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1 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI, OTTOBRE 2015 – 2016 Titolo del Progetto: Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico, strumento di promozione locale. Il territorio e le sue peculiarità.
Il Franciacorta
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UNPLI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI BANDO UNSC OTTOBRE 2015 - 2016
TITOLO DEL PROGETTO SCN:
Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico,
strumento di promozione locale. Il territorio e le
sue peculiarità.
A cura di Giovanni Paolo Febretti, Volontario Servizio Civile Nazionale UNPLI, presso la
pro loco comunale di Cazzago San Martino (BS).
Referenti del progetto:
Bernardina Tavella, Responsabile Nazionale Servizio Civile UNPLI
Giuliano Caramanti, responsabile Regionale Servizio Civile UNPLI Lombardia
Varinia Andreoli, OLP (operatore locale progetto), Pro loco comunale Cazzago San Martino Alessandra Cardellino, Formatore Specifico, Pro loco comunale Cazzago San Martino
3 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNPLI, OTTOBRE 2015 – 2016 Titolo del Progetto: Riscoperta e valorizzazione del cibo tipico, strumento di promozione locale. Il territorio e le sue peculiarità.
INDICE
Introduzione
Le origini
Dove si produce
Come si produce il Franciacorta
Tipologie e dosaggi
Abbinamenti
La Strada del Vino e le cantine sul territorio
Principali manifestazioni
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Introduzione
In Georgia da circa 13mila anni è coltivata la vitis vinifera considerata la madre di tutti i
vitigni moderni. È certo che la coltivazione e produzione del vino sia contemporanea a
quella dei cereali e dell’olivo, da attribuirsi a 8/10 millenni a.C. ed affonda le sue origini
nell’epoca Neolitica. Nel villaggio di Hajji Firuz Tepe, situato nel nord-ovest dell’Iran
risalente a 7000 anni fa, in uno scavo archeologico nella seconda metà del 1900 furono
rinvenute delle giare in terracotta, contenenti resti di una sostanza riconducibile a
grappoli d’uva. Dopo queste notizie possiamo affermare che la vite è arrivata sino a noi
molto probabilmente dall’Asia, passando dalla Mesopotamia per poi approdare nella
nostra Penisola e in tutto il resto del Vecchio mondo. Oltre che nel Vecchio continente
la pianta dell’uva cresceva rigogliosa anche nel continente americano. Qui però la sua
qualità si dimostrò inferiore rispetto a quella orientale infatti, i primi coloni, dopo aver
provato a ricavare del buon vino da queste piante, si resero conto della scarsa rendita di
questo vitigno e cosi decisero di importare i propri prodotti nel Nuovo mondo.
Ma ora torniamo all’argomento che più ci interessa da vicino: Come si è arrivati al
famoso vino con le “bollicine” Franciacorta ?
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Le origini
Si può affermare che la storia del
Franciacorta ebbe inizio verso la metà
degli anni ‘50, quando l’enotecnico
Franco Ziliani si rivolse a un
gentiluomo di campagna che
produceva vino da tavola fermo, tale
Guido Berlucchi. Il sogno di Ziliani era
quello di produrre vino con metodo
classico, guardando il modello dello
Champagne, nel suo territorio natale,
la Franciacorta e decise di proporre
questo progetto al signor Berlucchi. Fu
così che anche grazie all’aiuto
dell’amico Giorgio Lanciani, i tre
gettarono le basi per la produzione
spumantistica in Franciacorta. Il
risultato finale però non fu subito
positivo, furono necessarie diverse
annate negative per arrivare ad un
prodotto di qualità: l’anno era il 1961 e
vennero sigillate 3000 bottiglie di Pinot
di Franciacorta che stappate l’anno
successivo si rivelarono ottime.
Nacque così il Franciacorta.
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Dove si produce
Sulle colline della Franciacorta, la coltivazione della vite ha origini remote, come
testimoniano i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica. Il ricco materiale
archeologico rinvenuto, come ad esempio i resti di palafitte ritrovati nella zona delle
Torbiere del Sebino, racconta come qui si stanziarono popolazioni primitive, alle
quali subentrarono via via i Galli, i Romani e i Longobardi. La coltivazione della vite
fu una costante della Franciacorta, dove, dall’epoca romana al periodo tardo-antico
fino al pieno medioevo, crebbero vigneti anche grazie alle favorevoli condizioni
climatiche e pedologiche. Con alti e bassi, la viticoltura in queste terre non
s’interruppe mai.
