Murakami Haruki, Uno Scrittore Di Consumo e Di Culto - La Repubblica 12.04.2013

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    Vende milioni di copie. Eppure piace ai palati finiUn caso letterario spiegato dal nipponista Amitrano

    I SEGRETI DI UNO SCRITTOREDI CONSUMO E DI CULTO

    MURAKAMImaniaFRANCO MARCOALDI

    La boa del milione di copie vendute in Italia dallo scrittore giap-ponese Murakami Haruki stata festeggiata da Einaudi con laristampa di un suo bellissimo e ormai introvabile romanzo (Asud del confine, a ovest del sole, traduzione di Mimma De Petra,revisione di Antonietta Pastore) e con ledizione speciale di do-

    dici titoli tra i pi significativi della sua produzione. Tutti accompagnatidalle nuove copertine dellillustratore israeliano Noma Bar (sei titoli inmarzo e sei in maggio).

    Murakami rappresenta un caso letterario davvero singolare, capacecom di annoverare tra i suoi fan i lettori pi sofisticati ed esigenti cos co-me i consumatori di best-seller: un vero e proprio enigma che ha spinto

    Tsuge Teruhiko, professore alluniversit Senshu di Tokyo, a dedicargli unsaggio, I segreti di Murakami, di prossima pubblicazione da Vallardi. Mala traccia che sto seguendo qui offerta da un altro scritto (1Q84 di Mu-rakami Haruki. Navigando in un mare di appunti interrogativi) che gli hadedicato uno dei nostri maggiori nipponisti, Giorgio Amitrano, suo ec-cellente traduttore e da poco direttore dellIstituto Italiano di Cultura diTokyo. Il quale, ora, mi conferma: A volte succede che la ricerca interio-re di uno scrittore coincida con la ricerca interiore non di pochi lettori, madi una moltitudine. Murakami evidentemente in sintonia con unmodo di interrogarsi, di studiare leproprie angosce e i propri desideridiffuso in ogni parte del mondo.Esprime una sensibilit che allostesso tempo personale e colletti-

    va. Ci che lo rende unico, e che for-se pu spiegare il suo grande suc-cesso sia presso i lettori forti che trai consumatori di best-seller, lori-ginalit con cui interpreta unmood collettivo: questo lo rendeuno scrittore esclusivo e popolareal tempo stesso.

    Grazie anche, continua Amitra-no, a una specialissima combina-zione di evasione e introspezione.Il tipico lettore di libri di consumosi aspetta da un romanzo soprat-tutto evasione. Il lettore di Muraka-

    mi prova lebbrezza di allontanar-si dal proprio mondo per evaderein una dimensione separata dallapropria quotidianit, ma mentre siaddentra in questo spazio fantasti-co, si accorge di compiere contem-poraneamente unesplorazionedel proprio mondo interiore. Lo sipotrebbe descrivere come un rap-porto tra microcosmo e macroco-smo.

    Oppure, per usare le parole delpadre dei nipponisti italiani, FoscoMaraini, tra endocosmo ed eso-

    cosmo. Resta comunque che la ri-corrente piega visionaria e alluci-nata dei libri di Murakami, prendeavvio da una dimensione ordina-ria, quotidiana, che apre allim-provviso su scenari onirici. Anchequesto un tratto in cui ciascuno dinoi pu riconoscersi. Le vite ditutti sono impregnate di irrealt al-meno quanto di cose concrete equotidiane. Murakami ha inventa-

    to un metodo per descrivere que-sto nostro oscillare tra realt e so-gno. uno stato danimo che co-nosciamo tutti molto bene, anchese nel mondo attuale, dominatodalla politica e dalleconomia, so-pravvive in una dimensione clan-destina.

    Cos come ci si pu facilmentericonoscere in un altro aspetto,presente ad esempio inA sud delconfine. Mi riferisco a quel doloro-so sentimento che, facendoci tor-nare sui nostri passi, ci porta a rite-

    nere la strada non presa, la vita nonvissuta, come migliori rispetto aldestino che abbiamo scelto. Cre-do che tale sentimento sia noto atutti, indipendentemente dai ri-sultati raggiunti nelle proprie esi-stenze. Anche se ci sono personeche affermano di non avere nessunrimpianto e che rifarebbero da ca-po le stesse cose. Secondo mementono. Tutti abbiamo rimpian-

    ti. Del resto, senza il rimpianto nonesisterebbe la poesia.Anche in Italia, e da tempo, lo

    scrittore giapponese, un autore diculto. Come ha dimostrato lenor-me successo di 1Q84. Ma nulla diparagonabile alla Murakami-ma-nia scoppiata in patria, con un mi-lione di copie vendute in meno diquattro settimane. Il lancio del li-bro stato strategicamente orditosulla sottrazione delle informazio-ni: niente anticipazioni della tra-ma, nessuna spiegazione del titolo.

