La Settimana n. 30 del 4 settembre 2011

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 4 settembre 2011 In Te, Signore, è la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce (SALMO 35, 10) T rovare la sorgente di un bene è una garanzia per possederlo. Nel corso della sua esistenza l’uomo è un ricercatore di sorgenti. Pensa che in es- se sia il segreto della sua felicità. Scoprire una sorgente è essere sicuri che quanto da essa promana non verrà mai a mancare. Quanto cammino, quanta fatica per cercare di raggiungere la sorgente del denaro, del piace- re, della gloria, del potere, della libertà, della sapienza, della pace… ma tutte rivelano presto il loro limite! Tuttavia c’è una sorgente che non delu- de: Cristo che è via, verità e vita. Si inizia... a Montenero! IL RICORDO DELLE PICCOLE FIGLIE DI S.GIOVANNI GUALBERTO d un anno dalla sua morte, la Congregazione delle Piccole Figlie di San Giovanni Gualberto vuole ricordare il vescovo di Livorno monsignor Alberto Ablondi. C’era infatti un legame tutto speciale fra di loro e colui che ha guidato la diocesi labronica nel corso di tre decenni, dal 1970 al 2000. È stato monsignor Ablondi ad accettare a Livorno la fondazione di questa congregazione, che ha a villa Mayer a Montenero la sua casa madre. Ma non solo. Per anni, l’ex vescovo di Livorno ha continuato a recarsi proprio a villa Mayer per visitare quelle che, in qualche misura, erano anche le «sue» suore, oltre che per andare a trovare l’ex abate di Montenero, don Giuseppe Zambernardi, suo amico e fondatore negli anni ‘70 proprio delle Piccole Figlie. Un legame, quello tra le suore e monsignor Ablondi, che si è consolidato a tal punto che nel 2008 fu proprio a loro che il Vescovo chiese un aiuto per l’avanzare della sua malattia. Così una «Piccola Figlia» di San Giovanni Gualberto ha vissuto con lui in curia, assistendolo con ogni attenzione fino al 21 agosto dello scorso anno, giorno della sua nascita al cielo. Una decisione che l’allora Madre Generale, suor Umiltà, prese con grande spirito di sacrificio ma con ancor più grande riconoscenza e amore, trovandosi comunque a corto di suore per le diverse case di riposo per anziani che la congregazione ha in Italia e in India. Ricorda la Madre Giulia, attuale guida delle Piccole Figlie: «Quando morì l’abate Zambernardi, monsignor Ablondi fu molto scosso. Veniva spesso a trovarlo da noi ed erano particolarmente legati. In quell’occasione disse che avrebbe voluto raggiungerlo in cielo presto. E così due mesi esatti dopo, anche lui, che era come un secondo padre per noi, ci ha lasciate. Ma noi continuiamo a pregare per lui, che vegli sulla nostra congregazione. Lo ricordiamo con grande amore». A Un legame speciale con le suore di Montenero È NATA L’ASSOCIAZIONE ALBERTO ABLONDI idea è partita da un gruppo di laici livornesi per anni impegnati nella vita ecclesiale al fianco di monsignor Ablondi: dare vita ad un’associazione per ricordare, “custodire, mantenere viva e trasmettere la memoria del percorso umano, intellettuale, cristiano e pastorale del Vescovo Alberto e la sua testimonianza ecclesiale di servizio all’attuazione del Concilio Vaticano II, con specifica attenzione alla trasmissione della Parola, alla sinodalità, alla valorizzazione del laicato, al dialogo con la società e le istituzioni civili, al dialogo ecumenico ed interreligioso”. L’Associazione nata in occasione del primo anniversario della sua morte si impegnerà a realizzare attività di studio e di ricerca sulle opere del Vescovo Alberto, attività culturali quali convegni, seminari e attività di formazione, nonché attività divulgative e editoriali. All’Associazione si affiancherà un comitato scientifico, al quale sarà chiesto di aderire ad alcuni autorevoli studiosi ed amici di Ablondi impegnati nei diversi ambiti in cui si svolse l’azione del Vescovo livornese. Alla fine di settembre l’associazione organizzerà un primo momento di incontro pubblico, dedicato alla lettura ed all’analisi della Lettera pastorale di Ablondi «Siamo comunità?», a 35 anni dalla sua pubblicazione. L ontenero, 8 settembre 2011: pronti, attenti, via! Eccoci, si riparte: inizia un nuovo anno pastorale sotto la protezione della grande mano di Maria di Montenero, che da sempre ci indica il cammino da seguire (suo figlio Gesù, che tiene in braccio) e a cui quest’anno si unisce la benedizione del vescovo Alberto, da un anno assente fisicamente, ma vivo e partecipe dal cielo alla vita diocesana. Quaderno nuovo, pagina pulita: gli inizi sono sempre ricchi di prospettive e buoni propositi e come tale questo anno ci si presenta, tutto da scoprire e da vivere, ma con alle spalle, un lavoro grande, fatto negli anni precedenti, in un passato lontano e prossimo che è indispensabile per la costruzione del presente e del futuro. Un vero e proprio tesoro di impegno, accumulato grazie alla collaborazione di tante persone, uomini e donne a servizio della Chiesa e laici impegnati nella vita delle comunità e delle M aggregazioni, che sarà la base di partenza di questo nuovo inizio. Nel solco delle indicazioni dei Vescovi italiani, la riflessione del prossimo anno vedrà ancora al centro l’educazione ed il progetto educativo diocesano in fase di stampa e distribuzione a tutte le realtà ecclesiali livornesi, perché all’insegna di un documento comune si possa lavorare in comunione, per «dare alla luce cristiani nuovi» e magari anche nuovi cristiani. Altro tema conduttore sarà il cambiamento demografico del nostro paese e della nostra città in particolare, come proposto dal Comitato per il Progetto Culturale nazionale che a settembre pubblicherà il rapporto intitolato appunto «Il cambiamento demografico» (Editori Laterza), per rilevare i nuovi scenari che richiedono un intervento deciso e, prima ancora, un cambio di mentalità. Anche le opere si prospettano importanti: in particolare per la carità, con il completamento dei lavori del Centro per la Vita (vedi servizio a pag II) e del nuovo centro di accoglienza in Corea (all’interno del Villaggio scolastico «don Nesi») che sarà dedicato proprio alla memoria di monsignor Ablondi; la realizzazione della statua della Madonna dei Popoli all’imboccatura del porto ed i progetti di due nuove chiese: a Salviano e nella zona delle Sughere, senza contare i lavori di restauro e completamento di altre. Spunti di riflessione e opere in cantiere dunque non mancano; anche il calendario diocesano vede già piene molte delle sue pagine: la scuola di formazione per operatori pastorali, le assemblee diocesane, la visita pastorale del Vescovo nelle parrocchie, i pellegrinaggi e gli incontri di preghiera, i convegni per approfondire tematiche laiche e religiose e le solennità dell’anno liturgico unite alle festività proprie di Livorno. Insomma, che dire di più? Scopriamo insieme che anno sarà: buon inizio a tutti e che Maria ci accompagni! c.d. Con la festa della natività di Maria, l’8 settembre, iniziano simbolicamente le attività pastorali diocesane. In occasione di questa celebrazione che ogni anno si svolge al Santuario, la Diocesi ricorderà il vescovo Alberto ad un anno dalla sua morte e pregherà per il giovane seminarista Matteo Seu, che riceverà da monsignor Giusti il Ministero dell’Accolitato. Il ritrovo è previsto alle 17 nel piazzale Giovanni XXIII per la salita a piedi al Santuario, seguirà la concelebrazione eucaristica. MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE ORE 21 CONCERTO D’ORGANO Chiesa Santa Caterina n occasione della fine dei lavori di restauro dell’antico organo della chiesa di Santa Caterina, la parrocchia ha organizzato un concerto inaugurale per mercoledì 7 settem- bre alle 21. Il concerto sarà tenuto dal mae- stro Matteo Imbruno. I IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

4 settembre 2011

In Te, Signore, è la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce

(SALMO 35, 10)

Trovare la sorgente di un bene è una garanzia per possederlo. Nel corsodella sua esistenza l’uomo è un ricercatore di sorgenti. Pensa che in es-

se sia il segreto della sua felicità. Scoprire una sorgente è essere sicuri chequanto da essa promana non verrà mai a mancare. Quanto cammino,quanta fatica per cercare di raggiungere la sorgente del denaro, del piace-re, della gloria, del potere, della libertà, della sapienza, della pace… matutte rivelano presto il loro limite! Tuttavia c’è una sorgente che non delu-de: Cristo che è via, verità e vita.

