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ATLANTE TEMATICO DI TOPOGRAFIA ANTICA ATTA 24 - 2014

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ATLANTE TEMATICO DI TOPOGRAFIA ANTICA

ATTA 24 - 2014

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Volume pubblicato con il contributo di:

Regione Lazio – Ente Regionale Parco dei Monti Aurunci

a cura diLorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli

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ATTA 24 - 2014

ATLANTE TEMATICODI

TOPOGRAFIA ANTICAROMA, CITTÀ ROMANE, ASSETTO DEL TERRITORIO

Rivista di Studi di Topografia Antica

«L’ERMA» di BRETSCHNEIDER

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DirettoriLorenzo Quilici Stefania Quilici Gigli

Comitato ScientificoRobert BedonMaria FenelliPaolo LiveraniDieter MertensMaria Pia MuzzioliJacopo OrtalliIsabel Rodà de LlanzaMarcello Spanu

Redazione

Paola CarforaGiovanna CeraStefania Quilici Gigli

© Copyright 2014 by «L’ERMA» DI BRETSCHNEIDER - Via Virgilio, 38 - 00193 Roma. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso scritto dei direttori della rivista e dell’editore.

Atlante tematico di topografia antica : ATTA : rivista di studi di topografia antica.- 19 (2009)- . - Roma : «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER, 2009- . - volumi : ill. ; 26 cm

IrregolareIl formato varia

ISSN 2036-3834ISBN 978-88-913-0891-7 (cartaceo)ISBN 978-88-913-0894-8 (digitale)

CDD 930.11. Topografia

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INDICE

Roma

A. D’ALESSIO, L’edificio in opus incertum del Testaccio a Roma. Status quaestionis e pro-spettive di ricerca ................................................................................................................ p. 7

M.P. MUZZIOLI, Nuovi dati topografici per l’area a nord del Mausoleo di Augusto ............... » 25C.F. GIULIANI, La Domus Flavia come problema.................................................................... » 43L. QUILICI, Roma. Le case di via S. Paolo alla Regola. Secondo aggiornamento dopo le ricerche del 1992-1993........................................................................................................ » 59S. PERGOLA, Un epitaffio ritrovato .................................................................................... » 117

Urbanistica

M. SPANU, Ferento romana ...................................................................................................... » 121L. LANTERI, La ricostruzione dell’impianto urbano di Ferento da fotografie aeree ed imma-gini satellitari ...................................................................................................................... » 145

D. CEFALOGLI, La forma urbanistica di Aesernia.................................................................... » 151L. LANTERI, Il Porto di Miseno ................................................................................................ » 179

Assetto del territorio

E. O’NEILL, L’acquedotto di Traiano tra il Ninfeo di S. Fiora e il Lago di Bracciano ............ » 197F. CIFARELLI, The bath-sanctuary complex of Colle Noce in the territory of Signia: the republican phase................................................................................................................. » 215

G. CERAUDO, Intervento di risistemazione della via Traiana in corrispondenza del Ponte Santo Spirito....................................................................................................................... » 225

M. ANTICO GALLINA, Dalla topografia al diritto. Sistemi ad anfore e mutamenti verticali del suolo .............................................................................................................................. » 233

SOMMARI – ABSTRACTS............................................................................................................ » 247

ABBREVIAZIONI ........................................................................................................................ » 254

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• Località prese in esame nel volume.

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Come più volte indicato in recenti contri-buti relativi alle lastre iscritte dei ponti e aimiliari della via Traianai(1), anche questo la-voro è frutto delle indagini aerotopograficheche il gruppo di ricerca del Laboratorio di To-pografia antica e Fotogrammetria dell’Univer-sità del Salento sta conducendo dal 2005 lun-go il ricostruito percorso stradale in Irpinia enel Tavolierei(2). Le indagini, ancora in corso,hanno permesso di acquisire nuovi dati sulleinfrastrutture e sugli oggetti di arredo stradaleassociati al tracciato della importante arteriavoluta dall’imperatore Traiano agli inizi del II sec. d.C.i(3).

