ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione...

115
ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO PER IL SETTORE ZOOTECNICO Ismea Aprile 2004

Transcript of ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione...

Page 1: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO PER IL

SETTORE ZOOTECNICO

Ismea Aprile 2004

Page 2: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

2

Il presente progetto di ricerca è il risultato del lavoro del Gruppo Tecnico per la sperimentazione di polizze innovative in agricoltura, istituito presso l’Ismea e composto da:

Dott. Luigi AVAGLIANO, Rag. Giampiero BENDIA, Dott. Raffaele BORRIELLO, Dott. Alberto CAVALLINI, Dott.ssa M. Luisa CAVINA, Dott. Domenico DE FEO, Dott. Alberto DE GAETANO, Dott. Luigi GAZZOLA, Avv. Paola GROSSI, Dott. Mauro MARALDI, Dott. Luigino MARAVAI, Dott. Ugo MENESATTI, Dott. Giovanni MONTANARI, Dott. Carlo PARRINELLO, Dott. Giuseppe PENNUCCI Dott. Mauro SERRA BELLINI, Dott. Oliviero RAFFINI, Dott. Paolo SCROCCHI, Dott. Fabio TRACAGNI,

Alla redazione del testo hanno contribuito:

Alessio Almoto, Maria Rosaria Napoletano, Michele Pennucci

La ricerca è stata eseguita con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali

Il progetto di ricerca è terminato ad Ottobre 2003

Page 3: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

3

INDICE 1. INTRODUZIONE................................................................................................5 2. LE PRINCIPALI TIP OLOGIE DI RISCHIO NEL SETTORE ZOOTECNICO .........................................................................................................7

2.1. RISCHIO ZOOSANITARIO..................................................................................7 2.1.1 Il quadro istituzionale zoosanitario di riferimento.............................7 2.1.2 Fattori determinanti il livello di rischio zoosanitario..................... 10 2.1.3 L’evoluzione del rischio zoosanitario in Europa............................. 22 2.1.4 Lo smaltimento dei rifiuti animali....................................................... 30 2.1.5 Strategie di prevenzione del rischio zoosanitario............................ 32

2.2. RISCHIO ALIMENTARE ...................................................................................34 2.2.1. Conseguenze del rischio alimentare.................................................. 36

2.3. ALTRI RISCHI..................................................................................................37 3. IL QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO E NAZIONALE DI RIFERIMENTO .................................................................................................... 39

3.1 LA NORMATIVA IN MATERIA DI PREVENZIONE E GESTIONE DELLE EPIZOOZIE ..............................................................................................................39 3.1. LA NORMATIVA SULLE ASSICURAZIONI AGEVOLATE PER LA ZOOTECNIA.................................................................................................................................45

3.1.1 Normativa europea................................................................................ 45 3.1.2 Normativa nazionale............................................................................. 46 3.1.3 Normativa regionale............................................................................. 47

4. LO SCENARIO ITALIANO.......................................................................... 49 4.1. LA PRODUZIONE .............................................................................................49 4.2 L’OFFERTA ASSICURATIVA IN ITALIA...........................................................55

4.2.1. Caratteristiche delle polizze offerte sul mercato....................................56 5. LO SCENARIO ESTERO .............................................................................. 59

5.1. LA PRODUZIONE .............................................................................................59 5.2. IL SISTEMA ASSICURATIVO IN SPAGNA.......................................................63

1. Introduzione................................................................................................. 63 2. Evoluzione e quadro generale................................................................... 64

2.1 Dinamica assicurativa complessiva e modalità di intervento pubblico .....65 2.2 Modalità di funzionamento del Piano assicurativo agricolo annuale ........67

3. Caratteristiche e diffusione delle polizze assicurative.......................... 70 4. Evoluzione e distribuzione dei risarcimenti per garanzia.................... 74 5. Principali leggi e regolamenti nazionali ................................................. 75

5.3 IL SISTEMA ASSICURATIVO IN FRANCIA.......................................................77 1. Introduzione................................................................................................. 77 2. Evoluzioni della copertura assicurativa nel settore zootecnico.......... 79

Page 4: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

4

2.1 Assicurazioni sulle perdite del bestiame ....................................................80 5.4 IL SISTEMA ASSICURATIVO NEGLI STATI UNITI...........................................86

1. Introduzione..................................................................................................86 2. Allargamento del programma federale sulle assicurazioni del raccolto al settore zootecnico.......................................................................................87

3. Altre forme di copertura assicurativa sul bestiame...............................91 5.5 IL SISTEMA ASSICURATIVO NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI ...........................92

Germania...........................................................................................................92 Regno Unito ......................................................................................................94 Danimarca.........................................................................................................95 Paesi Bassi ........................................................................................................95 Belgio .................................................................................................................96 Finlandia...........................................................................................................96

6. CONCLUSIONI.................................................................................................97 APPENDICE 1: OIE - CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE ANIMALI...............................................................................................................101 APPENDICE 2: POLIZZA AGEVOLATA PER LA COPERTURA DEI COSTI DERIVANTI DALL’ELIMINAZIONE DEI BOVINI MORTI IN SPAGNA...........................................................................................................106 BIBLIOGRAFIA..................................................................................................111

Page 5: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

5

1. INTRODUZIONE

Le emergenze sanitarie che si sono succedute nel corso degli ultimi anni, i cui effetti sono ancora visibili, hanno pesantemente condizionato lo scenario produttivo del settore zootecnico.

L’encefalopatia spongiforme bovina, l’afta epizootica, per citarne solo alcune, hanno provocato profondi cambiamenti nell’atteggiamento dei consumatori verso i prodotti del settore e richiesto considerevoli risorse dai bilanci pubblici. Le forti oscillazioni della domanda che si sono registrate hanno notevolmente inciso sui risultati operativi degli allevatori, alcuni dei quali già penalizzati dalla perdita forzata del bestiame malato.

Ciò ha spinto le Istituzioni nazionali e internazionali preposte ad attivare adeguate politiche di prevenzione e controllo del rischio e di compensazione dei redditi degli allevatori. L’Ue, sin dall’inizio degli anni ’90, con la comparsa dei primi casi di BSE in Gran Bretagna, ha posto sempre maggiore attenzione alle problematiche zoosanitarie e di sicurezza alimentare, attraverso specifici regolamenti che hanno conseguentemente modificato la normativa nazionale e condizionato pesantemente lo scenario produttivo.

Tale situazione ha accentuato l’esigenza, già peraltro esistente, di sviluppare per il settore zootecnico adeguati strumenti di difesa preventiva, in particolare di tipo assicurativi.

Il Gruppo Tecnico per la sperimentazione di polizze innovative in agricoltura, composto da rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori, delle cooperative, delle compagnie di Assicurazioni, dei Consorzi di Difesa, delle Regioni e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, raccogliendo questa esigenza, ha ravvisato la necessità di approfondire le questioni inerenti le assicurazioni per il settore zootecnico per giungere all’obiettivo di ampliare gli strumenti di gestione del rischio in tale ambito.

Con questa finalità, viene qui presentata un’analisi descrittiva degli strumenti normativi, assicurativi e, più in generale, di gestione/prevenzione/compensazione del rischio zootecnico a disposizione degli allevatori italiani ed europei.

In particolare, il lavoro propone una disamina dei rischi più diffusi negli allevamenti zootecnici, con particolare riguardo per quello

Page 6: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

6

zoosanitario, avvalendosi dei molti contributi teorici e sperimentali elaborati recentemente al riguardo. Fornisce, inoltre, una descrizione del contesto normativo europeo e nazionale e un esame dei principali strumenti assicurativi attuati nei principali Paesi europei ed extraeuropei per fronteggiare tali rischi.

Il lavoro si inserisce nell’ottica dell’Unione Europea che, pur

mettendo in atto una politica finalizzata a fornire indennità dirette agli allevatori per le perdite economiche dovute all’abbattimento dei capi malati, incoraggia l’adozione di strumenti di gestione del rischio. Infatti, gli Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo prevedono al paragrafo 11.5 la possibilità di usufruire di aiuti pubblici al premio assicurativo, entro determinate quote.

In Italia, sebbene la normativa nazionale, con la legge n. 185 del 14 Febbraio 1992, art. 9, relativa alla nuova disciplina del Fondo di Solidarietà Nazionale, già prevedesse tali forme di aiuto, che sono stati successivamente specificati nel DM del 18 marzo 1993, la sua sostanziale inapplicazione ha prodotto il risultato che, ad oggi, non esistono ancora sul mercato polizze assicurative agevolate per la copertura del rischio zoosanitario.

Le analisi e le considerazioni che scaturiscono dal lavoro forniscono utili elementi di riflessione per verificare la possibilità e l’opportunità di introdurre nella realtà produttiva zootecnica italiana strumenti assicurativi nuovi o già sperimentati in altri Paesi.

Page 7: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

7

2. LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI RISCHIO NEL SETTORE ZOOTECNICO

2.1. Rischio zoosanitario

Nell’ambito del settore zootecnico il rischio al quale gli allevatori vanno più spesso incontro è quello zoosanitario, ossia la possibilità che gli animali in azienda siano colpiti da malattie gravi tali da compromettere l’attività, o per le quali è necessario l’abbattimento di tutti i capi malati o di tutto l’allevamento.

2.1.1 Il quadro istituzionale zoosanitario di riferimento

La funzione pubblica esercita un ruolo determinante nella definizione delle politiche di gestione del rischio nell’ambito delle produzioni animali. L’organizzazione zoosanitaria mondiale è strutturata attraverso organismi internazionali che operano a stretto contatto con le istituzioni sanitarie dei singoli stati per impedire l’immediata diffusione delle malattie.

A livello mondiale ricopre un ruolo di primo piano l’Ufficio Internazionale delle Epizoozie (Office International des Epizooties - OIE), con sede a Parigi, che si caratterizza come un organo essenzialmente tecnico amministrativo con compiti di referenza e consultivi per i servizi veterinari del mondo. L’OIE si prefigge di raccogliere, analizzare e diffondere l’informazione scientif ica in campo veterinario, fornire le competenze e promuovere la solidarietà internazionale per il controllo delle malattie animali, garantire la trasparenza delle problematiche di Sanità Animale a livello mondiale, garantire la sicurezza negli scambi internazionali attraverso lo sviluppo di regole per il commercio di animali1.

1 Tra questi compiti, vanno segnalati soprattutto: la raccolta e divulgazione delle informazioni sanitarie mondiali sull’andamento delle malattie trasmissibili (con rilevanza socioeconomica delle malattie stesse); la promozione e il coordinamento di ricerche su patologie e profilassi; lo studio e la proposta di documenti normativi

Page 8: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

8

Altri soggetti internazionali che ricoprono funzioni di primo piano in tale ambito sono l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Food and Agriculture Organization - FAO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization - WHO). Le competenze e le attività di tali organizzazioni nel settore della sanità animale sono principalmente rivolte a problemi rilevanti sia a livello internazionale che di determinate aree, a problemi di sanità pubblica veterinaria e alla standardizzazione di procedure diagnostiche.

Nell’ambito della Ue, l’organizzazione sanitaria è articolata come segue: oltre al Consiglio dei Ministri (Sanità e Agricoltura) opera un Comitato permanente veterinario che, anche attraverso commissioni specifiche, definisce la politica e la regolamentazione zoosanitaria dell’UE. In particolare, con il consolidamento del mercato unico e il conseguente libero trasferimento in esso di animali e di prodotti si stanno affermando regolamentazioni omogenee che dovrebbero migliorare e progressivamente uniformare anche le condizioni di concorrenza che derivano dagli aspetti zoosanitari. Recentemente, con regolamento del 28 gennaio 20022, è stata costituita l'Autor ità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Authority – EFSA), il cui compito principale è uniformare e regolamentare la legislazione dei singoli Stati Membri dell’Unione in materia di sicurezza alimentare.

In Italia, la politica zoosanitaria è prerogativa del Ministero della Salute che, a seconda dei problemi, può operare di concerto con altri Ministeri e, in particolare, con quello delle Politiche Agricole e Forestali. A livello nazionale la politica zoosanitaria si realizza nella partecipazione alle decisioni dell’Ue, nell’adozione delle normative comunitarie, nella promulgazione di normative specifiche, nell’organizzazione dei servizi e nella realizzazione dei sistemi di controllo.

standard come International Animal Health Code, Manual of Standards for Diagnostic Tests and Vaccines, International Aquatic Animal Health Code e Diagnostic Manual for Aquatic Animal Diseases . 2 Regolamento (CE) N.178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare.

Page 9: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

9

Il Ministero della Salute, a sua volta, agisce a livello periferico attraverso gli Assessorati alla sanità delle Regioni, i quali intervengono mediante unità operative periferiche, come le Aziende sanitarie locali (ASL) che operano a diretto contatto con gli imprenditori del territorio di giurisdizione. I servizi veterinari delle ASL sono organizzati in tre aree funzionali: Sanità animale, Igiene degli alimenti di origine animale, Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche. Altre strutture di funzionamento dei servizi veterinari pubblici sono:

• l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), un ente pubblico che esercita, nelle materie di competenza del Ministero della Salute, funzioni e compiti tecnico scientifici e di coordinamento tecnico. Svolge inoltre funzioni di ricerca, di sperimentazione, di controllo e di formazione per quanto concerne la salute pubblica, con funzioni consultive per il Ministero della Sanità, attività di ricerca e formazione e di vigilanza sull’attività degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali;

• gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS), enti sanitari di diritto pubblico dotati di autonomia gestionale ed amministrativa, che rappresentano lo strumento tecnico ed operativo del Servizio Sanitario Nazionale per quanto riguarda: la sanità animale, il controllo di salubrità e qualità degli alimenti di origine animale, l'igiene degli allevamenti ed il corretto rapporto tra insediamenti umani, animale ed ambientale;

• i Presidi Multizonali di Prevenzione (PMP) svolgono funzioni di controllo e di tutela dell'igiene ambientale, di verif ica delle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro, come, ad esempio, nel caso dell’applicazione delle norme di profilassi e polizia veterinaria per la raccolta e distruzione degli animali morti. In questa articolazione ogni ente può esplicare funzioni normative

sussidiarie che vanno da provvedimenti paralegislativi, a circolari interpretative e applicative, a disposizioni contingenti, a discrezionalità applicative. Da tale organizzazione, ne deriva, tra l’altro, che le condizioni operative delle imprese possono variare anche a seconda della collocazione geografica.

Page 10: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

10

2.1.2 Fattori determinanti il livello di rischio zoosanitario

Il rischio è funzione della probabilità dell’evento e dell’entità del danno conseguente all’evento. Poiché ogni malattia ha proprie specificità, la frequenza e l’intensità del rischio zoosanitario dipendono da una molteplicità di fattori che possono raggrupparsi nei seguenti aspetti di ordine generale3:

A. Numerosità e concentrazione territoriale delle imprese

La numerosità delle imprese e la concentrazione territoriale, costituisce un elevato fattore di rischio, poiché il pericolo che l’evento si verifichi aumenta al crescere della concentrazione delle imprese e dei capi allevati. Inoltre, tale condizione ha conseguenze negative anche sull’entità del danno e della gravosità degli interventi di risanamento, che spesso devono coinvolgere le altre attività zootecniche dell’intero comprensorio interessato.

Dalle cartine che seguono è possibile individuare per ogni categoria di animale le zone più ad alto rischio zoosanitario rispetto a tale fattore. A tale scopo è stato utilizzato un indice di localizzazione che indica la quota di aziende zootecniche in una determinata provincia rispetto alla quota media nazionale: va lori superiori a 1 indicano che la quota delle aziende zootecniche nella provincia è superiore alla media nazionale, viceversa per valori inferiori a 1. Tale indicatore fornisce quindi degli elementi di giudizio sulla specializzazione settoriale delle province: valori del coefficiente sensibilmente superiori all’unità indicano infatti un elevato grado di specializzazione. In base ai risultati di questo indice sono state quindi individuate 5 differenti classi:

3 Metodologie per l’analisi e valutazione dei rischi zoosanitari sono illustrate, tra l’altro, in IRMA (2002), Strategies to manage animal disease control costs: availability of insurance , Institute of Risk Management in Agriculture, Wageningen, IRMA (2002), The feasibility of an insurance for livestock epidemics in the pig sector, Institute of Risk Management in Agriculture, Wageningen, IZS (Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise), “Linee guida per l’analisi dei rischi”, Teramo e Ferri M., Giaccone V. (2003), “Il sistema Monte Carlo e la Valutazione Quantitativa del Rischio microbiologico nell’igiene degli alimenti”, Il Progresso Veterinario.

Page 11: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

11

Ø molto bassa; Ø bassa; Ø media; Ø alta; Ø molto alta.

Le province che ricadono nelle classi “molto bassa” e “bassa” hanno valore dell’indicatore inferiore a 1 e quindi una quota di aziende zootecniche inferiore a quella media nazionale.

In particolare emerge:

• la concentrazione di aziende bovine nelle aree del Nord-Est e del Nord – Ovest (Figura 2);

• la forte presenza di aziende bufaline nel basso Lazio e in Campania (Figura 3);

• la specializzazione della Sardegna per gli ovini e i caprini (Figura 4 e Figura 5);

• l’alta concentrazione di aziende suinicole nelle Marche, Umbria, Campania e Calabria (Figura 6);

• una maggiore distribuzione sul territorio degli allevamenti avicoli, a parte l’assenza in Puglia e Sicilia e la scarsa presenza in Sardegna (Figura 7).

Maggiore è la specializzazione provinciale, più alto è il rischio della trasmissione di una malattia .

Page 12: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

12

Figura 1 – Localizzazione territoriale delle aziende zootecniche

BZ

SS

FG

PZ

CA

TO

NU

CS

CN

TN

PG

FI

SI

CZ

BA

PA

SA

BS

AQRM

UDBL

GR

AL

VI

VT RI

CT

PI

BO

MI

PR

FR

NO

MT

AR

LE

AO

VR

PV

RC

SO

PS

VC

FO

AV

CB

ME

AG

FE

TV

TA

BG

LTCE

PC

EN

VE

TP

CH

MC

OR

MO

CL

RE

PN

IS

TR

AP

PD

TE

SR

MN

BN

AN

LU

CO

RA

BR

GE

CRRO

AT

SV

LI

RG

IM

PE

VA

NA

MSPT

SP

GOTS

Legenda

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Page 13: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

13

Figura 2 - Localizzazione territoriale delle aziende bovine

BZ

SS

FG

PZ

CA

TO

NU

CS

CN

TN

PG

FI

SI

CZ

BA

PA

SA

BS

AQRM

UDBL

GR

AL

VI

VT RI

CT

PI

BO

MI

PR

FR

NO

MT

AR

LE

AO

VR

PV

RC

SO

PS

VC

FO

AV

CB

ME

AG

FE

TV

TA

BG

LTCE

PC

EN

VE

TP

CH

MC

OR

MO

CL

RE

PN

IS

TR

AP

PD

TE

SR

MN

BN

AN

LU

CO

RA

BR

GE

CRRO

AT

SV

LI

RG

IM

PE

VA

NA

MSPT

SP

GOTS

Legenda

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Page 14: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

14

Figura 3 - Localizzazione territoriale delle aziende bufaline

BZ

SS

FG

PZ

CA

TO

NU

CS

CN

TN

PG

FI

SI

CZ

BA

PA

SA

BS

AQRM

UDBL

GR

AL

VI

VT RI

CT

PI

BO

MI

PR

FR

NO

MT

AR

LE

AO

VR

PV

RC

SO

PS

VC

FO

AV

CB

ME

AG

FE

TV

TA

BG

LTCE

PC

EN

VE

TP

CH

MC

OR

MO

CL

RE

PN

IS

TR

AP

PD

TE

SR

MN

BN

AN

LU

CO

RA

BR

GE

CRRO

AT

SV

LI

RG

IM

PE

VA

NA

MSPT

SP

GOTS

Legenda

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Page 15: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

15

Figura 4 - Localizzazione territoriale delle aziende ovine

BZ

SS

FG

PZ

CA

TO

NU

CS

CN

TN

PG

FI

SI

CZ

BA

PA

SA

BS

AQRM

UDBL

GR

AL

VI

VT RI

CT

PI

BO

MI

PR

FR

NO

MT

AR

LE

AO

VR

PV

RC

SO

PS

VC

FO

AV

CB

ME

AG

FE

TV

TA

BG

LTCE

PC

EN

VE

TP

CH

MC

OR

MO

CL

RE

PN

IS

TR

AP

PD

TE

SR

MN

BN

AN

LU

CO

RA

BR

GE

CRRO

AT

SV

LI

RG

IM

PE

VA

NA

MSPT

SP

GOTS

Legenda

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Page 16: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

16

Figura 5 - Localizzazione territoriale delle aziende caprine

BZ

SS

FG

PZ

CA

TO

NU

CS

CN

TN

PG

FI

SI

CZ

BA

PA

SA

BS

AQRM

UDBL

GR

AL

VI

VT RI

CT

PI

BO

MI

PR

FR

NO

MT

AR

LE

AO

VR

PV

RC

SO

PS

VC

FO

AV

CB

ME

AG

FE

TV

TA

BG

LTCE

PC

EN

VE

TP

CH

MC

OR

MO

CL

RE

PN

IS

TR

AP

PD

TE

SR

MN

BN

AN

LU

CO

RA

BR

GE

CRRO

AT

SV

LI

RG

IM

PE

VA

NA

MSPT

SP

GOTS

Legenda

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Page 17: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

17

Figura 6 - Localizzazione territoriale delle aziende suinicole

BZ

SS

FG

PZ

CA

TO

NU

CS

CN

TN

PG

FI

SI

CZ

BA

PA

SA

BS

AQRM

UDBL

GR

AL

VI

VT RI

CT

PI

BO

MI

PR

FR

NO

MT

AR

LE

AO

VR

PV

RC

SO

PS

VC

FO

AV

CB

ME

AG

FE

TV

TA

BG

LTCE

PC

EN

VE

TP

CH

MC

OR

MO

CL

RE

PN

IS

TR

AP

PD

TE

SR

MN

BN

AN

LU

CO

RA

BR

GE

CRRO

AT

SV

LI

RG

IM

PE

VA

NA

MSPT

SP

GOTS

Legenda

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Page 18: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

18

Figura 7 - Localizzazione territoriale delle aziende avicole

BZ

SS

FG

PZ

CA

TO

NU

CS

CN

TN

PG

FI

SI

CZ

BA

PA

SA

BS

AQRM

UDBL

GR

AL

VI

VT RI

CT

PI

BO

MI

PR

FR

NO

MT

AR

LE

AO

VR

PV

RC

SO

PS

VC

FO

AV

CB

ME

AG

FE

TV

TA

BG

LTCE

PC

EN

VE

TP

CH

MC

OR

MO

CL

RE

PN

IS

TR

AP

PD

TE

SR

MN

BN

AN

LU

CO

RA

BR

GE

CRRO

AT

SV

LI

RG

IM

PE

VA

NA

MSPT

SP

GOTS

Legenda

Molto bassa

Bassa

Media

Alta

Molto alta

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Page 19: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

19

B. L’elevata mobilità degli animali

L’elevata mobilità degli animali, ossia il trasferimento di animali da un allevamento all’altro, fra territori diversi, o fra nazioni diverse, è un fattore di rischio di particolare rilevanza per la zootecnia italiana, comparto strutturalmente importatore.4 L’Italia importa, infatti, in media oltre 500 mila tonnellate di animali vivi, prevalentemente bovini di provenienza francese e tedesca e l’evoluzione degli ultimi 10 anni evidenzia come le crisi zoosanitarie possono condizionare il commercio internazionale. In particolare, le crisi BSE del 1996 e del 2001 hanno prodotto cambiamenti di rilievo nelle tendenze dei flussi commerciali (Figura 8).

Figura 8 – Evoluzione delle importazioni di animali vivi

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

400.000

450.000

500.000

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Bovini, vivi Suini, viviOvini e caprini, vivi Pollame domestico vivo

Fonte: Istat.