Le zone (definite dal disciplinare) in cui si possono coltivare uve per la produzione
del Franciacorta comprendono i comuni di: Brescia, Adro, Capriolo, Cazzago San
Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Cortefranca, Erbusco, Gussago, Iseo,
Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo,
Rodengo Saiano e Rovato.
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Come si produce
I 30 giorni compresi tra la seconda
decade di agosto e la prima di
settembre sono i giorni indicati alla
vendemmia delle uve per il
Franciacorta. Questa viene fatta
rigorosamente a mano ed i vitigni
dopo essere stati pressati fermentano
la prima volta andando a formare la
cuvée, infatti il Franciacorta non è
composto da singole uve, di diverse
qualità quali il chardonnay,
e il pinot bianco (massimo 50%). Ora si
è pronti per l’imbottigliamento ed è
proprio in questa fase che il nostro
Franciacorta inizia a prendere forma:
alla cuvée vengono aggiunti lieviti e
zuccheri in quantità variabili in base
alla qualità di spumante che vogliamo
andare ad ottenere. Le bottiglie
vengono poi tappate con dei tappi
metallici che serviranno a contenere la
pressione che si verrà a creare
all’interno delle bottiglie e posizionate
orizzontalmente. Ha ora inizio la
seconda fermentazione, questa in
bottiglia, che grazie all’anidride
carbonica creatasi all’interno di essa
creerà nel nostro vino le famose
bollicine.
Le nostre bottiglie, dopo un periodo di
affinamento che solitamente va dai 18
fino ad oltre 60 mesi, vengono
posizionate su degli appositi cavalletti
chiamati pupitre che mantengono le
nostre bottiglie con il collo rivolto in
basso. Questo insieme alla giornaliera
rotazione delle bottiglie (1/8 di giro al
giorno) serve a far si che i sedimenti e
le impurità createsi con la seconda
fermentazione si depositino nel tappo.
La fase successiva consiste nel far si
che vengano espulsi i residui bloccati
all’interno del tappo (sboccatura): per
far questo si congela parte del collo
della bottiglia ed in seguito la si stappa
per far si che la sezione congelata
venga eliminata.
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Nell’ultima fase si procede con il
rabbocco delle bottiglie con lo
sciroppo di dosaggio formato da vino
Franciacorta e zucchero: la quantità di
zucchero andrà ad influire sul gusto del
vino in base alla qualità che vogliamo
produrre; si passa dai 3 g/l per non
dosato dove gli zuccheri consistono nel
residuo naturale del vino per arrivare
ai 32/50 g/l del demi-sec. Ora la nostra
bottiglia verrà tappata nuovamente,
ma stavolta con un tappo a fungo ed
una gabbietta metallica per far si che
la pressione presente nella bottiglia
non lo faccio saltare. Siamo arrivati
così al nostro prodotto finito con tanto
di Contrassegno di Stato DOCG.
Tipologie
In base ai quantitativi e alle qualità di uve utilizzate per la preparazione, andiamo
scoprire che non esiste solamente “un” Franciacorta, bensì diverse tipologie che ora
andremo ad elencarvi.
Franciacorta: questa tipologia è costituita da Chardonnay e/o Pinot nero alle
quali possono essere aggiunte fino ad un 50% di Pinot bianco. Questa qualità
rifermenta in bottiglia per minimo 18 mesi ed il suo periodo di maturazione è di
almeno 25 mesi dalla vendemmia. Caratterizzato da un perlage fine e persistente
ha un sapore sapido ed aromatico.
Franciacorta Satén: è costituito per la maggior parte da uve Chardonnay, ma può
avere una aggiunta di Pinot bianco fino ad un massimo di 50%. La sua morbidezza
gustativa è data dall’accurata scelta dei vini di base e da una minore pressione
presente in bottiglia. È caratterizzato da un perlage finissimo ed una freschezza
che ricorda le note delicate della seta da cui deriva il nome stesso.
Franciacorta Rosé: si forma grazie all’unione di Pinot nero (minimo 25%),
Chardonnay e Pinot bianco (massimo 50%). Le uve di Pinot nero fermentano a
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contatto con le bucce il tempo necessario per conferire al vino la tonalità
desiderata, oppure nasce dall’assemblaggio con Chardonnay e Pinot bianco. Il
Pinot nero da a questo Franciacorta un corpo e un sapore particolare oltre ai
sapori tipici del vitigno.
