La vite e il pioppo - Volti e voci per una Terra Felix

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speciale la Vite & il Pioppo Anno VIII - n.2, Dicembre 2011 Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo” al Casale di Teverolaccio riparte il progetto per l’Ecomuseo di Terra di Lavoro terra felix Volti e voci per una Terra Felix

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edizione speciale dedicata agli ospiti di festAmbiente terrafelix - il festival regionale dell'ambiente e del buon vivere della Campania

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speciale

la Vite & il PioppoAnno VIII - n.2, Dicembre 2011

Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”

al Casale di Teverolaccio riparte il progettoper l’Ecomuseo di Terra di Lavoro

terra felix

Volti e voci per una Terra Felix

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Periodico di Ambiente, Cultura e Sviluppo Locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria Capua Vetere n.611 del 23/12/03

Volti e vociper una Terra FelixAnno VIII - n.2 Dicembre 2011

Susy PascaleDIRETTORE RESPONSABILE

Raffaele LupoliCAPOREDATTORE

Maria Rosaria Coppola, Gennaro Conte, Francesco Pascale, Laura Garofalo, Ferdinando Pirro, Antonio Pascale, Teresa Ubaldini, Stella D’AnnaREDAZIONE

Salvatore Avallone, Valentina De Brasi, Gaetano Papa, Luigi Capasso, Peppe Ruggiero, Tommaso MuroloHANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Vincenzo Viglione, Orazio Dell’Aversana, Francesco Pascale, Gennaro Conte, Gaetano Papa, Luigi CapassoFOTO

Orazio PascaleLAyOUT COORDINATOR

Legambiente GeofilosCasale di Teverolaccio, 81030 Succivo - CasertaEDITORE

Questo numero è realizzato nell’ambito del progetto “LEGAME legalità, giovani, ambiente @ nuovi media” con i fondi pro-tocollo d’intesa fondazioni bancarie e volontariato

Care amiche, cari amicicon questo numero chiudiamo il 2011 e termina il progetto “LEGAME” – legalità, giovani, ambiente e nuovi media – che ci ha dato la possibilità di realizzare anche questa rivista. In questi due anni il nostro impegno è stato rivolto a sensibilizzare i cittadini su temi della difesa dell’ambiente e sulle leggi che tutelano il diritto a vivere in un ambiente sano. Restiamo su web col canale youtube della redazione di NOecomafiaTV per tenervi aggiornati sulle iniziative di tutela e promozione del territorio. Ci siamo resi conto che è urgente informare e continuare a comunicare che esistono delle leggi, anche comunitarie, che devono essere maggiormente applicate come i regolamenti per la V.I.S. (valutazione di impatto sulla salute) che deve necessariamente affiancare la Valutazione di impatto ambientale. Questo è un numero speciale che dedichiamo a Festambiente Terra Felix, la seconda edizione del Festival del buon vivere della regione Campania che abbiamo presentato con queste semplici considerazioni.Succede a quasi tutti i campani di svegliarsi la mattina e sentirsi diversi da quei loro “concittadini” che passano la notte a dare fuoco ai cumuli di monnezza. Succede di sentirsi stanchi delle offese e delle umiliazioni che arrivano da tutto il mondo a causa di altri “Concittadini” che la monnezza la abbandonano ad ogni angolo di strada.A volte succede di pensare che vorremmo non essere nati in terra di gomorra e di sentirci diversi da quelli che hanno avvelenato la nostra terra. Riflettiamo. Poi pensiamo ai veneti, i lombardi e a tutti quelli che hanno detto no alla richiesta di aiuto della Campania. Italiani privi di cuore. Senza offesa!Dato sfogo alla rabbia, quasi tutti ricominciamo a pensare di vivere nella regione più bella, allegra e ricca d’Italia. Ricca di gente che non si abbatte mai, che è abituata a rimboccarsi le maniche e ricominciare. Ricca di prodotti che fanno invidia al mercato mondiale e di esempi di aziende virtuose che non hanno eguali in Europa. Da tutte questa considerazioni è nata FESTAMBIENTE TERRAFELIX, il Festival organizzato da Legambiente e sostenuto da Fondazione con il Sud e in collaborazione con una fitta rete di partner: iniziativa insignita da Medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Lo splendido Casale tardo medievale detto il Teverolaccio, a Succivo in provincia di Caserta, ha ospitato quattro giorni di dibattiti, spettacoli teatrali e musicali con ospiti internazionali e poi la Piazza delle eccellenze campane nella quale è stato messo in mostra il meglio della nostra splendida terra.Può succedere che le cose cambino ma dobbiamo essere in tanti a volerlo.

la Vite & il Pioppo editoriale

Il meglio della Campaniadi Susy Pascale

L’illustrazione in copertina è stata realizzata da Monica Auriemma, artista campana, per Festambiente Terrafelix. www.monicauriemma.com

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Alla seconda edizione di Festambiente Terra Felix, il Festival del buon vivere della Regione Campania, è giunta la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che per l’occasione ha inviato i suoi saluti.

Egregio Dottore Pascale Antonio,ho il piacere di trasmetterLe l’unita medaglia che ho voluto destinare, quale mio premio di rappresentanza, alla 2ª edizione di “Festambiente Terra Felix”. L’occasione mi è gradita per farLe giungere, insieme con l’augurio sentito per il successo dell’iniziativa, i miei più cordiali saluti.

L’edizione campana del Festival Regionale del Buon Vivere “Festambiente Terra Felix” ideato di Legambiente si è svolta con l’alto patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e con il patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America, del Consolato Generale tedesco e della Regione Campania. Il Circolo Geofilos Legambiente, organizzatore del Festival ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, insieme all’augurio per il successo dell’iniziativa, con i suoi più cordiali saluti. Il Casale di Teverolaccio a Succivo, in provincia di Caserta è stata la splendida cornice di quest’evento che ha avuto lo scopo di sottolineare come il territorio campano, ed in particolare casertano, è in grado di produrre eccellenze culturali, enogastronomiche e ambientali.

Festambiente è stata realizzata grazie al contributo di Fondazione con il Sud con la partnership di Legambiente Campania e altri dieci circoli territoriali di Legambiente. Il festival ha stimolato la consapevolezza di appartenere ad una storia e una cultura che non ha uguali al mondo portando l’attenzione su tutte quelle problematiche che spesso si risolvono anche grazie al volontariato.

il Presidente di Geofilos - Antonio Pascale - con la medaglia di rappresentanza che ha fregiato “Festambiente Terrafelix” dell’Adesione del Presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano.

L‘adesione di Giorgio Napolitano

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Un progetto che, a causa dei ri-tardi causati dalla precedente amministrazione, rischiava di perdere una cospicua parte del finanziamento che Fondazione per il Sud, nata per sostenere il terzo settore del mezzogiorno d’Italia, aveva accordato nel no-vembre del 2008 a Legambiente Campania, giudicando il proget-

Ecomuseo: si riparteIl 12 ottobre scorso il Consiglio Comunale di Succivo ha deliberato il proseguimento del progetto che porterà, entro un anno e mezzo, all’inaugurazione dell’ecomuseo di Terra di Lavoro, uno strumento della museologia moderna per la valorizzazione del territorio.

to “Terra Felix” come “esempla-re”. Il progetto di Ecomuseo ha come principale partner l’Am-ministrazione Comunale e gode di una partnership di elevato prestigio sociale e culturale, di rappresentanza nazionale e re-gionale, come la Parrocchia del-la Trasfigurazione di Succivo, la Federazione regionale delle

Associazioni che si occupano di disabilità FEDERHAND-FISH, la cooperativa EDIL Atellana, la Confederazione Italiana Agri-coltori, l’UNPLI (Unione Provin-ciale delle Pro-Loco), la Coope-rativa sociale Cantiere Giovani, il comitato Don Peppe Diana, l’Associazione nazionale Libera Archeologia. Grazie alla nuova amministrazione di Succivo, ben presto al giardino del Casale, già in parte riqualificato con la rea-lizzazione degli orti sociali e dei vialetti, si aggiungerà la sala per la degustazione dei prodotti tipi-ci (che abbiamo soprannominato “Tipicheria”) e una sala espositi-va in cui verrà presentato al vi-sitatore il meglio del nostro ter-ritorio, della sua storia e le sue tradizioni. Un altro piccolo pezzo di Casale oggi completamente degradato e abbandonato, che grazie al volontariato potrà esse-re messo in sicurezza e tornare a vivere. Oltre alla riqualificazione delle infrastrutture, la parte più interessante del progetto sarà il coinvolgimento della comunità locale nella realizzazione di quel-lo che sarà un museo dell’intero territorio e della comunità atella-na, un museo da visitare, ascol-tare, toccare ed assaggiare. Nella speranza che quel portone potrà aprirsi non soltanto in occasione di feste sporadiche e belle inizia-tive, ma resti sempre spalancato ad accogliere la comunità locale e tanti visitatori.

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Caro Don Luigi, che valore ha il bene comune ai nostri giorni?

Arrivato a Teverolaccio, mi è sembrato di toccare concreta-mente con mano una saldatura tra l’etica e l’estetica. Ho visto gli orti e i volti di quelle persone anziane che li stanno la-vorando. L’etica e quindi il bene, il bene comune, che per me è of-frire l’opportunità di bene per le persone ma dall’altra parte an-che il bello che è l’estetica, per-ché, quegli orti sono veramente accoglienti. Oggi il bene comune deve avere più valore di prima. E un gran valore hanno i segni degli amici di Legambiente e del Sindaco del comune e le altre realtà che si sono messe in gio-co che hanno reso accogliente e

del Direttore

Etica ed estetica, tradizione, ecosostenibilità e bene comune. Gli orti ricavati nell’antico casale del Teverolaccio, assegnati a diciotto cittadini della terza età rappresentano il primo passo - a partire dal recupero del passato e dall’aggregazione sociale - promosso nell’ambito del progetto “Ecomuseo della Terra Felix”

hanno salvaguardato questo luo-go che rappresenta, oggi, per tut-ti i cittadini casertani, un bene comune.

Di cosa abbiamo bisogno per rendere durevole la tutela del bene comune?

Della saldatura tra l’etica e l’este-tica abbiamo veramente bisogno. Il bene e il bello devono necessa-riamente coesistere. Non possiamo pensare di creare qualcosa di bello che sia durevo-le senza che esso generi del bene per tutti. Ecco perché dico che gli orti de-vono essere da esempio per gli altri e il lavoro che Legambiente sta facendo qui deve essere so-stenuto per il bene di tutta la co-munità succivese e casertana.

AMMINISTRARE I BENI COMUNI

Festambiente si apre con il dibattito “Amministrare il Bene Comune”. La politica, recita la presentazione del dibattito, è l’arte di amministrare la città, secondo la più antica definizione aristotelica. Col tempo il concetto di politica e di amministrazione non sono più andati di pari passo, o forse a livello pratico non è mai accaduto, e per questo si potrebbero collocare su due piani differenti. Amministrare potrebbe esser definito come quel ruolo che compete agli eletti di guidare una società verso obiettivi per il bene comune; far politica, invece, potrebbe ridimensionarsi alla mera strategia per poter essere eletti. In questo scenario, si inserisce la politica fatta dalle tante organizzazioni del terzo settore. Se ne è parlato con Don Luigi Ciotti - Presidente di Libera, On. Alfredo Mantovano - Sottosegretario dell'Interno, Michele Buonomo - Presidente Legambiente Campania, Giovanni Romano - Assessore all'ambiente Regione Campania, Luigi De Magistris - Sindaco di Napoli,Enzo Cuomo - Presidente A.N.C.I. Campania, Maria Laura Mastellone - Assessore all'Ambiente Provincia Caserta, Vittorio Cogliati Dezza - Presidente Nazionale di Legambiente, Giampiero Griffo - Esecutivo mondiale Disabled People International.

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Creare qualcosa di meraviglioso che allo stesso tempo generi bene. Abbiamo poi bisogno di essere tutti insieme per curarlo, tutelarlo affin-chè sia durevole nel tempo.

La Campania, ed in particolare la provincia di Caserta, è ormai quoti-dianamente inserita nei titoli di gior-nali e telegiornali quasi esclusiva-mente per notizie di cronaca nera e le persone sono stanche e sfiduciate. Cosa possiamo dire per incoraggiare i cittadini campani?

