Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più...

64
SETTEMBRE 2009

Transcript of Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più...

Page 1: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

������������������������ �������� ��������������� ��������������������

�����

SETTEMBRE 2009

Page 2: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

Responsabile della Ricerca: Ezio Castiglione. Responsabile della Redazione e Coordinamento Operativo: Antonella Finizia Hanno contribuito alla redazione: Domenico Ciaccia, Massimo Costanzo, Stefania Massari, Andrea Morreale (capitolo 5) Antonella Finizia (capitolo 1 e paragrafo 3.1) Stefano Merciai (capitoli 2, 4 e 6 e paragrafo 3.2) Il Rapporto è stato realizzato con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Page 3: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

INDICE

INDICE DELLE ABBREVIAZIONI USATE NEL TESTO 5

1. INTRODUZIONE 7

2. IL NUOVO SISTEMA DI TAVOLE: LE TAVOLE DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI 9

2.1 Cenni storici 9

2.2 Il quadro normativo 10

2.3 L'informazione statistica delle SUTs 13

3. LA STRUTTURA DELLE TAVOLE ISMEA DEL SISTEMA AGROALIMENTARE ITALIANO 14

3.1 L’esperienza dell’Ismea sulle tavole delle interdipendenze settoriali 14

3.2 La struttura delle tavole 15 3.2.1 La classificazione utilizzata 15 3.2.2 Descrizione delle tavole 18

4. ANALISI DELLE TAVOLE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE 2003 21

4.1 Analisi della tavola delle Risorse 21

4.2 Analisi della tavola degli Impieghi ai prezzi di acquisto 28

4.3 Analisi dei margini complessivi 35

5. LA COSTRUZIONE DELLE TAVOLE ISMEA: METODOLOGIA E FONTI 39

5.1 Le principali fonti utilizzate 39 5.1.1 Indagine sui Risultati Economici delle Aziende Agricole (REA) 39 5.1.2 Indagine sulla Struttura e produzione delle aziende agricole (SPA) 40 5.1.3 Quinto Censimento generale dell’agricoltura, Anno 2000 41 5.1.4 Indagine sui consumi delle famiglie 41 5.1.5 Rilevazione annuale della produzione industriale (PRODCOM) 42 5.1.6 Il Panel Ismea sugli acquisti delle famiglie di prodotti alimentari 42 5.1.7 Rilevazione dei prezzi all’origine e all’ingrosso dei prodotti agricoli 43

Page 4: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

5.2 La metodologia per la costruzione delle tavole 44 5.2.1 Stima delle branche dell’agricoltura e degli allevamenti 44 5.2.2 Stima della produzione delle branche dell’industria alimentare 46 5.2.3 Altre grandezze: Consumi delle famiglie, Importazioni, Esportazioni e Margini di Distribuzione 47

6. ASPETTI CONCLUSIVI 48

6.1 I principali risultati 48

6.2 Considerazioni per ulteriori sviluppi del lavoro 48

7. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 51

COLLEGAMENTI INTERNET 52

A. ALLEGATI 53

A.1. Tavola di corrispondenza 53

A.1. Tavola di corrispondenza (segue) 54

A.1. Tavola di corrispondenza (segue) 55

A.2 Sezioni di interesse dei questionari RICA-REA, SPA e Censimento Agricolo 2000 56

Page 5: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

Indice delle abbreviazioni usate nel testo

CA Censimento dell’Agricoltura (Istat)

CN Contabilità Nazionale (Istat)

I/O Tavola Input-Output generica

PRODCOM Rilevazione annuale della produzione industriale (Istat)

REA Rilevazione sui Risultati Economici delle Aziende Agricole (Istat)

RICA Rete d’Informazione Contabile Agricola (Inea)

SAU Superficie Agricola Utilizzata

SEC95 Sistema Europeo dei Conti 1995

SIOT Tavola Input-Output Simmetrica, secondo le linee guida dell'Eurostat (SEC95)

SNA68 Sistema dei Conti Nazionale 1968 (Nazioni Unite)

SNA93 Sistema dei Conti Nazionale 1993 (Nazioni Unite)

SPA Indagine sulla Struttura e Produzioni delle Aziende Agricole (Istat)

SUTs Tavole delle Risorse ed Impieghi

UBA Unità Bestiame Adulto

PMI-SCI Rilevazione sul Sistema dei conti delle imprese e sulle Piccole e Medie imprese (Istat)

NACE Classificazione Statistica delle Attività Economiche nella Comunità Europea

ATECO Classificazione delle Attività Economiche adottata dall'Istat

CPA Classificazione dei Prodotti Associati alle Attività nella Comunità Economica Europea.

COICOP Classificazione dei Consumi Individuali Secondo lo Scopo (Nazioni Unite)

Page 6: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti
Page 7: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

7

LE TAVOLE DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI DEL SISTEMA AGROALIMENTARE ITALIANO 2003

1. Introduzione

La consapevolezza dell’utilità di approfondire la conoscenza delle relazioni intersettoriali del settore agroalimentare, al suo interno e all’esterno, con il resto dell’economia, ha portato, molti anni fa, alla costruzione da parte dell’Ismea - allora Irvam -, delle prime tavole delle interdipendenze settoriali del sistema agroalimentare italiano (tavole Input/Output 1978), lavoro che è proseguito nei decenni successivi, con la costruzione di tavole nazionali per gli anni 1985 e 1995. La valenza conoscitiva di questo tipo di strumenti analitici, oggi riconosciuta forse ancor più che in passato, ed il suo utilizzo sempre più diffuso confermano l’opportunità di proseguire l’attività di studio in questo campo.

Le tavole Input/Output (I/O), introdotte nella prima metà del secolo scorso da Wassily W. Leontief (1941), sintetizzano all’interno di una matrice tutte le interrelazioni che avvengono all’interno del sistema produttivo in una delimitata area geografica e in un fissato lasso di tempo. Per ogni attività economica è quindi presente sia la struttura dei costi, incluso il servizio offerto dai fattori primari quali lavoro, capitale e terra, sia la destinazione dei prodotti ottenuti.

Oltre alle proprietà descrittive, le tavole I/O consentono la costruzione di modelli economici in grado di prendere in considerazione non solo i flussi diretti necessari per ottenere una determinata produzione ma anche quelli indiretti che in funzione di essa vengono attivati. Di conseguenza, è possibile simulare, ad esempio, come la variazione di un qualsiasi variabile possa influenzare l’intera area di riferimento.

L’attività dell’Ismea in questo ambito risale, come si è detto, al 1978 con la prima tavola I/O; una seconda tavola fu elaborata nel 1985. La più recente è stata pubblicata nel 1997 e contiene dati relativi al 1995, raccolti principalmente attraverso due specifiche indagini (indagine sulle caratteristiche socio-economiche dell’agricoltura italiana1 e indagine sulle caratteristiche economiche dell’industria alimentare) e raccordati con il quadro delle stime delle tavole nazionali Istat elaborate dai Conti Nazionali.

Il presente progetto di aggiornamento, seguendo le indicazioni introdotte dal nuovo Sistema Europeo dei Conti 1995 (SEC95)2 ha portato all’elaborazione delle Tavole delle Risorse e degli Impieghi (SUTs) del sistema agroalimentare italiano. Esse costituiscono una rappresentazione delle interrelazioni esistenti, nell’anno di riferimento, nel sistema agroalimentare e nel sistema economico nazionale. La tavola I/O simmetrica (SIOT) costituisce una successiva elaborazione delle prime due e va a completare il cosiddetto “Sistema delle Interdipendenze Settoriali”.

Infatti, uno dei punti di forza del SEC95 è l’integrazione fra le SUTs e la SIOT. Esse sono usate per bilanciare offerta e domanda in una struttura coerente e fornire preziose informazioni sui dati economici disaggregati necessari per l’analisi economica.

1 Ismea, 2005. 2 Eurostat, 1995.

Page 8: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

8

Le SUTs sono matrici per branca di attività economica e prodotto che forniscono un quadro analitico dell’offerta di beni e servizi, sia di produzione interna sia di importazione, e dell’utilizzo dei beni e servizi per usi intermedi o finali e mostrano, inoltre, il valore aggiunto e tutte le sue componenti, generate dalle branche di attività economica.

Tra le principali innovazioni dell’attuale metodologia di costruzione delle SUTs vi è l’utilizzo del concetto di branca di attività economica, che si traduce nel fatto che per ciascuna branca si prendono in considerazione oltre alle produzioni primarie anche quelle secondarie e tutto quanto è inerente alle attività ausiliari. Ad esempio, la branca “Frumento tenero” può non produrre unicamente frumento tenero bensì anche altri prodotti (ad esempio, foraggere, prodotti zootecnici o altri cereali) e servizi (contoterzismo e prima lavorazione dei prodotti, agriturismo e/o trasformazione dei prodotti). Questo approccio consente di mettere in evidenza interessanti aspetti relativamente al grado di specializzazione delle aziende e all’importanza economica delle attività secondarie e ausiliari.

La classificazione adottata per questo lavoro è coerente con le indicazioni del SEC95: per le branche, ci si è basati sulla Classificazione per Attività Economiche 2002 (Ateco2002); per i prodotti, sulla Classificazione dei Prodotti per Attività 2002 (CPA2002). Il grado di dettaglio è superiore per le attività agroalimentari a quello delle SUTs ufficiali pubblicate dall'Istituto Nazionale di Statistica (Istat)3. Per esigenze di analisi interne, sono state costruite tavole a 105 branche di cui 46 agroalimentari. Successivamente e ai fini della pubblicazione, si sono operate alcune aggregazioni, accorpando alcune sottobranche agricole poco significative a livello economico e alcune attività dell’industria e dei servizi, in modo da evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti all'industria alimentare.

In questo progetto, come nei lavori precedenti, l’Ismea si è posta come obiettivo quello di mantenere per le tavole Ismea il carattere di strumento ausiliario e complementare rispetto alle tavole nazionali dell’Istat, rappresentando un vero e proprio “zoom” sulle branche dell’agricoltura e dell’industria alimentare.

Un grande valore aggiunto del progetto, realizzato avvalendosi anche della collaborazione di esperti dell’Istat, deriva dallo sforzo di utilizzare tutte le fonti esistenti di dati sia presso l’Istat sia presso l’Ismea e mettendo in comune le conoscenze degli esperti statistici e degli esperti di settore. L’idea di base è quella di considerare queste tavole un benchmark, aggiornabile e migliorabile via via che si rendono disponibili nuovi e migliori dati.

Su questo progetto si può dire che in Italia non esistono analoghi strumenti quantitativi a carattere nazionale focalizzati sull’agroalimentare a tale livello di approfondimento e pochi se ne contano nel panorama internazionale; in questo senso il lavoro dell’Ismea va incontro alle esigenze, da un lato, degli studiosi interessati a indagare più approfonditamente i flussi e i collegamenti economici tra settori, dall’altro lato, degli operatori economici interessati alla ripartizione del valore e ai margini lungo la filiera agroalimentare.

3 L'Eurostat consiglia agli Stati membri dell'Unione Europea di compilare SUTs a 60 branche. Ne segue che in questo schema l'agricoltura, escludendo pesca e silvicoltura, è aggregata in un'unica branca. Stesso discorso vale per l'industria alimentare.

Page 9: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

9

2. Il nuovo sistema di tavole: le tavole delle risorse e degli impieghi

2.1 Cenni storici

La storia delle SUTs ha molto in comune con quella della I/O. Il punto di partenza può essere rintracciato nella volontà di sviluppare adeguati strumenti per sintetizzare il comportamento e la struttura di determinate economie. Se infatti il secolo scorso ha visto un incremento della mole e, nello stesso tempo, della qualità dei dati raccolti dai vari Istituti di Statistica nazionali ed internazionali, va riconosciuto che ciò è stato reso possibile grazie anche allo sviluppo di appropriati strumenti contabili capaci di organizzare questa enorme quantità di informazioni. Le SUTs e la I/O si annoverano appunto tra gli strumenti che hanno agevolato questo processo, grazie alla capacità di sintetizzare, attraverso l'utilizzo di opportune matrici, il comportamento di agenti eterogenei che costituiscono un sistema produttivo.

Con l'introduzione delle SUTs all'interno della Contabilità Nazionale (CN) si è arricchito il tradizionale quadro delle interdipendenze settoriali e si sono dotati i contabili nazionali di un ulteriore strumento analitico per la verifica e il miglioramento della coerenza, sia dei dati di base sia delle stime finali, aumentando l’efficienza del lavoro e migliorando la qualità statistica. Esse forniscono, infatti, un utile strumento per individuare lacune e incongruenze nei flussi di beni e servizi ottenuti da differenti fonti statistiche quali: indagini sulle imprese, inchieste sui bilanci delle famiglie, statistiche sul commercio estero e altre fonti. Un notevole miglioramento informativo si ha anche per gli analisti economici. Con le SUTs infatti si ha una conoscenza più completa dei comportamenti degli agenti economici all'interno di una determinata economia.

La nascita della I/O si deve a Wassily Leontief (1941) che nella prima metà del Novecento ne pubblicò una relativa all'economia americana4 e, grazie a questo lavoro, ottenne il premio Nobel nel 1973. Leontief era riuscito, in pratica, ad includere in un'unica matrice gli innumerevoli processi in atto nel sistema produttivo americano, definendo chiaramente la struttura dei costi (input) e il risultato economico (output) per ciascun settore produttivo. Così facendo, è stato possibile evidenziare le interdipendenze esistenti tra gli innumerevoli settori costituenti un'economia in un determinato periodo di tempo.

Nel 1968 la I/O venne inglobata nel Sistema dei Conti Nazionali dalle Nazioni Unite (SNA68) grazie al lavoro di Richard Stone (UN, 1968) che gli fruttò il premio Nobel nel 1984. Nello SNA68 una I/O è il risultato di un'elaborazione effettuata sulle SUTs. Infatti, la tavola delle Risorse contabilizza le produzioni realizzate da ogni singolo settore economico, mentre la tavola degli Impieghi mostra la loro struttura dei costi: dall'integrazione di queste due matrici se ne ottiene una sola, che è appunto la I/O. Da allora molti Istituti di Statistica di diversi paesi hanno realizzato e continuano a realizzare SUTs e I/O favorendo una migliore conoscenza dei sistemi produttivi ed aumentando le potenzialità analitiche.

4 È importante ricordare che una primordiale idea di una tavola I/O si deve a Francois Quesnay con il suo Tableau Economique.

Page 10: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

10

2.2 Il quadro normativo

Nel 1995, dopo numerosi anni di lavoro da parte di diversi esperti provenienti dai vari Istituti di Statistica europei, l'Eurostat pubblicò il nuovo Sistema Europeo dei Conti Nazionali e Regionali (SEC95), che sostituisce il precedente pubblicato nel 1979. Con il SEC95 si è cercato di migliorare l'armonizzazione dei conti fra i vari stati europei, sviluppando maggiormente i concetti base, le definizioni e le regole di compilazione, in modo da permettere una migliore comparazione tra le diverse economie degli Stati Membri. Il SEC95 è coerente con il Sistema dei Conti Nazionali realizzato dalle Nazioni Unite nel 1993 (SNA93)5 e rispetta le caratteristiche delle economie dei paesi del Vecchio Continente.

Dal 1995 le linee guida per la realizzazione della I/O hanno subito dei cambiamenti, in quanto ora si parla di un Sistema delle Interdipendenze Settoriali riprendendo le indicazioni dello SNA93. Infatti, mentre in passato si realizzava un'unica matrice, la I/O, attualmente ogni Istituto di Statistica degli Stati Membri pubblica (Eurostat, 1995 e 2006):

a. le tavole delle Risorse ed Impieghi (SUTs);

b. una tavola di collegamento tra le tavole delle Risorse ed Impieghi e i Conti Settoriali;

c. la tavola simmetrica Input-Output (SIOT).

Entrando più nel dettaglio, le SUTs includono:

a1. la tavola delle Risorse, che esplicita i flussi di beni e servizi all'interno dell'economia nazionale (Fig. 1);

a2. la tavola degli Impieghi, che mostra la struttura dei costi di produzione e il reddito generato nel processo di produzione (Fig. 2);

a3. la tavola dei flussi di beni e servizi con il Resto del Mondo.

In Italia, con la revisione generale dei Conti Nazionali del 2005, presentata a Roma presso l’Istat nel giugno 2006, è stato illustrato il nuovo approccio integrato ai Conti nazionali, attraverso le SUTs6.

In particolare, le SUTs sono matrici che presentano sulle colonne le branche produttive, che rispettano la Classificazione Statistica Europea delle Attività Economiche nella Comunità Europea (NaceRev.1.1) mentre sulle righe si trovano beni e servizi, secondo la Classificazione Statistica dei Prodotti associata alle Attività nella Comunità Economica Europea 2002 (CPA2002). La NaceRev.1 è stata recepita in Italia dall'Istat, attraverso la Classificazione delle Attività Economiche Ateco20027. Le due classificazioni delle attività e dei prodotti sono strettamente collegate.

5 Lo SNA93 sostituisce quello precedente realizzato nel 1968. 6 Per ulteriori approfondimenti cfr. Mantegazza ed al., 2005. 7

L'Ateco2002 corrisponde per le prime 4 cifre alla NaceRev.1.1 Quest'ultima è stata di recente sostituita con la NaceRev.2 e corrispondentemente in Italia si è adottata l’Ateco 2007. La Contabilità Nazionale adeguerà le stime alla nuova classificazione a partire dal 2011.

Page 11: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

11

Avendo quindi una struttura prodottoXbranca, le SUTs possono avere anche una forma rettangolare, qualora avvenga in un’economia che il numero di beni e servizi superi quello delle branche di produzione. Ciò nella realtà può esser abbastanza comune ed in effetti, a conferma di questo, la stessa CPA arriva ad un dettaglio maggiore della classificazione delle attività.

