Atlante dei SIC della Provincia di Pavia

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    Mauro Perracino

    ATLANTE DEI SIC

    DELLA PROVINCIA DI PAVIA

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    Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia per l’AmbientePresidente: Paolo ColombaniVicepresidente: Marcela Adriana Mc LeanPresidente del Comitato scientifico: Marcello FontanesiConsiglieri: Maurizio Arena, Adriana Baglioni, Nicola Francesco Bellizzi, Giovanni Bottari, MarcellFontanesi, Massimo Donati, Marcela Adriana Mc Lean, Paolo Mantegazza, Lorenzo Ornaghi,Oronzo Raho, Angiolino Stella

    Direttore: Fabrizio PiccaroloCoordinatore scientifico: Antonio Ballarin Denti

    Responsabili di progettoPietro Lenna – Regione Lombardia, DG Qualità dell’AmbienteG. Matteo Crovetto – Fondazione Lombardia per l’Ambiente

    CoordinamentoRiccardo Falco – Fondazione Lombardia per l’Ambiente

    Testi: Mauro PerracinoReferaggio scientifico: Giuseppe Bogliani, Francesco Sartori, Guido TosiProgettazione grafica: Tania FeltrinImpaginazione: Mauro PerracinoFotografie: Luigi Andena, Giuseppe Bogliani, Mita Breda - FAB, Pietro Di Leo, Felice Farina, gruppFlora Alpina Bergamasca-FAB, GRAIA, Paolo Mazzei, Elisa Moretti, Pietro Angelo Nardi, GilberParolo, Mauro Perracino, Mino Piccolo, Fabio Pupin, Edoardo Razzetti, Simone Rossi, GiovannSantamaria e Giulia Vercesi.Cartografia: Andrea Salvadori

    Le foto aree utilizzate sono relative al volo 2003 della Compagnia Generale di Riprese Aeree. Iloro utilizzo è stato autorizzato dalla Regione Lombardia.

    Stampa: Arti Grafiche Fiorin, Sesto Ulteriano (S. Giuliano Milanese)

    Per la citazione di questo volume si raccomanda la seguente dizione:Perracino M., 2010. Atlante dei SIC della Provincia di Pavia. Regione Lombardia e Fondazione Lom- bardia per l’Ambiente, Milano.

    © 2010 Fondazione Lombardia per l’AmbienteProprietà letteraria riservataNessuna parte di questo volume può essere riprodotta o utilizzata sotto nessuna forma, senzapermesso scritto, tranne che per brevi passaggi in sede di recensione e comunque citando la fonte.

    Fondazione Lombardia per l’AmbientePiazza Diaz 7 - 20123 Milano

    tel. +3902806161.1 fax [email protected] www.flanet.org

    Via Taramelli, 12 - 24125 Milano

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    PREFAZIONEPRESENTAZIONE

    I SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA DELLA PROVINCIA DI PAVIA

    IT2080001 – G ARZAIA DI CELPENCHIO

    IT2080002 – BASSO CORSO E SPONDE DEL T ICINO

    IT2080003 – G ARZAIA DELLA VERMINESCA

    IT2080004 – P ALUDE LOJA

    IT2080005 – G ARZAIA DELLA RINALDA

    IT2080006 – G ARZAIA DI S. A LESSANDRO

    IT2080007 –- G ARZAIA DEL BOSCO BASSO

    IT2080008 – BOSCHETTO DI SCALDASOLE

    IT2080009 – G ARZAIA DELLA CASCINA N OTIZIA

    IT2080010 – G ARZAIA DI SARTIRANA

    IT2080011 – A BBAZIA A CQUALUNGA

    IT2080012 – G ARZAIA DI G ALLIA

    IT2080013 – G ARZAIA DELLA CASCINA PORTALUPA

    IT2080014 – BOSCHI SIRO N EGRI E MORIANO

    IT2080015 – S AN M ASSIMO

    IT2080016 – BOSCHI DEL V IGNOLO

    IT2080017 – G ARZAIA DI PORTA CHIOSSA

    IT2080018 – G ARZAIA DELLA CAROLA

    IT2080019 – BOSCHI DI VACCARIZZA

    IT2080020 – G ARZAIA DELLA ROGGIA TORBIDA

    IT2080021 – M ONTE A LPE

    Pag.

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    INDICE

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    A TLANTE DEI S ITI DI I MPORTANZA C OMUNITARIA IN L OMBARDIA

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    P REFAZIONE

    L’eccessivo sfruttamento delle ricchezze naturali da parte dell’uomo, conseguente alle mo-dalità di sviluppo economico globale, sta mettendo a dura prova la capacità del nostropianeta di continuare ad assorbire l’inquinamento generato e di fornire risorse sufficienti

    e qualitativamente adeguate.

    Per sanare il “debito ecologico” che la nostra società ha accumulato bisogna da subito invertirequesta tendenza, avviando scelte impegnative ma indispensabili. È quindi necessario interveni-re, a tutti i livelli, per limitare gli squilibri generati dall’uso non sostenibile del territorio e ridurrei potenziali rischi per la biodiversità. Arrestare la perdita di biodiversità e porre in essere glistrumenti adeguati per conservarla ed accrescerla è una delle sfide più impegnative a cui si devefar fronte e Regione Lombardia, negli ambiti di competenza, sta da tempo operando per fornireun proprio rilevante contributo.

    In particolare, fin dal 1995, la Regione sta agendo per realizzare sul proprio territorio una partesignificativa di una rete continentale denominata Rete Natura 2000, composta da Siti di Impor-tanza Comunitaria (SIC) e da Zone di Protezione Speciale (ZPS), importante strumento che l’Unio-ne europea ha individuato attraverso la Direttiva Habitat per porre in essere un sistema coerentedi aree destinate alla conservazione della diversità biologica.

    Attualmente in Regione Lombardia sono presenti 193 SIC, ossia i siti individuati per la presenza ditipologie di habitat e di specie vegetali e faunistiche di interesse comunitario e quindi ritenutemeritevoli di una attenta conservazione e 66 ZPS, ossia i siti individuati in quanto importanti luo-ghi di nidificazione o rifugio per l’avifauna, ai sensi della Direttiva 79/409/CEE, per una superficietotale di 372.000 ha, che corrisponde al 15,6 % del territorio regionale. L’individuazione di ReteNatura 2000 è avvenuta ricercando un ottimale livello di coerenza con il sistema regionale deiParchi e delle Riserve naturali che a far tempo dai primi anni settanta sono gradualmente statiistituiti fino ad interessare una significativa porzione del territorio lombardo, pari ad oltre il 25%.

    Oggi, circa il 50% dei SIC e delle ZPS è collocato all’interno del sistema delle aree protette regionali, mentre la rimanente parte, in un contesto come quello lombardo, fra i più densamenteabitati in Europa, ha trovato la sua prioritaria localizzazione in ambito montano che anche perquesta ragione merita una particolare attenzione da parte della società lombarda.

    Dando seguito al volume generale, a scala regionale, che ha raccolto e messo a disposizione ditutti i cittadini lombardi le informazioni fondamentali per conoscere la componente SIC di ReteNatura 2000 attraverso una raccolta organica delle fondamentali informazioni e la proposizionedi una gradevole veste grafica, si è ritenuto opportuno procedere alla pubblicazione, optandoper una maggiore incidenza della componente informatica, dei volumi riguardanti le singoleprovincie lombarde al fine di dettagliare la notevole mole di dati e immagini disponibili econseguentemente fornire la possibilità di conoscere in modo più approfondito le singole realtàdel variegato territorio regionale.

    Regione LombardiaL’Assessore alla Qualità dell’Ambiente

    Massimo Ponzoni

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    La Regione Lombardia è ricca di aree protette e di biodiversità: oltre il 20% del suo territo rio è tutelato sotto forma di parchi e aree protette. Tale ricchezza le è valso il riconoscimen to, da parte dell’UE, di ben 175 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che, assieme allZone di Protezione Speciale (ZPS), costituiscono i Siti della Rete Natura 2000. Tale siti sono dveri “scrigni” delle ricchezze naturalistiche e ambientali della nostra regione e, in quanto talivanno valorizzati e tutelati al massimo. Prima ancora però vanno conosciuti, non soltanto dagliaddetti ai lavori, ma da tutti i cittadini e potenziali fruitori.

    A tale scopo la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, su incarico della Regione Lombardia, hrealizzato un Atlante dei SIC lombardi articolato in un volume generale che ne descrive habitae specie fondamentali e in 11 volumi, uno per ciascuna provincia lombarda, che descrivonosingolarmente i vari SIC, evidenziandone le caratteristiche salienti e le specificità.

    È dunque con grande piacere e soddisfazione che presento questo libro, ringraziando l’autore/gli autori, ma anche il personale della nostra Fondazione che lavora nel settore “Aree protette e biodiversità” nonché gli esperti che l’hanno revisionato scientificamente.Sfogliando queste pagine il lettore è stimolato a tuffarsi nella natura e a visitare personalmenteluoghi tanto belli e ricchi di Natura: habitat, piante e animali.Se questo avverrà o se almeno il lettore comprenderà l’importanza di preservare luoghi tanto belli e ricchi di naturalità… avremo raggiunto lo scopo che ci eravamo proposti.