Avere fede e credere che le cose pos-sano cambiare. Nessuno deve farci perdere la speranza che non è asso-lutamente in vendita. La speranza non è un oggetto di mercato che solo alcuni possono comprare. Nel momento in cui la spe-ranza non appartiene più a tutti cessa di essere speranza e spetta a noi che siamo qui, ad ognuno con il proprio ruolo, la propria responsabilità e le proprie competenze fare in modo che questi segni di speranza siano segni per tutti. Penso agli amici di questa mera-vigliosa terra che ha tante ferite; penso alle cooperative delle Terre di Don Peppino Diana, sono qui tra noi i protagonisti di quella speranza che deve assolutamente essere di tutti, che deve moltiplicarsi e raggiungere anche quelli più lontani.

Da dove deve partire il cambiamen-to affinchè la speranza prenda il so-pravvento sulla disperazione?

Vedi, ritornando ai ragazzi delle Ter-re di Don Diana, quando li vedevo, come ho visto anche qui da voi, sca-vare la terra, ho subito pensato che quell’atto di scavare la terra vuol dire scavare anche nelle coscienze. E, ripensando a quei beni confisca-ti e quelle cooperative che si aprono proprio in questi giorni, mi doman-do chi l’avrebbe detto anni fa che si sarebbe arrivati a costruire tanto, in un luogo dove prima c’era solo mor-te. Certo, sono ancora piccole cose nello scenario di un paese che ha bisogno di molto di più, ma chi l’a-vrebbe detto anni fa che 1600 asso-ciazioni al livello nazionale, tra cui in prima fila Legambiente, si sareb-bero unite (a fondare Libera ndr) per raggiungere un obiettivo di giustizia comune. Di bene comune.Non è semplice, non è facile: proble-mi, difficoltà, contraddizioni… Credetemi, i segnali di cambiamento ci sono già e partono dai luoghi mag-giormente addolorati. Però, bisogna creare opportunità per farli emergere, così come state facendo voi a Succivo.

Chi l’avrebbe detto che per servire un bene comune, quest’estate 4500 giovani provenienti da tutt’Italia, si sarebbero spostati in queste mera-vigliose e faticose terre, a fare dei campi di volontariato gomito a gomi-to, faccia a faccia con quei giovani delle cooperative. Ieri ero a Torchia-rolo in provincia di Brindisi, e sui terreni confiscati alla sacra corona unita, ho visto i ragazzi vendem-miare giunti da ogni parte d’Italia, solo per il piacere di dare una mano a quelli della cooperativa. Ho visto una decina di donne del territorio, mamme di famiglia con i loro fou-lard sulla testa a prendere l’uva per trasformarla in un prodotto dove c’è certamente il gusto e la giustizia im-pregnata insieme. Sono questi i se-gni di cambiamento che già ci sono è il mettersi in gioco e creare corre-sponsabilità per dare terreno fertile alla speranza.

Festambiente Terra Felix vuole di-ventare il simbolo di una rinascita delle bellezze della Campania e del risveglio delle “belle persone”. Quale deve essere, a tuo avviso, il nostro punto di forza?

Il vostro Sindaco, Antonio Tinto, ha ricordato che la democrazia si fonda su due doni: la giustizia e la dignità.

Il punto di forza di una rinascita è racchiuso in queste parole e ognuno di noi deve mettersi in gioco assu-mendosi le proprie responsabilità per cercare di costruire giustizia e per dare dignità alle persone, per-ché la democrazia non starà mai in piedi se non c’è impegno di ciascuno di noi ognuno per la propria parte come cittadini, come associazioni, come gruppi. Faccio ancora riferi-mento ai vostri orti in cui ho visto un nonno che mi ha mostrato che dentro il suo orto c’è una rete con un altro piccolo orto dicendo che è del-la sua nipotina. Quindi dentro l’orto c’è il piccolo orto che il nonno ha ri-servato perché la nipotina possa già sporcarsi le mani di terra. E allora ho pensato in quel momen-to che quelli sono i segni della spe-ranza oggi, e offrire gli spazi perché ognuno possa essere protagonista in tutto questo mi sembra fondamen-tale. Festambiente deve diventare un luogo, un momento di diffusione di tutto il meglio che si riesce a cre-are in questa terra che, credetemi è tantissimo e siete riusciti veramen-te a mostrare il meglio che c’è nella più completa umiltà. Bisogna però, fare in modo di comunicare di più le notizie positive affinchè superino le cattive notizie e far capire che i beni comuni sono beni di tutti.

L'On. Alfredo Mantovano al taglio del nastro a Festambiente Terra FelixIl Sottosegretario all'Interno On. Alfredo Mantovano ha partecipato al convegno inau-gurale dal tema ''Amministrare il bene comune'' organizzato nell'ambito di ''Festam-biente Terrafelix''. Si è parlato anche delle potenzialità del territorio campano ed in particolare di quello casertano che non possono essere espresse in assenza di legalità. Su quanto le forze dell’ordine stanno egregiamente facendo negli ultimi mesi, Man-tovano ha dichiarato: “ Il modello Caserta che sta dando ottimi risultati, è un metodo di lavoro che consiste in una stretta collaborazione fra le forze di polizia sul territorio e i loro vertici nazionali e con l’autorità giudiziaria, per dare risposte alle emergen-ze criminali nei tempi prefissati. E’ un modello che, per come sta funzionando qui, è esportabile in altre città d’Italia ma deve essere applicato alla lettera e deve condurre non solo alla cattura dei latitanti ma anche alla confisca dei beni e alla loro rapida assegnazione per attività di recupero del territorio. Solo così sarà possibile bonificare il territorio. Nel casertano molto è stato fatto ma moltissimo si deve ancora fare, spe-rando in un maggiore aiuto anche da parte della cittadinanza”.

taglio del nastro

nella foto con il Sindaco di Succivo Antonio Tinto: l’On. Mantovano, il Presidente della Provincia di Caserta On. Zinzi, il Presidente Nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e Francesco Pascale inaugurano Festambiente e gli orti

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di Valentina De Brasi

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Salve Vittorio e benvenuto a Terra Fe-lix. E’ la prima volta che viene qui a Teverolaccio e Festambiente come al-tre iniziative del suo genere sono l’e-sempio di come con poche azioni, an-che le difficoltà del nostro territorio ci sembrano più semplici da risolvere.

E’ la prima volta che vengo qui e devo dire con molto piacere che Festam-biente Terra Felix si candida a dive-nire un appuntamento “obbligatorio” per questo territorio e ci fa capire che in tanti territori italiani si sta lavoran-do, si vuole lavorare perché non solo Legambiente ma anche tutto quello che Legambiente riesce ad aggregare intorno a sé ridia senso al territorio stesso. Noi viviamo in un paese che ha perso il senso della bellezza, non vediamo più nuove bellezze e siamo costretti a rimpiangere ciò che ci han-no lasciato dal passato, laddove non sono deturpate da speculazioni, da capannoni e quant’altro. Se invece si riuscisse, come nel caso di Teverolac-cio, a recuperare questo amore per il territorio credo che si possano ottene-re grandi risultati.

Presidente, secondo lei cosa possono fare i giovani per salvaguardare il ter-ritorio e per promuovere le iniziative che lo valorizzano?

Intanto io lo chiederei ai giovani, per-chè l’unico modo per dare spazio ai giovani è dargli realmente uno spazio in cui poter fare quello che ritengono meglio e più opportuno.

Sono sempre rimasto colpi-to dalla capacità che i giovani hanno di costruirsi ragiona-menti, autonomia di pensiero, punti di vista originali. Sono molto convinto che quello che conta è l’intelligenza e la voglia di capire e di ascoltare per cui penso davvero che, soprattutto al Sud, oggi abbiano nei giovani una risorsa fondamentale che si scontra con un problema enor-me che è quello della precarietà ed è quello dell’obbligatorietà di dover emigrare per cercare la-voro. Chi rimane sul territorio a questo punto ha delle grandi re-sponsabilità soprattutto perché scegliendo di vivere in un luogo non ha senso non fare nulla per migliorarlo.

Con la sua seconda edizione Festambiente si propone di ri-partire dalle eccellenze del ter-ritorio. Il suo consiglio per pro-muoverlo al meglio?

Credo che la prima questione che bisogna superare, ma non solo qui, è che le eccellenze dei territori non rimangano delle isole e quindi che si costitui-sca un sistema di eccellenze, si impari dalle esperienze degli altri. In questo caso il ricomin-cio da tre diventa fondamentale per chi inizia e per chi sta già in cammino incontrarsi, veder-si, capire che cosa di nuovo si

può fare anche perché dobbia-mo evitare di trasformare le ec-cellenze in una sorta di nuova religione. Infatti, può accadere che ciò che oggi è un’ eccellenza se non continua a cambiare ed evolve-re, se chi ne ha il dovere non crea continui canali di promo-zione, potrebbe facilmente per-dersi e questo è un grande ri-schio.

A livello nazionale cosa può fare un’associazione come Legam-biente per garantire un futuro migliore?

Legambiente nel suo piccolo, o nel suo grande perché poi in alcuni territori possiamo rag-giungere anche effetti importa-ti, può creare un’occasione per una nuova coesione sociale, per una nuovo modello di parteci-pazione. Si parla molto di beni comuni per esempio, al di là di quelli che sono i beni materiali che non possono essere gestiti dal mercato, l’ obiettivo del bene co-mune è un valore, un fine cioè tutto ciò che serve a costruire il benessere comune. Rispetto a questo c’è bisogno che i giova-ni stessi dicano che cosa loro intendono per il loro benessere e nel momento in cui lo dicono credo che abbiano tutte le capa-cità per cominciare a costruirlo. Un’associazione come Legam-biente è presente a livello na-zionale , ma è presente capil-larmente in tutt’Italia e offre ai giovani tante opportunità di crescita e occasioni per operare a tutela di un futuro migliore.

Ispirarsi ai giovaniCon il nostro Presidente Nazionale - Vittorio Cogliati Dezza - abbiamo parlato di come è possibile valorizzare il territorio attraverso il contributo dei giovani nelle attività che Legambiente può mettere in campo.

di Antonio Pascale

Festambiente Terrafelix si è identi-ficato come un evento volto a pro-muovere tutto il bello, ma anche il “buono” della regione Campania, ponendo l’attenzione anche sulle buone pratiche per la riduzione dell’impatto ambientale. E’ stata continua la sensibilizzazio-ne di Legambiente verso la promo-zione di eventi ad impatto zero: in ogni attività del festival, infatti, si è potuto percepire e comprendere quanto ogni nostra azione quoti-diana può danneggiare l’ambien-te, a partire dalle piccole cose. Le quattro serate sono state all’inse-gna della sostenibilità: attenzione per la raccolta e la differenziazione dei rifiuti, piantumazione di alberi, per l’azzeramento di CO2, uso di stoviglie in materiale bio degrada-bile e, soprattutto, acqua in brocca per promuovere l’uso di acqua del rubinetto.

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un modo ECO di fare FESTA il punto

Bentornato a Festambiente Terra Felix, il festival del buon vivere della regione Campania. Capita sempre più spesso di incontrarci anche per promuovere eventi positivi. E’ il segnale che qualco-sa comincia a cambiare?

Diciamo che questa festa e l’esperien-za del circolo Geofilos con l’ecomuseo Terra Felix e l’apertura al pubblico de-gli orti sociali, sempre più belli, sono la testimonianza di un cambiamento che è in atto. Lo definirei un tassello, non il primo, che indica la strada di un cam-biamento positivo verso un futuro che dobbiamo sempre credere sia migliore del presente. La festa significa, e que-sto è chiaro a tutti, mettere insieme e mostrare capacità, culture, esperienze, proposte che possono fungere da vola-no per questo territorio che, accanto ai gravissimi problemi che non bisogna mai sottacere, possiede delle enormi potenzialità e occasioni di riscatto. Bi-sogna partire dal bello e dal buono per provare a contaminare positivamente quello che invece è brutto e cattivo.

Quando nelle nostre terre si parla di difesa del territorio e di legalità, vengo-no alla mente gli esempi del giornalista Giancarlo Siani e del sindaco pescato-re Angelo Vassallo, insieme a tutti gli altri che hanno dato la vita per difen-dere questi valori?

