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Maria Bolognesi:

donna silenziosadi carità

L’imminente beatificazione di Maria Bolognesi, che av-verrà sabato mattina, 7 settembre 2013, ore 10.30, a Rovigo, in Piazza XX Settembre, davanti alla Chiesa della Rotonda, è un evento straordinario per la nostra diocesi di Adria-Rovigo. Fi-nora la nostra diocesi ha potuto venerare solo una Santa pole-sana: Santa Maria Chiara Nanetti, nata a S. Maria Maddalena nel 1872, ma poi cresciuta nella vicina provincia di Ferrara e morta martire in Cina nel 1900.

Ora abbiamo la gioia di festeggiare presto, come “beata”, un’altra polesana: Maria Bolognesi, nata a Bosaro, vissuta pri-ma a Crespino e poi a Rovigo, deceduta il 30 gennaio 1980, dopo aver testimoniato in modo eroico le virtù cristiane della fede e della comunione piena con Dio e dell’ amore verso i po-veri ed i malati.

La sua imminente beatificazione per me è un motivo di grande gioia, perché mi fa scoprire ed accogliere un esem-pio straordinario di vita cristiana, vissuta con semplicità, con umiltà, con fede e con carità verso i più bisognosi.

L’ultimo postulatore della causa di beatificazione di Ma-ria Bolognesi, il padre Raffaele Talmelli, ha delineato in modo oggettivo e molto bello la vita di Maria Bolognesi nel volume intitolato “Il profumo dell’unguento. Ricordo di Maria Bolognesi”.

In quest’opera egli ha presentato, tra l’altro, i tratti più si-gnificativi della spiritualità di Maria Bolognesi, che sono stati riconosciuti come i motivi principali della sua beatificazione e che meritano essere oggetto di meditazione di tutti i fedeli.

Maria Bolognesi ha vissuto il suo rapporto con Dio con un amore appassionato e pieno di fiducia, che l’ha portata a una comunione profonda con Lui e a un amore sempre più intenso verso i poveri ed i malati. Essa guardava gli eventi quotidiani con gli occhi della fede e vi percepiva la presenza del Signore.

Maria ha dimostrato un grande amore per la Chiesa, Madre e Maestra; lo diceva esplicitamente: «Con la Chiesa Maestra si può anche discutere, ma non si può mai smettere di amare la Chiesa come Madre». E ancora: «Non ha Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre».

Maria Bolognesi ha manifestato un amore profondo verso le persone povere e malate, dedicando tutte le sue energie agli ultimi e offrendo al Signore la sua vita, segnata pesantemente da varie malattie. Ha saputo scorgere il volto del Redentore nei tanti fratelli sofferenti che ha assistito. Ha vissuto un autentico apostolato della sofferenza, in piena comunione con il Cristo sof-ferente.

Essa ha dimostrato un amore grande anche verso i sacer-

doti, dando un aiuto concreto ai sacerdoti poveri, anziani, ammalati, al punto da offrire al Signore tutta la sua vita e i suoi dolori per la santificazione del clero. Ha incoraggiato i sacerdoti a vivere con intensità il loro rapporto con Dio, vera sorgente di ogni bene.

La sofferenza segnò indubbiamente tutta l’esistenza di Ma-ria Bolognesi, ma non intaccò la fede e la forza morale di questa creatura che, come ebbe a dire il vescovo Giovanni Mocellini, nel giorno delle esequie, è diventata un fulgido esempio di “donna silenziosa della carità”.

Sono convinto che l’esempio di amore verso i poveri ed i malati che ci ha dato Maria Bolognesi, sostenuta dalla sua fede ardente, sia più che mai prezioso e urgente in questo nostro tempo, segnato da tante crisi: crisi economica, crisi lavorativa, crisi familiari, crisi della vita…

Oggi non ci sono solo i poveri “tradizionali”, quelli che una volta andavano a cercare l’ elemosina. Oggi un sesto delle

famiglie non ha il sufficiente per vivere. Nei nostri paesi sta aumentando il numero delle persone anziane e sole. Sta cre-scendo il numero di coppie che si separano, con conseguenze pesanti nei figli. Sta aumentando a dismisura il numero dei di-soccupati e dei giovani senza lavoro. Sta dilatandosi il numero dei disperati e di coloro che arrivano a togliersi la vita!

In questa situazione è più urgente che mai far crescere la solidarietà, soccorrere i poveri e salvare il “bene comune”. E’ più urgente che mai imparare da Maria Bolognesi a tenere salda la fede nelle difficoltà (lei è vissuta per molti anni, da giovane, in estrema povertà) e a “tradurla” nella carità evan-gelica, nell’amore gratuito e generoso verso tutti, a partire dai più bisognosi.

Rovigo, 24 agosto 2013

+ Lucio Soravito, vescovo

la SettimanaSETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 33 - Una copia € 1,10 - Domenica 1 settembre 2013 - (Esce il giovedì)

Corsi di LaureaA. A. 2013 - 2014Corsi di Laurea

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DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Sabato 7 Settembre 2013 ore 10.30Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariSticae beatificazionepresiedute dal Signor Cardinale Angelo AmAtoPrefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

BEATIFICAzIonEdella�ServadiDio

mArIABolognESI

AVVISo SACRo

INFO: [email protected]

Cell. 328.7584950

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Sabato 7 Settembre 2013 ore 10.30Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariSticae beatificazionepresiedute dal Signor Cardinale Angelo AmAtoPrefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

BEATIFICAzIonEdella�ServadiDio

mArIABolognESI

AVVISo SACRo

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2 la Settimana domenica 1 settembre 2013comunità

La Parola... famiglia, giovani e poveriGesù era

entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare. O s s e r v a n d o come gli invita-ti sceglievano i primi posti, dis-se loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo po-sto. Invece quando sei invitato, va’ a met-terti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando of-fri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Lo scenario è completo: c’è la famiglia ospitale che apre alla festa dove, pur-troppo, alla convivialità festosa si me-scolano anche vanità e interessi; i poveri sono presenti nella parabola evangelica, ma non nell’ospitalità e mostrano pover-tà materiali e tante altre sofferenze che creano solitudine; alla voce giovani ne mettiamo uno per la freschezza inedita e innovativa di stile che propone all’acco-glienza: Gesù.

La convivialità è occasione preziosa di comunione, tant’è che quella eccle-siale si alimenta alla mensa del convito eucaristico (dove spesso sono frequenta-ti più gli ultimi posti che i primi!). C’è convivialità e convivialità: dai banchet-

ti a cinque o più stelle a quelli politici, dagli stand gastronomici ai pranzi di Natale a fin di bene (?), dalla ”ora pran-zo” imposta dalla nuova organizzazione del lavoro che fa scomparire il pranzo in famiglia, alla mensa per (non “dei”) poveri.

Quel “non hanno da ricambiare” po-trebbe essere una sfida a rovesciare l’in-vito per offrire ai ricchi l’esperienza rea-lista di un bisogno permanente e perse-verante che si pensa di soddisfare talvol-ta con una elemosina o un invito di occa-sione o un ‘sms’ da anonimo ad anonimo o qualche iniziativa occasionale umani-taria delegata. Se i ricchi si facessero in-vitare a casa dai poveri forse si realizze-rebbe la preghiera biblica dei Proverbi: “Non darmi né povertà né ricchezza; ma

fammi avere il cibo neces-sario, perché, una volta sa-zio, io non ti rinneghi e dica: ‘Chi è il Signore?’, op-pure, ridotto

all’indigenza, non rubi e profani il nome del mio Dio” (30, 8-9).

Gesù insegna a dominare l’ambizio-ne di mettersi ai primi posti. Quando l’umiltà è sincera, è gradita ed elogiata anche da quelli che non la posseggono e apre ad una accoglienza fraterna che si fa condivisione generosa. E’ in gioco la scala dei valori: assecondando in pieno la strategia di una sterile convenzionali-tà sociale, gli invitati a pranzo, tutte per-sone notabili, corrono ai primi posti.

L’autopromozione non è in sinto-nia con il Regno, non prepara affatto al convito messianico. Si tratta di avere un’umile considerazione di se stessi: una percezione il più esatta possibile dei propri limiti. Nucleo della catechesi: la vera posizione di ogni uomo è quel-la che si guadagna di fronte a Dio, non quella che egli si procura industriandosi ad autopromuoversi.

Gesù esorta a non dare in prestito solo a chi è in grado di rimborsare. Dopo le beatitudini per i poveri e le invettive per i ricchi Gesù aveva condannato anche... il microcredito: “E se prestate a coloro da cui sperate di ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono pre-stiti ai peccatori per ricevere altrettanto” (Lc 6,34). Qui esorta a a invitare a mensa quanti non potranno ricambiare l’invito. Con il Regno di Dio nasce una nuova concezione delle relazioni umane, basa-ta non sulla reciprocità, ma sull’amore unilaterale. Dunque, invita ogni sorta di esclusi e abbandonati: essi sono nel Regno il segno della benedizione di Dio.

d. Dante

XXII Domenica del Tempo Ordinario - C

Accoglienza e CondivisioneLuca 14, 1.7-14

L a Chiesa pos-siede una tradizione di risorse pe-dagogiche, rif lessione e ricerca, istituzioni, persone – consacrate e non, raccol-te in ordini religiosi, in c o n g re g a -zioni, in isti-tuti – in gra-do di offrire una presen-za significativa nel mondo della scuola e dell’educazio-ne.

Con differenze significa-tive dettate dalla geografia della società e dalla storia del cattolicesimo nelle singole nazioni, è un dato condiviso che la Chiesa ha profuso e continua a profondere grandi energie nel compito educati-vo.

Questo compito educati-vo, oggi si svolge in un con-testo culturale in cui ogni for-ma di azione educativa ap-pare più difficoltosa e critica, al punto che lo stesso Papa Benedetto XVI ha parlato di “emergenza educativa”.

In un simile contesto l’im-pegno della Chiesa per educa-re alla fede, alla sequela e alla testimonianza del Vangelo assume anche il valore di un contributo per far uscire la società dalla crisi educativa che la affligge.

Sono pensieri che l’Instru-mentum laboris in preparazio-ne al Sinodo dei Vescovi ha ampiamente discusso (nn. 147-152).

E il Sinodo risponde: “L’educazione è una dimen-sione costitutiva dell’evange-lizzazione. Proclamare Gesù Cristo risorto è accompagna-re tutte le persone nel loro percorso personale, nella loro crescita e nella loro vocazio-ne spirituale. Al tempo stes-so, l’educazione richiede la promozione di tutto ciò che è vero, buono e bello, e che fa parte della persona umana, cioè l’educazione della men-te e del cuore per valutare la realtà.

I bambini, gli adolescenti e i giovani hanno diritto ad es-sere evangelizzati ed educati. Le scuole e le università cat-toliche rispondono a questo bisogno. Le istituzioni pub-bliche dovrebbero riconosce-re e sostenere tale diritto. Le scuole dovrebbero assistere le famiglie nell’introdurre i figli alla bellezza della fede. Esse sono infatti una grande opportunità di trasmissione della fede o almeno di cono-scenza della stessa.

Dato il ruolo particolare degli insegnanti, è impor-tante che essi ricevano una formazione permanente per l’esercizio del loro ruolo.

Le scuole devono avere libertà d’insegnamento. Tale

libertà è un diritto ina-l i e n a b i l e . Per questo, al fine di ass icurare che le nostre ist i tuzioni siano sog-getti attivi e non solo passivi di evangeliz-zazione, il Sinodo:

incorag-gia le istitu-zioni edu-cative catto-

liche a fare tutto il possibile per preservare la loro identità di istituzioni ecclesiali;

invita tutti gli insegnan-ti ad assumere il compito di guide, in qualità di discepoli battezzati di Gesù, dando te-stimonianza attraverso la loro vocazione di educatori;

sollecita le Chiese parti-colari, le famiglie religiose, e tutti coloro che hanno re-sponsabilità nelle istituzioni caritative a favorire la corre-sponsabilità dei laici, offren-do loro un’adeguata forma-zione e assistenza”.

L’emergenza educativa di cui parla il Papa la fotografia-mo ogni giorno nella stretta connessione tra la povertà e un lungo elenco di rischi a livello individuale e sociale: deficit di sviluppo, aumen-to delle difficoltà comporta-mentali, peggioramento della salute e scarsi risultati scola-stici, calo delle competenze e delle aspirazioni future, svi-luppo di dipendenze di vario tipo (alcol, droga, gioco), pro-babilità di gravidanze preco-ci...che diventa

E i rischi aumentano con la crescita, in particolare dagli anni della preadolescenza in su, quando vanno a sommar-si ai problemi e alle crisi (ine-vitabili?) proprie di quell’età.

Se la società, poi, cambia, cambiano altrettanto rapi-damente anche le persone. Nell’arco degli ultimi 20 anni, in Italia sono andati modi-ficandosi e (stravolgendosi) modelli e stili educativi con-solidati da secoli (neppure il ‘68 aveva prodotto tanto).

Il significativo calo della natalità e la conseguente di-minuzione della popolazio-ne giovanile ha portato allo squilibrio fra le generazioni cui assistiamo oggi e che si riflette all’interno del nucleo familiare (e sulla tenuta del futuro stato sociale).

E’ quasi del tutto scom-parso il contesto familiare so-cializzante – fratelli e cugini – e il figlio, più spesso unico, cresce da solo.

Una serie di figure adulte concentrano la loro unica at-tenzione su un solo soggetto che diventa un tramite per la realizzazione personale e familiare e ciò finisce per in-cidere oltremodo sulla sua crescita.

d. Dante Bellinati

Anno della Fede

Trasmettere la fede educare l'uomo

Anno della Fede

5

Per tutti noi,chiamati a far divampare la scintilla divina ricevuta nel Battesimo:l’ Anno della fede infonda in ciascuno rinnovato entusiasmoper cooperare alla missione salvifica di Gesù, preghiamo.

Per tutti i Battezzati,perché in questo Anno della fedecomprendano sempre più che la chiamata alla salvezzae rivoltà dal Signore Gesù ad ogni creatura umana, preghiamo.

Per la nostra Diocesi,perché in quest’Anno della Fede attinga dal Signore energie e coraggioper vivere con umilà e spirito di servizio,ad imitazione della serva di Dio Maria Bolognesi, preghiamo.

18 agosto 2013

25 agosto 2013

1° settembre 2013

Frassinelle - San Bortolo

Il nuovo organoDono di Don Graziano Secchiero

Venerdì 23 u.s., nel cli-ma di festa per la solennità di San Bartolomeo apostolo, S.E. mons. Lucio Soravito, ha benedetto ed inaugurato il nuovo organo a canne.

Lo strumento opera dei “Fratelli Ruffati”, era stato costruito per la chiesa della S. Famiglia di Padova, alla fine degli anni 50 del secolo scorso. In seguito era stato collocato nella casa del ma-estro Ennio Miotto di Schio.

Ora revisionato e fornito di un nuovo elettro-ventilatore, darà il suo armonioso e sono-ro contributo per le celebra-zioni nella chiesa dell’antica pieve polesana.

Lo strumento è dono di don Graziano Secchiero, ar-ciprete di Crespino, che in-tende – come è scritto nella targa – ricordare il 40° di sa-cerdozio.

Don Graziano, originario del paese, nato il 18 luglio

1946, è stato b a t t e z z a t o nella chiesa di Frassinelle. E’ stato ordi-nato sacerdo-te l’8 settem-bre 1973 da S.E. Giovanni Mocellini.

Infine il generoso ge-sto, vuole ri-cordare i geni-tori, Vittorino S e c c h i e r o (*21.04.1929 - +10.09.2001) e Dina Rizzato (* 18.11.1920 - + 02.08.2008).

Con un s i m p a t i c o tocco, ricor-da al lettore, sempre con la lapide: “e … chiede una preghiera”.

Dopo la benedizione del Vescovo è stato un seguitis-simo concerto del m° Carlo Barbierato, che ha esegui-to musiche sacre di autori dell’Ottocento e dei primi del Novecento, da parte del nu-meroso pubblico.

Il prezioso dono di don Graziano Secchiero ridà

alla ricostruita chiesa di San Bartolomeo, lo strumento musicale a canne che era an-dato perduto con il crollo del sacro edificio a seguito della alluvione del 1951. Esisteva a quella data nell’antica pie-ve uno strumento di grande pregio, costruito dal venezia-no Gaetano Callido nel 1783, opera 200.

d.G.

Nomine tra il CleroMons. Vescovo ha provveduto ad assegnare in questi gior-

ni i seguenti incarichi:

CESTAROLLO Don Paolo viene nominato Arciprete di Occhiobello e Parroco di Garzone, trasferendolo da Vicario Parrocchiale di S. Maria Maddalena.

RIMBANO Don Alberto, sacerdote novello, viene nomi-nato Vicario Parrocchiale di S. Maria Maddalena.

Venerdì 30 agosto: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Rovigo, chiesa di S. Francesco, presiede la veglia di preghiera in preparazione alla be-atificazione di Maria Bolognesi.Sabato 31 agosto: Ore 11.30 - Rovigo, Vescovado: tiene una conferenza stampa sulla beatificazione di Maria Bolognesi con alcuni componenti del Comitato organizza-

tore.Domenica 1 settembre: Ore 10.30 - Adria, Cattedrale: celebra la S. Messa. Ore 16.00 - Nel pomeriggio si trasferisce a Borca di Cadore (Belluno), dove si svolgerà la seconda Settimana resi-denziale del Clero del 2013, incentrata sul tema: “Per una chiesa missionaria”.Lunedì - Venerdì 2 - 6 settembre: A Borca di Cadore (BL), nel Park Des Dolomites, presiede la seconda Settimana residenziale del Clero del 2013, sul tema: “Per una Chiesa missionaria”. Mercoledì 4 settembre: Al mattino accompagna i sacerdoti della Settimana residenziale a Canale d’Agordo e celebra con loro la S. Messa nella chiesa del paese natale del papa Giovanni Paolo I (Albino Luciani).Venerdì 6 settembre: Ore 9.00 - Durante il mattino si svolge la fase conclusiva della Settimana residenziale di Borca di Cadore. Dopo pranzo, il Vescovo con i sacerdoti rientra a Rovigo. Ore 21.00 - Rovigo, chiesa di S. Francesco: presiede la seconda ve-glia di preghiera in preparazione alla beatificazione di Maria Bolognesi.Sabato 7 settembre: Ore 10.30 - Rovigo, Piazza XX Settembre: partecipa alla beatificazione di Maria Bolognesi e alla cele-brazione della S. Messa, presieduta dal Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.Domenica 8 settembre: Ore 10.30 - Artegna (Udine): celebra la S. Messa per il 50° anniversario dell’Ordinazione presbiterale, nel paese in cui ha svolto il suo ministero nei primi 11 anni di sacerdozio.

Attività del Vescovo

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3la Settimanadomenica 1 settembre 2013 attualità

Unitalsi Sottosezione di Rovigo - Speciale Loreto

“Per-correre dalla casa alla piazza” I giovani unitalsiani del Triveneto a Loreto per la GMG

Dal 27 al 30 luglio u.s. l’Unitalsi Triveneta ha organiz-zato il pellegrinaggio regionale a Loreto che ha coinciso con le giornate della GMG in Brasile.A Loreto i 130 giovani del Triveneto hanno potuto vivere un’ esperienza di ser-vizio accanto ai malati, e con i giovani delle Marche, con cui hanno condiviso la Veglia a Montorso del sabato sera. Come Sottosezione di Rovigo abbiamo partecipato con 16 giovani, disabili e volontari. Vi presentiamo le esperienze di alcuni partecipanti al pellegrinaggio ringraziando tutti i giovani di Rovigo per la gioia, la forza e la passione con cui hanno vissuto il pellegrinaggio e per l’ entusiasmo che ci hanno trasmesso

Una scommessa da vincere Un mio vecchio amico, incallito scommettitore, mi

diceva:”Se si vuol essere sicuri di vincere una scommessa, bisogna puntare sui giovani”. Egli sicuramente di riferiva ai cavalli di cui amava le corse, ma il suo consiglio l’ho trovato particolarmente adatto a descrivere l’esperien-za vissuta dal 27 al 30 luglio scorso a Loreto nel pellegri-naggio Unitalsi con i giovani. Il tema del pellegrinaggio era particolarmente attraente:”Dalla casa alla piazza” e i tanti giovani presenti ne hanno subito colto il significato profondo. Nella casa ci si ritrova insieme, si fa amicizia, si intessono rapporti di cordialità e di famiglia, si impara a vivere nell’ascolto, nell’accoglienza e nel rispetto recipro-co. La piazza è il luogo della festa,della condivisione, della testimonianza e della proposta. Se nella ca di Mari di Na-zareth i giovani hanno imparato a conoscersi e a pregare insieme, nella piazza di Loreto hanno vissuto i momenti della condivisione con gli altri e con gli stessi abitanti del luogo. Nella casa i giovani si sono sentiti degli amati e dei salvati, nella piazza gli stessi giovani hanno percepito di poter essere testimoni dell’amore misericordioso di Dio e missionari della salvezza. Mons. Helder Camara diceva che “essere giovani è avere una causa alla quale dedicare la vita”. E questa a Loreto è stata loro indicata in Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell’amore, il compagno ed amico dei giovani. Può darsi che i giovani non abbiano tutte le virtù degli anziani, ma ne hanno una che vale per tutte le algtre, e cioè che un giorno sono desti-nati a prenderne il posto. E dopo l’esperienza di Loreto cìè da scommetterci che lo sapranno fare con onore.

Don Valerio

Buongiorgioooooooooooo! “Che dire?! Essere andata a Loreto, in pellegrinaggio

con Unitalsi e per la prima volta è un’esperienza bellissima! Si entra a contatto con nuove persone, ci si aiuta, ci si sente come in famiglia! Per i giovani questo pellegrinaggio è stato in concomitanza con la Giornata Mondiale Della Gioventù che si è tenuta a Rio De Janeiro, infatti siamo stati in collega-mento con Rio partecipando alla veglia in attesa del discor-so del papa! Questo nuovo e fantastico papa, Un papa che crede nei giovani perchè noi giovani siamo la speranza del mondo! Tra prediche, preghiere, stanchezza e caldo sono passati in fretta questi quattro giorni. Si dice che andare in pellegrinaggio con Unitalsi ti cambia... Sinceramente mi sono dovuta ricredere perchè è veramente una gran bella esperienza: entrare a contatto con diverse tipologie di mala-ti, mettersi a servizio degli altri, stare insieme agli altri mala-ti e non, è veramente un’esperienza che ti segna! Da questa esperienza mi porto a casa: nuovi amici, bei momenti, un pò di fede in più e il piacere di esserci stata!” “

Chiara

Quando sono partito per Loreto mai avrei pensato ad un’esperienza intensa in grado di trasmettermi così tanto. Grazie ad alcuni amici sono venuto a conoscenza di questo pellegrinaggio a contatto con gli ammalati e anche se la mia fede è molto scarsa, mi sono messo in gioco sentendomi in grado di poter trasmettere qualcosa e confrontarmi con al-tri giovani. Frequento il 5 ^ anno del liceo delle scienze so-ciali e il tema dell’altruismo e dell’accoglienza sono spesso affrontati durante le lezioni in classe e l’esperienza sarebbe stata occasione di mettere in pratica quanto appreso. Mi sono messo in viaggio insieme ad altre persone di Rovigo e subito mi sono sentito accolto. La mia “ non- fede” non era un problema, il mio modo di fare non era motivo di pre-giudizio, mi sentivo integrato per quello che ero, accettato come persona. Una volta arrivati a Loreto l’accoglienza è stata delle migliori; il gruppo UNITALSI delle Marche si era adoperato per rendere il nostro arrivo nel piazzale di Loreto un momento di grande festa. Anche se ero alle pri-me armi, mi sono messo da subito in gioco aiutando dove ve ne fosse bisogno. La fatica, la stanchezza e il caldo erano facilmente sopportabili quando negli occhi delle persone che aiutavi vedevi una luce di vita, una parola di ringra-ziamento. Esperienze come questa, ti rendono più che mai attaccato alla vita vera fatta di progetti e momenti impor-tanti che ti accompagnano alla crescita. Fra i momenti di

preghiera , un pranzo e le varie conoscenze il tempo pas-sava. Molti sono stati i momenti di comunione che hanno accompagnato le nostre giornate: Le messe, la processione, gli spettacoli e i pasti. A Loreto sono riuscito ad apprezzare il valore del tempo: l’atto di fermarsi, di dare un senso alle parole, alle persone e prendersi dei momenti per riflettere su quanto fatto. Questo viaggio non ha aumentato la mia Fede, bensì mi ha permesso di trovare molte risposte che cercavo, conoscere tante persone e riscoprire il valore di piccoli gesti. Portare una carrozzina, dare un abbraccio, fermarsi a riposare, guardare il panorama dalla piazza, dialogare con persone che credono in valori simili ai tuoi che spesso vivono a distanza quello che vivi tu…. Ora ho dei ricordi in testa, di quelli che non si cancellano legati a voi. Nella società molti vivono di stereotipi, e di giudizi co-modi, e nei rapporti preferiamo al cuore il denaro schiavi di condizionali Immersi sempre nei complessi esistenziali e a poco a poco con il tempo che passa diventiamo sempre meno umani. Posso dire che torno a casa senza rimpianti e con una gran forza affiancata dalla convinzione di avere dato e ricevuto molto. Molto ci sarebbe da dire su Loreto, sulle persone che hanno dato il massimo e sulle persone che nel loro viso mostravano le emozioni senza problemi… Molto ci sarebbe da dire, ma certe cose vanno vissute in prima persona per capirle fino in fondo.

Giacomo

Dal 27 al 30 luglio ho partecipato al pellegrinaggio dei giovani dell’ UNITALSI triveneta a Loreto.

Lo slogan che faceva da sfondo a questi giorni era “Dalla casa alla piazza”. Questi giorni sono stati densi di celebrazioni, riflessioni e momenti di condivisione durante i quali abbiamo potuto arricchire lo Spirito, ma anche le no-stre relazioni con i vecchi e i nuovi amici. Non sono man-cati i momenti in cui ci siamo sentiti vicini a tutti i giovani della GMG a Rio, infatti abbiamo seguito la veglia e la Mes-sa conclusiva. Essere insieme a tanti giovani, che credono in valori simili a quelli in cui credo, mi ha fatto sentire parte di una grande Famiglia nella quale ci si aiuta a vicenda e si costruisce insieme la Testimonianza gioiosa dell’essere Cri-stiani. Si è riflettuto sul fatto che ogni giovane deve portare la Testimonianza dell’Amore di Gesù, sull’esempio Maria, che dopo aver ricevuto l’ Annuncio dell’angelo è partita subito verso la casa della cugina Elisabetta per aiutarla sen-za pensare a sé stessa e mettendosi a servizio. Tornata a casa da questi quattro giorni ero sicuramente stanca, dato il programma molto fitto, comunque mi sento felice di aver conosciuto nuovi amici e anche di aver compreso quanto sia importante il ruolo dei giovani nelle comunità.

Marta

Il pellegrinaggio unitalsiano di quest’anno aveva per la maggior parte di noi una meta nuova, Loreto. Il tema era “dalla casa alla piazza” cioè chiedeva ad ogni partecipante di partire da se stesso e di donarsi al mondo che è fuori di lui. L’ intento lanciato nella proposta del pellegrinaggio era aiutare i giovani a provare ad essere annunciatori autentici della Parola, della gioia che ne scaturisce, dell’attesa che si fa speranza e alla fine impegno. Nei mesi precedenti molti giovani si sono uniti e così in ben 16 ragazzi siamo partiti verso questa nuova sfida supportati ovviamente dai volon-tari con più esperienza. I primi km in corriera scandivano già un clima diverso, per non parlare dell’accoglienza rice-vuta dai volontari delle Marche alla quale non abbiamo re-sistito e ci siamo aggiunti, per stare in compagnia. La prima sera noi giovani l’abbiamo passata in un paese vicino per partecipare in diretta alla veglia del Papa ed essere anche noi parte del puzzle di colori e voci che hanno invaso Rio per la GMG. Vari momenti si sono susseguiti come la pro-cessione aux flambeaux, il rosario in piazza integrato da momenti di accoglienza dell’altro, momenti in Santa Casa, colazioni, pranzi e cene insieme, momenti di gioco, allegria, condivisione, conoscenza. Ricordo con piacere il rosario laico preparato a distanza da noi giovani è stata una delle tante volte in cui ci siamo messi in gioco e abbiamo dimo-strato quanto insieme si può creare. Tutti questi momenti sembravano avvolti da una protezione, pensandoci quasi da un grembo di una Mamma che ha reso ogni momento unico, ogni attimo prezioso, ogni sguardo una fonte di gio-ia, ogni abbraccio un legame, ogni piccola attenzione verso l’altro un vero dono. Si ora che siamo tornati a casa posso af-fermare con certezza che questa mamma ci sta avvolgendo, la stessa mamma che nella casa presente a Loreto ha dato il suo SI, grazie perché vegli su di noi e ci accompagni verso l’altro instancabilmente. Mi sento di ringraziarti perché ci fai riscoprire quanto sia bello dedicarsi all’altro senza pre-tendere nulla in cambio e ricevendo molto di più, per ogni sguardo felice e contagioso dei ragazzi che erano attorno a me, per ogni abbraccio scambiato in segno di fratellanza e per ogni futuro momento che scaturirà dopo questa magni-fica esperienza.