In questa sede si vuole presentare unanuova iscrizione, da mettere in collegamentocon interventi di risistemazione delle infra-strutture in corrispondenza di uno dei grandiponti della Traiana, nella media valle del Miscano, tra le attuali province di Avellino eBenevento: il Ponte Santo Spiritoi(4) (fig. 1, A).La lastra iscritta, sostanzialmente ineditai(5),non è pertinente ai lavori iniziali di costru-zione dei ponti della via Traiana databili al

Oltre a quelle della rivista, si è fatto uso delle seguentiabbreviazioni bibliografiche:

ASHBY, GARDNER 1916: TH. ASHBY, R. GARDNER, «TheVia Traiana», in PBSR VIII, 1916, pp. 104-171.

CAVALLETTI, LO CASALE 1985: G.B.M. CAVALLETTI, G. LOCASALE, Fonti per la storia di Montecalvo Irpino, Avel-lino 1985.

CERAUDO 2008: G. CERAUDO, Sulle tracce della Via Traiana.Indagini aerotopografiche da Aecae a Herdonia, Foggia2008.

CERAUDO 2012a: G. CERAUDO, «A proposito delle lastreiscritte dei ponti della Via Traiana», in ATTA 22,2012, pp. 143-153.

MARCANTONIO 1994: M. MARCANTONIO, La Malvizza. LaTaverna delle Bolle. Rositum. Due aree una storia, Fog-gia 1994.

VITALE 1794: T. VITALE, Storia della regia città di Ariano esua diocesi, Roma 1794 (rist. an. 1981).

(1) G. CERAUDO, «Un nuovo miliario della Via Traianadal territorio di Aequum Tuticum», in Epigraphica LXXI,2009, pp. 107-118; CERAUDO 2012a, pp. 143-153; G. CERAU-DO, «Due nuove lastre iscritte dei ponti della Via Traiana»,

in ZPE 183, 2012, pp. 255-258; IDEM, «Miliari della viaTraiana in Hirpinia: un aggiornamento epigrafico e topo-grafico», in JAT XXII, 2012, pp. 95-106.

(2) L’attività si è svolta nell’ambito del “Progetto ViaTraiana” ed è finalizzata alla ricostruzione analitica deltracciato dell’antica arteria stradale, da Benevento a Brin-disi. Il Progetto, avviato nell’autunno del 2005, si inseriscetra le iniziative scientifiche portate avanti dal LABTAF diLecce (cfr. CERAUDO 2008) ed è svolto in collaborazionecon la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno,Avellino, Benevento e Caserta e con la Soprintendenza peri Beni Archeologici della Puglia.

(3) Sulla via Traiana v. ASHBY, GARDNER 1916; CE-RAUDO 2008.

(4) Per il costante aiuto e per la piena disponibilitàdesidero ringraziare la Dott.ssa Ida Gennarelli, Ispettricedella Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno,Avellino, Benevento e Caserta. Un sentito ringraziamento,infine, alla Dott.ssa Adele Campanelli, per la liberalità concui ha permesso lo studio del materiale epigrafico.

(5) L’epigrafe è già stata pubblicata in alcuni scrittilocali e mai presa in considerazione nella letteraturascientifica: cfr. CAVALLETTI, LO CASALE 1985, pp. 141-142;

INTERVENTO DI RISISTEMAZIONE STRADALE DELLA VIA TRAIANAIN CORRISPONDENZA DEL PONTE SANTO SPIRITO

Fig. 1. Schema ricostruttivo del tracciato della via Traianatra Beneventum ed Aecae e indicazione dei luoghidi rinvenimento delle due iscrizioni relative al PonteSanto Spirito (A) e al Ponte delle Chianche (B).

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109 d.C.i(6), ma è da mettere in relazione conun precoce intervento di restauro sulla stradacondotto pochissimi anni dopo la sua inau-gurazione ad opera dello stesso Traiano.

L’iscrizione venne scoperta nel 1970 nelgreto del fiume Miscano poche decine di metria valle del Ponte Santo Spiritoi(7) (fig. 2), det-to anche del Diavoloi(8), uno dei ponti dellavia Traiana ancora parzialmente conservato,nel tratto irpino tra le stazioni di Forum No-vum e Aequum Tuticumi(9).

