Ortofrutticola albenga inverno 2014

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NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XVII - n.4 Inverno 2014 - Spedizione A.P . 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA. I migliori auguri di Buone Feste da tutto lo staff della Cooperativa CISANO SUL NEVA da pag. 4 LA PERONOSPORA DEL BASILICO pag. 16 La pecora Brigasca da pag. 10

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Notiziario della cooperativa L'Ortofrutticola di Albenga (Savona).

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NOTIZIARIO TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA L’ORTOFRUTTICOLA DI ALBENGA

Trimestrale della Cooperativa L’Ortofrutticola - Anno XVII - n.4 Inverno 2014 - Spedizione A.P. 70% - Reg. Trib. SV n. 318 (1/3/1985) - DISTRIBUZIONE GRATUITA.

I migliori auguri di Buone Feste

da tutto lo staff della Cooperativa

CISANO SUL NEVAda pag. 4

LA PERONOSPORA DEL BASILICOpag. 16

La pecoraBrigasca

da pag. 10

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2Pubblicità

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“L’ORTOFRUTTICOLA - LA COOPERATIVA”TRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA “L’ORTOFRUTTICOLA”

Direzione, Amministrazione e PubblicitàReg. Massaretti, 30 Bastia d’Albenga (SV) - Tel. 0182 50374

Direttore responsabile: Erica Marzo

Hanno collaborato a questo numero:Gianfranco Barbera, Antonio De Andreis, Giuseppe Del Core, Fabrizio Di Sibio, Massimo Enrico, Michele Introna, Gianluigi Nario, Domenico

Pizzo, Alessio Roba

Grafica: Edoardo Caputo - Studio Orasis design - orasisdesign.it

Foto copertina: Mario Rossello - mariorossello.it

Editoriale

NUOVO STATUTO UNO STRUMENTO

PIÙ SNELLO E AL PASSO CON I TEMPI

Venerdì 28 novembre per la nostra cooperativa è stata una giornata importante. Grazie alla massiccia partecipazione dei

soci, è stato adottato, il nuovo statuto. Un importante strumento per la gestione che dopo oltre vent’anni dall’ultima modifica il consiglio di amministrazione della Cooperativa ha ritenuto

opportuno rinnovare anche in vista delle possibili opportunità commerciali che stanno prendendo piede nel settore agricolo;

come l’adesione alla BMTI (Borsa Merci Telematica Italiana) per le piante in vaso, che sta iniziando ad operare in questi mesi, e che potrebbe rilevarsi uno strumento utile per la vendita delle

produzioni floricole dei soci. Purtroppo con le procedure pesanti previste dal vecchio statu-to, apportare modifiche sostanziali sarebbe stato molto difficile,

questo fatto ci ha convinti della necessità di aggiornarlo in modo da rendere più facile e veloce le modifiche necessarie

per il miglior funzionamento della Cooperativa, poter dare più servizi ai soci e cogliere le opportunità in tempo reale.

Grazie al nuovo statuto potremo effettuare un aggiornamento più puntuale delle norme e assieme ai soci definire molto più

velocemente i regolamentiOltre a rendere più snella l’attività della Cooperativa e consenti-re di cogliere al meglio le occasioni commerciali che in futuro

si dovessero presentare, il nuovo statuto prevede sostanziali modifiche nel paragrafo che regolamenta il rapporto tra soci e

Cooperativa, oltre a quello con i soci conferitori, per tener conto della realtà particolare della piana di Albenga.

Un ringraziamento a tutti i soci che con la loro partecipazione e approvazione hanno reso possibile

l’adozione del nuovo statuto.

Il Presidente Fabrizio Di Sibio

In questonumero

4,5TERRITORIOCISANO SUL NEVAIntervista al sindacoMassimo Niero

10,11ORTOSHOPLA PECORA BRIGASCAIntervista a Aldo Lomanto

16SERVIZIO AGROTECNICOL’INCONTRO TECNICO SULLA PERONOSPORADEL BASILICO

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L’Amministrazione comunale può e deve sostenere queste nuove realtà, mi riferisco alla possibilità concreta di incentivare e sostenere un turismo rurale eco-sostenibile, un turismo sportivo

dell’Outdoor, favorito dal nostro clima, mite per quasi tutto l’anno. Proprio in quest’ottica proporremo per la prima

settimana di maggio la prima fiera dell’Outdoor, legata proprio all’accoglienza di un turismo spor-tivo, ma non solo: stiamo anche studiando la possibilità di creare un’associazione del gusto che possa anche dar vita ad una fiera del gusto, allo scopo di valorizzare le colture locali e i piatti tipici della nostra tradizione.

Quale rapporto lega Cisano ai comuni limitrofi e soprattutto a quello di Albenga?

Cisano ruota necessariamente nell’orbita economica del Comune di Albenga, ritengo però che dovrebbe esserci

una maggiore sinergia. Proprio nell’ottica di un confronto con realtà complesse e per reggere la competizione turistica anche su un mercato internazionale, bisogna ripensare al concetto di una macroarea, con l’associazione di diversi Comuni che possano offrire un pacchetto completo: il mare, certamente, ma anche un centro storico di notevole bellezza come quello di Albenga, oltre ad attività Outdoor e percorsi enogastronomici, come solo l’entroterra può offrire. Dovrebbe nascere un forte assessorato, capace di pro-muovere, tutelare e valorizzare i nostri prodotti e la nostra offerta.

Quale ruolo può svolgere l’Ortofrutticola nel futuro agricolo dell’area?L’Ortofrutticola rimane una realtà fondamentale nella gestione della produttività del comparto agricolo. Anche in futuro dovrà continuare a cogliere le sfide di un mercato sempre più ampio e competitivo, difendendo i valori e le produzioni di un’area fragile ma dalle grandi potenzialità.

Massimo Niero, eletto sindaco di Cisano sul Neva nel maggio di quest’anno, ci illustra la vocazione agricola di un paese che vede oltre l’80% della popolazione impegnato in questo settore.

