-

tenti e notevole.

In certi casi, particolarmente quando Ie

emittenti sono molto vicine, si pub eliminare

anche la presa di terra.

Null'altro e richiesto per la messa a punto

del ricevitore che dovra cos! funzionare otti-

mamente con una buona selettivita e con unasensibilita il cui grado dipende dalla qualita

e dall'efficienza dell'antenna di cui si fa uso.

TABELLA DELLE TENSIONI

Transi-

store

0,2 V.

4 V.

Base (b) 1mit-tore (e)

Colletto-

re (c)

0,2 V. ' 1o V:

TR 1TR2

o V.

o V.

L'assorbimento tot ale e di 2 rnA circa.

Ivalori delle tensioni riportati nella tabella

sono stati rilevati con un voltmetro della sen-

sibilita di 5000 ohm/V.

253

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N O

254

O N S U M A TI

pregio indiscusso del ricevitore a transi-

storl, di tipo tascabile, e quello di funzio-

nare dovunque, consentendo una buona ri-

cezione in quelle zone che sono sprovviste di

corrente elettrica.

Tuttavia tale pregio, che e una vera e grande

cornodita, non sempre e compensato dal costa

delle pile.

Molti ricevitori a transistori, purtroppo, so-

no dei «mangiapile »; e 10 sono ancor di piu

quando l'apparecchio vien fatto funzionare in

casa, dove c'e la rete-Iuce. E tale considera-zione ha maggior motivo di essere quando

l'apparecchio radio e del tipo ad elevata po-

tenza: una potenza aggirantesi intorno ai 0,5

watt d'uscita,

Molti sono i lettori che, durante gli scorsi

mesi, quando il ricevitore tascabile e destinatoa funzionare in casa, ci hanno richiesto 10schema di un alimentatore particolarmente

adatto per tutti gli apparecchi radio di tipo

tascabile. II progetto e stato ora approntato

e felice mente collaudato dai nostri tecnici. Lo

pubblichiamo nell'intento di far cosa gradita

a tutte quelle migliaia di lettori che ci hannosollecitati a pubblicare un tale progetto.

Lo schema elettrico

Lo schema elettrico dell'alimentatore per

ricevitore a transistori e rappresentato in fi -gura 1. Tale schema e state appositamente

concepito per trasformare la tensione alter-

nata di 220 volt in quella continua di 6 volt.

Di tale progetto descriveremo ora il funziona-

mento, insegnandone poi la realizzazione pra-

tica. Tuttavia, ben sapendo come Ia tensionedella rete-Iuce abbia, in molti casi, valori in-

feriori ai 220 volt, spiegheremo pure le va-

rianti elettriche da apportare al circuito per

il suo preciso adattamento a quelle tensioni

elettriche comprese fra i 120 e i 220 volt. Ab-

biamo altresi tenuto canto che i . ito..........._·--ltransistori possed~tlt, }"~rn.gono alimeQ~¥";;tS8if nsioni continue che

han!1~'%~' diversi da quello previsto nel---~'bprogetto, che e di 6 volt. Anche in questi

casi daremo Ie necessarie spiegazioni per ot-

tenere tensioni d'uscita di valore diverso.Cominciamo intanto con l'interpretare 10

schema elettrico di fig. I, concepito per una

tensione alternata d'entrata di 220 volt e per

una tensione d'uscita, continua, di 6 volt.

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E P I L EImmediatamente dopo la presa di entrata,

risulta inserito un interruttore (S0, che per-

mette di chiudere ed aprire a piacere, secondo

Ie necessita, l'intero circuito. Dopo l'interrut-

tore S I, e presente un condensatore, che puo

essere del tipo a carta 0 in olio, che si com-

porta come una resistenza di valore pari alIa

reattanza del condensatore stesso (C 1).

Considerando il caso particolare che la tre-quenza della rete-luce sia di SOHz (Ia frequen-

za e oggi unificata in tutto ilterritorio nazio-

nale ed ha appunto ilvalore di SOHz), la ben

nota formula viene cost semplificata: 3200 : C ,dove C e la capacita, espressa in microfarad,

del condensatore; se ilcondensatore, dunque,

ha la capacita di 1 mF, si comporta come

una resistenza del valore di 3200 ohm; se Iacapacita del condensatore fosse di mF, tale

resistenza verrebbe ridotta a 1600 ohm.

Ma lasciamo da parte ogni altra considera-

zione di natura puramente teorica e proseguia-

mo con l'esame del nostro circuito elettrico.

Dopo il condensatore CI risulta inserita lalampadina LPI la quale fungendo da Iarnpa-da-spia, serve come fusibile e protegge I'ali-

mentatore e ilricevitore radio da un eventuale

corto circuito del condensatore C1. 11voltaggiodi tale lampadina non ha alcuna importanza

agli effetti pratici; e necessario, invece, che la

corrente, per la quale la lampadina e stata

costruita, abbia valori concreti fra 0,3 e 4,5

ampere.

La resistenza Rl ha i1 compito di regolare

la tensione d'uscita dell'alirnentatore. 11vaJoreda noi indica to, per una uscita di 6 volt, e di

140 ohm. Per tensioni d'uscita superiori oc-

correra aumentare sensibiImente e sperimen-

talmente ilvalore di tale resistenza che dip en-de anche dall'assorbimento di corrente del ri-

cevitore radio, tenendo presente che ilvalore

esatto della tensione presente all'uscita del-

]'alimentatore va letto sotto carico, cioe can

il ricevitore connesso all'alimentatore. Se il

adio e spento, oppure non e con-_·",._._ro can l'alimentatore, la tensione letta al-

l'u a~l1~tera superiore.

La ten ion presente sui terminali della re-sistenza Rl e raddrizzata dall'elernento a

ponte RSI. Tale lemeQ,to ecostitu.ito da un

raddrizzatore a ponte Ii i Siemens, 30 volt-0,2 ampere (G30 C200). S ivamente, la

tensione elettrica, raddrizzata SI, viene

livelJata dalla cellula a « p greca »,stituita

• •

J

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Fig. 1 - Schema elettrlco dell'alimen-

tatore per rlcevltore a translstorl.

R2

f~220 V. q,.

+

R '2

+1: 3 C4

COMPONENT.

+s v .3

12 :::;;100 ohm • 1/2 watt

13 :::;;630 ohm • 1/2 watt •

: ; = :"::v;; . I : : a m ~ (2-4

YOIt ,

lSI = ,...1aaton • ,..... SIEMENS 30

volt • 0,2 ........,. tuq 000)

Cl = 1 mF • 500 yolt

C2 = 10000 pFC3 = 5QO mP • 55· voltCo l 500 mF • 55' voltRl = 140 ohm • 2 watt

256

~220 V.

Fig. 2 - Schema pra-

tico dell'alimentatore.

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dai due condensatori elettrolitici C3 e C4 edalla resistenza R2.La resistenza di carico R3 del complesso pub

essere omessa, qualora si desideri una tensio-ne maggiore all'uscita dell'alimentatore. Unatensione di uscita maggiore si pub anche otte-nere, come e stato gia detto, aumentando il

valore della resistenza Rl.

Entrata 220 volt, uscita 9 volt

Lo schema elettrico di fig I, come si e avuto

modo di accennare, e concepito per una ten-

sione di entrata a 220 volt alternati e per una

tensione di uscita continua di 6 volt.

Tutti quei lettori che sono in possesso diricevitori a transistori alimentati con pile

da 9 volt, occorre intervengano sperimental-

mente suI valore della resistenza Rl. Quella

da noi prevista per la tensione di uscita di6 volt ha il valore di 140 ohm ed una potenza

di 2 watt. Per la tensione d'uscita di 9 volt, itvalore di Rl dovra essere determinato speri-mentalmente, sostituendo Rl con altre resi-

stenze di valore compreso fra i 180 e i200 ohm(ovviamente tale valore dipende pure dall'as-

sorbimento del ricevitore).

Tensioni di entrata inferiori ai 220 volt

Se la tensione deUa rete-luce ha un valore

diverso (inferiore) da quello da noi previstodi 220 volt, occorrera intervenire sperirnental-mente sul valore del condensatore Cl. Per ten-

sioni comprese fra i 110 e i120 volt bisognera

aumentare proporzionalmente la capacita diC1 portandola a 2 mF; per tensioni elettriche

della rete-Iuce comprese fra i 140 e i 160 volt,

la capacita del condensatore Cl dovra aggi-

rarsi intorno ad 1,5 mF.

RealizzQzione pratica

La realizzazione pratica deU'alimentatore erappresentata in fig. 2. Tutti i componenti ri-sultano sistemati internamente ad una casset-

tina di legno a di altro materiale isolante. Sui

pannello anteriore del mobiletto sono presentiIe due boccole per la tensione di uscita, con-trassegnate con isegni + e -. Sono presenti,:l11(,'>1-a, l'intcrrurtorc :1 leva Sl e la larnpada-

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zione mediante cartollna postale. Pa-gamento in contrassegno.

spia LPL Sulla parte posteriore del mobiletto

epresente la presa per la tensione di entrata.

II lettore potra -sostituire tale presa con un

cordone di alimentazione uscente attraversoun passantino dl gomma.Per la realizzazione del cablaggio non sussi-

stono partlcolari esigenze tecniche. II lettorepotra variare a piacere Ia disposizione della

schema partieo da noi presentato, senza timoredi incorrere nell'insuccesso.

E' raccomandabile di staccare sempre la spi-na dalla presa luce ogni volta che si vuole

spegnere il ricevitore.Rieordiamo che i condensatori conservano

Ia carica per lungo tempo, anche dopo che laspina e stata tolta dalla presa-luce: cio signifi-ca che bisogna evitare di toccare ilcircuitose non si vogliono prendere scosse elettriche,Sarebbe bene provvedere il mobiletto di al-

cuni fori di aereazione, in modo da garantire

al raddrizzatore un funzionamento continuato,,:11/:1 alcun ri-cnldamento dei componenti.

ESEGUO CIRCUITI STAMPATI E TE-

LAI METALLICI. FONTANAGIUSEPl'E'Via Boschls, IS VENARIA (Torino). "

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1964_04

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a uattro transistori, circuito a reazione,

ricezione in altoparlante: ecco gli ele-

menti fondamentali da cui hanno preso

le mosse la concezione e la progcttazione del

ricevitore «TETRA », Ve n'e un altro ancora,tuttavia, di non trascurabilc importanza: il

suo costa relativamente basso ed accessibile

a tutte Ie borse.

Sono prerogative qucste che, se messe as-

sierne alia grande sensibilita calla discreta

potenza del ricevitore, fanno del «TETRA »,

un vero, piccolo gioiello.

Un altro concetto cui ci siamo ispirati nel

progettare questo ricevitore e stato quello di

dare al lettore l'opportunita di costruire un

apparecchio radio, a sopramrnobile, adatto

come ricevitore di casa, da conservare e farfunzionare nel soggiorno, nella sala da pranzo,

o in quel locale della propria. abitazione in

cui si e soliti trascorrere uniti la maggior par-

te della giornata,

2,58

R I C E V I T O R EI N A L T O P A R L A N T E

De! «TETRA" ci limiteremo a presentare

10 schema teorico e quello pratico, a descri-

verne ilfunzionamento e ilmontaggio, lascian-

do arnpia facolta di scelta, al lettore, per que!

che riguarda la veste esteriorc dcll'apparecchioe doe ilmobiletto-custodia. Del resto esiste og-gi in commercio tutta una serie di mobili di

grandezze diverse e di diversi colori, tali da

lasciare al Iettore il solo imbarazzo della scel-

tao Ouindi, volendo, con un po' di interessa-

menlo e di entusiasrno, si potra raggiungere

anehe il risultato dell'eleganza che, per i pro-

rani, costituisce un fat tore talmente impor-

tante da far pensare-ad un funzionamento mi-gliore di quello che e in realta.

Ma il ricevitore «TETRA», volendolo, po-

tra anche essere costruito e montato in unmobile! to di piccole dimensioni, in modo da

presentarsi come un normale ricevitore por-

del condensatore variabile, rispetto a quelle

fisse, nel circuito di sintonia e presente un

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tatile, adatto a funzionare incasa e fuori. Le

piccole dimensioni, come si sa, implicano una

spes a sensibilmentc maggiore, perche icom-

ponenti radio in miniatura costano di pili,

anche se Ie loro funzioni tecniche e il loro

rendimento sono identici a quelli di dirnen-

sioni normali.

In ogni caso, qualunque sia l'indirizzo pre-so dal Iettore nella realizzazione pratica del

«TETRA» (dirnensioni grandi 0 piccole), sia-

mo certi che, a Iavoro ultimato, ognuno si

trovera in posses so di un apparecchio radio

economico e di ottime qualita tecniche.

Circuito elettrico

II circuito di sintonia del ricevitore e co-

stituito dall'intero tratto A-C della bobina Ll,

avvolto su nueleo ferroxcube, e dal conden-

satore variabile Ct. I segnali radio vengono

selezionati in tale circuito e cio significa che,

a seconda della posizione delle lamine mob iii,

solo segnale radio, quello Ia cui frequenza epari alIa frequenza di risonanza del circuito

stesso. II segnale radio selezionato dal circui-

to di sintonia viene prelevato dalla presa in-

termedia B della bobina L1 ed applicato, tra-

mite ilcondensatore C2, alIa base (b) del pri-

mo transistore TRI.

La polarizzazione di base del transistore TRl

e ottenuta per mezzo della resistenza Rl. In

tale transistore i segnali a radiofrequenza su-

biscono un primo processo di amplificazione;

essi vengono prelevati dal collettore (c) ed

inviati alla bobina di reazione L2. I segnali a

radiofrequenza amplificati non possono pren-

dere la via di J'l , poiche questa e un'impedenzadi alta frequenza, che si lascia attraversare

soltanto dalle correnti di bassa frequenza,

cioe dai segnali radio rivelati.

Dalla bobina di reazione L2 (terminali D-E),

isegnali radio di alta frequenza, amplificati,

passano, per induzione, nella bob ina e li sin to.

nia L1 e riprendono il cicio di amplificazione

iniziale. Questo cielo, costituito da una sue-cessione continua di processi di amplificazio-

ne, si prolunga, teoricamente, un'infinita di

volte: in pratica, pero, ilcicio di amplificazio-

ne A.F. viene limitato dal potenziometro R2,

che costituisce ilcontrollo manuale della rea-

zione.

Abbiamo esaminato, finora, il processo di

amplificazione dei segnali a radiofrequenza

regolato dal transistore TRl; rna a tale tran.

sis tore e affidato un secondo compito: quello

di rivelare i segnali radio di alta frequenza.

SuI collettore (c) sono presenti, dunque, ise-gnali di alta frequenza amplificati e quelli ri-

velati di bassa frequenza, conternporanea-

mente.

lIZolJilal

~ ' L I T O G R A P H K 3 1 "DEUTSCH E· PAT E N T

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ancora per poco tempo

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EINFHUR DRUCK

GESSELLSCHAFTCas. Post. N. 19 LATINA

Riceverete il pocco COn II rtstomnotore entre 3 giorni.

I segnali rivelati di bassa frequenza attra-

versano l'impedenza Jl e vanno a raggiunge-

re il primo stadio di amplifieazione di bassa

frequenza del ricevitore pilotato dal transisto-re TR2.

II condensatore C3 ha ilcompito di mettere

in fuga, a rnassa, quella parte di alta frequen-

za aneora presente nei segnali rivelati.

II eondensatore CS costituisce ilcondensa-

tore di aceoppiamento eon 10 stadio amplifi-

catore B.F. La resistenza R3 rappresenta la

normale resistenza di polarizzazione di base

di TR2.

Fra il transistore TR2 e il transistore TR3 vi

e ' un aeeoppiamento diretto fra l'ernittore del

primo e la base del secondo.Tale accoppiamento e reso possibile per il

f'atto che l'impedenza d'uscita di emittore di

TR2e quella di entrata di base di TR3 sono

pressoche identiche. Anche i due transistori

sono della stesso tipo.

I segnali di bassa frequenza amplifieati da

TR3 sono presenti suI suo eollettore; essi ven-gono applicati, tramite il condensatore elettro.

litico C6, alla base (b) del transistore arnpli-

ficatore finale TR4. SuI collettore di TR4 sono

presenti i segnali radio di bassa frequenza

sufficientemente amplificati per essere in gra-do di pilotare un altoparlante.

L'alimentazione dell'intero circuito e ottenu-

ta mediante pila da 9 V. Per TRI possono es-

259

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sere indifferentemente impiegati i transistori

di tipo OC44 e OC45; per TRl e TR3 occorre

impiegare un transistore di tipo EGI09; iI

transistore amplificatore finale di potenza TR4

e di tipo ocn.