Queste tre tipologie possono acquisire maggiore personalità e raffinatezza con
periodi di affinamento e maturazione maggiori, come nel caso del Franciacorta
Millesimato e il Franciacorta Riserva.
Franciacorta Millesimato: si definisce millesimato in quanto tutto il vino
proviene da un’unica annata (minimo 85%). Lo si produce quando l’anno è
particolarmente qualitativo e si valorizza con affinamenti più lunghi. Devono
passare almeno 37 mesi dalla vendemmia prima che esso venga messo in
vendita. Il sapore dei Franciacorta millesimati rispecchia le caratteristiche
climatiche dell’annata che conferisce al vino una personalità gustativa e
sensoriale, qualità aumentata dalle uve utilizzate nella vendemmia.
Franciacorta Riserva: i Franciacorta Riserva sono dei Millesimati dalle particolare
eccellenza qualitativa che per esprimere al meglio il loro potenziale restano in
sosta sui lieviti per molti anni. Il Disciplinare impone una sosta di almeno 5 anni, il
Franciacorta Riserva viene messo in vendemmia circa 67 mesi dopo la
vendemmia. Le sue particolarità gustative ed olfattive sono dovute al lungo
periodo di affinamento in bottiglia.
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Inoltre, in base alla quantità di liqueur de tirage (=sciroppo di vino preparato per il
processo di spumantizzazione, contenente zucchero raffinato di canna o di
barbabietola, lieviti e sostanze minerali) i Franciacorta si differenziano in:
Non dosato: la componente zuccherina è costituita per la maggior parte dal
residuo naturale del vino; è considerato il più secco (= si dice di vino che al gusto
non manifesta alcuna sensazione di dolcezza) della gamma Franciacorta.
Extra Brut: molto secco, l’aggiunta di zucchero arriva fino ad un massimo di 6 g/l
(= grammi per litro).
Brut: meno secco dell’Extra Brut, è considerata la tipologia più versatile di
Franciacorta e può avere un’aggiunta di zuccheri inferiore a 12 g/l.
Extra Dry: un Franciacorta morbido, dal dosaggio (12-17 g/l) leggermente
maggiore rispetto al Brut.
Sec o Dry: leggermente abboccato (=vino a tendenza dolce) con una quantità di
zucchero che va da 17 a 32 g/l.
Demi-sec: si abbina bene con i dolci, ha un sapore abboccato dovuto all’elevato
dosaggio zuccherino (33-50 g/l).
Abbinamenti a tavola
Le diverse tipologie di Franciacorta si abbinano a un’ampia gamma di piatti grazie
alla sua versatilità e alle sue varie tipologie. In base a queste ora andremo ad
indicare alcuni abbinamenti a pietanze che possono esaltare al meglio i sapori del
piatto e di ciò che stiamo degustando.
Ad un Franciacorta non dosato saremmo propensi ad abbinare un piatto tipico del
comune di Rovato: il manzo all’olio. Questo piatto si racconta abbia origine nel
lontano XVI secolo, quando il comune di Rovato si trovava sulle linee commerciali
tra Milano e Venezia. Proprio per questo motivo i mercanti si potevano permettersi
merci “marine” come le acciughe che sono uno degli ingredienti principali del nostro
manzo all’olio. Per dar maggior visibilità a questo prodotto, a Rovato, è stato anche
istituito “Il mese del manzo all’olio”, mese in cui a Rovato i ristoratori offrono a
prezzi particolari menù a base di manzo all’olio e polenta.
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Ad un extra brut invece vorremmo associare un piatto meno “famoso” del manzo
all’olio, ma altrettanto presente nella tradizione del lago d’Iseo, in particolar modo
del paese da cui prende il nome ovvero Clusane. Il piatto di cui stiamo parlando è
l’anguilla ripiena alla clusanese. Il pesce di lago un tempo era considerato
un’importante materiale gastronomico per gli abitanti delle riviere lacustri, mentre
oggi questo è quasi una rarità e lo si può mangiare solamente al ristorante. Oggi
invece dovremmo concederci più spesso un piatto come quello che mangiavano i
nostri nonni per mantenere in vita tradizioni che altrimenti andrebbero perse.