Cisano è un’importante realtà agricola, come vede l’evoluzione del settore agricolo negli ultimi anni?Cisano ha una forte vocazione agricola, quasi tutta la popolazione attiva è impegnata in que-sto settore ma la crisi economica ha rimesso in discussione anche questa realtà ed è qui che entra in gioco la capacità di rinnovarsi. Ci vuole una nuova cultura del lavoro agricolo, visto come patrimonio e risorsa. Per quel che riguarda le produzioni, nonostante rimanga ancora molto forte la coltivazione di aromatiche, fiori in vaso e verde, anche nel nostro Comune si fa strada la riconversione verso la produzione di ortaggi, come avviene in altre realtà rurali del comprensorio; si tratta di un ritorno al passato ma vissuto in modo più consapevo-le: la qualità dei nostri prodotti agricoli è e rimane garanzia per il consumatore; un prodotto di eccellenza che si sta aprendo nuove strade, facendosi conoscere anche sui mercati internazionali.È nostra volontà politica quella di accompagnare il cambiamento in atto.

Come si può conciliare l’agricoltura con i nuovi settori in ascesa?Il nostro Comune ha una buona percentuale di giovani che si avvicinano per la prima volta o che tornano all’agricoltura per tradizione familiare e sono proprio loro i primi a chiedere nuove strategie e a dar vita ad una nuova serie di sevizi e strutture come gli agriturismi, nati di recente. Molto importante in questi termini è il nuovo PSR che si aprirà in primavera e che, a una prima lettura, risulta molto vantaggioso proprio per gli Under 40.

CISANO SUL NEVA

VIVACE E DINAMICO, PRONTO PER LE SFIDE DI OGGI E DI DOMANI

La parola al Sindaco Massimo Niero

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Conscentee il suo castello

Seguendo la strada che da Albenga sale verso Garessio ci si imbatte nel paese di Cisano Sul Neva; l’accesso a quello che fino a pochi anni fa era il suo nucleo è contrassegnato dal 1954 da una Madonnina in ceramica, recentemente restaurata.Se si decide di effettuare una breve sosta nella piazza del paese e di addentrarsi tra i bei carruggi, si avrà la possibilità di scoprire un borgo incantevole, che si apre con verdi scorci sul fiume e le alture circostanti. Un labirinto di piccole strade ben curate e di balconcini fioriti, frutto del costante impegno dei suoi abitanti.Cisano sul Neva vanta una lunga storia: il paese ha probabilmente origine altomedioevale ma la sua posizione attuale risale all’anno 1274, quando Albenga lo rifondò con struttura fortificata (di qui il termine “Chiusano” poi diventato Cisano). La decisione di fortifi-care il borgo da parte della città ingauna è riconducibile alla sua posizione, che fu sempre strategicamente importante come difesa contro le invasioni dal basso Piemonte. In tutta la sua storia Cisa-no fu spesso teatro di battaglie ed assedi, uno dei più importanti fu quello dei Savoiardi nel 1672, che, insieme allo straripamento del fiume Neva, causò il crollo di buona parte della cinta muraria del paese. Una parte della cinta è ancor oggi visibile e permette di osservare la tecnica costruttiva delle mura e delle torri che si ba-sava in prevalenza sull’utilizzo di grossi ciottoli del fiume. Proprio da una di queste torri fu ricavato il trecentesco campanile della Parrocchiale, dedicata a Santa Maria Maddalena. Un altro edificio religioso di notevole rilevanza per i cisanesi si trova poco fuori dall’abitato, nei pressi del cimitero, ed è l’antichissima chiesa di San Calocero, edificata nell’XI secolo dai monaci benedettini della Gallinara, come ricovero per i pellegrini. Sottoposta a successive ristrutturazioni, questa chiesa ha conservato una serie di archi binati risalenti alle origini romaniche.Cisano non è solo un paese incantevole ma è anche un territorio economicamente importante in cui rimane alta la qualità della vita. Qui l’età media della popolazione è tra le più basse della Liguria (43,7 anni secondo i dati ISTAT 2012), indice del fatto che è una località scelta da molte giovani famiglie: il paese offre asilo nido, scuola materna, elementare e tutti i principali servizi.Sono numerose le associazioni di volontariato che organizzano e promuovono diverse iniziative di vario tenore: dall’ormai famoso Mezz’agosto cisanese (una delle più attese sagre estive di tutto il Ponente), alla castagnata di ottobre, fino ad arrivare alla festa Me-dievale organizzata in novembre. Molti anche gli appuntamenti per i bambini, come le “Olimpiadi di Cisano”, oltre agli eventi culturali in calendario ogni anno. Il paese è diventato di recente anche meta di turismo sportivo, perché oltre ad offrire un soggiorno di tutto relax, a due passi dal mare, è il punto di partenza ideale per chi ama le attività outdoor: dal trekking, alle escursioni in mountain bike, alle scalate sulle pareti di roccia poco distanti.Un paese tutto da scoprire, dunque, per un breve soggiorno o come scelta di vita.

Una delle frazioni più suggestive ed antiche di Cisano sul Neva è il borgo di Conscente.Il piccolo abitato medievale è disposto sul pendio della sponda destra del Neva, contornato da orti, vigneti e frutteti ben curati, e sorge proprio sulla confluenza (questo infatti il significato del toponimo “Conscente”) delle valli Neva e Pennavaira; alle sue spalle il maestoso castello costruito dai Costa di Albenga verso la metà del ‘500, in una zona distaccata rispetto al borgo, da cui era possibile vedere i castelli di Zuccarello e di Castelvecchio. Conscente aveva già un precedente castello, fondato dai Clavesana e passato poi ai Cepollini in epoca medievale. Di quella costru-zione resta un torrione detto “Paràgiu”, che sovrasta la frazione Gombo. Legata storicamente al castello è la seicentesca Chiesa di Sant’Alessandro fatta costruire dai signori Costa in onore del papa. Conscente fu dunque un paese di grande prestigio per l’influenza della nobile famiglia Costa, un cui membro, Ottavio Costa, legato alla corte pontificia, banchiere e amatore d’arte, fu protettore di Caravaggio e donò alla chiesa parrocchiale di Conscente un’opera di Guido Reni: il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria, che oggi si trova nel Museo Diocesano di Albenga, insieme al San Giovanni Battista, copia di bottega del Caravaggio, in passato posta nell’ora-torio di Conscente.

