LE LAC - Lamartine (Traduzione)

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Page 1: LE LAC - Lamartine (Traduzione)

LE LAC – Lamartine

Così, sempre spinti verso nuove rive,

Nella notte eterna portati via senza ritorno,

Non potremo mai sull’oceano delle età

Gettare l’ancora un solo giorno?

O lago! l’anno appena ha finito il suo corso,

E presso i flutti amati che lei doveva rivedere,

Osserva! vengo solo a sedermi su questa pietra

Dove la vidi sedersi!

Muggivi così sotto queste rocce profonde;

Così ti rompevi sui loro lati strappati;

Così il vento gettava la schiuma delle tue onde

Sui suoi piedi adorati.

Una sera, ti ricordi? navigavamo in silenzio;

Non si udiva da lontano, sull’onda e sotto i cieli,

Che il rumore dei rematori che colpivano con ritmo

Le tue onde armoniose.

Improvvisamente accenti sconosciuti alla terra

Dalla riva incantata colpirono gli echi,

I flutti furono attenti, e la voce che mi è cara

Lasciò cadere queste parole

“O tempo, sospendi il tuo volo!” e voi, ore propizie,

Sospendete il vostro corso!

Lascia gradire le delizie rapide

le più belle del giorno d’oggi!

“Gli infelici ti implorano;”

Fluisci, fluisci per loro;

Prenditi le cure che divorano i loro giorni ;

Dimentica i felici.

“Ma chiedo invano alcuni momenti ancora,”

Il tempo fugge;

Dico a questa notte: “sii più lenta”; e l’alba

Dissiperà la notte.

“Amiamo dunque, amiamo dunque!” dell’ore fuggitive,

Acceleriamo, usufruiamo!

L’uomo non ha affatto porti, il tempo non ha affatto rive;

Fluisci, e passiamo!

Tempo geloso, può darsi che questi momenti d’ebbrezza,

Dove l’amore a lunghe onde ci versa la felicità,

volino lontano da noi con la stessa velocità

dei giorni di disgrazia?

Page 2: LE LAC - Lamartine (Traduzione)

Che cosa! non ne potremo fissare almeno la traccia?

Ciò che! passati per mai? cosa! tutto è perduto?

Questo tempo che ce li diede, questo tempo che li cancella,

Ce li renderà più?

Eternità, nulla, passato, abissi scuri,

In cosa avete trasformato i giorni che assorbite?

Parlate: ci renderete queste estasi sublimi

Cosa ci rapite?

O lago! rocce mute! grotte! foresta oscura!

Voi che il tempo salva o che può rinnovare,

Conservate di questa notte, conservate, bella natura,

Almeno la memoria!

Che sia nel tuo riposo, che sia nelle tue tempeste,

Bel lago, e nell’aspetto delle tue pendenze ridenti,

Ed in quest’abeti neri, ed in queste rocce selvagge

Chi pendono sulle tue acque!

Che sia nello zefiro che freme e che passa,

Nei rumori dei tuoi bordi e dai tuoi bordi ripetuti,

Nell’astro dalla fronte d’argento che sbianca la tua superficie

Dal suo chiarore morbido!

Che il vento che geme, la canna che sospira,

Che i profumi leggeri della vostra aria odorosa,

Che tutto ciò che si sente, si vede e si respira,

Tutto dica: “Hanno amato!”