Recuperata dal Dott. Consalvo Grella, allo-ra Direttore del Museo Irpino di Avellino, ven-ne sistemata nel giardino del Museoi(10) e

successivamente spostata nel cortile dell’exCarcere Borbonico sempre ad Avellino (sededella Provincia) dove ancora oggi si può osser-varei(11).

Analoga per tipologia alle lastre della stes-sa strada fatte sistemare da Traiano sui para-petti dei ponti, è in pietra calcarea locale, mi-sura 132 cm in altezza, 88 cm di larghezza e35 cm (lato sinistro) /38 (lato destro) di spes-sore. Lo specchio epigrafico, ribassato, misura86×60 cm; questo, con il testo impaginato conregolarità, è delimitato da un listello e da unacornice a gola dritta di 8 cm. Presenta nume-rose scheggiature con diverse abrasioni su tut-

MARCANTONIO 1994. Il testo epigrafico, ricostruito con di-verse inesattezze nei due contributi citati, di recente è sta-to riproposto senza alcun intervento critico in P. RESCIO,Via Traiana. Una strada lunga duemila anni. Guida al per-corso e agli itinerari, Fasano (Br), 2013, pp. 69-70.

(6) Sulle lastre iscritte dei ponti della via Traiana cfr.CERAUDO 2012a, pp. 143-153.

(7) CAVALLETTI, LO CASALE 1985, p. 141.(8) Il ponte si trova in contrada Santo Spirito nel ter-

ritorio comunale di Montecalvo Irpino in provincia diAvellino e consentiva alla via Traiana di superare il torren-te della Ginestra poco prima della confluenza con il fiumeMiscano.

(9) CERAUDO 2012a, fig. 1 a p. 145.(10) CAVALLETTI, LO CASALE 1985, pp. 141-142.(11) È in questa sede che sono stati effettuati sul pez-

zo i riscontri autoptici, i calchi e i rilievi 3D con LaserScanner (cfr. nota successiva).

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Fig. 2. Veduta aerea prospettica dei resti del Ponte Santo Spirito poco a monte della confluenza del fiume Miscano con iltorrente della Ginestra.

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ta la superficie, la parte sinistra dell’iscrizione,quella probabilmente rimasta più a lungoesposta alle correnti d’acqua del fiume, risultaquasi completamente consunta a causa dellaforte corrosione della pietra e fa sì che su tuttaquella fascia dell’epigrafe risultino difficilmen-te leggibili le prime lettere in quasi tutte le ri-ghe dell’iscrizione (fig. 3). Nonostante il pessi-mo stato di conservazione, un’attenta rilettura,anche grazie ad un rilievo 3D con Laser Scan-

neri(12), ha permesso di decifrare alcune partidel testo altrimenti non identificabili.

La scrittura delle lettere è monumentale,leggermente apicata; l’incisione dei segni è ac-curata, con l’interpunzione costituita da puntitriangolari usati regolarmente (oggi visibili sol-tanto nelle parti dello specchio epigrafico me-glio conservate); i numerali sono sopralineati.

Le lettere, distribuite su 12 righe, hannoaltezze diverse secondo un modulo comples-

(12) Oltre alle metodologie tradizionali di studiodell’epigrafe, è stata effettuata una scansione laser a trian-golazione, con l’intento di ottenere una migliore leggibilitàdei caratteri, in particolare nella parte dell’iscrizione mag-giormente oggetto del degrado della pietra. Il Laser Scan-ner utilizzato (Konika Minolta – Vivid 910/VI) possiede unrange che va da un minimo di 0,5 a un massimo di 2,5 me-tri ed è caratterizzato da una grande precisione e accura-tezza, nonché da un’altissima risoluzione. Particolarmenteutile è risultato isolare una altitude map del modello 3D ottenuto ed analizzare le componenti RGB, consentendo inalcuni casi di raggiungere una superiore leggibilità delle