Un borgotra terrae mare

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OrtoShop

ARRIVANO SALUMI E FORMAGGI A Km0Ampliato il reparto di vendita al dettaglio con un nuovo spazio gastronomico

rative piemontesi che hanno ottenuto il marchio di qualità della Regione Piemonte. La politica della Cooperativa, infatti, è quella di avvantaggiare la vendita dei prodotti locali e solo successivamente quelli dei prodotti di altre regioni, purché realizzati nelle immediate vicinanze della nostra regione e solo ed esclusivamente a filiera corta: produttore - consumatore”.Con questa nuova iniziativa la cooperativa vuole incentivare il consumo dei prodotti di stagione legati al territorio, per cercare di arrestare la ricerca di prodotti fuori stagione, promuovendo invecequelli delle piccole aziende del territorio che non riescono a trova-re spazio nei grandi canali di distribuzione. In questo modo tutti i clienti potranno fare i propri acquisti in pie-na sicurezza trovando nella cooperativa un unico e grande punto di riferimento. Oltre ai prodotti freschi, infatti, nel nuovo Ortoshop si possono acquistare prodotti altamente specializzati per l’agricoltu-ra, la cura di orti, giardini e animali domestici, pellets e tanto altro ad un prezzo davvero competitivo.

Ad un anno dalla sua apertura, il nuovo reparto di vendita dei prodotti orticoli della Cooperativa L’Ortofrutticola amplia la gamma di articoli da proporre alla propria clientela.Il punto vendita è stato riorganizzato ed ampliato con l’aggiunta di un reparto di prodotti freschi da banco, ovvero salumi e formaggi che piccoli produttori mettono a disposizione della cooperativa ingauna.Sul banco si trovano prodotti pretagliati, confezionati e prezzati con diverse pezzature in modo da consentire ai consumatori di ac-quistare salumi e formaggi di qualità in base alle proprie esigenze, con un giusto rapporto tra qualità e prezzo: una sorta di minima-ket all’interno dell’Ortoshop, dove i clienti tra una consultazione specialistica degli agronomi e gli acquisti per campagne o giardini domestici possono fare la spesa prima di rientrare a casa.Quotidianamente, infatti, sugli scaffali del nuovo reparto, oltre a frutta e verdure di stagione fresche di giornata, si trovano tutte le varietà di legumi secchi di provenienza italiana, vini, birra ed oli liguri selezionati, pane e altri prodotti da forno confezionati, e da oggi anche salumi e formaggi liguri e delle zone limitrofe, che hanno ottenuto il marchio di qualità.“Con questa nuova iniziativa vogliamo rispondere alle esigenze dei soci e della nostra clientela – dichiara il direttore commerciale dell’Ortofrutticola Antonio De Andreis -. Grazie alla vendita direttadei prodotti dei soci e di altre realtà cooperative, riusciamo a garantire prodotti di giornata, sempre freschi e di alta qualità, ab-battendo tutti quei costi che gravano sul prezzo finale, come quellilegati a trasporto ed intermediari. Per quanto riguarda salumi e formaggi, oltre alle produzioni locali, abbiamo incrementato la gamma di prodotti con formaggi provenienti da caseifici o coope-

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anche per raggiungere potenziali clienti che commerciano piante aromatiche nell’ambito alimentare in modo da poter servire questa interessante fascia di mercato; un modo, quindi, per poter acquisire nuovi clienti e pubblicizzare le nostre produzioni. Allo stesso modo la fiera IPM ha lo scopo di promuovere le produzioni floricole e ampliare le vendite: l’obiettivo è infatti quello di promuo-vere, in aggiunta ai prodotti orticoli, le nostre aromatiche in vaso e le piante fiorite eccellenze della piana albenganese.All’interno degli stand, sia nella fiera di Essen che presso il salone Fruit Logistica, i prodotti della Cooperativa verranno presentati in un imballo con la griffe “d’Albenga”, (nel caso di Essen verranno utilizzati anche appositi copri vaso) allo scopo di dare visibili-tà a questo marchio, facendolo conoscere agli eventuali nuovi clienti e dando impulso alle produzioni della Piana. Come già avvenuto in passato, queste fiere daranno alla Coo-perativa la possibilità di incon-trare i clienti già fidelizzati da tempo e di prendere contatto nuovi clienti e, per quel che riguarda Fruit Logistica, con i compratori delle più grandi catene della GDO Europea, con i quali sarà possibile trovare accordi commerciali per esportare i prodotti della nostra Cooperativa.Allo scopo di convogliare gli sforzi produttivi verso un mercato ricettivo, sarà necessario, se i risultati delle fiere saranno positivi come si spera, portare a conoscenza dei soci le esigenze che i clienti hanno manifestato. A questo scopo l’intenzione è quella di trasmettere in modo trasparente i risultati di queste esperienze, per poter valutare insieme le possibilità concrete di crescita dei settori e per poter rispondere alle richieste del mercato; sarà a tal proposito utile organizzare una riunione per valutare con tutti i soci conferitori le azioni da intraprendere, per tale motivo avremo modo di prendere contatto con gli interessati al termine di questi eventi.

Per essere sempre più visibili e competitivi sul mercato europeo è importante per la Cooperativa prendere parte ai principali eventi organizzati, soprattutto in Nord Europa, per la promozione ed il contatto tra fornitori e compratori. Tra questi spiccano per rile-vanza ed interesse commerciale la Fiera internazionale IPM che si terrà ad Essen (Germania) dal 27 al 30 gennaio e Fruit Logistica che si svolgerà a Berlino dal 4 al 6 febbraio.Quella di Essen è ormai da anni la fiera leader a livello mondiale nel campo delle piante, della tecnologia e della floricoltura e regi-stra annualmente la presenza di circa 60.000 visitatori professio-nisti del comparto florovivaistico, provenienti da tutto il mondo.Allo stesso modo Fruit Logistica è il salone leader mondiale per i prodotti ortofrutticoli freschi e vede la partecipazione di 2600 espositori ed oltre 62000 visitatori, a quest’evento partecipano non solo aziende produttrici di ortaggi (frutta e verdura) ma anche fornitori di imballaggi, macchinari, trasportatori e tutti coloro che interagiscono nella settore.Per la Cooperativa è di grande interesse partecipare a questi eventi internazionali per diverse motivazioni: il salone berlinese potrà essere un ottimo volano per sviluppare il settore ortaggi con la possibilità di ampliare l’esportazione dei prodotti orticoli quali Prezzemolo liscio e riccio, Aneto, Rucola, Cavolo Nero, ma

