Il foglio italiano n 132

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Eleonora quando l’amore trionfa ax Monte-Carlo • Berlino • Bruxelles • Ginevra • Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma INTERNATIONAL MAGAZINE N° 132 • MARZO 2011 • 5€ I L F O G L I O I T A L I A N O A N N O X V N° 2 Il Foglio Italiano • magazine per gli italiani nel mondo • Anno XV • n°2 • www.iliomasprone.com • Sped. in Abb. Post. 45% comma 20/b art. 2 Legge 662/96 • Filiale Poste Imperia

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IL Foglio Italiano è un periodico italiano, tradotto anche in francese ed inglese, dedicato ai connazionali che vivono all’estero. Partito circa 16 anni fa con sole 1.500 copie a numero oggi traguarda una tiratura ad uscita di 15.000 copie. Il magazine è una realtà territoriale che tocca la Costa Azzurra, in particolare il Principato di Monaco, ma soprattutto alcune capitali europee, oltre ad essere distribuito in Italia.

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Eleonoraquando l’amore trionfa

ax

Monte-Carlo • Berlino • Bruxelles • Ginevra • Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma

INTERNATIONAL MAGAZINEN° 132 • MARZO 2011 • 5€

L'ARTE DEI BIK VAN DER POL PER ENEL CONTEMPORANEA 2010.Enel Contemporanea continua a esplorare l’energia attraverso l'arte. Per la quarta edizione sette

artisti di fama internazionale sono stati chiamati a realizzare un’opera inedita attraverso un premio

a inviti. Are you really sure that a floor can't also be a ceiling? dei Bik Van der Pol evoca il rapporto

uomo-natura attraverso il principio dell'effetto farfalla: anche un piccolo gesto, come un battito

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Assessorato alle Politiche Culturali e della ComunicazioneSovraintendenza ai Beni Culturali

in collaborazione con:

L’ENERGIA DI UN BATTITO PUÒ SMUOVERE IL MONDO.

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IL

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sommairesommarioHanno collaborato a questo numero:

Cazzola Dolcepag. 60

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EditorialeUna grande “Serato Italiana”

Una meravigliosa volontàA colloquio con il Vescovo di Monaco Monsignor Bernard Barsì

La cattedrale compie 100 anniImportante anniversario per la Nostra Signora l’Immacolata

La tradizionale cerimoniadella Santa Devota

Max Biaggi“Corro per vincere, questo è il mio chiodo fisso”

Con Rosanna “Più sani, più belli”Nostra intervista con la popolare presentatrice televisiva

Un grande Circo,una grande serata con tanti sorrisi

Sfilata di Regioni Italiane a Monaco,per festeggiare l’Unità d’Italia

Senatorepag. 56

ColombottoRosso pag. 52

Grossipag. 46

Galleanipag. 8

Danzopag. 22

Matterapag. 14

Grifonipag. 30

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sommairewww.iliomasprone.com

RenataRivella

Lutipag. 74

RomeoZunino

Caracciolopag. 75

Mollicapag. 77

De Melaspag. 77

Brusapag. 67

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Tutte le sedi del Printemps des ArtsMusica ed eventi dell’appuntamento monegasco

Arte Monaco 2011Il Forum Grimaldi di Monaco si traforma in una galleria d’arte di 4000 mq.

Festival, trionfa la culturaVince Roberto Vecchioni, seguito da Emma e I Modà e Al Bano

Museo ‘900:una sfilata d’arte

L’eccellenza italiana nella chirurgia esteticaNostra intervista al Dottor Antonello Tateo

La cucina italiana nel cuore dell’ArabiaEmanuele Esposito, ci spiega le ragioni della sua scelta professionale

Da Margo’s la pizza più prestigiosacon tartufo bianco e foglie d’oro 24 carati

Capitali russi e Gerard Depardieuper promuovere i prodotti italiani

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Stud

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win

Nei giardini di Peyre-Lebade, Listrac Médoc, scultura “BELU” di Zaha Hadid, 2007. Collezione Ariane e Benjamin de Rothschild.

Insieme alla Banque de Gestion Edmond de Rothschild Monaco, venite a condividere una visione della fi nanza personalizzata, intrisa di significato e proiettata nel tempo.

www.edmond-de-rothschild.mc

a propositodel Valore

Dialogo

- Valore, valore… insomma, è il corso di Borsa.- Solo questo? Il valore è anche uno sguardo! Uno sguardo rivolto al futuro!

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Stud

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Nei giardini di Peyre-Lebade, Listrac Médoc, scultura “BELU” di Zaha Hadid, 2007. Collezione Ariane e Benjamin de Rothschild.

Insieme alla Banque de Gestion Edmond de Rothschild Monaco, venite a condividere una visione della fi nanza personalizzata, intrisa di significato e proiettata nel tempo.

www.edmond-de-rothschild.mc

a propositodel Valore

Dialogo

- Valore, valore… insomma, è il corso di Borsa.- Solo questo? Il valore è anche uno sguardo! Uno sguardo rivolto al futuro!

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édi torialeditorialeUna grande“Serata Italiana”per festeggiare i primi 15 anni del nostro magazine

MONTE-CARLO. Il nuovo restyling del numero del gennaio scorso, si è ri-velato un grande successo: non era mai accaduto, infatti, di andare in ristampa appena 15 giorni dopo l’uscita del ma-gazine. Certo il merito lo abbiamo un po’ tutti: dai grafici, ai fotografi, dagli stylist ai colleghi giornalisti, allo stampatore, ma soprattutto a fare la grande differenza è stata la “magica” copertina con il Prin-cipe Alberto in primissimo piano.Un piano “americano” come si dice nell’ambiente cinematografico, che ha entusiasmato il Principato perché era da tempo che il viso del Sovrano non appa-riva in copertina in una forma così splen-dida. Ed è stata una soddisfazione per molti di noi sapere che a Palazzo quel numero è andato letteralmente a ruba soprattutto tra i fedelissimi del Principe; che poi S.A.S. si sia anche complimen-tato con l’autrice dell’articolo, che de-cantava la “nuova coppia dei promessi sposi”, è stato un momento di orgoglio per tutta la redazione e della nostra col-laboratrice in particolare, la vulcanica Ely Galleani, ma è stato anche impor-tante per moltissimi connazionali che si sono ritrovati a commentare il “nuovo” giornale, per una volta tutti d’accordo, nell’ammettere il salto di qualità - a detta di tantissimi - eccellente.La presentazione semi-ufficiale che è stata fatta ai primi di gennaio dall’ami-co veneziano Michele Florentino del ristorante Amici Miei di Fontvieille, è stato un momento anche di discussione, partendo però dal presupposto impor-tante di una comunità che si ritrova ad

avere un proprio elegante “mezzo” di riferimento che sa dare informazioni uti-li al lettore italiano, ed anche a quello monegasco. Pur rimanendo nella logica giornalistica che chiede, alla comuni-cazione, trasparenza, sincerità e corret-tezza professionale. Un giornale che in questi 15 anni, ha dato prestigio a que-sta straordinaria comunità italiana che si riconosce nei valori dell’uguaglianza nel lavoro e nel sociale, ma anche in tutte quelle forme espressive e caratte-riali tipiche di un popolo mediterraneo, è un giornale certamente destinato alla continuità e alla crescita socio-culturale. Tra qualche mese, festeggeremo tutti

assieme una grande “Serata Italiana” anche per riprendere quelle buone abi-tudini di aggregazione che fanno tanto bene all’essere umano e alle persone laboriose e intelligenti. Questo 2011 si porrà tuttavia all’attenzione del lettore come un altro anno difficile, sul piano economico, ed anche per altri motivi ancor più preoccupanti per quello che sta succedendo nel mediterraneo che si riflette anche sul piano sociale, ma nel caso di Monaco, la speranza riposta nel matrimonio tra il Principe Alberto e la bellissima Charlène saprà infondere maggior fiducia per l’intero popolo che laboriosamente vive e prospera nel Prin-cipato. Inoltre, dall’ottobre scorso, ab-biamo un nuovo Ambasciatore Italiano e calabrese di origine, Antonio Morabi-to che, con il carissimo ed insostituibi-le Conte Niccolò Caissotti di Chiusano Presidente del Com.It.Es, saprà dare maggior impulso alla nostra collettività che da molti decenni si adopera per il bene di questo sicurissimo piccolo Stato. La nostra italianità è una caratteristica assolutamente particolare, forse unica, capace di infondere amore e forti senti-menti perché convinta che il bene, quin-di l’amore, prevalga sul male; l’italiano inoltre è un buon cristiano dentro, un uomo forte e fantasioso fuori, ma sia-mo pur sempre italiani con tanti pregi e qualche piccolo difetto.E a proposito di cristianesimo, questo è uno degli argomenti che bene interpreta, nelle prime pagine di questo numero, il Vescovo di Monaco Monsignor Bernard Barsì, nella nostra intervista esclusiva.

Sotto,Charlènee Albertoprossimialle nozze.

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édi torialUna grande“Serata Italiana”per festeggiare i primi 15 anni del nostro magazine

Une grande“Soirée Italienne”Le nouveau restyling du numéro de jan-vier, s’est révélé un grand succès: pour la première foi il a été nécessaire de réimprimer après 15 de la sortie du ma-gazine. Tout cela grâce à notre staff : aux graphistes, aux photographes, aux styli-stes aux collègues journalistes, à l’im-primeur, mais surtout à la « magique » couverture avec le Prince Albert en très gros plan. Un plan « américain » comme on dit dans le milieu cinématographi-que, qui a beaucoup plu à la Principauté parce qu’on n’avait pas vu le Prince si en forme depuis longue temps. À Palais ce numéro s’est vendu comme des petits pains et S.A.S. Albert II s’est félicité avec l’autrice de l’article sur son union avec Charlène, moment de grand orgueil pour toute la rédaction et particulièrement pour notre collaboratrice, la volcanique Ely Galleani. Le « nouveau » magazine a plu aussi a nos compatriotes qui ont, pour une fois tous d’accord, remarqué le saut de qualité. La présentation officielle s’est produite début janvier chez l’ami Michele Florentino du restaurant Amici Miei de Fontvieille, et elle a été une occa-sion pour discuter et se confronter, à par-tir de l’idée d’une communauté qui a un moyen d’information vraiment élégant. Il Foglio Italiano est un magazine qui, depuis 15 ans, a donné prestige à cette extraordinaire communauté italienne qui

se reconnaît dans les valeurs de l’égalité dans le travail dans le social, mais aussi dans toutes ces formes expressives et de caractère typiques d’un peuple méditer-ranéen, c’est un journal destiné donc à la continuité et à une croissance sociocul-turelle. Dans quelque mois, nous fête-rons tous ensemble une grande « Soirée Italienne », pour reprendre les bonnes habitudes d’association qui font du bien à l’être humain et aux personnes labo-rieuses et intelligentes. Ces 2011 sera, de toute façon, présentée au lecteur com-me un autre an difficile, sur le plan éco-nomique, et pour d’autres raisons encore plus préoccupantes, pour ce qui se passe dans le mediteranee et qui se réfléchit sur le plan social. Dans le cas de Mona-co, avec le mariage entre le Prince Al-bert et la magnifique Charlène, le peuple qui laborieusement y vit et prospère aura quelque chose d’agréable pour se di-

straire. De plus, à partir de l’octobre pas-sé, nous avons un nouvel Ambassadeur Italien, Antonio Morabito, qui, avec le très cher et irremplaçable Conte Niccolò Caissotti di Chiusano Président du Com.It.Es, pourra donner une majeure impul-sion à notre collectivité. Notre italiani-té est une caractéristique absolument singulière, peut-être unique, capable d’inspirer amour et des forts sentiments parce que nous sommes convaincus que le bien, donc l’amour, prévaut sur le mal ; l’italien en outre est un bon chrétien à l’intérieur, un homme fort et plein de fantaisie à l’extérieur, mais nous sommes toujours des italiens avec beaucoup de mérites et quelques petits défauts. Et à propos de christianisme, c’est un des su-jets bien traité, dans les premières pages de ce numéro, par l’Évêque de Monaco Monseigneur Bernard Barsi, dans notre exclusive interview.

di Ilio [email protected]

www.iliomasprone.com

In basso,il nostro direttoretra gli imprenditori Stefano Magnino

di Monaco(a sinistra)e Gianni Manzettidi Torino.

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di Ely [email protected] Luigi Mattera

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A colloquiocon il Vescovodi MonacoMonsignorBernard BarsìVmeravigliosaUna

MONACO. La Cattedrale di Monaco è entrata quest’anno nel Centenario della sua Consacrazione e i festeggiamenti si stanno svolgendo ininterrottamente dal-le celebrazioni liturgiche del 27 gennaio scorso, Festa di Santa Devota protettri-ce del Principato, per concludersi nella Cattedrale l’otto dicembre con la San-tissima Messa per l’Immacolata Conce-zione e il Concerto per Organo di Denis Bédard. Con la nascita della Diocesi del Principato di Monaco, avvenuta con Bolla QUEMADMODUM SOLLICITUS PASTOR siglata da Papa Leone XIII il 15 marzo 1887, si concretizzò il deside-rio dei Principi di Monaco di assicura-re l’autonomia religiosa al loro piccolo Stato. Sarà poi il Principe Ranieri III a vedere elevata, con la Convenzione fir-mata dal Vaticano il 15 luglio del 1981, la Sede Vescovile a Sede Arcivescovile. Monsignor Bernard Barsì è, dall’8 ottobre 2000, il terzo Arcivescovo del Principato di Monaco. Pur essendo nato in Francia, a Nizza, ha lontane origini italiane, lo-calizzate in particolare a Genova con il

nonno materno e nella Versilia, in Tosca-na, con il nonno paterno. Questo contri-buisce a rendere più agevole il dialogo che stiamo intrattenendo consapevoli di poter utilizzare, nelle espressioni più difficili, sia la lingua francese che quella italiana. Durante lo scorrere delle mani-festazioni per il Centenario della Consa-crazione della Cattedrale, la giornata del 27 marzo sarà dedicata all’incontro delle Chiese Cattoliche d’Oriente.Si darà modo così, alle Chiese d’Ar-menia, Copta, Caldea, Greca Melchita, Latina, Maronita e Siriaca, di realizzare una solidale unione e di concretizzare un sostegno fraterno a queste comunità troppo spesso oggetto di attacchi, proprio nei luoghi che hanno visto la nascita del Cristianesimo. Monsignore, nel corso dell’Incontro Ecu-menico successivo, dal 14 al 16 ottobre, nella sala delle conferenze del Museo Oceanografico a quale argomento si ac-corderà preminenza ? “L’ Incontro Ecumenico avverrà unicamente tra le Religioni Cristia-

ne per aiutarli a vivere la loro fede in un mondo che é spesso indiffe-rente, ostile. Questi Cristiani non hanno solo bisogno di aiuti materia-li, ma necessitano di sostegno mo-rale sia da parte dei Media sia spi-ritualmente. E’ necessario pregare per loro, non dimenticarli. L’obiet-tivo è di sostenerli e di assicurare i loro diritti ”.Monsignor Barsì a sostegno della sua tesi lei cita il pensiero espresso da Sua San-tità Papa Benedetto XVI nell’incontro Interreligioso del 2006 ad Assisi.“ Il Pontefice, in quella occasione, disse: ‘a nessuno è lecito, assumere il motivo della differenza religiosa come presupposto o pretesto di un atteggiamento bellicoso verso altri esseri umani. Tuttavia si potreb-be obiettare che la storia conosce il triste fenomeno delle guerre di religione. Sappiamo però - aggiun-se il Santo Padre - che simili ma-nifestazioni di violenza non possono attribuirsi alla religione in quanto

A destra,Il PrincipeAlberto IIcon il Vescovo Monsignor Barsì.

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L’OSPITE

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9V olontàtale, ma ai limiti culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa nel tempo. Quando però il senso religioso raggiunge una sua ma-turità, genera nel credente la percezione che la fede in Dio, Creatore dell’Universo e Padre di tutti, non può che promuo-vere tra gli uomini relazioni di universale fraternità’”. Questo incontro potrà, a nostro parere, liberare energie di soli-darietà che rendano possibile la convivenza anche nella diversi-tà, poiché le divisioni impoveri-scono una nazione, annientano la sua società. Sarebbe auspi-cabile essere uniti nella consa-pevolezza di far parte integrante di uno stesso disegno di salvezza composto da tutte le razze, da tutte le religioni e dai più differenti Cre-do del mondo. Un solo Dio. Il 27 marzo e il 14 e 16 ottobre il cardinale Paul Poupard, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Cultura e Anziano Presidente del Con-siglio Pontificio per il dialogo interreli-gioso della Santa Sede, sarà presente?“S.E. Il Cardinale Paul Poupard ha già tenuto presso la Monaco Méditerranée Foundation, lo scorso 10 febbraio, un’interessante confe-renza sull’importanza del dialogo in-terreligioso fra i popoli del Mediter-raneo alla ricerca di quella unione, nelle rispettive diversità, che l’Homus Mediterraneus dei tempi antichi era riuscito a salvaguardare. Durante l’in-contro interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant’ Egidio ad Assisi, il 6 settembre 2006, S.E. il Cardinale Poupard disse: ‘le religioni lanciano un invito a pensare e uno stimolo a volere la pace, per lottare con corag-gio contro le ideologie che rendono gli uomini nemici fra loro: il fanatismo rivoluzionario, l’odio di classe, l’orgo-glio nazionalista, l’esclusivismo razzia-le, gli egoismi commerciali, gli indivi-dualismi di persone o gruppi gaudenti e indifferenti ai bisogni altrui”.A venticinque anni di distanza dallo storico incontro ad Assisi con i leader delle reli-gioni voluto da Giovanni Paolo II e dopo i

