la vite e il pioppo - si al sole, no alle scorie

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la Vite & il Pioppo Anno VII - n.2, Settembre - Ottobre 2010 FestAmbiente focus ENERGIE ENERGIE Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo” Sì AL SOLE 1°Festival dell’Ambiente e del Buon Vivere della Regione Campania 17-19 settembre, Casale di Teverolaccio - Succivo (CE) Terra Felix no alle scorie no alle scorie settimana europea della mobilità una nuova rete ciclabile per Atella

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Periodico di Ambiente, Cultura e Sviluppo Locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria Capua Vetere n.611 del 23/12/03

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la Vite & il PioppoAnno VII - n.2, Settembre - Ottobre 2010

FestAmbiente

focus

energieenergie

Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro regionale per l’educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”

Sì AL SoLe

1°Festival dell’Ambiente e del Buon Vivere della Regione Campania17-19 settembre, Casale di Teverolaccio - Succivo (CE)

Terra Felix

no alle scorie

no alle scorie

settimana europea della mobilitàuna nuova rete ciclabile per Atella

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Periodico di Ambiente, Cultura e Sviluppo Locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria Capua Vetere n.611 del 23/12/03

sì al sole, no alle scorieAnno VII - n.2 2010, Settembre - Ottobre

Susy PascaleDIRETTORE RESPONSABILE

Raffaele LupoliCAPOREDATTORE

Maria Rosaria Coppola, Gennaro Conte, Francesco Minutillo, Francesco Pascale, Laura Garofalo, Pasquale Cirillo, Eugenio Tinto, Ferdinando Pirro, Leopoldo Coleti, Antonio Pascale, Giovanni CapobiancoREDAZIONE

Alessandra Tommasino, Giancarlo Chiavazzo, Teresa FenziHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Rosanna Comune, Ersilia Mozzillo, Elsa Cristiano, Raffaele Conte, Giovanni Daliento, Rosita Comune, Federica Cop-pola.REDAZIONE jUNIOR

Franco Spinelli, Pasquale Vitale, Giovanni Capobianco, Eugenio TintoFOTO

Orazio PascaleLAyOUT COORDINATOR

Legambiente GeofilosCasale di Teverolaccio, 81030 Succivo - CasertaEDITORE

Questo numero è realizzato nell’ambito del progetto “LEGAME legalità, giovani, ambiente @ nuovi media” con i fondi pro-tocollo d’intesa fondazioni bancarie e volontariato

Cara amica, caro amico“Tutte le cose che sono veramente grandi a prima vista sembrano impossibili” diceva Nietzsche. E chi può dargli torto. Ma, a volte, accadono eventi inaspettati che ti fanno capire che puoi ancora sperare, puoi ancora lottare e forse farcela. A far cosa? Migliorare il luogo in cui vivi e fare in modo che tutti lo desiderino.Presentando il progetto Legame (legalità, giovani, ambiente e nuovi media) abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di rendere note tutte le attività dei Circoli Legambiente della Provincia di Caserta; i progetti, le manifestazioni e le battaglie contro tutti gli abusi e i disastri arrecati all’ambiente e alle persone. Abbiamo sognato che, in questo progetto, si potessero coinvolgere i cittadini desiderosi di far valere i propri diritti, stanchi di affacciarsi al balcone e vedere solo immondizia o sentire puzze di ogni genere, ansiosi di rendersi utili alla comunità con le proprie azioni. Poi, un giorno qualcuno ha creduto nel nostro sogno dandoci la possibilità di provarci e pian piano stiamo costruendo una solida realtà fatta di gente, tutti gli amici che stanno collaborando alla nostra redazione, di esperti che hanno saputo della nostra rivista e vogliono sostenerci, di docenti universitari che venendo a conoscenza della creazione di un ecomuseo ci stanno fornendo notizie utili, ma anche di numeri importanti, come gli oltre 3000 amici sul profilo facebook dedicato agli Sportelli Ambiente e Legalità in poco più di un mese e la creazione di un sito dedicato alle segnalazioni dei cittadini www.noecomafia.it.Una grandiosa FESTAMBIENTE spalancherà le porte del Casale di Teverolaccio a coloro che insieme a tutti i circoli Legambiente della provincia di Caserta e parte di quella di Napoli, vorranno confrontarsi con una realtà diversa da quella dolcificata che siamo abituati a vedere e leggere su diversi mezzi di comunicazione. Trascorreremo insieme tre giorni confrontandoci su temi quali l’urgenza di essere consapevoli, la necessità di chiamare le cose con il loro vero nome, l’importanza di non avere la paure di far risuonare la propria voce per opporsi a ciò che, pian piano, sta rendendo invivibile e inaccettabile la realtà che ci circonda perchè un’alternativa esiste.Sei anni fa realizzammo un percorso educativo con le scuole si Succivo, si intitolava “Se semino…poi raccolgo” e considerando i giovani compaesani che si sono associati al nostro circolo anche quest’anno ritengo sia giunto il momento di assaporare i frutti. Direi che, in tema con gli argomenti trattati in questo numero, possiamo definirla una ventata di energia positiva che deriva sicuramente da una fonte inesauribile. Aspettiamo anche te.

la Vite & il Pioppo editoriale

...nuclearemania

...adesso voglio il nucleare!

...un altro tipo di notizia

esplosiva

pinkiopallino

Una ventata di energia positivadi Susy Pascale

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PULIAMO IL MONDO EDIZIONE 2010La campagna nazionale di punta

Il 24-25-26 settembre i circoli di Le-gambiente saranno impegnati con “Puliamo il Mondo” l’edizione italiana di Clean Up the World, il più grande appuntamento di volontariato am-bientale del mondo. Puliamo il Mon-do è un’azione concreta e simbolica per chiedere città più pulite e vivibili, per consentire di liberare dai rifiu-ti e dall’incuria i parchi, i giardini, le piazze e le strade di molte città all’insegna dell’integrazione e della pacifica convivenza tra le comuni-tà presenti sul territorio italiano. I nove circoli della provincia di Ca-serta anche quest’anno aderiranno all’iniziativa con manifestazioni per coinvolgere la cittadinanza alla valo-rizzazione dell’ambiente.Scopri dove si terrà “Puliamo il mondo” su www.puliamoilmondo.it

FESTAMBIENTE 2010 Primo festival dell’ambiente e del buon vivere in Campania

Si terrà dal 17 al 19 settembre 2010 l’evento “Festambiente 2010” il primo festival campano dedicato all’am-biente e all’ecologia. Nella splendida cornice del Casale di Teverolaccio a Succivo si terranno concerti, spetta-coli, teatro, spazi espositivi dedica-ti all’eccellenza e all’innovazione in campo ambientale, momenti di ap-profondimento quali dibattiti e con-ferenze, incontri con le associazioni del terzo settore. Durante la manifestazione saranno consegnati i premi della prima edi-zione del “Premio Fortapàsc” un con-corso dedicato alle personalità che si sono distinte nella valorizzazione del territorio attraverso l’arte, lo spetta-colo, la letteratura ecc.Il programma della tre giorni sarà quindi intenso di appuntamenti e ve-drà la partecipazione di ospiti nazio-nali ed internazionali.

L’apertura del Festival sarà dedicata alla promozione della cultura cam-pana all’estero. Infatti, saranno pre-senti i rappresentanti di diverse as-sociazioni provenienti da numerosi Paesi europei ed extraeuropei.info www.geofilos.org tel 081.5011641 facebook evento Festambiente terrafelix 2010

MIGRANDATA Il monitoraggio della biodiversità nel Parco del MateseSaranno presentati in autunno i risultati del progetto “Migrandata” del CEDA MATESE che ha avuto come obiettivo l’allestimento di un campo di inanellamento a scopo scientifico per avere un quadro aggiornato del fenomeno migratorio in un’area di grande valore naturalistico. Si cer-cherà, in tali incontri, di trarre indi-cazioni di carattere gestionale utili per azioni ed interventi di conserva-zione della biodiversità del parco.Sono previste, inoltre, attività di monitoraggio ambientale per la tutela della fauna e della flora del Matese.

Puoi seguire le tappe del progetto sulla pagina facebook di Migrandata o del cir-colo Legambiente Matese - CeDA di P.M. Matese

PEDALATELLAIl nuovo progetto di mobilità sos-tenibile del territorio atellanoDomenica 19 settembre alle 10.30, presso il Palazzo Ducale Sanchez De Luna, nell’ambito di Festambiente e della settimana europea per la Mobi-lità sostenibile, si terrà la presen-tazione del progetto di rete ciclabile che interesserà il centro di S. Arpino, presentato dal Comune in collabora-zione con Legambiente.info www.geofilos.org. L’iniziativa è inserita nella settimana europea della mobilità www.mobilityweek.eu

focus energia

4 VITE MARITATA BIODIVERSITà CULTURALE

in cantiere in questo numero

6 IL NUCLEARENON DORME

10 SE LA CANAPA RITORNA

12 IL SOLE CHE CONVIENE PRENDERE

13 ENERGIE NUOVE IN TERRA DI ECOMAFIE

14 ENERGIAPAGHI UNO, PRENDI TRE

15 LARGO ALLE BICI: ATELLA VERSO UNA MOBILITà SOSTENIBILE

sviluppo localeMARE POCO MOSSOA TREATTI STAGNANTEFESTAMBIENTE TERRAFELIX

QUANDO LA SCUOLA ADOTTA IL COMUNE

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terrafelix

MILLE BOLLE VERDII DETERSIVI ORA SONO ALLA SPINA

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volontariando

FUTURO CON RADICI FORTI

AL SERVIZIO DELL’AMBIENTESINERGIE MEDITERRANEE

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MISSIONE POSSIBILE22

cea

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Vite MAritAtA bioDiVerSità CULtUrALe

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Così Goethe descriveva la nostra terra nel celebre “Viaggio in Ita-lia”. Da queste frasi vogliamo

partire per celebrare l’anno della bio-diversità. Può sembrare azzardato o scientificamente scorretto parlare di biodiversità citando la “vite maritata” o meglio l’”alberata aversana”, ma se-condo noi, ci sono molti motivi per cui questa modalità di coltivazione possa essere considerata come baluardo del-la biodiversità del nostro territorio. In Italia la coltivazione della vite ha origini antichissime e nell’VIII sec. a.C.

“Una volpe giovane ci ha attraversato la strada: un chiaro segnale di buon au-spicio!” Così l’Assessore Regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, in visita alla sede del CEA dopo un convegno sulla differenziata a Grumo Nevano. E quell’uccello strano? Non lo abbiamo riconosciuto subito così i volontari di Geofilos si sono appostati per fotografarlo. Poi la gradita conferma: l’upupa ha nidificato intorno alle mura del Casale. Piccoli ma forti segnali. Chiari indicatori che dimostrano che il percorso di tutela e valorizzazione del Casale è indispensabile per preservare un’oasi. Anche per questi piccoli amici.

la vite, la volpe e l'upupaUna casa per la comunità aperta a preziosi ospiti Il Casale di Teverolaccio a Succivo un’oasi che rischia di soffocare

gli Etruschi diffusero, per tenere alti i grappoli, la tecnica di le-gare le viti agli alberi di pioppo, utilizzando sostegni vivi crean-do delle vere e proprie alberate. Dall’unione dei due alberi deriva la definizione di “vite maritata”. La tecnica etrusca è stata poi continuata dai Romani che de-finirono tale coltura come l’arbu-stum italicum. In epoca norman-na Louis Pierrefeu, cantiniere alla corte di Roberto d’Angiò, individuò nei dolci declivi vicino

Aversa il suolo ideale per impiantare le viti da cui si ebbe la produzione di una caratteristica uva che ha dato i natali al vino Asprinio. L’Alberata Aversana è divenuta così anche nel nostro ter-ritorio una coltura tipica, instaurando un legame inscindibile con l’ambiente. Espressione dell’incontro tra i caratte-ri naturali, la forza creativa e l’ingegno dell’uomo, rappresenta elemento ca-ratterizzante del nostro territorio tale da poterla considerare espressione di biodiversità. Ciò nonostante a causa delle difficol-tà di ordine agronomico, degli elevati costi di produzione e della continua e pressante espansione edilizia, l’albera-ta è a rischio di totale scomparsa. È necessario, quindi, tutelarla dall’estinzione, attraverso un’atten-ta valorizzazione delle risorse e delle competenze specifiche che insistono sul territorio. A causa della mancata definizione di strategie di gestione del territorio, nel giro di pochi anni, sono scomparse molte delle ultime alberate. Diventa quindi urgente indirizzare la pianificazione, la programmazione e il controllo delle trasformazioni terri-toriali finalizzandole a garantire uno sviluppo sostenibile dell’area che ten-ga anche conto di tradizioni che nel passato hanno fatto di quello di Terra di Lavoro un territorio conosciuto per prodotti di cui re ed imperatori erano orgogliosi. L’auspicio è che istituzio-ni, produttori e associazioni avviino seriamente un concreto piano di va-lorizzazione dell’alberata, salvandola dall’estinzione.

di Laura Garofalo

“Raggiungemmo finalmente il piano di Capua [...]. Nelle ore pomeridiane ci si aprì dinnanzi una bella pianura. La strada maestra corre larga fra prati verdi di frumento: il grano è come un tappeto, alto forse parecchi palmi. I pioppi sono piantati in fila, co' i rami mozzi fin su e con le viti che vi si abbarbicano. Così è fin dentro Napoli. Un terreno netto, agevolissimo ad arare, ben lavorato: i tralci delle viti di straordinaria grossezza e altezza, i festoni, come reti svolazzanti, di pioppo in pioppo." 25 febbraio 1787

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2050: C‘è VitA SULLA terrA?

