Missioni OMI 01/02_2013

44
missioni Qui Uruguay Qui Senegal e le lettere Prezzo di copertina € 2,20 - gennaio-febbraio 2013 - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB/ UFFICIO POSTE ROMA ROMANINA Rinnovata speranza Dal Sinodo sulla Nuova evangelizzazione dossier Intervista a Benedetto XVI sul futuro dell’Europa attualità P. Belingheri in Indonesia: la Chiesa è vicina alla gente fatti Il servizio alla Procura delle Missioni Estere di p. Ventriglia MISSIONI OMI RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA n. 01/02 GENNAIO-FEBBRAIO 2013

description

Rivista MissioniOMI

Transcript of Missioni OMI 01/02_2013

Page 1: Missioni OMI 01/02_2013

missioniQui UruguayQui Senegale le lettere

Prez

zo d

i co

pert

ina

€ 2,

20 -

gen

naio

-feb

brai

o 20

13 -

Pos

te I

talia

ne s

.p.a

. -

sped

izio

ne i

n ab

bona

men

to p

osta

le -

D.L

. 35

3/20

03 (

conv

. in

L.

27/0

2/20

04 n

. 46

) ar

t. 1

, co

mm

a 2,

DCB

/ U

FFIC

IO P

OSTE

ROM

A RO

MAN

INA

Rinnovata speranza

Dal Sinodosulla Nuova

evangelizzazione

dossierIntervista aBenedetto XVI sul futuro dell’Europa

attualitàP. Belingheri in Indonesia: la Chiesaè vicina alla gente

fattiIl servizio alla Procura delle Missioni Esteredi p. Ventriglia

MISSIONIOMI

RIVISTAMENSILEDI ATTUALITÀ MISSIONARIA

n. 01/02 GENNAIO-FEBBRAIO 2013

omi_cover_gennaio.indd 1 12/12/12 19:52

Page 2: Missioni OMI 01/02_2013

SOMMARIOBurlo, nel giardino di Maria 04di Fabio Ciardi OMI

Una Chiesa vicina alla gentedi Salvo D’Orto OMI 06

Murano e Burano 10di Thomas Harris

Notizie in diretta 22 dal mondo oblatoa cura di Elio Filardo OMI

Mgc news 25

Sostenere al missione ad gentes 30di Pasquale Castrilli OMI

Gioia e commozione a Medjugorje 34di Francesca Vuono Giordano

Lettere al direttore 02

Storia di storie 13

Lettere dai missionari 37

Qui Uruguay, Qui Senegal 39

DOSSIER

14UNA FOTO

PERPENSARE

28

attualità

news

fatti

missioni

MISSIONI OMIRivista mensile di attualitàAnno 20 n.1-2 gen.-feb. 2013

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

EDITOREProvincia d’Italia dei MissionariOblati di Maria ImmacolataVia Egiziaca a Pizzofalcone, 3080132 Napoli

REDAZIONEVia dei Prefetti, 3400186 Romatel. 06 6880 3436fax 06 6880 [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEPasquale Castrilli

REDAZIONESalvo D’Orto, Elio Filardo,Gianluca Rizzaro, Adriano Titone

COLLABORATORINino Bucca, Claudio Carleo, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Guzzo, Thomas Harris, Sergio Natoli, Luca Polello, Claudia Sarubbo, Giovanni Varuni

PROGETTO GRAFICOE REALIZZAZIONEElisabetta Delfini

STAMPATipolitografia AbilgrafRoma

FOTOGRAFIESi ringrazia Olycomwww.olicom.it

UFFICIO ABBONAMENTIVia dei Prefetti, 34 - 00186 Romatel. 06.9408377 - fax [email protected]

Italia (annuale) 17 euroEstero (via aerea) 37 euroDi amicizia 35 euroSostenitore 65 euro

Da versare su cc p n. 777003 intestato a:Missioni OMI - Rivistadei Missionari OMIvia Tuscolana, 73 - 00044 Frascati (Roma) Finito di stamparedicembre 2012Reg. trib. Roma n° 564/93Associata USPI e FESMI

www.missioniomi.itwww.facebook.com/missioniomi

15MISSIONI OMI · 01/02_13

14MISSIONI OMI · 01/02_13

di Carmine Tabarro

dossier

L’assemblea dei vescovi ha proposto ad un “mondo liquido”, che muta rapidamente, valori e evangelici e missionari

Conferme e nuoveprospettive

al Sinodo sulla Nuova evangelizzazione

Tra i tanti discorsi proposti, nei giorni del Sinodo sulla Nuova evangelizzazione, svoltosi a Roma dal 7 al 28 ottobre, tre sono stati forse i più apprezzati e applauditi: le parole di un giovane catechista laico di Roma, nominato dal papa tra gli uditori, come anche le parole del vescovo croato di Tromso, in Norvegia e del vescovo, di origine francese, di Phnom-Penh, in Cambogia. Lo stesso papa Benedetto XVI, nel discorso che ha

tenuto in aula sinodale il 27 ottobre, ha affermato il suo apprezzamento per le e testimonianze della Chiesa che “cresce e vive” dove è piccola e povera.

Riportiamo una breve sintesi di questi interventi: TOMMASO SPINELLI, catechista di giovani catecumeni presso l’ufficio catechistico della diocesi di Roma. “A maggior ragione oggi che le famiglie sono disunite e spesso abdicano al loro ruolo educativo, i sacerdoti testimoniano ai giovani la fedeltà ad una vocazione e la

significativiTre interventi

Sono passati cinquant’anni da quel profetico evento che è stato il Concilio Vaticano II, preparato

e vissuto come una nuova pentecoste: da allora, più volte la Chiesa cattolica ha fatto ricorso allo strumento del Si-nodo per leggere i nuovi segni dei tem-pi e delineare scelte concrete per la vita dei cattolici.Così, per tre settimane, circa duecen-tocinquanta vescovi, giunti da diversi continenti, si sono ascoltati, hanno pre-gato, hanno ricercato insieme, hanno discusso e dialogato.Seguendo il Sinodo attraverso i di co-municazione, il primo aspetto che col-pisce è stato il suo respiro mondiale. Si comprende anche quanto sia importan-te avere uno sguardo informato e at-tento alle diverse situazioni positive e difficili che attraversano la Chiesa. In questo senso un altro dato che è emerso dal Sinodo, è che la Chiesa cattolica è

chiamata a vivere sotto il segno della crisi: nell’Europa di antiche radici cri-stiane, la trasmissione della fede cono-sce fatiche e difficoltà.La Chiesa registra una diminuzione delle vocazioni e, in una società segna-ta dal postsecolarimo, appare a volte periferica e marginale. È vero che nella cultura dominante ci sono ancora al-cuni elementi ispirati al cristianesimo, ma questi valori spesso sono più esteti-ci che concreti - valori che privilegiano l’individualismo e la negazione di ogni forma di fraternità e di vincolo comu-nitario.In Occidente, il cristianesimo è ormai una religione tra le altre e l’indifferen-tismo della società postconsumistica mette in difficoltà i cristiani che vor-rebbero essere il “samaritano” che aiuta il cammino di umanizzazione at-traverso l’annuncio stesso del Vangelo.Nei continenti come il Sud America,

014_021.indd 14-15 10/12/12 23:08

29MISSIONI OMI · 01/02_13

28MISSIONI OMI · 01/02_13

una foto per pensare

Storie di vita

Tra profumi d'acqua salata

e doni,di un mare generoso,affiorano

storie di chi,in reti calate e raccol

te,

intreccia paure e desideri. Storie

di chi vive umili fatiche dispensatrici

di vita; di chi con sudore raccoglie

ciò che è celato nella profondità

dell'abisso,riportando alla luce

una storia nuova,riscoprendone

l'essenza più vera.

foto Alessandro Milella, [email protected] Claudia Sarubbo, [email protected]

028_029.indd 28-29 10/12/12 23:09

sommario.indd 2 14/12/12 18:42

Page 3: Missioni OMI 01/02_2013

1MISSIONI OMI · 01/02_13

editoriale

missioniQui UruguayQui Senegale le lettere

Prez

zo d

i co

pert

ina

€ 2,

20 -

gen

naio

-feb

brai

o 20

13 -

Pos

te I

talia

ne s

.p.a

. -

sped

izio

ne i

n ab

bona

men

to p

osta

le -

D.L

. 35

3/20

03 (

conv

. in

L.

27/0

2/20

04 n

. 46

) ar

t. 1

, co

mm

a 2,

DCB

/AL

Rinnovata speranza

Dal Sinodosulla Nuova

evangelizzazione

dossierIntervista aBenedetto XVI sul futuro dell’Europa

attualitàP.Belingheri in Indonesia: la Chiesaè vicina alla gente

fattiIl servizio alla Procura delle Missioni Esteredi p. Ventriglia

MISSIONIOMI

RIVISTAMENSILEDI ATTUALITÀ MISSIONARIA

n. 01/02 GENNAIO-FEBBRAIO 2013

omi_cover_gennaio.indd 1 10/12/12 22:01

Tranquilli. La rivista che avete tra le mani è sempre la fedelissima Missioni OMI, da 92 anni sulla

breccia dell’informazione missionaria (nasceva nel 1921 con il titolo La Voce di Maria). Nella sua lunga storia il pe-riodico dei Missionari Oblati di Maria Immacolata si è rifatto il look in diverse occasioni.Non solo in occasione dei cambi di testa-ta come nel 1952 quando si chiamò Fino la Polo o nel 1959 quando uscì con l’at-tuale dicitura Missioni OMI, ma anche in varie altre occasioni. Quello che in gergo viene definito restyiling fa parte del nor-male andamento di ogni giornale, quoti-diano, settimanale o mensile che sia. In realtà anche le testate giornalistiche tele-visive e radiofoniche rinnovano periodi-camente grafica e suoni.È la vita stessa che richiede cambiamen-ti, aggiornamenti, novità e ottimizza-zioni. Gli italiani cambiano automobili, frigoriferi e apparecchi televisivi a inter-valli più o meno regolari. Le cose si con-sumano ed è necessario sostituirle, Ma anche quando l’usura del tempo non le ha intaccate, a volte è necessario, dopo al-cuni anni, passare ad una versione, dicia-mo, più aggiornata dello stesso prodotto. Capita, a volte, di non abbandonare la marca, ma di cambiare il modello.Forse può essere inteso così anche que-sto cambiamento di Missioni OMI. Stes-sa marca, ma modello diverso, versione

aggiornata e attualizzata dello stesso prodotto la cui qualità abbiamo imparato a conoscere e sostenere in tanti anni di fedeltà.La continuità con il passato è espressa in maniera significativa dallo stesso tipo di carattere tipografico della testata che abbiamo volutamente mantenuto ad in-dicare un’innovazione nel solco della continuità. Abbiamo voluto porre mag-giormente in rilievo la sigla “OMI”, per-ché molti identificavano questa rivista chiamandola semplicemente “Missioni” mentre per noi è sempre stata “Missioni OMI”. Ci sono alcune nuove rubriche, ci saranno vecchie e nuove firme.Ci piace intendere Missioni OMI come un laboratorio dove poter fare del buon giornalismo a servizio della missione. Far conoscere storie, persone, avveni-menti che hanno come protagonisti i Missionari Oblati di Maria Immacolata, i giovani e i laici che condividono il cari-sma di S. Eugenio de Mazenod e la gente che essi incontrano e servono in tanti an-goli del pianeta.Con un occhio anche ai nuovi mezzi di comunicazione, a cominciare da inter-net, che sempre più costituiscono un linguaggio più che uno strumento di cui soprattutto le giovani generazioni sono molto esperte.Contiamo sull’amicizia e sul sostegno di voi lettori.

Pasquale Castrilli OMI

Sempre noi

[email protected]

MISSIONIOMI

001.indd 1 10/12/12 22:01

Page 4: Missioni OMI 01/02_2013

2MISSIONI OMI · 01/02_13

lettereal direttore

La balbuzie di JacopoSul numero di Missioni OMI di ottobre 2012 di mi ha coinvolto la testimonianza di Jacopo e della sua “Cara amica balbuzie”. Un’opportunità interessante per avvicinare da diversi punti di vista una realtà che mi riguarda da vicino. Jacopo è mio amico e gli sono affezionata. Nella semplicità e sincerità di quanto ha condiviso, ha offerto a me, e a quanti lo hanno letto, un modo per convivere con le piccole o grandi “diversità” che tanto ci pesano, ma che ci rendono ancora più unici e irripetibili.

Suor FrancescaCastelgandolfo (Roma)

Abbiamo raccolto anche da altri lettori un particolare gradimento di quegli articoli cui fa riferimento. Colpisce la serenità con cui Jacopo, scolastico oblato italiano, parli di questa difficoltà della comunicazione orale. Facciamo il tifo per lui: sarà senz’altro un valido missionario e predicatore.

Un valore enormeLa missione che ogni giorno i missionari compiono nel mondo ha un valore enorme e incommensurabile. Io ho avuto la fortuna di vivere tanto tempo fa una missione popolare con il Movimento Giovanile Costruire in Calabria che ha cambiato la mia vita, perché mi ha permesso di avvicinarmi al prossimo cercando di ascoltarlo ed aiutarlo per come mi è possibile. Ringrazio i Missionari OMI, perché sanno come comunicare la gioia di

vivere la missione, con un linguaggio d’amore che va dritto al cuore.

MariellaLatina

Una luce per la MissioneNella notte tra il 20 e il 21 ottobre, la chiesa di San Domenico a Cosenza è rimasta aperta, per pregare in preparazione alla Giornata Missionaria Mondiale. Nella prima parte della serata la diocesi si è radunata per vivere la veglia missionaria

diocesana conclusasi con il mandato missionario da parte del vescovo mons. Salvatore Nunnari. Ha poi avuto luogo un’altra parte fortemente voluta e curata dalla famiglia oblata: una notte di adorazione eucaristica dal titolo Una luce per la missione con la preghiera per i missionari nel mondo e per le vocazioni missionarie. Gli Oblati della comunità di Cosenza, le famiglie, i consacrati e i giovani, del MGC e non, hanno coperto con dei turni tutte le ore

MISSIONIOMI

SUL DESK DEL DIRETTOREAMMI. Negli ultimi mesi del 2012 diverse comunità italiane dell’AMMI (Associazione

Missionaria Maria Immacolata) si sono attivate per la campagna di rinnovo abbonamento. Tra esse segnaliamo le comunità di Vercelli, Messina e Taranto. A Taranto in particolare il direttore della rivista, il 10 novembre, ha incontrato la vivace comunità AMMI.