Costruzione della bobina11 lettore potra utilmente impiegare, per

questo ricevitore, la bobina di tipo Corbetta

CS4, nella Quale risulta gia composto l'av-

volgirnento, su nueleo ferroxcube di tipo ton-

do, della bobina L1 compreso nel tratto A-C; in

tale bob ina di tipo commerciale risulta gia

ricavata la presa intermedia B. Per completa-

re il lavoro, il Jettore dovra costruire I'av-

volgimento L2, che costituisce la bobina di

reazione. Tale bobina si ottiene avvolgendo

su un cilindretto di cartone 7 spire di filo di

rame smaltato del diametro di 0,2 mm. Nonsi dovra avvolgere la bobina di reazione di-

rettamente su nueleo ferroxcube, perche in

sede di messa a pun to del ricevitore e ne-

cessario spostare lungo 'il nucleo stesso tale

avvolgimento, per fissarlo poi definitivamente

in una precisa posizione determinata in via

sperirnentale.

COMPONENT.

CONDENSATORI:

Cl 350 . 500 pF (variabile)

C2 = 2000 pF

C3 = 5000 pF

C4 10 mF (elettrolitico)

C5 100000 pF

C6 10 mF (elettrolitico)

C7 25 mF (elettrolitico)

CS 50 mF (elettrolitico)

RESISTENZE:

Rl 1 megaohm

R2 = 5000 ohm (potenziometro)R3 = 0,5 megaohm

R4 2200 ohm

R5 1000 ohm

R6 2000 . 5000 ohm

RS = 50 ohmTRANSISTORI:

TR 1 = OC44 - OC45

TR2 = 2Gl09

alLi;;; ~~·~4·1

VARIE:

T1

Pila

Jl

L l

trasform. d'U5cita 3000 ohm - 1 W9 Vimpedenza A.F. (G.B.C. 0/49S.3)

vedi testo

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Un'aItra raccomandazione che vogliarno ri-volgere al lettore equella di stare bene atten-to a nOD confondersi con iterminali dei tran-sistori, Per i transistori TRl e TR4, iltermi-nale di collettere (c) e queUo situate in . queUaparte in cui l'involucro del transistore stessoecontrassegnato con un puntino colorate. so-litamente, in rosso. II terminate di base (b)

e situate alcentro: quello di emittore (e) sitrova dalla parte opposta a quella in cui vi eilpuntino colorate. '

I transistori TR2 e TR3, di tipo identico,

hanno Ia stessa distribuzione dei terminalisullo zoccolo: il terrninale di emittore (e) esituate da quella parte in cui sull'iavolucrodel transistore e ricavata una. piccola tacca:quello di base (b) si trova ·al centro e quello

del collettore (c) e posto all'altra estrernita,

Ricordiamo che, contrariamente a quanta e

R I ' " stato disegnato nel nostro schema pratico dtea IzzaZlone pratlca fig. 2, sara bene non accorciare i terminali

Lo schema pratico del ricevitore «TETRA" dei transistorfIn modo che ilcalore del sal-e rappresentato jn fig. 2. Come si vede, tutti datore non possa raggiungere il transistoreicomponenti di minor ingombro sono applies- stesse che potrebbe rimanere danneggiato.ti su una basetta di bachelite, dotata di ter- Per il trasformatore d'uscita (T) abbiamominali lunge iIati maggiori. consigliato, nell'elenco componenti, un tra-Nel nostro disegno abbiamo preferito rap-' sformatore d. i tipo normale da 3000 ohm -1 W;

presentare alcuni cornponenti fuor:i dal telaio Il Jettore, tuttavia, potra utilmerrte impiegare

vero e proprio del ricevitore. E db e stato un trasforrnatore per stadio finale di arnpli-fatto per facilitare l'opera di montaggio del ficatore a transistori, di tipo Push-Pull, lascian-cornplesso in un mobiletto-custodia. do libera Ia pres a centrale delI'avvolgimento

Il condensatore variabile Cl e Il potenzierne- primario,tro R2,infatti, verranno applicati direttarnen-

te suI pannello frentale del mobiletto, costi-tuendo idue comandl del ricevitore stesso.L'altoparlante verra applicate anch'esso suipannello frontale del mobile, in corrisponden-za dell'apposita apertura riservata ad esso.

Ilnucleo ferroxcube potra essere applicato,mediante nastro adesivo, sulla parete internasuperiore del mobile 0 su quelle che compon-gono .i fianchi. La pila di alimentazione verraconservata sui fondo del mobiletto, in posi-

zione facilmente accessibile ogni volta che cisara bisogno di sostituirla.

Non vi sono particolarl ,critici degni di no-

tache Interessino fl cahlaggio di questo ricevi-tore. Bastera che il lettore tenga canto dellenorrnali precauzioni tecniche per essere- si-curo eli ottenere ilsuccesso. Cib significa chenon ci si dovra sbagliare nel collegare 1a pila,tenendo conto delle sue diverse po]arita. Talemedesima precauzione va presa per I'inseri-mente dei 4 condensatori elettrolitici che fanno

parte delle schema; ieondensatori elettroli-

tid, come si sa, sono dotati di polarita posi-tiva e negativa e quindi devono essere colle-gati in un unico verso, queJlo esattamente in-dicato nello schema pratico di fig. 2.

Chi volesse autocostruirsi interarnente le

due bobine Ll ed 12, dovra prosurarsi un nu-

cleo ferroscube, di tipo tondo, del diametro(t l 8 mm. e della Iunghezza di 140'mrn, Il filo dautilizzare per Ja bobina Ll dovra essere ill

rame ricoperto in cotone, oppure di tipo Lltz,del diametro di 0,3 rom. Le spire necessarieper comporre l'avvolgirnento di Ll sono com-plessivamenre 5S (tratto A-C); la presa inter-

media (B) e ricavata alla quinta spira.Raccomandiamo a quei lettori die preferi-

ranno autocostruirsi completamente le bebineL1 ed L2. di non far uso di fascette metallicheper l'arresto dei tesminali, perche cosr facen-do si Imrodurrebbero delJe spire in cortocir-cuito. La tecnica corretta suggerisce di faruso di nastro adesivo per ilfissaggio dei fiUterminali degli avvolgirn.enti.

2 6 2

Messa a punto

La messaa punto del ricevitore va fattadopo aver controllato punto per punto l'inte-

rocablaggio. Soltanto quando ci si sara ac-certati della precisione e della esattezza deicollegarnenti, si potra accendere ilricevitore.

Pub darsi che il ricevitore non funzioni e ilmancato funzionamento, se tutto e stato fattoa regola d'arte, va attribuito alia mancanza

della reazione: in tale caso occorrera invertire

icollegamenti sui terminalr E-D deUa bobinadi reazione L2. Il caraeteristicoBschio dellareazione si dovra sentire con ilpotenziometroR2 cornpletamente aperto. Per elirninare l'in-neseo bastera agire suI perno di R2. riducen-do la resistenza inserita in misura sufficientead ottenere un ascolto nitido e discretamentepotente delle emittenti radio.

Un aItro movimento che determina Ia man-canza di reazione va attrlbuito alia inesattaposizione dell'avvolgimento L2 rispetto all'av-volgimento Ll. n Iettere dovra, quindi, deter-

minare sperimentalmente, mediante piccolispostamenti della bobina L2 lungo ilnucleoferroxcube, quella posizione in cui si ottieneIl rniglior funzionamento del ricevitore,

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1964_04

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P I C C O L E P O M P EP E R I L L A . 8 0 R A T O R I O

I

ostri Iettori hanno tutti un hobby, per Iaradio, per 121meccanica, per 121rnissilistica,

per la chimica ° per altra materia. E. qua-lunque sia l'hobby preferito, ogni lettore ha incasa un piccolo laboratorio con tutta I'attrez-zatura necessaria. Ma gli attrezzi non sana maiotroppi e assai spesso si risente, durante l'ese-cuzione degli esperimenti 0dei piccoli e gran-di rnontaggi, della mancanza di un particolareutensile 0 di uno speciale strumento.Arricchire sempre piu ilproprio Iaboratorio,

dunque, e cosa intelligente e utile.Vogliamo proporre, in queste pagine, parti-

colarmente ai lettori appassionati di chimica

e di fisica, la costruzione delle piccole pompeda laboratorio, atte a far circolare 0 muoverei liquidi da un liveJlo ad un altro,

265

IInostro progetto si 'riferisce aHa costru-zione di una piccola pompa elettrica, che ognu-no potra realizzare facilmente con poca spesa,dimensionandola secondo Ie esigenze del pro-prio lavoro di Iaboratorio.

Costruzione

La figura di testa illustra la pompa, costrui-ta secondo gli schemi presentati in queste pa-gine, in una prova al Iavello dove sta pornpan-do un getto d'acqua da un contenitore alto30 centimetri circa. Una pompa di questo tipoe di tale grandezza trovera molte applicazioni

in Iaboratorio. Essa ha una capacita che pUGessere considerata buona, date le sue piccoledimensioni.

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Fig. 1 • Ecc:o un primo piano di una pompa appog.

giata IU un banco di laboratorio. Si notin~ la

semplicitCi cOltruttiva e Ie piccole dimensioni

. deWapparecchio.

Fig. 3 • La figura iIIustra un modello di pompa

di dimensioni pi" piccole di quello descritto nel

testo: serve per 10 spostamento di piccole masse

d'acqua.

Un primo piano della stessa pompa elet-

trica e visibile in figura l;essa e ripresa daun banco di lavoro e mette in evidenza tuttala sua sernplicita costruttiva. II corpo del corn-plesso e ottenuto da un tuba di plastiea deldiametro di 7 em. circa. Esso poggia su undisco di plastfca, che funge .da basamento del-

la pompa .. Internamente, a poca distanza dalla

base, vi e un altro disco di plastica che coldisco di base forma Ia camera pompante.La camera pompante ha un foro praticato

Iateralmente che costituisce l'apertura d'uscitae in cui. viene fissata una piastrina di ottonee un tubicino di ottone 0di rame.L'elica agisce internamente alla camera pom-

pante ed e applicata all'albero prolungato di

un motorino elettrico, che pub essere, ad esem-pio, quello tolto da un vecchio giradischi fuoriuso.Con la sua rapida rotazione, l'elica espelle

266

Fig. 2 - Le operazioni di trapanatura del tubo d.

plastica si effettuano appoggiando il tubo stelso

IU un blocco di legno opportunamente lagomato

e fissato al banco di lavoro .

Fig. 4 - La lastrina di ottone e 11 tubo a gomilo

costituiscono un unico blocco. La lastrina di et-

tone va fissata lui fondo del cllindro di plaslica

mediante viti e dadi.

il liquido attraverso il foro di espulsione fa-

cendolo f1uire lungo iI tubicino di rarne 0 diottone.

IIliquido da pompare arriva nella camerapompante attraverso alcuni fori praticati im-

mediatamente sopra ildisco di plastica inter-

no. Di qui ilIiquido entra nella camera pom-

pante, scendendo attraverso illargo foro cen-

trale praticato del disco interno. L'elica fara

ilresto.

Il motorino elettrico, che pub essere della

potenza di 30 watt circa, va montato all'estre-

mita superiore del cilindro di plastica, appli-

candolo mediante squadrette rnetalliche, viti

e dadi.

Questa pompa lavora, talvoIta, come Ie piligrandi pompe da pozzo, che si trovano in com-mercio per il drenaggio dell'acqua nelle can-

tine.

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Altri modelli e varianti

Per ottenere risultati migliori, it lettore po-tra tentare di usare un tuba di ottone corto,applicato aU'apertura d'uscita con una guar-nizione tubolare di gomma. Con tale sistemal'attrito causato dal gomito dovrebbe essereeliminato 0, nel peggiore dei casi, ridotto ingrande misura. La fig. 9 illustra un modellopitt piccolo, costruito sullo stesso principio eche potra risuItare utile nei casi in cui si ab-bia a che fare con le piccole capacita, come,ad esempio, per ilfluido raffreddante dei tra-pani a pressione 0di altre macchine. Questoesemplare di pompa e equipaggiato con unmotorino fonografico, montato su una piastri-na di plastica direttamente incollata sull'im-boccatura del cilindro eli plastica.

fig_ 5 - La camera pompante e ottenuta mediante

I'applicazione di un disco di plastica. E' vlsibile,

a lata, il tuba d'ulcita leggermente incllnato.

fig. 7 - L'elica ed II suo supporto vengono men-

tati contemporaneamente i cio si ottiene facendo

scivolare I'albero dentro il tubo attraverso il sue

fondo.

11 lettore potra incontrare talune difficoltanel praticare gli appositi fori necessari perl'ingresso dell'acqua e .per l'applicazione delmotore e del tubicino all'involucro di plastica.Queste operazioni vanno condotte come illu-strato in fig. 2, appoggiando ilcilindro su unbasamento di legno a superficie cilindrica. E'bene adoperare una punta da trapano specialeper plastica, perche una punta normale po-trebbe causare uno scheggiamento della pla-stica stessa od altri danni.La fig. 4 mostra l'applicazione, alla base del-

I'involucro di plastica, di un tubicino di ottoneal quale e stata saldata una piastrina, pure diottone, che viene fissata alla plastica per mez-zo di corte viti, inserite in fori filettati. II tubodeve essere montato obliquamente per com-baciare con la pendenza del foro praticato

fig. 6 • Un metodo assai pratico per ll montag·

gio del motore sui cilindro di plastlca consiste

nel fissare 1 0 stesso a tre 0 pi" squadrette metal·

IIche avvitate sull'imboccaturo del cilindro.

Fig. 8 - L'olbero di guido

efissato all'albero del

motore cpn una piccola vite passante, che 5i inse-

risce attraveno un foro praticato suI bordo del

cilindro di pla.tica.

267

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mm.70

mm..130

- - e - - - e - - e - .

- - - 0 - - - - - - - - - -r.1 rtII I I

nella plastica, in modo che i liquidi tendanoad essere espulsi natural mente durante ilpro-cesso di rotazione dell'elica,II disco di chiusura superiore deUa camera

pompante e fissato al tuba di plastica me-diante tre viti, anch'esse inserite in fori filet-tati e poste alla stessa distanza attorno altubo. 11 foro centrale, praticato in questo di-sco, permette al liquido di entrare facilmentcnella camera pompante, conferendo all'albero

del motore una completa liberta di movimento.

Connessione del metere e dell'elica

La fig..6 illustra ilprocedimento di applica-zione del motorino elettrico all'involucro diplastica della pompa, Cio si ottiene inediantepiccole squadrette di alluminio, fissate con vitie dadi, facendo bene attenzione che il rnotorerisulti. inserito perfettamente al centro.L'albero-guida, che trasmette ilmovimento

all'elica, deve essere costruito con un tondino

di ottone oppure con un tubicino dotato di .unafenditura, ad una estremita, per l'inserimentodeU'elica. L'albero deve essere dotato, all'altraestremita, di un foro che permetta ilcongiun-girnento all'albero motore con un po' di pres-

268

mm.ge

- g

.:

I mm.6 \

c h m 6 3 )@

/

sione. Adoperando un tubicino, anziche untondino, sara bene mettere un rivestimento dimetalIo in modo da farlo aderire esattamenteaU'albero motore: adoperando un tondino, S 1

provvedera a trapanare un foro nella misuraesatta.

L'elica e costituita da un pezzetto di lastrinadi ottone, curvata e saldata all'albero. E' ne-cessario che l'elica sia perfettamente centratai n modo da non creare squilibri che potrebbe-ro causare vibrazioni.

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suItati ottimi per sensibilita, selettivita e po-tenza.

SUPERETERODINAI

classico ricevitore a circuito superetero-dina, a cinque valvole, puo essere realizzatooggi con sole tre valvoIe. Cio e possibile in

virtu del progresso tecnico-costruttivo nel cam-po delle valvole elettroniche che, a differenzadi un tempo, possono svolgere molteplici fun-

zioni radioelettriche contemporaneamente.La famosa valvola raddrizzatrice, che ancora

domina iI circuito di molti apparati radio,assai spesso viene sostituita con i moderniraddrizzatori al selenio 0 al silicio, semplifi-cando cost i circuiti e riducendo la spesa dimontaggio.La stessa valvola preamplificatrice di bassa

frequenza e incorporata nella valvola arnplifi-catrice finale di potenza e cio significa, in altreparole, una valvola di meno nel circuito. E'COS! che, eliminando due valvole un tempoassolutamente necessarie, si e giunti alIa sem-plificazione del ricevitore radio a circuito su-pereterodina e al suo minor costo.In queste pagine abbiamo voluto proporre al

lettore, radiomontatore, professionista 0dilet-do serve a generare una tensione oscillan-

supereterodina ridotto. Esso e stato progettatoe realizzato nei nostri laboratori e ha dato ri-

Circuito di alta frequenzaCominciamo subito con I'esame del circuito

elettrico rappresentato in figura 1. La valvolaVI e la convertitrice, di tipo UCH 81. Essaconsiste di que parti 0, meglio, di due sezioni.Una sezione t riodo (tre elettrodi) e una se-

zione eptodo (sette elettrodi). La sezione trio-triodo serve a generare una tensione oscillan-te, la sezione eptodo provvede ad amplificare.La tensione oscillante, prodotta dalla sezio-

ne triodo di Vl, viene inviata alla sezione epto-do della valvola, alla quale giunge pure latensione alta frequenza del segnale in arrivo.Le due tensioni, quella in arrivo dovuta aliacaptazione delle onde radio, e quella generatadalla sezione oscillatrice della valvola, si so-vrappongono, e da tale sovrapposizione risultaiJ cambiamento di frequenza del segnale inarrivo.