IPM ESSEN E FRUIT LOGISTICA

NUOVE OPPORTUNITÀImportanti vetrine per i prodotti della Cooperativa

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Speciale della CCIAA di Savona, a Bucarest in Romania su richie-sta delle aziende commerciali albenganesi che hanno proposto questa località. Purtroppo l’iniziativa è naufragata poiché, proprio da parte del comparto floricolo, non vi è stata alcuna adesione e FLOR.A.S. è stata messa “in parcheggio” perchè secondo gli organizzatori non c’era la necessità di presenziare all’evento con piante fiorite ed aromatiche. Anche a seguito di questa esperienza, FLOR.A.S. sta acquisendo la consapevolezza della necessità di gestire autonomamente le valutazioni inerenti la partecipazione a fiere e mostre: si avverte la necessità di prediligere località dove è necessario promuovere i nostri prodotti per aprirci a nuove realtà di mercato. L’occasione per iniziare questa politica è la Fiera internazionale IPM che si terrà ad Essen (Germania) dal 27 al 30 Gennaio 2015 alla quale quest’anno FLOR.A.S. parteciperà rivestendo un nuovo ruolo e con una propria identità grazie al contributo degli sponsor, allo scopo di far crescere i risultati sino ad oggi ottenuti. Sarà nostra cura supportare lo stand istituzionale promosso dal Distretto Agricolo Florovivaistico del Ponente Ligure al quale non faremo mancare la nostra collaborazione.Nonostante le difficoltà siamo soddisfatti dei risultati ottenuti sin qui, grazie alla coesione dei membri del consiglio direttivo, che manifestano in ogni occasione unità di intenti e la volontà di essere sempre più vicini ai produttori, non solo con iniziative promozionali ma anche attraverso progetti che, in un futuro non molto lontano, potranno aiutarli a meglio proporsi su un mercato ogni giorno più complesso.Detto ciò auguriamo a tutti Buone Feste con la speranza di un 2015 prospero e produttivo per tutti!

Come sempre giunti fine anno, è doveroso fare il punto della situazione, in merito al nostro operato e manifestare le nostre perplessità insieme ai buoni propositi per il futuro.L’ultimo evento che ha visto la partecipazione di FLOR.A.S. è stato

“Agricoltura in Piazza”, mercato di terra e di mare, ricco contenitore di iniziative per rappresentare, promuovere e valorizzare le eccellenze tipiche e di qualità dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca e della gastrono-mia, tutte rigorosamente liguri, svoltosi a

Genova nello scenario del Porto Antico. L’esperienza è stata molto positiva. Il contatto con le persone, la vendita diretta dei nostri prodotti, l’aiuto dato e ricevuto al “Distretto Agricolo Florovivaistico del Ponente Ligure”, ci rende sempre più consapevoli del nostro ruolo. La promozione non deve più avvenire in maniera imper-sonale, attraverso la partecipazione a fiere e mostre nazionali ed internazionali solo attraverso l’esposizione di foto e piante. Il prodotto aumenta il suo valore e viene più apprezzato se, chi produce, scende in campo per confrontarsi con il consumatore fi-nale, conoscere i suoi gusti e le sue necessità, per organizzare la produzione in base alle reali richieste di mercato. In quest’ottica a novembre dovevamo partecipare ad un evento voluto dall’azienda

TEMPO DI BILANCI E NUOVE SFIDEPrimo appuntamento per il 2015 la fiera di Essen

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della cooperativa Arcadia, che si è occupata della logistica e del rapporto col pubblico. L’iniziativa ci ha visto presenti anche grazie al supporto del Consorzio Nuove Realtà di Neive (CN), all’interno del quale la nostra Cooperativa si sta muovendo da alcuni mesi e che dovrebbe portare nel giro di poco tempo a far sbarcare il vino della nostra Cooperativa negli Stati Uniti.Il bilancio della manifestazione è stato quindi estremamente positivo, con un notevole volume di affari in termini di vendita dei prodotti (soprattutto il Piganò) e grande interesse per il materiale promozionale che veniva distribuito insieme ad essi.Con l’approssimarsi delle feste natalizie, ricordiamo che presso la sede della Cooperativa sarà possibile trovare oltre a tutta la gam-ma dei vini di nostra produzione, anche tutta una serie di prodotti tipici e sfiziose novità, da abbinare nelle varie confezioni regalo.Cogliamo l’occasione per invitare tutti i soci a predisporre la propria denuncia di produzione uve vendemmia 2014, in maniera da consentire alla nostra Cooperativa di predisporre la propria denuncia cumulativa.

COOPERATIVA VITICOLTORI INGAUNI“FORUM VINI”A MONACO DI BAVIERA

Importante successo per le cooperative liguri presenti alla mani-festazione internazionale “Forum Vini”, il salone dedicato al vino e ai prodotti tipici che si è svolto a Monaco di Baviera dal 14 al 16 novembre scorsi con la presenza di produttori di tutto il mondo, dal Sudafrica all’America.A rappresentare i vini del Ponente Ligure ci ha pensato la Coo-perativa Viticoltori Ingauni di Ortovero, grazie alla collaborazione

Grande successo per i Viticoltori Ingauni in termini di visibilità e vendite

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La toma diPECORA BRIGASCA

PRESIDIO SLOW FOOD, ECCELLENZA DEL TERRITORIOProdotti pregiati, salvati dalla scomparsa grazie al lavoro di pochi e tenaci pastori

La cucina Ligure è caratterizza dalla sua semplicità e genuinità: pochi piatti, preparati con cura, che provengono da una tradizione di mare e di terra. Alcuni dei principali elementi della cucina ligure sono diventati presidi Slow Food, proprio allo scopo di difenderli e valorizzarli, tra questi vi è la toma di pecora brigasca.Il termine “Brigasca” deriva dal paese di La Brigue, nella Val Roya, famoso per essere stato in passato un noto centro di pastorizia. Questo formaggio viene prodot-to esclusivamente con il latte delle pecore Brigasche, una famiglia ovina autoctona, il cui allevamento prevede un alpeggio di almeno sette o otto mesi l’anno e poi uno spostamento nella zona di costa dove il clima mite permette il pascolo anche durante l’inverno.All’inizio del ‘900 in tutta l’area che si estende tra il Piemonte, la Francia e le valli dell’imperiese, erano allevati circa 60.000 capi di Brigasca; oggi la Liguria ne ospita solo 1800.

