Malattie infettive fonti di stigma e discriminazione · di risorse, dell’Occidente europeo e...

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5 x MILLE CF 98011200171 segue a p. 2 Il genere umano è unico, fra i viventi, dotato di coscienza, che sa di invec- chiare, di potersi ammalare, di dover morire. Non vive in un eterno presen- te come vivono gli animali ma scandisce gli eventi e quindi costruisce la sto- ria: studia il passato, progetta il futuro. Si interroga sul proprio stato di be- nessere e sui rischi di malattia. La storia dell’umanità è punteggiata dalla successione delle malattie, spe- cie delle epidemie infettive, ovvero delle pandemie (esplosioni epidemiche a livello mondiale) e delle ende- mie (persistenza di numerosi casi dopo le esplosioni epi- demiche). Le pandemie si sono intrecciate anche metafo- ricamente (la peste per Boccaccio, per Manzoni e per Ca- mus) con la letteratura e l’arte. Le endemie sono state cir- condate da un alone di discriminazione e di stigma finché non hanno trovato una cura risolutiva: si pensi alla leb- bra, associata a maledizioni oscure; si pensi alla sifilide, associata a licenziosità di costumi e tutte a marginalizzazione. Quando poi si ottiene la cura, che ne consente il contenimento o la soppres- sione, la possibilità di guarigione si accompagna alla caduta dello stigma (e questo è bene) ma anche dell’attenzione pubblica (malgrado la malattia continui in realtà a serpeggiare e manifestarsi con casi sporadici). Questo è il caso oggi dell’AIDS e delle Epatiti virali nei paesi affluenti, ricchi di risorse, dell’Occidente europeo e Nord-americano. Malattie infettive fonti di stigma e discriminazione italia medicus mundi Periodico semestrale di Medicus Mundi Italia Anno 24, n. 2/2015 Agenda 2030: spunti e riflessioni “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è stata pre- sentata il 25 settembre a New York nella sede dell’Onu, alla presenza di 150 leader mondiali. Articolata in 17 obiettivi di sviluppo e 169 target d’intervento, subentra agli Obiettivi del Millennio (2000) con un ambizioso progetto di coinvolgimento della società civile intera. I 17 obiettivi mirano, entro il 2030, a: Obiettivo 1. Porre fine alla povertà estrema in tutte le sue forme in tutto il mondo Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e il migliora- mento della nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile segue a p. 13

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5 x MILLECF 98011200171

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Il genere umano è unico, fra i viventi, dotato di coscienza, che sa di invec-chiare, di potersi ammalare, di dover morire. Non vive in un eterno presen-te come vivono gli animali ma scandisce gli eventi e quindi costruisce la sto-ria: studia il passato, progetta il futuro. Si interroga sul proprio stato di be-nessere e sui rischi di malattia.La storia dell’umanità è punteggiata dalla successione delle malattie, spe-cie delle epidemie infettive, ovvero delle pandemie(esplosioni epidemiche a livello mondiale) e delle ende-mie (persistenza di numerosi casi dopo le esplosioni epi-demiche). Le pandemie si sono intrecciate anche metafo-ricamente (la peste per Boccaccio, per Manzoni e per Ca-mus) con la letteratura e l’arte. Le endemie sono state cir-condate da un alone di discriminazione e di stigma finchénon hanno trovato una cura risolutiva: si pensi alla leb-bra, associata a maledizioni oscure; si pensi alla sifilide,associata a licenziosità di costumi e tutte a marginalizzazione.Quando poi si ottiene la cura, che ne consente il contenimento o la soppres-sione, la possibilità di guarigione si accompagna alla caduta dello stigma (equesto è bene) ma anche dell’attenzione pubblica (malgrado la malattiacontinui in realtà a serpeggiare e manifestarsi con casi sporadici).Questo è il caso oggi dell’AIDS e delle Epatiti virali nei paesi affluenti, ricchidi risorse, dell’Occidente europeo e Nord-americano.

Malattie infettivefonti di stigma e discriminazione

i t a l i ammeeddiiccuuss mmuunnddiiPeriodico semestrale di Medicus Mundi Italia

Anno 24, n. 2/2015

Agenda 2030: spunti e riflessioni“Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” è stata pre-sentata il 25 settembre a New York nella sede dell’Onu, alla presenza di 150 leadermondiali. Articolata in 17 obiettivi di sviluppo e 169 target d’intervento, subentra agliObiettivi del Millennio (2000) con un ambizioso progetto di coinvolgimento dellasocietà civile intera. I 17 obiettivi mirano, entro il 2030, a:Obiettivo 1. Porre fine alla povertà estrema in tutte le sue forme in tutto il mondoObiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e il migliora-

mento della nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibilesegue a p. 13

Ma la caduta della pressione dell’opinione pubblicaha come riflesso, sul piano politico, la riduzionedell’erogazione di risorse per cui, paradossalmen-te, proprio quando si avrebbe scientificamente lapossibilità di eradicare la malattia questa è mante-nuta in vita a causa della sottovalutazione della po-litica. In altri termini, si paga il successo della tera-pia efficace. Nel dopoguerra, di fronte a un panora-ma di desolazione, di macerie, di consunzione (ma-gnificamente espressa dall’umanità dolente di Gia-cometti) il messaggio dell’Organizzazione Mondia-le della Sanità (OMS) fu salute per tutti nell’an-no 2000 perché questo appariva l’obiettivo chepiù di ogni altro doveva essere perseguito per assi-curare il benessere dell’umanità. Nell’anno 2000 erivolti al 2015 vennero lanciati gli obiettivi delmillennio, 8 obiettivi di cui solo 3 specificamentesanitari, perché altri si erano proposti come pari-menti prioritari. Quest’anno, nel 2015, si è consta-tato che gli obiettivi del millennio sono stati soloparzialmente raggiunti e sono stati rilanciati, rivol-ti al 2030, gli obiettivi di sviluppo sostenibile:17 obiettivi di cui solo uno specificamente sanitarioriconoscendo che l’eliminazione delle malattie, chepure resta l’obiettivo primario, non è funzione solodi progressi sanitari (farmaci e vaccini) ma è dipen-dente da tutta una serie di fattori “complementari”,dalla lotta alla povertà, all’inequità, all’ignoranza,all’inquinamento ambientale.Di fatto, purtroppo, all’obiettivo sanitario non sonostati destinati piani di finanziamento specifici a li-vello globale. E questo inevitabilmente avrà riper-cussioni a livello nazionale.Le Epatiti virali, in particolare l’Epatite C, rappre-sentano oggi la più attuale sfida e paradigma diquesta situazione.In questo numero di Medicus Mundialmente ab-biamo dedicato all’Epa-tite C la Rubrica del me-dico.Vi troverete una illustra-zione sintetica e rispostealle più frequenti do-mande che il lettore nonmedico si pone: cos’èquesta malattia? quantoè frequente e diffusa nelmondo e in Italia? comesi contrae? come si puòprevenire? come si fa ladiagnosi? come si mani-festa? quanto è grave?come si cura?

A quest’ultima domanda mi sembra opportuno ri-spondere qui, perché l’argomento della cura è di vi-va attualità e ovviamente interessa molto, in parti-colare il lettore non medico.Fino al 2013 la cura dell’Epatite C era legata all’im-piego dell’interferone. Questa terapia era controin-dicata per molti pazienti (ad es. i cardiopatici), eragravata da numerosi anche gravi effetti collaterali(financo a psicosi), era disagevole (doveva esseresomministrata per via intramuscolare), aveva unadebole efficacia (i successi erano dell’ordine del 30-40%).Da un paio di anni disponiamo di farmaci megliotollerati, da assumere per bocca, efficaci in tutte glistati della della malattia e in tutti i genotipi, che as-sicurano il successo in oltre il 90% dei pazienti concicli di cura di 3 settimane nella più parte dei casi.Si tratta di farmaci antivirali direttamente attivi(DAA), specificamente diretti contro proteine vira-li, necessari per la replicazione di HCV, la cui inibi-zione determina l’eradicazione dell’infezione.Purtroppo questi farmaci sono molto costosi, il cheovviamente ne limita l’impiego: la scelta anche inItalia è di trattare i casi più gravi (scelta evidente-mente etica) anche se è noto che l’efficacia sarebbemassima nei casi più lievi.Tanto più i costi ne limitano l’impiego nei paesi arisorse limitate, in Africa in primis.Quindi abbiamo una terapia che consente la guari-gione, per una malattia che a livello globale, mal-grado la sua diffusione e gravità, è considerata abassa priorità, tale che non giustifica di affrontar-ne i costi elevati per il trattamento di tutti coloroche ne sono affetti. Risolvere questo problema è lasfida da affrontare.