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grandi e tragici eventi recenti, lo “Spirito di Assisi” porta a far riflettere sull’indi-spensabilità dell’incontro e del dialogo. Il pellegrinaggio della Diocesi di Mona-co nella patria di San Francesco e Santa Chiara , dal 6 al 11 aprile è simbolica-mente legato a questo avvenimento degli anni ‘80?“Non direttamente, ma quando si osserva il messaggio di San Fran-cesco si percepisce il suo spirito d’apertura nell’ambito umanitario. L’ecumenismo, prima ancora di es-sere un accordo è un modo di vive-re: guardare con amore l’altro è il comandamento del Signore all’uni-tà tra tutti i popoli. San Francesco era amico di tutti gli uomini, ama-va gli animali ed era un difensore dell’ambiente. Nel corso della sua vita ha incontrato il Sultano d’Egit-to e della Siria Ayyubide al-Malik al-Kamil, nipote del feroce Saladi-no (1219 d.C. ). Con lui ha condi-viso un illuminato dialogo sulla fede nel rispetto reciproco e a seguito di questo incontro i Frati Francescani divennero, in Terra Santa, i Custo-di dei Luoghi Santi. In questi ulti-mi anni, seguendo l’esempio di San Francesco, uomini e donne di reli-gioni diverse hanno appreso il modo di conoscersi e spiegarsi, di sentire responsabilità comuni di fronte a problemi e speranze, di integrarsi. Credo che ciò che al mondo sia pia-ciuto maggiormente dell’esempio del Santo, sia soprattutto che San Francesco ha voluto rassomigliare il più possibile alla figura di Cristo. Forse per questo egli non volle, per i suoi frati, altre regole che il Vangelo stesso. Fu poi il Pontefice Onorio III (1223 d.C.) a imporgli che fosse stabilita una Regola scrit-ta. Durante il Pellegrinaggio di As-sisi si incontrerà la forza della fede anche nell’esempio di Santa Chiara, da sempre rappresentata, mentre osteggia i Saraceni a San Damiano, portando tra le mani il Santissimo Sacramento. I Mori si arrestarono di fronte alla forza della sua fede e non osarono profanare Assisi”.Se volesse identificare un orizzonte co-mune, lo indicherebbe come il nuovo Umanesimo ?“Si certamente. Noi siamo chia-mati a questo. E’ la civilizzazio-ne dell’amore auspicata da Papa Giovanni-Paolo II. Tutti gli uomi-ni sono chiamati a costruirla, è un obiettivo da raggiungere tenendo in considerazione che il domani inizia oggi. Noi credenti sappiamo che Dio lavora con noi, senza il suo

aiuto non potremmo mai riuscire, questo rientra nelle nostre certezze. L’Umanesimo è anche la civilizza-zione del rispetto della vita di tutte le persone. Ed è per questo motivo che si deve avere il coraggio di dire no. No alla cultura di morte, no alla facilità con cui si parla di eutanasia, no allo sfruttamento dei minori nel lavoro e nelle guerre, no alle leg-gi del mercato che prevaricano la condizione umana fino a giungere al mutamento dell’ambiente, no all’as-senza dei valori”.I Dieci Comandamenti, le dieci parole, offerti da Dio a Mosè 1100 anni avanti Cristo 3.111 anni fa, sono un fondamen-to per molte religioni e hanno influenzato tutte le società umane. Il simbolismo in-sito nella religione é stato ed é per noi sostegno al fine di non smarrire i valori che sorreggono la nostra esistenza. Tra questi il Matrimonio è il Sacramento che pone due persone di fronte a Dio nell’atto di promettersi una reciproca alleanza… fino alla fine dei propri giorni.Secondo Lei Monsignor Barsì, perché questo Sacramento è spesso destituito della sua importanza ?“Credo che la società in generale non aiuti la coppia a vivere la fe-deltà sia verso la parola data sia nei confronti della persona amata. In-vece l’amore ha bisogno di essere coltivato, deve poter crescere. Non

si è mai finito di amare la persona che si ama poiché l’amore richiede molto amore. Occorre annullare il proprio ego per vedere prima il bene dell’altro e dopo si può pensa-re a se stessi. Solo in questo modo la crescita nella coppia avverrà in maniera simultanea”.La SS Messa per il matrimonio di S.A.S il Principe Alberto II del due luglio prossi-mo sarà in latino?“Sia in Latino che in Francese”.Tra i Sacerdoti della Diocesi del Prin-cipato c’è Padre Carlo, Parroco della Chiesa di Saint Charles, è lui, in quanto nativo del Sudafrica, ad interessarsi del corso prematrimoniale della futura Prin-cipessa di Monaco ?“Si è vero. Ma sono io a fare, ai due fidanzati, la preparazione al Sacra-mento del Matrimonio. Padre Car-lo si interessa di far conoscere alla futura Principessa la vita e tutti i valori della Chiesa Cattolica attra-verso regolari incontri prestabiliti”.La vita della Chiesa Cattolica è costel-lata di episodi ricchi di fede. Da secoli nella Basilica della Consolata, protettri-ce della città di Torino, i torinesi implo-rano le grazie più difficili. Ne dà testimo-nianza la pinacoteca dove, tra le migliaia di ex voto, spicca la riproduzione in ar-gento della Stella Polare offerta nel 1900 dalla Regina Margherita di Savoia dopo la spedizione del Duca degli Abruzzi al

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Polo (1899). A sinistra del Presbiterio scolpito da Filippo Juvarra, in una pic-cola cappella laterale, si intravede, pro-tetta da un cancello di ferro, la bianca statua di marmo che ritrae la Regina in ginocchio con le mani giunte nell’intento di pregare. Un epitaffio ricorda la forza della sua fede, il bianco marmo esalta il suo candore. Il ruolo di una regnante è stato da sempre molto impegnativo ed è quindi cosa saggia predisporsi l’animo in tempo. “Solo chi pone la fiducia nel Si-gnore comprenderà la verità....” ( Libro della Saggezza 3, 1-9). Monsignore sono italiani quelli che han-no offerto al Santuario di Notre Dame de Laghet la tensostruttura che ricopre lo spazio all’aperto dove ogni anno viene celebrata la SS Messa del Primo Maggio?“Si è la famiglia dell’Azienda Ferre-ro ad avere offerto la tensostruttura al Santuario di Laghet. Lo ricorda una targa apposta su un pilastro alla destra della terrazza”.Il Pellegrinaggio della Diocesi di Mona-co al Santuario della Madonna, dalle in-numerevoli Grazie concesse, si traduce sempre in momenti di alta spiritualità e convivialità. Sono questi i valori da non perdere?“Quest’anno il pellegrinaggio sarà ancora più spirituale perché sarà fatto in comunione con la celebra-zione della beatificazione di Gio-vanni Paolo II che avverrà lo stesso

giorno a Roma, a Piazza San Pietro. Tutti i valori si devono preservare attraverso la preghiera che affina la percezione dell’ultraterreno e ren-de più ricettivi allo Spirito Santo”.Crediamo, Monsignore, che lo Spirito Santo sia come un filo conduttore che ci porta, per mano è il caso di dirlo, al com-pimento della nostra vita. Dobbiamo solo affinare udito e vista all’invisibile. “Credo che non si possa veramente dire che lo Spirito Santo sia un filo conduttore (sorride benevolmente), perché lo Spirito Santo ci lascia li-beri di intendere e di scegliere. E’ in verità una forza e una luce che ci aiuta a compiere. Lasciarsi guidare dallo Spirito Santo significa lasciare che Dio ci indichi giorno per giorno la strada. Solo seguendo queste in-dicazioni e vivendo in pace con noi stessi, la volontà si attua”.Madre Teresa diceva in una sua preghiera: “che l’uomo non dimentichi le infinite pos-sibilità che nascono dalla fede” Può Mon-signor Barsì aiutarci a ritrovare la fede?“Per ritrovare la fede bisogna, come prima cosa, ricercarla. Le persone dicono - abbiamo la fede quindi siamo credenti. - No, non penso sia così semplice. Credo che la fede sia mettersi in cammino per andare verso Dio e lungo questo percorso se si è illuminati dalla Pa-rola di Dio, si perverrà con minore difficoltà all’atteso modus vivendi. Per questo è così importante fre-quentarsi fra credenti nel Tempio di Dio perché la fede si riceve nella Chiesa e attraverso la Chiesa”.Quali sono i suoi auspici per il matrimo-nio di Sua Altezza Serenissima il Princi-pe Alberto II di Monaco?“Direi che in questo matrimonio cristiano i due sposi si impegnano l’uno verso l’altro, ma Dio si im-pegna nei loro confronti. Li aiuta a far crescere il loro amore nella consapevolezza che esso assomiglia all’amore di Dio. Agli sposi cristia-ni Dio chiede di essere testimoni del suo amore in questo mondo e per questo mondo. E’una promessa senza fine”.Concludiamo questa intervista nella cer-tezza di aver avuto il piacere spirituale di incontrare Monsignor Bernard Barsì. Con la sua illuminata ed affabile presen-za ha saputo far breccia nei nostri cuori. Più consapevoli della nostra nullità, se privi dell’apporto della speranza in un fine e dell’appartenenza ad un unico di-segno. Per questo porgiamo i più sentiti ringraziamenti e formuliamo per lei l’au-spicio di ogni serenità e bene.

Ely GALLEANI

Une Volonté Merveilleuse La Cathédrale de Monaco entre cette an-née dans le Centenaire de sa Consécra-tion et sa célébration se déroule depuis le 27 janvier passé, Fête de sainte Dévo-te, Patronne de la Principauté, pour se terminer dans la Cathédrale le huit dé-cembre avec la messe pour l’Immaculée Conception et le Concert pour Orgue de Denis Bédard. Avec la naissance du Diocèse de la Principauté de Monaco, produite par la Bulle pontificale QUE-MADMODUM SOLLICITUS PASTOR de Léon XIII, datée du 15 mars 1887, on concrétisa le désir des Princes de Mona-co d’assurer l’autonomie religieuse à leur petit État. Prince Rainier III verra, avec la Convention signée par le Vatican le 15 Juillet 1981, le Siège Épiscopal élevé à Siège Archiépiscopal. Monseigneur Ber-nard Barsi est, depuis le 8 octobre 2000, le troisième Archevêque de la Princi-pauté de Monaco. Même s’il est né en France, à Nice, il a des origines italien-nes, localisées en particulier à Gênes par son grand-père maternel et en Toscane par son grand-père paternel. Cela contri-bue à rendre plus facile notre dialogue, parce que nous pouvons utiliser, pour les expressions les plus difficiles, la langue française et la langue italienne. Pendant les manifestations pour le Centenaire de la Cathédrale, la journée du 27 Mars sera consacrée à la rencontre des Égli-ses Catholiques d’Orient. On donnera de cette façon la possibilité, aux Églises Ar-ménienne, Copte, Chaldéenne, Melkite, Latine, Maronite et Syriaque, de réaliser une union solidaire et de concrétiser un soutien à ces communautés trop souvent objet d’attaques, dans les lieux qui ont vu la naissance du Christianisme. Monseigneur, pendant la Rencontre Œcuménique qui suivra, du 14 au 16 octobre prochain, dans la salle des con-férences du Musée Océanographique, quel sujet aura la priorité? « La Rencontre Œcuménique se produira uniquement parmi les Religions Chrétiennes pour les ai-der à vivre leur foi dans un monde qui est souvent indifférent, hostile. Ces Chrétiens n’ont pas seulement besoin d’aides matérielles, mais ils nécessitent d’un soutien moral de la part des media comme spirituelle-ment. Il est nécessaire de prier pour eux, de ne pas les oublier. L’objectif est de les soutenir et d’assurer leurs droits ». Monseigneur Barsi, à l’appui de sa thè-

A sinistra,il PrincipeAlbertoe MonsignorBarsìin visitaall’esposizioneal GrimaldiForum.

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se, cite la pensée de Sa Sainteté le Pape Benoît XVI pendant la rencontre Interre-ligieuse de 2006 à Assise. « Le Pape, à cette occasion, dit : ‘ personne n’est autorisé à tenir compte de la différence religieu-se comme présupposé ou prétexte à une attitude agressive envers les autres êtres humains. Toutefois, on pourrait dire que l’histoire connaît le triste phénomène des guerres de religion. Mais nous savons’ - dit le Saint-Père - ‘que de telles manife-stations de violence ne peuvent être attribuées à la religion en tant que telle, mais aux limites culturelles dans lesquelles elle est vécue et se développe dans le temps. Mais lor-sque le sentiment religieux atteint sa maturité, il donne lieu à la per-ception dans le croyant que la foi en Dieu, Créateur de l’univers et Père de tous, ne peut que favoriser entre les hommes des relations de frater-nité universelle’. » Cette rencontre pourra, à notre avis, libérer des énergies de solidarité qui rendent possible la cohabitation même dans la diversité, puisque les divisions appauvrissent une nation, anéantissent sa société. Il serait mieux être unis dans la conscience de faire partie intégrante d’un même projet de salut composé de toutes les races et de toutes les religions. Un seul Dieu. -Le 27 Mars et le 14 et 16 octobre le cardinal Paul Poupard, ex-président du Conseil pontifical pour la culture et ex-président du Conseil pontifical pour le dialogue interreligieux, sera-t-il présent? « S.E. Le Cardinal Paul Poupard a déjà tenu auprès de la Monaco Méditerranée Foundation, le 10 février, une intéressante conféren-ce sur l’importance du dialogue interreligieux parmi les peuples de la Méditerranée à la recherche de cette union, dans le respect des di-versités, que l’Homo Mediterraneus avait sauvegardé depuis des siècles. Pendant la rencontre interreligieu-se organisée par la Communauté de Sant’Egidio à Assisi, le 6 septembre 2006, S.E. le Cardinal Poupard dit: « les religions invitent à penser et stimulent à vouloir la paix, pour lut-ter avec courage contre les idéolo-gies qui rendent les hommes enne-mis parmi lesquelles : le fanatisme révolutionnaire, la haine de classe, l’orgueil nationaliste, l’exclusivisme racial, les égoïsmes commerciaux, les individualismes de personnes ou les groupes indifférents aux besoins des autres. » À vingt-cinq ans de distance de l’histori-

que rencontre à Assise avec les leaders des religions voulues par Jean-Paul II et après les grands et tragiques évènements récents, l’« Esprit d’ Assise » invite à réfléchir sur la nécessité de la rencontre et du dialogue. Le pèlerinage du Diocèse de Monaco dans la patrie de San François et Sainte Claire, du 6 au 11 avril est-il symboli-quement lié à cet événement des années 1980 ? « Pas directement, mais lorsque on observe le message de Saint François d’Assise on perçoit son esprit d’ouverture dans le domaine humanitaire. L’œcuménisme, avant d’être un accord est une façon de vivre : regarder avec amour l’au-tre c’est le Commandement du Seigneur à l’unité parmi tous les peuples. Saint François était ami de tous les hommes, il aimait les animaux et il était un défenseur de l’environnement. Pendant le cours de sa vie il a rencontré le Sultan d’Égypte et de Syrie Ayyubide al-Malik al-Kamil, neveu du féroce Saladin (1219). Avec lui il a partagé un dialogue illuminé sur la foi dans le respect réciproque. Suite à cette rencontre les Moines Franciscains devinrent, en Terre Sainte, les Gar-diens des Lieux Saints. Ces derniè-res années, en suivant l’exemple de Saint François, les hommes et les femmes de religions différentes ont appris à se connaître et s’expliquer, à comprendre les responsabilités communes face aux problèmes et aux espoirs, à se compléter. Je crois que ce que le monde a aimé le plus

de l’exemple du Saint, est surtout que Saint François a voulu s’appro-cher le plus possible de la figure de Christ. C’est, peut-être, pour ceci qu’il ne voulut pas, pour ses moi-nes, d’autres règles que l’Évangile. Ce fut ensuite le pape Honorius III (1223) qui lui imposa d’établir une Règle écrite. Pendant le Pèlerina-ge d’Assise on rencontrera la force de la foi même dans l’exemple de Sainte Claire, toujours représen-tée, pendant qu’elle s’oppose aux Sarrasins à San Damiano, le corps de Jésus-Christ dans les mains. Les Sarrasins s’arrêtèrent face à la for-ce de sa foi et ils n’osèrent pas pro-faner Assisi. » Si on voulait identifier un horizon com-mun, pourrait-on l’appeler comme le nouvel Humanisme ?« Oui, bien sur. Nous sommes ap-pelés pour ceci. Il s’agit de la civi-lisation de l’amour souhaitée par le Pape Jean-Paul II. Tous les hommes sont appelés à la construire, c’est un objectif à atteindre en tenant com-pte du fait que demain commence aujourd’hui. Nous les croyants sa-vons que Dieu travaille avec nous, sans son aide nous ne pourrions ja-mais réussir, ceci rentre dans nos certitudes. L’humanisme est aussi la civilisation du respect de la vie de toutes les personnes. Et c’est pour cette raison qu’il faut avoir le cou-rage de dire non. Non à la culture de la mort, non à la facilité avec la-quelle on parle d’euthanasie, non à l’exploitation du travail des mineurs et des guerres, non aux lois du mar-

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L’OSPITE

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ché qui prévariquent la condition humaine jusqu’à arriver au chan-gement de l’environnement, non à l’absence des valeurs. » Les Dix Commandements, les dix paro-les, reçues de Dieu par Moïse 1100 ans avant Jésus-Christ, il y a 3.111 ans, sont la base pour beaucoup de religions et ils ont influencé toutes les sociétés humai-nes. Le symbolisme de notre religion a été et est, aujourd’hui, un aide, pour ne pas perdre les valeurs qui soutiennent notre existence. Parmi celles-ci le Ma-riage, qui est le sacrement qui présen-te deux personnes face à Dieu, pendant qu’elles se promettent une alliance réci-proque, jusqu’à la fin des leurs jours.A votre avis, Monseigneur Barsi, pourquoi ce Sacrement est souvent de-stitué de son importance ?« Je crois que la société en général n’aide pas le couple à vivre la fidélité par rapport à la promise faite et à la personne aimée. L’amour doit être cultivé, il doit avoir la possibilité de grandir. On n’a jamais fini d’aimer la personne qu’on aime puisque l’amour demande beaucoup amour. Il faut annuler notre ego pour voir d’abord le bien de l’autre et seu-lement après nous pouvons penser à nous mêmes. Seulement de cette façon on peut grandir ensemble, dans le couple. »La Sainte Messe pour le mariage de S.A.S le Prince Albert II, le deux juillet, sera en latin?

« En latin comme en français. » Parmi les Prêtres du Diocèse de la Prin-cipauté il y a Père Carlo, Curé de l’Égli-se de Saint Charles. Etant né en Afrique du Sud, est-ce qu’il s’occupera du cours préparatoire au mariage de la future Princesse de Monaco ?« Oui, c’est vrai. Mais c’est moi qui m’occupe de préparer les deux fian-cés au Sacrément du Mariage. Père Carlo s’intéresse de faire connaître à la future Princesse la vie et toutes les valeurs de l’Église Catholique à travers des rencontres régulières préétablies. » La vie de l’Église Catholique est plei-ne d’épisodes riches de foi. Depuis des siècles dans la Basilique de la Conso-lata, protectrice de la ville de Turin, les turinois demandent les graces les plus difficiles. La pinacothèque en donne témoignage car, parmi les milliers d’ex-voto, on peut voir la reproduction en ar-gent de la Stella Polaire offerte en 1900 par la Reine Marguerite de Savoie après l’expédition du Duc des Abruzzes au Pole (1899). À gauche de l’Autel sculp-té par Filippo Juvarra, dans une petite chapelle latérale, on voit, protégée par une grille en fer, la blanche statue de marbre qui reproduit la Reine en genou pendant qu’elle est en train de prier. Une épitaphe rappelle la force de sa foi, le blanc marbre exalte sa candeur. Le rôle d’une reine a été toujours très engage-ant et donc c’est mieux de préparer son esprit pour temps. « Seulement ceux qui ont mis leur confiance dans le Seigneur comprendront la vérité… » (Livre de la Sagesse 3, 1-9).Monseigneur, s’agit-il bien d’italiens qui ont offert au Sanctuaire de Notre-Dame de Laghet la structure qui recouvre l’espace en plein air où toutes les années on célèbre la sainte Messe du Premier Mai ? « Oui, il s’agit de l’Entreprise Fer-rero qui a offert la structure pour le Sanctuaire de Laghet. Une plaque placée sur un pilier à droite de la terrasse le rappelle. » Le Pèlerinage du Diocèse de Monaco au Sanctuaire de la Vierge est toujours ca-ractérisé par des moments de haute spi-ritualité et de convivialité. Sont-elles là, les valeurs à ne pas per-dre?« Cette année le pèlerinage sera en-core plus spirituel parce qu’il sera fait en communion avec la célébra-tion de la béatification de Jean-Paul II, qui aura lieu le même jour à Rome, place Saint Pierre. Toutes les valeurs doivent être préservées à travers la prière qui affine la per-ception de l’ultra-terrestre et rend

plus réceptifs à l’Esprit Saint. » Nous croyons, Monseigneur, que l’Esprit Saint est comme un fil conducteur qui nous accompagne à l’accomplissement de notre vie. Nous devons seulement perfectionner notre audition et notre vue à l’invisible. « Je crois qu’on ne peut pas vrai-ment dire que l’Esprit Saint est un fil conducteur (il sourit bénévole-ment), parce que l’Esprit Saint nous laisse libres de choisir. Il s’agit en vérité d’une force et d’une lumiè-re qui nous aident à nous accom-plir. Se laisser conduire par l’Esprit Saint signifie laisser que Dieu nous indique jour après jour le chemin. Seulement en suivant ces indica-tions et en vivant en paix avec nous mêmes, la volonté de Dieu se réa-lise. » Mère Teresa disait dans sa prière : « que l’homme n’oublie pas les infinies possi-bilités qui naissent de la foi » Peut-elle, Monseigneur Barsi nous aider à retrou-ver la foi? « Pour retrouver la foi il faut, d’abord, la rechercher. Les per-sonnes disent « nous avons la foi donc nous sommes des croyants ». Non, je ne pense pas que ce soit aussi simple. Je crois que la foi se trouve dans le chemin pour aller vers Dieu et le long de ce parcours si on est éclairés par la Parole de Dieu, on parviendra avec une diffi-culté moindre au bon modus viven-di. Pour cela il est aussi important de fréquenter des croyants dans le Temple de Dieu parce que la foi se reçoit dans l’Église et à travers l’Église. » Quels sont ses espoirs pour le mariage de S.A.S le Prince Albert II de Monaco ? « Je peux dire que dans ce mariage chrétien les deux époux s’engagent l’un vers l’autre, mais Dieu s’enga-ge aussi pour eux. Il les aide à fai-re grandir leur amour dans la con-science qu’il ressemble à l’amour de Dieu. Aux époux chrétiens Dieu de-mande d’être témoins de son amour dans ce monde et pour ce monde. C’est une promesse sans fin. » Nous terminons cette interview avec la certitude d’avoir eu le plaisir spirituel de rencontrer Monseigneur Bernard Barsi. Par sa présence éclairée et aimable il a su toucher nos cœurs.Plus conscients de notre nullité, quand nous sommes privés de l’apport de l’espoir dans un but et de l’appartenance à un seul projet. Pour cette raison nous vous remercions et nous formulons pour vous les meilleurs vœux de sérénité et de bien.