Numeri. I Missionari OMI della Provincia mediterranea sono attualmente 247:140 in Italia, 33 in Spagna, 49 in Senegal-Guinea Bissau, 13 in Uruguay, 6 in

Venezuela, 4 in Romania, 2 nel Sahara occidentale. 44 è invece il numero totale delle comunità oblate della Provincia: 21 in Italia, 5 in Spagna, 1 in Romania, 2 in Venezuela, 10 in Senegal-Guinea Bissau, 1 nel Sahara occidentale, 4 in Uruguay. Quattro Oblati sono presenti nella comunità internazionale di Lourdes. Lo ha reso noto p. Alberto Gnemmi, superiore provinciale, nella sua relazione all’incontro dei superiori delle comunità, svoltosi a Frascati lo scorso novembre.

002_003.indd 2 13/12/12 20:58

Page 5: Missioni OMI 01/02_2013

3MISSIONI OMI · 01/02_13

della notte. Per l’occasione era stato chiesto agli Oblati in missione di inviare delle intenzioni di preghiera. A seguire alcune.

Sara TripicchioCosenza

• La Missione ha bisogno solo di preghiera... ed ancora di preghiera.Quali sono le intenzioni di preghiera che mi stanno più a cuore? Pregare per questo povero ed affaticato missionario che sono io, pregare perché possa imparare ad amare solo Lui e sempre Lui, pregare per questi

poveri fratelli che ogni giorno vivono sulla strada abbandonati da tutti.Pregare per i miei ragazzi difficili e ribelli solo perché nel cuore hanno tante ferite… Pregare per questa mia missione che ogni giorno si fa più pesante e difficile

p. Vincenzo BordoCorea

• Esattamente il 13 ottobre 1992 partivo per il Senegal, giovane missionario con nel cuore più il senso dell’avventura che il senso di Dio. A distanza di venti anni ho capito che

la missione é un progetto d’amore: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, dunque la Missione é prima di tutto un atto di amore verso ogni uomo che il sangue di Gesù ha riscattato. Vorrei pregare con voi perché nella nostra Chiesa la smettiamo di romperci la testa per quello che non va, la finiamo di organizzare tante cose quando la sola importante é incontrare l’Altro per comunicare non una dottrina, ma una persona, Gesù

p. Bruno FaveroSenegal

• Carissimi giovani e laici di Cosenza. Oggi sono in India e sono in unione con tutti voi che pregate in adorazione davanti al Signore nell’Eucaristia, il Pane della Vita. Prego che la benedizione di Dio scenda su tutti voi: l’amore di Dio, la sua pace, il perdono, la riconciliazione, la gioia e la salute. Ho un’unica intenzione e so che avete già pregato per questa: la Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Per ogni uomo sacerdote, fratello o giovane in formazione, per tutti i laici associati con noi e con il carisma di S. Eugenio de Mazenod. Grazie per le vostre vite generose di testimonianza e di preghiera. Con tutto l’affetto e la benedizione! Vostro fratello Oblato in Gesù Cristo e Maria Immacolata

p. Louis Lougen superiore generale OMI

Sopra, Una luce per la Missione a Cosenza. A fianco dei giovani calabresi del Movimento Giovanile Costruire

Para que tengan vida…è il programma che gli OMI di Montevideo (Uruguay) conducono tutti i giovedì su Radio Maria Uruguay dalle 20.30 alle 22.15,ora locale.È possibile ascoltare le trasmissioni dal sitowww.radiomaria.org.uy.

002_003.indd 3 13/12/12 20:50

Page 6: Missioni OMI 01/02_2013

4MISSIONI OMI · 01/02_13

nel giardino di MariaBurlo,

È mezzanotte quando scendo dalla macchina. Sono in aper-ta campagna, nel più profondo

silenzio. Il cielo è terso e la Via lattea, nel suo distendersi irregolare, brilla di luce vivissima. Al mattino gli ampi spazi si popolano di giovani. La scuola di Burlo, in Vestfalia riprende vita. Mi trovo nel centro nord della Germania al confine con l’Olanda, in una vasta zona agricola. Nelle vicinanze Kem-pen, l’antica Kempis, mi ricorda il pre-sunto autore dell’Imitazione di Cristo, Tommaso da Kempis, e la grande tra-dizione mistica qui sorta alla fine del 1300 lungo il fiume Reno, detta appun-to “mistica renana”.Il primo monaco venne in queste cam-pagne nel 1220. Qualche anno più tar-di arrivò l’antico ordine monastico dei

Guglielmini, sostituiti poco dopo dai Cistercensi, che costruirono una loro chiesa. Chiamarono quel luogo Ma-riengarden, giardino di Maria.A Burlo non trovo gli antichi monaci, ma gli Oblati, qui arrivati all’inizio del 1900. Vennero per dar vita ad una “scuola apostolica”; sì, una scuola per formare i futuri apostoli, i missionari. Istituirono medie e liceo e formarono tanti ragazzi che partirono per il mon-do ad annunciare il Vangelo. Adesso c’è ancora una bellissima scuola mo-derna, per i ragazzi della regione che ricevono una educazione d’eccellenza. È rimasto l’unico liceo degli Oblati in

tutta Europa; porta ancora il nome di Mariengarden.Gli ambienti scolastici sono moderni, dislocati in diversi edifici in una gran-de estensione di prati e boschi. L’ulti-ma costruzione è il grande auditorium con sale d’incontri, mensa e bibliote-ca, dove si tiene un fitto programma di eventi anche per la vicina cittadina. Esco nella piazza centrale al momento dell’intervallo per gustare il ronzio de-gli giovani. Particolare punto di attra-zione i banchi con la vendita di fette di torta per raccogliere i soldi in vista di una festa degli studenti. I due cappel-lani Oblati sono in mezzo a loro, come

attualità

Burlodi Fabio Ciardi [email protected]

004_005_tagliato.indd 4 13/12/12 22:03

Page 7: Missioni OMI 01/02_2013

5MISSIONI OMI · 01/02_13

Burlo,

sempre. Sono rimasti gli unici Padri che lavorano nella scuola. Anche il direttore non è Oblato, ma un gentilis-simo signore che mi accoglie con una festa infinita e con qualche parola in italiano; sembra più Oblato degli Obla-ti. Mi guida nella visita alla scuola. Visto che gli Oblati non insegnano più, occorre assicurare una formazione ai professori, in modo che portino avan-ti l’istituzione secondo l’ideale oblato. Ecco perché nel pomeriggio, con una sessantina di loro, vado a Freckenhorst per passare due giorni a riflettere in-sieme sulla vocazione oblata. Nel viaggio verso Freckenhorst attra-versiamo Münster, una città invasa da biciclette, con appositi semafori e parcheggi ovunque. Giungiamo in un bel centro per convegni della diocesi, circondato, come tutto il paesaggio che ho visto fin qui, da fattorie e bo-schi. Lungo le vie, come per i sentieri o agli angoli delle case, testimonianze di una fede antica e radicata: edicole

della Madonna, statue del Sacro Cuo-re, crocifissi.Eccomi dunque con sessanta profes-sori, alcuni tanto giovani da sembra-re ancora studenti, accanto ad altri più sperimentati. Passiamo assieme mo-menti intensi nei quali ripercorriamo l’esperienza spirituale di S. Eugenio, dalla quale sono sorte un’infinità di iniziative tra le quale anche l’esperien-za formativa in questa regione della Germania. L’interesse è altissimo, tut-ti sono in ricerca dei valori che hanno animato per un secolo la loro scuola e che vogliono mantenere vivi. Chi è stato colpito da un aspetto, chi da un altro: l’imprescindibile incontro con Cristo e la scoperta del suo infinito amore personale per ognuno, il senso della sincera donazione di sé (non è questa l’oblazione?), il desiderio di tra-smettere i valori cristiani (non è questa la missione?). Dopo aver ascoltato la storia di S. Eugenio un professore mi dice: “Questo giovane di venticinque

anni, figlio di divorziati, senza futuro, smarrito… C’erano tutte le premesse per una crisi depressiva. Invece la sco-perta di essere amato da Cristo ha dato senso alla sua vita. Ha trovato l’amore di Dio proprio in mezzo alle difficoltà e al dolore. Ho una figlia con un tumo-re, una tragedia. Anche in questo dolo-re posso trovare l’amore di Dio”.Attraverso la proiezione delle foto e il racconto dei viaggi che in questi anni mi hanno portato per i più diversi Pa-esi del mondo, ho condotto anche i professori nei luoghi dove vivono e lavorano gli Oblati. Sono rimasti sor-presi, fra l’altro, nel vedere che i nostri missionari guidano licei analoghi in tanti altre parti del mondo, dal Messi-co all’Australia, dalle Filippine a Hong Kong, continuazione delle scuole ini-ziate tanti anni fa con lo scopo di por-tare il Vangelo ai giovani.Una missione che i professori di Burlo sono fieri di continuare, accanto agli Oblati. n

Ottocento gli studenti che arrivano

ogni giorno da un raggio di venti chilometri. C’è anche il coinvolgimento dei genitori alla vita scolastica. Essi svolgono ad esempio volontariato permettendo il funzionamento della biblioteca.Un edificio è adibito ad accoglienza di studenti di altre scuole che vengono da diverse parti per qualche giorno di studio o di ritiro.www.gymnasium-mariengarden.de

MariengardenGymnasiumSopra, il preside

della scuola tra il cappellano e il provinciale dei Missionari OMI. A fianco l’abside della chiesa cistercense di Burlo, oggi parrocchia tenuta dagli Oblati

004_005_tagliato.indd 5 13/12/12 22:03

Page 8: Missioni OMI 01/02_2013

6MISSIONI OMI · 01/02_13

di Salvo D’Orto [email protected]

attualità

Intervista a p. Natalino Belingheri, missionario in Indonesia. Tra passato e presente un impegno di solidarietà e formazione

Una Chiesa

La presenza di Oblati italiani in altre Pro-vince della Congregazione è stata, e continua ad essere, un segno di missio-

narietà. Tre Omi italiani sono in Indonesia: p. Carlo Bertolini, p. Giuseppe Rebussi e p. Nata-lino Belingheri. In questa intervista, p. Natalino racconta uno spaccato dell’attività dei Missionari Oblati di Maria Immacolata in Indonesia: l’impegno per la formazione cristiana, culturale e sociale.• I Missionari Oblati di Maria Immacolata sono ricordati come i “Missionari dell’epopea

vicina alla gente

006_009.indd 6 13/12/12 22:04

Page 9: Missioni OMI 01/02_2013

7MISSIONI OMI · 01/02_13

Una Chiesa

bianca” a motivo delle missioni nel Polo Nord. In Indonesia siamo stati gli iniziatori della Chiesa e qualcu-no ipotizza la scrittura di “un’epopea verde”. In poco meno di trent’anni siete riusciti a costruire una diocesi a partire da una parrocchia, comin-ciando da Tarakan e andando verso l’interno del Kalimantan…Vedendo il piccolo gruppo di Oblati italiani, tornati dal Laos, direi che cer-tamente avevano un’esperienza che ha permesso un’immediata integrazione. Quando il vescovo ci ha affidato que-sta zona del Nord del Paese, per noi non è stato un trauma, ma una gioia! Senza tante chiacchiere ci siamo but-tati e abbiamo visto che tutto è stato frutto di Dio che ci ha preceduto; è lo Spirito Santo che precede tutto e ci ha anche protetti dandoci una salute, in genere, di ferro.Ci siamo adattati ad una vita semplice,

molte volte isolata, una vita spesa in mezzo alla gente senza nessuna prete-sa, con quest’unico ideale di costruire la Chiesa. Abbiamo visto che con que-sta costanza, con questo programma fatto insieme, quasi senza accorgerci, e con la risposta della gente, da un vil-laggio all’altro, da una comunità all’al-tra, la zona si è sempre più allargata. L’interesse è aumentato verso la Chie-sa Cattolica.Ci siamo trovati così, senza lodi e sen-za chiedere troppe glorie e medaglie, con una Chiesa, che è sì ancora pic-cola, povera e senza pretese, ma che ha la struttura principale: abbiamo un vescovo, quindici parrocchie con l’in-serimento di altri missionari di altre congregazioni.Adesso la nostra diocesi si sta misu-rando con problemi seri, perché dopo l’annuncio del kerigma che abbiamo fatto noi, c’è bisogno che l’annuncio

del Vangelo sia approfondito e consoli-dato con la trasmissione delle tradizio-ni cristiano-cattoliche. Non bisogna dimenticare, infatti, che viviamo qui in una pluralità di religioni, anche se la maggioranza è cristiana. Ci sono tante Chiese protestanti che hanno un loro influsso; come noi abbiamo avuto un influsso su di loro. Vedendo come la Chiesa Cattolica ha portato avanti seriamente il lavoro in mezzo a questa gente, c’è stato un grande ascendente nelle altre chiese e senza fare tante pre-diche, tante cose che prima loro non facevano, per esempio nella loro litur-gia, le hanno cominciate a fare. Hanno cambiato mentalità riguardo alla Chie-sa Cattolica, prima era sempre odiata,

JUGA DATANG Ben arrivatoSAYA SENANG BERTEMU

DENGAN ANDA Sono felice di conoscerti.KERIGMA Parola greca che nel suo significato originale significa “proclamazione”, “annuncio”. Gesù Cristo identifica sé stesso come colui che è venuto a proclamare la buona notizia ai poveri (Lc. 4). Il termine sta ad indicare anche il centro sintetico della fede cristiana alla quale ogni discepolo è chiamato ad aderire: “Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto, Signore e Salvatore”.KABARGHENVIRA La parola che viene usata per dire Vangelo, significa “notizia della gioia”.

DENOJIAH Sinonimo di Kabarghenvira nella lingua dei Punan. Vuol dire “Il Padre porta la notizia buona”.ASRAMA È una specie di ostello. Gli occupanti, a pari spesa, possono stare per un periodo molto più lungo rispetto ad altre forme di alloggio.DAYAK È una sigla per indicare oltre duecento sottogruppi etnici del Borneo. Ciascuno di essi ha una propria lingua, tradizione, cultura e ordinamento giuridico. Originariamente animisti, molti dayak si sono convertiti al cristianesimo e alcuni recentemente hanno abbracciato l’Islam. Una stima attesta che i dayak sono tra i due e i quattro milioni di persone.SELAMAT TINGGAL Arrivederci.

indonesianePillole

Tarakan

Kalimantan

006_009.indd 7 13/12/12 22:04

Page 10: Missioni OMI 01/02_2013

8MISSIONI OMI · 01/02_13

era “la Chiesa di Satana che stava a Roma”. Non una volta i padri sono stati trascinati pubblicamente in tribunale, non una volta siamo stati disprezzati in pubblico. Proprio questo odio, che era stato seminato senza nessun motivo, non sappiamo neanche perché, è pian piano scemato.

