Fabio Leonardi - Centro Toscano Edizioni...Fabio Leonardi A Ascoltare Fabio… mentre si racconta,...

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10 Il mio atto creativo nasce da uno stare sopra un altissimo trampolino… Attendo uno spirito lontano che mi dia la spinta… Le mie opere tentano di essere un’immersione… L’occhio di chi le osserva deve sguazzare, come un pesce attraverso codici, linee, colori… Credo che ogni pensiero debba essere disegnato Fabio Leonardi Fabio Leonardi A Ascoltare Fabio… mentre si racconta, con voce chiara e decisa, nella sua voglia di scoprire e sperimentare attraverso una pittura fantasiosa, il mondo che lo circonda. Le sue opere nascono sul foglio e piano piano prendono forma attraverso sim- boli e figure dai colori accesi, per rappresentare la vivacità e l’armonia della vita. Potremmo definire i suoi quadri dei Rebus, dove il viaggio fantasioso e armoni- co, che l’artista compie per trasformare la sua curiosità in creatività. Nell’opera di copertina, Tango, il ballo diventa strumento per descrivere la mu- sicalità dell’amore, dei sogni e della speranza e non solo, ma anche ringrazia- mento per ciò che è riuscito a realizzare. Un abbraccio che unisce l’uomo e la donna, uno scambio, un confronto. L’esigenza del bello e il riappropriarsi del tempo, nel ritmo musicale del vivere la vita. E il fedele bassotto, amico di vita, ne diventa presenza. Foto di Elena Bucelli le parole dell’arte Guarda che luna, 2018, acrilico su tavola, 117x87 cm MAR ALE

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    Il mio atto creativo nasce da

    uno stare sopra un altissimo

    trampolino…

    Attendo uno spirito lontano

    che mi dia la spinta…

    Le mie opere tentano di essere

    un’immersione…

    L’occhio di chi le osserva deve

    sguazzare, come un pesce

    attraverso codici, linee, colori…

    Credo che ogni pensiero

    debba essere disegnato

    Fabio Leonardi

    Fabio LeonardiAAscoltare Fabio… mentre si racconta, con voce chiara e decisa, nella sua voglia di scoprire e sperimentare attraverso una pittura fantasiosa, il mondo che lo circonda.Le sue opere nascono sul foglio e piano piano prendono forma attraverso sim-boli e figure dai colori accesi, per rappresentare la vivacità e l’armonia della vita. Potremmo definire i suoi quadri dei Rebus, dove il viaggio fantasioso e armoni-co, che l’artista compie per trasformare la sua curiosità in creatività.Nell’opera di copertina, Tango, il ballo diventa strumento per descrivere la mu-sicalità dell’amore, dei sogni e della speranza e non solo, ma anche ringrazia-mento per ciò che è riuscito a realizzare. Un abbraccio che unisce l’uomo e la donna, uno scambio, un confronto. L’esigenza del bello e il riappropriarsi del tempo, nel ritmo musicale del vivere la vita. E il fedele bassotto, amico di vita, ne diventa presenza.

    Foto di Elena Bucelli

    le parole dell’arte

    Guarda che luna, 2018, acrilico su tavola, 117x87 cm

    MAR ALE

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    Conosco Fabio Leonardi da molti anni e confesso che fin da subito il suo fare arte attirò la mia attenzio-ne; l’autore mostrava già diverso tempo fa una capacità narrativa spiccata e per-sonale, un suo mondo creativo definito e fortemente attrattivo.Sicuramente, e qui mi confido, rimasi

    immediatamente colpito dalla passione per il disegno che implicavano i lavori del nostro, forse perché la mia infanzia e adolescenza sono state segnate da un colloquio costante con fogli e matite per descrivere una realtà trasposta in bruli-canti piccole città, di cui conservo gelo-samente alcune tavole, e in questo suo

    operare vi trovavo un che di familiare. Successivamente l’empatia nella frequen-tazione con Fabio (solare, mediterraneo dai tratti greci, sempre disposto al dia-logo, desideroso di conoscenza, spinto all’approfondimento nel proprio lavoro e soprattutto curioso) che negli anni è mutuata in amicizia, mi ha dato modo di

    Sulla creatività di Fabio Leonardidi Michele Pierleoni

    Ciao, 2018, acrilico su tavola, 97x97 cm

    L’ora di jazz, 2020, acrilico su tavola, 61x49 cm

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    apprezzare e seguire il suo operato.Altro tratto distintivo del suo carattere è la condivisione delle passioni, di cui parla con tanto entusiasmo e a tale riguardo lo ringrazio per avermi indotto ad un mag-gior interesse per il mondo del fumetto d’autore, con una vera e propria rivelazio-ne Lorenzo Mattotti, artista di un lirismo struggente sia per l’uso della tavolozza che per il modo “gentile” di raccontare storie per immagini, scoperta definibile per il sottoscritto come una vera Epifania dell’anima.Giungendo a parlare del lavoro di Fabio (dopo il dovuto preambolo) questo si pre-sta a molteplici letture e interpretazioni. Sicuramente quello che colpisce lo sguar-do del neofita è il felice utilizzo della ta-volozza, ma questo sappiamo che è un tratto distintivo di tutta la pittura livorne-