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14Cattedrale

Italiani di Monaco - Italiens de Monaco

Ricorrenze

La

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MONACO. La Cattedrale di Nostra Signora l’Immacolata fu eretta sul-lo stesso punto, dove venne edificata in passato, sul Mar Ligure, la Parroc-chia di San Nicola. Posta a metà cam-mino tra il Palazzo Principesco ed il museo Oceanografico, la Cattedrale ne divide le più grandi attrazioni del “Rocher” con i due citati monumenti. Della bella e storica chiesa di San Nicola non sono sopravvissute, purtroppo, molte testimonianze materiali per ricordarne ai visitatori l’esistenza. Ciò che rimane è costituito essenzialmente da reliquie archeologiche in pietra, come i capitelli delle colonne, sparpagliati intorno alla base della Cattedrale. Questi resti fanno compagnia ad una statua di san Nicola situata nel centro dell’omonima piazzet-ta che funge da divisorio pedonale tra il lato Nord della Cattedrale ed il Tribunale di Monaco.La decisione di demolire una struttura storica dagli interni sontuosi e che era anche lo scrigno di tesori d’arte religiosa, non fu cosa facile da decidere per il Prin-cipe Charles III nel 1874. In ogni caso,

fu una posizione quasi obbligata perché imposta dal fatto che le condizioni di de-terioramento della chiesa erano tali che avrebbero reso ogni eventuale restaura-zione dall’interno impossibile, ed inoltre per il fatto dell’elevazione di Monaco al rango episcopale da parte del Vaticano, il che pretendeva la costruzione di una Cattedrale nel Principato di dimensioni ben più ampie di quelle parrocchiali del-la chiesa di San Nicola.L’architetto Charles Lenormand, che aveva già costruito la Cattedrale di Nizza una dozzina d’anni prima, fu incaricato di erigere quella monegasca nel 1875, ma la consacrazione della stessa non fu dichiarata che nel 1911. Lo stile ro-mano-bizantino dato alla costruzione fu un omaggio alla chiesa di San Nicola e vennero utilizzate le stesse “pietre della Turbie”, così come in molti monumenti della regione proprio grazie alla durez-za di queste rocce. I tesori artistici più importanti li abbiamo trovati esposti al Grimaldi Forum nel gennaio scorso e le fotografie che pubblichiamo qui a lato ne testimoniano la bellezza. Ciononostante,

non sono le opere d’arte né le dimensioni della Cattedrale che marcano l’attenzio-ne del visitatore, ma piuttosto ciò che si ammira dietro il passaggio del grande al-tare di marmo di Carrara: le sepolture dei Principi di Monaco, di cui alcune risal-gono al XVI secolo e riposano rispettan-do lo schema semi-circolare composto di marmi dal colore sobrio ed uniforme. L’ultimo Principe ad esservi inumato è stato Ranieri III, scomparso nel 2005 dopo ben 56 anni di regno. Ma la tomba che suscita più emozione è quella della Principessa Grace, sposa del Principe Ranieri, che mori il 14 settembre 1982 a seguito di un tragico incidente, all’età di soli 52 anni, quelli compiuti quest’anno dal Principe Sovrano Alberto II.E la Cattedrale fu anche il luogo della cerimonia matrimoniale di Ranieri e Grace Kelly, il 19 aprile del 1956. An-cora oggi, a 50 anni dal suo arrivo ed a trent’anni della sua scomparsa la Princi-pessa Grace incarna sempre, meglio di qualsiasi altra cosa, l’immagine magica del Principato!

Luigi MATTERA

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compie100 anni

attedrale

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La CathédraleLa Cathédrale Notre-Dame-Immaculée fut érigée ou fut édifiée dans le passé, sur la Mer Ligurien, église Saint-Nicolas. Située à moitié chemin entre le Palais Princier et le musée Océanographique, la Cathédrale sépare les deux plus gran-des attractions du « Rocher ». La belle et historique église Saint-Nicolas fut détru-ite et aucun témoignage matériel n’est

survécu pour en rappeler aux visiteurs l’existence. Ce qui nous reste est con-stitué en tant que des reliques archéolo-giques en pierre, comme les chapiteaux des colonnes, disséminés autour de la de base de la Cathédrale. Ces restes sont de compagnie à une statue de Saint Nicolas située dans la petite place homonyme qui sépare le côté Nord de la Cathédra-le et le Tribunal de Monaco. La décision de démolir une structure historique avec ses décors somptueux et qui contenait

aussi des trésors d’art religieux, ne fut pas pour le Prince Charles III en 1874. En tout cas, cela fut une position pre-sque obligée parce que les conditions de détérioration de l’église étaient si gra-ves qu’une éventuelle restauration était impossible, et l’élévation de Monaco au rang épiscopal de la part du Vatican, voulait la construction d’une Cathédrale avec des dimensions bien plus indiquées par rapport à la petite église Saint-Ni-colas. L’architecte Charles Lenormand, qui avait déjà construit la Cathédrale

de Nice il y avait une douzaine d’ans, fut choisi pour ériger celle monégasque en 1875, mais la consécration ne fut déclarée qu’en 1911. Le style romain-byzantino fut un hommage à l’église de Saint-Nicolas et on utilisa les mêmes « pierres de la Turbie », grâce à la dure-té de ces roches. Les trésors artistiques les plus importants nous les avons trou-vés en exposition au Grimaldi Forum le janvier passé et les photographies que nous publions ici à côté en témoignent

la beauté. De toute façons l’attention du visitateur n’est pas attirée que par les œuvres d’art ou les dimensions de la Ca-thédrale, mais par ce qu’on peut admirer derrière le grand autel en marbre de Car-rare : les sépultures des Princes de Mo-naco, dont certaines remontent au XVI siècle et reposent en respectant le sché-ma semi-circulaire en marbre avec des couleurs sobres et uniformes. Le dernier Prince qui a été inhumé ici, était Rainier III, disparu en 2005 après 56 ans de rè-gne. Mais la tombe qui suscite le plus

d’émotion est celle de Princesse Grace, épouse du Prince Rainier, qui mourut le 14 septembre 1982 suite à un tragique incident, à l’âge de 52 ans, même âge du Prince Souverain Alberto II. Mais la Ca-thédrale fut aussi le lieu du mariage de Rainier et Grace Kelly, le 19 avril 1956. Encore aujourd’hui, 50 ans après son ar-rivée et à trente ans de sa mort Princesse Grace incarne toujours, mieux de n’im-porte quel autre chose, l’image magique de la Principauté!

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Monaco. E’ dal lontano 1874 che viene perpetuata annualmente la tradi-zionale celebrazione della Santa Devota nel Principato di Monaco. Fino a qual-che anno addietro, un piccolo gozzo in legno veniva bruciato nell’angolo del porto Hercule che dà sul lungomare nei pressi della prima curva del Grand Prix de Monaco, quella della Santa Devota, per l’appunto. La tradizione si è spostata nello spiazzo della chiesetta della Santa Patrona ed è divenuta più conviviale e rappresentativa in quanto si rimane ad una spanna sia dal falò, che dalla fami-glia del Sovrano che, unitamente agli alti prelati ed autorità locali, affondano le proprie torce nel fogliame preceden-temente annaffiato di kerosene per faci-litarne l’accensione. Oggigiorno i gozzi diventano sempre più rari e quasi ci pervade un senso nostalgico, unitamen-te al dispiacere, nel vedere andare let-teralmente, in fumo, il risultato di mesi di lavoro artigianale datato, a nostro av-viso, di una cinquantina d’anni e che, con l’avvento della plastica, è divenuto ormai un cimelio cui sarebbe opportuno preservarne l’esistenza, visto che si tratta di un rituale sostituibile con un postiche in cartone, per es. Ciononostante, rimane il fascino della cerimonia alla quale as-sistiamo personalmente dal 1976, pochi mesi dopo il nostro arrivo nel Principato, in una delle volte in cui, emozionatissi-mi, ci trovammo di fronte alla Principes-sa Grace, statuaria, in un’immagine di reale imponenza. La serata di venerdì 26 gennaio scorso, trentacinque anni dopo, abbiamo avuto di fronte la futura Prin-cipessa Charlène di Monaco: bellissima e dal sorriso che continuava a rimanere aperto, al disotto di uno sguardo ammi-rato e partecipe nell’eccitazione genera-le data dal fumo che si mescolava e si sprigionava in alto dirigendosi verso il mare, spinto dal vento. Abbiamo rivisto la Principessa reale Carolina divertirsi nel cercare di dare fuoco alle foglie, non riuscendovi immediatamente perché la base di frasche verdi non era stata suf-ficientemente imbevuta dal prodotto in-fiammabile. L’Arcivescovo Barsi, il sin-daco Marsan, il Ministro di Stato Roger e tutti gli altri “piromani” attorno alla

barca, circondata dagli Scouts, l’Arci-confreria della Misericordia, la Polizia, i Pompieri etc. tutti col sorriso, immersi, forse senza rendersene conto, in un rito ancestrale che il nostro DNA ci trasmet-te dagli albori della nostra civiltà in un abbraccio conviviale danzando con il fuoco, dominato, nel centro.

La cérémonie dela Sainte DévoteLa célébration de la Sainte Dévote se produit chaque année dans la Principau-té de Monaco depuis 1874. Jusqu’à il y a quelques années, une petite barque en bois était brûlé dans le coin de port Her-cule proche du premier virage du Grand Prix de Monaco, appelé justement vira-ge de Sainte Dévote. La tradition s’est déplacée dans la petite place de l’église de la Sainte Patronne et elle est devenue plus conviviale et représentative pui-squ’on reste tout proche du feu et de la famille du Souverain qui, avec les hauts prélats et les autorités locales, coulent leurs torches dans le feuillage précédem-ment arrosé de kérosène pour en faciliter l’allumage. Aujourd’hui les barques sont de plus en plus rares et pour nous il est difficile et douloureux de voir le résultat de mois de travail qui brule. Aujourd’hui

tout est fait en plastique et les barques sont devenues des vrais vestiges qui fau-drait préserver. Une solution pourrait être de la remplacer avec un postiche en carton. De toute façon, il nous reste le charme de la cérémonie à laquelle nous assistons personnellement depuis 1976, quelques mois après nôtre arrivé en Principauté, lorsque nous nous trou-vâmes, émus, face à la Princesse Grace, statuaire, une image de réelle grandeur.La soirée de vendredi 26 janvier, après trente-cinq ans, nous étions face à la future Princesse Charlène de Monaco : très belle et souriante, au dessous d’un regard admiré et intéressé dans l’excita-tion générale causé par la fumée qui se mélangeait et se dégageait en haut vers la mer, poussé par le vent. Nous avons revu la Princesse Caroline pendant qu’elle s’amusait à incendier les feuilles qui n’étaient pas bien arrosé et donc el-les ne prenaient pas feu. L’Archevêque Barsi, le maire Marsan, le Ministre d’État Roger et tous les autres « pyromanes » autour du bateau, avec les Scouts, l’Ar-chiconfrérie de la Miséricorde, la Police, les Pompiers et cetera. Ils étaient tous souriants, transportés, peut être, dans un rite ancestral que notre ADN nous tran-smet depuis le debout de notre société : un étreinte conviviale en dansant avec le feu, dominé, au centre.

l.m.

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News

La tradizionale cerimoniadella “Santa Devota”

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MONACO. Max Biaggi, romano, classe 1971, è stato 4 volte campione mondiale di Moto GP e nel 2010 è il primo italiano a vincere il mondiale Superbike, impri-mendo a fuoco il suo nome nell’olimpo dei campioni del motociclismo. Ma i suoi successi non si fermano allo sport: Max è infatti padre di due bambini e compa-gno della splendida Eleonora Pedron, ex Miss - Italia e attrice, con la quale vive a Monte Carlo. Noi de Il Foglio Italiano lo abbiamo incontrato per congratularci e per sapere qualcosa di più sulla sua in-teressante vita di campione e padre. Max, il grande scrittore Alessandro Ba-ricco le consacra il lungo articolo “Uo-mini senza faccia e senza paura”, dove descrive in maniera superba le emozioni che prova assistendo a una gara e, so-prattutto, la dipinge come uno sportivo algido, senza paura. Ma l’articolo si rife-risce ad un Max giovanissimo,solo venti-quattrenne, agli albori della sua carriera. Immaginiamo che oggi, dopo tante espe-rienze e la nascita di due figli, qualcosa sia cambiato. Se oggi Baricco le rivolges-se ancora la domanda “Hai mai paura?” come risponderebbe? Cosa la emoziona in questa fase della sua vita?“Anche alla mia non più giovanis-sima età, posso dire che per chi fa questo mestiere la paura è relativa, quando sali in sella la paura non esiste, c’è solo una gran voglia di “combattere”, quindi si chiude la visiera e si apre il gas. Non c’è tem-po per altri pensieri. Sento più la paura in auto per esempio, quando mi è capitato di dover schivare un possibile incidente, lì allora sì…”La storia ci insegna che il connubio Max Biaggi e Aprilia sembra essere di quelli

di Tiziana [email protected]

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sport

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ax Biaggi:

“Corro per vincere,questo è il mio chiodo fisso”

vincenti: tre mondiali in 250 e ora il ti-tolo in Superbike. Si tratta di un’unione tutta italiana che ci fa onore; è solo un caso o c’è dell’altro?“Non è un caso: io ho voluto gran parte della mia squadra che già conoscevo bene dopo i risultati ot-tenuti dal 1994 al 1996 … certo l’aspetto fisico non è quello di una volta, qualche chiletto di troppo e qualche capello bianco in più… scherzi a parte… per me è un team davvero speciale, che lavora sodo e che ci crede fino in fondo. In-sieme abbiamo raggiunto risultati sorprendenti, nel 2010 è arrivato il mio 5° titolo Mondiale come pri-mo Italiano a vincere il Campionato SBK su una moto Italiana – e vi ga-rantisco che dopo 13 anni di attesa è stata un emozione immensa – sen-za dimenticare il Titolo Mondiale Costruttori all’Aprilia”.Sta vivendo questo momento come cam-pione, percepisce il successo come una rivincita o semplicemente come una fase della sua carriera?“Sicuramente dopo anni di duro la-voro e sacrifici è per me soprattut-to una rivincita. Un riconfermarsi campione a questa età non è cosa semplice, sono felice e soddisfatto. E lo dovevo anche a tanti miei fans. Ma ora sarà importante difendere il titolo e questa sarà un’altra grande impresa vista l’agguerrita competi-zione che ci si aspetta in questa sta-gione 2011”. Da alcuni anni è legato stabilmente alla bellissima Eleonora Pedron, dalla quale ha avuto due bambini e vive, con la sua famiglia, a Monaco. Da quanti anni vi

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Nella paginaa lato, Maxad una delletante vittoriecon a fiancola moglieEleonorain dolce attesa.

In basso,ancora Maxin vestedi calciatoreper beneficenza.

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siete stabiliti qui e cosa vi ha conquistati del principato?“Io vivo a Monte-Carlo dal 1991 e nel 2003 Eleonora è entrata a far parte della mia vita. Sono stato mol-to fortunato a conoscere una così bella persona. Ormai la nostra fa-miglia si è allargata e due bambini rendono le nostre giornate molto impegnative. La gioia nel vederli quando torno a casa dalle trasfer-te è indescrivibile, appena finisco le gare cerco di ripartire la sera stessa per poterli raggiungere. Qui a Mon-te-Carlo si vive bene, il clima è sem-pre piuttosto mite. È a mio parere un posto sicuro dove far crescere e studiare i ragazzi. E vi sembra poco al giorno d’oggi?”.Il Principato è considerato un luogo ide-ale per chi ha una famiglia in crescita perché è sicuro e ben servito. Cosa ne pensa, la famiglia Biaggi resterà legata a Monaco nel futuro? “Assolutamente si. Ribadisco che è semplicemente fantastico non ave-re problemi nel sociale, cosa che si legge e si ascolta via TV in altri pae-si d’Europa. Una città solare dove si

vive senza paure per se stessi e per la famiglia”.Come vede, invece, il suo futuro profes-sionale, continuerà ancora a gareggiare o pensa di mettere a frutto la sua esperien-za per un ruolo più manageriale?“In un modo o nell’altro vorrei continuare a correre. Per ora sono legato ad Aprilia con un contrat-to biennale poi chissà… anche se smettessi di correre smetterei come professionista. Ma una moto nel mio garage ci sarà sempre, e poi le occasioni non finiscono mai”.Baricco nel suo articolo diceva anche che forse il suo correre come un pazzo in moto poteva essere visto come una fuga. Cosa ne pensa, si sente di essere scappato da qualcosa o di aver semplicemente corso per arrivare da qualche parte, e dove?“Corro per vincere e questo è il mio chiodo fisso ogni volta che salgo in sella alla mia moto. Scappare da qualcosa no… direi di no. Ho ini-ziato a fare questo sport non gio-vanissimo come tanti altri piloti, a 19 anni, arrivato dal nulla, esordire vincendo mi ha dato grandi soddi-sfazioni. Correre è ciò che amo di

più e lo faccio al meglio. In più ho trasformato la mia grande passione in un “mestiere” che cosa si può chiedere di più?”Grazie Max, tutta la redazione le augura di continuare al meglio e spera di esulta-re ed emozionarsi con lei ancora a lungo.

Tiziana DANZO

Interviewà Max Biaggi

Max Biaggi, romain, né en 1971, a été 4 fois champion mondial de Moto GP et en 2010 il est le premier italien champion mondial de Superbike, de cette façon il marque à feu son nom dans le ciel des champions du motocyclisme. Mais ses succès ne s’arrêtent pas au sport : Max est en effet père de deux enfants nés de la splendide Eleonora Pedron, ex Miss - Italie et actrice, avec laquelle il vit à Monte Carlo. Nous de Il Foglio Italia-no l’avons rencontré pour nous féliciter avec lui et pour savoir quelque chose de plus sur son intéressante vie de cham-pion et de père. Max, le grand écrivain Alessandro Baric-co vous consacre le long article « Uomini senza faccia e senza paura », où il décrit de manière admirable les émotions qu’il éprouve en regardant à une compétition et, surtout, il vous décrit comme un spor-tif algide, sans peur. Mais l’article se réfère à un Max très jeune, de presque vingt ans, au début de sa carrière. Nous imaginons qu’aujourd’hui, après tant d’expériences et la naissance de deux enfants, quelque chose a changé. Si au-jourd’hui Baricco vous tournait encore la question « as-tu jamais peur? » comment répondriez-vous? Qu’est-ce que vous émeut dans cette phase de votre vie?“Même à mon âge, je peux dire que pour ceux qui font ce métier la peur est relative, quand tu mon-

Max conEleonorae AlfonsoSignorinidirettoredi Sorrisi

& Canzoni.