Si inizia...a Montenero!

IL RICORDO DELLE PICCOLE FIGLIE DI S.GIOVANNI GUALBERTO

d un anno dalla sua morte, laCongregazione delle PiccoleFiglie di San GiovanniGualberto vuole ricordare il

vescovo di Livorno monsignorAlberto Ablondi.C’era infatti un legame tutto specialefra di loro e colui che ha guidato ladiocesi labronica nel corso di tredecenni, dal 1970 al 2000. È stato monsignor Ablondi adaccettare a Livorno la fondazione diquesta congregazione, che ha a villaMayer a Montenero la sua casa madre.Ma non solo. Per anni, l’ex vescovo diLivorno ha continuato a recarsiproprio a villa Mayer per visitarequelle che, in qualche misura, eranoanche le «sue» suore, oltre che perandare a trovare l’ex abate diMontenero, don GiuseppeZambernardi, suo amico e fondatorenegli anni ‘70 proprio delle PiccoleFiglie.Un legame, quello tra le suore emonsignor Ablondi, che si èconsolidato a tal punto che nel 2008fu proprio a loro che il Vescovo chiese

un aiuto per l’avanzare della suamalattia. Così una «Piccola Figlia» diSan Giovanni Gualberto ha vissutocon lui in curia, assistendolo con ogniattenzione fino al 21 agosto delloscorso anno, giorno della sua nascitaal cielo. Una decisione che l’alloraMadre Generale, suor Umiltà, presecon grande spirito di sacrificio ma conancor più grande riconoscenza eamore, trovandosi comunque a cortodi suore per le diverse case di riposoper anziani che la congregazione hain Italia e in India.Ricorda la Madre Giulia, attuale guidadelle Piccole Figlie: «Quando morìl’abate Zambernardi, monsignorAblondi fu molto scosso. Venivaspesso a trovarlo da noi ed eranoparticolarmente legati. Inquell’occasione disse che avrebbevoluto raggiungerlo in cielo presto. Ecosì due mesi esatti dopo, anche lui,che era come un secondo padre pernoi, ci ha lasciate. Ma noicontinuiamo a pregare per lui, chevegli sulla nostra congregazione. Loricordiamo con grande amore».

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Un legame specialecon le suoredi Montenero

È NATA L’ASSOCIAZIONE ALBERTO ABLONDIidea è partita da un gruppo di laici livornesi per anni impegnati nellavita ecclesiale al fianco di monsignor Ablondi: dare vita ad

un’associazione per ricordare, “custodire, mantenere viva e trasmetterela memoria del percorso umano, intellettuale, cristiano e pastorale delVescovo Alberto e la sua testimonianza ecclesiale di servizioall’attuazione del Concilio Vaticano II, con specifica attenzione allatrasmissione della Parola, alla sinodalità, alla valorizzazione del laicato,al dialogo con la società e le istituzioni civili, al dialogo ecumenico edinterreligioso”. L’Associazione nata in occasione del primo anniversariodella sua morte si impegnerà a realizzare attività di studio e di ricercasulle opere del Vescovo Alberto, attività culturali quali convegni,seminari e attività di formazione, nonché attività divulgative e editoriali.All’Associazione si affiancherà un comitato scientifico, al quale saràchiesto di aderire ad alcuni autorevoli studiosi ed amici di Ablondiimpegnati nei diversi ambiti in cui si svolse l’azione del Vescovolivornese.Alla fine di settembre l’associazione organizzerà un primo momento diincontro pubblico, dedicato alla lettura ed all’analisi della Letterapastorale di Ablondi «Siamo comunità?», a 35 anni dalla suapubblicazione.

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ontenero, 8settembre2011: pronti,attenti, via!

Eccoci, si riparte:inizia un nuovo annopastorale sotto laprotezione dellagrande mano di Mariadi Montenero, che dasempre ci indica ilcammino da seguire(suo figlio Gesù, chetiene in braccio) e acui quest’anno siunisce la benedizionedel vescovo Alberto,da un anno assentefisicamente, ma vivo epartecipe dal cielo allavita diocesana.Quaderno nuovo,pagina pulita: gli inizisono sempre ricchi diprospettive e buonipropositi e come talequesto anno ci sipresenta, tutto dascoprire e da vivere,ma con alle spalle, unlavoro grande, fattonegli anni precedenti,in un passato lontanoe prossimo che èindispensabile per lacostruzione delpresente e del futuro.Un vero e propriotesoro di impegno,accumulato grazie allacollaborazione ditante persone, uominie donne a serviziodella Chiesa e laiciimpegnati nella vitadelle comunità e delle

Maggregazioni, che saràla base di partenza diquesto nuovo inizio.Nel solco delleindicazioni deiVescovi italiani, lariflessione delprossimo anno vedràancora al centrol’educazione ed ilprogetto educativodiocesano in fase distampa edistribuzione a tuttele realtà ecclesialilivornesi, perchéall’insegna di undocumento comunesi possa lavorare incomunione, per «darealla luce cristianinuovi» e magarianche nuovi cristiani.Altro temaconduttore sarà ilcambiamentodemografico delnostro paese e dellanostra città inparticolare, come

proposto dalComitato per ilProgetto Culturalenazionale che asettembrepubblicherà ilrapporto intitolatoappunto «Ilcambiamentodemografico» (EditoriLaterza), per rilevare inuovi scenari cherichiedono unintervento deciso e,prima ancora, uncambio di mentalità.Anche le opere siprospettanoimportanti: inparticolare per lacarità, con ilcompletamento deilavori del Centro perla Vita (vedi servizioa pag II) e del nuovocentro di accoglienzain Corea (all’internodel Villaggioscolastico «donNesi») che sarà

dedicato proprio allamemoria dimonsignor Ablondi;la realizzazione dellastatua della Madonnadei Popoliall’imboccatura delporto ed i progetti didue nuove chiese: aSalviano e nella zonadelle Sughere, senzacontare i lavori direstauro ecompletamento dialtre.Spunti di riflessione eopere in cantieredunque nonmancano; anche ilcalendario diocesanovede già piene moltedelle sue pagine: lascuola di formazioneper operatoripastorali, leassemblee diocesane,la visita pastorale delVescovo nelleparrocchie, ipellegrinaggi e gliincontri di preghiera,i convegni perapprofondiretematiche laiche ereligiose e lesolennità dell’annoliturgico unite allefestività proprie diLivorno.Insomma, che dire dipiù? Scopriamoinsieme che annosarà: buon inizio atutti e che Maria ciaccompagni!

c.d.

Con la festa della natività di Maria, l’8 settembre, inizianosimbolicamente le attività pastorali diocesane.

In occasione di questa celebrazione che ogni anno si svolge al Santuario, la Diocesi ricorderà il vescovo Alberto ad un annodalla sua morte e pregherà per il giovane seminarista Matteo Seu, che riceverà da monsignor Giusti il Ministero dell’Accolitato.

Il ritrovo è previsto alle 17 nel piazzale Giovanni XXIII per la salitaa piedi al Santuario, seguirà la concelebrazione eucaristica.

MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE ORE 21

CONCERTO D’ORGANOChiesa Santa Caterina

n occasione della fine dei lavori di restaurodell’antico organo della chiesa di Santa

Caterina, la parrocchia ha organizzato unconcerto inaugurale per mercoledì 7 settem-bre alle 21. Il concerto sarà tenuto dal mae-stro Matteo Imbruno.

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IL GRANELLOdi senape

di monsignor Ezio Morosi

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI4 settembre 2011II

elleprossime

settimanedovrebbero partire le selezioniper i progetti nazionali e/o regionalied i tirocini relativi al Servizio Civileda svolgere nelle strutture divolontariato stabilite dallo Stato.Anche la Caritas diocesana di Livornorientra in queste strutture. Chiunquefosse interessato a svolgere questoanno a servizio del prossimo puòfissare un appuntamento con iresponsabili Caritas contattandoli a:

[email protected]. 0586884693.

