Mensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso Bresso SQUILLA · ARTICOLI RELIGIOSI • GIOCHI PIRICI...

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Quadroni di S.Carlo La filiera dello spreco Le radici per sperare Visita Pastorale 2010 Santuari del Decanato: Nostra Signora delle Grazie in Bresso detta Madonna del Pilastrello Anno LXXXI - Numero 12 - Dicembre 2010 Bresso Mensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso la SQUILLA Quadroni di S.Carlo La filiera dello spreco Le radici per sperare

Transcript of Mensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso Bresso SQUILLA · ARTICOLI RELIGIOSI • GIOCHI PIRICI...

Quadroni di S.Carlo

La filiera dello spreco

Le radici per sperare

Visita Pastorale 2010Santuari del Decanato:

Nostra Signora delle Grazie in Bresso

detta Madonna del Pilastrello

Anno LXXXI - Numero 12 - Dicembre 2010

BressoMensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso

laSQUILLA

Quadroni di S.Carlo

La filiera dello spreco

Le radici per sperare

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L’ennesimo campanello. Uno dei2.569 che suoniamo quest’annonella visita natalizia delle fami-

glie. Mentre attendo, un chierichettomi guarda, un po’ stanco, un po’ curio-so: chi aprirà questa volta?Sì, perché nel caseggiato che abbiamoappena lasciato non sono mancatiincontri da ricordare. Quello con lafamiglia cinese, per esempio: prova tua spiegare chi sei e come mai sei lì,vestito con quell’abito lungo e nero,con quella specie di sciarpa scintillanteal collo e con un (minaccioso?) pennel-lo in mano, davanti alla porta di unafamiglia dell’Estremo Oriente da pocogiunta qui, che apre timida timida, chenon sa una parola né in italiano né ininglese… Dopo l’imbarazzo reciproco,un sorriso e un ‘ni hao’ (‘ciao’ in cine-se: l’unica cosa balbettabile in quellalingua), tra le risa soffocate dei chieri-chetti. Scendo le scale affidandoli aDio, il cui sguardo abbraccia l’Oriente el’Occidente.Oppure quando ha aperto una ragazza.Dal nome capiamo che è femmina, nondall’acconciatura, perché i capelli nonli ha. Viene dal Sud, è ospite dagli zii. Èqui per curarsi nei nostri ospedali unainsidiosa leucemia. Racconta del suopaese sul mar Jonio, degli amici chenon l’abbandonano e la incontrano suFacebook, delle sue paure e delle suesperanze. I chierichetti non ridono più.Preghiamo con le parole umili ma veredel Padre Nostro; lasciandoci, ci salutacon uno sguardo limpido, di quellaluminosità che solo l’amore o il dolorevissuti nella fiducia sanno dare.La porta di due piani più sotto si apreinvece dopo un sonoro “Un atti-mooooo!”. Apre una mamma in tuta,con un bimbo già grandicello in brac-

cio. Giocattoli dappertutto, un disordi-ne che mette allegria. “Oh, padre, nonl’aspettavo! Scusi, scusi il disordine!”.Rispondo che un prete è un maschio: eun maschio il disordine non lo vedemai. Parliamo del bambino, della gioiatanto attesa e finalmente arrivata, degliorari sballatissimi da un po’ di mesi inqua, dei mille progressi fatti dall’erede,costati ai genitori notti in bianco: “Hascambiato il giorno con la notte,padre”. “Beh, meglio adesso che a 17anni!”. Ridiamo: c’è tanta gioia qui. Lapreghiera si fa riconoscente e fiducio-sa.Oppure l’incontro con una signorapensionata, vedova. “Venga, padre,venga pure”. E racconta che ormai daun anno ha in casa la figlia più chetrentenne, tornata lì perché non ha piùil lavoro, la casa e, forse, anche la spe-ranza di un futuro dignitoso. “Ora è ingiro per agenzie di lavoro, ma so giàcon che faccia tornerà qui questasera!”. Accenno a una parola diconforto: “Le prepari una bella pasta-sciutta, sarà stanca!”. Mi risponde:“Venga a vedere il mio frigorifero,padre”. Andiamo nella cucina, apre ilfrigo: solo un po’ d’insalata e qualchepomodorino. Le lascio l’indirizzo dellanostra Caritas: lì potrà trovare voltiamici e un po’ di alimenti. Usciamozitti zitti, dopo aver pregato insieme.Altra porta. Chi aprirà questa volta?Non importa. Importa molto di più cheDio ama il suo popolo, tutto il suopopolo. Fino a venire tra noi, condivi-dere la nostra vita, nella gioia e neldolore, e liberarci così dalla paura. Perdire questo, suoniamo un altro campa-nello.

Don Angelo, don Gianfranco,don Pierpaolo e Matteo (e i chierichetti)

la parola del parroco

Verso il Natale con la visita delle famiglie

Chi aprirà questa volta?

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la nostra comunità

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Riposano in Cristo

DI RENZO Anna Francesca di anni 72GULIZIA Carmela di anni 64CINQUE Giuseppe di anni 51BRIVIO Felicita di anni 85BOSSOTTO Agnese di anni 85CAVALERI Vincenzo di anni 93

Rinati al fonte battesimale

BERNABÉ RiccardoROTTO GiuliaAFFATATO Matteo FrancescoNICOLI MatteoAFFATATO SofiaLOVALLO MarcoLEPIDO GiovanniCALDERONE MatteoGENASI AlessiaLACHIN MartinaBOZZETTI ChristianLESMA BenedettoCAPOFERRI DavideZILIANI Giovanni RiccardoPIAZZOLLA GiuliaMEDICI Aurora

Legati del mese di Dicembre

1 ore 17,30 Famiglie CAVENAGO e FUMAGALLI4 ore 9 BRAMBILLA Giulio6 ore 9 DONZELLI Alfonso e COMI Ester

ore 17,30 BRAMBILLA PISONI Isa e CONTI Gianluigi9 ore 7 MAZZOLA Silvio e Claudina

11 ore 9 CAVENAGO Giuseppina, Federico e suor Federica13 ore 9 DONZELLI Adele e Lodovico14 ore 9 GIUSSANI Luigi e RISI Giulia17 ore 7 BRAMBILLA Agostino e ALZATI Giustina e Giuseppina18 ore 9 ANNONI Paolo21 ore 9 Famiglia BRASCA29 ore 9 BRAMBILLA PISONI Carletto e LOVATI Giuseppina30 ore 9 SAVINI Ambrogio e Giuseppina

Per verificare il calendario 2011 dei legati in suffragio dei defuntiil Parroco chiede ai parenti

- qualora non l’avessero già fatto gli scorsi anni -di passare in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).