    PRESENTAZIONE

    Fondazione Lombardia per l’Ambiente

    Il PresidentePaolo Colombani

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    Il territorio della Provincia diPavia è, tra le province lombar-de, il più meridionale, sito al con-fine con la Liguria, il Piemonte el’Emilia Romagna.La parte a nord del territorio simostra quasi interamente pia-neggiante, mentre, nella porzio-ne più a sud, sono presenti i pri-mi rilievi appenninici.Dal punto di vista fisico, quindi,si può dividere il territorio pro-vinciale in tre zone: pianura, col-lina e montagna. La distinzionetra queste tre zone non è soloaltimetrica, ma dipende anche dafattori quali la natura del terre-no, l’erosione degli agenti atmo-

    sferici e le tipologie di fauna e flo-ra ivi presenti.L’elevata resa agricola della granparte delle aree ha comportato,negli anni, la graduale riduzio-ne delle zone naturali a favoredi nuovi superfici da coltivare.Allo stato attuale, la maggiorparte degli ambienti di interes-

    se naturalistico risultano localiz-zati in prossimità dei corsi d’ac-qua o in relittuali aree umide,salvaguardate dagli interventi di bonifica massicciamente attuatiin passato.Per quanto riguarda le aree na-turali lungo i fiumi, queste risul-tano localizzate a ridosso o in cor-rispondenza del Ticino che, conil suo caratteristico andamentomeandreggiante, favorisce la for-mazione di aree umide in cui ten-de a insediarsi una diversificata

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    varietà sia di specie animali sia vegetali. Le areeumide relitte, invece, sono in maggior parteambienti caratterizzati da una vegetazionemeso-igrofila al cui interno trovano rifugio e unidoneo ambiente per la riproduzione diversespecie di uccelli, tra cui gli Ardeidi. La localeabbondanza dei popolamenti di questi ultimirappresenta un aspetto di grande pregio natu-ralistico, soprattutto se si considera l’elevato gra-do di antropizzazione che caratterizza il restodel territorio provinciale.Nel complesso, in provincia di Pavia sono statiindividuati 21 Siti di Importanza Comunitaria(SIC), con una estensione totale di 614 ha, paria circa il 4% della superficie territoriale paveseche corrisponde a 297.120 ettari.Di seguito viene proposto l’elenco completodei siti provinciali trattati nel presente volume:•IT2080001 – Garzaia di Celpenchio•IT2080002 – Basso corso e sponde del Ticino•IT2080003 – Garzaia della Verminesca•IT2080004 – Palude Loja

    •IT2080005 – Garzaia della Rinalda•IT2080006 – Garzaia di S. Alessandro•IT2080007 –- Garzaia del Bosco Basso•IT2080008 – Boschetto di Scaldasole•IT2080009 – Garzaia della Cascina Notizia•IT2080010 – Garzaia di Sartirana•IT2080011 – Abbazia Acqualunga•IT2080012 – Garzaia di Gallia•IT2080013 – Garzaia della Cascina Portalupa

    •IT2080014 – Boschi Siro Negri e Moriano•IT2080015 – San Massimo•IT2080016 – Boschi del Vignolo•IT2080017 – Garzaia di Porta Chiossa•IT2080018 – Garzaia della Carola•IT2080019 – Boschi di Vaccarizza•IT2080020 – Garzaia della Roggia Torbida•IT2080021 – Monte Alpe

    In provincia di Pavia sono presenti 14 habitatdi interesse comunitario (allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE) di cui 3 indicati comeprioritari (*), ossia quegli habitat che rischianodi scomparire nel territorio degli Stati Membri

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    e per la cui conservazione la Comunità ha unaresponsabilità particolare.Di seguito si riporta l’elenco completo deglihabita di interesse comunitario presenti inprovincia di Pavia:

    •3130 – Acque stagnanti, da oligotrofe amesotrofe, con vegetazione deiLittorelleteauniflorae e/o degliIsoëto-Nanojuncetea

    •3150 – Laghi eutrofici naturali convegetazione del Magnopotamion oHydrocharition

    •3260 – Fiumi delle pianure e montani convegetazione delRanunculion fluitantis eCallitricho-Batrachion

    •3270 – Fiumi con argini melmosi convegetazione delChenopodion rubri p.p eBidention p.p.

    •4030 – Lande secche europee•6210 – *Formazioni erbose secche

    seminaturali e facies coperte da cespugli susubstrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*

    notevole fioritura di orchidee)•6430 – Bordure planiziali, montane e alpinedi megaforbie idrofile

    •7220 – *Sorgenti petrificanti con formazionedi travertino (Cratoneurion)

    •8230 – Rocce silicee con vegetazione pionieradelSedo-Scleranthion o delSedo albi-Veroniciondillenii

    •9160 – Querceti di farnia o rovere subatlantici

    e dell’Europa centrale delCarpinion betuli•9190 – Vecchi querceti acidofili delle pianure

    sabbiose conQuercus robur•91E0 – *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa

    e Fraxinus excelsior ( Alno-Padion, Alnionincanae, Salicion albae)

    •91F0 – Foreste miste riparie di grandi fiumia Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia(Ulmenion minoris)

    •9260 – Foreste diCastanea sativaNelle prossime pagine, per ognuno dei SICtrattati sono riportate una serie di informazio-ni di carattere generale (superficie, altitudine,ente gestore, proprietà, cartografia CTR di ri-ferimento, ecc.) e indicazioni di maggior det-taglio in ordine all’ambiente fisico, al paesag-gio vegetale, agli habitat di interesse comuni-tario e all’ambiente umano. Sono inoltre ripor-tate le specie di interesse comunitario elenca-te nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE enell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Si

    propone anche un’analisi dell’attuale stato diconservazione dei SIC e le misure o le normeche ne favoriscono la preservazione. Infine,sono riportate le principali attività legate allegestione oltre all’eventuale possibilità di frui-zione.Le diverse schede risultano corredate damappe e fotografie che assumono un ruolo dicompletamento nella descrizione del SIC.

    RingraziamentiUn sentito ringraziamento va a coloro che hanno messo gratuitamente a disposizione le proprie fotografie, in particolare:Luigi Andena, Giuseppe Bogliani, Mita Breda - FAB, Pietro di Leo, Felice Farina, il gruppo Flora Alpina Bergamasca-FAB,GRAIA, Paolo Mazzei, Elisa Moretti, Pietro Angelo Nardi, Gilberto Parolo, Mauro Perracino, Mino Piccolo, Fabio Pupin,Edoardo Razzetti, Simone Rossi, Giovanni Santamaria e Giulia Vercesi.Si ringrazia, in particolare, il dott. Bruno Sparpaglione, della Provincia di Pavia, settore Faunistico-Naturalistico, per i preziosi consigli forniti e lo Studio Phytosfera per il contributo fornito, sia nella fase di redazione dei testi, sia di impaginazionedella pubblicazione.

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    GARZAIA DI CELPENCHIO

    IT 2080001

    Foto Mauro Perracino

    Foto Mauro Perracino

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    Coordinate: Longitudine E 35 55 - Latitudine 45 14 8

    Altitudine (m s.l.m): 104 (min) - 109 (max)

    Superficie (ha): 140,45

    Comune: Cozzo - Rosasco - Castelnovetto

    Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 A7a3 - A7b3; IGM

    Regione biogeografica: Continentale

    Data di proposta SIC: giugno 1995

    Data conferma SIC: dicembre 2004

    Ente gestore: Provincia di Pavia

    Proprietà: in parte privata e in parte pubblica

    Dati generali

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    1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

    1.1 Ambiente fisico

    Dal punto di vista geologico il SIC si trova incorrispondenza dei depositi alluvionali di etàolocenica antica corrispondenti all’“ Alluviumantico” (Quaternario).L’area di paleomeandreggiamento, caratteriz-zata dal tipico andamento sinuoso, risultatopograficamente ribassata di alcuni metri ri-spetto al ripiano principale della pianura cir-costante.La presenza di litotipi permeabili, nei primiorizzonti del sottosuolo, determina, in corri-spondenza delle aree più ribassate, l’affiora-

    mento della falda freatica dando così origineai fenomeni di risorgiva.Il sito è, inoltre, caratterizzato da un intrecciopiuttosto articolato di rogge e canali, prove-nienti dalle zone di Rosasco e Castelnovetto,con prevalente funzione irrigua e/o di scolo,in parte aventi origine naturale, in parte crea-te o modificate artificialmente a seguito del-l’uso agricolo dei suoli.All’interno del sito sono presenti ampie areeallagate pressoché perennemente sia attraver-so l’apporto idrico dai canali irrigui sia a se-guito dell’affioramento stagionale al piano

    campagna delle acque sotterraneerelative alla prima falda, in corri-spondenza dei settori topografica-mente più ribassati.

    1.2 Paesaggio vegetale

    Le aree interne al sito sono caratte-rizzate da una mosaicatura tra si-tuazioni naturali, con prevalentevegetazione arborea/arbustiva, eda superfici coltivate, per la mag-gior parte a riso.Le aree con vegetazione naturalerisultano concentrate, sostanzial-mente, nella parte centrale del sito

    e risultano caratterizzate da formazioniarboree (ontanete) frammiste a situazioniarbustive (saliceti) e, nelle zone più aperte, siosserva la presenza di vaste aree a canneto.

    Canneto interno al SIC (foto Mauro Perracino).

    Area umida interna al SIC (foto Mauro Perracino).

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    1.3 Habitat di interesse comunitario

    91E0* - L’habitat appare piuttosto frammen-tato. I nuclei maggiori sono due.Il primo è costituito da un alneto puro or-mai maturo di circa 3 ha situato al centro delSIC; ai margini quest’ultimo tende a mutarecomposizione diventando un bosco igrofilomisto dove, oltre all’ontano nero, sono pre-senti il salice bianco (Salix alba L.), il pioppo bianco (Populus alba L.), il pioppo nero(Populus nigra L.), la farnia (Quercus robur L.)e il pado (Prunus padus L.).Il secondo nucleo è ampio circa 3,4 ha e, collo-cato a sud-ovest del precedente, sorge su suo-lo molto umido; appare costituito da un gio-

    vane alneto frammisto a cespugli di salicone.

    Le altre porzioni dell’habitat, invece, risulta-no avere dimensioni decisamente più ridotte,a volte caratterizzate dalla sola presenza dipochi individui arborei immersi in un fitto can-neto.

    1.4 Ambiente umano

    Nella porzione nord-occidentale del SIC è pre-sente una struttura in muratura, adibita a casadi caccia, con antistante parcheggio.Inoltre, dalla cartografia di riferimento, si os-serva come circa la metà del territorio internoal sito sia occupato da coltivi, in prevalenza risoe solo marginalmente mais o pioppeti industriali.

    Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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    2. SPECIE DI INTERESSE

    2.1 Specie di interesse comunitario

    Il SIC assume particolare rilevanza naturali-stica soprattutto vista la ricchezza di specie diuccelli presenti tra cui anche una coloniapolispecifica di ardeidi in cui nidificano 7 spe-cie di cui 5, nitticora, garzetta, sgarza ciuffetto,airone rosso, airone bianco maggiore, citatenell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE. Le

    altre due specie sono airone cenerino e aironeguardabuoi.Dal 1981 i nidi sono collocati, prevalentemen-te, nell’area caratterizzata da saliconi a sud-est.

    Negli anni, comunque, si è assi-stito a forti fluttuazioni nel nume-ro di coppie nidificanti, soprattut-

    to per specie come l’airone rosso,per il quale nel 1997 si sono sfio-rate le 50 coppie, e la sgarza ciuf-fetto, per la quale negli ultimi 5anni il numero è variato dalle 5alle 25 coppie.Relativamente di recente si è os-servata anche la comparsa dell’ai-rone guardabuoi.A Celpenchio nidificano altredue specie di ardeidi non colo-niali entrambe di interesse comunitario: il ta-

    rabusino, particolarmente legato alla presen-za di canneti e di fasce vegetate riparie, e iltarabuso, il cui ambiente ideale per la nidifi-cazione è costituito da vaste superfici allagateoccupate da canneto e intercalate da spaziaperti.Tra le specie di interesse comunitario è statasegnalata anche la presenza della licena del-le paludi, individuata in un prato incolto enei pressi delle risaie nella parte più occiden-tale del SIC. Questa osservazione confermaprecedenti segnalazioni (Bogliani com. pers.).La popolazione censita risulta numericamen-te esigua; in tal senso, si segnala la necessitàche questa specie sia sottoposta a un costan-te monitoraggio e ad adeguate misure di con-servazione.