• Siamo stati insieme al villaggio di Adiu, a quattro ore di macchina da Pulau Sapi, il centro della tua missio-ne. Un villaggio che conta un’ottan-tina di cristiani. È stato interessante vedere il tuo rapporto con la gente, mi ha fatto pensare che tu in qualche modo eri il custode delle loro tradi-zioni. Mi dicevo quanto sia vera l’idea

che i missionari sono così dentro la cultura di un popolo da essere in qual-che modo anche degli antropologi. Il Vangelo nella lingua indonesiana è chiamato la kabarghenvira che signi-fica “notizia della gioia”, i membri dell’etnia dei Punan chiamavano le mie barche denojiah che vuol dire la stessa cosa: “Il Padre porta la notizia buona”. Questa gente vive certamente in un mondo da un punto di vista cul-turale totalmente diverso dal nostro. Hanno accettato la religione, hanno visto che sono stati liberati da tante paure, da tante schiavitù, da uno stile di vita che li faceva sentire un po’ più oppressi, abbandonati: soffrivano il fatto che nessuno mai si era interessato

a loro. Hanno trovato nel missionario, qualcuno, che ha portato loro una nuo-va visione della vita, anche se la loro vita non è cambiata molto. È cambia-to però il loro stile. Questo si vede so-prattutto nelle nuove generazioni; sono ancora cacciatori, pescatori, ma ades-so vedono che il loro avvenire è or-mai pieno di speranza, quello che loro prima non avevano. Vedevano il buio, avevano vissuto nel buio e vedevano il futuro nel buio. E hanno paragonato l’arrivo del missionario tra loro come qualcuno che porta una lampada, una luce che ad un certo punto si è rifles-sa, è stata accesa e ha permesso loro di vedere quello che prima non avevano mai visto.

• Questo tipo di speranza è particolar-mente legata alle nuove generazioni. È significativa l’attenzione con cui se-guite le esperienze degli asrama, i luo-ghi in cui offrite ai ragazzi e ai giovani dei villaggi la possibilità di studiare. Diventano per questi giovani un’e-sperienza comunitaria. Vedendovi in mezzo a loro mi sembrava di intuire che questa è una delle cose più impor-tanti che state facendo qui.Una delle prime cose che fin dall’ini-zio abbiamo capito, è stata dare l’oc-casione a questa nuova generazione, che andava formata, di poter accedere all’educazione minima, fondamenta-le. Eravamo coscienti che un domani, il mondo sarebbe cambiato, e queste etnie avrebbero avuto a che fare con il cambiamento. Se non fossero stati pre-parati al cambiamento, se non ci fosse stato qualcuno ad aiutarli e a permet-tere loro di fare questo salto di qualità attraverso l’educazione, la scuola, sa-rebbero stati schiacciati e distrutti. Noi siamo arrivati quando ancora il gover-no non garantiva le scuole nei villaggi. Poi ha cominciato con le elementari, ma non era sufficiente, perché c’erano dei problemi quando i ragazzi doveva-

006_009.indd 8 14/12/12 19:21

Page 11: Missioni OMI 01/02_2013

9MISSIONI OMI · 01/02_13

Sotto p. Carlo Bertolini e p. Natalino Belingheri. In alto a sinistra il gruppodei primi Missionari Oblatidi Maria Immacolata italiani arrvati in Indonesia e sotto, la comunitacristiana di Adiu

no uscire per andare alle scuole di gra-do superiore.Ma non era solo quello, abbiamo visto che oltre al fatto dell’educazione que-sti ragazzi avevano bisogno di un’al-tra prospettiva: vivendo nel villaggio, nell’ambiente familiare ricevevano un’educazione che consisteva nel cre-scere in fretta per potersi arrangiare per vivere, diventare adulti il più presto possibile per andare a caccia e a pesca, per poter trovare da mangiare, perché questa è la vita e la vita è dura. I ma-trimoni erano precoci, in giovanissima età, tredici, quattordici anni e le pro-spettive per un futuro non c’erano. Quindi questi asrama sono stati im-portanti per l’accesso all’educazione e per l’educazione alla socializzazione. Attraverso i ragazzi, i villaggi delle di-verse etnie hanno cominciato a socia-lizzare tra loro. Prima tra i vari gruppi etnici c’era una certa paura di frequen-tarsi. Era la paura del confronto, il ri-cordo delle guerre che erano state fatte nel passato, la paura dei guaritori o di coloro che potevano usare i veleni contro il nemico; andare in un altro villaggio era considerato sempre un pericolo. Oggi invece no, e questi muri sono veramente crollati, non perché li abbiamo fatti crollare, noi, ma per-

ché li hanno fatti crollare loro, si sono aperti. E queste nuove generazioni, so-prattutto dei dayak, le vogliamo pre-parare per il futuro. In queste regioni dove c’è una situazione di povertà, di mancanza di istruzione, cerchiamo di collaborare con il governo per alzare la condizione delle nuove generazioni che saranno i leader della società e del-la Chiesa.

• La Provincia oblata indonesiana è ormai una realtà con una quarantina di Oblati, con tante comunità aposto-liche, con vari giovani in formazione. Una realtà in crescita. Visto che la composizione è di italiani, australia-ni, francesi e indonesiani, che espe-rienza di internazionalità fate tra voi?Penso che questa internazionali-tà, sempre presente in Indonesia fin dall’inizio, è stata per le nuove gene-razioni di Oblati un vantaggio uni-co. Forse diverso da altre esperienze oblate in Asia, perché con la presenza di tre gruppi oblati che avevamo ac-centuazioni e criteri diversi nella pa-storale, gli Oblati indonesiani hanno potuto scegliere per maturare una loro modalità. I primi Oblati sono venuti dall’Australia, e hanno dato un colore particolare insediandosi a Giava e in-teressandosi soprattutto della forma-zione e delle vocazioni. Per fortuna, hanno pensato al futuro della Congre-gazione in Indonesia; mentre noi ita-liani e francesi, essendo un po’ lontani da Giava, nell’Est e nell’Ovest del Ka-limantan, abbiamo offerto ai giovani Oblati indonesiani la possibilità di ma-turare dal punto di vista pastorale.Penso che noi come italiani non abbia-mo mai fatto brutta figura, anche se siamo stati talvolta messi un po’ all’an-golo. Abbiamo costruito la realtà della nuova Provincia dove la maggioranza è indonesiana: è già da due mandati che il Superiore Provinciale è indone-siano, compresi i suoi consiglieri. n

attualità

006_009.indd 9 13/12/12 22:04

Page 12: Missioni OMI 01/02_2013

10MISSIONI OMI · 01/02_13

testo e foto di Thomas Harriswww.thomasharris.it

attualità

Murano e Burano

010_012.indd 10 13/12/12 22:05

Page 13: Missioni OMI 01/02_2013

11MISSIONI OMI · 01/02_13

Torno a Venezia sempre volen-tieri, ma in questo caso ho evi-tato il centro per dedicarmi

ad una visita a Murano e Burano. Per curiosità. Ogni volta che vado in un paese, una città o una nazione, mi do-cumento su usanze tipiche e cultura del luogo…Sono appassionato di artigianato e ho colto l’occasione per vedere come lavorano il vetro di Murano e i mer-letti di Burano. Mestieri antichi che raccontano la storia di una città.

La fornace di MuranoIl mastro vetraio tiene in mano l’asta con cui manovra il vetro fuso dentro la fornace. L’aria è calda ma non insop-portabile. Respiro polvere ‘asciugata’ dal calore. Mi accorgo della bambina che gioca dentro al box. “Un lavoratore che si porta la famiglia in azienda mi trasmette scarsa professionalità”, ho pensato. Accantono questo pensiero

e mi immergo nella sua realtà che mi parla della fornace come della sua se-conda casa, della sua arte, non intesa come lavoro, ma come vocazione. Pausa caffèIl mastro si avvicina con in mano l’a-sta che sulla punta tiene una bolla di vetro rovente che sembra cadere da un momento all’altro. Il vetraio è comple-tamente a suo agio mentre cammina; si gira verso la moglie che dopo una manciata di secondi arriva con una moka piena di caffè che appoggia sul tavolo.L’artigiano “stende” un po’ del suo vetro a 1.000 gradi sul tavolo e ci ap-

Murano e Burano

010_012.indd 11 13/12/12 22:05

Page 14: Missioni OMI 01/02_2013

12MISSIONI OMI · 01/02_13

attualità

poggia la moka che, tempo due secondi borbotta e fuma emanando l’inconfondibile aroma del caffè.

Fatemi uscireLa bambina gioca nel suo box, come se fosse la cosa più naturale del mondo stare in un lettino da campeggio all’interno di un capannone con una fornace perenne-mente oltre i 1.000 gradi. Mi vede incuriosito ed inizia a mostrarmi il suo repertorio di smorfie, parole accen-nate, sguardi, applausi ed

espressioni. Poi lancia uno sguardo che sembra dire “fammi uscire”…

Lenti di polvereA Murano sapevo di un ne-gozio nel quale era possi-bile trovare una merlettaia all’opera. Vedo una signora anziana impegnata nei suoi ricami. Una faccia dolce, buona e vissuta. Mi concen-tro sugli occhiali e cerco di guardarci attraverso per ca-pire cosa sta provando lei… ed è in questo momento che

vedo la polvere e metto a fuoco ‘il vissuto’ delle sue mani e dei suoi occhi e del-la loro reciprocità. Oramai gli occhi non hanno bisogno di vederci perfettamente, perché hanno guardato ab-bastanza e le mani perce-piscono ugualmente quello che devono fare.

Compagnidi merendeCammino per le coloratissi-me calli di Burano. Nessun palazzo, solo case a due o tre piani al massimo, ognu-na di un colore diverso.Si dice che siano stati i pe-scatori a volerle così perché dal mare potessero ricono-scere la propria. Oltre un cortile noto molti gatti che mangiano. Vedo affacciar-si una signora che inizia a lamentarsi della loro pre-senza, ma allo stesso tempo allungando loro un altro po’ di pesce per continuare a godere della loro simpatica compagnia.

RincasandoMolte piccole barche con una sola persona a bordo che, lentamente, rientrano in porto. Questa immagine mi fa pensare al romanzo di Hemingway Il vecchio ed il mare e mi fa capire quan-to intimo sia il rapporto tra l’uomo ed il mare nella la-guna veneziana. Immagino che aprendo la porta trovi un ambiente caldo, una pento-la sul fuoco con l’acqua che bolle ed una moglie felice di aver preparato per lui la pa-sta fatta in casa. n

010_012.indd 12 13/12/12 22:05

Page 15: Missioni OMI 01/02_2013

13MISSIONI OMI · 01/02_13

P adre Claude Bellot, che passò trenta-

sei anni nelle mis-sioni fra gli indigeni

della Columbia Britan-nica, non è forse fra gli

Oblati più conosciuti.Nato in Francia (Alta Loi-

ra) nel 1874, arrivò nel 1901 nell’isola di Vittoria, dove solcò la maggior parte delle missioni della regione, sperimentando

la felicità di far conoscere Dio a quei “figli dei boschi”. La sua penna vivace, ci ha lasciato racconti accattivanti sugli incontri con gli indigeni. Ecco, per esempio, le avventure di un vecchio che voleva sposarsi.Avendo sentito dire che mons. Augustin Dontenwill OMI, vescovo di New Westminster, era di passaggio al lago Babi-ne, Nessait, 55 anni, aveva percorso 250 chilometri attraver-so la foresta per vedere il “grande orante”.Questo non credente visitava per la prima volta una missio-ne cattolica. Il suo stupore raggiunse il culmine quando en-trò in chiesa per la preghiera. Tutto era così pulito rispetto a casa sua e i canti così belli! Quando sentì parlare di Dio, della “terra di lassù” e della Madre del cielo, fu per lui una vera rivelazione. Fino a quel momento aveva sentito parlare solo di pelle di castori, di fucili e caccia. La sera stessa il suo nome fu iscritto nel registro dei catecumeni. In meno di una settimana imparò bene il catechismo, o perlomeno

abbastanza per ricevere il battesimo. Due giorni prima della nostra partenza Nessait venne a trovarmi con aria misterio-sa. Dopo un momento di silenzio mi mostrò i suoi mocassi-ni usati: “Padre, guarda come faccio pena. Sono vecchio… Vorrei sposarmi, perché ho bisogno di una donna accanto per fare i miei mocassini”. Feci del mio meglio per infon-dergli coraggio e gli chiesi di fare una scelta fra le ‘perle’ del posto. Ne designò una, brutta da far paura. Seguendo il mio consiglio, Nessait andò a sondare le intenzioni della fu-tura metà. Ahimè! La sera stessa tornò con un viso abbat-tuto. Dopo un lungo silenzio mi disse che l’eletta voleva sì sposarsi per avere tè, farina e carne di capriolo, ma che non era capace di fare mocassini, perché non ci vedeva più ab-bastanza. Naturalmente suggerii al malcapitato di cercare altrove.Il giorno successivo Nessait ritornò, invece, tutto felice. “Avrà i suoi mocassini”, pensai. In effetti, aveva trovato una donna che potesse fargli le scarpe tanto desiderate. Chi? La stessa vecchia che il giorno prima diceva di essere cieca! Oggi poteva vedere un po’ meglio, quel tanto che bastava per fare i mocassini. La sola condizione che poneva per spo-sarsi era che Nessait facesse durare i suoi mocassini il più a lungo possibile, poiché non voleva lavorare troppo... Voleva sì morire, ma di vecchiaia, non di fatica.Ho letto da qualche parte che vengono richieste quattro cose a una donna prima di sposarsi: che nel suo cuore dimori la virtù, che la modestia brilli sulla sua fronte, che la dolcezza promani dalle sue labbra e che il lavoro occupi le sue mani. Nessait, invece, mi ha provato che una sola cosa è necessaria per una donna: saper fare dei mocassini. n

storia di storie

E per dote un paio di mocassinidi André Dorval OMI tradotto e adattato da Nino Bucca OMI