Sposati nel Signore

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notiziario

La gran macchina della visita natalizia alle famiglieLa visita alle famiglie, che porta la benedizione del Signore in ogni focolare, èsempre un grande momento di evangelizzazione. Che fa bene non solo ai pretiche la compiono (aiutati, quest’anno, dal nostro solerte seminarista Matteo), nonsolo alle famiglie che la ricevono, ma anche a tanti laici, uomini e donne, che nesono stati coinvolti. Merita raccontarlo. Innanzitutto, si deve pensare al materiale! Già dalla fine di settembre, le buste el’avviso sono stampati dagli infaticabili segretari, dopo l’aggiornamento annualedei numeri delle famiglie: sono 2.569 quelle che quest’anno vengono visitate,mentre le altre 2.511 sono invitate in chiesa.Poi, ai primi di ottobre, una schiera di volonterose signore passa interi pomeriggiin sala parrocchiale, imbustando il tutto e aggiungendovi l’immagine (per chiverrà in chiesa) o il libretto con le riflessioni del Cardinale (per chi sarà visitato incasa). Senza sbagliare un colpo.Infine, ha inizio la consegna: ecco altre schiere di volontari, che si muovono conl’accortezza di non arrivare in ogni casa né troppo vicino alla data della benedizio-ne, né troppo lontano. Ora si va da soli, ora in coppia, consumandosi le dita suicitofoni e scoprendo vie e case che non si immaginava che esistessero, una cittàche anche così si percepisce più nostra.È l’immagine di una intera comunità che sente questa Chiesa e la sua missionecome propria, che non lascia soli i suoi preti, che prova la bellezza di comunicarea tutti la presenza viva e confortante di Gesù, il Dio-con-noi. Insomma, una espe-rienza faticosa, ben congegnata, condivisa. E bellissima.

Riparte il Progetto GemmaCon dicembre riparte il Progetto Gemma a favore delle mamme in attesa chevivono una difficoltà nel portare avanti la gravidanza e i primi mesi di maternità.Se vuoi aderire, vedi: www.mpv.org oppure contatta Nene e Mario De Regibus,tel. 02 61 06 454.

Santa Cecilia e non soloLa tradizione cristiana ha indicato in S. Cecilia la patrona della musica e del cantosacro: una miriade di bande e di corali ne portano il nome. Anche il nostro CorpoMusicale ha in questa antica martire romana la sua patrona: le sue radici più checentenarie affondano nel fecondo terreno della Parrocchia e dei frutti della suabella musica religiosa, popolare o lirica beneficiano comunità ecclesiale e civile.Ne abbiamo avuto un saggio, nella nostra chiesa parrocchiale, domenica 28novembre.É bello ricordare ciò, perché una vera esperienza di fede genera opere. Opere dibene, di bellezza, di solidarietà, di educazione: tutte benedette nel momento incui diventano usufruibili da tutti, non solo da chi le genera, come anche il Papaha ricordato alla recente Settimana Sociale dei cattolici italiani. Un buon criterioda tenere nella mente e nel cuore. Come hanno fatto le ACLI bressesi che, con ifondi del 5x1000 loro destinate dai contribuenti hanno proposto un bel concertosabato 27 novembre i cui proventi sono stati destinati al Fondo Famiglia-Lavorodella nostra Diocesi per le famiglie senza lavoro.

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notiziario

Per vivere la liturgia, maestra di vita spiritualeLa liturgia, con la mensa della Parola di Dio e del suo Pane di Vita, è la grandescuola della vita cristiana. Si “impara Gesù” soprattutto così: nessun’altra scuolaè così eccellente.Ecco allora un buon sussidio per frequentare con frutto questa scuola. Si chiama“La Tenda”: riporta la parola di Dio del giorno secondo il rito ambrosiano, leantifone, i santi del giorno per un mese intero. Ottimo strumento per parteciparealla Santa Messa quotidiana e per la personale meditazione della Parola di Dio,grazie anche a semplici ma non banali introduzioni.

Regali alternativi con “Dona un sorriso”Come lo scorso anno, viene lanciata dalle tre Parrocchie bressesi la proposta dei“Regali alternativi”: la persona a cui vuoi destinare il tuo regalo riceverà la certifi-cazione che il corrispettivo è stato inviato a suo nome a favore di bambini chesoffrono abbandono, miseria, fame in Repubblica Dominicana (haitiani discen-denti dagli schiavi) e in Argentina (bimbi strappati alla strada).A partire dal 5 dicembre, sul tavolo in fondo alla chiesa sono disponibili i modulida compilare con tutte le necessarie istruzioni. Li puoi scaricare dal sito internetdella Parrocchia www.santinazaroecelsobresso.it Il modulo, compilato, potrà essere consegnato con quanto necessario presso laSegreteria parrocchiale, oppure spedito per fax o e-mail all’indirizzo indicato nelmodulo stesso, unitamente alla ricevuta del versamento postale o bancario. Perulteriori informazioni, telefonare a: “Dona un sorriso”, 02 610 75 59.

Sono aperte le iscrizioni al PERCORSO VERSO IL MATRIMONIO CRISTIANOche inizierà MERCOLEDÌ 19 GENNAIO.Info e iscrizioni: IN CASA PARROCCHIALE, LUN-VEN, ORE 17.30-19,con un colloquio di conoscenza con il parroco.

MESSA QUOTIDIANAE MEDITAZIONE DELLA PAROLA DI DIO IN RITO AMBROSIANOPER OGNI GIORNO DEL MESE

In buona stampa € 4,00LA TENDA del mese di dicembre.

La redazione della “Squilla”augura ai suoi lettori

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

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notiziario

Gruppo parrocchiale Terza EtàProgramma attività mese di Dicembre

Giovedì 2: Ore 15 Festa di compleanno.Mercoledì8: Ore 15,30 In Chiesa, recita del Santo Rosario, processione

alla “Castela” con omaggio floreale.Poi castagnata in oratorio.

Giovedì 9: Ore 15 Pomeriggio enigmisticoGiovedì 16: Ore 15 Ricreativo In...Canto: Auguri e canti di Natale.Giovedì 23: Ore 15 Tombolata di Natale.

Inoltre si ricorda che tutti i mercoledì, alle ore 15, chi vuole può partecipareai lavori a maglia e in stoffa a favore dei nostri missionari.

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A tutti l’augurio di un Santo Natale di gioia e di un Nuovo Annoche porti pace nei cuori per diffonderla nel mondo..