N

Il serviziocivilein Caritas

a Congregazione è stata fondata a Piacenza nel 1866 dalla Beata Madre Rosa Gattorno.Il Carisma dell’Istituto si concretizza in una spiritualità di Attesa e di dono, di identificazio-

ne col Cristo povero e di dedizione materna ai fratelli. Le Suore di Sant’Anna sono a Livornodal 1917, avevano un pensionato, un piccolo asilo, una scuola di lavoro e oggi stanno realiz-zando un progetto per aiutare le donne-madri in difficoltà. Suor Anna, Suor Raffaella, SuorTarcisia e Suor Enrica potrebbero raccontare mille storie, storie vere, legate alle opere compiutequi e in tutto il mondo. In Italia e a Livorno in particolare, sono rimaste in poche rispetto alpassato, spesso non sono più giovanissime, ma hanno l’esperienza, la dedizione e l’amore chealimenta ogni loro giorno e ringiovanisce il loro spirito. Nel mondo hanno creato anche unprogetto per le adozioni a distanza che può aiutare tanti bambini e tante bambine.

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La storia dell’Istituto FIGLIE DI SANT’ANNA

DI ANGELA BLANCO

uglio, agosto e settembresaranno i mesi decisiviper portare aconclusione i lavori di

ristrutturazione per la casadelle Suore di Sant’Anna.Sulla strada per Montenero, alnumero civico 16, dietro uncancello nero, si apre unafinestra con uno dei panoramipiù belli della città di Livorno.In realtà le finestre sarannomolte di più e si affaccerannosu un futuro migliore permolte donne-madri indifficoltà. Questa la speranzalegata all’impegno di chi credenel progetto per la vita,pensato per «offrire un luogoaccogliente e sicuro, daresostegno alle madri e ai lorofigli, offrire un supporto nellavita quotidiana e avanzarelungo un percorso educativodi crescita ,» spiega suor AnnaMaria Degli Angeli Fumagalli.«In questo momento –continua - ci sentiamochiamate a rispondere congioia a gratitudine ad unnuovo progetto. Il nostrovescovo Simone si è fattopromotore della realizzazionedi un Centro di aiuto per lavita, per accogliere madri conbambini. Il progetto nasce incollaborazione con laFondazione CaritasDiocesana; ha comeresponsabile l’attualepresidente suor RaffaellaSpiezio e come comunitàeducativa le Figlie di

LSant’Anna. Questo servizio èin perfetta sintonia con ilnostro Carisma: “Servire conamore e concreta attenzione atutto l’uomo, consideratonella sua inscindibile dignitàdi figlio di Dio, nonché nelsuo contesto familiare esociale.» Come la Beata Madre Rosa,fondatrice delle Figlie diSant’Anna, la vita delle Suoredi Sant’Anna è al servizio deglialtri, attraverso una presenzamaterna che è rispetto per lavita in tutte le suemanifestazioni e accoglienzapiena, ricca di attenzioni per ibisogni di ciascuno”La casa delle Suore diSant’Anna adesso è ancora infase di ristrutturazione, le fasidei lavori stanno procedendosecondo i parametri disicurezza previsti dallanormativa vigente.Per arrivare alle cinque camere

previste dalprogettodobbiamopassare sotto iponteggi e tra gliattrezzi deglioperai, mal’ultimo pianodella casa ha giàl’impianto diriscaldamentonuovo; ora

bisogna rinnovare il pianoinferiore, quello dove abitanole Suore, collegare i tubi e farpartire l’impianto.

Pavimenti,infissi,mobilioancora non cisono, ma,parlando consuor AnnaMaria, si puòimmaginare ilrisultato finale.Ambientiaccoglienti epersonequalificateseguiranno ledonne indifficoltàsecondoprogettipersonalizzati.Accanto alleSuore diSant’Anna ci

sarà sicuramente unapsicologa e se necessario altrieducatori qualificati, anchevolontari. La piccola comunitàdelle Suore di Sant’Anna spera,grazie a questo progetto, diriuscire a creare una comunitàpiù grande dove le personecoinvolte e aiutate si sentanorealmente parte di unafamiglia. Il soggiorno inquesta casa sarà un percorsoche riaccompagna le donnemadri nel contesto sociale,offrendo un servizio allacomunità tutta.

Abbiamo fatto visita alle suore di Sant’Anna a Montenero,

per farci raccontare il nuovo progetto per le donne-madri in difficoltà

PPPPRRRROOOOGGGGEEEETTTTTTTTOOOOPPPPEEEERRRR LLLLAAAA VVVVIIIITTTTAAAA::::llllaaaavvvvoooorrrriiii iiiinnnn ccccoooorrrrssssoooo

Per saperne di PIÙ

CONCORSO FOTOGRAFICO

In una terraospitale,educhiamoall'accoglienza

n occasione della VI Giornata per la Sal-vaguardia del Creato l’équipe Nuovi Stili

di Vita della Caritas diocesana di Siracusapromuove il concorso fotografico "In unaterra ospitale, educhiamo all’accoglienza".

Il concorso è aperto a fotografi amatoria-li, maggiorenni, che potranno inviare fi-no ad un massimo di tre foto in b/n o co-lore in formato 20x30. La partecipazioneè gratuita. Scadenza della consegna delleopere: 10 settembre 2011.

Saranno premiati i primi tre classificati. Ivincitori saranno resi noti nel corso dellaGiornata del Creato a Siracusa il 4 ottobre2011. Le migliori fotografie saranno espo-ste in una mostra appositamente dedicatala concorso.

Info: [email protected]

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La parola alla... CARITAS

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI4 settembre 2011 III

L’INTERVISTA ACarlo Picchietti

DI GIULIA SARTI

orse la metafora dellavita per eccellenza, ilviaggio ha da semprequalcosa di misterioso

e affascinante che attira apartire. Carlo Picchietti,geometra livornese 42enne,il 3 settembre partirà a piedida Livorno per giungere,attraverso il “cammino disanta Giulia” a Brescia, lìdove sono conservate lereliquie della patrona dellanostra città. Come ognipellegrinaggio che si dicatale, vuole essere non solouno spostamento nellospazio per raggiungere unameta, ma anche uncammino interiore permettersi alla prova e chepone di fronte a se stessicostringendo a pensare...eforse è proprio per questoche oggi si fa fatica adaffrontarlo.Un cammino di fede, manon solo. «Se devo esseresincero - dice Carlo- laprima cosa che mi ha spintoè stata la curiosità». Sìperché dopo aver vistodiversi amici cambiati unavolta riscoperta la fede, e permotivi personali, grazieall’aiuto di don Cornelio,parroco di San Matteo e didon Andrea Brutto, Carlo siè riavvicinato alla Chiesa, ai

Fsalmi e alla spiritualitàmeditativa di Sant’Ignazio.«Da bambino ho fatto ilpercorso “classico” inparrocchia, catechismo,comunione e cresima, poimi sono allontanato».Sono passati gli anni e dapochi mesi è nata in Carlol’idea del pellegrinaggio.«Navigando in rete hotrovato per caso il camminodi Santa Giulia che sembravaproprio adatto a me ancheper un fatto dicampanilismo» dicesorridendo. Caso?Destino?Oche la Provvidenza ormaisappia farsi spazio anche trale righe di Google? Fatto stache Carlo si è messo incontatto con chi il camminolo aveva già fatto inbicicletta. E mentre mi parlami fa vedere un pacco difogli: mappe, cartine,itinerari giorno per giorno.«L’organizzazione non mimanca. Ho iniziato adallenarmi da giugno,

calibrando il percorso allemie esigenza di pedone,evitando strade trafficate epreferendo il più possibilesentieri o vecchie strade indisuso».379 chilometri in solitaria,una trentina al giorno,alloggiando in conventi oparrocchie. «Almeno perquesta prima volta ho decisodi andare da solo, ma ho giàin mente di renderlo unarealtà più organizzata e farloconoscere il più possibile».L’idea, sull’esempio diSantiago, sarebbe quello dicreare un cammino conpunti di ospitalità chepermettano il raccoglimentopersonale e di consegnare unattestato “a timbri” unavolta raggiunta la meta.«Camminando, tutto sirallenta e hai più tempo perpensare a te stesso e allecose che ti stanno intorno».Una fuga momentanea dallarealtà quindi, che unisce insé meditazione e riflessione,

ma anche un viaggionaturalistico e culturale. Ilpercorso infatti si snoda inparte tra i boschi e sulla “viaLongobarda”, quella che sidice le spoglie della santafecero per arrivare a Bresciaper volontà del re Desiderionel 763.Nello zaino la Bibbia, isalmi e alcune letture suSanta Giulia, oltre a cose piùpratiche come il sacco apelo, cartine e un tracciatoreper non perdersi. «Porto conme il desiderio di trovareuna tranquillità personalenella preghiera, unrafforzamento nel miopercorso di fede e lasicurezza che tornerò a casacon tante facce nuove che miavranno trasmesso qualcosadi forte e mi avrannocambiato e arricchito ancheculturalmente».A Brescia lo stanno giàaspettando il 15 settembreprossimo con unaconferenza stampa cittadinaper celebrare l’arrivo. «Lacosa che mi stupisce più ditutto in questi giorni è cheda una cosa mia, piccola,piano piano senza che iofaccia molti sforzi, stiainteressando sempre piùpersone. È un primo passoper far conoscere questaesperienza. Al ritorno viracconterò quelli successivi».