Alia sezione eptodo della valvola Vl e colle-gato i1 primo circuito accordato, quello d'ae-reo, mentre alia sezione triodo e collegato ilsecondo circuito accordato, quello d'oscillato-

269

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t circuito, seguiamo ancora per un mementoilpercorso dei segnali radio.Il segnale di media frequenza amplificato

dalla valvola V2 viene applicato al prima riodel secondo trasformatore di media frequen-za. Da questo, per induzione, passa al secon-dario che e collegato da un lato al diodo rive-

latore, piu precisamente aile due placchette(unite insieme) rivelatrici (piedini 7 e 8). IIsecondario di MF2 e collegato, dall'altro lato,alia resistenza variabile R6, che costituisce iIpotenziometro di volume, con ilquale si re-golamanualmente il volume del ricevitore.II secondario di MF2, le placchette rivela-

trici; ilcatodo di V2 (piedino 3), il potenzio-metro R6, costituiscono assieme gli elementidel circuito di rivelazione del ricevitore.Ritorniamo ora al circuito C.A.V.e conside-

riamo aneora iI potenziometro di volume R6.Ai suoi capi, evidenternente, e presente la ten-

sione del segnate rivelato.II lato della resistenza variabile R6 collegato

a massa, in pratica al telaio del ricevitore, epositivo. L'altro lato e negative, e ad esso eeollegata l'uscita del primo trasformatore dimedia frequenza. Maggiore e il segnale, mag-giore e la tensione negativa e minore e l'am-plifieazione della valvola V2.La tensione negativa C.A.V. viene prclevata

da R6 ed inviata a MF 1 tramite la resistenzaRS. II eondensatore C7 serve a Iivellare la ten-sione C.A.V. in modo ehe essa sia continua.

La tensione negativa C.A.V.viene inviata pu-re alla prima valvola tramite la resistenza Rl;il eondensatore C2 svolge 10 stesso compito diC7. Piu preeisamente la tensione negativa C.A.V.viene inviata alla bobina d'aereo in mododa controllare direttamente I'ampiezza del se-gnale in arrivo e, di conseguenza, l'arnplifica-zione della prima valvola, II terminale del se-condario della bobina d'aereo, cui viene appli-eata la tensione negativa C.A.V., tramite laresistenza RI. e eontrassegnato suI gruppo AFcon ilnumero 2.

Stadio preamplificatore di B.F.

Lo stadio preamplifieatore di B.F. e eosti-tuito dalla sezione triodica della valvola V3,ehe e di tipo UCL82. II segnale rivelato, pre-sente ai terminali del potenziometro R6, vienepreievato da esso tramite ileondensatore CIOed inviato alIa griglia eontrollo (piedino 1) deltriodo. In questa sezione della valvola V3 i

segnali di bassa frequenza vengono sottopostiad un primo proeesso di amplificazione.I segnaIi amplifieati sono presenti sulla plae-

ea (piedino 9) della sezione triodiea di V3 e

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Page 36: Tecnica Pratica 1964_04

8/3/2019 Tecnica Pratica 1964_04

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t:lg. l-Le figure lilustrano tutti i particolari re-

latlvi ai coll.gam.ntl • alia taratura d.1 gruppo

A.F. tipo Corbetta CS 4.

vengono da essa prelevati ed inviati, tramiteil condensatore di accoppiamento C12, allagriglia controllo della sezione pentodo (piedi-no 3) per essere sottoposti all'amplificazionefinale.La griglia della sezione triodica e poIarizzata

tramite Ia resistenza R8, ilcondensatore elet-trolitico Cll e la resistenza RIO collegati alcatodo.

Stadio amplificatore finale

L'amplificazione finale del segnale di bassa

frequenza viene interamente effettuata daJ1asezione pentodo della valvola V3.Come si e detto, ilsegnale di bassa frequen-

za, gia amplificato dalla sezione triodica, vieneintrodotto all'entrata del pentodo, cioe alia suagriglia. All'uscita, ilsegnale amplificato vienedirettamente applicato all'avvolgimento prima-rio del trasformatore d'uscita Tl. Dal primarioal secondario di Tl, ilsegnale passa per indu-zione e viene quindi trasformato in suono dal-l'altoparlante.In fase di realizzazione pratica illettore ap-

plichera il trasformatore d'uscita T1 diretta-mente suI sestello dell'altoparlante. Questo si-stema costituisce soltanto una comodita dimontaggio e illettore potra applicare, a suopiacere, iltrasformatore Tl direttamente so-

2 74

pra il telaio del ricevitore, assierne con gli altricomponenti,

Per quanto riguarda l'altoparIante da irnpie-garsi in questo ricevitore, ricordiamo che essodovra essere di tipo rnagnetico e di diametrorelativamente grande, data la elevata potenza

d'uscita del ricevitore. Un altoparlante del dia-metro di 160mm potra andar bene nel nostrocaso.

Stadio alimentatore

Lo stadio alimentatore e rappresentato a pie'dello schema elettrico di fig. 1.II trasformatore di alimentazione T2 e do-

tato di un avvolgimento primario, a presa uni-versa le, cioe adatto a tutte Ie tensioni di rete,e di due avvolgimenti secondari.

II primo dei due avvolgimenti secondari for-nisce la tensione di 190V che, tramite la re-sistenza R13, viene applicata al raddrizzatoreal selenio RS.II secondo dei due avvolgimenti secondari

di T2 fornisce la tensione di 6,3 V., necessariaall'accensione di una a piu lampadine di illu-mlnazione della scala parlante.Dal terminale 110 V. delI'avvolgimento pri-

mario di T2 si preleva la tensione di accen-sione dei filamenti delle 3 valvole utilizzatenel ricevitore.

Queste 3 valvole sono del tipo ad accensione

in serie; cio signifiea che i loro filamenti ven-gono collegati in serie e determinano, assieme,una caduta di potenziale elettrico di circa110 V. La resistenza R14 svolge funzioni pro-tettive del circuito di accensione delle tre val-vole. I piedini relativi ai filamenti delle trevalvole devono essere esattamente collegaticome indicato nella schema elettrico di fig. 1.II fila di ritorno del circuito di accensione ecollegato al piedino 5 della valvola V2 e ad unterminale del cavo di alimentazione.

Montaggio e cablaggio

II montaggio e il cablaggio del ricevitore vafatto secondo 10 schema pratico di fig. 2. Pri-ma eosa da fare e quella di iniziare e condurrea termine tutte quelle operazioni pratiche cherichiedono un intervento di ordine meccanico.Si comincera pertanto con l'applicare al te-laio i tre zoceoli portavalvola, Ie prese di mas-sa, il trasformatore di alimentazione T2, lemedie frequenze, il carnbiotensione, la presafono, ilcondensatore variabile e queUo elettro-

litico a vitone.A proposito dei trasformatori di media fre-

quenza, ricordiamo che questi sana del tipo« Corbetta ,. N. 4001-4002;essi risultano accom-pagnati da un foglietto indicatore dal quale si

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1964_04

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puo dedurre quale e it primo e quale il se-condo e a quali avvolgimenti corrispondonoi quattro terminali. Cio e molto importanteperche nel fissare i due trasformatori al te-laio e necessario disporli in modo che i ter-minali risultino vicini ai piedini Ctelle'valvolea cui verranno collegati in fase di cablaggio:soltanto rispettando questa disposizione si pos-sono ottenere dei collegamenti corti come enecessario.Terminato it lavoro di cacciavite e di pinze,

si passera a queUo di saldatore e cioe al ca-blaggio,

I primi collegarnenti da effettuarsi sonoquelli relativi al trasformatore di alimentazio-ne. In questo caso e necessario servirsi del-I'apposito cartellino indicatore di cui tutti i

trasformatori di alimeritazione sono corredatiall'atto dell'acquisto, In esso e possibile rile-vare ache cosa corrisponde ciascun filo uscen-te, perche vi e rappresentato 10 schema elet-trico del trasformatore con le indicazioni, ditutte Ie tensioni in corrispondenza dei vari co-

lori dei conduttori. E' difficile, dunque, sba-gliare con l'aiuto di questo cartellino.Dopo aver collegato l'avvolgimento primario

si provvedera a collegare i terminali dei due

avvolgimenti secondari. Successivarnente siprelevera la tensione di 110 V. dall'avvolgi-mento primario e sl realizzera il circuito diaccensione dei filament! delle valvole, secondoquanto indicato nella schema elettrico di fig. 1.Si procedera quindi con il cablaggio, appli-

cando i vari componenti (resistenze e conden-satori). seguendo 10 schema pratico di fig. 2 ,

Taratura

La taratura del ricevitore si effettua in duemaniere: mediante l'impiego dell'oscillatore

modulato e senza alcun strumento, ad orecchio.Prima di procedere alla fase di messa a pun-

to dell'apparecchio, sara bene che il lettorecontrolli, schemi alla mano, l'esattezza dei col-legamenti e la precisione delle saldature, ri-

cordando che un errore puo mettere fuoriuso un cornponente, causando un danno eco-

nomico talvolta sensibile.Soltanto quanto l'esattezza .del lavoro sara

stat a accertata, si potra accendere ilricevito-re eel iniziare illavoro di taratura ad orecchio,

che e il pill semplice e ilpill rapido ad esc-guire.

Le operazioni di taratura vanno iniziate co-sl: agendo suI perno del condensatore varia-

2 7 5

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VAL VOLE

TRANSISTORS01001TUBI A RAGGI·CATOOICIRichledete iI listino prezz. Inviando L. 30 di francobolli a:

L c 5 -Via Vipacco, 4 - Milano'

ii

A prezz ;

propl lgl lni l l

bile, si sintonizza una stazione molto debolee si regolano i nuclei dei due trasformatori dimedia frequenza, a partire dal secondo, finoad ottenere un ascolto che sia ilpill potentepossibile. Questa operazione va ripetuta pill

volte, passando successivamente dal secoadoal primo trasformatore d 'uscita,L'operazione di messa a punta del gruppo

di alta frequenza va eseguita osservando atten-

tamente III d:isposizione delle viti e dei nuclei

eli regolazione rappresentati in fig. 3. 11 pro-cedimento di taratura ~,il seguente: si portal'indice della scala parlante verso quella estre-mita della scala dove sono indicate Ie emit-tenti che trasmettono sulla lunghezza l'onda

pill alta (minima frequenza) facendo corri-spondere la lancetta con una emittente italia,nanota, di cui si conosce it programma tra-

smesso in quel momento. Si regola quindiit nucleo dell'oscillatore (OM 600 KHz) ondemedie fino a che si arriva a ricevere l'emitten-te su cui e stato fermato I'indice della scala

parlante. Si regola quindi ilnueleo relativoall'aereo onde medie (OM 600 KHz) fino adottenere la massima potenza d'uscita. Questestesse operazioni si eseguono, poi, portando

I'indlce della scala del ricevitore verso l'altra

estremita della scala, dalla parte delle onde :

pill corte (alte frequenze) sopra I'indicazionedi una nota emittente italiana di cui si cono-

see Ilprogramma trasmesso in quel momento.

Siagisce dapprima sulla vite del compensato-re dell'oscillatore onde medie (OM 1250KHz)

fino alla ricezione dell'emittente; poi si opera

sulla vite del compensatore d'aereo onde me-die (1250 KHz), fino ad ottenere la massimauscita.

La taratura delle onde corte risulta assaipill semplice, Mediante la vite del compen-

satore dell'oscillatore onde corte (OC 20MHz)si fissa una emittente nota nella zona centra-

le della scala parlante; si regola poi la vite

relative .al compensatore d'aereo onde corte

(OC 20 MHz) fino ad ottenere la massimauscita.

Questo sistema di taratura costituisce ovvia-mente un metoda empirico, rna per chi ha

montato per la prima volta un ricevitore raedio a circuito supereterodina, puo essere suf-

ficiente, almena sino aquanto non si venga

in possesso di un oscillatore' modulato.

LA VIT. CUIIVATA

Quando U J I " ,A .1e d l ftIno t l tato Im onddo • rlm on.ato p lil voIte , 11WfJ .

tabilm ente -. fo " p er I e 'IItI hanM IUblto un all .... m ento • IICIn IOI1C1 pi" Ingrado e n ~ . . . , . . A ..... IncoMU...... .1 ,. owlare In moltl modi divwaf •

•1 pM ell,.. eM .1 .,lllcPlo e e l .1 hobby t " ..0 .......0. la . u ateenlca partlco... . . rlporlare n fo ro aile o rIglnall d l.......-l.T u l t a Y f . Ia ao Iuz Ione no t contIgllaIa potrt rl lUlta. . . n U O ¥ C l per m olt l. 51

,,_.. d l conhrf... all. • una C I I f ' I C I Incum lblra ,., a ia lc:u ,..,. .. . u a per-

let.. "... J I e I 1IIpo .

276

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IS E G R E T I " D E G L I

D O M I N IE D ELLE D O N N E

C H E H I N N O F I I I OI L M O N D O •o CHE HAN N O TE N TATO 01 O /SFARL O

ENCICLO PED IA DELLE V ITE ILLU STRIUn votume eli ohre 600 psgin«, ril l. 'gato in tel. tioz can sovtecooene a colo'; e 100 illu_llrazioni fuori testa L 2.900

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II materiale

necessario

I Invoiucro dl Jegno

compensato.

I tubo dl gutda In la-mlera dt lerro.

I tubo porta -obblettlvo

In lamlera dl ferro.I lente blconvelS8 - dla·metro 30·50 mm. • lo-cale 15·20 em. ,,_

2 portalampade.

2 lamadlne da 25 watt.

3 angolarl dt metallo.

I porta.foto dl metallo.

2 cappellottl met~lUcl.

2 7 8

~

p e r p ro ie tta re

foto e carto/ ine

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Sembra davvero un paradosso, eppure ecosll Quando stiamo per scattare una fo-to-ricordo, ce la mettiamo proprio tutta,

facciamo appello alle nostre risorse tecniche,alle nostre attitudini artistiche per cercare diraggiungere i migliori risultati; poi, quandoa distanza dl tempo vogliamo rivivere con lamente una festa, una vacanza, un avvenimento,scorriamo velocemente l'album fotografico,indirizzando 10 sguardo ai soli primi piani, al-le figure centrali, dimenticando completamen-

te taluni particolari che, a suo tempo, ci siamosforzati di inquadrare e di ritrarre.E queste stesse eonsiderazioni valgono an-

che per Ie cartoline: quando andiamo ad ac-quistarle, siamo tanto difficili ad accontentar-ci! Poi tutto finisce Ii 0 quasi. Eppure le fotoe le cartoline, molto spesso, devono .la lorobellezza alla quantita e alla qualita dei loraparticolari. Ma se questi particolari non ven-

gono osservati attentamente, come si pub gu-stare la bellezza di una foto 0di una cartolina?Date retta a noi, amici lettori, costruitevi in

tutta fretta questo elementare strumento, chericorda assai piu da vicino la vecchia lanternarnagica che non il proiettore vero e proprio,e potrete godervi in tutta la bellezza dei loroparticolari Ie vostre foto-ricordo e le vostrecartoline. Con esso potrete effettuare delle

proiezioni nitide e sufficientemente ingranditedirettamente suI muro 0 su un apposito scher-}TIndi tela bianca.

Costruzione'

L'involucro deU'apparecchio e tutto costruitocon legno compensato. II tubo porta-obiettivoe quello di guida possono essere costruiti in-

differentemente con ferro 0 plastica. Entrambiquesti tubi devono essere verniciati in nero

internamente, allo scopo di evitare dannoserif.J.essioni.La distanza L (vedi figura 1) deve risultare

all'incirca uguale alIa distanza foeale della len-te usata,La lente deve essere di tipo biconvesso e

deve avere un diarnetro di misura compresatra i 30 e i 50 millimetri. La « focale » dellalente deve essere di 15-20centimetri. Gli anellidi fermo della lente si otterranno facilmenteda un pezzo di sughero.Come si vede in figura 1, l'involuero di legno

contiene all'interno due specchi in funzione di

riflettori della luce emessa da due lampadine.Con tale sistema non si ha dispersione di

luce e la foto che si vuol proiettare viene illu-minata al massimo.Le due lampadine, da applicare internamen-

te all'involucro, dovranno essere da 25 candele

ciascuna.Ovviamente, a causa del calore emanato dal-

Ie due lampadine, occorre dotare 10 strumentodi un sistema di aerazione. Cio e chiararnenteillustrato in figura 2. In pratica si tratta diricavare due fori sulla tavolct ta di chiusura

279

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d isco d i ia mie rin o

ch e va sa ld a to a lia

~~,=~parte so t tos tan te

fa sce tta co n tre piadinirica va ta d alla ste sso la mie rin o

I

Fig. 3 - I disegni iIIustrano chia-

ramente II procedimento di co-

struzione dei due cappellotti dilamiera. Da una lastrina di le-miera si devono ricavare i due

pezzi componenti: la fascetta

con 3 piedini e il disco di ehlu-

sura.

saidar e _-

scanalatura 'pe r fotografi a

supe riore dellinvolucr o, in corr ispondenza del-

le due larnpadine, e e li applicate sopra questi

due tori altret tanti cappellotri di larniera ot-

tenuri riel modo chiarumenre illustrate in fi -gura 3.