    Canali irrigui e marcite sono risultati esseregli habitat più idonei a ospitare questa farfallae quindi meritano un’attenzione particolarenella gestione del territorio.

    Garzetta e nitticora su pianta di salice (fotoMauro Perracino).

    Airone guardabuoi e nitticora su pianta di ontano (foto Mauro Per-racino).

    Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

    Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

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    2.2 Altre specie importantiDai rilevamenti condotti si è osservato che ilSIC, oltre che per le specie faunistiche descrit-te in precedenza, tende ad assumere ulterio-re importanza anche grazie alla presenza dialtre specie di interesse conservazionistico,come: pipistrello albolimbato (Pipistrelluskuhli) e serotino comune (Eptesicus serotinus),entrambe specie relativamente diffuse sul ter-

    ritorio nazionale.Tra le specie di interesse, inoltre, è stata rile-vata la presenza del topolino delle risaie( Micromys minutus ) e della puzzola ( Mustela

    putorius ) che sono importanti a livello nazio-nale in quanto citate nella “Lista Rossa deiVertebrati Italiani”. Si osserva, infatti, che lostatus del topolino delle risaie è valutato comevulnerabile anche se non esistono tuttaviadati sul trend delle popolazioni in Lombar-dia. La puzzola, invece, figura tra le specieparticolarmente protette in Italia (L.157/92) e

    le popolazioni a livello regionale sono in di-minuzione.

    3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

    3.1 Stato di conservazione

    Il SIC, come tanti altri presenti nella Lomelli-na, evidenzia al suo interno alcune criticità pre-valentemente riconducibili a due fattori: unnon sempre adeguato apporto idrico e la con-sistente presenza di specie avventizie.Per quanto concerne il primo aspetto, si osser-va che l’attività di gestione operata dall’azien-da faunistica venatoria ha contribuito, neglianni, a conservare gli specchi d’acqua e le areeallagate, garantendo, in tal modo, la preserva-zione di alcuni ambienti fondamentali per lafauna selvatica.Per quanto concerne la presenza di specie eso-tiche, sia floristiche che faunistiche, si osservacome la loro diffusione stia assumendo un ca-rattere fortemente impattante sull’assettoecosistemico attuale; infatti, in alcuni casi que-ste specie tendono a entrare in competizione ea prevalere su quelle originariamente presen-ti nel sito.

    3.2 Stato di protezione

    I confini del SIC coincidono con quelli delMonumento Naturale “Garzaia di Celpen-chio”, istituito in un primo tempo come Riser-va “parziale zoologica”, ai sensi della L.R. 30novembre 1983 n. 86. Le opportunità gestio-nali fornite dalla presenza nell’area dell’Azien-da Faunistico Venatoria “Rosasco” indusserola Pubblica Amministrazione a ricercare unaccordo in convenzione, modificando il regi-me di tutela previsto a suo tempo,riclassificando così la Garzaia non più comeRiserva bensì come Monumento Naturale.

    3.3 Fruibilità

    Il sito è dotato di una sentieristica piuttosto benarticolata e, soprattutto, ben mantenuta, que-Minilepre (foto Mauro Perracino).

    Capanno per l’osservazione della fauna selvatica(foto Mauro Perracino).

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    sta anche per consentire l’attività venatoria neiperiodi prestabiliti.All’interno, in alcuni punti ritenuti di maggiorrilevanza, sono stati predisposti anche deicapanni per l’osservazione dell’avifauna.Data la peculiarità dell’area e l’estrema sensibi-lità delle specie animali che qui si riproducono(soprattutto uccelli), l’area non risulta libera-mente accessibile al pubblico ma, al fine di farconoscere una realtà così di pregio a tutti, sonopreviste, in giorni e ore prestabilite, delle visiteguidate. Per informazioni in merito all’accessi- bilità dell’area bisogna rivolgersi alla Provincia

    di Pavia, Settore Faunistico Naturalistico(www.provincia.pv.it ).

    3.4 Gestione

    Gli indirizzi gestionali del sito, attual-mente, fanno riferimento a quanto pre-visto nel piano di gestione redatto rela-tivamente di recente (2001) e conformealle linee guida del “Modello di Gestio-

    ne delle Riserve Naturali della RegioneLombardia sede di Garzaie” messo apunto dal Dipartimento di BiologiaAnimale dell’Università di Pavia.Oltre a quanto già previsto nel piano digestione, la presenza di fattori incidenti,come l’attivo sfruttamento delle aree li-mitrofe, la contaminazione delle acquea causa di un massiccio uso di fertiliz-zanti, la sempre maggiore presenza dispecie avventizie oltre ad un non sem-pre adeguato apporto idrico, hanno in-dotto di recente a predisporre un Pro-getto Life Natura (www.lifesiclomellina.it)finalizzato, appunto, a ridurre quantopiù possibile alcune delle criticità inessere oltre a predisporre un monitorag-gio sugli aspetti di maggiore interesse(monitoraggio delle falde superficiali,della vegetazione e della fauna).

    4. BIBLIOGRAFIA

    AA.VV. (2000).Studio interdisciplinare

    per il Piano del Monumento Naturale “Garzaia diCelpenchio”. Università degli Studi di Pavia,Provincia di Pavia.

    AA.VV. (2001).Piano del Monumento Naturale“Garzaia di Celpenchio”. Università degli Studidi Pavia, Provincia di Pavia.

    Bogliani G., Bontardelli L., Giordano V.,Lazzarini M. e Rubolini D. (2003).Biodiversitàanimale degli ambienti terrestri nei Parchi delTicino. Consorzio Parco Lombardo della Valledel Ticino. II Guado, Corbetta (MI).

    Calvario E. e Sarrocco S. (eds.) (1997).Lista Ros-sa dei Vertebrati italiani. WWF Italia. Settore Di-versità Biologica. Serie Ecosistema Italia. DB6.

    Cartello esplicativo sugli interventi attuati nell’ambito del progetto Life Natura (foto Mauro Perracino).

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    European Commission DG Environment(1999). Natura 2000 -Interpretation Manual of European Union Habitats - EUR 15.

    Pignatti S. (1982).Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

    Studio Associato Ecos (2001). Analisi critica del

    Piano di Gestione del Monumento Naturale“Garzaia di Celpenchio”.

    Villa M., Greco G., Forni G. (2004).Relazione

    tecnica di inquadramento del pSIC “Garzaia diCelpenchio” (IT2080001) ed indirizzi gestionali.

    Villa M., Greco G., Forni G. (2004). Aggiorna-mento del Formulario Standard NATURA 2000.

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    BASSO CORSO E SPONDE DEL

    TICINOIT 2080002

    Foto Giovanni Santamaria

    Foto Giovanni Santamaria

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    Coordinate: Longitudine E 08 55 59 - Latitudine 45 18 48

    Altitudine (m s.l.m): 64 (min) - 107 (max)

    Superficie (ha): 8564,02

    Comuni: Abbiategrasso, Bereguardo, Besate, Cassolnovo,Gambolò, Morimondo, Motta Visconti, Ozzero,

    Vigevano, Zerbolò

    Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 A6d4, A6d5, A7d1, A7e1, A7e2, B7a2, A7e3, B7a3

    Regione biogeografica: Continentale

    Data di proposta SIC: giugno 1995

    Data conferma SIC: dicembre 2004

    Ente gestore: Parco Lombardo della Valle del Ticino

    Proprietà: prevalentemente privata

    Dati generali

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    1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

    1.1 Ambiente fisico

    Il sito comprende la depressione valliva delfiume Ticino e la parte della pianura in cui èinciso il solco fluviale, la cosiddetta “bassa pia-nura”. La principale caratteristica del SIC è lapresenza dell’alveo attivo del Ticino, che at-traversa il sito da nord a sud, e delle relativearee golenali. L’area è movimentata da unaserie di dossi e scarpate che, nonostante leminime differenze di quota, creano una gam-

    ma di micro-ambienti con caratteristiche bendifferenziate. Il substrato è di tipo alluvionalecon una prevalente morfologia piatta, anchese non mancano basse scarpate e arginelli. Inquesta zona il Ticino presenta un andamentoper lo più meandriforme, particolarmente ric-co di isole, molte delle quali temporanee e nonconsolidate.

    1.2 Paesaggio vegetale

    Questo sito vanta la presenza di habitat vari,di elevata qualità e di rilevante significato

    naturalistico, cui corrispondono specie e po-polamenti faunistici e floristici altrettanto ric-chi, ben differenziati ed estremamente signifi-cativi da un punto di vista naturalistico e del-le priorità di conservazione. L’elemento vege-tazionale più importante nel sito è rappresen-tato dai boschi ripari. Non mancano, tuttavia,esempi di vegetazione di greto, di praterie sec-che e di vegetazione acquatica e palustre. Nelcomplesso, quindi, l’area è caratterizzata dal-l’alternarsi di foreste mesofile a dominanza diquerce e carpino bianco, foreste mesofile adominanza di querce e olmo, boscaglie earbusteti mesoxerofili, boschi e boscaglie disalici, boschi e boscaglie di ontano nero,pratelli terofitici xerofili, pratelli terofiticinitrofili, vegetazione erbacea igrofila e vege-

    Ambiente acquatico lungo la riva del Ticino (foto Giovanni Santamaria).

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    Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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    tazione acquatica. Non mancano, infine, fore-ste a dominanza di specie esotiche.

    1.3 Habitat di interesse comunitario

    Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:91F0 – Queste cenosi sono le più diffuse al-

    l’interno del SIC e sono caratterizzati dalla pre-senza di farnia (Quercus robur L.) e carpino bianco (Carpinus betulus L.) dominanti, olmo(Ulmus minor L.) e pado (Prunus padus L.). Piùsporadici sono, invece, i pioppi (Populus nigraL. ePopulus alba L.) e le specie esotiche ciliegiotardivo (Prunus serotina Ehrh.) e robinia (Robinia

    pseudacacia L.). Nello strato erbaceo compaio-no, invece,Carex brizoides L. , Brachypodiumsylvaticum (Hudson) Beauv. , Cucubalus bacciferL. , Vinca minor L. , Polygonatum multiflorum (L.)

    All. , Asparagus tenuifolius Lam. Questi boschisono esposti alle piene del fiume, anche se contempi di ritorno comunque piuttosto lunghi.