a libertà non è star sopra unalbero, non è neanche un gesto o

un’invenzione, la libertà non è unospazio libero”. Lo diceva il Signor G.Per lui la libertà era “partecipazione”.E per i giovani che cosa vuol direlibertà?Tornare a casa a nottetarda?Fare quello chevogliono?Avere un genitore chefunge da cassa continua?Una settimana, durante ilcampeggio diocesano di AzioneCattolica per giovani egiovanissimi, per riscoprire e capire

insieme ilvero valoredi questaparola,dall’1 al 7agostoscorsi. Tra imonti dellaVal di solein unpiccolopaesino a1300 metris.l.m.Piazzola diRabbi, unaventina diragazziproveniente

da diverse parrocchie cittadinehanno pregato, riflettuto ecamminato insieme.Essere liberi e sentirsi tali,sembrano proprio non coincidereper tutti. Storie di beati e dipersone semplici dimostrano che cisi può sentire liberi in modidiversi, paradossalmente ancheperdendo la libertà fisica pur dinon rinnegare un ideale, o diseguire una strada diversa da quellaimposta da un regime. Masoprattutto le vicende umane presecome spunto per le riflessioni deiragazzi dimostrano che la libertànon ha età, non ha religione nécredi politici.Di libertà parlano filosofi, personecomuni e Gesù e ci insegnano chenon è proprio “fare quello che tipare”. C’è di più: è una condizionementale che per essere vissutaappieno ha bisogno di prendere inconsiderazione anche quella di chiti sta intorno. Per chi crede in una persona cheliberamente ha scelto di dare la suavita per la nostra di libertà, è datoun aiuto a cui poter far riferimentoper vivere sentendosi liberi: ”Serimanete nella mia parola, sietedavvero miei discepoli; conosceretela verità e la verità vi faràliberi”.(Gv 8,31-32)Un grazie speciale all’assistente ACDon Andrea Brutto, per averaccompagnato negli ultimi anni ilsettore giovani, aspettandolo ilprossimo anno per scalare insiemealtre montagne, di ritorno dal suoanno di studi.

Giulia Sarti

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I giovani della diocesitra i montidella Val di Sole

Liberamente

Sant’Agostino: concluso con il campeggio estivo l’anno pastorale, pronti per camminare un altro anno insieme

Don Matteo e la sua proposta educativaa canonica della chiesa diSan Pietro, poco fuori il

centro della verde cittadinadi Carpineti in Emilia Roma-gna, ha ospitato i giovanissi-mi della parrocchia diSant’Agostino alla testa delparroco don Matteo Gioia.Per una settimana, agli inizidi luglio, una trentina di ra-gazzi tra i dieci e i quattordi-ci anni, i loro animatori, i ca-techisti e gli “esperti” di cuci-na, hanno vissuto insiemetra meditazione e giochi, at-tività casalinghe e preghiera.«È stata un’esperienza netta-mente positiva! – dichiarasenza mezzi termini donMatteo, e aggiunge - La sceltadel luogo è stata determinan-te per la buona riuscita delcampeggio. Ci siamo disin-tossicati dall’inquinamento atmosferico,acustico e perché no? dalle luci dellacittà! E poi, niente TV, niente condiziona-menti esterni».Molto ricca anche l’agenda giornaliera.Sveglia alle 7.30, ginnastica, meditazionee colazione. A seguire le attività necessa-rie per tenere in ordine gli ambienti e pre-parazione delle pietanze. Giochi all’aper-to fino all’ora di pranzo. Nel primo po-meriggio prove di canto e riflessioni, alle19 la Santa Messa, cena e gran finale congiochi di abilità e caccia al tesoro. Unosplendido falò a fare da cornice. Alcuneescursioni, tra le quali quelle al castello diCarpineti, situato sulla vetta del monteAntognano, una delle residenze preferite

della contessa di Canossa.«L’episodio più suggestivo è stato per mela veglia notturna: – dice Gabriella, unacatechista – camminare di notte in com-pagnia della luna è stato indimenticabile.Il vento dello Spirito Santo ci ha avvoltidurante il cammino verso il castello.Giunti alla meta, celata la luna dalla roc-ca, si è come acceso un manto di stelle so-pra di noi suscitando emozioni uniche e,forse, irripetibili».«Ho apprezzato molto l’impegno di cate-chisti ed animatori che hanno senza dub-bio garantito un’ottima organizzazionedelle attività – dice riconoscente il parro-co. E continua – Anche i ragazzi hannodato prova di coesione e partecipazione

in un clima di letizia e soddi-sfazione. Un filo conduttoreha legato i giorni trascorsi in-sieme: la meditazione su im-portanti figure bibliche qualiMosè, Elia, Giosuè, David ePaolo di Tarso, ha fornitospunti di riflessione per tutti imomenti significativi di ognigiornata. La preghiera delmattino, i canti della Messaserale, la veglia alle stelle neldopo-cena». Alla domanda su quale sia ilvero senso di queste giornatepassate insieme, don Matteosi fa serio e spiega come perlui il campeggio estivo rap-presenti la reale conclusionedell’attività di catechesi ini-ziata all’apertura delle scuole,quasi nove mesi prima. «Sitratta di un’esperienza di co-

munità e condivisione, nel gioco e nellapreghiera. È la riscoperta di una nuovarelazione con la natura ed il creato. In-somma, è un’esperienza di vita! La miaproposta educativa prevede che il catechi-smo inizi nei banchi dell’oratorio, si spe-rimenti durante la Messa e si concludacon il campeggio estivo. La vita del cri-stiano è la condivisione di un camminoda fare quotidianamente. La catechesi,peraltro, non deve essere solo funzionalealla somministrazione dei sacramenti,ma strumento per gli educatori. Spazio etempo per la crescita del cristiano».Il catechismo dei ragazzi riparte, dunque,in parrocchia a fine estate.

Gaetano Mastrorilli

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«Storie di beati e di personesemplicidimostranoche ci si puòsentire liberiin modi diversi,paradossalmenteanche perdendola libertà fisica(...)»

«Camminando, tutto si rallentae hai più tempo per pensare a te stesso

e alle cose che ti stanno intorno»

A piedi,sulle orme

di SantaGiulia

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI4 settembre 2011IV

Dal 2 al 5 Settembre il Vescovoaccompagna un gruppo di pellegrini aLourdes

LUNEDÌ 5 SETTEMBRE18.00 a Lari, incontro con i giovani

MARTEDÌ 6 SETTEMBRE10.00 in vescovado, udienze preti

14.00 il Vescovoinsieme ai semi-naristi della Dio-cesi è a Fabrianoper il 25° con-gresso eucaristico

MERCOLEDÌ 7SETTEMBRE7.30 incontrocon i seminaristi21.00 processio-ne mariana allaparrocchia di SanGiovanni Boscoa Coteto

GIOVEDÌ 8SETTEMBRE9.30 incontro

con il centro pastorale di formazionecristiana, in vescovado17.30 Pellegrinaggio diocesano aMontenero

VENERDÌ 9 SETTEMBRE10.00 in vescovado, udienze laici21.00 consulta aggregazioni laicali invescovado

SABATO 10 SETTEMBRE10.00 Incontro Memoria Ecclesiae18.00 S. Messa di immissione di padreAndrea Conti alla parrocchia di SantaMaria del Soccorso

DOMENICA 11 SETTEMBRE11.00 S. Messa e cresime degli adultialla chiesa di Santa Caterina16.00 a Pisa, incontro con L’AzioneCattolica

Agenda del VESCOVO

Le iniziative in programma

SABATO 3: FESTA INIZIALE - SETTE SANTIOre 18,00: S. MessaOre 19,30: aperitivo e consegna carne ai bracieri peressere cotti (quindi portatevi la ciccia!)Ore 20,00: cena insieme con GARA DI DOLCI: met-tete ai fornelli zie, nonne e mamme!Ore 21 circa: musica, giochi e consegna maglie ecalendario

LUNEDÌ 5: Inizio dei tor-nei

GIOVEDÌ 8: Pellegrinag-gio diocesano al Santua-rio di Montenero A se-guire: S. Messa

SABATO 10: Parrocchia SSma Trinità-CappucciniTorneo di Ping Pong eBiliardino Ore 15: iniziotornei)

100 Chitarre in Piazza Gavi ore 21,00

DOMENICA 11: Alla parrocchia della S.SetonOre 14,30 Tornei di Peppa, Briscola, Scopa e Tre setteOre 21: incontro culturale con Suor Raffaella

SABATO 17: Caccia al tesoro per le vie della città

DOMENICA 18: Incontro di preghiera alla parrocchiadi SS. Pietro e Paolo Ore 21,00SABATO 24: Festa finale in Piazza XX SettembreOre 21,00: premiazioni e giochi

DOMENICA 25: Ore 9.30 S.Messa di chiusura a Sant’Agostino

Amichiamoci2011

Libri da LEGGEREdi M.C.