Arriviamo ora al Franciacorta brut. Attualmente quest’ultimo è il primo ed unico
spumante italiano ad essere prodotto esclusivamente tramite rifermentazione in
bottiglia. Inoltre il Franciacorta è uno fra gli unici dieci prodotti vinicoli europei a
poter riportare sull’etichetta il solo nome Franciacorta senza la sigla DOCG. Per
intenderci basta il nome ad identificarne la qualità. Tornando agli abbinamenti a
tavola, al nostro brut vogliamo associare uno dei piatti tipici della nostra terra: lo
spiedo bresciano. Tipico del comune di Gussago, lo spiedo bresciano è consumato in
quasi tutta la provincia con accorgimenti dovuti alle tradizioni del luogo in cui lo si
desideri mangiare. Le tipologie di carne usate più spesso per lo spiedo sono: lonza e
coppa suina, uccelli di cacciagione (solo negli ultimi anni ne è stato interdetto il
consumo per tutti i ristoranti e locali pubblici) e costolette di maiale. Ad
intermittenza tra i vari pezzi di carne vengono inserite foglie di salvia e patate
tagliate a fette. Dopo un lungo periodo di cottura sulle braci lo spiedo viene servito
con polenta e intingolo (=burro fuso utilizzato per la cottura dello spiedo). Data la
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sua versatilità, a questo ricco piatto abbiamo deciso di accostare il brut che è uno
dei vini più significativi della nostra terra.
Ad un Franciacorta extra dry ci sentiamo di affiancare un’altra pietanza tipica della
zona lacustre: la frittura di paranza. Questa ricetta è presente in quasi tutti i
ristoranti tipici sul lago d’Iseo, dove viene preparata friggendo pesci di piccolo taglio.
La frittura va mangiata caldissima e viene spesso servita a tavola accompagnata da
spicchi di limone il cui succo è molto apprezzato come condimento.
Arriviamo ora al sec ed al demi-sec i due Franciacorta più dolci, quelli con maggiore
aggiunta di liqueur de tirage. A questi vini consumati principalmente alla fine dei
pasti, per accompagnare il dolce, vogliamo accostare una buona torta di rose e la
bossolà, un tradizionale dolce natalizio bresciano. Le origini del suo nome sono
abbastanza incerte; alcuni data la sua forma tondeggiante e concava lo associano
alla bussola; altri, in particolare nella bassa bresciana, la chiamano bissolà, per la sua
vaga somiglianza con una biscia (in dialetto bresciano biss) arrotolata.
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La Strada del vino e le cantine sul territorio
L’associazione Strada del Franciacorta, fondata nel 2000, ha lo scopo di promuovere
e sviluppare l’enorme potenzialità del turismo, in particolar modo quello
enogastronomico, nel territorio Franciacortino. La Strada del vino percorre quasi
completamente il territorio da cui prende il nome passando tra vigneti, boschi,
abazie e castelli. Se vogliamo però delineare un vero e proprio percorso ci sentiamo
di segnalare quello che parte da Paratico ed arriva a Brescia come delineato nella
cartina sottostante.
Ecco ora una carrellata dei principali paesi attraversati da questo itinerario: con
partenza da Paratico come detto in precedenza attraverseremo Capriolo ed Adro
per arrivare nel comune di Corte Franca dove, dopo aver attraversato le sue frazioni,
approderemo a Borgonato, celebre paese dove tutto ebbe inizio. Lasciandoci alle
spalle Borgonato e proseguendo sulla strada del vino faremo tappa ad Erbusco,
paese in cui troviamo il Consorzio del vino di Franciacorta. I paesi passano, ma i
paesaggi che ci circondano saranno sempre caratterizzati da vigneti e campi
coltivati. La prossima tappa del nostro percorso ci porterà a Rovato, celebre per uno
dei piatti più gustosi della zona. Subito dopo Rovato arriviamo a Calino famoso per
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essere una tappa fondamentale de “la corsa più bella del mondo”: la Mille Miglia.
Rimanendo nei pressi di Calino attraverseremo poi Bornato e Passirano dove
possiamo visitare dimore storiche, castelli ed innumerevoli cantine produttrici di
vino Franciacorta. Dopo Passirano arriviamo a Monticelli Brusati che oltre per le sue
colline coltivate è famoso per un sentiero nella stretta Val Gaina dove l’erosione del
torrente ha creato un percorso facilmente percorribile immersi nella natura tra
boscaglia e cascatelle naturali. Una delle ultime tappe prima di arrivare a Brescia è
Gussago. Qui nelle numerose osterie e trattorie avremo la possibilità di assaggiare il
vero spiedo bresciano famoso in tutta la provincia.