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tes en selle la peur n’existe pas, il y a seulement une grande envie de «combattre», donc on ferme la visière et on ouvre le gaz. Il n’y a pas temps pour d’autres pensées. Je ressens la peur quand je conduis l’auto par exemple, lorsque il m’est arrivé d’éviter un possible accident, alors là j’avais peur…”L’histoire nous enseigne que l’union Max Biaggi et Aprilia semble être gagnante: trois mondiaux en 250 et maintenant la victoire en Superbike. Il s’agit d’une union toute italienne qui nous fait hon-neur ; est-il un cas ou il y a quelques raisons?“Ce n’est pas un cas: j’ai voulu une grande partie de mon équipe que je connaissais bien après les résultats obtenus de 1994 à 1996… l’aspect physique n’est plus le même, quel-ques petit kilos pris et quelque che-veux blanc… mais il s’agit toujours d’une équipe vraiment spéciale, qui travaille bien et qui y croit jusqu’au fond. Ensemble nous avons atteint des résultats sur-prenants, en 2010 ma 5° victoi-re Mondiale en tant que premier Italien dans le Championnat SBK avec une moto Italienne - et je vous jure qu’après 13 ans d’at-tente elle a été une émotion incroyable - sans oublier le Titre Mondiale Constructeu-rs à l’Aprilia”.Vous vivez cette période en tant que, percevez-vous ce succès comme une revanche ou simple-ment comme une phase de votre carrière ?“Sûrement après des années de travail dur et de sacrifi-ces il s’agit pour moi surtout d’une revanche. Se recon-firmer champion à mon âge n’est pas une chose simple, je suis heureux et satisfait.Et je le devais même à tous mes fans. Mais maintenant il est important de défendre le titre et celle-ci sera une au-tre grande entreprise vue la compétition qui nous attend pendant la saison 2011”.Depuis quelques ans vous êtes lié stablement à l’adorable Eleonora Pe-dron, qui vous a donné deux enfants et vous vivez à Monaco. Depuis combien d’ans vous êtes ici et qu’est-ce que vous a persuadé à vivre dans la Principauté?“Je vis à Monaco depuis 1991 et en 2003 Eleonora est entrée à faire une partie de ma vie. J’ai été très chanceux à connaître une si belle personne. Maintenant notre famil-

le a grandi et deux enfants rendent nos journées très engageantes. La joie que j’éprouve lorsque je rentre à la maison après des déplacements est indescriptible, dès que je finis les compétitions je cherche à répar-tir le soir même pour les rejoindre. Ici à Monaco on vit bien, le climat est toujours plutôt doux. À mon avis c’est une place sûre où faire grandir et étudier les enfants. Et ce n’est pas peu aujourd’hui!”La Principauté est considéré un lieu idéal pour ceux qui ont une famille parce que c’est un lieu tranquille et bien servi. Qu’en pensez-vous, la famille Biaggi re-stera longue temps liée à Monaco ? “Oui, absolument. Je réaffirme qu’il est simplement fantastique de

ne pas avoir de pro-blèmes sociaux,

chose qu’on lit et on écou-te par la télé dans d’autres pays d’Euro-

p e .

Une ville solaire où on vit sans peurs pour nous mêmes et pour notre fa-mille”.Comment voyez-vous, par contre, votre futur

professionnel, vous continuerez encore à courir ou vous pensez utiliser votre ex-périence pour un rôle plus managériale ?“Je voudrais continuer à courir. Pour l’instant je suis lié à APRI-LIA avec un contrat biennal ensuite peut-être… même si j’arrêtais de courir je n’arrêterai qu’en tant que professionnel. Mais il y aura tou-jours une moto dans mon garage et puis les occasions ne terminent jamais”.Baricco dans son article disait aussi que peut-être votre courir comme un fou en moto pouvait être vu comme une fui-te. Qu’en pensez vous, vous vous êtes échappé de quelque chose ou tout sim-plement vous avez couru pour arriver quelque part, et où ?“Je cours pour gagner et celui-ci est mon obsession chaque fois que je monte en selle à a ma moto. S’échapper de quelque chose… je ne crois pas. J’ai commencé à faire à ce sport pas très jeune comme be-aucoup d’autres pilotes, à 19 ans, gagner depuis le début m’a donné des grandes satisfactions. Courir est ce que j’aime le plus et je le fais au mieux. En outre j’ai transformé ma grande passion dans un « métier »

qu’est-ce qu’on peut deman-der encore ?”.

Merci Max, toute la rédaction vous souhaite de con-

tinuer au mieux et espère d’exulter et s’émouvoir avec vous encore lon-gue temps.

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Il tesoro nascosto del Mediterraneo

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Nostra intervista con la popolare presentatrice televisiva

Con

osanna“Più sani,più belli”R

ROMA. Grande successo per il nuovo progetto editoriale diret-to da Rosanna Lambertucci. Un prestigioso parterre del mondo della medicina, della politica e dello spettacolo ha preso parte al brindisi augurale del 19 gennaio scorso, avvenuto presso il Grand Hotel Parco dei Principi a Roma. Un salotto tutto al fem-minile sui temi della medicina e del benessere ha scandito i mo-menti salienti della serata, dove è emersa la figura di una donna piena di energia e grande positività. La Lambertucci, una delle mediatrici dell’alimentazione più importanti del nostro Paese, colpisce ancora regalando al grande pubblico il nuovo magazine “Più sani, più belli”, strumento d’informazione utile e semplice sui temi dell’attualità e della salute, quella con la S maiuscola. Un prodotto che risorge dalle fortunate ceneri di quello che può essere considerato il primo reality show della televisione, l’omo-nima trasmissione televisiva della Rai inaugurata nel lontano 1981 e proseguita alla grande con altre sedici edizioni.Il cocktail di benvenuto inizia con un ringraziamento nei con-fronti del giovane Massimo Sesti, intraprendente editore di Edi-zione Master S.p.a, compagno di avventura di Rosanna in questa impresa multimediale che in un momento nero per l’editoria ha voluto rischiare lanciando il magazine. Il primo numero è andato esaurito in poche ore. Sergio Dompè, Presidente di Farmindu-stria, esprime grande soddisfazione nei confronti del mondo da lui rappresentato, quello della farmacia, legato al benessere fisi-co e di conseguenza psichico: “La salute è l’elemento base della felicità. Grazie alla ricerca scientifica una bambina che nasce oggi ha un’aspettativa di vita vicina ai cento anni. La donna,

com’è risaputo, ha un grande dono genetico traducibile in un 4-5% di aspettativa di vita superiore all’uomo, però allo stesso tempo corre maggor rischio di contrarre patologie. Bisogna pre-venire le malattie affidandosi alla medicina e all’informazione”. La medicina non è l’unico argomento trattato all’interno della ri-vista, grande spazio viene riservato alla sana alimentazione. Non si parla solo di diete dimagranti, ma di attenzione alle proprietà degli alimenti. La parola viene poi presa da Pier Luigi Rossi, con il quale Rosanna ha fatto dimagrire in diretta tanta gen-te, nello spazio “Più sani più belli” all’interno di Domenica In. “La salute sta nel piatto. Colui che riesce a controllare questa mano che porta il cibo alla bocca è il padrone di sé stesso. C’è bisogno di informazione giusta, quindi una rivista che parla di salute è solo un bene”. Gli interventi lungo il corso della serata sono stati tanti e interessanti per non parlare della miriade di ringraziamenti fatti alla direttrice del magazine. Lo stesso Presi-dente della Repubblica Giorgio Napolitano, impossibilitato nel presenziare all’evento, ha inviato una calda lettera di auguri a Rosanna. Tante le amiche parlamentari della padrona di casa: Maria Elisabetta Alberti Casellati, Francesca Martini e Maria Eugenia Roccella, la prima Sottosegrataria al Ministero della Giustizia, le altre due Sottosegretarie al Ministero della Salute; la Senatrice Dorina Bianchi, il Consigliere della Regione Lazio Isabella Rauti, il Presidente di Federfarma Annarosa Racca e tante altre ancora. Patrizia Pellegrino, Luisa Corna, Marina Ripa di Meana, Rita Rusic e Gianfranco Vissani sono state poi alcu-ne personalità dello spettacolo venute a omaggiarla. Dulcis in

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di Cristina [email protected]

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fundo, il saluto finale del Ministro della Salute Ferruccio Fazio seguito dalle rug-genti note del giovane gruppo musicale i “Rubber Soul”.Quando è arrivata l’idea di trasformare il fortunato format televisivo in un prodotto cartaceo? “L’idea nasce da un mio grande deside-rio, riuscire ad entrare nelle case degli italiani. Trasformare quello che ormai può essere considerato un marchio stori-co della salute e della bellezza “Più sani, più belli” in uno strumento utile e sem-plice, capace di riunire tutti gli ingre-dienti del benessere e soddisfare così le esigenze dei lettori. Con il mensile sarà più comodo tenersi informati”.Chi per primo le ha dato fiducia in que-

sta impresa? “Massimo Sesti, coraggioso e intrapren-dente editore, ha saputo trasformare in realtà questa mia giovane e fortunata in-tuizione. Lui ha compreso il mio sogno e mi ha aiutata a concretizzarlo. Grazie all’integrazione della rivista con il mon-do del web, si può finalmente parlare di un benessere 2.0! Sto parlando di un prodotto all’avanguardia, multimedia-le e interattivo, che con un portale on line (www.piùsanipiùbelli.it), una nuova Community aperta ai commenti e alla vi-deo chat e il collegamento con l’I Pad, può interagire liberamente con le perso-ne a casa. Adesso comprendo le parole della cara astrologa Lucia Alberti. Prima di morire (già conducevo la mia trasmis-

sione televisiva) mi predisse l’arrivo di un grandissimo successo che mi avreb-be portato fama in tutto il mondo. Io non capivo le sue parole, d’altronde il pro-gramma andava a gonfie vele e non pote-vo immaginarmi un successo maggiore. Allora pensai...farò un film? Ora capisco, si riferiva ad internet e alla sua immensa potenzialità”. Come e quali saranno in futuro gli argo-menti trattati? “È un giornale facile da leggere e ricco di contenuti: benessere, bellezza, alimenta-zione, psicologia e sesso, con argomenti specifici per uomini, mamme e bambini, con tanti articoli di informazione e le in-terviste agli esperti. In più una sezione riservata ai nostri animaletti domestici

La Lambertucciin un momentodi relax nellasua casadi Monte-Carlo.

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che ci rendono felici e, dovendoli portar fuori almeno una volta al giorno, ci “co-stringono” a fare del sano movimento. Definirei il mio giornale con tre aggettivi: utilissimo, colorato e allegro!”.Com’è nato questo suo amore sconfinato nei confronti della salute e dell’aspetto fisico? “Sono una perfezionista e amo la bellez-za. Per bellezza non intendo perfezione fisica ma armonia delle forme, cura del particolare, pulizia del corpo e ricerca della qualità della vita. Mi piace sor-prendere e ricercare sempre soluzioni nuove per vivere meglio. Presto uscirà anche il mio nuovo libro “Le diete della salute” edito da Mondadori”.Parliamo un pò del Principato di Monaco

che lei frequenta assiduamente. Il Fo-glio Italiano, proprio come lei, è legato a Monte Carlo. Cosa ci dice di questo pic-colo grande Stato? “Mi sono avvicinata al Principato quan-do lavoravo per Radio Monte Carlo, in-sieme al grandissimo Alberto Hazan. Nel 1992 ho preso la decisione di prendervi la residenza. Le confesso di averci pas-sato alcuni dei momenti più belli della mia vita. Le passeggiate fino a Cap Mar-tin sono la mia passione, in più la città offre tanto: sicurezza assoluta e interna-zionalità sono le sue carattistiche miglio-ri. Tutto funziona, dai trasporti pubblici alla sanità, basti pensare che ci sono ottime strutture ospedaliere e assistenza sanitaria impeccabile. Posti come questi vanno preservati e custoditi con affet-to. Mi auguro che i miei amici residen-ti possano apprezzarne le innumerevoli bellezze. Mi raccomando mi saluti il mio amico direttore Ilio Masprone”.

Cristina GRIFONI

Interviewà RosannaLambertucciGrand succès pour le nouveau projet éditorial géré par Rosanna Lambertucci. Les protagonistes du monde de la médi-cine, de la politique et du spectacle ont participé à la soirée du 19 janvier, au Grand Hotel Parco dei Principi, a Rome. Un salon tout au féminin sur les thèmes de la médicine et du bien-être, une soirée qui représentait un genre de femme plei-ne d’énergie et grande positivité. Mme Lambertucci, une des médiatrices de l’alimentation parmi les plus importantes de notre Pays, surprend encore en offrant

au grand public le nouveau magazine « Più Sani, Più Belli », un instrument d’in-formation utile et simple sur les thèmes de l’actualité et de la santé. Un produit qui renaît des chanceuses cendres du premier reality show de la télévision, l’émission homonyme de la RAI, inau-gurée en 1981 et poursuivie avec seize autres éditions. Le cocktail de bienvenu commence avec un remerciement à Mas-simo Sesti, jeune et entreprenant éditeur d’Edizione Master S.P.A., compagnon de route de Rosanna dans cette entreprise multimédia qui, dans une période noire pour l’édition, a voulu risquer et a lan-cé le magazine. Le premier numéro a été épuisé dans quelques heures. Sergio Dompè, Président de Farmindustria, ex-prime une grande satisfaction par rap-port au monde de la pharmacie, ce qu’il représente, lié au bien-être physique et par conséquent psychique : « Le santé est l’élément de base du bonheur. Gra-ce à la recherche scientifique une petite fille qui naît aujourd’hui a une attente de vie de cent ans. La femme, comme on sait bien, a un grand don génétique qui signifie un 4-5% d’attente de vie supérieure à l’homme, mais au même temps elle court plus de risque de con-tracter des pathologies. Il faut prévenir les maladies en se confiant à la médicine et à l’information ». La médicine n’est pas le seul sujet touché par la revue, qui réserve plusieurs pages à la bonne ali-mentation. On ne parle pas seulement de régimes amaigrissant, mais d’attention aux propriétés des aliments. Pier Luigi Rossi, avec lequel Rosanna a fait maigrir plusieurs personnes, pendant l’émission « Più Sani Più Belli » dit : « La santé est dans l’assiette. Ceux qui arrivent à contrôler la main qui porte la nourritu-re à la bouche sont les maitres de leur corps. Il faut la bonne information, donc

RosannaLambertuccidurantela presentazionedel suo magazine “Più sani più belli”.

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un magazine qui parle de santé est que-lque chose de bien ». Tout au long de la soirée plusieurs personnes ont participé avec des interventions intéressantes et la directrice a reçu des milliers de remerci-ements. Le président de la République Georgio Napolitano, ne pouvait pas être présent à l’événement, mais il a envoyé une lettre de vœux à Rosanna. Forte la présence des amies parlementaires de la directrice: Maria Elisabetta Alberti Ca-sellati, Francesca Martini e Maria Euge-nia Roccella, (Ministère de la Justice la première, Ministère de la Santé les au-tres deux), la Sénatrice Dorina Bianchi, le Conseiller de la Région Lazio Isabella Rauti, le Président de Federfarma An-narosa Racca e d’autres encore. Patrizia Pellegrino, Luisa Corna, Marina Ripa di Meana, Rita Rusic et Gianfranco Vissani sont qu’une partie des personnages du spectacle qui sont arrivés pour rendre hommage à Rosanna. Dulcis in fundo, la salutation finale par le Ministre de la Santé Ferruccio Fazio suivi par la musi-que du groupe “Rubber Soul”.Quand avez-vous eu l’idée de transfor-mer le chanceux format télévisé dans un produit imprimé ? « L’idée naît de mon grand désir, réussir à entrer dans les maisons des italiens. Transformer ce qui aujourd’hui peut être considéré une marque historique de la santé et de la beauté « Più Sani Più Belli » dans un moyen utile et simple, capable de réunir tous les ingrédients du bien-être et de satisfaire les exigences des lecteurs. Avec un magazine mensuel être toujours informés sera plus facile». Qui est la première personne qui vous a fait confiance pour cette aventure ?

« Massimo Sesti, un entrepreneur coura-geux et actif, il a su transformer en réa-lité mon intuition. Il a compris mon rêve et il m’a aidé à le concrétiser. Grace à l’intégration de cette revue avec le Web, on peut enfin parler de Bien-être 2.0 ! Je parle d’un nouveau produit, multimédia et interactif qui, grâce à un portail online (www.piùsanipiùbelli.it), une nouvelle Community ouverte aux commentaires, un vidéo chat et la compatibilité pour I Pad, peut interagir avec les personnes à la maison. Maintenant je comprends les mots de l’astrologue Lucia Alberti. Avant de mourir elle me prédit l’arrivée d’un grand succès et de la renommé mondia-le. Je ne comprenais pas ses mots, ailleu-rs le programme allait très bien et je ne pouvais pas imaginer un majeur succès. Alors j’ai pensé que peut-être il s’agis-sait de tourner un film… Maintenant je comprends, elle parlait d‘internet et de son immense pouvoir ». Quels sont les sujets et comment seront-ils traités? « Il s’agit d’un journal riche et facile à lire: bien-être, beauté, alimentation, psy-chologie et sexe, avec des sujets spécifi-ques pour les hommes, les mamans et les enfants, avec beaucoup d’articles d’in-formation et des interviews aux experts. De plus il y a une section réservée à nos petits animaux domestiques qui nous rendent heureux et, qui « nous forcent » à faire du sain mouvement quand nous les promenons. Je définirais mon journal avec trois adjectifs : très utile, coloré et divertissant ! ». Comment est-il votre amour pour la san-té et le soin de l’aspect physique? « Sono une perfectionniste et j’aime la

beauté. La beauté pour moi n’est pas la perfection physique mais l’harmonie des formes, l’attention au détail, la propreté et la recherche de la qualité de la vie. J’aime surprendre et rechercher toujours des nouvelles solutions pour mieux vi-vre. Dans quelque temps mon nouveau livre « Le diete della salute » par Mon-dadori Ed. sera dans les librairies ». Parlons-nous un peu de la Principauté de Monaco que vous fréquentez assidu-ment. Il Foglio Italiano est, comme vous, lié à Monaco. Qu’est-ce que vous pensez de ce petit, mais grand, État?« Je me suis rapprochée à la Principauté lorsque je travaillais pour Radio Monte Carlo, avec Alberto Hazan. En 1992 j’ai pris la décision de prendre la résidence. Je dois avouer que j’ai passé ici quelques des plus beaux moments de ma vie. Les promenades jusqu’à cap Martin sont ma passion, et en plus la ville offre beau-coup : la sûreté absolue et l’internationa-lité sont ses meilleures caractéristiques. Tout fonctionne, des transports publics à la santé, les structures hospitaliers sont excellentes et l’assistance sanitaire im-peccable. Des places comme ceux-ci doivent être protégés et gardés avec at-tention. J’espère que mes amis résidents puissent en apprécier les nombreuses beautés. Et, n’oubliez pas de me saluer mon ami, le directeur Ilio Masprone ».

RosannaLambertuccicon il Ministrodella SaluteFerruccio Fazio.