Giampiero CarosiPresidente di Medicus Mundi Italia

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MMI 2EDITORIALE

EDITORIALE

1 EditorialeAgenda 2030

DOSSIER MOZAMBICO

3 Per essere medicoin Mozambico

5 Approfondimenti:i progetti in Mozambico

6 Scelte di vita con passione7 Una casa per le donne

in Mozambico

IN MEDICUS

8 Servizio Civile 2015

RUBRICA DEL MEDICO

10 Epatite C

INTERNAZIONALE

12 Medicus Mundi Internazionale

SEGRETERIA

15 Expo chiude i battenti18 CMT-MI 2015

Som

mar

io

Dossier MozambicoPer essere medico in Mozambico

3 MMIDOSSIER

Ultima importante novità dal progetto di MMI in Mozambico. Dopouna lunga trafila burocratica, il nostro medico espatriato Carlo Ceriniha ottenuto l’iscrizione all’Ordine dei Medici mozambicani e, di conse-guenza, l’autorizzazione all’esercizio della professione medica in Mo-zambico. Volendo continuare ad inserirsi nel Paese attraverso procedure e pro-tocolli corretti, in un’ottica di vera cooperazione allo sviluppo, MMI hainiziato l’iter circa 12 mesi fa con l’arrivo del dott. Cerini in Mozambi-co. Lavorando esclusivamente in collaborazione con il sistema pubblico,il riconoscimento ufficiale del nostro medico è un requisito fondamen-tale per poter svolgere anche attività clinica al fianco dei pochi medicimozambicani presenti sul territorio. Questo passo importante per-

metterà a MMI di avere ancora maggiore impatto nelle attività di prevenzionee cura del Distretto di Morrumbene. I dati ufficiali ci dicono che in Mozambicoesiste 1 medico per circa 14.000 abitanti. (in Italia il rapporto è 1 ogni 250).Questa iniqua ripartizione risulta ancora più sproporzionata se si pensa al fat-to che la quasi totalità dei medici lavora nei due maggiori agglomerati urbanidel Paese, Maputo e Beira. Ciò fa sì che nelle aree più rurali del Paese, come quella in cui si trova il distret-to di Morrumbene, esista un solo medico per una popolazione di 150.000 abi-tanti. I medici mozambicani neolaureati sono infatti tenuti obbligatoriamentea espletare un tirocinio post-laurea per un periodo minimo di 2 anni in uncontesto rurale, prima di poter scegliere la loro collocazione futura.Il sistema li “assegna” dunque a questi contesti periferici, per poi sostituirlicon un nuovo medico neo-laureato. Questo elevato turnover, unito all`ine-sperienza dei giovani medici, fa sì che sia molto difficile garantire una conti-nuità di prestazioni.Al momento, il ruolo che la Direzione Distrettuale di Morrumbene ha infattiaffidato a Carlo Cerini è quello di gestire una piccola unità per il trattamentodella malnutrizione acuta grave. Questo problema di salute potenzialmente letale nell’infanzia, del quale MMIsi occupa a Morrumbene in termini di prevenzione e identificazione già dal2011, risulta molto grave a livello nazionale. I dati epidemiologici parlano diun preoccupante 6% di incidenza di casi di malnutrizione acuta in bambini aldi sotto dei 5 anni e di un 44% di prevalenza di malnutrizione cronica. Nellezone più rurali del Paese come Morrumbene, il problema della malnutrizione

viene purtroppo spesso sottovalutato, “mascherato” da pro-blemi di salute molto più evidenti come malaria, tubercolosie HIV. Bambini “piccoli e magri”, che non crescono secondole normali curve di crescita e che non riescono ad accedere aduna alimentazione adeguata, in questo contesto sono pur-troppo considerati “normali”, senza la consapevolezza che èproprio tale condizione che li rende più suscettibili a svilup-pare le complicanze gravi delle altre patologie comuni del-l’infanzia. L’unità gestita da Carlo Cerini consentirà di inter-venire rapidamente sul trattamento dei casi più gravi, maanche, in un’ottica a lungo termine, di lavorare sulla forma-zione dei molti professionisti sanitari mozambicani, quasitutti non medici, che svolgono la maggior parte del lavoro inquesti contesti periferici.

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Carlo Cerini.

MMI 4DOSSIER

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Brigadas MóveisAnche per il 2015, una delle atti-vità principali realizzate da MMIin Mozambico è il supporto alleBrigadas Móveis, mediante larealizzazione nei primi 9 mesi(gennaio-settembre) di 121 usci-te sul territorio. I servizi offertida queste equipes sanitarie mo-bili sono stati:

• Sessioni di educazione sanita-ria riguardo diverse temati-che: igiene personale e dome-stica, HIV/AIDS, importanzadel parto istituzionale, allattamento al seno esclusivo fino ai 6 mesi di vitadel bambino, educazione alimentare, prevenzione della trasmissione di ma-lattie infettive come malaria, diarrea e infezioni a trasmissione sessuale;

• Visite pre-natali e visite post-partum, particolarmente importanti per i par-ti avvenuti al di fuori delle strutture sanitarie;

• Visite di pianificazione familiare;• Valutazioni della crescita dei bambini al di sotto dei 5 anni: attraverso la mi-

surazione del peso in relazione all’età è stato possibile identificare che il12.7% dei bambini mostrava una crescita insufficiente; mediante la misura-zione del perimetro brachiale è stato possibile inoltre identificare 80 casi dimalnutrizione acuta (2% sul totale dei bambini pesati) e riferirli alle struttu-re competenti;

• Vaccinazioni in bambini al di sotto dei 2 anni contro Tubercolosi, Poliomeli-te, Pneumococco, Difterite/Tetano/Pertosse, EpatiteB e Morbillo, secondoil calendario vaccinale del Mozambico;

• Vaccinazione anti-tetanica per donne gravide o in età fertile;• Offerta di supplementazione vitaminica e trattamento antiparassitario

per bambini al di sotto dei 5 anni, secondo le norme del ministero mozam-bicano;

• Offerta di counselling e test per HIV;• Prevenzione della Trasmissione Verticale dell’HIV: sono state identificate

22 donne gravide HIV positive (6.5% del totale delle donne testate), che so-no state indirizzate ai Centri di Salute di riferimento per iniziare il tratta-mento;

• Salute di base: diagnosi e trattamento farmacologico delle patologie più co-muni come malaria, infezioni respiratorie e diarrea; il 37% dei pazienti visi-tati era costituito da bambini al di sotto dei 5 anni.

(Carlo Cerini e Grethel Gianotti)

Spazio ContemporaneaCorsetto Sant’Agata 22, Brescia

28 novembre 2015 - 10 gennaio 2016giovedì-domenica h. 16-19.30

Una mostra di straordinario fascino, organizzata dalle tre ONG brescianeMMI, Scaip e SVI, con una personale del fotografo bresciano PierangeloGramignola le cui splendide immagini saranno oggetto di un’asta solidaleper sostenere i progetti di cooperazione internazionale delle tre Ong in Mo-zambico.

5 MMIDOSSIER

COMUNITÀ RESILIENTI IN MOZAMBICO

In consorzio con SCAIP (capofila), SVI.Durata: aa.2015-2017Co-finanziamento: CEICosto totale del progetto: € 667.656,41

Obiettivo del progettoIl progetto intende contribuire al miglioramento della resilienza della popola-zione vulnerabile della Provincia di Inhambane e, in particolare, migliorare illivello di sicurezza alimentare e della situazione nutrizionale materno-infanti-le nel Distretto di Morrumbene. A tale proposito il progetto mira al migliora-mento dell’offerta dei servizi di base di salute famigliare, in particolare per ge-stanti, mamme e bambini. Obiettivo primario è l’identificazione e il tratta-mento della malnutrizione cronica e acuta.Contemporaneamente si intende avviare interventi mirati ad aumentare leconoscenze e le competenze tecnico-professionali agricole e migliorare le con-dizioni economiche della popolazione delle zone rurali, attraverso l’attivazio-ne di un fondo di rotazione per la diversificazione ed il miglioramento dellaproduzione.

Beneficiari I beneficiari diretti del progetto sono: • 60 operatori sanitari che si occupano di salute materno infantile formati • 45 agenti socio-sanitari comunitari formati • Le mamme e le gestanti per un totale di circa 8.000 donne beneficiarie delle

visite pre e post-parto e dei servizi offerti delle case “mae de espera” (strut-ture per assistenza pre-parto)

• 10.000 bambini visitati dalle equipe sanitarie mobili • 225 bambini vulnerabili assistiti nel supporto alimentare • 450 donne e 1.950 bambini supportati con micronutrienti e farmaci Il progetto promuove azioni di tipo formativo, socio-sanitario, animativo e so-ciale, pertanto si rivolge indirettamente alle famiglie e alle comunità di riferi-mento del Distretto di Morrumbene che comprende una popolazione di140.000 persone circa.

LE FILIERE ALIMENTARI

In consorzio con SVI (capofila), SCAIP.Durata: aa. 2015-2016Co-finanziamento: Fondazione Cariplo, Comune di Milano, Regione LombardiaCosto totale del progetto: € 584.527,17

Obiettivo del progetto Il progetto si propone di contribuire alla lotta alla malnutrizione e al migliora-mento della situazione socio-economica delle famiglie rurali della Provinciadi Inhambane. Nello specifico, vuole migliorare il livello di sicurezza alimen-tare e del reddito familiare nel Distretto di Morrumbene, attraverso lo svilup-po di filiere alimentari endogene per la trasformazione di prodotti quali ilmango, il cajù e gli agrumi.

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Approfondimenti:i progetti in Mozambico

Beneficiari • I beneficiari diretti di tutto il progetto saranno 22.381, di cui 16.170 in Italia

e 6.211 in Mozambico. • I beneficiari delle attività MMI saranno: • 15 agenti socio-sanitari (per formazione su malnutrizione e corretta alimen-

tazione); • 150 bambini malnutriti (per il programma di supporto nutrizionale); • 4.400 famiglie (per educazione alimentare e dimostrazioni culinarie); • 1.050 studenti lombardi di 42 classi e 120 insegnanti (per il programma

ECM/Italia); • 15.000 bambini e genitori (10% dei visitatori della fiera) per il macro evento

nazionale Seridò (ECM/Italia); Saranno beneficiarie indirette 79.565 persone.