Noemi

Campo-scuola estivo: un’espe-rienza di incontro, di amicizia e di “vita insieme”, che deve prolungar-si in parrocchia. In questo senso il campo-scuola è un’esperienza forte che aiuta a crescere come per-sone e a maturare l’amicizia e la col-laborazione.

E’ questo il messaggio che il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi ha consegnato a ra-gazzi, adolescenti ed animatori dei campi-scuola del-la diverse parroc-chie della diocesi, incontrandoli duran-te le settimane estive.

Durante il periodo estivo, il Vesco-vo, come fa ogni anno, ha voluto perso-nalmente incontrare, nei vari luoghi di montagna del Triveneto – in Friuli, nel Cadore (Belluno), nel Trentino e nell’Al-to Adige – i ragazzi e gli animatori di una ventina di campi estivi, promossi dalle parrocchie e dalle associazioni.

Ma le iniziative in questo settore sono molte di più: metà della parrocchie della diocesi offrono ai ragazzi, giovani, famiglie e adulti queste esperienze for-mative nei campi scuola e quasi tutte le parrocchie organizzano il “Grest” o l’“Estate Ragazzi” nei mesi estivi. Sono esperienze molto importati nella vita della Chiesa diocesana.

Il Vescovo Lucio ci racconta la sua esperienza.

D - Perché il Vescovo ha voluto in-contrare i ragazzi dei campi scuo-la?R - Ho accolto con molto piacere

dai sacerdoti la segnalazione di una cinquantina di campi estivi organizzati dalle parrocchie in questa estate. Per-sonalmente ne ho visitati una ventina. Quella dei campi estivi è una esperien-za educativa importante, che testimonia l’impegno delle parrocchie in favore dei ragazzi. Sappiamo che le iniziative pa-storali rivolte ai ragazzi e agli adolescen-ti sono tante. Il campo estivo è uno dei più significativi momenti di incontro, di amicizia e di formazione; un’occasione per fare gruppo e crescere insieme.

D - La sua visita quale obiettivo aveva?R - Attraverso questo mio incontro

ho voluto esprimere apprezzamento per le diverse iniziative che ragazzi ed animatori vivono con i loro sacerdo-ti. Sono convinto che il campo estivo è un’esperienza che suscita amicizia e condivisione, offre l’opportunità di vi-vere e di scoprire, a contatto con la na-tura, aspetti della vita che normalmente non incontriamo nel vissuto quotidia-no.

Sono andato a incontrare i ragaz-zi per stabilire un contatto diretto con loro. Questo non sempre è possibile al Vescovo. Quando vado nelle parrocchie per amministrare la cresima o per al-tri motivi, i ragazzi vedono il Vescovo come un’autorità, una persona “lon-

tana”, mentre è importante che il Vescovo sia vicino ai ragazzi e ai gio-vani.

Ma soprattutto sono andato a tro-varli perché oggi dobbiamo fare un grosso lavoro pastorale con ado-lescenti e giovani. Oggi essi sono le fasce di età più a rischio per quanto riguarda l’atteg-giamento religio-so. Sono normali, in questa fase della vita, i mo-menti di crisi; ma oggi purtroppo, a seguito dell’indif-ferenza religiosa diffusa anche nel nostro contesto

polesano, si diffonde anche tra di loro il rifiuto dell’esperienza cristiana.

D - In questi suoi incontri, quale messaggio ha proposto ai ragazzi?R - Anzitutto mi sono soffermato ad

evidenziare il valore dell’amicizia che stanno vivendo; in questo contesto vi-vere esperienze forti di amicizia è salu-tare. Ho raccomandato ai ragazzi e agli animatori di non chiudere la loro espe-rienza dentro l’arco del campo scuola, ma di continuare a vivere l’esperienza dell’amicizia interpersonale anche a in parrocchia.

Ho chiesto ai ragazzi di riflettere sul-la natura, facendo silenzio, contemplan-dola, cercando di scoprire che il mondo che ci circonda è dono di Dio, di un Dio che è dentro di noi.

E’ bello saper vivere nell’esperien-za del campo un rapporto nuovo con l’Amico, che è il Signore Gesù, che ci ama e ci vuole bene.

D - Che impressione ha avuto in-contrando i ragazzi impegnati nei campi scuola?R - Ho visto ragazzi bravi, disponi-

bili, impegnati a vivere positivamente la loro esperienza; ho toccato con mano la loro gioia di vivere la vita del campo e anche di aver ricevuto la visita del Vescovo. L’incontro è stato da per tutto animato dalla gioia, dai canti, dalle te-stimonianze, dalla condivisone. Dopo aver incontrato i ragazzi, mi sono fer-mato a parlare con gli animatori e ho chiesto loro di continuare in parrocchia l’esperienza vissuta nel campo.

D - Quale invito il Vescovo rivolge ora ai giovani, adolescenti e sacer-doti?R - L’invito è quello di continua-

re questa esperienza di amicizia e di comunione, cercando di promuovere l’esperienza del campo non solo con i ragazzi ma soprattutto con gli ado-lescenti ed i giovani. Se questa espe-rienza è difficile da realizzare in tutte le parrocchie, è bene unirsi insieme, con le altre parrocchie, per offrire a tutti questa importante esperienza. Ed è quello che molte parrocchie stanno facendo, aven-do promosso tra di loro l’Unità Pastora-le. La collaborazione interparrocchiale è più importante che mai per i ragazzi ed i giovani.

A cura di Settimio Rigolin

Visita ai campi-scuola nell’estate 2013

La gioia del campo estivocontinui in ParrocchiaIl Vescovo si fa conoscere ai ragazzi

per un rapporto pastorale diretto

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4 la Settimana domenica 1 settembre 2013polesine

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Quando ho ricevuto l’in-vito per il Campus Estivo dei Giovani di Mcl per la località di Chialamberto non avevo idea di cosa mi aspettava. Ho subito pensato di interpellare i giovani che avevano già vis-suto quest’esperienza l’anno scorso: mi dissero che mi sarei sicuramente divertita facendo una bella espertienzas forma-tiva…

La sera prima della par-tenza, guardai le immagini di questo paesino in Google Maps e il morale finì sotto terra: quattro case, qualcuna malconcia, una chiesetta e il nulla… nessun locale, nessun negozio all’infuori del panet-tiere e del fruttivendolo…. Eppure, una volta giunti las-sù, mi è sembrato di essere stata catapultata in un altro mondo. In una settimana ho ricevuto molto da questo pae-sino: dalle emozioni della na-tura alla condivisione di espe-rienze con i miei compagni di viaggio.

Non servono locali per tro-varsi a bere qualcosa la sera, una discoteca caotica o ne-gozi per fare shopping…….. Sono bastati solo un divano, qualche film comico o più semplicemente una panchina e il naso all’insù per contare le stelle cadenti e staccando la mente da tutto ciò che succe-de intorno: fermare il mondo in quell’istante mentre tutto il resto attorno a te corre ve-loce. Ecco cosa è stato questo campus: condivisione d’idee, di progetti, di esperienze, or-ganizzare insieme, giorno per giorno il da farsi. Il non avere nessuno che organizzasse per noi, possibilità o meglio dove-re di assumerci responsabilità reciprocamente. Capire l’im-portanza del “fare gruppo”.

Mi ha fatto anche com-prendere meglio cosa volesse dire 40 anni fa, per i giovani di Mcl l’essere uniti e respon-sabili per fare una rivoluzio-ne e contribuire a fondare un Movimento per i lavoratori cristiani, proprio come ci ha illustrato nel suo racconto il Dottor Sciacqua… e come il nostro Vice Presidente Noè Ghidoni che ci ha spronati a tornare a fare gruppo nelle nostre realtà, piccole o grandi che siano, partendo dai cir-coli.

Nelle nostre escursioni, ab-biamo fatto visita al Gruppo Abele e al Sermig… mi ha fat-to capire meglio come il met-terci d’impegno per infondere la nostra cristianità nel nostro lavoro, nella nostra vita, aiuti anche qualcuno che è più sfor-tunato di noi... proprio come dalle parole di Don Enrico… perché è anche da qui che si fondano le basi del nostro im-pegno sociale nel MCL.

È stata davvero una bellis-

sima esperienza; sono tornata a casa con il sorriso sulle labbra e tanta malinconia nel cuore. Un grazie a chi ha condiviso con me quest’esperienza, a chi l’ha resa possibile e al nostro caro Don Lorenzo Realdon, nominato dal nostro vescovo

Lucio assistente ecclesiastico diocesano del nostro movi-mento che con la sua inarre-stabile ironia ha reso queste giornate oltre che impegnate, un motivo in più per alzarsi il mattino con un sorriso.

Elisabetta Scorzo

Aderiamo alla Campagna“Uno di noi”

I giovani del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) riuniti al se-condo campo estivo di formazione di Chialamberto (TO) si rivolgono a tutti i giovani appartenenti alle realtà associati-ve ed ai loro coetanei per invitarli ad ade-rire, sostenere e pro-muovere la campagna europea “UNO DI NOI”. Riteniamo infatti fondamentale la tutela della vita fin dalle sue origini ed in ogni momento della sua esistenza e grazie a questa pro-posta di legislazione europea, intenzionata a superare il tra-guardo minimo di un milione di firme, siamo a chiedere con più forza la tutela della vita concepita, lo sviluppo di una ri-cerca scientifica a suo favore orientata al miglioramento della salute pubblica evitando l’inutile sacrificio di embrioni uma-ni. Tutti noi siamo stati embrioni e siamo diventati uomini e donne perché abbiamo avuto genitori che ci hanno amato e protetto fin dal concepimento. L’embrione è già “UNO DI NOI”. Rinnoviamo l’appello alla mobilitazione in questo rush finale di raccolta delle adesioni in attesa del click-day programmato per il prossimo 22 settembre. Invitiamo alla condivisione dell’appello disponibile alla pagina: www.fir-maunodinoi.it

I giovani MCL - CHIALAMERTO (TO) Domenica 11 agosto

Si è concluso in questi gior-ni il campo scout del grup-po Adria 2. Il campo, che ha coinvolto il gruppo con tutte le sue unità: branco, reparto, noviziato-clan, si è tenuto dal 1 al 13 agosto, nei boschi nel cuo-re della Val di Non in Località Predaia.

La magica ambientazione “I PIRATI NEL REGNO DEI 7 MARI” è stata l’occasione per cercare “i tesori nascosti” indi-viduali (Coraggio, Altruismo, Lealtà, Buone Azioni, ecc.) e sviluppare le capacità di pio-nierismo, orientiring, scounting e sviluppare lo spirito di vita comunitaria.

I ragazzi sono stati guidati nelle diverse attività formative di ogni branca dai rispettivi capi unità Branco: Fabio Casellato e Santipolo Nicoletta coadiuvati da Elena e Nicolò Guarnieri e Roberta Bolognesi; Reparto: Andrea Marchesani , Enrico Bonato, Fabio Pilotto e Michele Massarenti; Noviziato-Clan: Giordano Stoppa e Stefano Byloos e come guida spirituale Don Luca Borgna.

Sono state affrontate sfide importanti come le escursioni al Rifugio Coredo e al Rifugio Predaia, Tarzaning su percor-si acrobatici aerei tra gli alberi di una lussureggiante pineta,

all’interno del parco del Rifugio Sores, e Rafting sul torrente Noce in Val di Sole, partecipa-zione a Pompieropoli a Cles e sono stati vissuti momenti di meditazione intensa guidati dall’assistente Don Luca pres-so il Santuario di San Romedio e San Zeno.

Un grazie anche ai cambu-sieri Fabio Sacchetto e Matteo Mainardi e alle cuoche Paola Fornaro e Maria Rosa Bellettato. Il rimpianto dell’esperienza appena conclusa lascia spa-zio all’entusiasmo e attesa per l’inizio del nuovo anno di at-tività, previsto nel prossimo autunno.

Dall’8 al 26 luglio si è svol-to nella parrocchia di Baricetta il Giocaluglio, grest estivo che viene organizzato da diversi anni da un gruppo di ragazzi volenterosi e pieni di spirito.

Quest’anno il tema princi-pale del grest era “le olimpia-di”, infatti, i bambini durante le tre settimane sono stati coin-volti con giochi inerenti le varie discipline olimpiche come il tiro, il lancio, la corsa, la pal-lavolo e molti altri. I bambini sono stati divisi in sei squadre: Europa, Asia, Oceania, Africa, America e Baricetta. Infatti, rappresentano i continenti del mondo, tranne Baricetta che ha ospitato l’evento. Oltre ai momenti di gioco, la giornata era organizzata con favolette a tema che erano mimate dai bambini, i quali si immedesi-mavano nella parte come se

fossero dei veri attori. Inoltre c’era anche spazio per un mo-mento di preghiera tutti in-sieme. Ogni settimana veniva organizzata una gita. La prima settimana i bambini si sono recati insieme agli animatori presso “L’oasi degli amici del Po” a Villanova Marchesana con la propria bici. Qui hanno trascorso l’intera giornata tutti insieme con giochi in mezzo la natura. La seconda settima-na, la gita ha avuto luogo a “Castelbeach”, il parco acqua-tico di Castelguglielmo, dove i bambini si sono divertiti gio-cando e nuotando nelle varie piscine. La terza e ultima set-timana, i bambini hanno avu-to modo di cavalcare pony e cavalli, a seconda dell’età, me-diante dei giochi organizzati dai gestori, presso l’agrituri-smo Ca’ Scirocco.

Sabato 27 luglio, si è tenuta la festa conclusiva con la s. mes-sa animata e cantata con gioia dai bambini che hanno parteci-pato al grest. Successivamente, tutti con le relative famiglie si sono recati presso l’oratorio dove ha avuto luogo la cena. Hanno seguito le premiazio-ni delle singole squadre e uno spettacolo molto coinvolgente con il Mago Ricky, che ha sapu-to stupire grandi e piccini con trucchi e magie.

Grande merito va a un bel gruppo di animatori, che no-nostante fossero alla loro prima esperienza, hanno dimostra-to una grande forza d’animo. Infatti, con pazienza e dedi-zione hanno saputo conoscere i bambini e se stessi, ma anche superare le difficoltà che si pre-sentavano ogni giorno.

Federica Spinello

Si è svolto anche quest'an-no il consueto campo estivo per i ragazzi della parrocchia di Bosaro. Dal 3 al 10 ago-sto, con la presenza di Don Camillo Magarotto, il campo ha avuto come tema centra-le la figura di San Giovanni Bosco, con relazioni tenute da Don Camillo nelle mattinate; tema innestato nell'anno della fede voluto dal Papa emerito Benedetto XVI. Ospiti a Canale d'Agordo, nella casa alpina ge-stita da Don Marco Bezzi, del-la Parrocchia di Cassana della Diocesi di Ferrara-Comacchio, i ragazzi hanno avuto modo di avere testimonianze di fede ed inoltre c'è stata l'opportuni-tà di conoscere Sua Eminenza

il Cardinale Giovanni Lajolo, presente nel paese natale di Papa Luciani per un incontro relativo alla Via Crucis. Nelle foto di gruppo i ragazzi con

la presenza del Cardinale e in un momento di scampagnata a Sottoguda.

Giuseppe Padoan Animatore e catechista

Adria - Cattedrale

I “Pirati” in Val di Non - Val di SoleCampo scout 2013 - Adria2

Chialamberto 2013 Campo scuola MCL

Giovani e lavoro per una famiglia buonaUna partecipante: bellissima esperienza formativa

Baricetta

“Baricettiadi… le olimpiadia misura di bambino”

Bosaro - Campo scuola a Canale d’Agordo

La lezione di S. Giovanni Bosco

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5la Settimanadomenica 1 settembre 2013 polesine

Fraternità OFS di Adria

C’eravamo anche noiAl capitolo delle stuoie ad Assisi

La riconoscenzaI Cappuccini sono arrivati in

Adria su indicazione di San Pio X° ed hanno profuso un fiume enorme di bene. Essi non sono stati solo alla guida ed alla ani-mazione della parrocchia della “Tomba”, ma pure hanno dona-to ai fratelli ospiti dell’Ospedale Civile, l’assistenza religiosa, così preziosa, nei giorni della malat-tia. Sono stati pure i confessori sempre disponibili di quanti a loro si rivolgevano.

Nel secolo di presenza han-no saputo far nascere e crescere associazioni, movimenti, grup-pi che hanno fatto maturare e impegnare una moltitudine di uomini e donne, ragazzi e gio-vani che nell’Azione Cattolica, nella FUCI, nell’AGESCI, nei cori, nelle filodrammatiche, nella S. Vincenzo, nella Caritas, hanno saputo rendere concreto il Vangelo, ogni giorno.

Nel recente volume “Il con-vento racconta”, curato da Aldo Rondina è ben messo in rilievo il grande lavoro pastorale fatto dai singoli Cappuccini e dalla intera fraternità della Tomba.

Questi 100 anni sono stati il tempo di due grandi guerre mondiali della grande allu-vione, di più Anni Santi, del Concilio Vaticano secondo, di quattro Sinodi diocesani, della crescita democratica dell’Ita-lia e dell’Europa, di un grande cambiamento di mentalità e di cultura.

Le stesse strutture parroc-chiali – Basilica, Oratorio, cap-pelle, casa canonica, sala della comunità, ambienti del catechi-smo, la colonia montana – sono di per se stesse un grande mo-numento alla collaborazione fra fedeli e i Cappuccini che di volta in volta si sono succeduti e han-no maturato la risposta gene-rosa all’Episcopato, al Servizio nella Provincia dei Cappuccini, alla Missione.

E non si può non mettere nel conto le figure di santità e di impegno apostolica, suscitate come Agnese Simoni!

Con il trascorrere degni anni i Cappuccini hanno so-stenuto, senza traumi, i grandi mutamenti non solo voluti dal Concilio, ma pure dalla “nequi-zia dei tempi”, come la parten-za delle Figlie della Carità - le Canossiane - e delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida dal Centro Anziani e dall’Ospe-dale, spazi tutti di grande impe-gno.

Dalla Tomba è stato stacca-to quasi tutto il territorio del-la parrocchia di Cristo Divin Lavoratore. Insomma un mon-do in cui i parrocchiani - e non solo - nei cappuccini avevano le guide illuminate e il modello di una umanità straordinaria.

Il dispiacereOltre al rapporto fra par-

rocchiani e frati, in questi 100 anni sono nati una moltitudine di rapporti interpersonali: tanti, se non tutti hanno trovato in questo o in quel frate il prete amico, cui ricorrere sempre con fiducia.

Tutto questo è un mondo che sfugge alla cronaca, ma è una storia di straordinaria amicizia fra i Frati e i fedeli della Tomba e dell’intera Città, fra i Frati ed i Presbiteri della Cattedrale e del Capitolo, in una armonia esem-plare.

Tutto questo – e molto altro – fa sentire nei cuori ed espres-so in più modi, il dispiacere di questo distacco! Diveniamo più poveri di vive testimonianze e di modelli tanto familiari, dal-la povertà alla semplicità, dalla serenità alla “ perfetta letizia”, dalla generosità al servizio gra-

tuito. Essi , i frati, hanno donato a tutti.

La Tomba e Adria e la no-stra Chiesa tutta dovranno sen-tirsi impegnati a domandare a Dio un supplemento di aiuto, perché questo non vada per-duto né dimenticato. E’ vero, un gruppo di ragazzi vedendo e vivendo accanto ai frati sono diventati Cappuccini, altri preti diocesani, innamorati dell’idea-li francescano.

Toccherà alla Comunità te-ner vivo il messaggio e l’ideale francescano.

Infine …Il dispiacere del distacco

espresso così umanamente e fraternamente deve tramutarsi in serenità ancora maggiore!

I Superiori dei Cappuccini stanno ristrutturando gli impe-gni dell’Ordine ed hanno scelto di ridare la preminenza sul ser-vizio parrocchiale, alla vita nel-

le fraternità. I Cappuccini infatti non sono sorti per essere la gui-da delle comunità parrocchiali, ma essere fraternità ove in santa letizia, in povertà, obbedienza e castità si impegnano ad incar-nare - vivendolo - il Vangelo.

Alla Comunità della Tomba, alla città di Adria e a tutta la nostra Chiesa questa scelta , apporterà un grande beneficio spirituale.

La loro preghiera e la loro te-stimonianza farà scendere sulla nostra realtà più abbondante l’amore di Dio. Anche per que-sto, nonostante il dolore del di-stacco per la loro partenza, rin-noviamo il grazie ai tanti nostri Frati Cappuccini chiedendo per loro la pienezza della perfetta letizia e per noi di non dimen-ticare la loro testimonianza e il loro carisma.

Il Delegatoper la vita consacrata

Basilica "Santa Maria Assunta"detta della Tomba di Adria

Centenario della presenza dei Cappuccini in Adria: 1914 - 2013Programma manifestazioni 2013 - 2a parte

Sabato 7 SettembreSala Cordella - ore 18,00Inaugurazione MOSTRA FOTOGRAFICALa mostra sarà aperta fino a Venerdì 13 Settembrecon il seguente orario: dalle ore 17,30 alle ore 20,00.Sala Cordella - ore 18,30Presentazione del book fotograficoa cura del prof. Gianfranco Cordella presidente del Foto Club di Adria.Domenica 8 SettembreBasilica - ore 21,00CONCERTO DI ARPA della prof.ssa Elda Stoppa,commento della prof.ssa Luciana Pozzati Stoppa,omaggio alla Theotokos, Madre di Dio e Madre nostra, vene-rata nella Basilica.Sabato 14 SettembreChiesa - ore 21,00Presentazione del Numero Unico"LA CENTENARIA PRESENZADEI FRATI MINORI CAPPUCCINI IN ADRIA".Relaziona il dott. Paolo Ettore Forzato Arcioni.DIAPROIEZIONE: "RICORDI DEL CENTENARIO".Presenta il prof. Gianfranco Cordella.Durante la serata la prof.ssa Elda Stoppaeseguirà brani musicali all'arpa.Domenica 22 SettembreBasilica - ore 10,30Solenne Messa di congedo presieduta daS.E. Mons. Lucio Soravito De Franceschi, Vescovo di Adria - Rovigo

Adria

Dopo 100 anni la partenza dei PP CappucciniAlla notizia della partenza dalla città di Adria sono esplosi

da parte di tutti due sentimenti: la riconoscenza e il dispiacere!

C’ eravamo anche noi del-la fraternità OFS Jacopa dei Settesoli di Adria al Capitolo delle Stuoie 2013 ad Assisi col nostro assistente Padre Romano Cerantola, Elda, la simpatizzante più giovane, Silvano, il simpatizzante più generoso ed io nel mio fantasti-co 50° di vita francescana.

Sono sfilati davanti a noi in una danza i rappresentanti di tutte le regioni italiane, Sicilia e Sardegna comprese, e dai pic-coli Araldini con le loro fami-glie ai giovani della GIFRA, ai

terziari dell’OFS, tutti abbiamo pregato, cantato, danzato e fe-steggiato in un clima di gioiosa fraternità.

In una tenda adiacente in processione abbiamo portato il SS Sacramento che è rimasto lì per tutta la giornata ad acco-gliere l’ adorazione e il saluto affettuoso di chi ha voluto pas-sare lì un tempo di riflessione e di colloquio con Dio.

Poi abbiamo condiviso con un padre Thailandese e una coppia milanese un frugale pranzo al sacco che Elda ci ave-

va preparato. E dopo lo spetta-colo musicale che i giovani ci hanno offerto dal Lyric Theater ci siamo recati alla Porziuncola dove, accanto a Francesco, ci sentivamo alla presenza di Gesù e Maria. Qui il vescovo di Assisi ha concelebrato con i padri assistenti la S Messa per più di 1500 francescani.

Con Gesù tra noi si è rea-lizzata quell’unità fraterna che eravamo pronti a portare do-vunque.

1500 persone, un cuor solo: che festa, che gioia!

Badia Polesine - Tra salame e Saturno, successo alle Clementine

Notte di San Lorenzo in campagnaLa corte dell’agritu-

rismo Le Clementine era piena di ospiti, tutti decisi a catturare la scia di alme-no una stella cadente. La cena all’aperto, “A rimirar le stelle”, annuale appun-tamento estivo della serata di San Lorenzo, ha fatto il tutto esaurito. Le meteore Perseidi, però, non si sono mostrate. Poco male, per-ché il telescopio dell’astro-filo Lorenzino Corrà di Bagnolo, ormai storica guida dell’evento, ha spalan-cato il cielo ad una strabiliante visione del pianeta Saturno, limpido sullo sfondo di vellu-to nero dello spazio, con i suoi inconfondibili anelli lumino-si, come nelle foto di un libro di scienze. Il resto l’ha fatto il pane “schizzoto” a nozze coi salumi della casa, il delicato “pasticcio” di verdure, i sa-poriti tagliolini alle zucchine, serviti in una romantica luce soffusa. A dirla tutta, qualche ospite ha preferito la com-

pagnia dell’arrosto di arista morbido come il burro, a quel-la delle stelle cadenti o della stazione orbitante Iss o della stella doppia Albireo della costel-lazione del Cigno. D’altra parte la pre-miata cucina tradi-zionale di Luciana e Beppe, titolari delle Clementine, faceva parte integrante del-la serata. L’evento ha avuto il patrocinio

della Provincia di Rovigo, del Comune di Badia Polesine, di Coldiretti Rovigo e Terranostra.

Badia, San Lorenzo all’agriturismo, report.

nelle foto, presenta-zione della serata (da sx Beppe, Lorenzino Corrà e Luciana), e l’osservazione al telescopio.

bt

Nelle foto, presenta-zione della serata (da sini-

stra Beppe, Lorenzino Corrà e Luciana), e l’osservazione al telescopio.

Venerdì 26 Luglio si è con-cluso il Grest di Concadirame, che ha visto coinvolti i bambini e i ragazzi del Paese. La sera-ta conclusiva è iniziata con la Santa Messa celebrata da Don Andrea Lovato, alla quale è seguita una cena presso il cam-petto parrocchiale.

Il Grest paesano è iniziato Lunedì 1° Luglio e ha avuto come tema portante “Le crona-che di Narnia – Una vita da leo-ni”; oltre a riprendere il celebre film tratto dal libro di Lewis, si è cercato di evidenziare lo sfondo religioso che lo stesso film ha, seguendo le tracce di Alsan che personifica la figura di Cristo.

Ogni pomeriggio i bambini hanno affrontato un program-ma ben definito che prevedeva bans, il lancio del tema quoti-diano, giochi di gruppo, atti-vità di laboratorio (manuale

e cucina), senza dimenticare l’importanza della riflessione e della preghiera.

I ragazzi, inoltre, hanno vissuto momenti che li hanno portati fuori dagli ambienti classici della canonica consen-tendo così di far vivere loro esperienze nuove, come la cac-cia al tesoro che si è sviluppata lungo le vie del paese per l’in-tera giornata e il pomeriggio in campagna, presso un’azienda paesana che ha mostrato a loro attrezzi agricoli del passato. Sempre in questa occasione i bambini hanno potuto godere del privilegio di fare un giro in una carrozza trainata dai cavalli.