    se, impregnata dalle luci che solamente chi vive in un luogo di mare apprezza e comprende fino in fondo.Leonardi operando nell’ambito della fi-gurazione, costruisce i suoi dipinti non focalizzando l’attenzione del fruitore su un particolare del dipinto (ad esempio un volto, oppure un elemento di paesaggio) ma caricando in maniera voluta l’opera che ha in sé molti lucchetti da aprire per interpretarla pienamente; ma rimanendo ad una lettura da neofita, questi nella visione rimane stordito dal vortice delle forme giustapposte per mezzo di un co-lore abbacinante. Come ho accennato precedentemente, lo studio con la matita è fondamentale e funzionale alla nascita dei suoi lavori (lui si considera un disegnatore seriale) nel senso, e spero di interpretarne in modo

    Chitarrina, 2020, acrilico su tavola, 60,7x49 cm

    La mia luce, 2019, acrilico su tavola, 40,5x30,4 cm

    corretto il significato, che immagina il mondo per disegni, tanti quanti la fervi-da fantasia riesce a mettere quotidiana-mente su foglio. Gli schizzi di Fabio sono tutti realizzati a tratto unico in un moto direi rapsodico di linee che compongono i soggetti delle opere sui quali si inne-stano spesso elementi ricorrenti e iconi-ci del suo operato. Ecco allora che dalla sua mano felice emergono personaggi del romanzo di Collodi Pinocchio, oppure attori di precedenti dipinti o individui ap-pena scritturati dal nostro impresario per nuove mirabolanti avventure: cantasto-rie, marinai, donne, personaggi di città, animali, tutti si trovano a percorrere un’i-deale passerella felliniana di Amarcord, tutti attendono l’applauso del pubblico estasiato dalle loro storie.Fabio è anche uomo di teatro, scenogra-fo e costumista, amante della musica (de-gna di essere ricordata l’esposizione de-dicata a Paolo Conte e la collaborazione con Bobo Rondelli) curioso degli individui umani, indagati nella città o nella vicinan-za delle zone portuali dove gli abbracci davanti ad un piroscafo segnano l’inizio di un viaggio, un arrivederci, oppure un addio ancor più struggente perché deli-mitato dall’elemento marino, che se da un lato può unire popoli e culture dall’al-tro rappresenta anche una linea di con-fine importante per le esistenze; si pensi al radicamento viscerale che gli isolani hanno per le loro pietre riarse dal vento e dal salmastro, per i loro usi e costumi, per la loro identità, unica, appunto per-ché formatasi nell’isolamento e nell’a-scolto dell’abbraccio delle onde frante sugli scogli, che è mondo, un tutto, per l’individuo che li vive.Scrivevo pocanzi del rapporto di Fabio con la musica e come questo affiori con-tinuamente nel suo percorso creativo; si pensi al titolo della mostra personale che la sua città natale gli ha organizzato ne-gli ambienti della Villa Trossi all’Ardenza nell’estate 2018, Rebus, omaggio ad una canzone di Paolo Conte così calzante con il suo fare pittura, si rifletta soltanto su al-cune parole del testo: «cercando di te in un vecchio caffè / ho visto uno specchio e dentro / ho visto il mare e dentro al mare / una piccola barca per me».Consideriamo allora il vortice sonoro che questi vocaboli trasmettono pronun-ciandoli al nostro cervello e ci troveremo immersi nel tema del mare, della barca, del caffè trovandoci parte integrante, si direbbe oggi per mezzo di un’esperienza immersiva, in un dipinto di Leonardi.A questo punto sorge naturale la riflessio-ne se vi sia una correlazione tra l’artista e

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    l’ambiente in cui vive, e la mia risposta è sicuramente positiva; ci si soffermi solo all’uso del colore, al desiderio di vita che alcune delle sue opere trasmettono così tipico di Livorno, al mare, alla presenza di

    ex voto in molti suoi dipinti.Del resto un senso di fede celato direi in maniera pop sottende il suo operato; è quel disposi alla grazia nei confronti della Madonna di Montenero, che dall’alto del

    Sacro Colle veglia sulla città marinara, è un credere che il tuo lavoro non sia mai scontato ma un “miracolo” costante che giorno dopo giorno si rinnova per mezzo del dono che hai saputo coltivare.