Sostieni i progetti di MMI in Mozambico!La generosità dei sostenitori ci permette di compiere un ulteriore piccolo pas-so in difesa del diritto alla salute, quale diritto umano fondamentale (Dichiara-zione di Alma Ata, 1978).

Come sostenere♥ 5x1000 a MMI CF 98011200171♥ Donazioni online sul sito www.medicusmundi.it♥ Bonifico bancario IBAN IT 53 C 03500 11202 000000013162

BIC BCABIT21♥ Bonifico postale IBAN IT 11 P 07601 11200 000010699254

MMI 6DOSSIER

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Grethel Gianotti(Responsabile avviamento fabbrica disidratazione MANGO eresponsabile comunicazione dal Mozambico per MMI/SCAIP/SVI)Per molto tempo ho vissuto pensando che per essere vicina agli altri fosse suf-ficiente un “come stai?” e sulla base della risposta impostare un atteggiamen-to che potesse aiutare quella persona a stare meglio. Sicuramente questo miomodo di essere è stato enfatizzato dal tipo di lavoro manageriale che facevo,sempre di corsa, sempre orientata ad obiettivi aziendali da raggiungere, sem-pre pronta a risolvere problemi, poco tempo per dare spazio ad altro. Quelloera diventato il mio schema mentale. Solo pochi anni fa invece, grazie alleprime esperienze di volontariato, ho cominciato a cambiare, a capire che laprima regola per avvicinarmi alle persone non era chiedere ma ascoltare,che il ritorno che avevo era maggiore e quanto di più potente avessi mai pro-vato. È con questi presupposti che lentamente, nel corso degli ultimi anni, hapreso forza il desiderio di cambiare la mia vita e di cercare e trovare un pro-getto che potesse rispondere alla mia nuova necessità di lavorare al serviziodei più svantaggiati e di avere il tempo di ascoltare loro e anche me stessa.Questo per me significa vivere e lavorare in Mozambico.

Carlo Cerini(Responsabile Sanitario MMI in Mozambico)Cosa significano dodici mesi con Medicus Mundi in Mozambico. Se è facile ilpresupposto che mi spinge a portare la mia testimonianza, non è altrettantofacile trovare delle risposte. Potrebbero significare molte cose questi 12 mesi:la pazienza per gli interminabili tempi vuoti mozambicani durante le supervi-sioni ai Centri di Salute, la bellezza delle distese di palme di cocco che non

Scelte di vita con passioneVoci dal Mozambico

Grethel Gianotti.

7 MMIDOSSIER

Per rendere omaggio alla memoria e alla grande sensibilità di Massimo Minuti,dipendente della Cassa Padana di Leno scomparso per un male incurabile, èstata promossa tra i colleghi della Cassa lenese una raccolta fondi. In accordocon la famiglia, è stato deciso di devolvere il ricavato (pari ad € 9.145,72) a Me-dicus Mundi Italia per contribuire alla realizzazione di una casa “Mae de espe-ra” in Mozambico. A fianco di questo grande progetto, in ricordo di Massimoverrà dato sostegno anche al Progetto 1.000 giorni, volto a combattere la mortalità infantile nella Regione del CentroOvest del Burkina Faso, dove la mortalità infantile raggiunge ancora oggi i 142 su 1.000 bambini nati vivi e il tasso dimalnutrizione è molto elevato.La casa “Mae de espera” (letteralmente “mamma in attesa”) è una piccola struttura di accoglienza per donne gravideche verrà costruita in uno dei nove centri di salute presenti nel Distretto di Morrumbene. Attualmente, infatti, sonoancora troppe le donne che attendono il momento del parto su una stuoia collocata all’aperto, all’esterno della struttu-ra sanitaria, con grave pericolo di infezioni dovuti alla scarsità di igiene, sia per la madre che per il nascituro. Graziealla costruzione delle casa “Mae de espera” in ricordo di Massimo, si cercherà di garantire standard minimi di igiene,di privacy e di sicurezza per le donne, in un Paese dove il tasso di mortalità durante il parto è ancora troppo alto.

smette di appagare gli occhi, la sensazione di avere una seconda pelle fatta diterra rossa e calore durante le uscite delle Brigadas Moveis. Ma anche lo scon-certo della vita e della morte che si alternano con facilità sui volti di mamme ebambini. Come l’infinita delusione di vedere che il destino delle persone èinfluenzato dalla terra in cui casualmente nascono. Potrebbero voler dire que-ste e molte altre cose. Più semplicemente, se dovessi dare la mia personaleinterpretazione, per me significano sentire la forza di lavorare per qualcosa incui credo. E la Fortuna di poterlo fare.

Bruno Comini(Coordinatore Progetti MMI, SCAIP e SVI in Mozambico)Dopo quasi 12 anni di Mozambico, di cui tanti vissuti felicemente, altri più tri-sti e altri ancora stupefacenti, mi rendo conto di quanto sia difficile ma stimo-lante e necessario lavorare per creare opportunità di crescita e sviluppo perpersone che probabilmente non potrebbero altrimenti scegliere.Il progetto di MMI in Mozambico ha fatto la scelta più difficile in assoluto,lavorare con gli ultimi, lavorare per coloro che non conoscono i loro diritti, cheaccettano tutto con eccessiva passività. E fra gli ultimi i piú deboli: le donne ei bambini, scegliendo di educare e curare insieme, con il sogno di migliorare,poco a poco, il diritto all’accesso ad un servizio sanitario di qualità.

Paola Zanotti(Specializzanda al 1° anno - Clinica di Malattie Infettive e Tropicali diBrescia in missione FNOMCEO di 2 mesi - Luglio/Settembre 2015)È ormai passato più di un mese dal mio rientro; i ricordi, le immagini, le emo-zioni devono ancora trovare posto nella vita di tutti i giorni. Quello che possodire con sicurezza sul breve periodo trascorso in Mozambico è che è un’espe-rienza che non può certo lasciare indifferenti. Sono partita carica di informa-zioni, aspettative, domande, ma quello che ho trovato non è il posto per lerisposte, è piuttosto il luogo dei dubbi, delle contraddizioni, luogo di grandebellezza e miseria insieme, di estrema difficoltà e trasparente semplicità alcontempo. L’Africa che ho conosciuto è un animale bizzarro, curioso, mutan-te, a tratti docile, a tratti feroce, ma sempre sorprendente. È un luogo che dis-orienta e destabilizza, niente è scontato. Può sembrare sconfortante ma è unaquestione di punti di vista, alla fine si ha l’impressione che tutto sia ancorapossibile. Tornata al Primo Mondo, in Occidente, dove la vita scorre stagnan-te e inesorabilmente decadente, è questo che mi piace pensare: che l’Africapossa essere un’alternativa. Stiamo e vedere.

Una casa per le donne in Mozambico

Carlo Cerini con Paola Zanotti.

Bruno Comini.

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MMI 8IN MEDICUS

I progetti in AFRICA Progetto Co-finanziatore

Salute e nutrizione della mamma e del bambino nella regione del Centro MAECI - Min. Affari Esteri eBurkina Faso Ovest del Burkina Faso: proteggere i 1.000 giorni cruciali per la crescita. Cooperazione Internazionale

MMI (capofila) in consorzio con LVIA 8xMille - Chiesa ValdeseCosto totale progetto: € 1.074.068

Progetto d’urgenza contro la Malnutrizione Acuta Severa Commissione Europea-ECHOnel Centro Ovest. In consorzio con LVIA (capofila) (Dir. Gen. Aiuti UmanitariCosto totale progetto: € 850.000 e Protezione Civile)

Sviluppo produzione locale, promozione e commercializzazione Fondazione Cariplo/di farine di complemento alimentare per la lotta alla malnutrizione Regione Lombardia/infantile nelle Prov. Kadiogo, Boulkiemdè e Oubritenga. MMI capofila in 8xMille Statoconsorzio con LVIA e Mani TeseCosto totale progetto: € 417.000

Lotta all’AIDS pediatrico a Ouagadogou Fondi privatiProgetto continuo

Comunità resilienti in Mozambico. La collettività del distretto di 8xMille - CEIMozambico Morrumbene si attiva per migliorare la nutrizione e la sicurezza FNOMCeO (Fed. Naz. Ordini

alimentare. In consorzio con SCAIP (capofila) e con SVI. Medici Chirurghi e Odontoiatri)Costo totale progetto: € 667.656 Fondazione Museke onlus

Cassa PadanaFondazione Comunità Bresciana

“Transformações para alimentar o planeta”: le filiere di cajù, mango, Fondazione Cariploagrumi e ortaggi nella Provincia di Inhambane. Regione LombardiaIn consorzio con SVI (capofila) e SCAIP Comune di MilanoCosto totale progetto: € 584.527 (Bando “Nutrire il pianeta” 2014)