Un’altra circostanza parti-colare è stata la serata dei Grest, in Piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo, dove in merito al gruppo di Concadirame per-sone terze hanno evidenziato

l’incremento del numero dei partecipanti; effettivamente, per il primo anno si sono con-tati una quarantina di bambini iscritti e un gruppo animatori pari a 20 ragazzi; numeri eccez-zionali per la piccola frazione rodigina.

Non bisogna, infine, di-menticare la gita presso il par-co divertimenti Gardaland, dove i bambini e le famiglie ne hanno approfittato per passare

una giornata di svago e diverti-mento tutti insieme.

Obiettivo principale del Grest è stato quello di invitare i bambini a stare insieme, fare amicizie nuove e approfon-dire quelle che già esistenti; hanno conosciuto dunque i valori dell’amicizia, dell’aiuto reciproco e della sana compe-tizione.

Inoltre, è stato fondamenta-le l’apporto degli animatori, un

gruppo giovane che grazie alla loro volontà e ai suggerimenti del parroco hanno imparato a collaborare per far si che tutto si svolgesse al meglio.

La serata finale è servita, ol-tre a far rivivere a tutti i parteci-panti i momenti più divertenti del Grest, a ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e che hanno dato il loro aiuto per la ben riuscita del mese passato insieme.

Concadirame

Una vita da leoniConcluso il Grest

Page 6: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

6 la Settimana domenica 1 settembre 2013polesine

Tante le Consorelle, i Pa-renti e gli amici che martedì 20 u.s. hanno partecipato alla celebrazione delle esequie di suor Maria Alice, nel santuario della B.V. Addolorata. A pre-siedere la celebrazione è stato il padre Guardiano del vicino Convento dei Cappuccini che aveva al fianco il Delegato ve-scovile per la Vita Consacra-ta. I canti assembleari hanno dato una nota pasquale al rito esequiale.

Attorno alla bara i parenti, le consorelle delle case dei pa-esi vicini e gli amici.

Il dolore e la preghieradel Vescovo

La partecipazione al dolo-re del Vescovo e delle Consa-crate della Diocesi l’ha espres-sa don Gianni che del Vescovo e delle Religiose della Chiesa Polesana ha anche portato l’assicurazione della preghie-ra di suffragio per suor M. Adele.

L’omelia di Fra Andrea Fra Andrea ricordando la

sua ultima visita a Suor M. Alice, ha commentato, pren-dendole dalla Lettera agli Ebrei (12,1-2) due espressio-ni che hanno caratterizza-

to la testimonianza di suor Alice:”Corriamo con perse-veranza, tenendo lo sguardo fisso su Gesù”! Ed esortando tutti a fissare lo sguardo su Gesù Figlio di Dio e redentore dell’uomo.

I dati della suanon breve vita

A Costa e nella parrocchia di Costiola suor Alice era nata il 20 aprile 1930. Otto giorni dopo, a Costiola veniva bat-tezzata. L’intensa partecipa-zione alla vita parrocchiale la porta ad entrare nel novizia-

to di Rovigo il 15 novembre 1952. Il 21 settembre 1953 ini-zia l’anno del noviziato ed il suo cammino di formazione. Il 23 settembre 1954 emetteva la prima Professione ed era inviata a Roma per la sua at-tività di Religiosa. Gli anni dal 1958 al 1984 li vive in attività nella scuola materna: Villano-va Marchesana, Adria, Cre-spino, Chieve, Casale Coma-sco, Sottomarina e Pove del Grappa sono alcuni dei paesi in cui operò.

A Casa DoloresNel 1984 approdava a

Casa Dolore, ove per anni fu responsabile del guardaroba. Il 2000 segnò l’inizio del decli-no della sua salute. I 13 anni del suo Calvario li ha percorsi a fianco di N. Signora, con lo sguardo sul Signore, corren-do con perseveranza per rag-giungere il traguardo, toccato alle prime luci di Domenica 18 agosto.

Nel cimitero di CostaDopo la salma di suor M.

Alice Fuso, al secolo Pasquali-na, è stata sepolta nel cimitero di Costa, ove attende l’ultima pasqua.

Ag

“Anni ’50 –’60 Bottrighe racconta..”. Sono le immagini di un passato non lontanissi-mo che hanno fatto rivivere, nelle memoria dei tanti visi-tatori, un autentico viaggio nell’amarcord d’altri tempi. Volti, personaggi, momenti di vita vissuta, luoghi di la-voro, purtroppo scomparsi, come lo scorrere di un pellicola di ricordi, impressi nelle centoventi immagini allesti-te in sala poliva-lente “Loris Co-minato”. La mo-stra, nell’ambito dell’Agosto Bot-trighese, patroci-nata da Gruppo Sportivo, Aribo e scuola materna “Umberto Mad-dalena” è stata curata da Nerino Albieri, Walter Rizzati e Giu-liana Fantinati.

Ad inaugurarla monsi-gnor Vincenzo Polo, parroco di Bottrighe, dal 1960, allora trentaduenne, al 1976, che ha fornito altresì diverse foto, in particolare sul laboratorio di confezioni che lo stesso ave-va creato all’interno di uno stabile della scuola materna, con oltre cinquanta lavoratri-

ci. Il sacerdote ha trovato grande ed inaspettata accoglienza dal-la cittadinanza accorsa numero-sa in chiesa per r iabbracciarlo nel corso della messa vesperti-na concelebrata insieme all’at-tuale parroco

don Antonio Cappato prima dell’inaugurazione. “Non immaginavo così tante perso-ne- ha detto commosso mon-signor Polo durante la cele-brazione liturgica - sono sta-to tanto bene durante la mia permanenza a Bottrighe e vi ho sempre tutti nel cuore”. Si è altresì congratulato con don Antonio per come ha trovato la bella chiesa, ammirando

l’interno, i recenti lavori del-la facciata e della rinnovata torre campanaria, oltre che dell’artistico restaurato ange-lo ligneo. Monsignor Polo è stato poi festeggiato durante la cena conviviale con una quarantina di partecipanti ed i “suoi ragazzi di allora” gli hanno donato una bella targa con pregevoli parole, in cui lo ricordano come amico ed indi-menticabile guida. La mostra, dalla quale è stato prodotto un cd ed una pubblicazione, è stata visitata anche dal sinda-co Massimo Barbujani che si è vivamente congratulato con gli organizzatori.

Roberto Marangoni

Nelle foto: mons. Vincen-zo Polo riceve la targa ed un momento della inaugurazione della mostra.

La novenaDa giovedì 29 agosto

al giovedì 5 settembre sarà mons. Giordano Caberletti a dettare le riflessioni nelle sera-te in preparazione alla solen-nità della Natività di Maria. Alle 20.30 S. Rosario , seguito dall’Eucaristia con omelia.

Le celebrazioni di que-sto 2013 sono caratterizzate da una numerosa presenza di Vescovi che daranno una particolare solennità ai giorni festivi, ma soprattutto saran-no il segno di una ecclesialità della devozione mariana e dell’amore dei cristiani a No-stra Signora del Pilastrello. So-prattutto, in questo anno della fede , mette in rilievo il legame che la devozione alla Madre del Signore ha nel fare della Chiesa, il volto del Signore. Ed allora assumono tutto il loro significato le sollecitazioni che ricevono quanti si recano al Santuario per venerare Maria e si rendono consapevoli che è necessario ripercorrere la via delle virtù che hanno caratte-rizzato la vita della Madonna.

Riscoprire il legame con Cristo e con la Chiesa

Attraverso la devozione di Maria i pellegrini ed i de-voti scoprono il loro legame con Cristo. Attraverso la de-vozione a Maria riscoprono il legame che nasce dal vivere in verità, i sacramenti della Chie-sa. Riscoprire in questo anno della Fede, il Battesimo che ci fa figli di Dio, fratelli di Cristo figlio di Maria, e membri della Chiesa corpo mistico del Cristo e mistero di salvezza per ogni uomo e nel diritto all’eredità del Cielo, chiamati alla santità ed alla vita eterna. Il Battesi-mo richiamato dall’acqua della fonte che qui sgorga abbondan-te, non solo per purificare,ma pure per rinnovare, l’impegno a rendere visibile nella vita e nelle opere, l’essere credenti e discepoli del Cristo.

Maria via della FedeIl celebrare la Natività di

Maria diviene il momento for-

te per riscoprire il cammino da percorrere per riconferma-

re la propria fede e renderla visibile e messaggio per i fra-telli, con il testimoniarla nelle opere della carità.

L’impegno di questo cam-mino domanda pure la di-sponibilità al sacrificio, senza venire meno alla propria vo-cazione.

La nostra vita allora sarà un rinnovato impegno a pro-clamare ancora una volta che la nascita della Vergine segna l’aurora del giorno nuovo, del giorno di Cristo sole di giustizia e Dio nostro, che togliendoci la maledizione di colma di benedizione e di vita.

AG

Lendinara Santuario

Le festività dell’8 settembreIl ricco programma

Bottrighe

Grande festa con Monsignor Vincenzo PoloIl sacerdote, parroco dal 1960 al 1976, ha inaugurato la storica mostra fotografica

Il calendario delle celebrazioniDomenica 1 settembreSS. Messe: ore 7.15; 9.00; 10.30; 12.00; 16.30; 18.00Ore 10.30 Eucaristia presieduta da S.E. Gaetano BonicelliOre 18.00 Eucaristia presieduta da S.E. Flavio Roberto Car-raro.

Venerdì 6 settembre: giornata dei lendinaresiOre 21.00 Eucaristia presieduta da don Massimo Guerra.

Sabato 7 settembreSS. Messe : ore 7.00; 9.00; 10.00; 18.00Ore 21 Eucaristia presieduta da fra Elvio Battaglia e Con-certo delle campane.

Domenica 8 settembre: Natività di Maria SS. Messe : ore 6.15; 7.15; 9.00; 10.30; 12.00; 16.30; 18.00; 19.30; 21.00.Ore 10.30 Eucaristia presieduta da S.E. Lucio Soravito De FranceschiOre 18.00 Eucaristia presieduta da S.E. Paolo Rebitti.

Sabato 14 settembre: Giornata dell’ammalato e dell’an-zianoOre 16.00 S. Rosario, S. Messa con funzione lourdiana, pre-siede D. Fabio Bolognesi.Ore 21.00 Basilica: concerto in onore di Maria.

Domenica 15 settembre: Giornata dell’ AutomobilistaSS. Messe : ore 7.15; 9.00; 10.30; 12.00; 16.30; 18.00Ore 10.30 Eucaristia presieduta dall’Abate Cristoforo Zie-linskiOre 18.00 Eucaristia solenne presieduta da Mons. Claudio GattiVicario Generale della Diocesi di Adria – Rovigo.

Per tutto il periodo delle celebrazione è possibile accedere al Sacra-mento della Riconciliazione.

Rovigo Casa Dolores

Ricordo di suor Maria AliceIl commiato nell’attiguo Santuario

Costabissara – Vicenza

Perchè la fede dia sensoe sapore alla vita

Esercizi spirituali per i diaconi del TrivenetoA Costabissara (VI) pres-

so la Villa San Carlo, da do-menica 4 a giovedì 8 agosto, ci siamo ritrovati in un clima cordiale e fraterno insieme ad altri diaconi permanenti e le proprie mogli, provenienti dalle varie Diocesi del Trive-neto, per gli esercizi spiritua-li organizzati da don Gianni Trabacchin, delegato per il diaconato permanente nella

diocesi di Vicenza.Accompagnati nella

riflessione dal predicato-re don Paul Renner, noto teologo e Preside dello Studio Teologico Acca-demico di Bressanone, le giornate sono state ca-denzate sul tema di fon-do della Parola, passan-do dalla contemplazione all’azione, in vista di una diaconia “al passo con i tempi”.

Il meraviglioso par-co che circonda la Villa ha senz’altro contribuito nel predisporci alla pre-ghiera e alla riflessione personale. La giornata iniziava con le lodi e nel corso della stessa si alter-navano momenti di me-ditazione e di condivisio-

ne di gruppo: il tutto si con-cludeva con la celebrazione dell’Eucarestia e dei Vespri. Un momento suggestivo era la recita comunitaria del San-to Rosario durante la passeg-giata serale tra i sentieri del parco dove si arrivava, come conclusione della preghie-ra, nell’angolo del giardino dov’era situata la statua della Madonna di Fatima.

Questa esperienza ci ha arricchito spiritualmente, permettendoci di consolidare la nostra amicizia, soprattut-to nei momenti conviviali, e di conoscere persone nuove che condividono lo stesso mi-nistero: il diaconato perma-nente. La gioia e la fraternità reciproca ci hanno invogliato a pensare di ritrovarci anche il prossimo anno.

Ricordando la metafora della “storiella della matita”, raccontata da don Paul per comprendere la funzione de-gli esercizi spirituali, - che ad ogni matita per quanto nuova e affilata è necessario talvolta ri-fare la punta affinché continui a scrivere bene perché nell’uso si consuma, o potrebbe romper-si cadendo…- così anche noi talvolta nella vita di ogni giorno possiamo smarrirci o scoraggiarci... Gli esercizi ci aiutano a ritrovare la strada e a rimetterci in sintonia con lo Spirito del Signore, a tenere lo sguardo fisso su Gesù.

Benedetto e Michela, Alfredo e Moira,

Guglielmo e Cristina

Page 7: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

7la Settimanadomenica 1 settembre 2013 polesine

Badia Polesine, - Sala B. Soffiantini

Alzheimer: “Viverlo insieme” come gestirlo 14 settembre 2013

Un breve accenno alle ragioni per cui è importante frequentare una Scuola Diocesana di Formazione Teo-logica di base in generale e la nostra in particolare.

Innanzitutto è uno dei frutti del Concilio Vaticano II.

La CEI afferma: “Ogni chiesa loca-le deve preoccuparsi della sua crescita teologica (cioè non solo di esprimere sapienza intuitiva) per riflettere con piena maturità razionale sulla propria fede. Questo comporta che si provve-da in concreto a spazi e a tempi dedi-cati specificamente a tale impegno”.

Le SDFT sono sorte allo scopo di “introdurre al sapere teologico” con forme sistematiche di insegnamento della teologia. Per questo si qualifica-no come Scuole di Formazione Teolo-gica di “base”, dove la dimensione “di base”, non significa semplice o sem-plicistica, ma indica a chi è rivolta: al cristiano che vive la propria fede nella normalità della giornata. Questa par-ticolare finalità le rende preziose alle comunità cristiane, poiché promuo-vono quel “pensare” cristiano, e non solo quell’“agire”cristiano, dove ra-gione e fede si intrecciano, pur senza confondersi, e si stimolano a vicenda a crescere.

È per questo motivo che la SDFT è pensata per tutti; infatti gli studenti che partecipano sono persone comuni che, pur avendo punti di partenza culturale anche molto diversi, sono desiderosi

di apprendere. Ma è scuola e perciò prevede l’insegnamento di diverse di-

scipline, ognuna con un monte ore definito e con un docente ti-tolato. Non si tratta di conferenze, ma di un corso vero e proprio.

Si prefigge un approfondimento organico e sistematico del mes-saggio cristiano biblico, teologico e pastorale in dialogo con la cultura del nostro tempo, attento al vissuto delle persone, fedele al contesto storico e religioso della nostra Chiesa locale. É Scuo-

la di Teologia: presenta perciò l’intelli-genza teologica, il punto di vista della fede cristiana nella lettura della realtà. Le materie che si studiano sono le di-scipline teologiche, attengono cioè alla rivelazione cristiana, alle fonti bibliche, al cammino storico.

Inoltre, la nostra Scuola non è solo un luogo di studio e di esami, ma è an-che un contesto che permette di stare insieme, di condividere esperienze e momenti lieti. Infatti , nel corso dell’an-no, sono numerose le proposte che fa-voriscono le relazioni tra studenti: gite, momenti conviviali, giornate di appro-fondimento.

Per maggiori informazioni: tele-fonare al numero 346.3395166; con-tattare l’Ufficio Scuola Diocesano tel. 0425411568; mandare una e-mail a: [email protected]; visitare il nostro sito: www.teologiarovigo.it

Le iscrizioni si effettuano di persona presso la Segreteria dell’Ufficio Scuola Diocesano (c/o Centro Don Bosco Via-le Marconi 5 ) dal 2 settembre al 4 ot-tobre.

Articolo degli studenti della SDFTPubblicato su “La Settimana”

domenica 2 settembre 2012

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DIOCESI DI ADRIA - ROVIGO

FEDERAZIONE SCUOLEDI FORMAZIONE TEOLOGICADEL TRIVENETO

FACOLTÀ TEOLOGICADEL TRIVENETO

UFFICIO SCUOLADIOCESANO

Organizzazione

Direttore

Sede delle lezioni

Orari delle lezioni

Iscrizioni

Informazioni

CON IL PATROCINIO DELLA

ASSOCIATA ALLA:

LA STRUTTURA

IL PERCORSO TEOLOGICOIN EVIDENZA: IV ANNO PERMANENTE

Il Corso di studi è triennale

I corsi sono normalmente quadrimestrali e si chiudono con esami regolari.È richiesta la frequenza alle lezioni (80%).Sono ammessi anche uditori a singoli corsi.Al termine del percorso viene rilasciato un Diploma di Formazione Teologica. È titolo di particolare idoneità per chi svolge il servizio di operatore pastorale

La SCUOLA DIOCESANA DI FORMAZIONE TEOLOGICA è un’esperienza partita nel 1974: è stata importante riferimento per centinaia di laici e di religiosi.Oggi, nell’ambito della Pastorale Diocesana, intende indirizzarsi soprattutto alla formazione di tutti quei cristiani impegnati attivamente nelle parocchie, nei gruppi e nelle associazioni.

L’ UOMO di oggi continua a ricercare un senso per la sua vita; l’incontro con altre culture e religioni lo fa riflettere; si pone domande radicali su Dio, sulla vita, mondo (I anno).

DIO Padre continua anche oggi ad incontrare l’uomo attraverso la persona del Figlio. La Rivelazione è il grande orizzonte di speranza che CRISTO continua a mostrare ai credenti (II anno):

LaLa CHIESA, comunità dei discepoli di Cristo animata dal suo SPIRITO, genera l’uomo alla fede e mostra al mondo il volto del RISORTO (III anno).

Gli OBIETTIVI della Scuola: educare al pensare cristiano favorire una pastorale di comunione rendere competente chi svolge un servizio pastorale incarnare la fede nella cultura del nostro tempo

La scelta dei CONTENUTI tiene conto: delle domande che il contesto sociale e culturale pone all’uomo di oggi e alla comunità cristiana del cammino della Chiesa Diocesana della riflessione teologica attuale

Le LEZIONI, formate da 4 unità orarie settimanali di 45’ ciascuna, inizieranno il 4 di Ottobre 2013 e termineranno il 6 di Giugno 2014.Il calendario completo con i giorni di iscrizione sarà consegnato all’iscrizione.

Rivolto a quanti hanno completato il triennio e a laici formati.

a)

b)

un triennio di base (con 18 corsi, 6 ogni anno, 120 ore di lezioni annuali)dei percorsi di approfondimento contemporanei al II e III anno, costituiti da 2 seminari/laboratori per anno (4 in tutto).

Con l’inizio di settembre, riaprono le iscrizioni alla SDFT

Sabato 14 settembre, inizio ore 9.30, presso la sala conve-gni dell’Abbazia della Vanga-dizza, si terrà un’importante manifestazione dedicata alla conoscenza di una malattia problematica come l’Alzhei-mer. Il convegno è un’oppor-tunità d’informazione utile per tutte le persone, oltre che per i familiari dei malati.

Il morbo di alzheimer è una patologia che, lentamente ma inesorabilmente, distrug-ge le cellule cerebrali delle persone, ha risvolti sociali ed economici notevolissimi, è in costante aumento e colpisce soggetti sempre più giovani. I familiari cercano di accudire il malato ma non riescono ad arginare né tantomeno ad im-pedire il continuo aggravarsi del loro caro e sempre si devo-no adeguare alla nuova situa-zione, accettare il progredire della malattia e la progressiva perdita della persona che co-noscevano. Contemporanea-mente subiscono anche lo stra-volgimento della vita pratica che, impiegata nella cura di un malato di Alzheimer, mai più avrà la stessa routine, gli

stessi ritmi, le stesse abitudini, anzi subiscono un isolamen-to che è sempre più grande. Tutto ciò crea nelle famiglie una serie crescente di proble-matiche difficili da gestire e, senza un’informazione ade-guata, il rischio è di peggiora-re la situazione della persona colpita oltre ad “esaurire” il familiare. Per questo motivo una “Guida”, informativa per tutti e per i Familiari degli am-malati di Alzheimer, costitui-sce un importante aiuto per la conoscenza e la gestione pra-tico-sanitario-amministrativa dell’ammalato. Nella manife-stazione di sabato verrà pre-sentata la nuova edizione del “libro-guida” che già era stato adottato dalla Regione Veneto per tutte le ASL. L’argomen-to Alzheimer è così vasto che molti Enti ed Istituzioni, in tutto il mondo, vi stanno la-vorando da anni e collaborano per ricercare soluzioni ottimali per la cura e la “gestione” del-la malattia.

Per la realizzazione della manifestazione di sabato a Ba-dia, che ha avuto il patrocinio delle provincie di Rovigo e di

Verona, han-no contribui-to: l’Assesso-rato ai Ser-vizi Sociali del Comune, l’Associazio-ne Culturale PANTA REI, il LIONS CLUB Badia Adige Po e AFMA, l’As-s o c i a z i o n e F a m i l i a r i Malati di A l z h e i m e r di Verona. Il programma della mat-tinata pre-vede un’in-troduzione dell ’Asses-sore Claudio Brusemini, la testimonian-za di un fami-liare (Giorgio Soffiantini) e la presentazione del libro-guida da parte dell’autore, la dottoressa Elisabetta Broggio, UOC di Neurologia dell’ospe-

dale Borgo Trento di Verona. Al termine l’importante libro-guida verrà omaggiato a tutte le persone intervenute.

Comune diBadia Polesine

Lions ClubBadia Adige Po

ALZHEIMER “VIVERLO INSIEME” COME GESTIRLO21a Giornata Mondiale dell’Alzheimer

BADIA POLESINESABATO

14 SETTEMBRE 2013 ORE 9.30

Sala Convegni B. Soffiantini Abbazia della Vangadizza

(accesso da piazza Vangadizza)

Associazione Culturale

Panta Rei

Badia Polesine

Nell’imminenza della 21a Giornata Mondiale dell’Alzheimer (21 settembre 2013), l’Associazione Panta Rei di Badia Polesine, il Lions Club Badia Adige Po, in collaborazione con l’Associazione Familiari Malati di Alzheimer di Verona e l’Assessorato ai Servizi Sociali di Badia Polesine propongono

unA nuovA GuidA PeR Le fAMiGLie e per un’assistenza ottimale al malato

IL LIBRO GUIDA SARà DISTRIBUITO GRATUITAMENTE AI PARTECIPANTI

La testimonianza di un familiare consentirà di capire cosa accade in una famiglia all’insorgere di una patologia in forte aumento in tuto il mondo: le difficoltà, i problemi, i servizi, le soluzioni. uno specialista presenterà i contenuti della nuova guida: l’approccio alle problematiche della malattia, la gestio-ne del paziente, le soluzioni pratiche, sanitarie, amministrative.

Sanità in Polesine

West NileConsigli per la prevenzione

È stata riscontrata la presenza di virus West Nile in un campio-namento di zanzare nel Comune di Papozze, per cui nella serata del 13 agosto, dalle 22 alle 24, è stata effettuata una disinfestazione antizanzara nei centri abitati del comune di Papozze.

Il virus West Nile, presente nella pianura padana dal 2008, può provocare una malattia infettiva acuta trasmessa dalla puntura di zanzare infette del genere Culex, che pungono prevalentemente dall’imbrunire, durante la notte e all’alba. Questo genere di zanzara è largamente diffuso in tutto il territorio regionale. L’infezione è dif-fusa in molte aree del mondo compresa l’Europa e l’Italia.

Il virus ha come serbatoio alcuni tipi di uccelli (passeriformi e corvidi). I mammiferi, tra cui il cavallo e l’uomo, sono ospiti occa-sionali e non trasmettono la malattia. È stata dimostrata la trasmis-sione tra uomo ed uomo con la trasfusione di sangue infetto. Sono state adottate dal Centro Nazionale Sangue misure di sorveglianza attiva dei donatori di sangue nelle province dove si sono verificati casi umani di West Nile anche nello scorso anno. La malattia si ma-nifesta dopo un periodo di incubazione di 3-15 gg dalla puntura della zanzara infetta. Nella maggior parte dei casi l’infezione è asin-tomatica. In alcuni casi si manifesta con sintomi simil influenzali. La forma grave, piuttosto rara, è caratterizzata da compromissione del sistema nervoso centrale e si manifesta come encefalite, meningite o meningo-encefalite. La prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. La misura di prevenzione più importante rimane la protezione individuale.

Alcune indicazioni consigliate sono: indossare preferibilmente pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto, evitare l’uso di abiti scuri, pro-fumi e dopobarba perché attraggono le zanzare; applicare lozioni repellenti sulle parti del corpo scoperte per tenere lontane le zanza-re; gli insetto-repellenti non devono essere polverizzati sul viso, né applicati sugli occhi, le labbra e le zone delicate; svuotare frequen-temente i sottovasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante.

Page 8: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

polesine

Veratica di Salara - “La festa della Madonna”Per la ricorrenza della “Madonna della Neve”, cui è dedicata

la bella chiesetta della contrada di Veratica di Salara, l’Eucaristia e la processione sono state presiedute da mons. Giancarlo Crepladi con il Vicario parrocchiale di Ficarolo ed il “veratichese doc” don Francesco Zaccarini. Sono stati assai numerosi i fedeli che hanno partecipato alle sacre funzioni, sia alla Messa che alla processione con la statua della Madonna per le strade della Contrada. Le varie associazioni di Salara assieme alla civica amministrazione, non hanno permesso che si interrompesse la tradizione! Così per due giorni hanno organizzato “la sagra” che ha permesso ai residenti di godere di due giorni di festa.Fratta S. Famiglia - NOI - Estate 2013”

Mi è pervenuto in questi giorni “NOI - Estate 2013”, il periodi-co della Casa S. Famiglia di Fratta Polesine, che è al suo 17° anno di vita. Colpisce la copertina con un pensiero di Ennio Flaiano: “Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le gira-no attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla”. L’interno con la cro-naca della vita della casa ha ottimi servizi su Papa Francesco di Fabio Furini, Paola Cirviani, Rossana Giotto, Carla Moretti. Anche in quarta di copertina vi sono disegni di Mirella Stanchi!Stienta - “Le edicole mariane”

Sette è un numero perfetto e sette sono le edicole che la par-rocchia di S. Stefano papa di Stienta in un elegante pieghevole a colori, presenta. Al pieghevole ha fatto seguito un itinerario che ha visto numerose persone farsi pellegrini, sostare, ammirare e ben conoscere quanto la pietà popolare della numerosa comunità credente ha innalzato a Maria. La Madonna di San Genesio, che è un antico affresco, custodito nell’omonima chiesa e da sempre ve-nerata, apre la serie. In una edicola in via Sabbioni è custodito un quadro della “Regina della Famiglia”. Alle Zampine è stata edi-ficata su terreno donato dalla civica amministrazione su proget-to dell’arch. Federica Framba, un “capitello” che custodisce una graziosa immagine di Maria, invocata “Madonna della Salute”, benedetta dal S.E. mons. Vescovo che la additava come “compa-gna della loro vita”. In via Stradazza, vi è una di quelle costruzio-ne che nell’Alto Polesine e nel Mantovano chiamano “maestà”. Il pilastro è stato ricostruito nel 2004 e custodisce una immagine di Maria invocata regina degli Angeli e dei Santi. Edificata di recen-te ed inaugurata il 25 maggio 2012 dall’Arciprete don Giancarlo Berti in via Vivaldi , al centro di un piccolo parco comunale, s’erge il sacello alla Madonna dell’Annunciazione che custodisce una riproduzione “robbiana” in ceramica invetriata dell’annunciazio-ne. Costruita nel 2012 ed inaugurata il 13 maggio 2013 a lato di via Eridania è collocata la costruzione in legno opera della famiglia Milani, che custodisce la statua della Madonna di Fatima. Chiude il pieghevole il sacello a Maria Regina della Pace che sorge ai con-fini tra Fiesso e Stienta edificata da G. Piva e F. Ghirelli, ed inaugu-rato nel 2013. Racchiude una statua di Maria Regina della pace ed è occasione per domandare con umile fede il dono della pace per ogni individuo e per il mondo tutto.Molinella - “In famiglia”

“In famiglia” è il foglio mensile che il parroco don Luigi Spirandelli fa giungere a tutte le famiglie della minuscola comu-nità di Molinella. Sette anni di vita che cadenzano la presenza in Molinella di Don Luigi, la sua fedeltà al servizio dei fedeli. Con il messaggio del parroco - in questo agosto “il Decalogo della Domenica” - offre il calendario delle celebrazione e degli incontri comunitari.Castelguglielmo - Per “San Gaetano”

Per la festa di San Gaetano, è uscita la pubblicazione della par-rocchia. E di San Gaetano offre un incisivo profilo che fa riflettere sulla grande santità e carità del sacerdote. E presenta anche gli orari delle celebrazioni e dei festeggiamenti che la Comunità cre-dente realizza per l’occasione. Fa la cronaca degli indovinati cam-pi scuola e presenta il profilo di Maria Bolognesi che il prossimo 7 settembre verrà beatificata.Adria Cattedrale A Lourdes: l’Anno della fede con Maria

Dal 17 al 20 settembre la parrocchia della Cattedrale organizza un Pellegrinaggio a Lourdes per vivere Con Maria l’Anno della Fede e preparare gli animi alle feste quinquennali della Madonna del Rosario che si venera nella Cattedrale e che gli adriesi chiama-no “la Madonna d’oro”. E’ ancora possibile iscriversi.

la Settimana domenica 1 settembre 2013

8

Si è conclusa la 34^ edizio-ne del Meeting di Rimini, a cui ha partecipato con un proprio stand il Comune di Rovigo, grazie allo sponsor “Ciscra” di Villanova del Ghebbo, e che ha visto come ospite per la prima volta il Comune di Rosolina con la sua Pro-Loco.