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Presso le Acli:

MOSTRASTRAORDINARIA DI LAVORIARTIGIANALIdi maglia, taglio ecucitoa cura delle nostre mammee nonne

Il nostro contributo al servizio dei più deboli

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commissione affari economici

Situazione economicaa cura della Commissione per gli affari economici

1) Campo sportivo oratorio

Pagamenti effettuati Novembre 2010Tecnorex 1° Acconto alla firma del contratto € 4.950,00O.L.F.A 2° Acconto per opere da fabbro € 10.230,00Malegori 2° Acconto rifacimento campo sportivo € 70.950,00

Totale impegnato € 500.000,00Totale pagamenti effettuati al 30/11 € 133.650,00Totale debito residuo € 366.350,00

2) Mutuo Credito Sportivo - RomaDebito residuo in linea capitale € 83.263,68

Offerte per opere parrocchiali(mese novembre 2010)NN € 1.000,00NN € 5.000,00Dal gruppo vedove € 100,00NN € 100,00

Totale offerte al 30/11/2010 € 6.200,00

Il campo sportivo dell’oratorioCon l’OK del Consiglio pastorale parrocchiale di novembre, parte una commissio-ne per studiare le iniziative necessarie per reperire i fondi mancanti a coprire tuttele spese. La commissione -formata da persone del mondo adulto della parroc-chia, dell’oratorio e della società sportiva, insieme- è già allo studio e non man-cherà di far conoscere ciò che sta organizzando. Nel frattempo c’è chi si è giàfatto vicino, senza aspettare il fischio d’avvio. Grazie di cuore.Inoltre una persona ha lasciato al parroco € 2.000 per le famiglie senza lavoro. LaCaritas non ha avuto difficoltà a trasformarle in interventi mirati e ben vagliati.Mentre la Parrocchia chiede la collaborazione di tutti per un progetto consistentecome quello del campo sportivo in oratorio, non dimentica che il cuore di Dioabbracciano il mondo intero. E si tira su le maniche.

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L’incontro del Consiglio Pastoraledi novembre è stato molto ricco,all’insegna della comunione, della

collaborazione e della corresponsabilitàdi tutti i fedeli, declinate in tre ambiti d’a-zione diversi.Campo sportivo dell’Oratorio: quest’o-pera consistente, che darà nuova vesteal nostro Oratorio (e al quartiere), saràconclusa in tempi brevi. Il Consigliodegli Affari Economici ci ha informatodelle spese finora sostenute dalla nostracomunità in un investimento di caratte-re prioritariamente educativo. Infatti,per i nostri ragazzi questo spazio saràoccasione di incontro e di crescita, gra-zie al gioco e all’attività sportiva, guidatidagli educatori durante l’Oratorio estivoe domenicale, e dalla società sportivaper le attività agonistiche. Ciò esige datutti gli operatori la cura responsabile dimanutenzione e di rispetto di questanuova realtà. I nostri fondi (vedi“Squilla” di novembre) non sono suffi-cienti per il pagamento dei lavori; per-ciò, come comunità, siamo chiamati aprenderci a cuore questo luogo. Partecosì una commissione allo scopo direperire le risorse mancanti.“Adotta una famiglia”: si tratta di unprogetto che verrà presentato alla pros-sima Giornata della Solidarietà (feb-braio 2011). Di fronte alle crescentirichieste di aiuto giunte ormai quotidia-namente alle Parrocchie da molte fami-glie della città, si propone un’iniziativavolta a educarci a farci carico dei biso-gni degli altri, vincendo la tentazione diassolutizzare il proprio benessere.Quest’iniziativa è promossa dallaCaritas e dalle tre Parrocchie ma, per

poter creare una rete di solidarietà, vaproposta all’intera cittadinanza.Aderendo al progetto sarà possibile ver-sare direttamente o su un conto corren-te una somma liberamente stabilita,continuativamente per un periodo di seimesi o di un anno, oppure in un’unicavolta; il denaro raccolto verrà destinatoad affiancare i contributi del FondoFamiglia-Lavoro della Diocesi, per quel-le famiglie che ne hanno reale e vagliatanecessità. Lontani dagli stereotipi sullapovertà (sono affare dei volontari, seuno è povero è colpa sua...) e dal meroassistenzialismo, si vuol dare a questaproposta il sapore di una vicinanza fra-terna, base di una società civile, primaancora che di una comunità cristiana. Scuola di italiano per stranieri: questavicinanza ci impegna anche nei confron-ti di coloro che, arrivando da lontano, sitrovano in difficoltà linguistica, primache economica. Così, presso laParrocchia della Madonna dellaMisericordia è già attiva una scuola diitaliano per stranieri adulti, col supportodel Centro della Famiglia; e per chi haproblemi di orari duttili, è partita pressoil nostro Oratorio, a opera di alcuni laici,una “sezione distaccata”. Di fronte a tali proposte, grati del fattoche viviamo in una comunità ricca eviva, l’invito è a fare attenzione al pro-blema culturale ed educativo che sog-giace: quanto è attento il nostro sguar-do al problema dell’integrazione?Quanto siamo corresponsabili di frontea tutte le dinamiche che sono emerse?Quanto le nostre comunità parrocchialisono realmente capaci di generare cul-tura?

Una comunità capace di generare cultura di solidarietà

Un CPP di cose concretee di alto profilodi Giulia Marcarini

consiglio pastorale

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“Quadroni” sono detti quelliche in questi giorni sonoesposti fra le navate del

Duomo di Milano, a narrare la vita e imiracoli di San Carlo Borromeo. Unaccrescitivo affettuoso, bonario,“spontaneo”, per le dimensioni dav-vero imponenti di questi oltre cin-quanta dipinti realizzati nei primissimianni del Seicento. Ma anche legato aquell’idea stessa di grandezza, di infi-nita generosità che nella devozionepopolare ha sempre accompagnato lamemoria del Santo Vescovo ambro-siano. Come è avvenuto, del resto,anche per il “San Carlone” ad Arona...Due, dunque, sono i cicli pittorici. Ilprimo è riferito ai “Fatti della vita delBeato Carlo”, e consta di ventisei tele-ri di notevoli dimensioni (sei metri dibase per quasi cinque di altezza),opera di alcuni fra i più celebri mae-stri lombardi del XVII secolo. Il secon-do, invece, ha per oggetto i “Miracolidi San Carlo”, e comprende altrettan-te tele, di minore grandezza rispettoal primo ciclo ma non di minoreimportanza, e in buona parte operadei medesimi artisti.

