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Gestione dei processi aziendali Prof. Sergio Faccipieri 1 Capitolo 9 Gestione delle scorte Introduzione

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Capitolo 9

Gestione delle scorteIntroduzione

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Salvo rare eccezioni, le scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti sono una presenza invitabile in ogni tipo di processo e in ogni rete di fornitura.

Le giacenze si formano a causa di squilibri più o meno temporanei, più o meno cospicui tra i flussi della domanda e quelli dell’offerta. Si parla in questo caso di mismatch o anche di discrepanze temporali tra domanda e offerta.La metafora del serbatoio aiuta a cogliere la dinamica delle scorte nei processi.

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Si discute molto sui vantaggi o svantaggi della detenzione di scorte. In generale, le scorte comportano dei costi, ma esse svolgono anche funzioni utili.

Ogni impresa deve comprendere se l’investimento che essa fa in scorte viene giustificato dalle funzioni utili che ogni tipo di investimento può svolgere.

I due mini casi presentati nel testo mostrano quanto decisiva può essere una buona gestione delle scorte per il conseguimento degli obiettivi di una organizzazione.

Il NBS (National Blood Service) inglese è una organizzazione che raccoglie il sangue dai donatori che viene poi processato e distribuito alle istituzioni utilizzatrici (ospedali). Dal sangue si ottengono vari prodotti derivati (piastrine, globuli rossi, plasma e altri prodotti ematici). Ognuno di questi prodotti ha un proprio ciclo di vita (le piastrine ad esempio hanno una vita utile di 35 giorni).Se si esagera con la produzione e lo stoccaggio di piastrine è probabile che una parte di esse non venga utilizzata entro il tempo della vita utile. D’altro canto, se si esagera nel senso opposto può essere che un ospedale non ottenga la disponibilità di piastrine proprio quando ne ha più bisogno. In questo caso i costi (è in gioco la vita di un paziente) possono essere molto alti.

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La logica della gestione delle scorte è sempre una questione di trade‐off  tra i costi dell’investimento in scorte e la qualità del servizio che occorre assicurare al cliente, interno o esterno, di un determinato processo.

Funzioni delle scorte: classificazione

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Classificazione delle scorte

Scorte di sicurezza

Scorte di ciclo

Scorte di anticipazione

Scorte di transito(pipeline inventory)

Proteggono l’impresa da varie incertezze.

Permettono l’emissione di ordini di approvvigionamento o di produzione per quantità economicamente convenienti (superiori al fabbisogno a breve termine).

Servono a fronteggiare variazioni previste della domanda (picchi stagionali) o dei prezzi dei materiali (scorte speculative).

Emergono nel tragitto lungo la catena di fornitura tra l’emissione di un ordine di approvvigionamento e la consegna al punto di utilizzo.

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Trade off tra costi e benefici

Benefici, ovvero le ragioni per accrescere le scorte.

a) Migliorare il servizio al cliente con la disponibilità del prodotto a magazzino.

b) Costi rilevanti di setup delle macchine o di emissione degli ordini d’acquisto spingono ad accrescere la dimensione degli ordini (aumento delle scorte di ciclo).

c) L’esistenza di materiali a scorta garantisce l’ottimale sfruttamento dell’impianto.

d) Sconti di quantità.

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Trade off tra costi e benefici

Le ragioni per comprimere le scorte.

a) Le scorte sono un investimento di capitale. Il relativo fabbisogno finanziario va coperto sostenendo un costo.

b) Le scorte consumano spazio. Lo stoccaggio dei materiali comporta dei costi legati all’impiego dei locali e alla movimentazione dei materiali.

c) Costi legati alla assicurazione dei materiali e (per le scorte in eccesso) al loro deterioramento fisico ed economico (obsolescenza).

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La gestione delle scorte comporta tre tipi di decisioni:

1. Quanto ordinare

2. Quando ordinare

3. Il sistema di controllo. Non tutte le scorte vanno gestite allo stessomodo. Ogni organizzazione mette a punto proprie routine per deciderequantità e tempi. Queste routine ricadono comunque in alcune classifondamentali.