    91E0* – Sui suoli sabbiosi delle bordure lun-go le diramazioni del Ticino o sulle isole flu-viali, si sviluppano formazioni dominate dasalici (Salix alba L.) oltre che da altre speciesempre appartenenti allo stesso genere. Sonopresenti specie nitrofile come ortica (Urticadioica L.) e specie esotiche comeSolidago

    gigantea Aiton , Sicyos angulatus L. eHumulusscandens (Lour.) Merril. A colonizzare i mean-dri fluviali abbandonati, nelle bordure e in aree

    palustri interrate, si sviluppano anche boschie boscaglie di ontano nero ( Alnus glutinosa (L.)Gaertner). Nello strato erbaceo compaiono di-verse specie del genereCarex , Iris pseudacorusL. , Thelypteris palustris Schott , Osmunda regalisL. e Athyrium filix – foemina (L.) Roth.La tutela e la conservazione di questo habitat,sia per la componente vegetazionale che lo ca-ratterizza sia per quella faunistica ad esso as-sociata, si configura come una delle azioniprioritarie (*) secondo quanto riportato nel do-cumento “Interpretation Manual of EuropeanUnion Habitats (EUR 25)”.

    3130 – Questo habitat è tipico delle bassureumide ed è costituito da fasce a carici e/o a can-nuccia di palude (Phragmites australis (Cav.)Trin.), che sono accompagnati da piccole co-munità composte da specie del genereCyperuse Eleocharis.

    3260 – Una piccola parte del sito è occupataanche da vegetazione acquatica comprenden-te formazioni aRanunculus sp., Potamegeton sp.e Callitrichesp., oltre a comunità conNymphaeaalba L. eNuphar luteum (L.) S. et S..

    3270 – I greti sabbioso-limosi sono occupatida pratelli terofitici nitrofili, caratterizzati dallapresenza di diverse specie del generePolygonyum e Bidens , di Xanthium italicumMoretti,Saponaria officinalis L. , Agropyronrepens (L.) Beauv. , Oenothera biennis L. ,

    Artemisia vulgaris L. , Humulus scandens (Lour.)Merril , Helianthus tuberosus L. , Solidago giganteaAiton.

    Particolare del sicio e della sua predisposizione acrescere sui tronchi delle piante (foto GiovanniSantamaria).

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    9160 - Questi boschi si sviluppano su suoliargillosi, acidi, con falda freatica a profonditàvariabile tra 2 e 3 metri e sono caratterizzatidalla dominanza di rovere (Quercus petraea(Mattuschka) Liebl.) eCarpinus betulusL.. Sono presenti, inoltre, in modo spo-radico, anchePrunus avium L.,Prunus

    padus L., Quercus robur L., Prunusserotina Ehrh. eRobinia pseudacacia L..Tra le erbacee,Vinca minor L. ,Convallaria majalis L. ePhysospermumcornubiense (L.) DC.

    6210 - Habitat presente, in prevalen-za, su substrati ben drenati e costitui-to da uno strato erbaceo con alberi earbusti più o meno radi, tra cui

    Quercus robur L. eFraxinus ornus L.,Ligustrum vulgare L.,Prunus spinosa L.,Rosa canina L., Crataegus monogyna Jacq. eRhamnus catharticus L.. Lo stra-to erbaceo è costituito daBrachypo-dium pinnatum (L.) Beauv.,Polygona-tum odoratum (Miller) Druce,Dactylis

    glomerata L.,Teucrium chamaedrys L.,Bromus erectus Hudson, Melica nutansL. Nelle radure all’interno di queste boscaglie mesoxerofile, trovano spa-zio pratelli terofitici xerofili, caratte-rizzati da abbondanti licheni e dallapresenza di Aira caryophyllea L., Teucrium

    chamaedrys L.,Teesdalia nudicaulis(L.) R. Br.,Vulpia myuros (L.)Gmelin,Festuca tenuifolia Sibth.,Carex caryophyllea La Tourr. e da di-verse specie del genereThymus.Oltre ai sette habitat elencati nellaDirettiva 92/43/CEE, sono presentinel sito foreste a dominanza di spe-cie esotiche (robinia e/o ciliegio tar-divo): essi rappresentano unacenosi nemorale degradata floristi-camente che sostituisce i boschiautoctoni.

    1.4 Ambiente umano

    Per quanto riguarda l’uso del suolo, gli ele-menti più diffusi sono le colture cerealicole e ipioppeti coltivati. Sono presenti anche alcuniinsediamenti antropici.

    Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

    Saliceto (foto Mauro Perracino).

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    2. SPECIE DI INTERESSE

    2.1 Specie di interesse comunitario

    Il sito è molto ricco di specie di interesse co-munitario. Numerose sono le segnalazioni so-prattutto per quanto riguarda gli ardeidi, icaradriformi e gli accipitriformi. Buona la rap-presentanza di chirotteri, ma, soprattutto, siosserva una ricca ittiofauna ed entomofauna.La presenza del gambero di fiume ( Austropo-tamobius pallipes) è frutto di una reintroduzio-ne attuata nell’ambito di un Progetto LIFE Na-

    tura “Il gambero d’acqua dolce” concluso nelsettembre 2004. Il progetto ha visto Unione Eu-ropea, Regione Lom- bardia, Parco delTicino e Parco dellaValle del Lambro im-pegnati nella rico-struzione di popola-zioni stabili di gam- bero di fiume attra-

    verso interventi direintroduzione di ri-produttori e attraver-so la realizzazione diun allevamento digamberi in condizio-ni di seminaturalitàin una grossa vascamessa a disposizionedal Parco del Ticino.

    2.2 Altre specieimportanti

    Oltre alle specie diinteresse comunita-rio, il sito è molto ric-co di esemplari rari,appartenenti alle Li-ste Rosse (nazionalee regionale) come, adesempio, laSagittariasagittifolia L. oltre adiverse specie di or-chidee.

    Tra gli invertebrati, si segnalano i lepidotteriZerynthia polyxena e Maculinea arion , che de-pone le uova sui fiori diGentiana pneumonan-the L. e se ne nutre fino alla prima muta, com-pletando la metamorfosi cibandosi delle larvedelle formiche Myrmica ruginodis e Myrmicatulinae. Per quanto riguarda l’ittiofauna, da sot-tolineare la presenza dell’ Alburnus alburnusalborella e delPadogobius martensii. Ricca è an-che la mammalofauna: tra le specie di interes-se conservazionistico compaiono il topolinodelle risaie ( Micromys minutus ) e una chirotte-rofauna piuttosto ben rappresentata ( Myotisdaubentonii, Myotis mystacinus, Nyctalus leisleri,Nyctalus notula, Pipistrellus kuhlii, Pipistrellusnathusii, Pipistrellus pipistrellus, Plecotus sp.,

    Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

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    Eptesicus serotinus). Tra l’avifauna si segnala-no, oltre a diverse specie di rapaci notturni,l’airone guardabuoi (Bubulcus ibis), l’aironecenerino ( Ardea cinerea), il piro-piro piccolo( Actitis hypoleucos), il rampichino (Certhiabrachydactyla), il picchio muratore (Sitta euro-

    pea), la cincia bigia (Parus palustris ), il picchiorosso maggiore (Dendrocopus major), il picchiorosso minore (Picoides minor) e il picchio ver-de (Picus viridis).

    3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

    3.1 Stato di conservazione

    Il sito è caratterizzato, nel complesso, da unanotevole biodiversità specifica. In particola-re, la presenza dei boschi a querce, carpini eolmi e le boscaglie a salici e ontano nero sonomolto importanti in quanto relitti della vege-

    tazione forestale planiziale padana, altrovequasi completamente scomparsa a causa del-l’antropizzazione del territorio. Essi presen-tano, inoltre, una discreta estensione e una

    certa continuità a li-vello ecosistemico,valore significativoin un contesto comequello dell’interaPianura Padana,dove l’elevatissimaframmentazione am- bientale ha ridottoaltri habitat analoghia piccoli residui iso-lati. Sebbene limitatea piccole porzioni di

    territorio, le cenosi adominanza di specieesotiche rappresen-tano un fattore di de-grado che banalizzae impoverisce la bio-diversità specifica edecosistemica del-

    l’area. La ricchezza di acque, la diversa com-posizione e tessitura dei suoli, la varietà di ti-pologie vegetazionali, il rapporto storico trauomo e foreste fanno sì che l’area rappresentiun elemento di elevato valore naturalistico nel-l’ambito della Pianura Padana. La vulnerabilità del sito è, in parte, legata allesue notevoli dimensioni e alla forma allunga-ta e stretta.Gli habitat acquatici e i pratelli terofitici xerofilisono gli ambienti più vulnerabili a causa di

    Particolare di trota marmorata (foto Simone Rossi).

    Coppia di cigone bianche (foto Mauro Perracino).

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    Complesso abbaziale di Morimondo: sullo sfondo la chiesa (fotoGiovanni Santamaria).

    diverse forme di inquinamento ambientale ol-tre alla frequente realizzazione, al loro inter-

    no, di impianti boschivi.Ulteriore elemento di criticità per la vegeta-zione, soprattutto palustre e ripariale, è costi-tuito dalla presenza della nutria ( Myocastorcorpus), specie alloctona capace di danneggia-re la vegetazione attraverso l’intensa brucaturadei germogli e degli steli e l’attività di scavoper la costruzione delle tane.Anche la fruizione da parte dei visitatori haun impatto negativo sull’area: calpestio, ab- bandono di rifiuti, piccoli incendi rappresen-tano ulteriori elementi di criticità insistentisull’area.

    3.2 Stato di protezione

    L’area è inserita interamente al-l’interno del Parco Lombardo

    della Valle del Ticino, istituito nel1974 come consorzio di 47 Comu-ni e 3 Province (Milano, Pavia eVarese). L’85% dell’area è di pro-prietà privata, mentre solo il 15%è pubblica.

    3.3 Fruibilità

    Per informazioni si rimandaal s i to internet del Parcowww.parcoticino.it

    3.4 Gestione

    Data l’elevata naturalità vegeta-zionale del sito, è opportuno nonintervenire all’interno dell’area elasciare, invece, spazio all’evolu-zione e al dinamismo dellecenosi. Sebbene non si presenti

    l’esigenza del contenimento del-le specie legnose esotiche, appa-re comunque opportuno il mo-nitoraggio delle specie esotiche,non solo forestali, ma anche ani-mali, quali Myocastor corpus e va-rie specie di insetti alloctoni.Sebbene, ad eccezione dell’area

    nei pressi di Vigevano, questo SIC, dei tre del basso Ticino, appaia quello meno soggetto a

    pressione antropica, appare necessario rego-lamentare la frequentazione antropica (turi-smo, pesca, raccolta funghi). Si segnala, inol-tre, l’importanza di monitorare i fenomeni diinterramento di lanche e fontanili, predispo-nendo interventi di manutenzione per assi-curane la conservazione. Data la forte carat-terizzazione dell’area da parte del fiume, iltema della qualità delle acque del fiume e del-la loro disponibilità (che deve garantire il de-

    flusso minimo vitale) appare di fondamenta-le importanza nell’ambito degli interventi ge-stionali. Tutte le azioni di monitoraggio e ge-stione della qualità delle acque potranno

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    produrre risultati positivi anche sulla vege-tazione, in particolare quella ripariale. Si ri-leva la necessità di raccogliere informazioniecologiche, ad oggi scarsamente disponibili,relative all’area, almeno per quanto concernele cenosi poste sul territorio di proprietà pub- blica o laddove il privato ne concedesse l’ac-cesso. In particolare, sarebbe interessante ap-profondire le conoscenze relative alla distri- buzione e alla consistenza delle popolazionidelle specie vegetali più rare o comunque piùtipiche e rappresentative dell’ambientenemorale planiziale.