Il 7 settembre 2015 è stata una data speciale quest’anno, o almeno lo è stata per quarantacinqueragazzi impegnati nella formazione generale del Servizio Civile Nazionale SCN), che per la pri-ma volta ha visto Brescia come polo formativo per il centro-nord Italia, per i ragazzi di MedicusMundi Italia, Svi, Scaip, Fontov, Celim Milano, Osvic di Oristano, CVCS di Gorizia.Ma facciamo un piccolo salto indietro. Ad aprile di quest’anno, era uscito il Bando Nazionale peril Servizio Civile, rivolto ai giovani tra i 18 e i 28 anni d’età per un’esperienza della durata di unanno in Italia o all’estero. MMI aveva messo a disposizione cinque posti, di cui uno in Italia,presso la propria sede di Brescia (in un progetto congiunto con le altre ong Scaip e Svi e Fonda-zione Tovini); gli altri quattro posti erano due per il Burkina Faso e due per il Mozambico. Quaranta le richieste perve-nute per i cinque posti disponibili. Al termine della selezione, vennero scelte cinque ragazze, provenienti da diverseparti d’Italia: Giovanna Sagona, siciliana domiciliata a Brescia, per l’Italia; Veronica Smorta (Monza) e Giulia NicoleGiudici (Milano) per il Burkina Faso; Cleopatra Trevisiol (Venezia) e Benedetta Capelli (Piacenza) per il Mozambico.Come dicevamo, il 7 settembre è iniziata la loro formazione pre-partenza come servizio-civilisti del progetto “Caschibianchi: interventi umanitari in aree di crisi” che fa capo alla Focsiv (la Federazione che riunisce le Ong). Una settima-na densa di nozioni e informazioni, su argomenti generali, sulla storia del SCN, sulla cooperazione, ma anche su argo-menti più specifici come la gestione dei conflitti, la gestione dell’affettività, l’approccio a culture diverse, seguita daun’altra settimana concentrata sulla specificità di progetti e relativi paesi di destinazione.Sicuramente uno dei momenti più emozionanti per tutti, volontari, formatori e coordinatori, è stata la mattina dell’11settembre… data non casuale, scelta per parlare di pace e per testimoniarla. I quarantacinque ragazzi in formazione

Servizio Civile 2015

9 MMIIN MEDICUS

corso di MMIAFRICA Progetto Co-finanziatore

TERIMBERE KIREMBA - Sostegno alla riqualificazione dell’Ospedale 8xMilleBurundi di Kiremba tramite la formazione del personale e il rafforzamento Fondi privati

dei servizi di salute materno-infantile e di medicina interna. ATS Kiremba Costo totale progetto: € 342.842

AMERICA LATINARafforzamento servizi di analisi, formazione e prevenzione 8xMille - CEI

Ecuador in ambito di salute di base per le Comunità della “Manga del Cura” Gruppo De AngeliIn consorzio con Gruppo di sostegno “De Angeli” Milano.Costo totale progetto: € 485.700

Promozione della salute comunitaria a Julcuy 8xMille - CEI(parte progetto FOCSIV Ecuador 2015) Gruppo De AngeliCosto totale progetto (parte MMI): € 73.478

Brasile Sviluppo integrato delle comunità quilombole di S. Antonio Penalva (MA). 8xMille - CEIIn consorzio con Aquilone onlus FCBCosto totale progetto: € 255.730

hanno, infatti, incontrato il Sindaco di Brescia, Emilio del Bono, e la vicesindaco, Laura Castel-letti, in un’interessante momento di condivisione di valori nel Salone Vanvitelliano; tutti insie-me, si sono poi recati in Piazza della Loggia davanti alla stele commemorativa delle vittime del-la bomba del 1973, per lanciare un messaggio di pace, scegliendo di leggere l’Ode alla pace diNeruda, ognuno con un caschetto bianco in testa (gentilmente donato dall’Ordine dei Geometridella nostra città). Perché il casco bianco? Come simbolo di pace, in contrapposizione ai “caschiblu”, le forze armate dell’Onu! I volontari in Servizio Civile, infatti, non solo saranno impegnatiin progetti in Italia e all’estero, ognuno con mansioni diverse, ma saranno rappresentanti di un

messaggio di solidarietà, fratellanza, pace e condivisione in ogni parte del mondo in cui si troveranno.Sono passati ormai più di due mesi da quel giorno in cui, lanciando in aria i loro “caschetti” in Piazza, i giovani civilistihanno capito “di avere un ruolo che va oltre le loro singole mansioni” (cit. civilista). Nei giorni seguenti, tutti hannoraggiunto le proprie destinazioni di servizio.Veronica, Giulia Nicole, Benedetta e Cleopatra, dividono le loro giornate tra l’impegno negli ospedali, nelle clinichemobili, negli ambulatori rurali e la conoscenza reciproca e di una cultura differente. Queste alcune delle loro prime im-pressioni: “L’ambientazione questi primi giorni è stata un po’ difficile ma mano a mano che trascorrono i giorni vedoche va meglio. La popolazione Burkinabè è molto ospitale ed affabile”. Dal Mozambico, Benedetta e Cleopatra ci scri-vono: “I silenzi ora sono molto meno frequenti; la parola d’ordine è collaborazione, scambio di esperienze e, perché no,competizione stimolante. Ora il ritmo lavorativo inizia ad essere incalzante, fra supervisioni, formazioni e prossimistudi iniziamo a sentirci veramente coinvolte in questa avventura”. (Lia Guerrini)

(a cura di Massimo Chiappa)

MMI 10RUBRICA DEL MEDICO

Il virus C dell’epatite (HCV), scoperto nel 1989, appartiene alla famiglia deiFlavivirus con genoma ad RNA. L’HCV, entrato nella cellula epatica, libera l’RNA virale da ogni struttura “dicomplemento”. Viene prodotta una poliproteina che poi viene tagliata daspecifici enzimi cellulari e virali. L’RNA si riproduce, formando altri RNAdel virus. I nuovi virus (pro virus) vengono assemblati, maturano ed esconodalla cellula invadendo il sangue e infettando altre cellule del fegato. L’HCVin realtà può anche localizzarsi e forse replicarsi, sia pure in quantità netta-mente inferiore rispetto al fegato, in altre cellule di origine linfatica in sensolato. Dopo l’infezione la cronicizzazione della malattia è stimata esseredell’80% circa.Il virus C non è omogeneo ma, a causa delle varie e frequenti mutazioni stori-camente determinatesi, si riconoscono 7 varianti, chiamati genotipi che sononumerati dall’1 al 7. Molti di questi comprendono vari sottotipi (classificati ina,b,c, ecc.). In Italia sono presenti soltanto quattro genotipi: tipo 1, 2, 3 e 4. Iltipo 1 (1a e 1b) è il più diffuso (più del 50% dei casi), seguito dal tipo 2 (2a, 2b,2c) che interessa circa il 30% delle persone; segue poi il 3 (circa il 10 %) e infi-ne il 4 (4%).

EpidemiologiaL’infezione da HCV risulta essere la principale causa di malattia cronica epati-ca nel mondo. Secondo stime dell’OMS la prevalenza è di circa il 2%, corri-spondente a 200 milioni di persone infettate nel mondo. Per le sue complican-ze, fra cui il cancro al fegato, risulta essere la principale causa di trapianti di fe-gato nei paesi sviluppati e la più comune causa di infezioni trasmesse con ilsangue.Nonostante l’infezione da HCV sia endemica a livello mondiale, vi è un’ampiavariabilità geografica nella sua distribuzione. Le regioni con maggiore preva-lenza sono in Africa e in Asia (Cina 3.2%, Pakistan 4%), mentre regioni conprevalenza minore sono nei Paesi occidentali industrializzati del nord Ameri-ca e in Europa.Nel mondo industrializzato, le regioni con minore prevalenza di HCV sono laGermania (0.6%), il Canada (0.8%), la Francia (1.1%) e l’Australia (1.1%). Unaprevalenza bassa, ma leggermente più alta, si riscontra negli Stati Uniti(1.8%), Giappone (1.5-2-3%) e Italia (2.2%). In Italia la prevalenza risulta se-guire un gradiente maggiore da nord a sud e nell’età superiore ai 50 anni.Gli unici reservoir di HCV conosciuti sono l’uomo e lo scimpanzé, dove il virusè stato identificato per la prima volta.

Contagio e prevenzioneL’infezione da HCV è generalmente acquisita in seguito a: uso di droghe pervia endovenosa, trasfusione di sangue o trapianto di organi e tessuti, esposi-zione a sangue e fluidi biologici (rischio occupazionale, nosocomiale, iatroge-no), al momento del parto dalla madre infetta e rapporti sessuali con una per-sona affetta. HCV rappresentava la principale causa di epatite post-trasfusionale, primache il controllo del sangue per la presenza di HCV venisse introdotto nella rou-tine di screening dei donatori. Non disponiamo di un vaccino contro l’infezione da HCV per cui la prevenzio-ne comportamentale, basata sull’evitare l’esposizione, resta il metodo princi-pe per evitare il contagio.La memoria immunologia conferita dalla risoluzione spontanea dell’epatite Cacuta non protegge contro la re-infezione ma riduce il rischio di persistenza

Rubrica del medicoEpatite C

200 milionile personeinfettate al mondo

Prevenzionein assenzadi vaccino

11 MMIRUBRICA DEL MEDICO

Le alterazioniistologiche

dell’infezione

dopo la ri-esposizione al virus. Le risposte anticorpali virus specifiche sonoevidenziabili generalmente 7-8 settimane dopo l’infezione da HCV.