    Una religiosità che si può leggere nelle pieghe dei dipinti dalla presenza del pe-sce, uno dei primi simboli di riconosci-mento della comunità cristiana nel mon-do che alle volte diviene occhio che svela il creato, a figure assorte in mille pensieri magari sedute ad un tavolo di un locale. La malinconia letta come l’altra faccia della medaglia del pittore; da una parte il desiderio di vita che emerge potente dalle opere e dall’altra la produzione di quadri essenziali, giocati su di un’unica fi-gura, spesso assorta nei suoi pensieri, che ci conducono immediatamente in un’al-tra dimensione costellata da rimpianti, parole non dette, ricordi ed emozioni sottaciute.Si prenda ad esempio il dipinto La mia luce, omaggio all’universo femminile in cui il fascio luminoso del faro, posizionato sulla sinistra del quadro, illumina il volto della ragazza, facendo emergere dal viso l’occhio, ovvero la sua anima. Di questa fanciulla non vediamo la bocca con la quale l’essere umano esplica le emozio-ni per mezzo del linguaggio, ma il suo occhio ci parla di lei e sappiamo quanto questo sappia raccontare il portato di una vita, “l’anima”; si pensi a titolo d’esem-pio all’incontro tra Marina Abramović e Ulay di cui ci rimane testimonianza video dopo anni dalla fine della loro relazione sentimentale.Fabio è inoltre artista impegnato nella didattica, da anni insegna Discipline Pit-toriche presso il Liceo Artistico di Pisa e Cascina, e questa attività lo coinvolge molto sia dal punto di vista umano che da quello lavorativo; per il nostro è ancor oggi valido l’insegnamento della pittura con tutto quello che ciò comporta: dise-gno, analisi dal vero, utilizzo delle tecni-che, discussione sul significato di quanto nei secoli precedenti è stato realizzato nei vari campi dell’arte, perché, e con-cordo completamente con lui, una casa si fa dalle fondamenta e non dal tetto, e prima di esprimere il proprio mondo cre-ativo nelle svariate sfaccettature con cui oggi si produce arte è necessario sapere da dove veniamo ed aver coscienza dei mezzi da utilizzare per poter esprimere il nostro “io” interiore.Sui crediti formativi dell’autore è abba-stanza chiaro come una delle sue fonti d’ispirazione artistica sia Fortunato De-pero, con un’interpretazione della fan-tasia volta a coinvolgere tutti i settori del quotidiano, intendendo con esso la capacità di mantenimento di un porta-to personale e qualitativamente alto sia

    La gatta, 2020, acrilico su tavola, 70x60 cm

    Gallo faro, tecnica mista su carta, 70x50 cm

    che si applicasse ad un dipinto di grandi dimensioni sia che si impegnasse nella creazione di un ludico animale - giocatto-lo. Altri potrebbero essere i menzionati, come precedentemente scritto dallo sto-rico dell’arte Luigi Bernardi e con il quale concordo nella prospettiva di lettura, non possiamo dimenticarci di Pablo Picasso, anch’esso vorace creatore del Novecento, oppure Pino Pascali “per quella sorta di irriverenza surreale che circondava le sue postazioni poveriste”.Infine mi domando quanto di autobio-grafico l’arte di Leonardi ci restituisca attraverso il suo operato, e per dirimere questa questione mi è di grande aiuto la presenza in molti dei suoi lavori del bas-sotto, il suo Blu, animale curioso e birichi-

    no, che si insinua nelle composizioni non come citazione ma come vero e proprio coprotagonista. Del resto se si conosce l’autore, tutto il suo essere è proietta-to nell’operare, il suo lavoro è così ricco del suo portato di vita che direi che ne è quasi un rispecchiamento, un volo della fantasia rimanendo seduto al tavolo del suo studio.

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    Il Cavallo di Troia. Effetto Venezia, Livorno 2012 Dal libro Le avventure di Pinocchio (Storia di un burattino) per la casa edtrice Vittoria Iguazu Editora

    Fabio Leonardi è nato a Livorno il 20 aprile 1978. Ha studiato all’Istituto d’Arte F. Rus-soli a Pisa e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Firenze, concludendo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, dove si laurea in Discipline Pittoriche con il mas-simo dei voti. Il suo percorso artistico inizia

    molto presto, nel 1994, lo vede collaborare con i laboratori di scenografia di vari Teatri italiani ed europei, inclusi il Teatro Goldoni di Livorno e il Teatro Verdi di Pisa. Pittore, illustratore, scenografo, scultore, grafico, fumettista e insegnante, Leonardi è un po-liedrico che racchiude in sé, infiniti aspetti

    Lei al bar, 2018, acrilico su tavola, 67x56 cm

    dell’arte figurativa e utilizza il suo “mestie-re”, come uno spontaneo divertimento co-municativo, uno strumento per poter espri-mere, in tratti e colori vivaci, la sua fantasia. Leonardi vive attualmente a Livorno ed è docente di Discipline Pittoriche presso il Li-ceo Artistico F. Russoli di Pisa e Cascina.

    Itaca

    Usciamo

    Pablo in love

    La lettura Eva Mamma

    Hemingway, centro residenziale F. Basaglia, Livorno 2015