lettere incise; per questo tipo di metodologia cfr. F. GABEL-LONE, «La scansione laser terrestre per lo studio di repertiarcheologici: ambiti di applicazione e operatività sul cam-po», in Hierapolis di Frigia V, Le attività delle campagne di scavo e restauro 2004-2006 (a cura di F. D’ANDRIA, M.P. CAGGIA, T. ISMAELLI), Istanbul 2012, pp. 61-68; A. BUONOPANE, P.G. GROSSI, A. GUARNIERI, F. PIROTTI,«L’impiego dei laser scanner nel rilievo delle iscrizioni suimiliari», in Atti del Convegno Internazionale di Epigrafia“Misurare il tempo, misurare lo spazio” (Bertinoro (Forlì-Ce-sena) 2005), in Epigrafia e Antichità 25, 2006, pp. 373-388.Si ringrazia per la collaborazione la Dott.ssa I. Ditaranto.

RISISTEMAZIONE STRADALE DELLA VIA TRAIANA 227

Fig. 3. Lastra con iscrizione di età traianea dal Ponte SantoSpirito (Avellino, cortile dell’ex Carcere Borbonico).

Fig. 4. Apografo della lastra con iscrizione di età traianeadal Ponte Santo Spirito.

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sivamente decrescente: le altezze variano dai7 cm della prima riga, ai 4,6 della seconda edella terza, ai 4,4 della quarta, ai 4 dellaquinta, ai 3,7 della sesta, ai 4/3,8 della setti-ma, ai 4 dell’ottava, ai 3,8 della nona e delladecima e ai 3,5 cm dell’undicesima e dodice-sima riga.

L’interlinea è regolare, in media pari a1,5 cm, con uno stacco maggiore tra la l.7 e lal.8 dove vi è uno spazio di 4,5/5 cm. Questo iltesto ricostruito (fig. 4):

Imp(erator) Caesar[D]ivi Nervae f(ilius)[N]erva Traianus[Opti]mus Aug(ustus) Germ(anicus)

5 [Daci]cus Parthicus[Po]nt(ifex) [Ma]x(imus) tr(ibunicia)pot(estate) X–X–

[im]p(erator) X–I–I–I– co(n)s(ul) V–I– p(ater)p(atriae)[viam ?] translatam quae[pro]pter [vi]m fluminis

10 [inf]esta[b]atur sua[pe]cunia loco tutiorerestituit

La prima parte dell’iscrizione con la titola-tura imperiale è agevolmente ricostruibile epermette una datazione esatta dell’intervento:M. Ulpius Traianus, tra i cognomina (devicta-rum gentium) ex virtute ebbe quello di Parthicusa partire dal 20 (o dal 21) febbraio del 116 d.C.,la XIII acclamazione imperatoria è attestatadall’8 settembre del 116i(13), mentre assunsela XX tribunicia potestas (l’ultima prima dimorire nel 117 fu la XXI) dal 10 dicembre del115 al 9 dicembre del 116 d.C.i(14). Quindil’epigrafe si può datare con sicurezza tra il feb-braio e il dicembre del 116 d.C., forse restrin-gendo ulteriormente il periodo tra i mesi disettembre e dicembre.

Per la seconda parte i problemi di letturaaumentano anche se il senso complessivodell’azione descritta è facilmente desumibile.Due sono i termini problematici, il primo alla

l.8, la parola che indica l’oggetto dell’opera-zione, mentre il secondo è il verbo all’iniziodella l.10.

Per quanto riguarda il primo termine, èstata proposta la parola viam, che sembraquella più adeguata sia nel contesto topografi-co per il senso dell’intervento (la cui accezionein latino è al tempo stesso generica, ma anchepeculiare, come nel nostro caso intendendo“tratto di strada”, v. infra), sia per la distribu-zione delle lettere nello spazio a disposizione,sia perché si rispettano meglio i margini dellospecchio epigrafico rispetto ad eventuali pro-poste alternativei(15); inoltre, ci sarebbe an-che lo spazio per l’eventuale inserimento delsegno di interpunzione.