    Scorcio della chiesa dell’Abbazia di Morimondo (foto Giovanni Santamaria).

    4. BIBLIOGRAFIA

    NATURA 2000 -Formulario standard Sito Bassocorso e sponde del Ticino – aggiornamento 2004.

    AA.VV. (2004) “Relazioni tecniche monitorag-gio habitat nei SIC provincia di Milano”.

    Parco Regionale della Valle del Lambro – ParcoLombardo della Valle del Ticino , “Progetto di con-servazione – IL GAMBERO D’ACQUA DOLCE”.

    Pignatti S. (1982).Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

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    GARZAIA DELLA VERMINESCAIT 2080003

    Foto Mauro Perracino

    Foto Giulia Vercesi

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    Coordinate: Longitudine E 08 37 36 - Latitudine 45 19 17

    Altitudine (m s.l.m.): 102 (min) - 106 (max)

    Superficie (ha): 162,00

    Comune: Castelnovetto - Sant’Angelo Lomellina - Cozzo

    Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 A7b3

    Regione biogeografica: Continentale

    Data di proposta SIC: giugno 1995

    Data conferma SIC: dicembre 2004

    Ente gestore: Provincia di Pavia

    Proprietà: tutta l’area è di proprietà privata

    Dati generali

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    1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

    1.1 Ambiente fisico

    Dal punto di vista geologico, il SIC si impostain corrispondenza dei depositi alluvionaliquaternari di età olocenica.A livello litologico si è in presenza, prevalen-temente, di materiali sabbiosi talora ricopertida limi, con locali intercalazioni argilloso-limose.Il sito, come la maggior parte delle aree nel-l’intorno, è caratterizzato da un fitto reticolo

    idrografico costituito da un intreccio di caviavente funzione irrigua e/o di scolo, in partedi origine naturale e in parte artificiale. Alcu-ni di questi canaletti individuano l’attuale pe-rimetro del SIC contribuendo alla protezionedello stesso.Le aree allagabili presenti all’interno dellagarzaia sono alimentate sia da acque di deri-vazione superficiale (Roggia Guida e Roggia

    Busca) sia da acque sotterranee che, stagional-mente, in concomitanza con il massimoinnalzamento della falda freatica, affiorano incorrispondenza delle aree topograficamentepiù depresse.

    1.2 Paesaggio vegetale

    La Garzaia delle Verminesca si sviluppa all’in-terno di un’ansa meandrica del Fiume Sesiaormai da tempo abbandonata.L’elevata disponibilità di acqua nella zona hafavorito l’insediarsi di formazioni vegetaliigrofile, fra le quali, appunto, spiccano i bo-

    schi a ontano e salice. Si osserva come tali re-altà rappresentino un aspetto minimale nel-l’uso del suolo dell’intero SIC, infatti, più del60% delle superfici risulta occupata da campi(risicoltura e pioppicultura) aspetto questo,comunque di rilevante interesse visto il ruolosostanziale che soprattutto le risaie assumonoquale fonte di nutrimento per l’avifauna pre-sente.

    Area umida all’interno del SIC (foto Mauro Perracino).

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    1.3 Habitat di interesse comunitario

    Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE è stato segnalato nel sito:

    91E0* – Tale habitat si estende in modo piut-tosto frammentato per circa 13 ha. Il nucleoprincipale, ampio circa 10 ha, è prevalentemen-te caratterizzato da un ontaneto maturo a co-pertura fitta tendenzialmente coetaneo e mo-noplano. Alcune piante senescenti sono cadu-te causando l’apertura di radure invase rapi-

    damente dai rovi.In generale, comunque, l’habitat è caratteriz-zato da piccoli nuclei boscati costituiti da sa-lice bianco (Salix alba L. ) e/o da piccole mac-

    chie di ontano ( Alnus glutinosa (L.) Gaertner).Lo strato arbustivo appare assai poco sviluppa-to e tendenzialemente risultano assenti proces-si di rinnovamento naturale del bosco; entram- bi questi aspetti sono tipici dell’ Alnetea glutinosa:essi sono dovuti a una concomitanza di fattori,tra cui spicca il forte ombreggiamento.

    1.4 Ambiente umano

    A esclusione di alcune profilature costituite da

    cannette per la schermatura degli appostamen-ti fissi di caccia, non esistono vere e proprieinfrastrutture all’interno del sito oltre a unapiccola costruzione in muratura adibita a casa

    Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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    di caccia, localizzata verso il confi-ne nord-orientale.La maggior parte del sito è caratte-rizzata da aree agricole, prevalen-temente risicoltura, poste a contor-no degli ambienti naturali.

    2. SPECIE DI INTERESSE

    2.1 Specie di interesse comu-nitario

    Il SIC tende ad assumere maggiorrilevanza per quanto concerne lacomponente orniticha presente, neè un esempio la presenza di un’im-portante colonia polispecifica di ardeidi costi-tuita da 4 specie nidificanti.Negli anni, l’area occupata dai nidi ha interes-sato zone differenti del sito, in particolare l’on-taneto centrale e alcune aree a salicone più omeno aperte e intervallate a canneto. Attual-mente i nidi si trovano nel boscodi ontani (area storica di presen-za) anche se questa porzionedell’habitat appare troppo vec-chia e poco idonea a ospitare lacolonia a eccezione dell’aironecenerino.L’area della colonia viene utiliz-zata, anche se non tutti gli anni,anche dal mignattaio la cui pre-senza come nidificante in Italiaè molto rara e caratterizzata dal-l’estrema localizzazione dei sitiriproduttivi.Tra gli uccelli non coloniali dimaggior interesse presenti allaVerminesca vi sono il tarabusi-no, particolarmente legato allapresenza di canneti e fasce ve-getate riparie, e il tarabuso, il cui

    elemento determinante per lanidificazione è costituito dallapresenza di vaste superficiallagate occupate da canneto e

    intercalate da spazi aperti. La presenza di unreticolo idrografico fitto e con una generaliz-zata buona qualità delle acque, consente la for-mazioni di ambienti naturali favorevoli allavita di diverse specie sia anfibie (tritone cre-stato), sia ittiche (barbo comune, vairone ecobite comune).

    Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

    Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

    Ontaneta, habitat 91E0* (Ffoto Mauro Perracino).

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    2.2 Altre specie importanti

    Nel SIC, oltre alle specie già segnalate in pre-cedenza, ve ne sono diverse altre di interesse

    conservazionistico la cui tutela è sancita daleggi regionali o nazionali.Da rilevare, soprattutto la buona varietà di spe-cie vegetali, tipiche appunto di ambienti umi-di, che, grazie anche alla presenza di acquesorgive, trovano un habitat ideale per il lorosviluppo, favorendo, in tal modo anche l’inse-diarsi di animali (soprattutto anfibi e pesci) ilcui areale distributivo si è fortemente contrat-to negli anni a causa della graduale scompar-sa degli habitat d’elezione.

    3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

    3.1 Stato di conservazione

    Come già anticipato in precedenza, nel SIC èpresente un’Azienda faunistico venatoria il cuicontributo nel mantenimento e conservazione

    dell’area è molto importante; infatti, per esem-pio, il mantenimento degli specchi d’acqua earee allagate rientra nelle azioni finalizzate allagestione ambientale a scopo venatorio i cui ef-

    fetti positivi hanno un riscon-tro anche sulla fauna non diinteresse venatorio. In tal sen-so, infatti, proprio alla corret-ta gestione dei livelli idrici, in-dispensabili nel contesto terri-toriale in cui si trova il sito, èlegata la sopravvivenza deglihabitat presenti e delle specieche questi ospitano.Le aree boscate, prevalente-mente a ontaneto, come giàaccennato in precedenza, nonevidenziano processi di rinno-vamento spontaneo, fattore,questo, che sta comportandola graduale perdita delle con-dizioni di idoneità per lanidificazione degli ardeidi e,

    nel lungo periodo, la scomparsa di questa stes-sa tipologia vegetazionale.La zona occupata da vegetazione naturale hauna forma stretta e allungata, tanto che, in al-cuni punti, la larghezza non raggiunge i 100m: questo tende a determinare uno squilibrioa favore delle condizioni di ecotono e, soprat-tutto, rende tali aree maggiormente permeabilialle specie invasive ed ai fenomeni di disturboin genere.

    Licena delle paludi (foto Giuseppe Bogliani).

    Garzetta su salice (foto Mauro Perracino).

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    Va inoltre sottolineato che le aree caratteriz-zate da vegetazione naturale sono attraversa-te da numerosi sentieri, alcuni dei quali anchepiuttosto ampi. Essi hanno la funzione di faci-litare l’attività venatoria e di manutenzione marappresentano un ulteriore elemento di fram-mentazione che, in alcuni casi, si traduce nel-l’ingresso e diffusione di specie invasive come,tra i vegetali, solidago, ailanto e robinia, o, tragli animali, minilepre e nutria (entrambe mol-to diffuse grazie all’elevato potenziale ripro-duttivo).

    3.2 Stato di protezione

    Il SIC ha estensione pari a quella del Monu-mento Naturale “Garzaia della Verminesca”,istituito ai sensi della L.R. 30 novembre 1983n. 86, in un primo tempo classificato come Ri-serva “parziale zoologica”, nell’intento di sal-

    vaguardare gli ambienti di nidificazione dispecie protette quali gli Ardeidi coloniali.Le opportunità gestionali fornite dalla presen-za sulla stessa dell’Azienda faunisticovenatoria indussero, in seguito, la PubblicaAmministrazione a ricercare un accordo inconvenzione con la stessa, riclassificando laGarzaia non più come Riserva ma come Mo-numento Naturale.