MISSIONIOMI

013.indd 13 10/12/12 22:46

Page 16: Missioni OMI 01/02_2013

14MISSIONI OMI · 01/02_13

di Carmine Tabarro

dossier

L’assemblea dei vescovi ha proposto ad un “mondo liquido”, che muta rapidamente, valori e evangelici e missionari

Conferme e nuoveprospettive

al Sinodo sulla Nuova evangelizzazione

Sono passati cinquant’anni da quel profetico evento che è stato il Concilio Vaticano II, preparato

e vissuto come una nuova pentecoste: da allora, più volte la Chiesa cattolica ha fatto ricorso allo strumento del Si-nodo per leggere i nuovi segni dei tem-pi e delineare scelte concrete per la vita dei cattolici.Così, per tre settimane, circa duecen-tocinquanta vescovi, giunti da diversi continenti, si sono ascoltati, hanno pre-gato, hanno ricercato insieme, hanno discusso e dialogato.Seguendo il Sinodo attraverso i di co-municazione, il primo aspetto che col-pisce è stato il suo respiro mondiale. Si comprende anche quanto sia importan-te avere uno sguardo informato e at-tento alle diverse situazioni positive e difficili che attraversano la Chiesa. In questo senso un altro dato che è emerso dal Sinodo, è che la Chiesa cattolica è

chiamata a vivere sotto il segno della crisi: nell’Europa di antiche radici cri-stiane, la trasmissione della fede cono-sce fatiche e difficoltà.La Chiesa registra una diminuzione delle vocazioni e, in una società segna-ta dal postsecolarimo, appare a volte periferica e marginale. È vero che nella cultura dominante ci sono ancora al-cuni elementi ispirati al cristianesimo, ma questi valori spesso sono più esteti-ci che concreti - valori che privilegiano l’individualismo e la negazione di ogni forma di fraternità e di vincolo comu-nitario.In Occidente, il cristianesimo è ormai una religione tra le altre e l’indifferen-tismo della società postconsumistica mette in difficoltà i cristiani che vor-rebbero essere il “samaritano” che aiuta il cammino di umanizzazione at-traverso l’annuncio stesso del Vangelo.Nei continenti come il Sud America,

014_021.indd 14 13/12/12 22:06

Page 17: Missioni OMI 01/02_2013

15MISSIONI OMI · 01/02_13

Conferme e nuoveprospettive

al Sinodo sulla Nuova evangelizzazione

Tra i tanti discorsi proposti, nei giorni del Sinodo sulla Nuova evangelizzazione, svoltosi a Roma dal 7 al 28 ottobre, tre sono stati forse i più apprezzati e applauditi: le parole di un giovane catechista laico di Roma, nominato dal papa tra gli uditori, come anche le parole del vescovo croato di Tromso, in Norvegia e del vescovo, di origine francese, di Phnom-Penh, in Cambogia. Lo stesso papa Benedetto XVI, nel discorso che ha

tenuto in aula sinodale il 27 ottobre, ha affermato il suo apprezzamento per le e testimonianze della Chiesa che “cresce e vive” dove è piccola e povera.

Riportiamo una breve sintesi di questi interventi: TOMMASO SPINELLI, catechista di giovani catecumeni presso l’ufficio catechistico della diocesi di Roma. “A maggior ragione oggi che le famiglie sono disunite e spesso abdicano al loro ruolo educativo, i sacerdoti testimoniano ai giovani la fedeltà ad una vocazione e la

significativiTre interventi

014_021.indd 15 07/12/12 11:22

Page 18: Missioni OMI 01/02_2013

16MISSIONI OMI · 01/02_13

IL FUTURO DEL CONTINENTE EUROPEO IN UN’INTERVISTA INEDITA AL SANTO PADRE NEL FILM “BELLS OF EUROPE”, PRESENTATO AL SINODO SULLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Più o meno a metà del Sinodo sulla Nuova evangelizzazione è stato presentato ad alcuni padri sinodali il film Bells of Europe. Campane d’Europa sul tema dei rapporti fra il cristianesimo, la cultura europea e il futuro del continente.

Il film presenta estratti di una serie di interviste originali con le maggiori personalità religiose cristiane, papa Benedetto XVI, il patriarca ecumenico Bartolomeo I, il patriarca di Mosca Kirill, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, l’ex presidente della federazione delle Chiese evangeliche in Germania Wolfgang Huber e altre personalità.Il filo unificante del film è dato dal suono delle campane dei diversi angoli del Continente e dalla fusione di una campana nell’antica fonderia di Agnone (Is). La

CI SARANNO SEMPRE NUOVI RISVE GLI PER IL CRISTIANESIMO Benedetto XVI

014_021.indd 16 10/12/12 22:48

Page 19: Missioni OMI 01/02_2013

17MISSIONI OMI · 01/02_13

della mancanza di libertà religiosa, il rischio che i cristiani - pur abitando da secoli quei Paesi (ben prima che l’I-slam apparisse), oggi siano percepiti come “Occidente”, e considerati estra-nei nel loro stesso Paese e siano spinti a emigrare.Queste testimonianze sono state stra-ordinarie. Ascoltare le voci dei “ve-scovi dell’esilio”, tutte incentrate sul

Asia e da qualche decennio anche nei Paesi dell’Occidente a causa dell’im-migrazione, l’Islam, con le sue diverse componenti, costituisce una presenza che interroga la Chiesa intera: i padri sinodali provenienti dai Paesi arabi, dove la convivenza non è facile, han-no fatto comprendere e conoscere, con rispetto, i loro problemi, le diffi-coltà nell’evangelizzazione a causa

l’Africa e l’Asia, la Chiesa cattolica deve subire anche la concorrenza di sette cristiane, di spiritualismo new age e di fenomeni legati alla magia.Viviamo in un mondo paradossale, dove il “religioso” è ancora in mezzo a noi, ma le chiese tradizionali sembra-no incapaci di intercettare i nuovi biso-gni della gente.Inoltre in Africa, in Medioriente, in

colonna sonora è realizzata con musiche del compositore estone Arvo Pärt.Realizzato dal Centro Televisivo Vaticano in base a un’idea di p. Germano Marani, con il supporto di diverse altre istituzioni, il film è ora a disposizione di RAI Cinema, che ne detiene i diritti per la diffusione televisiva e home video.Un fascicolo con i testi integrali delle interviste realizzate in occasione del film è stato distribuito ai partecipanti al Sinodo.Da segnalare il testo dell’ampia intervista, finora inedita, a Benedetto XVI,che riportiamo di seguito:

CI SARANNO SEMPRE NUOVI RISVE GLI PER IL CRISTIANESIMO Benedetto XVI

possibilità di scegliere un modo di vivere alternativo e più bello rispetto a quello proposto dalla

società. Ciò che mi preoccupa è che però tali figure di spessore stanno diventando la minoranza. Il sacerdote ha perso fiducia nell’importanza del proprio ministero, ha perso carisma e cultura. (…) Sacerdoti, vi chiedo di trovare il coraggio di essere voi stessi. Non temete, perché lì dove sarete autenticamente sacerdoti, lì dove proporrete senza paura la verità della fede, noi giovani vi seguiremo (…). Pertanto propongo di: 1) Aumentare la formazione dei sacerdoti, non solo spirituale ma anche culturale (…).2) Riscoprire il Catechismo

significativiTre interventi

dossier

Nella foto mons. Alberto Sanguinetti Montero,vescovo di Canelones

e mons. Milton Tróccoli, vescovo ausiliare di Montevideo

014_021.indd 17 10/12/12 22:48

Page 20: Missioni OMI 01/02_2013

18MISSIONI OMI · 01/02_13

Santità, nelle sue encicliche sta proponendo un’antropologia forte, un uomo abitato dalla carità di Dio, dalla razionalità allargata dall’esperienza di fede, un uomo che ha una responsabilità sociale. Proprio in questo orizzonte antropologico lei ha più volte ribadito che questa riscoperta del volto umano, dei valori evangelici, delle radici dell’Europa è motivo di speranza per il continente europeo e non solo… Può spiegarci le ragioni della sua speranza?Il primo motivo della mia speranza consiste nel fatto che il desiderio di Dio, la ricerca di Dio è profondamente scritta in ogni anima umana e non può scomparire. Certamente, per un certo tempo, si può dimenticare Dio, accantonarlo, occuparsi di altre cose, ma Dio non scompare mai. È semplicemente vero quanto dice sant’Agostino, che noi uomini siamo inquieti finché non abbiamo trovato Dio. Questa inquietudine anche oggi esiste.

È la speranza che l’uomo sempre di nuovo, anche oggi, si ponga in cammino verso questo Dio.Il secondo motivo della mia speranza consiste nel fatto che il Vangelo di Gesù Cristo, la fede in Cristo è semplicemente vera. E la verità non invecchia. Anch’essa si può dimenticare per un certo tempo, si possono trovare altre cose, la si può accantonare, ma la verità come tale non scompare. Le ideologie hanno un tempo contato. Sembrano forti, irresistibili, ma dopo un certo periodo si consumano, non hanno più la forza in loro, perché manca loro una verità profonda. Sono particelle di verità, ma alla fine si sono consumate. Invece il Vangelo è vero, e perciò non si consuma mai. In tutti i periodi della storia appaiono sue nuove dimensioni, appare tutta la sua novità, nel rispondere alle esigenze del cuore e della ragione umana che può camminare

014_021.indd 18 10/12/12 22:48

Page 21: Missioni OMI 01/02_2013

19MISSIONI OMI · 01/02_13

della Chiesa Cattolica nella sua conciliarità: in particolare la prima parte di ogni sessione dove i

documenti del concilio illuminano i temi tradizionali (…). 3) Infine la liturgia: troppo spesso è trascurata e desacralizzata, va rimessa con dignità al centro della comunità sia parrocchiale che territoriale”.

BERISLAV GRGIC, vescovo prelatodi Tromso, Norvegia. “Nei Paesi nordici - Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia - la Chiesa cattolica è una piccola minoranza e quindi non ha né i vantaggi né gli svantaggi che si riscontrano spesso nelle regioni in cui il

cattolicesimo è tradizionale e/o prevalente. Malgrado la sua limitata rilevanza, sotto il profilo numerico e sociale, la nostra è tuttavia una Chiesa in crescita. Vengono costruite nuove chiese, istituite nuove parrocchie, vengono ad aggiungersi riti non latini, il numero delle conversioni e dei battesimi adulti è relativamente alto, non mancano le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa, il numero dei battesimi supera di gran lunga quello dei decessi (…). In alcuni settori della società c’è grande interesse per la fede e per la spiritualità (…). Va inoltre osservato che negli ultimi anni sono piuttosto numerosi gli ordini contemplativi che vi hanno aperto le proprie case. Tuttavia, la trasmissione della fede spesso è resa più difficile dalle grandi distanze. I nostri sacerdoti devono viaggiare molto (talvolta fino a 2000 km al mese) per visitare i fedeli che abitano in luoghi distanti e celebrare con loro la messa. Nei mesi invernali ciò diventa molto faticoso”.

in questa verità e trovarvisi. E perciò, proprio per questo motivo, sono convinto che ci sia anche una nuova primavera del cristianesimo.Un terzo motivo empirico lo vediamo nel fatto che questa inquietudine oggi lavora nella gioventù. I giovani hanno visto tante cose - le offerte delle ideologie e del consumismo - ma colgono il vuoto in tutto questo, la sua insufficienza. L’uomo è creato per l’infinito. Tutto il finito è troppo poco. E perciò vediamo come, proprio nelle nuove generazioni, questa inquietudine si risveglia di nuovo ed essi si mettono in cammino, e così ci sono nuove scoperte della bellezza del cristianesimo; un cristianesimo non a prezzo moderato, non ridotto, ma nella sua radicalità e profondità. Quindi, mi sembra che l’antropologia come tale ci indichi che ci saranno sempre nuovi risvegli del cristianesimo e i fatti lo

dialogo, prive di accenti aggressivi o toni da crociata. La Chiesa ha ve-ramente camminato in questi ultimi cinquant’anni: non più ostilità verso gli infedeli, ma impegno al dialogo, ricerca del “Dio vivente”, comune re-sponsabilità per il bene della società,

ricerca di pace tra le religioni, libertà di coscienza. Il Sinodo per la Nuova evangelizzazione ci ha proposto una Chiesa che non vuole promuovere un proselitismo che imponga il Vangelo agli uomini e le donne del nostro tem-po, ma vuole che la Buona Notizia pos-

sa essere ascoltata da tutti, perché ogni essere umano è chiamato ad incontrare il Cristo Risorto.Per questo la Chiesa si impegna a evan-gelizzare innanzitutto se stessa e quin-di a offrire una vita che abbia senso, un messaggio che testimoni l’amore vissu-

significativiTre interventi

dossier

014_021.indd 19 10/12/12 22:48

Page 22: Missioni OMI 01/02_2013

20MISSIONI OMI · 01/02_13

OLIVIER SCHMITTHAEUSLER, M.E.P., vicario apostolico

di Phnom-Penh, Cambogia. “Il genocidio perpetrato dai khmer rossi ha ucciso vescovi, sacerdoti, religiosi e la maggior parte dei cristiani. Da vent’anni,

viviamo nuovamente l’epoca degli Atti degli Apostoli con un primo annuncio della buona novella praticato dai pochi sopravvissuti e sostenuto dall’arrivo in massa dei missionari. Oggi abbiamo circa 200 battesimi di adulti all’anno. La piccola Chiesa della Cambogia è in qualche modo un laboratorio di evangelizzazione in un mondo buddista che ha pienamente aderito al processo di secolarizzazione

veicolato dalla globalizzazione, un po’ come i draghi asiatici. La missione ad extra è intimamente legata alla missione ad intra. Ad extra e ad intra si arricchiscono reciprocamente esortandosi a servire una sola e unica missione di evangelizzazione! Ecco alcuni punti significativi per un primo annuncio di Gesù Cristo che possono essere estesi anche a una riflessione sulla nuova evangelizzazione. Due sono fondamentali: Il vero incontro con Gesù Cristo apre il cuore alla carità e all’esperienza del perdono per condurre alla scoperta del dono della vita. E i laici, apostoli in questo mondo (Apostolicam actuositatem).E come sarà la Chiesa sacramento di Cristo nel mondo per una nuova evangelizzazione in atto e in verità? Una Chiesa che tocca il cuore. Una Chiesa semplice. Una Chiesa ospitale. Una Chiesa orante. Una Chiesa gioiosa”.

confermano con una parola: fondamento profondo. È il cristianesimo. È vero, e la verità ha sempre un futuro.