Per quanto riguarda il verbo alla l.10, iltermine che meglio si adatterebbe al messag-gio complessivo, sia per il significato e sia perle possibili lettere da inserire negli spazi utili,risulterebbe infestabatur (da infesto, frequen-tativo di infero)i(16).

Con questi inserimenti il senso della se-conda parte dell’iscrizione potrebbe essere ilseguente: «Traiano […], fece spostare queltratto di strada, che a causa dell’esondazionedel fiume non era percorribile (si era danneg-giato), e lo fece sistemare in un luogo più sicu-ro, tutto a sue spese».

Il rinvenimento della lastra nel greto delfiume e la verosimile collocazione della stes-sa nelle strutture del ponte, possono far pen-sare al ripristino anche di tale opera oltre chedi un tratto di strada ad esso collegato, il tut-to repentinamente distrutto dalla violenza delfiume pochissimi anni dopo la sua costruzio-ne, in un punto nevralgico quale la confluen-za di due corsi d’acqua, particolarmente sog-getto, oggi come allora, a piene rovinose. Lacomposizione geologica ricca di argille e l’ac-cidentata conformazione geomorfologica diquesto settore della media valle del Miscano,rendono particolarmente esposti questi terre-ni a smottamenti e a movimenti franosi e icorsi d’acqua ad improvvise piene con eson-

(13) CIL III, p. 870.(14) D. KIENAST, Römische Kaisertabelle. Grundzüge

einer römischen Kaiserchronologie, Wissenschaftliche Buch-gesellschaft 2004, pp. 122-124.

(15) Altri possibili lemmi come pila o ripa non sem-brerebbero adattarsi bene, in quanto le lettere di PILAM eRIPAM resterebbero ammassate e le due parole costrettein uno spazio insufficiente; inoltre, si avrebbe un signifi-cato più dotto che comunicativo, come doveva essere nelleintenzioni del committente e come apparteneva al costu-me propriamente romano del periodo. Per i numerosi

consigli ringrazio Silvia Orlandi, David Nonnis e ValentinaVegni. Un ringraziamento particolare, infine, va a Romual-do Marandino, che con i suoi preziosi suggerimenti hapermesso di dare un esito positivo ai molti dubbi e di ri-solvere alcuni degli aspetti più problematici dell’iscrizione.

(16) Delle soluzioni alternative proposte fino ad oggi,destratur (CAVALLETTI, LO CASALE 1985, pp. 141-142) nonesiste in latino, forse errore di trascrizione dell’imperfettopassivo destruebatur; mentre troviamo labebatur in MAR-CANTONIO 1994: entrambi i termini male si adatterebberoagli spazi utili.

228 G. CERAUDO

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dazioni distruttive in determinati periodi del -l’annoi(17).

Ulteriore prova dell’instabilità dei versantiin questo settore, soprattutto in corrisponden-za dei corsi d’acqua, è testimoniata in età ro-mana dall’intervento sul vicino Ponte delleChianche, opera che consentiva alla via Traia-na di superare nel vallone Santo Spirito l’omo-nimo torrente affluente di destra del fiume Mi-scanoi(18) (v. fig. 1, B). Da questo ponte pro-viene una lastra iscritta già presente nel CIL(IX, per un refuso 6011 ma in realtà 6010) chedocumenta l’intervento di restauro voluto daSettimio Severo e Caracalla nel 210 d.C.i(19):«[l]abentem viam [am/pl]issimis operib[us] /[s]usceperunt ob[ie/c]tisque molib[us] / [su]apecunia mu/nierunt», dove le moles sono imassi posti come diga a contenere eventualinuove piene impetuose del fiumei(20).

La nostra epigrafe, quindi, riporta unospecifico intervento di ripristino stradale inquesto settore morfologicamente abbastanzaaccidentato. Quello che ci si propone di fare, èprovare a ricostruire in cosa possono essereconsistiti gli interventi di spostamento e siste-mazione citati nell’iscrizione, attraverso l’ana-lisi dei resti superstiti del ponte.