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?bioDiVerSità

La diversità biologica, meglio conosciuta come biodiversità, è sinonimo di ricchezza, di varietà, della coesistenza di svariate forme di vita, non etichettate come migliori o peggiori, nor-mali o anormali, belle o brutte, ma tutte utili e selezionate nel corso dei millenni. Conosciamo tutte le forme di vita che popolano la terra? Sebbene la risposta a tale domanda sia negativa, molte di esse rischiano di scomparire ancor prima di essere scoperte!

Sono a rischio di estinzione il 68% dei vertebrati, il 66% di uccelli , il 64% di mammiferi, il 76% di anfibi e l’88% di pesci d’acqua dolce. La situazione non è migliore per la flora. La causa è antropica: dalla scoperta dell’agricoltura, passando per la rivoluzione industriale, fino a oggi, l’attività dell’uomo è stata capace di modificare paesaggi, stravolgendo interi habitat. Disboscamento, desertificazione, urbanizzazione, inquinamento sono tutti fattori che tendono ad interagire l’uno con l’altro e ad enfatizzarsi traducendosi a livello globale nei cambiamenti climatici e nella perdita della bio-diversità. Stiamo così “formattando il disco rigido della natura” senza nemmeno sapere quali dati contenga e, soprattutto, abbiamo ancora difficoltà ad individuare il suo valore. Questo stravolgimento pesa anche sulla produzione di generi alimen-tari e intacca il “paniere naturale di beni e servizi”: i legislatori di quasi tutti i paesi, tuttavia, sottovalutano questo problema, perché essi non hanno prezzi di mercato. Infatti, non sempre a tutto ciò che è molto utile viene attribuito un gran valore, viceversa non tutto quello che ha un gran valore per il mercato è sempre molto utile! Quanto ci viene offerto dal nostro pianeta dovrebbe essere trattato come capitale naturale. L’atteggiamento di noi tutti e la relazione tra economisti e scienziati dovrebbe essere di tipo collaborativo al fine di cambiare il modo di sfruttare le risorse, di produrre, di mangiare, ...di vivere, mirando ad uno sviluppo che sia ECOSOSTENIBILE al fine di ar-restare il meccanismo di autodistruzione che abbiamo innescato. (L.G.)

Sulle rive del Lago Matese, in “Loc.Scennerato”, si è svolto dal 20 al 27 agosto il Progetto “Migrandata”,

promosso dal CEDA (Centro Educazio-ne Documentazione Ambientale) Legam-biente di Piedimonte Matese, un’iniziativa di informazione scientifica ed educazione ambientale per l’Anno internazionale del-la Biodiversità, nell’ambito del Programma INFEA della Regione Campania 2007-10.Durante il campo, che si è avvalso della col-laborazione di tanti volontari, di ornitologi dell’ASOIM (Associazione Studi Ornitolo-gici Italia Meridionale) e del patrocinio del Parco Regionale del Matese, sono stati cat-turati più 1500 uccelli e censite circa 26 specie, tra cui Rondine, Picchio Muratore, Cannaiola, Cannareccione, Zigolo Muciat-to, Averla Piccola, Torcicollo, Forapaglie e, per la prima volta nel Matese, la Canna-iola Verdognola ed il Canapino Maggiore.Il campo di studio degli uccelli che transita-no e nidificano nell’area del Lago Matese è solo la prima tappa di un progetto più am-pio che prevede altre attività di monitoraggio ambientale di un’ area di forte valenza na-

Censimento degli uccelli al Lago Matese. Un’iniziativa del CEDA Legambiente per rilanciare il Parco regionale

turalistica che purtroppo non gode di adeguata protezione, essendo le rive del lago clas-sificate come Zona C, quel-la a più basso livello di tutela. Inoltre, la mancanza di perso-nale preposto alla vigilanza, resa ancora più drammatica dallo spostamento delle uni-tà di Polizia Provinciale che operavano nel Parco, vede nell’area del lago la frequente

MigrAnDAtA

presenza di veicoli e il transi-to di quad e moto, campeggio abusivo, accensione di fuochi, abbandono di rifiuti, in dispre-gio a tutti regolamenti vigenti.I risultati analitici del progetto saranno presentati in autunno nell’ambito delle iniziative per l’Anno Internazionale della Bio-diversità promosse dalla Rete INFEA della Regione e da Le-gambiente Campania.

di Nando Pirro

Un ricercatore durante le attività della Migrandata

Quest’anno l’attenzione del mondo intero è focalizzata sulla questione dell’inesorabile impoverimento ambientale del pia-neta a seguito della distruzione di habitat ed ecosistemi.

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Rinascimento è un termine che fa pensare a una nuova vita, alla capacità di mettersi in discussione per un nuovo inizio. Quando chiedo cosa ne pensa del cosiddetto “rinascimento nucleare” Giulia non ha incertezze: rinascimento e nucleare sono opposti.

iL nUCLeArenon DorMe

Malgrado un referendum, gli appelli lanciati dagli scenziati e i disastri ambientali, il Governo cerca di propinarci l’energia nucleare come soluzione ai problemi energetici del Paese. E gli ambientalisti si preparano a ricominciare una battaglia che sembrava chiusa. Anche sul Garigliano

di Eugenio Tinto

Giulia Casella Fonda il Circolo di Legambiente a Sessa Aurunca nel 1988. Il suo impegno contro il nucleare inizia nella seconda metà degli anni’70, con il “Co-mitato di Salute pubblica” fondato da Alfredo Pette-ruti eMarcantonio Tibaldi.

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Ricordo alcuni versi di Antonio Neiwiller “…la merce è la merce e la

sua legge sarà sempre pron-ta a cancellare il lavoro di chi ha trovato radici. Il pas-sato e il futuro non esistono nell’eterno presente del con-sumo. Questo è uno degli orrori con il quale da tempo conviviamo e al quale non abbiamo ancora dato una ri-sposta adeguata.Il nucleare è paradigmatico di tutto questo e invaderà la Terra di scorie radioattive la cui durata è al di fuori del tempo storico dell’umanità. E allora ecco la necessità di tener duro, di unirsi ad altri “viaggiatori inquieti” perché il destino dell’umanità cambi di segno. Bisogna rimettersi in cammino perché è in atto una martellante campagna

mediatica per convincerci della ineluttabilità della scelta nu-cleare. Ci raccontano bugie e ci nascondono la verità. Avete pre-sente il bellissimo libro “Cecità” di Josè Saramago? È la metafora di questa umanità.Il ritorno al nucleare, millanta-to almeno nei discorsi, è di fatto una sconfitta per gli antinuclea-risti; cosa ne pensi?Perché? Hanno già cominciato a costruire nuove centrali? È forse intelligente fondare un progetto che si basa su una risorsa li-mitata? E l’uranio, appunto, è una risorsa limitata, non più di 60-80 anni, per centrali la cui costruzione, tra progettazioni, licenze, costruzione richiede-rà non meno di 15 anni e una vita di 40 anni. È pazzesco. Al-lora bisognerà chiedersi cosa c’è dietro a tutto questo e capire il non-detto.

Per noi del circolo Legam-biente “Alfredo Petteruti” di Sessa Aurunca, la partita nucleare non si è mai chiu-sa. L’ultimo risultato por-tato a casa è il documento contro il nucleare deliberato congiuntamente dai Consigli comunali di una ventina di Comuni dell’Alto Casertano e del Basso Lazio.Puoi spiegarci quali sono sta-ti gli incidenti occorsi nella centrale del Garigliano?Ve lo dirò in estrema sintesi. La centrale entrò in esercizio nel giugno del 1964 e rimase in funzione fino al 1978. In questi 14 anni, essa accu-mulò una serie di inciden-ti, guasti, anomalie e lunghi periodi di interruzione. Vi furono effettuati esperimenti molto pericolosi, 72 delle 208 barre di uranio furono sosti-tuite con barre contenenti plutonio. Tra gli incidenti vi furono ripetute esplosioni dei filtri del camino, con conse-guente, maggiore dispersione di radioattività nell’ambiente circostante.

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“ Tra gli incidenti vi furono ripetute esplosioni dei filtri

del camino, con conseguente maggiore dispersione di

radioattività nell’ambiente circostante ”

Oggi in Europa il 61% delle nuove centrali elettriche utilizza fonti rinnovabili. In Italia nel 2009 sono stati installati 730 MWp solo con il fotovoltaico a fine 2009, la potenza eolica nel nostro paese è di 4.850 MW, con un incremento annuale del 30% del parco eolico italiano, un dato molto significativo visto l’acuto periodo di crisi economica e fi-nanziaria. L’Italia resta nel settore il terzo Pa-ese in Europa e il sesto nel mondo.

quella buona

eNeRGIe SeNZA CRISI

Settembre/ottobre 2010 - La Vite & iL PioPPo - 7

Nel 1970 si è sfiorato il massi-mo incidente, cioè la fusione del nocciolo. La temperatura dell’acqua del Garigliano, utiliz-zata per il raffreddamento della centrale, si è innalzata di alcu-ni gradi, una quantità di calore impressionante n.d.r., causando la morte di numerose specie it-tiche. Ripetutamente il Gari-gliano, nei periodi di piena, ha provocato l’innalzamento della falda acquifera. L’acqua è pe-netrata all’interno di depositi sotterranei e, defluendo, ha por-tato nelle acque del fiume e del mare, abbondante radioattività. Durante una di queste alluvio-ni, nel novembre del 1980, l’ing. Claudio Sennis, del CNEN, spe-dì un telegramma di 1164 parole al sindaco di Castelforte, affer-mando che “l’acqua che erasi infiltrata nella vasca, è defluita verso il fiume, trascinando con sè parte della contaminazione, essenzialmente cesio 137”. E il prof. Mauro Cristaldi, del Di-partimento di Biologia dell’uni-versità “La Sapienza” di Roma, inviava ai sindaci di Castelforte, Sessa e Minturno una Relazione tecnica con la quale suggeriva agli stessi di avvertire la popo-lazione che “occorreva evitare la raccolta dei prodotti provenienti dalle colture sommerse dalle ac-que; il pascolo del bestiame nel-le aree invase dalle acque; l’irrigazione delle colture con si-stemi che tendono a trasferire i sedimen-ti fluviali nei terreni adibiti ad uso agri-colo e zootecnico; la pesca, l’ingestione e la vendita del pe-scato, almeno delle specie limicole e fil-tratrici, nel tratto di mare antistante la foce del fiume Garigliano. Qualche giorno dopo si registra la morte di decine di bufale che avevano pascolato in aree sommerse dal fiume e la moria di grossi pesci lungo il tratto di mare dove sfocia il fiu-me. Tra il 1980 e il 1982, l’ENEA condusse quattro campagne ra-dioecologiche nel golfo di Gaeta, precisamente tra Ischia e il Cir-ceo, e rilevò la contaminazione di oltre 1.700 kmq di mare da metalli pesanti tra cui il cobalto 60, di esclusiva produzione della centrale e il cesio 137 i cui valo-ri, rispetto agli anni ‘70, erano raddoppiati.

Tu che hai visto una centrale in funzione nel tuo territorio, come prevedi possa essere lo sviluppo sociale ed economico nel territo-rio sul quale potrebbero nascer-ne di nuove?La vecchia centrale aveva una potenza di 160 MW e ha pro-dotto danni agli allevamenti, all’agricoltura, al turismo, alla salute dell’uomo con cancri, leu-cemie, fenomeni di teratogenesi e mutagenesi.Le centrali Epr, di cui sono in costruzione due prototipi a Olki-luoto (Finlandia) e a Flamanville (Francia), hanno una potenza di 1.600 MW e avrebbero un im-patto molto più devastante.

E’ impensabile che un Epr possa essere costruito nel sito del Ga-rigliano per vari motivi:– per il suo raffreddamento oc-corrono ben 100.000 litri di acqua al secondo e la portata del fiume Garigliano non può garantire tale apporto, senza considerare che i cambiamen-ti climatici possono diminuirne ancora la portata mettendo in crisi il reattore;– il sito è idrogeologicamente inidoneo a ospitare centrali /o depositi di rifiuti e scorie radio-attivi, come dichiarato nel 1995 nel “Dossier rifiuti radioattivi” prodotto dall’ANPA.