Ricordiamo giustamente Giancarlo ed Angelo, il secondo è stato un mio grandissimo amico, non solo perché la loro esperienza è finita tragicamente. Grazie al loro esempio e ai loro inse-

Festambiente Terrafelix sta diventando un modello di ecofesta possibile: capacità, culture ed esperienze di promozione del territorio.

gnamenti sono maturate altre consapevolezze, altre persone, altri amministratori che, giova-ni e meno giovani, stanno for-mando una classe dirigente che ancora oggi fa fatica a diventare dominante in termini di numeri e di presenze, ma che è cresciu-ta e sicuramente deve essere per noi un riferimento costante. Così come accadde con Angelo Vassallo, dobbiamo essere vici-ni a queste esperienze e fare il possibile affinché non restino isolate ma, nello stesso tempo dobbiamo catturarne la vitalità e coglierne gli aspetti migliori per trasferirli ad altre realtà.

Questa è la seconda edizione di Festambiente e ci siamo ripro-messi di ripartire dalle eccellen-ze. Da cos’altro bisognerebbe ri-partire per sperare in un futuro migliore per la Campania?

Questa delle eccellenze del terri-torio è stata una bella intuizio-ne, la festa è molto cresciuta è diventata più completa e il Cir-colo Geofilos è anche riuscito ad aprire altri spazi con gli orti che sono una cornice importantissi-ma, dalla quale ripartire. Sicu-ramente accanto alle eccellenze che in questo caso intendiamo quelle materiali, l’architettura, il territorio, i reperti e altro, credo che dovremmo mettere in mo-stra anche le eccellenze imma-teriali: le intelligenze, bisogna coinvolgere i giovani affinché si approprino di modelli positivi e capiscano che le esperienze messe in mostra qui, offrono la possibilità di imparare a compe-tere con un futuro che diventa sempre più difficile. Dobbiamo ripartire dai giovani e convincer-li a non lasciarsi sopraffare da valori negativi ed effimeri che alla lunga risultano perdenti.

Sono migliaia le feste paesane e le sa-gre che vengono organizzate in Cam-pania durante tutto l’anno. Centinaia di migliaia di persone si riversano nel-le piazze, nei luoghi più caratteristici della Regione, alla riscoperta di sapori e saperi di una volta: manifestazioni gastronomiche, ricreative, sportive, culturali, di animazione sociale e valo-rizzazione territoriale, che si svolgono nell’ambito dei Comuni del territorio regionale e che hanno un impatto ambientale enorme, soprattutto per i rifiuti prodotti. Con una sola sagra si possono produrre anche 10 tonnellate di rifiuti, spesso indifferenziati. Se con-sideriamo i rifiuti prodotti da tutte le feste estive, otteniamo dei dati impres-sionanti. Con il risultato che iniziative nate spesso allo scopo di recuperare tradizioni e valorizzare il territorio, fi-niscono col compromettere la già deli-

cata situazione ambientale della Regione. Con la proposta di promuovere le “ecofe-ste” Legambiente vuole mostrare che c’è un modo diverso di fare festa, attraverso un marchio che identifica l’adozione delle buone pratiche di sostenibilità ambienta-le, in particolare per la riduzione e la ge-stione dei rifiuti, con l’obiettivo di incorag-giare comportamenti individuali virtuosi anche durante gli eventi cittadini. Con il marchio ‘Ecofeste’ si intende non solo promuovere la riduzione dei rifiuti prodotti ma, attraverso questo esempio con cui il pubblico viene a contatto, inco-raggiare e diffondere le buone pratiche di raccolta differenziata e riciclaggio anche nella vita quotidiana dei cittadini.Con Festambiente Terra Felix, Legambien-te ha dimostrato che tutto ciò è possibile, che si può valorizzare il territorio e i pro-dotti locali conciliando il divertimento con l’attenzione all’ambiente.

Partire dalle eccellenze

sopra - la corte del Casale di Teverolaccioin alto: il presidente nazionale e quello regionale di Legambiente - a cura della redazione di noecomafiaTV

di Maria Rosaria Coppola

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di Francesco Pascale

In questi primi giorni di settembre si parla meno di Napoli. E’ bene che ci sia questo silenzio o dovremmo guardare quello che c’è dietro?

Ad essere sincero, credo che se c’è da chiarire delle problematiche è giusto che se ne parli, se c’è da di-scutere per risolvere problemi è ne-cessario che si discuta. Ciò che non è corretto è polemizzare per scredi-tare non l’operato ma la fazione po-litica o, peggio ancora, le persone. Sicuramente è sbagliato che se per le strade di Napoli dal 1° agosto non c’è un sacchetto di rifiuti per strada non se ne parli. Il merito è di chi ha lavorato, ma che la stampa non ne dia conto in questo caso è sbagliato, perché nella memoria delle persone di tutto il mondo, resta l’immagine di Napoli con 2500 tonnellate di ri-fiuti sparsi per la città. Credo sia giusto raccontare in Italia e nel mondo che Napoli, Succivo, Casal di Principe, Caserta dove ci sono problemi gravi, anzi gravis-simi ci sia ancora chi si batte per la difesa del bene comune. Dietro il silenzio spesso c’è la volontà di certa stampa di non portare a co-noscenza dei cittadini ciò che alcu-ni amministratori fanno con molti sacrifici.

Che cos’è il bene comune?

Il bene comune è tutto quello che dovrebbe poter essere di tutti e la sua tutela dovrebbe essere nel DNA dell’azione politica. Immagi-no, però, che quando parliamo di rifiuti, di ambiente, di acqua, oggi non è semplice. Credo ci si possa confrontare soprattutto in momenti

UNA POLITICA PER IL BENE COMUNE

ma se chi ha responsabilità politica e istituzionale, si impegna anche a tro-vare alternative economiche, sociali e culturali; se riusciamo, per esempio, ad impegnare i ragazzi in attività so-ciali, teatrali, culturali, economiche di tutela dell’ambiente e di rispetto per gli altri l’alternativa sarà a portata di mano e - sono convinto - che tenden-zialmente si sceglierà sempre il bene rispetto al male. Lo vedo in città dif-ficili come può essere quella che am-ministro io e attraverso quelle attività che abbiamo già realizzato: i ragazzi rispondono al bene con il bene e allo-ra riescono anche a sperare che vivere meglio si può, grazie anche alle nume-rose iniziative delle associazioni come la vostra.

Cosa sta facendo al momento la Sua Amministrazione per promuovere la tutela del bene comune e il desiderio di appartenenza alla propria città, che non dimentichiamolo, è una delle più belle al mondo?

Sulla tutela dei beni comuni stiamo provando a costruire un nuovo modo di fare politica. Stiamo cercando cioè di accorciare sempre più quelle distan-ze che sembrano incolmabili tra chi fa politica nelle istituzioni e che cerca di farlo con le mai pulite, senza tenerle però in tasca come diceva Don Milani. Stiamo cercando di coinvolgere tutta quella straordinaria energia pulita che c’è nel paese, che è un’energia positi-va che è energia politica ma con la P maiuscola. Promuovere la cittadinan-za attiva e la partecipazione attraverso incontri ravvicinati con i cittadini. In-contri come questo che avete organiz-zato in questo splendido luogo in cui si respira aria di festa veramente eco-logica. Incontri in realtà difficili, come anche quella casertana, ma così belle, credo possano contribuire a rafforzare sinergie e azioni comuni accrescendo l’amore per il luogo in cui si vive.

difficili in cui, forse, l’ideologia deve lasciare il passo al raggiungimento del bene comune che, in terre dif-ficili come queste, si raggiunge se mettiamo insieme la parte migliore che c’è nelle istituzioni, nella politi-ca, nelle associazioni, nella società civile. Come una grande battaglia in cui dobbiamo essere insieme per ot-tenere risultati migliori. Sono con-tento di essere qui a Teverolaccio, alla presenza anche di Don Luigi Ciotti, che si è battuto per il riutiliz-zo dei beni confiscati alle mafie da destinare alla collettività come beni comuni.A Napoli il Comune possiede circa 30.000 immobili che in parte saran-no venduti per risanare la cassa, in parte abbiamo deciso di destinarli al popolo alle associazioni, alle fon-dazioni, ai comitati affinché creino laboratori sociali, teatrali, culturali che diventeranno beni comuni.

Cosa bisogna fare per dare ai na-poletani la speranza che un mondo diverso è ancora possibile?

Riallacciandomi a quanto già det-to, e considerando che i maggiori problemi dei napoletani siano lega-ti all’ambiente e alla legalità, credo che concertando azioni sia a livel-lo comunale sia regionale le cose possono migliorare. Sono convinto, infatti, che la lotta alle illegalità si contrasti certo con magistratura, istituzioni, forze dell’ordine, ma an-che creando le condizioni affinché quella dell’illegalità non sia una strada obbligata. Credo che nes-suno nasca delinquente, alcuni lo possono diventare più facilmente perché vivono in contesti difficili,

bellezza e giustiziaverso festAmbiente 2012Festambiente 2011 ha voluto mettere in mostra le eccellenze della Regione Campania e dalla sua conclusione ab-biamo cominciato ad alimentare un fuoco di speranza e di voglia di cam-biamento che ha dato più energia alla nostra voglia di lavorare per un futuro migliore. Infatti, stiamo già lavorando all’edizione 2012 della manifestazione “Festambiente Terra Felix”. Il tema che abbiamo scelto per la 3^ edizione di Fe-stambiente è la bellezza: senza dubbio la principale caratteristica che il mon-do riconosce all’Italia e alla Campania ed è oggi una chiave fondamentale per guardare al futuro.

L’intervento del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris al dibattito di apertura di Festambiente Terrafelix

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UN MODELLO DI ECOFESTA DA ESPORTARE

A suo parere, Assessore, quali sono i beni comuni che vanno assoluta-mente salvaguardati?

Ai beni comuni materiali da salva-guardare, che possono essere am-bientali, culturali, artistici o di altro genere, aggiungerei anche il valore di tanti buoni esempi che devono diventare patrimonio comune. Mi viene in mente Giancarlo Siani, un esempio e un punto di riferimento per tutti noi, perché aveva cercato di far diventare patrimonio comune l’atto di denunciare e lo aveva fatto in una maniera estremamente sem-plice ritenendo che fosse assurdo che le risorse del suo paese potes-sero essere depredate in quel modo dalla camorra. Allo stesso modo la vita coraggiosa di Angelo Vassallo, il cui ricordo deve diventare un bene comune per tutti noi. Angelo fu as-sassinato proprio un anno fa solo perché voleva che Pollica, il suo pa-ese, rimanesse incontaminato da ecomostri e scempi ambientali. Vite coraggiose a difesa della legalità, dei giovani e del proprio territorio che però hanno perso la vita per mano della camorra.

quella buona

Occorre dire però, che le perso-ne prese ad esempio sono esse-ri umani come noi, sicuramente coraggiosi e dotati di un senso di giustizia fuori dal comune. Non dobbiamo mai essere soli quando vogliamo intraprendere un percorso di denuncia: se dob-biamo segnalare, per esempio, uno sversamento illegale di rifiuti per strada, proviamo a chiederci se danneggia solo noi. Sicura-mente altre persone sono lese da quello sversamento e, allora, bi-sogna coinvolgerle. Lo Stato siamo anche noi e no-stro compito è vigilare su tutto e comunicarlo. Insieme è possibile affrontare le difficoltà con più ef-ficacia.

Perché i cittadini hanno la sensa-zione che lo Stato sia assente?

Per rispondere a questa domanda ne faccio una io: sapete quante volte i Regi Lagni sono stati puli-ti? Quanto abbiamo investito per ripulire il reticolo geografico dei Regi Lagni? Se andate oggi a ve-dere lo stato in cui sono vi rende-te conto che forse abbiamo spre-cato delle risorse perché ci è stato chi le ha inzozzate di nuovo. Allora, non è vero che lo Stato non è presente sono le persone che non hanno rispetto per l’am-biente. Però è vero anche che, so-prattutto in provincia di Caserta il controllo da parte delle forze dell’ordine è notevolmente au-mentato, tanto da far parlare di un “modello Caserta”. Il controllo a tappeto con uomini e mezzi su tutta l’area provinciale ha portato alla scoperta di nume-rosi reati ambientali e, credo sia arrivato il momento di esportare tale modello di lavoro al resto del-la Campania.

Il modello di recupero e valorizza-zione delle eccellenze del territo-rio sperimentato a Festambiente Terra Felix, può essere esportato?