Mentre infatti veniva avviato il pro-cesso di canonizzazione del VescovoCarlo, nel settembre del 1602 ilCardinale Federico Borromeo decide-va di rendere un eccezionale omaggioalla memoria del suo illustre parentee predecessore con una serie di gran-di immagini che raccontassero gli epi-sodi salienti della sua esistenza aifedeli raccolti nella cattedrale.L’originalità di una simile impresaconsisteva dunque sia nelle straordi-narie caratteristiche tecniche delleopere da eseguire, sia nella concezio-ne dell’intero complesso, inteso noncome una semplice sequenza didipinti, ma piuttosto come un unico,grandioso libro figurato, da “leggere”pagina per pagina. Fra i diversi soggetti dei singoli qua-dri, fin dall’inizio venne prediletto iltema dell’azione di Carlo durante lapeste, sublime prova di umiltà, caritàe responsabilità. E alle medesimequalità evangeliche fanno riferimentoanche le tele che rappresentano ilSanto Vescovo rinunciare a titoli erendite, distribuendo ai bisognosi ipropri beni, nonché quelle che evi-

Come il nostro piccolo, ma serio periodico può aiutarci a vivere l’anno di sanCarlo? Abbiamo pensato a una forma tipica dei mass-media, e cioè l’immagine.Chiara, incisiva, coinvolgente. E qui non dobbiamo inventare nulla: c’è una ric-chissima tradizione nella vita cristiana. Abbiamo chiesto a Luca Frigerio, nostroparrocchiano e giornalista, di commentarci di mese in mese per tutto il 2011 alcu-ne opere d'arte dedicate a san Carlo. A cominciare dai Quadroni, grandi tele chesono esposte in Duomo a Milano che raccontano la vita e i miracoli delBorromeo. Tele antiche, che hanno fotografato una devozione per quel santo giàvivissima appena dopo la sua morte e commissionate proprio per la sua canoniz-zazione avvenuta, come è noto, proprio 400 anni fa.

I Quadroni di S. Carlo in DuomoLa vita e i miracoli come in un gran libro figuratodi Luca Frigerio

vita parrocchiale

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denziano quel suo stile di vita estre-mamente sobrio e ascetico.Per questo progetto, la VenerandaFabbrica del Duomo si affidò ad artistidi sicuro mestiere. Sette quadroni,per esempio, furono commissionati aPaolo Camillo Landriani, meglioconosciuto come il Duchino, accuratonella ricostruzione d’ambiente eminuzioso nei dettagli di costume.Altri dipinti furono invece assegnati aGiovanni Battista della Rovere (in arteFiammenghino), a Carlo Buzzi, alPellegrino... Tuttavia, ciò che oggi piùci colpisce per fantasia e vivacità inqueste tele appartiene senza dubbioalle mani del Morazzone e del Cerano,tra i maggiori interpreti della pitturalombarda dell’età borromaica.Nonostante le inevitabili diversità,peraltro, tutte le opere del ciclo sem-brano mantenere un comune stilenarrativo, consistente in un’austera,seppur teatrale, rievocazione di fattiche erano ancora ben vivi nellamemoria e nel sentimento del popoloambrosiano.Alcuni anni più tardi, ed esattamenteil 1° novembre 1610 (alla proclama-zione della canonizzazione di SanCarlo Borromeo), in Duomo furono

esposte, oltre ai quadridella “Vita”, le tele apposi-tamente realizzate pertestimoniare i miracoli delVescovo milanese.Vivacissima e di notevolequalità, fra le tante, lascena dipinta da GiulioCesare Procaccini, doveSan Carlo tira fuori lette-ralmente dalle acque delfiume il piccolo Giovanniche sta annegando... Nellarappresentazione di questieventi prodigiosi, infatti, illinguaggio pittorico pren-de un senso più intimo e

quotidiano, facendo appello all’espe-rienza del singolo fedele. L’oratoriaufficiale, insomma, lascia il postoall’emozione, alla fiduciosa speranzache vince anche le miserie dellapovertà, gli orrori delle malattie, ildramma delle disgrazie. Una sponta-neità popolare, quasi da ex voto, cheveramente ci restituisce tutta la pater-na grandezza di San Carlo, umile fragli umili, pastore del gregge che gli èstato affidato.

vita parrocchiale

I “quadroni” nella navata del Duomo di Milano

Il cardinal Federico Borromeo (1564-1631)

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“S e tu vuoi costruire una nave,insegna agli uomini la nostal-gia del mare aperto”.

Questa frase di Antoine de Saint-Exupery ci aiuta a comprendere il per-ché del cammino in Oratorio per ado-lescenti. Quello che si svolge il lunedìsera non è altro che un “educare ildesiderio”. Un desiderio che nell’ado-lescenza dovrebbe (purtroppo qui uti-lizzo il condizionale!) essere il motorepropulsore per poter pensare in gran-de alla loro esistenza. Ma come fac-ciamo a far sì che la loro esistenzapossa essere pensata “in grande”?Solo facendoli incontrare con l’espe-rienza di Gesù di Nazaret noi riuscia-mo a far risvegliare in loro la nostal-gia di Dio e del suo progetto su cia-scuno di noi. Attraverso la propostadi servizio, ecco che diventano consa-pevoli di quanto la carità possa esse-re indispensabile nella vita del cre-dente: non come qualcosa in più, macome essenza stessa del credere (imi-tazione del Maestro). Ecco chel’Oratorio diventa per gli adolescentinon solo un luogo dove ricevere ser-vizi, ma uno spazio in cui esserepienamente protagonisti (a serviziodegli altri) proprio perchécristiani.Insegnando loro a pregare,anche attraverso proposte impegnati-ve, si rendono conto di come il lorodesiderio va a incrociarsi con il desi-derio di Dio, che si può conosceresolo attraverso il silenzio e la contem-plazione. Un desiderio di Bene perl’uomo che deve spingere questiragazzi a raggiungere il Bene per loro

e per gli altri anche a costo della fati-ca e del sacrificio. Tutto ciò nellagrande palestra della comunità cri-stiana: una comunità che non abbia-mo scelto, ma che ci è stata donatada Dio. L’essere inseriti in questacomunità, in questo tempo, con que-ste persone, non è frutto del caso: èDio che ce li dona per edificare laChiesa. Educare alla fraternità diventaquindi per noi importantissimo: èinterrogare il reale che Dio ha donatoa noi senza sceglierci e senza “ghet-tizzarci”, superando l’attitudine tipica-mente adolescenziale di formare soloil “mio” gruppo. Inoltre questo stilecostruisce una società “buona” di cuiabbiamo necessariamente bisogno infuturo e che il cuore dei nostri ragazzideve desiderare di costruire.Per questo il trovarci ogni lunedìdiventa per noi palestra di vita conDio e con i fratelli: diventa esperienzadi Chiesa! Una Chiesa dove c’è postoper voi!

Ragazzi, c’è posto per voi!