Fig. 1 – Schema sintetico della tavola delle Risorse

Branche Produttive Resto del Mondo Totale

Prodotti Produzioni realizzate per branca produttiva e per

prodotto

Importazione di prodotti Totale offerta per prodotto

Totale Totale produzione per branca produttiva

Totale importazioni Totale offerta

Fig. 2 – Schema sintetico della tavola degli Impieghi

Branche produttive

Consumi finali

Formazione del capitale/Scorte

Resto del Mondo

Totale

Prodotti Consumi intermedi per

branca produttiva e per prodotto

Consumi finali per prodotto

Formazione del capitale e delle

scorte per prodotto

Esportazioni di prodotti

Totale impiego

per prodotto

Valore aggiunto

Valore aggiunto per

branca produttiva

Totale Totale costi di produzione per branca produttiva

Nel SEC95 la SIOT diventa una tavola derivata che ricompone in una singola matrice le informazioni provenienti dalle SUTs. Si possono quindi avere due differenti tavole: brancaXbranca oppure prodottoXprodotto8. Nel primo caso si avrà

8 La procedura di costruzione della SIOT viene realizzata sulla base di alcune ipotesi. In pratica gli output e gli input delle produzioni secondarie vengono riallocati attraverso due possibili assunzioni: 1.tecnologia di prodotto: la struttura di input della tecnologia che produce un dato prodotto è la medesima ovunque tale bene sia realizzato (ogni prodotto è realizzato con la stessa tecnologia, indipendentemente da quale sia la branca dove è fabbricato); 2.tecnologia di branca: si assume che gli input siano consumati nelle stesse proporzioni in ciascuna attività produttiva svolta da una branca, in pratica prodotti principali e secondari sono tutti fabbricati usando la stessa tecnologia, cioè la stessa struttura di input (Mantegazza e Pascarella, 2006; Eurostat, 2006). Dalle stessa SUTs si possono quindi ottenere quattro diverse tavole.

Page 12: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

12

quindi la classificazione Ateco2002 sia per le righe che per le colonne; nel secondo caso, invece, si avrà unicamente la CPA2002.

Per la formazione dell'unità produttiva branca, impiegata nelle SUTs e nella I/O brancaXbranca, si utilizza il concetto di attività economica locale (Uael)9 mentre nel caso di una I/O prodottoXprodotto si predilige l'unità produttiva omogenea (Upo)10. Si ha quindi che una Uael può realizzare una gamma eterogenea di prodotti e viene inserita in una determinata branca in base alla sua produzione primaria. Ne segue che una branca non solo produce beni e servizi legati strettamente alla propria specifica attività ma può produrre anche dell'altro – produzioni secondarie – ed inoltre si può tenere in considerazione quanto inerente ad attività ausiliari. Cosa diversa si ha invece per una Upo che produce un unico prodotto omogeneo11.

Un'importante novità del SEC95 è stata anche l'introduzione del prezzo base12 che in sostanza ha sostituito il prezzo al produttore, ancora molto utilizzato nel nostro Paese. Resta invece in uso il prezzo di acquisto13. Poiché la tavola delle Risorse mostra le produzioni realizzate all'interno di un’economia, essa viene realizzata seguendo il punto di vista del produttore e quindi si utilizza il prezzo base. Altra cosa si verifica per la tavola degli Impieghi che, contabilizzando l'utilizzo di beni e servizi da parte delle branche produttive, segue il punto di vista dell'acquirente e quindi si utilizza il prezzo di acquisto. Per quanto riguarda le transazioni con il Resto del Mondo, in caso di importazione i prodotti vengono valutati ai prezzi Cif, mentre nel caso di esportazioni ai prezzi Fob 14.

9 L'unità di attività economica locale è una parte di un'unità di attività economica situata in una località topograficamente identificata dove si esercitano delle attività economiche per le quali - a prescindere da eccezioni - una o più persone lavorano (eventualmente a tempo parziale) per conto di una stessa impresa. L’unità di attività economica (Uae) raggruppa in seno ad un’impresa l’insieme delle parti che concorrono all’esercizio di un’attività del livello ‘classe’ (quattro cifre) della nomenclatura NACE Rev.1 e corrisponde ad una o più suddivisioni operative dell’impresa stessa. Il sistema di informazioni dell’impresa deve consentire di fornire o di calcolare per ogni Uae almeno il valore della produzione, dei consumi intermedi, del costo del personale e del risultato di gestione nonché dell’occupazione e degli investimenti fissi lordi (Mantegazza e Pascarella, Istat 2006). 10 L’unità di produzione omogenea è caratterizzata da un’attività unica, vale a dire da input di prodotti, da un processo di produzione e dall’output di prodotti omogenei. I prodotti che costituiscono gli input o gli output sono essi stessi caratterizzati dalla loro natura, dal loro livello di lavorazione e dalla tecnica di produzione utilizzata, con riferimento ad una nomenclatura di prodotti (Mantegazza e Pascarella, Istat 2006). 11 Vedere per approfondimento Mantegazza e Pascarella (Istat 2006). 12 Il prezzo base è il prezzo che il produttore può ricevere dall'acquirente per una unità di bene o servizio prodotta, dedotte le eventuali imposte da pagare su quella unità quale conseguenza della sua produzione e della sua vendita (ossia le imposte sui prodotti) ma compreso ogni eventuale contributo da ricevere su quella unità quale conseguenza della sua produzione o della sua vendita (ossia i contributi ai prodotti). Sono escluse le spese di trasporto fatturate separatamente dal produttore mentre sono inclusi i margini di trasporto addebitati dal produttore sulla stessa fattura, anche se indicati come voce distinta (Eurostat, 1995) 13 Il prezzo di acquisto è il prezzo effettivamente pagato dall'acquirente per i prodotti. Sono incluse eventuali imposte al netto dei contributi, sui prodotti, e spese di trasporto aggiuntive. Sono esclusi gli interessi o gli oneri addebitati nell'ambito di convenzioni creditizie, eventuali sconti o oneri accessori (Eurostat, 1995). Il prezzo di acquisto è quindi uguale al prezzo base più le imposte ai prodotti, al netto dei contributi ai prodotti, e i margini di distribuzione. 14 Il prezzo cif (dall'inglese: cost, insurance and freight) indica il valore delle merci inclusi i costi di trasporto e di assicurazione dal luogo di produzione o di commercializzazione estero fino alla frontiera nazionale dell’acquirente; il prezzo fob, (dall'inglese: free on board) indica il valore delle merci inclusi i costi di trasporto e di assicurazione dal luogo di produzione o di commercializzazione fino alla frontiera nazionale del venditore (fonte: Istat).

Page 13: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

13

Anche la SIOT, così come la tavola delle Risorse, viene realizzata ai prezzi base. Questo fa sì che nelle elaborazioni delle SUTs, al fine di ottenere la SIOT, vengano utilizzate delle “matrici di valutazione” per passare dai prezzi di acquisto ai prezzi base.

2.3 L'informazione statistica delle SUTs

L'introduzione delle SUTs all'interno del Sistema delle Interdipendenze Settoriali da parte del SEC95 ha portato notevoli miglioramenti dal punto di vista dell'offerta informativa. Con le SUTs infatti si ha una conoscenza più completa dei comportamenti degli agenti economici all'interno di una determinata economia.

Infatti nelle SUTs, in base alla definizione di unità di attività economica locale (Uael), si possono indagare le scelte produttive realizzate dagli agenti economici. In pratica attraverso la tavola delle Risorse si può comprendere il ventaglio di scelte produttive realizzate dalle imprese di un paese. Sarà quindi possibile determinare, ad esempio, il grado di specializzazione di un determinato settore oppure, sul versante opposto, la sua multifunzionalità. La composizione di eterogenei processi produttivi realizzati all'interno del sistema produttivo è infatti una caratteristica peculiare di ciascun paese o regione e ciò può dare interessanti stimoli analitici.

In più la tavola degli Impieghi fornisce informazioni sulla scelta di approvvigionamento dei beni intermedi e sulla formazione del reddito da parte dei settori produttivi. Anche in questo caso, la struttura dei costi può divergere da caso a caso ed assumere determinati valori poiché dipendente, da un lato, dalle scelte produttive realizzate in seno all'impresa e, dall'altro, dalla disponibilità di risorse presenti sul mercato di appartenenza. Può quindi dare degli interessanti spunti di analisi, quali ad esempio l'incidenza di determinati costi sul risultato finale del settore relazionando il tutto al grado di specializzazione o di multifunzionalità verificatosi.

Da quanto detto si evince che le SUTs hanno la capacità di analizzare il comportamento di una branca utilizzando delle tecniche tipiche di bilancio aziendale. Con la differenza che, in questo caso, essendo le SUTs uno strumento di sintesi macroeconomica, l'azienda avrà un “comportamento medio” determinato dall'unione delle diverse imprese, o meglio Uael, costituenti una branca.

Un'altra interessante informazione fornita dalle SUTs è relativa all'utilizzo di determinate produzioni da parte del sistema produttivo di riferimento. Infatti, la tavola degli Impieghi mostra il grado di utilizzo di determinati beni e servizi all'interno delle branche di un’economia. Anche in questo caso, le possibilità di analisi sono molteplici ed interessano il lato dell'offerta dei prodotti. Ad esempio, si può determinare l'effetto sui settori di un'economia di determinate riduzioni dell'offerta di alcuni beni, oppure le potenzialità di sviluppo per la produzione di particolari beni o servizi e così via.

Da quanto detto si evince che l'informazione statistica fornita dalle SUTs è molto ampia e può dare il via a numerose tipologie di analisi che, singolarmente o relazionate l'una all'altra, permettono di ottenere una buona conoscenza della realtà indagata in un determinato periodo di riferimento.

Page 14: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

14

3. La struttura delle tavole Ismea del sistema agroalimentare italiano

3.1 L’esperienza dell’Ismea sulle tavole delle interdipendenze settoriali

Il presente lavoro si pone in linea di continuità con le precedenti elaborazioni delle tavole intersettoriali dettagliate per il sistema agroalimentare, sviluppate per la prima volta nel 1978 dall’Irvam (attuale Ismea). Infatti, il livello di dettaglio delle tavole nazionali dell’Istat è sempre apparso insufficiente a coprire le esigenze conoscitive sul settore agricolo e sull’alimentare. La necessità di approfondire la conoscenza delle relazioni intersettoriali all’interno del settore agroalimentare e all’esterno, con il resto dell’economia, ha dato luogo dapprima alle tavole I/O per gli anni 1978 e 198515, poi, a dieci anni di distanza, alla tavola intersettoriale dell’Ismea del sistema agroalimentare italiano, riferita al 199516.

La tavola del 1995, in particolare, è stata costruita ad un livello di dettaglio di 23 branche17 per l’agricoltura (coltivazioni e zootecnia), più una branca per la pesca e acquacoltura. Per le industrie alimentari, sono state individuate 13 branche.

Per la tavola del 1995, come per quelle proposte in questa sede, l’Ismea si era posto l’obiettivo di mantenere il carattere di strumento ausiliario e complementare rispetto alle tavole nazionali dell’Istat, effettuando un vero e proprio “zoom” sulle branche dell’agricoltura e dell’industria alimentare. Per quanto riguarda le branche relative alle altre attività industriali e dei servizi, la tavola Ismea 1995 si presenta in forma fortemente aggregata, dove le branche sono state individuate in base all’importanza economica, in termini di voci di costo dell’agroalimentare e di destinazioni dei prodotti agroalimentari.

La tavola del 1995 è stata utilizzata per diverse elaborazioni:

- analisi delle attivazioni e dei flussi di formazione e destinazione delle risorse disponibili, dell’integrazione verticale e orizzontale, dei costi intermedi, ecc. (Ismea, 1998)

- estensione della tavola I/O in una SAM (Social Account Matrix) dove tra gli attori istituzionali ed in particolare nell’ambito delle famiglie, vi è una focalizzazione sulle famiglie agricole, articolate in diverse tipologie (Ismea, 2005);

- elaborazione di un modello di equilibrio generale applicato per il sistema agroalimentare italiano, il MEG Ismea (Ismea, 2004; Finizia ed al., 2005);

- analisi della catena del valore, ossia come viene ripartito il valore di un prodotto tra gli attori economici che entrano a far parte della filiera produttiva (Ismea, 2008).

15 Irvam, Matrice del sistema agricolo-alimentare, 1978 e 1985. 16 Ismea, 1997. 17 Il concetto di branca utilizzato nella tavola intersettoriale Ismea del 1995 era differente da quello introdotto dal SEC95 perché allora una branca presentava un'unica produzione omogenea. In quest'ottica la tavola Ismea del 1995 può essere intesa come ProdottoxProdotto.

Page 15: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

15

In particolare, la costruzione delle tavole del 1995 si inquadrava in un obiettivo più generale, quello di realizzare una serie strumenti “micro-macro”, tra essi collegati. Le tavole I/O e la SAM, infatti, risultavano dall’aggregazione di microdati aziendali18, bilanciati per ottenere coerenza con il quadro delle stime di contabilità nazionale. La stessa fonte informativa è quindi alla base sia di modelli microeconomici di comportamento dell’impresa famigliare agricola, sia, attraverso le tavole I/O e la SAM, del modello macroeconomico di equilibrio generale. In tal modo si è costruito un set di strumenti di analisi che consente con facilità di passare dal micro al macro e viceversa (Finizia ed al., 2007).

Per le nuove tavole si è scelto di mantenere una continuità con il passato, soprattutto per quanto riguarda l’obiettivo di coerenza con le tavole nazionali Istat, non soltanto in termini di classificazione ma anche in termini di vincoli sui valori assunti complessivamente dalle branche dell’agricoltura e dell’industria alimentare. L’anno di riferimento delle tavole, il 2003, è stato scelto in quanto corrispondente all’ultimo anno per il quale sono state pubblicate le tavole Istat e per il quale i dati statistici, all’avvio del lavoro, erano pienamente consolidati.

Il passaggio alla nuova metodologia limita invece il confronto con le tavole Ismea del 1995 in quanto nel frattempo, come è stato ampiamente descritto, cambiando il Sistema dei Conti di riferimento, le classificazioni utilizzate e le modalità di costruzione della I/0 si sono modificate.

Le nuove tavole sono state elaborate, per uso interno, ad un livello di dettaglio superiore a quello adottato nel 1995, anche per quanto riguarda le branche non agroalimentari. Infatti, un obiettivo ulteriore è quello di costruire uno strumento utilizzabile anche in altri contesti, ovunque si renda necessaria la conoscenza della struttura del sistema produttivo con particolare dettaglio sui settori agroalimentari. Si prenda ad esempio il modello del Global Trade Analysis Project (Gtap), sviluppato dal Centre for Global Trade Analysis presso la Purdue University19.

E’ da ribadire inoltre lo sforzo che è stato fatto in questa occasione per costruire le tavole usando le fonti esistenti di dati sia presso l’Istat sia presso l’Ismea e mettendo in comune le conoscenze degli esperti. L’idea alla base del progetto è quello di utilizzare queste tavole per la costruzione di un benchmark, aggiornabile e migliorabile via via che si rendono disponibili nuovi e migliori dati.

Anche in questo caso, come per la costruzione delle tavole del 1995, si è partiti da fonti di dati a livello aziendale, utilizzando i microdati dell’indagine Istat sui Risultati Economici delle Aziende Agricole (Rea) e del Censimento dell’Agricoltura. Un obiettivo collaterale di questo nuovo progetto infatti è stato quello di verificare le potenzialità e le eventuali carenze dei dati raccolti nelle indagini statistiche già in essere.

3.2 La struttura delle tavole

3.2.1 La classificazione utilizzata

In coerenza con il nuovo approccio adottato dai conti economici italiani, si è articolata anche l’analisi per la costruzione delle tavole Risorse ed Impieghi del

18 Dati dell’indagine Ismea sulle caratteristiche socio-economiche dell’agricoltura italiana (Ismea, 2005). 19

www.gtap.agecon.purdue.edu.

Page 16: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

16

sistema agroalimentare italiano, a partire da quelle della Contabilità Nazionale realizzate dall’Istat.

Le classificazioni utilizzate sono la Classificazione delle Attività Economiche 2002 (Ateco 2002) e la Classificazione dei Prodotti Associata alle Attività, 2002 (CPA 2002).

Per quanto riguarda l’agricoltura, il livello di dettaglio di branca presente nelle tavole ufficiali pubblicate dell’Istat è il seguente:

- 01 Agricoltura, caccia e servizi connessi

- 02 Silvicoltura e servizi connessi

- 05 Pesca, piscicultura e servizi connessi

Mentre per l’industria alimentare, vi è una sola branca, la 15, corrispondente all’Industria alimentare e bevande.

Per la costruzione delle tavole Ismea, è stata elaborata una classificazione delle branche di attività che consente l’immediata riconduzione alla classificazione Nace, con riferimento alle prime due cifre. Infatti, tutte le sottobranche sono state codificate anteponendo alla numerazione progressiva il codice corrispondente alla branca di appartenenza (p01 per l’agricoltura, p15 per l’industria alimentare e bevande, e così via). Laddove la branca corrisponde esattamente a quella delle tavole Istat, si è attribuito il codice 00 (ad es. p02.p00 è il codice completo per la branca della silvicoltura e servizi connessi, che non è stata ulteriormente disaggregata nelle tavole Ismea).