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Tecniche (routine) di gestione delle scorte

Tecniche di gestionea scorta

Tecniche di gestionea fabbisogno

Sistemi Q(a quantità fissa)

Sistemi P(a periodo fisso)

M.R.P.(Material Requirements Planning)

(pagg. 394-401)Sistema trattato nel testo

Il libro non tratta questo sistema

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Sistemi Q(a quantità fissa)

Parametri fondamentali:1.Lotto economico2.ROP (Reorder Point)

Modalità di gestione:1.Monitoraggio continuo2.Intervallo di riordino variabile3.Ordini per quantità costanti

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Sistemi Q(a quantità fissa)

Il sistema Q si basa sul principio di determinare la quantità ottimale dell’ordine di un materiale, quella cioè che consente di minimizzare il costo di gestione delle scorte.

La quantità ordinata può riferirsi:

a. Ad un ordine di approvvigionamento nei confronti di un fornitore esterno da cui l’impresa acquista un materiale impiegato nei propri processi.

b. Ad un ordine di produzione nei confronti di un centro di produzione interno all’impresa che fornisce ad un centro a valle un semilavorato o una parte componente successivamente utilizzata.

Ci occuperemo ora della determinazione dei lotti di approvvigionamento

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Ipotesi:

‐L’impresa emette un ordine relativo al materiale M per una quantità pari a Q.

‐L’impresa impiega questo materiale nei propri processi. Il tasso di impiego di M è pari a D unità/giorno. Questo ritmo di impiego si mantiene costantemente.

‐L’impresa ordina il materiale con un anticipo sufficiente a fare in modo che, tenuto conto del tempo di approvvigionamento, il materiale arriva esattamente nel momento in cui le scorte di M si azzerano.

‐Il fornitore consegna il lotto Q in una soluzione unica (non frazionata in consegne più piccole).

‐Tutte le ipotesi precedenti sono note con certezza.

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Se Q = 1200 e se d=10/giorno

12 giorni (intervallo tra consegne di Q)

10 0,00833 consegne/giorno120010 360 3 consegne/anno

1200E' ovvio che ad ogni consegna corrispondeun ordine emesso precedent

=

= =

= ⋅ =

QddQdQ

emente.

d

Qd d

Q

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LT LTLT

Q

ROP

Q/2

LT LTLT

Q

ROP

Q/2

Il livello ROP delle giacenze è il livello toccato il quale viene emesso un ordine di approvvigionamento.Se i tempi di approvvigionamento sono conosciuti con certezza la quantità ordinata perverrà all’impresa proprio nel momento in cui è necessario ricostituire le scorte.

Il ROP = lead time di app.to x domanda durante il lead time

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La determinazione di Q dipende dai costi che si sostengono sia per l’emissione dell’ordine che per il mantenimento delle giacenze.La quantità ottimale ordinata (EOQ = Economic Order Quantity) è quella che consente la minimizzazione dei costi di gestione delle scorte.

Costi di ordinazione

I costi di ordinazione possono includere varie componenti tutte accomunate dalla circostanza di costituire un costo fisso indipendente dalla dimensione dell’ordine di acquisto o di produzione. Nell’arco di un periodo, ad esempio un anno, i costi di ordinazione varieranno con il numero di ordini emessi.Costi di ricerca e selezione dei fornitoriCosti amministrativi relativi alla preparazione dell’ordine inviato al fornitore e, inseguito, alle procedure che preludono al pagamento al fornitore.

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Costi di mantenimento

Essi possono essere classificati in due categorie.

Vi sono i costi tangibili di mantenimento che includono tutti i costi operativi emergenti con la gestione delle scorte in uno spazio fisico determinato. L’elenco può comprendere i costi di affitto del magazzino, i costi di assicurazione, i costi legati alla movimentazione fisica dei materiali, i costi di obsolescenza fisica o economica dei materiali.

L’altra importante categoria è costituita dai costi opportunità legati all’investimento di capitale nelle giacenze.

A causa della varietà delle componenti che incidono sul costo di mantenimento delle scorte è conveniente calcolare la stima dei costi di mantenimento come una percentuale del valore del materiale tenuto a scorta.