4 Ha affrontato l’argomento, tra gli altri: IZS (Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise), “Studio e verifica di una procedura per l’analisi e la gestione dei rischi derivanti dal commercio nazionale ed internazionale di animali vivi e dei relativi prodotti”, Teramo, 1998.

Page 20: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

20

A causa dell’elevato rischio a livello mondiale, la movimentazione degli animali è stata regolata già nell’ambito del GATT e poi con l’entrata in vigore dell’Accordo per l’Applicazione delle Misure Sanitarie e Fitosanitarie (Accordo SPS5), che stabilisce alcune regole per l’applicazione delle misure sanitarie da applicare nell’ambito del commercio internazionale degli animali e dei loro prodotti da parte dei Paesi Membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).

L’accordo riconosce l’OIE come l’organizzazione internazionale di riferimento per le norme sugli scambi di animali e dei relativi prodotti, mentre per quanto riguarda gli alimenti, compresi quelli di origine animale, l’organizzazione internazionale di riferimento è la commissione del Codex Alimentarius.

All’interno della sezione 1.4 del Codice Zoosanitario dell’OIE, relativa all’analisi dei rischi derivanti dalle importazioni di animali vivi e dei relativi prodotti si stabilisce che il principale scopo di tale analisi è quello di fornire ai Paesi importatori un metodo oggettivo e a prova di riscontro in grado di stimare i rischi infettivi legati all’importazione di animali, di prodotti di origine animale, di materiale genetico, di alimenti per animali, di prodotti biologici e di materiale patologico. Tale analisi deve essere condotta e documentata in modo chiaro e trasparente così che il Paese esportatore possa analizzare in dettaglio ed eventualmente controbattere le ragioni del Paese importatore.

La metodologia proposta a tale scopo, però, non è adatta alla situazione italiana caratterizzata da elevate importazioni, poiché non permette di quantificare in termini economici il danno derivante dall’introduzione di un animale infetto. Infatti, una razionale scelta delle misure applicabili per ridurre i rischi dovuti all’importazione di animali vivi e dei relativi prodotti non può prescindere da una valutazione economica dei benefici e dei costi che tali introduzioni comportano.

5 L’Accordo è entrato in vigore il 1° Gennaio 1995 e prevede espressamente che, nello stabilire le misure di protezione della salute dell’uomo, degli animali e delle piante, gli Stati devono applicare norme, linee guida e raccomandazioni sviluppati dalle Organizzazioni internazionali pertinenti. Le misure di protezione devono essere basate su una valutazione appropriata dei rischi di natura sanitaria secondo le tecniche sviluppate dalle organizzazioni internazionali.

Page 21: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

21

Anche a livello europeo, la Commissione ha provveduto nella Decisione 91/398/CEE, del 19 luglio 1991, ad istituire una rete informatizzata di collegamento tra autorità veterinarie, chiamata ANIMO, sulla base della direttiva 90/425/CEE del Consiglio relativa ai controlli veterinari e zootecnici applicabili negli scambi intracomunitari di alcuni animali vivi e di prodotti di origine animale, nella prospettiva della realizzazione del mercato interno.

C. Altri fattori di rischio

Oltre ai due precedenti fattori di rischio, è opportuno citare almeno altri 5 elementi che concorrono ad incrementare la probabilità del rischio zoosanitario, e precisamente: • La presenza di “serbatoi” e vettori di malattia, come ad esempio

animali (domestici e/o selvatici) o prodotti e sostanze (es. alimenti di origine animale) capaci di favorire la diffusione ed il mantenimento in natura della malattia. Un chiaro esempio della pericolosità derivante dalla presenza di animali selvatici è la difficoltà di eradicazione della Peste suina classica in alcune zone della Sardegna a causa della presenza di cinghiali. Nella maggior parte dei casi, tale fonte di rischio riguarda allevamenti di piccole dimensioni bradi, semibradi e a conduzione familiare, in quanto più difficilmente isolabili da elementi esterni di trasmissione. Tale situazione costituisce un grave ostacolo allo sviluppo del settore suinicolo isolano.

• Gli effluenti (compresi i sottoprodotti) degli allevamenti e di altre attività. La connessione fra l’insorgenza di focolai di BSE e la produzione ed uso di farine animali infette è un esempio esplicito di tale rischio;

• Gli accessi di estranei negli allevamenti, ossia di persone e di automezzi per lo scambio di materiali ed animali, interventi di terzi, ecc;

• La produzione e il commercio di prodotti animali elaborati, in quanto le imprese di macellazione, di lavorazione e commercializzazione dei prodotti possono essere fonti di veicolo di elementi patogeni per acquisizione di materie prime inquinate all’origine od inquinate in corso d’opera;

Page 22: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

22

• Il livello culturale degli operatori, la conoscenza dei meccanismi eziologici e la messa in atto delle opportune procedure di igiene, controllo, management, riducono in modo rilevante il rischio specifico.

2.1.3 L’evoluzione del rischio zoosanitario in Europa

In Europa, negli ultimi due decenni, si sono diffuse diverse malattie trasmissibili degli animali che hanno avuto ripercussioni non solo a livello zootecnico ma anche sul resto dell’economia, influenzando le scelte alimentari dei consumatori e imponendo una maggiore attenzione da parte dell’Ue nei confronti della politica sanitaria.

Le malattie trasmissibili sono classificate dall’OIE in due differenti liste. Nella lista A sono incluse tutte quelle malattie trasmissibili (15 in totale) in grado di diffondersi in modo rapido, indipendentemente dai confini nazionali, con gravi conseguenze socioeconomiche e/o di salute pubblica. Tali malattie sono le più pericolose per il commercio internazionale degli animali vivi e dei relativi prodotti. Nella lista B, invece, sono incluse tutte le altre malattie trasmissibili (circa 90), considerate nell’ambito dei singoli Paesi come un potenziale pericolo socioeconomico e/o di salute pubblica e che possono causare effetti significativi sul commercio internazionale degli animali vivi e dei relativi prodotti (cfr. Appendice 1).

A livello europeo, la direttiva 82/894/CEE del Consiglio, modificata successivamente dalla Decisione n. 2002/788/CE della Commissione del 10 ottobre 2002, concernente la notifica delle malattie degli animali nella Comunità, indica, in sostanziale accordo con la classificazione OIE, tra le malattie per cui è necessaria la notifica tutte quelle appartenenti alla lista A con l’aggiunta di poche altre incluse nella lista B, tra cui la BSE.6

6 Dir. 21-12-1982 n. 894, pubblicata nella GUCE 31 dicembre 1982, n. 378, modificata dai seguenti provvedimenti: • Decisione 89/162/CEE della Commissione, del 10 febbraio 1989 (Gazzetta

ufficiale L 61 del 04.03.1989);

Page 23: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

23

Di seguito saranno descritte alcune delle principali malattie trasmissibili cui sono stati soggetti gli animali negli ultimi anni. Tale elenco non è esaustivo, ma si è scelto di focalizzare l’attenzione solo su quelle malattie ritenute più pericolose dalle organizzazioni scientifiche e dall’UE e che negli ultimi anni hanno avuto ripercussioni non solo economiche ma anche sociali, arrivando a condizionare le scelte alimentari dei consumatori.

• BSE o Encefalopatia spongiforme dei bovini (Bovine Spongiform Encephalopathy, BSE):

Fa parte di un gruppo di malattie degenerative che colpiscono il sistema nervoso centrale dell'uomo e degli animali denominate EST (Encefaliti spongiformi trasmissibili) 7. La crisi BSE della metà degli anni ’90, ha segnato uno dei periodi di maggior sfiducia del consumatore nei confronti degli alimenti di origine animale. Le ragioni sono molte e risiedono soprattutto nelle scarse certezze scientifiche disponibili e nelle conseguenti difficoltà di definire idonee misure di garanzia sanitaria.

I primi casi si sono manifestati in Gran Bretagna nella seconda metà degli anni Ottanta e le istituzioni comunitarie hanno immediatamente intrapreso diverse iniziative per evitare la diffusione di questa mala ttia negli altri Stati membri8. In Italia la BSE è stata

• Decisione 90/137/CEE della Commissione, del 6 marzo 1990 (Gazzetta ufficiale

L 76 del 22/03/1990); • Decisione 92/450/CEE della Commissione, del 30 luglio 1992 (Gazzetta ufficiale

L 248 del 28/08/1992); • Decisione 98/12/CE della Commissione, del 15 dicembre 1997 (Gazzetta

ufficiale L 4 del 08/01/1998); • Decisione 2000/556/CE della Commissione, del 7 settembre 2000 (Gazzetta

ufficiale L 235 del 19/09/2000); • Decisione 2002/788/CE della Commissione, del 10 ottobre 2002 (Gazzetta

ufficiale L 274 del1’1/10/2002). 7 Malattia di Creutzfeldt-Jakob nell’uomo e scrapie negli ovini. 8Alla fine del 1998 erano stati diagnosticati circa 175.000 casi dall'inizio dell'epidemia.

Page 24: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

24

segnalata per la prima volta, in termini di casi autoctoni9, nel gennaio 2001 grazie all’introduzione della Sorveglianza attiva10. Nella Tabella 1 sono indicati alcuni dati descrittivi della situazione italiana relativamente ai test eseguiti e la frequenza della malattia nel nostro Paese.

Tabella 1 - Casi di BSE in Italia, dal 2001 (aggiornata a: 5/8/2003)

Anno Test eseguiti

Casi autoctoni

Casi complessivi

Casi autoctoni /10.000 test

Bovini età >24 mesi

Casi autoctoni / 1 milione di

capi adulti

2001 465.403 48 50 1.03 3.410.000 14,1

2002 745.521 34 36 0,46 3.410.000 10

2003 439.766 18 18 0,41 3.410.000 5,3 Fonte: CEA (Centro per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie animali e neuropatologie comparate).

La crisi BSE ha rappresentato un utile banco di prova delle politiche di tutela alimentare nell’ambito del mercato globale ed ha consentito di verificare il percorso dell'analisi del rischio, nelle sue componenti di “identificazione”, “valutazione”, “gestione” e “comunicazione”. Il confrontarsi con malattie dalle caratteristiche così particolari - tempi di incubazione lunghissimi ed inusuale resistenza ai trattamenti di disinfezione e decontaminazione – e per le quali i sistemi diagnostici sono poco efficienti, ha rappresentato una sfida per i servizi veterinari in tutta Europa e ha richiesto approcci economici e strategie sanitarie nuovi, di lungo o lunghissimo periodo, pressoché esclusivamente preventivi e, perciò, particolarmente soggetti al principio di precauzione.

9 Vengono considerati “casi autoctoni” i casi che si verificano in animali nati e cresciuti in Italia, oppure gli animali che siano stati importati da un Paese estero, ma che si siano verosimilmente infettate dopo l’arrivo in Italia. 10 La Sorveglianza attiva prevede la ricerca della malattia, e la descrizione della situazione epidemiologica, mediante l’esecuzione di test su tutti i bovini sottoposti a macellazione speciale d’urgenza, macellazione regolare di età superiore a 30 mesi (fino al 12 settembre 2001, poi di età superiore a 24 mesi), e su tutti i bovini sottoposti a macellazione differita o morti in stalla o durante il trasporto, di età seriore ai 24 mesi.

Page 25: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

25

• Afta epizootica

E’ una malattia virale altamente infettiva che colpisce i ruminanti e i suini domestici e selvatici. Il virus che la provoca è conosciuto da molto tempo, ma non è controllato in modo adeguato, soprattutto per la sua grande capacità di mutazione che gli conferisce facoltà di adattamento, resistenza e contagio. Per tali ragioni, quando appare è necessario adottare severe misure per le regioni contaminate e attivare uno scambio di informazioni a livello internazionale in tempo reale per permettere un coordinamento della profilassi su scala mondiale.

La malattia è causa di perdite rilevanti in termini di produzione. In particolare colpisce gli animali giovani e le femmine gravide per le quali provoca l’aborto. La malattia ha conseguenze notevoli anche in termini di rendimenti successivi perché gli animali guariti, penalizzati da gravi postumi, non sempre ritrovano il loro potenziale precedente.

La malattia non presenta tuttavia pericoli per l’uomo: i casi di trasmissibilità rimangono rari e benigni e il consumo di carni di animali contaminati non comporta rischi conosciuti per la salute.

Nel XXmo secolo le epidemie di afta epizootica hanno avuto effetti devastanti sul patrimonio zootecnico europeo fino agli anni 67-68, quando grazie alla vaccinazione di massa obbligatoria in regioni particolarmente a rischio e a misure igieniche contro l'epidemia sono stati eliminati i focolai ancora presenti. Ciononostante, in molti paesi europei si sono continuate a registrare epidemie fino alla fine degli anni ’80 (Figura 9). Negli anni 1990, 1991 e 1992 nell'Ue non si è registrata alcuna epidemia, e in quel periodo anche la politica dell’Ue in materia di afta epizootica ha subito un radicale cambiamento passando da misure di eradicazione attraverso la vaccinazione a misure di prevenzione attraverso l’abbattimento degli animali infetti sospetti di contaminazione e il controllo della circolazione di animali e di prodotti di animali11.

11 Nell’Unione europea la vaccinazione profilattica contro l'afta epizootica è stata pertanto vietata con la direttiva 90/423.

Page 26: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

26

Figura 9 - Infezioni di afta epizootica in Europa registrate nel periodo 1968-1990

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.00019

68

1970

1972

1974

1976

1978

1980

1982

1984

1986

1988

1990

num

ero

infe

zion

i

Fonte: Parlamento Europeo, Commissione temporanea sull'afta epizootica

Come evidenziato nella Tabella 2, in dieci anni, fino al 2001, soltanto tre casi hanno preoccupato l’Europa: uno in Italia, nel 1993, e gli altri due in Grecia, nel 1996 e 2000, scatenati da virus provenienti dalla Turchia.

Nel 2001, l’epidemia sì è di nuovo manifestata in alcuni Stati membri (Regno Unito, Irlanda, Francia, Paesi Bassi) dimostrando che il rischio dell'introduzione del virus e di epidemie massicce della malattia è tuttora presente e che un focolaio può assumere rapidamente le proporzioni di una epizoozia, provocando perturbazioni tali da ridurre enormemente la redditività dell’allevamento di animali delle specie sensibili e di altri settori dell’economia rurale, rendendo necessaria anche la mobilitazione di risorse economiche considerevoli per compensare gli allevatori e per l’applicazione di misura di lotta contro la malattia.

L’ultima crisi europea ha ribadito quindi l’esistenza di rischi crescenti per la salute degli animali. Infatti, la rapida mondializzazione e liberalizzazione degli scambi aggrava la minaccia di un’estensione geografica dell’afta epizootica.12

12 Un’analisi complessiva dell’ultima crisi di afta epizootica nell’UE, è contenuta nella nota informativa del Parlamento europeo – Direzione generale degli Studi “Gli aspetti economici e veterinari dell’ultima crisi di afta epizootica nell’UE”, 2002.

Page 27: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

27

Tabella 2 - Focolai di Afta Epizootica in alcuni paesi europei negli ultimi 20 anni

1981 1983 1984 1986 1988 1993 1996 2000 2001Paesi Bassi XIrlanda XFrancia X XRegno Unito X XGrecia X XItalia XGermania XSpagna XPortogallo XDanimarca XAustria XRussia XAlbania XIugoslavia XBosnia XCroazia XSlovenia XBulgaria X

Fonte: Ecoles Nationales Veterinaires Francaises

• Peste Suina Classica (PSC)

Questa malattia ha suscitato sempre molta attenzione, soprattutto da parte dei paesi in cui la suinicoltura rappresenta una parte consistente della propria zooeconomia. Nel tempo si è assistito ad un progressivo sviluppo delle conoscenze scientifiche sui principali aspetti della malattia e ciò ha determinato, insieme alle devastanti esperienze maturate in alcuni paesi in termini di danni subiti, l'elaborazione di disposizioni normative che potessero consentire di ridurre quanto più possibile il rischio di introduzione e/o diffusione della PSC.

La PSC è una malattia altamente contagiosa. Lo spostamento dei suini provenienti da allevamenti infetti e l'impiego di mezzi di trasporto contaminati, costituiscono le modalità più frequenti di

Page 28: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

28

diffusione della PSC. Anche i cinghiali rivestono un ruolo importante come sorgente di virus, soprattutto a motivo della elevata diffusione della carne e dei prodotti derivati sul mercato nazionale ed estero. In alcuni paesi dell'UE, la presenza della PSC nei cinghiali costituisce un pesante ostacolo alla eradicazione della malattia.

La PSC ha ancora una elevata diffusione a livello mondiale. Secondo l’OIE, tutti i continenti sono interessati dalla presenza della malattia ad eccezione dell’Oceania. L’elevata contagiosità e mortalità della PSC, rendono, di conseguenza , facilmente comprensibili i danni fino ad oggi provocati e quelli che ancora potrebbero derivare dal momento in cui il virus della PSC venga introdotto in popolazioni di suini o cinghiali recettive.

Le forme tipiche di PSC sono quelle che generano le maggiori perdite economiche, specie se alle perdite dirette si aggiungono quelle derivanti dagli abbattimenti dei suini infetti a scopo preventivo, dal blocco delle movimentazioni e dalle vaccinazioni di massa, che vengono ancora attuate in molti paesi per controllare la diffusione dell’infezione.

Si stima che, limitatamente agli Stati Membri dell’Ue e con livelli di produzione suinicola molto elevati, i danni economici prodotti dalla PSC nell’ultimo decennio, ammontino ad oltre 6 milioni di Euro. I Paesi maggiormente colpiti sono stati l’Olanda, la Germania, la Spagna, il Belgio e l’Italia (Tabella 3 e Tabella 4). Solo in Olanda si sono registrate perdite per circa 2 milioni di Euro.

I danni provocati dalla malattia vanno attribuiti principalmente all’abbattimento di suini per motivi di profilassi sanitaria o per misure di prevenzione e a fattori di mancata produzione zootecnica che si ripercuotono sull’industria di trasformazione. Inoltre una delle voci che maggiormente incide sul computo delle perdite economiche, è rappresentata dalle restrizioni commerciali a cui viene assoggettato un paese infetto.13

13 Per una valutazione delle ripercussioni economiche di un’epidemia di peste suina, si veda Frugola L., Sacchi C., Zanardi G., (1998), “La peste suina classica in Provincia di Varese”, L’Osservatorio, anno 1, n. 1, ottobre 1998.

Page 29: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

29

Tabella 3 - Peste suina classica: distribuzione temporale (1990-2000) dei focolai accertati nei Paesi europei Paesi 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000Gran Bretagna 16

Spagna 78 21Francia 1 1 1

Belgio 7 48 7Olanda 5 429 6

Germania 6 13 100 117 54 4 44 11 6 4Austria 10 23 1 1 1 1

Europa 17 42 109 166 55 4 558 38 6 21 Fonte: Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche.

Tabella 4 - Peste suina classica: distribuzione temporale (1990-2000) dei focolai accertati in Italia Regioni 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Piemonte 2

Lombardia 1 16

Trentino A.A. 2 2 2

Emilia Romagna 2 1 1 1

Toscana 9 1

Umbria 1

Lazio 4 1

Campania 5 5 1

Sardegna 2 6 24 37 45 35 17 6 3 6

Italia 20 12 24 42 49 55 18 9 3 6Fonte: Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche.

• Influenza aviaria

Si può considerare fra le malattie virali più devastanti che colpiscono il regno animale e il suo fronteggiamento è estremamente importante dal punto di vista zooeconomico e sanitario, nonostante sia considerata una malattia rara, comparsa solo diciotto volte nel pollame ed una negli uccelli selvatici nel corso degli ultimi 42 anni.

Nel 1999-2000 il settore avicolo italiano è stato interessato dalla più grave epidemia di influenza aviaria mai manifestatasi in Europa, con insorgenza, dal 17 dicembre 1999 al 5 aprile 2000, di 413 focolai

Page 30: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

30

di infezione, per la maggior parte (365 focolai) localizzati in aree ad elevata densità zootecnica del Veneto e della Lombardia. Circa 16 milioni di volatili domestici sono morti o sono stati abbattuti e distrutti al fine di eradicare l’infezione, con un danno economico diretto (indennizzi e spese per l’estinzione dei focolai) pari a più di 110 milioni di euro. Ai costi legati al pagamento degli indennizzi agli allevatori vanno aggiunte le rilevanti perdite indirette, pari a circa 400 milioni di euro, correlate alla limitazione o al blocco, per diversi mesi, della normale attività produttiva e commerciale dell’industria avicola nelle due regioni maggiormente interessate dal contagio 14.

Nella Tabella 5 sono illustrati i dati degli anni più recenti.15

Tabella 5 - Distribuzione per specie animale e per regione degli allevamenti infetti (10 ottobre 2002 – 27 gennaio 2003)

Tac

chin

i da

carn

e

Tac

chin

i da

ripr

oduz

ione

Ova

iole

Polli

ri

prod

utto

ri

Bro

iler

Far

aone

Qua

glie

Rur

ali

Veneto 173 2 1 1 3 1 1 - 182Lombardia 41 - 4 4 1 1 - 3 54Emilia Romagna 1 - 1 - - - - - 2Totale focolai 215 2 6 5 4 2 1 3 238Totale animali coinvolti 3.321.884 16.896 873.413 103.910 76.000 44.344 16.000 3.114 4.455.561

Regione

Specie e categoria

No. totale di focolai

Fonte: Centro Regionale di Epidemiologia Veterinaria del Veneto, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

2.1.4 Lo smaltimento dei rifiuti animali

La principale conseguenza dei problemi zoosanitari è la necessità di distruggere l’animale malato, che richiede notevoli costi. Infatti, le carcasse, diversamente da quanto accadeva precedentemente, non possono essere sotterrate e quindi vanno trattate come rifiuti speciali al pari di quelli ospedalieri.

14 Fonte: Centro Regionale di Epidemiologia Veterinaria del Veneto, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. 15 Un quadro complessivo sui fenomeni di influenza aviaria è contenuto in Capua I, Mulinelli F. (2001), “Influenza aviaria: testo e atlante”, Papi editore, Bologna

Page 31: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

31

Da un’indagine ANPA (Agenzia Nazionale Protezione Ambiente) sulle quantità degli scarti pericolosi (considerando come tali l’intero corpo degli animali morti, o abbattuti, appartenuti ai bovini, agli ovini e ai caprini di qualunque età ed i materiali da essi derivati o ottenuti), risulta che per le conseguenze dovute alla BSE, la produzione in Italia dei rifiuti animali a rischio ammonta a circa 360.000 tonnellate all’anno, di cui 83.000 ad alto rischio.

Inoltre, i processi di lavorazione della carne per l’alimentazione umana portano alla produzione di una grande quantità di residui, che solo in parte vengono avviati alla distruzione. In linea indicativa, la quota di residui è pari a circa il 40-45% del peso vivo dell’animale di partenza, e circa un 10-20% relativo a grassi e altre parti del corpo separate dalle carcasse nelle varie fasi della lavorazione. Calcolando che il peso vivo degli animali macellati nel 2002 in Italia è nell’ordine di 6 milioni di tonnellate, si evince che la massa di residui sia a livello nazionale di 2,4 milioni di tonnellate ai macelli e complessivamente oltre a 2,7 milioni di tonnellate se si aggiungono quelli ottenuti dopo la macellazione.

Come mostrato nella Tabella 6, dai materiali ad alto rischio e specifico a rischio sono state prodotte circa 64.000 tonnellate di grassi e 90.000 di farine. Per quanto riguarda invece il materiale a basso rischio, le stime indicano una quantità pari a 1,6 milioni di tonnellate, da cui sono state ottenute 257.000 tonnellate di grassi e 415.000 di farine. Questa grande quantità comporta elevati costi gestionali e di smaltimento.