J I porta-foto11 procedirncnto di cosrruzione della" corni-

ce» porta-foto pub essere desunto dal la fig. 4.

Pel' prima cosa si provvedcra a cos tr uire

idue angolari longitudinal]. prat icando in essi

i fo.ri necessari per il passaggio delle viti da

legno. Succcssivarnenre si costruira l'angclare

vert icale.

Tutti e tTC gli augolari verranno fissa[i, lun-

go ibordi dell'appoxita finestra ricavata sulla

parete poste riore del l'involucro. mediante pic-

cole viti cia legno. I due angoluri longitudinali

servono da guida del teJaio porta-fot o, mentre

quello verricale ha funzioni e li chiusura e e l i

arrcsto.1 1 relaio port.a-foto po tra essen: I'ultimo corn-

ponentc che ilJetton? dovra cosrtuire per com-

pletare il rnonraggio della Ian lerna. La costru-

zione di quesro elernento ven-a desunta dalla

figura 4. Come si not.a in tale figura, il telaio

porta-Ioto e dotato di una impugnarura e li me-

tallo pCI; facilitare le operazioni e l i monraggio

e smontaggio delle cart oline e delle Ioro c

della loro precisa rnessa in se de.

Ricordiarno che le dirnensioni del. telaio por-

ta-foto dovranno essere quelle del. f'orrnat ocartolina : 1 .0 X 1.5 ern. Ogni Iettore, pera lrro,

porra sccgliere, a piacere, le dirnensioni che

vorra.

Le immagini. proict tate sul muro 0 su un

apposite scherrno. mediante la nost ra lanter-

na, appariranno rovesciate. cioe Ja parte a destra della foto 0 della cartolina apparir a a

sinistra e viceversa.

2 n o

impugnltur . l

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scatole01 MONTAG·GIOS C A T O L E D I M O N T A G G IO D E G L I A P P A -

R E C C H I P U S S L IC A T I S U T EC N IC A P R A T IC A

Le scatole sono complete di tutto il materlalescelto apposltamente per ognl slngolo progeUo:valvoIe, transistors, diodi, quarzl, mllltemperometrl,telai, reslstenze,potenziometri, manopole, condensa-tori fissi e varlabili, trasformatori, altoparianti, zoccotl

in bachelite 0 in csramlca, ancoraggi, viti, fill, stagnopreparato per saldare, ecc. ece. I ricevitori e i trasmetti-tori sono privi pero della cuffia, del microfono e del tastetelegrafico che devono essere ordlnati a parte. Anche gilschemi pratlci e Ie Istruzioni non sane inclusi nelle scatole dlmontaggio, dato che si presume che il cllente sia gl8 in pos-sesso del fascicolo arretrato di Tecnica Pratlca riguardanleI'apparecchio prescelto

1) AUM~NTATOREI.olatore dl terra.T.P. aprU./83. L. 9.180 + 400 per.p••,.

2) OSCII-LATOREmodulato. T.P. aprl-1./63. L. 11.530 + 400 per .p ....

3) AMPLIFICATOREp.r chll.rra. T.P.glullno/63. L. 19.580 + 400 per•pe.,.

4) DISPQSITIVO ylbrato p.r detto.L. tl1110+ 400 per .pe ••.

5) CONVERTITOREper I 10 m.trl.Componentl pro'••• lonali. T.P. allO-•to/ •. L, 18.850+ 30 0 p.r .pe ••.

8) SIGNAL TRACER a yalyol.. T.P.ago.t9/63, Con mobile m.talllcoRDT. L. 17.780 + 40 0 p.r .p•••.

7) OSCII,.LOFONOT.P. ..ttembr./83.L. 7.550 + 400 p.r .p ••••

8) PREAMPLIFICATORE ,ran.l.tor 2"

tlpo con mobll.tto m.l RDT. T.P.ottobre/83. L. 2.820 + 300 .pe.e.

9) ORGANO.ELETTRONICO(lola laparte .Iettronlca) T.P. ottobr./63.L. I ..., + 400 per .p.... .1

10)TRASMETTITOREcon yalyola 107.

c u . . . :- -

!I: a.

12·"-.,.,~, _c : =.,-~:t;= - = c

CCNOIZIONI01VENOITA: I pagamenti vanno effettuati anticipa-taments a mezzovaglia postale 0 assegno eircolare a noi inte-stato. Non sl .p.dlsce contr.... gno. Nelle richieste di preventivi,-Jnfcrmazlonl, ece.• accludere SEMPREII francobollo per la rispo-sta. La corrispondenza che non si atterrs a questa regola verrs

senzattro cestinata. La merce viaggia a rischio del commitlente.

T.P. ottobr./63. L. 18.720 + 400p.r .pa ••.

11)MODULATOREpar d.tto. T.P. no·Y.mbre/83. L. 10.840 + 400 p.rsp•••.

12) AMPLIFICATOREt.r.o. T.P. no·y.mbr./83. L. 13.000 + 300 p.r.p....

13) INTERFONO• tran.l.tor. T.P. dl·cambr./83. L. 14.450 + 400 p.r.p•••.

14) VOLTMETRO .I.ttronlco con mo·bll.tto m.talllco RDT. T.P. dlc./63•'. L. 14.970 + 40 0 per .p ....

15) TRASFORMATOREdl T.ela. T.P.t.bbralo/M. L. 23.000 + 400 p.r.p....

18) CONTASECONDI al.ttronlco. T.P.f.bbralo/14. L. 8.300 + 300 par.p•••.

17) TRASFORMATEIn Int.rfono II YO-Itro rlcayltor. a Ir.nel.tor. T.P.fabbralo/84. L. 4250. + 300 parsp.... .

18) PREAMPLIFICATOREorr.ttor. uni-versal•. T.P. lI.nnalo/84. L. 1.780+300 per .p ••••

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Fig. 1 - L'lnstallcu:lon. dl un apparato radio 0TVpr.sso una sorgent. dl calor. pull costltulre lacausa del rumorl Int.rmltt.ntl.

Iavoro, Basta avere a disposizione i comunistrumenti del radiolaboratorio e, se possibile,alcuni dispositivi particolarl.

. Prima di tutto occorre un provavalvole e untransistometro. Per i1 primo e sufficiente un

modeUo normale di buona marca a controllod'emisslone, dato che anche i migliori prova-valvole non permettono di individuare tutti idifetti delle valvole elettroniche e Ia soluzionemigliore rimane sempre quella della lora so-stituzione.II tester dovra essere it piil preciso possi-

bile, porta tile e robusto ed oggi in tale campoc'e solo I'imbarazzo deUa scelta.

Un altro apparato molto utile per questotipo di riparazioni e costituito dall'alimenta-tore a tensione continua, variabile fra 0 e 250volt, can una corrente massima di 8 ampere.Un- tale apparecchio dovra avere incorporatoun voltmetro in grado di dare la costante In-dicazione della tensione continua erogata.Altri strumenti necessari sono poi ilvoltme-

tro elettronico, l'oscilloscopio, ilgenera tore disegnaIi ad alta frequenza.Fra i dispositivi speciali, utili nell'indagine

dei rumori intermittenti, va ricordato il« ge-neratore di calore », cloe una fonte di calorein grado di far elevare di molto la tempera-tura dei componenti if circuito esaminato, Taleapparecchio potra consistere in una lampada

ad elevato wattaggio, munita di specchio ri-flettore in modo da concentrare i raggi lumi-nosi e termici in un punto preciso. Un gene-ratore di bassa frequenza, una sonda di con-trollo, un buon quantitativo di resistenze econdensatori e un signal-tracer possono alt-tresl risultare utili nella ricerca dei rumoriintermittenti. Anche alcuni potenziometrl, mon-tati su un pannello e dotati di cavetti-sonda,possono risultare altrettanto utili durante Illavoro di indagine. Tuttavia non bisogna esage-rare, tenendo conto che ilmateriale fin qui

elencato non e strettamente necessaria.La rnaggior parte dei rumori prodotti dalle

valvole elettroniche, come quelli dovuti alIamancanza di continuita di collegamento deifilamenti, dei catodi, alia scarsa emissione

284

elettronica 0 alia formazione di piccoli archivoltaici, possono essere eliminati quasi imme-diatamente. Ma ilmetodo piu sicuro e piurapido per accertarsi della bonta del funzio-namento delle valvole e sempre queUo dellaloro completa sostituzione in una sola volta.Solo in questa caso, se i rumori intermittentisi manifestavano ancora, ci si orientera verso

l'esame di altri componenti. Ad ogni modonon bisogna mai fidarsi troppo del proprio

intuito e .della propria esperienza professio-nale e non ritenere riparato un guasto se nonse ne e trovata la causa precisa.

Le caule esterne dei rumori

Prima di smontare un apparto, doe primadi estrarre iltelaio dal mobile, e bene assi-

curarsi che i rumori intermittenti non siano

Fig. 2 - Gil animall domestlcl; durante I lora glo-chi, possono causare d.1 dannl al cayo dl aUm.n-tcu:lone, alia spina • alia presa dl corrent •.

generati da cause esteme all'apparato stesso.Si rischierebbe di perdere inutilmente alcuneore nello studio di un montaggio perfetta-mente normale, per accorgersi, alla fine, chei rumori sono generati da un cattivo colle-gamento .d'antenna 0 dalla linea di alimenta-zlone, Occorre subito pensare, dunque, all'an-

tenna e verificare se vi sono contatti errati,collegamenti laschi 0 conduttori corr.osi. Oc-corre altresl. verificare se vi sono perdite cau-sate dell'umidita 0 isolatori difettati.

Si deve controllare il coUegamento di massae, se esiste, ilparafulmine oggi applicato sumolte antenne. Ad ogni modo, per verificare

la perfetta efficienza di antenna e di terra,sara bene sostituire l'apparecchio .in esamecon altro perfettamente funzionante.Successivamente ci si deve occupare dell'ali-

mentazione, verificando ilcavo di alimenta-zione, la spina e Ia presa di corrente. Se sihanna dubbi sulla banta deJJa rete-Iuce, occor-

rera constatare ilfunzionamento di un altroapparato, perfettamente efficiente, alimentato

dalla stessa linea.Gli sbalzi di tensione della rete-luce possono

essere assai spesso causa di rumori intermit-tenti, ma per renders! conto :di do occorre-rebbe uno strumento atto a registrare in con-

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tinuazione tutti i valori della tensione du-rante le 24 ore del giorno. In questi casi I'uni-

co toccasana e rappresentato dallo stabilizza-tore di tensione,Anche la temperatura pub essere una causa

di rumori intermittenti, in particolare negliapparecchi a transistori. Cio si verifica d'estate

in locali per niente ventilati, oppure, d'invernonegli ambienti troppo riscaldati.La temperatura troppo bassa pub essere al-

tresi una causa di rumori interrnittenti in unapparato installato in locale privo di riscalda-mento. Anche I'estrazione del telaio di un ra-dioapparato dal suo mobile puo provocareuno modifica delle caratteristiche di tempera-tura {: rendere talvolta difficile la localizza-zione delle cause che generano rumori inter-mittenti dovuti a variazioni di temperatura.L'impiego di una sorgente di calore, in tali

casi, servira a decidere se l'eccessivo riscalda-mento e oppure no la vera causa dei rumoriintermittenti. L'umidita e assai spesso la causadel deterioramento di qualsiasi montaggioelettronico. L'installazione di un apparecchioradio in cucina 0 in altro locale satuor di va-por d'acqua rende assai spesso possibile laformazione di piccoli archi voltaici, causa del-le perdite e dei cortocircuiti.Gli animali e gli insetti possonoessere pur

essi dannosi ai circuiti elettronici. I cani e i

Fig. 3 - Qli inset-

tl pOllono compro-metter. I'isolamen-

to dl talu"e partid.1 circuit.,. Dopo

I'uso dl insetticldaoccorre lasciar. inrlpolOI'apparecchlo

per alm.no una

meuora.

gatti, giocando, possono causare danni al cavodi alimentazione 0 alia spina e alla presa dicorrente. I topi sono in grado di rodere i filiconduttori internamente agli apparati e diprodurre una corrosione dei condensatori edegli altri componenti.

Anche gli insetti possono compromettere l'i-solamento di talune parti di un circuito. Pos-sono essere cortocircuitati dall'alta tensione eprovocare, successivamente. dei piccoli archivoltaici. Comunque, quando si constata la pre-senza di insetti internamente al telaio di un

radioapparato, e bene far uso di insetticidaliquido e lasciar poi in « riposo » l'apparecchioper una rnezz'ora, in modo che l'insetticida

eserciti ilsuo potere e poi evapori completa-mente.

Altre cause, meno comuni, come la fuligginecontenuta in proporzioni eccessive nell'ariadegli arnbienti riscaldati con stufe difettose 0

col caminetto, possono produrre piccoli archivoltaici intermittenti fra gli elementi ad altatensione dei circuiti elettronici. II rimedio,allora, consiste in una accurata pulizia del-

l'intero circuito, facendo uso di un buon sol-vente, in grado di eliminare ogni traccia dicarbone. Prima di rimettere in funzione rap-parato, ovviarnente, occorrera attendere cheilsolvente si sia asciugato, onde scongiurareilpericolo di incendi.Fenomeni analoghi-. a quelli ora ricordati

possono essere provocati da depositi ecces-sivi di polvere, dal fumo del tabacco, da fili ditessuto.In taluni casi occorre pure temere I'aria,

quando questa e satura di vapori provenienti

da acidi fortemente corrosivi; non bisognamal, pertanto, installare un ricevitore radio 0

un televisore in prossimita di un accumula-tore sotto carico. Le alterazioni prodotte daivapori degli acidi sono dannosissime e, moltospesso, non vi e possibilita di rimedio: fortu-natarnente, pero, questi casi sono molto rari.Se tutte le verifiche fin qui consigliate non

danno risultati positivi, bisogna indirizzare Ie

indagini sul telaio e sui circuiti in esso con-tenuti, effettuando una selezione mentale in

modo da ritenere I'origine del disturbo loca-

lizzata in un determinato circuito.In generale conviene suddividere i disturbiin due gruppi.

1° gruppo di disturbl

Fig. 4 - Un colpo ben alseltato 01 t.laio pub .,-lere lufficient. a det.rminar~ l'avviaD1ento del-I'olcillator•.

285

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la loro origme nel circuito dell'apparecchio,possono' consistere in rumori parassiti, inscricchiolii, in crepitii, in distorsioni dell'im-magine 0del suono, in tutta una rete di righeparassite sullo scherrno del televisore,

2· gruppo di disturbi

Al secondo gruppo di disturbi parassiti si

fanno appartenere tutti quei casi in cui unasola parte dell'intero circuito del radioappa-rata cessa di funzionare per qualche tempo,per riprendere spontaneamente il funziona-ment odopo qualche tempo 0 per riprenderloin conseguenza di un forte rumore esterno o :

di un brusco movimento del telaio. Questo se-condo gruppo, tuttavia, pub essere suddivisoin due categorie generali:

a) quella in cui il funzionamento dell'appa-recchio cessa completamente.

b) quella in cui una sola parte del funziona-mento si arresta come, ad esempio, la scom-parsa d'immagine 0 I'arresto del suono in

un televisore.Qualunque sia la natura dei rumori inter-

rnittenti, il metoda di verifica e press'a pocosernpre 10 stesso; quel che importa, in ogni

caso, e di ricercare e di ottenere 10 schemaelettrico dell'apparecchio in esame, perche-qualsiasi tipo di controllo, senza questa pre-ziosa guida, e sempre piu lento e piu difficile.

I controlli meeeenlel

La prima' operazione consiste in una verifi-ca piu 0 menu superficiale e meccanica:

1) si verifichino 10 stato dei fili conduttori, laqualita del lora isolarnento e le eventualiinterruzioni;

2) si verifichino tutte le saldature;3) si esarninino attentamente gli zoccoli por-ta-valvola, che possono presentare dellerotture 0 dei contatti laschi.

4) si controllino i meccanismi dei circuiti ac-cordati (compensatori, nuclei, commutate-ri) che possono essersi logorati con I'uso;

5) si verifichino tutti quei collegamenti incui non vi e saldatura a stagno, rna dove

il filo conduttore e stretto soltanto permezzo di tina vite e dove si pub verificareun dannoso gioco; .