I costi di mantenimento aumentano con la quantità ordinata perché al crescere di questa cresce il livello medio delle giacenze.

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o

m

t m o

DCO (costi di ordinazione) = C da cui:Q

QCM(costi di mantenimento) C2

Q DCosto totale = C C C2 Q

= ⋅

= ⋅ + ⋅

Qd d

Q

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Il testo usa i seguenti dati:

Domanda annuale = 1000 unità

Costi di emissione dell’ordine = 20 euro per ordine

Costi di mantenimento = 1 € per unità di prodotto/anno

Il testo visualizza in una tabella la variazione dei costi totali al variare delle quantità ordinate.

Ad esempio se l’ordine è di 50 unità allora i costi totali sono:Costi di ordinazione = (20x1000)/50 = 400Costi di mantenimento = 1x50/2 = 25Costo totale = 425.

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Q CM CO50 25 400,00

100 50 200,00150 75 133,33200 100 100,00250 125 80,00300 150 66,67350 175 57,14400 200 50,00450 225 44,44500 250 40,00550 275 36,36600 300 33,33650 325 30,77

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Q CT50 425,00

100 250,00150 208,33200 200,00250 205,00300 216,67350 232,14400 250,00450 269,44500 290,00550 311,36600 333,33650 355,77

La tabella e il grafico evidenziano che il punto di minimo dei costi totali si raggiunge ordinando una quantità compresa nell’intorno 150<Q<250

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Un metodo più elegante consiste nell’impostare il problema come la ricerca del punto di minimo della funzione dei costi totali di gestione delle scorte.

2

2Differenziando la funzione rispetto a Q

2Il minimo di C si trova se viene rispettata la condizione:

0

Dopo facili passaggi:

2Q=

t m o

t mo

t

t

o

m

Q DC C CQ

dC C DCdQ Q

dCdQ

C DC

= ⋅ + ⋅

= − ⋅

=

⋅ ⋅

2 20 1000 40000 2001

Q ⋅ ⋅= = =

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0 100 200 300 400 5000

100

200

300

400

500425

25

Co Q( )

Cm Q( )

Ct Q( )

50050 Q

0100020

12100020 1

2

m

t

CQ

QC

QCQ

= ⋅

= ⋅

= ⋅ + ⋅

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0 100 200 300 400 5000

100

200

300

400

500425

25

Co Q( )

Cm Q( )

Ct Q( )

50050 Q

Sensibilità del lotto rispetto a variazioni di Q

Piccole deviazioni dalla quantità ottima non fanno aumentare i costi totali in maniera significativa.

Piccoli errori nella stima di CO o di CM non causeranno cambiamenti significativi nel lotto economico.

Inoltre la curva del costo totale aumenta più lentamente dopo il punto di minimo rispetto alla parte precedente. Se si sbaglia conviene sbagliare per eccesso.

Esempio praticoPag. 339

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Il modello economico del lotto di produzione

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p = tasso (ritmo) di produzione (ad es. quantità prod/g)d = tasso (ritmo) di domanda (ad es. quantità prel/g)Se p>dLe scorte aumenteranno al ritmo di p-dMa vi è un altro modo per esprimere il ritmo di accumulazione delle scorte:Se M è il punto massimo raggiunto dalle scorte

Qe se è il tempo di produzione del lotto ordinatop

allora:M M p ritmo di accumulazione delle scorteQ Q

p

M pQuindi p-d da cQ

⋅= =

⋅=

( )Q p dui M=

p⋅ −

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( )

( )

( )

t m o

mt o2

o

Per calcolare il costo delle scorte dobbiamo conoscereil livello medio delle scorte = M/2

Q p dM =2 2 p

Q p d DC C C2 p Q

Passando alla derivata primaC p ddC C D

dQ 2 p QUguagliando a zero

2 C DEBQ=C

⋅ −⋅

⋅ −= ⋅ + ⋅

⋅ − ⋅= −

⋅ ⋅

md1p

⎛ ⎞⋅ −⎜ ⎟⎝ ⎠