Una prima ipotesi di lavoro scaturisce dauna attenta rilettura del fondamentale contri-buto di Ashby e Gardneri(21), che descrisseroe fotografarono i ruderi del ponte agli inizi delNovecento (fig. 5). I due studiosi inglesi, infat-ti, poco a sud dell’unico pilone superstite, rile-varono la presenza di una struttura murariacostruita in parte in opera quadrata ed in par-te in opera laterizia, collegandola – in veritàcon molti dubbi – al citato intervento di re-stauro di età Severianai(22). Questa operazio-ne venne giustificata con il tentativo di proteg-

gere il ponte regolarizzando il corso del Misca-no che lambiva longitudinalmente la strutturalungo il fronte a valle; questo, come abbiamogià avuto modo di mettere in evidenza, era si-tuato in un punto critico alla confluenza con iltorrente della Ginestrai(23) (v. figg. 2 e 7).

Tali resti sono ancora parzialmente rico-noscibili, si tratta di una cortina muraria in

(17) Gli elementi cronologici deducibili dal testo iscrit-to farebbero pensare che l’esondazione del fiume possa esse-re avvenuta in un periodo a cavallo tra la fine del 115 ed iprimi mesi del 116 d.C.

(18) Il ponte si trova nel territorio comunale di Buo-nalbergo in provincia di Benevento.

(19) VITALE 1794, p. 9; ASHBY, GARDNER 1916, pp. 117-118. Di un possibile restauro dell’intera tratta viaria nel210 d.C., laddove fosse stato necessario, vedi M. SILVE-STRINI, Un itinerario epigrafico lungo la via Traiana. Aecae,Herdonia, Canusium, Bari 1999, pp. 45-46, 100-101, per il rinvenimento a Troia (AE 1972, 139; AE 1981, 246) e aCanosa (AE 1969-1970, 135; Le epigrafi romane di Canosa(a cura di M. CHELOTTI, R. GAETA, V. MORIZIO, M. SILVE-STRINI), I, Bari 1985, 253) di altre due iscrizioni analoghea quella relativa al Ponte delle Chianche.

(20) A. DONATI, «Arredi della strada romana: indica-zioni dall’epigrafia», in ATTA 1, 1992, p. 116. Per il riuti-

lizzo moderno della lastra dopo il rinvenimento avvenutonel 1713 (VITALE 1794, p. 9) cfr. N. BUSINO, La media valle del Miscano fra Tarda Antichità e Medioevo. Carta archeologica di San Giorgio La Molara, Buonalbergo, Monte-falcone di Valfortore, Casalbore, dal pianoro della Guaranaal Torrente La Ginestra, Ricerche a Montegiove (1999-2000), Napoli 2007, pp. 120-121, 129.

(21) ASHBY, GARDNER 1916, pp. 104-171.(22) ASHBY, GARDNER 1916, p. 118, nota 1; «We found

no traces of these embankments on the probable course ofthe road below Buonalbergo; whether the later brickworkat Ponte Santo Spirito could be connected with these repairs is quite uncertain».

(23) ASHBY, GARDNER 1916, pp. 134-135: «There arealso some walls on the south side of the pier, partly inopus quadratum of contemporary construction, and partlyin later brickwork, intended for the regulation of thestream.

RISISTEMAZIONE STRADALE DELLA VIA TRAIANA 229

Fig. 5. Il pilastro del Ponte Santo Spirito in una foto degliinizi del secolo scorso.

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laterizio coronata superiormente da blocchisquadrati in pietra calcarea; elementi sicura-mente meglio visibili ai primi del secolo scor-so, quando il livello di interro era meno ac-centuato e consentiva di riconoscere per unmaggiore sviluppo il fronte della struttura(fig. 6, A).

Dai rilievi effettuati si è potuto accertarecome tali blocchi non avessero un ruolo por-tante, costituendo il rivestimento superiore di un’ampia platea che si doveva estenderetutt’intorno al pilone superstitei(24). Il baso-lato, così, doveva costituire a tutti gli effetti

una sorta di pavimentazione, dando forma ad una piattaforma in grado di annullare lapendenza dell’alveo in corrispondenza dei pilastri, la cui fronte, nel lato a valle, eraprovvista di una cortina muraria in mattoni(fig. 6, B).