Tabella 6 - Rifiuti animali medi all’anno (tonnellate) Materiale Sottoprodotti e rifiuti Grassi e farine

Alto rischio 83.100 11.700 21.100Specifico a rischio 246.100 46.800 61.500Totale a rischio (corretto) 359.000 63.900 90.300Basso rischio 1.622.500 256.900 415.500

Totale 1.982.300 320.800 505.800 Fonte: dati ANPA

L’incenerimento delle farine proteiche di origine animale, degli scarti di macellazione e delle carcasse rappresenta un valido strumento per la soluzione del problema BSE ed altre malattie. Secondo l’ANPA, la potenzialità complessiva degli inceneritori idonei al trattamento di questo tipo di rifiuti è risultata superiore a 14.400

Page 32: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

32

tonnellate al giorno che, considerando 300 giorni di attività, si traduce in circa 4,2 milioni di tonnellate annue. Una potenzialità, pertanto, teoricamente in grado di coprire il fabbisogno richiesto per la combustione delle farine e degli scarti animali, che ammontano a circa 500.000 tonnellate/anno includendo le farine a basso rischio e a 90.000 tonnellate/anno, considerando solo le farine da materiale ad alto rischio e da materiale specifico a rischio.

I costi dello smaltimento sono però alti e fino ad oggi, sono stati in parte sostenuti con il sistema rimborsi pubblici previsti per la macellazione e lo smaltimento delle carcasse degli animali infetti e per il trattamento delle farine 16 . Un sistema che, dopo l’approvazione da parte del governo delle nuove quote di indennizzo e delle modalità di ritiro, rischia di provocare gravi ripercussioni in tutto il settore. Ad esempio, fino a gennaio 2002 per l’ammasso delle farine sono stati pagati alle imprese di produzione 0,25 euro per ogni chilo di farina a basso rischio, contro un prezzo di mercato di circa 0,18 euro al chilo e 0,74 euro per ogni chilo di farina ad alto rischio. La scelta mirava a pagare di più allo scopo di togliere dal mercato eventuali veicoli di infezione della ma lattia. Con il decreto successivo gli indennizzi si sono ridotti moltissimo: 0,05 euro per chilo di farina a basso rischio e 0,14 euro per quelle ad alto rischio.

2.1.5 Strategie di prevenzione del rischio zoosanitario

Nella gestione del rischio zoosanitario, gli operatori pubblici e privati mirano entrambi ad eliminare o ridurre il rischio, ma in un ottica macro e micro rispettivamente. Infatti, mentre le autorità pubbliche intervengono per evitare danni alla salute umana, controllare le condizioni sanitarie degli allevamenti, mantenere la salubrità ambientale in tutte le fasi della filiera, gli operatori privati intervengono con lo scopo di mantenere lo stato di salute degli animali a livello aziendale e di preservare le loro capacità trasformative per evitare riduzioni di produttività e quindi di reddito.

Nell’ottica pubblica le politiche di prevenzione del rischio sono state le seguenti:

16 Legge di conversione 18 giugno 2002, n. 118 del DL 19 aprile 2002, n. 68.

Page 33: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

33

• la difesa immunitaria e la resistenza ereditaria che consiste nel diffondere animali ad elevata resistenza (di tipo immunologico o fisiologico) ereditaria alle malattie e/o nel praticare vaccinazioni di massa. La prima soluzione più vantaggiosa economicamente (minore danno, nonché minori costi diretti e indiretti) è più difficile da realizzare. La seconda soluzione, date le difficoltà oggettive di una copertura immunologica di tutta la popolazione, riduce ma non elimina il rischio d’insorgenza di focolai. A questo proposito occorre ricordare che l’Italia, già da diversi anni, ha vietato le vaccinazioni di massa nei confronti dell’afta epizootica e della peste suina ed anche i piani di eradicazione della brucellosi bovina ed ovi-caprina vietando l’uso di vaccini;17

• l’eradicazione, che si pone in alternativa alla vaccinazione ed è stata la strategia scelta dell’Ue in ambito zoosanitario , e che consiste nell’interruzione dei flussi importativi, nell’eradicazione degli animali infetti presenti, nel controllo sistematico della situazione, nell’intervento immediato e radicale qualora, nonostante tutto, vi siano insorgenze di focolai.

L’efficienza delle politiche pubbliche contro il rischio zoosanitario dipende però dalla costante collaborazione con gli operatori privati, i quali devono provvedere a controllare continuamente il benessere degli animali negli allevamenti e a comunicare il prima possibile l’insorgenza di un agente patogeno.

Nell’ottica privata, infatti, la strategia per una efficiente gestione del rischio implica l’adozione di idonee misure di protezione contro i principali fattori di rischio zoosanitario: maggiori sono tali misure, minore sarà il rischio finale.

Tali misure sono spesso funzionali nelle aziende zootecniche: alcune di esse, in particolare, (per l’iscrizione ad archivi, associazioni, ecc.), sono continuamente sottoposte a controlli di qualità sui prodotti ottenuti, sulle modalità di allevamento, sull’alimentazione degli animali, sugli aspetti igienico-sanitari, sui trattamenti effettuati, ecc. Per gli allevamenti sottoposti a tali controlli quindi i danni dovuti a

17 Il Parlamento europeo – Direzione generale per la Ricerca ha pubblicato diversi documenti in materia di vaccinazione. In particolare, si ricorda: “La posizione degli organismi internazionali in materia di vaccinazione contro l’afta epizootica”, 2002.

Page 34: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

34

rischi sanitari sono più gestibili così come le conseguenze economiche da essi derivati.

In tale contesto, l’applicazione mirata di strumenti assicurativi costituisce per l’allevatore una reale modalità di stabilizzazione del rischio di impresa e allo stesso tempo riduce i rischi di moral hazard, per la presenza di un sistema di controlli sulla gestione aziendale che in caso di sinistro concorrono a definire gli elementi per valutare la reale perdita subita.

In Europa, le esperienze più significative di applicazione di strumenti assicurativi specifici per il rischio zoosanitario, come ad esempio le garanzie per la morte di animali e/o per la perdita di produzione / fermo stalla, sono state realizzate in Spagna, in Germania e nel Regno Unito, anche se nel primo caso si tratta di strumenti agevolati con il contributo pubblico, mentre negli altri la concessione di contributi pubblici sul premio è ancora in fase di studio o del tutto assente.18

2.2. Rischio alimentare

La sentenza numero 1245 della Corte di Cassazione del 17 maggio 1966 ha così sintetizzato la serie di operazioni in cui consiste l’allevamento del bestiame:

• alimentazione;

• assistenza e cura;

• accrescimento corporeo;

• riproduzione e miglioramento. L’alimentazione è, quindi, una funzione determinante per il

conseguimento del risultato economico dell’attività zootecnica che consiste sostanzialmente nella trasformazione degli alimenti in prodotti e/o servizi animali. Inoltre l’alimentazione condiziona notevolmente anche la qualità dei prodotti e, di conseguenza, il rispettivo prezzo.

18 Si veda il capitolo 5, per l’illustrazione delle esperienze estere.

Page 35: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

35

L’allevatore, infatti, ha come obiettivo quello di individuare la migliore tecnologia alimentare in base ai fabbisogni nutritivi dell’allevamento, che variano in relazione alla tipologia di animale, alle modalità di allevamento, alle produzioni attese, ecc.19. Per tecnologia alimentare si intendono tutte le modalità necessarie per acquisire gli alimenti, le forme di conservazione, il razionamento, i modi di somministrazione, le connessioni con le altre funzioni zootecniche, l’organizzazione aziendale. La tecnologia alimentare costituisce, quindi, un sottosistema aziendale che ricopre un ruolo determinante ai fini del raggiungimento del risultato economico finale, influendo fortemente sul livello di rischio economico dell’impresa nel suo complesso.

Nella gerarchia dei costi sostenuti dalle imprese zootecniche, quelli alimentari sono i principali. L’Associazione Europea Produttori di Latte ha stimato che nelle aziende italiane produttrici di latte, il costo per gli alimenti incide per una quota percentuale superiore al 30% dei costi totali. Nel confronto internazionale solo la Spagna evidenzia un andamento simile, con costi di alimentazione che incidono per circa il 36% sui costi totali. Negli altri Paesi europei (Belgio, Germania, Francia, Olanda, Regno Unito) i costi alimentari non superano il 22% del costo totale.

Considerati questi elementi, ne deriva che le aziende zootecniche italiane sono più esposte a variazioni impreviste dei costi per l’alimentazione del bestiame. Inoltre, le ripercussioni che tali variazioni possono avere sull’economia aziendale sono ampliate attualmente dall’aumento delle possibilità di combinare tra loro i diversi principi alimentari, dal miglioramento della tecnica mangimistica che prevede la preparazione di razioni diverse a seconda del periodo di allevamento, della razza e dell’età degli animali oltre che dall’evoluzione dei mercati degli alimenti.

19Il quadro metodologico per valutare l’efficienza alimentare delle aziende zootecniche è illustrato, tra l’altro, in Zucchi G. (2001), Zooeconomia: Economia del sistema delle produzioni animali, Avenue media, Bologna e Durando G. (2002), Economia dei mercati zootecnici, Edagricole, Bologna.

Page 36: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

36

2.2.1. Conseguenze del rischio alimentare

Le variazioni dei costi per l’alimentazione possono dipendere: • da variazioni della disponibilità e dei costi della materia prima,

ossia della produzione di base e dell’industria mangimistica;

• da limitazioni di ordine sanitario che impediscono all’allevatore di movimentare gli animali;

• da costrizioni di ordine ambientale e generale.

Per quanto riguarda l’offerta, la disponibilità delle materie prime è condizionata dalle modalità di acquisizione degli alimenti: le aziende che acquistano prodotti per l’alimentazione sul mercato sono meno influenzate dagli eventi climatici rispetto a quelle che utilizzano il pascolo (che comunque in Italia è limitato in termini di periodi dell’anno e di superficie utilizzata) o la produzione aziendale (gli alimenti derivanti da prati, erbai, insilati e cereali);

I costi, invece, sono legati anche ad aspetti tecnici e legislativi. Ad esempio, la disciplina sugli additivi e/o sull’etichettatura degli alimenti composti per gli animali può in alcuni casi non tenere conto, se non addirittura contrastare, le correnti tecniche di produzione, condizionando pesantemente l’attività aziendale nel suo complesso. In Italia, negli ultimi trenta anni, la produzione industriale di alimenti per animali ha compiuto notevoli progressi, sia di ordine quantitativo che qualitativo, crescendo da 3 a 12 milioni di tonnellate. Inoltre, il fatturato negli ultimi quattro anni ha fatto registrare valori costantemente superiore ai 4.000 milioni di Euro. 20

Le limitazioni sanitarie, come il divieto di movimentare gli animali a seguito della scoperta di un focolaio di infezione, hanno spesso condizionato pesantemente l’attività dell’allevatore. A tale riguardo, un recente esempio è il caso degli allevatori di bovini della Sardegna che, a seguito dell’epidemia di lingua blu, non hanno potuto trasferire nella Penisola, per l’ingrasso, i vitelli da ristallo. Tale impedimento ha obbligato i proprietari di vitelli a provvedere al loro ingrasso nelle rispettive aziende, che non sono strutturate per allevarli né dispongono di risorse alimentari sufficienti alle esigenze di una

20 L’analisi completa e aggiornata del settore è contenuta in ASSALZOO (2003), Annuario 2003, Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici.

Page 37: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

37

mandria consistente. La conseguenza è stata quella di un forte aggravio dei costi di gestione dovuti, in particolare, al ricorso dell’approvvigionamento di alimenti di provenienza extra-aziendali.

La gravità di tale situazione ha spinto il legislatore regionale a predisporre interventi in sostegno degli allevatori, per un importo complessivo di 15 milioni di Euro. In particolare, l’intervento prevede, per il periodo 6/9/2000 – 31/12/2001, l’erogazione a favore dell’allevatore di un aiuto per capo bovino nato posteriormente all’1/3/2000 e allevato nell’azienda del medesimo allevatore. Il ristoro del danno, per ogni giorno di permanenza in azienda, è basato, per singolo capo, sul costo dell’alimentazione sommato al costo della manodopera al netto del ricavo relativo all’incremento ponderale, quantif icabile comunque in 231 euro per capo. Tale intervento, inoltre, appare particolarmente significativo perché è la prima volta che l’UE ha riconosciuto un indennizzo “non legato alla morte dell’animale”.

In questo caso, l’aggravio dei costi per l’alimentazione è stata la conseguenza indiretta di un problema zoosanitario: nella definizione di strumenti di gestione del rischio zoosanitario, occorre tenere presente, quindi non solo i danni diretti ma anche quelli indiretti. Esempi al riguardo, anche se solo sperimentalmente, sono già presenti in altri Paesi quali, ad esempio, la Spagna, di cui si parlerà più avanti21.

2.3. Altri Rischi

Tra gli altri eventi in grado di danneggiare e condizionare più o meno pesantemente l’attività di un’azienda zootecnica, alcuni attengono all’impresa nel suo complesso, come ad esempio gli incendi, che spesso distruggono oltre agli animali e le colture, anche le altre strutture aziendali, altri riguardano, invece, specificamente gli animali allevati. In questa seconda categoria stanno riacquistando, negli ultimi anni, un peso sempre più rilevante i casi di furti del bestiame, fenomeno caratteristico delle società di tipo agricolo-pastorale, ma che non si è ancora riusciti a debellare del tutto in diverse regioni.

21 Si veda il capitolo 5, Lo scenario estero.

Page 38: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

38

L’abigeato è un fenomeno in crescita nelle regioni meridionali e sta causando gravi danni economici alle aziende, con notevoli ricadute in settori come la macellazione ed il commercio degli animali. In base ai dati dell’ISTAT, nel 2000 il numero dei furti è aumentato di un terzo passando ad una media di 311 al mese, contro i 195 medi mensili dell’anno precedente.

L’abigeato è presente soprattutto in Puglia, Basilicata (al confine con la Puglia), Sicilia (in particolare nelle province di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Agrigento) e Sardegna. Non c’è una specie animale più soggetta a questo rischio, anche se alcune specie sono più difficili da sottrarre, come quelle che vivono allo stato brado.

E’ stato osservato che l’aumento del fenomeno dell’abigeato è coinciso con l’esplodere del fenomeno della BSE, causando notevoli rischi per la sicurezza alimentare per via dei mancati controlli sanitari. Ad esempio, in Calabria, da quando è scoppiata l’emergenza legata alla BSE, l’abigeato è aumentato del 9,1%.

In Italia esistono polizze che coprono il rischio di furto a valore intero per il bestiame, per le attrezzature e le macchine. In particolare, per il bestiame bovino ed equino lo scoperto è del 10% con il minimo di 1.500 Euro. Anche per i suini lo scoperto è del 10% ma il minimo in questo caso è pari a 500 Euro.

Page 39: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

39

3. IL QUADRO NORMATIVO COMUNITARIO E NAZIONALE DI RIFERIMENTO

3.1 La normativa in materia di prevenzione e gestione delle epizoozie

A partire dai primi anni ’90, la politica sanitaria dell'Ue nel settore degli animali è diventata sempre più attenta, a seguito della comparsa nel Regno Unito dei primi casi di BSE. Tuttavia è solo dopo la scoperta di un possibile legame tra la BSE e la sua variante umana, la malattia di Creutzfeldt-Jacob (MCJ), che la Commissione europea il 27 marzo 1996 ha vietato l'esportazione dal Regno Unito di bovini, carni bovine e derivati. La lotta contro la BSE e la MCJ ha provocato un'intensa attività da parte delle istituzioni comunitarie e nel 1996 è stata, infatti, istituita presso il Parlamento europeo una Commissione temporanea di inchiesta, che ha iniziato una stretta e costruttiva cooperazione tra il Parlamento stesso e la Commissione.

Nel corso degli anni ‘90 la Commissione europea ha adottato disposizioni di salvaguardia basate su misure di politica sanitaria riguardanti, in particolare, la sanità pubblica e il funzionamento del mercato interno. In particolare il principale atto di riferimento è il Regolamento (CE) n.999/200122 del Parlamento europeo e del

22 Gazzetta ufficiale L 147 del 31/05/2001. Il Regolamento si applica alla produzione, all'immissione sul mercato e in determinati casi all'esportazione degli animali viventi e dei prodotti di origine animale. Tale regolamento è stato successivamente modificato principalmente dai seguenti regolamenti: • Regolamento (CE) n. 1248/2001 della Commissione, del 22 giugno 2001, in

materia di sorveglianza epidemiologica e test per l'individuazione delle encefalopatie spongiformi trasmissibili;

• Regolamento (CE) n. 270/2002 della Commissione, del 14 febbraio 2002 per quanto riguarda i materiali a rischio specifico e la sorveglianza epidemiologica delle encefalopatie spongiformi trasmissibili;

• Regolamento (CE) n. 1494/2002 della Commissione, del 21 agosto 2002, relativamente alla sorveglianza dell'encefalopatia spongiforme bovina, l'eradicazione dell'encefalopatia spongiforme trasmissibile, la rimozione dei materiali a rischio specifico e le norme d'importazione degli animali vivi e dei prodotti di origine animale;

• Regolamento (CE) n. 260/2003 della Commissione, del 12 febbraio 2003 per quanto concerne l'eradicazione delle encefalopatie spongiformi trasmissibili negli

Page 40: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

40

Consiglio, del 22 maggio 2001, che stabilisce norme per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione delle encefalopatie spongiformi trasmissibili. Il Regolamento, inoltre, vieta l'utilizzazione di proteine provenienti da mammiferi nell'alimentazione dei ruminanti e stabilisce le procedure di eliminazione del materiale specifico a rischio (Specific Risk Material, SRM).

Dall’inizio della crisi della BSE sono state previste diverse misure di sostegno alla zootecnia da carne. Il provvedimento di maggiore rilevanza è il Regolamento 2777/2000 che ha istituito un sistema eccezionale di sostegno del mercato delle carni bovine23. E’ in vigore dal 1° gennaio 2001 e prevede l’acquisto da parte dei diversi Stati Membri di bovini di età superiore ai trenta mesi conferiti dal produttore o da un suo rappresentante al fine dell’abbattimento e della distruzione delle carcasse. Gli Stati Membri corrispondono al proprietario del capo una cifra stabilita sulla base dei criteri indicati nel regolamento stesso.

Le misure nazionali, di carattere temporaneo, mirano invece ad indennizzare gli allevatori per lo smaltimento delle carcasse animali degli allevamenti e per il mancato reddito derivato da blocchi o ritardi della macellazione, calo dei consumi di carne, invecchiamento dei capi da macello, ecc.

Per quanto riguarda l’afta epizootica le disposizioni comunitarie

sono contenute nella direttiva 85/511/CEE del Consiglio del 18 novembre 1985, modificata dalla direttiva 90/423/CEE del Consiglio del 26 giugno 1990. Tali disposizioni mirano a eradicare il più

ovini e nei caprini e le regole per il commercio di ovini e caprini vivi e di embrioni bovini.

23 Gli altri Regolamenti sono: • Regolamento 2342/1999/CE del 28 ottobre 1999, recante modalità

d’applicazione dei regimi di premi nel settore delle carni bovine; • Decisione 2000/773/CE del 30 novembre 2000 che fissa, tra l’altro, il livello del

contributo finanziario della Comunità; • Regolamento 2000/2777/CE del 18 dicembre 2000 che istituisce misure

eccezionali di sostegno del mercato delle carni bovine; • Regolamento n.192/01/CE del 30 gennaio 2001, che modifica il Regolamento

n.2342/1999/CE del 28 ottobre 1999, per ovviare alla crisi di mercato causata dalla BSE.

Page 41: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

41

rapidamente possibile la malattia e, nella misura del possibile, a limitarne le conseguenze economiche.

Inoltre, nella direttiva 90/423/CEE su citata, la vaccinazione profilattica contro l’afta epizootica è stata ufficialmente abbandonata a favore di una politica di abbattimento totale e di distruzione degli animali infetti, considerata più efficace ai fini dell’eradicazione della malattia.24

L’adozione di una politica comunitaria uniforme in materia di lotta contro l’afta epizootica ha reso necessario l’elaborazione di una regolamentazione comune anche in materia di scambi e la subordinazione a talune condizioni per le importazioni di animali vivi e di alcuni prodotti di animali provenienti da paesi terzi, che sono stabilite nella direttiva 72/462/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1972.

Dal punto di vista finanziario, nella già citata direttiva 90/423/CEE, viene stabilito un sistema di finanziamento comunitario per compensare le perdite degli animali, le cui modalità e condizioni sono invece stabilite nella decisione 90/424/CEE del Consiglio europeo del 26 giugno 199025. Oltre all’applicazione immediata delle misure richieste, la partecipazione finanziaria dell’Ue è subordinata alla realizzazione effettiva delle azioni programmate e alla comunicazione da parte delle autorità nazionali di tutte le informazioni necessarie entro i termini fissati. L’Ue assicura in questo contesto il rimborso agli stati membri del 60% delle spese sostenute per risarcire i proprietari per l’abbattimento e la distruzione degli animali, nonché la disinfezione degli impianti e delle attrezzature contaminate.26

Questo dispositivo presenta tuttavia alcuni limiti, soprattutto quello di indennizzare solo le perdite dirette subite dagli allevatori. L’indennizzo comunitario, infatti, non copre i danni indiretti degli allevatori legati alle misure adottate nell’ambito della lotta contro l’epizoozia e consistenti, ad esempio, in embarghi o restrizioni alla circolazione degli animali.

24 Nonostante il divieto di vaccinazione, quella d’urgenza rimane autorizzata, ma a determinate condizioni e secondo modalità tecniche rigorose. 25 Art. 3, paragrafi 2-3, e Capitolo 2, articoli 11/15 della Decisione 90/424/CEE del Consiglio europeo del 26 giugno 1990. 26 Art. 11, paragrafo 4 della Decisione 90/424/CEE del Consiglio europeo del 26 giugno 1990.

Page 42: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

42

In Italia, la principale disposizione legislativa che disciplina in modo specifico i fenomeni relativi all’afta epizootica è il D.P.R. n. 229 del 1° marzo 199227, recante il regolamento di attuazione della direttiva 85/511/CEE, che stabilisce misure di lotta contro tale malattia, tenuto conto delle modifiche apportate dalla successiva direttiva 90/423/CEE28.

La normativa dispone che per gli animali infetti o sospetti di infezione o di contaminazione o sani recettivi, sia concessa al proprietario un’indennità pari al 100% del valore di mercato, calcolata sulla base del valore medio degli animali della stessa specie e categoria, secondo i criteri stabiliti dal Ministro della Salute di concerto con il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, sentite le organizzazioni nazionali dei produttori zootecnici e dei veterinari.

27 Questo D.P.R. disciplina il fenomeno nel suo complesso, approfondendo in particolare: • l’obbligo di denuncia del sospetto contagio e dell’accertamento negli animali

dell’esistenza della malattia; • le modalità di accertamento dell’esistenza della malattia; • il provvedimento di sequestro dell’azienda da parte dell’autorità sanitaria; • le procedure per l’abbattimento degli animali; • l’indagine epizootologica intesa ad accertare, tra l’altro, le cause della

contaminazione; • la vigilanza ufficiale di aziende sospette di contagio; • la fissazione delle zone di protezione e di sorveglianza e i rispettivi vincoli di

attività; • gli esami di laboratorio destinati a rivelare la presenza di afta epizootica e il

coordinamento degli standard e dei metodi diagnostici; • divieti in materia di vaccini; • elaborazione del piano di emergenza. 28Ulteriori fondamentali norme in materia sono contenute nelle seguenti disposizioni: • D.P.R. n.320 del 8 febbraio 1954 recante il regolamento di polizia veterinaria; • Legge n.503 del 23 giugno 1970 in materia di ordinamento degli istituti

zooprofilattici sperimentali; • Legge n.218 del 2 giugno 1988 recante misure per la lotta contro l’afta epizootica

ed altre malattie epizootiche degli animali; • D.M. n.298 del 20 luglio 1989 recante il regolamento per la determinazione dei

criteri per il calcolo del valore di mercato degli animali abbattuti in materia di misure per la lotta contro l’afta epizootica ed altre malattie epizootiche degli animali;

• D.Lgs. n.119 del 27 gennaio 1992 recante l’attuazione delle direttive n. 81/851/CEE, n. 81/852/CEE, n. 87/20/CEE e n. 90/676/CEE relative ai medicinali veterinari.