LA BRIGASCACon il latte della pecora Brigasca si producono tre formaggi molto particolari: il Bruss, la Toma e la Sora, ottenuti con strumenti e tecniche antichissimi legati alla vita dei greggi transumanti. Il Bruss è un formaggio dalla pasta molle e bianca, con una consistenza piuttosto pastosa, viene stagionato per 6 mesi circa e diventa di gusto forte, è privo di crosta e somiglia nell’aspetto ad una ricotta asciutta. La Sora è realizzata solo con il latte ovino dalla mungitura serale, aggiunto a quello mattutino; dopo la lavorazione il formaggio viene posto a stagionare per almeno 60 giorni. La toma di Pecora Brigasca Il latte della Brigasca proveniente dalla mungitura serale viene aggiunto a quello del mattino, portato ad una temperatura di 34°c ed addizionato di caglio liquido. Dopo la coagulazione si rompe la cagliata con il “rubatà”, il classico spino in legno. La cagliata è lasciata depositare e poi

TOMA, BRUSS E SORA

La toma di Pecora Brigasca è presidio Slow Food dal 2003: i presidi sono progetti che tutelano piccole produzioni di qualità da salvaguardare, realizzate secondo pratiche tradizionali. Il Presidio, supportato dalla Regione Liguria, si pone come obiettivo la valorizzazione delle tome a latte crudo realizzate nei rari alpeggi rimasti e vuole sostenere l’importante lavoro svolto dai pastori per la salvaguardia e difesa del territorio.

PRESIDIO SLOW FOOD

raccolta con una tela grezza, la “raireura”. Con questa tela si forma una sorta di fagotto, sul quale è depositata una grossa pietra. Dopo circa 12 ore la massa è tolta dalla tela e tagliata in parti simmetriche. Trascorsi 15 giorni di maturazione, le tome vengono lavate con acqua corrente, asciu-gate e poste a stagionare in luogo fresco per circa 40 giorni, su tavole di legno.

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La fonduta di toma di pecora Brigasca con tartufo nero della Val Pennavaire e polentina di ceci di Nucettoin frittura

Potrei dire, Aldo... il mio pastore, non solo per quella toma di pecora Bricasca che stagiona sui legni di larice delle Navette ma per il bruss, per gli agnelli e per la ricotta che al mattino la moglie Francesca, mamma di tre figli, prepara ancora calda, colante di siero e pronta sposa con il miele delle nostre valli. La Fonduta5 spicchi d’aglio rosolati lentamente in 200 g di olio, togliere l’aglio e tutto a freddo aggiungere 1 Kg di toma di pecora Brigasca fresca e a pezzi piccoli, 12 uova intere, sale e a fine cottura senza portarla a bollore aggiungere 100-150 g di tartufo grattugiato.

La Panissa1 litro di acqua, 200 g di farina di ceci da portare ad ebolizione da freddo con poco sale, cuocere per 30 min. versare in due piatti fondi e raffreddare. Tagliare a piacere e fritti per accompagnare la fonduta. Per Nasino è a fette, a Castelbianco si usa grattugiata: ciascun Campanile le vuole diverse ma la bontà è unica e tutto questo per finire a tavola, perché la nostra fonduta si porta a tavola con il tegame, pane buono e vino meglio.

Il TartufoPrima lo scorzone per quasi 6 mesi, poi quel magnifico tartufo Dolce “Tuber Melanosporum“ che da novembre a marzo, in tutta la Val Pennavaire, da Castelbianco a Caprauna, crea un’attesa indescrivibile che va oltre il semplice e remunerativo gesto del “Cavare” ma vuol arrivare davanti alla stufa a legna con un buon fiasco di vino e la compagnia giusta.

Aldo Lomanto è tra gli ultimi testimoni di una tradizione antica: uno dei pochi pa-stori rimasti a tutela e salvaguardia di un patrimonio che altrimenti rischierebbe di scomparire, quello delle pecore Brigasche e dei prodotti derivati dal loro latte.Lomanto, con la sua azienda agricola di Bastia d’Albenga, si fa portatore di una professione antica e difficile, perpetuando l’eredità del padre arrivato dalla Sicilia alla fine degli anni sessanta: un lavoro che comporta tanti sacrifici ma che regala al tempo stesso anche tante soddisfazioni.Spiega Lomanto: “Siamo in regione Boschetto, a Bastia, da 48 anni e qui abbiamo continuato il lavoro iniziato nel 1966 da mio padre, che venne dalla Sicilia portando con sé il suo bestiame”.Inizialmente Aldo Lomanto si è dedicato all’allevamento di pecore siciliane ma è presto passato alle pecore brigasche.“Avevo scoperto – racconta Lomanto – questa varietà di pecore ed avevo saputo che erano a rischio scomparsa perché ce n’erano veramente pochi esemplari in tutta la regione; allora ho deciso di convertire il mio allevamento e quello che sembrava un azzardo si è rivelato una giusta scelta”.Oggi tutti i formaggi prodotti con il latte di pecora brigasca sono molto rinomati e in particolar modo la Toma, diventata presidio Slow Food dal 2003.

Continua Lomanto: “Oggi ho un migliaio di capi, che richiedono un impegno costante e continuo, per chi fa il mio mestiere tutti i giorni è lunedì! Mi sposto tra Villanova, Ortovero e Bastia alla ricerca dei pascoli migliori per i miei animali: purtroppo l’abbandono delle campagne ha causato anche un aumento delle aree boschive e dunque anche una riduzione dei pascoli”.La vera giungla per Lomanto è però la burocrazia: “Purtroppo c’è una quantità incredibile di carte, permessi ed adem-pimenti burocratici che richiedono l’at-tenzione di chi opera nel nostro settore; questo è un ostacolo per il mio lavoro”.Lomanto, però è ottimista per il futuro: “Fino a qualche anno fa ero convinto che il mestiere di pastore non avesse futuro e mai avrei voluto che uno dei mie quattro figli seguisse le mie orme. Oggi, però, qualcosa è cambiato, in primo luogo la sensibilità del pubblico che cerca e rico-nosce il prodotto genuino. Vengo spesso invitato a fiere, recentemente ho preso parte al Salone del Gusto, e mi rendo conto che c’è il desiderio da parte dei ristoratori e dei consumatori di tornare ai prodotti regionali tipici e genuini. Credo che ci sia un futuro per la pastorizia e per chi ancora produce formaggi di qua-lità, ad oggi non mi dispiacerebbe se uno dei miei figli ereditasse la mia passione e portasse avanti questo mestiere, duro, ma ricco di soddisfazioni”.