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di Luigi [email protected]

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Ungrande

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MONACO. Iniziamo questo servizio con l’immagine del “grand finale” della prima spettacolare serata del 35° Festi-val Internazionale del Circo di Monte Carlo, che si è concluso a fine gennaio, affinché il lettore copra, con un colpo d’occhio, l’insieme degli attori che hanno dato vita, ripetendosi per una decina di giorni, a questo spettacolare evento. Una

serata gaia, emozionante, instancabil-mente lunga e ricca di sorrisi che non si vedevano da tanto tempo. Monte Carlo si rivela così, per la trentacinquesima volta dal lontano 1974, data di nascita del 1° evento circense, con un ‘touche de clas-se’ che rende felici i bambini e riporta , seppur per poche ore, gli adulti alla fan-ciullezza . Non a caso, il Principe Alberto

II di Monaco si presta al gioco facendosi ”coronare” dal futuro Clown d’Oro con una parrucca clownesca, simile a quella che si sprigiona dal capo di Bello Nock e spinge palloni giganti avvolti in una co-reografia tipo “hola”, felicemente ideata dagli organizzatori della madrina del Cir-co, la Principessa Stéphanie, che coin-volge umoristicamente nel gioco tutti gli

una grande serata

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con tanti sorrisi

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spettatori, addetti ai lavori compreso. Il Sovrano e la sorella, si divertono visibil-mente durante il corso dello spettacolo e sono i primi ad applaudire le esibizioni e dare inizio alle “standing ovations” per i numeri che hanno suscitato in essi le più vibranti emozioni lasciandoli, a volte, senza fiato. Come sempre, non sono man-cate le elaborate esibizioni di stupendi esemplari della fauna e del genere uma-no in un mix de “la bestia e la bella”: quest’ ultima con presenze molto gradite per la loro avvenenza anche se trascinate magari improvvisamente in una parodia di Guglielmo Tell grazie all’estro di un maestoso già citato Bello Nock, pluripre-

miato clown ‘cascadeur’ americano. Ed a proposito di belle donne, tra i cronisti ita-liani spiccava una raggiante ma al tempo stesso mite ‘fiera’: Cristina Chiabotto, già Miss Italia e conduttrice televisiva . La proponiamo in un’immagine con i colle-ghi di lavoro e, in un’altra ancora, con la cellula ospitante italiana presieduta dall’Ambasciatore d’Italia, Antonio Mo-rabito unitamente al Segretario di Stato Monegasco Garino. Ma veniamo agli atleti e personaggi di spicco che sono

In basso,la consuetapresenzadei Principi Stéphaniee Albertodi Monacoal Festivaldel Circo.

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stati selezionati per questo 35° Circo Internazionale di Monte Carlo. Per ben tre volte l’italiano Flavio TOGNI riceve il massimo “award” del Circo Interna-zionale di Monte Carlo, ovvero il Clown d’Oro! Il suo talento è stato ricompensato anche con tre Clown d’Argento nella 3a, 9a e 22a edizione. L’ex “enfant prodige” del circo italiano è in pista dall’età di 14 anni! Quest’anno è entrato in scena per ben cinque volte con tigri, cavalli, elefanti e perfino cammelli: un domato-

re polivalente dal sorriso stampato sulle labbra e la sicurezza indomita di chi ha dedicato gli anni della propria esistenza confrontandosi con fiere e altri mammi-feri a volte suscettibili ed imprevedibili. Tutto liscio però nella pista monegasca, separata dal pubblico solo da vertica-li inferriate quando entravano in scena sulla pista le tigri del Bengala, a dire il vero dall’aspetto pacioccone, forse per-ché, le femmine, erano ancora giovani a differenza del maschio ben più prestante

e volutamente aggressivo nella parte ap-presa, da consumato attore, durante cen-tinaia di ripetizioni! Come domatore di elefanti, Togni si è presentato con cinque graziose mastodonti dell’Asia che co-mandava a viva voce e perfetta sicurezza. I dodici cavalli del Circo Americano e i quattro esemplari di scuola “palominos” correvano e si impennavano con elegan-za sotto gli applausi degli spettatori. Una danza insolita anche quella che ha visto un numero di Togni con quattro altri ca-

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valli e altrettanti cammelli. L’altro Clown d’Oro, Bello Nock, è stato fortemente e sagacemente richiamato a Monaco dal Sovrano e dalla Principessa Stéphanie. Nel 1998 ottenne il Clown d’Argento ma quest’anno è letteralmente “esploso” e con lui il pubblico in ripe-tuti applausi grazie alla comicità mista all’audacia di valente cascadeur! Irre-sistibile con l’imitazione di Guglielmo Tell e nelle pericolosissime esibizioni che portava avanti con una tenace, stra-

biliante ed “incosciente”comicità. Non a caso, la rivista Time l’ha nominato “Miglior Clown Americano”! Bello Nock potrebbe portare avanti uno spettacolo circense imperniato tutto su lui stesso! Complimenti! Due fratelli italiani, i Dell’Acqua, ma col nome d’arte inglese, Royal Brothers, Davis 32 anni e Ronny 29, sono stati i brillanti allievi dell’Acca-demia del Circo di Verona. Hanno preso ispirazione dai propri idoli, gli Alexis Brothers, già Clown d’Argento al 15°

Festival per realizzare un superbo nume-ro di “mano a mano” in cui le difficoltà si coniugano con l’eleganza. Nel finale, Davis, carponi, solleva il fratello mante-nendolo , verticale per la testa nel palmo della mano con il solo braccio! Quest’an-no sono Clown di Bronzo ma la progres-sione sarà sicura negli anni a venire.Per riassumere, questi sono i premi accordati quest’anno dalla giuria, pre-sieduta dalla Principessa Stephanie di Monaco: CLOWN D’ORO: Flavio Togni

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e Bello Nock; CLOWN D’ARGENTO: Troupe acrobatique de Dalian,Troupe du Flag Circus et de Jiangxi, Valérie Inertie e White Birds; CLOWN DI BRONZO: Royal Brothers, Troupe Alma’s, Roman Kapersky et Troupe Khubaev. MEN-ZIONE SPECIALE DELLA GIURIA : Troupe Weisheit e La Brigade spéciale des Pompiers de Paris. COPPA DI S.A.S. LA PRINCIPESSA ANTOINETTE: Les Enfants d’Izhevsk.

Luigi MATTERA

Un grand Cirque, une soirée,avec beaucoup de souriresNous commençons ce service avec l’image du « grand final » de la première soirée du 35° Festival International du Cirque de Monte Carlo, qui s’est terminé à la fin de janvier, pour que le lecteur puisse voir d’un coup l’ensemble des protagonistes qui ont animé ce spectacu-laire évènement. Une soirée gaie, émou-vante, infatigablement longue et riche de sourires qu’on n’avait pas vu depuis longue temps. Monte Carlo se révèle donc, pour la trente-cinquième foi de-puis le loin 1974, date de naissance du 1°spectacle de cirque, avec une « touche de classe » qui rend heureux les enfants et qui rappelle aux adultes leur enfance. Même le Prince Alberto II de Monaco se prête au jeu et il se laisse « couronner » par le clown d’or, avec une perruque clownesque, semblable à celle de Bello Nock (clown cascadeur américain) ; et il pousse des ballons géants dans une chorégraphie très bien étudiée par les organisateurs de la marraine du Cir-que, Princesse Stéphanie, qui implique sympathiquement tous les spectateurs. Le Souverain et sa sœur, s’amusent vi-siblement pendant le cours du spectacle et ils sont les premiers à applaudir les exhibitions et à commencer les «stan-ding ovations » pour les spectacles qui ont émus les spectateurs en les laissant, parfois a bouche ouverte. Comme d’ha-

bitude le spectacle comprenait les exhi-bitions de superbes exemplaires de la faune et du genre humain dans un mix style « la belle et la bête ». à propos de belles femmes, parmi les chroniqueurs italiens on remarquait la douce, un peu fauve, Cristina Chiabotto, déjà Miss Ita-lie et animatrice de télévision. Nous la voyons dans une image avec ses collè-gues de travail et, dans une autre, avec la cellule italienne présidée par l’Ambas-sadeur d’Italie, Antonio Morabito avec le Secrétaire d’État Monégasque Garino. Parmi les artiste sélectionnés pour ce 35° Cirque International de Monte Car-lo on était fières de voir l’italien Flavio TOGNI, qui a reçu, pou la troisième foi, le plus grande « award » du Cirque In-ternational de Monte Carlo, ou bien le Clown d’Or! Son talent a été récompensé même avec trois Clown d’Argent pendant la 3ème, 9ème et 22ème édition. L’ex « enfant prodige » du cirque italien est en piste depuis l’âge de 14 ans! Cette année il s’est produit bien cinq fois avec les ti-gres, les chevaux, les éléphants et aussi les chameaux : un dompteur polyvalent toujours souriant et la sûreté de quel-qu’un qui a consacré son existence au rapport avec des fauves et d’autres mam-mifères parfois susceptibles et imprévi-sibles. Aucun problème dans la piste monégasque, séparée du public par des grilles seulement quand on a introduit les tigres du Bengale, à dire le vrai leur aspect n’était pas trop agressif, peut-être parce que, les femelles, étaient encore des jeunes contrairement au mâle bien plus prêtant et expressément agressif dans sa partie, comme un vieux acteur, après des centaines de répétitions! Com-me dompteur d’éléphants, Togni s’est présentés avec cinq gracieux mastodon-tes de l’Asie qu’il commandait sans pro-

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blèmes à haute voix et avec confiance. Les douze chevaux du Cirque Américain et les quatre exemplaires « palominos » couraient et ils se cabraient avec élégan-ce sous les applaudissements des spec-tateurs. Une dance insolite comme celle de Togni avec quatre autres chevaux et quatre chameaux. L’autre récompense « Clown d’Or » fut pour Bello Nock, forte-ment voulu à Monaco par le Souverain et la Princesse Stéphanie. En 1998 il obtint le Clown d’Argent mais cette année il a vraiment enthousiasmé le publique! Irré-sistible dans son imitation de Guillaume Tell et dans ses dangereuses exhibitions en tant que cascadeur, qu’il réalise avec une tenace, stupéfiante et « inconsciente » comique. Le magazine Time l’a appe-lé « Meilleur Clown Américain » ! Bello Nock pourrait faire un spectacle de cir-que tout seul! Félicitations ! Clown de Bronze pour les deux frères ita-liens Dell’Acqua, Davis, 32 ans et Ron-ny, 29, brillants élèves de l’Académie du Cirque de Vérone, qui se sont présentés avec leur nom d’art « Royal Brothers ».

Ils ont pris l’inspiration par ses idoles, les Alexis Brothers, déjà Clown d’Argent au 15° Festival pour réaliser un grande spectacle de « hand to hand » dont les difficultés se conjuguent avec l’élégance. Dans le final, Davis, allongé par terre, soulève son frère et il le garde en vertical en utilisant un seul bras ! Cet an ils ne sont que Clown de Bronze mais la pro-gression sera sûre dans les prochaines années.En bref voici les prix attribues par le jury, présidé par S.A.S. la Princesse Stéphanie de Monaco : CLOWN D’OR: Flavio Togni et Bello Nock ; CLOWN D’ARGENT : Troupe acrobatique de Da-lian, Troupe du Flag Circus et de Jiangxi, Valérie Inertie et White Birds ; CLOWN DE BRONZE: Royal Brothers, roupe Al-ma’s, Roman Kapersky et Troupe Khu-baev. MENTION SPECIALE DU JURY : Troupe Weisheit et La Brigade spécia-le des Pompiers de Paris. COUPE DE S.A.S. LA PRINCESSE ANTOINETTE (au plus jeune artiste du Festival) : Les Enfants d’Izhevsk.

Sopra,alcuni momentidel gran finale della 35° edizione del Festivaldel Circo conla presenzadella Principessa Stéphanie.

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eventi

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MONACO. Nel quadro delle celebra-zioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, l’Ambasciata Italiana di Monaco ha preso l’interessante iniziativa di invi-tare nel Principato alcune regioni italia-ne per una serie di incontri di carattere storico culturale, ed anche artistico e commerciale, nonchè gastronomico, al fine di far conoscere meglio le specialità culinarie ed enologiche delle nostre re-gioni. L’interesse è ovviamente quello di rafforzare i legami con il Principato ed esaltare i valori dell’Italia, in un’ottica nazionale ed europea. Dopo la Basilicata (con proiezione del film “Basilicata coast to coast”) e la Calabria (presente con un bellissimo recital musicale e poesie di Corrado Calabrò), il 24 febbraio scorso è

stata la volta dell’Emilia Romagna. Si è trattato di un utile incontro tra una dele-gazione composta da autorità regionali e da numerosi imprenditori attivi in settori come la moda e la musica del Conser-vatorio di Parma e l’enogastronomia, con pregiati vini emiliani ed altri provenienti dal Friuli, ma anche molti rappresentan-

ti del mondo imprenditoriale.L’incontro è avvenuto nella sede del circolo CREM, alla presenza dell’’Am-basciatore Henri Fissore in rappresen-tanza del governo monegasco, dall’Am-basciatore italiano Antonio Morabito e dal Presidente del Com.It.Es Conte Niccolò Caissotti di Chiusano, dalla Pre-sidente dell’AIM, Fernanda Casiraghi e dal Presidente della Camera di Commer-cio monegasca Michel Dotta. La giornata si è poi conclusa con una sontuosa cena di gala nella Salle Empire dell’Hotel de Paris, alla quale ha partecipato - ecce-zionalmente - il Principe Alberto ac-compagnato dal Ministro di Stato Michel Roger (nella foto con l’Ambasciatore Morabito) e da numerosi rappresentanti

del governo di Monaco, a testimonianza dell’importanza che il Principato an-nette alle relazioni con il nostro Paese. La prossima Regione attesa a Monaco sarà la Sardegna, seguita dalla Tosca-na, l’Umbria, l’Abruzzo ed altre per fi-nire con il Piemonte, artefice dell’Unità d’Italia.

Défilé pourcélébrer l’Unité d’Italie Dans le cadre des célébrations du 150° anniversaire de l’Unité d’Italie, l’Am-bassade Italienne de Monaco a eu l’in-téressante idée d’inviter en Principauté quelques régions italiennes pour une série de rencontres sur des thèmes hi-storique-culturels mais aussi artistiques, commerciales et gastronomiques, pour mieux faire connaitre les spécialités cu-linaires et œnologiques de nos régions. Le but est un renforcement des liens entre L’Italie et la Principauté et une exaltation des valeurs italiens, dans une optique nationale et européenne. Après la Basilicate (avec la projection du film « Basilicata coast to coast ») et la Calabre (présente avec une comédie musicale et des poèmes de Corrado Calabrò), le 24 février a été la foi de l’Émilie-Romagne. La rencontre avait parmi ses protagoni-stes une délégation d’autorités régiona-les et des nombreux entrepreneurs actifs dans des secteurs comme la mode et la musique du Conservatoire de Parme et l’œno-gastronomie, avec de précieux vins émiliens et autres du Frioul. La ren-contre s’est produite auprès du CREM (Club des résidents étrangères Monaco), avec l’Ambassadeur Henri Fissore en représentation du gouvernement moné-gasque, l’Ambassadeur italien Antonio Morabito et le Président du Com.it.es Conte Niccolò Caissotti de Chiusano, le Président de l’AIM, Fernanda Casiraghi et le Président de la Chambre du Com-merce monégasque Michel Dotta. La journée s’est ensuite terminée avec une soirée de gala dans la Salle Empire de l’Hôtel de Paris, à laquelle le Prince Al-bert II a participé, accompagné du Mini-stre d’État Michel Roger et de nombreux représentants du gouvernement de Mo-naco, à témoignage de l’importance que la Principauté donne aux relations avec notre Pays. La prochaine région attendue à Monaco sera la Sardaigne, suivie de la Toscane, de l’Ombrie, des Abruzzes et d’autres régions, pour terminer avec le Piémont, vrai auteur de l’Unité d’Italie.

Greta GROSSI

Sfilata di Regioni Italiane a Monaco,per festeggiare l’Unità d’Italia

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Appuntamenti

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Tutte le sedi del

Printempsdes Arts

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di Tiziana DANZOxxxxxx

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Appuntamenti

di Tiziana [email protected]

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MONACO. La primavera è in arrivo, e con lei anche il turbine di musica ed eventi dell’appuntamento “Printemps des arts”. Quest’anno il festival si concentrerà nei quattro week-end dal venerdì 18 marzo alla domenica 10 aprile.In programma per il primo fine settimana la musica orientale con « Turqueries », la Porte de Félicité (18 marzo 20.30 musée Océanographique)e Les Derviches Tourneurs (19 marzo, 20.30, parking des pecheurs). Un viaggio attraverso il vicino Oriente, quello del rinascimento, con le sue spezie e il misticismo trasci-nante dei dervisci rotanti. La domenica sarà invece consacrata a un compositore francese vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo: Gabriel Urbain Fauré. Saranno due i concerti-omaggio

a Fauré, il primo domenica 20 marzo, alle 18, a Beaulieu; il secondo sarà invece a Cap d’Ail, venerdì 25 alle 20.Il secondo week-end si aprirà appunto con il secondo omaggio a Fauré e proseguirà, sabato 26, con il portrait Schumann. Robert Schumann fu un grande compositore, pianista e critico musicale tedesco del XIX secolo. Incarna perfettamente lo spirito roman-tico per la sua passionalità focosa a tratti pervasa da momenti di intimità commovente e ritmi delicati. (20.30, Auditorium Rai-nier III). Domenica 27 sarà invece una vera sorpresa. L’organiz-zazione del festival non dà anticipazioni, per questa giornata è previsto un viaggio a Nizza, con partenza da Monaco, Stade Luis II alle 13.30, o dal Theatre des Verdures a Nizza alle 14.00. la destinazione è sicuramente un luogo insolito, nel cuore della

villa di Nizza, dove si potrà ascoltare ottima musica.Ogni anno il festival Printemps des Arts invita le grandi orche-stre europee, dopo l’Orchestra Filarmonica di Radio France e l’Orchestra Filarmonica del Lussemburgo, quest’anno è la volta della Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg, che esegui-rà Des Knaben Wunderhorn di Mahler e La Nuit transfigurée di Schonberg. (Venerdì 1° aprile, 20.30, Auditorium Rainier III). Sabato 2 sarà invece caratterizzato da uno strumento tra i più amati e complessi: il violino. Nel pomeriggio sarà possibile incontrare i liutai e scoprire come nasce uno strumento musica-le, in serata i cinque violinisti della nouvelle vague del violino realizzeranno una lunga maratona musicale dividendosi in due

concerti contemporanei: uno alla Salle Empire, l’altro allo Spor-ting D’hiver, entrambi con inizio alle 20.30. Domenica 3 sarà un’altra sorpresa. Una giornata un po’ folle, dove la musica, la danza, i clown, le arti plastiche e visive come i video, si mesco-leranno, dando vita a una forma di arte “totale”. L’appuntamento è alle 14.30 nella piazza del Casinò, davanti ai Giardini des Boulingrins.L’ultimo week-end sarà completamente dedicato a Schumann. Venerdì 8 sarà caratterizzato dalla musica da camera, compo-sta da Robert Schumenn e dalla talentuosa moglie Clara (alle ore 20.30 Salle Garnier). Sabato 9 invece sarà il piano al centro dell’attenzione, forse lo strumento con il quale il compositore riesce a esprimere i suoi turbamenti e i suoi interrogativi al me-

© Marco Assini

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glio. (alle ore 20.00 Salle Garnier). Domenica 10 la poetica di Schumann concepita per l’organo sarà presentata in una cornice splendida e adatta come la Chiesa di Saint Charles, alle 16.00. Il festival si concluderà all’Auditorium Rainier III con un’opera meravigliosa e quasi sconosciuta, la Sinfonia n°3 “Renana”, in-sieme alla Messa Sacra. La politica del Printemps des Arts non è solo quella di presenta-re degli spettacoli unici, ma anche quella di educare il pubblico, grazie a una serie di incontri, sottoforma di conferenze, di letture

o dimostrazioni che si terranno per tutto il periodo e che saranno un complemento determinante per fruire in modo più completo e consapevole l’arte.Difficile scegliere? Visitate il sito www.printempsdesarts.com, dove troverete il programma completo e tutte le altre informazioni utili. Il costo dei biglietti varia da 7,50 a 33 euro, per prenotare o acquistare i biglietti: Festival Prin-temps des Arts 12 avenue d’Ostende MC 98000 Monaco, tel. +377 93255804, oppure seguite le indicazioni sul sito.