Positivo il bilancio dei sette giorni di Meeting, grazie an-che alla collaborazione instan-cabile dei due dipendenti del Comune, Stefania Sgardiolo e Gianfranco Vigato, che han-no intrattenuto le migliaia di persone che si sono fermate allo stand per chiedere infor-mazioni e prendere materiale turistico, andato letteralmente a ruba, delle bellezze artistiche di Rovigo, di Rosolina, del no-stro Delta e delle località del Polesine. Negli ultimi giorni di Meeting da segnalare la vi-sita allo stand dei “Centri gio-vanili Don Mazzi” da parte del Presidente del Consiglio comunale Paolo Avezzù, assie-me all’Europarlamentare on. Antonio Cancian, accolti dal nipote di Don Mazzi, Giovanni Mazzi, e dalla responsabile pub-bliche relazioni Nadia Puttini, che hanno loro illustrato l’ope-ra della Fondazione “Exodus” nel campo della prevenzione della devianza giovanile, met-tendo in pratica il motto “una tremenda voglia di vivere” ed incontrando i giovani in diffi-coltà attraverso le loro passioni. Cancian ed Avezzù si sono poi recati a sottoscrivere la petizio-ne lanciata al Meeting contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo, che ha visto come pri-mo firmatario il Presidente del Consiglio Letta, e, tra gli altri, il suo vice Alfano, i ministri Lupi, Zanonato e Mauro. I numeri del Meeting 2013 sono: 800 mila presenze da 70 paesi del mon-do, l’opera instancabile degli

oltre 3.600 volontari, 100 incon-tri, 5 grandi mostre, tra le quali le più visitate quelle sull’Euro-pa e sullo scrittore Chesterton, 23 spettacoli. Ma il fatto che più ha stupito, ancora una vol-ta, è che le migliaia di persone che sono venute al Meeting non lo hanno fatto per partecipare a un rito di fine estate, ma per cercare risposte alla urgenza del vivere, alla domanda: come si fa a vivere? Il più bel com-mento sentito al Meeting?

Quello dell’editorialista politico del Corriere della Sera Antonio Polito, con una storia di sinistra sulle spalle, che ha affermato: “Il Meeting mi piace perché non chiede alla gente da che parte sta, ma chi è. Per questo il Meeting, se lo conosci, lo frequen-ti!”.

Domenica 18 agosto, nel giorno in cui il Presidente del Consiglio Enrico Letta è sta-to protagonista al Meeting di Rimini, applaudito per la sua promessa di seppellire il Porcellum ad ottobre, resti-tuendo ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresen-tanti, e per il suo invito al Paese “ad avere fiducia per uscire dal-la crisi”, ha iniziato la propria avventura anche lo stand del Comune di Rovigo, che mette in mostra le eccellenze della cit-tà, dalla Pinacoteca di Palazzo Roverella, con la anticipazione della mostra 2014 “L’ossessione nordica: Boecklin, Klimt, Munch e la pittura italiana”, fino al Museo dei Grandi Fiumi ed alla Chiesa della Rotonda. Mercoledì al Meeting approda anche il Comune di Rosolina, che assieme alla Pro-Loco, con vini offerti dalla Cantina Ricchi di Monzambano(Mn), allestirà una degustazione di cozze e vongole del Delta del Po. E sem-pre domenica il Presidente del Consiglio comunale di Rovigo,

Paolo Avezzù, assiduo frequen-tatore del Meeting fin dalla pri-ma edizione, è stato presente allo stand di Rovigo, incon-trando, tra gli altri, un amico di vecchia data, il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, a cui ha strappato l’impegno di venire quanto prima in visita a Rovigo ed in Polesine.

EUROPA E GOVERNO ALLO STAND DI ROVIGO

Visite eccellenti allo stand di Rovigo al Meeting di Rimini nella giornata di giovedì 22 agosto. Accolti dal Presidente del Consiglio comunale Paolo Avezzù e dall’Assessore Stefano Bellinazzi con il con-sigliere Michele Martinello, si sono fermati a visitare lo stand di Rovigo il Vice-Presidente del

Consiglio on. Angelino Alfano, vecchia conoscenza di Avezzù e del Meeting, e l’Europar-lamentare Antonio Cancian. Nella stessa giornata Alfano ha partecipato ad una interessante tavola-rotonda sulla situazione delle carceri in Italia, questio-ne più che mai attuale anche a Rovigo, mentre Cancian è stato presente al pranzo dei politici di Rete Popolare, nell’auspicio di una ricomposizione dell’area moderata, in prospettiva delle elezioni europee 2014, nell’ot-tica del Partito popolare euro-peo.

Nelle foto: Lo stand di Rovigo (sopra). Il Presidente del Consiglio comunale Avezzù, con gli amici Capuzzo e Garzon, assieme al Ministro Maurizio Lupi (sotto)

‘L’uomo, la bellezza, il la-voro. I volti, le storie, le realiz-zazioni di un’Italia viva’ titola lo stand di fronte a quello del

Comune di Rovigo e quest’ul-timo è stato presenza attiva nel far conoscere ai numerosissimi visitatori oltre a storia e tradi-

zioni antiche anche le eccellenze gastronomiche del Delta. Si è svolta, infatti allo stand ‘Rovigo città d’arte’ presente al Meeting

di Rimini la degu-stazione gratuita di vongole del Delta del Po, offerti da Comune e Pro loco di Rosolina, produ-zione dei Consorzi Delta Nord, Po di Maistra e Almeca di Rosolina.

Un quintale e mezzo di vongole distribuite a oltre seicento persone che hanno letteralmen-te affollato lo stand di Rovigo, il tutto innaffiato dai vini

bianchi della Cantina Ricchi di Monzambano (Mn).

Sommelier d’eccezione è stato Paolo Massobrio, enoga-stronomo, presidente del Club Papillon e volto noto in rubriche gastronomiche televisive.

Nell’ insolita veste di “ca-merieri per caso” il vicesindaco di Rosolina Daniele Grossato ed il presidente del Consiglio Comunale di Rovigo Paolo Avezzù, che hanno lavorato senza sosta, aiutati dai propri collaboratori, per soddisfare i visitatori che letteralmente asse-diavano lo stand di Rovigo.

E’ andato a ruba anche il materiale turistico del Delta e di Rosolina oltre a quello sulle bel-lezze artistiche di Rovigo.

Stefania Sgardiolo

“Verso le periferie del mondo e dell’esi-stenza. Il destino non ha lasciato solo l’uo-mo”: è questo il titolo della XXXV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli che si terrà a Rimini dal 24 al 30 agosto 2014. È quanto si legge nel comunicato finale dell’edizione 2013 del Meeting di Rimini che si chiude oggi nella città romagnola e che ha visto una presenza di 800 mila per-sone, di 70 Paesi diversi, che hanno affolla-to i padiglioni della Fiera, partecipando a oltre 100 incontri e 23 spettacoli, visitando 5 grandi mostre e 7 esposizioni “Uomini all’opera”. “Persone - si legge nel comu-nicato - che non sono venute a Rimini per partecipare a un rito di fine estate, ma per

cercare risposta all’urgenza del vivere, alla domanda: come si fa a vivere?”.

“Questi giorni sono stati un’occasione per andare ‘incontro a tutti, senza aspetta-re che siano gli altri a cercarci!’. Le miriadi di incontri pubblici e personali hanno mo-strato quanto il Meeting non abbia paura dell’altro e della diversità, qualunque essa sia − religiosa, etnica, culturale, ideologica −, e come il suo scopo sia quello di incontra-re chiunque considerato come un bene per se stessi”. Il messaggio di Papa Francesco “ci ha accompagnato lungo tutta la settima-na come giudizio sulla situazione dramma-tica dell’uomo contemporaneo e come indi-cazione della strada da percorrere”, ovvero

“restituire l’uomo a se stesso, alla sua altis-sima dignità, all’unicità e preziosità di ogni esistenza umana dal concepimento fino al termine naturale”.

“Al termine del Meeting - si legge ancora nel comunicato finale - torniamo nei nostri Paesi e nelle nostre città con una consape-volezza maggiore dell’emergenza uomo e col desiderio di offrire la nostra esperienza, sempre correggibile, certi che la strada per una ripresa a tutti i livelli è solo in ‘un even-to reale nella vita dell’uomo’. Vogliamo con-tinuare a incontrare chiunque, consapevoli che finché non porteremo Gesù agli uomini avremo fatto per loro sempre troppo poco e che l’uomo è la via della Chiesa”.

Meeting Rimini

“VERSO LE PERIFERIE DEL MONDO...”E’ il tema della edizione del 2014

Concluso il 34° Meeting di Rimini

800 mila presenzeSuccesso per lo stand del Comune di Rovigo

Allo stand del Comune di Rovigo al Meeting di Rimini

Prodotti tipici offerti da Comune e Pro loco di Rosolina

Maltempo in Polesine

Agricoltura devastataProcedono i sopralluoghi

Ha causato una devastazione vasta e pesante il fortunale che ha colpito il giorno prima di ferragosto i Comuni del Medio e Alto Polesine. Le strutture regionali dell’agricoltura hanno ini-ziato i sopralluoghi e la verifica dei danni e il 16 agosto si è recato nei territori colpiti lo stesso direttore di Avepa Fabrizio Stella, che ha visitato assieme ai rappresentanti delle organizzazioni profes-sionali frutteti, orti, campi, stalle e aziende agricole di Giaccia-no con Baruchella, Canda, Badia, Lendinara, riscontrando una situazione gravissima. Pioggia, tromba d’aria e grandine hanno risparmiato ben poco in una zona molto ampia. “Da una prima sommaria analisi, ci troviamo di fronte ad un fenomeno che non solo penalizzerà i raccolti per questa annata agraria – ha commentato Stel-la – con tantissimi ettari il cui raccolto è stato compromesso, ma nei frutteti ad esempio ci sono piante rovinate che andranno sostituite, con penalizzazioni economiche anche per le annate future. Il tutto in un’area che ha subito lo scorso anno gli effetti della siccità, a maggio quelli della sovrabbondanza di piogge e ora un’ondata di maltempo ferragostano davvero con pochi precedenti analoghi”. L’invito, in ogni caso, è quel-lo di procedere alla individuazione e segnalazione di ogni dan-no, per poter attivare con la massima celerità tutti i meccanismi di supporto utilizzabili in caso di avversità eccezionali. Certo che l’area interessata è davvero molto ampia.

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9la Settimanadomenica 1 settembre 2013 speciale

«Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo» ci ricorda l’Ecclesiaste, così è ormai arriva-to il tempo della solenne Beati-ficazione della Venerabile Serva di Dio Maria Bolognesi; ma il linguaggio quasi disincantato di Qoèlet ben poco si addice alla preparazione di questo evento.

Il Comitato Organizzatore della Beatificazione, presieduto da S.E. mons. Lucio Soravito, si è rimboccato le maniche e in po-chi mesi – solo a maggio è stata comunicata dal Papa la data di sabato 7 settembre – ha messo in moto quella che si può definire una vera e propria macchina or-ganizzativa.

Nulla, infatti, può essere la-sciato al caso affinché nessuna mosca morta guasti l’unguen-to del profumiere (Qo 10,1); si è cercato di dare la precedenza alle persone anziane e in pochi giorni i pass per i posti a sedere sono terminati.

Nell’aria è ormai palpabile la comprensibile emozione per chi ha donato il suo tempo – estivo – e il suo impegno, in modo che la Beatificazione di Maria Bolo-gnesi abbia il risalto che merita.

A tal proposito abbiamo in-contrato l’indaffaratissimo don Diego Pisani, responsabile li-turgico e gli abbiamo posto alcu-ne domande.

Sabato 7 settembre è or-mai alla porte: può darci qualche ragguaglio dell’ulti-ma ora?

A pochi giorni dalla so-lenne Beatificazione della Venerabile Serva di Dio Ma-ria Bolognesi, il mio cuore è colmo di gioia e di emozione; realmente la prossima Beata è un segno per nostra Diocesi: ci insegna che la santità non è un lusso per pochi, ma una possibilità, anzi, una vocazio-ne per tutti realizzabile nel vivere quotidiano.

La Celebrazione del 7 set-tembre - che sarà preceduta da due veglie diocesane di preghiera in S. Francesco a Rovigo il 30 agosto e il 6 set-tembre, da un incontro aperto al mondo laico il 3 settembre

in Accademia dei Concordi e da diverse veglie di preghiera nel vari Vicariati della Diocesi – sarà un evento spirituale di grande portata per la nostra Chiesa diocesana.

In queste ultime settima-ne i preparativi fervono e le persone coinvolte sono mol-te: dovremo affrontare molte questioni logistiche inerenti la sicurezza, l’ordine pubbli-co e, ovviamente, un sereno e solenne svolgimento della Celebrazione liturgica at-torno alla quale ruota tutto l’evento.

Mi piace sottolineare che molte sono le componenti laiche e civili coinvolte, molte le persone che hanno offerto e continuano ad offrire sup-porto tecnico e professionale per rendere la Messa di Bea-tificazione bella e partecipata: dal predisporre tutto l’arredo concreto (palco, luci, impian-to audio, sedie, tavoli, ecc…) al gestire tutta la parte litur-gico celebrativa (canto, musi-ca, ministeri liturgici, ecc…); dal garantire una adeguata sistemazione per tutti coloro che vorranno essere presenti al tutelare la sicurezza di cia-scuno, specialmente di coloro che sono fisicamente svan-taggiati.

Molte associazioni di vo-lontariato laiche e molte as-sociazioni ecclesiali hanno dato una generosa e concreta disponibilità affinché tutto si possa svolgere con serenità e ordine; e le istituzioni pub-bliche non hanno fatto man-care il loro prezioso apporto sia nei suggerimenti e nelle proposte operative, sia nella realizzazione di tutto quanto sarà necessario per la Cele-brazione: ovviamente non è questa la sede per nomina-re tutti e singoli coloro che stanno lavorando; al termine dell’Evento ci sarà modo di ringraziare pubblicamente tutte queste persone.

La diocesi di Adria-Rovi-go si appresta, dunque, a vi-vere un momento di portata storica. Come si svolgerà la

liturgia?Piazza XX settembre, che

porta il nome del ricordo di un giorno difficile per i rap-porti tra lo Stato laico e la Chiesa, diventa per Rovigo una Cattedrale a cielo aper-to, luogo in cui viene affer-mata con decisione la realtà viva della Chiesa inserita nel mondo, che cammina con gli uomini, che ha da offrire al mondo dei modelli alti di uo-mini e donne che sono buoni cristiani, e quindi onesti citta-dini, corresponsabili del bene comune.

Come già detto, cuore di tutto l’Evento è la Messa, durante la quale il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della congregazione delle Cause dei Santi, leggerà, su man-dato del Pontefice, la Lettera Apostolica con cui il Papa iscrive nell’albo dei Beati Maria Bolognesi; al termine della lettura, in lingua latina, verrà svelato l’arazzo raffigu-rante la nuova Beata e Marco - il bimbo guarito per inter-cessione di Maria Bolognesi quando aveva due anni ed oggi bravo giovane che si sta preparando al sacerdozio nel Seminario di Vicenza - porte-rà nei pressi dell’altare la Re-liquia di Maria Bolognesi.

Al termine della Messa, i Vescovi presenti, tutti i parro-ci della Diocesi e i presbiteri concelebranti che ne faranno richiesta, riceveranno una Reliquia autenticata ex ossibus della Beata; nei prossimi mesi poi, mons. Vescovo porterà una preziosa ed insigne Reli-quia in dono al Papa.

Sempre al termine della celebrazione i presbiteri po-tranno avere una copia della Messa propria della Beata Maria Bolognesi (Orazioni e Letture) approvata nelle scor-se settimane della Congrega-zione per il Culto divino e la disciplina del Sacramenti: è la Messa celebrata per la prima volta nel corso della Beatificazione dal Cardinale Angelo Amato; sul libretto liturgico che tutti potranno utilizzare per partecipare

alla Celebrazione sono riportati nell’ultima parte i testi propri per la Liturgia delle Ore, an-che quelli recentemente approvati.

Allora nel calenda-rio liturgico, della no-stra diocesi, ci sarà una nuova “festa”?

La Lettera Apostolica di Papa Francesco stabi-lisce che la festa liturgica annuale della Beata Ma-ria Bolognesi si celebri nei luoghi e secondo le regole stabilite dal dirit-to il 30 gennaio, giorno in cui Maria Bolognesi ha terminato la sua gior-nata terrena ed è nata al cielo; Mons. Vescovo ha recentemente stabilito che in Diocesi sia Me-moria obbligatoria e a Bosaro Festa.

Ricordiamo che vi-sitando il sito www.be-atamariabolognesi.it è possibile avere tutte le informazioni necessarie riguardo alla Beatifica-zione.

È arrivato il momen-to della gioia: «Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’ango-lo» (Sal 118,21-22).

LudovicaMazzuccato

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Sabato 7 Settembre 2013 ore 10.30Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariSticae beatificazionepresiedute dal Signor Cardinale Angelo AmAtoPrefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

BEATIFICAzIonEdella�ServadiDio

mArIABolognESI

AVVISo SACRo

INFO: [email protected]

Cell. 328.7584950

A pochi giorni dalla Beatificazione di Maria Bolognesi

E’ arrivato il momento della gioiaAlcuni aggiornamenti dal Responsabile liturgico, don Diego Pisani

Intervista al Vescovo Lucio

Maria Bolognesi sarà proclamata BeataA Rovigo sabato 7 settembre 2013

La Chiesa di Adria-Rovigo sta vivendo l’ultimo tratto di cammi-no che prepara il grande evento: la beatificazione di Maria Bolognesi.

Questa laica polesana verrà proclamata Beata sabato 7 settembre 2013 a Rovigo, in Piazza XX settem-bre, dove sorge da cinque secoli il Tempio cittadino de La Rotonda.

R i f l e t t e n d o , possiamo intrav-vedere anche nel-la scelta di questo luogo un suo si-gnificato spirituale ed evangelico che si lega alla figura e alla vita della Beata Maria Bolognesi.

La Rotonda è tempio cittadino, s’è detto; non è parrocchia e custodisce una grande ric-chezza d’arte e di fede. Nel tempio da secoli si venera un’antica immagine dal titolo “Madonna del Soccorso”.

Maria Bolognesi ha ani-mato la sua vita e la sua quotidianità prestando ogni giorno soccorso ai fratelli più bisognosi.

In preparazione al gran-de evento abbiamo rivolto al Vescovo Lucio alcune do-mande.

D - Eccellenza, a pochi giorni dal grande evento, la beatificazione di Maria Bolognesi, la Chiesa di Adria-Rovigo come si sta preparando a vivere que-sto evento?R - Non appena rice-

vuta la notizia - a fine maggio - che il Santo Padre Francesco aveva apposto la sua firma al decreto che portava la nostra concittadina polesana Maria Bolo-gnesi ad essere ufficial-mente dichiarata beata e dopo aver concordato con la Congregazione del-le Cause dei Santi la proce-dura da seguire per la cele-brazione, ho rivolto l’invito a tutti i sacerdoti della Diocesi ad avviare un cammino da realizzare nelle diverse par-rocchie, gruppi, movimenti ed associazioni, per un’ade-guata preparazione a questo evento e per conoscere la fi-gura della futura beata.

D - Quali sono i punti più significativi da lei segna-lati ?R - Anzitutto meditare

sui tratti più significativi del-la vita di Maria Bolognesi e questo attraverso la parteci-pazione alle diverse veglie di preghiera nelle vicarie e in diocesi.

In particolare due Veglie di preghiera diocesane, una venerdì 30 agosto e l’altra ve-nerdì 6 settembre, alle ore 21, si terranno nella chiesa di san Francesco a Rovigo. Natu-ralmente l’invito è rivolto ai sacerdoti e ai fedeli laici, per-ché siano numerosi in questi momenti di preghiera e poi

nella celebrazione di beatifi-cazione.

D - Eccellenza, che cosa rappresenta questo gran-de evento per la Chiesa di Adria-Rovigo, avendo presente che stiamo cele-brando l’Anno della fede?R - Sappiamo che Maria

Bolognesi ha testimoniato in maniera molto forte la sua fede. Nel segnalare ai sacer-doti e alla diocesi gli aspetti più significativi della spiri-tualità della futura beata, ho sottolineato quanto è stato se-gnalato dal Postulatore Padre Raffaele Talmelli.

D - Quali sono i tratti più significativi?R - Anzitutto un rappor-

to di comunione profonda con Dio, un amore che non si esprime solo in un atto di fiducia verso Dio, ma anche in un atto di amore verso i poveri e i malati. Maria Bo-lognesi ha sempre cercato di comprendere quello che Dio le chiedeva proprio attra-verso gli eventi quotidiani. Ha sempre dimostrato un grande amore per la Chiesa riconosciuta come “madre e maestra”.

Amava ripetere che con la Chiesa come Maestra si può anche discutere, ma non si può mai smettere di amare la Chiesa come Madre. Ha nutrito una grande fede nella presenza di Dio in ogni avve-nimento della vita; ha sempre guardato agli eventi quoti-diani con l’occhio della fede.

Diceva ancora che chi non ha Dio per Padre non può avere la Chiesa per madre.

Dobbiamo poi riconoscere il suo amore verso i sa-cerdoti; ha aiutato quelli anziani o poveri o malati, al punto di sacrificare la sua vita e le sue sofferenze per la santificazione dei sacerdoti. Maria era profondamente convita che il fu-turo della Chiesa è strettamente legato alla santità dei sa-cerdoti.

La futura bea-ta ha manifestato sempre un grande amore anche per i poveri e i malati, dedicando la sua vita agli ultimi e of-frendo al Signore la

sua vita segnata pesantemen-te da varie malattie; tanto è vero che lei, oltre che curare i malati, sapeva farsi cari-co delle malattie dei fratelli. Così ha svolto un autentico apostolato della sofferenza offerta, vissuta in una ottica di generosa partecipazione alla passione di Cristo. Tanto è vero che le sue esperienze mistiche le permisero di vive-re una profonda capacità di scorgere il volto del Redento-re in tanti fratelli segnati dal-la croce della sofferenza.

D - Maria Bolognesi era una donna laica; cosa dire di questo aspetto?R - Certamente era una

laica, ma penso che abbia sa-puto offrire la sua vita al Si-

gnore, vivendo da cristia-na totalmente donata a Dio, vivendo nel mondo con un suo stile di vita umile, semplice, nasco-sto. In questo modo ha voluto esprimere la sua totale consacrazio-ne a Dio, anche se non

faceva parte di nessuna congregazione religiosa.

D - La Chiesa di Adria-Rovigo deve essere orgo-gliosa di questa sua bea-ta?R - Maria è una autenti-

ca polesana, nata, cresciuta e vissuta sempre in questa nostra terra; ed è proprio in questa terra che Maria ha vissuto un rapporto straordi-nario con il Signore, rapporto che lei ha poi saputo manife-stare verso le persone povere e ammalate.

D - L’invito allora è alla gioia per questa beatifica-zione?R - Quando veneriamo i

Santi, non lo facciamo solo per applaudire le loro virtù o per domandare aiuto, interces-sione, ma lo facciamo anche per lasciarci provocare dalla loro testimonianza di santi-tà, per camminare anche noi lungo questa strada, per ma-turare un profondo rapporto con Dio, che poi si traduce concretamente nell’amore al prossimo.

Ciascuno di noi è chiama-to a testimoniare la sua fede il Dio e il suo amore al prossi-mo nella sua propria realtà: là dove vive, dove studia, dove lavora, dove si vive il suo matrimonio, là dove incontra fratelli e sorelle che si sono al-lontanati dal Signore o non lo hanno mai incontrato.

a cura di Settimio Rigolin

Radio Kolbe91.2 e 94.5

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10 la Settimana domenica 1 settembre 2013speciale

Mons. Giordano Caberletti, sacerdote del presbiterio diocesa-no, già Cancelliere Ve-scovile e responsabile di altre importanti re-altà in seno alla Chiesa diocesana, attualmente Prelato Uditore pres-so la Rota Romana, ha avuto modo di seguire da vicino tutta la realtà di vita di Maria Bolo-gnesi, in quanto il Ve-scovo mons. Giovanni Sartori, dando avvio al processo di Beatifica-zione di Maria, affidò a don Giordano il deli-cato incarico di Teologo censore, quindi di leg-gere e verificare tutto il materiale raccolto, necessario affinché il Vescovo potesse dare il via al processo. Gli abbiamo posto alcune domande.

D - Monsignore ci parli del suo “incontro” con la futura beata? R - Durante il mio servi-

zio di Cancelliere Vescovile si rivolse a me il prof. don Aldo Balduin per informarsi sulla procedura per avviare una possibile causa di beati-ficazione di Maria Bolognesi, prima di tutto ho chiarito al prof Balduin, verso il quale io conservo una perenne stima e ammirazione, che ogni fedele cristiano ha il diritto di farsi attore per una causa di beati-ficazione.

Naturalmente spetta al Vescovo diocesano accoglie-re la domanda. Indicai come possibile postulatore mons. Rolando Zera, sacerdote di Verona, in quel tempo con-sultore della Congregazione per le cause dei santi. A mons. Zera subentrò poi padre Tito Sartori, dell’Ordine dei Servi di Maria. Il Vescovo mons. Sartori mi nominò Teologo censore degli scritti di Maria Bolognesi, il mio compito fu quello di leggere le centinaia di cartelle dattiloscritte che il Centro Studi Maria Bolognesi aveva compilato.

D - Cosa emerse da que-sta sua lettura?R - Leggendo la sintesi

biografica scritta con molta competenza dal dottor Pierlu-igi Bagatin ho dovuto consta-tare che le cartelle dattiloscrit-te erano milleottocento. Da questa prima lettura rimasi molto colpito dall’aspetto so-ciologico, da questo spaccato sulla vita del Polesine, le nu-merose famiglie che vivevano una indescrivibile povertà , la miseria di questa nostra terra negli anni trenta - quaranta. Questa realtà è ben descritta

anche nel primo capitolo del libro su Giacomo Matteotti del prof. Giampaolo Romana-to che ci riporta nel dramma della povertà del Polesine alla fine dell’ottocento.

Dalla lettura del diario della Bolognesi ho capito che la situazione per molte fami-glie non era cambiata, mi col-pì questa grande miseria ma-teriale e morale. Maria descri-ve con semplicità come era la situazione della sua famiglia e nello stesso tempo fa vedere anche quanto lei era ancorata a questo dramma della pover-tà alla sua fede.