Ecco ora l’elenco delle cantine presenti sul territorio:
1701 Franciacorta
Abrami Elisabetta
Al Rocol
Alberelle di Luca Dabeni Zefferino
Antica Fratta
Az. Agr. Fratelli Berlucchi
Az. Agr. Massussi Luigi
Az. Agr. Santo Stefano
Azienda vitivinicola a conduzione
biologica dal 2006 La Riccafana di
Riccardo Fratus
Barboglio de Gaioncelli
Bariselli Gabriella
Barone Pizzini
Bellavista
Berlucchi Guido
Bersi Serlini
Biondelli
Boccadoro
Bonfadini
Borgo La Gallinaccia
Bosio
Brutell
Cà del Vént
Ca' dei Colli
Ca' del Bosco
Camossi
Cantina Chiara Ziliani
Cantine Berardi
Cantine Manessi
Capoferri Mario
Cascina Carretto
Cascina San Pietro
Castel Faglia - Monogram
Castello Bonomi Tenute in
Franciacorta
Castello di Gussago - La Santissima
Castelveder
Cavalleri
Ciapél
Cintus
Clarabella
Cola Battista
Colline della stella di Andrea Arici
Contadi Castaldi
Cooperativa Cellatica Gussago
Cornaleto
Corte Aura
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Corte Fusia
CorteBianca
Del Castello di Orlando
Derbusco Cives
Due Gelsi
F.lli Bovi
Facchetti
Faccoli Lorenzo
Ferghettina
Foresti
Franca Contea
Gatti Enrico
Il Dosso
La Boscaiola
La Casotta
La Costa di Ome
La Fiòca
La Fiorita
La Manèga
La Montina
La Rotonda
La Torre
La Valle
Lantieri de Paratico
Le Cantorìe
Le Due Querce
Le Marchesine
Le Quattro Terre
Lo Sparviere
Lovera
Majolini
Marchese Antinori Tenuta Montenisa
Marzaghe
Milesi Giovanni
Mirabella
Monte Alto società agricola
Monte Rossa
Montorfano de Filippo
Monzio Compagnoni
Mosnel
Pian del Maggio
Plozza Ome
Priore
Quadra
Ricci Curbastro
Riva di Franciacorta
Romantica Franciacorta
Ronco Calino
San Cristoforo
Santa Lucia
Santus
Solive
Sullali
Tenuta Ambrosini
Tenuta Montedelma
Tenuta Moraschi
Tenuta Villa Crespia
Terra Donata
Torreggiani
Turra
Uberti
Ugo Vezzoli Franciacorta
Valle
Vezzoli di Vezzoli Giuseppe
Vigna Dorata
Villa Franciacorta
Villa Giuliana
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E questo è solo l’elenco delle cantine consorziate, oltre a queste ci sono diverse
cantine che non fanno riferimento al Consorzio di Franciacorta e che comunque
producono vino sul territorio.
Qui alcuni numeri del Franciacorta:
5 marzo 1990 Nascita Consorzio Franciacorta
1995 Assegnazione DOCG
109 Le cantine associate
19 I comuni che costituiscono la Franciacorta
2800 Gli ettari vitati Franciacorta DOCG
350 Gli ettari vitati Curtefranca DOC
15.475.977 Le bottiglie vendute nel 2014 di cui 1.428.993 all’estero (9,2%)
Le principali manifestazioni
Durante tutto l’anno, in particolar modo da maggio a settembre, vengono
organizzate numerose manifestazioni per far conoscere meglio ai turisti ed agli
abitanti locali più scettici la qualità e la vastità di un prodotto quale il Franciacorta.
Questi eventi hanno in comune il voler valorizzare oltre al bollicine anche il territorio
ed i piatti della tradizione, infatti, durante alcuni di questi eventi, ci si trova a vagar
nel bel mezzo di vigneti di cantine rinomate per poi fermarsi in punti ristoro ove si
ha la possibilità di riposarsi e degustare un calice di buon vino. Altri ancora invece
offrono la possibilità vera e propria di partecipare a cene a tema “Franciacorta” dove
le portate ruotano attorno al vino: si avranno quindi abbinamenti con piatti classici
ed altri con piatti più ricercati, per dimostrare l’incredibile versatilità di tutti i
prodotti della nostra terra.