L’agricoltura (coltivazioni, allevamenti e attività connesse) è stata quindi suddivisa in 31 sottobranche, elencate di seguito:

p01. 01 Coltivazione di riso

p01. 02 Coltivazione di frumento tenero

p01. 03 Coltivazione di frumento duro

p01. 04 Coltivazione di granoturco da granella

p01. 05 Coltivazione di cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia)

p01. 06 Coltivazione di legumi secchi (pisello proteico, pisello secco, fagioli secchi, fava, lupino dolce), soia, girasole, colza, altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale (cotone, lino, canapa)

p01. 07 Coltivazione di tabacco

p01. 08 Coltivazione di barbabietola

p01. 09 Coltivazione di patate

p01. 10 Coltivazione di pomodoro da industria

p01. 11 Coltivazione di legumi freschi e altri ortaggi (compreso il pomodoro da mensa, esclusi i legumi secchi) in serra

Page 17: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

17

p01. 12 Coltivazione di legumi freschi e altri ortaggi (compreso il pomodoro da mensa, esclusi i legumi secchi) in piena aria

p01. 13 Coltivazione di fiori e piante ornamentali (in pien’aria e in serra)

p01. 14 Coltivazione di piante da vivaismo (frutticolo, olivicolo, viticolo, ornamentale)

p01. 15 Coltivazione di uva da vino (compresa la produzione di vino da uve proprie)

p01. 16 Coltivazione di frutta fresca (inclusa uva da tavola e frutta a guscio, esclusi agrumi)

p01. 17 Coltivazione di agrumi

p01. 18 Coltivazione di olive (compresa la produzione di olio da olive proprie)

p01. 19 Allevamento di bovini e bufalini da latte

p01. 20 Allevamento di vitelli da allevamento ed ingrasso (da carne)

p01. 21 Allevamento di altri bovini e bufalini da allevamento e ingrasso (da carne)

p01. 22 Allevamento di suini da allevamento e ingrasso

p01. 23 Allevamento di ovicaprini

p01. 24 Allevamento di galline ovaiole

p01. 25 Allevamento di pollame da carne

p01. 26 Allevamento di conigli e altra selvaggina

p01. 27 Coltivazione di foraggere fresche (mais e carota da foraggio, ecc.), silo-mais, e fieno

p01. 28 Attività dei servizi connessi all'agricoltura (contoterzismo)20

p01. 29 Attività dei servizi connessi all'agricoltura (prima lavorazione dei prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, attività sementiera, attività connesse all’allevamento del bestiame)

p01. 30 Altre attività agricole

p01. 31 Altre attività della zootecnia, incluso allevamento di equini e produzione di miele

Per quanto riguarda l’industria agroalimentare (branca 15), essa è stata, a sua volta, suddivisa in 10 sottobranche:

P15. 01 Produzione, lavorazione e conservazione di carne

p15. 02 Lavorazione del pesce e prodotti della pesca trasformati e conservati

p15. 03 Produzione di olio di oliva grezzo e raffinato

p15. 04 Produzione di altri prodotti alimentari (oli vegetali, zucchero, paste e prodotti farinacei, ecc.)

20

Si è scelto di isolare nell’ambito della classe 01.41 dell’Ateco 2002, la classe 01.41.1 che fa riferimento al contoterzismo (codice p01.28) e di accorpare tutte le restanti attività connesse nel successivo codice p01.29. Per approfondimenti sul contenuto delle voci, cfr. Istat, Valore aggiunto dell’agricoltura per regione, Nota Metodologica (12 giugno 2009).

Page 18: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

18

p15. 05 Lavorazione e conservazione di patate, altra frutta e ortaggi trasformati o conservati compresi succhi di frutta

p15. 06 Industria lattiero-casearia

p15. 07 Lavorazione di cereali e produzione di prodotti amidacei (compresa molitura del risone)

p15. 08 Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali

p15. 09 Produzione di vino

p15. 10 Industria delle acque minerali, bibite analcoliche ed altre bevande alcoliche

Un’ulteriore disaggregazione è stata realizzata per le branche che producono prodotti chimici. Ciò è servito ad isolare quei prodotti fortemente utilizzati dalle aziende agricole per analizzarne in maniera più appropriata il loro impiego. In particolare si è suddivisa la branca 24 - Codice Ateco02 – Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche artificiali in:

p24. 01 Prodotti chimici di base (compresi fertilizzanti)

p24. 02 Prodotti della chimica secondaria e fibre sintetiche (compresi prodotti fitosanitari e altri chimici per l’agricoltura)

p24. 03 Prodotti farmaceutici (compresi farmaci per animali)

Nel complesso, le tavole sono state elaborate ad un livello di dettaglio di 67 branche di attività economica, di cui 41 agroalimentari. Si ha quindi che il cuore delle tavole SUTs è rappresentato da una matrice di 67x67 celle.

3.2.2 Descrizione delle tavole

Con riferimento all’anno 2003, sono state elaborate:

- la tavola della Risorse ai prezzi base

- la tavola degli Impieghi ai prezzi di acquisto

- la tavola degli Impieghi ai prezzi base

Come si è detto in precedenza, le tavole delle Risorse (Fig. 1) indicano come si è realizzata l'offerta di prodotti all'interno di un'economia, nel nostro caso quella italiana.

Gli agenti che partecipano alla formazione delle risorse possono essere essenzialmente nazionali o esteri. Infatti, anche il prodotto realizzato all'esterno ma utilizzato all'interno dell'economia entra a far parte dell'offerta di prodotti. A tal fine, nella tavola delle Risorse viene inserita una specifica colonna, quella delle Importazioni. In questo modo, il Resto del Mondo viene trattato come se fosse un’ulteriore branca di attività economica.

Prendendo un numero nell'intersezione tra la riga A e la colonna B nella tavole delle Risorse, esso rappresenta il valore del prodotto A realizzato dalla branca B, valutato ai prezzi base secondo le indicazioni del SEC95. Quindi, se si effettua la somma per colonna si ottiene la produzione totale di una specifica branca; invece, se si realizza

Page 19: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

19

la somma per riga si ottiene il totale dell'offerta di uno specifico prodotto, sempre valutato ai prezzi base.

Nella parte destra della matrice delle Risorse sono introdotte due colonne, la prima indicante le imposte meno i contributi ai prodotti e la seconda i margini di distribuzione (margini di commercio + margini di trasporto). I valori presenti in queste due colonne, sommati al totale riga, consentono di passare dall'offerta di prodotti ai prezzi base a quella ai prezzi di acquisto; infatti, si ha che:

prezzo d'acquisto

= prezzo base + Imposte meno contributi

ai prodotti

+

Margini di distribuzione

Passando invece alla tavola degli Impieghi, quest'ultima indica come viene utilizzata l'offerta di prodotti presente nella tavola delle Risorse.

I prodotti in commercio possono essere acquistati dalle aziende per la produzione dei loro prodotti, in tal caso parliamo di beni intermedi, oppure dai consumatori, o esportati all'estero o, infine, accumulati come scorte. Per questo motivo la tavola degli Impieghi pubblicata presenta un numero maggiore di colonne rispetto alla tavola delle Risorse poiché include oltre alle branche produttive le seguenti voci, rispettando il completo riferimento alle tavole ufficiali Istat:

− Spesa per consumi finali delle famiglie

− Spesa per consumi finali delle istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie (ISP)

− Spesa per consumi finali delle AA. PP.

− Investimenti fissi lordi

− Oggetti di valore

− Variazione delle scorte

− Esportazioni

Anche il numero di righe è più elevato poiché include, per completare la struttura dei costi delle branche produttive, anche le voci del valore aggiunto.

La Fig. 3 mostra uno schema sintetico delle Tavole delle Risorse e degli Impieghi del Sistema Agroalimentare Italiano Ismea 2003. Le 67 branche costituenti le tavole Ismea 2003 sono state raggruppate in 7 macrosettori.

Page 20: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

Riepilogo delle tavole Tavole delle Risorse e degli Impieghi del Sistema Agroalimentare Italiano Ismea 2003

(milioni di euro)

Tavola sintetica delle Risorse

Ismea 2003

Coltivazioni

Alle

vam

enti

Attività d

ei

serv

izi

conness

i ed

altre

attiv

ità

agrico

le

Pesc

a,

Silv

icoltura

e

Cacc

ia

Industria

alim

enta

re

(incl.

industria d

el

tabacc

o)

Altre

industrie

Serv

izi

Totale

produzione

interna ai

prezzi base

Importa-

zioni

Totale

risorse ai

prezzi base

Marg

ini di

distribuzione

Impost

e

meno

contrib

uti a

i pro

dotti

Totale

risorse ai

prezzi

d'acquisto

Pro

dotti delle

coltivazioni

24269

1955

456

00

0734

27413

6144

33557

23002

-1522

55037

Pro

dotti degli alle

vam

enti

616

14012

18

00

0332

14977

2067

17045

1665

-473

18237

Serv

izi ed a

ltre

attiv

ità

1631

387

2076

00

044

4138

04138

343

15

4495

Pesc

e e

legno

00

02686

00

20

2706

1296

4002

3420

123

7545

Pro

dotti alim

enta

ri94

479

73

098971

110

7719

107446

19235

126681

52716

17015

196412

Pro

dotti delle

altre

industrie

00

00

534

914722

36333

951588

235815

1187403

200575

79683

1467662

Serv

izi

362

129

61

3532

38922

1436670

1479622

43990

1523612

-281722

36759

1278649

Totale

26972

16962

2629

2687

103037

953753

1481850

2587890

308547

2896438

3028038

Tavola sintetica degli

Impieghi Ismea ai prezzi di

acquisto 2003

Coltivazioni

Alle

vam

enti

Attività d

ei

serv

izi

conness

i ed

altre

attiv

ità

agrico

le

Pesc

a e

Cacc

ia

Industria

alim

enta

re

(incl.

industria d

el

tabacc

o)

Altre

industrie

Serv

izi

Totale

consumi

intermedi

Consu

mi

finali

Form

azione

scorte e

d

investim

enti

Esp

ortazioni

Totale

impieghi

finali ai

prezzi di

acquisto

Totale

impieghi ai

prezzi di

acquisto

Pro

dotti delle

coltivazioni

1333

2427

234

014893

1887

4555

25329

26058

-242

3890

29706

55035

Pro

dotti degli alle

vam

enti

11

58

10

14385

492

2126

17073

891

177

96

1164

18237

Serv

izi ed a

ltre

attiv

ità

2147

254

70

0235

119

909

3733

573

190

0763

4496

Pesc

e e

legno

22

028

349

1201

1105

2689

4335

259

262

4856

7545

Pro

dotti alim

enta

ri386

4547

56

105

22550

4919

33236

65798

115292

67

15256

130615

196413

Pro

dotti delle

altre

industrie

3171

877

347

449

12779

501541

165132

684296

290130

247477

245760

783367

1467663

Serv

izi

1533

478

89

173

13974

141478

427490

585214

628812

28057

36562

693431

1278645

Totale costi intermedi

8582

8643

798

756

79164

651636

634553

1384132

1066092

275985

301826

1643902

3028035

Valo

re a

ggiu

nto

18390

8319

1831

1931

23872

302118

847298

1203758

Totale

26972

16962

2629

2687

103037

953753

1481850

2587890

Page 21: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

21

4. Analisi delle tavole del sistema agroalimentare 2003

4.1 Analisi della tavola delle Risorse

La tavola delle Risorse, come detto ampiamente nelle pagine precedenti, descrive come si realizza l'offerta di prodotti all'interno di un'economia da parte delle branche produttive, incluso il settore estero. Come conseguenza del nuovo approccio alla costruzione delle tavole, l’analisi della tavola delle Risorse dell’Ismea consente di evidenziare e misurare diversi interessanti fenomeni. Infatti, dalla lettura della tavola per colonna, che prende in considerazione la produzione delle branche, e per riga, che evidenzia come sono realizzati internamente i prodotti e i servizi e mostra la creazione dell’offerta totale di essi, emergono importanti evidenze su:

- il diverso grado di diversificazione/specializzazione delle branche agroalimentari, che rispecchia una realtà molto variegata delle aziende del settore;

- l’incidenza dei prodotti di provenienza estera sull’offerta totale; - il ruolo economico che hanno assunto le attività connesse in agricoltura, sia

come attività prevalente delle aziende che come attività secondaria; - la rilevanza delle altre attività secondarie come l’agriturismo in alcune

particolari branche produttive. La Tabella 1 mostra il valore della produzione delle principali branche dell’agricoltura, della pesca, della silvicoltura e dell’industria alimentare. L’agricoltura complessivamente rappresenta un valore di 46,6 miliardi di euro, mentre la produzione della branca dell’industria alimentare supera i 100 miliardi. Si nota anche, nell’ambito delle branche agricole, che una quota del 5,7% del valore totale dell’agricoltura è generato dalla branca dei servizi connessi e cioè da aziende la cui attività prevalente è costituita dalla prestazione di servizi per l’agricoltura.

Tab.1 – Valore della Produzione delle branche produttive, ai prezzi base (aggregazione in macrogruppi, milioni di euro)

Coltivazione erbacee 13.870,6

Coltivazioni legnose 13.101,2

Allevamenti 16.962,5

Attività dei servizi connessi 2.628,5

Totale branche agricole 46.562,8

Pesca e piscicoltura 2.194,2

Silvicoltura 492,7

Industria alimentare 100.593,6 Fonte: Ismea.

Nella Tabella 2, invece, è mostrata la formazione dell’offerta dei prodotti agricoli e alimentari all’interno del territorio nazionale, da parte delle branche produttive, e di quelli provenienti dall’estero.

Page 22: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

22

Tab.2 - Offerta di prodotti ai prezzi base (aggregazione in macrogruppi – milioni di euro)21

Offerta interna di prodotti

ImportazioniTotale

offerta di prodotti

Prodotti delle coltivazioni erbacee 16.404,7 4.221,6 20.626,3

Prodotti delle coltivazioni legnose 11.008,7 1.922,0 12.930,7

Prodotti degli allevamenti 14.977,1 2.067,5 17.044,6

Servizi connessi 4.137,9 0,0 4.137,9

Totale prodotti agricoli 46.528,5 8.211,1 54.739,6Pesci ed altri prodotti della pesca e acquacoltura 2.214,0 766,4 2.980,4

Legno ed altri prodotti della silvicoltura 491,7 529, 6 1.021,3

Prodotti dell'industria alimentare 105.343,4 17.907,7 123.251,1 Fonte: Ismea.

Nella Tabella 2, si osserva come l'85,0% del valore dei prodotti agricoli presenti nel mercato nazionale, per un ammontare pari a 46,5 miliardi di euro, sia costituito da prodotti di origine interna. Le coltivazioni erbacee sono quelle che maggiormente fanno leva sul prodotto estero che costituisce il 18,3% dell'offerta complessiva. Per le coltivazioni legnose tale percentuale si attesta al 14,9%. Valori inferiori si hanno per gli allevamenti dove il 12,1% è di provenienza estera. Per quanto riguarda i servizi connessi si ha invece che la totalità dei servizi offerti è di origine interna, risultato piuttosto prevedibile se si pensa all'importanza della vicinanza spaziale delle aziende nella prestazione dei tali servizi.

Spostando l'attenzione sugli altri prodotti si ha che circa tre quarti del valore dei prodotti della pesca proviene dal settore nazionale mentre per i prodotti della silvicoltura tale percentuale si ridimensiona considerevolmente (48,1%) e risulta inferiore a quella estera (51,9%).

Infine, l'industria alimentare presenta una produzione nazionale molto elevata che si attesta a 105,3 miliardi di euro pari all'85,5% dell'offerta complessiva. La dimensione economica di tali produzioni lascia intendere che ci sia una buona rivalutazione dei prodotti agricoli nella fase di trasformazione.

Passando all'analisi dell'incidenza dei singoli macroprodotti sul totale dell'offerta si può notare come quelli delle coltivazioni erbacee, con una produzione di 16,4 miliardi di euro, costituiscono la fetta più grande, rappresentando il 35,3% dell'offerta nazionale di prodotti agricoli, seguono i prodotti degli allevamenti col 32,0%, i prodotti delle coltivazioni legnose col 23,7% ed infine i servizi connessi con il 9,0%.

Il confronto tra i valori dei prodotti, riportati nella Tabella 2 per i principali macroaggregati, e il valore della produzione delle corrispondenti macro-branche nella Tabella 1, consente di ottenere alcune prime indicazioni sul grado di diversificazione delle aziende. 21 È da notare come la somma delle prime quattro righe non sia pari al totale offerta di prodotti agricoli poiché una branca residua, per l'eterogeneità dei prodotti inclusi, principalmente di origine straniera, non è stata inclusa in nessuna dei 4 macrogruppi mentre lo è nel totale.

Page 23: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

23

In primo luogo, si può notare come la produzione delle branche agricole sia pari a circa 46,56 miliardi di euro, di cui il 97,5% è costituito da prodotti agricoli, mentre la produzione di questi ultimi ammonta a 46,53 milioni di euro. Si ha quindi che la quasi totalità (97,6%) di prodotti agricoli è realizzata dalle branche agricole; la restante porzione (2,3%) è realizzata da altri settori come produzione secondaria.

Per quanto riguarda le principali branche agricole, dall’analisi dei dati si desume un maggior grado di diversificazione per le branche degli allevamenti e delle coltivazioni legnose. Infatti, le branche degli allevamenti, con una produzione di circa 17 miliardi di euro, pesano per il 36,4% sul totale; tale risultato, se confrontato con quello relativo ai prodotti degli allevamenti nella Tabella 1 (32%, pari a circa 15 miliardi di euro), testimonia che gli allevamenti, oltre a realizzare i propri caratteristici prodotti, presentano una buona diversificazione. Discorso simile può essere fatto per le coltivazioni legnose, con una produzione di branca di poco più di 13 miliardi, pari al 28,2% del totale, mentre si attesta a livelli più bassi il valore dei prodotti delle colture legnose (11 miliardi).