Formazione cristiana?Sì, anche nell’adolescenzaAlcuni buoni motivi per non restare ignoranti nella fededi don Pier e gli educatori

colori dell’oratorio

Antoine deSaint-Exupery

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colori dell’oratorio

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«P er ringraziare il Signore che, con ildono di Sé, ha dato valore esenso a ogni vita umana. Per

invocare la sua protezione su ogni essereumano chiamato all’esistenza». Alla vigiliadella prima domenica dell’Avvento ambro-siano, nel Duomo di Milano si veglia per la“vita nascente”. Un’analoga veglia è tenu-ta a Roma, in San Pietro, e contempora-neamente in tutte le chiese italiane, rispon-dendo a un invito di Benedetto XVI.In questo nostro tempo distratto, che scor-re anonimo cadenzato dai week end o,nelle città, dall’“happy hour”, come vienechiamata l’ora in cui si finisce di lavorare,si affaccia dunque l’Avvento, cioè l’attesa.Attesa di cosa?, verrebbe da chiedersinelle strade che si riempiono di luci.Quanto spesso la massima esibizione disegni natalizi corrisponde a un Nataledisincarnato, vuoto della memoria di ciòche è: il nascere di Cristo nella carne di unbambino. L’invito del Papa per l’inizio delduemillesimo decimo Avvento della storiasottolinea, dell’incarnazione, la conse-guenza più concreta, più terrestre: quellanascita come portatrice di “valore e sensoa ogni vita umana”. Che è la radice su cuiè cresciuto l’Occidente; radice così profon-da da averlo permeato, da esserne consi-derata la dimensione naturale, prima checristiana.Però: “valore e senso a ogni vita umana”,questa affermazione granitica, quantevolte sembra violata oggi nelle cronache.Morire per una lite da niente; i clocharddati a fuoco “per gioco”; le corse ubriachee mortali del sabato notte, verso l’alba, e itragici racconti del mattino. Nella storia siè sempre ucciso, e anche più di adesso;ciò che turba è che lo si faccia per nulla, o

per gioco. Come l’eco di un ordine fonda-mentale violato.Davvero, è la domanda, facendosi astrattala memoria di quella notte a Betlemme,facendosi quasi una fiaba lontana, lo sguar-do sulla vita resta uguale? Nella Evangeliumvitae, Giovanni Paolo II scrisse che “nelNatale è svelato anche il senso pieno diogni nascita umana”. Nel nome di quelBambino gli uomini hanno dovuto ricono-scersi fratelli, chiamati insieme a un infinitodestino. Questo non ha impedito le più atro-ci guerre. Ma ciò che si insinua oggi è ilnichilismo inconsapevole di chi uccide pernulla, come se un uomo fosse un niente. Siprega in tutte le chiese, in questa memoria:valore e senso di ogni vita umana. E “prote-zione su ogni vita chiamata all’esistenza”.Sui figli concepiti e subito avvelenati conuna pillola. Sugli embrioni “soprannumera-ri” scartati nella fabbrica della procreazioneassistita; buttati via, o congelati, il loro desti-no impietrito per sempre. Il disegno di unuomo mille volte ogni giorno legalmentecancellato, come in un’abitudine. Avvento è anche ritrovare lo sguardo sul-l’uomo generato a Betlemme. Se quellanotte, magari anche per i cristiani, si fafioco sentimentalismo, lo sguardo fra noiinesorabilmente cambia. Scrisse la filosofaebrea Hannah Arendt: “La fede e la speran-za nel mondo trovano la loro più efficaceespressione nelle parole con cui il Vangeloannunciò la lieta novella: “Un bambino ènato fra noi””. È in questa certezza incarna-ta che possiamo guardarci come uomini. Èin questo cardine che possiamo vivere,sperare e voler continuare nei figli. Senzaquesta radice, in una vacua smemoratezzache si allarga, il senso manca: e sottile cicorrode la paura.

Veglie di preghiera per la vita nascente

Le radici che ci dannola speranza per viveredi Marina Corradi, da “Avvenire” 13/11/2010, a cura del Movimento per la Vita

gruppi, associazioni, movimenti

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O gni anno in Italia perdiamo 20milioni di tonnellate di cibolungo la catena agroalimentare.

Uno spreco sufficiente a sfamare 44milioni e mezzo di individui a pranzoe cena. E non si deve pensare ai tor-soli di mela o al grasso della bistecca.Questa cifra considera solo i beni ali-mentari che, lungo il percorso dalcampo alla tavola, non sono più desti-nati al consumo alimentare per merimotivi commerciali, pur essendoancora perfettamente commestibili,ma sono trattati come rifiuto. Nonentrano invece nel conteggio i cibicomprati ma non utilizzati dalle fami-glie.Finalmente, di questo grave problemasi parlerà a livello internazionale il 29ottobre a Bruxelles, all’Europarlamento,durante la conferenza dal tema“Trasformare lo spreco alimentare inrisorsa”.

Un colabrodo: dal campo al piatto...Ma perché tante falle lungo la filiera?Nei campi rimangono non raccoltioltre 17 milioni di tonnellate di frutta,verdura e cereali prima di arrivare alconsumatore finale. Diverse le cause:estetiche (prodotti brutti da vendereperché, ad esempio, colpiti da grandi-ne), commerciali (prodotti fuori pezza-tura, troppo piccoli o troppo grandi) edi mercato (se al contadino è liquida-to un prezzo inferiore al costo dellaraccolta, a lui conviene lasciare marci-re la frutta nel campo). Un assurdospreco di cibo al quale si associa unaltrettanto inconcepibile dispendio didenaro pubblico: per evitare il crollodei prezzi nel 2009 sono stati spesioltre 3 miliardi di euro per ridurre laquantità di prodotto sul mercato. Peresempio, sono stati stanziati fino a2.600 euro a ettaro per distruggere igrappoli di uva non ancora maturi. I

viticoltori, in prati-ca, vengono finan-ziati dall’UnioneEuropea per evita-re extra produzio-ni e un conse-guente calo deiprezzi.…passando per isupermercati... La filiera proseguecon supermercatie negozi: tra i loroscaffali si perdonoogni anno 109mila tonnellate dicibo commestibi-le. Anche qui, il