Patologia e clinicaLe principali alterazioni istologiche dell’infezione cronica sono rappresentateda un’attività infiammatoria che può evolvere in fibrosi epatica progressiva fi-no alla cirrosi e ciò indipendentemente dal genotipo e dalla carica virale. Laprogressione si verifica generalmente nell’arco di decenni; la fibrosi evolve incirrosi nel 10-40% dei pazienti con mortalità annua del 4% circa.Diversi cofattori sono stati associati con una più veloce progressione della fi-brosi epatica tra gli individui HCV positivi o con una maggiore incidenza dicomplicazioni: scompenso epatico e sviluppo di carcinoma epatocellulare.Questi cofattori sono l’essere di sesso maschile, l’obesità, la co-infezione conHIV, con il virus dell’epatite B e l’uso di alcool. Cirrosi e continua rigenerazione del tessuto epatico contribuiscono ai proces-si di trasformazione cellulare. Alcune proteine virali (quali la proteina del co-re, e le proteine non strutturali NS3 e NS5A) sono attivamente coinvolte neiprocessi di sviluppo del tumore epatico, l’epatocarcinoma (HCC). Tra i pazienti cirrotici l’incidenza annuale di HCC è compresa tra l’1% e il 4% aseconda della gravità della malattia e della etnia. A 5 anni è stata osservata unaincidenza cumulativa di HCC del 17% nei paesi occidentali e del 30% in Giap-pone. La mortalità risulta essere del 33% nel primo anno dopo la diagnosi. Trai pazienti che presentano HCC la prevalenza di positività per HCV varia dal64% al 75%.

DiagnosiPer la diagnosi si ricorre alla determinazione degli anticorpi anti HCV(HCVAb) con metodo immunoenzimatico (EIA; specificità e sensibilità>99%) e successivamente, quale test di conferma, alla ricerca dell’RNA viraletramite PCR. La positività di HCVRNA è indice di attiva replicazione virale.

TerapiaLa più importante novità per il lettore non medico riguarda la terapia. Di que-sto si trova notizia nell’editoriale.

Angiola SpinettiU.O. Malattie Infettive Spedali Civili di Brescia

L’RNA o acido ribonucleico è implicato in vari ruoli biologici di codi-fica, decodifica, regolazione e espressione dei geni. L’RNA e il DNA sonoacidi nucleici, e, insieme a proteine e carboidrati, costituiscono le princi-pali macromolecole essenziali per tutte le forme di vita conosciute.

PCR - Polymerase Chain Reaction - Reazione a catena della polimerasi - Lareazione a catena della polimerasi è una tecnica di biologia molecolare checonsente la moltiplicazione (amplificazione) di frammenti di acidi nucleicidei quali si conoscano le sequenze nucleotidiche iniziali e terminali. L’am-plificazione mediante PCR consente di ottenere in vitro molto rapidamentela quantità di materiale genetico necessaria per le successive applicazioni.

Struttura del RNA(immagine da Wikipedia)

MMI 12INTERNAZIONALE

È stato un anno impegnativo per Medicus Mun-di International, anche perché è stato sviluppa-to in numerose riunioni (e innumerevoli email)il nuovo piano strategico per gli anni 2016-20201, che si basa sulla Network Policy2 comeratificata dall’Assemblea nel 2014.In continuazione del piano precedente, che siconcentrava soprattutto sul “health systemstrengthening” il nuovo piano si focalizza piùspecificatamente sul contributo della coopera-zione internazionale nel raggiungere la“Health for All!”.Le aree di maggiore interesse sono lo scambio di sapere e l’apprendimento re-ciproco. Forse manca ancora una piattaforma, dove gli attori della coopera-zione possono riflettere sul proprio lavoro, scambiarsi esperienze e informa-zioni per migliorare insieme le proprie capacità e pratiche. Per questo MM In-ternational vuole investire in questo ambito con la realizzazione di un conve-gno/simposio internazionale mirato entro il 2017, con lo scopo di unire ad untavolo il lavoro delle NGO sul campo con quello dei ricercatori nelle Universi-tà (e possibilmente anche delle organizzazioni statali e della società civile) peruno scambio equo allo scopo di definire e potenzialmente poi implementare lostato dell’arte.L’innovation brainstorm meeting organizzato dal nostro partner i+solutionsin occasione dell’assemblea straordinaria all’Aia a Ottobre è stato un primoassaggio. Durante gli ultimi anni MMInternational, grazie anche al suo stato di relazio-ni ufficiali con l’OMS, ha partecipato a numerosi dibattiti sulla politica sanita-ria mondiale: per esempio: code of practice on the international recruitmentof health personnel, la cui rilevanza è stato appena confermato con la pubbli-cazione del primo report alla WHA3. Da sottolineare in questo contesto anchel’organizzazione di molti side events all’annuale World Health Assembly(WHA) a Ginevra, che hanno visto una crescente partecipazione a dimostra-zione che l’importanza e le tematiche del gruppo di lavoro on Human Resour-ces in Health - anche alla luce dell’attuale migrazione - sta aumentando.Inoltre MMInternational si è fatto anche un nome nel campo delle Organizza-zioni non Governative della Società Civile (è membro della Global WorkHealthforce Alliance4 e della Health Workforce Advocacy Initiative5), che cimette in una posizione ideale per favorire il dialogo su queste tematiche. Inquesto senso si discute di partecipare alla creazione di un Global Health Hub aGinvera - insieme ad altri partner (tra cui il più importante - anche finanzia-riamente - sarebbe Medicus Mundi Svizzera) - per creare un punto di contattopermanente con le istituzioni che governano la salute mondiale.Un ulteriore punto è il rafforzamento del network stesso, sia in termini di nu-mero di partner, sia come collaborazione tra i membri in progetti, come anchela formazione di consorzi per poter partecipare a call internazionali impor-tanti di grandi donatori. MM International sta discutendo se formare ungruppo di lavoro dedicato alle Malattie non communicabili (NCD). La decisio-ne sarà presa in base a quanti membri avranno dimostrato interesse (MMI no)

Medicus Mundi International 2015

1 http://www.medicusmundi.org/en/mmi-network/documents/mmi-strategic-plan-2016-2020.pdf2 http://www.medicusmundi.org/en/mmi-network/documents/mmi-network-policy3 http://apps.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA68/A68_32Add1-en.pdf4 http://www.who.int/workforcealliance/en/5 http://www.hwai.org/about/6 http://www.who.int/global-coordination-mechanism/international-cooperation/en/

13 MMIINTERNAZIONALE

Agenda 2030: spunti e riflessioniObiettivo 3. Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le etàObiettivo 4. Garantire un’istruzione di qualità in modo equo e promuovere le opportunità di apprendi-

mento permanente per tuttiObiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze Obiettivo 6. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tuttiObiettivo 7. Assicurare l’accesso alle fonti di energia rinnovabile per tuttiObiettivo 8. Favorire una crescita economica sostenibile, l’occupazione piena e produttiva e il lavoro di-

gnitoso per tuttiObiettivo 9. Costruire infrastrutture resilienti, promuovendo un’industrializzazione nuova e sostenibile Obiettivo 10. Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra i paesiObiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibiliObiettivo 12. Garantire modelli di consumo e di produzione sostenibiliObiettivo 13. Prendere misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e relative conseguenze Obiettivo 14. Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno svilup-

po sostenibileObiettivo 15. Proteggere, restaurare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in

modo sostenibile le foreste, combattere la desertificazione per fermare e invertire il degradodel suolo e arrestare la perdita di biodiversità

Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, fornire l’accesso allagiustizia per tutti e realizzare istituzioni efficaci, responsabili a tutti i livelli

Obiettivo 17. Rafforzare le modalità di attuazione e rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo so-stenibile

dopo la riunione del WHO Global Coordination Mechanism on the Preven-tion and Control of NCDs, che si tiene il 30 Novembre e 1 Dicembre a Ginevrae alla quale la segreteria di MM International partecipa6.Sul piano organizzativo è da segnalare che nel 2016 scade l’attuale consiglio,compreso il presidente attuale, Nick Lorenz, al quale vanno i nostri ringrazia-menti e auguri.Quanto descritto viene fatto mantenendo la struttura organizzativa di Medi-cus Mundi International piccola e snella, con solo una persona, il segretarioesecutivo Thomas Schwarz, (part-time) nella sede di Basilea, che ha il compitoprincipale di facilitare il lavoro svolto dalle singole organizzazioni membri iquali comunque sono e rimangono il cuore pulsante Medicus!