Data la sua importanza in tutto il mondo, il Franciacorta, non si limita ad organizzare
ed a partecipare eventi nella solo penisola italiana, bensì collabora anche ad eventi
internazionali come la London Wine Week. Dal 23 al 29 maggio infatti, il
Franciacorta Pop Up Bar installato all’interno dell’Andaz Hotel Liverpool Street, ha
offerto l’opportunità di degustare ogni giorno tipologie diverse di Franciacorta
abbinate a finger food preparati dagli chef dell’hotel.
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Quest’estate dal 18 giugno al 3 luglio, Christo, il noto artista bulgaro, ha realizzato
sul lago d’Iseo la sua spettacolare opera: THE FLOATING PIERS. Un vero e proprio
passaggio sulle acque: composto da 200 mila cubi di polietilene ricoperti da circa
70.000 metri di tessuto giallo cangiante, largo 16 metri, ha attraversato il lago da
Sulzano a Monte Isola per poi circondare l’isola di San Paolo. L’installazione è stata
visitata da oltre 1,3 milioni di persone con una media di circa 70.000 persone al
giorno. Durante il weekend del 25 e 26 giugno si è svolto in omaggio all’artista
bulgaro il Festival Franciacorta d’Estate. In questi giorni, oltre a THE FLOATING
PIERS, i protagonisti sono stati i vini e i prodotti della nostra terra che, insieme alla
creatività degli chef locali, rendono la Franciacorta un territorio amatissimo dagli
enoturisti italiani e stranieri.
Franciacorta per tutta la durata dell’installazione è stata presente con un WINE BAR
sul lungolago di Sulzano, a poca distanza dalla partenza del ponte. Il Wine Bar è stato
gestito da Lanzani Bottega & Bistrot con la struttura autoportante che era stata
creata per l’evento Expo Milano 2015.
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A settembre si svolge quello che viene chiamato “Festival Franciacorta in Cantina”.
Questa manifestazione è giunta alla settima edizione e come negli anni passati i
visitatori avranno la possibilità di conoscere la Franciacorta percorrendo la sua
Strada con i suoi castelli e i suoi monasteri ed i numerosi eventi organizzati dalle
cantine. Gli amanti del buon vino potranno prendere parte a degustazioni guidate e
per i più golosi ci sarà la possibilità di assaggiare piatti e prodotti tipici. Gli amanti
dello sport e della natura invece potranno avventurarsi nei vigneti e tra le colline
guidati dagli agronomi percorrendo gli itinerari della strada a piedi oppure in
bicicletta. Un week end proprio per tutti dato che anche i più piccoli potranno
divertirsi nella natura con iniziative ludiche e pic-nic organizzati dalle cantine stesse.
Insomma, un Festival Franciacorta a 360°!
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Ringraziamenti
Al termine di questo progetto vorrei ringraziare per il loro pieno appoggio la mia
OLP Varinia Andreoli e la mia formatrice Alessandra Cardellino. Un grazie particolare
per la loro pazienza nel seguirmi pari passo in questo anno alla scoperta del vero e
proprio mondo che si cela nel territorio della Franciacorta. Un ringraziamento
particolare va anche alla Responsabile Nazionale servizio civile UNPLI Bernardina
Tavella per il suo continuo appoggio e la sua disponibilità ed al Responsabile
Regionale servizio civile UNPLI Giuliano Caramanti che ci ha seguito negli incontri di
formazione e ha avuto la gentilezza e la pazienza di rispondere a tutte le nostre mail.
La conclusione di questo progetto sancisce anche la fine del mio anno da volontario
per il servizio civile nazionale presso la proloco di Cazzago San Martino. Durante
quest’anno ho avuto modo di conoscere persone, luoghi ed attività che prima d’ora
mi erano completamente sconosciuti. Ho vissuto a pieno l’organizzazione di eventi
per i quali prima ero solo uno “spettatore”, ma solamente lavorando “dietro le
quinte” si capisce quanto impegno, sudore e fatica costino agli organizzatori.
Ringrazio tutti i collaboratori della proloco comunale di Cazzago San Martino per
avermi accolto ed aiutato in quest’anno e non avermi mai fatto mancare nulla.
Un’esperienza come quella del servizio civile la consiglierei a tanti giovani ancora
indecisi perché da la possibilità di crescere come persona, ma anche come futuro
lavoratore. A conclusione vorrei rinnovare il ringraziamento a Varinia che mi ha
accolto, formato e insegnato i trucchi per la buona riuscita di un progetto, un evento
o di una semplice commissione giornaliera.
Il volontario del Servizio Civile Nazionale
Giovanni Paolo Febretti