Al contrario, le branche delle coltivazioni erbacee generano un valore di 13,9 miliardi, pari al 29,8% del totale della branca agricoltura, inferiore al valore complessivo dei prodotti erbacei; ciò sta a testimoniare che queste produzioni sono piuttosto diffuse all’esterno delle branche di specializzazione.

Anche per quanto riguarda la branca dei servizi connessi, si può riscontrare che essa non presenta assolutamente l'esclusiva nella prestazione dei servizi poiché la sua produzione, pari a poco più di 2 miliardi di euro, è di gran lunga inferiore al valore di servizi complessivamente prestati nel settore agricolo, pari a 4,1 miliardi di euro, che rappresentano circa il 9% della produzione totale agricola (Tab. 1).

Le branche della pesca e della silvicoltura presentano invece delle produzioni molto in linea con quelle dei corrispettivi prodotti, cosa che ci porta a dedurre l’esistenza di una forte specializzazione in questi settori.

Infine, va notata la notevole dimensione economica dei settori alimentari che, con poco più di 100 miliardi di euro, rappresentano le branche con maggiore influenza. Tale valore è comunque inferiore alla corrispettiva offerta nazionale di prodotti alimentari. Quindi, ne consegue che questi ultimi vengono realizzati anche in branche con altra attitudine economica.

L’analisi del grado di diversificazione o al contrario di specializzazione della aziende agroalimentari può essere approfondita, entrando più nel dettaglio nelle produzioni delle singole branche. Essa può essere effettuata in due modi: da un lato, si può calcolare, per ciascuna branca, l’incidenza del prodotto primario sul totale della produzione della branca22 (ad es. l’incidenza della produzione di riso sul valore totale della branca “riso”); ciò consente di evidenziare il ruolo della produzione primaria, rispetto alle altre produzioni e attività secondarie, e quindi di valutare il grado di specializzazione di ogni branca nella propria produzione primaria (Tab.3). Dall’altro lato, si può calcolare per ciascun prodotto, l’incidenza della produzione svolta nella branca di riferimento sul totale del valore prodotto23 (ad es. l’incidenza del riso prodotto nella branca riso, sulla produzione totale di riso); ciò consente di evidenziare in quale misura la produzione di ciascun prodotto sia svolta in aziende

22

Si tratta cioè delle percentuali dei valori della diagonale principale, sul totale di colonna. 23

Percentuali sul totale di riga.

Page 24: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

24

specializzate, principalmente per la necessità di particolari tecnologie e impianti, e quanto sia invece diffusa e replicabile in altre aziende, miste o diversificate (Tab.5).

Nella Tabella 3, si può notare come tra le colture erbacee quelle che presentano una maggiore specializzazione sono la branca del riso, con l'83,6% di produzione primaria, la coltivazione di legumi freschi e di altri ortaggi in serra con l'84,8% e la coltivazione di fiori e pianti ornamentali con il 97,6%.

Le più diversificate sono invece le branche dei cereali, con punte massime raggiunte dalla coltivazione del frumento tenero dove la produzione primaria rappresenta solo il 53,0%, quelle dei legumi secchi piante industriali e materie prime tessili di origine vegetale, con il 57,1%, quelle dei foraggi con il 52,1% infine, la branca della coltivazione della barbabietole si attesta al 47,4%, risultando la meno specializzata tra le branche agricole.

Va notato che le branche con più alta diversificazione, ad esclusione di quella dei foraggi, sono quelle che presentano alte percentuali di fatturato dovuto alla prestazione di servizi connessi, con valori che vanno dal 12,1% per la branca della barbabietola al 16,3% per quella dei legumi secchi. Nel caso della branca dei foraggi, un'alta percentuale di fatturato è rappresentata invece dai prodotti dell'allevamento di ovicaprini che costituiscono il 15,0% del fatturato. A questi ultimi prodotti va aggiunto anche un mix di cereali che contribuisce per un altro 11,6%.

Passando alle colture legnose, tra le più specializzate si trova la branca della coltivazione di agrumi con l'80,6% di produzione primaria e il vivaismo con il 91,4%. Percentuali minori si hanno invece per l'olivicoltura, con circa il 65% di produzione primaria, e per la vitivinicoltura, con poco meno del 70%. Queste ultime due branche presentano un grosso ventaglio di produzioni secondarie che vanno dalle coltivazione erbacee, passando per i servizi connessi per arrivare ai servizi di agriturismo e ristorazione.

Le branche degli allevamenti sono molto variegate e detengono due record tra quelle agricole. Quello di specializzazione, che spetta all'allevamento di pollame da carne con il 100% di produzione primaria, in altre parole tale branca produce un unico prodotto; quello di diversificazione, che spetta all'allevamento di altri bovini col 37,6% di produzione primaria. Tale risultato è dovuto al fatto che di solito a questi allevamenti ne sono associati altri (ad esempio l’allevamento di vitelli costituisce il 23,8% del fatturato) oltre alla coltivazioni di mix di cereali e di foraggere.

Page 25: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

25

Tab.3 - Specializzazione delle branche agricole: incidenza dei prodotti primari sul totale della corrispondente produzione per branca (percentuale del valore sul totale di colonna)

Riso 83,6Frumento tenero 52,9Frumento duro 56,3

Granoturco da granella 64,8

Cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia) 53,0Legumi secchi, soia, girasole, colza, altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale 57,1Tabacco 75,2Barbabietola 47,4Patate 79,7Pomodoro da industria 79,6Legumi freschi e altri ortaggi in serra 84,8Legumi freschi e altri ortaggi in piena aria 74,0Fiori e piante ornamentali (aria e serra) 97,6Piante da vivaismo 91,4Uva da vino, incluso vino da uve proprie 68,9Frutta fresca 70,2Agrumi 80,6Olive, incluso olio da olive proprie 64,8Latte bovino e bufalino 65,2Vitelli da allevamento e ingrasso (da carne) 88,1

Altri bovini e bufalini da allevamento e ingrasso (da carne) 37,6Suini da allevamento e ingrasso (da carne) 86,3Latte ovicaprino e ovicaprini da carne 61,6Uova 93,2Pollame da carne 100,0Conigli e altra selvaggina 92,8Foraggere fresche, silo-mais, e fieno 52,1Servizi connessi all'agricoltura (contoterzismo) 68,7Servizi connessi all'agricoltura, lavorazione e manutenz. p. e g. (altri) 92,1Prodotti della silvicoltura e servizi connessi 99,8Pesca ed altri prodotti ittici; servizi accessori della pesca 100,0 Fonte: Ismea.

Percentuali elevate di produzione primaria si hanno anche per le altre branche degli allevamenti ad esclusione della produzione di latte bovino e dell'allevamento di ovicaprini. Anche in queste ultime due branche un mix di cereali e foraggi contribuisce alla formazione del fatturato a cui vanno aggiunti alcuni prodotti classificati tra quelli di trasformazione industriale, quali latte e carni.

Per quanto riguarda le altre branche, si ha che il contoterzismo realizza quasi il 70% del fatturato grazie all’attività primaria consistente nella prestazione di servizi mentre la restante quota è anch'essa realizzata grazie ad un mix di cereali che

Page 26: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

26

costituisce circa il 20% della produzione. Le banche della Silvicoltura e della Pesca sono invece altamente specializzate.

Anche l'industria alimentare presenta una forte specializzazione come si può osservare in Tabella 4. La parte restante del fatturato è dovuta alla produzione altri prodotti alimentari non rientranti nella produzione primaria della branca. Si riscontrano anche piccole percentuali dovute alla prestazione di servizi di commercio.

Tab. 4 – Specializzazione delle branche dell’industria alimentare, inclusa l’industria del tabacco: incidenza dei prodotti primari sul totale della corrispondente produzione per branca (percentuale del valore sul totale di colonna)

1 Carni lavorate e conservate 96,6

3Pesci e prodotti della pesca trasformati e conservati 93,5

11 Olio di oliva grezzo e raffinato 82,3

9Altri prodotti alimentari (oli vegetali, zucchero, paste e prodotti farinacei, ecc.) 85,9

7Ortofrutta trasformata o lavorata (incl. Succhi di frutta) 88,4

5 Prodotti lattiero-caseari 89,1

4Prodotti della macinazione di cereali ed altri amidacei (compresa molitura del risone) 89,2

8 Prodotti per l'alimentazione degli animali 86,96 Vino 88,8

2Acque minerali e bibite analcoliche, altre bevande alcoliche 96,5

10 Industria del tabacco 85,4 Fonte: Ismea.

La Tabella 5 indica invece quale percentuale del prodotto venga realizzata dalla branca corrispettiva. Essa in pratica da un'idea di quale sia il grado di specializzazione richiesto per una determinata produzione. Più è alta la percentuale di prodotto realizzata dalla branca corrispettiva e più grande dovrebbe essere il grado di specializzazione necessario per la sua produzione. Infatti, se una produzione è realizzata da più branche ciò sta ad indicare che tale processo produttivo può essere facilmente implementato da aziende impegnate anche in altre produzioni e quindi non necessita di particolari specializzazioni tecnologiche, mentre può essere ad esempio realizzata con l’ausilio di servizi affidati a terzi.

Naturalmente questa analisi va relazionata al grado di “industrializzazione” raggiunto dai settori oggetto di studio. In altre parole, più è meccanizzata un’attività produttiva, più è bassa la sua sostituibilità con altre produzioni quando gli impianti sono realizzati e maggiore sarà il suo grado di specializzazione. Infatti, in tal caso l'imprenditore deve effettuare delle scelte a priori per la costruzione degli impianti che determineranno la sua attività.

A conferma di quanto detto si può osservare come le percentuali più alte in Tabella 5 si hanno per il riso (94,8%), per i legumi e ortaggi in serra (81,1%), fiori e piante ornamentali (89,4%), latte bovino e bufalino (95,2), suini da allevamento e ingrasso (91,3), uova (90,8%) e, infine, conigli ed altra selvaggina (91,4%).

Page 27: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

27

Queste produzioni infatti, in un sistema agricolo industrializzato, necessitano di impianti specifici per essere implementati.

Caso contrario si ha invece per alcuni cereali, quali frumento tenero (13,8%) e cereali minori (17,6%), per i legumi secchi, soia, girasole e altre piante industriali (4,8%) e per la barbabietola (22,1%). Queste colture infatti non necessitano di particolari impianti per la loro realizzazione.

Tab.5 - Percentuale di prodotto realizzato dalla branca di corrispondenza rispetto alla produzione totale di prodotto ai prezzi base (percentuale del valore sul totale di riga)

riso 95,3frumento tenero 29,3frumento duro 48,0granoturco da granella 51,6cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia) 22,7legumi secchi, soia, girasole, colza, altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale 21,7tabacco 95,7barbabietola 22,1patate 45,7pomodoro da industria 63,8legumi freschi e altri ortaggi in serra 87,6legumi freschi e altri ortaggi in piena aria 72,7fiori e piante ornamentali (aria e serra) 98,4piante da vivaismo 98,1uva da vino, incluso vino da uve proprie 80,6frutta fresca 86,2agrumi 90,5olive, incluso olio da olive proprie 81,4latte bovino e bufalino 95,2vitelli da allevamento e ingrasso (da carne) 72,7altri bovini e bufalini da allevamento e ingrasso (da carne) 85,8suini da allevamento e ingrasso (da carne) 95,7latte e carne ovicaprina 54,3uova 92,6pollame da carne 85,5conigli e altra selvaggina 93,7foraggere fresche, silo-mais, e fieno 30,4servizi connessi all'agricoltura (contoterzismo) 44,9servizi connessi all'agricoltura; lavorazione e manutenzione parchi e giardini (altri) 56,4 Fonte: Ismea.

Nelle aziende agricole un'attività che ha acquistato notevole importanza, soprattutto in alcune aree geografiche del territorio italiano, è quella dell'agriturismo. Quest'ultima rappresenta una produzione secondaria per le branche agricole in quanto, per la natura intrinseca dell'attività, essa è inserita come produzione primaria nella branca Alberghi e Ristoranti. La Tabella 6 mostra la produzione realizzata dagli agriturismi suddivisa per branche agricole.

Page 28: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

28

Come si può osservare, l'attività di agriturismo è praticata da molteplici sottobranche agricole. La produzione maggiore spetta alle aziende impegnate principalmente nell'attività vitivinicola (103,5 milioni di euro), seguono quelle che coltivano frutta fresca (82,5 milioni di euro), legumi freschi ed altri ortaggi in piena aria (66,2) e in quelle dedite all'olivicoltura (64,1).

Nel complesso, l'attività di agriturismo frutta alle branche alimentari circa 500 milioni di euro rappresentando un notevole contributo alla redditività delle branche agricole.

Tab.6 – Produzione realizzata dall'attività di agriturismo suddivisa per branche agricole (valori in milioni di euro e quote %)

Mio euro quota %Coltivazione di frumento duro 10,0 2,0Coltivazione di cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia) 5,7 1,1Coltivazione di legumi freschi e altri ortaggi (compreso il pomodoro da mensa, esclusi i legumi secchi) in serra 6,3 1,3Coltivazione di legumi freschi e altri ortaggi (compreso il pomodoro da mensa, esclusi i legumi secchi) in piena aria 66,2 13,4Coltivazione di uva da vino (compresa la produzione di vino da uve proprie) 103,5 20,9Coltivazione di frutta fresca (inclusa uva da tavola e frutta a guscio, esclusi agrumi) 82,5 16,6Coltivazione di agrumi 6,5 1,3Coltivazione di olive 64,1 12,9Allevamento di bovini e bufalini da latte 48,2 9,7Allevamento di bufalini e vitelloni da allevamento e ingrasso (da carne) 22,4 4,5Allevamento di suini da allevamento e ingrasso 18,1 3,6Allevamento di ovicaprini 18,7 3,8Allevamento di conigli e altra selvaggina 10,9 2,2Coltivazione di foraggere fresche (mais e carota da foraggio, ecc.), silo-mais, e fieno 15,8 3,2Attività dei servizi connessi all'agricoltura (contoterzismo) 6,3 1,3Altre attività della zootecnia, incl. Allevamento di equini e produzione di miele 10,8 2,2Totale 495,9 100,0 Fonte: Ismea.

4.2 Analisi della tavola degli Impieghi ai prezzi di acquisto

Una volta analizzata la formazione dell'offerta di prodotti, si può vedere, attraverso la tavola degli Impieghi, come queste risorse vengano impiegate e cosa è stato utilizzato dalle branche produttive, in termini di input di beni e servizi, per realizzarle.

Un'azienda per realizzare un determinato bene utilizza materie prime, prodotti semilavorati o finiti e servizi. Queste voci vengono classificate come impiego di beni intermedi e, a seconda del settore, hanno un'incidenza sui bilanci aziendali più o meno elevata.

Page 29: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

29

L'altra parte di spese a carico delle aziende è costituita dal costo dei fattori primari o più in generale dal valore aggiunto che include essenzialmente la remunerazione del lavoro e del capitale, a cui vanno aggiunte le imposte sulla produzione24.

La Tabella 7 mostra quanto incide il valore aggiunto sul totale dei costi per ogni singola branca agricola. Le branche sono ordinate in ordine discendente in base al valore dell'incidenza percentuale. Va notato che nell'ottica delle SUTs i ricavi sono posti uguali ai costi.

Come si può facilmente notare, le quote più alte di valore aggiunto spettano a quei settori che presentano un elevato impiego di manodopera nella fase di produzione. Ad esempio, la coltivazione di olive e di olio da uve proprie (75,6%), di uve da vino e di vino da uve proprie (71,9%), di legumi ed altri ortaggi in piena aria (71,6%) e di fiori e piante ornamentali (69,8), etc.

Se invece si guarda agli ultimi posti della Tabella 7, si può riscontrare la presenza degli allevamenti. Infatti, in queste attività il grosso della spesa è rappresentato dal costo dei mangimi o dei foraggi, riducendo l'incidenza, e quindi l'importanza, dei servizi del lavoro e del capitale. Percentuali particolarmente basse di valore aggiunto si hanno quindi per gli allevamenti di galline ovaiole (35,0%), di pollame da carne (39,9%), di suini da allevamento (42,2), ecc.

Per approfondire quanto appena detto, inoltre, nella Tabella 8 è mostrata per ciascuna branca agricola l'incidenza di cinque voci importanti di costo.

Si può osservare innanzitutto come nelle coltivazioni, sia erbacee che legnose, il costo per l'utilizzo di servizi connessi all'agricoltura (contoterzismo) rappresenti in molti casi la maggiore voce di costo. La coltivazione di pomodoro da industria presenta la più alta incidenza di questa voce, con una spesa pari a poco meno del 15% del totale costi, seguono le coltivazioni di cereali con valori intorno al 12%. Questi ultimi valori possono essere spiegati da una molteplicità di fattori. Ad esempio, in un'epoca di forte meccanizzazione, la presenza di numerose aziende di ridotta dimensione e diversificate nella produzione può rendere difficile l'ammortamento del costo di acquisto dei macchinari e quindi risulta più conveniente affidarsi ad un contoterzista.

Per quanto riguarda i prodotti chimici, si può osservare come grosso modo l'incidenza si mantenga su livelli simili per quasi tutte le coltivazioni, con valori massimi raggiunti per le coltivazioni della barbabietola, del pomodoro da industria, delle patate, del frumento duro e del mais. Di simile intensità risulta essere anche la spesa per prodotti petroliferi che si attesta a livelli proporzionali a quelli dei prodotti chimici.

Passando invece ai mangimi e foraggi si può notare come essi incidano fortemente sui bilanci delle branche degli allevamenti e spiegano in gran parte quanto anticipato dalla Tabella 7. L'allevamento di galline ovaiole presenta l’incidenza più elevata con una spesa pari al 47,3%, segue quello di pollame da carne con il 44,4% e quello dei suini con il 39,3%. Questi valori testimoniano quanto il prezzo del prodotto e/o il ricavo dell'allevatore siano fortemente influenzati dall'andamento di questi costi25.