Si tratta infatti di una pianura alluvionale e golenale, in zona sismica di 2^ categoria.Quanto allo sviluppo socio-economico, que-sta terra, benedetta dal sole e da un suolo fertile, con una estensione che si sviluppa dal mare alla montagna, con frutteti, vigneti e oliveti che producono vini e olii doc, con acque termali, importanti presenze monu-mentali e archeologiche, ha urgentemente bisogno di un rinnovamento della politica.Le ingenti somme richieste dalla costruzio-ne di un Epr (in Finlandia si è passati da un preventivo di 2,5 mld a circa 6 mld, si è accumulato un ritardo di 4 anni dal 2009 al 2013 e ben 3 agenzie di sicurezza, francese, inglese, finlandese, il 22 ottobre 2009, fan-no un comunicato congiunto per dire che il progetto non soddisfa i principi di sicurez-za nucleare) andrebbero destinate alla de-purazione delle acque, alla valorizzazione di tutte le ricchezze agricole, monumentali, archeologiche, lo sviluppo di energie rin-novabili, finanziamenti al Parco regionale “Roccamonfina-foce del Garigliano”, a va-lorizzare i Siti di Importanza Comunitaria SIC) individuati alla foce del fiume, nella pineta, sullo stesso corso del Garigliano. Tutto ciò creerebbe posti di lavoro e non costringerebbe più i nostri giovani ad ab-bandonare la loro terra. Altro che nucleare!

La centrale nucleare di

Sessa Aurunca in lontananza

(pagina accanto). A lato

il NO NUKE DAY 2010 di

Legambiente.

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8 - La Vite & iL PioPPo - Settembre/ottobre 2010

Come incide la presenza di una centrale nucleare sulla salute sia del territorio che dei cittadi-ni che lo vivono?Nel 1981 il prof. Alfredo Pette-ruti effettuò una indagine su vacche frisone di tre aziende similari ma a diversa distanza dalla centrale. Tale indagine fu svolta in collaborazione con il prof. Pelagalli, direttore dell’Isti-tuto di Anatomia Normale e Te-ratologia, con i proff. Di Berar-dino e Iannuzzi, citogenetisti dell’Ist. Produzione Animale, con il prof. Drago dell’Istituto di Fisica Teorica dell’Università di Napoli e con il prof. M. Cristaldi dell’Università di Roma. Dalla indagine risultò che nelle aziende prossime alla centrale si erano verificate 58 nascite di vitelli con malformazioni o mo-struosità, un numero certo infe-riore alla realtà. Il 75% avevano mostruosità multiple incompati-bili con la vita.I dati ISTAT raccolti nel periodo compreso fra il 1972 e il 1978 (anno del “guasto tecnico” alla Centrale) rilevano che il tasso di mortalità per tumori e leucemie, su una percentuale media italia-na di poco più del 7%, nella pia-na del Garigliano, era attestato drammaticamente al 44,48% (di cui il 21,63% nella sola provin-cia di Latina).Nel 1984 un’indagine sulle mal-formazioni dei neonati (effettua-ta dall’ASL Latina-6 di Formia), registra un tasso del 19,57% sempre nella piana del Gari-gliano, con bambini anencefali registrati presso l’ospedale di Minturno o affetti da ciclopismo

(malformazione mol-to rara in cui si tro-va un unico occhio sulla fronte) presso l’ospedale di Gaeta.Nel libro di Marcan-tonio Tibaldi, “Inqui-namento da radio-nuclidi nelle acque del Lazio meridiona-le” c’è un ulteriore particolare agghiac-ciante: I parti degli anni 1971/80 sono stati 15.771. Su un totale di 90 casi di malformazioni, 60 si sono registrati nelle zone di mare (Formia, Gaeta, Minturno, Mondragone) dove na-scevano quasi tutti i bimbi di Sessa A.. Altri 4 casi di anencefalia sono avvenuti presso l’ospedale di Min-turno (Dichiarazione del dott. E. Fusco, ginecologo presso il predetto ospedale, pubblicata da “Panora-ma” del 9 marzo 1981). C’è poi da considerare l’aumento esponenziale di cancri e leucemie.Perché dire NO al nucleare e punta-re, invece, alle energie alternative?Il problema più preoccupante è quello delle scorie radioattive. Il nucleare lascia un’eredità pesan-tissima per centinaia di migliaia di anni. Come si può ipotizzare, anche alla luce degli attuali sconvolgimen-ti tettonici, di poter controllare lo stoccaggio di elementi la cui radio-attività ha una durata plurisecola-re? Basta pensare che il sito di Yuc-ca Mountain, in Nevada, dopo 20 anni di studi e una spesa di 10 mld di dollari non potrà essere utilizzato perché l’Accademia nazionale delle scienze aveva raccomandato misu-

Con i due mega impianti termoelettrici di Sparanise e Teverola, l’impianto di pompaggio di Presenzano, la centrale nucleare dismessa di Sessa Aurunca e gli im-pianti idroelettrici del Matese, la Provincia di Caser-ta è stata ed ancora rappresenta il fulcro del sistema energetico della Regione Campania. Oggi, nella nostra Regione, 7 lampadine su 10 si accendono grazie agli impianti ospitati qui. Gli 800 MW (Megawatt) della cen-trale turbogas di Sparanise e gli altri 550 delle Centrali di Teverola rappresentano da sole, i due terzi della pro-duzione di energia in Campania. In questo scenario, se si escludono le dighe sui laghetti del Matese, ben poco spazio è riservato alle fonti energetiche rinnovabili, come solare termico e fotovoltaico, eolico, biomasse e geotermico, mentre è data per certa la realizzazione di un altro impianto tutt’altro che amico dell’ambiente: l’inceneritore previsto a Santa Maria la Fossa.

Per non parlare degli ancora segreti piani nucleari del Governo, che probabilmente faranno rivivere una nuo-va stagione atomica sulla foce del Garigliano. Questo numero de “La vite e il pioppo” è dedicato a questo –purtroppo non positivo- primato della nostra provincia, alla complessità e all’impatto ambientale del sistema energetico, cercando di dare ampio spazio alle alternative possibili, prima tra tutte l’efficienza energe-tica, che può e deve diventare la prima fonte di energia di Terra di Lavoro. Opporsi al nucleare senza sostenere con forza la diffusione delle rinnovabili e sopratutto in-terventi di risparmio energetico è una strada che non porta lontano. Ogni kWh risparmiato sugli usi finali (alla presa elettrica) equivale, infatti, a risparmiarne 4-5 in combustibile alla fonte!

Quali energie per la provincia di Caserta

re di protezione comprese tra i 300.000 e 1.000.000 di anni. Le fonti rinnova-bili, come sostenuto da Legambiente, saranno gli unici settori energetici ad avere una forte crescita in termini di fatturato, numero di occupati ed ener-gia prodotta. Non emettono gas serra, non rilasciano scorie e dunque que-sta tipologia di produzione energetica si configura come la vera innovazio-ne del prossimo futuro nel panorama dell’energia mondiale. Sono fonti che riducono la dipendenza dalle importa-zioni e stimolano la ricerca e l’ inno-vazione tecnologica. Ad esempio, nella piana del Garigliano si trovano enormi risorse geotermiche. Fonti rinnovabili e efficienza energetica potrebbero fare il triplo dell’energia dei 4 reattori che si vogliono costruire. Basti pensare che, anche secondo le previsioni ottimisti-che del governo, l’energia nucleare an-drebbe a coprire poco più del 5% dei consumi energetici complessivi, che ben il 63% dell’energia prodotta si di-sperde sotto forma di calore nell’aria e nell’acqua: altro che soluzione al ri-scaldamento globale!

il punto

di Antonio Pascale

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Crediamo che la scelta del governo di far tornare il nu-cleare in italia sia una scelta sbagliata e rischiosa, che non fa gli interessi dei cittadini e del Paese. Alcuni dati lo dimostrano: l’italia ha una potenza elet-trica installata di ormai quasi 100.000 megawatt, men-tre il picco di consumi oggi non supera i 55.000 mega-watt. Le recenti dichiarazioni di autosufficienza energetica dei Presidenti di alcune regioni italiane valgono anche per il resto del Paese. non abbiamo dunque bisogno di nuova energia ma di energia rinnovabile in sostituzio-ne di quella fossile.

il nucleare costa troppo, in nessun paese al mondo si costruiscono centrali senza finanziamenti pubblici e garanzie statali, che ricadono poi sulle tasse e le bol-lette pagate dai cittadini. in italia si distoglierebbero risorse importanti dalla ricerca per l’innovazione tec-nologica e dalla diffusione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili.

A fronte però dell’impiego di così ingenti risorse pub-bliche, la risposta alla crisi economica e occupazio-nale non è significativa, soprattutto se equiparata al rapporto tra occupazione e investimento nei settori dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Secondo uno studio dell’Unione europea del 2009 in-vestire oggi per raggiungere nel 2020 almeno il 20% di rinnovabili creerà 2,8 milioni di posti di lavoro con oltre 2000 imprese coinvolte.

il nucleare continua a essere rischioso: anche per i re-attori di terza generazione ePr in costruzione sono emersi gravi problemi di sicurezza, come hanno de-nunciato, a novembre 2009, con una nota congiunta le Agenzie di Sicurezza di Francia, regno Unito e Finlan-dia. inoltre è utile ricordare che nel mondo non è stato ancora risolto il problema di dove depositare in modo sicuro e definitivo le scorie.

il nucleare non ridurrebbe la dipendenza energetica dall’estero perché importeremmo l’uranio e, secondo il recente accordo sottoscritto con la Francia, importe-remmo tecnologia e brevetti esteri, per tutto il ciclo di vita fino alla messa in sicurezza delle scorie.

il governo italiano è impegnato in una massiccia campagna di propaganda a favore del nucleare. A questa campagna “informativa”, insieme alle maggiori sigle dell’ambientalismo italiano, abbiamo deciso di rispondere con la nostra capacità di saper informare e confrontarci con quanti più cittadini possibile, di tutte le età e categorie sociali, istituzioni locali; fare rete e unire gli sforzi; mettere in atto nuove forme di sensibilizzazione; moltiplicare i luoghi reali e virtuali di mobilitazione e di coinvolgimento. Con questo intento, sulla scorta del comitato nazionale, nasce anche in Campania il Comitato regionale “Fermiamo il nucleare”.Una prima azione del Comitato sarà una giornata di mobilitazione su tutto il territorio nazionale da tenersi in autunno per dare visi-bilità al movimento di cittadini contrari all’energia nucleare. gli strumenti messi a disposizione dal Comitato nazionale Fermiamo il nucleare, oltre alle iniziative già in cantiere di ogni organizzazione aderente, per ora sono: l’appello da far sottoscrivere a singole personalità, a gruppi, associazioni, istituzioni, comitati, etc.; il sito www.fermiamoilnucleare.it per scaricare materiali, informare sul-le iniziative territoriali, raccogliere adesioni, firmare l’appello, scambiarsi idee, etc; disponibilità di esperti sulle tematiche nucleari; una segreteria organizzativa.

Quanto al presunto “rinascimento” del nucleare nel mondo, i Paesi che lo hanno scelto negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, sono costretti a prolunga-re l’attività delle loro centrali per evitare gli ingenti co-sti di smantellamento degli impianti a fine vita, come in germania, o a progettarne di nuove, per evitare la crisi di un costosissimo comparto industriale, come in Francia.

infine il nucleare non darà nessun contributo a rispet-tare i vincoli posti dall’Unione europea per ridurre le emissioni di Co2 almeno del 20% entro il 2020, per-ché le prime centrali non saranno operative prima del 2026-2030, e perché il complesso ciclo di approvvigio-namento della materia prima, di costruzione e sman-tellamento produce non poca Co2.

Per tutte queste ragioni, s’invitano tutti a superare di-spute ideologiche di parte e compiere scelte razionali e convenienti per il Paese, per contrastare i cambiamenti climatici e rispettare almeno gli obiettivi minimi posti dall’Unione europea del 20-20-20. L’auspicio e l’impe-gno delle associazioni promotrici e di tutti gli aderenti è che si crei un grande schieramento unitario e trasver-sale, al di là delle diverse appartenenze e collocazioni politiche. Vogliamo costruire insieme al mondo della cultura e della politica, della scienza e del lavoro, della società civile e delle imprese, strategie unitarie e comuni che possano ridare al Paese la prospettiva di un modello energetico sostenibile, sia dal punto di vista economi-co che ambientale.

i promotori in Campania:Legambiente, WWF, Cgil Campania, Libera, ArCi, Acli terra, Slow Food, Lipu, italia nostra, Comitato antinu-cleare del garigliano.