In fumo il cibo per un’intera nazione

La filiera dello sprecoSi potrebbero sfamare 44 milioni e mezzo di individui a pranzo e cena. Senzacontare i cibi che ogni famiglia compra e poi butta.a cura di Ambrogio Giussani

nuovi stili di vita

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mercato è evidentemente più fortedella logica. Quando la frutta è bruttada vedere o i barattoli sono ammac-cati o alle confezioni sono stati strap-pati via i “punti omaggio” o gliyogurt si avvicinano alla scadenza,vengono tolti dagli scaffali.Un dramma anche per l’ambiente…Anche al di là del costo economicodegli sprechi, l’emergenza, oltre aessere nutrizionale, è anche ecologicase si considera che ogni tonnellata dirifiuti alimentari genera 4,2 tonnellatedi CO2 (in un anno, quindi, oltre 80milioni). Tanto per capire: senza glisprechi alimentari, la CO2 emessa inItalia calerebbe di colpo del 15%. Seinoltre consideriamo il consumo diacqua usata per l’agricoltura, lo spre-co ammonta a 5,3 miliardi di metricubi. Per fare un confronto: con lastessa quantità d’acqua in Kenya sidisseterebbero tutti gli abitanti per270 anni.E le famiglie, nel loropiccolo, che cosapossono fare? Dice Carlo Petrini,fondatore di SlowFood: ridare valoreal cibo per far sì cheaumenti la qualitàmedia senza farimpennare i prezzi,con la consapevolez-za che se si spendeun po’ di più perquantità minori, nonsolo si risparmia, masi evita di alimentareun sistema terribile.Le condizioni neces-sarie per costruireun nuovo sistema-cibo sono due: undiverso concetto disuperfluo e la risco-perta di tradizioni

gastronomiche locali. Il superfluo nonè il prodotto d’eccellenza che ci con-cediamo una tantum. Il superfluo è il3x2, è il discount dal quale usciamocon carrelli strabordanti di prodottiche saranno dimenticati in frigo o indispensa. Invece, compriamo il neces-sario e calcoliamo subito come lo uti-lizzeremo. Riscopriamo la sapienzadelle nostre nonne che avevano solu-zioni intelligenti e saporite: l’uso delpane raffermo (una delle prime vocidi spreco) oppure le tante paste ripie-ne fatte con ciò che avanza nel frigo,le preparazioni come ragù o mine-strone che permettono conservazionianche per l’intera settimana. Chi erain cucina ha saputo creare capolavoricon poco, a dimostrazione che lagrande cucina è quella che sa utilizza-re tutto senza sprecare.

Rielaborazione tratta dalla rivista“Valori” dell’ottobre 2010

nuovi stili di vita

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H o alcuni invitati a cena e sto pre-parando un arrosto, di quelli giàarrotolati che si mettono nel

forno con le patate. Il lavoro più lungoè sbucciare spezzettare le patate, poi vatutto da solo. Ascoltando un po’ dimusica, ecco che le patate ora sonotutte sbucciate. Guardo tutte quellebucce e penso…Penso a quel miliardo di persone chese potessero averle avrebbero risolto ilproblema del cibo. Molti di loro le man-gerebbe così, crude, con terra e tutto.Io ho viste quelle persone, e forse perquesto le ho nella mente e nel cuore.Queste bucce di patate mi fanno pensa-re che troppo spesso loro si trovanonell’impossibilità di crearsi un destinomigliore. E la mia mente viaggia, inun’altalena fra pessimismo e barlumi disperanza. Ripenso all’agosto scorso,quando assieme ad alcuni giovani hopreso contatto con diverse comunità inuna località vicina a Santo Domingo.Mi scorrono ancora davanti agli occhile immagini di quell’orribile suburbio,fatto di baracche e di miseria. Siamoaccompagnati da tre operatrici socialidel posto, e Milagros, una di queste, siferma a salutare una donna nera dimezza età, con un neonato in braccio eun volto molto sofferente. Questadonna, scappata da Haiti, ha persoquattro dei suoi otto figli durante il ter-remoto. La casa che è riuscita a trovareè un tugurio di due metri per tre.Dentro c’è la figlia più grandicella,anche lei con un suo bambino neonatoin braccio. I due bambini sono assopiti.Ci spiegano che le due madri non man-giano da due giorni, per cui non hannolatte, e i bimbi sono sfiniti. Mi allontanoun po’ perché gli altri possano capire

che la fame esiste davvero, che va vistae che ha un volto molto brutto. Consegno a Milagros una banconotaper quella donna haitiana. Quegli occhibianchi e quel volto provato mi hannoregalato un sorriso che è entrato infondo all’anima e che ci resterà alungo. Per settimane con quel denaroavrebbero potuto mangiare e il lattesarebbe tornato. E poi, chissà. Maintanto la donna è felice. Per una per-sona sfasciata dalla miseria e dal dolo-re, vi assicuro che si tratta di un sorrisoche niente può descrivere. Chiedo aMilagros quanti casi così ci possonoessere in quel posto. “Miles y miles” larisposta: migliaia. Che significato puòavere dare un aiuto a uno solo, e unaiuto non risolutivo ma solo contingen-te? Non ne ho la minima idea.Eppure… se Dio ha messo quelladonna sul mio cammino, un motivo cideve essere. Nulla succede a caso.Normalmente rimosso, il discorso sulleresponsabilità occidentali in tutto que-sto è reale e presente, anche se a volteabusato o logoro. Sicuramente si puòfare poco, ma nessuno ci chiede di sal-vare il mondo, né è compito nostro. Ciòche conta è avvertire il peso di questemiserie, ingiustizie, sopraffazioni, comese riguardassero le nostre persone piùcare. Collaborare economicamente coniniziative conosciute, di cui si ha fidu-cia, che si adoperano con trasparenzaper alleviare almeno qualcuna di que-ste grandi ingiustizie può essere già untipo di risposta valida. Dobbiamo aprir-ci a queste realtà inquietanti, assumerele nostre responsabilità. Osservare lerealtà che ci circondano e cercare dicapire… Anche un mucchietto di buccedi patata può aiutare a riflettere…

Una storia da Santo Domingo (ma non di vacanze…)

Sbucciando patatedi Roberto Calmi

oltre il campanile

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I l 50°, questa volta, non ricorre perun sacerdozio, né per uno splendi-do matrimonio, bensì per un’atti-

vità sì cara a Bresso.È noto, infatti, che il signor Domenicosvolge con costanza e dedizione il suoservizio professionale di parrucchiere,barbiere, (chi più ne ha più ne metta)della nostra zona. Cosa meno nota,forse, è che proprio in questo mese lostorico “spazio uomo” di ViaIsimbardi n. 4 festeggia i suoi 50 annidi vita!Da qui l’idea di condividere con il tito-lare qualche riflessione sull’esperien-za vissuta nella nostra città.

Allora, signor Domenico, a chi spettail merito di una tale longevità?“Non so, direi a me! Giunto daMottola nel ‘51 a soli 14 anni, Bressomi sembrava un’utopia. Eppure, insie-me a mio zio che mi ospitava ne eroconvinto: sarei rimasto qui per sem-pre! Così, dopo aver migliorato le miearti di provetto barbiere e parrucchie-re tra i signori di via Turati a Milano,ho adocchiato l’attuale spazio di ViaIsimbardi trasformandolo nel 1960 inun funzionalissimo negozio!”.