24 Vedere Eurostat (1995, capitolo 4) per maggiori approfondimenti. 25 Per evitare confusione è bene ricordare che una branca non produce un unico prodotto (Tabella 3) quindi i costi sono relativi sia alla produzione principale che a quella secondaria.

Page 30: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

30

Tab.7 - Incidenza del valore aggiunto e dei costi intermedi complessivi sul totale della produzione: branche dell’agricoltura (percentuali)

VA/Prod CI/Prod

Coltivazione di olive, incluso olio da olive proprie 75,6 24,4Coltivazione di uva da vino (compresa la produzione divino da uve proprie) 71,9 28,1

Coltivazione di legumi freschi e altri ortaggi in piena aria 71,6 28,4Coltivazione di frutta fresca (inclusa uva da tavola efrutta a guscio, esclusi agrumi) 70,3 29,7Coltivazione di fiori e piante ornamentali 69,8 30,2Prestazione di servizi connessi all'agricoltura(contoterzismo) 69,7 30,3Prestazione di servizi connessi all'agricoltura;lavorazione e manutenzione parchi e giardini (altri) 69,6 30,4Coltivazione di agrumi 67,8 32,2Coltivazione di tabacco 67,4 32,6Coltivazione di riso 67,3 32,7Coltivazione di piante da vivaismo 67,0 33,0Coltivazione di legumi freschi e altri ortaggi (compreso ilpomodoro da mensa, esclusi i legumi secchi) in serra 66,6 33,4Coltivazione di cereali minori (orzo, segale, avena, ceraliminori, paglia) 63,4 36,6Coltivazione di legumi secchi, soia, girasole, colza, altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale 63,3 36,7Coltivazione di frumento duro 61,5 38,5Coltivazione di pomodoro da industria 60,0 40,0Allevamento di ovicaprini 59,3 40,7Coltivazione di patate 57,8 42,2Allevamento di altri bovini da allevamento ed ingrasso(da carne) 57,4 42,6

Coltivazione di foraggere fresche, silo-mais, e fieno 57,2 42,8Coltivazione di frumento tenero 56,0 44,0Coltivazione di granoturco da granella 53,5 46,5Allevamento di vitelli da allevamento e ingrasso (dacarne) 52,6 47,4Allevamento di bovini e bufalini da latte 52,1 47,9Coltivazione di barbabietola 44,4 55,6Allevamento di conigli e altra selvaggina 44,3 55,7Allevamento di suini da allevamento e ingrasso 42,2 57,8Allevamento di pollame da carne 39,9 60,1Allevamento di galline ovaiole 35,0 65,0 Fonte: Ismea.

Page 31: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

31

Tab. 8 - Incidenza di alcune importanti voci di costo sul totale della produzione di branca: settori agricoli (percentuali sui valori ai prezzi di acquisto)

Servizi connessi all'agricoltura

(contoterzismo)

Prodotti della chimica

secondaria e fibre sintetiche (compresi

agrofarmaci)

Prodotti chimici di base (compresi

fertilizzanti)

Coke e prodotti della

raffinazione del petrolio

Foraggi e mangimi

Altri Costi

Coltivazione/Allevamento di:riso 5,4 3,6 2,7 4,3 0,0 16,7frumento tenero 12,6 3,6 1,6 4,5 0,0 21,7frumento duro 11,9 2,5 3,3 4,6 1,9 14,3granoturco da granella 11,7 2,1 3,3 3,9 3,2 22,3cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia) 6,0 0,6 0,7 2,2 3,6 23,3legumi secchi, soia, girasole, colza, altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale 11,1 3,6 3,5 3,9 0,4 14,3tabacco 6,2 3,5 3,6 4,0 1,7 13,6barbabietola 16,2 6,8 6,4 7,4 0,8 17,9patate 11,1 3,6 3,9 4,6 0,0 18,9pomodoro da industria 14,9 4,0 3,9 4,7 0,0 12,6legumi freschi e altri ortaggi in serra 3,9 2,7 2,8 2,8 0,0 21,2legumi freschi e altri ortaggi in piena aria 5,9 1,9 2,0 4,0 0,9 13,6fiori e piante ornamentali (aria e serra) 1,5 2,6 2,9 2,2 0,0 21,1piante da vivaismo 1,9 1,9 2,0 1,4 0,2 25,6uva da vino, incluso vino da uve proprie 3,6 1,8 1,1 2,0 1,4 18,1frutta fresca 5,1 1,8 1,4 2,6 2,6 16,2agrumi 9,2 1,9 2,2 4,1 1,1 13,7

olive, incluso olio da olive proprie 5,9 0,9 0,7 2,4 2,2 12,4latte bovino e bufalino 0,9 0,3 0,3 1,3 27,2 18,0bovini da allevamento e ingrasso (da carne); bufalini 0,5 0,1 0,2 0,9 31,7 9,3vitelloni da allevamento e ingrasso (da carne) 2,1 0,3 0,3 1,7 26,6 16,4suini da allevamento e ingrasso (da carne) 0,8 0,2 0,2 0,4 39,3 16,9latte ovicaprino e ovicaprini carne 1,6 0,1 0,4 1,3 20,7 16,5uova 0,3 0,2 0,1 1,0 47,3 16,2pollame da carne 0,6 0,2 0,1 1,5 44,4 13,4conigli e altra selvaggina 1,4 0,5 0,7 2,2 33,6 17,3foraggere fresche, silo-mais, e fieno 5,5 0,3 0,9 2,4 12,5 21,2 Fonte: Ismea.

Discorso analogo a quello delle branche agricole è stato fatto per le branche dell'industria alimentare inclusa quella del tabacco. La Tabella 9 mostra l'incidenza del valore aggiunto e dei costi intermedi sul totale dei costi. Così come la Tabella 7, anche in questo caso l'ordine dei settori alimentari è decrescente rispetto al valore aggiunto. L'incidenza maggiore del valore aggiunto si ha per l'industria del tabacco (65,9%), per la produzione di vino (50,2%) e per la produzione di mangimi (41,7%). Valori minori si riscontrano per la lavorazione delle granaglie e dei prodotti amidacei dove il valore aggiunto incide per il 15,7%. Seguono la lavorazione delle carni (24,3%), l'industria lattiero casearia (25,1%) e la lavorazione e conservazione dell'ortofrutta (29,3%).

Page 32: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

32

Nella Tabella10 si entra più nel dettaglio nell'analisi dei costi mostrando l'incidenza di quattro voci di spesa sul totale costi delle branche alimentari, più una voce residuale. Tali voci rappresentano un’aggregazione di più categorie omogenee di spesa. Le prime due fanno riferimento alle materie prime e ai beni intermedi impiegati nella produzione: in particolare, la prima rappresenta la somma di tutti i prodotti agricoli inclusi quelli della pesca e della silvicoltura, la seconda tutti i prodotti alimentari; la quarta invece racchiude i servizi. Resta fuori la terza voce, Energia elettrica, gas e vapore, che rappresenta l'unica voce di spesa tenuta disaggregata.

Si può osservare come i prodotti agricoli rappresentino la maggiore voce di spesa per le branche dell'industria alimentare. I valori massimi sono raggiunti dalla lavorazione delle granaglie e dei prodotti amidacei con il 68,7% dei costi, segue la produzione, lavorazione e conservazione di carne con il 47,1%, la lavorazione e conservazione di frutta ed ortaggi con il 38,3% e la produzione di olio di oliva grezzo e raffinato 37,4%. Valori ridotti si hanno invece per la lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce con l'11,5% e la produzione di altri prodotti alimentari (oli vegetali, zucchero, paste e prodotti farinacei, ecc.) con il 14,5%. Va considerato che in alcune branche alimentari, nelle quali l'attività consiste esclusivamente in una trasformazione e/o una conservazione di prodotti agricoli, l'inverso della percentuale di incidenza dei prodotti agricoli sulla produzione tende ad indicare la rivalutazione di prodotto realizzata dall'industria alimentare. In pratica, più è alta l'incidenza di costo dei prodotti agricoli e minore sarà la rivalutazione apportata e viceversa26. Così, ritornando alla Tabella 9, la lavorazione delle granaglie e dei prodotti amidacei è quella che presenta il minor grado di rivalutazione, seguita dalla produzione, lavorazione e conservazione di carne e così via.

Tab. 9 – Incidenza del valore aggiunto e dei costi intermedi sul totale della produzione: branche dell'industria alimentare (valori percentuali)

VA/Prod CI/Prod65,9 34,150,2 49,841,7 58,339,7 60,3

39,4 60,6

35,5 64,5

34,0 66,029,3 70,725,1 74,924,3 75,7

15,7 84,3Lavorazione delle granaglie e dei prodotti amidacei

Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesceLavorazione e conservazione di frutta ed ortaggiIndustria lattiero-caseariaProduzione, lavorazione e conservazione di carne

Produzione di mangimi per l'alimentazione degli Produzione di olio di oliva grezzo e raffinato Produzione di altri prodotti alimentari (oli vegetali, zucchero, paste e prodotti farinacei, ecc.)Industria delle acque minerali e bibite analcoliche, altre bevande alcoliche

Industria del tabaccoProduzione di vino

Fonte: Ismea.

26 Va comunque considerato che tale discorso é valido in caso di produzioni omogenee da parte delle branche. In altre parole più le produzioni di una branca sono eterogenee e meno tale indicatore ha validità. Nel caso delle branche alimentari, essendo la specializzazione molto elevata (Tab.4), tale discorso può avere validità.

Page 33: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

33

Tab. 10 - Incidenza di alcune importanti voci di costo sul totale della produzione di branca: industria alimentare (percentuali sui valori ai prezzi di acquisto)

Prodotti agricoli (incl. Prodotti

pesca e silvicoltura)

Prodotti industria

alimentare

Energia elettrica, gas

e vaporeServizi vari Altri costi

Produzione, lavorazione e conservazione di carne 47,1 11,0 2,0 15,6 5,9Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce 11,5 39,7 2,4 12,5 7,7Produzione di olio di oliva grezzo e raffinato 37,4 8,0 2,4 12,5 7,5 Produzione di altri prodotti alimentari (oli vegetali, zucchero, paste e prodotti farinacei, ecc.) 14,5 31,3 2,4 12,5 8,9Lavorazione e conservazione di frutta ed ortaggi 38,3 18,5 4,1 9,8 12,7Industria lattiero-casearia 31,9 26,3 1,8 14,9 5,8Lavorazione delle granaglie e dei prodotti amidacei 68,7 4,5 2,9 8,2 3,7Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali 24,3 26,2 1,7 6,2 16,7Produzione di vino 22,8 3,0 3,1 21,0 26,9

Industria delle acque minerali e bibite analcoliche, altre bevande alcoliche

4,9 35,5 3,1 21,0 21,3Industria del tabacco 24,9 5,4 1,5 2,4 8,3 Fonte: Ismea.

Guardando le altre voci di costo oltre a quella agricole si può osservare come gli scambi tra le branche alimentari siano molto alti, raggiungendo nella maggior parte dei casi valori a due cifre della percentuale di incidenza. Va inoltre notato come i settori che si riforniscono maggiormente di prodotti alimentari sono gli stessi per i quali i costi di prodotti agricoli, della pesca e della silvicoltura risultano più bassi.

Infatti, se si osserva ad esempio la branca della lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce, nella Tabella 10 si riscontra che la materia prima incide per l'11,5% mentre i lavorati e semilavorati industriali per il 39,7%. Stessa cosa si ha per l'industria delle acque minerali, delle bibite analcoliche ed alcoliche che fa basso ricorso a materie prime agricole (4,9%) mentre più di un terzo dei costi sono dovuti a prodotti trasformati (35,5%).

Interessanti sono i casi dell'industria lattiero-casearia e della produzione di mangimi che fanno largo uso sia di prodotti agricoli, rispettivamente il 31,9% e il 24,3% dei costi, che di prodotti trasformati, rispettivamente il 26,3% e il 26,2%. Entrambe le voci incidono quindi fortemente sui bilanci delle due attività.

La produzione di vino e di olio, a causa delle caratteristiche delle produzioni, sono quelle attività che fanno meno uso di prodotti trasformati alimentari, rispettivamente il 3,0% e l'8,0%, i quali sono anche necessari per le produzioni secondarie.

Infine, sempre attraverso la tavola degli Impieghi ai prezzi di acquisto, è possibile realizzare un'analisi sulla distribuzione dei prodotti.

Page 34: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

34

I valori percentuali nella Tabella 11 illustrano l’acquisizione dei prodotti da parte dagli agenti economici nazionali ed esteri.

Tab. 11 - Destinazione dei prodotti agricoli (valori % delle risorse ai prezzi d’acquisto, inclusa la variazione delle scorte e degli investimenti)

Branche agricole

Industria alimentare

Altre industrie

Consumi delle

famiglieEsportazioni

Variazione Scorte

/Investimenti

Prodotti:riso 2,8 96,7 0,0 0,0 0,8 -0,3frumento tenero 13,7 93,1 0,3 0,0 0,7 -7,8frumento duro 4,4 100,7 0,1 0,0 2,6 -7,9granoturco da granella 21,4 93,3 0,4 0,0 0,9 -16,0cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia) 50,7 48,0 1,6 0,0 0,2 -0,5legumi secchi, soia, girasole, colza, altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale 1,0 52,3 40,7 0,0 7,0 -1,0tabacco 1,8 58,2 0,1 0,0 39,9 0,0barbabietola 2,8 97,1 0,1 0,0 0,0 0,0patate 2,4 17,3 15,7 65,7 4,4 -5,5pomodoro da industria 4,4 88,9 0,8 0,0 5,9 0,0legumi freschi e altri ortaggi in serra 1,9 2,5 11,3 81,4 3,0 0,0legumi freschi e altri ortaggi in piena aria 1,5 11,1 10,3 71,2 5,8 0,0fiori e piante ornamentali (aria e serra) 3,1 0,0 28,7 66,3 1,9 0,0piante da vivaismo 20,5 1,9 17,3 39,7 20,6 0,0uva da vino, incluso vino da uve proprie 0,0 38,5 16,9 43,9 0,1 0,6frutta fresca 0,0 13,4 7,9 59,4 19,2 0,0agrumi 0,0 14,2 8,6 74,2 2,5 0,6olive, incluso olio da olive proprie 0,0 77,3 0,9 9,0 0,0 12,8latte bovino e bufalino 0,0 96,2 3,8 0,0 0,0 0,0vitelli da allevamento e ingrasso (da carne); bufalini 0,0 96,3 2,5 0,0 0,1 1,2altri bovini da allevamento e ingrasso (da carne) 0,0 86,1 5,9 0,0 1,3 6,7suini da allevamento e ingrasso (da carne) 0,0 82,9 16,7 0,0 0,1 0,4latte ovicaprino e ovicaprini da carne 0,0 81,2 11,7 0,0 0,1 6,9uova 5,2 7,2 41,5 43,7 2,4 0,0pollame da carne 0,0 69,3 22,9 7,5 0,2 0,0conigli e altra selvaggina 0,0 53,6 33,0 12,8 0,6 0,0foraggere fresche, silo-mais, e fieno 98,2 0,4 1,3 0,0 0,1 0,0 Fonte: Ismea.

Come era da aspettarsi, i cereali passano principalmente per l'industria alimentare che li trasforma rendendoli pronti per il consumo. La parte destinata alle branche agricole è da intendere come sementi oppure come mangimi. Quest'ultimo utilizzo interessa principalmente i cereali minori e il mais da granella. Piccole percentuali di prodotto vengono invece esportate.

Page 35: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

35

Passando alle altre colture erbacee, si può osservare come ad eccezione delle patate e degli ortaggi, la maggior parte delle produzioni passi per l'industria alimentare prima di arrivare sulle tavole italiane oppure estere. Per quanto riguarda le patate e gli ortaggi, invece, una grossa fetta è destinata direttamente alle famiglie, esattamente il 65,7% delle patate, l’81,4% di legumi freschi e altri ortaggi in serra e il 71,2% dei legumi freschi e altri ortaggi in piena aria.

Per quanto riguarda l’aggregato legumi secchi, piante industriali e materie prime tessili di origine vegetale, esso comprende da un lato i prodotti delle colture oleaginose (soia, girasole, e altre colture minori) e proteiche (piselli, fagioli, ecc.), destinate principalmente all’industria alimentare per la produzione di mangimi e di oli di semi, e, dall’altro lato, le materie prime tessili. Questo spiega le principali destinazioni dell’aggregato: 52,3% all’industria alimentare e 40,7% ad altre branche.

Comportamento simile si ha per i fiori e le piante ornamentali il cui consumo è essenzialmente suddiviso tra industrie non alimentari (28,7%) e le famiglie (66,3%). Infine, va evidenziata l'alta percentuale di tabacco (39,9%) che varca le frontiere.

Per le colture legnose si può notare la propensione all'esportazione della frutta fresca, con il 19,2% del prodotto destinato ai mercati esteri, mentre una minore propensione all’esportazione caratterizza gli agrumi, destinati nella misura del 74,2% ai consumi finali sul territorio nazionale.

Infine, i prodotti degli allevamenti finiscono in maggior parte nell'industria alimentare che si occupa della lavorazione e conservazione, fatta eccezione per le uova che non necessitano di alcuna trasformazione. Solo una parte di queste ultime (7,2%) passa per l'industria alimentare per essere impiegata nella produzione di altri prodotti.