Penso di si perché è un modello che fa leva soprattutto sul senso della comunità. E’ una festa che oltre a risco-prire i valori della salvaguardia della conservazione e della valo-rizzazione dell’ambiente, pone al centro le persone con i loro sa-peri con le loro esperienze. Credo che in un momento come questo di grande difficoltà per la nostra nazione e per la nostra regione si debba ripartire proprio dalla riscoperta del senso della comu-nità. Per quanto mi riguarda, vor-rei tantissime Terre felix in tutti i comuni della regione Campania e penso che questo modello debba essere maggiormente divulgato, soprattutto tramite l’azione di Le-gambiente.

Come priorità nel campo dell’edu-cazione ambientale, il suo asses-sorato e quindi la Regione Cam-pania cosa sta mettendo in atto?

La Regione sta puntando al po-tenziamento delle attività dei numerosi Centri di Educazio-ne Ambientale e di Laboratori di Educazione Ambientale che già sono attivi in moltissimi Comuni della regione Campania e costitu-iscono una vera e propria rete, un network che è la rete IN.F.E.A.Al momento, abbiamo allo studio una legge che vuole incentivare comuni e scuole a costituire orti sociali, come qui a Succivo voi avete fatto, e che in questa festa sono diventati oggetto di curiosi-tà ma anche i protagonisti della festa stessa. Vogliamo avviare attività di edu-cazione ambientale per far sco-prire il senso di rispetto per tutto ciò che ci circonda.

Con l’Assessore all’Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano, ospite al convegno inaugurale di “Festambiente terra Felix”, abbiamo parlato di tutela del bene comune in considerazione di un miglioramento delle condizioni di vita in Campania.

Dobbiamo rilanciare la capacità di produrre bellezza nei gesti, nelle cose, nei luoghi e soprattutto nelle persone. Attraverso la bellezza parleremo di cit-tà e di senso civico, di stili di vita e di prodotti, di cultura e di paesaggio, di rispetto e solidarietà.La bellezza come motore di un cam-biamento che porterà a rendere più moderne e vivibili le città, che riuscirà a migliorare la qualità della conviven-za tra gli uomini, del benessere indivi-duale e, perché no, anche la vitalità, la creatività e la diversità. Tutte risorse rinnovabili e immateriali, proprio quelle su cui dobbiamo pun-tare per un futuro migliore. (A.P.)

di Maria Rosaria Coppola

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Al terzo appuntamento dei convegni di Festambiente si è parlato di “Impresa e Legalità” in un territorio dove di entrambe le cose c’è tanto bisogno. Al convegno hanno partecipato Raffaello Magi - Giudice del Tribunale di S.Maria Capua Vetere, estensore della sentenza “Spartacus”, Raffaele Del Giudice - Direttore di Legambiente Campania, Silvana Fucito – Federazione Associazione Antiracket, Guido Longo – Questore di Caserta, Raffaele Lupoli – Curatore della Collana di fumetti della Round Robin, Laura Biffi autrice del libro “Libero Grassi. Cara mafia, io ti sfido”, Danilo Chirico Presidente Associazione da Sud.

Giudice Magi, come è stato detto da tutti gli amici presenti, non bisogne-rebbe mai stancarsi di parlare di lega-lità. Lei ci ha più volte ricordato che l’educazione alla legalità è fondamen-tale per costruire una società libera e non bisogna mai farsi scoraggiare da-gli eventi negativi.

Innanzitutto, grazie per l’invito e per l’opportunità che mi avete dato, di es-sere presente ad un momento di di-vulgazione molto importante perché molto diretto.

Parlare di legalità, in un con-testo di festa come questo, è sicuramente efficace perché si riesce meglio a far comprende-re che le istituzioni preposte al rispetto della legge sono sempre vicine ai cittadini. Quello che noi stiamo facendo qui è molto importante, nel-la misura in cui i cittadini che partecipano ai convegni e di-battiti riescono meglio a capire che non sono soli, che esiste veramente qualcuno che lavora per garantire la sicurezza e il ri-spetto della legge. Da parte nostra, dobbiamo fare il possibile per trasmettere fidu-cia e la certezza di sentirsi sicu-ro nel luogo in cui vive anche rispetto alla qualità dell’am-biente. Negli ultimi mesi, avver-to che c’è più fiducia nel lavo-

ro della giustizia perché, come diceva giustamente il questore Longo - intervenuto al dibatti-to ndr - sono stati raggiunti dei notevoli risultati di conoscenza e di repressione di un certo fe-nomeno e stiamo cercando an-cora di raggiungere altri obiet-tivi, nonostante la scarsità di risorse di mezzi che abbiamo.La gente di questo territorio ha bisogno di essere coinvolta maggiormente in dibattiti come questo, ma anche in tutte quelle attività istituzionali che riguar-dano il loro futuro e soprattutto devono sapere che esistono op-portunità di cambiamento che si realizzano solo con compor-tamenti antagonisti rispetto al modello criminale.

Non sono mai abbastanza i mo-

del Direttore

LIBERO GRASSI Cara mafia io ti sfido

Dopo l’omicidio la storia di Libero si è pro-lungata grazie alla sua eredità morale e sociale. Per chi era ragazzo quel 29 agosto 1991- ci racconta Raffaele - Libero Grassi è stato uno dei primi “personaggi” impegna-ti contro le mafie. Era stato a Samarcanda, sulla Rai, in prima serata. E aveva raccon-tato il suo ostinato rifiuto di pagare il pizzo, la forza dei Cosa nostra nella sua città, l’o-mertà e la collusione della società, dei suoi colleghi imprenditori in particolare. Poi abbiamo appreso che quell’uomo distinto, con quella faccia seria, quella fierezza nella voce con la erre moscia, che avevamo co-nosciuto dalla tv, era morto.

“Io sono il simbolo vivente di una ribel-lione che è possibile per tutti” diceva Libero. E ha testimoniato anche dopo la morte che la ribellione, quella vera, non ha nulla di anagrafico o “muscola-re”. Ribellarsi vuol dire tenere il timone fermo e lo sguardo fiero, come in una delle sue foto più belle. Vuol dire non fermarsi a ciò che con-viene ma continuare a muoversi per ciò che è giusto. Solo così questo mo-vimento può farsi onda. Circa cento pagine che si sfogliano in poco tempo, ed è giusto che sia così. Ma è anche giusto che chi legge sappia che ogni riga è stata tracciata rimanendo quan-to più fedeli alla realtà dei fatti. Molto di quello che abbiamo raccolto è rima-sto fuori-fumetto. Dopo tutto, una vita intensa e ricca come quella di Libero Grassi, che non si esaurisce nel tempo, non può certo esaurirsi nello spazio di questa graphic novel”

Laura Biffi e Raffaele Lupoli, autori di “Cara mafia io ti sfido”, sono intervenuti spiegando perché hanno deciso di raccontare la storia di Libero Grassi.

“è una storia che va oltre quella che egli ha vissuto in prima persona.”

Non siamo soli

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menti per parlare di legalità. Ma le persone avvertono ancora troppa distanza rispetto a chi ci difende quotidianamente.

Vi riporto un’esperienza di ca-rattere personale che, in qual-che modo, mi lega al Questore Longo che, dopo aver stanato Madonia, arrivò a Napoli come capo del Centro DIA, con i suoi agenti stanò e arrestò France-sco Schiavone in un’abitazione sotterranea di Casal di Prin-cipe (*). Era il 1998 ed io ero alle battute iniziali di quel pro-cesso, meglio conosciuto come processo Spartacus. Schiavone fu arrestato dopo circa trenta ore di ricerca sul posto e, sic-come bisognava subito interro-garlo, mandarono me. All’epo-ca avevo quattro anni e mezzo di esperienza in magistratura, ero un giovane magistrato che iniziava da pochi mesi a occu-parsi di quei processi proprio in Corte D’Assise. Arrivammo fuori al portone di Rebibbia con la macchina di servizio, erava-mo io e l’autista. Il secondino di Rebibbia guardò dentro l’auto e chiese, dove fosse il giudice: gli avevano detto che arrivava uno della Corte di Assise e forse lo aspettava avanti con l’età e con i capelli bianchi. Mi sono subito reso conto che le persone hanno bisogno di sen-tirsi protette e sicure e che con-siderano che tutto ciò lo possa garantire l’esperienza. Da allo-ra in poi, dunque, il mio punto d’osservazione per i fatti legati alla criminalità organizzata è cambiato: ho ricominciato fre-neticamente a “studiare”, a leg-gere e assimilare tutte le storie che venivano dalla Sicilia.

I Casalesi, infatti, nella loro configurazione iniziale, in par-ticolare Antonio Bardellino che era stato capo storico fino all’88, erano una costola dei Nuvoletta che era la famiglia fa-mosa, in sostanza “cosa nostra” in Campania, di cui uno dei capi, Lorenzo Nuvoletta, anda-va a fare le riunioni alla cupola a Palermo. Le persone preposte alla difesa dei cittadini sono “umane” a tutti gli effetti. Solo che hanno scelto di vivere con una grossa responsabilità che è quella di fare rispettare la legge.

L’economia in Campania, e in particolare in provincia di Ca-serta è fortemente legata a si-stemi illeciti è necessario rag-giungere un modello economico “pulito”

Sono moltissime le imprese vi-cine alla criminalità organizza-ta. Non stiamo parlando solo di quelli che vanno a fare l’estor-sione che fanno girare denaro di dubbia provenienza. Però c’è anche il commerciante sano, c’è l’artigiano sano, l’allevatore di bufale sano, ma sono e non si vedono tanto. Dall’angolo della mia visuale, vedo e continuo ancora a ve-dere costruttori, commercianti, distributori delle materie prime, distributori dei prodotti essen-ziali come pane, zucchero, latte che cercano o che non evitano il contatto con le organizzazioni malavitose.Mi dispiace che non c’è il rap-presentante di Confindustria (Luciano Morelli – Vicepresi-dente Confindustria Campania - era stato invitato ndr) perché è con loro che dobbiamo parlare,

nelle foto ( di Vincenzo Viglione):Raffaello Magi, Laura Biffi e Raffaele Lupoli

Perché il suo ostentato “non pago” era una sfida inaccettabile per i mafiosi, perché quell’uomo non si limitava a fare pigiami nella sua fabbri-ca, ma pretendeva anche di farlo a testa alta. Sapeva bene che il racket prima che una moda-lità di arricchimento è una asfissiante forma di controllo sociale. L’estorsione – spiegava Grassi un anno prima di essere ucciso – è la madre di tutti i crimini perché è funzionale a stabilire, consolidare ed estendere il governo sul terri-torio rappresentato da una strada, una piazza o un quartiere. Il pizzo è manifestazione della signoria territoriale di Cosa nostra sulla città di Palermo; con il pizzo la mafia si fa Stato”. Aveva detto che non si sarebbe mai arreso – continua Laura- e si dichiarava convinto che c’erano le condizioni per affrancare l’industria siciliana dai condizionamenti mafiosi. Così la sua “sfida” non si è fermata e ha fatto sentire i suoi effetti – certo a fasi alterne – an-che dopo il 29 agosto 1991, girando per il Pae-se sulle gambe dei suoi cari e dei tanti che non lo hanno dimenticato.

“Volevamo soltanto raccontare una storia che ci sta a cuore.”

(*) Il 7 dicembre 2011 il Questore Gui-do Longo ha coordinato la cattura del superlatitante Michele Zagaria ndr.

è con loro che dobbiamo discutere e cercare di valorizzare il rapporto con l’impresa se è possibile sano. Noi sappiamo che, quando i nostri custodi giudiziari entrano nelle terre, nelle aziende confiscate, la prima cosa da fare è mettere a posto le persone che lavorano in nero, dotarle di un si-stema di gestione dei rifiuti decente. Devono affrontare dei costi che l’im-prenditore precedente, tanto più se vicino alla criminalità, non ha mai vo-luto affrontare. Allora, la vera rivolu-zione culturale che dobbiamo far par-tire da queste terre, da queste realtà, oltre che liberarci dalla pressione del-la criminalità organizzata, è valoriz-zare le esperienze di chi soffre, di chi denuncia, di chi affronta le difficoltà di un processo, di una vita cambiata. Bisogna valorizzare la crescita di op-portunità di un’impresa che non deve essere solo un’opportunità personale di super guadagno, ma tornare a quel-lo che, qualcuno un po’ di tempo fa voleva abolire, e cioè un articolo della nostra costituzione dove si parla della funzione sociale dell’impresa. Nel no-stro territorio questo è un fatto essen-ziale perché altrimenti non ci liberere-mo mai della pressione camorristica: un vero imprenditore, un vero lavora-tore non deve pensare di guadagnare utilizzando scappatoie illegali, non deve intraprendere strade contorte come pagare il pizzo immaginando di stare tranquilli, accettare di truccare una gara e cose simili. Solo così possiamo sperare di raggiun-gere un modello economico sano.