D - Ci furono altri aspetti che emersero da questa sua lettura?R - Fui colpito da un se-

condo aspetto che io chiame-rei “cristologico”, perché Ma-ria si è identificata con il Gesù sofferente, nell’orto degli ulivi e sulla croce. In particolare l’immagine dell’Ecce Homo.

Quando giunse alla guida della Diocesi il Vescovo mons. Martino Gomiero questi di nuovo mi affidò l’incarico di Censore Teologo degli scritti riguardanti Maria.

D - E da questa seconda lettura cosa emerse?R - Questa seconda lettura

fu più approfondita. Avver-tivo forte la responsabilità di consegnare al Vescovo un giu-dizio oggettivo riguardo agli scritti di Maria; mi colpirono in modo particolare gli aspetti psicologici della sua persona-lità. Al riguardo io ho scrit-to il mio voto, naturalmente sono tenuto al segreto e non vado oltre. Sappiamo che la Chiesa sempre è chiamata ad esaminare l’autenticità di de-terminate situazioni ed even-

ti, soprattutto quando riguardano persone che manifestano aspetti mi-stici. Fu avviata ufficial-mente la fase diocesana della causa di beatifica-zione e io fui nominato Promotore della fede, e quindi sono stato pre-sente all’apertura del processo diocesano e ad alcune sessioni per l’ascolto dei testimoni. In seguito fui trasferito a Roma e cosi ho lascia-to questo mio ruolo.D - Una osservazio-ne ricorrente riguarda l’incomprensione ver-so la futura beata. Di questo aspetto cosa ci può dire?

R - Un tema indub-biamente delicato quel-lo delle incomprensio-ni, Maria incompresa e anche perseguitata in particolare dai sacerdoti diocesani. Questo è un aspetto che si è presen-

tato fin dal momento dell’av-vio della causa di beatifica-zione, in particolare si parlò in modo generico di sacerdoti che perseguitarono la futura beata, personalmente tramite una lettera ho espresso la mia risposta e il mio pensiero ver-so chi aveva pubblicamente denigrato il nostro clero.

Gesù ci insegna che ognu-no di noi può essere perse-guitato, se poi leggiamo le biografie dei santi incontria-mo moltissime situazioni di incomprensione, e ancora una volta la prudenza della Chiesa è d’obbligo che sempre deve esaminare l’autenticità di tali comportamento, basti ricor-dare un grande del pensiero filosofico e teologico, Anto-nio Rosmini; i suoi scritti fu-rono messi all’indice, oggi la Chiesa ha dichiarato Rosmini beato, pensiamo a san Luigi Guanella, che nel realizzare la sua Opera di carità non ebbe certamente vita facile, solo per fare qualche nome. Pertanto nessuna meraviglia se la fu-tura Beata Maria Bolognesi ha incontrato nella sua vita delle difficoltà, anche perché a lei si attribuivano dei fenomeni molto particolari, di carattere “mistico”, eventi che non pos-sono essere accettati imme-diatamente.

D - Riguardo a questo aspetto cosa ancora pos-siamo aggiungere?R - Di fronte a questi fe-

nomeni non si poteva non essere prudenti e forse anche diffidenti. Non è vero che i sa-cerdoti abbiano perseguitato la Bolognesi, basti pensare che due preti del clero diocesano hanno difeso Maria durante il processo civile in cui la si

accusava di autolesionismo, i due presbiteri erano: l’ar-ciprete di Crespino, mons. Armando Tenani e il vicario parrocchiale di Crespino don Bassiano Paiato. Da aggiun-gere che il Vescovo diocesano di quel tempo mons. Guido Maria Mazzocco di fronte a questi fenomeni di cui la gen-te parlava assunse certamente un atteggiamento di estrema prudenza, ma nello stesso tempo fu molto paterno per-ché affidò Maria Bolognesi a grandi figure di presbiteri dio-cesani, per dottrina e santità di vita, scelti nelle persone di don Rodolfo Barbieri, mons. Adelino Marega e il prof. don Aldo Balduin.

Mons. Alberio Gabrielli, nostro carissimo sacerdote, conservava una bella amicizia con Maria Bolognesi; mi rac-contava che in preparazione al Natale insieme confeziona-vano il presepe. Mons. Albe-rino mi ha sempre parlato di Maria come di una persona equilibrata, felice, che amava la vita, spontanea, naturale, che non presentava nulla di strano nella sua personalità.

D - Ora siamo giunti alla Beatificazione di Ma-ria Bolognesi pertanto l’interrogativo riguardo all’oggi, di questo cosa dire?R - Ritengo che per tutti

vi sia bisogno di una purifi-cazione da ogni animosità, in eccesso e in difetto una specie di riconciliazione con la me-moria di Maria Bolognesi e i fatti che la riguardano. Oggi Maria Bolognesi è innalzata agli onori degli altari quindi il nostro primo atteggiamento deve essere di obbedienza alla Chiesa che con tutta la sua au-torità ha dichiarato, prima di tutto che Maria ha praticato le virtù evangeliche in modo eroico ed ha riconosciuto il miracolo ottenuto per mezzo della sua intercessione, per-ché non dimentichiamo mai che è sempre il Signore che compie i miracoli. Credo che su questo punto bisogna dif-fondere molta chiarezza che è l’obbedienza alla Chiesa. L’al-tro atteggiamento è quello che ci suggerisce il nostro Vescovo Lucio, ed è la gioia perché ef-fettivamente Maria Bolognesi è Beata, ed è la prima Beata, dopo Maria Chiara Nanetti, che è nata e sempre e sol-tanto vissuta nella nostra D i o c e s i , allora non p o s s i a -mo non s e g u i r e il nostro P a s t o r e ,

gioire e ringraziare perché una donna polesana è ora Beata.

D - E’ questa la via della santità?R - E’ tanto bello vedere

come alla fine dopo tutte la strade contorte, le incompren-sioni la vera santità emerge sempre ed è per questo che anche noi dobbiamo cantare il Magnificat per la santità di Maria Bolognesi.

D - Personalmente cosa sente di poter dire di que-sta donna, futura beata?R - Personalmente sono

stato molto aiutato dall’inter-vista che il nostro settimanale ha realizzato con una persona che io stimo molto, mamma di due carissimi amici, la prof. Mariemma Garbato, per il suo equilibrio, lei che aveva cono-sciuto molto da vicino Maria Bolognesi, in questa sua testi-

monianza ci offre im-portanti suggeri-

menti a questa serenità.

D - Come custodire e diffon-dere la m e m o -ria verso q u e s t a beata?

R - Ora l’interroga-

tivo è come custodire la

memoria di Ma-ria; certamente gli

amici del Centro Maria Bolognesi avranno il proget-to di proseguire il cammino affinché Maria sia dichiarata santa. Ma credo che nel frat-tempo per custodire la sua memoria, oltre agli scritti sempre interessanti pubbli-cati su “Finestre Aperte”, sia necessario approfondire al-cuni aspetti; anzitutto quella che io chiamerei spiritualità gezemanica. Maria Bologne-si viveva la passione di Gesù in particolare la solitudine di Gesù nell’Orto del Gezemani, quindi favorire questa spiri-

tualità di partecipazione alla solitudine di Gesù, gli apo-stoli lo hanno lasciato solo in quel momento di combatti-mento, una spiritualità che non è autolesionistica ma un partecipare alla passione di Gesù per la resurrezione. Poi condividere anche la passione dei crocefissi di oggi. Maria Bolognesi, così risulta, si de-dicava agli ammalati, ai più poveri. Ecco, una vera de-vozione verso di lei non può non essere anche passione per i più poveri. Mi piace molto quanto scrive Papa Francesco nella Enciclica Lumen Fidei e cioè che i sofferenti sono me-diatori di luce, ecco che anche Maria Bolognesi ci dovrebbe condurre a scorgere oggi in ogni fratello e sorella sofferen-te dei mediatori di luce.

La prof Mariaemma sug-gerisce quella che fu una idea della Bolognesi, una casa di accoglienza per coloro che dimessi dall’ospedale non possono trovare assistenza in famiglia, e questa sarebbe una bella iniziativa.

D - Monsignore, possia-mo dire una parola ri-guardo alla femminilità di Maria?R - Papa Francesco parla

con coraggio del posto del-la donna nella Chiesa ed in-coraggia una Teologia della donna. Mi sembra quella del-la femminilità di Maria Bolo-gnesi un tema sicuramente da investigare; lei, una contadina molto rude, e nel suo diario si tocca con mano questa realtà, era nello stesso tempo una donna animata da grande te-nerezza per i bambini, per le persone amiche, per le fami-glie, per i poveri.

D - Quale augurio da que-sto grande evento?R - Mi auguro che la be-

atificazione di Maria sia un grande evento che arricchisca la nostra Chiesa e le dia quella spinta necessaria per un cam-mino più autentico nella fede.

Settimio Rigolin

Intervista a mons. Giordano Caberletti

Maria Bolognesi: un cuore ricco di fede in Dioe di amore alla Chiesa e ai poveri

Si formò sotto la guida di santi sacerdoti della diocesi

Page 11: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

11la Settimanadomenica 1 settembre 2013 speciale

ITINERARIO DAL PARCHEGGIO IN SEMINARIO

ALLA CHIESA DELLA ROTONDA

USCENDO DAL CANCELLO DEL SEMINARIO DIOCESANO IN VIA SICHIROLLO, SI PERCORRE A PIEDI VIA SICHIROLLO CONTROMANO, QUINDI SI PROSEGUE PER VIA SPERONI. NON APPENA OLTREPASSATA PORTA AUGUSTINA SI GIRA A DESTRA RISALENDO VIA PIGHIN.SI ATTRAVERSA CORSO DEL POPOLO E CI SI PORTA IN PIAZZA MERLIN; SI GIRA A SINISTRA PER VIA X LUGLIO. SI GIUNGE IN PIAZZA GARIBALDI E SI GIRA A DESTRA VERSO LA CHIESA DI SAN FRANCESCO, DAVANTI ALLA QUALE SI GIRA A SINISTRA E SI PERCORRE TUTTA LA VIA IV NOVEMBRE AL TERMINE DELLA QUALE SI GIUNGE IN ROTONDA

La disposizione in Piazza XX settembre

DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Sabato 7 Settembre 2013 ore 10.30Rovigo - Piazza XX Settembre

celebrazione eucariSticae beatificazionepresiedute dal Signor Cardinale Angelo AmAtoPrefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

BEATIFICAzIonEdella�ServadiDio

mArIABolognESI

AVVISo SACRo

INFO: [email protected]

Cell. 328.7584950

Avviso alle Religiose e ai Religiosip Le Religiose e i Religiosi possono ritirare il pass in Curia dal 2 al 4 settembre 2013 e sono

pregati, nella mattinata del 7 settembre 2013, di occupare il posto a loro riservato non oltre le ore 10.00.

p I presbiteri concelebranti potranno accedere a La Rotonda dalle ore 9.00 per indossare le vesti sacre, sono pregati di arrivare non oltre le 9.45; porteranno con sé camice e stola bianca.

p I diaconi che hanno dato disponibilità per il servizio liturgico (portando con se camice e stola bianca) vorranno trovarsi in Rotonda entro le ore 9.30; i seminaristi (in veste e cotta o in alba) arriveranno in Rotonda entro le ore 8.30.

L’accesso per i presbiteri, i diaconi e i seminaristi è previsto da via IV novembre.

Si ringraziano tutti gli interessati per la cordiale collaborazione.

Avviso a tutti i fedelip L'accesso per tutti i fedeli sarà da via Silvestri; l'ingresso

in Piazza XX settembre sarà possibile dalle ore 8.00; gli Scuot e i Volontari faranno accedere ai vari settori per i posti a sedere le persone provviste di PASS; chi non ha il pass potrà comunque partecipare nei settori riservati ai posti in piedi.

p I disabili, accompagnati dai volontari dell'UNITALSI, potranno accedere ai posti loro riservati da vicolo Longhena o da via Verdi.

Page 12: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

12 la Settimana domenica 1 settembre 2013speciale

TestimonianzaHa fatto del bene

Gli incontri quasi quotidianiLa carità, l’amore, il silen-

zio per il bene compiuto è sta-ta la base della vita di Maria Bolognesi futura beata, è questa la testimonian-za della signora Natalia Bruttomesso, della Comunità di Santa Maria Maddalena, già Assistente Sociale in di-verse realtà tra le quali la Casa Sacra Famiglia di Fratta Polesine. Nel suo lavo-ro si è ritrovata quotidianamen-te accanto a tante situazioni di disagio, di povertà, di miseria , di solitudine, in questa sua re-altà la signora Natalia ha avuto modo di incontrare la futura Beata Maria Bolognesi, una fre-quentazione quasi quotidiana.

Natalia afferma di poter per-sonalmente testimoniare la cari-tà e l’amore operato da Maria Bolognesi, della quale ne sot-tolinea il suo profondo rispetto per tutti coloro, fratelli, sorelle, famiglie, bambini, ammalati, che vivevano varie esperienza di disagio, di sofferenza, di po-vertà.

Maria, aggiunge Natalia, era animata sempre da una di-screzione e un rispetto evange-lico, che raramente possiamo incontrare, nessuno sapeva e conosceva il suo agire di amore verso i poveri, aveva grande ri-spetto per tutti i poveri. “Io sono stata testimone, sono parole di Natalia, con quanta cura Maria distribuiva tutto ciò che lei rice-veva, vestiti, indumenti, ecc…

ricordo molto bene che lei per-sonalmente prima di consegnar-li alle persone bisognose, anzia-

ni, famiglie, bambini, lavava gli indumenti, li stirava e li consegnava profumati”.

Maria era animata da una straordinaria delicatezza in partico-lare verso i bambini e in questo, afferma Natalia,

è stata una “mamma”, come se quei bambini, quegli anziani o ammalati fossero la loro fa-miglia naturale. Altro aspetto che Natalia non vuol tralascia-re è l’amore, la devozione, la preghiera incessante di Maria Bolognesi verso e per i sacerdoti, ripeteva spesso che bisogna pre-gare molto per i sacerdoti, per la loro vita, la loro fede, Maria nu-triva verso i sacerdoti un grande rispetto soprattutto per quelli che si trovavano in difficoltà.

Maria Bolognesi, conclude Natalia in questa sua testimo-nianza, è stata una cristiana autentica, una donna credente che nella sua vita ha fatto del bene a tantissime persone con le parole e le opere , nello stesso tempo ha sofferto molto, fisica-mente e moralmente, ha dovuto subire umiliazioni e derisioni, ma lei ha sempre saputo tacere proseguendo il suo cammino di cristiana con umiltà e semplici-tà, sempre animata da una fede forte e profonda in Gesù soffe-rente e risorto.

Settimio Rigolin

Maria Bolognesi è nata a Bosaro, Rovigo il 21 ottobre 1924 ed è salita al cielo a Rovigo il 30 gennaio 1980.

L’esperienza terrena della mistica Maria Bolognesi, inizia-ta in una famiglia assai povera, si può sintetizzare come una vita di sofferenze al servizio di Nostro Signore Gesù Cristo. Da quando ella ricevette da Gesù in una visione onirica il primo dei tre anelli che il Cristo le diede (con 5 rubini segno del-le 5 piaghe di Gesù) sofferse le stesse pene di Gesù su Calvario e iniziarono le sue sudorazioni di sangue; ma ella non patì solo la sofferenza di Cristo: ella tutto sopportò con pazienza ed offer-se le sue sofferenze a Gesù per i bisognosi. Poté frequentare in quattro anni solo le prime due classi elementari poi dovette ri-tirarsi del tutto per aiutare la fa-miglia nella crescita dei fratelli

biologici e nella cura dei campi. La povertà era tale da portarla a mangiare addirittura le bucce delle patate che le amiche la-sciavano cadere sullo sterco di vacca dopo averle appena un po’ lavate. Prima di mostrarsi a Lei, Iddio lasciò che attraver-sasse un periodo di possessio-ne demoniaca per la sua puri-ficazione dal 21 Giugno 1940 a quando, il 1° Aprile 1942, ebbe la sua prima visione onirica confermata dall’anello e dalla guarigione miracolosa di una signora.

Dopo, oltre alle sudorazioni sanguigne patì moltissimo ne corpo: polmoniti, broncopol-moniti, oftalmia cronica, ossiu-ri, vomiti, anemie, reumatismi, sciatalgie, laringiti e faringiti croniche, nevriti cardiache e infarti le minarono il corpo per lunghi anni. Il primo infarto la colpì nel 1971 e fu quello che

avviò il declino definiti-vo che la portò a ritorna-re alla Casa del Padre il 30 Gennaio 1980.

Quello della Possessione fu un perio-do durissimo: non pote-va pregare né accostarsi ad un edificio ecclesiasti-co, una forza misteriosa che spaventava perfino le amiche la teneva lon-tana da tali edifici. Le sue continue sofferenze ed il suo continuo sacri-ficio furono premiate da Gesù con la sostituzione dell’anello dapprima con uno più prezioso “dell’Ecce Homo” e poi con uno preziosissimo di oro massiccio. Con la sua morte lasciò incom-piuta la realizzazione di una casa per conva-lescenti. Il 21 Ottobre 1992 si aperse con una Celebrazione Liturgica Solenne nel Tempio del-la Rotonda di Rovigo il processo di Canonizzazione. Il Processo Informativo Diocesano si è chiuso l’8 Luglio 2000. Ancora oggi molte perso-ne si recano a pregare sulla sua tomba presso la chiesa di San Sebastiano Martire a Bosaro lasciando anche fiori e mes-saggi. Il 10 maggio 2012 è stato promulgato il Decreto che la dichiara Venerabile. Riferiamo dal sito di Radio Vaticana: “Il Papa ha ricevuto ieri pomerig-

gio (2 maggio 2013) il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il dica-stero a promulgare i Decreti ri-guardanti due prossime Beate: la Venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia e la Venerabile Serva di Dio Maria Bolognesi, Laica; nata 21 otto-bre 1924 a Bosaro (Italia) e mor-ta il 30 gennaio 1980 a Rovigo (Italia). Francesco Ristori

Una vita nascostaSofferenza ed amore

La croce ha segnato profondamente Maria Bolognesi

Speciale su “Avvenire”Domenica 1° set-

tembre 2013 in tutte le parrocchie della diocesi sarà a dispo-sizione il quotidiano cattolico “Avvenire” che propone una pa-gina con servizi ed interviste sulla pros-sima Beatificazione di Maria Bolognesi.

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Fede, impegno politico e presenza nel sociale, è que-sto un tema molto dibattuto, oggi in particolare di senti-ta attualità. Di qui la necessità di un con-fronto sul tema, sul-le esperienze e sulle proposte proprio in questo Anno della Fede. La relazione appare ancor più chiara se ricordiamo le parole di Paolo VI e la sua definizione della politica: “La politica è una manie-ra esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli al-tri” (“Octogesima Adveniens” n. 46). E’ al tempo stesso un tema delicato ed im-pegnativo che noi af-frontiamo in questa nostra intervista con l’Avvocato Vielmo Duò, noto profes-sionista di Badia Polesine.

Fin da giovane è iscritto all’Azio-ne Cattolica e, successivamente, alla Democrazia Cristiana.

Nel 1957 consegue la laurea in Giurisprudenza e, dal 1958, esercita la professione.

Nel corso della sua vita ha ricoperto diversi e importanti incarichi. Ricordiamo brevemente il suo curriculum che evi-denzia un vasto e deciso impegno nella società e nel servizio: sindaco di Badia Polesine dal 1957 al 1961; consigliere co-munale nel Comune di Badia Polesine; consigliere dell’Istituto Autonomo Case Popolari fino al 1970; consigliere provin-ciale e Capogruppo DC in Provincia di Rovigo dal 1970 al 1980; Presidente del Collegio Sindacale della Federazione Veneta delle Casse Rurali ed Artigiane dal 1980 al 1986; consigliere del Comitato Provinciale DC e del Comitato Comunale di Badia Polesine; membro del Comitato di Gestione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dal 1988 al 1990. Senatore della Repubblica dal 1990 al 1992 e, in-fine, Presidente per due mandati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rovigo.

Attualmente è componente dell’Associazione Nazionale degli ex Parlamentari e membro della Commissione Affari Costituzionali.

D - Avvocato, Papa Benedetto XVI ha fatto dono alla Chiesa e al mondo dell’Anno del-la Fede, un tempo per riflettere sul grande valore della fede cristiana. Lei come sta vi-vendo questo tempo?R - Nella quotidianità, anche i grandi valori e

i grandi principi tentano di appannarsi. Questo può succedere anche per la fede. Papa Benedetto XVI, con l’indizione dell’Anno della Fede, ha dato un’occasione propizia a tutti i fedeli, perché comprendano più profondamente il fondamento della fede cristiana. Anche per me, questo tempo è l’occasione per l’incontro con Gesù Cristo risor-to e per riscoprire la gioia dell’essere cristiani.

D - Era necessario soffermarsi a riflettere sull’esperienza della fede?R - Certamente sì. Come sostiene Monsignor

Rino Fisichella nell’introduzione alla lettera en-ciclica “Lumen Fidei” di Papa Francesco, “nella Chiesa tutto poggia sulla fede. La sua vocazione è quella di avere una memoria sempre viva del grande dono ricevuto dal suo Signore, dono che la fa esiste-re e che le chiede di essere fedele nel corso dei secoli, per trasmettere di generazione in generazione, fino alla fine dei tempi, la conoscenza e la testimonianza viva della presenza di Dio”.

D - Avvocato, ancora ragazzo lei ha iniziato a vivere la sua vita nell’esperienza della fede, in Parrocchia e nell’Azione Cattolica. Ecco, questa sua scelta quanto ha determinato poi la sua vita e le sue scelte?R - L’esperienza della fede in Parrocchia e nell’Azione

Cattolica, in Badia Polesine, è stata determinante ed ha con-traddistinto sia la mia vita, sia le scelte che la vita impone.

D - Testimoniare la fede significa allora non aver paura di dichiararsi cristiano nel vissuto quotidia-no, nel concreto della vita?

R - Significa anche questo. Ciò che reputo impor-tante è, comunque, il comportamento che va tenuto in ogni occasione della vita e nelle scelte che la vita impone di fare.

D - Avvocato, oltre alla sua professione, peraltro impegnativa e importante, lei da sempre, si è im-pegnato nel sociale, nella politica, sino a vivere in prima persona l’esperienza di essere Senatore del-la Repubblica Italiana. Perché questo suo impegno; chi sono stati i suoi maestri?

R - L’impegno nel sociale e nella politica è una conseguenza di quegli ideali appresi durante la mia giovinezza, nella Parrocchia e nell’Azione Cattolica. Ebbi la fortuna di vivere, assieme a tanti amici, una stagione indimenticabile ed ebbi grandi maestri di vita.

Tra i laici, debbo ricordare il Prof. Armando Rigobello, grande filosofo contemporaneo, originario di Badia Polesine. Tra i sacerdoti, debbo ricordare, in particolare, Mons. Loreno De Scolari e Mons. Guido Stocco, Parroci che si sono succeduti alla guida della Chiesa di Badia Polesine, Don Felice Zorzato e Don Carlo Ferrari.

D - Nel vivere questa sua esperienza di impegno sociale, e soprattutto politico, quanto il dono della

fede l’ha aiutata?R - In modo determinante. Le difficoltà e

gli ostacoli che la vita pone, se non ci fosse stata la fede, mi avrebbero indotto a chiu-dermi nella mia professione.

D - Lei ritiene che fede e politica possono camminare insieme? Il credente, il cristia-no come deve comportarsi?

R - Per un cristiano, a mio parere, fede e politica “debbono” camminare insieme. Se questo non avviene, si cade nella incoeren-za e si diviene non credibili.

D - Nella sua esperienza può dire di aver incontrato politici che nello stesso tempo si sono manifestati autentici testimoni della fede?

R - In ogni occasione della vita ho avuto la for-tuna di incontrare politici, autentici testimoni di fede. Persone che senza clamo-re, mettevano in pratica il grande messaggio evan-gelico, sia nella loro vita privata, sia nella vita pub-blica.

D - Avvocato, in base alla sua esperienza cosa signi-fica dire ho fede, credo?

R - San Paolo nella let-tera agli Ebrei, afferma che “la fede è garanzia delle cose sperate, prova per le realtà che non si vedono” (11, 1). Il filosofo cristiano protestante Paul Ricoeur, amico di Giovanni Paolo II, afferma che” la fede è la risposta ad un appello”.

Credo che tutte e due le definizioni mettano al centro l’incontro gioioso con Gesù Cristo.

D - Oggi la fede appare veramente in crisi: i gio-vani e le famiglie fatica-no a credere. Chi vive la sua vita animato dal dono della fede cosa possiede di più di chi non è cre-dente?

R - Chi ha il dono della fede, ha la consapevolezza della presenza di Cristo nella vita di ciascuno e nella storia. Chi ha il dono della fede sa che non vive in un deserto, ma vive nell’amicizia con Cristo che dona, in pienezza, la vita.

D - Si parla molto della crisi economica, perché è una realtà concreta. Ma anche il mondo della politica, del-le istituzioni stanno vivendo una forte crisi. Una strada nuova e sempre antica potrebbe essere per tutti, creden-ti e non credenti, un ritorno alle fonti del cristianesimo, ai valori contenuti da duemila anni nel Vangelo?R - Un ritorno ai valori contenuti nel Vangelo certamen-

te permetterebbe di risolvere le crisi che stiamo vivendo. La

“legge” dell’Amore, portata a livello individuale e sociale, risolverebbe anche quei problemi che appaiono particolar-mente difficili.

D - In passato, non poi tanto lontano, i cattolici impe-gnati nella politica venivano formati in ambito eccle-siale, in particolare, Parrocchia e Azione Cattolica , oggi non è più cosi. Quella esperienza di formazione deve essere assolutamente gettata via, oppure, è ancora in grado di insegnare qualche cosa ai giovani di oggi? In altre parole, la Chiesa può, anzi dovrebbe ancora svol-gere questo ruolo formativo di persone che poi vanno ad inserirsi nel sociale, nella politica, nelle istituzioni?R - La domanda mi fa ricordare che quest’anno, si cele-

bra il settantesimo anniversario del Codice di Camaldoli. Nel luglio 1943, in piena seconda guerra mondiale, si riunirono nel Monastero di Camaldoli, un gruppo di intellettuali cat-tolici, provenienti dalla FUCI e da altri movimenti ecclesiali. Si ispiravano, in particolare, ai filosofi Emmanuel Mounier e Johan Huizinga.

Insieme, compresero che i cattolici erano importanti per salvare l’Italia e l’Europa. Insieme, elaborarono un docu-mento di politica economica che funse da ispirazione per la politica economica di quella che poi divenne la Democrazia Cristiana. Senza lo spirito di Camaldoli, non ci sarebbe stata la partecipazione dei cattolici alla Resistenza. Senza lo spirito di Camaldoli, non ci sarebbe stata la scrittura della nostra Costituzione. Senza quello spirito e quella ispirazione, non sarebbe rinata l’Europa.

Ritengo, proprio per il ricordo di ciò che avvenne settanta anni or sono, che la Chiesa dovrebbe ancora svolgere un ruo-lo formativo di persone che andranno, poi, ad inserirsi nel sociale, nella politica e nelle istituzioni.

D - Avvocato, l’Anno della Fede va a concludersi, pen-sando al dopo, dal suo punto di vista, cosa dovrebbe scaturire da questo tempo di riflessione sul grande dono della fede?R - Dovrebbe essere l’occasione perché tutti i fedeli com-

prendano che il fondamento della fede cristiana è “l’incontro con un avvenimento, con una persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”, come affer-ma Benedetto XVI nella enciclica “Deus caritas est”.

D - Avvocato, concludendo questa nostra intervista, mi permetto di chiederle un suo pensiero sulla figura e la testimonianza di Papa Francesco.R - Papa Francesco è il segno della costante presenza della

Provvidenza Divina nella storia. I suoi gesti ci invitano, con coraggio e con gioia, a vivere la nostra fede in ogni momento della nostra vita.