6) si osservi l'aspetto esterno delle reststenzeche possono essere surriscaldate 0 addi-rittura bruciate;

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7) si controllino i trasformatori e le bobine,che possono risultare surriscaldate, e costanche icondensatori elettrolitici che pos-sana dar luogo ad una corrente di fugatroppo elevata;

8) si verifichino Ie eventuali fughe di liquidodei condensatori elettrolitici;

9) si faccia bene attenzione ai sintomi disurriscaldarnento dei diversi componenti,che appaiono sempre con una alterazionedel colore della vemice.

controlli elett.rici

. Soltanto quando icontrolli meccanici nondanno esito positive, bisogna passare ai con-trolli elettrici.1) Prima operazione da farsi e quella di sosti-tuire l'alimentatore dell'apparecchio conquello che fa parte della strumentazionenecessaria a questo genere di riparazionie che deve essere in grado di erogare ten-

sioni variabili mediante un potenziornetro .. L'indagine va iniziata usando la tensione

di alimentazione piu debole consentita,perche l'apparato sia in grado di funzio-nare; poi, gradualmente, si aumenta la'

tensione facendo bene attenzione alla even-tuale natura dei rumori intermittenti che

possono insorgere durante la prova.

Successivamente occorre far funzionarel'apparato con una tensione elevata, perun certo periodo di tempo, in modo daaccertarsi se si verificano rotture 0 vadafuori uso qualche componente. Durantequesto controllo, molto importante, con-verra applicare l'oscilloscopio nei punti incui si sospetta .qualche inconveniente percontrollare se vi sono deformazioni nellaforma d'onda del segnale prelevato.

2) Se la variazione di tensione ha prodottoun effetto pressoche nullo, bisognera ri-correre alla sorgente di calore precedente-mente citate e sottoporre il telaio, cioetutto it circuito dell'apparecchio ad unatemperatura elevata, almeno per un'ora

3) Facendo impiego di un voltmetro moltosensibile si controllino tutte Ie tensioni,in tutti i punti del circuito, seguendo 10schema e1ettrico dell'apparecchio e Ie in-dicazioni eventuali in esso riportate,Tutte Ie prove di sovraccarico e di sovrari-

scaldamento devono essere eJfettuate con mol-ta precauzione, in modo da evitare di danneg-glare i componenti in ottimo stato di funzio-namento.

Se tutti i controlli fin qui effettuati nonhanno rivelato delle indicazioni precise, si

pub ricorrere al metodo ... brutale delle "mar-

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287

Page 50: Tecnica Pratica 1964_04

8/3/2019 Tecnica Pratica 1964_04

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tellate », Bisognera, allo scopo, preparare un

mratelletto, applicando ad una estremita di

una matita una gomma in funzione di rnaz-za. Con tale attrezzo si colpiranno succes-sivarnente, uno ad uno, tutti i componentiil circuito tenendo le orecchie ben tese.

Vi sono dei casi in cui un oscillatore nonvuol funzionare se non viene colpito esterna-mente con un corpo contundente e proprio inquesti casi il rumore e dovuto alIa stabilitadi un circuito talmente ben equilibrate chel'oscillatore non riesce a ricevere il suo im-pulso iniziale, necessario al funzionamento.Un rumore esterno, un colpo ben assestato

al telaio, la manovra rapida di un interruttore,il disinnesto della presa d'antenna 0, moltopili semplicernente, la accensione di una lam-padina nel locale in cui e installato l'pparec-

chio, possono essere motivi sufficienti perl'avviamento dell'oscillatore, In questi casi ilmetodo migliore di indagine consiste ancoranella sostituzione delle valvolc oscillatrici can

nostri lettori fratelli Ro.

meo e Cur%io Isoli di Fon·

taniva, appassionati missi·

Iisti, ci hClnno Inviato un

ritaglio di un quotjdiono" B R E N T A 1 0" ehe doeumenta I'!nteressaprovoeato nella stampa

veneta da una delle loro

imprese. II giornale da

noti%ia del lancio delmi5lile «Brenta I» da

loro "realiuato, lungo me-

trl 1,45 e ehe ha rogglun·

to I 3000 metri di alte%%a.

E' con piaeere ehe anehe

TECNICA PRATICA Ii as-

socia al plaulo della stam·pa porgando Ie sue plu

vlve eongratula:z:ioni ai

tre.,giovanl bravi teenlei.

L'lmpresa del tre fratlllli

di Fontani~a dimostra en-

cora uno volta, sa ee ne

fosse blsogno, quali siano

Ie soddisfa:z:ioni ehe un

giovane appassionato e l imlssilistleQ possa rag·

giungere seguendo e rea·

liuando I progetti ehe an·ehe TECNICA PRATICA

pubbliea frequentemente.

L A N C I O

d e l

288

altre perfettamente funzionanti.II cambiamento dei valori dei componenti

non e assolutamente raccomandabile, special-mente ai principianti: tuttavia, ritenendo ne-cessario il cambiarnento di un valore, sarabene indicare nella schema elettrico ilvalore

sostituito.

Le cause classiche dei rumori

intermittenti

Abbiamo elencato finora, di proposito, lecause menu comuni che determinano i rumoriintermittenti. Le pili frequenti riguardanc, ov-viarnente, le valvole, i transistori, i condensa-tori, Ie resistenze, i trasformatori e le bobine.La verifica di tali componenti segue le normedella tecnica corrente.Per le valvole si pub pensare a delle salda-

ture difettose, ad elettrodi staccati, a contattiinterni, a catodi 0 filamenti difettosi; ilmigliorprocedimento di controllo e ancora quellodella sostituzione della valvola.I condensatori possono present are dei cor-

tocircuiti interni, delle fughe 0 delle interru-zioni in grado di alterare i circuiti. Un conden-satore in perdita pub essere paragonato ad unrecipiente con un foro sul fondo.I condensatori possono costituire elementi

di filtro, di disaccoppiamento e possono es-

sere elementi importanti nelle basi dei tempi.La corrente di fuga aumenta con il loro invec-chiamento ed allora occorre sostituirli. Quan-do i condensatori sono inseriti nei circuitiassieme ad altri elementi, allora it lora con-trollo risulta assai difficile. In tali casi e pre-feribile staccare I'elemento sospetto piuttostoche condurre delle prove incomplete. Solo COSt

si possono rilevare certi difetti che, altrimenti,sarebbe oltremodo difficile riconoscere.. Anche Ie resistenze possono risultare inter-

rotte e present are delle variazioni ohmmiche

col passare del tempo e con Ie variazioni ditemperatura; esse possono aumentare sensi-bilmente il loro valore sotto carico e sottovariazioni di temperatura. Le variazioniperma-nenti possono essere misurate, e irumori in-termittenti possono essere verificati, a freddo,con circuito aperto 0, sotto carico. Una resi-stenza pub essere sovraccarciata, senza rima-nere danneggiata, fino al- punto in cui la ver-nice comincia a cambiare di colore; rna se ilsovraccarico e eccessivo l'alterazione divienepermanente.Se una resistenza riscalda troppo in un cir-

cuito, se ilsuo wattaggio e insufficiente 0 seessa e attraversata da una corrente troppointensa, cio e sufficiente per produrre un so-vraccarico grave che deve assolutamente es-sere localizzato.

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Page 52: Tecnica Pratica 1964_04

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_

N O N C O S T A

N U L L A

D I F E N D E R S I

O I G L I S B I L Z I0 1 T E N S I O N ED

ifficilmente la tensione elettrica, negIi Im-

pianti delle nostre case, conserva 10 stesso

valore durante ilgiorno e la notte. Quan-

do Ie fabbriche e Ie officine chiudono i bat-

tenti e non assorbono piu energia elettrica, ge-neralmente, la tensione aumenta. E' vero, sl,che le linee elettriche nei grandi centri abitatisono sottoposte ad una vigilanza continua, ga-rantita da special] autornatisrni, che riportano

rapidarnente la tensione ai valori norma)i diesercizlo: rna e altrettanto vero che 10 sbalzodi tensione, anche se istantaneo, viene risen-tito dagli apparati elettrici e, in particolarmodo, dagli elettrodomestici. In quelle zone,poi, in cui manca un controllo tecnico costan-

290

te, Ie variazioni di tensione possono risuitare

fataIi per Ie Iampadine, Ia radio, ilteleviso-

re, ecc.

E se cos} non fosse, non sarebbero certo

stati inventati gli stabilizzatori di tensione.

Uno stabilizzatore di tensione, dunque, risul-

terebbe certamente, se installato a valle del

contatore elettrico, il toccasana per tutti gIi

apparati eIettrici della casa.

Nelle abitazioni moderne, oggi, gIi elettrodo-mestici sono piu d'uno, e l'assorbimento di

energia ammonta, compiessivamente, a qual-

che migliaio di watt. Occorrerebbe dunque, per

« mettersi con Ie spalle al muro », installare

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Inchiutq internazionale del B.T.I. . dl Londra Amsterdam cairo Bombay • Washington

uno stabilizzatore di tensione di grandi dirncn-

sioni, assai costoso.

L'accorgimento, invece, che ora noi descri-

veremo e proporremo per i nostri Iettori, non

costa nulla, ed e in grado di dare tutte quelle

garanzie necessarie alia salvaguardia dei pill

comuni elettrodomestici che, giornalmente,

funzionano nelle nostre case.

L'elernento basilare con cui sl realizza ilno-stro sernplice suggerimento tecnico e costituito

da una mina eli matitu, c(,:1 leo. ';·-,,,1 .\1 l,~i-

store elettrico.

I nostri lettori ben ricordanu In nota for-

mula che lega ira loro ivalori della rcsistenza

elettrica di un conduttore con la sua sezione

e Ia sua lunghezza :

r=-s

V O L E T E M I G l l O R A R E L A V O S T R A P O S I Z I O N E ?- Sapete quali possibilite offre 10 conoscenza della lingua inglese? _ '" , .

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291

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1fig. 2 - Realizzazione elementare di un riduttore

dl tenlione; la plastrlna Icorrevole permene di

Ipoltare II conegamento lungo la mlna di matita,

facendone variare 10 reillten%a.

fig. 4 - Avendo a che tare. con correnti abbastan-za intense, la mina di matlta puo eSHre utilmente

sOltituita con un carbancino dl plio sui quale ee-

corre pratlcare un certo numero dl tacche come

splegato n.1 tlitltO. .

292

Nei nostri sernplici progetti si tratta, ora,di sfruttare tale formula nella mina di rnatita,rappresentata in fig. 1.

Due riduttori di tensione

II primo tipo di riduttore di tensione e rap-presentato in fig. 2. Come si vede, la mina efissata alle estremita mediante due conduttoririgidi, II collegamento a sinistra pub esserespostato, longitudinalmente, mediante un cur-sore a vite. Ouando il collegamento rimanesull'estremlta appuntita della mina, in basealIa formula prima citata si ha Ia massimaresistenza elettrica. A mana a mano che sisposta ilcollegamento verso la parte centraledella rnina, la lunghezza (1) diminuisce e di-minuisce pure la resistenza elettrica.

In fig. 3 e rappresentato un riduttore di ten-sione pill compatto e pill pratico, perche pubessere portato facilmente da un punto all'altrodella casa ed applicato ad ogni apparecchia-tura elettrica. Con questo semplice apparec-chio e possibile proteggere un ricevitore radiodagli sbalzi di tensione. Pub essere usato comeresistenza di elevato wattaggio in serie ai fila-menti delle valvole quando la tensione risultasuperiore a quella necessaria (ricevitori radiocon valvole alimentate in serie). La caduta ditensione che si ottiene pub essere di circa

7-8volt rna, come eben nota in base alla Ieggedi Ohm, essa dipende dalla corrente che flui-see attraverso il circuito utilizzatore.

II secondo tipo di riduttore di tensione, cheproponiamo al Iettore, e rappresentato in fig. 4.Questa volta si tratta non pill di una mina di

matita, bensi del carboncino ricavato da unapila da 4,5 volt 0 da una di tipo «a torcia ".In ogni caso Ia lunghezza del carboncino deveessere almena di 4 a 5 cm. Sui carboncinooccorre praticare, servendosi di una lima trian-golare, un certo numero di tacche, in modo dapermettere una riduzione della sezione del con-duttore ed un effettivo aumento della sua lun-ghezza, proprio come vuole la formula primacitata: la resistenza elettrica di un conduttoreaumenta con l'aumentare della sua lunghezzae col diminuire della sua sezione.

Con questo secondo tipo di riduttore di ten-sione e possibile proteggere dagli sbalzi di ten-sione un teIevisore od un frigorifero.

Ricordiamo al lettore che il carboncino sirompe facilmente; usando la lima, quindi, bi-sognera far bene attenzione ed agire con gar-

bo e prudenza. I collegamenti ai terminali delcarboncino possono essere effettuati utilizzan-do quegJi stessi cappellotti di ottone che sitrovano in tutte le pile, purche essi assicurinoun perfetto bloccaggio.

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Fig. 1 • La flguril II sinistra il·

lustra parte del preeedlmente

di impollinazione artificictle di

un garofane,: In tale opera%ione

possono essers uilimants Impre.

gate anche Ie pinzeUe depilate.

rie. - Fig. 2 • La ftgura a de-

stra mostra come 5 1 presenta lacqpsula dei semi.

St: e vera che la maggior parte dei nostrilettori ci attende mensilmente aUe edicole,con entusiasmo e curiosita, per conoscere

il piu presto possibile i nuovi progetti radio,e altrettanto vero che l'elettronica non semprecostituisce l'unico hobby di colora che, da tem-po, fedelmente ci seguono.

E se anche cost fosse, pensiamo sia un bene,ogni tanto, lasciare un po' in disparte valvolee transistori per ricrearsi in un modo diverso.

Facciarno, dunque, quattro chiacchiere coilettori giardinieri... anche senza giardino, eparliamo della ibridazione, doe di una parti-colare pratica f'loreale,

Impollinazione artificialeE' giunto il tempo delle impollinazioni arti-

fieiali e ci conviene percio entrare un po' nellapratica di questo lavoro. Intanto prepariamoi pochi utensili che ci saranno necessari : dueo tre paia di pinzette (possono anche servire

le pinzette depilatorie); due paia di forbicinea punta; un temperino e qualche pennellino;un paio di cesoie da giardiniere; una lente diingrandimento: una boccetta contenente alcoolper sterilizzare i pennelli e le pinzette quandosi cambia il polline; parecchi sacchettini di

carta oleata per isolare i fiori da fecondare 0

fecondati.Si possono usare anche sacchetti di garza e

U N P O '

D I B O T A N I C A

P R I M A V E R I L Etalvolta si fanno sacchetti economici con cartada giornale. Sono da scartare i sacchetti diplastica che trattengono troppa umidita. Unascorta di spilli per fermare isacchetti (oppuredi fermagli di sottile filo di ferro crudo); unpacchetto di etichette per segnare gli incroci;una matita 0 meglio due matite perche unasempre si perde 0si spunta; un quaderno perregistrare gli incroci; un po' di carta assor-bente e di carta a ciclostile per impacchettare

il polline e per asciugare stami eventualmenteumidi; una cassetta di legno divisa in scom-parti e munita di una cinghia per poter essereportata a tracolla servira a contenere ed atrasportare tutto l'armamentario; un seggio-lino pieghevole cornpletera l'attrezzatura erendera piu comodo i1 lavoro.

Diversi procedimenti

In casi particolari si usano anche gabbie direte metallica; di garza, di zanzariera, di so-stanza plastica per isolare intere piante, op-pure si isolano le piante portandole in serra.La tecnica della preparazione dei fiori da

293

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Fig. 3 - La raccolta del polline va fatta in modi

diversi, a seconda del tipo di fiore con cui si ha

a che fare; quello in figura e un classico «An-

thurium andreanum ».

impollinare e della impollinazione varia un po'

a seconda dei tipi di piante sulle quail si opera.

Andiamo per esempi.

Vi sono intanto piante ermafrodite, cioe for-

nite di efficienti organi maschili e femminili

(stami e pistilli) nello stesso fiore, capaci di

autofecondarsi, come ad esernpio ilgarofano,

la rosa, nei quali e necessario impedire l'auto-

fecondazione.