R. F. SchumacherSegretario di Medicus Mundi International

L’adozione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile “è un importantesegno di speranza”, ma non sono sufficienti gli impegni assunti solenne-mente: serve “una volontà effettiva, pratica, costante, fatta di passi concretie di misure immediate”. Sono le parole pronunciate da papa Francesco nelsuo intervento all’Onu. (fonte: http://www.cooperazioneallosviluppo.este-ri.it/pdgcs/index.php?option=com_content&view=article&id=12796:spe-ciale-patrimonio-culturale-2&catid=11:approfondimenti&Itemid=686).Tra i 169 target, numerosi sono quelli relativi all’ambito di intervento diMMI; ne abbiamo selezionati alcuni tra i più significativi, tutti strettamentecorrelati fra loro: eradicare la povertà estrema (persone che vivono con menodi 1,25 $ al giorno), combattere la malnutrizione con particolare attenzionea quella infantile, raddoppiare la produttività di un’agricoltura di sostenta-mento con trasferimento di know-how di tecniche produttive, ridurre lamortalità materna a 70 su 100.000 nati vivi, ridurre la mortalità infantile aldi sotto dei 5 anni di età, porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi emalaria, dimezzare il numero dei morti per incidenti stradali, sostenere e

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MMI 14INTERNAZIONALE

Physicians working. La distorsione dell’immaginedella mappa esprime graficamente il rapporto tra ilnumero dei medici e la popolazione. Si osservicome l’immagine dell’Africa sia estremamente ridot-ta e perda ogni connotazione identificabile; infatti, lapercentuale dei medici che operano in Africa è la piùbassa al mondo: ad esempio su 100.000 abitanti, cisono 5 medici in Burkina Faso e 4 in Mozambico. Siaggiunga che formare un medico nei paesi a risorselimitate costa dai 35 ai 50.000 $ per cui l’emigrazio-ne di un medico africano ha un impatto drammaticosulla sanità del paese in termini di drenaggio dirisorse. È quindi necessario non solo formare medi-ci, ma pure assicurare le condizioni per cui i medicinon siano indotti ad espatriare.

Country Population Life Per capita total Physicians Nursing andexpectancy health expenditure working midwifery personnelat birth (PPP Int. $ - 2013) (per 100.000 (per 100.000

population) population)

Burkina Faso 16.935.000 58/59 90 5 57Burundi 10.163.000 54/58 62 n.a. n.a.Mozambico 25.834.000 53/55 71 4 41Brasile 200.362.000 72/79 1 454 189 76Chile 17.620.000 77/83 1 678 102 14Afghanistan 30.552.000 61/62 161 27 50China 1.393.337.000 74/77 646 149 166India 1.252.140.000 65/68 215 70 171Italia 60.990.000 80/85 3 126 376 n.a.USA 320.051.000 76/81 9 146 245 n.a.

Data: WHO, World Health Statistics 2015http://www.who.int/countries/en/

Comune di Lampedusa e Linosa.L’1 agosto2011 due unità navali della locale Guardia Co-stiera raggiungono un natante, lungo unaquindicina di metri, salpato dalla Libia e neseguono la navigazione fino a un miglio daLampedusa. Qui il motore del barcone ha unguasto e i naufraghi vengono trasferiti sullemotovedette. 271 persone tra cui 36 donne e21 bambini vengono portate in salvo, nellastiva del moto-peschereccio vengono ritrova-ti i corpi di 25 persone morte per asfissia du-rante la traversata. 6 di loro qui riposano.

“Qui riposa”: la dignità umanariconquistata nel cimitero di LampedusaNella dissolvenza del diritto ad essere Uomo dell’era globalizzata in cui viviamo, ilmiraggio della ‘terra promessa’ naufraga nelle acque di un Mediterraneo che sep-pellisce corpi e ideali con la sua forza primordiale. Così è stato il destino per moltidi coloro che, privati di ogni dignità da fame, guerre, atrocità e con il coraggio del-la disperazione, sono saliti su quei barconi con destinazione Lampedusa. Sola-mente per alcuni di essi è stato recuperato il corpo, sepolto dai Lampedusani nelloro camposanto. Camminare nel piccolo cimitero di Lampedusa significa cerca-re di entrare in contatto con loro, significa tentare di conoscerne vita e passioni,come per voler dar loro un volto, un volto carico di storia personale, ma rimastosenza nome. Proprio qui, ti ritrovi a dialogare con la loro dignità umana riconqui-stata, avvolta ormai dal silenzio e sospesa fra cielo e mare.

(Monica Franchi)

promuovere la ricerca di vaccini per malattie che colpiscono in modo parti-colare i paesi a risorse limitate, rendere equo ed universale l’accesso all’ac-qua pulita, promuovere la formazione degli operatori sanitari locali.Declinare in atti sostenibili gli obiettivi in Agenda è compito di tutti, non solodi coloro che si occupano di cooperazione internazionale. Dal canto suo,Medicus Mundi Italia continuerà il suo impegno, nel solco già tracciato daanni, con un’attenta analisi delle necessità e in un costante dialogo con ipaesi d’intervento, mediante la realizzazione di progetti multidisciplinari inpartenariato per una concretizzazione sempre più mirata ed articolata degliobiettivi in Agenda e dei propri obiettivi statutari di sempre.

(Monica Franchi)

segue da p. 13

15 MMISEGRETERIA

Con sei giornate dedicate a rappresentare la provincia di Brescia, il suo terri-torio e le sue eccellenze, Expo 2015 ha dato voce ad istituzioni ed associazionibresciane solidalmente congiunte nella sfida di un impegno comune per “nu-trire il pianeta”. Ospiti nella prima giornata di “Brescia, Mondo Mondi”, il 4giugno presso il Padiglione Expo, Medicus Mundi, Svi e Scaip, insieme a “Retidi solidarietà al femminile”, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Bre-scia, al CSV e al CMD-Diocesi di Brescia si sono dialetticamente interrogate sutemi fondanti la cooperazione allo sviluppo: dall’ingiustizia della malnutrizio-ne nei paesi del sud del mondo all’opulenza dei paesi occidentali, entrambefacce di una stessa medaglia. Costruire insieme un programma di impegnocongiunto, ideare progetti in partenariato che possano creare condizioni di di-gnità umana nei paesi a risorse limitate e, parallelamente, cercare di far ger-minare consapevolezza del proprio privilegio di vita nella società civile odier-na, costituiscono in sintesi l’impegno quotidiano della cooperazione brescia-na di sempre, riaffermato ancora una volta con forza ad Expo.

Dopo 184 giorni e 21 milioni di visitatori, il 31 ottobre ha chiuso i battenti EX-PO 2015: nutrire il pianeta.“Nutrire il pianeta” è la sfida epocale che l’umanità ha di fronte. “Nutrire vuoldire assicurare finalmente il diritto al cibo e all’acqua per tutti gli abitanti del-la Terra. Ma vuol dire anche restituire alla terra e, dunque, ai nostri figli e allegenerazioni successive, quell’energia della vita che ogni giorno prendiamo inprestito e che non dobbiamo più consumare rischiando di distruggerla, comepurtroppo è accaduto negli ultimi decenni”. Queste le parole del presidenteMattarella in occasione della sua visita ad Expo il 5 giugno. Un concetto ripre-so e riaffermato anche nel discorso di chiusura: “La giornata di oggi non è unaddio, ma un passaggio. Un ponte verso il futuro che vogliamo migliore perl’umanità e la nostra madre terra”.E per iniziare a riflettere sul dopo Expo la cooperazione internazionale bre-sciana impegnata sui temi dell’alimentazione e della sicurezza alimentare si èconfrontata in un incontro organizzato in collaborazione tra l’Alta scuola perl’Ambiente dell’Università Cattolica di Brescia e le tre ong bresciane SVI,SCAIP e MMI (moderatore Massimo Tedeschi, direttore redazione ‘Corriere

della Sera Brescia’). Dal tema della malnutrizione nei paesi a ri-sorse limitate, a quello dello spreco ali-mentare, dal tema di un uso irresponsabiledelle risorse del pianeta al tema di un’eco-logia integrale e di una sostenibilità am-bientale con accesso all’acqua per tutti:molti gli spunti di riflessione emersi percercare soluzioni integrate. E’ stato un di-battito appassionato che ci ha fatto entrareancora una volta nel mondo degli ultimi,nel mondo della fame, nel mondo di chinon ha le cure sanitarie di base; un dibatti-to che ci chiama tutti quanti ad agire in pri-ma persona per contribuire a cambiare unmondo devastato dall’insipienza dell’uo-mo degli ultimi decenni, nella speranza dipoter consegnare alle generazioni futurel’inizio di un cammino migliore.

(Monica Franchi)

Sistema Brescia per Expo

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MMI 16SEGRETERIA

“Investire nella nutrizione per rafforzare la resilienza”:UNICEF e MAECI promuovono l’impegno di MMInella lotta alla malnutrizioneLa Cooperazione Italiana – West African Regional Office – e l’UNICEF – Westand Central African Regional Office – hanno presentato, il 23 ottobre ad Expo2015, i risultati conseguiti mediante interventi mirati alla lotta alla malnutri-zione nell’Ovest dell’Africa per la realizzazione della resilienza degli individui,nell’ambito di progetti realizzati in partenariato tra MAECI, UNICEF e leONG italiane Coopi, CISP, Iscos e Medicus Mundi Italia.“La vera causa della malnutrizione è l’ingiustizia, sia a livello della popolazione –dal momento che colpisce le persone più povere – che nelle famiglie, perché i piùvulnerabili in una famiglia sono le donne e i bambini” dichiara Virginio Pietra,medico specialista in salute pubblica, coordinatore del progetto 1000 giorni diMedicus Mundi Italia e Lvia e rappresentante paese di MMI in Burkina Faso.In Burkina Faso, nella regione del Centro-Ovest, il Progetto 1000 giorni, pro-mosso da Medicus Mundi Italia in parternariato con LVIA mira a prevenire lamalnutrizione acuta ed il ritardo di crescita durante i mille giorni cruciali chevanno dal concepimento ai due anni di età. L’intervento supporta:• Le prestazioni prenatali fornite ogni anno a circa 80.000 gestanti, ed in par-

ticolare la prevenzione della malaria, la supplementazione in ferro e acidofolico e lo screening della malnutrizione nella gestante ;

• Le visite infantili, a 47.000 bambini l’anno, con il monitoraggio della cresci-ta, l’educazione nutrizionale, la supplementazione in polveri di micronutri-menti essenziali per la crescita (vitamine e minerali quali ferro, zinco e io-dio) e lo screening della malnutrizione materna ;

• L’utilizzo di farine infantili arricchite, di produzione locale, utilizzate da cir-ca 47.000 bambini.