4.3 Analisi dei margini complessivi

La tavola degli Impieghi ai prezzi base permette di evidenziare alcuni aspetti che, insieme ai dati presentati in questi ultimi due paragrafi, rendono più esaustiva l'analisi. La differenza con la tavola degli Impieghi ai prezzi di acquisto sta nel fatto che i valori nella tavola ai prezzi base sono al netto del “margine complessivo”. Col quest'ultimo termine si intende l'incremento che si riscontra per un prodotto tra il valore realmente percepito dal produttore e quello pagato dall'acquirente. Come si è avuto modo di vedere nel paragrafo 3.2.2, il margine complessivo è uguale alla somma dei margini di commercio, dei margini di trasporto (la cui somma è pari al margine di distribuzione) e delle imposte ai prodotti al netto dei contributi ai prodotti.

Il valore dei margini complessivi, in quanto risultato della somma e differenza di più grandezze, può essere anche inferiore a zero, nel caso in cui i contributi ai prodotti siano maggiori della somma dei margini di commercio, di trasporto e delle imposte ai prodotti. Tale situazione non è rara per i prodotti agricoli che, nel 2003, godevano di forti aiuti accoppiati prima dell'entrata in vigore in Italia della Riforma PAC a partire dall'anno 2006.

Il grafico 1 mostra la scomposizione del valore pagato dalle famiglie per l'acquisto di prodotti alimentari tra prezzo base e margine complessivo. Il margine

Page 36: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

36

complessivo maggiore si ha per la frutta fresca, pari all'84,4%, valore dovuto alla forte incidenza del costo di trasporto e di commercio.

Elevati margini si hanno anche per gli agrumi (78,2%), per il legno (72,7%) e per i fiori e le piante ornamentali (70,5%). Valori inferiori si riscontrano invece per le olive e l'olio da produzione propria con un'incidenza pari al 25,4% e per i prodotti del vivaismo che è pari al 38,1%. Questi risultati possono essere giustificati dalla più ridotta catena distributiva di questi prodotti con una maggiore incidenza delle vendite dirette in azienda.

Graf.1 – Scomposizione del valore dei prodotti agricoli destinati al consumo delle famiglie, incluso legno e prodotti della pesca (Margine complessivo = margini di distribuzione + imposte sui prodotti al netto dei contributi)

0% 20% 40% 60% 80% 100%

legumi freschi e altri ortaggi in serra

legumi freschi e altri ortaggi in piena aria

fiori e piante ornamentali (aria e serra)

vivaismo

uva da vino, incluso vino da uve proprie

frutta fresca

agrumi

olive, incluso olio da olive proprie

uova

pollame da carne

conigli e altra selvaggina

legno ed altri prodotti dela silvicoltura

pesci ed altri prodotti della pesca eacquacoltura

Prezzo Base Margine Complessivo

Fonte: Ismea.

Con il grafico 2 si possono analizzare i prodotti in uscita dall'industria di trasformazione alimentare. La cosa che salta immediatamente agli occhi è come, in generale, si riscontrino margini complessivi inferiori se comparati con quelli dei prodotti agricoli. Inoltre, la forbice dei margini complessivi risultata molto ridotta. Tutto questo testimonia una maggiore capacità di trattenere il valore da parte dell'industria di trasformazione rispetto ai settori agricoli.

Le incidenze maggiori si hanno per le acque minerali ed altre bevande con valori pari al 60,2%, seguono in ordine decrescente le carni lavorate e l'ortofrutta con valori pari al 51,5%. I valori più bassi si hanno invece per i prodotti per l'alimentazione degli animali, in questo caso domestici, pari al 40,0%. Discorso a

Page 37: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

37

parte va fatto per i prodotti del tabacco che presentano invece un margine complessivo elevato (77,1%) dovuto essenzialmente alla tassazione che grava su questi articoli di consumo.

Graf.2 – Scomposizione del valore dei prodotti alimentari destinati al consumo delle famiglie, inclusi i prodotti del tabacco (Margine complessivo = margini di commercializzazione + imposte sui prodotti al netto dei contributi)

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Carni lavorate e conservate

Pesci e prodotti della pesca trasformati econservati

Produzione di olio di oliva grezzo e raff inato

Altri prodotti alimentari (oli vegetali, zucchero,paste e prodotti farinacei, ecc.)

Ortofrutta trasformata o lavorata (incl. Succhidi frutta)

Prodotti lattiero-caseari

Prodotti della macinazione di cereali ed altriamidacei (compresa molitura del risone)

Prodotti per l'alimentazione degli animali

Vino

Acque minerali e bibite analcoliche, altrebevande alcoliche

Prodotti del del tabacco

Prezzo Base Margine Complessivo

Fonte: Ismea.

Infine, si può passare ad analizzare i margini complessivi per i prodotti agricoli destinati alla trasformazione industriale con il grafico 3. In questo caso, i prodotti agricoli percorrono una catena distributiva ridotta rispetto a quelli consumati dalle famiglie e, inoltre, gli acquisti vengono realizzati all'ingrosso ed al netto dell’IVA. Queste due caratteristiche contribuiscono a tenere bassa l'incidenza dei margini complessivi e, nel caso di forti contributi ai prodotti, si riscontrano addirittura valori negativi dei margini complessivi. Si hanno infatti valori negativi per gli altri bovini, con un’incidenza pari a -24,8%, per il frumento duro e il granoturco da granella (–14,0%), per latte e carne ovicaprina (-11,7%) e, infine, per le olive e olio da uve proprie (-6,2%). Questi prodotti godevano tutti di contributi ai prodotti nel 2003. Valori elevati si hanno invece per la barbabietola con un'incidenza del 42,9% dovuta agli elevati costi di trasporto, per i legumi freschi ed altri ortaggi in piena aria con il 40,6% e per la frutta fresca con il 37,0%. Si può notare come questi ultimi due valori siano comunque di gran lunga inferiori ai margini complessivi riscontrati per i consumi delle famiglie (grafico 1).

Page 38: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

38

Graf.3 – Contributo del prezzo base e del margine complessivo alla formazione del valore ai prezzi di acquisto dei prodotti agricoli destinati alla trasformazione industriale, incluso legno e prodotti della pesca

-40% -20% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% 140%

riso

frumento tenero

frumento duro

granoturco da granella

cereali minori

legumi secchi, ecc.

tabacco

barbabietola

patate

pomodoro da industria

legumi freschi e altri ortaggi in serra

legumi freschi e altri ortaggi in piena aria

fiori e piante ornamentali (aria e serra)

vivaismo

uva da vino, incluso vino da uve proprie

frutta fresca

agrumi

olive, incluso olio da olive proprie

latte bovino e bufalino

vitelli da allevamento e ingrasso

bovini e bufalini da allevamento e ingrasso

suini da allevamento e ingrasso

latte ovicaprino e ovicaprini da carne

uova

pollame da carne

conigli e altra selvaggina

foraggere fresche, silo-mais, e fieno

legno ed altri prodotti della silvicoltura

pesci ed altri prodotti della pesca e acq.

Prezzo Base Margine Complessivo

Fonte: Ismea.

Page 39: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

39

5. La costruzione delle tavole Ismea: metodologia e fonti

5.1 Le principali fonti utilizzate

Per effettuare la disaggregazione delle tavole SUTs ufficiali pubblicate dall’Istat è stato necessario in primo luogo effettuare un’attenta analisi delle indagini di base a disposizione.

Per il settori agricolo, le fonti di origine Istat sono riconducibili principalmente all’indagine sulla Struttura e produzione delle aziende agricole (SPA), alla rilevazione sui Risultati economici delle aziende agricole (REA) e al 5° Censimento dell’agricoltura (CA) del 2000.

Sempre di fonte Istat, per quanto riguarda i settori dell’agroindustria, sono state esaminate: l’indagine sulla produzione industriale e sui consumi intermedi dell'industria (PRODCOM), le indagini sul sistema dei conti delle imprese e sulle Piccole e Medie Imprese (PMI-SCI) e l’indagine sui costi delle imprese. Quest’ultima non ha una cadenza annuale, ma viene effettuata saltuariamente solo in occasione dei benchmark.

Per le componenti di domanda finale sono stati utilizzati i dati derivanti dall’indagine sui Bilanci delle famiglie, di fonte Istat, congiuntamente ai dati Ismea-Nielsen e ai dati di commercio con l’estero della CN. I prezzi all’origine e all’ingrosso rilevati dall’Ismea con la propria rete di rilevazione hanno costituito, invece, l’informazione principale per passare dalla valutazione a prezzi d’acquisto a quella a prezzi base. E’ stata inoltre consultata tutta la documentazione esistente presso l’Ismea per la precedente elaborazione della tavola I/O del sistema agroalimentare del 1995.

Oltre alle informazioni provenienti dalle suddette indagini, per verificare la coerenza di alcune sottobranche agricole, si è fatto un ulteriore riferimento ai coefficienti tecnici sia di produzione che di costi desumibili da il “Prontuario dell’agricoltura dell’agronomo e dei periti agrari” (Ribaudo, 2002). Tale “sussidio didattico” aggiornato da agronomi ed economisti, costituisce un valido ausilio in tutti quei casi in cui la carenza di dati renderebbe difficile o impossibile l’analisi. Infatti i dati, organizzati per prodotto agricolo, illustrano molto dettagliatamente la struttura degli impieghi di aziende reali inserite in diversi contesti territoriali.

Nei prossimi paragrafi saranno descritte le principali indagini utilizzate e verranno spiegati alcuni aspetti legati all’utilizzo o all’elaborazione delle stesse ai fini della costruzione delle tavole Risorse e Impieghi Ismea 2003.

5.1.1 Indagine sui Risultati Economici delle Aziende Agricole (REA)

La REA è un’indagine condotta dall’Istat con cadenza annuale, nata per far fronte a nuove esigenze conoscitive, dettata e suggerita dal Regolamento comunitario n. 2223/96 che impone un dettaglio dei conti utile sia per le stime della produzione per prodotto che per quelle di branca. Tale progetto nasce nel 1997.

Nel 1999 parte una nuova indagine su un campione casuale di circa 22.000 aziende, replicata in via sperimentale fino al 2001. Nel corso del 2003 con il protocollo d’intesa Istat, Inea, Regioni e Province autonome si è realizzata un’unica indagine che fondeva la REA e la Rilevazione della rete contabile agricola (RICA),

Page 40: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

40

tradizionalmente condotta dall’Inea. Si è così dato vita alla RICA-REA che a partire da tale data a cadenza annuale prosegue nella rilevazione dei dati statistici27.

La RICA-REA è effettuata sulla base di un campione casuale disegnato tenendo conto dei risultati del 5° Censimento generale dell’agricoltura. Nel 2003 il campione ammontava a 24.862 aziende agricole che sono state estratte casualmente dall'Universo UE. Quest'ultimo include tutte le aziende agricole individuali e le società con una Superficie agricola utilizzata (SAU) superiore ad un ettaro e una produzione commercializzata superiore a 2.500 euro.

L'obiettivo della RICA-REA è quello di produrre informazioni sul sistema delle aziende agricole complementari a quelle ottenute dalle rilevazioni della SPA (vedere Paragrafo 5.1.2) e integrabili con quelle usualmente prodotte dall’Istat sul sistema delle imprese industriali e dei servizi (PMI-SCI), nonché utilizzabili ai fini della CN.

Il questionario RICA-REA indaga in modo particolare e in maniera molto dettagliata la struttura dei costi della totalità delle produzioni per ogni singola azienda agricola. In allegato (Appendice A.2) sono riportate le sezioni del questionario relative ai consumi intermedi e ai reimpieghi.

5.1.2 Indagine sulla Struttura e produzione delle aziende agricole

(SPA)

L’indagine SPA28 viene effettuata dall’Istat in attuazione di una serie di regolamenti e direttive comunitarie29.

Si tratta di un'indagine campionaria che rileva i consueti dati strutturali, nata per essere effettuata a livello biennale ma che, in occasione dei censimenti, presenta una cadenza triennale. A partire dall’anno 2000, anno dell’ultimo censimento dell’agricoltura, l’indagine è stata effettuata per gli anni 2003, 2005, 2007. Nel 2010 verrà sostituita dal 6° Censimento dell’agricoltura.

Alcuni dati strutturali e alcune notizie tipo sono confrontabili con i dati censuari e quindi si prestano ad analisi spazio-temporali. L’unità di rilevazione è l’azienda agricola (la stessa dei censimenti) che è in sintesi l’unità tecnico-economica soggetta ad una gestione unitaria che produce prodotti agricoli.

Con il questionario ad intervista diretta si rilevano dati sulle diverse coltivazioni e sugli allevamenti, nonché informazioni strutturali sulla forma organizzativa, sulla manodopera impiegata, sui rapporti dell’azienda con il mercato, sulle pratiche ambientali e sulle eventuali attività extra-agricole condotte in azienda (agriturismo,

27 www.Istat.it/Imprese-e-/index.htm e www.inea.it/Rica. 28 Nota metodologica indagine Spa/Istat, Roma 2005.

29 Reg. CEE 571/88 del 29 febbraio 1988 relativo alla organizzazione delle indagini comunitarie

sulla struttura delle aziende agricole, emendato dal regolamento CE 143/2002 del 24 Gennaio 2002; Reg. CEE 837/90 del 26 marzo 1990 relativo alle informazioni statistiche che gli stati membri devono fornire in merito alla produzione di cereali; Reg. CEE 959/93 del 5 aprile 1993 relativo alle informazioni statistiche che gli stati membri devono fornire sulla produzione di seminativi diverse dai cereali, emendato dai regolamenti della commissione CE 2197/95 e CE 296/2003; Direttiva CEE 93/23 del 1 giugno 1993 riguardante le indagini da effettuare nel settore della produzione di suini; Direttiva CEE 93/24 del 1 giugno 1993 riguardante le indagini da effettuare nel settore della produzione di bovini; Direttiva CEE 93/25 del 1 giugno 1993 riguardante le indagini statistiche da effettuare nel settore della produzione di ovini e caprini.

Page 41: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

41

trasformazione dei prodotti agricoli, ecc.). Ulteriori informazioni riguardano l’attività di contoterzismo, attivo e passivo, e la prima lavorazione dei prodotti.

5.1.3 Quinto Censimento generale dell’agricoltura, Anno 2000

Nel 2000, a distanza di dieci anni dal precedente, l'Istat ha realizzato il 5º Censimento dell'Agricoltura. Il questionario indaga le caratteristiche strutturali delle aziende, le pratiche colturali, la manodopera impiegata, la commercializzazione, informazioni sulla conduzione aziendale, ecc. I dati censuari forniscono la struttura su cui poi articolare le stime di CN, con le tariffe per tipologia di lavoro e per ettaro di superficie lavorata. Il modello censuario contiene inoltre informazioni specifiche sulle principali lavorazioni effettuate in azienda con mezzi meccanici extra-aziendali. Pertanto, il 5° Censimento ha consentito la ricostruzione e la quantificazione di alcuni aggregati dei nuovi conti, quali l’attività di contoterzismo attivo e passivo. In particolare, per quanto riguarda l’attività di contoterzismo (Ateco 01.41.1) svolto in azienda agricola da altre aziende agricole, da cooperative, o da imprese di noleggio, i dati del censimento consentono di avere oltre alle superfici lavorate dai contoterzisti, anche la tipologia dei lavori eseguiti e le giornate lavorate dagli stessi in azienda.

5.1.4 Indagine sui consumi delle famiglie

L'indagine sui consumi delle famiglie condotta dall’Istat ha lo scopo di rilevare la struttura ed il livello dei consumi secondo le principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali delle famiglie residenti. Le definizioni e le metodologie risultano armonizzate alle più recenti direttive europee e in particolare alla classificazione COICOP.

Grazie al disegno che la caratterizza, l'indagine consente di conoscere e seguire l'evoluzione, in senso qualitativo e quantitativo, degli standard di vita e dei comportamenti di consumo delle principali tipologie familiari, in riferimento ai differenti ambiti territoriali e sociali. Oggetto della rilevazione sono le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni e servizi. In tale definizione rientrano anche i beni provenienti dal proprio orto o dalla propria azienda agricola direttamente consumati dalla famiglia (autoconsumi), i beni e servizi forniti dal datore di lavoro ai dipendenti a titolo di salario o per prestazioni di servizio, i fitti stimati delle abitazioni occupate dai proprietari o godute a titolo gratuito. Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia per scopo diverso dal consumo è esclusa dalla rilevazione (ad esempio, l'acquisto di una casa e di terreni, il pagamento delle imposte, le spese connesse con attività professionale, eccetera). In particolare, oltre alle notizie che riguardano gli individui che compongono la famiglia e le caratteristiche dell'abitazione, sono rilevate le spese per generi alimentari, abitazione, arredamento, abbigliamento e calzature, sanità, trasporti e comunicazioni, tempo libero, spettacoli ed istruzione, altri beni e servizi.

Nella prima settimana del mese successivo all’autocompilazione del Libretto degli acquisti viene effettuata una intervista conclusiva nella quale vengono rilevate, mediante un questionario denominato “Riepilogo delle spese familiari”, notizie socio-demografiche dei componenti della famiglia, notizie e spese per l’abitazione, spese per mobili ed apparecchiature per la casa, per abbigliamento e calzature, per la salute, per trasporti e comunicazioni, per tempo libero spettacoli ed istruzione e per altri beni e servizi. Le spese sono generalmente riferite allo stesso mese, tranne che per l’acquisto di beni durevoli o per spese eccezionali, per le quali si fa riferimento agli ultimi tre mesi (in alcuni casi agli ultimi dodici mesi).

Page 42: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

42

5.1.5 Rilevazione annuale della produzione industriale (PRODCOM)

L’indagine PRODCOM dell’Istat rileva le statistiche annuali sulla produzione industriale (divisioni da 13 a 22 e da 24 a 36 della classificazione NaceRev.1.1) elaborate secondo metodi, concetti, definizioni e classificazioni armonizzati a livello comunitario e coerenti con le disposizioni del regolamento PRODCOM (Regolamento del Consiglio CEE n. 3924 del 19 dicembre 1991 relativo ad una indagine comunitaria sulla produzione industriale).