Le associazioni nazionali promotrici:Accademia Kronos, Ambiente e Lavoro, Amici della terra, Associazione Mediterranea per la natura, Comi-tato Si alle energie rinnovabili no al nucleare, Fare Ver-de, Forum Ambientalista, greenpeace, italia nostra, Jane goodall institute-italia, Lav, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Pro natura, Vas, Wwf

Appello per il Comitato regionale - Fermiamo il nucleare, non serve né all’italia né alla Campania

La raccolta di firme a sostegno del progetto di legge d’iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima” è già partita, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’8/06/2010. Costituisce un altro strumento di mobili-tazione e di sensibilizzazione contro il nucleare perché indica la strada per un modello energetico sostenibile, dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Il successo di questa iniziativa è per noi particolarmente importante. Entro sei mesi (metà dicembre 2010) il comitato promotore dovrà raccogliere almeno 70 mila firme, ma chiaramente puntiamo a raccoglierne di più. Chiunque voglia collaborare alla raccolta di firme o in generale alla mobilitazione per le rinnovabili e contro il nucleare, può comunicarcelo ai n. 081.261890, 081.5011641 o scriverci a [email protected] e [email protected] .

VERSO UNA LEGGE PER LO SVILUPPO DELLE RINNOVABILI

FERMIAMO IL NUCLEARE

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La coltivazione sperimentale per utilizzo energetico della canapa. Nella foto l’ince-neritore di Acerra fa da sfondo alle foglie a sette punte.

di Pasquale Cirillo

doppio click

www.assocanapa.itwww.fattidicanapa.it

10 - La Vite & iL PioPPo - Settembre/ottobre 2010

Acerra. Località molto spesso associata all’in-ceneritore, considerato

discutibilmente l’indispensa-bile soluzione terminale del-la perenne emergenza rifiuti campana e mascherato più volte come impianto produt-tore di energia “alternativa” con tanto di contributi Cip6.Poco si sa invece di un’altra faccia del territorio, una fac-cia innovativa e che ricono-sce nel rispetto dell’ambiente la prerogativa per uno svilup-po energetico di successo e vantaggioso anche economi-camente; ed ecco che proprio nella cittadina partenopea a pochi passi dallo stesso forno ti ritrovi un impianto a bio-masse che utilizza come pro-dotto principale la canapa. Ne abbiamo parlato con il dott. Castaldo Michele, mem-bro del consiglio direttivo nazionale di “Assocanapa” e referente per le Regioni Cam-

Se LA CAnAPAritornA

nazionale e regionale, ed è con-siderato strategico anche dalle politiche agricole e di sviluppo rurale comunitarie e regionali che prevedono specifiche misu-re per facilitare la conversione di alcune zone agricole verso le produzioni no-food e per la di-versificazione dell’imprenditoria agraria.Perchè l’’utilizzo della canapa?Per promuovere una coltura che non richieda trattamenti di fitofarmaci, diserbanti e conci-manti, che contribuisca al ri-sparmio idrico in agricoltura e che contrasti in modo efficace la desertificazione e la defore-stazione, che sia in grado di svolgere un ruolo di bonifica dei suoli e dell’aria e che offra 15 tonnellate di sostanza secca per ettaro in soli quattro mesi. La canapa è tutto ciò e non solo perché da essa si ottiene bio-massa per la rivalutazione ener-getica ma anche materie prime per l’industria, come la fibra, da cui si possono produrre tessuti, biopolimeri, cellulosa, pannelli ad alta isolanza termica per la riqualificazione energetica degli edifici ed altro ancora. Rappresenta una preziosa op-portunità per promuovere lo sviluppo industriale sostenibi-le rappresentando al contempo una fonte di reddito integra-tivo per le aziende agricole ed un’azione diretta alla bonifica dei siti ed al recupero dei suoli dismessi.In termini di contributo contro la desertificazione, in che modo si pone la coltivazione di cana-pa?La canapa contrasta efficace-mente la desertificazione per-ché non ha bisogno di apporti irrigui. Inoltre riserva i suoli dall’erosione e li rigenera, essen-do una piante fittonante recupe-ra elementi nutrienti fino a 2.5 metri di profondità e li porta in superficie arricchendo il terreno per le prossime colture, essa è quindi una pianta migliorativa dei suoli nella rotazione agraria.

Dopo qualche decennio di assenza dalle nostre campagne, la canapa sembra aver ritrovato un nuovo futuro. Ad Acerra, una sperimentazione condotta da Assocanapa per l’utilizzo energetico di questa versatile pianta.

pania e Calabria per la medesima associazione.Perché produrre energia dalle biomasse?L’utilizzo delle biomas-se a fini energetici rap-presenta oggi una valida risposta alle pressanti questioni energetiche ed ambientali. La realizzazione di di-stretti bioenergetici, legati al concetto di filiera cor-ta - cioè una filiera in cui produzione ed approvvi-gionamento di biomassa, e produzione ed uso fina-le di energia avvengono a livello locale - rappresen-ta un contributo positivo verso il raggiungimento dell’indipendenza energe-tica e lo sviluppo economi-co locale. Lo sfruttamento energetico delle biomasse endogene, di origine agri-cola, è obiettivo della po-litica energetica europea,

Michele Castaldo Membro del Consiglio direttivo nazionale di “Assocanapa” e referente per le Regioni Campania e Calabria per la medesima associazione

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È stata bandita per legge anni addietro, oggi è lecito produrla?Oggi la canapa può essere coltivata a condizione che si rispetti la normativa europea che impone il limitato conte-nuto di thc, al massimo del-lo 0.2 %. Nel nostro paese i semi selezionati sono certifi-cati dal Ministero per le Poli-tiche Agricole.Ha poteri la canapa di riqua-lificazione dei suoli inquina-ti?Ha capacità di fitodepurazio-ne e fitoestrazione dei metalli pesanti dai suoli contamina-ti, anche non essendo una pianta iperaccumulatrice svolge bene questa funzione degradando gli inquinanti.La canapa è utilizzata anche nell’edilizia ed è un ottimo isolante termico; è realistico pensare alla creazione di una filiera produttiva locale in tal senso?Viene utilizzato un sottopro-dotto della lavorazione della fibra di canapa, il canapulo, combinato con la calce da luogo ad un materiale bio-composto, il cemento di ca-napa e calce, che ha proprie-tà di isolamento termico. Tra l’altro è in grado di ridur-re le emissioni di diossido di carbonio perché permette di sequestrare CO2 nella strut-tura degli edifici. Inoltre è un materiale che non crea problemi di smalti-mento essendo la calce rici-clabile ed il canapulo biode-gradabile. Dal punto di vista economico è vantaggioso perché essen-do un materiale prodotto lo-calmente, darebbe tra le al-tre cose un notevole impulso all’agricoltura locale.Quali sono i prossimi passi di questa sperimentazione?È in atto uno studio di fatti-bilità su alcuni territori cam-pani.Tale attività sarebbe redditi-zia per i coltivatori?Il caso Acerra è il primo caso in Campania di filiera com-pleta della canapa, quindi questo significa che l’impren-ditore e l’agricoltore hanno trovato un conveniente equi-librio economico anche se in fase sperimentale.

Settembre/ottobre 2010 - La Vite & iL PioPPo - 11

Ho ancora il ricordo di quando leggevo, qual-che tempo fa, un articolo sull’energia eolica su di un giornale campano in cui si mette-vano in luce aspetti terribilmente negativi dell’energia dal vento. L’espressione testuale era che l’eolico distrugge l’ambiente. Mi sem-bra quindi corretto spendere qualche parola sul significato stesso di tali tecnologie cosi affascinanti che ci permettono di sfruttare ciò che la natura ci ha dato in modo del tutto so-stenibile.L’eolico rappresenta la prima tra tutte le ener-gie rinnovabili, dove per rinnovabili si intende risorse il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Il vento, ovvero il motore di tale energia, è la prima e più antica sorgente di energia meccanica d’origine naturale sperimentata dall’uomo.

Per L‘eoLiCo Ci Metto LA FACCiA

lettere e letture

Per questo numero abbiamo selezionato per i nostri lettori l’esperienza di Rosa de Rosa (foto), giovane ingegnere campano che ha deciso di dedicare la sua vita all’energia eolica

è stata utilizzata sin dai tempi degli egizi per la na-vigazione a vela, poi dalla Cina per l’azionamento dei primi mulini a vento per la macinazione dei cereali, e più tardi dall’Olanda nella prima fase di industrializzazione per azionare le pompe ad acqua, fino alla forma più attuale di conversione dell’energia cinetica del vento in energia elettrica.Tre elementi giocano a favore dell‘eolica: è asso-lutamente pulita dal punto di vista ecologico, è rinnovabile e la materia prima è a costo zero.L’Italia è al terzo posto in Europa per energia pro-dotta dal vento. In particolare, la potenza eolica in Europa è così suddivisa: Germania 25.777MW; Spagna 9.149 MW; Italia 4.845 MW; Francia 4.492MW; Regno Unito 4.051 MW. La Regione Campania contribuisce a tal numero con i suoi 809 MW”.Parliamo di un problema che ci interessa an-cor più da vicino ovvero quello occupazionale. L’EWEA (The European Wind Energy Association) stima che globalmente oggi in Europa questo settore offra quasi 200.000 posti di lavoro, che potrebbero più che raddoppiare entro il 2020. Gli aspetti negativi possono essere collegati unicamente alla questione estetica, poiché gli impianti vanno installati dove la risorsa primaria è considerevole ovvero sulle dorsali in cima alle montagne: di conseguenza l‘impatto visivo è forte. è quindi fondamentale valutare al meglio le posizioni dei parchi eolici per minimizzare tali effetti. Il singolo cittadino, se ben informato circa i benefici indotti dalle fonti energetiche rinnova-bili, può dare un reale contributo alla sostenibilità, sostituendo ai tradizionali sistemi di generazione per le sue esigenze civili o di piccola imprendi-toria micro-impianti da rinnovabili. Il microeolico può essere un’ottima risposta, i costi di impianto sono confrontabili rispetto al fotovoltaico ha un elevato potenziale ed è assolutamente versatile.

pensare

Mentre chiudiamo questo numero in redazione, è ancora in atto il disastro am-bientale forse peggiore dell’ultimo secolo, se si esclude l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl. Dal 20 aprile la piattaforma petrolifera Deepwater Ho-rizon continua ad avvelenare il Golfo del Messico con milioni di litri di petrolio al giorno. Chernobyl, dal canto suo, ha già provocato quasi un milione di vittime.Per il disastro lungo le coste della Louisiana, BP pagherà una cifra irrisoria ri-spetto al danno provocato, il resto sarà a carico dei contribuenti. Analogamen-te, nessuna società di assicurazione è disposta a coprire i rischi di una cen-trale nucleare, per cui anche questi devono essere “coperti” dai governi. In pratica, si socializzano costi ambientali e perdite economiche, mentre i profitti restano privati. L’industria del petrolio, come quella dell’atomo, non potrebbe esistere senza scaricare i rischi sul pubblico. I rischi ambientali legati alle rinno-vabili sono pressochè nulli. Le rinnovabili sono belle anche per questo. (A.P.)

globalmentepensare globalmente

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iL SoLe CHe ConViene PrenDere

L’estate è ormai alle porte ed è tempo di bilanci, anche economi-ci. E così, per rendere meno dura

la prova a cui sottoponiamo il portafo-glio di fine agosto, vi sono tantissimi accorgimenti per un uso più consa-pevole del nostro denaro che, guarda caso, il più delle volte sposa un utilizzo più responsabile e cosciente delle no-stre risorse senza che questo influisca sul comfort di tutti i giorni. Stavolta è il turno di come sfruttare appieno la radiazione solare - quale fonte ener-getica universalmente riconosciuta come quella di minor impatto sull’eco-sistema nonché più a portata di mano – nel suo modo più semplice, cioè tra-mite l’utilizzo di pannelli solari termici con la semplice finalità di riscaldare l'acqua sanitaria per l'uso quotidiano senza utilizzare gas o, peggio ancora, elettricità. E a sentire C.M., ingegnere napoletano che da poco si è provvisto di pannelli solari, si può arrivare a ri-sparmiare quasi mille euro l’anno. Perché installare dei pannelli solari termici?Ho scelto di installare pannelli solari termici per la produzione di acqua cal-da sanitaria per risparmiare energia e, quindi, denaro. Per la mia famiglia formata da cinque persone ho installato un impianto a circolazione naturale, ovvero un siste-ma a circuito chiuso senza pompe che necessita di minima manutenzione. Nello specifico, un EVO170 Litri della Kloben, azienda italiana che ha un sito

produttivo in Campania, nel Cilen-to.Le procedure ed i tempi di instal-lazione? L’azienda installatrice, l’ATenergy Srl di Sant’Antonio Abate, si è occu-pata di tutto, impiegando circa tre giorni per la messa in opera. L’im-pianto é stato installato sul lastrico solare, occupa poco più di 3mq di spazio.Ha usufruito di contributi statali?Si, usufruisco della detrazione fi-scale del 55% in 5 anni prevista dalla Finanziaria 2010, in quanto effettuo un intervento di recupero energetico. È stata la ditta instal-latrice ad occuparsi della pratica di detrazione.Si risparmia installando un impian-to del genere?I tempi di ritorno sono molto van-taggiosi e grazie alle agevolazioni fiscali possono essere notevolmen-te ridotti. L’investimento è minore dei costi energetici che andrò a ri-sparmiare nei 20/30 anni di vita dell’impianto e inoltre mi metterà al riparo dai probabili aumenti del prezzo delle fonti energetiche con-venzionali. Per intendersi, prima utilizzavo la classica caldaia a gas con un con-sumo di metano di circa 1000 euro

l’anno; ora grazie al solare termico prevedo di arrivare a circa 200 euro annui.Il funzionamento nelle giornate di maltempo e d’inverno?Ho installato pannelli a tubi sot-tovuoto, un tipo di impianto dove, grazie appunto al vuoto creato nelle tubazioni, vengono minimizzate le dispersioni. Questa tecnologia per-mette di ottenere acqua calda anche in inverno consentendo di raggiun-gere la percentuale di risparmio an-nuale di cui parlavamo prima.In che modo incide l’utilizzo di un pannello solare termico sull’am-biente?E’ stimato che se una famiglia di 4-5 persone sostituisce lo scalda-bagno elettrico con un impianto so-lare termico non vengono immessi in atmosfera circa 1500 chilogram-mi di CO2 e più di mezza tonnellata di petrolio. Penso che il risparmio anche per l’ambiente sia davvero notevole.“Anche” per l’ ambiente.