Tiziana DANZO

Printemps des ArtsLe printemps va arriver, et avec lui arrivent aussi les turbines de musique et les évènements du rendez-vous « Printemps des arts ». Cet année le festival se concentrera sur les quatre week-ends à partir de vendredi 18 Mars jusqu’à dimanche 10 avril.En programme pour le premier fin de semaine la musique orien-tale avec « Turqueries », la Porte de Félicité (18 Mars 20h30 musée Océanographique) et Les Derviches Tourneurs (19 Mars, 20h30, parking des pécheurs). Un voyage à travers le proche Orient, celui de la renaissance, avec ses épices et le mysticisme des derviches tourneurs. Le dimanche sera par contre consacrée à un compositeur français vécu entre le XIX et le XX siècle : Gabriel Urbain Fauré. Il y aura deux concert-hommages à Fau-ré, le premier le dimanche 20 Mars, à 18 heures, à Beaulieu ; le seconde sera par contre à cap d’Ail, le vendredi 25 à 20 heures.Le deuxième week-end s’ouvrira justement avec le second hom-mage à Fauré et poursuivra, samedi 26, avec le portrait Schu-mann. Robert Schumann fut un grand compositeur, un pianiste et un critique musical allemand du XIX siècle. Il incarne parfai-tement l’esprit romantique, sa musique bondit d’un état d’âme à l’autre, avec un lyrisme parfois étonnant tant il interroge les limites de l’âme, ce qui intéresse Schumann c’est le bouillon-nement des sentiments qui s’entrechoquent jusqu’à la folie (20h30, Auditorium Rainier III). Dimanche 27 sera par con-tre une vraie surprise. L’organisation du festival ne donne pas

d’anticipations, pour cette journée est prévu un voyage à Nice, avec départ de Monaco, Stade Luis II à 13h30, ou du Théâtre des Verdures à Nice à 14h00. La destination est sûrement un lieu insolite, dans le cœur de la ville, où on pourra écouter de l’excellente musique. Chaque année le Printemps des Arts in-vite les grands orchestres européens à Monaco. Après l’Orche-stre Philharmonique de Radio France et l’Orchestre Philhar-monique du Luxembourg, cette année c’est à l’un des grands orchestres allemands : le Sinfonieorchester Baden-Baden und

Freiburg, qui exécutera Des Knaben Wunderhorn de Mahler et le Nuit transfigurée de Schonberg. (Vendredi 1° avril, 20h30, Auditorium Rainier III). Samedi 2 sera par contre caractérisé par un instrument parmi les plus aimés et plus difficiles : le violon. Pendant l’après-midi il sera possible de rencontrer les luthiers et découvrir comme les instruments musicaux naissent, pendant la soirée les cinq violonistes de la nouvelle vague réa-liseront un longue marathon musical organisé en deux concerts contemporains : l’un à Salle Empire, l’autre au Sporting D’hi-ver, tous les deux commenceront à 20h30. Le dimanche 3 sera une autre surprise. Une journée un peu folle, où la musique, la dance, les clowns, les arts plastiques et visuels comme les vidéos, se mélangeront, en créant une forme d’art « total ». Le rendez-vous est à 14h30 Place du Casino, devant le Jardin des Boulingrins. Le dernier week-end sera complètement consacré à Schumann. En programme pour vendredi 8 avril la musique de chambre, composée par Robert Schumann et sa talentueuse femme Clara (20h30 Salle Garnier). Samedi 9 par contre sera le piano au centre de l’attention, peut-être l’instrument avec lequel le compositeur réussit à exprimer ses troubles et ses in-terrogations au mieux. (20h00 Salle Garnier). Dimanche 10 la poésie de Schumann conçue pour l’organe sera présentée dans un cadre splendide et juste comme l’Église de Saint Charles, à 16h00. Le festival se terminera à l’Auditorium Rainier III avec une œuvre merveilleuse et presque méconnue, la Symphonie n°3 « Rhénane », suivie par la « Missa Sacra ».La politique du Printemps des Arts n’est pas seulement cette de présenter des spectacles uniques, mais aussi celle d’éduquer le public, grâce à une série de rencontres, sous forme de confé-rences, de lectures ou de démonstrations qui se tiendront pour tout la période et qu’ils seront un complément déterminant pour jouir de façon plus complète et conscient de l’art.C’est trop difficile de choisir? Visitées le site www.printem-psdesarts.com, où vous trouverez le programme complète et toutes les autres informations utiles.Le prix des billets varie de 7.50 à 33 euros, pour réserver ou acheter les billets : Festival Printemps des Arts 12 ave-nue d’Ostende MC 98000 Monaco, tel. +377 93255804, ou bien suivre les indications sur le site.

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Appuntamenti

© Vincent Alloing

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MONACO. Dal 31 marzo al 3 aprile 2011, il promotore di spettacoli interna-zionali Johnessco Rodriguez trasformerà nuovamente il Forum Grimaldi di Mona-co in una galleria d’arte di 4000 metri quadrati per il salone arte Monaco’ 11. Per quattro giorni, il Principato di Mona-co sarà ancora promotore dell’arte e del-la cultura ospitando l’unico salone d’ar-te contemporanea della Costa Azzurra. Gallerie d’arte venute dai quattro angoli del mondo potranno esporre e vendere le loro opere in una delle destinazioni più “glamour„ al mondo, piattaforma unica di riunioni dell’elite internazionale. L’anno scorso, questo salone ha permes-so di proporre opere di artisti come Pa-blo Picasso, Andy Warhol, Tommy Wil-son, Philippe Pastor, Agostino Bonalumi, Lucio Fontana, Nikolai Blokhin, Aung Kyaw Htet, Enkhtaivan O., John Nichol-son, A. Jeitz, Navch, Alessandro Dubini, etc… Gallerie, artisti, istituzioni cultu-rali e mass media specializzati avranno la possibilità di offrire ai collezionisti, ai critici d’arte e al grande pubblico un’am-pia visione dell’arte contemporanea e un’opportunità unica per tutti i parteci-panti di allargare la loro rete sociale nel

settore artistico. Gli orari: Giovedì 31 marzo delle 19:00 alle 22:00 (serata VIP), venerdì 1° aprile dalle 13:00 alle 21:00, sabato 2 aprile dalle 12:00 alle 20:00, domenica 3 apri-le dalle 12:00 alle 19:00. I costi: 100 euro la serata d’onore, 20 euro l’entrata (40€ tutto l’evento).Per ulteriori informazioni visitate:http://www.artemonaco.com

Ludovica COLOMBOTTO ROSSO

ARTMONACO 2011Du 31 mars au 3 avril 2011, le promoteur de spectacles internationaux Johnessco Rodriguez transformera à nouveau le Grimaldi Forum Monaco en une galerie d’art de 4000 mètres carrés pour le Sa-lon Art Monaco’11. Durant quatre jours, la Principauté de Monaco deviendra une nouvelle fois le lieu incontournable de l’art et de la culture en accueillant l’unique salon d’art contemporain de la Côte d’Azur. Des galeries d’art venues

des quatre coins du monde pourront ex-poser et vendre leurs œuvres dans l’une des destinations les plus « glamour » au monde, plateforme unique de rencontres de l’élite internationale.L’an dernier, ce salon a permis de propo-ser des œuvres d’artistes tels que Pablo Picasso, Andy Warhol, Tommy Wilson, Philippe Pastor, Agostino Bonalumi, Lucio Fontana, Nikolai Blokhin, Aung Kyaw Htet, Enkhtaivan O., John Nichol-son, A. Jeitz, Navch, Alessandro Dubini, etc... Galeries, artistes, institutions cul-turelles et médias spécialisés auront la possibilité d’offrir aux collectionneurs, aux critiques d’art et au grand public une large vision de l’art contemporain ainsi qu’une opportunité unique pour tous les participants d’élargir leur réseau social dans le domaine artistique.Les horaires: Jeudi 31 mars de 19:00 à 22:00 (soirée VIP), Vendredi 1 avril de 13:00 à 21:00, Samedi 2 avril de 12:00 à 20:00, Dimanche 3 avril de 12:00 à 19:00. Les prix : 100 Euros la soirée d’honneur, 20 Euros l’entrée (40€ tout l’évenement).Pour plus d’informations visitez :http://www.artemonaco.com

ARTE MONACO2011

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news

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EVENTI

estival,di Veronica [email protected]

trionfa la culturaVince Roberto Vecchioni,

seguito da Emma e I Modà e Al Bano

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SANREMO. “Perché le idee sono come farfalle che non puoi toglier-gli le ali? perché le idee sono come le stelle che non le spengono i tem-porali? perché le idee sono voci di madre che credevano di avere peso e sono come il sorriso di Dio in que-sto sputo di universo?”Con questo ritornello, al 61° Festival di Sanremo, ha trionfato la cultura. Non il gossip, non lo show di Belen Rodriguez e della Canalis. E’ stata lei la vera vinci-trice del Festival della Canzone: con il suo desiderio di risanare gli animi per-duti dalle troppe oscenità e superficiali-tà della tv degli ultimi tempi. Infatti, a ricevere il mese scorso la statuetta con il leone e la palma della città dei fiori, è uno dei più apprezzati cantautori che l’Italia della “canzonetta” può annove-rare, Roberto Vecchioni. Questo Festival lo ha vinto lui, il “Professore”, un uomo abile nel mettere parole in musica, che si guadagna questa vittoria un pò come premio alla carriera e un pò perché il te-sto lo merita davvero. “Chiamami ancora amore”, canta la vera essenza dell’amo-

re, di quello che va al di là della passio-ne carnale, ma che ne ricerca la forma pura, primigena, quello dell’amore spi-rituale ed intellettuale, dell’amore per la cultura, del sapere, di quell’amore che arricchisce non il portafoglio, bensì in-teriormente. Vecchioni si è guadagnato a buon diritto il titolo di vincitore, all’una-nimità, senza troppe critiche perché il cantante si è rivolto all’Italia e agli ita-liani, ad un Paese che si vuole riscattare e ad una popolazione stanca di essere additata come gente ignorante, frivola e vuota. Quella del “Professore” è una canzone che traduce in parole le aspet-tative, i sogni, le attese di tutti noi, che parla delle speranze degli studenti e del-le paure del presente. E’ un testo toccan-te, capace di coinvolgere ed attirare su di sé l’attenzione di tutti coloro che sono in grado di andare al di là del semplice bra-no musicale e della melodia. La canzone di Vecchioni è impegnativa ed è riusci-ta a ritagliarsi il ruolo di testo portante all’interno dell’intera struttura di questo memorabile Festival. Usiamo l’aggettivo memorabile, tanto caro a uno di quei per-

Nella paginaa lato, Roberto Vecchionivincitoredel 61° Festivaldella Canzone, con il brano“Chiamamiancora amore”,in compagniadi BelenRodriguezed Elisabetta Canalis.

Sopra,il cavallerescoingressoal Teatro Aristondi Sanremodell’attoreRoberto Benigni,grande mattatoredi questo Festival.

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EVENTI

sonaggi che hanno contribuito a far trion-fare la cultura sul palco dell’Ariston e stiamo parlando proprio di lui, di Rober-to Benigni. Per l’ennesima volta l’attore, regista, comico e chi più ne ha più ne metta, ha dato un’altra grande prova di sé, ha tenuto milioni di italiani attaccati allo schermo, ha incantato il suo pubbli-co, ha strabiliato, sbalordito e divertito insieme. Un ingresso alla garibaldina, in sella ad un cavallo bianco e con il tri-colare in mano che smorza fin dall’inizio la tensione con l’ironia “avevo paura di venire a cavallo perché in questo perio-do ai cavalieri non va tanto bene...”. Ma abbandonate le vesti di cavaliere si riap-propria dei panni d’intrattenitore e come ci ha abituato con Dante e la Commedia dà vita ad una vera e propria esegesi sull’Italia, sulla bandiera e sull’Inno di Mameli e Novari. Benigni ha ripercorso con tutta la sua abilità oratoria la storia del Risorgimento italiano richiamando a gran voce Garibaldi e i garibaldini, Ca-vour, Mazzini, Gioberti e tutti coloro che hanno contribuito, direttamente e non, a far nascere la nostra giovane Italia, spa-ziando dalle Guerre Puniche all’Impero Romano, dagli Orazi e Curiazi alle coorti,

(“perché anche quelle le abbiamo inven-tate noi” - per usare le sue stesse parole), ha parlato di Francesco Ferrucci e Ma-ramaldo. Un vero e proprio monologo, recitato tutto d’un fiato, cinquanta minuti incalzanti e vibranti per la portata della tematica, ma anche e soprattutto per la bravura dell’intrattenitore toscano. E se il piatto forte della performance di Beni-gni è stata l’esegesi all’Italia, il contorno è stato invece servito con tocchi di satira tagliente. Fitte, infatti, sono state le con-tinue allusioni alla bufera politica attua-le. Bersaglio prediletto? Berlusconi e il caso Ruby. Al termine di una lectio stra-ordinaria, il finale è nel segno dell’emo-zione, recita a cappella l’Inno stesso sen-za musica “come lo avrebbe intonato uno di quei ragazzi che andava a morire per fare la patria”. Tutti in piedi ad applaudi-re. Nulla da togliere a Morandi e alla sua conduzione, a tutti gli artisti in gara e alle loro canzoni, ma solamente un premio Oscar come Benigni e la sua strabiliante arte oratoria, ha reso un grande Festival esulato dal suo classico stampino di gara musicale intervallata da gag divertenti e ospiti d’eccezione.

Veronica SENATORE

Emma e I Modà, secondia Sanremo.

Per Al Banoil terzo posto.

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MUSEO ‘900una sfilata d’arte

Con l’Arengario, la città del Duomopunta al primato delle esposizionie offre un’esperienza totale conditadi arte culinaria, cinematografica e didattica.

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ARTE

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MILANO. Un intero edificio completa-mente rinnovato al suo interno per ospi-tare un secolo d’arte. Il Museo del ‘900, che ha aperto le sue porte al pubblico lo scorso dicembre, è il nuovo vanto della città meneghina sul fronte artistico. Ci sono, infatti, voluti tre anni di lavori per allestire le sale dell’Arengario, lo storico edificio concepito negli anni ‘30 da Mus-solini che domina piazza Duomo. La tra-sformazione del Palazzo dell’Arengario in Museo del Novecento, firmata dal noto architetto milanese Italo Rota e da Fabio Fornasari, si è posta come obiettivo quel-lo di riorganizzare le sale ottimizzandone l’uso degli spazi e restituendo un’imma-gine forte all’intera struttura. I volumi in-terni sono stati così interamente demoliti per dar vita a strutture orizzontali e ver-ticali che definiscono in modo semplice e lineare il percorso museale. Risultato? Un’area espositiva di 3500mq distribuita su tre livelli, a cui si accede tramite una rampa a spirale di stampo futurista, per un totale di 350 opere di primaria impor-tanza e, soprattutto, di fama e riconosci-bilità immediata. Ed è proprio tramite la rampa, e delle nicchie dislocate in essa, che si incontrano le prime opere emble-matiche del museo: un paio di sculture di De Chirico, un pavimento romano rinvenuto nel corso degli scavi di piazza Diaz e il Quarto Stato di Pelizza da Vol-pedo, quadro simbolo che segna il pas-saggio da un’estetica ottocentesca a una prettamente novecentesca. Al termine della suggestiva struttura a spirale, dalla quale è possibile ammirare piazza Duo-mo da una prospettiva insolita, si accede al primo piano che ospita la collezione Jucker. Opere scelte del ‘900 internazio-nale e una sezione dedicata ai futuristi si avvicendano lungo la mastodontica Sala delle Colonne: Picasso, Modiglia-ni, Matisse, Klee, Boccioni, Balla, De Chirico, Morandi sono solo alcuni degli artisti presenti. Al secondo piano invece gli astrattisti degli anni ’30, gli antino-vecentisti e i classicisti di “Novecento”. Al terzo piano sarà invece ammirabile l’arte italiana degli anni ’50 e ’60, in un percorso che spazia dall’arte informale la cui presenza di spicco è Burri a quella concettuale. L’arte povera di Kounellis chiuderà poi il percorso al secondo piano di Palazzo Reale, collegato all’Arengario tramite una passerella. Ma la parte più suggestiva del Museo, diretto da Mari-na Pugliese, rimane quella delle quattro grandi sale monografiche dedicate a un grande protagonista del ‘900 italiano. Ognuna ospita, infatti, un focus sull’ar-tista e un suo capolavoro: Morandi, De Chirico, Martini e Piero Manzoni, noto a livello internazionale per i suoi “Achro-me” e “Merda d’artista” inscatolata in

di Natalia CAZZOLA [email protected] di Gianni Congiu

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arte

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barattoli da 30gr. Ma il vanto assoluto del Museo rimane lo spazio dedicato a Lucio Fontana in cui sono presenti una decina di “Concetti Spaziali”, le sue fa-mose tele monocromo con i tagli. La me-morabilità della Sala della Torre è garan-tita oltre che dalla posizione all’ultimo piano dell’edificio, la quale gode di gran-di vetrate che consentono di affacciarsi sulla piazza e ammirare le guglie del Duomo da una prospettiva particolare, soprattutto dal gigantesco neon progetta-to da Fontana nel ’51 per lo scalone della Triennale che resterà illuminato giorno e notte e sarà visibile da qualsiasi punto della Piazza. Tuttavia il Museo del ‘900, la cui realiz-zazione è stata resa possibile grazie a due main sponsor di rilievo Finmeccanica e Merrill Lynch Bank of America, è molto altro. Oltre alla collezione permanente, offre un coinvolgimento esperienziale a tutto tondo a tal punto che viene indicato ormai come luogo di socialità e ritrovo, ideale anche per eventi, cene e informa-zione. Il Museo è stato dotato di servizi e optional all’altezza degli standard dei grandi musei internazionali: un ricco bookshop gestito da Electa, sale didatti-che attrezzate anche per i non vedenti, un archivio aperto a studiosi o addetti al settore, una sala proiezioni e conferenze ed infine uno spazio dove si terranno la-boratori per bambini. Un’ulteriore chicca in puro stile ‘900 è il ristorante con vista sul Duomo: “Gia-como Arengario”. La gestione è affidata a “Giacomo”, ossia alla famiglia Bulleri titolare di una serie di apprezzatissimi locali (un ristorante, un bistrot, una pa-sticceria e una tabaccheria) in via Pa-squale Sottocorno. Lo stile art decò che contraddistingue i locali storici di “Gia-como” è stato riproposto per gli interni del ristorante dell’Arengario: le pareti decorate di nero della hall, il bar ispirato ad architetture metafisiche presso dove è possibile ritrovarsi per l’aperitivo e una sala-ristorante con richiami agli anni ’30. Il Ristorante e il Caffè letterario sa-ranno accessibili fino a tardi tramite la rampa elicoidale a ingresso indipenden-te che scende fino al collegamento con la metropolitana. Il Museo offre inoltre tutta una serie di servizi aggiuntivi sul fronte della didat-tica grazie al programma Edu900 che propone un calendario ricco di iniziati-ve. Nei prossimi mesi saranno molte le proposte per scoprire il Museo sotto mil-le punti di vista: laboratori per le scuole, per gli adulti, conferenze, formazione docenti, spettacoli e molto altro ancora.Un ventaglio d’offerta completo che ha garantito un’affluenza e un’accoglienza molto positiva da parte di cittadinanza

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e turisti, grazie anche alla scelta di ren-dere gratuito l’ingresso fino alla fine del febbraio scorso. Dal primo marzo infine, su iniziativa dell’Assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, il Museo del ‘900 e tutti i musei civici di Milano saranno gratuiti per gli under 25.Milano si trova così ad avere un museo d’eccellenza divenuto in pochi mesi un polo d’attrazione importante sul piano internazionale. Un ulteriore passo sarà compiuto in occasione dell’apertura del Museo di Arte Contemporanea (MAC) progettato dall’Archistar Daniel Libe-skind a margine del nascente quartiere CityLife in costruzione nell’ex sito della Fiera di Milano. Solo a quel punto, con MAC e Museo ‘900, la capitale meneghi-na non avrà nulla da invidiare alle grandi capitali mondiali dell’arte.