Page 43: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

43

Inoltre, nel caso in cui dopo l’avvenuto abbattimento dei capi, l’autorità sanitaria competente disponga la distruzione di attrezzature fisse o mobili e/o, in quanto non adeguatamente disinfettabili, di mangimi, di prodotti agricoli e di prodotti zootecnici contaminati, al proprietario è concessa un’indennità pari all’80% del valore attribuito in sede di stesura del verbale di distruzione. Qualora sia consentita l’utilizzazione delle carni degli animali di cui è stato disposto l’abbattimento, dall’indennità prevista viene detratto l’importo ricavato dai proprietari degli animali a seguito dell’utilizzazione delle carni.29

In particolare, il valore di mercato menzionato in precedenza, riferito alla data di ordinanza di abbattimento, è ricavato dalla media dei prezzi, per ciascuna specie e categoria, rilevati su tutte le piazze riportate nell’ultimo listino settimanale pubblicato dell’ISMEA. L’individuazione, per specie e categoria, degli animali da risarcire deve essere preventivamente effettuata dal veterinario pubblico ufficiale, eventualmente assistito, a seconda dei casi, da un rappresentante delle associazioni provinciali degli allevatori o da un funzionario tecnico dell’assessorato regionale all’agricoltura. In assenza dei rilevamenti ISMEA, il valore di mercato degli animali abbattuti viene ricavato dal valore medio dei prezzi indicati per la stessa specie e categoria nei bollettini settimanali dei prezzi pubblicati anteriormente alla data dell’ordinanza di abbattimento dalle camere di commercio. Infine, per le categorie di animali che non risultano nei suddetti bollettini o in mancanza di bollettini camerali, il valore di mercato è stabilito da un’apposita commissione nominata dalla regione competente per territorio30.

Riguardo le epizoozie di peste suina, il provvedimento

comunitario fondamentale è costituito dalla Direttiva 2001/89/CE del Consiglio del 23 ottobre 2001 recante nuove misure comunitarie di lotta contro la peste suina classica.

29 Legge n. 218 del 2 giugno 1988. 30 Le indennità sono liquidate a favore degli aventi diritto dalla regione competente per territorio, a condizione che sia trasmessa alla regione la documentazione richiesta, stabilita nel D.M. n. 298 del 20 luglio 1989, D.M. n. 587, del 19 agosto 1996.

Page 44: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

44

Tale direttiva, oltre a definire obiettivi e funzioni fondamentali, disciplina tutte le molteplici attività che si rendono necessarie per la lotta contro la peste suina classica, dalla notifica della malattia fino alle misure di vaccinazione e i piani di emergenza.

Alla precedente direttiva è seguita, al fine di definire in modo approfondito gli elementi in esame e specificare meglio le concrete attività di lotta, la Decisione della Commissione del 1° febbraio 2002 recante approvazione di un manuale che stabilisce procedure diagnostiche, metodi per il prelievo di campioni e criteri per la valutazione degli esami di laboratorio per la conferma della peste suina classica.

In Italia, il regolamento per la profilassi della peste suina classica è contenuto nel DM del Ministero della Sanità del 18 ottobre 1991, n. 427 (modificato dal DPR 363 del 17 maggio 1996). Tale regolamento definisce gli elementi e le funzioni in merito, in particolare dell’autorità sanitaria competente, oltre che le specifiche procedure in caso di sospetto e/o accertamento della malattia 31.

Il DPR del 17 maggio 1996, n. 363 contiene il regolamento recante norme per l'attuazione di misure di lotta contro la peste suina classica.

Dal punto di vista legislativo l’influenza aviaria ad alta patogenicità viene disciplinata a livello comunitario dalla Direttiva 92/40/CEE del Consiglio del 19 maggio 1992 che definisce le misure comunitarie di controllo e lotta da applicare in caso di comparsa dell'influenza aviaria, principalmente per gli allevamenti di volatili da cortile.

Le condizioni di partecipazione finanziaria della Comunità alle azioni connesse all’attuazione della presente Direttiva sono invece definite nella Decisione 90/424/CEE.

In Italia, la Direttiva 92/40/CEE è stata recepita con il D.P.R.

656/96, del 15 novembre 1996 che istituisce modalità di prevenzione e lotta contro l’influenza aviaria. Tale decreto considera i diversi aspetti

31Il DM del Ministero della Sanità del 12 agosto 1995 riconosce l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, quale centro di referenza nazionale per lo studio e la diagnosi delle pesti suine.

Page 45: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

45

peculiari del fenomeno, definendo gli elementi di interesse, introducendo vincoli e disciplinando le rispettive procedure.

In conseguenza della grave epidemia di influenza aviaria subita dal settore avicolo italiano durante il biennio 1999/2000 si è ritenuto necessario integrare le disposizioni vigenti con nuove misure di lotta ed è quindi stato emanato il DM del 28 settembre 2000, recante misure integrative di lotta contro l’ influenza aviaria. Tale provvedimento, sostanzialmente, introduce nuove modalità di fronteggiamento dell’epidemia, quali l’abbattimento dei volatili degli allevamenti sospetti di infezione e di contaminazione, oltre che, in aree territoriali definite, degli animali sani ricettivi, al fine di ottenere una rarefazione delle specie sensibili presenti in aree a rischio per l’elevata densità di volatili allevati. Inoltre, ai proprietari degli animali abbattuti in base a tali nuove disposizioni spettano gli indennizzi previsti dalla Legge n. 218 del 2 giugno 1988.

3.1. La normativa sulle assicurazioni agevolate per la zootecnia

3.1.1 Normativa europea

L’articolo 87, paragrafo 2, lettera b) del Trattato sancisce la compatibilità con il mercato comune degli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali o da altri eventi eccezionali. La Commissione però, sulla base dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera c) del Trattato, ha accettato l’inserimento di altri due tipi di aiuti in questa categoria, e in particolare:

• aiuti volti a promuovere l’adozione di misure preventive contro l’insorgenza di epizoozie e fitopatie, tra cui il compenso per danni arrecati da determinate malattie;

• aiuti volti a incentivare la stipula di contratti assicurativi contro i rischi di perdita della produzione agricola o dei mezzi di produzione.

Page 46: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

46

Rischi assicurabili in modo agevolato e livello ammissibile del contributo pubblico

Gli Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo (2000/C 28/02) prevedono l’ammissibilità, qualora l’assicurazione copra perdite dovute a epizoozie, di un contributo pubblico fino al 50% del costo del premio (paragrafo 11.5). Il contributo è elevabile fino all’’80% solo in riferimento a calamità naturali o eventi eccezionali, come nel caso dell’estesa diffusione di una malattia animale completamente nuova.

Altre misure di aiuto concernenti l’assicurazione devono essere esaminate dalla Commissione caso per caso. Infatti, di norma, per un agricoltore la perdita di alcuni capi di bestiame a causa di una malattia non costituisce una calamità naturale o un evento eccezionale ai sensi del trattato. In tali casi gli indennizzi per le perdite subite e gli aiuti per prevenire perdite future possono essere soltanto autorizzati dalla Commissione a norma dell’articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato, il quale sancisce che gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività possono essere considerati compatibili con il mercato comune, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse.

Relazione con gli aiuti pubblici diretti ex-post

Gli Orientamenti comunitari non stabiliscono esplicitamente relazioni vincolanti (integrazione/alternanza) tra i due tipi di intervento, ma contengono solo un riferimento all’alternativa istituita in alcuni Stati membri tra pagamento ex-post e aiuti intesi ad incoraggiare gli agricoltori ad ottenere coperture assicurative.

3.1.2 Normativa nazionale

In Italia i principali interventi pubblici previsti dalla normativa per favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese zootecniche colpite da epizoozie sono i seguenti: • Indennità dirette (Legge n. 218 del 2 giugno 1988, DM n.298 del

20 luglio 1989 e successive modifiche);

Page 47: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

47

• Sostegno dei redditi (Art.6 della legge 14 febbraio 1992, DM del 18 marzo 1993);

• Contributo assicurativo (Art.9 della legge 14 febbraio 1992, DM del 18 marzo 1993).In particolare, la disciplina attuale prevede

che il contributo pubblico sui premi dei contratti assicurativi a copertura dei danni causati da epizoozie possa arrivare fino al 50% della spesa effettivamente sostenuta, limitando tali agevolazioni alle seguenti epizoozie:

• afta epizootica;

• peste suina classica;

• peste suina africana;

• vescicolare;

• pleuropolmonite.

Non sono previste esplicitamente relazioni vincolanti (integrazione/alternanza) tra i diversi tipi di intervento.

3.1.3 Normativa regionale

Una delle esperienze regionali più interessanti finalizzata alla copertura agevolata di diverse tipologie di rischio e al miglioramento del bestiame è quella del Piemonte.

In questa regione, è prevista l’erogazione di contributi regionali per le spese di copertura assicurativa dell’alpeggio pari al 50% del premio. I beneficiari di tali contributi sono le Associazioni Allevatori e Associazioni Produttori del settore latte o carne che stipulano in modo collettivo anche per i non soci contratti con società assicuratrici alle migliori condizioni di mercato. In particolare, tale agevolazione assicurativa è disciplinata da: • la LR 12 ottobre 1978, n.63, ed in particolare l’art.17 lettera c), il

quale prevede la possibilità di concedere, ai fini del miglioramento del bestiame e dell’utilizzazione dei pascoli montani, contributi per l’alpeggio del bestiame;

• la DGR n.107-28260 del 26 aprile 1989, la quale, nel modificare ed integrare le istruzioni per l’applicazione dell’art.17, lettera c),

Page 48: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

48

della LR 63/78, relativo al premio alpeggio, ha previsto la possibilità di concedere contributi per l’assicurazione dei capi alpeggiati e ha esteso tale contributo assicurativo, oltre che ai bovini, anche agli equini, ovini e caprini;

• le DGR n.43-2977 del 14 maggio 2001 e DGR n.33-7142 del 23 settembre 2002 che dispongono un intervento contributivo per il pagamento del premio assicurativo del bestiame portato in alpeggio nella misura massima del 50%;

Sia nel 2001 che nel 2002, l’ammontare totale del contributo pubblico è stato pari a circa 26.000 Euro, con una copertura estesa, oltre che ai capi bovini, anche agli equini, ovini e caprini.

Inoltre, la proposta di legge regionale n. 292 del Consiglio regionale del Piemonte contiene misure per il sostegno alla zootecnia e, in particolare, promuove un contributo pubblico regionale del 50% sul pagamento del premio assicurativo per la copertura dei danni derivanti da epizoozie.

La proposta individua nei consorzi di difesa il soggetto a cui affidare gli adempimenti connessi con la stipulazione dei contratti assicurativi e, a tale proposito, fa diretto riferimento alla legge n. 185 del 14 febbraio 1992.

Inizialmente viene proposto di intervenire sugli allevamenti di bovini, equini, ovini e caprini e solo successivamente, se l’iniziativa avrà successo, si prevede di estendere il contributo anche agli altri settori.

Page 49: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

49

4. LO SCENARIO ITALIANO

4.1. La produzione

Come già evidenziato nei paragrafi precedenti, il settore della zootecnia da carne negli ultimi anni ha risentito notevolmente delle “emergenze sanitarie” che hanno condizionato il mercato sia dal punto di vista dell’offerta che della domanda, modificando i risultati economici degli operatori del settore.

Ciononostante, il settore zootecnico attiva una produzione per un valore complessivo di circa 14.500 milioni di euro, che corrisponde al 32% del valore della produzione complessiva dell’agricoltura (Tabella 7). Il 63% della produzione zootecnica deriva dalle carni, mentre il latte costituisce il 27% del settore. In particolare, la produzione della carne rappresenta una tra le principali filiere a contribuire maggiormente alla formazione del valore della produzione agricola.

Tabella 7 - Incidenza percentuale delle produzioni zootecniche (dati medi 2000-2002)

Produzioni Totale agricoltura Totale zootecnia Carni bovine e bufaline 7,7 24,3 Carni suinicola 5,4 16,9 Carni avicole 4,4 13,7 Altre carni 2,6 8,2 Totale carne 20,1 63,2 Latte vaccino e bufalino 8,6 26,9 Latte ovicaprino 1,1 3,3 Uova 2,0 6,3 Altre produzioni zootecniche 0,1 0,2Totale zootecnia 31,8 100,0

% su

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Le principali regioni ad orientamento zootecnico sono la Valle d’Aosta e la Lombardia , dove il peso della zootecnia è di gran lunga superiore anche a quello che si registra mediamente nelle altre regioni di Italia, arrivando a valori del 70 e 60% rispettivamente; il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna e la Sardegna dove l’incidenza della zootecnia è circa il 40% sul complesso dell’agricoltura.

Page 50: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

50

Nello specifico dei due principali comparti zootecnici (carne e latte), emerge che la produzione di carne è concentrata per circa 2/3 in Italia settentrionale, con prevalenza delle carni bovine e suine nell’Italia nordoccidentale, e delle carni avicole nell’Italia nordorientale. Le carni ovicaprine sono prevalentemente prodotte nell’Italia meridionale. Anche la produzione di latte si concentra per oltre il 75% nell’Italia settentrionale , con una certa prevalenza nell’Italia nordoccidentale.

In particolare, nelle regioni nel Nord Italia si concentrano le consistenze di bestiame bovino e suino, sia da allevamento che da macello, mentre le regioni del Centro Sud si caratterizzano per la maggior presenza di allevamenti ovicaprini.

Le regioni del Centro-Nord evidenziano, però, una maggiore propensione all’attività da ingrasso, che determina la conseguente richiesta “strutturale” di animali da allevamento, soddisfatta attraverso le importazioni da paesi comunitari (Francia e, in misura minore, Germania e Austria) e terzi (Polonia ed altri paesi dell’Europa dell’Est) e, in parte, anche attraverso l’invio di animali provenienti dalle regioni del Centro-Sud Italia (confronta § 2.1.1.).

Figura 10 - Incidenza percentuale delle produzioni zootecniche sul totale agricoltura per regione (dati medi 2000-2002)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Pi

VdA Lo

TA

A Ve

FVG Li

ERo

To

Um Ma La

Ab

Mo Ca

Pu

Ba

Ca Si

Sa

Italia

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Page 51: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

51

Le aziende agricole 32 con allevamenti di bestiame sono 675.835, delle quali 172.000 con 6 milioni di bovini, 196.000 con 8,6 milioni di suini, 97.000 con 6,8 milioni di ovini e 49.000 con 900.000 capi di caprini. Per gli avicoli circa 521.000 aziende allevano 171 milioni di avicoli, di cui 50 milioni di galline ovaiole e 74 milioni di polli da carne.

Nel corso degli anni ‘9033, le aziende zootecniche hanno subito un notevole processo di concentrazione, attraverso la riduzione in numero e il contemporaneo aumento della consistenza dei capi per azienda (Tabella 8). Infatti, tra il 1990 e il 2000, il numero totale delle aziende zootecniche è complessivamente diminuito del 35,2% con valori più elevati nelle regioni settentrionali ed in particolare in Piemonte e Lombardia.

Le flessioni più marcate sono state registrate per le aziende suinicole, delle regioni del Centro-Nord, diminuite tra il 51% e il 56%, mentre per quelle del Sud la contrazione è risultata più attenuata.

Anche gli allevamenti bovini ed ovini sono stati caratterizzati da diminuzioni nel numero delle aziende, anche se in modo meno accentuato: tra il 45 e il 48% per i bovini e 41% per gli ovini.

32 Dati del censimento ISTAT 2000. 33 Analisi e considerazioni sulle trasformazioni della zootecnia italiana nel corso degli anni Novanta sono contenute in Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (2000), “La zootecnia bovina italiana: gli scenari post 2000”, Atti del Convegno nazionale, MIPAF, giugno 2000, Cremona.

Page 52: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

52

Tabella 8 - Evoluzione delle aziende zootecniche Totaleaziende Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi Aziende Capi

Numero

Nordovest 92.568 41.509 2.480.904 11.520 4.766.853 6.630 199.945 8.540 108.177 58.618 41.544.111

Nordest 166.035 48.513 1.843.194 24.175 2.468.458 5.679 177.042 6.831 50.435 136.101 87.020.842

Centro 183.531 24.699 483.788 46.834 659.089 25.340 1.503.766 7.444 69.238 160.074 22.670.325

Sud e Isole 233.701 57.273 1.241.366 112.976 751.259 59.369 4.929.636 25.796 695.905 166.746 20.108.046

Totale 675.835 171.994 6.049.252 195.505 8.645.659 97.018 6.810.389 48.611 923.755 521.539 171.343.324Var. % 2000/1990

Nordovest -52,4 -45,5 -17,5 -55,4 31,0 -45,5 -9,7 -46,4 -8,3 -45,6 -4,7

Nordest -35,5 -46,3 -22,9 -51,7 -9,2 -19,2 -3,5 -26,2 -4,5 -46,3 3,7

Centro -28,0 -48,4 -30,1 -51,1 -38,7 -42,2 -26,1 -47 -36 -48,4 -10,0

Sud e Isole -30,4 -44,9 -21,6 -39,2 -22,7 -40,7 -21,8 -50,4 -29 -44,9 -2,6

Totale -35,2 -46,0 -21,2 -45,3 2,5 -40,6 -22,1 -46,8 -26,7 -46,0 -1,2

Bovini Suini Ovini Caprini Avicoli

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Censimenti 1990 e 2000

Page 53: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

53

Figura 11 - Distribuzione percentuale delle aziende zootecniche per tipo di allevamento e per area geografica

0

10

20

30

40

50

60

70

Bovini Suini Ovini Caprini Avicoli

%

Nordovest Nordest Centro Sud e Isole

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Figura 12 - Distribuzione percentuale dei capi di bestiame per area geografica

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Bovini Suini Ovini Caprini Avicoli

%

Nordovest Nordest Centro Sud e Isole

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Page 54: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

54

Anche il numero di capi è diminuito nel corso degli anni ’90 (Tabella 9) ma a tassi inferiori rispetto a quelli evidenziati dalle aziende, per cui si è avuto un aumento della dimensione aziendale: il numero di capi per azienda è infatti passato da 25 a 32 per i bovini, è raddoppiato per i bufalini (da 40 a 80), da 23 a 44 per i suini, da 54 a 70 per gli ovini, da 14 a 19 per i caprini e da 210 a 325 per gli avicoli.

Tabella 9 - Evoluzione della dimensione media aziendale per tipologia di bestiame Anno Bovini Bufalini Suini Ovini Caprini Equini Avicoli2000 35,2 81,0 44,1 70,2 19,0 3,8 328,51990 24,1 40,1 23,5 53,6 13,8 3,1 209,8 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Censimenti 1990 e 2000

Tali dati, comunque, mostrano come le dimensioni delle aziende

italiane siano ancora molto più contenute rispetto a quelle dei principali produttori europei (Francia, Germania e Regno Unito) e, comunque, più basse rispetto alla media Ue. Infatti, la struttura produttiva del settore zootecnico italiano, più simile a quella degli altri Paesi mediterranei dell’Ue (Spagna e Grecia), è caratterizzata da aziende di piccole dimensioni - presenti prevalentemente in collina e in montagna - e da aziende di medie e grandi dimensioni - presenti soprattutto nelle pianure e nel settentrione-.

Per quanto riguarda il settore lattiero caseario, è stato interessato maggiormente rispetto al settore della carne, dal processo di concentrazione precedentemente accennato: si è verificata, infatti, nel periodo 1990-2000 la chiusura di un numero elevato di aziende e il trasferimento della produzione verso realtà operative sempre più grandi ed efficienti. Le aziende attive durante la campagna 2000/01 sono state circa 67.700, mentre cinque anni prima erano 30.000 in più, e dieci anni prima (1991) erano operanti 143.000 aziende.34 Negli ultimi dieci anni il tasso medio di riduzione annua è stato dell’8%, con una tendenza crescente della diminuzione. L’effetto immediato di tale andamento è stata la crescita della produzione media di latte per stalla, passata dalle 60 tonnellate del 1988/89 alle 157,8 tonnellate del

34 Dati Agea.

Page 55: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

55

2000/01, con un tasso medio di variazione annua per stalla superiore all’8%.

Anche il patrimonio di vacche da latte si è ridotto di un terzo nell’ultimo quarantennio, attestandosi a poco più di 2 milioni di capi. La riduzione numerica è stata più che compensata dall’evoluzione produttiva determinata dal miglioramento genetico in virtù di una efficace azione selettiva realizzata dalle Associazioni di razza. A questa evoluzione genetica è corrisposto anche un correlato miglioramento zootecnico che si è potuto esplicare soprattutto nelle imprese di adeguate dimensioni.

4.2 L’offerta assicurativa in Italia

L’offerta assicurativa italiana nell’ambito della zootecnia è poco sviluppata e non esiste nessun tipo di assicurazione agevolata, anche se prevista dalla legge.

Secondo i dati riportati nella Tabella 10, nel 2003, sono stati assicurati 280 mila capi di bestiame, per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro. I bovini costituiscono l’83% dei capi assicurati. Le polizze sottoscritte appartengono nella maggior parte dei casi alla tipologia “rischi sanitari” (60% del numero totale di capi assicurati), seguita dai “danni indiretti” (17% del numero totale di capi assicurati), “tutti rischi” (14% del numero totale di capi assicurati) e “alpeggio” (9% del numero totale di capi assicurati).

Nell’ambito del comparto bovino, le aziende con allevamenti di bovini da latte sono quelli che utilizzano di più gli strumenti assicurativi (77% del numero totale di capi bovini assicurati), mentre la polizza maggiormente sottoscritta è quella contro i “rischi sanitari” (72% del numero totale di capi bovini assicurati).

Page 56: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

56

Tabella 10 – Distribuzione percentuale dei capi assicurati per comparto e tipologia di polizza

Bovini SuiniCapi assicurati 83 17di cui, per il comparto bovino Bovini da latte/bufale 81 Bovini da carne 2 Misti 18Tipologie di polizzaTutti rischi 18 0Rischi sanitari 72 0Alpeggio 10 0Danni indiretti 0 100

% sui capi assicurati

Fonte: Ania

4.2.1. Caratteristiche delle polizze offerte sul mercato

Il mercato privato delle assicurazioni risarcisce gli allevatori delle perdite subite a seguito di determinati eventi assicurati e offre essenzialmente 4 garanzie: mortalità, invalidità permanente, aborto e mancato reddito a seguito di fermo stalla.

Per i danni diretti al bestiame, il valore assicurato per capo è determinato sulla base dei prezzi medi nazionali degli animali abbattuti ai sensi della legge n. 218 del 02/06/1988, mentre per danni indiretti (mancato reddito) il valore assicurato viene determinato applicando delle percentuali calcolate sul valore complessivo, che variano in funzione dell’evento che ha determinato il mancato reddito e delle caratteristiche del bestiame assicurato.

Tali modalità non soddisfano gli allevatori, soprattutto coloro i cui capi sono iscritti nel Libro genealogico della razza che, consci del maggiore valore del proprio bestiame, hanno la necessità che il valore assicurato sia valutato in base al valore genetico dell’animale. Il valore genetico è pari, infatti, alla differenza tra il valore effettivo del bestiame assicurato e il prezzo medio rilevato dall’ISMEA. Tale situazione, oltre alla mancanza dell’intervento dello Stato, contribuisce alla bassa diffusione delle polizze assicurative

Page 57: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

57

nell’ambito zootecnico che è ancora più limitata rispetto a quelle delle coltivazioni.