Pitaud B. - Eucaristia e discernimento in Ma-deleine Delbrel - Ed. Paoline, pp. 124, €

11,00

Nell’ultimo decennio, molte sono state lepubblicazioni su Madeleine Delbrel, unadonna straordinaria del XX secolo. Nata aMussadan nel 1904, all’età di diciassetteanni professava un ateismo radicale che laportò a screvere: “ Dio è morto...viva lamorte”. Ma l’incontro con alcuni amici cri-stiani e in particolare l’ingresso nei Dome-nicani del ragazzo che amava, la spingono aprendere in considerazione la possibilitàdell’esistenza di Dio. La riflessione e la pre-ghiera la porteranno nel 1924 alla conver-sione e a dedicare tuttta la sua vita nella pe-riferia operaia di Parigi, condividendo unasemplice vita fraterna con alcune sue com-pagne. La presenza di una municipalità co-munista, la mette a contatto con un conte-sto segnato da un aspro confronto tra co-munisti e cattolici. Mossa dalla carità e dal-le gravi emergenze non esita a collaborarecon tutti, su obiettivi particolari, ma sem-pre prendendo le distanze dall’ateismomarxista e senza rinunciare ad offrire le ra-gioni evangeliche delle sue scelte. A quasicinquantanni dalla sua morte ( Ivry-surSeine 1964) le pubblicazioni fino ad oraedite, hanno quasi sempre posto in rilievol’aspetto missionario della sua esistenza inquanto avendo scelto di testimoniare ilVangelo, si rivestiva del Vangelo, si lasciavaimpregnare da esso, per divenire a sua vol-ta, Vangelo per gli altri. Bernard Pitaud, do-cente di Spiritualità che è uno dei maggioriconoscitori della figura di Medeleine che hacollaborato alla pubblicazione dell’OperaOmnia, osserva però che per veramentecomprendere appieno la sua profondità èquanto mai opportuno e necessario, sem-pre a partire dai suoi scritti, evidenziarnel’aspetto eucaristico. Essa infatti fece dellapartecipazione all’eucaristia, la sua praticaquotidiana, al punto che per la sua salutespesso incerta, aveva ottenuto dall’Arcive-scovo di Parigi una dispensa dal digiunoeucaristico. I suoi scritti sull’eucaristia ri-flettono infatti un ricco contenuto spiritua-le e dottrinale che evidenziano la dimen-sione missionaria dell’eucaristia che ren-dendoci consapevoli del dono di se stessoche Cristo fa a tutti, fa si che noi pure ap-parteniamo a tutti gli altri.Il secondo aspetto che l’autore ci presenta èquello del discernimento che rende capacidi aderire alla piena volontà di Dio. La let-tura dei suoi scritti a tal proposito eviden-zia sempre come essa in qualsiasi circostan-za iscrive la sua ricerca sullo sfondo di un“orizzonte di fede” che le consente di fon-dare obiettivamente le sue scelte.

Sposi e animatrici di comunitàiete una coppia di sposi che volete crescere nella spiritualità coniugale e nel servizioalla Chiesa, oppure sei una donna nubile o vedova che hai tempo ed energie da

donare alla tua comunità…? Vorreste partecipare a degli incontri in cui la riscoperta del sacerdozio battesimale, che ciabilita a fare della nostra vita un’offerta al Signore per la santificazione dei fratelli, siconiuga con una particolare vocazione a sostenere il prete, a cui il Signore, con ilministero presbiterale, ha affidato un tesoro, che egli trattiene e gratuitamente consegna,ma come all’interno di un vaso di terracotta per la sua fragilità umana? Vi piacerebbedare un vostro personale contributo per far emergere una Chiesa-comunione, in cui tutti icarismi vengano valorizzati ed i vari ministeri si sostengano a vicenda in uno stile dicorresponsabilità?Se vi sentite in qualche modo coinvolti in questa sensibilità che dovrebbe essere propriadi ogni cristiano e che viene particolarmente coltivata nel gruppo-famiglie, sposi eanimatrici di comunità, dell’Opera dell’Amore Sacerdotale, presente in Italia da 36 anni equi a Livorno dal 2004, intorno alla fraternità di don Raffaello e Claudia Gemmi,siete invitati a partecipare al primo incontro delle iniziative diocesane del nuovo annopastoralepresso la Ss.ma Annunziata, domenica 11 settembre, secondo un orario collaudato negliultimi anni: - alle ore 16 ci sarà una meditazione sul senso della corresponsabilità; - a seguire un’ora di adorazione conclusa dalla recita dei vespri; - un confronto sul tema, per chiudere con una cena condivisa.Vi aspettiamo.Don Raffaello Schiavone e Claudia Gemmi, Pietro e Paola Bernardiniresponsaili diocesani del gruppo.

S

Opera dell’amore sacerdotale Gruppo Famiglie

Insieme...in CroceVENERDÌ 2 SETTEMBREore 21 Giovani in...cammino “Scout Jamboree 2011”ore 21,50 La compagnia “BRANDAMALANA”presenta “Favole in Musical"; Unospettacolo coinvolgente, un tuffo nel passato con alcune delle più belle favoledella Disney:Aladin, La bella e la bestia, Il Re leone ed Hercules.

SABATO 3 SETTEMBREore 21,15 “Piazza Don Emilio Vukich 2 anni dopo” il ricordo continua…Spettacolo di Varietà in memoria di Don Emilio, conduce la serata AlessandroRosteni, ospiti la cantante imitatrice Stefania P, cantanti esordienti, Concerto dellaCover Band “Lovely Rita & the Radio stars”Pure ’80 live

DOMENICA 4 SETTEMBREore 21 Giovani in … coro “Parrocchia Santa Croce”ore 21,50 Ballo Liscio Con Orchestra spettacolo “Sagittario Group”

VENERDÌ 9 SETTEMBREore 21 Giovani in … servizio “Campeggio Castiglioncello 2011”ore 21,50 “E adesso … Avanti il prossimo”Gara di Dilettanti allo sbaraglio, 6°Concorso di esibizioni di arte varia Santa Croce, Presenta Marco Manetti adaccompagnare i concorrenti il musicista cantante Francesco Falaschi, ospiti dellaserata i vincitori delle scorse edizioni, Maria e Orazio, partecipazionestraordinaria del coro “Sei Rose”

SABATO 10 SETTEMBREore 21,15 Musica, Canto, Danza, e … Spettacolo di Varietà presenta FrancescoOrsini partecipano, cantanti Lirici Gabriele Donati e Riccardo Tesi, cantantiesordienti, le danzatrici della Scuola Centro Danza Uisport 92, Concerto dellaCover Band “DOMINO”musica italiana live

DOMENICA 11 SETTEMBREore 8 30 raduno “Auto e moto d’epoca Santa Croce”Memorial Nicola Cecchetti eAlfredo Panicucci Premio speciale Francesco Profeti, per Vespe e Auto Fiat 500;Giro panoramico sulle strade del Comune di Rosignano Marittimo.ore 21,00 Giovani in… Festa “Giornata Mondiale dei Giovani, Madrid 2011”ore 21,50 Ballo Liscio Con Orchestra spettacolo “TAM TAM”.Ospiti della serata, lo Showman Valerio Caturelli e il duo Pop Cindy and Sheilarhyme e esibizione di cantanti esordienti.

Mostra fotografica per il decennale della costruzione del CentroParrocchiale,nei locali parrocchiali, per tutto il periodo della festa.