    Il che ha acuito nei lettori la curio-sit; da qui le prenotazioni, le codein fila davanti alle librerie, il climadi attesa spasmodica. Alla lunga,per, a mantenere alte le venditenon stato il marketing, ma il valo-re del libro. Uscito da poco in edi-zione economica, con le tre partidivise in sei volumetti,1Q84 conti-nua a dominare le classifiche. Or-mai ad agire non pi il marketing,

    ma la reputazione che il romanzo si costruito tra i lettori, anche se ov-viamente non mancano i denigra-tori. Il successo, oltretutto, statoaccompagnato da alcuni mini-boom collaterali, come la riscoper-ta di uno dei libri pi cupi e austeridi Cechov, Lisola di Sakalin, ab-bondantemente citato nel roman-zo; e dellaSinfonietta di Jancek, fi-no ad allora conosciuta da pochis-simi.

    Ecco cos che Murakami si tra-sforma in un fenomeno assimila-

    un autorein sintonia conun modo di viverele angosce diffuso

    in tutto il mondo

    IL LIBRO

    A sud del

    confine, a

    ovest del sole

    uscito orada Einaudi(pagg. 204,euro 20);sopra, Haruki

    Murakami

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    Lo studioso eil dibattito sulritorno alpensiero forte,al centro

    di un convegno

    bile a Harry Potter o alla febbre dai-phone. La stessa frenesia ac-compagna in Giappone luscita delnuovo romanzo, che ha un titolomolto complesso (in Italia, sempreedito da Einaudi, sar L'incoloreTsukuru Tazaki e i suoi anni di pel-

    legrinaggio). Eppure, malgrado sia

    a tutti gli effetti una star, Murakaminon si fatto risucchiare dalla fieradelle vanit del successo Se ne difeso continuando a vivere comeaveva sempre fatto, in modo riser-vato e centellinando le apparizionipubbliche. Ha solo aumentato i

    periodi di permanenza allestero.

    Credo che ormai viva sempre me-no in Giappone. Dai suoi libri sipercepisce chiaramente che nongli interessa il mondo delle celebri-ties, ma la vita e lumanit delle per-sone ordinarie. Perch, nonostan-te le proiezioni autobiograficheevidenti in molte sue opere, Mu-rakami non uno scrittore narcisi-sta. Non scrive per sete di gratifica-zione, come invece fanno moltiscrittori o aspiranti scrittori sem-pre ostili nei suoi confronti, ma pernecessit.

    Si ricordava prima Jancek. Lamusica un elemento ricorrente intutti suoi romanzi: classica, jazz,

    pop. Quanto conta, nella sua fortu-na, il sottofondo musicale? Oltre apermettergli di esprimere un sen-timento del tempo molto intenso,come evidente soprattutto inNorwegian Wood, le citazioni mu-sicali rappresentano un forte ele-mento di coesione nei confrontidei lettori. Chi non si riconosce nel-la rievocazione nostalgica di certibrani dei Beatles o di Burt Bachara-

    ch? Ma non mancano riferimentimeno ovvi, a musicisti jazz poconoti o a composizioni di musicaclassica tuttaltro che popolari, co-me la gi citata Sinfoniettadi Jan-cek.

    Di Murakami si sottolinea sem-pre, e giustamente, la centralitdelle atmosfere fantasmatiche.Non meno importante lidea del-la costitutiva solitudine in cui sonoimmerse le nostre esistenze. Che

    poi uno dei tratti pi tipici della vi-ta metropolitana. Non c dubbio.La solitudine il tema per eccellen-za di Murakami, molto pi impor-tante dei mondi paralleli, delle spa-rizioni, della musica. quel vuotoal centro dellesistenza che nessu-na compagnia, nessun amore rie-scono mai veramente a riempire.

    Un vuoto a cui si accompagnaper una foresta infinita di segni da

    cui siamo attratti in modo irresisti-bile. Esemplare, in tal senso, Kafka sulla spiaggia, che ci raccon-ta un mondo magico, dove ognievento rimanda enigmaticamenteal successivo. Una specie di mosai-co fantastico, le cui tessere non sicompongono in modo razionale,ma invitano comunque a un eser-cizio interpretativo ininterrotto, fi-nendo per disegnare una misterio-sa rete di corrispondenze, analo-gie, rimandi. Questo larcano cheva ricercato, sembra dirci Muraka-mi, quasi suggerendo lambito diuna nuova, inusitata forma di reli-giosit.

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    ALLAMBROSIANA LAMICO DI LEONARDO

    MILANO Ieri Bernardo Caprotti hadonato alla Pinacoteca Ambrosianalautoritratto del pittore Gian GiacomoCaprotti (omonimo ma non parente)detto Sala, allievo di Leonardo. Secon-do il restauratore Ezio Buzzegoli e lostudioso Maurizio Zecchini, lopera po-trebbe essere dello stesso Leonardo. Magli esperti leonardeschi Marani, Fiorio eBora escludono che sia del maestro.