Il fiore destinato alIa funzione di portasemi,

quello che dovra ricevere il polline quando

e ancora in boccio e gJi stami non hanno an-

cora liberato poIline, deve essere dernascoliz-

zato (ovvero castrato). Si apre dunquc il fiore

in questione, si asportano i petali che possono

impedire l'operazione e per prima cosa si elimi-

nano i. petali che possono impedire l'operazio-

ne .e soprattutto si asportano tutti gli stami

assicurandosi, con I'aiuto della lente, che da

cssi non sia scaturito iI polline. Per ogni fiore

vi sara facile trovare la manualita piu appro-

priata e. gli utensili piu adatti per eseguirli:

Ie pinzette, le, forbici, le stesse dita. Si operi

peru sempre con la massima delicatezza,

Preparato il fiore si isola con. un sacchettino

di carta 0 di garza 0 tal volta coprendo gli

stimmi con un batuffolo di cotone idrofilo e

si attende che gli stimmi completino la lora

maturazione e divengano recettivi, Cio pub

verificarsi entro poche ore oppure dopo uno

o due giorni, a seconda del grado di apertu.ra

def bocciolo, della stagione, della specie e

della varieta in questione. Ci si accorge della

recettivita degli stimmi da vari sintomi. Ge-

neralmente 10 stimma recett.ivo e umettato da

una sostanza attaccaticcia. Compaiono sugli

stimmi le papille, che sono dei minuscoli pelet-

ti atti a trattenere ilpolline. In talune specie

come Freesia, Gladioli, Pelargoni, gli apici

stirnrnatici si divaricano. E' tempo dunque eli

fare l'impollinazione.

II. modo piu semplice e di prendere iI fiore

della varieta destinata quale impollinante, as-

sicurarsi che sia carico di poll inc e scuoterlo

sul fiore da impollinare. Assicurarsi poi con

la lente che un po' eli polline si sia posato su-

gli stimmi. Si pub prendere anche un'antera

matura e carica di polline sulla punta della

pinzetta e passarla leggermente sugli stimmi

in modo che vi resti.

Se non si trovano antere aperte se ne see-

glie una ben gonfia e prossima a schiudersi e

294

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si apre con una punta delle pinzette. Con lestesse pinzette, con un pennellino 0 con unpezzetto di. carta assorbente sfilacciata si rae-coglie il polline e si passa sugli stimmi.

Quando si opera su larga scala

Quanto pen> si opera su scala piil estesa con-

viene cogliere in anticipo, uno, due 0 piu gior-ni prima dell'uso del polline, Ie antere, giaschiuse 0 prossime a schiudersi, destinate afornire ilpolline, riunirle in pacchetti di cartaassorbente 0 anche in scatolette di cartone econservarle in luogo asciutto e tiepido. Si pos-sono tenere anche in tasca. II polline costconservato si puc>usare fino alla distanza diuna settimana. Per una piu lunga conserva-zione del polline occorre un ambiente conmeno del 50 per cento di urnidita relativa.

Vi sono pero ifiori unisessuali per i quali

evidentemente non c'e nessuna castrazione dafare. Le Begonie, i Croton per esempio, hannofiori maschili (0 staminiferi) distinti dai fiorifemminili (0 pistilliferi). Qui basta traspor-

tare ilpolline dal fiore maschile al fiore fem-minile procurando pero di isolare i fiori fem-minili destinati ad essere impollinati artificial-mente per eliminare Ia possfbilita di feconda-zioni estranee non deside.rate.

Ma come fare a castrare un capolino di Cri-santemo, di Dalia, di Gerbera 0 di Mimosa?

Evidentemente e una operazione se non im-

possibile molto difficile, che puc>dare dei ri-sultati aleatori. Pero, qui ci viene in aiutomadre natura, Ia quale ha disposto Ie case in

modo da favorire la fecondazione incrociata.I pistilli, in queste piante, sono recettivi quan-do il polline non e ancora pronto e quindi lacastrazione e superflua. Possiamo non tenerconto del polline che arrivera dopo, a cosefatte, e impollinare a nostra volonta Ie dettepiante.

Naturalmente vi sara la possibilita di otte-nere qualche seme autofecondato, rna la mag-

gior parte saranno ibridi.Nelle composite (Dalie, Crisantemi, Gerbere,

ecc.) i fiori della periferia maturano prima

di quelli del centro, spesso con anticipo di

giorni e glomi, Del resto anche quando im-

pollinate una Rosa, un Garofano, un Gladiolo

ecc., vi conviene ripetere l'operazione a di-

stanza di 120 24 ore per ilcaso che la prima

impollinazione non abbia avuto effetto.

Impollinare sempre nelle ore piu calde e

piil asciutte del giorno -e mai quando ilpol-

line e gIi stimmi sono bagnati 0 umidi per

una recente pioggia 0per Ia ruglada,Antere, raccolte eventualmente urnide, deb-

bono essere asciugatesu carta assorbente.

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8/3/2019 Tecnica Pratica 1964_04

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IOno I. ,.1 •• I. tecnlch, che perm.ttono dl ,ulda'" I'occhlo del dilettante nell'.Meu.lone dl una

bella foto? A tall Interrogatlvl 'Ilpon....... o con qu•• ta .. ,Ie dl artlcoll .c,lttl d a un notlilime .. pertodl fototrafta, 11dottor G. R. Hamlal.

Cosi come esistono leggi che regolano la'disposizione delle Iinee in un quadro, ve

ne sono altre che regolano la distribu-zione armoniosa dei chiaro-scuri,

Infatti nella fotografia abbiamo a disposi-zione una scala di toni dal bianco puro alnero assoluto, che per comodita di linguaggiopossiamo raggruppare in tre grandi catego-rie : toni scuri, toni medi, toni chiari.

Un tono non considerato isolatamente rnacomparativamente ad un altro determina cio

che si. chiama « valore », per cui diremo cheun valore e giusto 0 non e giusto.II oianco puro di cui disponiamo e quello

della carta impiegata, ilnero assoluto dipen-de dall'intensita del nostro negative e dallastampa del positivo. Con questo bianco e conquesto nero dovremo esprimere tutti i valori

che entreranno nel quadro.

Nella fotografia in cui siamo costretti a rap-presentare la natura in bianco e nero (esclu-

diamo per ora la fotografia a colori, la qualeriehiede una tecniea ed un'arte speciali, pur-troppo fino ad ora non molto volgarizzati ) ecosa di somma importanza saper disporre

296

armoniosamente ivalori e distribuire abilmen-te ichiaro-scuri.

La resa dei chiaroscuri pub essere ottenutasecondo Ie esigenze del fotografo, usando I'aiu-to dei mezzi tecnici: vale a dire che i modernimateriali ortocromatico e pancromatico assi-curano una buona resa del chiaro-scuro. Nonsolo, ma certi toni possono essere accentuatifacendo uso di appropriati filtri, di cui nonstaremo a descrivere I'uso in questa sede.

La questione dei toni ci porta di conseguen-za a parlare delle ombre, Ie quali hanno unagrande irnportanza per la fotografia artistica.

L'ombra e sempre uguale dovunque e sem-pre? Assolutamente no.

L'ornbra, la cui intensita va degradando dal

punto di contatto con l'oggetto fino alia suaestremita, ha un colore suo proprio che dipen-de dal colore del corpo, dalla luce riflessa eda quella ambiente. Per questa ragione l'om-

bra di un albero fronzuto avra una diversacolorazione a seconda che sara proiettata sudi un prato verde, su di un velo d'acqua 0

sopra delle rocce; si avranno nei tre casi tretonalita differenti.

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L'ombra cade su di un prato; la luce ema-nata dalle foglie sara verde, la _luce riflessaproveniente dall'erba, egualmente verde; la lucediffusa e quella del sole che venendo ad ur-tare ibordi dell'albero ed incontrando quindiuna resistenza fissa viene dispersa. I raggivioletri ed azzurri (ad onda corta) piu dlspersi

avvolgeranno l'ornbra di luce violetta azzurracomunicandole un calore verde-azzurrognolo

accentuato.Se l'ornbra cade su di un velo d'acqua, cam-

bia solo la lucc riflessa composta di raggibianchi-azzurri vivissimi. La tinta verde dellefogJie si indebolira e iI colore dominante del-

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Per ott.n.r. un'armoniosa distribuzione d.1 to-

ni n.1 quadro ch. Ii vuol rappr.sentar., I'occhio

del fotografo d.v. elser. e.. rcitato a caplr., pri-

ma d.llo Icatto, quale lara all'lnclrca II rllultato

final•.

Fig. 2 - Lamassa obliqua che taglla IIquadro a va-

lori uguall dl ombra e dl luee cOltringe I'occhioa"scorrere lungo la linea dl separazlone • non gilpermett. dl .ntrare nel quadro. E' Impoilibile

filsare 10 Iguardo IU una 0 sull'altra masla.

l'ombra risultera di un verde grigio Iegger-

mente azzurro.L'ombra risultera infine verde-rossastro se

cade su delle rocce rossastre.Nel paesaggio infine dobblamo considerare I

fenomeni della prospettiva di colori, per cui,per un meccanismo fisico basato sulla disper-

sione della luce (che qui e inutile spiegare)i primi piani appaiono come inondati di raggirossi e gialli, mentre i piani lontani invece diapparirci nel loro colore 'proprio ci si presen-tano come avvolti da tonalita azzurre violaceepill 0meno accentuate. Di conseguenza per iprimi piani occorre una posa maggiore chenon per quelli lontani, talvolta molto pill fortedi quanto possiamo supporre.

Naturalmente, per ottenere una armoniosadistribuzione dei toni nel quadro che si vuolrappresentare, l'occhio dell'artista fotografo

deve essere esercitato a immaginare e capireprima dello scatto dell'otturatore quale sara

all'incirca ilrisultato finale.L'arte del chiaro-scuro e sottomessa ad una

specie di legge che si suole definire ampiezza,

298

Dare dell'arnpiezza al chciaro-scuro significa

disporre sulla superficie del quadro i diversitoni in larghi gruppi, riservando una certaregione del quadro ai toni della gamma me-dia ed evitando 10 sparpagliamento del toniche la fotografia tenderebbe a dare. Una ri-partizione uniforrne per tutto il quadro deivari toni tenderebbe a renderne l'aspetto mo-notono; il disegno confuso, comunicando al-

I'osservatore un senso di fiacchezza.

L'occhio dell'osservatore, scorgendo a di-stanza la fotografia, prima ancora di distin-guere la natura degli oggetti che i toni rap-presentano ,deve rimanere soddisfatto della di-sposizione eli questi toni.Negli stueli di interni (il ritratto ad esem-

pia) la scelta dei toni e un po' pill facile, inquanto l'artista, nel determinare l'ampiezza, sipotra aiutare regolando l'illuminazione, see-

gliendo un vestito pill chiaro 0 pill scuro, rno-dificando il tono del fondo, quello degli ac-cessori e cosi via.

Nell'articolo precedente abbiamo visto quan-to sia utile l'osservazione delle opere dei gran-

Fig. 3 - Buon .semplo di ineguagllanza d.lI. mas-Ie. I personaggl In pi.dl • I. acdd.ntallta d.1 t.r-

r.no .levant.11 n.1 d.lo attlrano e aiutano adattlrare 10 Iguardo e a ritenerloobbllgandolo a

!)aslar. In rlvlsta tutte I. patti d.1 quadro.

Fig. 4 - E••mpio piu compl.sso ova masse orlz-zontall • malse oblique a tonallta oscur•• chlar.

Ii oppongono e sl sostengono senza che sia alt.

rata la regola ch. non Iideve mai dare ugua-

gllan%adi masse.

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di maestri della pittura per imparare a otte-nere delle buone inquadrature. Anche per la• distribuzione dei toni questi maestri possonoesserci di ottima guida.

La pratica generale di questi maestri consi-steva nel non assegnare pill di un quarto delquadro alla luce, compresi ilchiaro principalee i chiari secondari, un'altro quarto all'ombrae ilrestante spazio alle mezze tinte.

Questa distribuzione e stata adottata per ipaesaggi, i soggetti storici, i ritratti 0 la na-tura morta.

Naturalmente la divisione del quadro su in-

dicata non e una regola assoluta, rna e unamedia felice per ilpiacere degli occhi.

Vi e da dire in pill che queste proporzionisecondo la personalita e ilgusto dell'artistapossono variare all'infinito. Rembrandt, adesernpio,che desiderava spesso comunicare con

l'anima dell'osservatore, ha limitato il campodella luce ad un ottavo circa, oscurando ilresto della figura a vantaggio dell'espressionemorale. Sacrificava cioe con toni scuri la gaiez-

za esteriore della spettacolo, per dare risaltocon Ie luci alla poesia intima dei pensieri.Rubensal contrario lasciava alla luce un terzodella superficie, da cui quella amabile magni-

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ficenza, quella pompa seducente chiara e feliceche ci incanta al punto che ciascuno di noidesidererebbe trovarsi sul luogo delle scene dalui rappresentate.L'arnpiezza del chiaro-scuro e realizzata in

parte nel paesaggio dalla natura stessa: si han-no difatti due parti separate, il cielo da unlato, la terra dall'altro. II primo contiene itoni della gamma chiara e di queUa media;terreni contengono i toni pill variati.

Distribuzione dei valoriPer la valutazione delle masse di luce e di

ombra servono le stesse regole che governanol'ordinamento delle linee e delle forme che ab-biamo gia visto.Vediamo dapprirna la valutazione delle mas-

se verticali. .

Un quadro che presentasse uguale distri-

buzione di valori chiari e valori scuri sarebbedisastroso. L'occhio, sollecitato da una super-ficie chiara e da una scura, correrebbe lungo

la linea di separazione delle masse e non en-trerebbe nel quadro per I'equilibrio troppoperfetto tra le due opposizioni. Tale potrebbeessere la fotografia di una strada, in cui tutte

299

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Ie case e Ia via intera fossero nell'ornbra con

ilcielo luminoso in alto penetrante nella stra-da in una V dl ombra. E' indispensabile per-

cio bilanclare Ie verticali di luce con le verti-cali di ombra: e cio e possibile con ichiari

delle finestre che richiamano ilchiaro del cie-10 in modo meno intenso, oppure illuminando

i muri. Ripetiamo quindi che non si deve mai

dare uguaglianza di masse.

Consideriarno ora le masse oblique. Se lamassa obliqua taglia diagonalmente ilquadro

con valorl uguali di luci e di ombre, l'occhio

scorre lungo Ia linea tli separazione e nonriesce ad entrare nel quadro. E' impossibile

fissare 10 sguardo sull'una 0 sull'altra delle

masse (fig. 1).

Nella fig. 2 si ha un buon esempio di ine-

guaglianza di masse non solo, rna i personaggi

in piedi e Ie sporgenze dal terreno elevantisinel cielo attirano 10 sguardo e 10 trattengono

obbligandolo a passare in rivista tutte Ie par-

ti del quadro, Qui 1a dominante, l'ombra, eun'obliqua sostenuta da verticali d'ombra, an-che se piccola,

300

La fig. 4 e un esempio pili complesso in cui

masse orizzontali e masse oblique, a tonalita

scure e chiare, si oppongono e si sostengono

come se si trattasse di linee e di forme.Quanto abbiamo detto sui toni ci sembra

sufficiente per chi si avvicina alla fotografia

artistica.E' logico che la perfezione (se e lecito usa-

re questo termine) si acquisira solo con l'espe-

rienza.Teoricamente il fatto di chiaro-scuri, di Ii-

nee e di forme, di composizione, di inquadra-tura e impresa molto difficile.

Come e stato detto all'inizio di questa serie

di articoli, quando c'e di mezzo l'arte (istin-tiva e libera corn'e nella sua essenza) non emolto agevo1eparlare di regole, leggi e simili.

Vogliamo ribadire cioe che quanto e statescritto in questo corso serve solo per guidaree impostare il neo-artista fotografo. La sua

personalita e il suo estro, se ci saranno, tro-

veranno con queste basi la strada pili facileper sfociare nella realizzazione di vere opered'arte,

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~

. . c o l a

~ T R A N S I S T O R I

Con un

calcolo

facile ;:...---

un apparato""---:::molto utile

a parola convertitore trova diversi riferi-

~_~ mend in elettronica. QueUo trattato inqueste pagine serve ad elevare la ten-

sione continua, generata da una pila 0 da un

accumulatore, ai valori desiderati. In altreparole ilconvertitore qui trattato s'volge que-

gIi stessi compiti affidati al trasformatore neicircuiti a tensione alternata.Qual e l'utilita di 'un convertitore a transi>

tori? La prima fra tutte, certarnente, e quelladi poter implegare Ie normali batterie d'auto

o di mota, in sastituzione delle costose pile,quando si debba alimentare un ricevitore ra-

dio, un amplificatore, un registratore, una fo -novaligia 0un televisore nelle localita sprov-

viste di energia elettrica. Gli impieghi di unconvertitore, tuttavia, sono molteplici, e non

starema certoqui ad elencarli ai nostri lettoriche avranno gia intravisto in questo progettola possibilita di risolvere un loro particolareproblema tecnico. .