Ci racconti qualcosa della Bresso diallora. Molto diversa da oggi? “Bresso era tutta un’altra città… omeglio, era un paesino. Via Isimbardi,per esempio, aveva solo poche case ericordo tanti bei cortili intercomunica-bili. Certamente la gente era diversanelle maniere e viveva con maggiorsemplicità. L’ho notato anche nel mio

lavoro che si è fatto più movimentato:ora mi capita che qualcuno tornianche più di una volta nello stessogiorno, perché prima desidera untaglio azzardato, imitando una moda,poi torna scontento e richiede diprovvedere, e così via! Nel tempo,Bresso e la sua gente mi hanno dona-to tanta tranquillità, elemento che miha distolto dall’idea di trasferirmi aMilano. Nella vita bisogna anche fareanche delle rinunce”.

Una curiosità: nei suoi progetti hamai inserito una possibile trasforma-zione in abile parrucchiere… perdonna??“Per niente! Mai pensato, pur avendotagliato i capelli a qualche donna incerte occasioni. Come dicevo, sonomolto affezionato alla mia clientelamaschile, così fedele, e ho da semprecosì tanto lavoro che estendere il ser-vizio alle donne sarebbe impossibile.Però c’è mia moglie, dal 1968!”

“Da che parrucchiere andrà la Suasignora?” pensiamo noi. Intanto,chiediamo ai clienti presenti se nevale davvero la pena.Pare proprio di sì. Piovono a catinelleaggettivi quali “Onestissimo”,“Stakanovista”, “Bravo anche con icapelloni”, “Super”, mentre qualcheaudace signore si lamenta perché “imiei capelli ormai non ricrescono”.Ciascun cliente interpellato sorride oscherza: si vede che con Domenico èsorto un rapporto schietto. Questo èperché, come ci racconta lui, “ho

Intervista a Domenico Lamarra da 50 anni barbiere a Bresso

“Domenico Linea Giovane”Bresso allora era tutta un’altra città o, meglio, un paesino.La gente era diversa nelle maniere e viveva con maggior semplicitàdi Valentina Villa

civica

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imparato che il mio lavoro è diversodagli altri: chi arriva teso deve rilas-sarsi, chi ama un argomento devepoterne discutere, chi arriva tristedeve trovare un mio consiglio.Sempre con delicatezza e perspica-cia”. Insomma, una sorta di palestradi vita.

Chiediamo ai suoi aiutanti se sonod’accordo…A proposito di aiutanti, ci viene rivela-to che “è stato un gran pasticcio”, conun sacco di aiutanti succedutisi nel

tempo. Ma le storiche scelte diGerardo e Santino sono azzeccate eDomenico ammette che “..questi sonofedelissimi, sono dei super-aiutanti!”. Sorride il gentile Santino, autore dellacuriosa fotografia subacquea postaall’ingresso che riporta il mottobeneaugurante “Domenico LineaGiovane” e, mentre fa una barba concura, chiosa “…mi ha rovinato! Mi hatirato dentro fin dal ‘74!”. Poi, in confi-denza, ammette di essere contento. Proprio come lo siamo noi, al terminedell’intervista.

civica

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Le domande di un bambinoIl mio papà sa tuttodi Alessandro Palladini

C ome è capitato a tanti, anchenoi, quando è nato Tommaso,siamo stati subissati di regali da

parte di parenti e amici, tutti deside-rosi di lasciare un segno e partecipa-re in qualche modo all’evento. Fraquesti, uno è consistito nel libro scrit-to da Wendell Jamieson, un giornali-sta americano passato per l’esperien-za della paternità.Esperienza un po’ più traumaticadella mia, a dire la verità, visto cheracconta che, per fare addormentaresuo figlio Dean, si trovava costretto agirare in macchina in piena notte perle lunghe “avenue” di Manhattan.Desideroso di non farsi trovareimpreparato per l’età dei mille “per-ché”, l’autore ha cominciato a colle-zionare le domande poste dai figli diamici e conoscenti, o semplicementescovate su internet, ricercando perognuna di esse un esperto che conpoche e sapienti parole potesse spie-gare anche a un bambino il tema trat-tato. Ne scaturi-sce unlibro-zibal-done leg-gero edivertente,che ci per-mette diregredireper qual-che oraall’età del-l’infanzia.

WendellJamiesonIl mio papà sa tuttoEd. Rizzoli, 2007

recensione

Dalla favola al simbolicoIl concertodi L.F..

I l concerto è un’altra bella prova diRadu Mihaileanu, regista romenoche si è fatto conoscere al grande

pubblico con Train de vie. La vicenda, brillante ma non priva dispunti di riflessione, ha inizio inUnione Sovietica nel 1980, quandoAndrei Filipov, direttore d’orchestradel Bolscioi, cade in disgrazia comenemico del popolo. Nel 2009 nellostesso teatro fa le pulizie e, quandointercetta un fax in cui l’orchestra èinvitata a esibirsi Parigi, intravede lapossibilità di una rivincita. Radunaimpresario e orchestrali di 30 anniprima e insieme partono per laFrancia, cercando di spacciarsi perl’orchestra del Bolscioi. Ma Andrei haanche un altro obiettivo... La cornice del film è sia quella dellavecchia Unione Sovietica (presa forte-mente di mira dal regista), sia quelladella “nuova” Russia (ugualmentecriticata per i volgari arricchiti e ladilagante cri-minalità); epoi c’èParigi, luogodi cultura edivertimen-t o . L u n g oquesti scena-ri, Mihaileanusi muove contoni liberi escanzonati.E il risultatoconvince ediverte.