Tra tutte le tecnologie rinnovabili, il solare termico è oggi quella forse più conveniente, per il portafoglio e anche per l’ambiente. Ne abbiamo parlato con un nostro lettore che ha verificato personalmente il risparmio.

di Pasquale Cirillo

doppio clickwww.fonti-rinnovabili.itwww.assolterm.orgwww.kloben.itwww.atenergy.it

Un pannello solare termico a tubi sotto vuoto

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Settembre/ottobre 2010 - La Vite & iL PioPPo - 1312 - La Vite & iL PioPPo - Settembre/ottobre 2010

A pochi metri dalle disca-riche Bortolotto e Sogeri, dove per anni sono stati

depositati rifiuti di ogni genere. Vicino a quel litorale domitio, messo in ginocchio da politiche scellerate e dallo scempio am-bientale perpetrato negli anni. Non lontano dai Regi Lagni, il cui stato di qualità delle acque è recentemente salito alla ribal-ta della cronaca con l’operazio-ne Acque chiare. E’ in questo complesso contesto territoriale che si inserisce il progetto vir-tuoso della prima cooperativa Libera Terra in Campania. Cuo-re dell’attività produttiva sarà la fattoria bioenergetica “Terre di Don Diana”, bene di Castel Vol-turno confiscato al camorrista napoletano Zaza. Qui, in terra di ecomafie, la risposta delle asso-ciazioni Libera e Comitato Don Diana, promotrici della nasci-ta della cooperativa, è stata la scelta del “sostenibile”, a partire dall’ agricoltura biologica e dalle energie rinnovabili.

energie nUoVein terrA Di eCoMAFie

di Alessandra Tommasino

Gli impianti fotovoltaici per una potenza di circa 30 KWp sono già stati installati sui tetti. Nel futuro c’è la realizzazione di un impianto di biogas per la produzione di energia termica ed elettrica dalle deiezioni di al-levamenti bufalini. E non solo. Anche un sistema di fitodepu-razione per le acque di raccolta del caseificio, dove sarà prodotta la mozzarella che, oltre al buon sapore, avrà il valore aggiunto della legalità.

La rete Casertana degli ecosportelli nasce nell’ambito del progetto LEGAME finaliz-zato alla formazione dell’Osservatorio Am-biente e Legalità per la Provincia di Caserta.Il progetto vuole attribuire alla società civile un ruolo centrale nell’azione di salvaguardia del territorio, di educazione alla legalità e lotta alla criminalità, di promozione dei valori che regola-no lo sviluppo sostenibile e la condivisione del bene comune oltre a promuovere la conoscen-za del territorio mettendo a fuoco le criticità so-ciali ed ambientali per reagire adeguatamente.Gli ecosportelli di Caserta, Succivo e Piedimonte Matese, si propongono di “aprire le porte” verso i cittadini e gli Enti Locali, accogliendo le loro ri-chieste e dando loro informazioni e consulenza sulla formulazione di denunce allo scopo anche di diffondere presso la comunità locale una mag-giore conoscenza delle problematiche ambien-tali con particolare riferimento alle ecomafie.Gli ecosportelli si occupano di rifiuti, inquina-mento, mobilità, abusivismo edilizio e cave illegali ma é anche possibile segnalare propo-ste di miglioramento ambientale e richiedere informazioni su tutte le tematiche ambientali.

sportelli

Alessandra TommasinoIngegnere ambien-tale, giornalista de Il Mattino, tra i responsabili del presidio Don Diana - Libera Caserta

doppio clickwww.geofilos.orgwww.noecomafia.itsu FacebookSportello Ambiente e Legalità di Legambiente

Lo sportello di Succivo è aperto al pubbli-co il mercoledì e il venerdì mattina presso il Casale di teverolaccio (0815011641). Lo sportello di Caserta il martedì e il giovedì pomeriggio presso la sede del Movimento Difesa del Cittadino in Via tescione, n.80 (0823363913) e quello di Piedimonte Ma-tese il lunedì pomeriggio, settimane al-terne, presso il CeDA alla biblioteca in Via Caruso (3356985098).

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La trigenerazione non è un aspetto della fecondazione assistita. Non c’entra niente. Si parla di trigene-

razione quando un combustibile come il gas viene utilizzato per produrre non solo energia elettrica, ma anche riscal-damento e refrigerazione con un ren-dimento pressoché totale dell’energia immagazzinata nel combustibile. Questo, purtroppo, oggi non si fa e as-sistiamo al deprimente spettacolo di centrali solo elettriche che gettano via enormi quantità di calore sprecandolo e aumentando l’inquinamento termico. Simmetricamente una miriade di cal-daie e caldaiette bruciano gas metano ricavandone soltanto calore per riscal-damento, quando potrebbero contem-poraneamente produrre elettricità.Inutile dire che tutte le centrali pro-grammate o già istallate nel Casertano (Teverola, Sparanise, Presenzano) non rispondono a questo requisito.L’obiezione che spesso si fa alla pro-gettazione del teleriscaldamento che dovrebbe utilizzare il calore di scarto, è che dalle nostre parti il riscaldamento serve solo per pochi mesi e quindi il tutto non conviene economicamente. Infatti nei mesi estivi tanto calore sa-rebbe comunque superfluo e verrebbe necessariamente gettato via.

energiAPAgHi Uno, PrenDi tre

di Leopoldo Coleti

A meno che… a meno che non fosse possibile tra-sformare il calore in freddo. Infatti la refrigerazione degli ambienti, da qualche anno, sta pesantemente gravando sui consumi elettrici a causa dei condiziona-tori. Ma l’energia è una specie di Mandrake: si trasforma da una forma all’altra. Il calore non è forse una forma di energia? E come possiamo trasformarlo per ottenere del freddo? La risposta, già nota, operativa e addirittura commercializzata, ce la danno le macchine frigorifere ad assorbimento. Esse rendono possibile la comple-ta utilizzazione dell’energia di scarto delle centrali in quanto, nel periodo estivo, il calore non più richiesto per il riscaldamento come durante l’inverno, verrebbe trasformato in fluido refrigerante per la climatizzazione! Energia elettrica, calore, freddo: paghi uno e prendi tre. Quindi la cogenerazione è la produzione di energia elet-trica con utilizzazione del solo calore di scarto; trigene-razione è la produzione di energia elettrica con utilizza-zione del calore con in più la possibilità di produzione di freddo.L’energia si presta a molteplici trasformazioni. Addi-rittura si può trasformare il caldo in freddo. e que-sto ci incentiva a recuperare tutto quel calore che un’inefficiente uso dell’energia ci fa sprecare.Recuperare efficienza: infatti, come abbiamo tante vol-te raccontato, le attuali centrali gettano via il calore a bassa temperatura che non è più possibile trasforma-re in energia elettrica. Il problema è che esse, a causa della taglia di centinaia di Megawatt, emettono troppo calore. E se la quantità di calore è troppo elevata, non essendoci altrettanta richiesta di utilizzazione sul posto, bisognerebbe portarlo lontano ove serve, con costi e perdite inaccettabili. Ecco perché la proposta ambien-talista è di realizzare tante piccole centrali elettriche a gas le quali possono essere collocate sui luoghi stessi ove serve l’energia: è lo scenario dell’energia diffusa, che ne permette un uso efficiente, non produce impat-to ambientale, sostituisce le caldaie da riscaldamento in maniera vantaggiosa, perché si produce anche energia elettrica, è garanzia contro i black out e, cosa importan-tissima, prepara la struttura logistica per una transazio-ne all’uso dell’energia solare.

trasformare il caldo in freddo

MACCHine AD ASSorbiMento

Leopoldo Coleti, ingegnere chimico, è stato presidente del Circolo Legambiente Caserta per oltre venti anni. Autore del libro “La leggenda del Minotauto” sulla mobilità sostenibile. Dal 1997 gestisce una rubrica sul settimanale “Il Caffè” di Caserta.

?

Scoperto nel 1755, ottiene i primi successi commerciali verso la fine dell’800 nella produzione di ghiaccio per la conservazione degli alimenti. Ulteriori sviluppi e brevetti, ai quali hanno contri-buito anche scienziati come Albert Einstein e Leo Szilard, hanno portato ad applicare la tecnologia dell’assorbimento acqua-am-moniaca a frigoriferi domestici sin dagli anni ’30. Gli sviluppi successivi della tecnologia hanno definitivamente consacrato l’assorbimento acqua-ammoniaca applicato al con-dizionamento civile ed industriale e ad oggi si contano centina-ia di migliaia di questi refrigeratori installati nel mondo. In un normale frigorifero c’è un motorino elettrico che comprime un gas che così si riscalda. Senza entrare in dettagli, diciamo che questo gas compresso viene fatto prima raffreddare all’aria esterna e poi fatto espan-dere in una serpentina posta all’interno del frigo ove così si ge-nera il freddo.

è l’espansione a produrre il freddo, come possiamo speri-mentare anche con una bomboletta di deodorante quan-do lo spruzziamo: ci gela la mano perché il gas compresso all’interno della bomboletta si espande e quindi si raffredda. Quindi tutto parte dalla compressione iniziale del gas e l’idea delle macchine ad assorbimento è che si può ottenere una compressione non solo con un motore elettrico, ma anche facendo riscaldare (ecco il calore!) la soluzione di un gas in acqua. Provate a mettere al sole una bottiglia di acqua gas-sata, vedrete che si gonfia perché a temperatura maggiore, il gas viene espulso con forza fuori dal liquido. Come capita anche alla coca cola, alla birra, allo spumante. Il gioco è fatto! Occorre una soluzione di gas in acqua (ottima l’ammoniaca per la grande solubilità e le sue proprietà fisico chimiche), occorre ancora calore per espellerla dal liquido compressa e infine, mandarla ad espandersi in un’altra serpentina posta nell’ambiente da raffreddare. Proprio come nel frigo. Esau-rito il suo compito, l’ammoniaca ritorna, fresca, nel liquido ove si scioglie facilmente, pronta a ricevere altro calore per essere espulsa e così via, riprende il ciclo.

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dal centro città, individuando assi viari dove è importante la doman-da di mobilità “debole” e sicurezza; 2 - ripensare i sensi di marcia; 3 - ragionare su una rete ciclabile; 4 - programmare interventi a sfavore del traffico automobilistico; 5 - par-tire con un piano di consultazione e comunicazione. Il gioco è presto fatto: via Marconi e via Volta, strade quasi parallele che confluiscono in piazza, diventano a senso unico, li-berando spazio per un comodo per-corso ciclopedonale che abbracci una parte del territorio, unendo in un sol colpo il palazzo comunale, la Chiesa, la scuola materna, il parco verde D. Cirillo fino a protendersi verso il parco archeologico di Atella. Il tutto, senza trascurare la neces-sità di aree di sosta a servizio de-gli esercizi commerciali della zona. Ne è risultato un progetto in sinto-nia con il recente rifacimento della piazza e gli interventi di deviazione del traffico extra urbano dal centro città. Ma soprattutto con costi con-tenuti, visto che è previsto un cofi-nanziamento regionale. L’obiettivo è consentire ai cittadini Santarpinesi di riappropriarsi -in sicurezza- delle strade e della piazza della città or-mai da troppo tempo conquistate dalle ingombranti ed inquinanti au-tomobili. Ma gli interventi per una rete ciclabile atellana non possono terminare qui. È necessario che si pensi alla mobilità come a un siste-ma territoriale di interventi infra-strutturali e culturali, per sperare che la gente sia disposta a metter-si in sella, primo tra tutti, la defi-nizione di un Piano della mobilità sostenibile. Un Piano partecipato che si integri con gli strumenti di programmazione sui temi cruciali della città: la pianificazione urba-na, i servizi sociali e le fasce debo-li, l’ambiente, la valorizzazione del centro storico, i giovani, la cultu-ra, la sicurezza, la partecipazione. Insomma, si tratta di una fase “1” a cui dovranno seguire tante altre numerose fasi, verso una città che sia veramente “car free”. Stiamo già lavorando alle prossime proposte.Il progetto, intitolato “Pedalatella” sarà presentato il 19 settembre in occasione della settimana europea della mobilità sostenibile.