Per saperne di più, visita il nostro sito http: //www.medicusmundi.it

“Tutto è iniziato perché non potevo farne a meno e il tutto continua perché non è possibile farne a meno!”: ecco,in questa frase sono racchiusi i motivi del mio impegno come cercatore di fondi per MMI.Sono un viaggiatore, oggi è in uso una definizione sciocca molto in voga “grande viaggiatore” che identifica coluiche visita Paesi lontani senza l’utilizzo di organizzazioni turistiche chiassose, e cercare di venire in contatto conle popolazioni del mondo è sempre stato il mio desiderio. Durante questi viaggi, con mia moglie Sara, abbiamoutilizzato sempre qualche ora del nostro tempo per conoscere i bisogni delle genti che ci ospitavano, in partico-lare dei bambini. In quelle ore passate nelle scuole, negli orfanotrofi abbiamo capito due cose: che eravamo dav-vero fortunati e che avremmo dovuto adoperarci affinché le amministrazioni locali e le organizzazioni straniereche operano con sacrificio in quelle terre dovevano essere aiutate con i mezzi che erano a nostra disposizione. Cisiamo inventati scrittori e attraverso i libri raccogliamo fondi. Questa è, però, solo la metà della strada, la secon-da metà è quella di affidare i denari raccolti a mani serie e a persone trasparenti. I nostri benefattori, coloro cheaffidano anche solo 10 euro nelle nostre mani, chiedono di sapere come verranno impiegati i loro soldi: soldisudati, soldi guadagnati col lavoro. Lo stesso noi, attraverso il nostro impegno personale abbiamo bisogno disapere che il frutto di ore in piedi ai mercatini è al sicuro e impiegato in modo serio. Medicus Mundi offre la sere-nità che questo accade. Le ragazze e i ragazzi (*) che si adoperano per le popolazioni bisognose hanno la gioia ela leggerezza d’animo che il solo guardarli alle riunioni è sinonimo di lealtà e di correttezza. Ma per chi non si fidadei sorrisi, sono i numeri (certificati dall’Istituto Italiano della Donazione) ed i risultati che parlano e che spro-nano a continuare la nostra collaborazione con loro. Siamo noi che diciamo grazie a Medicus Mundi!(*) Avrei potuto dire “volontari”, “medici” ma ai miei occhi sono ragazzi in mezzo ad altri ragazzi come loro che,però, chiedono aiuto…

(Paolo Candotti)

Perché ho scelto di essere fundraiser per MMI

Paolo Candotti con la moglie Sarae il piccolo Gabriele.

17 MMIDOSSIER

Cleopatra Trevisiol(Civilista in Mozambico)Arrivata all’aeroporto di Inhambane, mi sono sentita subito a casa.Mi accoglieva il dottor Carlo Cerini, responsabile sanitario di MMI in

Mozambico. Il caldo e i colori intensi ti prendono fin daquando arrivi, bambini che giocano scalzi, donne sotto ilpeso dei loro carichi, la terra rossa nell’aria e l’azzurro caricodel cielo. L’arrivo su quella che sarebbe stata la nuova casaper un mese, che lusso, mobili in legno, bagno con acquacalda prima violenta scossa elettrica...La vita inizia alle 5, 5.30, 6.00 se ti va bene, musica dance,tekno, mambo e varie altre sconosciute iniziano a rimbom-barti nelle orecchie fin dalle prime ore del mattino. L’impattoiniziale con la brigada, l’attesa impaziente di prima mattinaculmina con la partenza ad orari improbabili, uscire col vec-chio jeep sgangherato che non sai se mai tornerà in moto,diventa quasi accogliente dopo che ci fai l’abitudine. A secon-

da del conducente e dalla quantità di persone stipate dentro che puòvariare dal pieno al molto molto pieno, l’uscita diventa più o menodivertente, coinvolgente, sconquassante. E poi esci nel mato, la naturati aggredisce, e loro non capiscono come tu possa essere talmente esta-siato da tutto quello ti circonda, non c’è nulla, né acqua, né elettricità néstrade e mancano i trasporti, fuori dalle linee di comunicazione soloalberi e sabbia. Mi fa sorridere quanto possano variare le necessità dellepersone. 1L’approccio cambia molto presto, lo studio dei protocolli ti favedere le cose da lati e angoli differenti, le brigadas iniziano ad uscirequasi puntuali, l’organizzazione del lavoro che sembrava all’inizio con-fusa e mal gestita inizia ad avere una sua logica e cadenza. Difficile indo-vinare quali siano le reali mancanze nel sistema, è tutto così differenteche si fa prima a capire quello che c’è e quello che si fa normalmente cheiniziare da subito a trovare le falle. Mi spiego. Ho dovuto cambiarepunto di vista, sono partita con il vedere tutto in difetto: sono partitacon il piede sbagliato. Qui non è tutto sbagliato, è solo differente, par-tendo dai tempi di sviluppo delle situazioni, dal modo in cui si fanno leosservazioni, dal modo in cui studiano, lavorano, amano, muoiono eprendono la vita alla giornata. Come dicono qui “ è tutto un processo”.E dopo qualche errore, ho cercato anche io di entrare nel processo. Lalingua primo scoglio, timidezza e paura di sembrare ridicola si mesco-lano, le parole non vengono mai. Lo studio infinito continua in ognibuco della giornata. Tre settimane passate fra brigadas moveis, ambu-latorio riabilitazione nutrizionale, studio e il tempo sembra volato, legiornate sono lunghe e afose, le ore dilatate, arrivi a fine giornata senzamolta voglia di guardare un film o di leggere un libro. I week end a quelpunto diventano importanti momenti per lasciarti certe situazioni ecerti pensieri difficili alle spalle, a volte con alti e bassi nelle relazioni fracivilisti. E poi è arrivata Benedetta. Sconosciuta. Come un vulcano, mi ha inve-stito. Prima ero in pace, ho dovuto tirarmi fuori dal torpore del caldo edell’aria, per potermi confrontare con la sua energia. I primi giorni sonostati di studio del proprio nemico, presa delle misure per poter stabilirele distanze. Due settimane sono bastate per stringere i contatti, qualchepaura e qualche dolore hanno velocizzato l’armonia. E i silenzi ora sonomolto meno frequenti, e la parola d’ordine è collaborazione, scambio diesperienze e perché no competizione stimolante.Ora il ritmo lavorativo inizia ad essere incalzante, fra supervisioni, for-mazioni e prossimi studi iniziamo a sentirci veramente coinvolte in que-sta avventura.

Cleopatra, Veronica e Benedetta:tre delle civiliste di MMI.

Nel 2014, il Soroptimist Club diBrescia, con un dono, ha condivi-so l’impegno di MMI per il Pro-getto Farine in Burkina Faso. Il29 novembre, a Terni, MariarosaInzoli l’ha presentato al conve-gno “Il Soroptimist Internationald’Italia per l’Africa”. Il 7 giugno2015 il Soroptimist d’Italia ha as-segnato il “We Italian Soropti-mists for Expo Award” al Club diBrescia per il nostro progetto conricaduta internazionale. MedicusMundi Italia ringrazia in partico-lare Alessandra Corna Pellegrini(presidente Club di Brescia), An-na Maria Isastra e Patrizia Sal-moiraghi (presidente e vice pre-sidente nazionali Italia).

(Maria Rosa Inzoli)

Riconoscimento

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MMI 18SEGRETERIA

Il 2 novembre, ha preso il via la XXVIII edizione del CMT-MI che, a partire daquest’anno è suddiviso in 3 moduli formativi disgiunti, per rendere più facil-mente fruibile la facoltà di accesso (1°modulo Salute globale - 2°modulo Sa-lute materno infantile - 3°modulo Le grandi endemie tropicali e il laborato-rio di base). L’epidemiologia delle malattie infettive mette in luce i fattori dirischio a contrarre patologie ora più diffuse, portate in particolare dai recen-ti flussi immigratori, ma anche da un turismo di massa verso quei Paesi delSud del Mondo carenti di servizi socio-sanitari di base. Inoltre le aree di po-vertà, cui le malattie, in particolare infettive, sono collegate, sono attualmen-te estese da una parte anche al di fuori delle regioni tropicali del pianeta e,dall’altra parte, si sviluppano in sacche di marginalizzazione anche all’inter-no del mondo sviluppato. In tal senso, non si può più parlare solamente diMalattie Infettive e/o Tropicali, ma di Medicina Internazionale in grado diaccogliere ed affrontare tutte le istanze sanitarie che la pluralità odierna del-le popolazioni in contatto sviluppa. “Quest’anno il Corso di Malattie Tropica-li e Medicina Internazionale si apre, quindi, in modo significativo alla com-plessa molteplicità di una sanità al servizio di una cittadinanza globale”, que-ste le parole iniziali del dott. Caligaris, responsabile del Corso, in occasionedella conferenza stampa, tenutasi il 25 settembre presso l’Ordine dei Medicidi Brescia. Un Corso che “si integra con il Corso dell’Università degli Studi diBrescia, nel solco della convenzione tra MMI e la Cattedra di Malattie Infetti-ve; un Corso che è ulteriore importante tassello per Brescia, quale centro diformazione della medicina della povertà, la cui importanza è stata suggellatadal IV Convegno CUCS (Coordinamento Universitario Cooperazione alloSviluppo), svoltosi a Brescia in settembre” afferma il prof. Castelli, docenteordinario di malattie infettive e past president di MMI. “In un mondo in cui ilrapporto di vicinanza tra medico e paziente si è di molto dilatato, il Corso of-fre un valore aggiunto, in termini di competenza, ai giovani medici di medici-na generale”, richiama il dott. Di Stefano, presidente dell’Ordine dei Medicidi Brescia. “Bisogna porre sempre più attenzione ai nuovi modelli professio-nali per garantire sicurezza sanitaria a tutti gli operatori coinvolti, partico-larmente i farmacisti, riguardo all’emergenza dell’ondata dei migranti e al-l’accesso universale al farmaco”, conclude infine il dott. Rastrelli, presidentedell’Ordine dei Farmacisti di Brescia.