ALDO LOMANTOUNA STORIA DI LAVORO, SACRIFICIOE GRANDI SODDISFAZIONI

di ceci di Nucetto

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LA RICETTA

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Lo scorso 22 ottobre è stato sottoscritto presso la sede di Confagricoltura il Verbale di Accordo per il rinnovo del CCNL operai agricoli e florovivaisti per il quadrien-nio 2014-2017. Si sottolineano qui di seguito in sintesi gli aspetti salienti dell’Accordo di rinnovo:

aumento retributivo: è stato concordato un aumento retributivo del 3,9 per cento ripartito in due tranche, la prima del 2,1 per cento con decorrenza 1° novembre 2014 e la seconda dell’1,8 per cento con decorrenza 1° maggio 2015; si sottolinea che l’aumento non è retroattivo, né è stata riconosciuta alcuna una tantum per i periodi di carenza;assetti contrattuali: sono stati confermati i precedenti assetti della contrattazione collettiva agricola, caratterizzati da un’ampia auto-nomia negoziale del secondo livello di contrattazione (provinciale). Questo sistema infatti garantisce una migliore rispondenza della disciplina negoziale alle peculiari esigenze delle aziende agricole e

dei lavoratori dei diversi territori;orario di lavoro: è stata estesa la possibilità di utilizzare l’orario modulare o multi periodale, ossia quella forma di orario flessibile che consente in certi periodi dell’anno di superare l’orario ordina-rio senza corresponsione di maggiorazioni. Il tetto annuo delle ore utilizzabili è stato elevato da 75 a 85;straordinario: è stata ampliata la possibilità di ricorrere al lavoro straordinario, attraverso l’elevazione dei limiti giornalieri (da 2 a 3 ore), settimanali (da 12 a 18 ore) e annuali (da 250 a 300 ore);premio di produzione: sono state definite linee guida per favorire l’erogazione a livello territoriale di elementi retributivi legati all’au-mento della produttività, dell’efficienza, della qualità del lavoro. Si tratta di un importante strumento per modernizzare l’organizza-zione del lavoro e, al contempo, incentivare i prestatori di lavoro.

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Ha riscosso un notevole successo l’interessante progetto europeo che si è svolto ad Arnasco. Si è trattato del progetto di coopera-zione transnazionale dimostrativo “Cantiere Arnasco” che ha visto impegnati esperti, studiosi, volontari ed imprenditori del settore olivicolo. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al GAL “Comunità Savonesi Sostenibili” ed al GAL “ Le strade della cucina bianca, del vino, dell’olio, dell’ortofrutta della tradizione ligure”, con il parter-nariato dell’Union Apare-Cme e la collaborazione dei Gal francese del Ventoux e greco di Larissa. “Si è trattato -commenta Luciano Gallizia, presidente della Cooperativa Olivicola di Arnasco, che ha coordinato il progetto- di una iniziativa di grande rilievo culturale ed economico per il nostro entroterra. Aveva l’obiettivo di unire la tradizione con l’innovazione. La tradizione in particolare è quella plurisecolare legata ai muretti a secco ed al recupero degli oliveti

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abbandonati, mentre l’innovazione consiste soprattutto nell’incen-tivare adeguatamente la capacità di promuovere e far conoscere il territorio, rendendolo visibile e condividendo le buone pratiche turistiche e di integrazione”. Gli obiettivi del progetto sono stati anche il miglioramento delle produzioni, il sostegno dell’olivicoltura ligure, la trasmissione dei valori della attività tradizionali alle nuove generazioni. La mattinata inaugurale è stata dedicata all’e-cologia del territorio, alla comunicazione ed al marketing, con la presenza di molti produttori ed imprenditori, mentre nel pomerig-gio sono stati affrontati i temi della biologia dell’olivo ed ai muretti a secco. Nei due giorni successivi si è passati alla parte pratica del progetto che prevede il recupero degli oliveti abbandonati, la potatura, il decespugliamento e la costruzione dei muretti a secco attraverso un laboratorio-cantiere. Una giornata è stata dedicata all’ aspetto informatico legato alle tecnologie della comunicazione, che è consistito in una sessione di simulazione, con l’obiettivo di indicare quali siano le buone pratiche della comunicazione ed una serie di consigli utili per un corretto marketing. L’ultimo giorno si è svolta la giornata aperta a tutti ed è stato realizzato un altro cantiere per i muretti a secco ed il recupero del territorio. “Nel tentativo di imparare a preservare un patrimonio che si tramanda in Liguria dall’anno Mille -conclude Gallizia- la Cooperativa Olivicola di Arnasco si è impegnata attivamente nel progetto Saveurs nature, saveurs culture che vede il sostegno della Commissione Europea, della regione Liguria e dei Gal francesi, greci ed italiani”.

NASCE IL “CANTIERE ARNASCO”Un progetto internazionale di grande rilevo culturale ed economico

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Coldiretti ha intrapreso un’ iniziativa di sensibilizzazio-ne delle aziende agricole volta alla riqualificazione del territorio partendo dal presupposto che bisogna fare del territorio stesso e dell’ambiente in cui si produce un punto di forza e non una vergogna da nascondere.La Piana di Albenga, famosa per essere un importante distretto orto-florovivaistico in Italia grazie alle sue pro-duzioni di eccellenza oltre che alle aziende certificate in standard di qualità e sicurezza alimentare, purtroppo

non si presenta ultimamente nel migliore dei modi. Certamente la responsabilità è di molti e sicuramente non solo delle aziende agricole, ma è un dato di fatto che ognuno deve fare la propria parte per riportare la situazione a una decorosa normalità. Partendo da queste considerazioni, è intenzione di Coldiretti promuovere un’azione volta a sensibilizzare le aziende agricole ed i privati cittadini ad una maggiore cura del territorio, cercando di coinvolgere oltre alle parti interessate anche l’Amministrazione Comunale e verificando, tra l’altro, che l’opera di raccolta sia fatta in modo corretto da chi ha l’incarico di gestirne il servizio. Tutto questo sempre nell’ottica di promuovere azioni concrete di

abbellimento del territorio andando a recuperare un’identità forte del nostro paesaggio agrario, da sempre elemento caratterizzante di questo tratto di Liguria.

E’ finalmente legge la norma, fortemente sollecitata da Coldiretti, sulla combustione controllata in loco del materiale agricolo e forestale derivante da sfalci potature o ripuliture. L’articolo 14, comma 8, lettera b) del decreto legge 24 giugno 2014, n.91 inserisce una precisa disposizione nel codice ambientale (articolo 256 bis, comma 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152) per precisare che non si applicano le sanzioni connesse alla gestione dei rifiuti, né quelle previste per la combustione illecita di rifiuti abbandonati introdotti dal decreto legge sulla Terra dei fuochi, alla combustione in loco di materiale agricolo e forestale derivante da sfalci, potature o ripuliture in loco, nel caso di combustione in loco delle stesse. La norma precisa che di tale materiale è consentita la combustione in piccoli cumuli ed in quantità giornaliere non superiore a tre metri steri per ettaro.