Incentivare le modalità di spo-stamento a basso impatto può ridurre una fetta consistente dei

nostri consumi energetici (circa un terzo del petrolio che consumiamo va a finire nei motori delle auto), di-minuire le spese economiche (con la benzina vicina a un euro e mezzo non è poco) e rendere più sicure le nostre città. E, aggiungo io, realiz-zare interventi di mobilità sosteni-bile è a basso costo. Forse più uno sforzo culturale che un “opera pub-blica” intesa nel senso classico.

Lo dimostra il progetto presentato ad agosto dal Comune di Sant’Ar-pino alla Regione per ottenere il co-finanziamento previsto dal bando sulla mobilità ciclistica.L’idea, proposta da Legambien-te e subito accolta dagli assessori all’urbanistica Elpidio Iorio e alla viabilità Nicola Chianese e dal sin-daco Eugenio Di Santo, nasce dalla risposta alla domanda “è possibile fare in modo che i cittadini arrivi-no in piazza in sicurezza e senz’au-to?”. Bene, il ragionamento fatto dall’equipe di progettisti si può sin-tetizzare in pochi punti: 1 - partire

LArgo ALLe biCi: AteLLA VerSo LA MobiLità SoStenibiLe

Infatti per passare dalla microgene-razione alle energie alternative, il passo è breve, brevissimo: basterà sostituire le micro centrali a gas con tante superfici (tetti, capannoni, ter-razze, pensiline…) su cui raccogliere energia solare e produrre idrogeno per tutti gli usi. Così come è pos-sibile sfruttare la tecnologia dei pannelli solari termici non solo per avere acqua calda per gli usi normali, ma anche per produrre climatizzazione estiva.Siamo, cioè, nello scenario più favo-revole possibile: quando c’è troppo sole, fa caldo; ma più sole c’è, più acqua calda possiamo ottenere con cui produrre il freddo che ci serve. Stiamo parlando di tecnologie ma-ture, che esistono e sono affidabili: e per mostrare che non stiamo par-lando di cose ideali, ma di realtà economiche attuali, consigliamo di visitare il sito www.robur.itQueste proposte appena descritte sono state avanzate come osserva-zioni da Legambiente in occasione della prossima formulazione di un PEAP (Piano Energetico Ambientale Provinciale), si tratta di vedere come e se verranno accolte. Non dovreb-be sfuggire a nessuno che:• La diminuzione della dipendenza dai combustibili fossili risulta con-siderevole: il settore residenziale rappresenta un terzo dei consumi energetici. Ma anche il settore indu-striale (altro terzo) è in parte interes-sato a tal genere di scenario.• L’energia diffusa si può gestire si-milmente alla rete informatica, con identico vantaggio di sicurezza.• Nella misura in cui diminuisce la dipendenza dai combustibili fossi-li si affievolisce anche la necessità della rapina delle fonti energetiche mondiali (come in Iraq, Nigeria….) perseguendo obiettivi di pace e svi-luppo sostenibile.A questo punto la parola passa alla Politica, con la “P” maiuscola. Quello che purtroppo scontiamo, è la pau-rosa impreparazione diffusa, questa si, a tutti i livelli. I nostri governanti, certamente per favorire appalti a loro tanto cari, non hanno di meglio che proporci le centrali nucleari. Molto più eco-nomico sarebbe utilizzare meglio l’energia, ma questo pochi lo hanno imparato a scuola o assimilato. Il che ci impedisce di esercitare la necessaria spinta a far scegliere la strada della sostenibilità ambienta-le in tempo utile. Salvo, poi, a dover scendere in piaz-za quando è troppo tardi.

di Antonio Pascale

è tra gli interventi di risparmio energetico più importanti, ma raramente la troviamo nell’agenda dei nostri amministratori.

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la foto

Anche quest’anno non si rileva alcun cambiamento significativo nella per-centuale di costa campana non bal-

neabile a causa dell’inquinamento. Sebbe-ne a livello regionale non vi siano in effetti sostanziali cambiamenti rispetto agli anni passati, tra le province c’è qualche novità. Per la costa casertana, infatti, diminuisce, sebbene minimamente, la notevole percen-tuale non balneabile, passando dal 65,8% al 61,0% in ragione del miglioramento rile-vato lungo la costa del comune di Cellole. Una magra consolazione, comunque.La qualità delle acque balneabili è un indi-catore che rende ragione del funzionamento dei sistemi depurativi del territorio. Ma come mai i sistemi depurativi non fun-zionano come dovrebbero ?Per comprendere la questione è necessario entrare un po’ nel merito. E’ bene innan-zitutto sapere che le acque marine di bal-neazione vengono inquinate essenzialmente dagli scarichi rilasciati dalle utenze civili (abitazioni, strutture commerciali, ecc.) e produttive (fabbriche, aziende agricole, ecc.)

conseguimento di un livello qua-li-quantitativo consono per un paese sviluppato. Oggi, a peggiorare la situazione, rendendola insostenibilmente incerta, ci si è messo anche il Governo nazionale introducendo nuovi criteri riguardo alle moda-lità di affidamento dei Servizi Idrici volti a promuoverne (mal-destramente) la liberalizzazione (la Legge n. 166/09, il cosiddet-to decreto Ronchi), e disponendo la soppressione degli Enti d’Am-bito Territoriale Ottimale entro il marzo 2011 (Legge n. 42/10). Come dire: ripartiamo da zero! Tornando alla balneabilità: ma dov’è che non si può fare il ba-gno? La normativa prevede che i comuni appongano la segnaleti-ca di divieto ma spesso ciò non avviene: anche quest’anno tanti bagnanti erano ignari di nuotare in acque non balneabili appunto per la mancanza della segnaleti-ca di divieto.

A fronte di un valore medio nazionale intorno al 4% la Campania rimane con il primato negativo per l’estensione della costa non balneabile pari ad oltre il 17%. Tra le province quella di Caserta detiene il triste record del 61%

di Giancarlo Chiavazzo

Giancarlo Chiavazzo, dottore naturalista. Componente del Direttivo e della Segreteria regionale di Legambiente. è Responsabile Scientifico e del Settore Acqua di Legambiente Campania

quando non sono adeguatamen-te trattati a mezzo di sistemi de-purativi. Gli scarichi non depu-rati possono giungere a mare sia da località costiere che interne, trasportati dai corsi d’acqua. Il mancato funzionamento dei sistemi depurativi è determina-to essenzialmente dal verificarsi di diversi fattori ma, qualunque sia la motivazione specifica, va ricondotto al fatto che gli Enti Territoriali, cioè i Comuni e le Province in primis, ma anche la Regione, a partire dalla entrata in vigore della legge che istitu-iva i Servizi Idrici Integrati (L. Galli), di fatto opponendovisi, hanno teso ad operare ognuno per proprio conto, piuttosto che cooperare e mandare a regime il Servizio Idrico Integrato. In pra-tica non si è riuscito a ridurre quell’estrema frammentazione dei servizi idrici che venti anni fa veniva riconosciuta come principale fattore limitante il

la goletta verde

Al sud la maglia nera

MAre PoCo MoSSoA trAtti StAgnAnte

Con oltre 2.000 miglia di costa in 25 tappe per due mesi si è conclusa la 15a navigazione di Goletta Verde. Severo il bilancio finale: gravemente inquinato l’87% dei campioni rilevati dai biologi del Cigno Verde con valori di batteri di origine fecale superiori al doppio dei limiti di legge, in netto peggioramento rispetto all’81% dello scorso anno. Numerose le denunciare di casi di accesso negato alla spiaggia, gli abusi sul demanio marittimo, i nuo-vi e inutili porti turistici e le minacce energetiche che assediano le coste italiane: il petrolio - con le trivellazioni off-shore, le raffinerie lungo costa e il traffico di petroliere via mare, il rischio di nuove centrali nucleari o a carbone. Sono 169 i punti critici uno ogni 44 km di costa. è emergenza foci: 132 quelle risultate off limits.

In vetta alla classifica del mare inqui-nato Campania con 24 punti critici, Ca-labria con 22 punti critici e Sicilia con 20 punti critici. Depuratori mal funzio-nanti o inesistenti: senza investimenti in arrivo multe salate che l’Europa non condonerà. Il 15% degli italiani è pri-vo di allacciamento alla rete fognaria, mentre addirittura il 30%, 18 milioni di cittadini, scarica i propri reflui non depurati direttamente nei fiumi, nei laghi o in mare. di Goletta Verde - la storica campagna di Legambiente de-dicata al monitoraggio e all’informa-zione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.

Impianti di depurazione delle acque reflue campani gestiti da Hydrogest posti sotto sequestro dalla procura di S. Maria Capuavetere lo scorso 16 aprile.

dal web

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la goletta verde

La festa si svolgerà presso il Casale di Teverolaccio a Succivo e sarà tesa a sottolineare come il territorio di Terra di Lavoro, sia in grado di produrre eccellen-ze culturali, enogastronomiche e ambientali. Durante la tre giorni del festival non solo sarà possi-bile partecipare ai convegni ma anche intrattenersi all’interno del Casale di Teverolaccio con numerosis-sime altre attività, quali concerti, momenti artistici come esposizioni di fotografie e affreschi e ovviamen-te l’angolo gastronomico, curato dalla cooperativa sociale “Fuori di zucca”. A Festambiente si mangia biologico, si differenziano i rifiuti, non si usa la plastica, si “imbrocca” l’acqua, e bicchieri, posate e piatti sono bio-compostabili o di vetro e ceramica! (F.P.)

FeStAMbienteterrAFeLixDal 17 al 19 settembre si terrà il primo festival dell’ambiente e del buon vivere della Regione Campania organizzato dalla rete casertana dei Circoli di Legambiente

agirelocalmeteagire localmente

PAroLe, SUoni e ViSioni - Durante la manifestazione saranno svolti numerosi seminari incentrati su diversi argomenti, ai quali parteciperanno personaggi illustri sia della cultura campana che nazionale. I temi trattati du-rante FestAmbiente Terra Felix spazieranno dal rilancio delle energie rinnovabili viste come l’unica alternativa valida per ridurre le emissioni inquinanti di CO2, alla necessità di pre-servare il nostro territorio dal consumo di suolo indiscrimina-to, sponsorizzando, invece, la valorizzazione delle tradizioni, del paesaggio, dell’enogastronomia, della cultura locale… in due parole, del “buon vivere”.

PerCorSi DeL gUSto - I percorsi del gusto, creati all’interno di FestAmbiente in collaborazione con Slow Food, rappresentano momenti di promozione delle eccellenze gastronomiche e vinicole locali. L’attività ha come obiettivo quello di sensibilizzare il consumatore, permettendogli di interfacciarsi direttamente con le aziende che presentano, all’interno del percorso del gusto, le loro primizie. Le aziende delle Comunità del cibo di Terra Madre Ca-sertane metteranno a disposizione il loro bouquet di prodotti tipici accompagnando i partecipanti in un per-corso degustativo che permetterà di riscoprire il valore dei sapori genuini e tradizionali delle nostre terre.

biMbiFeLix - Per la gioia dei più piccoli (e dei geni-tori), un programma speciale per i bambini dai 4 ai 10 anni. Attività, laboratori, spettacoli ed intrattenimento per bambini felici ed “ecologici”.

L’ortACCio, L’orto Di teVeroLACCio - Durante la manifestazione sarà inaugurato l’orto del Casale di Te-verolaccio con l’indizione del bando per l’assegnazione degli orti sociali.

4 CHiACCHiere Con - Laboratori di comunicazione ambientale e giornalismo gli ospiti avranno modo di scambiare idee ed opinioni con personaggi di punta della carta stampata, della cultura e dell’arte.

MoStrA PerMAnente CoLLettiVo LAtroneSIl Collettivo Latrones remixa cronaca, arti grafiche e fo-toreportages per diffondere informazione “resistente” in Terra di Lavoro e mantenere vivo il social warning su tematiche di deflagrante attualità. L’obiettivo è diffon-dere conoscenza per risvegliare le coscienze.