Santità, ha più volte ribadito che l’Europa ha avuto e ha tuttora un influsso culturale su tutto il genere umano e non può fare a meno di sentirsi responsabile, non solo del proprio futuro, ma anche di quello dell’umanità intera. Guardando avanti, è possibile tratteggiare i contorni della testimonianza dei cattolici e dei cristiani appartenenti alle Chiese ortodosse e protestanti, nell’Europa, che, vivendo i valori evangelici contribuiscano alla costruzione di un’Europa più fedele a Cristo, accogliente, solidale, nell’impegno a cercare vie nuove per affrontare le sfide comuni che contrassegnano l’epoca post-moderna e multiculturale?Si tratta della grande questione. È evidente che l’Europa ha anche oggi nel mondo un grande peso sia economico,

sia culturale e intellettuale. E, in corrispondenza a questo peso, ha una grande responsabilità. Ma l’Europa deve trovare ancora la sua piena identità per poter parlare e agire secondo la sua responsabilità. Il problema oggi non sono più, secondo me, le differenze nazionali. Si tratta di diversità che non sono più divisioni, grazie a Dio. Le nazioni rimangono, e nella loro diversità culturale, umana, temperamentale, sono una ricchezza che si completa e dà nascita ad una grande sinfonia di culture. Sono fondamentalmente una cultura comune.Il problema dell’Europa di trovare la sua identità mi sembra consistere nel fatto che in Europa oggi abbiamo due anime: un’anima è una ragione astratta, anti-storica, che intende dominare tutto perché si sente sopra tutte le culture. Una ragione finalmente arrivata a se stessa che intende emanciparsi da tutte

to. La Chiesa, nella sua opera evange-lizzatrice è consapevole che il mondo non è un deserto, un vuoto pneumatico, un mondo buono e senza valori. È co-sciente che lo Spirito Santo agisce nella Storia della Salvezza; un mondo ogni giorno abitato e plasmato dall’uomo, creatura fatta a immagine e somiglian-za di Dio, dunque capace, con l’aiuto

dello Spirito Santo di vivere il già del Regno di Dio. Per annunciare il Van-gelo, è necessario che i cristiani siano capaci di ascoltare il mondo, conoscer-lo, leggerne le gioie e le sofferenze e, soprattutto, discernere in esso i poveri materiali e spirituali.Gesù ha detto di essere venuto a porta-re la buona notizia del Vangelo ai po-

veri, la Chiesa non può fare altrimenti perché, al seguito del suo Signore, è chiamata a essere innanzitutto Chiesa povera e di poveri.Il Sinodo ha dato agli uomini e alle don-ne del nostro tempo parole di speranza. Si è ribadito a più riprese che l’amore del Signore resta fedele anche quando ci sono situazioni di infedeltà, perché la

significativiTre interventi

014_021.indd 20 10/12/12 22:49

Page 23: Missioni OMI 01/02_2013

21MISSIONI OMI · 01/02_13

le tradizioni e i valori culturali in favore di un’astratta razionalità. La prima sentenza di Strasburgo sul Crocifisso era un esempio di questa ragione astratta che vuole emanciparsi da tutte le tradizioni, dalla storia stessa. Ma così non si può vivere. Per di più, anche la “ragione pura” è condizionata da una determinata situazione storica, e solo in questo senso può esistere.L’altra anima è quella che possiamo chiamare cristiana, che si apre a tutto quello che è ragionevole, che ha essa stessa creato l’audacia della ragione e la libertà di una ragione critica, ma rimane ancorata alle radici che hanno dato origine a questa Europa, che l’hanno costruita nei grandi valori, nelle grandi intuizioni, nella visione della fede cristiana. Soprattutto nel dialogo ecumenico tra Chiesa cattolica, ortodossa, protestante, quest’anima deve trovare una comune espressione e deve poi incontrarsi con questa ragione

astratta, cioè accettare e conservare la libertà critica della ragione rispetto a tutto quello che può fare e ha fatto, ma praticarla, concretizzarla nel fondamento, nella coesione con i grandi valori che ci ha dato il cristianesimo.Solo in questa sintesi l’Europa può avere il suo peso nel dialogo interculturale dell’umanità di oggi e di domani, perché una ragione che si è emancipata da tutte le culture non può entrare in un dialogo interculturale. Solo una ragione che ha un’identità storica e morale può anche parlare con gli altri, cercare una interculturalità nella quale tutti possono entrare e trovare una unità fondamentale dei valori che possono aprire le strade al futuro, a un nuovo umanesimo, che deve essere il nostro scopo. E per noi questo umanesimo cresce proprio dalla grande idea dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio.

Chiesa è casa di tutti i battezzati, anche di quelli che vivono situazioni di con-traddizione al Vangelo.Altra grande conferma è che il Sinodo, ormai è divenuto una via ordinaria nella vita della Chiesa cattolica; anche que-sto è un grande messaggio di speranza ai fedeli, ma ha anche indicato a quan-ti non appartengono alla Chiesa e se

ne proclamano estranei che i cristiani che vivono in mezzo a loro partecipano senza esenzioni alla costruzione di una società civile più umana e sanno di do-ver essere portatori di fiducia, fraterni-tà e di speranza. La Chiesa è impegnata più che mai nel dialogo con la postmo-dernità, nella consapevolezza che ciò non sempre è facile - ma che questa è la

sua missione - vivere il Vangelo: questo il mandato ricevuto da Gesù. Vivere il Vangelo in un “mondo liquido” è sem-pre più difficile, a volte appare persino impossibile a causa di una generazione che appare indifferente all’evento cri-stiano, eppure i cristiani sono chiama-ti a dare la vita, come Cristo, per fare presente già ora il Regno di Dio. n

dossier

014_021.indd 21 10/12/12 22:50

Page 24: Missioni OMI 01/02_2013

22MISSIONI OMI · 01/02_13

Notizie in diretta dal mondo oblato

Ha ricevuto la medaglia papale Pro Ecclesia et Pontifice per i suoi diciassette anni come segretario di lingua

inglese e consigliere canonico presso la Nunziatura Apostolica di Ottawa. È p. Thomas Cassidy. Durante questo periodo, è stato al servizio di quattro nunzi apostolici: Carlo Curis, Paolo Romeo, Luigi Ventura e Pedro Lopez-Quintona. La maggior parte della gente non ha familiarità con il lavoro dell’Ufficio di Nunzio Apostolico. Non si sa che circa il 20%

di questo servizio consiste nel rappresentare la Santa Sede presso il Governo nel ruolo di ambasciatore e che quasi l’80% è dedicato ai vescovi cattolici del Canada. È un Paese bilingue e per questo la Nunziatura non può contare su un segretario per il francese ed un altro per l’inglese. Tom racconta che inizialmente, quando ha ricevuto la telefonata dalla Nunziatura in cui gli si chiedeva di presentarsi per un colloquio, era rimasto molto perplesso. Non poteva

essere uno scherzo? Tuttavia non conosceva nessuno dei suoi confratelli Oblati in grado di imitare un accento italiano così pronunciato. La richiesta del Nunzio accolta favorevolmente dal

news

PER UN FEDELE SERVIZIO

canada

Dal 19 al 22 novembre si è tenuto a Pozuelo l’incontro “Rivitalizzare la vita e la missione oblata in Europa”

(pozuelomi.sitego.fr). Vi hanno partecipato circa 60 Oblati provenienti da tutta Europa, dai 5 ai 25 anni di ministero con la presenza di un numeroso gruppo appartenente alla Provincia polacca. Per questo motivo le lingue dell’incontro sono state inglese, francese e polacco.P. Rafael Villanueva dice che la sua «difficoltà più grande è

stata la lingua, ma il frutto più significativo di questo incontro è la vicinanza con gli Oblati che

in futuro lavoreranno in Europa. Dopo questo incontro sento di dovermi impegnare di più nell’apprendimento delle lingue, almeno l’inglese».

(fonte: nosotrosomi.org)

La Missione oblata in EuropaSpagnaMessaggi e notizie

dalle Missionia cura di Elio Filardo [email protected]

022_024.indd 22 14/12/12 18:43

Page 25: Missioni OMI 01/02_2013

23MISSIONI OMI · 01/02_13

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato vescovo

ausiliare della diocesi di Odessa-Simferopol p. Jacek Pyl, finora

Parroco della parrocchia di S. Michele Arcangelo a Tyvriv nella diocesi di Kyiv-Zhytomyr assegnandogli la sede titolare vescovile di Novasinna.P. Jacek Pyl è nato il 17 agosto 1962 a Garwolin, nella Diocesi di Siedlce in Polonia.Nel 1977 è entrato nel Seminario minore degli Oblati e nel 1981 ha

iniziato il noviziato ed ha emesso i voti perpetui l’8 settembre 1986. È stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1988. Dal 1988 al 1990 è stato sssistente del Maestro dei novizi a Swiety Krzyz in Polonia. Dal 1990 svolge il ministero pastorale in Ucraina, dove dal 1997 al 2003

ha ricoperto per tre mandati consecutivi anche l’incarico di superiore della Delegazione oblata. Attualmente è parroco della parrocchia di S.Michele Arcangelo a Tyvriv nella Diocesi di Kyiv-Zhytomyr.

(fonte: news.va)

P. Jacek Pylnominato vescovo

Ucraina

Provinciale di allora, p. Gerry Morris, ha iscritto Tom nella lista dei sette Oblati che hanno prestato il loro servito presso la Nunziatura e probabilmente con il primato di aver svolto questo compito per il periodo più lungo. Quando ha iniziato il periodo di prova, l’8 settembre 1994, si è reso subito conto che si trattava di un ministero tipicamente oblato.

Altri confratelli avevano ricoperto incarichi simili e lo stesso Eugenio de Mazenod aveva sempre voluto

che i suoi uomini fossero al servizio dei vescovi. Questo lavoro, interamente al servizio dei

vescovi del Canada, è stato iniziato da Tom con “un salto nel vuoto”. Ciononostante, in tutti questi anni, ha ricevuto soltanto uno o due

commenti negativi sul suo lavoro di segretario

e consigliere canonico. Durante questo incarico ho vissuto alcuni momenti significativi. Per esempio, una volta, dovendo rappresentare il Nunzio Apostolico, ha incontrato il primo ambasciatore nero del Sudafrica. Tom racconta che l’ambasciatore era un uomo molto grande. Quando vide il colletto romano, si accorse di Tom, gli diede un bel bacio e si vantò davanti a tutti i presenti: «Questo è il rappresentante della Santa Sede. È l’unica istituzione che fin dall’inizio ha affiancato il movimento anti-apartheid». Tom si alzò e lo ringraziò. In questo contesto si sentì molto vicino all’arcivescovo, Denis Hurley ed ai suoi confratelli che erano stati forti sostenitori della resistenza al movimento apartheid in Sudafrica.

(fonte: omilacombe.ca)

ucraina

022_024.indd 23 13/12/12 22:13

Page 26: Missioni OMI 01/02_2013

24MISSIONI OMI · 01/02_13

news

IndiaIncontro dei giovaniin formazione

Dal 27 al 29 dicembre all’Istituto di Filosofia de Mazenod (DIP) di Gnanalayam si è tenuta

una tre giorni dal titolo Bosom rivolta a 120 giovani: candidati alla vita oblata, studenti di filosofia, novizi e scolastici. Da qui l’acronimo Bosom che significa Studenti oblati indiani in convegno.Il tema dell’incontro La formazione alla fede per la missione è stato impostato mediante un’approfondita e precedente consultazione dei partecipanti. Gli argomenti affrontati nelle conferenze sono stati:• La formazione alla fede alla luce

dell’esperienza ad Aix di S. Eugenio.• Il senso di appartenenza, una sfida per la

comunità.• La vita comunitaria degli Oblati è una

testimonianza apostolica.P. Francis Nallappan, provinciale dell’India, è stato presente insieme a tutti i formatori.I partecipanti di Bosom hanno dedicato il tempo necessario alla preghiera ed alla celebrazione dell’Eucaristia, ai canti, ai giochi ed a manifestazioni culturali nello spirito delle feste natalizie. Hanno animato il corso p. Chinnapan, p. David Kumar e i fratelli C. Salomon, Rabul e S. Joseph. Hanno coordinato l’iniziativa giovani di tutti i

livelli della formazione e l’equipe organizzativa composta da sette giovani guidati da p. Antony Samy.

(fonte: omiworld.org)

HaitiSandy ha lasciatosegni anche sull’isola

Nel mese di ottobre l’uragano Sandy, noto per aver causato

danni e vittime nel nord-est degli Stati Uniti, è passato per

Haiti toccando questa popolazione che di recente era già stata colpita da terremoti ed uragani. Più di cinquanta persone sono state uccise e le colture sono state gravemente danneggiate.Il 27 ottobre p. Real Corriveau descrive la situazione dopo il passaggio di Sandy: «Tre giorni di pioggia e vento, giorno e notte. La piccola sala parrocchiale di fronte alla chiesa è stata distrutta. La cucina e la casa parrocchiale sono rimaste senza tetto. Il vento era così forte che la pioggia ha allagato la canonica. La canonica della parrocchia S. Marie Madeleine a Sibert quest’anno è stata inondata per la seconda volta. Fortunatamente gli Oblati e la gente hanno trovato rifugio nella scuola parrocchiale. Per quanto ne so, nessuno è rimasto ferito. Sembra che Sandy abbia fatto molte inondazioni a Les Cayes e sulla costa meridionale, dove abbiamo più di dieci parrocchie. Il vento e le onde hanno causato enormi danni alle case in riva al mare.È consolante vedere che le persone ricevono aiuto da parte del governo e di altre organizzazioni. Questa volta erano stati preparati ad affrontare gli effetti di un uragano”.