Ristorante tutte le sere apertura ore 19Venerdì 9 dalle ore 19 “Giro Pizza”Domenica 4 e Domenica 11 ore 13 Pranzo Comunitario a menù fisso

Tutti i giorni ore 16 apertura Stand

Diocesiinforma

Festa di Santa Croce 2011

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI4 settembre 2011 V

iamo all’inizio dell’annocatechistico, stiamo perriprendere dalla libreriala guida che mi ha

accompagnato nello scorsoanno catechistico, è un po’sciupata ma mi è stata utile? È proprio la guida che miserviva? C’è ne un’altramigliore con la qualeanimare meglio il miogruppo di catechismo? Vediamo di dare alcuni criteriper valutare una guidadidattica.

1. Il libro del catechismo pertutti i ragazzi, una guidacatechistica per ognicatechistaIl catechismo lo sappiamobene non è un testodidattico, in altre parole èsbagliato prendere ilcatechismo, aprire una certapagina con i ragazzi e poileggerla e commentarla. Nonè questo il modo di usarecorrettamente i catechismidell’Iniziazione Cristiana. Ilcatechismo è un libro di fede,è il Vangelo annunziato aifanciulli e ai ragazzi ed habisogno di essere utilizzatoall’interno di un itinerarioeducativo, all’interno di unitinerario catechistico,proprio quell’itinerario cheogni guida catechistica sisforza diproporre .È moltorischiosopensare di poterfare a meno diuna guidaperché c’è ilrischio di caderenella dottrina edi rinunciare afare catechesi.Certamente uncatechista moltoesperto potrebbecostruirsi la suaguida ma per farquesto occorremoltaesperienza, moltecompetenze educativa e unacapacità di visione d’insiemedel progetto catechistico.

2. Ogni guida è diversa, nonesistono guide della CEI masolo dei vari centricatechistici (LDC, Paoline ,EDB, ACR)Nessuna guida a priori èmigliore di altre. È necessarioconoscerle per valutare qualedi esse è più adatta al miogruppo di catechismo, aifanciulli o a ragazzi che laprovvidenza mi ha dato laventura di educare.

3. Ogni guida sposa unadeterminata metodologiacatechisticaEssa può essere deduttiva oinduttiva , dottrinale,esistenziale, esperienziale,simbolica ecc...Qual è la miglioremetodologia per il miogruppo? Per rispondere aquesta domanda occorreconoscere le guide più diffuseoggi in Italia e scegliere.

4. Guide uguali per tutti in

S

parrocchia?È questa una grandesciocchezza che non tieneminimamente conto dellarealtà che vivono i ragazzi,realtà complessa,frammentata, segnata d unmarcato individualismo che

rende i ragazziprofondamentediversi fra diloro. Pertanto: ilcatechismo CEIuguale per tutti,ad ognicatechista laguida cheritiene piùopportuna per ilsuo gruppo.

5. Comescegliere unaguida?Quando sei in

libreria datti un tempoabbondante per sfogliarecon calma più guide edomandati:- qual è la guida più chetiene maggiormente contodelle situazioni di vita deiragazzi del mio gruppo?

- qual è la guida con la qualemi troverei meglio alavorare, qual è la guida ame più congeniale da unpunto di vista didattico,metodologico?- qual è la guida conl’itinerario catechistico piùlineare, comprensibile,semplice ma non banale ? -qual è la guida più ricca disuggerimenti, di idee, qual èla guida dalla quale potreiattingere molto dato la suaabbondante ricchezza diproposte?

6. Attenzione!Oggi ci sono guide chepropongono solo l’itinerariocatechistico e guide chepropongono anchecontemporaneamente unitinerario di educazioneliturgica e di educazione allacarità. Cercare per credere. L’offerta dei vari centricatechistici nazionale èvariegata, c’è già in libreriachi ha rinnovato le sueguide secondo le indicazionidei Vescovi e propone uncammino globale diiniziazione cristiana .

7. Ricordarsi molto beneNon esistono catechistispecializzati per la primacomunione o la cresima.Esistono catechisti cheaccompagnano per più annii ragazzi del proprio gruppoin un cammino di fede.Pertanto attenzione a certetentazioni dispecializzazione, non siamoin fabbrica e i ragazzi nonsono pezzi da fare mapersone da amare con allequali testimoniare prima ditutto la propria fede.

C’è una guidacatechisticamigliore della mia?

SUGGERIMENTI AL CATECHISTA CHE STA PER RIPRENDERE IL SUO SERVIZIO .........

La biblioteca diocesana ha una sezionespeciale dedicata alla catechesi con testi,DVD, e testi interattivi per i ragazzi di tutte leetà e gli adulti. È possibile prendere inprestito il materiale di cui si ha bisogno ochiedere consiglio ai responsabili dell’ufficiocatechistico che hanno accesso diretto allabiblioteca.

Per qualsiasi richiesta o [email protected];0586 276211

Un aiuto in più per i catechisti della Diocesi

CATEC

HES

I

la

«È molto rischioso pensare di poter fare a meno di una guida perché c’è il rischio di cadere nella dottrina e di rinunciare a fare catechesi. Certamente un catechistamolto esperto potrebbe costruirsi la suaguida ma per far questo occorre moltaesperienza, molte competenze educative e una capacità di visione d’insieme del progetto catechistico»

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI4 settembre 2011VI

Madrid-Livorno FILO DIRETTO I messaggi inviati via sms dei nostri giovanialla Giornata Mondiale della Gioventù

Radicati e fondatiin Cristo, salvi nella fede

09.08.2011 ore 19.07* “Dov’è la vostra fede?”-do-po la tempesta torna semprela bonaccia- stanchi e copertidi sale accogliamo la tua pace– “tutto ruota intorno a te infunzione di te e poi non im-porta il dove il come il se” – “èl’Emmanuel”

11.08.2011 ore 09.44* In cammino per strade nor-mali, nessun sentiero, nessunpercorso da seguire. E così titrovi tra un negozio ed un ge-lato ad entrare in una chiesada turista e sentirti parte diuna comunità che prega il tuostesso Padre. Che emozione ilPadre Nostro in spagnolo.“Guida Signore, il nostro cam-mino”

12.08.2011 ore 18.54* Parchi, strade, stanchezza,riposo, canti, preghie-re, polvere, bandiere,paesi, amici, moltitu-dine, giovani: Cristo simanifesta in ogni an-golo.Gesù, grazie perl’invito

12.08.2011 ore 21.02* È sempre un’emozio-ne trovarsi in mezzo atanti giovani che ama-no Cristo, e la Sua pre-senza è tanto forte dafar sentire il Suo amorefino al profondo del-l’anima.

12.08.2011 ore 21.17* Gambe che ballava-no si piegano ora in gi-nocchio; i flash dei ri-cordi di incontri lascia-no il posto ad un faropuntato verso l’osten-sorio; i canti, i buns la-sciano il posto al silen-zio. Ti spezza il cuore,ti sradica dal tuo quoti-diano, ti spalanca un mondoe che mondo.

12.08.2011 ore 21.32* Siamo qui sotto la sua lu-ce…Davanti a Gesù Eucaristiatutti i giovani ospiti di valen-cia pregano in silenzio.

12.08.2011 ore 21.43* …tante piccole anime strettenell’abbraccio d’amore del Pa-dre.

13.08.2011 ore 22.43* Vivo, canto per te, per tuttinoi una città non c’è. Festadella Toscana a Torrent. Fieridella nostra italianità, amantidella nostra cristianità.

14.08.2011 ore 06.59* In 46 nazioni riuniti a va-lencia sotto la stessa croce innome dello stesso Dio. Ti vo-

glio bene

14.08.2011 ore 15.49* Addormentarsi su un pratocon di sottofondo l’Emma-nuel, il Padre Nostro in brasi-liano, tamburi in lontananzae grida W Gesù: molte lingueun’unica voce.

16.08.2011 ore 17.03* Madrid te accorge. Diffi-coltà, problemi, scomodità,stanchezza? Nada te turbe, na-da te espante, solo Dios basta.

17.08.2011 ore 21.40* Plaza de Espana: adorazionerock. Questa è la movida ma-drilena: una città invasa daCristo Risorto. Il popolo diDio è in festa: balla nelle fon-tane. ‘notte

20.08.2011 ore 10.13

*Ogni radio, ogni libretto èun capannello di persone. Lavoglia di pregarTi è forte Si-gnore. La Tua passione, il Tuocammino verso il Calvario vo-gliamo percorrerlo al Tuofianco, al fianco di Tua Madre.Insegnaci a portare la Tua cro-ce con la Tua dignità, la Tuaforza e la Tua fede. Via Cruciscon il Papa

20.08.2011 ore 10.21* “Dove Tu vorrai, io sarò; co-me Tu vorrai, io sarò.”La chie-sa stamani è dentro al nostroaccampamento, la Messa è suinostri giacigli, i vescovi vicininelle difficoltà

20.08.2011 ore 10.44* Partito il pellegrinaggio perl’aeroporto di cuatro vientos!