Settimio Rigolin

13la Settimanadomenica 1 settembre 2013 anno della fede

Testimonianze nell’Anno della Fede

Unitalsi - Sottosezione di Rovigo

Pellegrinaggi Da Settembre a Novembre 2013

Tema Pastorale: Il pellegrinaggio nell’anno della fede “Verso Dio” Gesù con Maria

p 22/28 Settembre: Pellegrinaggio Nazionale a Lourdes.p 6 Ottobre (domenica): Visita alla Basilica di Sant’Antonio a

Padova e ai luoghi del Santo a Camposanpiero (PD).p 14/25 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela -

Pellegrinaggio Triveneto in Pullman (visita a Nimes - Barcellona - Saragozza - Salamanca - Fatima - Santiago di Compostela - Santander - Nourdes – Nimes).

p 17/23 Ottobre: Fatima - Santiago di Compostela (con ae-reo di linea).

p 19/26 Novembre: Pellegrinaggio in Terra Santa (in aereo - 120 posti).

Per informazioni e adesioni (almeno 30/40 giorni prima della partenza, presso la segrete-ria dell’Unitalsi - Sottosezione di Rovigo, C/o Centro Don Bosco, Viale G. Marconi, 5 - Rovigo Tel. 0425/412191 - aper-to al Martedì dalle ore 10 alle ore 12 e al Giovedì dalle ore 16 alle ore 18; o al cell. 3394273795.

L’incontro con Gesù Cristo anima e sostieneil credente nell’impegno sociale e politico

Una forte esperienza di Chiesa aiuta e forma nella fede e nella responsabilità sociale.Intervista all’avv. Vielmo Duò sulla sua esperienza di credente nella vita quotidiana e nell’impegno sociale

Page 14: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

E’ salito al cielo Padre Lu-igi Toffanin, lo scorso 23 agosto.

Era già tutta piena la chiesa del paese, il sole la rendeva più luminosa del solito, e molto prima dell’Eucaristia la gente pregava il Rosario. Molti pen-savano certamente a quel 16 luglio 1977 quando il vescovo Giovanni Sartori lo consacrava sacerdote, il clima di fede non era venuto meno in questi 36 anni anzi, il dolore per la morte di questo sacerdote l’aveva pu-rificata ed approfondita. Dopo l’arrivo della salma, accompa-gnata da don Benedetto Ghi-nello, il lungo corteo degli oltre 50 sacerdoti rogazionisti e dio-cesani, italiani, indiani e delle Filippine, coronato dal Vicario Generale, dal Superiore padre Mezzari e da mons. Soravito, entrava in chiesa, l’assemblea con il canto rendeva pasquale il rito delle esequie.

Il messaggiodel card. Alencherry

Uno dei confratelli, dopo il saluto liturgico, leggeva le espressioni di cordoglio del card. Alencherry: “ … la sua morte è stata una triste notizia per tutti noi dell’India e del Ke-rala”.

E sottolineava: “Tutti erano attratti dalla sua semplicità e giovialità … la sua arma è stata l’amore!... è stato un uomo for-te che ha sopportato in silenzio

la terribile sofferenza della ma-lattia … ed ora il Padre celeste ricompensa la sua anima con l’eterna beatitudine …”.

L’omelia di padre Angelo

Padre Angelo Mezzari è il Superiore Generale dei Padri Rogazionisti, ed ha proposto la riflessione sulla Parola di Dio, e tra l’altro ha detto:” … la Parola di Dio ci fa osservare che la scom-parsa, la “partenza” di una persona cara è “umanamente” una rovina, una sciagura, ma ci rassicura che la persona che ci ha lasciati, non è morta, ma “vive nella pace”. Il Libro della Sapienza aggiunge che anche quando giungiamo a que-sto appuntamento con il Signore, provati dalla sofferenza e dalla malattia, quasi da sembrare da Lui “castigati”, e cose non stanno così, perché siamo provati nel crogiolo, per esser trovati degni di Lui, a Lui graditi come una offerta olocausto. Essi infatti, splenderanno nel cielo della eterna beatitudine, rimarran-no presso il Signore e manifeste-ranno la sua grazia e la sua mise-ricordia per tutti i suoi eletti …” e più oltre affermava: “la fede che il Signore ci dona nel suo amore, ci introduce nella sua vita. Nella fede e nell’amore del Signore si compie la comunione dei Santi sia con i Santi del Cielo, sai con coloro che dopo il passaggio all’eternità com-pletano la loro purificazione, e sia fra di noi che camminiamo verso l’eternità fra le sofferenze e le gioie della vita terrena … la fede ci in-troduce in questa comunione e il-lumina la nostra esistenza. … così

la nostra unione con padre Luigi non si interrompe, ma diviene più profonda e proficua…”

I suoi anni tra noiLa sua vita, sbocciata - era

il 27 agosto 1950 - in una fami-glia nella quale ha respirato fin da bambino la fede cristiana, da adolescente si è aperta alla chiamata del Signore alla vita religiosa e sacerdotale. Giova-ne sacerdote, è stato chiamato dai superiori a dedicarsi all’ac-compagnamento vocazionale e formativo dei giovani e dei se-minaristi. In più tappe comple-tava sia la sua formazione che il suo aggiornamento. Nel 1987 ha avvertito la chiamata alla missione e ha lasciato l’Italia per le Filippine, in Asia. Con-tinuando a operare nella for-mazione dei seminaristi, degli studenti religiosi e per qualche tempo come “Maestro dei no-vizi”. Dal 1999 la sua missione è stata l’India, con l’identico in-carico: formare le nuove leve.

Nel 2005 i Superiori per la sua prudenza e saggezza gli fanno assumere la guida delle comunità Rogazioniste dell’In-dia, prima come delegato e poi dal 2008 come Superiore Mag-giore della circoscrizione. Nel 2012 viene riconfermato nella neo costituita “Quasi Provin-cia dell’India – S. Tommaso”, vivendo pienamente lo spirito della vita religiosa e nell’amore al carisma e al santo fondatore S. Annibale M. Di Francia …

All’apparire della malattia tornava in Italia per farsi ope-rare e ripartiva poi per la sua India. Quando il male si acui-va tornava in patria e prima a Roma, poi a Rovigo ed infine a Lendinara percorreva il cam-mino che lo ha condotto “al cielo.”

Il grazie della comunitàUn rappresentante della Ci-

vica Amministrazione, prima del commiato liturgico, espri-meva la partecipazione al do-lore ai Religiosi, alla Famiglia, alla parrocchia per la perdita di un così prezioso sacerdote ed annunciava che l’Ammini-strazione pensava di intitolare a questo cittadino il “parco gio-chi per bambini”, con la spe-ranza che qualche altro, seguis-se le orme di padre Luigi!

Ha preso la parola don An-tonio Piva già arciprete di Pin-cara, ricordando di Lui la sere-nità e la grande fede, espressa nei giorni dei ritorni in fami-glia. Infine uno dei nipoti – a Pincara vivono ancora i fratelli di padre Luigi – ha letto quanto lo Zio sacerdote gli ha dettato in data 16 agosto: “Guerrino e Mario grazie di tutto, non dimen-ticherò mai l’amore e quei giorni difficili per me e molto più per voi, in India. Mi avete accompagnato in Italia pur sapendo che non c’era più niente da fare per la mia salute, sono stato accudito come un figlio, il mio grazie vi renda sicuri di ave-re fatto tutto per me .”

“Un grazie a tutti, parenti ed amici, che mi hanno voluto bene, assistito moralmente e fisicamente fino alla fine”. “Un ricordo grande per la mia India, rimarrà sempre nel mio cuore e non dimenticherò mai il mio angelo custode, padre Togy, tanto paziente e pronto a sostenermi”. “Siate tutti felici, la mia anima è in pace anche se non ho avuto molta pazienza nel-la malattia”. “Guerrino e Mario mantenete belle le vostre famiglie. Alessandro, Michel, Martina e Michele vogliatevi bene”.

ga

Nelle foto: P. Luigi Toffanin con Riccardo Rizzatello du-rante una registrazione a Ra-dio Kolbe

14 la Settimana domenica 1 settembre 2013missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Da Condeúba

L’incontro con i catechistidi Sebastião

Lo scorso fine settimana ho avuto l’occasione di parteci-pare all’incontro dei catechisti della parrocchia di Sebastião Laranjeira.

L’ultima domenica di agosto, che qui in Brasile è il mese dedicato alle vocazioni, è la giornata dei laici impegnati e in particolare dei catechisti.

É il momento per una pausa di riflessione e anche per un momento di allegria e di celebrazione.

Già altre volte ho scritto la nostra esperienza come Missio-narie della Redenzione in questa parrocchia: è una comunità che è stata a lungo trascurata, fuori mano in relazione alla dio-cesi, con grandi difficoltà di accesso.

Si percepisce che laici coinvolti nelle pastorali si sentono molto responsabili e lavorano con molta dedicazione, con ab-negazione direi.

Fin dall’inizio ho percepito una grande sete di formazio-ne umana e cristiana, un cuore aperto e disponibile per riceve aiuto e consiglio.

Insieme abbiamo già cominciato a camminare, sia con i mi-nistri straordinari della Comunione che con l’equipe di litur-gia e con i catechisti per la preparazione al Battesimo.

Questo fine settimana il tema trattato nell’incontro è stato sulla metodologia nella catechesi e sui sacramenti dell’inizia-zione cristiana.

Un laico che ha frequentato la scuola di teologia in Caetité ha realizzato la prima parte sulla metodologia, in quanto io ho introdotto il tema dell’iniziazione cristiana e del catecumena-to, toccando anche alcuni punti del Rica (Rito di Iniziazione Cristiana di Adulto).

Ma la conversazione si è rivolta anche alla situazione della parrocchia: tutti i presenti, circa una trentina, hanno avvertito la necessità di una evangelizzazione che cominci dall’inizio: molte comunità non hanno nessuno che li rappresenti nella riunione degli animatori, e la sfida maggiore è la comunità più antica e più numerosa, Mandiroba.

Infatti in questa comunità è presente in maniera massiccia il commercio e l’uso di droga, oltre al fatto che c’è molta pro-stituzione e alcolismo.

É incredibile vedere come ci siano tanti problemi in un po-sto così bello dal punto di vista naturalistico e così tranquillo, per essere lontano dalle principali vie di comunicazione.

La questione è la mentalità fortemente segnata dal ‘corone-lismo’: sottomissione a uno solo che decide per gli altri.

Questo succede nella comunità civile, ma anche nella Chie-sa.

Quindi abbiamo concluso l’incontro con i catechisti, che sono anche i pochi laici impegnati nella parrocchia, con alcuni punti sui quali è necessario insistere nel lavoro pastorale: la missione e l’aiuto comunitario.

Partendo dall’occasione, che abbiamo in questo mese di settembre, di realizzare l’assemblea parrocchiale - come suc-cederà in tutte le parrocchie della diocesi - abbiamo sentito la necessità di far diventare il momento di preparazione un momento di evangelizzazione.

I laici più motivati delle comunità più forti visiteranno le comunità più deboli, perché tutte possano un giorno cammi-nare con lo stesso passo.

Per la comunità di Mandiroba abbiamo pensato di orga-nizzare un ritiro per le persone che stanno portando avanti la comunità e così suscitare lo spirito di riconciliazione e collabo-razione, così necessari per affrontare insieme una situazione sociale difficile.

Speriamo e preghiamo perché questa parrocchia possa vi-vere un nuovo impulso missionario.

L’amministratore parrocchiale, padre Paulo, si è sempre dimostrato aperto e disponibile, lasciando molto spazio ai lai-ci che già sono formati e hanno senso di responsabilità.

Lui organizza tutte le attività, anche se non può essere molto presente, perché è parroco in Urandi.

Ma grazie a lui la parrocchia di Sebastião sta ricomincian-do a vivere un nuovo momento di entusiasmo.

Giovanna, Missionaria della Redenzione

Pincara

E’ salito al cielo P. Luigi ToffaninDal 1999 missionario in India

Ogni tre anni la comu-nità di San Bellino acco-glie Padre Daniele Nardin che ritorna dalla sua mis-sione in Perù. Tutta la co-munità si è stretta attorno a Lui nella celebrazione della Santa Messa; dopo tre mesi di ritrovo con la sua famiglia ripartirà fra pochi giorni. Una cele-brazione con il parroco Don Francesco Boesso dai grandi toni, dove Padre Danie-le ha spronato tutti, citando la porta stretta del Vangelo do-menicale e con il suo instan-cabile ottimismo ad accendere sempre, dentro se stessi, il cero della speranza.

La celebrazione è stata an-che l’occasione per la festa degli anziani, idea nata dal Gruppo Donne che da 24 anni la orga-nizza. Ai presenti ha consegna-to simbolicamente un grande cerino, per ricordare sempre che non dobbiamo, come dice Papa Francesco, lasciar morire la speranza e scoraggiarci nei momenti di difficoltà.

Padre Daniele è in Perù dal 1985, precisamente a Trujillo; nella costa dell’oceano Pacifi-co. Nato a San Bellino nel 1952

è orinato sacerdote nel 1979, nella congregazione dei Mis-sionari Comboniani. Ha inter-nazionalizzato la sua mente e la sua capacità di leggere la vita, nella Spagna del dopo Franco a Granada e per 5 anni a Brescia. Viene poi destinato in Perù, a Cerro de Pasco, a 4380 mt di altezza, città di miniere e di freddo, dove il lavoro è duro, intenso e difficile ma che permette allo stato il 30% del prodotto interno lordo.

Dopo 22 anni arriva a Tru-jillo, una città con un milione di abitanti e con la sua parrocchia che ne conta quasi centomila. Zona di periferia, dove la vita non vale niente (è il nome del cimitero), fatta di deserto e sab-bia con case fatiscenti di matto-

ni e fango e tetti coperti da nailon che crescono come funghi. Anche qui le multinazionali la fanno da padroni con grandi culture di canna da zucchero e asparagi. La situazio-ne è di grande degra-do sociale, connotata dalla presenza delle sette, della droga e del-la delinquenza. Il tutto

cammina però con la voglia di emergere di molte persone che gestiscono con Padre Daniele una scuola con 500 bambini e da poco anche con l’accoglien-za di bambini diversamente abili. Non sempre i maestri sono pagati dallo Stato e allora la parrocchia copre queste la-cune. Ci sono infine le adozioni a distanza: solo San Bellino ne ha 135 insieme a tante attività che durante l’anno si fanno a favore della sua missione.

Nella celebrazione di sa-luto, Padre Daniele ha ringra-ziato tutte le associazioni locali presenti per la loro generosità e impegno e che al termine della Santa Messa, hanno offerto un rinfresco per tutti i presenti.

Daniela Malin

San Bellino

P. Daniele Nardin ritorna in PerùLa Comunità ha salutato il missionario

Page 15: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

domenica 1 settembre 2013 la Settimana

15radio kolbe

Rovigo e Provincia 91.200 mhz

Rovigo città 94.500 mhz

Arab Rovigo - Con Dounia e Valentina

Il ruolo dei genitori durante le vacanze estiveIntervista all’esperto di educazione per gli adulti, Vincenzo Longo

Arab Rovigo, rubrica bilingue in onda sulla no-stra emittente, ospita questa settimana Vincenzo Longo, laureato in pedagogia, scien-ze politiche, scienze della formazione e si è poi spe-cializzato in psicoterapia ed educazione degli adulti e in ipnosi clinica, è uno studioso di andragogia e della media education e dell’intercultura, collabora in Veneto con di-versi istituti scolastici e am-ministrazioni locali e con as-sociazioni di volontariato. La puntata è dedicata ai genitori ed ha come tema: “Come aiu-tare i figli a svolgere i compiti per le vacanze”.

«Non è una cosa sconta-ta amare lo studio – afferma Longo – perché lo studio de-riva da una logica, in Europa,

che è legata alla f u n z i o n a l i t à , cioè si studia per ottenere una promo-zione, un ri-sultato, per superare un esame, per ottenere un d i p l o m a , una laurea. Quindi non è così sconta-to studiare per amore dello stu-dio.

Questo avviene in un momento successivo, quando la persona ha termi-nato gli studi e si ritrova ad avere un approccio diverso. A scuola studi le cose perché sei obbligato a farle, a partecipa-

re alle

lez io-ni, a stare

seduti in silenzio». I genitori hanno dunque

una grande responsabilità per trasmettere non tanto

l’amore allo studio quanto più in generale l’amore alla vita. Lo studio in famiglia in-vece diventa motivo di scon-tro tra genitori e figli: «Però secondo me lo scontro non è tanto tra genitori e figli ma tra i genitori stessi. Se osserviamo questo scontro dalla parte dei figli, ci ac-corgiamo che tante volte magari il figlio ha anche

voglia di studiare ma è os-sessionato dall’accanimento per il risultato da parte del genitore. Se però ci mettiamo dalla parte del genitore, sco-priamo che questo si chiede: starò facendo bene il mio ruo-lo di genitore, starò facendo male?».

Come ha detto Longo, l’amore per lo studio nasce dalla curiosità di conoscere

ciò che ci sta attorno, quindi come stimolare nei ragazzi questa curiosità?: «L’elemento chiave è proprio dare uno sti-molo per creare la creatività. Essere creativi significa essere curiosi, significa essere capa-ci di avere fantasia, una vol-ta si diceva: guarda quanta fantasia ha questo bambino!» Secondo Longo inoltre i ra-gazzi chiedono ai genitori or-ganizzazione, strutturazione perché all’interno dell’orga-nizzazione hanno sicurezza, hanno bisogno di conferma da parte delle persone adulte: «Dobbiamo garantire ai no-stri figli l’organizzazione e la sicurezza, questo è il miglior metodo per fare diventare il ragazzo curioso».

r. g.

Nelle foto alcuni momen-ti dell’intervista all’esperto Vincenzo Longo

Il teatro a Radio Kolbe - Due serate speciali sulle nostre frequenze

L’ultimo paro de ore... risate assicurate Con la compagnia teatrale “La Bottega dei commedianti” di Grignano Polesine

Le nostre rubricheLUNEDI

10.00 “Maria Maestra di Speranza” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per pregare” a cura dell’Apo-stolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.40 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.30 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni.

MARTEDI 10.00 ”Missione

è…” a cura del Centro Missionario Diocesano, con Riccardo Rizzatello; 11.00 “ArabRovigo” rubrica inter-culturale a cura dell’asso-ciazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 18.00 “Tra le braccia di Maria Bolognesi”, a cura del Centro Maria Bolognesi; 21.30 “Ponte Radio” ;

MERCOLEDI10.00 “Madre Elisa” a

cura del Centro Mariano 17.05 “Insieme per prega-re” a cura dell’Apostolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 18.00 “Con gli ul-timi” ; 21.30 ”Missione è…”;

GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana”

a cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine; 11.00 “Librando, li-bri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Missione è…” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo; 21.30 “ArabRovigo” rubrica inter-culturale a cura dell’associa-zione Casa Marocco

VENERDI 10.00 “Maria Maestra

di Speranza”” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’As-sociazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film”;

SABATO 10.00 “Voce Francescana”

11.00 “Tra le braccia di Maria Bolognesi”; 17.05 “Insieme per pregare”; 18.20 “Missione è…” 18.35 “Buona Domenica” riflessioni e com-menti per la domenica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

DOMENICA 10.00 “Insieme per prega-

re”; 11.00 “Voce Francescana”; 16.30 “Buona Domenica”; 17.00 “Per un pugno di film” ; 21.30 “Tra le braccia di Bolognesi”, a cura del Centro Studi Maria Bolognesi.

DAL LUNEDI AL VENERDI 9.30 e 20.45 “Dall’alba

al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato;

8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa”,

19.00 Santa Messa in di-retta dal Duomo di Rovigo. 17.40 e 23.15 “Lettura del giornale” a cura di Don Bruno. 11.50 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa.

22.00 Preghiera della sera.

Arab Rovigo è in onda ogni martedì alle 11.00, il mercoledì 2.00 il giovedì alle 21.30 il venerdì alle 17.10 e la domenica alle ore 1.00. La rubrica sarà ascoltabile in podcast anche sul blog della radio: http://radiokolberovi-go.blogspot.it

Quando?

Nell’ambito della rubri-ca “Il teatro a Radio Kolbe”, a cura della “Compagnia Teatrale la Bottega dei Commedianti” di Grignano Polesine, manderemo in onda la prossima settima-na, la commedia scritta da Severino Zennaro, “L’ultimo paro de ore (cronaca de un quasi matrimonio)”. I componenti della compa-gnia, capitanati dall’autore Zennaro sono venuti a regi-strare la loro commedia nei nostri studi. Si tratta di una commedia brillante in dia-letto Veneto, interpretata da Emanuela Fogato (Agnese,

la sposa), Renzo Chiarato (Giulio, lo sposo), Enzo Mancini (Orazio, il testimo-ne), Goria Lavezzo (Anna, Fidanzata di Orazio), Elena Rainero (la cameriera Silvia) e Guido Moreni (Direttore dell’Albergo).

La vicenda è quella di Agnese e Giulio per i quali è finalmente giunto il grande giorno del matrimonio … o almeno così dovrebbe essere nelle loro intenzioni.

Come usanza, la sera pri-ma del matrimonio si fa una grande festa per l’addio al ce-libato di Giulio caratterizzata da una grande baldoria e da

tanti brindisi. Forse troppi. Ed il risveglio al mattino se-guente, per Giulio, non sarà tra i più usuali per uno che si deve sposare tra due ore. Due ore di sorprese ed equi-voci tra i personaggi prota-gonisti della storia che non mancherà di strappare sorri-

si al pubblico anche della nostra radio.

r. g.

La Radio Informa

Tutti i giorni su Radio Kolbe appuntamen-

to con l’informazione Locale, alle ore 8.30, alle 12.00, alle 20.00 e alle 23.00 con Roberto

Giannese

Per un pugno di film

Rubrica settima-nale di Cinema con Simone Muraro e Denis Maragno.

In onda ogni venerdì alle 21.30, al sabato alle 21.30 e in replica alle ore 2.00 ed ancora alla dome-nica alle 17.30.

Quando?

La commedia andrà in onda martedì 2 settembre (1ª parte) e mercoledì 3 set-tembre (2ª parte).

Page 16: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

16 la Settimana domenica 1 settembre 2013rubricheOrari Sante MesseAdria

Adria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feria-li: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Pre-festiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefe-stiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

Rovigo

Duomo Concattedrale: Festive: 7,00- 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festi-ve: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00Maria SS.ma Madre di Dio (del-

le Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00S. Bartolomeo Apostolo: Festi-ve: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00 - Feriali: 8.00 - 18.30 Cappuccini: Domenicale e festi-vo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Fe-stiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Due Sposi Santi:Lucchese e Bonadonna da Poggibonsi

Vita dei due primi Terziari Francescani e il loro messaggio agli uomini di oggi

Il PoverelloLa coscienza

di Lucchese era stata profonda-mente scossa, ma per il mo-mento non ne fece niente. Un giorno, però, passando per il mercato sentì il nome di Fran-cesco d’Assisi: “Francesco viene in Val d’Elsa - di-ceva la gente - deve passare di qui. E’ stato a Cortona , a Firenze, a Pisa, ed ora è vicino a San Gimignano”. Lucchese conosceva bene questo nome. Francesco avrebbe potuto essere un uomo ricco, figlio di un gran mercante, Pietro di Bernardone, ma con gesto drammatico aveva rinunciato ai beni paterni, aveva scelto di seguire Cristo in assoluta povertà. Lucchese aveva sorriso in passato all’ingenuità di adempiere alla lettera i consigli evange-lici alla perfezione in una società, come quella del ‘200, affarista e avida di denaro. Ma ora il popolo aveva dimestichezza con i frati vestiti di marrone, i quali seguivano Francesco in povertà e semplicità, e predicavano la penitenza con grande successo sia ai ricchi che ai poveri. Ed ora il Poverello stava per arrivare nella zona di Poggibonsi e venne il giorno in cui giunse anche a Pian dei Campi dove, secondo la tradizione avvenne l’incontro tra Francesco, Lucchese e Bonadonna. Appena Lucchese, turbato dal suo problema interiore, mise gli occhi su di lui, fu impressio-nato dal fatto che Francesco, che poteva essere molto più ricco di lui, portasse un vestito povero e rattoppato, non possedeva niente eppure aveva una luce così luminosa in volto, la gioia di chi ha trovato la perla preziosa, l’amore a Gesù Cristo. Lo sentì parlare di penitenza, che è il mutamento del cuore, accompagna-ta da propositi pratici di riparare il male fatto. Questa è la prova sicura della conversione. Durante la Quaresima è facile praticare qualche privazione in più; ma in che misura ripariamo le ingiu-stizie, delle quali pure siamo pentiti, le parole offensive, le cattive testimonianze? Le parole semplici di Francesco convinsero Luc-chese a incominciare a provvedere i mezzi di sussistenza a quelli che aveva danneggiati, incominciando da quel tale che l’aveva accusato con tanta asprezza. Le voci che Lucchese restituiva il denaro rimediando a qualcuno dei suoi traffici disonesti, arrivò alla moglie, che si indignò. Lucchese le spiegò che da quando aveva ascoltato Francesco d’Assisi aveva incominciato a guar-dare al commercio dal punto di vista dell’eternità. Bonadonna non poteva capire e scese per la prima volta il freddo dell’in-

comprensione sul loro matrimonio, Ma Lucchese, che amava profondamente la moglie, si dette alla preghiera. Francesco ave-va lasciato nella zona un gruppetto di frati che avevano trovato alloggi sulla collina sopra Poggibonsi, dove esisteva da secoli il piccolo santuario di Santa Maria di Camaldo. Lassù Lucchese soleva andare a pregare e si sentiva felice. Aiutò quei frati an-che nella costruzione di una cappella trasportando grosse pietre. Quali potevano essere i sentimenti di Bonadonna quando seppe che il marito lavorava come operaio, o si era visto nelle strade più povere di Poggibonzi a portare sacchi di grano in sporchi tugu-ri. In casa l’atmosfera era cambiata. Lucchese non gustava più i piatti prelibati di un tempo, voleva quelli ordinari; aveva abban-donato i ricchi abiti, gli anelli d’oro per vestirsi semplicemente; a volte di notte la moglie aveva scorto il marito in preghiera. Tra i due coniugi fu necessario un chiarimento e Lucchese spiegò alla moglie di voler vivere solo per Cristo e dedicarsi al suo ser-vizio nella persona dei poveri, aggiungendo che per fare questo aveva bisogno del sostegno e dell’aiuto di lei. Bona, alla quale interessava al massimo suo marito, non potè che acconsentire, per quanto le potesse costare il cambiamento dello stile di vita. C’erano molte cose che Bona poteva fare per i bisognosi, molto meglio di lui. D’ora in poi, chi aveva fame poteva andare a casa loro, e in poco tempo i poveri delle località vicine giungevano a frotte, sicuri di non tornare mai a mani vuote. Avvenne anche un fatto miracoloso. La madia era rimasta vuota, eppure di pane ce n’era in continuazione, freschissimo e profumato. Ormai, marito e moglie, uniti come prima in ogni cosa, camminarono tenendo-si per mano sulla via della santità.

Intanto Francesco, che aveva fondato un Primo Ordine per uomini che volessero vivere in assoluta povertà, come lui, a per-fetta imitazione di Cristo e al quale aveva dato una Regola ap-provata dal Papa, e anche un Secondo Ordine di Povere Dame, guidate dalla nobile Chiara degli Scifi, stava per ritornare nuo-vamente in Val D’elsa e l’enorme influsso di Francesco fu sentito anche dal popolo, da quelli che i legami domestici trattenevano nel mondo. Anche Lucchese e Bonadonna, quando cominciaro-no a fare insieme la via ascensionale verso la santità, sentirono il desiderio di essere completamente seguaci di Francesco, e si domandavano anche se Dio non volesse da essi il supremo sa-crificio di lasciarsi per prendere i voti religiosi. Per rispondere alla richiesta di una grande quantità sempre crescente di uomini e donne che desideravano seguirlo scrisse una regola anche per questi che egli chiamò Fratelli e Sorelle della Penitenza. Arrivato in Val d’Elsa, sino al convento di Santa Maria, presto chiamato di San Francesco, Lucchese e Bona avvicinarono Francesco il quale li ricevette come avesse già saputo della loro vita santa. Lucchese spiegò che entrambi erano pronti anche al sacrificio supremo di lasciarsi per essere francescani sul serio, ma Francesco disse : no. Potevano condurre vita santa aiutandosi tra loro come marito e moglie. Un biografo scrisse che Francesco si fece largo tra la folla e con le proprie mani li rivestì col povero abito della Penitenza. Così a Lucchese e Bona toccò l’onore di essere tra i primi fratelli dell’Ordine Francescano Secolare. (3 - Continua)

Francesca Magon

- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA?E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA?Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni

donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30

C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-TrecentailGiovedìdalleore15alle17

C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•CASTELMASSA -2°Mercoledìdiognimesedalleore15alle17

CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–•BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita

ma superando le difficoltà

L’andamento stagionale della pri-ma metà dell’annata sta per presen-tare il conto. Lo pagano, in termini di rese, le colture erbacee primaverili ed appare salato in alcuni ambiti terri-toriali, mentre in altri può essere più accettabile.