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In contrasto alla criminalità organizzata, Signor Questore, le forze dell’ordine fan-no tanto ma c’è bisogno di una rete che vada aldilà dell’impegno dello Stato.

Direi che la rete è lo Stato stesso, perché lo Stato siamo tutti. Lo Stato è costituito dagli apparati ma è costituito soprattut-to dai cittadini e proprio il cittadino deve ribellarsi alle soverchierie e ai soprusi, in tutti i modi, in tutte le forme possibili.Più i cittadini segnalano ciò che accade, più le associazioni si uniscono per infor-mare e sollecitare a denunciare e più si può dire che lo Stato è presente. E’ que-sta la vera rete da rinforzare

La polizia, per quanto i tagli economici abbiano colpito anche le forze dell’ordine, è un grande sostegno. Un cittadino che deve denunciare a chi deve rivolgersi?

Un cittadino che deve denunciare deve rivolgersi alle forze dell’ordine. Polizia e Carabinieri, su molti fronti, lavorano in stretta sintonia con la magistratura per garantire e per assicurare alla giustizia chi purtroppo cerca in modo parassitario di sfruttare il lavoro altrui. E’ importante segnalare i piccoli reati ambientali anche agli uffici di vigilanza dei comuni di appartenenza o agli uffici sanitari che provvederanno ad inoltrare, secondo l’entità del reato, alle autorità competenti.

Lei conosce il tessuto mafioso di tutto il territorio del mezzogiorno. Ci può confer-mare che è un allarme che non riguarda solo il Sud Italia?

Certo, è un allarme che bisogna spostare anche in altri luoghi. Perché ovviamente la criminalità organizzata cerca di lucra-re in territori più ricchi, più proficui dal punto di vista commerciale ed industria-le, per cui bisogna stare in guardia anche in zone dell’Italia non direttamente “in-festate” dai fenomeni malavitosi ma che possono essere contaminate ed in parte lo sono già state.

Il suo impegno contro la criminalità or-ganizzata in Sicilia, in Calabria e poi qui in Campania, come Questore a Caserta. Ci aiuti a capire come, i cittadini comuni, devono comportarsi per avvicinarci all’o-biettivo di avere una società più giusta e più libera dalla criminalità organizzata.

Secondo me bisogna parlarne, parlarne e parlarne ancora.

Non trincerarsi dietro al silenzio per-ché il silenzio significa favorire le or-ganizzazioni mafiose, camorristiche e ‘ndranghetistiche. L’omertà è una delle regole delle organizzazioni ma-lavitose ma, fortunatamente, negli ul-timi tempi sono cresciute le occasioni di confronto su questi temi. E soprat-tutto, bisogna avere fiducia nelle Isti-tuzioni: Carabinieri, Finanza, Magi-stratura, impiegano quotidianamente enormi risorse per consegnare alla giustizia camorristi, mafiosi e delin-quenti. Il problema è continuare, perché l’o-pinione pubblica è molto sensibile all’azione dello Stato, è attenta e ca-pisce quando lo Stato è presente e in che misura è presente e si regola di conseguenza. Dobbiamo con le nostre azioni con-tinue e senza sosta dare coraggio all’opinione pubblica. I Carabinieri, proprio oggi, hanno arrestato degli estorsori denunciati da un imprendi-tore casalese.

Dopo il convegno abbiamo intervistato il Questore di Caserta Guido Longo in merito alle “armi” che tutti i cittadini hanno a loro disposizione per contrastare la criminalità.

di Raffaele Lupoli

Questo è un segnale che deve fare rallegrare tutti perché vuol dire che la gente può continuare a credere nello Stato e spero che ciò continui. Ma lo Stato da parte sua deve con-tinuare ad essere credibile come lo è stato fino ad ora, anche creando sempre più occasioni per parlare di legalità e giustizia. Festambiente è una di queste occasioni. Ma ancora non basta.

L’organizzazione di Festambiente ha assegnato il Premio “Fortapasc” alla Questura di Caserta che Lei oggi rappresenta. E’ un premio con-ferito a chi svolge il proprio lavoro confrontandosi con le difficoltà della terra di camorra.

Sono onorato, a nome di tutta la questura di Caserta, per questo premio che ancora di più ci rende consapevoli che i cittadini hanno in noi un punto di riferimento e che non dobbiamo deluderli.

I cittadini possono continuare a credere nello Stato

foto di Vincenzo Viglione

Legambiente Geofilos ha istituito per Festambiente il premio Fortapasc: un ri-conoscimento assegnato a cittadini, Associazioni o Enti, che si impegnano per “Terra Felix” e che vuole incoraggiare e promuovere l’attivismo del e sul territo-rio. Fortapasc è ispirato a Giancarlo Siani, il giovane che ha raccontato attraver-so la cronaca vera gli affari delle criminalità organizzata negli anni ’80.

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Come fai a rimanere un ambienta-lista ottimista nonostante le esperi-enze di tutti i giorni ?

Il fatto di sentirsi parte di una squa-dra ti rende ottimista. La rete che si crea cancella la sen-sazione di “nonpuotismo” e infonde fiducia e voglia di fare.Il nostro lavoro dipende dall’impegno di tutti i circoli di Legambiente che, fortunatamente, è notevole e signi-ficativo. Sono molti i giovani impegnati a promuovere e a diffondere l‘idea di una tutela dell‘ambiente fatta non solo di parole ma soprattutto di ge-sti.

Consumo consapevole. Come indi-viduare le imprese giuste?

Innanzitutto, è importante la conos-cenza del territorio e il passaparola. Dobbiamo raggiungere maggiore consapevolezza cercando di mettere insieme tante piccole informazioni. Cercare di avere un rapporto diretto con il negoziante. Evitare le mode dei negozi che apro-no e chiudono continuamente. Ori-entarsi verso i prodotti tipici a chi-lometro zero e verso il commercio equo e solidale.

Questione rifiuti. Come affrontarla?

E’ inutile negare che molte imprese del nord non si sono fatte scrupoli nel trarre vantaggio dalle ecomafie in Campania. è importante per noi cittadini e per le associazioni conti-nuare a parlare, denunciare, a par-tecipare incontri. Fare già in casa propria una raccolta differenziata virtuosa così da poterla pretendere e mettere in condizioni le ammini-strazioni di rispettare un’etica dello smaltimento. Ovviamente su grosse partite di rifiuti servirebbe che la Confindustria battesse un colpo in tal senso. Da troppo tempo fa finta di niente. Insomma, ognuno deve fare la propria parte. Si dovrebbe far partire una importante azione di bonifica, basata su accurate analisi per individuare da dove sono parti-te tutte le schifezze seppellite nella nostra terra.

Per le speranze di questo territorio, su cosa puntare per il rilancio?

Primo, mi verrebbe da dire su di noi. Ma è troppo facile. Dunque, sul capitale sociale dell’associazione. Far nascere laboratori di bonifica cercando di atti-rare i fondi europei, mettendo insieme università, competenze e aziende sane.

Campania felix è possibileL’ambientalismo in Campania sembra un’utopia. In realtà la maggior parte dei cittadini continuiano a credere che un mondo diverso è possibile: bisogna rargli voce. Intervista a Raffaele del Giudice, Direttore di Legambiente Campania

Estendere i protocolli di legalità con Confindustria. Far nascere delle im-prese che inizino a promuovere le cose straordinarie del nostro territorio ren-dendolo fruibile in maniera diversa ed intelligente anche attraverso attività di cooperazione. Far nascere cooperative come modelli di sviluppo locale sareb-be importante. La lezione di come la criminalità ha devastato i nostri terri-tori è chiara. Manca un’alternativa ed un esempio virtuoso da offrire. I ragaz-zi sono sfiduciati. Vorrebbero qualcu-no che oltre ad indicargli la strada ne faccia un pezzo con loro.

Quindi la Campania Felix è ancora possibile?

Certo è tutt’ora possibile. La Campa-nia Felix non finirà mai. E’ fatta di en-ergie di passione e anche di amarezza ed è possibile nella maniera in cui ini-ziamo a fare rete veramente. (A.P.)

Sono stati assegnati: alla Questura di Caserta per l'impegno profuso nel contrasto alla criminalità organizzata; a Massimo Noviello, figlio di Domenico, assassinato dalla camorra il 18 maggio del 2008, per la tenacia con cui ha ricostruito la sua attività imprenditoriale; a Francesca Ghidini, gior-nalista del Tg3 della Campania per il continuo impegno nell’informazione di “prima linea” sulle ecomafie; a Renato Natale per il suo prezioso lavoro volontario in terra di gomorra. (A.P.)foto di Vincenzo Viglione

FORTAPASCPREMI 2011

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Si è tenuto nella caratteristica corte del Casale di Teverolaccio, l’insolito dibattito “multisensoriale”, dove gli intervenuti hanno potuto, oltre che ascoltare gli interventi degli autorevoli relatori, approfondire la conoscenza dell’enogastronomia locale e partecipare alla degustazione dei due prodotti di eccellenza della provincia di Caserta: la mozzarella dop e il vino asprinio di Aversa doc. Presente al dibattito Antonio Lucisano, Direttore del Consorzio per la Tutela della Mozzarella di bufala Campana DOP, Cosimo Rummo, presidente di Rummo Lenta Lavorazione, Salvatore Avallone Presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei vini D.O.C. Asprinio di Aversa, Falerno del Massico e Galluccio, Peppe Daddio, chef e fondatore dell’Istituto “Dolce & Salato” e Nicola Muccillo, giornalista RAI

LO SVILUPPO PARTE DALLE QUALITà

di Teresa Ubaldini

Prodotto d’eccellenza della regione Campania è la mozzarella di bufala. Prodotto DOP tutelato da un Consorzio che raggruppa trecento aziende che rappresentano una risorsa straordinaria per questo territorio. Antonio Lucisano, Presidente del Con-sorzio, ha illustrato la situazione at-tuale delle aziende produttrici dell’oro bianco.“Il consorzio annovera 200 produttori agricoli tutti entrati nell’ultimo anno. Oggi, siamo una realtà importante, oltre 100 caseifici, quasi 200 aziende agricole, un’entità che vale sul merca-to 500 milioni di euro. Esso raggruppa aziende che fanno parte delle provin-ce di Caserta, Napoli, Salerno, Bene-vento, di Frosinone, di Latina, di Roma, di Foggia. La mozzarella di bufala campana è spesso sotto attacco rispetto a proble-matiche legate alla diossina, alle con-dizioni in cui vivono le bufale e altro, ma sono questioni che riguardano il passato. Oggi le aziende subiscono ventimila controlli all’anno per la con-formità del prodotto, rispetto al disci-plinare che prevede il 100% di latte di bufala di razza mediterranea fresco.

Le aziende che sono fuori dal consor-zio, anche se producono eccellenti mozzarelle, che non si fregiano del marchio della DOP, non sono sogget-te a questo tipo di disciplinare severo. Il consorzio, oggi, è molto attento al benessere degli animali: una bufala produce otto litri di latte al giorno, un allevamento di bufale delle nostre zone mediamente conta circa 300-400 capi, le aziende più grandi ne hanno 700 e solo una decina arriva a 1000 capi. Le femmine vivono in una ma-niera nettamente migliore di tutti gli allevamenti vaccini non solo in Italia ma nel mondo, vivono allo stato semi-brado quando non sono in lattazione, vivono nei paddock quando sono in lattazione perché è necessario che la loro alimentazione sia funzionale al prodotto che devono fornire, che deve rispettare un giusto equilibrio tra grassi, proteine ecc. E’ in atto, da parte del consorzio, un tentativo di istituire un albo dei forni-tori autorizzati per produrre latte per la mozzarella di bufala dop. In Cam-pania, è bene ricordarlo che c’è solo una piccola area, della quale parlano continuamente i giornali, infestata da diossina ed altri inquinanti e quindi non possiamo forzare nel disciplinare discorsi di pascolo brado, perché que-sto ci renderebbe ancora più esposti a critiche che sono comunque infonda-te. Dall’Istituto zoo profilattico speri-mentale del mezzogiorno di Portici, ri-sulta che nel 2010 non è stato trovato un solo caso di terreni su cui insistono le bufale su cui ci fosse diossina.Dobbiamo certo stare attenti a quello che compriamo, perché se quando portiamo la mozzarella a casa, que-sta diventa blu, non abbiamo certo comprato mozzarella di bufala DOP. Il Consorzio è attualmente attivo nella promozione di un prodotto di eccel-lenza di qualità indiscutibile su cui dovrebbe puntare l’intera economia della Campania”.