(Monica Franchi, Giovanna Sagona)

Corso di Malattie Tropicalie Medicina Internazionale (CMT-MI) 2015

Note in margine al Corso• 23 il numero complessivo de-

gli iscritti per l’edizione 2015• 50 i crediti ECM concessi per

il corso completo di 3 moduliformativi (ICM Internationalsrl - Provider ECM N° 475)

• Enti patrocinatori: Federazio-ne Nazionale Ordine dei Me-dici Chirurghi e Odontoiatri -Ordine dei Medici Chirurghi eOdontoiatri della Provincia diBrescia - Ordine dei Farmaci-sti della Provincia di Brescia -SIMG - Fondazione Scientifi-ca per la Medicina Generale.

Per ulteriori informazioni con-tattare: [email protected]

Il dott. Silvio Caligaris, responsabile del CMT-MI,in Burkina Faso.

19 MMISEGRETERIA

Un pomeriggio nel segno del teporee del sole quello trascorso domeni-ca 4 ottobre giornata inauguraledella nuova sede dove a fine luglio sisono trasferite le tre Ong brescianeMMI, Scaip e Svi. I locali di proprie-tà della Fondazione Sipec, occupa-no una superficie di 350 mq circa esono stati dati in comodato gratuitocon grande lungimiranza dal l’Ing.Silveri, per “un cambio di rotta nelmodo di cooperare, ora dev’essere una continuazione, per favorire l’unionedelle forze”. Un dono che viene presentato proprio in occasione della “I Edi-zione del Giorno del Dono, promosso dall’Istituto Italiano della Donazionequale momento di riflessione e dibattito sui temi della solidarietà”, come vie-ne rimarcato dal presidente Focsiv Cattai che prosegue “Ogni associazione ènata da un sogno, da un’intenzione che spingesse a guardare al futuro”: questoè quindi un dono che unifica e che costringe ad essere le tre Ong “precursori”nell’ambito della cooperazione internazionale italiana. Il prof. Carosi (presi-dente MMI) evidenzia che “MMI promuove progetti sanitari integrati, in unamultidisciplinarità progettuale in partenariato. I progetti sanitari per essererealmente efficaci devono configurarsi come progetti integrati, estesi cioè an-che al miglioramento dell’agricoltura, della zootecnia e delle infrastrutture”.L’’obiettivo è “unificare le mansioni e ridurre i costi di gestione”, spiega il dott.Ducoli (presidente SCAIP), mentre il dott. Romagnosi (presidente SVI) sotto-linea che “i progetti nascono direttamente dalle esigenze e dalle richieste deipaesi, per migliorare le condizioni di vita, senza sconvolgerle”. Il dott. BrunoComini (rappresentante paese per il Mozambico per MMI, Scaip e Svi) porta iringraziamenti della comunità mozambicana, nella speranza di continuare acondividere un progetto di co-sviluppo. Padre G. Caprini suggella i discorsicon la benedizione. Il pomeriggio si conclude con un brindisi collettivo.

(Monica Franchi, Andrea Gatta)

Inaugurazione della nuova sedeper MMI, Scaip e Svi

Perché un lascito a MMICon il tuo lascito testamentario a MMI, potrai continuare a donare vita a tutti quei bambini, alle loro mamme o atutte le popolazioni che vivono in uno stato di povertà estrema, per il tramite dei nostri progetti socio sanitaria neiPaesi a risorse limitate. Con il tuo lascito testamentario, potremo ulteriormente lottare contro la malnutrizione etutelare la salute materno-infantile (ad esempio, mediante programmi di vaccinazioni e di prevenzione, supportoalimentare all’infanzia, riqualificazione delle strutture sanitarie locali, formazione di operatori sanitari in loco).Puoi destinare il tuo lascito ad un progetto o ad un Paese specifici.

Il testamento per lasciare al mondo il tuo futuro.Il testamento quale atto di coerenza per tramandare il tuo impegno, i tuoi ideali.

Il testamento per continuare a condividere con chi verrà dopo di te il senso dell’amore.Il testamento per continuare a donare vita.

Se vuoi parlarne direttamente con noi o per avere informazioni contattaci scrivendo a [email protected] vuoi avere informazioni direttamente da un notaio, contatta il Consiglio Notarile di Brescia(tel. +39 030 222415) che ti darà il nome di un referente di fiducia.

A Natale provail gusto dellaS o l i d a r i e t à !Assaggiando ilnostro panet-tone, contri-buirai a soste-nere le attivitàche le ong bre-sciane MMI, SCAIP e SVI gesti-scono in Africa e Sud America,assicurando assistenza sanita-ria, accesso all’acqua, formazio-ne scolastica e professionale,sviluppo rurale e microcredito.I nostri panettoni sono artigia-nali prodotti con ingredienti diprima qualità dalla PasticceriaAndreoni di San Zeno (Bs). So-no da gr. 500 e si possono averecon un’offerta di 10 euro. I pa-nettoni sono disponibili pressola sede in via Collebeato 26,Brescia - Contatta Lia al nume-ro 030 3752517

Panettone

Edito con il contributo dellaFondazione Banca San Paolo di Brescia

Ogni donazione è fiscalmente deducibile. (Norme deducibilità fiscale: D.L. n.49/87 con DM n. 1988/128/004187/2D del 14/09/1988 e D.L. 4 dicembre1997 n. 460, con modifiche apportate dal D.L. n. 35 del 14/03/2005, conver-tito in Legge n. 80 del 14 /05/2005).

Informativa sulla Privacy ex Art. 13 DL. 196/2003. I suoi dati verranno utiliz-zati esclusivamente per uso interno di MMI.Per saperne di più, visiti il sito www.medicusmundi.it.

Medicus Mundi Italia ONLUS (MMI) è una ONGper la cooperazione socio sanitaria internazionale

MMI è Socio

Quote annualiSi ricorda a tutti i Soci di rinnovare la Quota annuale, fissata per il 2015 in due fa-sce di età:1. € 20 dai 18 fino ai 29 anni compresi e adulti dopo i 65 anni.2. € 50 dai 30 ai 64 anni compresi.Tutti i Soci hanno eguali diritti di eleggibilità attiva e passiva nel pieno rispettodella democraticità, prevista dalla Legge 266/91.

Assemblea bilancio preventivoA norma di Statuto, l’Assemblea Ordinaria dei soci è convocata per martedì 15 di-cembre 2015, h. 17.00, presso la sede di via Collebeato 26, con il seguente ordinedel giorno• Presentazione del Bilancio Preventivo 2016• Discussione ed approvazione del Bilancio Preventivo 2016• Varie ed eventuali

Perché associarsi a Medicus Mundi Italia?Associarsi alla ONG Medicus Mundi Italia è il primo gesto concreto: • di chi ha compreso il messaggio e aderisce alle idealità di Medicus Mundi Ita-

lia;• di chi promuove e sostiene l’impegno e il lavoro delle persone che operano nel-

l’ambito della cooperazione sanitaria internazionale;• di solidarietà verso quelle popolazioni, quei bambini e quelle mamme che sono

nati e vivono in Paesi economicamente svantaggiati, in molti dei quali guerre econflitti peggiorano drammaticamente le condizioni di vita e impediscono svi-luppo;

• di condivisione di un ideale comune con chi è impegnato da oltre 40 anni nelladifesa del diritto alla salute (Dichiarazione di Alma Ata 1978).

Come sostenere le attività di MMI❤ Donazione online con Carta di Credito o PayPal❤ Bonifico bancario IBAN IT 53 C 03500 11202 000000013162 - BICBCABIT21❤ Bonifici continuativi

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MMISEGRETERIA

i t a l i ammeeddiiccuuss mmuunnddii

5 x MILLECF 98011200171

P. Candotti, G. Carosi,C. Cerini, M. Chiappa,M. Franchi, A. Gatta,L. Guerrini, G. Sagona,R.F. Schumacher, A. Spinetti, C. Trevisiol, P. Zanotti

In questo numerohanno collaborato