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La Cia di Savona, rappresenta dal Presidente Mirco Mastroianni, in data 21 Ottobre 2014 ha sottoscritto una Convenzione per lo smaltimento di rifiuti speciali provenienti da attività agricola, con la BASECO s.r.l. di Villanova d’Albenga (SV), rappresentata dall’Amministratore unico Silvestro Catelli. La convenzione va nella direzione di favorire la raccolta differenziata, il recupero, il riciclaggio ed il corretto smaltimento dei rifiuti provenienti da attività agricola, assicurando la completa tracciabilità degli stessi e soprattutto semplificando gli adempimenti burocratici a carico dei produttori agricoli.La Convenzione mette in atto ciò che la norma definisce circuito organizzato di raccolta, permettendo il corretto smaltimento dei rifiuti provenienti da attività agricola, evitando, nel contempo, alle aziende il peso burocratico del registro di carico/scarico, iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali per il trasporto, dichiarazione annuale rifiuti (MUD) e SISTRI.Alla Convenzione dovrà seguire la stipula di un contratto di servi-zio tra la singola azienda agricola aderente alla Cia di Savona e la BASECO S.r.l., ed in questo modo si potranno conferire i rifiuti pro-venienti da attività agricola, con trasporto effettuato direttamente dall’impresa stessa con mezzi propri, presso l’Ecocentro situato in Villanova d’Albenga, via Roma 139 (in prossimità dell’uscita dell’Aurelia bis). Per il conferimento dei rifiuti verrà applicato un corrispettivo, calcolato a peso in base al listino prezzi allegato alla

Convenzione, basato sulla tipologia di rifiuto identificato con il co-dice europeo di riferimento (codice CER). Il trasporto dovrà essere effettuato compilando una scheda di conferimento in duplice copia che verrà consegnata all’Ecocentro insieme ai rifiuti. Quindi l’azienda agricola pagherà a peso ciò che con-ferirà all’Ecocentro, il quale opera secondo i seguenti orari: da lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 12 e dalle 14 alle 17, il sabato dalle ore 8 alle ore 12.Si ribadisce che della Convenzione potranno beneficiare le aziende agricole aderenti alla Cia di Savona. Inoltre la BASECO S.r.l. si rende disponibile ad offrire un servizio di raccolta a domicilio presso le aziende agricole, secondo modalità da definire in base alle esigenze della singola azienda.Infine la BASECO S.r.l. si rende disponibile con un proprio addetto per fornire ulteriori informazioni sul servizio e assistenza nella compilazione del contratto di servizio con le singole aziende agricole. Informazioni e assistenza che le aziende aderenti alla Cia di Savona potranno comunque ricevere presso i vari uffici dell’Associazione.

STIPULATA UNA CONVENZIONE PER LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI

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INCONTRO TECNICO SULLA

PERONOSPORADEL BASILICO

Consigli e rimedi per affrontare i problemi causati da questa malattia

malattia, dal momento che si pensa che per diffonderla basta 2 semi infetti su 100.000. La dettagliata relazione della dottoressa Giovanna Gilardi, di Agroin-nova, ha preso in esame la difesa con prodotti chimici, induttori di resistenza e concia del seme. Sono stati presi in esame i diversi fitofarmaci autorizzati contro la peronospora del basilico che esistono in commercio, evidenziandone l’attività sulla malattia. Sono state di seguito illustrate prove di concia sul seme, effettuate con aria calda e oli essenziali, che offrono nuove prospettive nella difesa dalla malattia.Nelle conclusioni, affidate al Professor Garibaldi, si è posto l’ac-cento sulla complessità del problema, per il quale indubbiamente non esiste un’unica soluzione, soprattutto di tipo chimico: l’uso indiscriminato dei fitofarmaci ha selezionato ceppi resistenti ad alcune molecole, diventate quindi inefficaci. La via indicata è quindi quella di una lotta basata sull’integrazione di più fattori: la concia del seme, da effettuarsi in collaborazione con le ditte sementiere; l’ impiego di induttori di resistenza, che stimolano le difese “immuni-tarie” della pianta; l’utilizzo intelligente dei fitofarmaci disponibili. Ol-tre a questo bisogna cercare di non replicare condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia, come l’ umidità elevata.I dati presentati nelle relazioni verranno a breve pubblicati. La vasta platea di partecipanti ha dato vita ad una discussione animata, con interessanti spunti di riflessione sulla gestione futura delle coltivazioni di basilico nella nostra zona.

La coltivazione del basilico estivo in pieno campo ed invernale in serra, svolge un ruolo molto importante nell’economia della agricoltura ligure. Da 10 anni a questa parte però la comparsa della Peronospora belbarhii ha complicato la coltivazione di questa tipica pianta aromatica ligure. La prima segnalazione risale al 2003, ed in questi anni si è visto un notevole aumento della pressione della malattia, diventata in alcuni casi incontrollabile con i mezzi chimici a disposizione.L’estate appena trascorsa, mite e piovosa, ha favorito forti e diffuse infezioni di Peronospora sul basilico coltivato in pieno campo, man-tenendo molto alto l’interesse su questa grave patologia. Per questi motivi, la “Compagnia del Basilico” ha organizzato una riunione tecnica sull’argomento, in collaborazione con Agroinnova.La riunione in questione si è svolta sabato 4 ottobre nella sala Matteo Gallinaro, presso la sede dell’Ortofrutticola, ed ha visto una numerosissima partecipazione di pubblico, costituito da agricoltori, tecnici, rappresentanti di ditte sementiere, provenienti da tutta la Liguria e dal Piemonte: erano presenti più di cento persone. Coordinatore delle relazioni il professor Angelo Garibaldi.Il convegno si è aperto con i saluti del Presidente della Compagnia del basilico, Lara Ravera, che ha illustrato motivi che hanno spinto gli organizzatori a trovare una possibile soluzione ad un tema così complesso e difficile da affrontare e da risolvere, come la malattia in questione.Il dottor Paolo Grossi, nella sua relazione “Osservazioni agronomi-che per il contenimento di P. belbarhii”, ha esaminato le proble-matiche relative all’irrigazione, al taglio, e alla gestione dei residui vegetali a fine coltivazione. L’irrigazione a pioggia andrebbe evitata, almeno nelle ore pomeridiane, sostituita dalla più efficiente ala gocciolante, posta ogni due file di basilico seminate. Anche il taglio, fattore potenzialmente critico per la diffusione della malattia, an-drebbe effettuato al mattino, su piante turgide,operando con lame ben affilate, per non sfilacciare i vasi e favorire la rapida ripresa vegetativa. A fine coltura sarebbe bene trinciare le piante ancora verdi, interrando i residui ancora verdi per favorire la decomposi-zione e non offrire al patogeno possibilità di conservazione.Si è poi entrati nel vivo dell’argomento con la relazione della professoressa Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova, che ha esaminato la biologia del patogeno. La professoressa ha raccontato la storia della malattia, segnalata in Africa negli anni 30, rimasta silente fino a circa 10 anni fa, quando è ricomparsa in Europa e da allora non ha più concesso tregua ai coltivatori. Molto interesse ha suscitato la conservazione su seme: secondo Agroin-nova alcune partite di seme analizzate presentavano anche fino al 10% di materiale infetto; queste condizioni non danno scampo dalla