    3.3 Fruibilità

    Data la particolare dislocazione della vegeta-zione all’interno del SIC (stretta e allungata),

    attraverso le attività di monitoraggio condot-te negli ultimi anni ci si è accorti che già leattività agricole presenti nell’intorno rappre-sentano un forte elemento di disturbo perl’avifauna. In tal senso, l’ente gestore (Provin-cia di Pavia) ritiene sia meglio evitare l’insor-gere di ulteriori fattori di pressione, tanto chenell’area non sono previste visite guidate oaccessi liberi.

    3.4 GestioneGli interventi gestionali di maggior rilievo, inparte già attuati nell’ambito di un progettoLIFE Natura portato avanti dalla Provincia diPavia (www.lifesiclomellina.it), riguardano daun lato la gestione delle aree a vegetazionenaturale e dall’altro la gestione dei livelli del-l’acqua. Queste due linee di indirizzo sono for-temente collegate tra loro dal momento che le

    formazioni igrofile presenti (habitat 91E0*)sono fortemente legate alla presenza di areeperennemente allagate e di suolo intriso diacqua.Oltre a quanto già esposto in precedenza, siosserva come siano necessari anche interventimirati al contenimento nella diffusione di spe-cie esotiche/invasive.Dai dati disponibili emerge che all’interno delSIC non sono stati registrati, negli anni, signi-ficativi impoverimenti negli apporti idrici su-perficiali e sotterranei, verosimilmente in re-lazione alla soggiacenza piuttosto elevata del-la falda freatica.

    Corso d’acqua interno al SIC (foto Mauro Perracino).

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    Tra gli interventi prioritari da attuare vi è an-che una oculata gestione dei cavi secondari;infatti, vista la presenza in alcuni punti di ac-que sorgive, essi rappresentano importantiambienti in cui potenzialmente specie di inte-resse comunitario possono riprodursi (es. gam- bero di fiume e tritone crestato).

    4. BIBLIOGRAFIA

    AA.VV. (2000).Studio interdisciplinare per il Pia-no del Monumento Naturale “Garzaia dellaVerminesca”. Università degli Studi di Pavia eProvincia di Pavia.AA.VV. (2001).Piano del Monumento Naturale“Garzaia della Verminesca”. Università degli Stu-di di Pavia e Provincia di Pavia.Calvario E., Sarrocco S. (eds.) (1997).Lista Ros-sa dei Vertebrati italiani. WWF Italia. Settore Di-versità Biologica. Serie Ecosistema Italia. DB6.

    Habitat con ristagno di acqua (foto Mauro Perracino).

    Fasola M., Boncompagni E. (2002). Monitorag- gio delle garzaie della Lombardia ai fini di conser-vazione - Risultati 2001 e 2002. Regione Lom- bardia, Università degli Studi di Pavia.

    Formulario di candidatura 2002 per il proget-to LIFE Conservazione dei boschi di Alnus

    glutinosa in Lomellina. Provincia di Pavia.

    Pignatti S. (1982).Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

    Prigioni C., Cantini M., Zilio A. (eds.) (2001). Atlante dei mammiferi della Lombardia. Regione

    Lombardia e Università degli Studi di Pavia.Villa M., Greco G., Forni G. (2004).Relazionetecnica di inquadramento del pSIC “Garzaia dellaVerminesca” (IT2080003) ed indirizzi gestionali.

    Villa M., Greco G., Forni G. (2004). Aggiorna-mento del Formulario Standard NATURA 2000.

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    PALUDE LOJA

    IT 2080004

    Foto Mauro Perracino

    Foto Mauro Perracino

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    Coordinate: Longitudine E 08 38 41 - Latitudine 45 12 02

    Altitudine (m s.l.m.): 100 (min) - 104 (max)

    Superficie (ha): 39,52

    Comune: Zeme - Cozzo

    Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 A7b3

    Regione biogeografica: Continentale

    Data di proposta SIC: giugno 1995

    Data conferma SIC: dicembre 2004

    Ente gestore: Provincia di Pavia

    Proprietà: prevalentemente privata e solo in parte pubblica

    Dati generali

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    1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

    1.1 Ambiente fisico

    Il SIC si colloca nella nella zona centro-meri-dionale della Lomellina in corrispondenza diun’area di paleomeandreggiamento imposta-ta, geologicamente, entro i depositi alluviona-li riferiti all’«Alluvium Antico».Il sito risulta morfologicamente e topografica-mente ribassato di circa 1-3 m rispetto alla pia-nura circostante, delimitato da scarpate di ero-sione fluviale, localmente discontinue, di al-

    tezza compresa tra 1 e 3 m.

    In corrispondenza dei settori posti lungo ilconfine sud-ovest si rileva la presenza di unlembo residuale di «dosso sabbioso», riferitonella letteratura alFluviale Riss (Pleistocenemedio) ovvero ad un ripiano alluvionale di etàpiù antica rispetto all’area circostante. Lamorfologia di tale dosso risulta attualmente didifficile individuazione a causa dei processinaturali di erosione, modellamento e, soprat-tutto, delle modifiche apportate dagli interven-ti antropici eseguiti nell’area (bonifiche agri-cole), che ne hanno determinato, nel tempo, ilparziale spianamento.L’idrografia interna al SIC è costituita da nu-merose rogge e canali aventi funzione irrigua

    e/o di scolo. In particolare l’area pro-tetta risulta attraversata da tre roggeprincipali, che corrono più o meno pa-rallelamente, dirette da nord-ovest ver-so sud-est; si tratta della Roggia Raina,del Cavo Solero e del Cavo Sgarambi-no. Tali canali, caratterizzati da sezio-ni piuttosto ampie ed incise ed impo-stati a quote inferiori rispetto alla reteidrica della pianura circostante, rap-presentano l’asse drenante delle acquesuperficiali e sotterranee sorgive, fun-zione svolta, in prevalenza, dallaRoggia Raina che rappresenta pertan-to il cavo di importanza maggiore perl’equilibrio idrogeologico del SIC.

    1.2 Paesaggio vegetale

    Il SIC si colloca nel contesto di intensosfruttamento agricolo che caratterizzala Pianura Padana che ha determinatofenomeni quali la banalizzazione delpaesaggio, l’inquinamento diffuso diacque e suolo, la frammentazione deglihabitat e la riduzione della biodiversi-tà. La coltivazione del riso, diffusa inquesto settore della pianura e che pre-vede l’allagamento di vaste superfici inprimavera ed estate, ha determinato lapresenza di un vasto habitat sostituti-vo idoneo alla alimentazione di moltespecie tipiche delle zone umide. Anche

    Ambienti umidi caratterizzati da forme batteriche (foto MauroPerracino).

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    all’interno del SIC le superfici agricole sono lamaggioranza; rappresentano il 55% del totalee le sole risaie sono pari al 40%.

    1.3 Habitat di interesse comunitario

    Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

    91E0* – Tale habitat ha una estensione abba-stanza continua per circa 13,5 ha. Nel bosco diontano comune ( Alnus glutinosa (L.) Gaertner)vi è anche la presenza, anche se sporadica, dialtre specie, quali salice bianco (Salix alba L.),pioppo ibrido (Populus canadensis L. ) e farnia

    (Quercus robur L.), per lo più in discrete condi-zioni fitosanitarie. Si tratta di individui spessonati da seme, in genere più vecchi del ceduo diontano. Nel sottobosco si possono osservare si-tuazioni diverse: da esemplari di ontano, postisulle caratteristiche collinette, che emergono dauno specchio di acqua libera a situazioni in cuiil suolo è completamente emerso, se pur imbe-vuto d’acqua. Ai margini, dove il suolo è menoumido, si affermano individui di farnia e olmo(Ulmus minor Miller). Lo strato arbustivo risul-ta poco sviluppato, sia a causa dei tagli effet-tuati in passato sia a causa del forte ombreg-giamento indotto dalla componente arborea.

    Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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    La tutela e la conservazione di questo habitat,sia per la componente vegetazionale che locaratterizza, sia per quella faunistica a essoassociata, si configura come una delle azioniprioritarie (*) secondo quanto riportato nel do-

    cumento “Interpretation Manual of EuropeanUnion Habitats (EUR 25)”.3260 – Nelle acque correnti della Roggia Gui-

    da e nei canaletti di drenaggio si insedianopopolamenti idrofitici caratterizzati da un’ele-vata copertura dovuta alla presenza di speciegalleggianti o radicanti.Nelle acque della Roggia Guida, la vegetazionesi presenta in isolotti di specie natanti o di pocoerette sopra la superficie quali: potamogeti(Potamogeton nodosus Poiret, Potamogeton

    gramineus L.) e millefoglio ( Myriophyllumspicatum L.).Nei canaletti secondari dove la profondità è mi-nore e le acque fluiscono lentamente, si svilup-pano fitti consorzi in cui spesso prende ilsopravvento Apium nodiflorum (L.) Lag. La qua-lità delle acque appare buona grazie anche allapresenza, in più punti, di risorgive che diluisco-

    no l’apporto di inquinanti di origine agricola.1.4 Ambiente umano

    Parte delle aree interne al SIC risultano occu-

    pate da coltivi, in preva-lenza risicoltura, interval-lati, solo sporadicamente,da piccoli appezzamenticoltivati a mais localizza-ti a ridosso dei nuclei abi-tati.Diffusi sono anche gli im-pianti industriali di piop-po ai quali è legata unavegetazione infestanteche presenta caratteristi-che riconducibili all’etàdella coltura e alle prati-che adottate: quando ilpioppeto è giovane domi-nano piante annue, men-tre col passare degli anni

    prendono il sopravvento specie perenni.L’area in passato è stata utilizzata come discari-ca. Attualmente i rifiuti, coperti da uno stratodi terra, sono localizzati lungo la SP 120 a ovestdella sterrata che taglia il SIC. La presenza dei

    rifiuti ostacola l’affermarsi della vegetazionearborea e verosimilmente incide sulla qualitàdel suolo e delle acque sotterranee.Il confine del sito è rappresentato per un trattodi circa 1,5 km dalla SP 120 che, pur non essen-do caratterizzata da traffico intenso, rappresen-ta un elemento di disturbo ed una barriera cometestimoniato dalle segnalazioni di specie (soprat-tutto mammiferi) travolte dalle automobili.

    2. SPECIE DI INTERESSE

    2.1 Specie di interesse comunitario

    Tra le specie nidificanti segnalate per PaludeLoja e di primario interesse conservazionisti-co vi sono il succiacapre e l’averla piccola. Ilsucciacapre è una specie insettivora non raris-sima legata ad habitat mosaicati caratterizzatidalla presenza di siepi e incolti erbacei. Que-sta specie, negli ultimi anni, appare in costan-te calo a causa dell’uso di pesticidi e delle tra-sformazioni ambientali introdotte dall’agricol-tura intensiva.

    Corso d’acqua che attraversa il sito (foto Mauro Perracino).