(fonte: omiworld.org)

022_024.indd 24 08/12/12 10:43

Page 27: Missioni OMI 01/02_2013

25MISSIONI OMI · 01/02_13

mgc news

Èstato un weekend

diverso quello del 3 e 4

novembre per i giovani dell’MGC della Calabria. Due giorni così intensi da sentirne molti di più, fisicamente, ma soprattutto interiormente. Partiti con tanto entusiasmo abbiamo trascorso questo fine settimana ospitati dalle suore nella Colonia S. Benedetto, a Cetraro (Cs). Pochi minuti per sistemarsi e per conoscere i nuovi ragazzi, arrivati da Paola (Cs), Cosenza, Oppido Mamertina (Rc) e Cetraro (Cs), e subito si inizia. Con lo slogan Un volto per costruire.Nei vari gruppi di comunione, partendo proprio dallo slogan, ciascuno ha donato agli altri una parte di sé. Esprimendo e condividendo paure e debolezze, sono venuti fuori aspetti

del proprio carattere che molti non avevano mai considerato. Intensa è stata l’adorazione eucaristica di sabato sera, terminata con un grande abbraccio finale tra i giovani presenti, così come emozionanti sono state le testimonianze di Salvatore e Angela, una coppia di fidanzati dell’MGC che da alcuni anni vive la propria storia nella purezza e nella sincerità, e di un adulto della comunità di Cosenza che dopo un pellegrinaggio a Medjugorje ha riscoperto la fede e l’esperienza del perdono.Ecco alcune testimonianze.«Ciò su cui mi sono soffermata è la conferma che Dio ci ama così come siamo. Direi che questa 2-giorni è stata davvero un “mattoncino” che si è andato ad aggiungere alla costruzione di quella casa che è la mia fede».Francesca, Cosenza

Un volto per costruireCOSENZA

025_027.indd 25 13/12/12 22:16

Page 28: Missioni OMI 01/02_2013

26MISSIONI OMI · 01/02_13

«Il tema mi ha aperto gli occhi, facendomi capire che devo imparare a conoscermi,senza aver paura di scoprire chi sono realmente.Imparando ad amarmi posso donare me stessa agli altri».Ester, Oppido M. - Rc

«Ultimamente non mi sentivo vicino a Dio… andavo a messa la domenica, ma per tradizione. Da quando i missionari sono venuti a Oppido è cambiato tutto, adesso sì che posso pormi delle domande, che prima neanche immaginavo».Raffaele, Oppido M. - Rc

VERCELLIRipartiamo con… la fedeLa famiglia oblata di Vercelli ha iniziato il cammino di quest’anno con una festa. Abbiamo voluto unire due momenti: l’introduzione del tema di quest’anno, ossia “la fede”, e il saluto di congedo a p. Saverio Zampa e p. Dino Cadonà, che hanno cambiato sede, rispettivamente Aix-en-Provence (Francia) e Passirano (Bs).La festa è iniziata sabato con una partita di calcetto seguita poi dalla cena in comunità, noi ragazzi e p. Saverio. La giornata “ufficiale” è stata la domenica; erano presenti più di 100 persone e si respirava davvero un calore di famiglia. È stata una giornata di gioia e comunione, di unione, con qualche lacrima certo… Abbiamo avuto la possibilità di conoscere e intrecciare il nostro cammino con due persone eccezionali!L’appuntamento successivo per l’MGC si è svolto nel fine settimana successivo. È stato un weekend di novità, anche se il posto lo conoscevamo bene: l’Abbazia di San Nazzaro Sesia. Un luogo sicuro, rilassante e silenzioso. Solo in questo modo potevamo accogliere altri giovani che hanno chiesto di camminare con noi nell’MGC: Elena, Laura, Andrea e Luca. Durante quei giorni abbiamo ascoltato la testimonianza di Martina, sul viaggio missionario in Guinea Bissau, e di Eleonora, una ragazza da sempre dedita alla vita di oratorio, che ora ha scelto di aiutare i poveri della città, vivendo in un appartamento insieme con altri giovani.

TARANTOUn incontro insolito

Il mio Liceo partecipa ad un progetto di gemellaggio con il Burkina Faso che ha come obiettivo la costruzione di pozzi e di una centrale elettrica a pannelli solari che permetterà la distribuzione dell’elettricità all’intera cittadina di Fada. La mia professoressa di francese mi ha proposto di esporre ai miei compagni il lato etico del progetto. Per questo ho deciso di organizzare un incontro nell’Aula Magna della scuola, per poter parlare del termine “missione” inteso non solo col significato ecclesiale, ma come opera di volontariato e di cooperazione. Il punto su cui mi sono soffermato particolarmente riguarda l’essere Missionario nel quotidiano, ovvero come noi ragazzi possiamo essere missionari. Direi che anzitutto possiamo vedere un esempio di missionari nelle figure dei nostri genitori, che ogni giorno fanno sacrifici per assicurarci una vita dignitosa senza farci mancare nulla. Ma anche noi come figli siamo missionari a casa quando diamo una mano in cucina o aiutiamo il fratellino a fare i compiti o semplicemente buttiamo la spazzatura. Il luogo forse più difficile dove possiamo essere missionari è la scuola.E come si fa?Aiutando i compagni in difficoltà, cercando di risolvere le discordie che si creano in classe, facendo ogni giorno il nostro dovere di studenti. Siamo chiamati a vivere come se fossimo gli operai di un cantiere, il cantiere di quel progetto

025_027.indd 26 13/12/12 22:16

Page 29: Missioni OMI 01/02_2013

27MISSIONI OMI · 01/02_13

disegnato da Dio. Così possiamo fare quel “qualcosa in più” che fa del bene a noi stessi e alla persone intorno a noi. Durante la seconda parte di questo incontro ho avuto l’occasione di parlare di come la mia vita sia cambiata da quando faccio parte del

storia di p. Mario Borzaga e del suo grande carisma illustrata nel libro Il sogno e la realtà di p. Fabio Ciardi. P. Nicola Parretta, il mio parroco, è stato presente ed è intervenuto alla fine della conferenza.Andrea Chioppa

È sicuramente gioia la parola che l’MGC di Firenze si porta nel cuore al termine della maxi convivenza

fatta nel ponte di Ognissanti a Femminamorta (Pt). A portare la gioia più grande sono state sicuramente le nuove pre-comunità, che da quest’anno hanno intrapreso un cammino di formazione per creare delle comunità di vita. La radicalità, in tutti i contesti della vita, è stato il tema, e grazie alla formazione di p. Francesco, alle meditazioni tenute da alcuni giovani, ma soprattutto alla comunione tra noi, abbiamo trovato una nuova motivazione alla radicalità.«Sarà che solitamente le esperienze di convivenza rendono più buoni - racconta Claudia - ma questa volta credo che in me sia cambiato seriamente qualcosa! La mia esperienza per questa maxi convivenza si fonda su due parole: rinascita e lievito. La prima si riferisce proprio al fatto di essere cambiata e di essere rinata, sentirsi finalmente parte di un’unica famiglia, riuscire a mettere a disposizione di quasi sessanta persone le proprie forze fisiche (per cucinare). La seconda esperienza l’ho vissuta una settimana prima della convivenza: essere come

Movimento Giovanile Costruire; ho esposto la storia e l’attualità dei Missionari Oblati di Maria Immacolata e in particolare della loro missione in Senegal e Guinea-Bissau, con la testimonianza di p. Bruno Favero.In conclusione ho raccontato la

FIRENZEMaxi convivenza

il lievito nel pane. In pratica essere testimoni di Cristo nella vita di tutti i giorni».Cosa c’è da dire di questa maxi-convivenza si chiede invece Dimitri «Principalmente io direi wow, perché è la prima convivenza che faccio da non giovanissimo, ed è davvero emozionante arrivare alla casa e conoscere solo metà della gente. Subito dal pomeriggio non è stato difficile relazionarsi. Nei giorni successivi sentivo uno spirito di una grande famiglia!»Giulio, un altro dei, per così dire, “nuovi MGC”, racconta: «Il percorso che ho iniziato, secondo me, è il trampolino di lancio per vivere la vita: ti dà le basi su come vivere da cristiano. Si sente che siamo in un mondo completamente diverso, rispetto a quello dei giovanissimi: è qualcosa di più raffinato! La parola che mi porto a casa è cerchio, perché in un cerchio tutti siamo rivolti verso lo stesso centro che è Dio, ci possiamo guardare in faccia e condividiamo le nostre idee».Andrea Cuminatto

mgc news

025_027.indd 27 13/12/12 22:16

Page 30: Missioni OMI 01/02_2013

28MISSIONI OMI · 01/02_13

una foto per pensare

Storie di vita

Tra profumi d'acqua salata

e doni di un mare generoso,affiorano

storie di chi,in reti calate e raccolt

e,

intreccia paure e desideri. Storie

di chi vive umili fatiche dispensatrici

di vita; di chi con sudore raccoglie

ciò che è celato nella profondità

dell'abisso,riportando alla luce

una storia nuova,riscoprendone

l'essenza più vera.

foto Alessandro Milella, [email protected] Claudia Sarubbo, [email protected]

028_029.indd 28 13/12/12 22:36

Page 31: Missioni OMI 01/02_2013

29MISSIONI OMI · 01/02_13

Storie di vita

038_039.indd 29 07/12/12 12:29

Page 32: Missioni OMI 01/02_2013

30MISSIONI OMI · 01/02_13

di Pasquale Castrilli [email protected]

Lo vediamo pregare il Rosario in diretta da Lourdes su TV2000, con i pellegrini alla Grotta e

con migliaia di telespettatori italiani. P. Nicola Ventriglia è approdato da qualche mese nel Santuario mariano probabilmente più famoso al mondo, a servizio, insieme alla comunità obla-ta, dei pellegrini che sempre numerosi vi si recano. Negli ultimi anni è stato incaricato della Procura delle Missioni estere, l’ufficio della Provincia religio-sa che coordina i progetti missionari.

fatti

P. Ventriglia racconta degli anni di lavoro trascorsi alla Procura delle Missioni estere

Sostenere la missione

ad gentes

oblati che mi hanno sempre accolto con grande fraternità nelle Missioni che ho potuto visitare. Grazie a Melina, Fran-cesca e gli ultimi due anni Maria, che mi hanno saputo affiancare nel portare avanti l’ufficio della Procura.Un grazie voglio esprimerlo ai nostri amici benefattori per la stima, la fi-ducia e l’affetto che mi hanno sempre

P. Nicola che bilancio tracci di questi anni di servizio come Procuratore delle Missioni estere?Anzitutto sento di dire grazie ai supe-riori per la stima e la fiducia accorda-tami nell’avermi voluto affidare questo incarico, per avermi sostenuto e inco-raggiato in questi anni anche nei mo-menti difficili. Grazie ai confratelli

030_033.indd 30 13/12/12 22:42

Page 33: Missioni OMI 01/02_2013

31MISSIONI OMI · 01/02_13

i vari progetti missionari, delle adozio-ni a distanza e dei contatti con amici e i benefattori. E per quanto possibile tiene i rapporti con le comunità della Provincia di appartenenza. Per questo l’ufficio richiede tempo, delicatezza e rispetto, poiché si tratta di rapporti con persone concrete. C’è tanta gente di buona volontà, desiderosa di poter aiutare i poveri e le Missioni, ma vuole

vederci chiaro. Vuole essere si-cura che i piccoli e grandi sfor-

zi che ciascuno fa, abbiano buon esito. È questo uno dei motivi che obbliga il procuratore a muoversi, e a cercare di avere sempre un contatto vivo e diretto con amici e benefattori delle Missioni.Trovo inoltre che, l’ufficio della Pro-cura possa essere un ottimo strumento di animazione missionaria per l’inte-ra Provincia, proprio grazie al diretto

dimostrato, sostenendo in questi anni, con amicizia e generosità, i tanti pro-getti che abbiamo potuto realizzare nelle nostre Missioni dove si trovano gli Oblati italiani e non solo. L’ufficio della Procura è molto com-plesso e non sempre facile da gestire, si occupa specialmente dei rapporti con i missionari, di reperire fondi per

contatto che essa ha con le Missioni e i missionari.Quali sono stati i momenti per te più significativi?In questi anni ho sperimentato la for-za prorompente della provvidenza, che si fa strada per andare incontro alle necessità dei poveri. All’inizio mi chiedevo dove avrei trovato i fondi per rispondere alle tante richieste che ar-rivano in Procura dalle nostre Missio-ni. Ma sentivo che questa non doveva essere la preoccupazione primaria. Mi sono detto: “Sono stato chiamato a questo servizio non per cercare sol-di, ma per promuovere e sensibilizzare l’animazione missionaria”. Con questa certezza le cose sono cominciate ad es-sere molto più serene dentro di me. La mia primaria preoccupazione in questi anni è stata di promuovere i rapporti sempre più fraterni con i mis-sionari e con i nostri amici delle Mis-sioni; questo ha prodotto il centuplo anche negli aiuti alle Missioni. Posso dire che non mi sono mai preoccupato di cercare soldi, anche se questi sono sempre arrivati e anche più di quello che mi aspettassi.Questo ha dato la possibilità di poter far fronte a nuovi progetti che erano già in programma e che tante volte non

INTERNAT DI KOUMPENTOUM (Senegal), convitto inaugurato il 22

luglio 2012 (36 ragazzi hanno già cominciato a viverci).ACQUISTO DI 3 MOTO-TAXI per offrire un servizio agli abitanti dei villaggi e lavoro ai giovani (Koumpentoum, Senegal).COLONIA ESTIVA A KABROUSSE, sponsorizzata dal Viaggio missionario 2012, per 81 bambini provenienti dalle missioni di Temento ed Elinkine (Senegal).PROGETTO MARTINA. Terminato l’arredamento della scuola di Farim (Guinea Bissau).SALA POLIVALENTE di Wenday a Elenkine (Senegal).RIPARAZIONE DELLA SCUOLA Keur Daouda (40 Km da

Koumpentoum, Senegal) e costruzione di una camera con servizi.POMPA PER IL POZZO nel villaggio di Felane (Koumpentoum, Senegal).SCAVO POZZI in tre villaggi della Missione di Temento grazie soprattutto alla collaborazione del progetto “Un pozzo d’acqua per la vita”.