Sua Eccellenza: la bufala campanaAntonio Lucisano, Direttore del Consorzio per la Tutela della Mozzarella di bufala Campana DOP

FestAmbiente ha rappresentato l’oc-casione per raccontare con esempi concreti quella Campania che, nono-stante tutto, non abbassa la guardia grazie ai tanti imprenditori che, con non pochi sforzi, cercano di valoriz-zare e promuovere il “made in Cam-pania”. Da tutti i loro interventi viene fuori una priorità: fare sistema, assie-me alle istituzioni, le associazioni, e salvaguardare l’ambiente, come leva di sviluppo e miglioramento della qua-lità della vita di ognuno e di tutti.

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Dicembre 2011 - la Vite & il PioPPo - 15

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globalmentepensare globalmente

Un Consorzio per valorizzare vini dalle caratteristiche uniche

Gino Veronelli, prima penna ad avere descritto l’incanto,il fascino e le qualità della Italia vitivinicola, ha definito il contadino come una sorta di solerte guardiano posto a tutela del territorio, della sua inte-grità e bellezza. Da secoli i vigna-ioli hanno curato maniacalmente i siti dove allignavano le loro vigne, nella piena consapevolezza che tutelando e proteggendo la terra avrebbero tutelato la qualità dei loro vini e dato la possibilità anche ai propri figli di ottenere gli stes-si ottimi risultati. Il produttore di vino sa bene che le caratteristiche di pregio delle sue uve pro-vengono dal territorio, “unicum” non replicabile, non espor-tabile, il “ terroir “ dei cugini francesi, costituito da un mix di terreno, esposizione, clima e cultura che fa sì che un Asprinio si possa produrre solo nella piana Aversana, un Falerno sulle colline del Massico, un Bordeaux nella omonima regione e così via. Nella nostra bella Campania e nella terra casertana ab-biamo la sintesi di tali concetti fusi con una storia ed una cul-tura enologica millenaria. Quale regione enologica al mondo può vantare il fascino, la tradizione e la storia che si concentra-no in un bicchiere di Falerno? Non esiste altra zona al mondo dove il paesaggio è così fortemente caratterizzato dai lunghi ed altissimi festoni della “vite maritata” ove maturano ad oltre 15 metri di altezza i grappoli dell’Asprinio, un tesoro di abilità pratiche e profumi da tramandare ai nostri figli e pronipoti.Da alcuni anni tra i produttori casertani si è diffusa la consape-volezza che lavorare insieme oggi è un dovere oltre che una opportunità da cogliere per consentire alle aziende del nostro territorio, tutte realtà medio piccole ma in grado di realizzare dei vini di assoluto interesse e rilievo qualitativo, di raggiun-gere una visibilità ed un successo di tutela del prodotto e di immagine globale assolutamente non ipotizzabile lavorando individualmente.Nel 2004 nasce a Caserta il VITICA - Consorzio di Tutela e Va-lorizzazione dei Vini a Denominazione di Origine Controllata Asprinio di Aversa, Falerno del Massico e Galluccio che suc-cessivamente ha esteso la propria rappresentatività anche nei confronti dei vini a Indicazione Geografica Tipica “ Roccamon-fina “ e “ Terre del Volturno”. La attività quotidiana del VITICA è volta a tutelare il territorio vitivinicolo casertano ed a valorizzarne i prodotti oltre che a stimolare la ricerca di enti e aziende per affinare, giorno dopo giorno, la qualità dei vini di Terra di Lavoro e per proteggere l’ambiente dove le uve vengono raccolte. In questo contesto diventa funzionale e sinergica la collaborazione con tutte quel-le associazioni come Legambiente che, senza interessi perso-nali ma solo per amore verso la propria terra, sono disponibili a rimboccarsi le maniche ed operare in prima persona per lo sviluppo e la tutela del territorio. Territorio significa certamen-te vigne e colline ma anche reperti del passato, testimonianze della nostra civiltà ed operosità da salvaguardare e tramandare ai posteri. La volontà del VITICA è quella di proseguire nell’o-pera intrapresa di tutela e valorizzazione con l’auspicio che sempre più ambiziosi traguardi si renderanno raggiungibili grazie alla collaborazione ed alla disponibilità di tutti i soci ed in particolar modo dell’ attuale consiglio direttivo che oggi è composto dai seguenti produttori ed operatori: Carlo Nume-roso ed Arturo Celentano – vicepresidenti e i consiglieri Felicia Brini, Amedeo Barletta, Massimo Telaro, Nicola Trabucco, Raf-faele Magliulo, Claudio Prattico, Nicola Caputo, Antonio Papa, Carlo Zannini, Francesco Zagaria, Gennaro Pizzorusso, Paola Riccio ed il presidente Salvatore Avallone

A Nicola Muccillo, il giornalista della RAI più invidiato d’Italia perché con il suo lavoro ha la possibilità di conosce-re - e assaggiare ndr - le meraviglie gastro-nomiche della nostra regione, per il suo in-stancabile impegno alla promozione delle eccel-lenze campane, è stato conferito il Premio Terra Felix consegnato dal direttore del “la Vite e il Pioppo” Susy Pascale.

Lo afferma Cosimo Rummo, Presi-dente e Amministratore Delegato dell’omonimo pastificio: “Siamo stati orgogliosi di partecipare a Fe-stAmbiente in un momento come questo, quando noi imprenditori italiani e in particolare del sud sia-mo chiamati a fare grossi sacrifici.

Auspichiamo segnali concreti per agevolare le aziende di me-die e grandi dimensioni come la nostra che investono in ricerca e sviluppo, che credono nel proprio territorio e che contribuiscono a garantire la ricchezza del sistema - paese. Con l’impianto di trigenerazione (un sistema che utilizza gas per produrre insieme energia elettri-ca, calore e frigorie) ad esempio abbiamo ottenuto una notevole riduzione dell’impatto ambien-tale - premiato da Legambiente col Premio Innovazione ndr - nel rispetto delle normative e degli obiettivi del protocollo di Kyoto, e un risparmio economico che ci consente di offrire un prodotto di grande qualità a un minor costo”.

Esempio di eccellenza imprenditoriale e produttiva, Rummo porta a Terra Felix la propria esperienza

“Noi campani abitanti in terra di lavoro abbiamo un problema: sia-mo delle persone che produciamo delle eccellenze, ma non le sap-piamo rappresentare: dietro ogni prodotto campano c’è cultura, c’è una storia a volte millenaria. Questa storia bisogna tirarla fuori, bisogna proporla e tutelarla dalla cattiva informazione. Porto in giro nel mondo la pasta al pomodoro di terra di lavoro e la mozzarella casertana e quando siamo all’este-ro guai chi tocca la nostra terra”.

Peppe Daddio, chef e fondatore dell’Istituto “Dolce & Salato” nella sua scuola ospita ragazzi prove-nienti da tutta l’Italia che, in ma-niera del tutto originale, imparano ad amare il mestiere di porta in ta-vola non solo cibi ma soprattutto sapori, odori e passioni.

di Salvatore Avallone *

* Presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei vini D.O.C. Asprinio di Aversa, Falerno del Massico e Galluccio

Cucina e passione per i prodotti

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di Antonio Pascale

Se storicamente l’intera filiera agro industriale della canapa sativa si collocava in quest’a-ger realizzandone lo sviluppo economico sociale, a suo avviso quali sono stati i fattori che ne hanno determinato l’involuzio-ne?

I fattori che hanno determinato la scomparsa della lavorazione della canapa sono essenzial-mente due. Intanto, la difficoltà e la durezza del lavoro posso-no essere alla base della fine di questa lavorazione. E’ verissimo che la lavorazione della canapa è stata fondamen-tale per questo territorio, ma era un lavoro molto duro. Ripercorrendo la storia, ci sia-mo resi conto che c’è stato mol-to sfruttamento di chi ha lavo-rato qui la canapa e si trattava per la maggior parte di donne. Il secondo motivo si lega all’in-novazione tecnologica nel mon-do che aveva fatto scoprire altri materiali più comodi, la cui la-vorazione richiedeva uno sforzo minore. La lavorazione della canapa e si è quindi persa completamente facendo perdere quello che era stato un legame forte tra le col-ture e il territorio.

In che modo l’innovazione tec-nologica potrebbe invece fa-vorire il ritorno degli antichi rapporti tra produzione, tra-sformazione e vendita della ca-napa?

E’ la scommessa di questo pe-riodo storico. Abbiamo oggi a disposizione una tecnologia per ritornare a produrre la canapa con i risultati positivi di legame con il territorio.

I più anziani ricordano come questo era un territorio vo-cato alla coltivazione della canapa, oggi noi possiamo tornate a coltivare la canapa grazie all’innovazione tec-nologica, non avere quelle condizioni di lavoro diffici-lissime, durissime dei nostri genitori e nonni e possiamo ritornare ad utilizzare que-sto materiale anche in set-tori che prima non erano previsti o almeno lo erano in forma artigianale. Tutti sanno che la canapa, oltre ad essere un ottimo tessuto per capi di abbi-gliamento, ha anche delle capacità d’isolamento nell’e-dilizia, attraverso la nuova bioarchittettura le nuove im-prese edili cercano con mol-to interesse la canapa per-ché può sostituire materiali isolanti sintetici pericolosi per l’ambiente e la salute. Un’altra cosa che si sapeva, che i nostri nonni sapevano bene, è la capacità terapeu-tica della canapa, che era utilizzata come un vecchio rimedio per tanti problemi, e oggi l’olio e la farina di cana-pa sono richiesti dalle indu-strie farmaceutiche.L’innovazione tecnologica che ha favorito la scomparsa della canapa in questi luoghi ci offre, oggi, una possibili-tà che noi dobbiamo saper cogliere ed è per questo che ho presentato un Disegno di Legge raccogliendo la solle-citazione dell’industria, di Legambiente e delle associa-zioni di agricoltori affinché si riesca a mettere insieme la voglia di ritornare a fare un’agricoltura rispettosa del territorio e l’ambiente.

In Italia nel 1977 fu introdotto con la legge Cossiga il divieto di coltivazione due piante cugine ma con caratteristiche molto diverse: la canapa indica e la canapa sativa. La canapa, in Campania, in particolare nella zona dei regi lagni, era abbondantemente coltivata grazie alla sua resistenza e per i suoi molteplici usi e ai moltissimi prodotti derivati, come carta, stoffe, olio, farina, cosmetici e medicinali. Il workshop del 9 settembre si è posto l’obiettivo di esaminare le opportunità per la nostra Regione rispetto alla reintroduzione di una filiera industriale nazionale della canapa sativa ricordando che l’Unione europea, nel 1972, aveva inserito nella politica agricola comune gli aiuti alla produzione della canapa sativa. Ne abbiamo parlato con Francesco Ferrante, Senatore, primo firmatario del DDL-Delega per la promozione della filiera agroindustriale della canapa sativa, Francesco Massaro, Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania e Maurizio Gubbiotti, segreteria nazionale di Legambiente

La canapa tra territorio e innovazione

il workshop “canapa e terrafelix” nella piazzetta del pozzo degli orti di teverolaccioil Sen Francesco Ferrante e Antonio Pascale nella foto in alto

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La Console Generale degli Stati Uniti a Napoli, Pamela Caplis, è stata ospite della manifestazione “Festambiente Terrafelix presso il Casale di Teverolaccio a Succivo.

Dicembre 2011 - la Vite & il PioPPo - 1716 - la Vite & il PioPPo - Dicembre 2011

Questa è la seconda edizione di Festambiente e ci siamo fatti la promessa di ripartire dalle ec-cellenze del territorio, da cos’al-tro dovremmo ripartire per pro-muovere le bellezze della nostra terra?