21.08.2011 ore 09.00* Il sole è spuntato, la vita sirisveglia. La notte è stata fred-da, Benedetto è rimasto connoi sotto la tormenta, “Esta esla juventu del Papa” risuonavasotto la pioggia. “La chiesa èviva, la chiesa è giovane”.

E ANCORA DA ALTRITELEFONINI:1° giornoDopo un viaggio con un mareinfuriato, il gruppo di pelle-grini è giunto nella città che liaccoglie per il gemellaggio2° giornoL’accoglienza a Valencia si èconclusa con un Rosario vici-no alla spiaggia. E domanirotta verso Madrid3° giornoStasera c’è stata la Messa di ac-coglienza con il vescovo di

Madrid. Ci sono già un milio-ne di giovani...4° giornoLa spianata di Cuatro vientosè una fornace piena di giova-ni. Speriamo che anche i lorocuori ardano per Cristo4° giorno (sera)La fornace stasera è stata spen-ta da un semi uragano...manon i cuori!5° giornoIeri mattina la Messa con ilPapa: un’emozione che hatoccato il cuore di molti anchedei giovani sacerdoti, moltidei quali per la prima voltanella loro vita hanno concele-brato Messa con il Papa6° giornoStiamo per imbarcarci per ilritorno. Speriamo in un marepiù clemente dell’andata...quante emozioni in questigiorni spagnoli!

Le fotografie dei nostri giovani raccolte su facebookSPEC

IALE

GMG

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI4 settembre 2011 VII

L’incontro con COSTANTINO ESPOSITO

E l’esistenza diventaun’immensa certezza

titoli del Meeting siinseriscono nellatracciadell’esperienza, ogni

Meeting nasce daun’intuizione, calatanell’irriducibileesperienza umana. IlMeeting non sarebbequesto se non nascesseda una storia: quella diun movimento che apartire da don LuigiGiussani fino ad arrivaread oggi con don JuliánCarrón non ha maismesso di ricordarci cheGesù Cristo è unavvenimento irriducibilee concreto nell’esistenzadell’uomo. Secondo lapresidente, riflettere sultema della certezza cipone di fronte alla derivanichilista del relativismocontemporaneo,lasciando aperta ladomanda dell’uomosull’esistenza stessa. “Mi permetto di invitarviad un lavoro comune –ha esordito CostantinoEsposito, ordinario diStoria della filosofiaall’Università di Bari -perché senza la vostrapresenza, cioè senza lavostra domanda, il miosarebbe solo un discorsoe non un’occasione diconoscenza”. Dopoquesta premessa, ilrelatore, riferendosi alleanalisi del sociologoZygmunt Bauman, haidentificato l’incertezza,nonostante tutte lepromesse di segnocontrario della culturamoderna, come “lacondizione più condivisadagli uomini del nostrotempo, tanto da risultarequasi insuperabile”. Ilpunto essenziale è nonridurre questofenomeno: “Esso simostra come il segno diun enigma più profondo,e cioè del fatto che il

Inostro compimento, lanostra realizzazionepiena non è in definitivarealizzabile da noi”. Nel secondo passaggiodella sua relazione, in cuiha indicato ilnaturalismo comel’ideologia più diffusa delnostro tempo ed ha fattoriferimento a Spinoza eNietzsche, Esposito haidentificato la logicadella “necessità naturale”e il “relativismoculturale” come duefacce dellacontemporaneità. Allafine comunque, haosservato, “sia accettandocome insuperabilel’ordine necessario dellecause naturali, siacercando di resisterviattraverso un’auto-formazione interiore, siainfine accogliendo comeinevitabile la finzione el’illusione come la vera

sostanza della nostranatura, il sentimentodominante non potràessere che quello di unultima insensatezza delnostro io”. “L’incertezza ci inquieta –ha affermato il relatoreiniziando la terza partedel suo discorso –proprio perché essa ciprovoca a scoprire che,all’inizio, noi siamoindelebilmente segnatida una certezza”. Lacertezza che precede ogniincertezza, l’esperienzaoriginale che tutti ci hasegnati, “è il fatto che noisiamo venuti all’essere inun rapporto, siamo diqualcuno, e in quantotali siamo davvero noistessi. È in questamemoria che si apre lospazio di senso delnostro bisogno dicertezza”. E ancora: “Lacertezza non è qualcosa

che costruiamo, ma èqualcosa cheinnanzitutto riceviamo. Èqualcosa che ci genera, eche solo in quanto talepuò diventare nostra”, haaffermato Esposito,citando Agostinod’Ippona, Cartesio, maanche il commento delfilosofo contemporaneoDiego Marconi a famoseaffermazioni di Lessing.“Se la certezza – haproseguito il professore-implica sempre unassenso, allora essaconsiste in un attodell’intellettodeterminato dallavolontà”. Esposito,quindi, ha sottolineatoche “la certezza non èmai un procedimentomeccanico, ma implica lanostra volontà”.Ripercorrendo alcunipassaggi del pensiero diHans Urs von Balthasar e

Tommaso d’Aquino, ilfilosofo barese haspiegato che ciò che “sirichiede per arrivare allacertezza è un atto didecisione dell’intelletto”.Da qui si aprono lepossibilità di sceltadell’uomo, che in ognimomento della propriavita può dire il suo sì aCristo. “Per noi uominila certezza non è mai unaconclusione obbligata omeccanica, è semprerichiesta l’azione aperta,rischiosa, mai già pre-costituita della volontàlibera”. Nell’ultima parte dellarelazione, il professore hachiarito la frase di donGiussani che fa da titoloal Meeting 2011:“Giussani ci dice chel’esistenza diventacertezza: nel verbodiventa si raccoglie a mioparere il punto piùinteressante di questafrase”. “La certezza èqualcosa che vienescoperto continuamente,non è un ‘assoluto’, comela si interpretasuperficialmente oideologicamente, ma èun ‘accaduto’, e piùprecisamente è qualcosache continua adaccadere”.“La certezza inauguratada Cristo – ha affermato– è l’unico caso in cuiuna risposta totale eultima alla domandadell’uomo non annullala domanda,semplicementerisolvendola, ma anzi lamette in moto, laalimenta, e addirittura laesalta come la stradapropria dell’umano”. Èesattamente il contrariodi ciò che si ritieneabitualmente: “È solo unuomo certo che puòessere veramenteinquieto”.

L’appello del presidentedella Repubblica GiorgioNapolitano

PORTATE IL VOSTROANELITO DI CERTEZZA

FLASH SULLA MOSTRA «CON GLI APOSTOLI UNA PRESENZA CHE TRAVOLGE LA VITA»

CAFARNAO È A RIMINIierbattista Pizzaballa, francescano e custode di Terra Santa, con José Miguel Garcia,professore di Esegesi del Nuovo Testamento alla Facoltà teologica San Damaso di Madrid

sono intervenuti all’incontro di presentazione della mostra «Con gli Apostoli una presenza chetravolge la vita», esposta nella fiera.Il relatore dopo aver richiamato l’inizio della Genesi, si è fermato su un altro inizio, appunto lapresenza e la predicazione di Gesù a Cafarnao. «La prima verità dell’uomo è quella di esserefatto per questo incontro, per la relazione viva e reale con Cristo nella quale nasce e cresce lavita». Ricorda i miracoli di Gesù a Cafarnao facendo riferimento al vangelo di Matteo: «Gesù èpassato nella sinagoga – spiega Pizzaballa – e in primo luogo ha guarito l’uomo nella suarelazione con Dio». «É entrato nella casa e quindi ha guarito l’uomo nei suoi legami più intimi,personali, concreti”.“Infine il terzo miracolo si ha quando un intero villaggio è davanti a Gesù e chiede la salvezzaall’unico che può donarla”.La mostra del Meeting testimonia che la vita reale dell’uomo resta l’unico luogo d’incontro conDio: “Qui, nei nostri incontri, tra le nostre case – racconta il custode - accade la salvezza. Questohanno visto e contemplato gli occhi degli apostoli”. Poi, facendo riferimento alla sua personaleesperienza: “Stare in Terra Santa non dovrebbe essere che questo: fare ciò che Gesù ha fatto.Dobbiamo abitare con vitalità questo mondo fratturato, essere il prolungamento della sua vitaospitale e donata”. Il francescano descrive i suoi anni di studio all’Università ebraica diGerusalemme, gli incontri e i rapporti nati in quella circostanza.“Le relazioni in Terra Santa sonoterribilmente ferite – dice infine il custode - ma stando lì dentro trovi la quotidiana provocazioneal rapporto con Cristo”. Il Signore, aggiunge il francescano, continua a camminare dentro lastoria dell’uomo,“che rimane una storia faticosa, ma abitata e perdonata. Quindi preziosa”.