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    L’averla piccola, invece, è unadelle vittime delle modifica-zioni imposte dell’agricolturaintensiva. Essa, infatti, predi-lige zone cespugliose e siepi in-colte, ambienti piuttosto fre-quenti nel SIC, al cui internosono relativamente abbondan-ti i grossi insetti che costitui-scono elemento principale del-la sua dieta.Nell’area è presente anche ilmartin pescatore (circa 3coppie), che trova un am- biente idoneo all’ alimenta-zione nel fitto reticolo idro-grafico secondario che inte-ressa l’area e può nidificaresia lungo le scarpate nude,sia tra le zolle di terra cherestano impigliate nelle radi-ci degli alberi caduti.A livello europeo la specie è in calo a causadella compromissione della qualità delle ac-que e della diminuzione degli ambienti adattialla costruzione del nido costituito da una gal-leria scavata nelle scarpate di terreno nudo.Il SIC ospita in generale una ricca avifaunanidificante tipica dei boschi igrofili e delle zone

    umide ed ha una importante funzione anchecome area di svernamento o di sosta per spe-cie migratrici. Tra gli svernanti è presente iltarabuso, mentre tra le specie di passo è possi- bile citare voltolino, schiribilla, schiribilla gri-giata, piro-piro boschereccio, cavaliere d’Ita-lia e falco di palude.

    2.2 Altre specie im-portanti

    L’area appare particolar-mente ricca sia di specieanimali sia vegetali, alcu-ne delle quali anche pro-tette sia da norme nazio-nali sia internazionali inquanto rare o particolar-mente sensibili a eventua-li variazioni ambientali.Si osserva che, oltre aduna ricca varietà di pescie uccelli, è stata segnalatala presenza anche dimammiferi di notevoleinteresse naturalistico inTritone crestato (foto Paolo Mazzei).

    Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

    Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

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    quanto citati nella “Lista Rossa dei vertebratiitaliani”. Tra questi spiccano puzzola, moscar-dino e pipistrello albolimbato.

    3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

    3.1 Stato di conservazione

    Anche all’interno del SIC, come nella maggiorparte dei territori limitrofi, le superfici agrico-le sono l’elemento caratterizzante. Questa si-tuazione assume un duplice risvolto: infatti,l’avifauna locale ritrova in queste aree un im-portante fonte di approvvigionamento; va co-munque evidenziato il forte impatto ricondu-cibile sia alla fertilizzazione, sia all’impiego difitofarmaci.La presenza, inoltre, di una rete di drenaggio,scavata in passato a scopo di bonifica, favori-sce il deflusso delle acque riducendone il ri-stagno, fenomeno che porta a una gradualecontrazione degli habitat descritti, tra cui an-che le piccole aree a canneto e cariceto che ven-gono invase da rovo (Rubus ulmifolius Schott),luppolo (Humulus lupulus L.), brionia (Bryoniadioica Jacq.) ecc.Anche il bosco tende a perdere lentamente lecaratteristiche di spiccata igrofilia, condizionealtresì indispensabile per il mantenimento del-l’attuale assetto faunistico. Si osserva, inoltre,che l’interramento di eventuali pozze nei puntidi affioramento della falda o di ristagno delle

    acque di drenaggio tende a compromettere lavocazione del sito a ospitare anfibi.Un altro elemento di perturbazione dell’am- biente è dato dalla presenza di specie alloctoneinvasive sia animali sia vegetali. Queste presen-ze sono alla base dell’insorgere di fenomeni dicompetizione che si risolvono a sfavore dellecomponenti autoctone e determinano la bana-

    lizzazione degli ambienti.A discapito del discreto numero di ettari, laforma stretta e allungata del bosco determinauno squilibrio a favore delle condizioni diecotono e soprattutto rende il sito maggior-mente permeabile alle specie invasive ed aifenomeni di disturbo in genere.

    3.2 Stato di protezione

    Il SIC ha i confini che coincidono con quellidella Riserva Naturale “Palude Loja”, istituitaai sensi della L.R. 86/83 con Deliberazione delConsiglio Regionale n. 758 del 01/10/1987.L’istituzione di questa Riserva rientra nel pro-gramma della Regione Lombardia finalizzatoalla conservazione dei patrimoni naturali e dei beni faunistici.

    3.3 Fruibilità

    Date le peculiarità che caratterizzano il sito,sia dal punto di vista faunistico sia da quellofloristico, l’ente gestore (Provincia di Pavia) an-nualmente organizza delle visite accompagna-

    Cobite mascherato (foto Simone Rossi).

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    te, nel periodo di maggiore interesse, finaliz-zate a comprendere e apprezzare in pieno lepeculiarità di questa area. Terminato il perio-do di nidificazione, quando cioè rumori im-provvisi o un eccessivo disturbo di tipo antro-pico potrebbero avere una minore influenzasulla fauna selvatica, l’area è aperta alle liberevisite. In tal senso, per garantire una più age-vole fruizione dell’area sono stati predispostidei cartelloni esplicativi oltre a dei punti di os-servazione della fauna selvatica. Il sito risultaattraversato da un ampio sentiero che lo ta-glia in due e che rappresenta la principale viad’ accesso all’area: le altre zone del SIC, graziea una vegetazione particolarmente rigogliosae fitta, risultano di difficile accesso.Parte di questi interventi volti a migliorare lafruizione dell’area sono stati realizzati attra-verso il Progetto LIFE Natura di cui si parleràin seguito.Per un maggior dettaglio in merito alla possi- bilità di visitare il sito bisogna rivolgersi alla

    Provincia di Pavia, Settore Fau-nistico Naturalistico.

    3.4 Gestione

    Uno dei principali obiettivi ge-stionali è quello di creare un si-stema differenziato di ambientiin grado di sostenere una comu-nità animale e vegetale il piùpossibile ricca e diversificata, te-nendo conto anche delle prefe-renze ambientali degli Ardeidicoloniali.

    Alcuni importanti interventidi conservazione e ripristinosono stati attuati nell’ambitodi un Progetto LIFE Natura(www.lifesiclomellina.it) al fine,appunto, di sanare almeno inparte quei fenomeni che gradual-mente stavano portando a unacontrazione degli ambienti de-scritti (es. sono state previste

    delle opere idrauliche per con-sentire un maggior approvvi-gionamento idrico alle aree a ontano).Tra gli interventi realizzati nell’ambito del pro-getto LIFE, vi è il rimboschimento di un’areaattraverso la messa a dimora di ontani e salicial fine di contribuire all’ampliamento della su-perficie dell’area boscata che, come già accen-nato in precedenza, non risulta particolarmen-te estesa.Tra gli interventi a carattere forestale previsti sisottolinea l’importanza di mantenere esempla-ri di piante mature, di evitare la rimozione del-la biomassa legnosa marcescente e di lasciarein piedi anche alcuni esemplari di alberi mortio con cavità e branche morte. Tali accorgimentifavoriscono infatti la presenza di microhabitatidonei al mantenimento di una buona varietàdi organismi saproxilici. Inoltre le cavità neivecchi alberi sono indispensabili punti di nidi-ficazione e rifugio per diverse specie sia di uc-celli che di mammiferi. Il mantenimento di unsottobosco ben sviluppato, inoltre, offre l’am- biente idoneo all’insediamento e al manteni-

    Capanno per l’osservazione della fauna selvatica (foto Mauro

    Perracino).

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    mento delle popolazioni di numerose specie,principalmente di silvidi.Dove possibile si può prevedere l’impianto diessenze baccifere che attirino l’avifauna offren-do una nicchia trofica diversificata temporal-mente (maturazione dei frutti asincrona).

    4. BIBLIOGRAFIA

    AA.VV. (2000).Studio interdisciplinare per il Pia-no della Riserva Naturale “Palude Loja”. Univer-sità degli Studi di Pavia, Provincia di Pavia.

    AA.VV. (2001).Piano della Riserva Naturale “Pa-lude Loja”. Università degli Studi di Pavia, Pro-vincia di Pavia.

    Brichetti P., Fracasso G. (2003).Ornitologia

    Intervento di riforestazione attuato nell’ambito del progetto LIFE Natura (foto Mauro Perracino).

    Italiana, Vol. 1. Alberto Perdisa Editore, Bolo-gna.Corbetta F., (1995).Guida al laboratorio di ecolo-

    gia all’aperto “Palude Loja”. Federazione Nazio-nale Pro Natura.Pignatti S. (1982).Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.Prigioni C., Cantini M., Zilio A. (eds.) (2001).

    Atlante dei mammiferi della Lombardia. RegioneLombardia e Università degli Studi di Pavia.Villa M., Greco G., Forni G. (2004).Relazionetecnica di inquadramento del pSIC “Abbazia di

    Acqualunga” (IT2080011) ed indirizzi gestionali.

    Villa M., Greco G., Forni G. (2004). Aggiorna-mento del Formulario Standard NATURA 2000.

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    GARZAIA DELLA RINALDA

    IT 2080005

    Foto Mauro Perracino

    Foto Mauro Perracino

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    Coordinate: Longitudine E 08 35 36 - Latitudine 45 09 39

    Altitudine m (s.l.m.): 98 (min) - 101 (max)

    Superficie (ha): 38,20

    Comune: Candia Lomellina

    Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 A7a4 - A7b4;

    Regione biogeografica: Continentale

    Data di proposta SIC: giugno 1995

    Data conferma SIC: dicembre 2004

    Ente gestore: Provincia di Pavia

    Proprietà: in parte pubblica in parte privata

    Dati generali

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    1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

    1.1 Ambiente fisico

    La Garzaia della Rinalda risulta localizzatanella porzione occidentale della Lomellina, incorrispondenza della fascia di paleomeandreg-giamento del Fiume Sesia.Dal punto di vista geologico-geomorfologicol’area ricade in corrispondenza dei ripiani al-luvionali tutt’oggi eccezionalmente inondabilinel corso di fenomeni di piena, sebbene fissatidalla vegetazione e debolmente sospesi rispet-to agli alvei attivi dei corsi d’acqua principali.I suoli che caratterizzano il sito, riconducibilia depositi alluvionali, risultano costituiti daprevalenti sabbie-ghiaiose prive di alterazio-ne, cui localmente si intercalano sottili livellilimoso-argillosi con una granulometria piùfine.L’idrografia del territorio in cui si colloca il SICè caratterizzata, così come tutta l’area Lomel-

    lina, da una complessa rete idrica avente fun-zione irrigua e/o di drenaggio dei terreni agra-ri, costituita da rogge e canali in gran partecreate e/o modificate artificialmente (deriva-zioni dai principali corsi d’acqua) sebbene, inmolti casi, alimentate anche da fenomeni dirisorgenza in alveo; lo sviluppo attuale di talesistema idrico superficiale è quindi il risultatodelle modificazioni antropiche apportate neisecoli nell’area in funzione dell’uso agricolo delsuolo.Nel dettaglio, la maggior parte dei canali pre-senti all’interno e nell’immediato intorno del-la Garzaia della Rinadla hanno origine dalRoggione di Sartirana.Tra le rogge irrigue che interessano direttamen-te la zona del SIC, risultano importanti, per gliapporti idrici superficiali necessari ai terrenidell’area protetta, quelle provenienti dai set-tori che sono posti, rispetto ad essa, a nord-ovest e nord-est, tra cui il Cavo Ospedale. Leacque provenienti da tali canali vengono an-che utilizzate, mediante cavi minori, per l’irri-

    Area umida caratterizzata dal canneto (foto Mauro Perracino).