Le principali polizze assicurative presenti sul mercato nazionale sono le seguenti.

Mortalità

L’assicurazione copre la perdita derivante dalla morte degli animali assicurati a seguito dei seguenti eventi:

• Infortunio, subito dai capi con oltre 6 mesi di età, ad eccezione del nascituro della fattrice assicurata, in garanzia dal momento della nascita fino alle ore 24 del 20° giorno successivo;

• Malattie comuni relative agli apparati digerente, respiratorio, circolatorio e riproduttivo, sofferte dai capi con oltre sei mesi d’età;

• Abbattimento forzoso. La garanzia è operante per gli allevamenti sottoposti a prove sanitarie da parte del Servizio Veterinario dell‘Azienda Sanitaria Locale competente per territorio, effettuate nei 30 giorni antecedenti la data di sottoscrizione del contratto ed esclusivamente per le malattie il cui controllo diagnostico ha dato esito negativo;

• Abbattimento di necessità, richiesto dall’Assicurato alla Società sulla base della relazione o altra certificazione del Veterinario;

• Intervento chirurgico, reso necessario da evento insorto in corso di contratto e indennizzabile a termini di polizza e richiesto dall’Assicurato alla Società sulla base della relazione o altra certificazione del Veterinario;

• Morso di animali ve lenosi, assalto di cani randagi;

• Ingestione di corpi estranei.

Invalidità permanente

La garanzia copre il rischio legato ad eventi che hanno come conseguenza l’invalidità permanente dell’animale. Può accadere che la garanzia sia limitata solo all’invalidità permanente di determinate parti

Page 58: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

58

o apparati dell’animale. Nel nostro paese la garanzia viene prestata prevalentemente per quegli eventi che provocano l’invalidità permanente dell’apparato mammario, dell’apparato locomotore e dell’apparato riproduttivo.

Aborto

La garanzia copre il rischio di perdite relative all’interruzione di gravidanza non dovuta a malattia infettiva o a morte del nascituro durante il parto.

L’ammontare dell’indennizzo viene determinato applicando alla somma assicurata per la fattrice, una percentuale in base allo stato di avanzamento della gravidanza.

Mancato reddito

La garanzia copre il rischio costituito dal reddito non percepito dall’allevatore a seguito di fermo stalla, dovuto all’insorgenza di malattie epizootiche. La garanzia opera solo nel caso in cui un ordinanza sanitaria imponga:

• l’abbattimento forzoso dei capi assicurati; • il divieto totale di commercializzazione dei prodotti

dell’allevamento; • il divieto parziale di commercializzazione dei prodotti

dell’allevamento. Il mancato reddito causato da fermo stalla è determinato

convenzionalmente applicando alla somma assicurata complessiva, delle percentuali distinte per allevamento, per tipo di ordinanza dell’Autorità Sanitaria e in relazione all’età dell’animale.

L’ammontare dell’indennizzo viene determinato in funzione delle fasi vitali dei capi al momento del sinistro.

Page 59: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

59

5. LO SCENARIO ESTERO

5.1. La produzione

Prima di analizzare i sistemi assicurativi nei principali paesi europei ed extraeuropei, è opportuno esaminare brevemente il “peso” e il ruolo che le attività zootecniche ricoprono nell’ambito dei sistemi produttivi agricoli di questi paesi, al fine di verificare l’eventuale esistenza di una relazione tra livelli produttivi e diffusione di strumenti assicurativi per il settore zootecnico.

Il settore della zootecnia è caratterizzato da un elevato livello di concentrazione sia a livello mondiale che comunitario. A livello mondiale, oltre il 60% delle produzioni si concentrano in pochi paesi, tra i quali emergono gli Stati Uniti, la Cina, il Brasile e i paesi dell’area Ue 35, dove la produzione proviene per circa i 2/3 da soli 5 Paesi: Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Spagna.

Nello specifico dei diversi comparti, si osserva che la Francia si contraddistingue per la rilevanza, assoluta e relativa, degli allevamenti bovini ed avicoli (Figura 14 e Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Figura 17); la Germania ed il Regno Unito registrano il maggior valore, rispettivamente, per il comparto suino (Figura 15) ed ovino-caprino (Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Figura 16).

L’Italia e la Spagna appaiono invece in posizioni più arretrate, soprattutto in termini di incidenza del comparto zootecnico rispetto all’intera agricoltura (Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Tabella 11).

L’Italia, in particolare, rappresenta il 16% della produzione e il 9% della popolazione bovina, il 9% della produzione e il 7% della popolazione suina, il 6% della produzione e 12% della consistenza ovicaprina.

35 Fonte Fao.

Page 60: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

60

In termini evolutivi (Figura 13), negli ultimi anni si osserva una complessiva stabilità dell’offerta di carne, risultato di dinamiche contrapposte: il lieve incremento di alcuni comparti (avicunicolo e suino) ha infatti compensato il calo in altri (bovino ed ovicaprino).

Questo appare riconducibile al minore sostegno accordato ad alcune produzioni, ai più stringenti vincoli ambientali ed alle continue emergenze sanitarie che hanno svantaggiato alcune carni, favorendo i succedanei più prossimi.

Figura 13 – Evoluzione delle principali produzioni zootecniche a livello Ue

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

80.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002

Mili

oni d

i eur

o

Bovini Suini Ovi-caprini Avicoli Totale carni

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Page 61: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

61

Figura 14 – Valore della produzione bovina nei principali Paesi dell’Ue

01.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002

Mili

oni d

i Eur

o

Italia Spagna Francia Germania Regno Unito

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Figura 15 - Valore della produzione suina nei principali Paesi dell’Ue

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

1997 1998 1999 2000 2001 2002

Mili

oni d

i Eur

o

Italia Spagna Francia Germania Regno Unito

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Page 62: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

62

Figura 16 – Valore della produzione ovicaprina nei principali Paesi dell’Ue

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

1997 1998 1999 2000 2001 2002

Mili

oni d

i Eur

o

Italia Spagna Francia Germania Regno Unito

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Figura 17 – Valore della produzione avicola nei principali Paesi dell’Ue

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

1997 1998 1999 2000 2001 2002

Mili

oni d

i Eur

o

Italia Spagna Francia Germania Regno Unito

Fonte: elaborazioni su dati Eurostat

Page 63: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

63

Tabella 11 – Incidenza % della zootecnia sul settore agricolo nel complesso per alcuni paesi dell’Ue Anni 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Italia 32,6 31,6 31,3 32,8 33,8 32,9Spagna 36,3 34,5 34,2 35,0 38,0 35,6Francia 38,6 37,2 36,7 38,3 38,9 38,1Germania 45,9 44,3 44,5 46,8 48,2 46,9Regno Unito 59,7 56,6 55,0 57,0 57,0 57,3

Fonte: dati Eurostat

Anche se, a livello nazionale, i paesi che presentano le condizioni più favorevoli per l’introduzione e la diffusione di strumenti assicurativi per la zootecnia sono quelli Nordeuropei, le specifiche esperienze mostrano una realtà più variegata, in cui il mercato è solo uno dei fattori influenti. A questo, infatti, come si vedrà nel seguente paragrafo, si devono sommare altre determinanti, quali, ad esempio, l’importanza a livello locale della zootecnia, l’entità e l’efficienza degli interventi pubblici compensativi in caso di abbattimento forzoso e l’eventuale presenza di sussidi pubblici per le polizze.

5.2. Il sistema assicurativo in Spagna

1. Introduzione

Tra i diversi sistemi assicurativi agricoli presenti in Europa, quello spagnolo si caratterizza, tra l’altro, per l’ampia varietà di tipologie di polizze agevolate offerte e la notevole partecipazione degli agricoltori. Tali peculiarità riguardano sempre più anche la copertura assicurativa per il settore zootecnico nei suoi diversi comparti.

L’esperienza spagnola può, peraltro, essere un utile punto di riferimento anche per le implicazioni di ordine legislativo della regolamentazione UE in materia di zootecnia, soprattutto in seguito alle “emergenze sanitarie” degli ultimi anni, diventate sempre più incisive e vincolanti.

Infine, rispetto ad altre esperienze avanzate, come ad esempio il sistema assicurativo operante in Nord America, la Spagna presenta caratteristiche più vicine a quelle italiane .

Page 64: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

64

2. Evoluzione e quadro generale

In Spagna, le problematiche relative alla gestione del rischio in agricoltura sono state affrontate dal 1917, anno della Conferenza governativa sulla gestione dei rischi dell’agr icoltura e degli allevamenti. Nel corso del tempo e, principalmente, a seguito dello sviluppo del sistema assicurativo istituito in base alla Legge 87/1978 e del rispettivo regolamento applicativo, la rilevanza dei fondi mutualistici locali è diminuita notevolmente sia in termini quantitativi, che in termini di numero di soci per singolo fondo e varietà di produzioni protette a favore di una maggiore varietà e diffusione degli strumenti assicurativi.

Questi ultimi, infatti, sono aumentati significativamente in termini di valore assicurato, soprattutto durante l’ultimo decennio. Quelle presenti attualmente sul mercato prevedono coperture assicurative in comparti diversi (bovino, ovino, caprino, equino, avicolo) attraverso varie forme di garanzia (morte, malattia, spese di raccolta e distruzione del materiale specifico a rischio, incremento dei costi di alimentazione degli animali, ecc.) e sono, nella maggior parte dei casi, diffuse a livello nazionale.

Tra le ragioni di tale sviluppo rientra anche l’organizzazione dell’impianto istituzionale su cui si regge il sistema spagnolo delle assicurazioni agricole. Infatti, esiste un articolato intreccio di operatori pubblici e privati finalizzato alla predisposizione e amministrazione dei meccanismi assicurativi che sono:

• l’ENESA (Entidad de Seguros agrarios), ente autonomo di Stato per le assicurazioni agricole che fa riferimento al Ministero dell’Agricoltura, che coordina l’intero sistema, soprattutto mediante l’elaborazione annuale del Piano Assicurativo Agricolo, che regolamenta l’ammissibilità al contributo pubblico e la sovvenzione dei premi;

• AGROSEGURO (Agrupacion Espanola de Entidades Aseguradoras de los Seguros Agrarios), un pool di compagnie di assicurazione private, che elabora le condizioni e le tariffe da applicare, controlla la contrattazione e cura la gestione assicurativa;

Page 65: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

65

• il CCS (Consorcio de Compensacion de Seguros), una società statale con personalità giuridica propria, fornisce la riassicurazione alle imprese assicurative private.

2.1 Dinamica assicurativa complessiva e modalità di intervento pubblico

Analizzando i dati del settore nel periodo 1998-2001 riportati nella Tabella 12, emerge che nella zootecnia il valore assicurato è cresciuto mediamente del 50% all’anno, a fronte di un incremento della produzione animale di poco superiore al 6%, determinando così un aumento dell’incidenza del valore della produzione assicurata sul totale della produzione animale dal 4 al 10% nel periodo considerato. Il valore della produzione assicurata più alto è stato raggiunto nel 2001 (1.389 milioni di euro).

A tale andamento si è accompagnato un trend analogo dei premi assicurativi raccolti e dei risarcimenti pagati.

Tabella 12 - Dinamica assicurativa del settore zootecnico e contributo pubblico (dati in milioni di euro) Anni 1998 1999 2000 2001Valore assicurato 419 489 694 1.389Premio assicurativo 28 32 42 59Risarcimento 23 28 37 48Contributo pubblico sul premio 12 13 18 25Valore della produzione animale 11.526 11.334 12.144 13.838Valore assicurato/ Valore della produzione animale (%) 4% 4% 6% 10%Premio assicurativo/ Valore assicurato (%) 7% 7% 6% 4%Contributo pubblico sul premio/ Premio assicurativo 43% 41% 43% 42% Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion, Eurostat

Page 66: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

66

Figura 18 – Evoluzione del mercato assicurativo spagnolo

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

Valore assicurato Premio assicurativo Risarcimento

1998 1999 2000 2001

Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

Figura 19 - Rapporto tra valore della produzione zootecnica e valore assicurato

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

1998 1999 2000 2001

Mili

oni d

i eur

o

Valore assicurato Valore della produzione animale

Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion e Agroseguro

Page 67: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

67

I motivi di questo andamento crescente sono diversi, ma vanno ricondotti innanzitutto al notevole livello di contributo pubblico sui premi assicurativi (Figura 20), che mediamente non è sceso mai al di sotto del 40% e che, in valore assoluto, nel corso di quattro anni è più che raddoppiato, passando dai 12 milioni di euro del 1998 ai 25 milioni di euro del 2001.

L’incremento dei premi raccolti è, invece, dovuto soprattutto all’introduzione e alla veloce diffusione di nuove tipologie di polizze assicurative agevolate a cui ha corrisposto una diminuzione progressiva della tariffa assicurativa media, che nel complesso è passata dal 7 al 4%, anche se in tale ambito si registrano notevoli differenze a seconda dello specifico contratto.

Figura 20 - Evoluzione del livello di contributo pubblico sul premio assicurativo

0

10

20

30

40

50

60

1998 1999 2000 2001

Mili

oni d

i eur

o

Premio assicurativo Contributo pubblico sul premio

Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

2.2 Modalità di funzionamento del Piano assicurativo agricolo annuale

I livelli di contributo pubblico, riportati nella Tabella 13, vengono fissati annualmente nell’ambito del Piano assicurativo agricolo, e variano in base a diversi elementi, soprattutto in relazione al comparto, alla garanzia, all’appartenenza dell’allevatore a determinate

Page 68: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

68

categorie professionali, alla forma contrattuale (colle ttiva/singola), all’eventuale rinnovo di una polizza già sottoscritta (Tabella 14).

Nel Piano assicurativo agricolo del 2002 erano previste le seguenti tipologie di polizze, i cui livello di contributo pubblico sono riportati nelle tabelle successive:

• Assicurazione per allevamenti di bovini da riproduzione;

• Assicurazione per allevamenti di bovini da ingrasso;

• Assicurazione EEB;

• Assicurazione MER;

• Assicurazione per allevamenti di bovini selezionati;

• Assicurazione per allevamenti di ovini e caprini;

• Assicurazione per allevamenti di equini;

• Assicurazione contro l'incremento dei costi di alimentazione.

Tabella 13 - Livelli di contributo pubblico per polizze sul bestiame

Produzione/rischio assicurabile

Bovini da riproduzione 45% 15-genBovini da ingrasso 45% 15-genEEB* 50% 15-genMER** 50% 15-genBestiame ovino e caprino 45% 15-genBovini Alta Valoracion Genetica 38% 01-aprForaggio 45% 01-lugBestiame equino 38% 01-lug

Data di inizio della

sottoscrizione

Contributo pubblico massimo

*EEB, Encefalopatia Espongiforme Bovina (BSE, Bovine Spongiform Encephalopathy) **MER, Materiales Especificos de Riesgos (SRM, Specific Risk Material) Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

Page 69: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

69

Tabella 14 - Modalità di calcolo del contributo

Di base 45% 19% 19%

Per la contrattazione collettiva 5% 5% 5%

Per le caratteristiche del bestiame - 14% 14%

Per il rinnovo del contratto - 5% - 7% 5% - 7%

Tipo di contributoEEB* - MER**

Altre polizze assicurative sui bovini

Polizze sugli ovini, caprini,

equini

*EEB, Encefalopatia Espongiforme Bovina (BSE, Bovine Spongiform Encephalopathy) **MER, Materiales Especificos de Riesgos (SRM, Specific Risk Material) Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

Nel Piano assicurativo del 2003, sono state introdotte nuove tipologie di polizze agevolate, in particolare per la produzione avicola e sono stati rimodulati, principalmente in relazione alla dinamica assicurativa storica di ogni singola garanzia, i livelli di contributo pubblico sul premio , riportati nelle Tabella 15 e Tabella 16. In generale, si assiste all’introduzione di forme di garanzia, già consolidate per il comparto bovino, nell’ambito di altri comparti.

In particolare le nuove tipologie di polizze introdotte sono le seguenti:

• Assicurazione per allevamenti di bovini da corrida;

• Assicurazione per allevamenti avicoli;

• Assicurazione per la raccolta e smaltimento degli animali morti. I livelli di contributo pubblico per le polizze assicurative sul

bestiame sono indicati nella seguenti tabelle:

Page 70: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

70

Tabella 15 – Modalità di calcolo del contributo – Comparto Bovino

Tipo di contributo MERBovini

selezionatiAltre

assicurazioni

Di base 43% 19% 19%

Per la contrattazione collettiva 5% 5% 5%

Per l'appartenenza dell'allevatore a determinate categorie professionali - 14% 14%

Per il rinnovo del contratto - - 5% - 7% Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

Il Piano prevede inoltre per gli altri comparti le seguenti tipologie assicurative agricole agevolate:

• Assicurazione per allevamenti di ovini e caprini;

• Assicurazione per allevamenti di equini;

Tabella 16 - Modalità di calcolo del contributo – Altri Comparti

Tipo di contributo AvicolturaAltre

assicurazioni

Di base 19% 19%

Per la contrattazione collettiva 5% 5%

14% 14%

Per il rinnovo del contratto - 5% - 7%

Per l'appartenenza dell'allevatore a determinate categorieprofessionali

Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

Al Piano su descritto si riferiscono ulteriori provvedimenti pubblici che specificano alcune importanti condizioni assicurative e produttive, essenziali ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni. In Appendice 2 sono illustrati due provvedimenti di questo genere riguardanti il comparto bovino.

3. Caratteristiche e diffusione delle polizze assicurative

Fattore essenziale al notevole aumento del valore assicurato è stata l’introduzione tempestiva di nuove tipologie di contratti assicurativi in grado di fronteggiare efficacemente nuove rilevanti fonti di rischio tra

Page 71: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

71

cui la BSE (Bovine Spongiform Encephalopathy) e la disciplina in tema di SRM (Specific Risk Material).

La polizza assicurativa sulla BSE, introdotta nel luglio 2001, copre i danni economici derivanti dalla morte o dall’eliminazione obbligatoria dovuta alla diffusione della malattia nell’allevamento. Il risarcimento è vincolato alla presenza di uno specifico certificato ufficiale, contenente i dati sull’età, la razza e l’impiego produttivo dell’animale, al fine di essere il più possibile rispondente alla reale perdita subita. Tale polizza è stata introdotta a livello nazionale nell’ambito di un più ampio programma di prevenzione della malattia predisposto dal governo spagnolo.

Nel 2001 è stata introdotta anche la polizza per coprire i costi derivanti dall’eliminazione del materiale specifico a rischio secondo le particolari procedure previste dalla regolamentazione europea in tema di Specific Risk Material.36 In particolare, sono risarciti i costi sostenuti dall’allevatore per la rimozione dell’animale dall’allevamento e per la distruzione in base ad adeguate condizioni sanitarie, così come attualmente disciplinato. Anche in questo caso è necessaria, ai fini della sottoscrizione della polizza, la registrazione dell’animale, ma il processo di valutazione per la fissazione del capitale assicurato e del premio è semplificato in quanto non si tiene conto dell’età e dell’impiego produttivo del singolo animale, individuando un unico valore medio base applicato a tutti gli animali registrati come appartenenti allo stesso allevamento.

Un’altra innovativa polizza assicurativa recentemente introdotta riguarda eventuali diminuzioni del foraggio dei pascoli. Infatti, con tale polizza gli agricoltori ricevono un risarcimento economico quando, a causa di condizioni climatiche avverse il foraggio disponibile nei pascoli si riduce al di sotto della normale produzione della corrispondente area.

La finalità di tale garanzia è il risarcimento dell’incremento di costi di produzione dovuto alla necessità di alimentare gli animali con modalità diverse. Questa polizza si distingue, oltre che per la garanzia, anche per le modalità applicative. In particolare, la valutazione dei danni è stabilita attraverso l’analisi di immagini satellitari, con cui si è

36 Decisione della Commissione 2000/418/CE, articolo 3, del 29 giugno 2000.

Page 72: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

72

in grado di “misurare” il livello di foraggio che il pascolo di una determinata area produce normalmente.

Un ulteriore elemento che ha contribuito significativamente alla diffusione di contratti assicurativi che in passato non venivano considerati dalle compagnie, è stata l’introduzione nel 1999 dell'anagrafe per l'identificazione degli allevamenti e degli animali, a cui le polizze assicurative, a partire dal 2000, hanno iniziato a fare diretto riferimento.

Inoltre, per velocizzare l’amministrazione delle polizze, si è scelto di semplificare, rispetto ai precedenti anni, le tabelle di classificazione degli animali applicate ai contratti assicurativi e di non considerare gli spostamenti trascurabili (meno del 7% del valore assicurato).

E’ importante notare come tutte le polizze, più o meno innovative, prevedono, ai fini dell’ottenimento del risarcimento, condizioni tecniche minime di produzione, soprattutto in materia sanitaria, favorendo così i diversi piani predisposti da l governo per una graduale e costante riduzione del rischio mediante attività di prevenzione.

Nella Tabella 17 si riportano alcune schede specifiche sulle caratteristiche delle polizze, classificate in base ai parametri applicativi più significativi.

Page 73: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

73

Tabella 17 – Quadro riassuntivo delle polizze agevolate 2001

ForaggioBestiame ovino, caprino,

equino

Polizza Foraggio (pascoli)Bovini da ingrasso

Bovini da riproduzione

BSE SRMAssicurazione sul bestiame

ovino, caprino, equino

Rischi copertiSiccità o altre

avversità climatiche Diversi* DiversiEncefalopatia Spongiforme

Bovina

Spese derivanti dalla eliminazione dei

bovini morti Incidente

Danni risarcitiDiminuzione della

quantità di foraggio prodotto

Morte o eliminazione dell'animale

Morte o eliminazione dell'animale

Morte o eliminazione obbligatoria

Eliminazione dell'animale

Morte o inutilizzo dell'animale

Tipologia** Sperimentale Tradizionale Tradizionale Sperimentale Sperimentale SperimentaleNumero di polizze 63 544 12.870 6.673 1.842 1.281Animali assicurati/ Animali assicurabili (%)

- 6,47% 20,33% 13,74% 34,55% 3%

Ambito di applicazione Alcune province Nazionale Nazionale Nazionale Alcune province NazionaleValore della produzione assicurata (milioni di Euro)

2,5 29,97 774,6 500,59 38,54 43,97

Livello di copertura - 90% 100% 100% 100% 100%

Bestiame bovino

* Incidente, malattia, ecc. **Le diverse tipologie di polizze, nell’ambito dei piani assicurativi e riassicurativi, vengono distinte in: polizze tradizionali, la cui diffusione sul mercato è considerata consolidata e di cui si dispone di dati storici tali da poterne stimare adeguatamente la rispettiva dinamica assicurativa futura; polizze sperimentali, di più recente introduzione e la cui dinamica assicurativa è difficilmente prevedibile. Per tali polizze, nella maggior parte dei casi, nel Piano assicurativo agricolo annuale si prevede un più alto livello di contributo pubblico sul premio per favorirne la diffusione. Di tali peculiarità si tiene conto anche nel Piano riassicurativo agricolo annuale, nel definire le condizioni generali di riassicurazione. Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

Page 74: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

74

4. Evoluzione e distribuzione dei risarcimenti per garanzia

Nell’ultimo decennio, come mostrato nella Tabella 18, all’aumento delle garanzie previste è corrisposto una proporzionale crescita del livello dei risarcimenti pagati. Infatti, si è passati da una quota pari al 22,18% rispetto dell’indennizzo totale annuale del 1997, al 49,92% del 2000. Contemporaneamente si è assistito ad una diminuzione notevole della percentuale di risarcimenti riferiti alle produzioni agricole, in particolare per gli eventi della grandine e del gelo.