Natalia CAZZOLA DOLCE

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arte

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Il Savoy Beach Hotel è frontemare e direttamente collegato al Centro Termale tramite un comodo tunnel sotterraneo, che ti permetterà di raggiungere le piscine o la beauty farm già avvolto in un morbido accappatoio.

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MILANO. “Se non fossi diventato chirurgo plastico non avrei neppure fatto il medico”. Esordisce così Antonello Tateo, un uomo, un medico, che ha sempre avuto le idee molto chiare, tanto che oggi è un importante punto di riferimento per la medicina estetica e la chirurgia plastica in Italia: un vanto per il nostro Paese. Addominoplastica, torsoplastica, solle-vamento del gluteo, lifting di braccia e cosce sono solo alcuni degli interventi abituali che l’unità operativa dell’Istituto Auxologico di Milano (di cui è respon-sabile), mette in pratica nel campo del rimodellamento corporeo successivo ai trattamenti per l’obesità. Oltre al resha-ping del corpo che opera nel suo “quar-tiere generale” milanese, Antonello Ta-teo si occupa di medicina e chirurgia del viso. E non si ferma all’Italia. Richiesto per le sue ultime tecniche, il suo nome viaggia anche tra Londra e Dubai.Dottor Tateo, medicina estetica e chirur-gia plastica procedono parallelamente?“Sono indicazioni differenti, en-trambi utili. Ma la tendenza è il re-ciproco avvicinamento, complice una svolta nel gusto estetico e nella mentalità. Oggi, quasi nessuno chie-de di dimostrare 20 anni di meno, ma di sentirsi bene con la propria età”.E come fare per raggiungere questo obiettivo?“La fase di prevenzione sta diven-tando centrale. L’idea è, piccoli

trattamenti costanti per poter elu-dere interventi invasivi in seguito”.Quali sono le nuove frontiere della ricer-ca in questo delicato campo scientifico?“Puntiamo alla rigenerazione dei tessuti. Sono stati scoperti fattori di crescita e cellule staminali connet-tivali contenute nel grasso in sosti-tuzione ai materiali d’impianto sin-tetici. I risultati sono migliori”.Perché, ci può fare un esempio?“Da un rimodellamento esterno si

Nostraintervistaal DottorAntonello Tateo

di Marichele [email protected]

L’eccellenzaitaliana nellachirurgia estetica

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MEDICINA

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passa a un ringiovanimento endo-geno. Le cellule indifferenziate si trasformano in quelle del tessuto in cui le inseriamo. Possiamo già uti-lizzarle per l’aumento del seno e dei glutei”.Come mai occorrono solo poche applica-zioni?“Per ora non possiamo coltivare le cellule e dobbiamo sottostare al vin-colo della presenza di grasso corpo-reo nel paziente, in mancanza del

quale utilizziamo altri metodi”.Meglio un intervento oggi, o aspettare le tecniche più aggiornate del futuro? “Il segreto è guardare ai metodi mi-gliori in un dato momento”.Quali sono oggi le metodiche più richie-ste in medicina estetica?“Svettano su tutte i laser e la radio-frequenza”. E come possono esserci utili?“Usando i primi per l’esfoliazio-ne, il refreshment superficiale e il

trattamento di angiomi e capillari. La radiofrequenza dà un effetto di tightening e bonificazione”.Altre applicazioni possibili?“La tossina botulinica e i vari tipi di filler, che variano dall’effetto bio-rivitalizzante a quello volumizzante per il riempimento di rughe e tessu-ti che hanno perso vigore, come zi-gomo, profilo del mento, solco naso genieno”. E nella chirurgia plastica?

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“La blefaroplastica, la mastoplasti-ca additiva e il minilifting del volto”. Quando si possono fare i primi ritocchini?“Oggi si può iniziare anche a 25-30 anni. Ci sono ragazze giovani già se-gnate dal sole, con occhiaie conge-nite, macchie della pelle. Non credo che vadano demonizzate. Mentre sarebbe sbagliato sottoporle a inter-venti invasivi, come il lifting”.Dove si colloca il punto di incontro tra le richieste del paziente e l’intervento del medico?“È un tema scottante. Purtroppo oggi si assiste al low cost della chi-rurgia plastica, sempre più diffusa e di massa. La professione viene ba-nalizzata, piegata a una pericolosa logica di “shopping.”Scusi, in che senso?“Ecco un dato: il 40% delle pazien-ti si rivolge al chirurgo plastico per interventi secondari, ossia per cor-reggere un’operazione precedente. Ma se per i materiali riassorbibili, come acido ialuronico e botulino è possibile tornare indietro, per un lifting non lo è”.Come mai una percentuale così alta?“Solo due interventi su dieci sono effettuati da specialisti. In teoria è sufficiente la qualifica di medico chirurgo. Siamo in attesa di una re-golamentazione della professione che dovrebbe garantire in primis il paziente. Il filler, ad esempio, viene

spesso eseguito da dentisti e medici di base”.Cosa c’entra il low cost di cui parlava?“Spesso si va a caccia dell’interven-to al minore costo, a scapito della professionalità. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti... “.È forse proprio a causa di tali errori me-dici, ben visibili, che si generano pregiu-dizi nei confronti della chirurgia...“Certo. I volti deformati li notia-mo tutti. Quelli resi migliori da una buona chirurgia non si immagina neppure che siano frutto di qualche ritocchino”.Come scegliere un medico preparato e di fiducia?“Diffidando delle semplificazioni, il bravo medico mette in luce vantag-gi e svantaggi. Il passaparola è fon-damentale. Ma anche la struttura in cui lavora l’operatore. E ovviamen-te il costo che se è troppo basso, na-sconde l’uso di prodotti scadenti”.Si dice che l’intervento migliore sia quel-lo che non si vede, naturale...“Direi di sì. Ma cosa intendiamo per naturale? Spesso oggi definiamo naturale un criterio estetico che in realtà è frutto di un condizionamen-to sociale”.Può farci un esempio?“Pensiamo anche solo ai manichini utilizzati negli anni’70. La forma dei seni era totalmente diversa, i canoni del “bel seno” sono cambia-

ti. Desiderarne uno perfettamente gonfio nella parte superiore, effetto push up, oggi è diventato naturale. Ma la natura non produce questo effetto, fa di meglio”.Meglio dei chirurghi?“Sempre, è inarrivabile. Anche se noi specialisti ci illudiamo di poter-la raggiungere. Per me sono quelli presenti in natura, i canoni di rife-rimento”.Quando, allora, un intervento si può de-finire ben riuscito?“Quando piace al paziente, gratifi-care il medico e rispettare i criteri scientifici di proporzionalità, cor-rettezza e applicazione tecnica im-peccabile”.Si arriva spesso a questo risultato finale?“È molto difficile. Un intervento perfetto può piacere al medico, ma non al paziente”.Come si comporta il chirurgo che non ap-prova le richieste del paziente?“Si cerca un compromesso, restan-do fedeli alle proprie convinzioni scientifiche”. A costo di perdere il cliente?“Si è un pò tra l’incudine e il mar-tello. Se si asseconda la paziente che chiede un ritocco dall’effetto esagerato è una pessima pubblicità; se non la si accontenta, se ne an-drà..”. Qual è il segreto?“Essere un confidente, un amico, a cui confessare le proprie vanità. La conclusione è pur sempre una va-lutazione di tipo medico, ma conta anche l’aspetto psicologico”.Lei come fa?“Entro in empatia con i pazienti. Devo scoprire perché un difetto diventa insopportabile a un cer-to punto della vita e non prima. A volte alla base ci sono sofferenze, cambiamenti, ma è bene scindere l’impeto estemporaneo dalla con-vinzione ragionata. Non è onesto approfittare di un momento di vul-nerabilità per accontentare il pa-ziente o spingerlo addirittura a mo-dificarsi eccessivamente”.“Mens sana in corpore sano”, quindi, vale anche per un corpo ritoccato?“Più che mai. Per sottoporsi a un intervento è indispensabile un buon equilibrio psico-fisico... ed econo-mico”.Questo vuo dire che a causa del suo lavo-ro vede difetti ovunque?“No. Vedo le donne belle, con i pro-pri difetti. Ma ho l’occhio allenato a cogliere i dettagli, sono quelli i più importanti”.

Marichele BRUSA

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MEDICINA

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Il Grand Hotel del Mare è l’indirizzo più prestigioso per il vostro soggiorno nella Riviera dei Fiori. Affacciato direttamente sul mare, circondato da uno splendido giar-dino mediterraneo con piscina, l’albergo dispone di camere lussuose dalla vista impareggiabile, un’attrezzata spiaggia con scogliera e una modernissima SPA nella quale potrete rilassare corpo e mente. Preziose opere d’arte valorizzano gli ampi saloni dell’albergo. Lo chef del nostro ristorante propone un’ampia scelta di cucina mediterranea con profumi e sapori della tradizione Ligure.

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La cucina italiana nel cuore dell’ArabiaEmanuele Esposito,chef napoletano,ci spiega le ragionidella sua scelta professionale

JEDDAH. Una perla nel deserto, fre-quentata da Principi, Principesse e auto-rità internazionali di ogni lignaggio. È nel “Villaggio Complex” di Jeddah, capitale commerciale dell’Arabia Saudita, che il giovanissimo Emanuele Esposito ha esportato l’arte culinaria italiana, arric-chendola del suo tocco di Chef. “Amo la cucina semplice e tradizionale, e la mia sfida è servirla sulla tavola del Re”. Figura di spicco della gastronomia made in Italy in Asia e Medio Oriente, tra i suoi clienti annovera Ambasciatori, presidenti e l’alta società araba e molto di quella internazionale.La cucina è la sua forma di espressione prediletta, che lui definisce “arte fatti-va e olfattiva”. Una passione scoper-

ta quasi per caso. “Sognavo di fare l’insegnante di italiano, ma sapevo che non avrei lavorato immediata-mente”, racconta Esposito, Chef mana-ger della struttura ricettiva italiana più prestigiosa dell’Arabia. “Oggi posso insegnare a cucinare che significa spiegare la filosofia del piatto, la sua storia. E, inoltre, regalo la possibili-tà di trasformare questa conoscen-za in lavoro, senza mai rinunciare alla creatività”. Esposito dirige una squadra di sedici elementi, e coordina due Chef, naturalmente, italiani. È un personaggio eclettico, che riesce a rita-gliarsi il tempo da dedicare anche ad al-tre passioni: “Non so neppure quante ore lavoro, dalla mattina alla sera,

ma scrivo anche poesie e sto ulti-mando un libro sulla cucina araba”. Gli resta ancora un desiderio, la politica. “Lo farei solo per dare dignità al mio lavoro e creare un albo di cuo-chi che in Italia non esiste”, spiega. Vuole battersi per garantire maggior ri-conoscimento alla sua professione anche se lui di riconoscimenti ne ha già avuti parecchi: dal patrocinio della Presiden-za del Consiglio dei Ministri come risto-rante d’eccellenza italiana, al marchio di qualità ricevuto dell’associazione Ciao Italia, fino al terzo posto di personaggio gastronomico 2010 del premio Italia a Tavola. A soli 37 anni, più della metà trascorsi ai fornelli, annovera esperien-ze importanti che, tolto il periodo degli

di Marichele [email protected]

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HÔTELLERIE

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studi, non sono mai scese sotto le due stelle Michelin dei vari ristoranti inter-nazionali. Dalla Germania alla Norvegia e dall’Inghilterra al Belgio, alla Svizzera, fino addirittura all’Australia. Sono state mete di passaggio, prima di approdare in Arabia. Ora la direzione dei suoi spo-stamenti è cambiata: Dubai, Qatar e Kuwait. Ma promette di portare anche a Monte Carlo “la cucina italiana in forma arricchita”, per festeggiare de-gnamente all’estero 150esimo dell’Italia unita.Non ha mai sperimentato cucine diverse da quella italiana?“No, sono un tradizionalista e credo che un buon piatto vada gustato a tavola, Non sono per i cibi veloci,

da mangiare in piedi”.Anche quando cucina per sé è attento e accurato?“Apro il frigo, senza mai sapere cosà verrà fuori. Invento tutto sul momento. Creo. A volte la combi-nazione risulta eccellente, e pro-pongo il piatto nel menù del risto-rante”.Quanto conta la presentazione di un piatto, il suo aspetto?“Le decorazioni sono importan-ti. Quando penso a realizzare una ricetta me la immagino già come deve apparire nel piatto”. Come mai la cucina italiana in Medio Oriente?“Quando arrivai qui, quattro anni

fa, non c’erano prodotti italiani, se non quelli americanizzati, come piz-za con pollo, ananas, spaghetti con polpette. E, insieme all’antropologo alimentare Sergio Grasso, ho creato Mediterraneans, un evento gastro-nomico annuale, legato al Villaggio, per far conoscere la vera cucina italiana. Ora in zona ci sono una trentina di ristoranti italiani e ne-gozi che vendono i prodotti italiani. Una cifra per tutte: qualche anno fa il Parmigiano Reggiano non aveva acquirenti in Arabia, adesso esporta oltre cento chili al mese, grazie al presidente del consorzio Giuseppe Alai che ha creduto nell’iniziativa. Abbiamo aperto un nuovo merca-

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to. L’appuntamento per quest’anno è dal 14 al 17 marzo. L’obiettivo è far conoscere prodotti italiani ai lo-cali, attraverso la storia alimentare comune tra Arabia e Italia”.Quale storia comune?“Pensi alla pasta, forse non sa che è nata qui. Anche le tecniche per friggere vengono da questa zona del Mondo. Ma anche il gelato e la cas-sata: sa che cosa significa cassata? Pentola, in arabo”.E come fa a ricreare i sapori italiani?“Il nostro è un complesso italiano nel cuore dell’Arabia, un progetto

unico al mondo. Usiamo solo ingre-dienti italiani al cento per cento. Gli arabi amano la cucina italiana tradi-zionale, quella che proponiamo nei sei ristoranti del Villaggio. Siamo rigorosi nell’offrire prodotti ori-ginali, pensi che l’unica pizza che facciamo è la margherita, la vera pizza. E le famose tagliatelle Alfre-do, che all’estero sono con pollo, funghi e altro, noi le offriamo solo con burro e parmigiano, come vuo-le l’antica ricetta”.Un esempio di menù da Re?“Carpaccio di calamaro farcito con

gamberi, cappesante e funghi por-cini con sale nero, spinaci crudi e salsa di ostriche, carpaccio di pesce spada con porro e ghiaccio di po-modoro. Per finire, un babà al latte di mandorle”.Progetti futuri?“Sto seguendo il lancio di una ca-tena di negozi alimentari italiani in Medio Oriente. Dentro ognuno di loro ci sarà anche una caffetteria e proporremo un piccolo menù, piz-za e pasta e pasticceria. Poi andrò in Australia, il Paese di mia moglie, dove forse aprirò una scuola inter-nazionale di cucina”.Come si diventa Chef?“Ci nasci, devi essere un po’ artista. Anche se l’elemento fondamenta-le è l’organizzazione del lavoro: io sono un calcolatore, lavoro con Ex-cel. Studio i collaboratori e cerco di infondere tranquillità, voglio che si lavori con il sorriso. La gratifica-zione deve essere reciproca, nostra e del cliente. Ad esempio, non amo la pasticceria e non mi cimento af-fatto, bisogna lavorare con piacere. I miei piatti forti sono i primi. Uno su tutti: il risotto gamberi, asparagi e taleggio”.Cosa prova mentre cucina?“Divento un’altra persona, entro in un’altra dimensione. Sto zitto, mi rilasso. Mi sento un sarto che crea la sua collezione”.Che legame ha con l’Italia?“Mi manca e non escludo di torna-re; per ora faccio conoscere il mio Paese nel mondo attraverso il mio lavoro”.

Marichele BRUSA

Italiani nel Mondo

HÔTELLERIE

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RISTORANTEVecchia Firenze

di Jacopo La GuardiaMonte-Carlo - Av. Prince Pierre, 4 - Tel. +377 93302770-93255364

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ROMA. La cronaca di queste settimane ci segnala due casi in cui si critica aspra-mente la rete diplomatico-consolare ita-liana. Uno di questi è avvenuto in Spagna dove un connazionale, Simone Righi, ha trascorso tre mesi di carcere preventivo e subito, poi, una condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione con l’accusa di aver commesso un attentato al sindaco di Cadice (accusa respinta come testi-moniato da diverse persone presenti) nel corso di una manifestazione autorizzata ed organizzata da una associazione ani-malista per fa chiudere un “canile lager” nel quale avevano ucciso i suoi tre cani lasciati in custodia in quello che dove-va essere una pensione per cani. Sia il Righi che i suoi familiari lamentano la mancanza di tutela da parte della rappre-sentanza diplomatico-consolare italiana in Spagna (il fatto è stato anche oggetto di una interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri Frattini da parte dei deputati Narducci e Tempestini), mentre plaudono all’aiuto ricevuto dal Comitato degli Italiani all’Estero (Com.it.es) della Spagna. E’ stata organizzata una mani-festazione di protesta contro il Ministro Frattini anche davanti a Montecitorio a sostegno del Righi.

L’altro caso, raccontato e pubblicato dal Corriere.it, è quello di Giuseppe Ascani, un dirigente di un’azienda italiana, che si trovava a Tripoli e che si era rivolto all’Ambasciata d’Italia per essere aiutato a raggiungere l’aeroporto locale, senza dover correre grandi rischi vista la guer-riglia urbana che vi è in città, per rientra-re in Italia con un volo di linea già preno-tato. Ebbene il connazionale dichiara di essersi sentito rispondere che “L’Unità di crisi della Farnesina è impossibile da contattare, l’Ambasciata Italiana a Tripoli non sa cosa fare, lamen-ta mancanza di personale e sostan-zialmente ci dice di arrangiarci”. Analoghe considerazioni sono state fatte

anche da altri connazionali in fuga dalla Libia e riportati dai media italiani. Ecco, questi casi della cronaca di questi giorni ci confermano quanto andiamo denun-ciando da tempo come associazionismo, come Unione degli Italiani nel Mondo, come Com.it.es e come Consiglio Gene-rale degli Italiani all’Estero (Cgie). Cioè il degrado incredibile in cui versa la rete diplomatico-consolare e che ha supera-to, ormai i limiti di guardia: scarsità di personale e con qualifiche ridotte rispet-to agli incarichi da svolgere; scarsità di finanziamenti per la gestione delle sedi e per l’attività quotidiana; riduzione dei finanziamenti per le politiche rivolte agli italiani all’estero, tra cui quello per l’as-sistenza. Sedi che, peraltro, sono diven-tate irraggiungibili per gli utenti come i vecchi fortini del medioevo sia fisica-mente che telefonicamente. Una situa-zione drammatica che, contrariamente a quanto si possa credere, non riguarda e non penalizza unicamente gli italiani residenti all’estero, gli emigrati tradizio-nali per intenderci, bensì anche i nuovi emigrati (ricercatori, tecnici e manager) e perfino i turisti come dimostra, pur-troppo, anche la cronaca di questi giorni.