SCUOLA DI MARAKISSA (Temento , Senegal): ultimata la copertura del tetto, rimane l’intonaco.

completatiProgetti

realizzazioneProgetti in corso di

›››››››››››››

In tutte le foto p. Ventriglia durate alcune missioni.In apertura, con i bambini del Centro d’accoglienza e doposcuola Cenai a San Gregorio de Polanco (Uruguay). Sopra, con alcuni monaci buddisti a Bangkok (Thailandia) e a fianco a Pitesti in Romania con p. Angelo Daddio

030_033.indd 31 13/12/12 22:42

Page 34: Missioni OMI 01/02_2013

32MISSIONI OMI · 01/02_13

si pensava di poter realizzare. Un altro momento significativo è stato poter stare, anche se solo per poco tempo, con i nostri missionari sul campo di la-voro e vedere con quanta tenacia, forza e abnegazione, sanno osare e spendersi per andare verso i poveri. Bello è stato in questi anni sperimentare di persona che in qualsiasi parte del mondo, nel-le più differenti situazioni, gli Obla-ti conservano quella caratteristica di “famiglia” facendo sentire tutti a casa propria. Mi pare una cosa interessan-te per la Procura aver dato a numerose persone la possibilità di visitare le no-stre Missioni (Senegal, Guinea Bissau, Uruguay) e vivere per qualche tempo la stessa vita dei nostri missionari, at-traverso i viaggi missionari. Ultimo, ma non meno importante, questi anni di servizio come Procuratore delle Missioni Estere, sono stati utili per conoscere più da vicino tutta la nostra Provincia …

Come vedi, in questo momento, l’im-pegno ad gentes dei Missionari OMI italiani?

Per quanto mi è dato di conoscere, posso affermare che l’impegno ad gentes da parte dei missionari Omi italiani è, e rimane, una delle priorità. Lo si sente dall’interesse che ho potu-to costatare nel visitare le nostre co-munità oblate italiane. Questo però è anche un discorso complesso, che non può non tener conto dell’attuale confi-gurazione della società e della chiesa italiana. P. Franco Cagnasso del Pime ha affermato: «Finora si è pensato che per fare missione ad gentes si doves-

se andar fuori, ad extra, perché in casa tutto era già cristiano o quasi. Oggi i non cristiani ci vengono in casa, si prospetta dunque un cambiamento del modo di concepire la missione ad gen-tes, che non può più essere esaurito dal partire».Sbaglia chi, da questa affermazione conclude, “Non è più tempo di parti-re!”. Anche se tale missione compete alla Chiesa italiana nel suo insieme, e non direttamente agli Istituti mis-sionari, i quali possono dare un con-

SCUOLA DI KOUMPENTOUM, materna ed elementare,

per accogliere 500 bambini provenienti dai villaggi limitrofi. È il più grande dei progetti in corso.

PASSEGGIANDO IN SENEGAL... CON DANIELA completamento campo-scuola agricolo di Temento; finanziamento di linee di microcredito per attività femminili; costruzione di una sala polivalente socio-culturale a Ngueniene.SCAVO DI ALTRI POZZI in diversi villaggi delle nostre missioni. I tempi di realizzazione dipendono da vari fattori tecnici e sociali.ROMANIA formazione insegnanti specializzati per il sostegno ai bambini diversamente abili.

realizzazioneProgetti in corso di

›››››››››››››

In questa foto p. Ventriglia in Venezuela, nella zona degli indios Boksi. Nella foto a destra sulle montagne del Guatemala

030_033.indd 32 10/12/12 22:39

Page 35: Missioni OMI 01/02_2013

33MISSIONI OMI · 01/02_13

fatti

tributo qualificato ma non farsene un carico esclusivo o prevalente. Gli Isti-tuti missionari? Possono essere pre-senti, “non in alternativa al partire, ma come forma di animazione missiona-ria”.Come dice p. Mario Borzaga: “Noi missionari siamo fatti così: il partire è una normalità, andare una necessi-tà! Domani le strade saranno le nostre case; se saremo costretti ad ancorarci in una casa, la trasformeremo in una strada: a Dio” (lettera alla sorella Lu-

cia, 18 maggio 1957). Mi sembrano attuali, a questo proposito, le rispo-ste date da p. Nicola Parretta. allora Provinciale, ad un’intervista che ti ha rilasciato e che Missioni OMI ha pub-blicato nel numero 12/2009.

Per concludere ti chiedo di raccon-tarci di cosa ti occupi ora a Lou-rdes.A noi Missionari Oblati di Maria Im-macolata, a Lourdes, è affidato il com-pito di coordinare tutti i pellegrini. Per ogni lingua c’è un coordinatore. Io mi occupo, insieme a p. Palmiro Delalio e p. Roberto Villa, di coordinare in par-ticolare i pellegrini di lingua italiana. A Lourdes si usano sei lingue ufficia-li. Tutte le pubblicazioni e attività pa-storali, liturgiche e amministrative, la cui lingua principale è il francese, ven-gono tradotte in italiano, inglese, spa-gnolo, belga-fiammingo e tedesco. Ci sono, perciò, cinque cappellani coor-dinatori, che hanno un proprio Ufficio all’interno del Segretariato generale. Da alcuni anni, sono tutti Oblati di Maria Immacolata.

Lavorano a tempo pieno, anche al di fuori della stagione ufficiale, che va dalla Domenica delle Palme alla festi-vità di Ognissanti e oltre.Tra le principali responsabilità c’è l’or-ganizzazione del ministero della ricon-ciliazione, che prevede la presenza nei tempi di maggiore afflusso, di un gran numero di confessori italiani. Partico-larmente impegnativo il rapporto con le grandi organizzazioni, come Uni-talsi nazionale e sezioni regionali, Of-tal, Opera Romana, i Paolini Brevivet, gruppi parrocchiali da ogni parte d’I-talia. Il coordinatore, oltre ad accoglie-re i pellegrinaggi e assegnare luoghi e orari delle varie celebrazioni, parteci-pa in prima persona alle funzioni, dove vengono usate le lingue ufficiali, come le messe internazionali, la processione eucaristica pomeridiana, la fiaccola-ta serale. Da tre anni il Coordinatore italiano è responsabile della diffusio-ne del S. Rosario in diretta dalla Grot-ta su TV2000 (alle ore 18, con replica alle 20) e, ogni giorno, dalle ore 11,40, sempre in diretta su TV2000, un mes-saggio e la recita dell’Angelus. n

CONTRIBUTI A PROGETTI E ATTIVITÀ OPERATIVIAiuti a diverse strutture sociali e sanitarie gestite da Oblati tra le quali: Casa di Anna in Corea del Sud, Casa Emanuele in Guinea Bissau, Centro Talitakum in Uruguay, assistenza ai bambini diversamente abili in Romania, dispensari, ecc.Aiuti alle Case di formazione dei futuri missionari in Senegal, Congo, Thailandia e Italia.

“PER UN FIGLIO IN PIÙ”. ADOZIONI A DISTANZAL’impegno per le adozioni a distanza, continua a coinvolgere tanti generosi benefattori e quasi tutte le nostre missioni. I nostri confratelli sono il terminale di una solidarietà capillare che raggiunge tanti bambini e ragazzi, più di 1200, là dove vivono, e permette alle loro famiglie di vivere un po’ più degnamente e a loro di frequentare la scuola e di acquisire un’educazione adeguata.

Adriano Titone OMI e la ‘squadra’ della Procura delle Missioni estere

030_033.indd 33 10/12/12 22:39

Page 36: Missioni OMI 01/02_2013

34MISSIONI OMI · 01/02_13

di Francesca Vuono Giordano

Cosa porteremo nel cuore e nella mente del meraviglioso pelle-grinaggio compiuto a Medju-

gorje? Certamente il primo ricordo è legato alla partenza, molto presto, il 20 agosto, da quella che per molti di noi è ormai la seconda casa: la Chiesa di San Domenico.Quella levataccia mattutina, fatta a cuore allegro anche da chi solitamente non si alza molto presto, è il primo sa-crificio che con gioia offriamo a Ma-ria, il primo di tanti appuntamenti che avremmo avuto con Lei in orari che non avrebbero tenuto conto delle ore

fatti

Da Cosenza a Medjugorje. Incontri e sensazionidi un pellegrinaggio estivo

Gioia e commozione a

Medjugorjerose altre che avremmo visitato e in cui il Vangelo si fa vita. “Che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati” è l’in-segnamento che ha guidato, e ancora guida, Madre Elvira. l metodo di recupero messo a punto da questa straordinaria donna si fon-da sulla preghiera, sull’accoglienza amorevole ma anche sull’assunzione di responsabilità nel lavoro e nell’at-tenzione verso il fratello ancora debole nella rinuncia alla dipendenza. Come dice la stessa fondatrice, la sua comu-nità “non distribuisce caramelle”.Toccanti sono le esperienze di vita che

canoniche di sonno e di veglia. Con-serveremo il ricordo della Messa in lingua italiana celebrata il nostro pri-mo giorno a Medjugorje sulla spianata ricavata dietro la chiesa, quella chiesa a due campanili divenuta famosa in tutto il mondo. Tema dell’omelia, il buon uso che il cristiano deve fare del-la ricchezza, la quale è male solo se è fine a se stessa, ma diventa strumento di Provvidenza se il ricco la usa per aiutare il prossimo bisognoso.Conserveremo il ricordo della comu-nità di recupero fondata da Madre Elvira, “Cenacolo”, la prima di nume-

034_035.indd 34 13/12/12 22:54

Page 37: Missioni OMI 01/02_2013

35MISSIONI OMI · 01/02_13

Gioia e commozione a

Medjugorjesto suo figlio per il quale Dio aveva un progetto grandissimo. Ancora una volta riceviamo la testimonianza che nulla è impossibile a Dio e che la preghiera fat-ta con fede smuove le montagne.Nei nostri cuori rimarrà anche don To-nino, un sacerdote impegnato nella co-munità di Chiara Amirante, che, così come Roland aveva rinunciato a diven-tare musicista heavy metal, ci racconta di avere abbandonato la sua aspirazio-ne di diventare attore. Entrambi questi uomini oggi usano i loro talenti artisti-ci per dare testimonianza di Dio e por-tare tante anime a Lui.Anche la comunità Orizzonti di Luce è nata dall’amore fattosi concretezza nella donazione generosa di un indu-striale di Sassuolo e nell’operato di Chiara Amirante, una giovane roma-na che ha trovato il senso della vita nell’andare alla ricerca dei più dispe-rati nei luoghi più poveri e degradati delle nostre città. Anche nel venire a conoscenza delle opere straordinarie compiute da Chiara e dai suoi colla-boratori, non possiamo fare a meno di commuoverci.

ci raccontano, senza nascondere nulla di sé, Giampiero e Ivan.Ascoltandoli, cominciamo a versare le prime lacrime nel constatare quan-to l’amore di Dio è infinitamente più grande delle nostre miserie!Allo stesso modo non potremo mai di-menticare la comunità dei “Figli del Divino Amore”, anche questa nata per iniziativa di una donna, suor Maria Rosaria, una donna che nella sua pre-cedente vita, prima di scegliere Gesù, svolgeva il suo lavoro nel mondo della moda. Le attività di questa casa di acco-glienza e recupero ci vengono illustrate da frate Roland, un bel giovane nato a Bolzano, abile chitarrista e bravo can-tante, che ci racconta anche la sua espe-rienza di vita. Chi avrebbe mai potuto sospettare che alle spalle di quella per-sona ci potesse essere stato un passato tanto doloroso? Vedo commuoversi e piangere anche molti uomini, oltre alle donne, al racconto che Roland fa della sua vita, delle lacrime versate da sua madre e del suo affidarsi incessante e tenace alla preghiera; dell’intervento di Maria a Medjugorje per salvare que-

Porteremo nel cuore e nella mente il ricordo della celebrazione eucaristica nella piccola chiesa messaci a dispo-sizione nell’orfanotrofio di suor Kor-nelya, superiora della Congregazione delle Sorelle della Famiglia Ferita. È una celebrazione sentita, nessuna boc-ca resta chiusa al momento dei canti e lo scambio del segno di pace diventa l’abbraccio festoso tra i componenti di una unica famiglia! E come potremo mai dimenticare l’appuntamento più importante di tutto il pellegrinaggio: l’incontro con la Croce sul monte Kri-zevac!Il percorso sul Krizevac, scandito dal-le stazioni della Via Crucis, tra sas-si e rovi, è pari a tre volte quello del Podbrdo, la collina delle apparizioni. Pertanto, il nostro pellegrinaggio sulla montagna ha inizio alle 4.30, nel buio della notte, ben prima del sorgere del sole. Non è passato inosservato che, al nostro arrivo in cima al Podbrdo, dinanzi alla statua della Madonna, il sole tramontava, mentre, nel procede-re vero la Croce del Krizevac, il sole sorgeva. Sembra che Maria ci abbia

034_035.indd 35 07/12/12 12:25

Page 38: Missioni OMI 01/02_2013

36MISSIONI OMI · 01/02_13

voluto ricordare, rafforzando il valore delle testimonianze ascoltate nelle co-munità, che Gesù ci dà sempre la pos-sibilità di risorgere, perché sulla croce ha sconfitto la morte. La nostra salita è faticosa, ma arriviamo tutti alla meta aiutandoci l’un l’altro e contando sul Suo aiuto.Ricorderemo con gioia tutti i sei gior-ni di intensa preghiera e di comunio-ne, tra noi e tra noi e il Cielo, vissuti in quell’angolo di Paradiso sulla ter-ra, dove la Gospa ci chiama per farci

meglio conoscere Suo Figlio. Dalle testimonianze che vengono fatte sul pullman mentre ci dirigiamo alla volta di Dubrovnik si comprende che quan-to abbiamo vissuto ci ha arricchito e ci fa tornare a casa con una più profon-da conoscenza di Gesù, che a Medju-gorje, come forse in pochi altri luoghi della terra, si manifesta concretamente come Via, Verità e Vita.Con la accresciuta consapevolezza e responsabilità di dovere, anche noi, far diventare vita il Vangelo. È chiaro a

tutti che Maria ci ha chiamati a Lei per affidarci Suo Figlio e farlo vivere nel mondo, a cominciare dall’ambito delle nostre famiglie.Come qualcuno di noi ha ben detto, il nostro pellegrinaggio comincia ades-so, al ritorno da Medjugorje, dove ab-biamo ricevuto un mandato che si può riassumere in questi due insegnamen-ti: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati (Gv. 15,12) e Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura (Mc. 16,15). n

Il 24 giugno 1981 è la data della prima apparizione della Vergine a Medjugorje. Il paesino situato a 25 km da Mostar ha vissuto uno vero e proprio cambiamento dovuto alle migliaia di pellegrini che ogni anno vi si recano per un esperienza di preghiera e ricerca

interiore.Nel marzo del 2010 la Santa Sede ha istituito una speciale commissione formata da vescovi, teologi ed esperti e presieduta dal card. Camillo Ruini, per approfondire i fenomenie i racconti dei veggenti.