Tabella 18 - Evoluzione dei risarcimenti ripartiti tra allevamenti e produzioni agricole

Garanzia 1997 1998 1999 2000

Allevamenti 22,18% 34,17% 29,79% 49,92%

Agricoltura 77,82% 65,83% 70,21% 50,08%

di cui: Grandine 44,16% 35,21% 40,49% 23,72%

Gelo 12,07% 16,63% 13,17% 9,98%

Siccità 8,14% 2,02% 11,34% 5,22%

Pioggia 9,07% 4,51% 1,76% 2,66%

Vento 2,89% 4,62% 2,37% 5,15%

Incendio 0,21% 0,48% 0,36% 0,80%

Inondazione - 0,35% 0,30% -

Altro 1,28% 2,01% 0,51% 3%

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion

In particolare, nell’ambito del solo settore zootecnico, non sono riscontrabili, al contrario di quanto avviene per le produzioni agricole con la garanzia grandine, fonti di rischio che assorbono costantemente buona parte dei risarcimenti. Al contrario, si registrano notevoli variazioni nella distribuzione dei risarcimenti, pur rimanendo tendenzialmente costante il rapporto complessivo tra produzione assicurata e produzione risarcita.

Page 75: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

75

Il 2001 è stato l’anno del consolidamento sul mercato delle polizze introdotte durante il decennio precedente e della diffusione di nuove garanzie, soprattutto in relazione alle più recenti “emergenze sanitarie”. Nelle Tabella 19 e Tabella 20 si riportano, quindi, i dati specifici relativi alle recenti evoluzioni in termini di garanzie e rispettive quote di risarcimento.

Tabella 19 - Evoluzione dei risarcimenti ripartiti tra le garanzie per gli allevamenti negli anni 2001-2002 AnnoNumero di polizzeAnimali assicuratiAnimali risarciti Animali risarciti / Animali assicurati 3,75%

2002139.258

18.351.861864.784

4,71%

200122.602

2.491.24693.377

Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion e Agroseguro

Tabella 20 - Incidenza dei risarcimenti sulla produzione zootecnica assicurata negli anni 2001-2002 Garanzia

Eliminazione degli animali mortiIncidentiOperazioniSindrome respiratoria bovinaMalattieBSEAltroTotale

21,92%100,00%

-

7,48%

100,00%

2,67%1,50%0,93%

2002

62,39%10,59%

-

2001

47,00%

4,00%34,05%

4,76%0,80%

Fonte: Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion e Agroseguro

5. Principali leggi e regolamenti nazionali

L’attuale sistema assicurativo agricolo spagnolo si fonda sulle seguenti disposizioni di legge:

• Ley 87/1978 de Seguros Agrarios Combinados: la disposizione di legge che ha istituito il nuovo sistema assicurativo di polizze agricole agevolate. Definisce le finalità dell’intervento pubblico , il ruolo dei soggetti interessati, e le modalità di funzionamento del sistema.

Page 76: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

76

• Real Decreto 2329/1979, Reglamento de la Ley de Seguros Agrarios Combinados: il regolamento che sviluppa operativamente i principi e gli indirizzi disposti dalla precedente legge.

• Orden de 21 de Noviembre 1996 por la que se crea la Comisión de Coordinación de las Comunidades Autónomas;

• Real Decreto 388/1998, de 13 de marzo, por el que se modifican la comision General de la Entidad Estatal de Seguros Agrarios y la Comision de Coordinacion con las Comunidades Autonomas, sobre Seguros Agrarios: sono due provvedimenti che prima introducono e poi modificano il ruolo decisionale e operativo delle Comunità autonome nell’ambito del sistema assicurativo agricolo nazionale.

• Condiciones Generales del Seguro de Explotación de Ganado Vacuno en reproductores y recria;

• Condiciones Generales del Seguro Ovino-Caprino: illustrano le condizioni generali di assicurazione previste nell’ambito del sistema assicurativo agricolo nazionale.

• Real decreto del Plan de Seguros Agrarios: è il provvedimento annuale con cui si fissa il livello di contributo pubblico e le modalità per il rispettivo calcolo ed applicazione. Contiene inoltre una serie di condizioni e vincoli per la sottoscrizione delle polizze assicurative agricole agevolate.

Page 77: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

77

5.3 Il sistema assicurativo in Francia

1. Introduzione

In Francia il mercato delle assicurazioni in agricoltura offre un numero esiguo di garanzie e la protezione degli agricoltori contro i rischi naturali è basata su tre sistemi di indennizzazione: il Fondo Nazionale di Garanzia per le Calamità Agricole , il Regime delle Catastrofi Naturali e il mercato delle assicurazioni. Le perdite attribuite ai rischi climatici o epidemici sono stimate intorno ad 1 miliardo di euro all’anno.

A. Fondi Nazionali di Garanzia delle Calamità Agricole

I Fondi Nazionali di Garanzia per le Calamità Agricole (FNGCA) sono stati istituiti dalla legge numero 64-706 del 10 luglio 1964, allo scopo di sviluppare le misure di prevenzione, indennizzare i danni materiali causati alle aziende agricole dalle calamità naturali e incentivare gli agricoltori ad assicurarsi contro i rischi agricoli.37

Generalmente, un imprenditore agricolo può richiedere un indennizzo se le sue perdite risultano almeno pari al 27% del valore del raccolto interessato e rappresentano almeno il 14% della produzione lorda globale dell’azienda. Allo scopo di invogliare le aziende agricole ad assicurarsi contro i rischi naturali, nel 1975 il regime di risarcimento danni in caso di calamità ha previsto un indennizzo aggiuntivo al tasso del 35% per gli agricoltori che abbiano sottoscritto assicurazioni complementari: contro la grandine o contro la mortalità del bestiame.

Dal 1965 ad oggi, gli interventi compensativi del FNGCA hanno riguardato per la maggior parte due soli eventi avversi: la siccità e le gelate.

La lentezza delle procedure, l’esiguità delle indennità accordate e gli alti costi amministrativi, hanno condotto il governo francese ad una

37Tale legge considera calamità agricole i danni non assicurabili di importanza eccezionale dovuti a variazioni anormali di intensità di un agente naturale, per i quali i mezzi tecnici di lotta o prevenzione impiegati abitualmente in agricoltura si siano dimostrati insufficienti o inattivi.

Page 78: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

78

revisione di questo sistema con l’obiettivo di mettere a punto un meccanismo assicurativo in grado di rispondere meglio alle mutate esigenze del mercato.

B. Il Regime di Indennizzo per le Catastrofi Naturali

Oltre al regime proprio del settore agricolo, che indennizza, come indicato in precedenza, i danni causati da eventi avversi in agricoltura, gli agricoltori francesi beneficiano anche dei provvedimenti ascritti al cosiddetto Regime per le Catastrofi Naturali, che copre i danni causati alle strutture, alle scorte, alle macchine e al bestiame vivo.

Il funzionamento di questo regime di indennizzi è diverso da quello delle calamità agricole, in quanto si basa su di un sistema misto facente capo allo Stato e alle compagnie d’assicurazione.38

Il finanziamento proviene dal pagamento di un premio o da una quota addizionale obbligatoria sui contratti di assicurazione incendio, incidenti e rischi diversi.

Data la rilevanza di potenziali perdite, le compagnie assicurative che hanno difficoltà a riassicurarsi sul mercato mondiale delle riassicurazioni possono rivolgersi alla Cassa Centrale di Riassicurazione (CCR). Esse cedono tra il 40% e il 90% dei rischi legati a catastrofi naturali, con un tasso medio di cessione del 43%. La tipologia di riassicurazione utilizzata è lo Stop loss per la quale la CCR interviene quando il rapporto sinistri/premi della Cedente è compreso tra il 120% e il 200%.

Il danno grandine resta il solo rischio, tra quelli agricoli, ampiamente assicurato nel mercato privato,

38 Dopo un disastro naturale, la garanzia può essere invocata se:

• lo stato di catastrofe naturale è sancito con decreto interministeriale. Esso determina le zone e i periodi dove si è realizzata la catastrofe.

• I beni danneggiati sono coperti da un contratto assicurativo che garantisce i danni di incendio o tutti gli altri danni. Tuttavia, i danni causati ai prodotti dei raccolti non in deposito, alle colture, ai suoli ed al bestiame all’aperto sono esclusi da questa garanzia; essi sono gestiti dal regime sulle calamità agricole.

Page 79: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

79

C. Il mercato delle assicurazioni

Il danno grandine resta il solo rischio, tra quelli agricoli, ampiamente assicurato nel mercato privato perché i rischi climatici ed epidemici, caratterizzati da una scarsa probabilità di occorrenza e da perdite potenziali complessive molto elevate, hanno portato le compagnie assicurative a considerare tali rischi come non assicurabili sulla base di criteri attuariali.

In base a quanto previsto dalla Legge di orientamento del settore agricolo del luglio 1999, il Governo francese ha realizzato e presentato al Parlamento un Rapporto sull’assicurazione agricola e la protezione dei redditi contro le calamità naturali. 39 Tale ricerca considera anche fonti di rischio proprie del settore zootecnico, come ad esempio l’analisi e valutazione del rischio sanitario, e le conclusioni comprendono, tra l’altro, le seguenti proposte: − la promozione di nuove forme di risparmio e lo sviluppo di fondi

professionali, soprattutto mediante incentivi fiscali; − l’incentivazione del ricorso alle assicurazioni agricole, tramite

l’introduzione di nuove tipologie di polizza, che potrebbero beneficiare di aiuti pubblici sottoforma di parziale contributo al pagamento delle polizze nella fase iniziale di avvio e sviluppo dei contratti;

− la rimodulazione degli interventi compensativi del FNGCA, attraverso l’introduzione di nuovi principi sulla ripartizione degli aiuti.

2. Evoluzioni della copertura assicurativa nel settore zootecnico

Lo sviluppo di nuove polizze assicurative per il settore zootecnico è stato dal 1996 in poi sempre più rilevante, anche se, rispetto agli altri comparti, il grado di diffusione è molto basso: solo il 3% del bestiame nazionale è assicurato, come evidenziato nella Tabella 21.

39 Ministere de l’Agriculture et de la Peche, Ministere de l’Economie des Finances et de l’Industrie (2000), Rapport sur l’assurance recolte et la protection contre les risques en agriculture, Paris.

Page 80: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

80

Tabella 21 - Grado di diffusione delle assicurazioni agricole in Francia

Prod. assicurabili Rischi assicurati Grado di diffusione

Cereali e grandi Grandine 55% della superficie nazionale

colture assimilabili Tempesta 5% della superficie

Multirischi climatici In fase di sperimentazione

Colza Grandine 64% della superficie nazionale

Tempesta (scarsa diffusione)

Multirischi climatici In fase di sperimentazione

Vitigni Grandine 60% della superficie nazionale

Gelo e grandine In fase di sperimentazione

Frutta e Grandine 62% della superficie nazionale

Gelo e grandine In fase di sperimentazione

Tabacco Multirischi climatici 100%Animali (bovini, ovini e suini)

MortalitàMeno del 3% del bestiame nazionale

Fonte: Ministère de l’agriculture et de la pêche.

2.1 Assicurazioni sulle perdite del bestiame

Una prima novità è stata l’introduzione di polizze “named perils” sui bovini. Tali polizze sono completamente “aperte” e offrono all’allevatore la possibilità di disporre di un’ampia gamma di garanzie. Il numero delle garanzie sottoscritte da parte dell’allevatore è proporzionale al livello di copertura assicurativa che si intende realizzare.

Le principali polizze sono le seguenti:

Infortunio e malattia

La garanzia copre gli incidenti di origine traumatica, improvvisa e imprevista, indipendenti dallo stato di salute del bovino che comportino la morte o l’impossibilità di vendita o di utilizzo dello stesso. I traumi devono essere costituiti da ferite, lacerazioni profonde,

Page 81: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

81

da fratture o da bruciature profonde. La garanzia si estende anche alle malattie metaboliche, infettive o parassitarie. Rientrano nella garanzia i cedimenti derivanti da interventi chirurgici d’urgenza effettuati dal veterinario con lo scopo di salvare la vita dell’animale e gli incidenti da gestazione e da figliatura.

Il valore assicurato è pari al valore dei bovini assicurati al momento della stipula della polizza stimato dall’ EDE (Ente Dipartimentale del Bestiame).

Il risarcimento è pari alla perdita netta per l’allevatore cioè alla differenza tra il valore reale 40 del bovino meno il valore di recupero.

E’ prevista una soglia d’intervento ossia una data percentuale di animali morti tra quelli presenti nell’allevamento, al di sopra della quale la garanzia non opera.

Mortalità generale

La garanzia copre le perdite derivanti dalla morte di almeno il 5% fino ad un massimo del 20% dei bovini presenti nell’allevamento. La morte può dipendere da qualunque evento, quindi, sia infortunio che malattia.

La garanzia si riferisce a tutti i bovini presenti nell’allevamento di età compresa tra i 18 mesi e i 10 anni iscritti nell’inventario EDE.

La garanzia non opera nel caso di morti derivanti da infermità presenti nei capi di bestiame antecedenti la stipula della polizza e non dichiarate. La garanzia è esclusa anche per decessi conseguenti ad interventi chirurgici sbagliati o per abbattimenti ordinati dall’assicurato senza accordo con la compagnia. Si tratta di limitazioni di garanzia di carattere generale valide anche per la tipologia precedente.

Vi è poi l’obbligo da parte dell’allevatore di comunicare alla compagnia tutte le variazioni del numero di bovini di età compresa tra 18 mesi e 10 anni.

Il valore assicurato coincide con il valore dei bovini presenti nell’allevamento al momento della stipula della polizza. Il

40 Per valore reale si intende il valore effettivo attribuito all’animale da un esperto dell’EDE. Per valore di recupero si intende l’ammontare incassato dall’allevatore dalla vendita della carcassa.

Page 82: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

82

risarcimento è pari anche in questo caso alla differenza tra il valore reale e il valore di recupero.

Mortalità del bestiame a seguito di malattie ritenute contagiose

La garanzia copre le perdite derivanti dall’abbattimento totale o parziale di tutti i bovini presenti nell’allevamento di età compresa tra i 6 mesi e i 13 anni a seguito di malattie contagiose come:

a) Brucellosi b) Tubercolosi c) Peste Bovina

d) BSE (Encefalopatia Spongiforme Bovina)

La garanzia opera esclusivamente con riferimento a quegli abbattimenti ordinati dalla Direzione dei servizi sanitari a seguito di un atto prefettoriale di Dichiarazione d’infezione.

Il risarcimento è pari al valore reale dei capi assicurati calcolato in base ad una stima fatta da un esperto sulla base dell’età media dei capi d’allevamento al momento del sinistro dedotta l’eventuale franchigia.

Furto, Vandalismo, Trasporto

Attraverso il pagamento di un premio maggiore l’allevatore può ottenere tre garanzie aggiuntive. Il risarcimento del valore reale dell’animale nel caso di furto e nel caso di decesso a seguito di atti di vandalismo o durante un trasporto. Nel caso di furto e di vandalismo l’assicurato deve avvisare entro 24 ore la polizia e fornire entro 48 ore alla Compagnia una relazione da cui si possa risalire anche ad eventuali testimoni. In genere si tratta di garanzie aggiuntive che vengono fornite per i cosiddetti bovini d’elite.

Spese di cure a seguito di interventi chirurgici

La garanzia copre le spese che l’allevatore deve sostenere a seguito di interventi chirurgici effettuati per guarire o comunque per evitare la morte dell’animale. La garanzia copre sia le spese dirette dell’intervento sia le spese di cura successive, come ad esempio quelle per l’acquisto di medicine.

Page 83: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

83

Impotenza funzionale traumatica dei riproduttori maschi

La garanzia copre le perdite derivanti dall’impotenza riproduttiva definitiva di maschi da monta derivante da traumi. Per trauma si intende un evento accidentale che procura un deterioramento delle strutture anatomiche indispensabili al compimento delle funzioni riproduttive. La garanzia non copre le impotenze funzionali di carattere congenito o derivanti da eventi antecedenti alla stipula della polizza. Questa tipologia di assicurazione copre i maschi di età compresa tra i 5 mesi e i 5 anni. Il risarcimento è pari al valore reale del riproduttore maschio al momento del sinistro nel limite del valore assicurato dedotte le franchigie.

Garanzia dell’embrione

La garanzia si riferisce alle vacche riproduttrici e copre le perdite derivanti dalla mancata nascita di piccoli nell’allevamento. Il periodo di copertura va dal novantesimo giorno di gestazione alle 48 ore successive la figliatura. Il valore assicurato in genere è pari alla metà del valore della vacca riproduttrice. Sono assicurabili esclusivamente le vacche entrate nel bestiame da almeno 6 mesi che non abbiano mai abortito e che abbiano avuto un numero di inseminazioni inferiore a due. La garanzia cessa con il compimento da parte della vacca dell’ottavo anno di età.

Garanzia contro i test a destinazione

L’oggetto della garanzia è costituito dal risarcimento delle perdite derivanti da una valutazione negativa dell’animale ai test effettuati nel paese di destinazione. Infatti, ogni bovino importato o esportato deve essere sottoposto a dei test per la valutazione di eventuali malattie, prima nel paese d’origine e poi nel paese di destinazione. La presente garanzia risarcisce l’allevatore nel caso in cui i secondi test diano un esito negativo e non si possa perciò procedere alla vendita. La garanzia opera solamente nel caso in cui il primo test nel paese d’origine abbia dato esito positivo e solo quando il controllo nel paese di destinazione avviene entro 10 giorni dall’arrivo dell’animale. La garanzia inoltre non opera se l’allevatore decide autonomamente di abbattere l’animale senza avvertire la Compagnia , salvo l’ipotesi in cui tale abbattimento non sia certificato da una autorità sanitaria locale.

Page 84: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

84

Nascita di un vitello

La garanzia riguarda un vitello nato da una madre già assicurata. L’allevatore ottiene il risarcimento nel caso di morte del vitello a seguito di infortunio, malattia, trasporto.

L’assicurazione sulle perdite del profitto netto degli allevamenti del bestiame da latte

La vera e propria novità nel campo delle assicurazioni nel settore zootecnico è stata l’introduzione nel settore dei bovini da latte di polizze finalizzate a garantire il profitto netto degli allevatori contro perdite derivanti da uno o più eventi assicurati. Il profitto netto (marge brute) è inteso come differenza tra i ricavi della produzione e i costi operativi della produzione. Non vengono invece considerati per il calcolo del profitto netto i costi fissi, vale a dire quei costi il cui ammontare non varia proporzionalmente in funzione della quantità prodotta , ad esempio le spese sostenute per l’affitto dei terreni. Gli eventi assicurati in genere sono:

a) Incendio; b) Avvenimenti naturali sia di carattere eccezionale che di

carattere non eccezionale;

c) Mortalità generale del bestiame da latte.

L’assicurazione risarcisce la perdita del profitto netto dell’agricoltore ossia la differenza tra il profitto netto che sarebbe stato realizzato se non ci fosse stato il sinistro e il profitto netto effettivamente realizzato dopo il sinistro. Sono risarcite anche le spese supplementari che l’allevatore sostiene, a seguito del sinistro, per cercare di contenere la flessione della propria produzione.

Il periodo di indennizzo è pari al periodo necessario affinché l’allevatore ritrovi il suo livello “normale” di profitto netto stimato dagli esperti mediante una ricostruzione degli ordinari risultati aziendali. Il periodo di indennizzo non può comunque essere superiore ai 24 mesi. Nel caso in cui il sinistro garantito provochi la cessazione dell’attività aziendale il risarcimento sarà pari alla differenza tra il valore dell’azienda stimato prima del sinistro e il valore effettivo dopo il sinistro. Nessun risarcimento sarà dato se invece la cessazione dell’attività aziendale dipende da un evento non assicurato come ad

Page 85: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

85

esempio la rescissione del contratto d’affitto o da una scelta specifica dell’allevatore.

Per ottenere questa particolare tipologia di copertura assicurativa l’allevatore deve essere in possesso di un registro di cassa depositato presso un Ente Dipartimentale del bestiame da cui sia possibile risalire al valore effettivo del bestiame da latte e al valore delle strutture aziendali. La compatibilità con il profitto netto dichiarato dall’allevatore viene controllata periodicamente da un esperto della Compagnia. Inoltre per tutta la durata della polizza l’allevatore deve informare la Compagnia qualora il numero delle vacche da latte sia divenuto superiore del 10% al numero delle vacche dichiarate al momento della stipula della polizza.

Assicurazioni sulle perdite negli allevamenti avicoli

Anche per quanto riguarda il settore avicolo sono state sviluppate delle polizze named-perils che offrono all’allevatore la possibilità di coprire le perdite derivanti da morte accidentale dei volatili. Gli eventi assicurati sono:

• Incendio che provoca la morte degli animali;

• Crollo totale o parziale della struttura in cui sono tenuti i volatili; • Morte nel caso di trasporto derivante da scontro con un altro

veicolo;

• Morte derivante da eventi naturali come ad esempio gelo;

• Morte derivante dal superamento del muro del suono in seguito ad atterraggio o caduta di aeromobili;

• Morte derivante da rottura di impianti climatici con conseguente gelo o soffocamento degli animali;

• Morte derivante dalla rottura accidentale o per vizio di costruzione di impianti elettrici;

• Morte derivante da operazioni di smontaggio, rimontaggio e sistemazione delle macchine quando queste operazioni sono necessarie per lavori di manutenzione, verifica o riparazione e sono eseguite da un professionista.

E’ necessario che il sinistro si verifichi nelle strutture di allevamento avicolo dichiarate al momento della stipula della polizza.

Page 86: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

86

Pagando un sovrappremio l’allevatore può ottenere anche la copertura contro il “colpo di calore” derivante da eccessiva entalpia dell’aria 41. La garanzia ha per oggetto le perdite subite dall’allevatore in caso di morte accidentale dei volatili provocata da colpo di calore.

L’accertamento delle condizioni climatiche nel giorno del sinistro avviene attraverso il monitoraggio di centraline convenzionate, in mancanza delle quali la garanzia non può essere offerta.

Anche per gli allevamenti ovini come per quelli del bestiame sono state collocate sul mercato polizze finalizzate alla copertura delle perdite sul profitto netto degli allevator i. Le caratteristiche di tali polizze sono quelle già viste nel caso dei bovini salvo alcune differenze dovute al numero e alla dimensione, dunque al valore unitario dell’animale.

5.4 Il sistema assicurativo negli Stati Uniti

1. Introduzione

Gli Stati Uniti hanno una tradizione molto più consolidata dell’Europa nel campo delle assicurazioni agricole. Il Congresso ha approvato il primo programma federale sull’assicurazione del raccolto nel 1930 e nel 1938 ha istituito il Federal Crop Insurance Corporation (FCIC) per la sua realizzazione. Tale programma ricoprì un ruolo marginale a livello nazionale fino al 1980, in quanto le attività assicurative si limitavano ai raccolti principali e in riferimento quasi esclusivo alle zone produttive di maggiore rilevanza socioeconomica.

Le funzioni del predetto sistema sono notevolmente aumentate nel 1980 con l’approvazione della Legge federale di assicurazione sul raccolto. Il governo, attraverso il FCIC e la sua agenzia amministrativa, la Risk Management Agency (RMA), ha ampliato in modo rilevante le aree e i prodotti assicurabili, incoraggiando maggiormente la partecipazione degli agricoltori al programma.

41 Per Entalpia si intende l’energia termica dell’aria che si manifesta sotto forma di calore sensibile e latente. Si verifica colpo di calore nel caso di condizioni climatiche corrispondenti ad un livello di Entalpia uguale o superiore a 65 Kilojoules per kg d’aria.

Page 87: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

87

L’evoluzione del programma di assicurazione sul raccolto avvenuto nel 1980 è stato accompagnato anche da un cambiamento riguardo le modalità di vendita e di distribuzione delle polizze. Da un sistema in cui il Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti vendeva direttamente ai produttori le polizze assicurative e assumeva per intero il rischio assicurato si è passati ad un modello in cui sussiste una forte cooperazione tra il governo e le compagnie di assicurazione private. Il governo stabilisce le caratteristiche delle polizze, i prodotti assicurabili e, attraverso la RMA, i diversi livelli di premio e di rischio. Le compagnie private provvedono alla vendita e alla distribuzione delle polizze e all’assunzione del rischio assicurato potendo, a loro volta, beneficiare di una riassicurazione agevolata da parte del FCIC.