Per la sua storia è d’obbligo ri-servare la chiacchierata settimanale alla barbabietola da zucchero che, pur notevolmente ridimensionata nell’areale mediterraneo per via delle decisioni imposte dall’Unione europea a partire dal 2005 nell’ambito delle revisio-ni di medio termine della PAC, tuttavia un posticino al sole se lo mantiene ancora nelle nostre plaghe. Un posticino che vale un terzo rispetto a prima del 2005 con le nefaste conseguenze a cascata che quelle decisioni hanno avuto su tutta la sua filie-ra: socio-economica, di ricerca, commer-ciale e organizzativa a cominciare dalla chiusura degli zuccherifici.

L’annata bieticola è stata avversata fin dalle semine effettuate a singhiozzo fra gli sprazzi d’intervallo delle piogge mar-

zoline, il periodo giusto per effettuarle. A parte i pochi coltivatori che sono riusciti a seminare in quel periodo, la maggioranza le ha effettuate fra la prima e la seconda decade di aprile con qualche punta anche oltre. A quelle date per le esigenze specifi-che della saccarifera alle nostre latitudini si è corsi il rischio di seminarla fuori tem-po massimo. Ai bieticoltori non è rimasto altro che puntare su un decorso meteo favorevole che accompagnasse la coltura nelle sue fasi fenologiche.

Un puntare sulla speranza perché per quanto la tecnica agronomica propon-

ga soluzioni efficaci nell’assistere i processi vegetativi, oltre un certo punto poco o nulla può nei confronti dell’evento meteo che rimane arbitro e giudice unico sulla bontà della pro-duzione.

La coltivazione di questa sarchia-ta da rinnovo non è facile. E’ una specie biennale dove nel primo anno esprime il ciclo vegetativo e la radice viene estirpata mentre nel secondo anno produce il seme. Ha esigenze

di terreni adatti (come i nostri), di ore-luce, disponibilità trofiche (fertilizzanti e acqua), di difesa dell’apparato fogliare e dalla competizione delle erbe infestanti. Temibile è la cercospora, il fungo che at-tacca e distrugge le foglie la cui azione è favorita dal caldo-umido.

I dati relativi alla produzione in quan-tità e titolo zuccherino non sono ancora disponibili, essendo la campagna di rac-colta appena iniziata. Per quanto prima riferito, l’amico bieticoltore non si sbilan-cia in previsioni. Staremo a vedere.

Orazio Cappellari

In campagna

E’ iniziata la raccolta delle barbabietole

Gruppo Maria Bolognesi - Stanghella

ConosciMaria Bolognesi?

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Il giorno 7 settembre 2013 Ma-ria Bolognesi sarà proclamata Be-ata.

È questo un evento memorabi-le poiché onora la vita e l’opera di una poverissima figlia della ter-ra polesana, vissuta nel nascon-dimento, sempre al servizio di gente umile e povera e di quanti avessero avuto bisogno della sua parola accompagnata da consigli saggi ed illuminati.

La personalità di Maria - ricca di una miriade di sfaccettature e pregna di fatti straordinari dono dell’Altissimo - è ancora poco co-nosciuta, per cui sentiamo il dovere di promuovere iniziative che mettano in luce la sua vita e le sue opere benefiche, anche a favo-re di laici e di religiosi, senza alcuna distinzione.

Sono sempre più numerosi i fedeli che si recano presso la sua tomba nella Chiesa Parrocchiale di Bosaro a chiedere grazie o semplicemente protezione, per cui confidiamo che il pellegrinag-gio diventi una forma costante da praticare in modo singolo o tramite il coinvolgimento delle varie parrocchie.

Per promuovere una più ampia ed adeguata conoscenza della Beata il Centro Maria Bolognesi, parte attrice della Causa di bea-tificazione, invita i giovani - alunni e studenti del Polesine e del Veneto - a documentarsi sulla figura della Beata mettendo a loro disposizione materiale biografico da ritirare nella sede di via Gio-vanni Tasso, 49 in Rovigo. Per agevolare gli studenti si trasmetto-no questi numeri telefonici: 0425-27931 oppure 3406162504.

Da questa forma di conoscenza i giovani sapranno cogliere insegnamenti di elevato ed incancellabile valore da trasmettere a chi verrà dopo di loro, perché il vissuto umano e spirituale di Maria Bolognesi, sempre attuale, brilli nei secoli a venire.8 agosto 2013

Gruppo Maria BolognesiComunità dei Figli di Dio (CFD) Stanghella

Farmacie di turnoFarmacie di Turno notturno e diurno a Rovigo

nella settimana dal 1° al 7 settembre 2013

Domenica 1 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Lunedì 2 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; “La Fe-nice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Martedì 3 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo.Mercoledì 4 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; Comu-nale n. 4 Boara Polesine.Giovedì 5 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo; Co-munale n. 2 San Apollinare.Venerdì 6 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Cur-zio, Sarzano.Sabato 7 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; pome-riggio: dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.

Page 17: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

Immaginiamola così la nostra terra: una grande e accogliente pancia. Dentro ci siamo noi. Noi, tanti piccoli “nessuno” in divenire. Tanti

coinquilini di una stessa casa “dataci in affitto dai nostri figli”. Dentro, non ci manca nulla. Per tutto il tempo del-la nostra durata siamo forniti

del necessario sia materiale, sia spirituale. Quanta tene-rezza, quanta tranquillità e quanto rispetto scaturiscono da questa immagine che ap-partiene al primo ricordo di ogni essere vivente.

Un ricordo antico, tan-to inciso nell’esperienza di ogni uomo, quanto indici-bile. Proprio come lo è la natura. “… Natura è tutto quello che sappiamo senza avere la capacità di dirlo, tan-to impotente è la nostra sa-pienza a confronto della sua semplicità”, scriveva Emily Dickinson. Vogliamo partire da qui, dall’immagine della pancia della terra e dalle pa-role della poetessa inglese, per farci accompagnare dal Festival della letteratura reci-tata dentro gli spettacoli del paesaggio, dentro la fragilità del nostro ecosistema.

Ci accorgeremo presto che la necessità per l’uomo di vivere in relazione con gli altri uomini e con l’ambiente, il dovere del rispetto, l’invito alla semplicità ed alla respon-sabilità sono insegnamen-ti antichi che da Aristotele, Seneca, Marco Aurelio pas-sando per Melville, Pascoli, London, Hemingway, arriva-no a noi attraverso le pagine emozionanti di Erri de Luca o di Iean Giono.

Il protagonista de L’uomo che piantava gli alberi ad un certo punto della sua vita de-cide di spendersi in qualcosa di buono: riportare un po’ di verde in un’area deserta del sud della Francia. E così, semplicemente, si mette a piantare alberi.

Un gesto elementare che, però, prefigura una rivolu-zione. L’obiettivo dell’autore Giono è il nostro obiettivo: tornare a prendersi cura della vita naturale, rimodellare a partire da essa la nostra pro-gettualità.

Vedere la natura non come semplice proiezione dell’agi-re umano, ma come elemento attivo della relazione. E arri-vare ad affermare quello che l’autore stesso affermava a chiosa del suo libro: “Quando penso che un uomo solo, ri-dotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è ba-stato a far uscire dal deserto quel paese… trovo che, mal-grado tutto, la condizione umana sia ammirevole”.

17la Settimanadomenica 1 settembre 2013 cultura

sabato 31 agosto 2013ore 16.00 inaugurazioneNELLA PANCIA DELLA TERRAIV Festival della Letteratura recitata

ore 16.15 readingMARINO BELLINIore 16.30 incontroNATALIA PERIOTTO GENNARIAl centro della terra con il mito greco

ore 17.30 incontro con l’autoreANDREA MASULLOQualità Vs Quantità. Dalla decrescitaa una nuova economia. Orme/Tarka Editore 2013

ore 18.30 Tavola rotondaLA TERRA DI TUTTIconANDREA MASULLOADOLFO MORGANTIPADRE ADRIANO SELLAMARCELLO DE ANGELISLAURA NEGRILORENZO BELLONIMARCO MARCELLOe la partecipazione dei rappresen-tanti delle Ass.ni di Categoria

nella pancia della terra31/8 - 1/9 2013CANDA (Ro)Parco di Villa Nani Mocenigo

Pro Loco di Canda

COMUNEDI CANDA

Provincia di Rovigo

SistemaBibliotecario

ProvincialeRovigo

..

in collaborazione con

AssociazioneIdentità Europea

festival letteratura recitata

della

INCONTRI • READING • SPETTACOLI

p. Adriano Sellaautore

Adolfo Morgantistorico

Carmine AbatePremio Campiello 2012

Vittorino Andreolipsichiatra e autore

Mattia Signoriniautore

Andrea Masulloscienziato

F. Micol Andreasiideatrice del Festival

Marcello De Angelisgiornalista

Tiziana Di Masiattrice

N.Periotto Gennaridocente

Paolo de Grandisautore

Manuela Tavianautrice

Sara Donegàattrice

Francesca Derossiattrice

Luigi Marangoniattore

Alessandro Berta sindaco di Canda

Marco MarcelloPresidente ConfartigianatoRovigo

Laura NegriAssessore alla CulturaProvincia di Rovigo

Roberto Ghirellipresidente Pro Loco di Canda

Sandra Trambaioliautrice

Marino Belliniattore

F.Bertazzo B.Pilotto musicisti

Lorenzo BelloniPresidente Camera di Commercio di Rovigo

Valentina Donegàpresidente Biblioteca Canda

ore 20.45 SpettacoloIL PRINCIPE E LA ROSAcon Sara Donegà e Francesca DerossiTesti e regia di Manuela TavianTesto liberamente tratto da“Il Piccolo Principe” di Antoine De Saint Exupery

ore 21.45 SpettacoloMAFIE IN PENTOLADi e con Tiziana Di Masie Andrea Guolo

dom.1 settembre 2013ore 10.30 incontro con l’autoreVITTORINO ANDREOLINessuno Ed.Rizzoli

ore 16.00 incontro con l’autriceSANDRA TRAMBAIOLILettura di fiabesui diritti dei bambiniin collaborazione con Alberto Brigo Editore

ore 16.30 incontro con l’autoreMATTIA SIGNORINIOra. Marsilio Editore 2013

ore 17.15 spettacoloSIMON SHOWcabaret e magia per famiglie

ore 18.30 incontro con l’autorePAOLO DE GRANDISTanto è lo stessoEd. Autorinediti

ore 19.00 - 20.45 buffetARTIGIANI DEL GUSTOBuffet ai presentirealizzato dalla Confartigianato Rovigo e Confartigianato del Veneto

ore 20.45 spettacoloIL MARE D’AMORE DI ERO E LEANDROdi e con Luigi Marangoni

ore 21.30 incontro/spettacoloCARMINE ABATEIl bacio del paneEd. Mondadoricon la partecipazione del DuoFrancesca Bertazzo e Beppe Pilotto

break degustazionesabato a cena e domenica a pranzoè possibile gustare piatti tipici polesani preparati dalla cuoca Francesca Donegà

Info: 3312485322

IV Edizione

progetto grafico e comunicazione Promo Studio, Rovigo tel. 0425 28282

nella-panciaterra:locandina 16/08/13 16.31 Pagina 1

Parco di Villa Nani Mocenigo a Canda

L’uomo e la natura

Un Molière particolar-mente colorato, ironico e sug-gestivo.

La rilettura del Borghese Gentiluomo del celebre dram-maturgo francese eseguita dal Mosaico di Rovigo, con il debutto dal palcoscenico degli Olivetani lo scorso 4 agosto per la rassegna Teatro delle Regioni, ha particolar-mente evidenziato la mo-dernità del testo fra umane vanaglorie e il bisogno di un richiamo alla concretez-za e al buon senso. Fra que-ste due opposte polarità, la commedia è stata scandita da una recitazione quasi em-patica che ha puntato subi-to a conquistare la simpatia del pubblico, fra gli accenni allo stile pomposo e un po’ rocambolesco seicentesco e le rivisitazioni volute dal regista Emilio Zenato che ha innovato la rappresenta-zione con l’introduzione di alcune maschere tratte dalla Commedia dell’Arte.

La scena si è aperta con

il sottofondo di un violino malizioso e frizzante che fin dall’inizio ha impregnato di comicità lo spettacolo.

Dominante sul prosce-nio è stato il protagonista, il borghese Jourdain (Tonino Spolaore), attorniato dai ma-estri di musica (Fabio Valerio Raminella), di scherma (Massimo Pagan), di filosofia (Emilio Zenato) e la cui pre-occupazione ostentata è l’ap-prendimento delle arti libe-rali per diventare un nobile, “una persona di qualità e un sapiente”.

Ha fatto da contraltare la signora Jourdain, la mo-glie, interpretata da Marisa Ferroni contraria agli sper-peri e al vuoto sfarzo di abiti e banchetti. A lei si deve la conclusione del matrimonio della figlia, la vivace Lucilla (Roberta Casetta) con il giova-ne Cleonte (Michele Galenda) che ne era innamorato e non con un aristocratico come avrebbe preferito il padre.

I due coniugi borghesi

sono sostenuti dalla diver-tente coppia dei due servi-tori, Coviello (Enzo Bozza) e Nicoletta (Grazia Lunardi) che assistono alle stramberie di Jourdain cercando di rad-drizzarle, mentre è insidia-ta dal duetto nobiliare della Marchesa (Maria Tietto) e del Conte (Giulio Bertocco), emblematici dell’autorevo-lezza della Corte di Luigi XIV che spesso arriccia il naso. Essenziali le scenografie per mettere in primo piano i mo-vimenti degli attori e i costu-mi variopinti.

Il Mosaico è riuscito ad evocare le trasparenze soffuse ed orientaleggianti che fanno parte del Borghese Gentiluomo attraverso i travestimenti da “Gran Turco” di Cleonte che si finge nobile sultano per sposare Lucilla e ha ottenuto un ottimo successo dinanzi al numeroso pubblico della pri-ma agli Olivetani sulla traccia della coralità interpretativa e della sperimentazione.

Daniela Muraca

Lunedì 12 agosto, gli ospiti di Casa Serena sono stati pro-tagonisti di una speciale matti-nata all’insegna della cultura, animata dalla presenza dei pit-tori: Federica Rando e Romeo Bazzan con l’intervento di lettura animata realizzato da Oscar Ferrari.

Un’iniziativa presentata dalla presidente del gruppo “Autori Polesani”: Aurora Gardin che ha inserito l’origi-nale iniziativa nel calendario delle manifestazioni estive del-la struttura rodigina.

I due artisti, soci del grup-po Athesis, hanno portato in visione alcune loro opere par-ticolarmente significative illu-strando, ai numerosi convenuti nell’auditorium, i significati più profondi del loro lavoro, sia dal punto di vista della for-ma che del colore.

Si è trattato quindi di un vero laboratorio espressivo con il quale i presenti hanno potu-to essere introdotti nel magico mondo della pittura, forse per

molti sconosciuto.Aurora Gardin che, con

instancabile costanza, con-duce da tempo queste utilis-sime proposte, ha presentato uno dei quadri dalla pittrice Federica Rando che, con la tecnica dell’olio su tela, ha di-pinto un raffinato paesaggio costiero nel quale il mare, che s’intravede in lontananza, è stato, l’elemento conduttore di un bel racconto intitolato “il profumo dell’agave” letto da un coinvolgente Oscar Ferrari che ha saputo interpretare con vera espressività e passione i sentimenti e le situazioni offerti dalla narrazione.

Accanto a questa prima opera, l’autrice di Vescovana ha presentato un altro paesag-gio estivo popolato di papaveri carichi di una vitalità prorom-pente molto apprezzata da molti ospiti che hanno così rie-vocato bei ricordi giovanili.

E’stata poi la volta di Romeo Bazzan che da anni col-tiva l’arte pittorica prevalente-

mente figurativa e ritrattistica con apprezzabili risultati.

L’artista ha offerto una performance molto gradevole, poiché ha ritratto la signora Anna dal vivo, ottenendo un esito molto apprezzato.

Entrambi gli autori hanno dato prova di una disinvoltu-ra espressiva sciolta e piace-vole, frutto di anni di lavoro e di partecipazione a numerose mostre collettive e personali che Aurora Gardin ha illustrato ai presenti con particolari utili alla comprensione del percorso artistico di entrambi i pittori.

A compendio della speciale giornata sono state le nume-rose foto scattate da Maurizio Cavaliere che ha colto espres-sioni e sentimenti di quanti era-no presenti a questa iniziativa forse meritevole di un seguito con la presenza di Aurora che ha voluto essere accanto agli anziani di “Casa Serena” nono-stante l’insopportabile canicola di questi torridi giorni d’ago-sto.

Su iniziativa del consi-gliere Andrea Borgato, indipendente del PD, il sindaco, Bruno Piva, ha coinvolto i deputati po-lesani: due su tre hanno risposto positivamente. Chiesto lo sblocco dei fondi a favore delle scuo-le rodigine.Importante iniziativa del

Consigliere comunale e vice presidente del Gruppo “ V. Bachelet, Andrea Borgato, che, dopo essere intervenuto in Consiglio comunale chie-dendo e ottenendo l’attenzio-ne del Sindaco e dell’assesso-re interessato a favore della scuole materne paritarie, ha sollecitato gli stessi a scrive-re ai deputati polesani per coinvolgerli nella problema-tica. Detto e fatto: il sindaco, Bruno Piva ha girato alla se-natrice Manuela Munerato della Lega e ai deputati pole-sani, Diego Crivellari del Pd e Giovanni Endrizzi di M5S, una bozza di interrogazione predisposta da Borgato stes-so.

La sen. Munerato e l’on. Crivellari hanno prontamen-te risposto facendo propria l’iniziativa e depositando ciascuno una interrogazione

parlamentare che faceva pro-prie le sollecitazioni esposte dal rappresentante del grup-po Bachelet.

Durante il consiglio co-munale il consigliere con una interrogazione aveva solleva-to la questione della situazio-ne finanziaria delle 15 scuole paritarie di Rovigo, dando comunque merito all’am-ministrazione di aver fatto quanto possibile nell’attuale situazione, ma chiedendo co-munque una mobilitazione nei confronti del Governo.

“Che ne sarà degli oltre 700 bambini che a settembre dovrebbero riprendere le atti-vità – si è detto il consigliere Borgato - e cosa faranno le loro famiglie qualora venisse bloccato il servizio?”

La situazione è aggrava-ta dal fatto che, ad oggi, non sono ancora stati accreditati i contributi governativi che sembrano giacere, disponi-bili, a Roma e per questioni di procedure informatiche che coinvolgono il Ministero dell’Economia e il Ministero dell’Istruzione non possono essere trasferiti ai beneficiari. Un’autentica assurdità che pesa come un macigno sulla gestione delle realtà scola-

stiche paritarie. Ciò appare ancora più assurdo se si pen-sa che già tra fine Aprile e i primi di Maggio l’apposita Commissione dell’Ufficio Scolastico del Veneto aveva proceduto al riparto dei fon-di.

Molte scuole hanno anche esaurito ogni possibile acces-so al credito bancario e, quin-di, sono a rischio gli stipendi del personale e i pagamenti dei fornitori, alcune dovran-no attivare la cassa integra-zione e, fatto ancor più grave, sono in difficoltà per il ver-samento delle ritenute fiscali e degli oneri previdenziali. Una situazione incresciosa che il consigliere ha potuto verificare personalmente con il Presidente Provinciale della FISM Morini e che rischia di protrarsi a tempo indefinito.

L’obiettivo di sollecitare il Governo, grazie al sinda-co che si è attivato, alla sen. Munerato e all’on. Crivellari che se ne sono fatti parte dili-gente, è stato ottenuto. Resta il rammarico che l’iniziativa non sia stata fatta congiun-tamente, come richiesto dal consigliere Borgato. Ora si attende la risposta del Governo.

Rovigo - A “Casa Serena”

L’estate diventa coloreGli artisti illustrano le loro opere

Rovigo - Iniziativa del Gruppo Bachelet

A favore delle scuole materne paritarieCrivellari e Munerato hanno interpellato il governo

Rovigo - Teatro delle Regioni

Successo de “Il Mosaico”

“Se fa, ma no se disi”In scena “Il Gabbiano” di Trieste

Fra le “Cento cose da fare prima di morire”, testo che ha reso noto Dave Freeman, sono elencate la partecipa-zione agli Academy Awards e alle corride di Pamplona. Sarà per questo che fra le cose più o meno stravaganti o più o meno sensate, la sagra del tradimento coniugale cade sempre a pennello, almeno per ricavarne divertenti af-fabulazioni teatrali. Infatti la Compagnia “Il Gabbiano” di Trieste che ha chiuso la rassegna “Teatro delle Regioni” ha preso spunto da un’idea di Freeman e di un altro autore americano, John Chapman, per elaborare in modo originale una comme-dia in dialetto triestino dal titolo allusivo “Se fa, ma no se disi”, in scena l’11 agosto agli Olivetani.

Pirotecnie finali, dunque, per la chiusura della manife-

stazione che in ogni spettaco-lo presentato a partire dal 16 luglio ha attirato un pubblico molto numeroso abbinan-do la combinazione di “cibo per la mente e per il palato” e proponendo, oltre al teatro regionale, anche la degusta-zione delle specialità locali.

Il “Gabbiano” ha reso la recitazione molto efferve-scente e ironica sulle note di un accorato leit motive mu-sicale, “Malafemmena”, il manifesto canoro napoletano reso celebre da Totò, che ha impresso alla commedia an-che coloriture mediterranee.

Nonostante i tradimen-ti, il matrimonio, ad ogni modo, regge con fermezza anglosassone, secondo lo stile impersonato dalle mo-gli che scoprono i mariti in-fedeli. Vivacissimo il “cast” con gli attori Roberto Creso, Monica Parmegiani, Paolo

Cesen, Graziella Carlon, Claudio Zatti, Rossana Tami, Gianfranco Pacco. L’elaborazione grafica e mu-sicale dello spettacolo è di Igor Visentini, mentre si deve a Pierre Qualizza la realizza-zione scenica. A dominare le scenografie è un insolito cuo-re rosso con gambette e mani ai fianchi e che individua metaforicamente il punto d’osservazione di avventure molto rocambolesche.

Con mirabile distacco ri-spetto al guazzabuglio delle vicende, una delle mogli af-ferma: “ se gli uomini voglio-no avere più di una moglie, chi sono io per giudicare?” ma, nel finale, ogni emozio-ne rientrerà nel giusto alveo ricomponendo l’equilibrio degli affetti nell’affresco con-clusivo di un’esilarante con-ciliazione.

Daniela Muraca

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18 la Settimana domenica 1 settembre 2013caritas

Italia povera. Politica dia risposteDa questo tempo segnato da molteplici crisi sembra emergere, a fatica, un paese più responsabile, capace di guardarsi con uno sguardo di verità e di riconoscere i propri problemi. Ma la responsabilità impone da partire dalle ferite più gravi che la crisi infligge alla coesione sociale.Le nostre comunità e le Caritas diocesane lo sanno da anni: conoscono i volti di persone e famiglie scivolate giù, attraverso le maglie troppo larghe della rete di protezione sociale, condannate ad esistere da sole alla perdita di un lavoro, a un reddito limitato, a un lavoro precario o – peggio – in nero. Condannate a farcela da sole, o solo con l'aiuto di familiari, amici, di una parrocchia, delle ancora tante realtà di solidarietà che il nostro paese conserva. Ma non può andare avanti così.Una maggiore responsabilità istituzionale è necessaria, una copertura universalistica per chi vive in condizioni di povertà assoluta deve essere garantita da politiche pubbliche, pur progressive e incrementali, che non si limitino a trasferire risorse, ma puntino a costruire progetti personalizzati, Pensati in maniera sussidiaria, che sappiano far emergere la solidarietà diffusa nei territori e facciano ripartire i percorsi esistenziali inceppati dalla crisi. E rafforzino comunità capaci di vivere – nei fatti – la speranza del vangelo della carità e la bellezza del magistero civile che è scolpito nella pagine della nostra Costituzione repubblicana.

Francesco Soddu

Italia povera. Politica dia risposteDa questo tempo segnato da molteplici crisi sembra emergere, a fatica, un paese più responsabile, capace di guardarsi con uno sguardo di verità e di riconoscere i propri problemi. Ma la responsabilità impone da partire dalle ferite più gravi che la crisi infligge alla coesione sociale.Le nostre comunità e le Caritas diocesane lo sanno da anni: conoscono i volti di persone e famiglie scivolate giù, attraverso le maglie troppo larghe della rete di protezione sociale, condannate ad esistere da sole alla perdita di un lavoro, a un reddito limitato, a un lavoro precario o – peggio – in nero. Condannate a farcela da sole, o solo con l'aiuto di familiari, amici, di una parrocchia, delle ancora tante realtà di solidarietà che il nostro paese conserva. Ma non può andare avanti così.Una maggiore responsabilità istituzionale è necessaria, una copertura universalistica per chi vive in condizioni di povertà assoluta deve essere garantita da politiche pubbliche, pur progressive e incrementali, che non si limitino a trasferire risorse, ma puntino a costruire progetti personalizzati, Pensati in maniera sussidiaria, che sappiano far emergere la solidarietà diffusa nei territori e facciano ripartire i percorsi esistenziali inceppati dalla crisi. E rafforzino comunità capaci di vivere – nei fatti – la speranza del vangelo della carità e la bellezza del magistero civile che è scolpito nella pagine della nostra Costituzione repubblicana.

Francesco Soddu

Italia povera. Politica dia risposteDa questo tempo segnato da molteplici crisi sembra emergere, a fatica, un paese più responsabile, capace di guardarsi con uno sguardo di verità e di riconoscere i propri problemi. Ma la responsabilità impone da partire dalle ferite più gravi che la crisi infligge alla coesione sociale.Le nostre comunità e le Caritas diocesane lo sanno da anni: conoscono i volti di persone e famiglie scivolate giù, attraverso le maglie troppo larghe della rete di protezione sociale, condannate ad esistere da sole alla perdita di un lavoro, a un reddito limitato, a un lavoro precario o – peggio – in nero. Condannate a farcela da sole, o solo con l'aiuto di familiari, amici, di una parrocchia, delle ancora tante realtà di solidarietà che il nostro paese conserva. Ma non può andare avanti così.Una maggiore responsabilità istituzionale è necessaria, una copertura universalistica per chi vive in condizioni di povertà assoluta deve essere garantita da politiche pubbliche, pur progressive e incrementali, che non si limitino a trasferire risorse, ma puntino a costruire progetti personalizzati, Pensati in maniera sussidiaria, che sappiano far emergere la solidarietà diffusa nei territori e facciano ripartire i percorsi esistenziali inceppati dalla crisi. E rafforzino comunità capaci di vivere – nei fatti – la speranza del vangelo della carità e la bellezza del magistero civile che è scolpito nella pagine della nostra Costituzione repubblicana.