Intanto, avete fatto la scommes-sa giusta nel senso che capire e conoscere il proprio territo-rio è un punto di partenza im-portane. Una volta conosciute e scoperte quelle che sono le cose migliori che il territorio of-fre bisogna promuoverle e farle apprezzare anche dagli altri: è l’unica possibilità che abbiamo per pensare ad uno sviluppo territoriale che permetta ai gio-vani di sperare ad un futuro in questo territorio e non a un per-corso di vita che li conduca ne-cessariamente da qualche altra parte per costruirti una vita, un futuro sereno e una famiglia.Festambiente Terrafelix deve dimostrare che l’eccellenza di questo territorio, a parte i pro-dotti agricoli, le produzioni ar-tigianali e altre cose, è la gente che vive qui. Le eccellenze di questo territorio sono i cittadini onesti che lavorano e che vivono nella speranza che i propri figli e i propri nipoti possano gode-re della “fertilità” di Terrafelix, come era tanto tempo fa. Tutta questa vocazione alla promozio-ne territoriale, però, deve esse-re strettamente connessa alla battaglia per la legalità. Non ci può essere futuro, non ci può essere sviluppo se non c’è lega-lità perché se noi permettiamo alle organizzazioni criminali di trionfare, non daremo mai la possibilità a quelli che vogliono rimanere qui di costruire qual-cosa di buono per il proprio ter-ritorio e per la propria vita.

La Console ha incontrato i vo-lontari del Circolo Geofilos Le-gambiente e gli assessori delle Amministrazioni di Succivo e Sant’Arpino. Ha visitato l’intera struttura e gli orti sociali fer-mandosi a chiacchierare con gli anziani agricoltori che le han-no regalato un cesto di prodotti freschi. Gli orti sociali - ha det-to la Caplis - sono una pratica che dovrebba diffondersi mag-giormente e, infatti, sul tetto del Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli sono stati piantati ortaggi e verdure tipiche campa-ne. La Caplis è in Italia per sosti-tuire il Console Generale Moore, impegnato negli Stati Uniti per la commemorazione delle vittime dell’11 Settembre 2001.

Orti che uniscono le comunità

I percorsi del gusto, targati Fe-stambiente Terrafelix sono stati realizzati in collaborazione con Slow Food, AIAB, Coldiretti e CIA, con l’obiettivo di sensibiliz-zare il consumatore alla ricerca della qualità, permettendogli di interfacciarsi direttamente con le aziende che hanno presenta-no le loro primizie.

Alcune aziende Campane hanno messo a disposizione il loro bou-quet di prodotti tipici accompa-gnando i partecipanti in un per-corso gustativo che ha permesso di riscoprire il valore dei sapori genuini e tradizionali delle no-stre terre, rigorosamente “a Km zero”.Durante le quattro giornate di Festambiente sono stati assag-giati diversi prodotti. Il Caso peruto, formaggio ovicaprino di remota origine, tipico della zona compresa tra Sessa Aurunca e San Pietro Infine, area di an-tichissima tradizione pastora-le dove, in un aspro paesaggio montano, si incontrano le regio-ni Lazio, Campania e Molise.

Non sono mancati appuntamenti giornalieri con la gastronomia tipica e tradizionale, attraverso i “percorsi del gusto”, degustazioni gratuite che hanno portato gli ospiti alla scoperta dei prodotti d’eccellenza della Terra di Lavoro.

Oli della provincia di Caserta tra cui “La Tonda del Matese”. Infine sono stati pre-sentati “I vini tipici della provincia di Ca-serta: sapori millenari tra vulcano, monti e mare”.

A salutare la Console Caplin anche un gruppo di bambini della scuola pari-taria Peter Pan di Succivo che hanno intonato l’inno d’Italia.

la redazione

i percorsi del gusto

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Festambiente ha ospitato il Corso Nazionale di Formazione per educatori all’Ambiente e alla Legalità: metodologie e paradigmi da adottare per educare giovani (e non) allo sviluppo sostenibile e al rispetto delle fondamentali regole di convivenza civile e di cittadinanza attiva.

di Ferdinando Pirro *

Legambiente Scuola e Formazione e l’Osservatorio Ambiente e Legali-tà hanno organizzato nell’ambito di Festambiente Terra Felix un semi-nario di formazione con l’obiettivo di mettere in rete le attività associa-tive nel campo dell’educazione alla legalità svolte nei diversi settori e strutture territoriali.

I 30 corsisti provenienti da circoli e CEA di Campania, Lazio, Puglia, Abruzzo, hanno provato a condivi-dere la costruzione di un modello di laboratorio sull’educazione alla legalità da restituire all’associazio-ne come strumento utile a supporto delle attività, svolte dal nazionale come dai gruppi locali, sul tema Ambiente e Legalità.Dopo la condivisione di alcune pa-role chiave che permettesse di far emergere le diverse immagini per-sonali, i modelli concettuali, gli ap-procci metodologici sul tema educa-zione ambientale e legalità, il cuore del seminario è stato dedicato a due

laboratori animati dal CEA Parco Letterario del Vesuvio e dall’Osser-vatorio Ambiente e Legalità di Viter-bo. I partecipanti hanno così potuto sperimentare attività e strumenti di educazione alla legalità utilizzati in ambito scolastico e di educazione degli adulti, confrontarsi sulle pro-prie esperienze, riflettere su quali possono essere gli approcci meto-dologici più adeguati per affrontare in maniera interattiva e coinvolgen-te i rapporti tra ambiente e legali-tà. Nella sezione finale ci sono state alcune interessanti comunicazioni sui temi del seminario: dalla testi-monianza di Raffaele Del Giudice di Legambiente Campania sulle moda-lità di costruzione partecipata (con docenti, alunni, genitori) del video “il signore delle ecoballe”, realizza-

Un laboratorio nazionale di legalità

to nell’ambito del Marano Spot Festival; alla proposta di Laura Biffi, dell’Osservatorio naziona-le Ambiente e Legalità, di una possibile “cassetta degli attrez-zi” sull’educazione alla legalità, a partire dalla valorizzazione in ambito educativo dello storico Rapporto Ecomafia; alla presen-tazione fatta da Valentina One-sti, di Legambiente Campania, delle potenzialità del PON C3 Leg(A)li al Sud, che vede coin-volti numerosi circoli e regionali di Legambiente, come occasione per sperimentare nelle scuole i nostri strumenti di educazione alla cittadinanza.

I corsisti del “Legalilab” a Festambiente; in basso, Nando Pirro intervistato da una TV locale

I lavori sono stati chiusi da Va-nessa Pallucchi, presidente na-zionale di Legambiente Scuola e Formazione, che ha raccolto e rilanciato l’esigenza di dare con-tinuità a questo percorso di for-mazione e di confronto, apren-dolo anche alle altre associazioni e alle scuole che collaborano con Legambiente su questi temi.

*Docente di scuola superiore, componen-te della segreteria nazionale di Legam-biente Scuola e Formazione. Ha collabo-rato alla progettazione e conduzione del Seminario “Costruiamo il Legalilab”

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agirelocalmete

Sabato 9 Settembre, il Consolato Generale di Germania a Napoli ha voluto regalare agli ospiti di Festambiente Terrafelix uno spetta-colo indimenticabile. Con parole di Goethe, la musica del maestro Damiano Giuranna, è stato portato in scena dall’attrice Silvia Giorgi (foto in basso), lo spetta-colo dal titolo “Terrafelix” che ha raccontato le memorie di un territorio unico al mondo.

Proprio dall’omonimia del Festival con l’ini-ziativa del Consolato generale di Germania a Napoli, nasce una intesa che approda anche a Festambiente, dove è stato riproposto questo suggestivo spettacolo, nell’incantevole scena-rio del casale di Teverolaccio, che affaccia, con uno dei suoi portali monumentali, proprio su un decumano massimo, una delle strade che da Napoli conducevano a Capua e che veniva-no così descritte dal poeta tedesco: “Raggiungemmo finalmente il piano di Ca-pua, e poco dopo la stessa Capua, ove pran-zammo. Nelle ore pomeridiane ci si aprì din-nanzi una bella pianura. La strada maestra corre larga fra prati verdi di frumento:il grano è come un tappeto,alto forse parecchi palmi. I pioppi sono piantati in fila, co’ i rami mozzi fin su e con le viti che vi si abbar-bicano. Così è fin dentro Napoli. Un terreno netto, agevolissimo ad arare,ben lavorato:i tralci delle viti di straordinaria grossezza e altezza,i festoni,come reti svolazzanti, di pioppo in pioppo.”

“Goethe descriveva la Campania come una terra magica. Lo è ancora oggi, ma la sua bellezza è fragile e le sue sorti sono nelle nostre mani – ha detto il console generale Christian Much – I problemi ambientali di cui si parla tanto dovranno essere risolti con l’impegno di tutti per ridare ai cittadini la loro bellissima ter-ra. La Campania non è una terra sporca ma è una terra sporcata dalle persone ignobili che solo per interessi l’hanno mortificata. Non bisogna arrendersi alle brutture ma essere coraggiosi e ri-qualificare i luoghi magici descritti dai viaggiatori che un tempo attraversarono Terrafelix”. Con queste parole il Console Much ci ha salutati dopo avere ringraziato per il Premio ricevuto.

TERRAFELIxCOSì è FIN DENTRO NAPOLI

Ancora una volta, la cultura tedesca si intreccia con quella italiana: il Mezzogiorno italiano e la Campania in particolare ospitano queste testimonianze di una bellezza che in passato aprì i cuori a tutti quelli che la visitarono.

Musica e parole a servizio di una “Terra Felix”, come recita il titolo della rappresentazione, in un territorio che ha dalla sua parte tanta cultura e che, nell’ultimo periodo, sta fronteggiando i pur numerosi problemi con tenacia ed in modo brillante. Tra pagine di diari, suoni e poesie, lo spettacolo attraversa un secolo nel quale la bellezza e la prosperità della natura sono elementi di grande suggestione. A Festambiente, gli spettatori han-no ripercorso quelle strade, riascoltato quegli odori e quei suoni e recuperata una relazione qualitativa con i luoghi che abitano, intessuti di storia.

di Maria Rosaria Coppola

Al Console Generale di Germania a Napoli Christian Much è stato conferito il Premio “Terra Felix”

come riconoscimento al suo impegno per la promozione della Campania

Christian Much foto a lato, in alto “Goethe in der Campagna”, ritratto di J. H. W. Tischbein, 1787 agire localmente

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Sul palco dell’area concerti di Festambiente si sono alter-nernati artisti e band di fama nazionale ed internazionale, impegnati nella diffusione di una cultura ambientalista e per la legalità. Ad inaugura-re la rassegna, giovedì 8 set-tembre, il trio Napolincanto introdotti da i Dioniso Folk Band. Venerdì 9 settembre, hanno scaldato i 4000 pre-senti i Modena City Ramblers, band emiliana impegnata nel-la lotta per la legalità e già partner di Legambiente in molte iniziative, introdotta dai Diversamente Rossi band di Grumo Nevano che riper-corrono l’attualità in maniera originale. Sabato 10 è stata la volta Maurizio Capone e i Bungt Bangt, con la loro mu-sica prodotta da strumenti riciclati che dichiaratamente si battono per una cultura ecosostenibile e del Coro Ar-mònia che si è esibito in una sinfonia di brani ispirati al 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Ha chiuso il festival, domenica 11, l’esilarante eco-spettacolo di Diego Parassole, cabarettista di Zelig che si è esibito in “che Bio ce la mandi buona”. (A.P.)

Concerti, spettacoli ed ecologia

A festAmbiente anche musica e cabaret hanno presentato il meglio del panorama nazionale e locale impegnato nel sociale e nell’ambiente

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Per la gioia dei più piccoli (e dei genitori) è stato preparato un ricco programma speciale. Attività, laboratori, spettacoli ed intrattenimento per bambi-ni felici ed “ecologici”. L’aia del Casale di Teverolaccio è diven-tata uno spazio ludico “multi-sensoriale” per attività di gio-co ed educazione ambientale guidate da educatori profes-sionisti.Durante i laboratori nel “regno di Riciclandia”, i più piccoli hanno costruito e portato a casa fiori, animali ed altri oggetti riciclati. Spettacoli teatrali itineranti, hanno animato l’antico Casa-le: i piccoli ospiti hanno in-contrato misteriosi personaggi che li hanno accompagnati in un insolito percorso di visita, dagli orti all’antica torre ara-gonese. La compagnia napole-tana “I teatrini” hanno rappre-sentato le favole “Nel regno di Oz” e “Il popolo del bosco”.I bambini, entrati scalzi in una bianca nuvola di tessuto deli-cato, hanno potuto accarez-zarla e scoprire -insieme agli attori del Teatro “Le nuvole”- il ciclo dell’acqua per compren-dere quanto questo bene sia prezioso, mentre è spesso tra-scurato e sottovalutato. (A.P.)