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importanti strumenti di rilancio sia il Piano Nazionale del settore Florovivaistico recentemente approvato, che il nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020; oltre ai due piani su citati vi sono altre importanti opportunità economiche a favore della ricerca applica-ta e delle imprese agricole.Per un vero rilancio del settore, che rimane una delle principali realtà agricole della Liguria, è però fondamentale capire quali sono le tendenze e le prospettive future.Germano Gadina, Presidente Coldi-retti Liguria, ha illustrato il tema “La floricoltura ligure nel terzo mil-lennio”, mentre Riccardo Jannone, dirigente Settore Politiche Agricole Regione Liguria, ha esposto il P.S.R. 2014-2020, con le misure per il set-tore florovivaistico; Alberto Manzo, della direzione Generale MiPaaf, ha illustrato il Piano Nazionale del settore florovivaistico, invece Artu-ro Croci, giornalista ed esperto del settore florovivaistico, ha illustrato l’argomento “Coltivare il futuro”.Al convego sono intervenuti anche: Evgeny M. Boykov, Console generale della Federazione Russa a Genova, Adolfo Giannecchini, Filiera Agricola Italiana SPA, Giovanni Barbagallo, Assessore all’agricoltura Regione Liguria. Tulio Marcelli, membro di Giunta Coldiretti Nazionale Responsabile settore florovivaistico, ha conclu-so l’incontro, che è stato moderato da Gilberto Volpara, giornalista di Primocanale.

Lunedì 1 dicembre, presso la sala “Matteo Gallinaro” della Coopera-tiva, si è svolto il convegno, organizzato da Coldiretti, “Floricoltura ligure, prospettive di crescita”.L’idea di questo convegno, che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico di addetti ai lavori, nasce dall’esigenza di confronto in un periodo difficile per il settore. Il florovivaismo sta attraversando una crisi che sembrerebbe non dare troppo spazio all’ottimismo, inoltre i recenti eventi calamitosi e un andamento climatico sempre più incerto rappresentano la punta di un iceberg: aziende in difficoltà economiche, deperibilità della pianta in fiore, mancanza di marketing e comunicazione, logistica difficile, scarsa programmazione colturale, strategie commerciali, mancanza di una cultura di collaborazione sono i mali endemici del settore floricolo.Il convegno ha cercato di dare risposte ai quesiti che ormai tutti i florovivaisti si pongono e cioè se è ancora possibile continuare ad investire in una azienda florovivaistica, quali sono i mercati a cui ci si deve proporre e quali opportunità possono nascere da questo difficile periodo di crisi. In questi termini possono essere

FLORICOLTURA LIGURE, PROSPETTIVE DI CRESCITAUn convegno di Coldiretti sul futuro di questo importante settore

Ester Perri, responsabile regionale di Campagna Amica – Coldiretti ha esposto il tema: “La voce degli Agricoltori - Consumatori”, mentre Marco Facollo delegato Confederazione Italiana Agricoltori di Albenga, agronomo di Assoutenti Savona, e Davide Nichelini, esperto di Assortenti e Confagricoltura Savona hanno parlato di contraffazione - Falso made in Italy. Tracciabilità del prodotto a garanzia del consumatore.Sono poi intervenuti Luca Medini, direttore del Laboratorio Merceologico della Camera di Commercio di Savona, Franco Mac-chiavello, dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Armando Galanti, veterinario della Struttura Complessa Igiene e Alimenti di origine animale, che hanno parlato del problema relativo al controllo ed alla garanzia della filiera. Claudio Mazzini, responsabile innovazione e sostenibilità di Coop Italia – Consorzio Nazionale fra le Cooperative di Consumatori, ha illustrato il tema: “La Grande Distribuzione le garanzie per il consumatore”.L’argomento sviluppato dall’avvocato Maria Laura Ragazzi, presidente di Assoutenti Savona, è stato: “Legislazione e realtà delle etichette”, mentre Marcello Storace, responsabile settore fitosanitario della Regione Liguria ha parlato del sistema italiano e europeo di sicurezza agroalimentare. Al convegno sono intervenuti anche: l’Assessore regionale Giovanni Barbagallo, la senatrice Donatella Albano, della commissione Agricoltura del Senato, i rap-presentanti Conad e Lidl, oltre a Furio Truzzi, presidente nazionale di Assortenti. La mattinata si è conclusa con una prova pratica di degustazione a cura delle associazioni savonesi Donne Impresa, Donne in Campo e Confagricoltura Donna.

Assoutenti, con il patrocinio della Cooperativa L’Ortofrutticola, della Camera di Commercio di Savona, del Comune di Albenga e della Regione Liguria, ha organizzato sabato 22 novembre un conve-gno sul tema “Conosci ciò che mangi? Produrre e consumare in sicurezza e qualità”. L’appuntamento si è tenuto presso la Sala convegni “Matteo Gallinaro” della Cooperativa.Dopo i saluti del sindaco di Albenga, Giorgio Cangiano, il presi-dente del Consiglio nazionale di Assoutenti, Gian Luigi Toboga, ha introdotto i relatori che hanno parlato della delicata tematica in questione al nutrito pubblico presente.

CONVEGNO

CONOSCICIÒ CHEMANGI?Iniziativa di Assoutenti sulla sicurezza alimentare

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