PreMio FortAPASC - Un premio con cui Legambien-te intende esaltare cittadini attivi che con il loro lavoro e nella loro professione si impegnano costantemente nella salvaguardia del territorio e nella lotta all’illegalità.

eMiSSioniZero - Le emissioni di CO2 del Festival sono azzerate grazie agli interventi di forestazione e le azioni di AzzeroCO2.

La Scuola Media “V. Rocco” di Sant’Arpino e il Circolo Didattico di Casapesenna hanno coinvolto gli esperti di educazione ambientale di Legambiente per atti-vare percorsi di approfondimento sulle energie rin-novabili, i cambiamenti climatici e l’uso consapevo-le delle risorse della terra, in particolare dell’acqua, ritenendo queste tematiche di interesse notevole per educare alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile. Energie Nuove, Produciamo con energia, Il clima cambia … cambia il clima, sono i titoli dei progetti Scuole Aperte e PON realizzati in queste due scuole con gli esperti di Legambiente che sono stati interpellati anche in fase di progettazione proponen-do percorsi innovativi e personalizzati alle esigenze educative degli alunni.

Quando la scuola si apre al territorio offrendo al possibilità ai propri alunni di conoscere attraverso l’esperienza e la competenza di esperti il risultato non può che essere ottimo.

INFO: per le scuole e i docenti che vogliano organizzare percorsi didattici e laboratori sui temi e le problematiche ambientali, gli esperti del Centro di Educazione Ambientale “La Vite e il Pioppo” offrono molte opportunità formative che si possono effettuare anche presso il Casale di Teverolaccio a Succivo.

energiA toCCAtA Con MAno

di Elsa Cristiano

unmondotuttattaccato

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Il progetto realizzato nell’a.s. 2009/10, con il contributo della Provincia di Caserta, ha promosso il rapporto tra le scuole delle due reti territoriali casertane, lo scambio di visite ai tesori stu-diati e l’attivazione di gemellaggi scolastici tra scuole di città e scuole di piccoli comuni. Al progetto hanno aderito 9 classi di 4 scuole di Caserta , 1 classe di un istituto di Capua, 16 classi di 7 scuole del Matese, per un to-tale di circa 400 alunni, 17 classi, 12 scuole con decine di docenti, risultando un’importante occasione per permettere agli studen-ti casertani di conoscere aspetti diversi della propria provincia grazie alla mediazione privilegiata dei coetanei ed ai docenti di ricevere nuovi stimoli professionali. Oltre al lavoro di coordinamento dei Circoli Legambiente di Ca-serta e del Matese, vi è stato anche il supporto di Legambiente Scuola e Formazione nazionale e documentario del CEDA Rete INFEA di Piedimonte M.

Per le immagini ed i resoconti degli incontri di gemellaggio: www.scuoladottauncomune.it o visita la sezione dei Comuni coinvolti nel progetto.

QUAnDo LA SCUoLAADottA iL CoMUne

All’esperienza dei gemellaggi tra le scuole del Matese e quelle di Caserta, stavamo pensando da tempo, come naturale prosecuzione di quell’appassionato lavoro di ricerca sulle risorse culturali, agro-alimentari, storico-artistiche del territorio che le scuole delle due reti coordinate da Legambiente avevano svolto nell’ambito del Progetto Tesori d’Italia.

di Ferdinando Pirro e Teresa Fenzi

il progetto

Nell’ambito della campagna nazionale Piccola Grande Italia a sostegno della conoscenza e valorizzazione dei picco-

li comuni, Legambiente promuove il progetto La scuola adotta un comune sostenendo il ruolo delle scuole che operano in queste re-altà, che spesso sono a rischio di chiusura, e l’attivazione di gemellaggi con scuole di città.I circoli Legambiente di Caserta e del Matese già da alcuni anni hanno promosso la costi-tuzione di due Reti di scuole Capaci di Fu-turo impegnate in un lavoro di conoscenza e valorizzazione delle risorse locali, che è stato raccolto in tre edizioni dell’Atlante dei tesori della Provincia di Caserta. Il progetto, dopo un corso di formazione per i tutor e i docenti coinvolti nei gemellaggi, ha previsto ad Aprile la visita delle scuole del Matese a Caserta per incontrare le scuole cittadine e poi queste ri-cambiare la visita nel Parco del Matese nella prima settimana di maggio, in contempora-nea alla giornata nazionale Piccoli Comuni, Grande Scuola, promossa da Legambiente nell’ambito Festa nazionale dei piccoli comu-ni Voler ben all’Italia.All’esperienza dei gemellaggi tra le scuo-le del Matese e quelle di Caserta, si pensa-va da tempo, come naturale prosecuzione di quell’appassionato lavoro di ricerca sulle risorse culturali, agro-alimentari, storico-ar-tistiche del territorio che le scuole delle due reti coordinate da Legambiente avevano svol-to nell’ambito del Progetto Tesori d’Italia.Un lavoro di cui non si è persa la memoria perché i bambini che hanno partecipato ai gemellaggi hanno quasi dovunque svolto il ruolo di piccoli ciceroni, accompagnando i coetanei alla scoperta dei propri tesori, raf-forzando la propria identità locale senza chiu-dersi all’esterno.La lettura della favola di Esopo ha stimolato i “topini di città”, evocando un ricco imma-ginario rispetto ai possibili scenari da vivere con i “topini di campagna”. E’ un immagi-nario che si struttura su archetipi (Avete le case di legno?) o edulcorazioni che rivelano quanto siano angusti gli orizzonti geografici di chi vive solo in città o in paese. La corri-spondenza scolastica (le archeo-lettere scritte

I Circoli Legambiente di Caserta e del Matese si sono fatti promotori del progetto “La scuola adotta un comune”. Con grande entusiasmo i ragazzi “di città” hanno incontrato gli amici “della campagna”.

a mano, personalizzate con di-segni, la video-scrittura e, dopo l’incontro, SMS, contatti su facebook,telefonate) ha costru-ito con modalità differenziata, un contatto che ha evidenziato affinità, curiosità ed ha fatto na-scere il desiderio di conoscersi di persona.La meraviglia dello scoprire i te-sori più o meno nascosti (dalla Castelluccia del Parco Reale al Planetario,dal Castello di Capua ai camminamenti,dal vedere

l’abilità manuale di chi prepara il formaggio ai balli popolari……) ha fatto capire ai bambini ed ai ragazzi quanta ricchezza abbia-mo intorno, spesso poco consi-derata da amministrazioni un po’….distratte, da scuole troppo auto-referenziali per guardarsi intorno ed uscire nell’aula “ver-de”. Naturalmente questi punti di forza dei gemellaggi hanno convissuto con le ombre. Ma, per la gioia dei ragazzi, è andata bene così.

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ADottA iL CoMUneMILLE BOLLE ...VERDII DETERSIVI ORA SONO “ALLA SPINA”

Una piccola città abusiva all’in-terno di quella segnata sulle carte geografiche, dove negli

ultimi due anni, sono stati sequestra-ti migliaia di appartamenti, molti dei quali regolarmente abitati ma com-pletamente abusivi. Una vera e pro-pria città satellite realizzata senza che qualcuno si sia mai accorto di quel che avveniva: una maxi-lottizzazione abu-siva: così Legambiente presenta Orta di Atella nel rapporto ecomafia 2010. Parole che nella mia mente girano come un uragano che spazza via tut-ti i bei ricordi legati alla mia infanzia, fatta di passeggiate in bicicletta lun-go la strada di campagna che collega Orta di Atella alla sua piccola frazione, Casapuzzano. Quella lingua di terra, oramai è solo un ricordo coperto da ce-mento e desolazione. Ma io non sono andato a “New Ort” (così è sopranno-minato il quartiere di Orta sorto dal nulla) per visionare e valutare lo scem-pio edilizio perpetrato sulla pelle di un territorio già lungamente martoriato, ma per testimoniare un esempio positi-vo di imprenditoria che strizza l’occhio all’ambiente. Potrebbe sembrare una battuta, ma non lo è.

Il negozio si chiama SuperSoap e nasce dall’idea della giovane imprenditrice Ermelinda Riccio. La novità proposta è davvero in-teressante: vendere prodotti per la casa alla “spina” come deter-sivi, saponi e alimenti puntando sia sul risparmio economico che su quello ambientale. Il rispar-mio economico è assicurato in primo luogo dalla filiera corta (i prodotti giungono al negozio direttamente dal sito di pro-duzione senza passare per gli intermediari) e ad alleggerire ulteriormente il prezzo è la man-canza di imballaggi. I prodotti infatti sono conservati in silos e versati al momento dell’acquisto in semplici bottiglie di plasti-

ca, il che permette al prezzo di contrarsi in modo significativo. Come afferma la stessa titolare: «Un prodotto per la casa da 75 cl costa al consumatore media-mente un paio di euro, mentre con il nostro metodo alla spina è possibile risparmiare anche 1€ per ogni litro di detersivo». Non solo cemento quindi a Orta di Atella, ma anche un negozio che strizza l’occhio alla natura, che punta a sensibilizzare i cit-tadini di tutta la zona Atellana, e non solo, a responsabilizzarsi nell’acquisto sia di prodotti ali-mentari che per la casa in modo responsabile ed economico, ma soprattutto in modo sostenibile. (E.T.)

Nelle “sfuserie” scegli tu la quantità di prodotto di cui hai bisogno.

Cominciano a diffondersi anche a sud i negozi di prodotti senza imballaggio. Uno nel cuore di Orta di Atella.

Super Soapdetersivi alla spina

qualità e convenienza... ecologiatanti prodotti per la tua casa

e per le tue feste

Supersoap è il negozio di detersivi e di prodotti alimentari alla spina a Orta di Atella in Via P. Lanzano, 8. Tel. 3394667903

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Con i rappresentanti Casertani dell’UNE-SCO capitanati dalla Presidente, l’effer-vescente Professoressa Iolanda Capri-

glione ci siamo dati appuntamento al Museo Archeologico di Succivo da dove è partita la visita guidata. Numerosi gli ospiti intervenuti che hanno proseguito il tour al Casale di Te-verolaccio per visitare questo suggestivo luogo ancora in attesa di una destinazione d’uso che sia veramente degna del suo valore. E’ stato presentato il progetto Terra Felix che vede tra gli obiettivi la costituzione di un Ecomuseo Atellano, la progettazione di orti e di laboratori didattici. Per avere maggiori basi tecniche su cui impo-stare le idee di una crescita del territorio, che sia anche culturale e sociale e non solo ipote-tico- economica, abbiamo fatto quattro chiac-chiere con la Professoressa Capriglione. In un contesto semi urbano, che valore ha un bene storico-culturale posto sotto vincolo dal Ministero dei Beni Culturali come il Casale di Teverolaccio?

FUtUro Con rADiCi FortiPer la VI Edizione dei Seminari di Ambiente Cultura e Arte nella Primavera Atellana il Circolo Geofilos ha organizzato domenica 21 giugno un tour artistico culturale tra i tesori “visibili e invisibili” di Terrafelix.

di Francesco Pascale

Un valore immenso so-prattutto in un contesto semi urbano perché serve a definire l’identità di quel luogo, l’identità storica, paesaggistica, estetica che è l’anima del luogo stes-so. L’identità è un valore prezioso perché coincide con la forma storica che fa di un luogo quello che è e ne racchiude e custo-disce le caratteristiche: se queste vengono cancellate o messe in ombra, il luogo diventa un mero, anonimo contenitore inadatto a ga-rantire la ‘buona vita’ che è fatta anche di skyline, di colori, di modi di vede-re il territorio, di misure dello spazio. Ciò che si chiede non è la mera sta-ticità arcaicizzante fine a se stessa perché un terri-torio non urbanizzato non è necessariamente più bel-lo e più godibile. Ciò che si ha il diritto e il dovere di pretendere è una buo-na architettura garantita dalla cultura, dall’intelli-genza di amministratori e progettisti che dovrebbero costruire una ‘santa alle-anza’ non già per coprire il territorio e la sua bellez-

za (data anche dalla storia), ma per fare bioarchitettura che renda più bello lo spazio in cui gli uomini investono le loro vite, cioè un’architet-tura che tenga conto nelle linee, nei materiali, nei co-lori, nelle altezze, del genius loci. Come valuta la costituzione dell’ecomuseo di Terra Fe-lix?Molto positivamente per-ché mi sembra un’ipotesi di lavoro che nel rispet-to dell’esistente mostra in concreto che un’alternativa alla ‘semplice’ distruzione è possibile, soprattutto oggi in un territorio come il no-stro devastato dalle ecoma-fie. L’ecomuseo può rappre-sentare anche una forma di riscatto sociale, oltre che culturale, in una provincia quale quella casertana co-nosciuta solo per eventi ne-gativi.Quali sono gli strumen-ti per far comprendere agli amministratori atellani e a quella parte di popolazione sempre più disillusa circa la ricchezza delle nostre terre, che il Casale di Teverolaccio è un bene da preservare da qualsiasi tipo di invasione?Quello che si sta facendo: potenziando la sua produt-tività. Qualche anno fa sono stata consulente cultura-le del vostro Comune e in questa veste proposi al Sin-daco e agli Amministratori della ‘Città Atellana’ (ovvero l’Unione dei Comuni) di va-lutare la possibilità di avere qui un Centro Europeo di formazione sul paesaggio o di discutere con l’Universi-tà non lontana di farne un Centro stabile per master di alta specializzazione (mi pare che gli spazi consen-tirebbero anche una picco-la foresteria) o un Centro internazionale di ricerche come quello che poi, non a caso, si è realizzato a Fri-gnano (a conferma del fatto che era ed è possibile).