Circolo Cinematografico BressoIl concertoGiovedì 16 dicembre, ore 21,al Cinema San Giuseppe

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Cinema Teatro San GiuseppeVia Isimbardi, 30 - Bresso - Tel. 02/66 50 24 94

Programma di dicembre**CINEFORUM FANTASTIC MR. FOX

Giovedì 2 ore 21.00

*FILM THE SOCIAL NETWORKVenerdì 3 Sabato 4 ore 21.00Domenica 5 ore 15.00 – 17.30

*FILM STANNO TUTTI BENEMartedì 7 ore 21.00Mercoledì 8 ore 15.00 – 17.30

**CINEFORUM IL DUBBIOGiovedì 9 ore 21.00

*FILM UOMINI DI DIOVenerdì 10 con dibattito ore 21.00Sabato 11 ore 21.00Domenica 12 ore 15.00 – 17.30Lunedì 13 ore 21.00

**CINEFORUM IL CONCERTOGiovedì 16 ore 21.00

*FILM THE TOURISTDomenica 19 ore 15.00 – 17.30Lunedì 20 ore 21.00Sabato 25 ore 16.00Domenica 26 ore 15.00 – 17.30Lunedì 27 ore 16.00

*FILM MEGAMINDGiovedì 30 Venerdì 31 ore 21.00

Il programma potrebbe subire variazioni non dipendenti dalla nostra volontà.

cineteatro San Giuseppe

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calendario liturgico

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i numeri della comunità

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Orari delle SS. Messe in Bresso

SS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9 - 17.30sabato e vigiliari: ore 18.30

festivi: ore 7.30 - 9 - 10.15 - 11.30 - 18

Santuario della Madonna del Pilastrelloferiali, sabato e vigiliari: ore 17.30

festivi: ore 10

SAN CARLO - feriali: ore 7.30 - 8.30 - 18.30sabato e vigiliari: ore 19

festivi: ore 8.30 - 10 - 11.30 - 19

MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30sabato e vigiliari: ore 17.30

festivi: ore 10 - 17.30

Chiesa di San Francesco - feriali: ore 9 (escluso il sabato)sabato e vigiliari: ore 18.30

festivi: ore 11

[email protected]

Telefoni utili

Prevosto - don Angelo Zorloni 02 610 08 82Orari segreteria parrocchiale: dal lunedì al venerdì 17,30 - 19Don Gianfranco Radice 02 610 17 79Oratorio - don Pierpaolo Zannini 02 610 17 68Carabinieri 02 610 89 51Vigili del Fuoco 115Croce Rossa 02 610 73 68Ambulanza 118Servizio di guardia medica 02 34567Comune 02 614 551Vigili Urbani 02 614 554 00Ospedale Bassini 02 6176.1Acli 02 66 50 10 72Associazione Centro sociale anziani 02 610 72 36AVIS 02 614 00 95Biblioteca Comunale 02 614 55 349Casa dell’Anziano 02 66 50 30 70Centro della Famiglia 02 66 50 34 39Centro di ascolto Caritas 366 4892343Cinema-Teatro San Giuseppe 02 66 50 24 94Parrocchia San Carlo 02 614 26 60Parrocchia Madonna della Misericordia 02 610 09 96

Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celso feriali: ore 8.30-9.30sabato: ore 16-19

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farmacie di turno

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Farmacie di turno - DICEMBRE(Bresso - Cormano - Cusano)

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COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/dFORNASÈ - Cormano Piazza BerniniCOMUNALE - Cusano Via Ticino, 5MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 51TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2COMUNALE N° 2 - Bresso Via A. Strada, 56BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4COMUNALE N° 4 - Bresso Via Papa Giovanni XXIII, 43RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/dFORNASÈ - Cormano Piazza BerniniCOMUNALE - Cusano Via Ticino, 5MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 51TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2COMUNALE N° 2 - Bresso Via A. Strada, 56BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10COMUNALE N° 3 - Bresso Via Piave, 23DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/dFORNASÈ - Cormano Piazza Bernini

GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO

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I l Santuario sorge sul quinto migliodella Valassina, a circa sette chilome-tri dal capoluogo milanese, distanza

indicata originariamente da una colonnaposta vicino all’oratorio. Gli studiosihanno avanzato un’ipotesi interessantesul fenomeno, legando tali luoghi diculto alle antiche pietre miliari che scan-divano il tracciato delle strade romane.Anche l’oratorio bressese sorge, infatti,su una strada di origine romana, “LaValassina”, che costituisce ancora oggiuna delle principali vie di comunicazionecon i comuni del Nord di Milano.Nonostante il territorio di Bresso nonabbia restituito testimonianze dirette diinsediamenti di epoca romana, esse nonsono mancate nei paesi limitrofi. Le ere-dità più importanti della dominazioneromana nella città di Milano sono l’asset-to dato alla rete stradale e la centuriazio-ne delle campagne. Quanto alle origini del Santuario non esi-stono dati certi, ma un’antica iscrizioneposta sulla balaustra ci suggerisce cheesso risale al 1400, così come il dipintocollocato sopra l’altare che raffigura laBeata Vergine delle Grazie con GesùBambino sulle ginocchia. Gli altri affre-schi, invece, furono fatti eseguire dallacontessa Perini nel XVIII secolo. Nella storia della Madonna del Pilastrellodi Bresso, tra gli eventi più rilevanti ricor-diamo il ritiro in preghiera di San CarloBorromeo del 1582 nella sua visita inquel di Bresso, poi la costruzione dell’al-tare in marmo commissionata, nel 1857,da Don Luigi Patellani. Nel 1933 vennerifatto il tetto e restaurata la forma origi-naria della facciata; nel 1938, un ulteriore

restauro rimise in luce i simboli marianidell’arco trionfale e i gruppi di testeangeliche attorno all’immagine di Dio. Lastatua della Beata Vergine che durante lafesta del paese viene portata in proces-sione (e che sovrastava l’altare) è unariproduzione del dipinto quattrocentesco,realizzata dalla scuola “Artigianelli” diMonza dopo l’ultimo conflitto mondiale. Nel complesso, l’oratorio si presenta inbuono stato di conservazione, grazie aidiversi restauri messi in atto dallaParrocchia SS. Nazaro e Celso e all’ope-rato di Monsignor Re Dionigi, che siimpegnò per tener vivo l’interesse deifedeli verso il Santuario (una targa inacciaio, affissa nel 1999 all’interno dell’o-ratorio, lo ricorda). Tuttavia, a causa dellosviluppo demografico e del progressotecnologico ed edilizio, il contesto in cuila Madonna del Pilastrello venne costrui-ta ha subito notevoli cambiamenti. Aiprati verdi che si estendevano attorno alSantuario e alle cascine dove veniva pro-dotto il latte si sono pian piano sostituitiedifici sempre più alti e imponenti, chene impediscono la vista e in un certosenso l’opprimono, prevaricando la suastoria, il suo valore di patrimonio artisti-co e di culto e il significato che ha per ifedeli e per tutti i cittadini di Bresso. LaMadonna del Pilastrello è un simbolo checi è stato tramandato attraverso i secoli,e anche se l’uomo moderno è preso daipropri affari e ha esigenze molto diffe-renti e più grandi rispetto ai suoi antena-ti, dovrebbe non dimenticare l’importan-za di questa piccola chiesa e averne curae rispetto almeno quanto i suoi prede-cessori.

Dopo le chiese parrocchiali, ecco i Santuari del nostro Decanato(foto di copertina)

Nostra Signora delle Grazie in Bresso,detta Madonna del Pilastrellodi Francesco Boso

visita pastorale 2010

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di Cerulli Ivan

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