APPARIZIONI DA PIÙ DI TRENT’ANNI

Il gruppo di Cosenzaal porto di Dubrovnikcon p. Roberto Bassue p. Carmine Marrone

fatti

034_035.indd 36 13/12/12 22:43

Page 39: Missioni OMI 01/02_2013

37MISSIONI OMI · 01/02_13

lettere dai missionari

Un congresso interessanteIl primo Congresso nazionale di Pastorale Giovanile, organizzato dalla Conferenza episcopale spagnola e svoltosi a Valencia dal 1 al 4 novembre, dal titolo Anche voi mi renderete testimonianza (Gv. 15,27), è stato davvero una sorpresa. Hanno partecipato più di duemila persone da tutta la Spagna. Insieme a noi c’erano due giovani, Manolo e Antonio, della diocesi di Monzón del nord della Spagna che conoscono gli oblati da tempo e Kiky della famiglia oblata di Jaén. L’impressione che ho avuto è stata molto positiva. Ho visto una Chiesa aperta e disponibile ad evangelizzare i giovani

e pronta a mettersi in discussione in un clima di profonda comunione e fraternità tra vescovi, sacerdoti, religiosi, consacrati, laici e giovani rappresentanti di tutte le diocesi. Abbiamo avuto la possibilità di partecipare a diversi laboratori di evangelizzazione entrando in contatto con molte realtà che evangelizzano a partire dalla strada, internet, preghiere notturne, studio di YouCat, settimane vocazionali... Da queste esperienze ho capito che qui l’evangelizzazione si sta muovendo sul piano del primo annuncio e che sarà la linea della pastorale futura.

Tino Migliaccio OMIMadrid

Caterina, missionaria“fatta in casa”Sono ancora emozionato del conforto umano che gli amici congolesi e senegalesi mi hanno manifestato in occasione della morte mia sorella Caterina (Lina). Da alcune notti, nella mia camera di Kinshasa dormivo con il cellulare a portata di mano aspettando il peggio, anche se avevo fatto insieme alla mia comunità e agli amici tutte le preghiere possibili. Alle sei di mattino di sabato 20 ottobre, vigilia della giornata missionaria, Lina si imbarcava per l’ultimo viaggio terreno.La condivisione spontanea e riconoscente della gente d’Africa e le condoglianze palpitanti di tanti amici

MISSIONIOMI

Oblati e laici al Convegno

di Valencia

037_038.indd 37 10/12/12 22:44

Page 40: Missioni OMI 01/02_2013

38MISSIONI OMI · 01/02_13

italiani, mi metteva a poco a poco nella pace dell’accettazione piena della volontà di Dio. Nei giorni vicini ai suoi funerali sono state celebrate una decina di messe, in Congo, Senegal, Italia e probabilmente altrove.Lina ha dato una testimonianza di amore per la famiglia e allo stesso tempo per la Missione, nel caso specifico per la mia missione in Africa, dapprima, per oltre venti anni, nelle zone rurali piuttosto aride del Senegal, poi nella RD Congo dove mi trovo da otto anni, occupandomi della formazione delle giovani leve oblate e dell’insegnamento. Infatti, in un’epoca in cui ero superiore della Delegazione oblata del Senegal e in cui i miei genitori diventavano vecchi e bisognosi di assistenza ravvicinata, Lina

aveva accettato, su invito e augurio di noi membri della famiglia, di accudire i genitori. Una scelta del cui peso lei, probabilmente, non si rendeva tanto conto, presa com’era dalla sua generosità e dal suo amore per la comunione familiare.Lina lasciava Roma, un posto di lavoro con un salario rispettabile, nella sola prospettiva di andare incontro ad un futuro finanziario incerto. Lina accettava questa soluzione anche per permettere a me di compiere la mia missione in Africa con più tranquillità. Lasciava la grande città, per ritirarsi a S. Ferdinando (Rc), il nostro paese della Calabria.E poi, si sa, le persone anziane alla lunga, anche nel caso di genitori affettuosi e bravi in tutti i sensi, possono diventare capricciosi come i bambini. E Lina, certamente,

pensava che fosse venuto il momento anche per lei di occuparsi dei bambini, dei suoi nipotini. Invece doveva mettere in conto di allontanarsi da tutti loro, nipoti e figli, per rivederli insieme al marito Paolo durante le vacanze estive. Lina e Paolo avevano fisso nella loro testa di non spostarsi mai dal fianco di mamma Carmela e di papà Giuseppe. Non c’era alcun verso per convincerli a lasciare i genitori da soli, nemmeno per un istante! Così, sono andati avantiper più di sette anni.Nel mese di giugno del 1998 muore papà, mentre mi trovavo in Senegal. Poi, nel 2004, il giorno di Pasqua, muore mamma, giusto un mese dopo che ero arrivato nella nuova destinazione missionaria del Congo. Grazie a Dio e alla compassione dei confratelli, potei partecipare ai funerali di entrambi, ma furono loro, Lina e Paolo, che, anche a nome mio, chiusero loro gli occhi, accompagnandoli, col loro filiale abbraccio finale, all’incontro col Padre dell’amore eterno e della vera vita.È stato così anche in occasione dei funerali di Lina ai quali ho partecipato intimamente, ma da lontano, continuando a svolgere le attività della mia missione. Lina voleva così: che io non fossi distratto dal perseguire l’ideale missionario per motivi

familiari. Voleva che tutto si facesse come prima, anche al momento della sua morte, per non disturbare il compiersi della missione di suo fratello. Sono quindi rimasto a Kinshasa seguendo però in preghiera i momenti di una morte-vita.In effetti, pur da lontano vedevo come Lina, nel calvario della lunga e straziante malattia, che sul finire l’aveva resa cieca - l’ultima grande prova fisica e spirituale che poteva capitarle -, aveva riunito in maniera nuova la famiglia. Il suo consumarsi in croce con Cristo aveva creato una nuova unità in seno alla nostra famiglia. Di più, Lina aveva favorito un bel riannodarsi dei rapporti di amicizia tra il nostro nucleo familiare e la famiglia oblata. Erano quei rapporti di amore stabilitisi ai tempi dello scolasticato di Vermicino (Frascati, Rm). Infatti, al suo funerale, che coincideva con la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, ufficiavano ben cinque Oblati, tra cui p. Paolo Archiati, vicario generale.

Mimmo Arena OMI

MISSIONIOMI

037_038.indd 38 10/12/12 22:38

Page 41: Missioni OMI 01/02_2013

39MISSIONI OMI · 01/02_13

vedo in fondo alla strada il piccolo monumento eretto nel 2009, anno in cui quella strada ha ricevuto il nome di Rue Maria Immacolata. Siamo praticamente arrivati, ma Marcel accosta dicendo: “Oh oh, crevaison!”. Il mio francese è ancora un cantiere aperto, così rimango interdetto. Poi scendo, vedo la gomma anteriore sinistra completamente sgonfia e capisco! Nemmeno il tempo di prendere gli attrezzi dal cofano e due giovani di passaggio si avvicinano. Uno dei due sposta un po’ di sabbia, l’onnipresente sabbia di Parcelles, da

lettere dai missionari

Qui Uruguaydi Luca Polello OMI [email protected]

Kermesse missionariaCon i giovani della parrocchia di Libertad, dopo pochi giorni dal mio arrivo in terra uruguaiana, ho partecipato a una giornata missionaria, organizzata dalla parrocchia oblata San Rafael nel Cerro di Montevideo, in occasione della “DOMUND”, la “Domenica Missionaria Mondiale”. Il Cerro è un quartiere tra i più a rischio della capitale: la popolazione è giovane e vive in una situazione sociale precaria. Nel quartiere gira droga a basso costo, la disoccupazione è altissima, molti si mantengono con piccoli furti. Qui gli Oblati, le Comi, e tante

Qui Senegaldi Gianluca Rizzaro [email protected]

TerangaComincio ad orientarmi nell’immenso quartiere di Parcelles, periferia di Dakar, anche se sono qui da pochissimi giorni. Quando p. Marcel gira a sinistra,

In realtà è molto di più. È qualcosa che annulla la sensazione di essere estranei. Quando arrivi in un Paese completamente diverso da quello in cui sei cresciuto, puoi forse volere di più?

persone, appartenenti alla famiglia oblata, cercano di affrontare le situazioni di emarginazione sociale, l’assenza di prospettive lavorative, l’elevata disoccupazione, il disagio sociale e la violenza giovanile. Da diversi anni si organizza una kermesse missionaria a favore del Centro di Formazione “Talitakum”. Un’opportunità per me, per entrare in contatto con questa realtà, per riconoscere i volti degli Oblati che lì vivono, per essere consapevole del lavoro di tante personeche con gioia condividono la loro fede, attente e prontea spendersi peri più abbandonati.

sotto la nostra auto, l’altro inserisce il cric e, ad un certo punto, è come se fossimo noi ad aiutare loro a cambiare la gomma. Eppure siamo noi ad aver forato! Si chiama teranga, che spesso si traduce con accoglienza.

MISSIONIOMI

039.indd 39 14/12/12 18:44

Page 42: Missioni OMI 01/02_2013

40MISSIONI OMI · 01/02_13

Sono passati più di trent’anni anni da quando ho fatto per la prima volta un biglietto di sola andata: avevo appena otte-nuto la maturità scientifica e andavo a vivere nella comu-

nità oblata di Marino (Roma). Dei mesi, un anno, due…? Non sapevo bene cosa sarebbe stato, ma mi sentivo coinvolto dalla vita dei missionari e dal loro modo di spendersi senza misura per tra-smettere il vangelo. Quello stile di vita mi attraeva e giustificava una partenza senza un ritorno programmato.Questo mio primo partire a fondo perduto era già gravido di quel-la chiamata alla fiducia incondizionata in Dio-Amore, di quel “senza misura” che è lo stile di Gesù, primo missionario. Sentivo sbocciare in me una libertà a tutto campo di fronte a me stesso e di fronte a quanti incontravo. Adesso, col senno del poi, dopo svaria-ti biglietti di sola andata, lo comprendo: il Signore mi chiamava ad essere missionario, ad uscire dal mio mondo e andare verso

l’altro veramente, rischiando di non potere più tornare indietro. Non è quello che ha fatto Gesù facendosi uomo? n

Missione è…un biglietto di sola andatadi Adriano Titone OMI - [email protected]

missioni

P. Adriano Titone a Ngaoundéré (Camerun) nell'aprile 2004

Siamo tutti missionari!Attenzione alle generalizzazioni: rischiano di essere superficiali e non ci aiutano a crescere! Conoscete la storiella delle quattro persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno? C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece, Qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di Ognuno. Ognuno pensò che Ciascuno potesse farlo, ma Nessuno capì che Ognuno l’avrebbe fatto. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare. Cosa vuol dire che tutti siamo missionari e cosa comporta questo nella nostra vita cristiana? Cosa può apportare alla crescita della coscienza missionaria di tutti i cristiani l’esperienza di chi ha consacrato interamente la sua vita per la missione?In questa rubrica missionaria che apparirà nei numeri di quest’anno, proverò a condividere con voi qualche briciolo della mia esperienza missionaria dalla quale provo a distillare provocazioni missionarie per tutti (no, non per tutti, solo per chi le riterrà significative per la sua vita).

P. Adriano

040.indd 40 14/12/12 19:20

Page 43: Missioni OMI 01/02_2013

Ragazzi2 - 5 gennaioTre giorni giovanissimi dai 14 ai 17 anni a Marino laziale (Roma)

27 - 30 marzo (triduo pasquale)Tre giorni per ragazzi dai 17 anniin su a Marino laziale (Roma)

1 -13 agostoEsperienza di discernimento e servizio per ragazzi dai 18 anni in su a Marino e LourdesLa comunità di Marino è sempre disponibile ad accogliere giovani, singoli o gruppi. Non esitatea contattare la comunità.Missionari Oblati di Maria ImmacolataCentro Giovanile e Noviziato Corso Vittoria Colonna 15800047 Marino (RM), tel. 06 9387300www.omimarino.it

Per informazioni: p. Luca Mancini [email protected]

APPUNTAMENTI 2013 PER I GIOVANI Ragazze2 - 5 gennaioTre giorni giovanissime a Vermicino (Frascati, Roma)

30 luglio - 5 agostoCampo giovanissime a Gesso (Messina)

Per informazioni:p. Francesco Lugarà [email protected]. Francesco Volpintesta [email protected]

Ragazzi e ragazze26 - 28 aprileIncontro giovani del Movimento Costruire (MGC) per il 25°(luogo da definire)

Per informazioni:p. Antonio D’Amore [email protected]

18 - 28 luglioGiornata Mondiale della Gioventù ad Aparecida e Rio de Janeiro (Brasile)

Per informazioni:p. Carmine Marrone [email protected], p. Francesco Lugarà [email protected]

12 - 18 agostoIncontro internazionale per giovani sul carisma oblato a Aix-en-Provence (Francia)

MISSIONIOMI0III_cop.indd 3 14/12/12 18:48

Page 44: Missioni OMI 01/02_2013

IN CONTATTO CON TE,

SEMPRE.RINNOVA L’ABBONAMENTO PER IL 2013

Ragazze2 - 5 gennaioTre giorni giovanissime a Vermicino (Frascati, Roma)

30 luglio - 5 agostoCampo giovanissime a Gesso (Messina)Per informazioni: P. Francesco Lugarà[email protected]. Francesco [email protected]

Ragazzi e ragazze26 - 28 aprileIncontro giovani del Movimento Costruire (MGC) per il 25°zona di RomaPer informazioni: p. Antonio D’[email protected]

18 - 28 luglioGiornata Mondiale della Gioventù ad Aparecida e Rio de Janeiro (Brasile)Per informazioni: p. Carmine [email protected], p. Francesco Lugarà[email protected]

12 - 18 agostoIncontro internazionale per giovani sul carisma oblato a Aix-en-Provence (Francia)

MISSIONIOMI

MISSIONI

Prez

zo d

i cop

ertin

a e

1,5

0 - G

enna

io/F

ebbr

aio

2012

- Po

ste

Italia

ne s

.p.a

. - s

pedi

zion

e in

abb

onam

ento

pos

tale

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46)

art

. 1, c

omm

a 2,

DC

B/A

L

La beatificazionedei martiri oblati in Spagna

IN QUESTO NUMERO:- Nuovi evangelizzatori

per la nuova evangelizzazione

1-2/2012Gennaio/Febbraio

riViSTa MenSiLe Di aTTUaLiTÀ MiSSionaria

www.facebook.com/missioniomiwww.missioniomi.itwww.omi.it

0IV_cop.indd 3 12/12/12 19:54