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    gazione dei diversi appezzamenti agrari chericadono nell’intorno del Monumento Natu-rale.Si segnala, inoltre, che in prossimità del confi-ne del sito vi è il Fontanile Cona, il quale va acostituire una situazione di elevato pregio datele peculiari caratteristiche morfologiche edestetico-ambientali.

    1.2 Paesaggio vegetale

    Il SIC Garzaia della Rinalda, come molte altrearee similari sia dal punto di vista faunisticosia floristico, si trova inserito in un ambientefortemente banalizzato in cui le aree naturalihanno ormai assunto un carattere di frammen-tarietà.Anche all’interno del sito, la maggior partedelle superfici assume un carattere con preva-lente connotazione agricola, mentre soltantoun’area limitata al versante orientale è carat-terizzata dalla presenza di formazioni vegeta-zionali di interesse naturalistico.

    1.3 Habitat di interesse comunitario

    Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE è stato segnalato nel sito:

    91E0* - l’habitat risulta prevalentementeconcentrato in 3 nuclei, i quali vanno a costi-tuire la maggior parte dell’area boscata. In duecasi si tratta di alneti (rispettivamente di 6,5ha e 0,4 ha) e nel terzo caso di un boschettocaratterizzato anche dalla presenza di salice bianco (Salix alba L.) di circa 1 ha. Nell’ambitodell’alneto più ampio è possibile riconosceredue aree di età differenti caratterizzate, quin-di, sia da piante più giovani (risultato di unintervento di ripiantumazione ben riuscitocondotto da una decina di anni), sia da piantepiù vecchie, in cui sono anche presenti altrespecie (tra cui pioppi ibridi).Negli alneti sono assenti, in generale, processidi rinnovamento spontaneo; questa situazioneè abbastanza tipica di questo tipo di vegetazio-ne ed è riconducibile al forte ombreggiamento,all’elevata densità degli alberi e al suolo che si

    Testa del fontanile (foto Mauro Perracino).

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    trova per lo più in condizioni asfittiche. Questatipologia vegetazionale si sta tuttavia espanden-do verso est e, nella contigua fascia caratteriz-zata da saliconi e/o canneto, sono comuni an-che giovani individui di ontano nero.La tutela e la conservazione di questo habitat,sia per la componente vegetazionale che locaratterizza, sia per quella faunistica a essoassociata, si configura come una delle azioniprioritarie (*) secondo quanto riportato nel do-cumento “Interpretation Manual of EuropeanUnion Habitats (EUR 25) ”.

    1.4 Ambiente umano

    Lungo il lato orientale del sito sorgono i restiin muratura dell’antica Cascina dell’Ospedale

    di Santo Spirito. Tali strutture murarie sonocostituite da due portici per il ricovero deimezzi agricoli e da un’abitazione con annessomulino ad acqua alimentato dalla RoggiaCona.Il lato settentrionale, per un fronte di cinquemetri circa, è inoltre interessato dal passaggiodi un metanodotto interrato.

    2. SPECIE DI INTERESSE

    2.1 Specie di interesse comunitario

    Il SIC assume particolare rilevanza naturali-stica soprattutto per la presenza di specie ani-mali (in prevalenza uccelli) inseriti negli Alle-

    Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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    Martin pescatore. (Foto Mino Piccolo).

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    gati I e II delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.A livello cronologico, negli anni Ottanta, siè verificata una drastica riduzione nelle pre-senze di uccelli; in generale, tale fattore ve-rosimilmente è da attribuirsi al taglio a rasodel saliceto lungo il lato ovest dell’attualeSIC. Questa pesante manomissione dell’am- biente di nidificazione ha portato alla ridu-zione delle coppie nidificanti a poche unità.Attualmente nel sito è presente una riccaavifauna nidificante tipica dei boschiigrofili e delle zone umide; come area disvernamento ospita diverse specie, tra cuiil tarabuso, e svolge un’importante funzio-ne come area di sosta per specie migratrici;in particolare è possibile citare il falco dipalude, il voltolino, la schiribilla e la schi-ribilla grigiata.Tra le specie nidificanti elencate nell’Alle-gato I della Dir.79/409/CEE è possibile cita-re l’averla piccola e il martin pescatore.L’averla piccola (circa 2 coppie) è una dellevittime delle modificazioni imposte dal-l’agricoltura intensiva. Essa predilige zonecespugliose e siepi incolte, ambienti offerti dalSIC, al cui interno sono relativamente abbon-danti anche grossi insetti elemento principaledella sua dieta.Il martin pescatore, invece, trova un ambienteidoneo alla alimentazione nel fitto reticoloidrografico secondario che interessa l’area epuò scavare i nidi sia lungo le scarpate nudeche tra le zolle di terra che restano impigliatenelle radici degli alberi caduti.Tra le specie riportate nell’Allegato II, invece,si rileva la presenza del vespertilio maggiore,specie nota in diverse regioni italiane, e relati-vamente diffusa in Lombardia, soprattutto inValtellina ed in Provincia di Pavia (Prigionietal., 2001).

    2.2 Altre specie importanti

    Come già anticipato in precedenza, il SIC ri-sulta particolarmente ricco di specie di inte-resse conservazionistico, sia a livello regiona-le sia a livello europeo.

    Ne è un esempio la presenza di diverse speciedi Chirotteri tra cuiPipistrellus kuhli , Hypsugosavii e Nyctalus noctula , tutti inseriti nell’Alle-gato IV della Direttiva 92/43/CEE:

    Pipistrellus kuhli – specie molto comune inItalia, tanto da poter essere considerata laspecie di gran lunga più abbondante, an-

    che in Lombardia. Benché poco frequentein ambiente boschivo, ama tuttavia caccia-re lungo le zone di confine tra bosco e zoneaperte, soprattutto Lepidotteri, Ditteri e Co-leotteri, ad altezze mediobasse (al di sottodei 5 metri) (Prigioniet al. 2001).Hypsugo savii – specie nota per l’intero ter-ritorio nazionale. È in grado di colonizzareuna grande varietà di ambienti (zone costie-re, aree rocciose, boschi e foreste di ogni

    tipo, zone agricole e aree urbane).Nyctalus noctula – specie tipica di boschi umi-di di latifoglie e misti, meglio se prossimi acorpi d’acqua, mostra, tuttavia, anche un

    Pipistrello albolimbato (foto Giuseppe Bogliani).

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    le specie che ospitano è per-tanto legata alla corretta ge-stione dei livelli idrici, indi-spensabile nel contesto terri-toriale in cui si trova il sito.Tra i fenomeni di maggiorrilevanza da osservare, vi è lascarsa presenza di fenomenidi rinnovamento dell’ontane-to che, nel lungo periodo, po-trebbe determinare un gra-duale mutamento dello stes-so verso situazioni vegetazio-nali più mesofile. Tale feno-meno appare ulteriormenteacuito dalla forte presenza dispecie alloctone invasive,alla base dell’insorgere di fe-

    nomeni di competizione che si risolvono spes-so a sfavore delle componenti autoctone, de-terminando la banalizzazione degli ambienti.A ciò vanno aggiunti i rischi di rimaneggia-mento del patrimonio genetico autoctono, so-prattutto per la componente faunistica, in se-guito ad ibridazione e la diffusione di agentipatogeni.

    3.2 Stato di protezione

    Il confine del SIC coincide con quello del Mo-numento Naturale “Garzaia della Rinalda”istituito ai sensi della L.R. 30 novembre 1983n. 86. La garzaia venne dapprima inserita nelV elenco dei biotopi e geotopi della RegioneLombardia anche se in seguito divenne Riser-va “parziale zoologica”.Le opportunità gestionali fornite dalla presen-za di un’Azienda Faunistico Venatoria indus-se la Pubblica Amministrazione, con L. R. n.4 del 14 febbraio 1994, alla modifica del regi-me di tutela, riclassificando così la Garzaianon più come Riserva ma come MonumentoNaturale.

    3.3 Fruibilità

    Per questo sito l’ente gestore (Provincia diPavia) non prevede l’organizzazione di visite

    comportamento antropofilo, tanto che spes-so trova rifugio anche negli abitati, grandicittà comprese, specialmente se ricche diparchi.

    3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

    3.1 Stato di conservazione

    Il SIC, come altre garzaie presenti nelle areecircostanti, è caratterizzato da fenomeni di for-te fluttuazione della falda che, nel tempo, stan-no favorendo un graduale interramento degliambienti presenti; tale fenomeno appare ulte-riormente accentuato dalla presenza di

    canaletti di drenaggio scavati in passato pro-prio a scopo di bonifica.Ne è un esempio il fontanile presente nellaparte nord del sito che allo stato attuale si pre-senta parzialmente interrato e circondato dacanneto. La vegetazione legata ai fontanili, in-fatti, è strettamente vincolata agli interventidi ripulitura da parte dell’uomo. In assenzadi questi, la testa del fontanile e i cavi che daessa si dipartono vanno incontro a un pro-

    cesso di interramento con conseguente scom-parsa delle specie più tipiche e affermarsi delcanneto.La sopravvivenza degli habitat presenti e del-

    Hypsugo savii (foto Felice Farina).

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    guidate a causa di due distinti fattori: l’ecces-sivo disturbo, derivante dalle attività agricolepresenti nell’intorno, a cui il sito appare giàfortemente sottoposto e la mancanza di unavera rete sentieristica interna alla garzaia chene consenta un’ agevole percorrenza.Si osserva, comunque, che lungo il perimetrodel sito sono stati istallati dei cartelli esplicati-vi che consentono di comprendere il comples-so intreccio di realtà ecosistemiche presentinell’area.Per un maggior dettaglio bisogna rivolgersialla Provincia di Pavia, Settore Faunistico Na-turalistico.

    3.4 Gestione

    Tra i principali obiettivi di questo SIC vi è quel-lo di mantenere un sistema differenziato di am- bienti in grado di sostenere una comunità ani-male e vegetale il più possibile ricca e diversi-ficata, tenendo conto anche delle preferenzeambientali degli Ardeid