P

Si apre il meeting...l Meeting si apre all’insegna della certezza - ha esordito Emilia Guarnieri - inparticolare la certezza di un cammino, come testimoniano gli oltre tremila volontari,

molti dei quali stranieri, che si pagano viaggio e soggiorno come gli italiani”. La presidentedella Fondazione Meeting cita in particolare gli “amici musulmani del Cairo, che tantaparte hanno avuto nelle vicende di piazza Tahrir, con cui il dialogo è cominciato quattroanni fa qui al Meeting e che oggi sono con noi a lavorare, cristiani e musulmani insieme”.Si tratta quindi “di una certezza del cuore, che non è una favola, ma storia”. Atestimonianza di ciò, la presidente del Meeting cita la presenza di Vincenzo Petrone,ambasciatore italiano a Tokyo, ed annuncia per fine ottobre 2011 una “trasferta” delMeeting in Giappone simile a quella recente al Cairo. È previsto in tale cornice anchel’incontro con la comunità buddista del Monte Koya.“Non abbiate paura del mondo” ha detto il Santo Padre alla GMG di Madrid. Nessunapaura, neanche del mondo di oggi: “Quanto più sono brucianti l’incertezza e la crisi, tantopiù c’è bisogno di risvegliare non favole, ma il desiderio e la responsabilità di ognuno, inuna società sussidiaria in grado di organizzarsi a partire dal basso”.

I“

evoli non è un paesino sperduto nellecampagne toscane come qualcuno po-

trebbe pensare, bensì di Paolo Cevoli di Ze-lig, quello che impersona il Cangini Palmi-ro “Prima viene il cognome e poi il nomeper una questione di educazione e di rispet-to”, “piccolo” assessore alle Attività Varie edEventuali del comune di Roncofritto.“Il cristianesimo è come le tagliatelle – dice– divertito - devi assaggiarle, per sentirequanto sono buone. Così il cristianesimodevi provarlo: è un fatto da gustare e gode-re”.Su questa analogia gastronomicoesistenzia-le nasce «La Penultima Cena», il monologodel cuoco romano Paulus Simplicius Maro-ne, alias Paolo Cevoli, in cui si racconta deigiorni terreni di Gesù. Divertentissima pié-

ce teatrale che ha allietato la festa finale del-la XXXII edizione del Meeting di Rimini.Un’idea che si dipana in un lungo monolo-go nel quale il cuoco romano Paulus Sim-plicius racconta prima dell’incontro conquel “giovane di Nazareth” che aveva cam-biato l’acqua in vino alle nozze di Cana,poi di quella “sciagurata distribuzione gra-tuita di pani e di pesci, che mi ha quasimandato in rovina, mentre io avevo allesti-to un bel chiosco gastronomico”, poi anco-ra di quella cena pasquale in cui erano pre-senti solo in tredici, tra cui quel Giuda chedeteneva la borsa della compagnia e che perquesto era entrato nelle mire dell’intrapren-dente, ma confusionario cittadino romano.Insolita l’idea - quella di una storia di Cristonarrata da un testimone causale, molto de-

filato portatore di interessi decisamentemolto terreni - che viene condotta con co-micità verso approdi insoliti: Paulus Sim-plicius tornerà infatti nella natia Roma im-periale, dove non potrà dimenticare le coseviste, i miracoli di cui è stato testimone, levite cambiate di pescatori, prostitute, esat-tori delle tasse, malati, usurai.Dopo Rimini, Paolo Cevoli porterà la sua

Penultima Cena in giro per l’Italia e chi sache passando da Cevoli non si fermi ancheLivorno.

C

A cura di Andrea Capaccioli

Cristo si è fermato a CevoliLo spettacolo del comico di Zelig alla festa finale

ortate il vostro anelito di certezza»: Conqueste parole – conclusive dell’inter-

vento del Presidente della Repubblica Gior-gio Napolitano - possiamo dire che si èinaugurata la XXXII edizione del Meetingper l’amicizia fra i popoli.Il palcoscenico di Rimini è stato per il Presi-dente l’occasione per un appello storico, si-mile per intenti a quello di Roosvelt che, do-po la crisi del ’29, disse agli americani e almondo: “l’unica cosa di cui aver paura è lapaura”. La maggior parte dei mass-media havoluto sottolineare gli aspetti politici dell’at-tuale grave crisi economica cui il discorsodel Capo dello Stato ha fatto riferimento.Tuttavia ci sono degli aspetti del discorsoche non si è voluto cogliere o sottolineare ri-tenendoli senza capacità di incidenza stori-ca. A ben vedere, l’appello di Napolitano èstato in linea con lo spirito del Meeting,quando a richiamato ad un criterio di meto-do indispensabile se vogliamo prima di tut-to capire l’origine della crisi in cui viviamo,occorre –ha detto – “parlare il linguaggiodella verità” che “non induce al pessimismo,ma sollecita a reagire con coraggio e lungi-miranza”. Questa passione per la ricerca del-la verità significa realismo che non censuranulla della realtà: “Non si dà fiducia e non sisuscitano le reazioni necessarie, minimiz-zando o sdrammatizzando i nodi critici del-la realtà, ma guardandovi in faccia con intel-ligenza e coraggio”. L’intraprendenza e lacreatività nel trattare la realtà a partire daquesta posizione, è ciò che viene documen-tato dalla mostra 150 anni di sussidiarietàinaugurata alla presenza del Capo dello Sta-to, il quale ha così commentato: “l’impegnoche permette lo sviluppo non può venire oessere promosso solo dallo Stato, ma èespresso dalle persone, dalle comunità loca-li, dai corpi intermedi, secondo quella con-cezione e logica di sussidiarietà, che comedocumenta la Mostra […], ha fatto, di unastraordinaria diffusione di attività imprendi-toriali e sociali e di risposte ai bisogni comu-ni costruite dal basso, un motore decisivoper la ricostruzione e il cambiamento delnostro paese. E’ questo l’impegno necessarioper uscire dalla crisi”.Questa crescita non può avvenire soltantocon i parametri delle logiche del profittoavulse dalla domanda su cosa è l’uomo nellasua integralità perché “contano anche glistati soggettivi e gli aspetti qualitativi dellacondizione umana”. Sono soprattutto le gio-vani generazioni che possono tornare a capi-re il significato di ciò che costituisce il cuoredell’uomo: E’ a tutto ciò che bisogna pensa-re quando ci si chiede se le giovani genera-zioni, quelle già presento sulla scena dellavita e quelle future, potranno – in Italia e inEuropa, in un mondo così trasformato –aspirare a progredire rispetto alle generazio-ne dei padri come è accaduto nel passato. Larisposta è che esse possono aspirare e devo-no tendere a progredire nella loro comples-siva condizione umana. Ecco qualcosa percui avrebbe senso che si riaccendesse il mo-tore del “desiderio”.Ciò genera questo grande contributo al benecomune che una realtà come il Meeting por-ta: I valori che voi testimoniate ce lo dicono;ce lo dicono le tante espressioni, che io ac-colgo in Quirinale. E, perché si creino lecondizioni di un rinnovato slancio che attra-versi la società in uno spirito di operosa sus-sidiarietà, contiamo anche sulle risorse chescaturiscono dalla costante, fruttuosa ricercadi giuste forme di collaborazione – secondole parole di Benedetto XVI – fra la comunitàcivile e quella religiosa. Perché l’esistenza divenuta una immensacertezza non è come molti dicono una fontedi chiusura ma di bene per tutti: “Portate,nel tempo dell’incertezza, il vostro anelitodi certezza. E’ per tutto questo che rappre-sentate una risorsa umana per il nostro Pae-se. Ebbene, fatela valere ancora di più: è ilmio augurio e il mio incitamento”.È una grande responsabilità che il Capo del-lo Stato abbia detto queste cose al Meeting:un invito ad essere se stessi e collaborare albene di tutti.

SpecialeMeetingdi Rimini

Page 8: La Settimana n. 30 del 4 settembre 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI4 settembre 2011VIII