Lo Standard Reinsurance Agreement (SRA) è, infatti, un accordo tra il FCIC e le compagnie di assicurazione attraverso cui vengono fissati i termini, le condizioni e le tariffe della riassicurazione. Esso viene rinnovato periodicamente. Il Governo concede alle compagnie che aderiscono al SRA dei sussidi per agevolarne l’attività amministrativa e per coprire parte dei costi che esse sostengono per la distribuzione e la vendita delle polizze. Tali sussidi variano in relazione all’ammontare dei premi raccolti e alla tipologia di copertura assicurativa. Il FCIC offre sia una riassicurazione di carattere proporzionale che una di carattere non proporzionale a tariffe notevolmente più basse rispetto a quelle praticate dai riassicuratori privati.

2. Allargamento del programma federale sulle assicurazioni del raccolto al settore zootecnico

Fino al 2001 il settore zootecnico statunitense è stato escluso dal programma federale sulle assicurazioni. Nel dicembre del 2001 il Federal Crop Insurance Management ha approvato due programmi pilota con lo scopo di fornire anche agli allevatori polizze di assicurazione agevolata. I due programmi prevedono dunque anche per il settore zootecnico la possibilità da parte dei produttori di poter ricevere dal governo sussidi sul pagamento del premio e per le compagnie la possibilità di ottenere una riassicurazione agevolata. Lo scopo principale di questi due programmi è garantire il reddito degli allevatori contro repentine e inattese diminuzioni dei prezzi del bestiame da macello.

Page 88: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

88

I programmi sono i seguenti:

Livestock Gross Margin (LGM)

E’ una tipologia assicurativa che prevede un periodo di copertura di sei mesi. Il suo scopo è proteggere il reddito degli agricoltori da variazioni inattese dei prezzi. Le variabili considerate sono due: il prezzo di mercato del capo di allevamento e il prezzo di mercato del cereale utilizzato per l’alimentazione. Questa tipologia di copertura assicurativa risulta molto utile per quegli allevatori che non producono i mangimi ma che li acquistano sul mercato.

Il valore assicurato coincide con il reddito stimato dell’agricoltore ed è pari al prodotto tra il numero di capi assicurati e il prezzo di mercato degli stessi. Dal valore così ottenuto si detrae il costo sostenuto dall’allevatore per l’approvvigionamento dei mangimi, che è a sua volta pari al prodotto tra la quantità necessaria per l’alimentazione del bestiame e il prezzo di mercato del cereale utilizzato.

Per il calcolo del prezzo del cereale al momento della stipula della polizza si prende in considerazione il prezzo rilevato sui mercati a termine a metà del semestre di copertura assicurativa. Questo per far sì che il costo di approvvigionamento venga calcolato sulla base di una media dei prezzi di approvvigionamento pagati dall’allevatore per l’intero periodo di copertura.

Per quanto riguarda la quantità di approvvigionamento essa viene calcolata secondo una stima sul bisogno di approvvigionamento dell’allevatore effettuata al momento della stipula della polizza.

Per il calcolo del numero di capi da assicurare si effettua una proiezione del numero di capi che saranno venduti ogni mese per un periodo di sei mesi. Nel caso in cui al termine del periodo di copertura ci sia discrepanza tra il numero effettivo e quello stimato, il valore assicurato viene aggiustato in relazione al numero effettivo di capi venduti. Il limite massimo per semestre è comunque pari a 15.000 unità.

Il prezzo di mercato che viene utilizzato al momento della stipula della polizza per il calcolo del valore assicurato è il prezzo sui mercati a termine del capo di allevamento, che viene confrontato con il prezzo effettivo di mercato rilevato nei due mesi del semestre di copertura assicurativa in cui l’allevatore ha scelto di effettuare le vendite.

Page 89: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

89

L’allevatore può scegliere di assicurare solo una parte del proprio allevamento e un livello di copertura del prezzo compreso tra l’85% e il 100% dei prezzi a termine dei capi di allevamento e dei mangimi (in entrambi i casi con una diminuzione proporzionale del premio). Se dunque al momento della macellazione si dovesse rilevare un prezzo di mercato inferiore rispetto a quello di copertura scelto, con conseguente diminuzione di reddito per l’allevatore, questi otterrebbe un risarcimento pari alla differenza tra il reddito stimato in polizza e quello effettivamente conseguito. 42

Livestock risk protection (LRP)

Tale garanzia protegge il reddito degli allevatori solo da diminuzioni inattese dei prezzi del bestiame.

E’ una tipologia assicurativa molto conveniente per quegli allevatori che non acquistano sul mercato i mangimi per il bestiame ma li producono all’interno dell’azienda.

Il funzionamento è quasi del tutto simile a quello visto per la Livestock Gross Margin . L’allevatore seleziona un prezzo che può essere scelto in un intervallo compreso tra il 70% e il 90% del prezzo giornaliero rilevato per quel determinato capo di allevamento sul mercato ufficiale.

La polizza LRP protegge gli allevatori se al momento della vendita il prezzo scende al di sotto del livello di copertura stabilito. Al contrario della LGM le vendite non sono limitate a due soli momenti del periodo della copertura assicurativa ma possono essere effettuate continuamente. Il periodo di copertura può essere di 90, 120, 150, o 180 giorni fino ad un totale di 32.000 animali l’anno.

La Tabella 22 sintetizza le principali differenze operative delle due polizze.

42 Informazioni e valutazioni di ordine economico su questo tipo di contratto sono contenute in Edwards W. (2002), “Livestock Gross Margin”, in Iowa Pork Producer Headlines, luglio 2002.

Page 90: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

90

Tabella 22 – Caratteristiche delle polizze Livestock Gross Margin e Livestock risk protection

Caratteristiche Livestock Risk Protection Livestock Gross Margin

Data iniziale di vendita 8 luglio 2002 15 luglio 2002 Data finale di vendita Ininterrotta 31 luglio e 31 gennaio Disponibilità Offerta nell’ambito di un programma

pilota destinato agli allevatori di suini di tutte le contee dell’Iowa

Offerta nell’ambito di un programma pilota destinato agli allevatori di suini di tutte le contee dell’Iowa

Livelli di copertura Dal 70% al 95% 80%, 85%, 90%, 95%, 100% Sussidio sul premio destinato all’allevatore

13%

Periodi di copertura assicurativa

90, 120, 150, e180 giorni 6 mesi, (Ago-Gen e Feb-Lug)

Garanzie previste Diminuzione del prezzo dei suini, se il valore finale scende al di sotto del livello di copertura selezionato

Differenza tra profitto lordo finale e profitto lordo previsto dalla copertura assicurativa

Prezzi di riferimento Chicago Mercantile Exchange (CME) Chicago Mercantile Exchange (CME) e Chicago Board of Trade (CBOT)

Requisiti per la sottoscrizione

I produttori devono fornire documenti che provino il diritto di proprietà sugli animali indicati nella polizza.

Gli allevatori devono sottoscrivere una condizione riguardante gli obiettivi di commercializzazione, soggetta alla valutazione della compagnia assicurativa

Page 91: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

91

3. Altre forme di copertura assicurativa sul bestiame

Oltre ai due programmi pilota avanti descritti, negli Stati Uniti esistono altre forme di copertura assicurativa il cui costo viene interamente sostenuto dall’assicurato e che non prevedono alcuna forma di riassicurazione agevolata per le compagnie.

L’oggetto della garanzia è essenzialmente costituito dalla possibilità da parte dell’allevatore di ottenere il rimborso del valore dell’animale in caso di mortalità anticipata dello stesso oltre a tutta una serie di garanzie accessorie.

Tra queste tipologie, quella più diffusa è la cosiddetta polizza “blanket”, con cui il bestiame viene considerato come una specifica componente della struttura aziendale. Il valore assicurato è costituito dal valore di mercato di tutte le unità presenti in azienda. L’oggetto della garanzia è costituito dal rimborso del prezzo di mercato del capo di allevamento nel caso di morte prematura dello stesso dovuta a cause naturali. Non è però raro che l’allevatore chieda, dietro il pagamento di un premio maggiore, di ottenere delle garanzie aggiuntive come il rimborso anche a seguito di decessi legati ad eventi accidentali come ad esempio un incendio. La garanzia ha una durata prestabilita e cessa in genere con la macellazione dell’animale.

La seconda tipologia è la polizza “stated value ”, con cui la garanzia non si estende a tutti i capi di bestiame, ma solo ad una parte di essi, decisi dall’allevatore. La garanzia, rispetto alla tipologia precedente è in genere più ampia in quanto si estende a tutte le cause che possono provocare una mortalità anticipata del bestiame e, al contrario della polizza “Blanket”, la polizza “stated value” prevede, inoltre, il risarcimento anche nei casi in cui il decesso dell’animale avvenga al di fuori della proprietà dell’allevatore ad esempio durante un trasporto. Il valore assicurato viene determinato perciò tra le parti tenendo conto sia dell’effettivo valore dei capi di allevamento sia in relazione alle garanzie offerte. E’ poi molto frequente che pagando un premio più elevato l’allevatore ottenga anche la copertura contro il furto del bestiame assicurato. Come nella polizza “Blanket” anche nella “stated value” la durata della polizza è prestabilita e la garanzia cessa al momento della macellazione dell’animale.

Una terza tipologia di assicurazione sulla mortalità anticipata del bestiame è la polizza “all risk term”. Questa copertura è spesso

Page 92: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

92

utilizzata per quei capi di allevamento di elevato valore non destinati alla macellazione. La garanzia copre generalmente anche il rischio furto e ha durata superiore rispetto alle due tipologie precedenti in quanto coincide con la previsione di vita stimata per l’animale. Il valore assicurato viene determinato tra le parti anche con l’ausilio di una visita veterinaria sui capi assicurati, obbligatoria per questa tipologia assicurativa.

5.5 Il sistema assicurativo negli altri paesi europei

Germania

La Germania presenta il sistema il sistema più evoluto per l’assicurazione animale. In particolare sono previste due strumenti: l’intervento compensativo e le polizze assicurative multirischio.

Interventi compensativi

Nel settore zootecnico sono previste e disciplinate dalla normativa delle istituzioni pubbliche, chiamate "Tierseuchenkassen”, che si occupano delle epidemie animali nei loro diversi aspetti, prevedendo, tra l’altro, anche interventi compensativi in caso di danni dovuti a malattie. Tali istituzioni operano a livello di ogni singolo Stato, e riguardano i principali comparti, quali i bovini, i suini, gli ovini, gli avicoli e parte degli equini. Gli allevatori per usufruire dei servizi delle "Tierseuchenkassen” devono essere soci e pagare una quota di partecipazione. Il risarcimento, versato dallo Stato interessato, è calcolato, ad eccezione di casi particolari, sulla base di tassi fissi per ciascuna specie e del valore di riferimento degli animali constatato al momento dell’abbattimento. Invece, in caso di disaccordo con l’allevatore, è richiesto il parere di due esperti e il calcolo del valore degli animali viene effettuato sulla base della media delle loro conclusioni.

Per finanziare questo sistema, ogni allevatore è tenuto a versare un contributo alla cassa per le epizoozie della "Tierseuchenkassen” presente nello Stato di residenza, stabilito in funzione della numerosità dell’allevamento, della superficie dell’ impresa e del rischio dell’attività. Il diritto al risarcimento è subordinato al rispetto delle disposizioni prescritte e alla veridicità delle dichiarazioni, in particolare il numero di animali presenti nell’impresa, che possono

Page 93: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

93

essere oggetto di controllo. Le informazioni raccolte, però, non considerano numerosi fattori determinanti del rischio globale dell’azienda, quali l’organizzazione dell’impresa, la gestione degli smaltimenti, il raggruppamento o al contrario l’isolamento del bestiame rispetto ad altre imprese, il fatto di accettare un elevato numero di animali provenienti da mercati, ecc.

I contributi versati dagli allevatori confluiscono in una cassa di diritto pubblico, creata in ogni Stato al fine di gestire tutte le questioni relative alle indennità in caso di malattie degli animali, finalizzata anche al cofinanziamento di programmi di sanità veterinaria intesi a diminuire i rischi delle malattie degli animali.

Polizze assicurative

Non esiste una specifica legislazione in materia di assicurazioni per il bestiame. In Germania gli allevatori, oltre agli interventi compensativi precedentemente illustrati, hanno la possibilità di ricorrere a programmi di assicurazione privata, soprattutto al fine di integrare il risarcimento compensativo pubblico e per coprire i danni economici indiretti. Tali polizze assicurative, però, sono costose e restrittive, e non costituiscono una valida alternativa agli interventi compensativi. Le garanzie previste sono molto specifiche, differenziandosi notevolmente in base alle diverse finalità dell’allevatore in tema di gestione del rischio e alle specie animali.

Le coperture più avanzate consistono in assicurazioni multirischi per bovini, suini e pollame. In questo caso, l’allevatore può scegliere di assicurare il bestiame interamente contro tutte le malattie o solo contro le epizoozie. E’ previsto il risarcimento dell’insieme delle perdite di reddito dopo la deduzione di una franchigia che dipende dal numero di capi. La principale compagnia tedesca, la Vereinigte Tierversicherung, che ha una quota di mercato di oltre il 70% assicura oltre il 50 % dei bovini da latte tedeschi, quasi il 40% delle scrofe da allevamento e oltre il 25% dei suini da ingrasso.43

Attualmente, non esistono polizze agevolate sul bestiame, ma sono stati soltanto predisposti progetti per l’introduzione di strumenti

43 Informazioni sulle novità del mercato assicurativo zootecnico tedesco sono contenute in Wilkens E., Rasmar G. (2003) Situazione nel settore dell’assicurazione sugli animali, AIAG.

Page 94: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

94

assicurativi innovativi in grado di garantire un’ampia copertura dell’attività zootecnica, per i quali sono previsti contributi pubblici sul premio.

Non esiste, infine, un riassicuratore pubblico incaricato di favorire lo sviluppo delle assicurazioni sul bestiame.

Tabella 23 - Dinamica assicurativa del settore zootecnico tedesco

Anno PolizzePremi

raccoltiRisarcimenti Riserva

Numero compagnie

Numero 1.000 € Numero 1.000 € 1.000 € 1.000 €

1996 120.809 47.558 144.130 40.886 26.219 14.6531997 123.588 48.699 127.699 58.672 33.455 25.217 171998 116.658 47.102 114.343 52.021 28.976 23.045 121999 114.599 45.521 140.592 38.357 19.948 18.409 142000 115.582 45.472 126.125 37.612 19.468 18.144 142001 249.621 67.954 90.875 44.643 18.763 25.880 14

Sinistri

Fonte: GDV (Gesamtverband der Deutschen Versicherungs)

Regno Unito

Nel Regno Unito il sistema delle assicurazioni nel settore zootecnico è interamente gestito dal settore privato senza alcun intervento da parte delle Stato.

Il governo non eroga agli agricoltori sussidi sul pagamento dei premi assicurativi.

Il mercato è essenzialmente gestito dalla compagnie di assicurazione che operano sul mercato londinese e dai Lloyd’s. Il leader di mercato è la NFU Mutual con una quota superiore al 60%.

Per quanto riguarda il funzionamento del mercato in genere, esso è molto standardizzato e le polizze con i relativi premi sono spesso frutto di accordi tra le Compagnie e le associazioni degli allevatori.

La spesa complessiva sostenuta dagli allevatori per fini assicurativi è bassa. Mediamente è stato calcolato che ciascun allevatore spende per assicurare il proprio bestiame una cifra compresa tra le 70£ e le 200£.

Gli strumenti assicurativi più diffusi sono quelli che consentono agli allevatori di coprire le perdite derivanti dalla differenza negativa tra l’importo corrisposto dallo Stato a seguito di determinate malattie

Page 95: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

95

che colpiscono gli allevamenti e l’effettivo valore di mercato degli animali.

Si tratta di prodotti disponibili solo per quelle malattie per le quali è prevista una regolamentazione e un controllo da parte dello Stato. Essi perciò non offrono una copertura globale agli allevatori, in quanto non sono disponibili per tutte le malattie, per tutti gli animali e soprattutto per tutte le aree geografiche. Ad esempio, parecchie compagnie hanno escluso temporaneamente o permanentemente le garanzie delle febbre suina in East Anglia e della Tubercolosi bovina nel South West.

Danimarca

In Danimarca non sono previsti contributi pubblici sul premio delle polizze per il bestiame.

In caso di epidemie, sono concessi risarcimenti pubblici agli allevatori, in base al valore del bestiame fissato dalle autorità veterinarie ed in linea con quanto disposto dalla regolamentazione europea in materia.

Le assicurazioni private sono poco diffuse ad eccezione del settore dei cavalli da corsa. Tuttavia, le assicurazioni contro il rischio di incendio per gli edifici agricoli, generalmente, coprono anche l’eventuale morte degli animali dovuta all’incendio.

Paesi Bassi

Nei Paesi Bassi non esiste alcun intervento pubblico nel settore delle assicurazioni per il bestiame, infatti tale ramo è lasciato totalmente all’iniziativa e alle risorse dei privati. Inoltre, non è in vigore alcuna normativa specifica. Le tipologie di polizze offerte dalle compagnie operanti coprono soprattutto i danni derivanti dalla diffusione di epizoozie ed hanno una limitata diffusione.

Nei Paesi Bassi opera l’Animal Health Fund, un fondo finanziato dagli operatori del settore zootecnico, le cui risorse sono amministrate separatamente in base ai diversi comparti (bovino, suino, avicolo). La sua finalità principale è risarcire gli allevatori dei costi diretti dovuti alle epizoozie. Solo nel caso in cui le risorse del Fondo non sono sufficienti a coprire tutti i costi, allora interviene il governo, fornendo le ulteriori risorse necessarie.

Page 96: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

96

Belgio

In Belgio non esiste un sistema assicurativo per il bestiame, né il mercato privato ha sviluppato polizze particolarmente innovative o significativamente diffuse. Invece, opera una sistema di intervento definito Health, Security of the alimentary chain and environnement finanziato tanto dagli allevatori aderenti quanto dal Governo.

Finlandia

In Finlandia non esistono disposizioni specifiche per le assicurazioni sul bestiame, ma sono previsti dalla normativa una serie di interventi compensativi in caso di gravi epizoozie. Infatti, il governo, in caso di seri danni derivanti da emergenze zoosanitarie, può intervenire con risarcimenti agli allevatori. Un esempio riguarda i risarcimenti per l’abbattimento obbligatorio.

Esistono, con una diffusione limitata, polizze assicurative private contro incidenti (ad es. danni derivanti da incendi) e perdite derivanti da un gruppo molto ristretto di malattie (ad es. la salmonella per i suini).

Non sono previsti contributi pubblici sul premio, né altre forme di agevolazione per la sottoscrizione di polizze assicurative. Inoltre non esiste un sistema riassicurativo pubblico e le compagnie si rivolgono a riassicuratori privati.

Dato che la diffusione di gravi epizoozie in Finlandia è rara, il governo generalmente spende ogni anno meno di un milione di Euro per gli interventi compensativi.

Page 97: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

97

6. CONCLUSIONI

L’analisi degli strumenti assicurativi per la gestione del rischio nel settore zootecnico è stata effettuata iniziando con l’identificazione del “rischio” per le aziende zootecniche. Partendo dai contributi teorici di istituti e studiosi della materia e dalle discussioni nell’ambito del Gruppo Tecnico per la sperimentazione di polizze innovative in agricoltura, istituito presso l’Ismea, si è giunti alla conclusione che la principale , anche se non l’unica, fonte di rischio per le aziende zootecniche deriva dai problemi “zoosanitari” le cui conseguenze possono essere classificate in:

• Danni diretti, a seguito della morte o dell’abbattimento dell’animale che comporta una perdita economica pari al valore di mercato dei capi di bestiame;

• Danni indiretti, nelle aziende bloccate dell’insorgenza di una malattia, causati da:

Ø fermo stalla; Ø mancata produzione; Ø parziale o totale divieto di commercializzazione dei prodotti

zootecnici,; Ø aumento dei costi gestionali, e precisamente dei:

− costi relativi allo smaltimento secondo le normative vigenti;

− costi di alimentazione;

− altri costi.

Quindi, anche i rischi alimentari sono, almeno in parte, una conseguenza indiretta del rischio zoosanitario.

Contro il rischio zoosanitario, come ampiamente descritto nel testo, l’Ue ha messo in atto una politica sanitaria e veterinaria nell’ottica in primo luogo di salvaguardare la sicurezza alimentare dei consumatori e allo stesso tempo fornire indennità dirette agli allevatori per le perdite economiche dovute all’abbattimento dei capi malati.

Nell’ottica di una gestione del rischio , l’Ue incoraggia l’uso di strumenti di copertura del rischio prevedendo la possibilità di contributi al premio assicurativo, come specificato nel Trattato di

Page 98: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

98

Roma (art. 87 paragrafo 2, lettera b) e art. 87 paragrafo 3, lettera c)) e negli Orientamenti comunitari degli aiuti di stato (paragrafo 11.5).

In Italia, in base all’attuale normativa, i principali interventi pubblici finalizzati alla ripresa economica e produttiva delle imprese zootecniche colpite da epizoozie sono i seguenti:

• Indennità dirette (Legge n. 218 del 2 giugno 1988, DM n. 298 del 20 luglio 1989 e successive modifiche);

• Sostegno dei redditi (Art. 6 della legge 14 febbraio 1992, DM del 18 marzo 1993);

• Contributo assicurativo (Art. 9 della legge 14 febbraio 1992, DM del 18 marzo 1993).In tale scenario, gli allevatori italiani

possono ottenere solo una copertura limitata per le perdite conseguenti ad una epizoozia. Infatti, le uniche misure pubbliche applicate fino ad oggi a livello nazionale sono le indennità dirette, mentre i sistemi agevolati di sostegno dei redditi e i contributi assicurativi previsti non hanno trovato ancora concreta applicazione. A ciò si aggiunge la limitata offerta e scarsa diffusione di polizze assicurative a totale carico degli assicurati. Infatti a fronte di una produzione zootecnica di oltre 14.000 milioni di euro, poco più dell’1% è assicurato.

Infine, le pur previste indennità dirette di abbattimento, tranne eccezioni,44 si limitano a coprire solo parte dei danni diretti, pari al valore medio degli animali della stessa specie e categoria, non considerando nella maggior parte dei casi l’attività selettiva dell’allevatore e le perdite indirette, come, ad esempio, quelle derivanti dalle restrizioni di movimento.

Ne consegue che la definizione di nuovi strumenti di gestione del rischio nel settore zootecnico deve tenere conto di almeno due aspetti emersi dal presente lavoro:

44 Ad esempio: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Delibera 22 novembre 2001, n.1130/BSE con la quale è stata fissata, per bovini di razza Frisona Italiana di alto valore genetico, un’addizionale al valore medio di mercato degli animali iscritti ai libri genealogici riportati nel bollettino ISMEA.

Page 99: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

99

A. l’esigenza di integrare i rimborsi pubblici per i danni diretti, soprattutto al fine di tener conto dell’attività selettiva dell’allevatore. In questo modo si difenderebbe il lavoro di anni di selezione, che potrebbe essere invece vanificato da rimborsi corrispondenti, nelle migliori delle ipotesi, ai valori medi di un mercato nazionale influenzato negativamente da importazioni di massa dai paesi eccedentari;

B. l’esigenza di coprire i danni indiretti, ed in particolare i costi causati da:

a. mancata produzione e/o commercializzazione dei prodotti; b. restrizioni di trasferimento (maggiori e non preventivate spese

di alimentazione, ecc.); c. smaltimento della produzione secondo le normative vigenti; d. riacquisto dei capi in sostituzione di quelli abbattuti.