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Un anno di servizio civile. Un anno che ti cambia la vita che ti permette di conoscere

persone. Un anno che ti aiuta a cre-scere e guardare il mondo con occhi diversi. Soprattutto se decidi di im-pegnarti nella difesa dell’ambiente. Quando ho iniziato la mia esperienza a Legambiente ero abbastanza scet-tica, volevo semplicemente rendermi indipendente e affrontare la prima esperienza lavorativa ma non pen-savo che il servizio civile con i volon-tari di Geofilos potesse “prendermi” a tal punto. Mi sono bastate poche settimane per ricredermi e per ca-pire quanto unica fosse l’esperienza che stessi vivendo in quel momen-to, ed è per questo che, a quasi un anno dalla fine della mia avventura

da volontaria di servizio civile, sono ancora con loro, faccio parte del Direttivo dell’asso-ciazione e sono contenta della scelta che ho fatto. Una scelta che mi ha portato a scoprire e confrontarmi con realtà che prima non conoscevo, ma so-prattutto che mi ha permesso di crescere e conoscere perso-ne dalle quali ho imparato tan-to e con le quali ho costruito rapporti non solo professionali ma soprattutto umani. E sono proprio queste le ragioni che

mi hanno spinto, terminato il mio anno, ad unirmi a questo gruppo di sognatori convinta di avere an-cora tantissime cose da imparare e certa di poter anch’io iniziare ad insegnare qualcosa a chi, come ho fatto io, avesse intenzione di entrare a far parte della grande famiglia di Legambiente e del cir-colo Geofilos.

AL SerViZio DeLL’AMbiente

di Rosaria Coppola

Servizio civile e volontariato. Le opportunità offerte da Legambiente ai giovani che vogliono impegnarsi per il territorio

Maria Rosaria Coppola (in foto con i volonta-ri del 2009). Laureanda in giurisprudenza. Ha svolto il servizio civile in Geofilos ed è rimasta in associazione come volontaria. Dal 2009 è nel direttivo dell’associazione e si occupa del tesseramento e dei rapporti con i soci.

* iniziativa del circolo GEOFILOS per le adesioni entro il 15 ottobre

info e contatti: [email protected] - tel 081.5011641

Vecchi e nuovi volontari del circolo Geofilos

Sostieni Legambiente: iscriviti ora! Dalle Alpi a Lampedusa Legambiente è sostenuta da volontari liberi cittadini che si occupano del proprio territorio portando avanti vertenze ed attività di informazione e sensibilizzazione.

Iscriversi a Legambiente significa contribuire in modo con-creto a queste iniziative, entrare a far parte di una grande or-ganizzazione nazionale che è in grado di cambiare le cose.Abbiamo un sogno per il futuro: fare di Legambiente uno spazio aperto dove tutti, persone, comunità, organizzazioni, imprese ed istituzioni, siano protagonisti del cambiamento, per realizzare insieme un mondo diverso, un mondo migliore.Per trasformare questo sogno in realtà abbiamo bisogno di essere molti. Moltissimi. Scegli di condividere questi ideali, trasformiamoli in realtà. Scegli di essere dei nostri, iscriviti ora! Scegli la tua tessera Legambiente!Socio junior (€ 10.00). Nati dal 1996 in poi - riceve “Jey”Socio Giovane (€ 15.00). Nati dal 1982 al 1995 - riceve “La Nuo-va Ecologia”Socio Ordinario (€ 30.00). Riceve “La Nuova Ecologia”Socio Scuola e Formazione (€ 35.00). Riceve “La Nuova Ecologia” e “Formazione Ambiente”Socio Sostenitore (€ 80.00). Riceve “La Nuova Ecologia” e il volume “Ambiente Italia” Tessera Collettiva (€ 50.00). Riceve “La Nuova Ecologia”

in regalola maglietta

NO NUKE

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* INIZIATIVA DEL CIRCOLO GEOFILOS PER I TESSERAMENTI ENTRO IL 15 OTTOBRE

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Sinergy-Med è il titolo del prossi-mo progetto di scambio cultura-le internazionale che vedrà pro-

tagonisti 40 giovani italiani e maltesi ad ottobre 2010, organizzato in colla-borazione con Mark Azzopardi, partner maltese della nostra rete transnazio-nale. Il progetto prende vita dall’esa-me di uno studio condotto dall’EWEA (European Wind Energy Association) sul livello raggiunto da Italia e Malta rispetto agli obiettivi fissati dalla Diret-tiva UE 20-20-20. Secondo tale direttiva gli Stati Membri, dovranno ridurre del 20% i gas serra, aumentare l’efficienza energetica del 20% e raggiungere il 20% di energia da fonti alternative e rinnovabili en-tro il 2020, lo studio rileva che mentre Spagna, Germania, Estonia, Grecia, Irlanda, Polonia, Slovacchia e Svezia, hanno adottato politiche che gli con-sentiranno di oltrepassare il target sta-bilito Malta ed altri Paesi, con l’Italia in coda, presentano le maggiori difficoltà per il raggiungimento degli obiettivi co-munitari. L’ EWEA ha invitato i paesi in coda alla classifica a promuovere nuove inizia-

tive per recuperare il ritardo soste-nendo che oltre alle manovre deci-sive di ciascun governo, il successo della nuova politica dell’ambiente ha senz’altro bisogno dell’attenzione consapevole di giovani e cittadini. Da qui nasce il progetto di sensibi-lizzazione alle tematiche ambientali Sinergy-Med: con grande entusia-smo, noi volontari dell’associazione “Geofilos” di Succivo, con gli amici maltesi di Gharghur, abbiamo or-ganizzato un campo di volontaria-to che vedrà protagonisti i giovani italiani e maltesi che facendo la loro prima tappa, nell’isola di Malta metteranno in atto un programma

Sinergie MeDiterrAnee

di Gennaro Conte

di informazione attraverso azio-ni concrete. Saranno effettuate, ad esempio, delle mini-inchieste locali per conoscere l’attenzione dei cittadini sulle problematiche ambientali ed i risultati saran-no oggetto di una discussione tra i gruppi; saranno costruiti plastici di città ecosostenibili re-alizzati con l’aiuto degli alunni delle scuole; saremo impegnati in workshop informativi e tele-visivi.E’ questa la nostra nuova sfida, ancora in fase di elaborazione. Aspettiamo nuovi volontari per nuove proposte!

Le azioni per la tutela dell’ambiente del Circolo Geofilos scavalcano l’ambito tornano nel panorama nazionale e comunitario

Chi si associa a Legambiente Geofilos vuole:- Segnalare abusi, distruzioni e deturpamenti del pa-trimonio di cui viene a conoscenza: l’Associazione sa quello che i suoi soci le fanno sapere. Non rimproverate mai un’associazione di non essere intervenuta: rimpro-verate voi stessi per non aver detto all’associazione: ”Interveniamo”.- Collaborare secondo le proprie capacità e il proprio tempo a disposizione. Le possibilità di contribuire sono molteplici, poiché in un’associazione si svolgono tante attività, diverse l’una dall’altra.L’associazione è i suoi soci.

Puoi venire a trovarci presso il Casale di Teverolaccio, ogni martedi alle ore 21.00 oppure puoi chiamarci al numero 081.5011641. Ti aspettiamo!

unisciti a noi

22 - La Vite & iL PioPPo - Settembre/ottobre 2010

diversamente uguali

Puoi contribuire alle usci-te ed alla distribuzione di questo periodico. Parteci-pa alla nostra redazione.

Diventa anche tu un ECO-REPORTER!

[email protected] o 081.5011641

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I centri di educazione ambientale di legambien-te sono presidi impegnati a migliorare la qualità ambientale e culturale dei territori. Sono strutture ricettive -residenziali e non- all’in-terno di aree naturali protette, o posizionate in luoghi naturalistici storici e culturali di pregio.

CeA

campi scuola e soggiorni educativiil soggiorno in un cea di legambiente è un momento educativo impor-tante che si intreccia con i percorsi educativi realizzati durante l’anno scolastico; può essere anche un buon modo per avviare l’attività del nuovo anno scolastico, per creare motivazione all’apprendimento e costruire il gruppo, o ancora può rappresentare un’esperienza emotiva spiazzante e innovativa.

fruizione del territoriovisite guidate ed escursioni, ma anche incontri con la popolazione lo-cale, con i vecchi mestieri, con la cultura del luogo non come turisti ma come amici che vanno in casa di amici, accompagnati da operatori e guide e che svolgono un ruolo di interprete territoriale, introducendo alla conoscenza della cultura e delle peculiarità della zona.

LE ATTIVITà DEI CEA

?attività educative e didattichepercorsi, laboratori e progetti pensati anche come percorsi di conoscen-za scientifica e storico-culturale, utili a sviluppare competenze, capaci di rafforzare la consapevolezza delle proprie capacità, palestra per le dinamiche relazionali.

i campi estivii cea di legambiente offrono anche momenti di vacanza per bambini e ragazzi: il gioco e l’avventura, il contatto con la natura, la capacità di vi-vere insieme, ma anche attività di volontariato per agire concretamente a favore dell’ambiente.

turismo per adulti e famiglietrascorrere qualche giorno nri cea di legambiente significa trovare un ambiente familiare di amici che vivono il territorio non come risorsa da sfruttare ma come loro luogo affettivo di vita: essere accompagnati alla scoperta degli animali selvatici egustare l’antica cucina del luogo, o an-dare a trovare le genti di un atico e sperduto borgo sono solo alcune delle innumerevoli proposte possibili, sia per gruppi di amici che per famiglie con bambini.

corsi di formazione e aggiornamentole attività spaziano in moltissimi campi, proponendo non solo momenti di aula, ma anche percorsi pratici e affiancamento professionale. i cea di legambiente scuola e formazione sono inseriti nei sistemi infea del-le regioni e in questo senso realizzano attività informative e formative con le realtà locali a favore dello sviluppo sostenibile del territorio.

In compagnia di un sorso di nocillo annata 2007, fatto con le noci degli alberi salvati l’anno prima dall’ab-

battimento con una nostra petizione, e dopo aver ammirato la corte del Ca-sale di Teverolaccio, ci siamo intratte-nuti sulla terrazza della sede del CEA (la vecchia taverna annessa al Casale). Pochi minuti prima, proprio davanti al Casale, una volpe ha attraversato la strada davanti all’auto blu: «deve esse-re un esemplare giovane -ha esclamato Giovanni- si vede dal lungo naso e dal-

MiSSione PoSSibiLeRifiuti e compostaggio, energia, inquinamento e depurazione del litorale, educazione ambientale. Questi e altri gli argomenti che hanno tenuto banco nella visita di Giovanni Romano, Assessore all’Ambiente della Regione Campania, al Centro di Educazione Ambientale “La vite e il pioppo” del Comune di Succivo, gestito da Legambiente Geofilos.

la coda folta e dritta». Qualche minuto di tempo per mostrargli un pò di cose fatte negli anni: a partire dall’ultimo numero de “la vite e il pioppo”, periodico che nasce nel 2003 e che con non pochi sforzi riusciamo a tenere in vita, per poi passare a “il ri-fiuto fiorisce”, campagna regio-nale sul compostaggio domesti-co, ideata e realizzata dal nostro CEA e che ha già fatto tappa in tutta la Campania, da Caserta a Positano, da Nocera al Cilento. Poi, “le piazze del sole”, l’inizia-tiva regionale per promuovere le fonti rinnovabili ideata e gesti-ta dal nostro CEA, che è anche

Il neo Assessore all’Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano, in visita al Circolo Geofilos Legambiente di Succivo, mentre sfoglia una copia de “La vite e il pioppo”

sportello regionale per l’energia di Legambiente. E ancora le tante foto di 14 anni di attivismo ambientali-sta. E non poteva mancare il “piano casa”, di cui anche il territorio di Succivo sarà vittima. S’è fatto tardi. Quasi un’ora a parlare d’ambiente senza accorgercene. Succede quan-do le cose ti appassionano. E per il neo assessore regionale, e sindaco di Mercato S.Severino, come per noi, l’ambiente e il servizio alle co-munità locali, devono essere pro-prio una passione. Non sarà facile affrontare i problemi ambientali della nostra Regione. Buon lavoro Giovanni, vedrai, la volpe di Tevero-laccio ti porterà fortuna! (A.P.)

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