La rilevazione, che riporta i dati di quattro indagini distinte, è condotta su tutte le unità locali produttive (stabilimenti) delle imprese industriali con almeno 20 addetti e su un campione rappresentativo delle imprese industriali di dimensione inferiore. I dati sono elaborati e riportati all’universo sulla base delle informazioni rilevate presso le unità statistiche che hanno collaborato alla rilevazione. I dati elaborati riportano, per singola voce merceologica, i livelli della produzione venduta espressa in quantità e in valore.

5.1.6 Il Panel Ismea sugli acquisti delle famiglie di prodotti

alimentari

Da diversi anni, per il monitoraggio continuativo degli acquisti di prodotti alimentari e bevande delle famiglie italiane, l’Ismea si avvale di un Panel di Famiglie gestito in collaborazione con la Nielsen30.

Il Panel si basa su rilevazioni di acquisto a cadenza settimanale effettuate da 9.000 famiglie, stratificate in base a variabili socio-demografiche e territoriali, rappresentative dell’intera realtà italiana. Restano escluse le collettività nonché i consumi effettuati dalle famiglie al di fuori dell’abitazione principale (anche quelli effettuati in seconde case, in vacanza e nei fine settimana).

Il campione è parte attiva del processo di rilevazione attraverso la tecnologia home scanning. Ad ogni atto d’acquisto la famiglia rileva, attraverso un mini-computer dotato di lettore ottico, tutti i fatti che ne definiscono il comportamento (data di acquisto, fonte di acquisto, individuo acquirente, quantità acquistata, prezzo e promozioni). La scansione del codice di prodotto rende disponibile l'informazione a livello di singolo codice a barre EAN (European Article Number). Per mantenere uno standard analogo nella registrazione dei prodotti senza codice a barre, viene fornita una Guida Referenze che permette alla famiglia di individuare i dettagli di questi prodotti. In tal modo vengono raccolte tutte le informazioni relative non solo al Grocery confezionato, ma anche ai prodotti freschi, sfusi e autoprodotti.

La famiglia trasmette direttamente, in via telematica, le informazioni rilevate con cadenza settimanale così da garantirne una lettura veloce e precisa.

Tutti gli indicatori (acquisti in quantità, valore, prezzo medio, acquirenti, penetrazione, ecc.) sono prodotti con diversi dettagli:

- geografico (il dettaglio maggiore disponibile è a livello di subarea) 31;

30 Cfr. Nota Metodologica scaricabile da: http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/55. 31 Subarea 1 (Liguria, Piemonte, Val d’Aosta); Subarea 2 (Lombardia); Subarea 3 (Tre Venezie); Subarea 4 (Emilia Romagna); Subarea 5 (Toscana, Umbria, Marche, Sardegna); Subarea 6 (Lazio); Subarea 7 (Campania, Abruzzo, Molise, Puglia); Subarea 8 (Basilicata, Calabria, Sicilia).

Page 43: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

43

- età del responsabile di acquisto;

- stadio del ciclo di vita della famiglia32;

- capacità economica della famiglia;

- fonte di acquisto.

5.1.7 Rilevazione dei prezzi all’origine e all’ingrosso dei prodotti

agricoli

Fin dal 1965 l’Ismea ha istituito, in accordo con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la rete di rilevazione dei prezzi all’origine, con l’obiettivo del monitoraggio dei prezzi dei prodotti agricoli e della pesca sui mercati all’origine nazionali. Dal 1977 i prezzi rilevati sono utilizzati per l’elaborazione dell’indice dei prezzi all’origine dei più importanti prodotti agricoli; dal 1999 l’attività di rileva-zione dei prezzi ed elaborazione dell’indice è compresa nel Piano Statistico Nazionale.

I prezzi rilevati per il calcolo degli indici dei prezzi all’origine sono quelli che si formano nella fase iniziale di scambio dei prodotti da parte del produttore, o co-munque il più possibile vicini alla produzione, con l’intento di dare una stima dei ricavi degli agricoltori italiani.

A differenza dell’Istat, che a sua volta elabora un indice mensile dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori avvalendosi dei prezzi disponibili presso le Camere di Commercio, l’attività di rilevazione dei prezzi all’origine svolta da ISMEA viene assicurata attraverso una fitta rete di fonti informative essenzialmente identificabili nella figura del “rilevatore di mercato”.

A partire dal 2002, il processo di rilevazione dei prezzi ISMEA è certificato ai sensi alle norme UNI EN ISO 9001:2000, in base alle quali cui sono stati definiti, oltre alle modalità operative e di monitoraggio del sistema, i requisiti minimi dei rilevatori e delle piazze. I punti di rilevazione, in particolare, vengono individuati sulla base del grado di rappresentatività, nell'ambito della prima fase di scambio, per volumi di produzione e movimentazione di merci.

Le caratteristiche dei prodotti dei quali sono rilevati i prezzi sono invarianti nel tempo al fine di ottenere indicazioni sulle variazioni “pure” dei livelli dei prezzi, non influenzate cioè da modifiche nelle caratteristiche qualitative e nelle modalità di vendita. A tale proposito, i dati sono sempre accompagnati da una serie di specifiche tecniche che caratterizzano il prodotto dal punto di vista biologico e merceologico, al fine di mantenere appunto omogenei i prezzi e le informazioni fornite. Per ciascun prodotto (o categoria di prodotti) i dati sono riferiti ad una

32 Pre-Families: monocomponenti sotto i 35 anni o coppie con resp.acquisti sotto i 35 anni senza figli; New Families: Famiglie con bambini piccoli (<= 6 anni); Maturing Families: Famiglie con bambini di età inferiore ai 17 anni, non tutti piccoli (<=6 anni), o tutti grandi (tra 11 e 17 anni); Established Families: Famiglie con bambini grandi (tra 11 e 17 anni); Post Families: monocomponenti di età compresa tra i 35 e i 54 anni o famiglie con resp.acquisti tra i 35 e i 54 anni senza figli di età inferiore ai 18 anni; Older Couples: Famiglie con resp.acquisti di età maggiore di 55 anni senza figli di età inferiore ai 18 anni; Older Singles: Monocomponenti di età maggiore di 55 anni.

Page 44: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

44

specifica condizione di vendita, definita in funzione delle prerogative commerciali di quella derrata agricola.

5.2 La metodologia per la costruzione delle tavole

Dopo aver effettuato la rassegna delle fonti e delle indagini utilizzate, nei paragrafi che seguono si illustrano gli aspetti legati all’utilizzo o all’elaborazione delle varie indagini interessate alla costruzione delle tavole Risorse e Impieghi Ismea 2003.

5.2.1 Stima delle branche dell’agricoltura e degli allevamenti

La stima dei valori relativi alle 31 sottobranche agricole è stata incentrata sull'indagine SPA 2003 per quanto riguarda il lato della formazione delle Risorse, e sull’Indagine REA 2003 per la determinazione degli Impieghi.

Come detto in precedenza, la tavola delle Risorse descrive le produzioni in valore realizzate dalle singole branche. L'indagine SPA, incentrandosi in particolar modo su caratteristiche strutturali espresse in termini fisici, non permette il calcolo diretto delle produzioni in valore delle branche e quindi si è reso necessario l'utilizzo di ulteriori informazioni. A tal fine ci si è avvalsi di alcune grandezze macroeconomiche desunte dalla CN, quali il valore della produzione media (per ettaro, per capo di bestiame o per giornata di lavoro) per le principali ripartizioni geografiche (Nord, Centro, Sud).

Quindi, una volta conosciuta la struttura produttiva di un'azienda presente nel campione SPA, attraverso l’attribuzione a livello aziendale dei valori medi della produzione ai principali parametri di riferimento (superficie, capi di bestiame e giornate di lavoro per quanto riguarda i servizi connessi), è stato possibile ricostruire il valore dell’attività principale di ciascuna azienda permettendo l'allocazione delle aziende tra le 31 branche prescelte. Inoltre, tale processo ha permesso la determinazione del grado di specializzazione e dell’entità del valore di produzione per ciascuna branca.

Entrando più in dettaglio, i dati della CN e delle statistiche agricole utilizzati nel suddetto procedimento riguardano i valori medi per Nord, Centro e Mezzogiorno ed in particolare:

- il valore medio per ettaro delle coltivazioni singole o associate;

- il valore medio degli allevamenti per capo di bestiame;

- il valore medio delle attività connesse e secondarie per giornata di lavoro.

I dati utilizzati sono presentati nella tavola seguente.

Page 45: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

45

Tabella 12 - Valori medi economici desunti dalla Contabilità Nazionale (000 di Euro per ettaro, per capo e per giornata di lavoro)prodotti Nord Centro Mezzogiornoriso 2.049 1.778 1.844frumento tenero 1.356 944 820frumento duro 1.523 795 607granoturco da granella 1.594 1.207 1.214cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia) 1.245 817 614legumi secchi (pisello proteico, pisello secco, fagioli secchi, fava, lupino dolce) 1.720 505 779soia 1.102 1.120 1.291girasole e colza+altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale (cotone, lino, canapa) 1.172 538 639tabacco 9.684 8.662 11.447barbabietola 1.769 937 1.891patate 7.464 6.683 7.689pomodoro da industria 5.102 5.036 4.480legumi freschi e altri ortaggi (compreso il pomodoro da mensa, esclusi i legumi secchi) in serra 51.668 51.668 51.668legumi freschi e altri ortaggi (compreso il pomodoro da mensa, esclusi i legumi secchi) in piena aria 11.948 11.948 11.948fiori e piante ornamentali (aria e serra) 101.120 101.120 101.120vivaismo 57.358 57.358 57.358viticoltura da vino (vino, uva da vino pcd, vinacce e cremor tartaro) 4.349 4.331 1.588frutta fresca (inclusa uva da tavola e frutta a guscio, esclusi agrumi) 10.205 5.228 2.937agrumi 4.495 5.403 6.480olive 1.621 793 2.445bovini e bufalini da latte (per capo) 1.238 995 941vitelli da allevamento e ingrasso (per capo) 728 728 728bovini e bufalini da allevamento e ingrasso (per capo) 1.265 1.265 1.265equini 645 645 645suini da allevamento e ingrasso (per capo) 214 214 214latte ovicaprino (per capo) 44 44 44ovicaprini carne (per capo) 106 106 106galline ovaiole (uova) (per capo) 18 18 18Pollame da carne (valor medio per pollo) 4 4 4conigli e altra selvaggina (valori medi per coniglia fattrice) 128 128 128miele 233 233 233foraggere fresche (mais e carota da foraggio, ecc.), silo-mais, e fieno 1.300 582 604servizi connessi all'agricoltura (contoterzismo) per ha 334 334 334servizi connessi all'agricoltura (altri) per ha 0 0 0attività secondarie dell'agricoltura (agriturismo) per giornata lavorativa 84 94 64attività secondarie dell'agricoltura (altre) per ha 0 0 0 Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Conti Nazionali

Page 46: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

46

Per la spaccatura nelle relative sottobranche delle variabili dal lato degli Impieghi si è partiti dall’Indagine REA, che, come detto in precedenza, contiene una dettagliata analisi della struttura dei costi aziendali (sezione 12 del questionario) nonché altre utili informazioni su importanti variabili quali, ad esempio, i reimpieghi33.

I costi di produzione complessivi sono stati suddivisi nei prodotti realizzati dalle varie aziende e riallocati tra le diverse produzioni delle aziende. Le voci dei costi, presenti nel questionario REA, sono state quindi riclassificate seguendo le esigenze di compilazione della tavola degli Impieghi Ismea 2003, permettendo di abbozzare una prima stima. Va ricordato, infatti, che l’indagine REA costituisce non a caso una delle principali fonti per la compilazione della struttura dei costi per la branca dell'Agricoltura nella tavola degli Impieghi ufficiale pubblicata dall'Istat.

Tale operazione non è però stata semplice poiché un problema non trascurabile è stato riscontrato utilizzando l’indagine REA. Infatti, quest'ultima non fornisce indicazioni soddisfacenti circa l’attività principale dell’azienda agricola in termini di produzione e non permette quindi l’univoca attribuzione di quest’ultima ad una specifica branca (colonna) della tavola degli Impieghi Ismea 2003. Le poche informazioni ottenibili sono relative ai ricavi, disponibili solo per grandi raggruppamenti (produzioni vegetali, animali, trasformate e non, oltre alle attività secondarie e alle attività connesse alle aziende agricole). Si è quindi dovuto ricorrere alll'aggancio coi dati del Censimento per rendere possibile tale operazione.

In tal modo non si è tenuto in considerazione il fatto che nel periodo 2000-2003 alcune aziende agricole potrebbero aver variato significativamente la struttura di produzione. A tal riguardo va osservato che salvo per alcune coltivazioni erbacee, è estremamente improbabile che, nel breve periodo la struttura degli ordinamenti produttivi presenti variazioni significative. Per esempio, è difficile riconvertire in un periodo di tempo relativamente breve aziende zootecniche o arboree, che necessitano di tempi lunghi e di appropriati livelli di investimento per poter operare delle riconversioni aziendali di una certa portata. Una misura dell’errore di attribuzione della produzione principale è comunque quantificabile confrontando il panel di imprese risultanti dall’incrocio REA-SPA con le stesse imprese rilevate dal censimento 2000.In sintesi, dunque, l’aggancio dei dati Rea relativi ai costi aziendali con la struttura censuaria di quella stessa azienda, ha consentito di riallocare i costi per prodotto o gruppi di prodotto secondo le caratteristiche delle tavole Ismea. In questo modo, non è stato necessario ricalibrare i coefficienti di riporto all’universo, così come si sarebbe dovuto fare con l’utilizzo della SPA, che avrebbe comportato l’esclusione di una quota rilevante di aziende della Rea.

5.2.2 Stima della produzione delle branche dell’industria alimentare

In questo paragrafo si va ad analizzare la componente dell’industria alimentare delle tavole agroalimentari Ismea 2003. Il punto di partenza sta nelle tavole ufficiali pubblicate dall'Istat per il 2003. L’analisi della tavola delle Risorse Istat ai prezzi base mostra che circa il 96% della produzione dell’industria alimentare italiana si concentra sulle produzioni tipiche della stessa. L’attenzione principale del gruppo di lavoro si è, pertanto, focalizzata sullo studio dell’incrocio prevalente34.

33 Il SEC95 prevede che i reimpieghi siano contabilizzati nella produzione e nei costi.

34 A tal proposito uno strumento utile di analisi è fornito dalla lettura di quanto effettuato dall’Istat

(Pascarella, Mantegazza), con l’indagine PRODCOM.

Page 47: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

47

Tabella 13 - Tavola Supply-Istat: branca industria alimentare

BRANCA NACE 15.1

Prezzi base

Composizione %

A Industria alimentare 96.884 96,4 B Commercio 2.542 2,5 C Altro 1.167 1,1 TOTALE 100.593 100,0 Fonte: Istati

Come è noto, l’indagine PRODCOM rileva, con un dettaglio di prodotto (classificazione Eurostat) dati relativi alla quantità e al valore delle imposte appartenenti alle divisioni 13-36 della Nace Rev.1.1 a livello di unità locale. Una semplice rielaborazione dei dati di indagine relativamente alla divisione 15, che rappresenta appunto l'Industria alimentare, ha permesso di formulare una stima degli incroci della tavola delle Risorse Ismea (prodotti industria alimentare, branca industria alimentare).

Per quanto riguarda l’analisi degli altri incroci, come ad esempio quello tra servizi del commercio ed industria alimentare, si è utilizzato l’archivio delle indagini SCI-PMI.

5.2.3 Altre grandezze: Consumi delle famiglie, Importazioni,

Esportazioni e Margini di Distribuzione

Lo strumento principale grazie al quale è stato possibile attribuire le quote di consumo ai diversi sottoprodotti è l’indagine sui consumi delle famiglie 2003 dell’Istat che, come già è stato indicato nel capitolo che passa in rassegna le fonti, offre un set informativo molto vasto sulla spesa delle famiglie ed è molto dettagliata in particolare per la parte relativa ai consumi alimentari. I dati derivanti da tale indagine sono espressi in valore e in genere raggruppati secondo la COICOP o, grazie ad una tavola di corrispondenza, secondo le 101 branche abitualmente utilizzate in CN. Si è proceduto quindi con una riclassificazione delle voci rilevate dall’indagine secondo il dettaglio scelto nelle tavole Ismea e, in seguito, si è ridistribuito il vincolo dato di CN sulla base di quote appropriate ottenute in questo modo.

I dati Ismea del panel famiglie (cfr. paragrafo 5.1.6) sono stati utilizzati a supporto di tale procedura. Essi, infatti, oltre ad essere un valido ausilio laddove i dati dei consumi delle famiglie Istat mostravano delle lacune, sono stati utilizzati per controlli di coerenza sui risultati ottenuti.

I valori relativi alle importazioni ed esportazioni sono stati costruiti per sottoprodotti, a partire dai dati del Commercio estero.

Invece, i margini di commercio e trasporto sono stati costruiti per le branche produttive a partire dai dati delle tavole SUTs ufficiali Istat coadiuvati da informazioni provenienti dalle rilevazioni dell’Ismea sui prezzi all’origine e all’ingrosso e sui prezzi medi al dettaglio provenienti dall’indagine sugli acquisti delle famiglie del Panel famiglie. Ciò ha reso possibile la loro ridistribuzione tra le sottobranche e tra i prodotti agricoli ed alimentari.

Page 48: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

48

Questo procedimento ha richiesto lo sviluppo di analisi di filiera e dei prezzi dei prodotti agricoli dalla prima fase di scambio (prezzi al produttore o all’origine) alla fase finale (prezzi al consumo). Tutto ciò ha consentito di valutare i margini distributivi dei principali prodotti, con un’attenzione particolare ai prodotti freschi, che arrivano sulle tavole dei consumatori solo con una prima lavorazione, senza trasformazione.