Avremo potuto in modo assai semplice pre-

sentare e descrivere un particolare tipo diconvertitore a translstori, rna. ilsuo impiego

sarebbe risultato sufficiente in pochi casi par-ticoJari. Ritenendo di far cosa gradita a i Fedelilettori appassionati di elettronica, pertanto,abbiamo voluto esporre, nella forma piu sem-

pllce possibile, l'intero procedimento di cal-colo teorico del convertitore, facendo segdire,successivamente, aIla nostra esposizione teo-

rica un esernplo di realizzazione pratica. In

questo modo ognuno 'sara in grade di C"

_....t'I·h'r ..; iltipo di convertitore pill adatto aIle

301

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Definizioni Simboli Unha

Potenza effettiva del convertitore Pe WPotenza utile del convertitore Pu W

Tensione utile all'uscita. Vu VCorrente utile all'uscita Iu rnATensione d'alimentazione Ve VFrequenza d'oscillatore F HzCorrente di base del transistore Ib rnATensione massima suI eollettore Ve max. VTensione massima di collett ore Ie max. rnASezione del nueleo Sn em'Larghezza del nueleo a emSpessore del nueleo e emSuperficie di una finestra Sf em'Larghezza della finestra b emAltezza della finestra h emNumero delle spire prima rio base Ll

Numero delle spire primario collettore L2Numero delle spire secondario L3Diametro filo primario base dlDiametro filo primario cellettore d2 mm,Diametro fila seeondario d3 mmCoefficiente d'amplificazione Hfe mm

Procedimento di cal colo

Per calcolare ilvalore dei eomponenti diun eonvertitore a due transistori oeeorre sta-

bilire, anzitutto, il valore della tensione ehe

si vuole ottenere all'uscita del eonvertitorestesso e ehe definiremo con «Vu ». Occorrealtresi stabllire Ia correnteche si vuole asser-bire, ohe ehiameremo con « Iu », e fa potenzanecessaria per U funzionamento del complesso

ehe si vuole alimentare con ileonvertitore,

che indicheremo con. « Pu », La potenza Pu euguale al prodotto:

Pu = Vu X Iu

in cui Vu e espressa in volt e Iu e espressa

in. ampere.

Conoseendo ilvalore di Pu e possibile risa-lire al valore della potenza effettiva del con-vertitore con la seguente formula.

Pe = Pu X 1,3in cui Pe sta ad indlcare ilvalon: della. po-tenza effettiva. Tale formula e valida quandoilsecondario del trasformatore (L3 in fig: 2)e unieo, Quando l'avvolgimento seeondario deltrasformatore (Tl in fig. 2) e dotato e li presacentrale, vale la formula;

Pe = Pu X 1,5

in cui, come al solito, Pe sta ad indicare la

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,

potenza effettiva del convertitore e Pu la po-tenza che si vuol assorbire.

Scelta della frequenzaUn'altra grandezza elettrica che si deve fi s-

sare per ilealcolo del convertitore e la fre-

quenza d'oscillazlone dei due transistori (TRle TR2 in fig. 2). Indichiamo tale frequenza

con la lettera F. Essa deve essere com-presa fra i 300 e i lOoodeli al secondo. Tut-tavia, in relazione alla potenza, si fa unascelta piu precisa, Se la potenza effettiva (Pe)

oltrepassa i100 watt, la frequenza G dovra

avereun valore basso (300-400 cicli al secon-do); per potenze effettive inferiori ai 100 wattla frequenza pub arrivare fino a 1000 cicli alsecondo.

II circuito magneticoII circuito magnetico, doe' it nucleo del tra-

sformatore (Pu in fig.2),

costituisce un altroimportante elemento da calcolare,La scelta del eircuito magnetico, cioe del

pacco dei lamierini, si effettua determinandoi1 valore di: .

Sn X Sf

in cui So. rappresenta la sezione del nucleo,espressa in cm'; it valore di Sn si ottiene mol-tiplicando Ie grandezze «a» e «e,. desunte

dana Tabella 2. II fat tore Sf rappresenta I'area

della finestra del lamierino, espressa in em'.

Il valore di Sf si ottiene moItiplicando Ie

grandezze ..b ,.e .. h " desunte dalla Tabella 2.IIprodotto ora citato vale:

120 x PeSf X Sn =

F

ConoscendoH valore del prodotto Sf x Sn,

si effettua la scelta del tipo di lamierino ri-

correndo alIa Tabella 2 (ultima colonna dellatabella 2). Se,· ad esempio, it valore trovato edi 3,5 em', possiamo scegliere il lamierinoN· 6, che nella tabella, e consigliabUe perch.e Hvalore di 3,5 ern' e compreso tra 3,3 e 6 ,6 em',

Si potra anche seegliere U lamierino N' 7 che,nell'ultima colonna della tabella 2, trova cor-

rispondenza fra i valori 3,45 e 6,9.Scelto it tipo di lamierino e conoscendo it

valore di Sf)( Sn, occorre stabilire l'entitadi Sf e di Sn.II valore di Sf 10 si desume daUa penultima

colonna della tabella 2: per conoscere ilvaloredi Sn. bastera, quindi.· dividete it prodotto

Sf X Sn per Sf e si otterra, di conseguenza,

it valore della sezione del nucleo. Dividendoilvalore di Sn per la larghezza della colonna

centrale del nucleo « a ". si determlna 10 spes-sore del pacco lamellare'« e J>. E' ovvio che

c e s non deve essere inferiore ad «a », Se cibsi verificasse, occorrera scegliere un altro tipo

di lamierino, caratterizzato da una grandezza« e » piu piccola.

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Fig. 4 - L. I.tt.re rlportat. lui nuel" (paceo dllaml.rinl) trovano eorrllpondenza n.lla Tabella 2.

Avvolgimenti del trasformatoreGli avvolgimenti del trasformatore TI, rap-

presentato in fig. 2, sono tre: Ll-U-L3.IInumero delle spire di L1 e determinato

dalla formula:5600 X (Ve - 0,5)

Ll = - - - - - - -F X Sn

Tale avvolgimento e dotato della presa cen-trale B.

IInumero delle spire dell'avvolgimento Usi determina mediante la formula:

3,5 X LlU=----

(Ve - 0,5)Anche in questo avvolgimento occorrera ri-

cavare, esattamente alia meta di esso, la presacentrale E.11 numero di spire dell'avvolgimento secon-

dario L3 si ottiene come segue:

L1 X Vu X U'L3 = -------

Ve - 0,5

Scelta dei transistoriPrima di stabilire ildiani:etro del filo neces-

sario per effettuare itre avvolgimenti del tra-

sformatore TI, occorre effettuare la scelta deitransistori.

Mediante la formula:Pe

Ic max. =Ve

sl stabilisce la corrente massima che circolanel collettore e pertanto i .transistori da Im-

piegare . dovranno sopportareuna· tale cor-rente od anche una corrente di valore supe-riore (0,7 e ilrendimento medic del conver-titore).

304

La massima tensione di collettore dei tran-sistori si ottiene mediante la formula:

Vc max. = 2,4 X Vein cui Ve rappresenta la tensione di alimen-tazione continua del convertitore.Conoscendo ivalori Vc max. e Ie max. e

possibile effettuare la scelta del transistore.Se, ad esempio, sia Vc max. = 24 volt e Iemax. = 30 milliampere. si possono impiegare

due 0C72, i quali hanno valori massimi moltosuperiori.

Un altro parametro dei transistori, che inte-ressa conoscere, e il loro coefficiente di am-plificazione, che viene indica to, solitamente,eon diverse espressioni (Hfe, H21e, ecc.), Talevalore si rieava dai dati earatteristici dei tran-sistori.

Diametro del filoPasslamo ora al calcolo del diametro del

filo impiegato nei' tre avvolgimenti:dl = L1; d2 = U; d3 = L3

Fig. 5 • Esemplo di fllsagglo IU ,.Ialo m.talllco

dl un tranilitore OC30. A: viti dl fllsagglo; B:plaltrina Iiolant.; C: rondell. Iiolantl; D: capo-

corda; E: dadi dl IIlla9910.

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N' Dimensioni (in mm)

d'ordine

I b c

1 0,9 1 4,5

2 10 5 53 10 8 54 12,8 6,4 6,45 13 6,5 6,56 14 8 71 14 8 78 14 8 79 14 8 710 15 1 7,511 16 8 812 17,5 8,15 8,751 3 17,5 8,75 8,7514 17,5 8,75 8,7515 17,5 8,5 916 18 10 917 18,5 7,15 9,2518 20 10 1019 20 10 1020 20 10 1021 20 17,5 10

II valore dl si ricava dalla tabella 3 in cor-rispondenza di Ic max.Se, ad esempio, Ic max. e di 70 r nA , i 1 dia-

metro del filo sara di 0,22 mrn,Per ottenere ilvalore di d2 bisogna stabi-

lire la corrente di base che circo)a in L2,mediante la formula:

Ie max.Ib = -----

Hfe X 1,41

in cui Hfe rappresenta il coefficiente di am-plificazione del transistore,Una volta conosciuto it valore Ib, si rlcava

i1 diametro del filo dalla tabella 3.11 val ore di d3 si rileva anch'esso dalla ta-

bella 3, tenendo presente che it valore dellacorrente e dato da: Iu X 1,3.

Gli altri componenti

Facendo riferimento a110schema elettrico difig. 1, si nota che restano da determinare ivalori delle resistenze Rl ed lU e dei conden-sa tori elettrolitici Cl e C2. It val ore del rad-drizzatore al selenio RSI si determina Iacil-mente in base alla tensione e alla corrented'uscita del convertitore. II valore di Rl siottiene mediante la formula:

500 X vv«

Rl = ibin cui Ib e espresso in milliampere.

Pararnetri

h Sf (em') Sn X Sf (em')-

19 13,3 1,08 a 2,16

15 0,75 0,75 aI,S14,6 1,17 'I 1,17 a 2,3419,2 1,23 2 a 453,S 3,48 5,9 a 11,8

I21 1,68 3,3 a 6,622 1,76 3,45 a 6,944 3,52 6,9 a 13,851 -4,08 8 a 1621 1,47 3,3 a 6,624 1,92 4,9 a 9,852,5 4,60 14,1 a 28,2

I

61,25 ~,35 16,4 a 32,826,25 2,30 7 a 1426 2,20 6,75 a 13,528 2,80 9,1 a 18,22 6 2,02 1,3 a 14,630 3 12 a 2460 6 24 a 4870 7 28 a 5655 9,6 38,4 a 76,8

II valore di R2 sl ottiene mediante la for-mula:

R2 = 4 X Rl X VeII valore di Cl non e critico e pub essere

scelto fra 10 e 50 mF.I componenti RSI e C2 vanno scelti proper-zionalmente aIle 1:ensioni e alle correnti diuscita, Comunque questi ultimi due compo-nenti nulla han no a ehe vedere con ilcalcolodel convertitore vero e proprio.

Esempio pratico

Facciamo seguire ora, alIa esposizione delprocedimento teorico del calcolo di un con-vertitore, un esempio di pratiea applicazione,E supponiamo di aver a disposizione la ten-

sione di alimentazione di 12 volt. Vogliamocostruire un convertitore in grado di forniread un ricevitore radio la corrente anodica di12 milliampere e la tensione di 90 volt.Calcoliamo subito la potenza d'uscita del

convertitore Pu e la sua potenza effettiva Pe.Applicando le formule ormai note, avremo:Pu = Vu X Iu = 90 X 0,012 = 1,08 wattPe = Pu X 1,3 = 1,08 X 1,3 = 2,34 watt

per F scegliamo ilvalore di 600 Hz.

120 X Pe 12b X 2,34Sf X Sn = = = 0,47

f 6 00

Ricorrendo all'ultima colonna della tabella 2,cl accorgiamo che non esiste il valore ora tro-

305

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TAIIEIJA 3

Diametro filo (mm) Corrente (rnA)I

0,06 8,50,07 11,5

0,08 150,09 190,10 23,S0,11 290,12 340,15 530,18 770,20 95

I:1

0,22 1150,25 1480,28 1900,30 2100,32 2400,35 2900,38 3400,40 3800,45 4800,50 5900,55 7200,60 I 850 I

0.65 10000,70 11600,75 13300,80 15000,85 17000,90 19000,95 2100 1

1.00 2400

vato e che quello che piil si avvicina e it N' 2.che e compreso tra 0,75 e 1,5. Scegliamo per-

tanto questo. Nella. penultima colonna della

Tabella 2 al numero d'ordine 2 corrisponde ilvalore Sf = 0,75. Avremo allora :

Sf X Sn 0,47Sn = = = = - - = 0.63

Sf 0,75

Lo spessore del nueleo «e» vale:

Sn 0,63 .- - ' - - - = = 0,63 cm = 6,3 mma 1 .

Calcoliamo ora ilnumero.delle spire dei treayvolgimenti del trasformatore T1: Ll-U-L3.

5600x (Ve-O,5) 5600 X (12-0,5)

Ll==-------==-------~F X Sn 60 0 x 0,63

5600X (11.5) 64400

-------= ----600 X 0,63 378

= =170 spire con presa al centro.

3,5 X L1 3,5 X 170 597L2 = ------- = - - - - - -Ve-O,5 11.5 11.5

= 52 spire con presa al centro.

306

L3 =Ll xVu X 1,1

Ve-O,5

16800

1 7 0 X 90 X 1,1

12-0,5=

:;:: '-.= 1460 spire.11,5

Calcoliamo ora la tensione di collettore mas-sima e la corrente di collettore massima per

poter effettuare la scelta dei due transistori.Avremo: .

Pe 2,34Ie max. '- -- = =-- = 0,195A = 195rnA

Ve 12

Vc max. = Ve X 2,4 = = 12 X 2.4 = = 28,8 voltSi PUQ scegliere i1 transistore OC30 che ha

una tensione di collettore massima 'Vc max. = =21 volt ed una corrente di collettore massima

Ie max. = 1,5 A; utilizzando tale transistoresi ha un buon margine di sicurezza.II transistore OC30ha un coefficiente di am-

plificazione Hfe = 35.Ricorrendo alla tabella 3 si nota che in corri-spondenza alla corrente Ic max. = 195 rnA,

corrisponde ildiametro del filo 0,28 mm. Per-tanto avremo:

dl = 0,28mrnper determinare ildiametra d2 occorre stabi-lire la corrente di base lb. Avremo:

Ic max. 195mAd 5,6 mAb = ---- = = - - - -

Hfe 35

Ricorrendo alIa tabella 3 deduciama il va-lore de) diametro d2 = 0.05mm. Considerandoche risulta difficile avvolgere tanto fila COS!

sottile, in pratica si PU Q benissimo scegliere

un fila di diametro 0,1mm., che serve per cam-plessi di potenza sino a 15watt. Quindi avremo :

d2 = 0.1 mm

La corrente che fluisce attraverso l'avvolgi-mento L3 e pari a (circa):

Iu X 1,3

nel nostro caso avremo:

0,012 X 1,3 = = 0.0156A = 15,6 rnA

a tale corrente, sempre ricorrendo alla ta-

bella 3, corrisponde ildiametro di 0,08 mm.Anche in questa caso possiamo utilizzare i1filo da 0,1 mm. per cui avremo:

d3 = 0,1 m mII valore delle resistenze Rl ed R2 e:

500 VVe 500 V12 500 X 3,4

Rl = = - - - - = = - - - - = ---- = =Ib 5.6,6

1700

= = = 304 ohm5,6

R2 = = 4 X. Rl x Ve = = 4 X 300 x 12-=

= 14400ohmPer Ja determinazione delle grandezze deglialtri componenti it convertitore e gill statedetto ampiamente in precedenza.

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Corsomontatorier

di

elettrodomestici

6V [ N T l l A T O R [

Ed eccoci arrivati all'ultima puntata del no-stro corso per montatori di elettrodomesti-ci: ilventilatore «Eolino », Sl, siamo d'ac-

corda con voi amici lettori, e con voi ricor-diarno ilvecchio adagio ... «aprile non ti sco-prire », che vorrebbe anche dire che in aprilenon si usa il ventilatore. Ma, per imparare,tutti imesi dell'anno vanno bene e poi se con-

sideriamo che ci troviamo aIle porte dell'esta-te, e che e sempre bene prepararsi in tempoa difendersi dalla calura estiva, non riman-diamo ulteriormente l'attuazione dei nostriprogrammi, delle nostre idee, dei nostri buonipropositi. Mettiamoci pure all'opera per nonfarci cogliere ana sprovvista.E vorremmo dirvi di piu, e cioe che ilven-

tilatore, come tutti gll altri elettrodomestici,

non eproprio un apparecchio ... " stagionale ».

C'e infatti chi 10usa anche d'inverno, non pro-

prio per rinfrescarsi, bensi per ... riscaldarsi! E

sapetecome? Facendo semplicemente funzio-nare il ventilatore davanti ad Una stufa 0 alradiatore del termosifone, con Ie pale rivoltead esso, in modo da forzare rapidamente la dif-

308

fusione dell'aria caJda negli ambienti. E' unasoluzione sernplice, elementare che vale tut-tavia la pena di provare, per difendersi me-glio dal freddo.Ma lasciarno da parte gli usi piu 0 meno

appropriati del ventilatore per conoscere davicino il nostro elettrodomestico presentatoin queste pagine.II ventilatore « Eolinc » e un elettrodome-

stico elegante, perche ha una linea sobria emoderna, una finitura accurata e dei piacevoficolori combinati. E' pratico perche e facil-mente applicabile aIle pareti oltre che sul ta-volino e perche e realizzato in modo da poterorientare la sua azione in tutte Ie direzioni.E' resistente perche anche dopo lungo funziona-mento conserva Ia sua temperatura normale.E' silenzioso perche e perfettamente bilanciatonelle sue parti rotanti ed e costruito con av-veduti criteri tecnici. La potenza del motore

e di 30 watt e cio significa che ilventilatoreconsuma come una normale lampadina da30 candele.