Dall’analisi tecnica dei pochi resti, tutta-via, non è stato possibile accertare (ma nean-che escludere) che questa struttura possa esse-re messa in relazione con un intervento di re-stauro, secondo l’ipotesi avanzata da Ashby eGardner. Nonostante ciò, i vantaggi della suapresenza appaiono in ogni caso evidenti: sia

It looks as though this passed over a bed of opus qua-dratum block seven metres wide. The reason of these wallsis that the bridge is placed just above the junction of theTorrente degli Schiavoni [in realtà della Ginestra] with

the main stream, the Miscano (here for a short distancecalled the Torrente Gesso) which might have given trouble».

(24) I. FERRARI, I ponti romani della Via Traiana (tesidi dottorato), Lecce 2013, pp. 82-84.

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Fig. 6. Resti del Ponte SantoSpirito con la plateache si doveva estende-re in corrispondenzadei pilastri in una fotodegli inizi del Nove-cento (A) e ipotesi diricostruzione sullabase dei resti rilevatisul posto (B).

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che fosse stata realizzata in fase di cantiere,fornendo alle maestranze anche un ampio pia-no per le manovre di lavoro, sia, successiva-

mente, durante la fase di vita della struttura,proteggendo le pilae del ponte dalla pericolosaazione erosiva delle acquei(25).

(25) Si tratta di un elemento caratterizzante anche al-tri ponti della Traiana, come Ponte Ponticello e il PonteValentino alle porte di Benevento e il ponte sull’Ofanto nei

pressi di Canosa, mentre non è da escludere che tale ac-corgimento si potesse trovare anche alla base del Pontedelle Chianche; cfr. FERRARI, op. cit. a nota 24, pp. 66-67.

RISISTEMAZIONE STRADALE DELLA VIA TRAIANA 231

Fig. 7. Veduta aerea prospettica della valle del Miscano con al centro il Ponte Santo Spirito. L’immagine evidenzia la natura acci-dentata dei luoghi con il torrente della Ginestra (a destra) che confluisce nel fiume Miscano, l’instabilità dei versanti collinarie, in primo piano, il tracciato del Regio Tratturo (sopravvivenza della via Traiana) che scende ripido in direzione del ponte.

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Ammesso comunque che possa trattarsi diun intervento successivo alla costruzione delponte, non credo che l’iscrizione, così come ri-proposta, faccia riferimento a questa specificaazione, ma piuttosto (tenendo nella giusta con-siderazione il termine qui ipotizzato per indi-care l’oggetto dei lavori di restauro, la parolaviam) al generale ripristino della strada, chesoltanto sette anni dopo la sua inaugurazioneaveva già avuto dei seri problemi, collocata suuna linea di terreno poco solida, che una volta

danneggiata dalla violenza dell’acqua, vennespostata rispetto al tracciato originale e siste-mata in un luogo più sicuro (viam translatamloco tutiore), forse proprio in cor rispondenzadel sentiero moderno che permette di raggiun-gere il Ponte Santo Spirito dalla SS. 90bisi(26),corrispondente al Regio Tratturo e sopravvi-venza moderna dell’antica via Traiana (fig. 7).

GIUSEPPE CERAUDO

Università degli Studi del Salento

(26) Non credo sia un caso se nel punto di raccordotra la carreggiata stradale e l’ultima arcata orientale delponte la Traiana, che nell’attraversamento del corso d’acqua aveva un andamento ovest est, piegava netta-mente in direzione nord est; cfr. ASHBY, GARDNER 1916,pp. 134-135.

Referenze grafiche e fotografiche:La documentazione grafica e fotografica è opera dell’Au-

tore, ad eccezione di fig. 4, elaborazione grafica M. Zambardi;fig. 5, foto BSR Photographic Archive, Robert Gardner collec-tion, RG-0116, fig. 6, foto BSR Photographic Archive, RobertGardner collection, RG-0117; fig. 6, elaborazione 3D I. Ferrari.

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