Il primo elemento critico riguarda la possibilità, l’opportunità e le eventuali modalità di introduzione del contributo pubblico sul premio previsto dall’art. 9 della legge 14 febbraio 1992. In particolare, è necessario:

1. individuare meccanismi in grado di evitare fenomeni di sovracompensazione tra le diverse misure pubbliche previste in materia;

2. tenere conto delle specifiche epizoozie per cui è già previsto il contributo:

− afta epizootica;

− peste suina classica;

− peste suina africana;

− vescicolare;

− pleuropolmonite.

Riguardo quest’ultimo punto, è importante sottolineare che le epizoozie assicurabili in modo agevolato sono state specificate nel DM del 18 marzo 1993 e che nei dieci anni trascorsi da allora il rischio zoosanitario ha fatto registrare in Europa una notevole

Page 100: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

100

evoluzione, che emerge non solo dall’analisi e quantificazione diretta dei danni socioeconomici sostenuti in seguito alle diverse emergenze sanitarie dell’ultimo decennio, ma anche dal continuo aggiornamento dalla disciplina Ue in materia di notifiche delle malattie animali trasmissibili in base alle classificazioni dell’Ufficio Internazionale delle Epizoozie (OIE) il cui ruolo è proprio quello di prevenzione e controllo della diffusione delle malattie animali. La prima decisione sulla notifica delle malattie, la 82/894/CEE, obbligava gli Stati Membri a notificare 7 malattie trasmissibili tra le quali non compariva la BSE; l’ultima modifica, la 2002/788/CE ha portato a 20 le malattie da notificare.

Page 101: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

101

APPENDICE 1: OIE - CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE ANIMALI

Lista A

Malattie trasmissibili in grado di diffondersi in modo rapido, indipendentemente dai confini nazionali, con gravi conseguenze socioeconomiche e/o di salute pubblica. Tali malattie sono le più pericolose per il commercio internazionale degli animali vivi e dei relativi prodotti.

Ø Afta epizootica (Foot and mouth disease)

Ø Malattia vescicolare suina (Swine vescicular disease) Ø Peste dei piccoli ruminanti (Peste des petits ruminants)

Ø Dermatosi nodulare (Lumpy skin disease) Ø Febbre catarrale degli ovini (Blue tongue) Ø Peste equina (African horse sickness) Ø Peste suina classica (Classical swine fever) Ø Malattia di Newcastle (Newcastle disease)

Ø Stomatite vescicolare (Vesicular stomatitis) Ø Peste bovina (Rinderpest) Ø Pleuropolmonite contagiosa dei bovini (Contagious bovine

pleuropneumonia) Ø Febbre della Valle del Rift (Rift valley fever)

Ø Vaiolo degli ovini e dei caprini (Sheep pox and goat pox)

Ø Peste suina africana (African swine fever) Ø Influenza aviare (Highly pathogenic avian influenza)

Lista B

Malattie trasmissibili, considerate nell’ambito dei singoli Paesi come un potenziale pericolo socioeconomico e/o di salute pubblica. Potrebbero causare effetti significativi sul commercio internazionale degli animali vivi e dei relativi prodotti.

Page 102: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

102

Bovini

Ø Anaplasmosi bovina (Bovine anaplasmosis) Ø Babesiosi bovina (Bovine babesiosis)

Ø Brucellosi bovina (Bovine brucellosis) Ø Cisticercosi bovina (Bovine cysticercosis) Ø Campilobatteriosi genitale bovina (Bovine genital

campylobacteriosis) Ø Encefalopatia spongiforme dei bovini (Bovine spongiform

encephalopathy) Ø Tubercolosi bovina (Bovine tuberculosis) Ø Dermatofitosi (Dermatophilosis)

Ø Leucosi bovina enzootica (Enzootic bovine leucosis) Ø Setticemia emorragica (Haemorrhagic septicaemia) Ø Rhinotracheite infettiva bovina/vulvovaginite pustolosa infettiva

(Infectious bovine rhinotracheitis / infectious pustular vulvovaginitis)

Ø Febbre catarrale maligna (Malignant catarrhal fever)

Ovini e caprini

Ø Brucellosi ovina e caprina, non dovuta da B. ovis (Caprine and ovine brucellosis)

Ø Artrite/encefalite caprine (Caprine encephalitis-arthritis)

Ø Agalassia contagiosa (Contagious agalactia) Ø Pleuropolmonite contagiosa (Contagious caprine

pleuropneumonia) Ø Clamidiosi ovina (Ovine chlamydiosis) Ø Maedi-visna

Ø Malattia di Nairobi (Nairobi sheep disease) Ø Brucellosi ovina e caprina (Brucella ovis) Ø Adenomatosi polmonare ovina (Ovine pulmonary adenomatosis) Ø Salmonellosi (Salmonellosis) Ø Scrapie

Page 103: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

103

Suini

Ø Brucellosi suina (Porcine brucellosis) Ø Cisticercosi suina (Porcine cystircecosis)

Ø Encefalomielite da enterovirus (Enterovirus encephalomyelitis) Ø Gastro-enterite transmissible (Transmissible gastroenteritis) Ø Rinite atrofica del suino (Atrophic rhinitis of swine) Ø Morbo blu dei suini (Porcine reproductive and respiratory

syndrome) Ø Trichinellosi (Trichillenosis)

Equini

Ø Anemia infettiva degli equini (Equine infectious anemia) Ø Arterite virale equina (Equine viral arteritis) Ø Durina (Dourine)

Ø Encefalite giapponese (Japanese encephalitis) Ø Encefalomielite equina dell'Est o dell'Ovest (Equine

encephalomyelitis Eastern and Western) Ø Encefalomielite equina venezuelana (Venezuelan equine

encephalomyelitis) Ø Acariasi (Acariasis) Ø Influenza equina (Equine influenza) Ø Linfangite epizootica (H.Farciminosum)

Ø Métrite contagiosa equina (Contagious equine metritis) Ø Morva (Glanders) Ø Piroplasmosi equina (Equine piroplasmosis) Ø Rinopolmonite equina (Equine rhinopneumonitis) Ø Surra (Trypanosoma evansi)

Ø Vaiolo equino (Horse pox)

Uccelli

Ø Bronchite infettiva aviare (Avian infectious bronchitis)

Page 104: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

104

Ø Bursite infettiva, malattia di Gumboro (Infectious bursal disease, Gumboro disease)

Ø Clamidiosi aviare (Avian chlamydiosis)

Ø Colera aviare (Fowl colera) Ø Enterite virale dell'anatra (Duck virus enteritis) Ø Epatite virale dell'anatra (Duck virus hepatitis) Ø Laringotracheite infettiva aviare (Avian infectious

laryngotracheitis) Ø Malattia di Marek (Marek's disease) Ø Micoplasmosi aviare, M. gallisepticum (Avian mycoplasmosis, M.

gallisepticum)

Ø Pollorosi (Pullorum disease) Ø Tuberculosi aviare (Avian tuberculosis) Ø Tifosi aviare (Fowl typhoid ) Ø Vaiolo aviare (Fowl pox)

Lagomorfi

Ø Malattia emorragica del coniglio (Rabbit haemorrhagic disease) Ø Mixomatosi (Myxomatosis) Ø Tularemia (Tularemia)

Molteplici specie

Ø Carbonchio (Anthrax) Ø Malattia di Aujeszky (Aujeszky’s disease) Ø Echinococcosi/idatidosi (Echinococcosis/hydatidosis)

Ø Idropericardite infettiva (Heartwater)

Ø Leptospirosi (Leptospirosis) Ø Miasi da Cochliomyia hominivorax (Cochliomyia hominivorax) Ø Miasi da Chrysomya bezziana (Chrysomya bezziana) Ø Paratubercolosi (Paratubercolosis)

Ø Febbre Q (Q fever) Ø Rabbia (Rabies)

Page 105: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

105

Api

Ø Acariasi delle api Ø Peste americana

Ø Peste europea Ø Nosemiasi delle api Ø Varroasi

Pesci

Ø Herpesvirosi del salmone masou Ø Necrosi ematopoïetica epizootica Ø Necrosi ematopoïetica infettiva Ø Setticemia emorragica virale

Ø Viremia primaverile della carpa

Molluschi

Ø Bonamiasi

Ø Aplosporidiosi Ø Marteiliosi Ø Mikrocytosi Ø Perkinsosi.

Page 106: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

106

APPENDICE 2: POLIZZA AGEVOLATA PER LA COPERTURA DEI COSTI DERIVANTI DALL’ELIMINAZIONE DEI BOVINI MORTI IN SPAGNA45

Ambito di applicazione

L’ambito di applicazione della polizza assicurativa è costituito dagli allevamenti di bestiame bovino situati nelle seguenti regioni autonome:

Andalucia, Canarias, Catalana, Murcia , Argon, Cantabria , Extremadura, Navarra, Asturias, Castilla La Mancha, Galicia, Valenciana, Baleares, Castilla y Leon, Madrid , Pais Vasco.

Ai fini della copertura assicurativa, si intende per attività zootecnica: qualunque struttura, o, nel caso di allevamenti di tipo estensivo, qualunque luogo sul territorio spagnolo in cui sono tenuti, allevati o curati animali, tra quelli considerati dalla stessa polizza.

Allevamenti assicurabili

Sono assicurabili gli allevamenti iscritti al Libro de Registro de Explotacion.46

Per ogni singolo assicurato vengono considerati in modo differente gli allevamenti iscritti separatamente nel Libro de Registro de Explotacion.

Tutti gli allevamenti, la cui copertura assicurativa è gestita dallo stesso allevatore o, in comune, dalla stessa associazione agricola, devono essere inclusi obbligatoriamente in un’unica dichiarazione di assicurazione.

45 Le condizioni illustrate sono contenute in: Orden APA/2002 de diciembre, por la que se definen el ambito de aplicacion, las condiciones tecnicas minimas de explotacion, preciso y fechas de suscripcion en relacion con el seguro para la copertura de los gastos derivados de la destruccion de animales bovinos muertos en la explotacion, compendido en el plan anual de seguros agrarios combinados para el ejercicio 2003. Condiciones especiales del seguro para la copertura de los gastos derivados de la destruccion de animales bovinos muertos en la explotacion. 46 Tale anagrafe è disciplinata principalmente dai seguenti provvedimenti: RD 205/1996 (BOE de 29 de febrero) e RD 1980/98 (BOE de 6 de octubre).

Page 107: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

107

Il titolare dell’assicurazione è chi figura come proprietario dell’allevamento nel Libro de Registro de Explotacion.

Si considera come sede dell’allevamento, quella che risulta dal Libro de Registro de Explotacion. Gli animali sono protetti dalle garanzie dell’assicurazione sia presso la sede dell’allevamento, così come al suo esterno.

Ai fini assicurativi, si considereranno i seguenti sistemi di allevamento:

− allevamento di tipo estensivo;

− allevamento di tipo intensivo. Per ogni allevamento assicurato sono coperti tutti gli animali

identificabili singolarmente mediante marca auricolare e dotati del Documento de Identificacion de Bovinos. Non risulterà assicurata e conseguentemente non avrà diritto ad alcun risarcimento qualunque capo che, sebbene sia stato identificato individualmente, non risulti iscritto nel Libro de Registro de Explotacion.

I vitelli sono protetti dalla nascita fino all’iscrizione al Libro de Registro de Explotacion, a condizione che si sia rispettata la disciplina in materia 47 e che anche la madre sia coperta da assicurazione.

In base a quanto risulta dal Libro de Registro de Explotacion, ogni assicurato è tenuto a dichiarare il numero di animali appartenenti ad ognuno dei propri allevamenti.

Sono escluse dalle garanzie di questa polizza assicurativa le eliminazioni di animali ordinate dai Servizi Veterinari Pubblici.

Condizioni tecniche di allevamento

In caso di morte di un animale, questo dovrà essere collocato all’entrata dell’allevamento, in un luogo di facile accesso per il veicolo che dovrà effettuare il ritiro.

L’allevatore deve rispettare tutte le disposizioni in materia di programmi nazionali di eradicazione delle malattie animali48, così come i rispettivi regolamenti per la prevenzione 49 e qualunque altra

47 RD 1980/98 (BOE de 6 de octubre). 48 RD 2611/1996. 49 RD 348/2000.

Page 108: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

108

norma statale o regionale in vigore che riguardi la gestione del rischio riguardante l’assicurato.

In caso del mancato rispetto delle condizioni tecniche minime di produzione, l’assicuratore potrà ridurre il risarcimento proporzionalmente al danno derivante dalle irregolarità dell’assicurato. Comunque, nell’evenienza in cui l’assicurato non agevoli l’accesso all’allevamento e alla documentazione in caso di ispezione per il controllo dell’adempimento delle condizioni tecniche minime, l’assicuratore può sospendere le garanzie sull’allevamento fino al compimento delle verifiche richieste.

Valore unitario degli animali

Il valore base medio, da applicare agli animali ai fini del calcolo del capitale assicurato, è stabilito in riferimento alla Tabella 24. Tale valore riguarda tutti gli animali assicurati.

Tabella 24 - Valore unitario ai fini del calcolo del capitale assicurato

Regione autonoma Euro per capoAndalucia 294Aragon 290Asturias 228Baleares 300Canarias 275Cantabria 291Castilla-LaMancha 281Castilla y Leon 150Cataluna 150Extremadura 250Galicia 241Madrid 270Murcia 276Navarra 263

Alava 223Pais Vasco Guipuzcoa 236

Vizcaya 264Valencia 263

Page 109: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

109

In caso di sinistro indennizzabile, il valore unitario ai fini del risarcimento è fissato in base alla Tabella 25.

Tabella 25 - Valore unitario ai fini del risarcimento Regione autonoma

età inferiore a sei mesi

età compresa tra sei e dodici

mesi

età superiore a dodici mesi

Andalucia 75,64 151 293Aragon 72,57 197 290Asturias 66,11 177 228Baleares 300 300 300Canarias 274 274 274Cantabria 106 159 290Castilla-LaMancha 90 216 281Castilla y Leon 60 120 150Cataluna 60 105 150Extremadura 90 206 250Galicia 90 190 241Madrid 81 193 270Murcia 110 231 276Navarra 92 175 262

Alava 65 130 222Pais Vasco Guipuzcoa 52 130 236

Vizcaya 79 186 264Valencia 92 148 262

Euro per capo

Eccezionalmente, l’ENESA può modificare i precedenti valori unitari, dandone comunicazione ad AGROSEGURO.

Periodo di garanzia

Le garanzie dell’assicurazione cominciano con l’inizio della validità della polizza e durano un anno, o comunque fino all’eventuale cancellazione dell’animale dal Libro de Registro de Explotacion.

Si considera effettuata la vendita dell’animale assicurato quando è caricato sul veicolo di trasporto e, nel caso in cui il trasporto avviene senza veicoli, a consegna avvenuta.

Sottoscrizione e validità dell’assicurazione

Considerato quanto disposto dal Piano assicurativo agricolo annuale, il periodo di sottoscrizione dell’assicurazione per la copertura

Page 110: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

110

dei costi derivanti dall’eliminazione dei bovini morti, inizia il 15 gennaio e termina il 31 dicembre del 2003.

Nel caso della regione autonoma della Cantabria, il periodo di sottoscrizione inizia il primo marzo.

L’allevatore che sottoscrive questa polizza è tenuto ad assicurare la totalità dei suoi allevamenti di bestiame bovino che rientrano nel rispettivo ambito di applicazione, in un’unica dichiarazione di assicurazione.

Gli assicurati devono rendere disponibili alle regioni autonome e agli altri enti ed istituti incaricati in materia le informazioni necessarie per la realizzazione delle verifiche di vigilanza epidemiologica. Tali dati verranno quindi elaborati da una banca dati informatizzata, in base alle disposizioni previste.50

L’ENESA, nel rispetto delle proprie funzioni, è tenuta ad adottare tutti gli strumenti necessari per favorire l’applicazione delle precedenti condizioni.

50 Ley Organica 15/1999, de 13 de diciembre.

Page 111: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

111

BIBLIOGRAFIA AA.VV. (2003), Le garanzie assicurative per produzioni agricole e

bestiame, L’informatore agrario, novembre 2003.

AGROSEGURO (1998 - 1999 - 2000 - 2001 - 2002), The Multiperil Crop Insurance in figures, Agrupacion Espanola de Entidades Aseguradoras de los Seguros Agrarios Combinados, Madrid.

AGROSEGURO (1998 – 1999 – 2000 – 2001), Informe anual, Agrupacion Espanola de Entidades Aseguradoras de los Seguros Agrarios Combinados, Madrid.

ASSALZOO (2003), Annuario 2003, Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici.

Barnaby G.A., Jr. (2003), Livestock risk protection: a new insurance contract for cattle, Research and Extension Kansas State University.

Burgaz J., M. Perez-Morales (1996), 1902 – 1992 90 Anos de seguros agrarios en Espana, Serie Estudios, Ministerio de Agricultura, Pesca y Alimentacion – Secreteria General Tecnica, Madrid.

Capua I., Mulinelli F. (2001), Influenza aviaria: testo e atlante, Papi editore, Bologna.

CRPA (2003), Costi di produzione e di trasformazione del latte in Emilia-romagna, Centro ricerche produzioni animali, Reggio-emilia.

Dismukes, Robert, Recent Developments in Crop Yield and Revenue Insurance, Economic Research Service, U.S. Department of Agriculture.

Dismukes, Robert and Monte Vandeveer (2001), U.S. Crop Insurance: Premiums, Subsidies and Partecipation, Agricultural Outlook. AGO-287. Economic Research Service, U.S. Department of Agriculture.

Durando G. (2002), Economia dei mercati zootecnici, Edagricole, Bologna.

Page 112: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

112

Edwards W. (2002), Livestock Gross Margin, Iowa Pork Producers Headlines, luglio 2002.

ENESA (2002), Advanced Seminar – Risk management in Mediterranean agriculture: agricultural insurance, Entidad Estatal de Seguros Agrarios, Zaragoza.

ENESA (2002), Garantice su renta, Entidad Estatal de Seguros Agrarios, Madrid.

ENESA (2003), Mas seguridad y mayor garantia de rentas para el campo espanol, Entidad Estatal de Seguros Agrarios, Madrid.

Ferri M., Giaccone V. (2003), Il sistema Monte Carlo e la Valutazione Quantitativa del Rischio microbiologico nell’igiene degli alimenti, Il Progresso Veterinario.

Frugola L., Sacchi C., Zanardi G., (1998), La peste suina classica in Provincia di Varese, L’Osservatorio, anno 1, n. 1, ottobre 1998.

Grazzani R. (1984), Zooeconomia, Clesav, Milano.

INEA (2003), L’agricoltura italiana conta, Istituto nazionale di economia agraria, Roma.

IRMA (2002), Strategies to manage animal disease control costs: availability of insurance, Institute of Risk Management in Agriculture, Wageningen.

IRMA (2002), The feasibility of an insurance for livestock epidemics in the pig sector, Institute of Risk Management in Agriculture, Wageningen.

ISMEA, Osservatorio latte (2003), Il mercato della carne bovina, FrancoAngeli, Milano.

ISMEA, Osservatorio latte (2002), Il mercato del latte, FrancoAngeli, Milano.

ISMEA (2002), Rapporto annuale , Roma.

ISMEA (2003), Statistiche del settore carne, Roma.

IZSAM, Linee guida per l’analisi dei rischi, Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”.

Page 113: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

113

IZSAM (1998), Studio e verifica di una procedura per l’analisi e la gestione dei rischi derivanti dal commercio nazionale ed internazionale di animali vivi e dei relativi prodotti, Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”.

LAV - Osservatorio nazionale zoomafia (2003), Rapporto zoomafia 2003, Lega antivivisezione, Roma.

Ministere de l’Agriculture et de la Peche, Ministere de l’Economie des Finances et de l’Industrie (2000), Rapport sur l’assurance recolte et la protection contre les risques en agriculture, Paris.

Ministerio de Agricoltura Pesca y Alimentacion (1998), The Spanish Agrofood – Sector Facts and Figures, Madrid.

Ministerio de Agricoltura Pesca y Alimentacion (2000), Los sistemas de proteccion de riesgos en la agricoltura del Siglo XXI, Madrid.

Ministerio de Agricoltura Pesca y Alimentacion (2002), International conference – Agricultural insurance and incombe guarantees, Madrid.

Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (2000), La zootecnia bovina italiana: gli scenari post 2000, Atti del Convegno nazionale, MIPAF, giugno 2000, Cremona.

Parlamento europeo (2002), Gli aspetti economici e veterinari dell’ultima crisi di afta epizootica nell’UE, Direzione Generale degli Studi.

Parlamento europeo (2002), Sintesi dell’audizione organizzata dalla commissione temporanea sull’afta epizootica sulle assicurazioni contro i rischi finanziari collegati alle epizoozie, Direzione Generale degli Studi.

Wilkens E., Rasmar G. (2003) Situazione nel settore dell’assicurazione sugli animali, AIAG.

Zucchi G. (2001), Zooeconomia: Economia del sistema delle produzioni animali, Avenue media, Bologna.

Page 114: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

114

Siti web

AIA – Associazione Italiana Allevatori: http://www.aia.it.

Administracion general del Estado, informacion EEB: http://www.eeb.es.

AGROSEGURO – Agrupacion Espanola de Entitades Aseguradoras de los Seguros Agrarios Combinados: http://www.agroseguro.es.

ANAS – Associazione nazionale allevatori suini: http://www.anas.it.

ASSALZOO - Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici: http://www.assalzoo.it.

AVEC – Association of poultry processors and poultry import and export trade in the EU countries: http://www.avec.dk/Avec.nsf.

CCR - Caisse Centrale de Réassurance: http://www.ccr.fr.

CEA - Centro per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie animali e neuropatologie comparate: http://www.to.izs.it/CEAINDICE.HTM.

CEREV – Centro epidemiologico regionale dell’Emilia Romagna: http://www.comune.bologna.it/iperbole/izsle/cerev.html.

Commissione europea - Direzione Agricoltura: http://europa.eu.int/comm/agriculture/index_it.htm.

CREV – Centro regionale di epidemiologia veterinaria del Veneto: http://crev.regione.veneto.it/index.php.

EFSA – European Food Safety Authority: http://www.efsa.eu.int.

ENESA – Entidad Estatal de Seguros Agrarios: http://enesa.mapya.es/pls/enesa/pwe.

FCIC – Federal Crop Insurance Corporation: http://www.rma.usda.gov/aboutrma/fcic.

FNOVI – Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani: http://www.ilprogressoveterinariofnovi.it.

IPPA – Iowa Pork Producers Association: http://www.iowapork.org.

IRMA – Institute of Risk Management in Agriculture: http://www.irma.nl.

ISS – Istituto Superiore di Sanità: www.iss.it.

Page 115: ANALISI DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISCHIO ... - … · analisi degli strumenti di gestione del rischio per il settore zootecnico ismea aprile 2004

115

ISTAT – Istituto nazionale di statistica: http://www.istat.it.

IZSAM - Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”: www.izs.it.

IZSS – Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna: http://www.izs-sardegna.it/home.asp.

IZSUM – Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche: http://www.pg.izs.it.

Ministerio de Agricoltura, Pesca y Alimentacion: http://www.mapya.es.

National Ag Risk Education Library: http://www.agrisk.umn.edu.

OEVRL – Osservatorio epidemiologico veterinario regionale della Lombardia: http://www.oevr.org.

OIE – Office International des Epizooties: http://www.oie.int.

OCVE - Organizacion Colegial Veterinaria Espanola: http://www.colvet.es.

RMA – Risk Management Agency: http://www.rma.usda.gov.

Sistema di identificazione degli allevamenti e dei capi bovini: http://www.anagrafe.izs.it/index.html.

SIPA – Società Italiana di Patologia Aviare: http://www.patologiaviarie.org/home.html.

UNA – Unione Nazionale dell’Avicoltura: http://www.unionenazionaleavicoltura.it.

UPA – Union de Pequenos Agricultores y Ganaderos: http://www.upa.es.