Dino NARDI

Il degrado della rete consolare: un problema per tutti

Italiani nel Mondo

NEWS

NEW-YORK. Un grande suc-cesso quello del Gala Italia te-nutosi lo scorso mese al Marri-ott Marquis Hotel di New York. Un trionfo sia in termini di vi-

sitatori, ma anche di interesse mediatico visto che la manife-stazione ha mobilitato operato-ri e giornalisti di tutta la costa atlantica degli Stati Uniti. Un successo per i due artisti vero-nesi Lisa Borgiani e Massimo Nidini (nella foto) che hanno portato al Gala Italia il loro progetto di photopaintings de-dicato alle “Dinamic Cities”, le città in movimento.La rassegna ha portato alla ribalta americana le più ce-lebri eccellenze del Made in Italy. Dalla moda al vino, dal design al cibo, dalla musi-ca all’arte. Presenti grandi aziende, prestigiosi ristoranti. Le metropoli che si muovono. L’esposizione delle loro pho-topaintings, un mix perfetto tra scatto fotografico e tratto pittorico, è stata uno dei suc-cessi della manifestazione. I due artisti hanno interpretato in modo del tutto originale e innovativo il concetto di città. Vecchie e nuove architetture sono state riviste attraverso un occhio in movimento: veloce,

innovativo, aperto al mondo. Il percorso concettuale è nato da sovrapposizioni di città in mo-vimento, le “Dinamic Cities” appunto, sfuocate fusioni di architetture antiche e moder-ne, metropoli che si fondono alla ricerca di una nuova iden-tità. Dal Parlamento europeo di Bruxelles ai grattacieli della Grande Mela, passando per un Holiday Inn bosniaco, i di-versi punti di vista si fondono con uno sguardo che è quello dell’uomo contemporaneo, im-merso nel flusso di immagini e di informazioni del mondo di oggi. L’esposizione ha ottenuto anche il patronato dell’Istituto di Cultura Italiano, è stata tra gli eventi più seguiti duran-te la giornata di celebrazioni del Gala Italia. Assolutamente gratificati dalla trasferta a New York, i due artisti. “Con il progetto delle nostre città dinamiche - hanno detto gli artisti - che ci ha visti pre-senti in questo evento a New York, abbiamo volu-to rappresentare il nostro

concetto di velocità, di svi-luppo e di crescita del pen-siero umano. Aver visto le nostre opere esposte in un contesto così importante è stato per noi un grande or-goglio”. Le opere sono state esposte in numerose rassegne artistiche ed esposizioni in Ita-lia e nel mondo (New York Art Expo, 20|21 London Art Fair, Art Singapore Fair, Innsbruck Art Fair, Dubai Index Fair, The Affordable Art Fair London, art galleries and at The Italian Cultural Institute in London, The I.I.C. in Vienna, The I.I.C. in Cologne, The European Par-liament in Brussels). Lo scorso novembre i due artisti veronesi - unici italiani selezionati per la rassegna - hanno esposto il loro progetto, realizzato in collaborazione con il profes-sor Carlo Pelanda, “Dreaming Crystals on Duisburg” ad Es-sen, Capitale Europea della Cultura 2010.Info: [email protected] www.lisaborgiani.com

Alessandra LUTI

Gli italiani Borgianie Nidinial “Dinamic Cities”

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MALTA. Chi dice che la pizza è uno dei piatti più economici? Immaginate di se-dervi al tavolo per gustarvene una, buo-na, calda, croccante.Superate il vostro limite di immagina-zione mentre scorrete il dito sulla carta del menù, perché vi imbatterete in una pizza fuori dall’ordinario. Non solo per gli ingredienti. Pizza con tartufo bianco e foglie d’oro 24 carati, unitamente a moz-zarella di bufala su uno strato di pasta sottile. Prezzo: 1800 euro. Uno scherzo? Assolutamente no, anzi, una creazione praticamente divina.Vi trovate a Malta, seduti nella Pizze-ria Margo’s, una delle più prestigiose al mondo. Chic, per palati da gourmand,

si trova nel cuore della capitale, La Val-letta. Claude Camilleri (nella foto), il ti-tolare di Margo’s, racconta che l’idea gli venne lo scorso inverno insieme al piz-zaiolo Giovanni Staiano, realizzatore di fatto della preziosa pizza.“Annusando entusiasta il profumo inebriante di un tartufo da Mistra a Palazzo Santa Rosa (altro ristorante di Camilleri, ndr) ci venne l’illumi-nazione di farne una pizza speciale che fosse in grado di esaltarne tutte le proprietà organolettiche!”. L’idea di una pizza che soddisfacesse quattro

sensi non poteva però essere completa senza coinvolgere anche il quinto, la vi-sta. Da qui l’idea folgorante di ricoprirla d’oro. “Questa visione che avemmo, non intendeva dar vita alla migliore pizza del mondo - continua Camilleri - ma semplicemente creare il miglior peccato di gola, tutto in una pizza!”. Niente pomodoro, la cui acidità copre la delicatezza del tartufo, fa di questa pizza un nuovo Guinness dei primati per prez-zo ed è già stata ordinata ben due volte da un noto proprietario alberghiero maltese. Questo nuovo record batte di gran lunga la pizza del Maze di Londra, il celebre ri-storante dello chef-star Gordon Ramsay: la sua pizza venduta a £100 (circa 120€)

è ricoperta da scaglie di una preziosa qualità di tartufo bianco italiano. “Non ho voluto creare questa pizza per un ritorno economico - tiene a pre-cisare Claude Camilleri sul quotidiano Times of Malta - anzi, intendo darne in beneficenza i ricavi. L’abbiamo pensata a puro scopo di immagine”. Ricordatevi solo che la “pizza d’oro” di Margo’s dev’essere ordinata con una set-timana d’anticipo in quanto, per realiz-zarla, il tartufo viene consegnato apposi-tamente via corriere espresso.

Arianna CARACCIOLO

MISS ITALIA A MADRIDPER LA PRIMA GIOIELLERIACIELO VENEZIA 1270

MADRID. E’ stata inaugurata sabato 29 gennaio nella città madrilena la nuova gioielleria “Cielo Venezia 1270”, alla presenza della Miss Italia in carica, Francesca Testasecca, quale simbolo del Belpaese. “Cielo Venezia 1270” è, infatti, l’azienda italiana di gioielleria leader nel suo mercato di riferimento, annoverata tra i maggiori interpreti dello Stile Italiano.Al taglio del nastro anche vip e autorità italiane e spagnole. Presenti lo stesso Sergio Cielo, presidente della società, e Mara Cielo vicepresidente. Tra i marchi di Cielo Venezia, c’è Miluna: gioielli in oro, diamanti, perle e gemme legati al Concorso di Miss Italia di cui è sponsor dal 1997 e per il quale realizza la Coro-na che si posa sul capo della vincitrice.

Da Margo’s la pizzapiù prestigiosa del mondo,tutta ricoperta d’oro

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News

SANPIETROBURGO. Un piccolo pa-ese, un grande vino, un nuovo ristoran-te. E’ Barbaresco, un comune di appena 600 abitanti nel cuore delle Langhe che dà il nome a uno dei principali rossi del Piemonte. Ma dal 10 febbraio “Barbare-sco” è anche un ristorante di cucina pie-montese e italiana di qualità nel centro di San Pietroburgo, in Russia. Il nuovo locale propone specialità regionali della cucina tradizionale o rivisitata, sotto la mano esperta dello chef Carmelo Carne-vale, 35 anni, di cui 10 a Londra dove ha lavorato all’Harris Bar.L’inaugurazione del ristorante Barba-resco ha avuto un testimonial d’ecce-zione, l’attore francese e produttore di vino Gerard Depardieu, grande amante dell’Italia e adesso promotore delle spe-cialità agroalimentari ed enoturistiche del nostro Paese nel mondo. Insieme a Depardieu un gruppo di produttori di Barbaresco, accompagnati dall’assessore regionale al Turismo, Alberto Cirio, dal sindaco del comune di Barbaresco, Al-berto Bianco, dal direttore dell’Ente del turismo Alba Bra Langhe e Roero, Mau-ro Carbone e da Pietro Giovannini, vice presidente dell’Enoteca Regionale del Barbaresco (nella foto a lato).All’inaugurazione del locale erano pre-senti anche i produttori Alberto di Gresy, proprietario della cantina Martinenga,

Roberto Minuto di Cascina Luisin e Italo Stupino dell’azienda Castello di Neive. Il ristorante Barbaresco è stato aperto da un gruppo di investitori russi della Glo-bal Point, con interessi nel marketing, nella comunicazione e nel “fuoricasa”, già titolare di altri importanti locali a San Pietroburgo e Mosca. L’idea di un ri-storante di cucina italiana di qualità de-dicato al piccolo comune del Piemonte è maturata dopo una serie di visite nel-

le Langhe, alla scoperta del territorio e delle sue eccellenze enogastronomiche. La cucina propone specialità tipiche del Piemonte, vini di Barbaresco, della re-gione e di altre importanti aree vinicole italiane.Il concept del ristorante ripropone negli arredi l’atmosfera di un accogliente loca-le dall’ambiente rustico ma elegante, in legno scuro, con tante foto di Barbaresco e delle sue colline e alcuni cartelli e in-segne stradali che indicano la direzione del paese. “Per il comune di Barba-resco e per le nostre cantine è un grande motivo di orgoglio sapere che in un mercato importante e in crescita come la Russia c’è adesso un ristorante che promuove le bel-lezze paesaggistiche e la qualità dei prodotti del territorio - ha detto il sindaco Alberto Bianco - non per forza un ristorante deve avere il nome di Roma o Venezia, ma anche quello di un piccolo paese dell’Italia rura-le, come il nostro, che rappresen-ta una comunità di 600 persone su una collina delle Langhe, nel cuore del Piemonte”. La serata d’inaugura-zione del ristorante è stata supportata dall’Enoteca Regionale del Barbaresco, l’ente incaricato della promozione e del-la divulgazione del Barbaresco Docg in Italia e nel mondo.

Maria Vittoria MOLLICA

Capitali russi e Gerard Depardieuper promuovere i prodotti italianiIl mese scorso è stato inaugurato “Barbaresco”, un nuovo ristorante di cucina di qualità convini e prodotti delle Langhe e delle regioni italiane. Testimonial d’eccezione Gerard Depardieu.

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Akaigawa. Sembra che nel mondo la cucina al momento più ricercata ed apprezzata sia proprio quella italiana. “Le Logge del Vignola” approda così in Giappone. È ormai una realtà, infatti, l’apertura di una sede del noto ristorante toscano sull’isola di Hokkaido, al nord, precisamente ad Akaigawa, nelle vici-nanze di Sapporo. Si tratta di rinomate località per sport invernali e natura in-contaminata (rispetto alle grandi metro-poli del Giappone come Tokio, Kyoto od Osaka). Il nuovo ristorante, che ha lo stesso nome del ristorante in Italia a Montepulciano (Si) si chiama “Le Logge del Vignola in Hokkaido” ed è all’interno di uno stupendo resort dal nome “Kiroro Resort” (www.kiroro.co.jp). Una strut-

tura con circa 280 camere e ben 8 risto-ranti dove si può gustare la cucina tipica toscana oppure innovativa del Giappone.A Le “Logge del Vignola” si cercherà di trasmettere sia la cultura culinaria che il territorio di questa parte della Tosca-na, con piatti che spazieranno dalla tra-dizione tipica toscana a rivisitazioni del territorio con un interessante mix con il Giappone. Si potranno gustare i clas-sici “Pici”, rigorosamente fatti a mano, la “Ribollita”, l’ormai conosciutissimo (anche in Giappone) “Paté di fegatini di pollo in cassetta di pane al caffè” e al-tre interessanti rivisitazioni. Nello scor-so mese di ottobre si sono svolti venti giorni di avvicendamento in Italia con i cuochi giapponesi, per far vedere loro

le tecniche e le ricette del ristorante di Montepulciano. Nell’occasione sono sta-ti anche presentati al sindaco di Monte-pulciano, Andrea Rossi, felice di questo scambio tra culture e tradizioni comple-tamente diverse ma accomunate da se-coli di tradizioni, che ha consegnato loro una lettera di buon augurio che è affissa, tradotta in giapponese, all’ingresso del ristorante in Hokkaido.Questo gemellaggio rappresenta sia la possibilità di ampliare la visibilità dell’azienda toscana che soprattutto la possibilità di far conoscere il territo-rio e la cultura italiani in una parte del mondo che guarda con molto interesse all’Occidente.

c.z.

Le Logge del Vignola in GiapponeCucina tipica toscana... d’Oriente

Il Governoparla di serviziconsolariIntervengonoNarducci e Di BiagioROMA. In merito all’interrogazione pre-sentata dagli Onorevoli Aldo Di Biagio e Franco Narducci (nella foto), al Ministro degli affari esteri sulle iniziative volte al miglioramento dei servizi consolari per gli italiani all’estero, il Governo ha rispo-sto lo scorso 11 gennaio. I due deputati eletti nella Circoscrizione Estero, hanno esternato legittime preoccupazioni ma il Governo ha nuovamente parlato di “ser-vizi consolari a distanza” e di “Consolato digitale” nonostante la poca dimesti-

chezza con l’informatica degli italiani re-sidenti all’estero. Secondo i due deputati, è difficile spiegare ai connazionali come si possa rendere “a distanza” l’impronta digitale per il passaporto e come si possa

rendere “a distanza” l’obbligatoria firma per la richiesta ed il ritiro della carta d’identità. I due deputati inoltre fanno notare che, per quanto concerne i siste-mi informatici introdotti dal MAE, ed in particolare la piattaforma SIFC (Sistema Integrato Funzioni Consolari), vi sono problemi tecnici irrisolti: ad esempio la lavorazione con il SIFC è molto lenta, la pagina scompare continuamente, non è possibile tenere il sistema monitorato durante un’intera giornata di lavoro, e il sistema è tortuoso. Infatti per la sola trascrizione degli atti di stato civile è richiesta l’apertura di ben 9 pagine di-verse con tempi di lavorazione attorno ai 15-20 minuti per ogni singolo atto (na-scita, matrimonio, morte). Inoltre, i pre-stampati (richiesta di nulla osta ed altro) richiedono nuovamente la trascrizione di tutti i dati appena registrati.

Simona DE MELAS

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ColophonNumero 132 • Marzo 2011

Magazine per gli Italiani nel Mondo fondato nel Principato di Monaco nel 1997

Direttore Responsabile: ILIO MASPRONE ([email protected])Direzione Editoriale: Renata RIVELLA ([email protected])

CollaboratoriMaria Rebecca BALLESTRA ([email protected]) • Paolo L. BONAVERI ([email protected])

Bruno BRESCHI ([email protected]) • Arianna CARACCIOLO ([email protected])Martina CHIELLA ([email protected]) • Simona DE MELAS ([email protected])Feliciana DI SPIRITO ([email protected]) • Natalia DOLCE-CAZZOLA ([email protected])

Ely GALLEANI ([email protected]) • Cristina GRIFONI ([email protected])Greta GROSSI ([email protected]) • Alessandra LUTI ([email protected])

Luigi MATTERA ([email protected]) • Lea PERICOLI ([email protected])Veronica SENATORE ([email protected]) • Simona TAGLI ([email protected])

Chiara TRUSSONI ([email protected]) • Claudio ZENI ([email protected])

Dall’esteroBERLINO

Gherardo UGOLINI ([email protected])BRUXELLES

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MONTE-CARLO e COSTA AZZURRA • Ambasciata d’Italia e Com.It.Es 17, Av de l’Annonciade • Monte Carlo Country Club 155, Av Princesse Grace • Ufficio del Turismo 2ª, Bd des Moulins • Yacht Club Monaco 1, Quai Antoine • Banque: Edmond de Rothschild Les Terrasses 2, Av de Monte Carlo • Compagnie Monegasque de Banque 23, Av. de la Costa • HSBC Private Bank 15/17, Av. D’Ostende • BNP Paribas Private 15/17, Av. D’Ostende • Ban-que du Gothard 15/17, Av. D’Ostende • CFM 11, Bd albert Premier • Credit Lyonnais 1, Av. des Citroniers • SG Private Banking, 11 Avenue de Grande Bretagne • Monte Paschi Banque 1, Av. des Citroniers • Banque du Luxemburg 8, Av. de Grande Gretagne • UBS 10/12, Quai Antoine I • Immobiliare Dotta 5 bis, Av Princesse Alice • Montecarlo International Prestige 1, Av Henry Dunant (Palais de la Scala) • North Atlantic s.a.m. Le Patio Palace 41, Av. Hector Otto • Ristorante Amici Miei 16, Quai Jean Charles Rey Fontvieille • Restaurant Lorenzo 7, Av. Princesse Grace • Restaurant Il Terrazzino 2, Rue des Iris • La Casa del Gelato 42, Quai Jean Charles Rey Fontvieille • Zegg & Cerlati Av. des Spélugues • La Perla Monte Carlo Pa-lace Bd. des Moulins • Hotel de Paris, Place du Casino • Fairmont Monte Carlo 12, Av. des Spélugues • Hotel Ambassador 10, Av Prince Pierre • Ristorante La Rosa dei Venti Plage du Larvotto • Stars & Bar 6, Quai Antoine I • Ristorante La Vecchia Firenze 4, Av Prince Pierre • Casa del Caffé Av. de la Costa • Ristorante Al Vecchi Forno 39, Quai Bonaparte Menton • Hair stylist Coppola 4, Av. de Grande Bretagne • Athos Palace (Fontvieille) • RM Autosport Av. de l’Annonciade Prince Pierre • Montecarlo Royal Motors 14, Quai Jean Charles Rey • RIVIE-RA • Hotel Royal Corso Imperatrice 80 Sanremo • Victory Morgana Bay Viale Trento Trieste 16 Sanremo • Annamode Via Matteotti Sanremo • Grand Hotel del Mare Via Portico della Punta 34 Bordighera • Banca Intesa SanPaolo C.so Italia 40 Bordighera • La Casa del Caffé C.so Italia 15 Bordighera • Eremita C.so Europa 78 Bordighera • Ristorante Byblos Lungo-mare Colombo 6 Ospedaletti • Ristorante Erio Via Roma 108 Vallecrosia • Nuovo Mondo Shopping Via Braie 600 Camporosso • BERLINO • Ambasciata • Consolato • Com.It.Es • Istituto di Cultura • Associazione Dante Alighieri • Camera di Commercio • BRUXELLES • Ambasciata • Consolato • Com.It.Es • Istituto di Cultura • Associazione Dante Alighieri • Ca-mera di Commercio • GINEVRA • Ambasciata • Consolato • Com.It.Es • Istituto di Cultura • Associazione Dante Alighieri • Camera di Commercio • LONDRA • Ambasciata • Consolato • Com.It.Es • Istituto di Cultura • Associazione Dante Alighieri • Camera di Commercio • MADRID • Ambasciata • Consolato • Com.It.Es • Istituto di Cultura • Associazione Dante Alighieri • Camera di Commercio • PARIGI • Ambasciata • Consolato • Com.It.Es • Istituto di Cultura • Associazione Dante Alighieri • Camera di Commercio

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Eleonoraquando l’amore trionfa

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Monte-Carlo • Berlino • Bruxelles • Ginevra • Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma

INTERNATIONAL MAGAZINEN° 132 • MARZO 2011 • 5€

L'ARTE DEI BIK VAN DER POL PER ENEL CONTEMPORANEA 2010.Enel Contemporanea continua a esplorare l’energia attraverso l'arte. Per la quarta edizione sette

artisti di fama internazionale sono stati chiamati a realizzare un’opera inedita attraverso un premio

a inviti. Are you really sure that a floor can't also be a ceiling? dei Bik Van der Pol evoca il rapporto

uomo-natura attraverso il principio dell'effetto farfalla: anche un piccolo gesto, come un battito

d’ali, può cambiare il mondo. L’opera sarà realizzata e donata da Enel al nuovo MACRO di Roma,

partner del progetto, dal 4 dicembre. Vieni a scoprirla anche tu su enelcontemporanea.com

Assessorato alle Politiche Culturali e della ComunicazioneSovraintendenza ai Beni Culturali

in collaborazione con:

L’ENERGIA DI UN BATTITO PUÒ SMUOVERE IL MONDO.

ENEL CONTEMPORANEA INAUGURA IL NUOVO MACRO.

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