La scatola di montaggio

Prima di iniziare l'opera di montaggio delventilatore, il lettore che ordina la scatolacontenente tutti i componenti dovra accertarsidella presenza di tutte le parti, disponendole

ordinatamente sopra una tavola, e prenderne

diretta conoscenza.

II contenuto della scatola di montaggio con-sta di: 1 piedistallo di metallo cromato; 1 ca-lotta-custodia di plastica colorata; 1 ventola atre pale di polietilene; 1 motore da 30 watt;

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PREZZO SCATOLA

DI MONTAGGIO

Vilta completa delle parti componenti cont.nute

nella Icatola di montaggio.

1 cordone di alimentazione completo di spina;2 dadi; 1 vite con perno di ottone per ilser-raggio della ventola; 1 interruttore; 1 nastrodi carta nera isolante; 1 ponte metalIico per

ilsostegno del motore; 5 palline trasparentidi plastica che costituiscono i piedini del ven-tilatore.

Fasi di montaggio

La prima operazione da farsi per il mon-taggio del ventilatore e queUa di avvitare ilponte metaIIico suI motore, IIponte va avvi-tato dalla parte .opposta a quella in cui spargel'asse motore, sopra le due viti sporgenti poste

diagonalmente sul quadrangolo della carcassadel motore stesso; per tale prima operazione

ci si servira dei due appositi dadi contenutinella scatola di montaggio.

La seconda operazione consiste nell'introdur-re l'interruttore nell'apposito foro ricavato nel-la parte alta del ponte metallico. Tale opera-zione, ovviamente, va fatta dopo aver svitatoe tolto l'aneUo di plastica dell'interruttore.Bisogna preoccuparsi durante questo lavorodi introdurre bene, fino in fondo, ilcollo del-l'interruttore nel foro del ponte metallico.Eventualmente, se cio e necessario, occorrerasvasare un pochino ilforo.

DOpoaver introdotto l'interruttore nella suasede,\si dovra preparare ilpiedistaIIo. Questolavorq consiste nell'introdurre nel tondino,checostituisce appunto il piedistaIlo, le cinque

L . 3 0 0 0Nel preuo sana cernprese pure Ie spese

di spe dizione. Non si occettano ordinc-

zlon] in eontrcsseqno. L'importo deve es-

sere inviatc, trcrnlte vaglia nor-mule a

c_c.p_ N. 3/49018, a « Ediziolli Cervinia -Via Gluck 59 - Milano II.

.palline di plastica trasparente.Di queste cinque paIline, tre vanno a for-

mare i tre piedini del ventilatore, mentre Iealtre due servono come elementi di fissaggioe di snodo del corpo del ventilatore sui duebracci laterali del piedistallo,Le palline vanno sisterhate come e dato a

vedere in figura: una nella parte anteriore edue posteriormente.

Una volta pronto iI piedistallo, si potra ap-plicare la calotta nei due bracci superiori delpiedistallo stesso. Questa operazione non ri-chiede alcuna perizia tecnica e neppure alcunattrezzo: si effettua molto semplicemente conle dita delle due mani.

Circuito elettrico

Prima di introdurre ilmotore nella calotta-custodia bisogna realizzare ilsemplice circuitoelettrico, quello che permette, mediante I'in-terruttore a pulsante, di avviare ilventilatore

o di fermarlo.Le operazioni elettriche Iiniziano con la pre-

parazione dei fili conduttori. Cio significa chebisogna spellare le estremita dei due fili con-

309

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duttori che fuoriescono dal motore e cost pure

quelle del cordonedi alimentazione.

Lo spellamento dei fili va fatto in misuradiversa. Ma prima di parI are di db vediamo

come va realizzato ilcircuito in pratica.

Un filo uscente dal motore dovra essere fis-sato, mediante l'apposita piccola vite, in uno

dei due forellini dell'interruttore, indifferente-mente nell'uno 0 nell'altro. L'altro filo uscentedal motore va collegato ad uno dei due con-duttori che compongono ilcordone di alimen-tazione; sarebbe bene che questo collegamento

venisse effettuato mediante saldatura a stagnoe poi ricoperto con nastro Isolantez rna la sal-datura a stagna non e strettamente riecessaraa,

e chi non ha a portata di mano un :>i:tJ,Uil,LVI

elettrico potra accontentarsi di unire aidue fili, attorcigliandoli bene uno

A proposito di spellamento dei fiJi

possiamo dire ora che iduecitati, quello del conduttore nr,n",F>n;

motore e quello di uno dei, conduttori 1 1 " " ' . . . . . . : 1 \ , . _

done di alimentazione vanno spellati "'U'IT<I,U1<IJ,1

per almena un centimetro, in modotire una perfetta unione.

I. terminali degli altriinvece, dovranno essere

ghezza di due m~,~~~~~~~~~~~do che la lora partenamente ai due forellini

Per ilserraggio di questi "1"!Ii!''''~'':!!!:

servirsi di un piccolostringere bene poi le duegrande rovina la testa delle vitl. 'da risultati sicuri.

Tutte queste operazioni elettriche vanno fat-te dopo aver introdotto ilcordone di alimen-

tazione nell'apposito foro ricavato nella parte

posteriore della calotta-custodia di plastica.

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Inserimento del motore

L'inserimento del motore, internamente alIacalotta-custodia, costituisce una delle ultimeoperazioni del montaggio dell'intero ventila-tore.Ovviamente il motore va introdotto dalla

in cui e applicato il ponte metallieo.dell'induzione del motore, pen). oecorre

la sua careassa metalliea (pacco diCOD Ia striscia dl, carta nera iso-

tenuta nella scatola di montaggio.del motore alla calotta-custodia

semplicemente mediante l'anello didell'interruttore. II pulsante dell'inter-va introdotto esattamente nell'apposito

no sostenrto da quattro bracci a cro-

e presentnelJa parte posteriore internacalotta. 'i:mportante stringere bene

'anello a vite [ell'Interruttore, perche esso co-stituisce l'uniqb punto di appoggio e di soste-gno del motore.

Applicazione della ventola

fase di montaggio e costituita dal-della ventola sull'asse del mo-

sull'albero ilpernetto diesso si innesta la ventola.mediante avvitamento del-

I=~~~~~l:~~~e, attraverso ilforo pra-della ventola. L'avvitamento

attira il pernetto di ottone verso ilcilindrettointerne alla ventola, facendolo stringere sern-pre pili sull'albero del motore.E COS1 termina ilmontaggio del ventilatore

e non resta che metterlo in mota per provarneI'eflicienza.

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L'unico punto di fi5Saggio del motore 0110 calottoe costltuito dall'anellino di chiusura dell'interrut.

tore a pulsante.

II lettore si accorgera che il motore dopoun po' di tempo si riscalda un pochino e con-serva poi, durante ilfunzionamento, una tem-peratura costante,

Cio si ottiene in virtu delle alette ricavatenel disco centrale della ventola che, al contra-rio di quanto fanno le ,pale, inviano l'aria in-ternamente alIa calotta. Varia fluisce attorno

al motore, 10 raffredda ed esce dalla parteposteriore della calotta-supporto, attraverso il

foro posteriore in cui si trova l'interruttore.

II lettore potra accertarsi di questo sistema

312

II fissaggio della ventola sull'albero motore sieffettua semplicemente avvitando una piccola vite

sui perno di otton •.

di raffreddamento avvicinando la sigarettaaccesa alle palette centrali della ventola : si

accorgera che il furno, anziche essere proiet-

tato in avanti, viene lanciato all'indietro.

'Per concludere la nostra esposizione vo-

gliamo ricordare al lettore che questo sempliceelettrodomestico PU Q essere indifferentementeusato sopra un tavolo, per terra

°applicato

al mum; in quest'ultimo casu bisognera to-gliere dal piedistallo le tre palline di plasticatrasparente che costituiscono i piedini di appoggio del ventilatore.

IL PISTONEIN S£D£

Una dell. tante piccole difficoltci in-

contrate dol meccanici d'auto, nell 'e·

sercizio del loro quotidiano lavoro, equella dl rimettere In sede iI pistone,

dopo 10 lostituzione dei segmentl vee·

chi con quelli nuovi. La soluzione pi"

sempllce e pi" rapida del problema,

quella che noi suggeriamo, consiste

nell'avvolgere 10 lona del segmentl con

una fasc.tta metallica. Con Ie pinn sl

stringono I terminali della faKetta,

che manterra bene In sede l ' segmentl,

e con una mana dl legno II batte, een-temporaneamente, sullo testa del pl-stone.

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P R O N T U A R I O D [ [ l E ' Y A L V O L E E l E T T R O N I C H EOu••t. pagln., anleme a quell. che verranno pubbllcate riel 'Iuccesslvl num.ri della Rivista;po-tran;,o .. sere .taccat •• ' raccolt. In un unico raccogntore performar., alia Ane, un ,prezioso,utili ••imo mC\l1ualetto perfettamente aggiornato.

PENTODO

AMPL AF·MF(wec. locktal)

1 N 5

PENTODO

AMPL AF-MF(zoee, mlniatura)

1 N 6

5DIODO PENTODO

AMPL RlVEL '(zocc. mintatura)

Vi = lAY Va = 90 VIf = 0.05 A Vd = 90 V

VgI

=0 V

Ia = 1,6 mAIg2 = 0,35 mA

Vf:;;; .1,4 VIf = 0,05 .A

V,a := 90 VVg2 = 90 VVgl = 0 VIa = 1,2 ~

IiIl= 0,3mA

VI:= 1,4 V VaIf :;.0;05 A Vg2

VgIla

I g 2 '

=9OV= 90 V,= - 4,5 V= 3,4 mA

= 0,7 mA

.ua

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PENTODOAMPL AF-MF(zocc. rnlnlatura)

Vf = 1,4 V Va = 90 VIf = 0,05 A Vg2 = 90 V

VgI = Z ,3 rnA

la = 0 V192 = 0,7 rnA

1 P 5

PENTODO FINALE(eoec, mlnlatura)

VI = 1,4 V Va = 90 VIf = 0,1 A VgZ = 90 V

VgI = . . . , . . 4,5 Vla = 9,5 rnA

192 = "1,3 rnARa = 8.000 ohmWu = 0,%7 W.

1 Q 5

VI = 1,4 V Va = 67,5 VIf = 0,1 A VgZ = 67,5 V

6VgI =ovla ="1,6 rnA192 = 0,4 rnA

1 R 5

CONVERTITOREDIFREQUENZA(zoee, mInIatUra)

VI = 1,4 V Va = 90 VIf = 0,05 A Vg2...,..4 = 67V

Vg3 = 0 Vla = 1,5 rnA

192 = 3,5 rnA

1 S 4Vf = 1,4 V VaIf = 0,1 A v'z

VgIIa192RaWu

=90V= 67,5 V= . . . , . . 7 V=7,4 rnA= 1,4 rnA

=8.000 ohm

= 0,z7 W

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In effielenza II mlo reglstratore? Pub trattarsl" I una valvola esaurlta? Che ne dUe?, CLAUDIO MASETTI

Roma

Riteniamo che l'inconveniente manifestato-

si per la seconda volta nel suo registratore siadovuto alIa polvere che :in esso si introduce

col passare del tempo e con l'uso. E' questoun difetto abbastanza comune nei registra-tori. In pratica basta pulire le testine rna-gnetiche con un batuffolo di cotone legger-mente imbevuto di alcool, possibilmente pu-ro. Conviene inoltre effettuare anche la pu-lizia dei nastri (qualora si tratti di nastri gia

usati), facendo scorrere gli stessi Ira due

dita ed interponendo un batuffolino di coto-ne asciutto, in modo da togliere ogni eventua-

le residuo di polvere che, con l'uso, si depo-

sita sulle testine.

•ono un vostro nuovo lettore, eoltlvo l'hob-

by per la radlotecnlea e sono un appasslonato

e l l musiea. La domanda che vi pongo Ie la

seguente: potreste pubblieare 10 schema di

un metronomo elettronleo.

ALESSANDRO BERTOLIPotenza

Un piccolo ed economico metronome elet-tronico impiegante un solo transistore e sta-to pubblicato nel numero di ottobre '62 diTecnica Pratiea.

•ono in posse.ao dl un motore elettrico trio

fue con potenza 1/4 01/2 HP, ehe ho recu-perato da un frlgorifero indemolizione. Vorrei

eonoscere un vostro consiglio per poterlo Im-piegare utllmente in qualche modo.

GIORGIO COTTINovara

Per quel che ci risulta, imotori elettriciimpiegati nei frigoriferi sono del tipo mono-

fase: ad ogni modo cib ha un'importanza rela-

tiva, La sua dornanda, tuttavia, ci pone un

imbarazzo, perche non abbiamo la minima

idea di quali siano le attivita cui Ie si dedicaper passione 0 per professione, Comunque,I'impiego piu comune di un motore elettrico

consiste nelI'abbinarlo ad una macchina ope-

ratrice, come ad esempio un tornio per le -gno 0 ferro, un trapano, una sega circolare.

ecc.

•esldererel eonoscere Ie caratterlstlche tee-

niche della valvola 64Q5-W.Sono forse Ie stes-

se della 6AQ!?

MARINO VECCHI

Lucca

316

La 6AQ5-Wha Ie stesse caratteristiche della

6AQ5, come lei ha esattamente supposto. Si

tratta, pero, di una valvola rinforzata per usi

industriali; tuttavia essa pub logicamente es-sere impiegata in circuiti comuni.

•80 costruito II trasmettltore descrltto nel

fascieolo dl genoalo/M, ma non rleseo a far

arrlv,re i segnaU oltre i 2 metrl ill dlstanza

dal trasmettltore stesso, mentre eredevo dipoter ottenere cellegamentl sino a- 20 metrl,

Vi chledo di alutarmi per aumentare la po-

tenza dell'apparecchio.

ROBERTO SIMONIN

Trevlso

Una portata di 20 metri e . da conslderarsinotevole per 'un complessino come quello cheIt,:bha costruito. IInostro progetto era statoidea to per la trasmissione dei segnali, ricavatida un giradischi, fino ad un ricevitore radioposto, ovviamente, in prossirnita del trasmet-titore stesso. Ad ognl modo una portata di 2metri e certamente scarsa, Lei pero non dice

se nelle prove ha impiegato ilpick-up a ilmi-crofono equale tipo di antenna ha usa to. Sono I

elernenti questi che hanna il loro peso per una

esatta valutazione del quesito postoci, Comun-

que, prima di tutto, per ottenere ilmassimorlsultato occorre far usa del « tappo-luce »,

Inoltre occorre tentare alcune variazioni suivalore di Rl,aumentandolo fino ad un mas-

sima ~i 5000 ohm, scegliendo poi quel valore

che da ilrnigliore 'risultato. Da Rl dipende,

infatti, la "profondita» di modulazione. Ten-

ti anche di modificare il valore di R1,' provan-do resistenze dl valore compreso tra 5000 e

50000 ohm. Un'altra prova da farsi e quella

di aumentare la tensione di alimentazione finoa 6. V. Se i1 complesso viene usato can micro-

fono, la portata non .potra in ogni caso supe-rare i 6- 7 metri. I

•Vi ;prego di pubbllcare nel prossimo nume-

ro dl Teeniea Prattca 10 schema di un salda-

tore istantaneo. Rltengo che un tale proget-

to possa interessare una gran parte dei lettorl

della vostra intelllgente rlvista.

UN LETTORE

Caltanlsetta

11progetto di un saldatore istantaneo e giaapparso su 'I'ecnica Pratica, precisamente nel

fascicolo di setternbre '62. Tuttavia non e cosa

Improbabile che l'argomento venga ripreso,sia pure con un progetto diverse da queUo

gia pubblicato.

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l.eqo .1Gdua-

menteTecate.Prat lca. cbe (QU-to .-z'altro UDII

delle mlJllor i doYIal. per dllet.

tantl. So notato

ehe COD Ia rub...•ell iE Conaw..u.Tecn1ca. fJl8udl-~ moire rkhJe._ d1liifttorl per

cut ~'t! ......rel porvl uqa d o -manda. Jlutdere.rei. qualOra e M I

roue poasIbJI"eb e pubbllcl.10 .dIe.. del

pramplUlcatore.tereofouJco Ge-loso G D$ RF.cbe mllD.tenaaInmodo partlco-

t.re.UARTEU.ISAVElUOGe.Iwva

La acc:ontent ia .mo pubbJicando

10 schema ehe cldch1ede.

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