6. Aspetti conclusivi

6.1 I principali risultati

Le tavole delle Risorse e degli Impieghi del Sistema Agroalimentare Italiano Ismea 2003 rappresentano un passo importante per una migliore conoscenza della realtà agricola ed alimentare sul territorio italiano. Rispetto alla precedente versione delle tavole Intersettoriali Ismea del 1995 il presente lavoro ha apportato numerose innovazioni, soprattutto in conseguenza dell'entrata in vigore del nuovo Sistema dei Conti Europeo SEC95. Inoltre, si è data particolare attenzione alla disaggregazione adottata per le attività agricole in modo da mettere in luce le nuove dinamiche che sono emerse negli ultimi anni, come l’aumentata diversificazione delle branche agroalimentari, l’accresciuto ruolo economico delle attività connesse in agricoltura, sia come attività prevalente delle aziende che come attività secondaria, la rilevanza delle altre attività secondarie, come l’agriturismo, in alcune branche produttive in particolare. Anche sul fronte dei costi e delle destinazioni dei prodotti lungo la filiera, le nuove tavole forniscono informazioni omogenee difficilmente reperibili a questo livello di dettaglio.

Il lavoro attuale rimane fortemente complementare alle tavole delle Risorse ed Impieghi ufficiali pubblicate dall'Istat per l'anno 2003. In pratica, questo lavoro rappresenta uno “zoom” realizzato sulle branche agricole, sull'industria alimentare e anche sull'industria chimica, vista l'importanza che ricopre come produttrice di beni intermedi.

6.2 Considerazioni per ulteriori sviluppi del lavoro

Lo studio approfondito degli strumenti contabili del sistema delle tavole intersettoriali, e cioè le SUTs e la I/O, ha consentito di evidenziare alcuni aspetti poco considerati della modellizzazione Input-Output (IOM).

Le SUTs e la I/O possono essere facilmente considerate come strumenti contabili simili, ma, al contrario, esse sono concettualmente diverse anche se fortemente collegate. Le SUTs, infatti, sono perlopiù una fotografia della realtà in un determinato lasso temporale, mentre una I/O può essere considerata come un vero e proprio modello, uno strumento analitico che può servire, ad esempio, per verificare gli effetti su un'economia di determinati sollecitazioni esterne.

Nel secondo capitolo, si è accennato al fatto che una SIOT, secondo le indicazioni del SEC95, può essere ricavata da un'elaborazione delle SUTs. Si possono ottenere a grandi linee due diverse SIOT, una prodottoXprodotto (cSIOT) e una brancaXbranca (bSIOT). In realtà queste ultime non sono univocamente determinate ma, al contrario, l'assunzione di determinate ipotesi ne può variare notevolmente il contenuto.

L'utilizzo, da parte dell'analista, di assunzioni di tecnologia di prodotti o di branca oppure di una loro combinazione può dar vita a diverse SIOT. In altre parole, per

Page 49: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

49

semplificare, partendo dalle stesse SUTs, due analisti possono ottenere due diverse cSIOT, o bSIOT, che possono essere ambedue valide perché rispettano le metodologie proposte dal SEC95, ma che potrebbero creare distorsioni nelle interrelazioni settoriali di un'economia, e quindi nei risultati dell’analisi, poiché nell'elaborazione non si è data la giusta importanza alle caratteristiche tecniche dei processi di produzione.

In secondo luogo, la IOM sviluppata da Leontief (Alvaro, 1999; Miller e Blair, 1985) è valida in condizioni di steady-state35 e solo nel caso di una I/O espressa in quantità fisiche e non in termini monetari (€, £, $, ecc.). Infatti, se il prezzo di un prodotto differisce a seconda di chi lo acquista, utilizzare una I/O espressa in valore monetario può determinare distorsioni alle interazioni tra agenti economici facenti parte di un sistema produttivo (Weiz e Duchin, 2006)36. Infatti, un'ipotesi sottostante alla IOM, spesso ignorata dagli analisti, è che esista un'omogeneità di prezzo per i prodotti, cosa abbastanza rara nella realtà.

Infine, un altro limite delle SIOT sta nel fatto che, se in un'economia più processi produttivi realizzano co-prodotti37, utilizzare la proprietà di simmetria (prodottoXprodotto oppure brancaXbranca) genera distorsioni alle reali transazioni. In pratica, più co-prodotti vengono realizzati in un'economia e più una tavola simmetrica risulterebbe una pura elaborazione matematica che poco avrebbe a che fare con le reali transazioni.

Per tali motivi è consigliabile utilizzare, nella fase di modellizzazione, una I/O ibrida espressa in quantità fisiche. Quest’ultima è in pratica una I/O dove ciascun prodotto viene contabilizzato secondo la propria specifica unità di misura38. Ad esempio le mele saranno espresse in kg, la corrente elettrica in Mj, l'acqua in litri e così via. Inoltre, sarebbe auspicabile avere una classificazione prodottoXattività, dove un'attività si può intendere come uno specifico processo produttivo (Konijn and Steenge, 1994).

Inoltre, il vantaggio di una modellizzazione basata su tavole ibride è quello di poter coerentemente collegare variabili economiche a quelle ambientali. Infatti, anche tutte le variabili appartenenti a categorie di impatto ambientale (emissioni, prelievo di risorse naturali, ecc.) possono essere incluse direttamente in questo schema.

35 Lo steady state è una condizione di un'economia che si realizza quando la produttività del lavoratore e del capitale non cambia col tempo. 36 Nel caso di un prodotto agricolo come ad esempio le mele, se ad acquistare è l'industria di trasformazione, che compra grosse quantità, il prezzo sarà inferiore di quello praticato al consumatore che al mercato acquista 1kg di mele. 37

Co-prodotti esistono perché certi processi produttivi realizzano più prodotti simultaneamente e prodotti simili possono essere realizzati anche da altri processi con tecnologie differenti. Ci possono essere tre differenti tipi di co-prodotti: 1. co-prodotti esclusivi: sono prodotti che non sono realizzati separatamente in nessun processo produttivo, ad esempio la melassa legata alla produzione di zucchero; 2. co-prodotti ordinari: sono prodotti tecnologicamente collegati alla produzione di altri beni ma che possono essere prodotti in alcuni processi come attività principale; Ad esempio l'idrogeno può essere realizzato come co-prodotto nelle raffinerie di petrolio ma ci sono processi produttivi, nell'industria chimica, dove esso rappresenta la produzione principale; 3. prodotti congiunti: sono prodotti maggiormente legati tecnologicamente dei co-prodotti ordinari. Infatti, i costi comuni da suddividere sono maggiori nel caso di prodotti congiunti. Ad esempio si prenda la carne e il latte negli allevamenti. Essi possono essere realizzati in quantità diverse a seconda delle richieste di mercato. Un prodotto congiunto può anche essere realizzato separatamente in un altro luogo. Un prodotto congiunto è difficilmente separabile dalla definizione di co-prodotto (UN, 1999). 38 Lo stesso Leontief (1970) utilizzava una I/O ibrida.

Page 50: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

50

Così facendo si aprono nuovi orizzonti di analisi che possono agevolare la ricerca di soluzioni sostenibili, sempre più necessarie ai giorni nostri.

Per le ragioni mostrate in questo paragrafo si è quindi preferito non realizzare in questa pubblicazione una I/O simmetrica e monetaria dalle SUTs presentate nei precedenti capitoli, rinviando a prossimi lavori Ismea il compito di realizzare una I/O ibrida e non simmetrica che rispetti maggiormente le caratteristiche del sistema produttivo italiano.

Page 51: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

51

7. Riferimenti bibliografici

Alvaro G., 1999, Contabilità nazionale e statistica economica, Cacucci editore.

Duchin F., 2004, Input–output economics and material flows, In: Sangwon Suh (ed.), A Handbook on Input–Output Analysis in Industrial Ecology, (Springer) (in press). http://econpapers.hhs.se/paper/rpirpiwpe/0424.htm.

Eurostat 2006, Eurostat manual of Supply, Use and Input-Output tables, Luxembourg.

Eurostat, 1995, European System of Accounts, ESA95, Luxembourg.

Finizia A., Magnani R., Perali F., Polinori P., Salvioni C., 2005, Construction and simulation of the general equilibrium model MEG Ismea for the Italian economy, Quaderni del Dipartimento di Economia, Finanza e Statistuca 17/2005, Università di Perugia, Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica.

Finizia A., Perali F., Salvioni C., 2007, La valutazione degli impatti socio-economici delle politiche agricole e di sviluppo rurale a livello micro e macro, AgriRegioniEuropa.

Istat, Valore aggiunto dell’agricoltura per regione, Nota Metodologica (http://www.istat.it/dati/dataset/20090612_00/)

Ismea, 1997, La tavola delle interdipendenze settoriali del sistema agroalimentare italiano 1995, Roma.

Ismea, 1998, Un’analisi del sistema agroalimentare italiano attraverso le tavole Input-Output, in Rapporto annuale sulle tendenze del sistema agroalimentare italiano, Roma.

Ismea, 2004, L’impatto della Riforma PAC sulle imprese agricole e sull’economia italiana, Franco Angeli, Roma.

Ismea, 2005, Agricoltura e ruralità, Franco Angeli, Roma.

Konijn P.J.A. and Steenge, A.E., 1995, Compilation of input-output data from the national accounts. Economic Systems Research 7 (1), 31-45.

Leontief W., 1941, The Structure of the American Economy, 1919-1939. Oxford, UK, Oxford University Press.

Mantegazza S., Pascarella C., 2006, Il nuovo approccio integrato ai conti nazionali – le tavole delle risorse e degli impieghi, Contributo per il Seminario: La revisione generale dei conti nazionali del 2005, Roma, 21-22 giugno. Pubblicato sul sito dell’ISTAT.

Miller R.E. e Blair P.D., 1985, Input-Output Analysis, Foundation and Extension. Prentice-Hall, Englewoods-Cliffs, NJ.

Ribaudo F., 2002, Prontuario di Agricoltura, Edagricole, Bologna, Italy.

Page 52: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

52

Stahmer C., 2001, The magic triangle of I-O tables. 13th International Conference on Input-Output Techniques, 21 - 25 August 2000, Macerata, Italy. (download: http://www.policy.rutgers.edu/cupr/iioa/StahmerMagicTriangle.pdf)

Stahmer C., Kuhn M., Braun N., 1997, Physical Input–Output Tables for Germany, 1990. Working Paper No. 2/1998/B/1 German Federal Statistical Office.

UN (United Nations), 1968, System of National Accounts. Series F, No. 2, Rev. 3, United Nations, New York.

UN (United Nations), 1993, System of National Accounts 1993. Co-published with Commission of the European Communities, International Monetary Fund, Organisation for Economic Co-operation and Development, World Bank. New York.

UN (United Nations), 1999, Handbook of input-output table compilation and analysis. Studies and Methods, series F, No.74, United Nation, New York 1999.

Weisz H. and Duchin F., 2006, Physical and monetary input-output analysis: What makes the difference? Ecological Economics 57, 534-541.

Collegamenti internet

� Classificazioni CPA2002 e Nace Rev. 1.1: http://ec.europa.eu/eurostat/ramon

� Classificazione Ateco2002: http://www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco/ateco.html?versione=2002

Page 53: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

53

A. Allegati

A.1. Tavola di corrispondenza

SUTs-Ismea CPA2002

Prodotti:

p01p01 01.11.14 Riso p01p02 01.11.12 Frumento tenero p01p03 01.11.11 Frumento duro p01p04 01.11.13 Granoturco da granella

p01p05 01.11.15/16/17 Cereali minori (orzo, segale, avena, cerali minori, paglia)

p01p06 01.11.7/22/31/32/33/34/35

Legumi secchi, soia, girasole, colza, altri semi e frutti oleosi e materie prime tessili di origine vegetale

p01p07 01.11.4 Tabacco p01p08 01.11.51 Barbabietola p01p09 01.11.21 Patate p01p10 01.12.12p Pomodoro da industria

p01p11 01.12.11/12p Legumi freschi e altri ortaggi in serra

p01p12 01.12.11/12p Legumi freschi e altri ortaggi in piena aria

p01p13 01.12.21p/22/23/24 Fiori e piante ornamentali (aria e serra)

p01p14 01.12.21p Piante da vivaismo

p01p15 01.13.12p/15.93 Uva da vino, incluso vino da uve proprie

p01p16 01.13.11/2p Frutta fresca p01p17 01.13.2p Agrumi

p01p18 01.13.24 Olive, incluso olio da olive proprie

p01p19 01.21.20 Latte bovino e bufalino

p01p20 01.21.12 Vitelli da allevamento e ingrasso (da carne)

p01p21 01.21.11

Altri bovini e bufalini da allevamento e ingrasso (da carne)

p01p22 01.23.10 Suini da allevamento e ingrasso (da carne)

p01p23 01.22.11/12+01.22.2 Latte ovicaprino e ovicaprini da carne

p01p24 01.24.20 Uova p01p25 01.24.10 Pollame da carne p01p26 01.25.10p Conigli e altra selvaggina

p01p27 01.11.6 Foraggere fresche, silo-mais e fieno

Page 54: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

54

A.1. Tavola di corrispondenza (segue)

p01p28 01.41.11p

Servizi connessi all’agricoltura (contoterzismo)

p01p29 01.41.11p/12

Servizi connessi all’agricoltura, lavorazione e manutenz. parchi e giardini (altri)

p01p30 01.13.2p/01.13.3 Altre attività agricole

p01p31 01.25.10p/01.42/01.25.21/01.22.13/01.22.3 Altre attività zootecnia

p02p00 02 Prodotti della silvicoltura e servizi connessi

p05p00 05 Pesca ed altri prodotti ittici; servizi accessori della pesca

p10p00 10 Carbon fossile

p11p00 11

Petrolio e gas naturale; servizi accessori all’estrazione di olio e gas

p12p00 12/13/14 Altri prodotti delle industrie estrattive

p15p01 15.1 Carni lavorate e conservate

p15p02 15.2 Pesci e prodotti della pesca trasformati e conservati

p15p03 15.41.12p/15.42.11p Olio di oliva grezzo e raffinato

p15p04 15.4p/15.8

Altri prodotti alimentari (oli vegetali, zucchero, paste e prodotti farinacei, ecc.)

p15p05 15.3

Ortofrutta trasformata o lavorata (incl. Succhi di frutta)

p15p06 15.5 Prodotti lattiero-caseari

p15p07 15.6

Prodotti della macinazione di cereali ed altri amidacei (compresa molitura del risone)

p15p08 15.7 Prodotti per l’alimentazione degli animali

p15p09 15.93 Vino

p15p10 15.9p

Acque minerali e bibite analcoliche, altre bevande alcoliche

p16p00 16 Industria del tabacco

p17p00 17/18/19

Prodotti tessili, vestiario, pellicce, cuoio e prodotti in pelle

p20p00 20/21/22 Legno, carta ed editoria

p23p00 23 Coke e prodotti della raffinazione del petrolio

Page 55: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

55

A.1. Tavola di corrispondenza (segue)

p24p01 24.1 Prodotti chimici di base (compresi fertilizzanti)

p24p02 24.2/24.3/24.6/24.7

Prodotti della chimica secondaria e fibre sintetiche (compresi prodotti fitosanitari e altri chimici per l’agricoltura)

p24p03 24.4/24.5

Prodotti farmaceutici (compresi farmaci per animali)

p25p00 25/26/27 Gomma, prodotti in plastica e altri minerali

p29p00 29/30/31

Apparecchi meccanici, macchine per ufficio, computer ed apparecchi elettrici n.a.c.

p32p00 28/32/33/36/37

Prodotti metallici, apparecchi radiotelevisivi, medicali, di precisione, strumenti ottici ed orologi; mobili ed altri prodotti manifatturieri; materiale da recupero

p34p00 34/35 Veicoli a motore, rimorchi ed altri mezzi di trasporto

p40p00 40 Energia elettrica, gas e vapore

p41p00 41 Raccolta e distribuzione dell'acqua

p45p00 45 Costruzioni p50p00 50/51/52 Servizi del commercio

p55p00 55 Servizi degli alberghi e ristoranti

p60p00 60/61/62/63 Trasporti e agenzie di viaggio

p65p00 65/66/67

Servizi di intermediazione finanziaria, assicurazione e fondi pensione e servizi ausiliari di intermediazione finanziaria

p72p00 72/73/74/80

Computer e servizi connessi, ricerca e sviluppo (R&S), attività professionali ed istruzione

p85p00 85/90

Sanità, servizi sociali, smaltimento rifiuti, fognature e servizi similari

p91p00 64/70/71/75/90/91/92/93/94/95 Altri servizi

Page 56: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

56

A.2 Sezioni di interesse dei questionari RICA-REA, SPA e Censimento Agricolo 2000

Tab. A.2.1 – Questionario RICA-REA 2003, struttura dei costi intermedi

Page 57: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

57

Tab. A.2.2 – Questionario RICA-REA 2003, reimpieghi

Page 58: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

58

Tab. A.2.3 – Questionario SPA 2003, utilizzazione dei terreni

Page 59: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

59

Tab. A.2.4 – Questionario SPA 2003, allevamenti

Page 60: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

60

Tab. A.2.5 – Questionario SPA 2003, attività connesse

Page 61: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti

61

Tab. A.2.6 - Questionario Censimento dell’Agricoltura 2000

Page 62: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti
Page 63: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti
Page 64: Ismea - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo …...evidenziare le relazioni più significative. Le SUTs pubblicate presentano quindi 67 branche di cui 31 agricole e 10 appartenenti