Francesco Soddu

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In Italia dal 2006 al 2013 la povertà sanitaria è aumentata in media del 97%. In sintesi sono aumentati i cittadini che hanno difficoltà ad acquistare i medicinali anche quelli con prescrizione medica. Insomma: se prima la crisi colpiva le famiglie costringendole a fare a meno di alimenti, di vestiario e di generi di consumo, oggi è in difficoltà anche la capacità di procurarsi le medicine.È questo uno dei dati che emerge dal dossier realizzato dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus e presentato insieme alla Caritas Italiana in occasione della XXXIV edizione del Meeting di Rimini.Come detto, i dati emersi dal dossier sono il frutto del lavoro svolto da sette anni, dal 2006 al 2013, dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus che su tutto il territorio nazionale raccoglie (grazie alla Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco e alle donazioni aziendali) e distribuisce agli enti convenzionati che fanno richiesta di medicinali. Tra questi le Caritas diocesane, il centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio solo per citarne alcuni, tutte realtà che intercettano il disagio sociale in “diretta”. Le categorie sociali che fanno richiesta di medicinali sono ampie: dalle famiglie numerose, agli anziani con pensione minima, fino agli immigrati, anche irregolari.I risultati sono stati poi incrociati con i dati della Caritas Italiana provenienti da un campione di 336 Centri di Ascolto attivi in 45 diocesi. “In termini percentuali – affermano Banco farmaceutico e Caritas - l’aumento delle richieste di farmaci è stato pari al 57,1% in tre anni, anche se in termini assoluti non è tra le richieste prioritarie. Molto probabilmente, tale forma di richiesta è assorbita da altre voci del sistema di classificazione. In effetti tre sole voci - richiesta generica beni primari, richiesta generica sussidi economici e assistenza sanitaria – coprono il 70,4 % delle richieste complessive”.“Assistiamo ad un crescente bisogno di farmaci – commenta Paolo Gradnik,

presidente della Fondazione Banco Farmaceutico – da parte delle più importanti strutture di assistenza caritative. In alcuni casi si tratta di vera emergenza a causa dell’aumento della crisi economica che colpisce soprattutto le famiglie. È quanto mai urgente che la Commissione Sanità del Senato approvi in via definitiva la proposta di legge che consentirebbe la donazione di farmaci da parte delle aziende farmaceutiche. È ora che la politica dia segnali concreti sul fronte della povertà sanitaria".

“Sono dati drammatici, ma purtroppo in linea con quelli della povertà nel suo complesso – afferma don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana -. Per invertire la rotta serve un lavoro comune fatto di alleanze e appare sempre più necessario uno s forzo congiunto, che sappia incrementare la capacità di intercettare le varie situazioni di povertà del territorio”.I dati. Per facilitare la comprensione dei dati l’Italia è stata suddivisa in tre macro aree: Italia del nord, centro Italia e Italia del sud e isole.Per quanto riguarda l’Italia del Nord in sette anni (2006-2013) la povertà sanitaria è cresciuta del 71,91% passando da una richiesta dagli enti assistenziali di 255.783

confezioni di medicinali agli attuali 439.719. “In un contesto di crescita del disagio – si precisa - dobbiamo registrare anche un incremento dei farmaci donati passando dalle 192.490 confezioni del 2006 alle 255.338 del 2013 (fino al mese di luglio compreso). Cresce la povertà, ma aumenta al Nord anche la solidarietà di chi decide di donare un farmaco a chi non se lo può permettere”.Nel Centro Italia la richiesta di farmaci in set te anni è cresciuta in maniera esponenziale passando dalle 32.718

confezioni del 2006 alle 188.560 del 2013 (fino al mese di luglio compreso). Un incremento percentuale del 476,32%. “Anche in questo caso abbiamo assistito anche alla crescita corposa della solidarietà che ha fatto registrare l’incremento dei farmaci donati del 94 ,24% pa s sando da l l e 23 .670 confezioni alle attuali 46.034”.Al Sud Italia e nelle Isole la crescita del fabbisogno farmaceutico è cresciuto in maniera contenuta attestandosi attorno al 33,42% nei sette anni presi a campione. Si è passati dai 91.890 confezioni di farmaci richiesti dagli enti nel 2006 alle 122.600 confezioni del 2013 (fino a luglio compreso). “Modesto l’incremento dei farmaci donati con una variazione in sette anni del 2,46% passando dalle

46.556 confezioni raccolte alle 47.699 dei primi 7 mesi del 2013”.“Facendo una comparazione dei dati emersi – concludono Banco farmaceutico e Caritas - dobbiamo registrare che il fabbisogno sanitario in percentuale è aumentato, soprattutto, al Centro a causa dei valori bassi di richiesta di partenza. Se invece si valuta l’aumento numerico dei farmaci il Nord è primo in classifica con quasi 200 mila confezioni in più di medicinali richiesti in sette anni. A seguire il Centro Italia e poi il Sud e le Isole”.

La crisi economica, l’incalzare delle emergenze umanitarie, la costante attenzione ai problemi sociali: sono le principali sfide emerse nel rapporto annuale di Caritas italiana, riferito al 2012. Sul fronte del contrasto alla povertà, una situazione resa sempre più grave dalla crisi economica, la Caritas ha monitorato l’impegno delle strutture a livello d i o c e s a n o a c c o m p a g n a n d o l e nell’elaborazione di 985 progetti anticrisi per dare sostegno a persone singole e famiglie in difficoltà. Si tratta in particolare di progetti di sostegno economico a fondo perduto, della creazione di sportelli di consulenza per aiutare le persone a trovare un lavoro e una casa. Nel rapporto si sottolinea, fra l’altro, che nel 2012 gli accessi ai centri di ascolto gestiti dall’organismo caritativo

sono aumentati del 20 per cento rispetto all’anno

precedente. Sul fronte delle emergenze, l’impegno si è profuso soprattutto sugli interventi per la ricostruzione delle aree terremotate dell’Abruzzo e per fornire generi di prima necessità e vari altri strumenti di sostegno alle famiglie dopo il sisma che nell’ultima decade di maggio del 2012 ha colpito l’Emilia Romagna e a lcune zone de l Vene to e de l la Lombardia. Al di fuori dei confini nazionali, l’attività caritativa si è invece prevalentemente concentrata negli ambiti educativi e di cooperazione su varie tematiche, tra cui quella formativa. Al riguardo, si legge nel rapporto, sono decine i progetti di più vasta portata realizzati in 67 Paesi e 335, invece, i microprogetti portati a termine in 66 Paesi. Per quanto concerne i fondi, circa 25 milioni di euro sono stati destinati a progetti e attività in Italia, e poco più di 20 milioni per quelli all’estero.

Sul versante dei problemi sociali, l’attenzione è andata soprattutto ai temi dell’immigrazione e dell’esclusione, con riferimento ai senza fissa dimora e ai nomadi. Nel settore della solidarietà sociale, il 2012 è stato inoltre l’anno del rilancio dell’azione pastorale “per e con le famiglie”. Si è infatti avvertita, è spiegato nel rapporto, la necessità di recuperare uno spazio di attenzione ai fenomeni sociali che riguardano la famiglia ed effettuare un investimento in termini di studio, ricerca, formazione e animazione territoriale. La Caritas ha coordinato la presentazione, da parte di oltre metà delle Caritas diocesane (220), di 258 progetti in vari ambiti di bisogno (tra questi, famiglie in difficoltà, minori, immigrati, detenuti, anziani, vittime di violenza) finanziati con i fondi dell’otto per mille destinati alla Conferenza episcopale italiana.

da Osservatore Romano

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PRIMO PIANO - Il dossier realizzato da Banco farmaceutico e Caritas Italiana: in aumento i cittadini che hanno difficoltà ad acquistare i medicinali. Boom di richiesta di farmaci al centro Italia: +476%. Gradnik: “Sì alla legge sulla donazione da parte delle aziende farmaceutiche”

Povertà sanitaria aumentata del 97 per cento in sette anni.

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➡ Supporto alla ricerca del lavoro➡ Ritiro e consegna mobili usati➡ Docce e igiene personale➡ Lavanderia➡ Ambulatori

Diario• 02 settembre, Rovigo, riunione per progettazione europea.• 03 settembre, Padova, riunione Gruppo osservatorio

Triveneto.• 05 settembre, Verona, comitato scientifico Genitori Più.

Conflitti dimenticatiDi che Brasile parliamo?

José Claudio Ribeiro e Maria do Espírito Santo, una coppia che viveva in una piccola proprietà di Nova Ipixuna, nello stato del Pará, sono stati barbaramente ammazzati il 24 maggio 2011 da due pistoleiros. Il loro crimine: difendere il loro diritto alla terra e quello di tanti altri piccoli contadini.

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19la Settimanadomenica 1 settembre 2013 varie

Il programma di Papa Francesco - “cammi-nare, costruire, confessare” - trova nell’enciclica Lumen fidei uno sviluppo ben preciso. L’ultima tappa è “confes-sare”, un verbo che siamo abi-tuati a collegare ai peccati più che alla fede. In italiano si può usare il termine “confessare” in riferimento alla propria fede (e in tal senso è sinonimo di “professare”) o ai propri pec-cati. Nel primo caso si tratta di dichiarare pub-blicamente, di fronte alla co-munità o a singole persone, che si è in un parti-colare rapporto nei confronti di Dio. Nel secondo caso si tratta invece di riconoscere il proprio pec-cato o la propria colpa alla luce della rivelazione di Dio e in tal senso la confessione è un segno esterno di penitenza e di fede. Confessare la fede significa testimoniarla. La parola ricevuta si fa ri-sposta, confessione e invito per altri, trasmetten-dosi “nella forma del contatto, da persona a per-sona” e nella ininterrotta catena delle generazioni e dei testimoni.

Troviamo insistente questo richiamo nel Nuo-vo Testamento: “Ogni lingua confessi che Gesù Cristo è Signore” (Fil 2,11); “Offriamo a Dio un sacrificio di lode... cioè il frutto di labbra che con-fessano il suo nome” (Eb 13,15); “Chi confessa il Figlio possiede anche il Padre” (1Gv 2,23); “Io confesserò il suo nome dinanzi al Padre mio” (Ap 3,5).

“La conoscenza di noi stessi è possibile solo quando partecipiamo ad una memoria più gran-de. Avviene così anche nella fede, che porta a pie-nezza il modo umano di comprendere. Il passato della fede, quell’atto di amore di Gesù che ha ge-nerato nel mondo una vita nuova, ci arriva nella memoria di altri, dei testimoni, conservato vivo in quel soggetto unico di memoria che è la Chie-sa... (38). “In questo modo l’esistenza del credente diventa esistenza ecclesiale” (22).

“La fede non allontana dal mondo e non ri-sulta estranea all’impegno concreto dei nostri contemporanei”. Essa fa comprendere “l’architet-tura dei rapporti umani, perché ne coglie il fon-damento unico e il destino definitivo in Dio, nel suo amore, e così illumina l’arte dell’edificazione, diventando un servizio al bene comune”(51). “La luce dell’amore, propria della fede, può illumi-nare gli interrogativi del nostro tempo sulla ve-rità. La verità oggi è ridotta spesso ad autenticità soggettiva del singolo, valida solo per la vita in-dividuale. Una verità comune ci fa paura, perché la identifichiamo con l’imposizione intransigen-te dei totalitarismi, Se però la verità è la verità dell’amore, se è la verità che si schiude nell’incon-tro personale con l’Altro e con gli altri, allora resta liberata dalla chiusura nel singolo e può fare par-te del bene comune... Il credente non è arrogante; al contrario, la verità lo fa umile, sapendo che, più che possederla noi, è essa che ci abbraccia e ci possiede. Lungi dall’irrigidirci, la sicurezza della fede ci mette in cammino, e rende possibile la te-stimonianza e il dialogo con tutti” (34).

L’apostolo Paolo scrivendo ai Corinti (1 Co-rinti 15,3) dice: “Vi ho trasmesso, anzitutto, quello che io ho ricevuto”. E’ la Chiesa madre della no-stra fede come dell’apostolo. L’Encliclica sviluppa (37): “Chi si è aperto all’amore di Dio, ha ascoltato la sua voce e ha ricevuto la sua luce, non può te-nere questo dono per sé. Poiché la fede è ascolto e visione, essa si trasmette anche come parola e come luce... La parola ricevuta si fa risposta, con-fessione e, in questo modo, risuona per gli altri, invitandoli a credere”.

Potremmo trovare una sintesi conclusiva nell’inizio della Prima Lettera di Giovanni: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udi-to, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le no-stre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo ve-duta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annun-ziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cri-sto” (1, 1-3).

Al recente Sinodo si è parlato molt di questi problemi, puntando il dito anche sugli ostacoli all’evangelizzazione interni alla Chiesa, come il formalismo, la burocratizzazione, e la tiepidezza di chi dovrebbe invece testimoniare la fede cri-stiana, testimonianza che Paolo VI nella Evangelii nuntiandi metteva al primo posto nelle modalità dell’annuncio.

d. Dante Bellinati

Lumen Fidei - (3)

ConfessareSulla stampa locale sono state

pubblicate le dichiarazioni degli ex-consiglieri Anna Elisa Avezzù – Ida Cattozzo – Marco Lazzarato – Valeria Tomasi del Sindacato del Tempio della Beata Vergine del Soc-corso – La Rotonda con le quali giu-stificano le loro dimissioni negando trasparenza e verità della gestione amministrativa del Tempio.

Con lettera al Sindaco di Rovigo del 3 Aprile 2013 Marco Lazzarato si è dimesso per incompatibilità essendo all’epoca nel Consiglio di Amministrazione della Fondazio-ne della Banca del Monte di Rovigo e il 6 Aprile 2013 hanno presentato le dimissioni Anna Elisa Avezzù Pignatelli, Ida Cattozzo e Valeria Tomasi: con motivazioni generiche “...non si sono condivise molte del-le iniziative assunte dal Presiden-te”. Per verità e trasparenza tutte le iniziative sono state deliberate, verbalizzate e approvate all’una-nimità nelle riunioni del Consiglio del Sindacato del Tempio della Ro-tonda, sempre alla presenza del Se-gretario Amministrativo sig. Mario Passarella.

Dopo quattro mesi dalle dimis-sioni gli ex-consiglieri inviano una nota alle redazioni della stampa locale affermando che “...il presi-dente Boschetti avrebbe disatteso il progetto di rendere la Rotonda ‘cuore pulsante della città’ attraver-so alleanze strategiche con i princi-pali soggetti operanti nella città sia pubblici che privati”.

I fatti dimostrano il contrario: nel Tempio della Rotonda nel II° se-mestre 2012 si sono tenuti 13 eventi e nel I° semestre 2013 si sono te-nuti 29 eventi. Nel II° semestre di questo anno sono già program-mati 21 eventi. Si tratta di concerti

strumentali e vocali, conferenze, commemorazioni e incontri di associazioni. Gli eventi sono stati realizzati in collaborazione con il Comune di Rovigo, la Provincia di Rovigo, il Conservatorio Stata-le di Musica Francesco Venezze, l’Associazione Musicale F. Ve-nezze, RovigoBanca, i Consorzi di Bonifica del Polesine, il Lyons Club di Rovigo, la Società di Mu-tuo Soccorso di Rovigo, l’Associa-zione degli Italiani d’Istria e della Dalmazia, l’Associazione Il Canto delle Muse di Rovigo, l’Associa-zione dei Templari, la Questura di Rovigo, la Fondazione della Cas-sa di Risparmio di Padova e Ro-vigo (Musikè), le manifestazioni religiose “Festa dei Giovani della Diocesi”, le Stazioni Quaresimali, ecc. organizzate dalla Curia Ve-scovile.

Un’attenzione particolare per Diocesi di Adria-Rovigo: il Tempio della Rotonda ospiterà il 7 settem-bre p. v. un evento irripetibile per la Città di Rovigo: la celebrazione della “Beatificazione di Maria Bo-lognesi” con la presenza del cardi-nale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il Tempio sarà a disposizio-ne dell’organizzazione dell’evento per quattro giorni.

Per quanto riguarda i “piani di promozione” del Tempio della Rotonda di Valeria Tomasi e Mar-co Lazzarato, discussi e approvati nelle riunioni del Consiglio, non si può dimenticare che il Bilan-cio Consuntivo 2012 del Sindaca-to della Rotonda si è chiuso con disavanzo (debito) di quasi Euro 13.000. Per cui non esistono mate-rialmente le risorse finanziarie per realizzare un “piano di promozio-

ne” di qualche migliaio di Euro. La promozione del Tempio della Rotonda è stata fatta con i limitati mezzi a disposizione: con articoli sulla stampa locale, via Internet con brevi notizie corredate da foto e, non meno importante, con la presenza nel sito della Provincia di Rovigo del “Sistema Museale Provinciale”.

Tutto è stato sempre fatto per quanto stabilito dalla Delibera-zione della Giunta Comunale n. DGR/2010/25, che stabilisce i compiti del Sindacato con regole scritte.

Per verità e trasparenza devo evidenziare che da luglio 2012 (ini-zio dell’incarico) a marzo 2013 mi sono trovato solo a gestire la com-plessa “ordinaria amministrazio-ne” del Tempio della Rotonda: decine e decine di gravi problema-tiche ereditate dalle passate am-ministrazioni (prima fra tutte far quadrare il Bilancio economico). Più di una volta ho chiesto la di-sponibilità agli ex-consiglieri senza avere risposta: sono stati presenti solo alle riunioni del Consiglio del Sindacato.

La vera “protesta” inizia l’11 Marzo 2013 con una e-mail invia-ta a tutto il Consiglio del Sindaca-to dall’ex-consigliere Anna Elisa Avezzù Pignatelli nella quale scri-ve :”...non ritengo opportuno che il Presidente trasmetta documenti quali i bilanci...”. Tutti i quattro ex-consiglieri con comunicazioni e-mail hanno condiviso la “protesta” dell’ex-consigliere avvocatessa Av-vezzù: il fatto che il Presidente del Sindacato del tempio della Roton-da abbia inviato il Bilancio Con-suntivo 2012 e lo Stato Patrimo-niale 2012 al Comune di Rovigo e

alla Diocesi di Adria- Rovigo. L’ex-consigliere Marco Laz-

zarato ha scritto con e-mail del 20 Marzo 2013: “Ammesso che vi fosse un accordo del Sindacato su questa iniziativa del Presidente ritengo folle inviare... il bilancio 2012”. L’invio annualmente del-la “documentazione contabile” è atto dovuto perché previsto dalla Deliberazione della Giunta Co-munale n. DGR/2010/25 e dalla “Convenzione tra il Sindacato del Tempio e la Diocesi di Adria-Ro-vigo” del 1999, a firma del Vesco-vo mons. Martino Gomiero e del già-presidente ing. Sergio Zerba.

I pre-citati Bilancio Consunti-vo e Stato Patrimoniale sono stati approvati dalla Giunta Comunale con deliberazione n.90 del 2013 su “Parere di regolarità contabile” del Dirigente del Settore Cul-tura dott.ssa Nicoletta Cittadin. Bilancio Consuntivo e Stato Patri-moniale sono stati esposti all’Albo del Comune di Rovigo perché atti pubblici.

Qualcuno si è infastidito per-chè, come atto dovuto, il Bilancio Consuntivo 2012 e lo Stato Patri-moniale 2012 sono stati inviati al Comune di Rovigo e alla Diocesi di Adria-Rovigo.

Una domanda nasce: “Quali sono le vere motivazioni delle di-missioni degli ex-consiglieri del Sindacato della Rotonda e chi è la persona a cui ha dato fastidio il ri-spetto delle regole scritte?”

Questi i fatti di cui esiste do-cumentazione e si lasci a chi legge farsi un’opinione.

Giovanni BoschettiPresidente pro tempore

Sindacato delle Beata Verginedel Soccorso La Rotonda

Lettere in redazione

Attività del TempioIl Presidente del Sindacato della Rotonda Boschetti illustra le iniziative

Fino a qualche anno fa Tallinn era quasi del tutto sconosciuta ed il suo nome risuonava come un qual-cosa di curioso e al tempo stesso misterioso.

Oggi, la capitale dell’Estonia, adagiata dolcemente sul mar Bal-tico, fa l’occhiolino ad un turismo giovane e attento, ma anche a chi è alla ricerca di un luogo trandy.

Tallinn, Capitale Europea della Cultura 2012, è in continua evolu-zione: antica ma iper-informatizza-ta, giovane, low cost, ma artistica e colta. Visitandola si ha l’impressio-ne di una città, dove la maggioran-za della popolazione è formata da trentenni, che continua a correre e a trasformarsi senza tregua. Forse per scrollarsi definitivamente i ricordi legati al periodo buio del comuni-smo e del grigiore sovietico.

Poche città presentano un cu-rioso collage architettonico di varie epoche con un occhio al passato senza disprezzare la “modernizza-zione” frenetica che imperversa a colpi di Internet, dove il wi-fi, con-siderato un segno di civiltà, è free anche sui mezzi pubblici, nei locali e nei musei. Qui la crisi ha colpito prima, nel 2008. Ora è un ricordo per gli abitanti, 1.300.000, di cui un terzo sono russi rimasti dopo la fine dell’Urss. Gli estoni sono un popo-lo pacifico e lo testimonia il fatto che hanno ottenuto l’indipendenza manifestando in un modo origina-le: formando una catena umana di persone che cantavano. La “Singing Revolution”, la rivoluzione cantata, è oggi un simbolo per molti.

Tallinn è la perfetta sintesi tra antico e nuovo: da un lato c’è il cen-tro storico medioevale, patrimonio Unesco, dall’altro i grattacieli ed i centri commerciali.

Il nucleo antico di Tallinn (Taani linn, città castello) fondata dai dane-si nel 1291, sopravvive arroccato tra mura di cinta lunghe 2 chilometri, le 25 torri di guardia, palazzi d’epoca e chiese. Vanalinn (la città vecchia), a cui si accede dal porto attraverso la Porta Marittima, dominata dalla

torre Margharet la Grossa, ha il pri-mato di essere la meglio conservata d’Europa. Non a caso qui sono state girate scene famose di una sessanti-na di film, anche durante il periodo sovietico. Percorrendo i vicoli ac-ciottolati che ricordano leggende e fatti storici, si sale fino alla collina di Toompea, da dove si gode un pano-rama mozzafiato sui tetti aguzzi dei palazzi storici, un tempo dimore si-gnorili dei ricchi mercanti dei cerea-li, delle chiese, tra cui quelle famose dello Spirito Santo, di Sant’Olaf che con la sua guglia è stata fino al 1625 l’edificio più alto del mondo, e di San Nicola dove è conservata l’uni-ca bibbia del mondo per analfabeti, sulla magnifica cattedrale russo-ortodossa Alexander Nevskji, posta di fronte al Parlamento, e sulla Lossi plats (piazza del Castello) domina-ta dalla torre che custodisce la più grande campana dell’Estonia: 3 me-tri di altezza e 15 tonnellate di peso. Dal belvedere di Toompea durante le struggenti notti bianche, che du-rano fino a Ferragosto, si può am-mirare l’infinito crepuscolo baltico.

Scendendo lungo via Gamba-lunga, la strada degli artigiani e dei commercianti, parallela a via Gam-bacorta riservata ai nobili, si arriva sulla piazza del Municipio dove si

svolgono le principali rappresen-tazioni artistiche, dominata dal pa-lazzo Comunale, in stile gotico, del 1400 unico in Europa ad avere una forma così originale e che conserva al primo piano la Sala dei Mercan-ti e al secondo la Sala Civica, usata per le assemblee. Nel Medioevo si promulgavano le leggi e si teneva-no i banchetti. Una visita la merita anche l’Antica Farmacia.

Tallinn ha fatto del Medioevo il suo richiamo turistico. Ovunque si respira l’aria del passato: dagli ani-matori di piazza in costume, ai locali a tema come l’Olde Hansa, (www.oldehansa.ee) forse il più famoso che al menù e alla musica medioe-

vale accompagna anche i bicchieri e le posate d’epoca che spesso sono souvenir per i turisti.

Interessanti da vedere anche i quartieri della periferia, alcuni dei quali a Kalamaja ancora con le case in legno costruite per alloggiare gli operai russi impiegati nella costru-zione della ferrovia , o il quartiere Rotermann dove le ex fabbriche sono state riconvertite in centri commerciali; mentre la galleria Art Design raccoglie le opere creative di numerosi artisti emergenti. Da visitare il Museo Navale, dove si può salire a bordo del sommergibi-le Lembit. Per lo shopping ci sono numerosi mercati, tra cui quello delle pulci dove si trovano prodotti artigianali e della tradizione culina-ria estone.

Per chi vuole rivivere Tallinn al tempo dell’Urss, c’è il Patarei il mu-seo delle ex carceri dove sono stati rinchiusi i dissidenti del regime so-vietico. C’è ancora la botola dove nel 1991 venne eseguita l’ultima impiccagione. Da film dell’orrore i locali dell’infermeria. All’ultimo piano dell’hotel Viru c’è ancora la stanza con tutte le apparecchiature usate dal Kgb per ascoltare le con-versazione degli ospiti stranieri che alloggiavano nell’albergo, carpite dalle “cimici”. Poco lontano da Tal-linn si trovano lunghe spiagge di sabbia bianca costellate dai grandi massi erratici dell’era glaciale, pi-nete, antichi manieri, villaggi da scoprire. Dalla torre delle televisio-ne alta 170 metri, che ospita il risto-rante panoramico, lo sguardo può abbracciare la costa estone.

L’Estonia vanta il primato di avere l’aria più pulita al mondo. Girandola si capisce il perché: gli abitanti sono un “popolo verde” e tutto il territorio, comprese anche le isole, sono un’oasi naturalistica dove il rispetto ed il richiamo per la natura risponde con il Parco Nazio-nale Lahemaa, il più grande del pa-ese che ospita 200 specie di animali e 900 di piante diverse.

Info: www.visitestonia.com

Cartoline di viaggio di Donato Sinigaglia

Tallin, città medievale proiettata nel futuro

Page 20: la settimana n.33 del 1 settembre 2013

domenica 1 settembre 2013 - pagina 20la Settimana

CASTELGUGLIELMO Largo San Nicola di Bari, 6 - Tel. 0425.707035 CORBOLA Via Rosetta Pampanini, 161 - Tel. 0426.45413

FERRARA Via Bologna 60/60A - Tel. 0532.767064 FIESSO UMBERTIANO Via Verdi, 435 - Tel. 0425.740366

GIACCIANO CON BARUCHELLA c.c. IL FARO - Tel. 0425.561201 OCCHIOBELLO Via Eridania 133/E - Tel. 0425.760300

PINCARA Piazza Martiri della Libertà, 48/50 - Tel. 0425.745047

ROSOLINA Via Borgata Volto, 2 - Tel. 0426.337885 ROVIGO Viale Porta Po, 58 - Tel. 0425.423752

SAN BELLINO Via Roma, 30/31 - Tel. 0425.703005 SAN MARTINO DI VENEZZE Via Cà Donà, 130 - Tel. 0425.99227

STIENTA Piazza Santo Stefano, 123 - Tel. 0425.751038 TAGLIO DI PO Piazza Venezia, 5 - Tel. 0426.346286 TRECENTA Piazza Garibaldi, 84 - Tel. 0425.700235

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Batti il cinque!!Campo-scuola 2013, dal 3 al 10 agosto….

Una nuova avventura si è aperta davanti a noi. Bambi-ni, ragazzo, giovani, adulti ed “evergreen”!!

Un nuovo cammino dove, insieme, abbiamo costruito fra-ternità e amore reciproco, nel rispetto delle legittime diver-sità. Aiutati dal parroco Don Daniele, dalle Suore Michela e Elvira e da tanti animatori.

Ognuno ha messo il pro-prio personale prezioso mat-tone a servizio degli altri, per arricchirci ed edificarci con saggezza, con speranza e fidu-cia, nella consapevolezza che l’unico vero Maestro è solo il Signore Gesù, Roccia della no-

stra vita. In questa settimana abbiamo scoperto che siamo originali, unici al mondo, che siamo chiamati a lasciare in-torno a noi un segno di bene, una scia di luce, una traccia di speranza; a offrire una nostra goccia d’amore per rendere più vero, più bella, più gioioso que-sto mondo.

Il nostro viaggio è stato un viaggio comunitario dal titolo: BATTI IL CINQUE!!

Battere il cinque è segno di fiducia, di speranza; per ogni dito della mano una preghiera.

Abbiamo cominciato que-sto cammino come matite stemperate, ma siamo ritorna-

ti come matite che lasceranno tracce di sé nel mondo, come piccole ma preziose stelle del cielo che possiamo brillare davvero: siamo SPIRITI DEL SOLE, che difendiamo un so-gno in volo, che sorridiamo alla morte; ogni giorno di complici-tà trasformiamo tutto la realtà, combattiamo lasciando spazio ad un legame, resteremo feriti ma non saremo mai morti, re-steremo segnati ma non sare-mo mai spenti.

Siamo il futuro del mon-do!!

IlariaUna partecipante del Campo-scuola