Divertirsi ed imparare con Bimbifelix

Il ricco programma per gli ospiti più importanti del festival, i bambini, è stato molto apprezzato dai genitori

Mostra fotografica di Salvatore Di Vilio

Artista e fotografo di grande spessore, dotato di uno spiccato senso critico verso tutto ciò che lo circonda, Salva-tore Di Vilio ha voluto dedicare i suoi scatti a testimonianza del pri-mo esperimento di re-cupero e valorizzazione degli antichi Orti del Casale di Teverolaccio.

ORTOGRAFIALe foto - realizzate in bianco e nero con un iPhone - raffigurano il volto dei 18 “ortolani” ed un partico-lare dell’orto in dittico 30x60. La mostra ha accom-pagnato i partecipanti alla manifestazione lungo il percorso di accesso agli orti ricavato dai volontari e dagli “ortolani” in mattoni di tufo calati uno ad uno a realizzare una passeggiata naturale che ha inizio dalla corte. Gli orti sociali rappresentano il primo passo verso la rea-lizzazione dell’ “Ecomuseo di Terra di Lavo-ro” un progetto ambizioso re-alizzato grazie alla Fondazio-ne con il Sud. la Console statiunitense commenta i dittici

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La rete Casertana degli ecosportelli è nata nell’ambi-to del progetto LEGAME finalizzato alla formazione dell’Osservatorio Ambiente e Legalità per la Provincia di Caserta. Finanziato con i fondi protocollo d’inte-sa fondazioni bancarie e volontariato nell’arco di due anni è riuscito ad evidenziae la carenza di un contatto diretto tra le isituzioni e i cittadini che si è notevolmente ridotto con l’interlocuzione dei volontari e i consulenti di Legambiente. Gli Eco-Sportelli di Succivo, Caserta e Piedimonte Matese si sono occupati, tra l’altro, di sensibilizzare i cittadini, di raccogliere le segnalazioni e le preoccupazioni di co-loro che hanno compreso il valore della tutela dell’am-biente per garantire un futuro migliore alle generazio-ni future. In tanti, infatti, sono riusciti a capire che molti reati ambientali hanno conseguenze terrificanti per la salute ma è ancora difficile far comprendere che ogni nostra azione ha ripercussioni sull’ambiente inevita-bilmente. Il nostro compito è stato quello di trasmet-tere alle autorità competenti le segnalazioni dei citta-dini e avviare le procedure di accertamento dei reati. Lavorando a contatto con il pubblico, ci siamo resi conto che è urgente informare i cittadini, a parti-re dai più piccoli, e continuare a comunicare e far capire che esistono delle leggi, anche comunita-rie, che devono essere maggiormente applica-te come i regolamenti per la V.I.S. (valutazione di impatto sulla salute) che deve necessariamente affiancare la Valutazione di impatto ambientale.

INFO www.geofilos.org - www.noecomafia.itsu Facebook - Sportello Ambiente e Legalità di Legambiente

Lo sportello di Succivo è aperto al pubblico il giovedì mattina presso il Casale di Teverolaccio (0815011641).

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Cassiopea è stata presa a simbolo del riscatto, senza illusioni e senza esagerazione. Il riscatto da ecomafia e gomorra che i citta-dini onesti si aspettavano dopo la venuta alla ribalta del disastro ambientale che si stava perpetrando nei territori tra Caserta e Na-poli. Doveva essere il riscatto dall’ umiliazione quotidiana dei ti-toli dei giornali internazionali, nazionali e in particolare quelli che della nazione del "nord" che al danno hanno unito e uniscono la beffa. Il riscatto di quei cittadini che da insegnanti spiegano ai no-stri figli l'importanza della raccolta differenziata a scuola, di quei cittadini che da amministratori pubblici rischiano in prima perso-na per rincorrere il rispetto delle regole, di quei cittadini che come forze dell'ordine lottano per prevenire i reati, di quelli che da ma-gistrati li perseguono una volta che sono stati commessi. Riscatto che non voleva essere ridotto alla sola pena per i colpevoli ma è sempre stato invocato come accertamento della verità e concreta restituzione del significato di dignità al termine giustizia. Non ci interessano i motivi di macro-economia e di socio-politica che hanno determinato le condizioni per cui lo stupro dei territori da parte di pseudo imprenditori si è perseguito sulla nostra terra. Non ci interessano né possono determinare una attenuante. Ci in-teressano e per noi sono una aggravante le condizioni di vita in cui sono stati ridotti i cittadini dei nostri territori che non hanno po-tuto respingere le minacce, con la dignità di chi ha sempre difeso la propria terra, dovendo sottostare allo scempio per l’illusione di riuscire a salvarla magari con i proventi degli sversamenti: i trenta denari non sono una attenuante, sono la prova di una aggravante.Ci interessano, e per noi sono una aggravante, le condizioni in cui la Procura di S. Maria Capua Vetere e le forze dell’ordine della Pro-vincia di Caserta sono ridotte a combattere il fenomeno camor-ristico-mafioso degli ultimi venti anni che ha assunto, come tutti sappiamo, dimensioni nazionali e ormai estese su canali extra-nazionali: l’impostazione processuale, i vizi di forma, i rinvii: non possono essere attenuanti. Le attività perseguite da Cassiopea hanno contribuito in gran par-te a determinare il potere delle mafie; potere che ha accresciuto le capacità stesse di queste, prima di determinare fortissime pres-sioni sulla economia sana e sulle istituzioni e poi di sostituirsi ad esse dopo averle rese succubi. La verità giudiziaria che non si è determinata a causa della pre-scrizione di Cassiopea è un’ombra troppo estesa almeno quanto le evidenze che restano ovunque sul territorio a testimoniare un’al-tra verità, quella che peserà gravemente su generazioni intere. La giustizia nei territori tra Caserta e Napoli è l’unica via per porre le basi per la riduzione e soppressione del fenomeno camorristi-co che da questi territori ha avuto la spinta per aggredire le altre economie in tutte le province e regioni d’Italia.Una giustizia a riscatto di tutti i cittadini italiani che si sentono fe-riti almeno quanto quelli che sono nati e cresciuti in questi terri-tori e che in questi territori vogliono restare. Se lo Stato perde tra Ca-serta e Napoli non ha volontà di vincere da nessun’altra parte d’Italia: volontà che chiama in causa tutti a tutti i livelli. Senza attenuanti.

la rete degli sportelli

legambiente

Gli Sportelli Ambiente e Legalità della rete casertana dei circoli di Legambiente nello sconcerto sull’esito finale del processo Cassiopea testimoniano la loro indignazione per la sentenza di prescrizione del reato.

COMUNICATO

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di Gennaro Conte e Tommaso Murolo

Il volontariato scende in campoI campi di volontariato di Legambiente e Libera. Il racconto di Jessica e Giulio: due nuovi Amici di Terrafelix.

Dedicare il mio tempo libero alla mia nazione visto e considerato che la nostra terra ultimamente è troppo trascurata da chi do-vrebbe prendersene cura. Credo che restare in italia sia stata per me la scelta migliore e soprattut-to scegliere Succivo come luogo non è stato un caso: voglia di conoscere il territorio, l’idea di svolgere del volontariato nel ca-sale di teverolaccio, il luogo mi sembrava meraviglioso, e il mo-tivo di lavorare in questo campo dove il progetto è quello di de-dicare una parte del casale agli “ortolani” per ridare loro spazio con gli orti sociali. Mangiare i loro frutti a km 0 è stato fantasti-co. Ovviamente il volontariato è di sicuro una scelta per staccare dalla città e avventurarsi da soli e confrontarsi con nuove persone e capire e dare valore al rapporto con gl’altri. La prima esperienza come volontaria, se pur non or-ganizzato in modo dettagliato per il mio punto di vista il casmpo è stato MERAVIGLIOSO: la preci-sione gli orari da rispettare ecc.. stanno un po’ rovinando questa società dove devi fare tutto in quel lasso di tempo. Insomma si può vivere anche meglio con un poco di elasticità e di respiro! Mi sono confrontata un po’ con i problemi a livello territoriale: so-prattutto l’esperienza di N.C.O. mi è rimasta nel cuore e infatti sto cercando di far conoscere i loro prodotti anche nel lecchese.Mi sono innamorata di Napoli e dei napoletani un popolo pieno di vita e di voglia di cambiare que-sta società.

Dicembre 2011 - la Vite & il PioPPo - 23

Sono le persone che rendono un campo di volontari indimen-ticabile e voi con noi abbiamo ottenuto questo risultato. Aver partecipato a questo campo mi regala un sorriso ogni volta che il mio pensiero corre a voi e il mio cuore si riscalda al pensie-ro che in questo istante ci possa essere un Salvatore, un Peperi-niello, Francesco, Maddalena, che stanno lavorando sui loro terreni magari affiancati dai ai loro nipoti. E immagino loro che si prendono cura della terra propri come faceva il mio non-no e nel frattempo mi regalava un sorriso. Forse anche loro ora stanno sorridendo: cosa c’è di più bello nella vita che regalare una gioia?

Ho partecipato al campo per conoscere direttamente seppur in un tempo limi-tato un territorio del nostro paese, in questo caso l’agroaversano, endemica-mente e macroscopicamente interessa-to dal fenomeno della criminalità orga-nizzata. Nella mia lettura della realtà il territorio tra Napoli e Caserta si é iden-tificato sempre maggiormente in questi ultimi anni ed in maniera pressoché completa con la forma e l’immagine che gli stando dando la camorra. La sensazione dall’esterno é che oramai questa sta permeando e distruggendo il territorio in maniera irreversibile. Ho provato quindi sorpresa e voglia di esserci quando ho letto che Legambien-te e Libera portano avanti un progetto incentrato sul ripristino di un sistema di legalità e di uso sostenibile e “peda-gogico” del territorio. Ho pensato: voglio vedere i posti e la gente e dare un mio contributo ai progetti esistenti perché si rafforzino e continuino.

Il campo mi ha lasciato la consapevolez-za che in quel territorio esistono, sono presenti forme di resistenza all’illega-lità, alla sopraffazione ed alla violenza camorristica. E che a questa si oppon-gono, si mostrano come alternativa visi-bile di vita di comunità e di gestione del territorio. Mi lascia il ricordo dell’impe-gno, l’umanità e la simpatia dei ragazzi di Geofilos e degli altri partecipanti al campo, venuti principalmente dal nord Italia, oltre che degli “ortolani”. Mi la-scia la voglia di fare nuove esperien-ze del genere e di consigliare (forzare!) amici e conoscenti sulla bontà, utilità (anche per sé stessi) ed unicità di espe-rienze come queste.

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2012per i beni comuni

Ogni territorio ha le sue criticità e le sue eccellenze, bisogni diversi, differenze culturali e sociali: ogni intervento per migliorare la qualità della vita dei luoghi che viviamo, per avere concretezza e successo, deve tenere conto di tutto questo. É quello che fanno con passione, giorno per giorno, i volontari dei circoli di Legambiente, 1000 lungo la penisola, 9 in Provincia di Caserta. Contatta il circolo Legambiente più vicino o scrivi a [email protected]

LEGAMBIENTE CASERTA 0823.304922 [email protected]

LEGAMBIENTE GEOFILOS SUCCIVO 081.5011641 fax: 081.19318538 [email protected]

LEGAMBIENTE PIETRAMELARA [email protected]

LEGAMBIENTE SESSA AURUNCA 328.4592281 [email protected]

LEGAMBIENTE S.FELICE 328.1030993 legambientesanfelice@libero.itwww.legambientesanfelice.splinder.com

LEGAMBIENTE CASAL DI PRINCIPE 081.8925261 [email protected]

LEGAMBIENTE P. MATESE 335.6985098 [email protected]

LEGAMBIENTE MONDRAGONE 328.1247884 [email protected]

LEGAMBIENTE CASAPESENNA 081.8921170 [email protected]