Workshop Napoa AUTOVALUTAZIONE E QUALITA 23 ottobre 2002 - Bergamo IL RUOLO DELLA CONSULENZA PER LA...
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Workshop Napoa AUTOVALUTAZIONE E QUALITA’ 23 ottobre 2002 - Bergamo
IL RUOLO DELLA CONSULENZAIL RUOLO DELLA CONSULENZAPER LA CERTIFICAZIONEPER LA CERTIFICAZIONE
DI QUALITA’ DELLE SCUOLEDI QUALITA’ DELLE SCUOLEDELLE RETI STRESA E SUSFOLDELLE RETI STRESA E SUSFOL
Andrea Ceriani KKIEN Enterprise - Sistemi di Formazione Integrata
Workshop Napoa AUTOVALUTAZIONE E QUALITA’ 23 ottobre 2002 - Bergamo
Sapere tutto, anche più di tutto, e trasformare quel sapere in gesti naturali, da mettere in Sapere tutto, anche più di tutto, e trasformare quel sapere in gesti naturali, da mettere in atto nel minimo tempo e in modo istintivo, ma non troppo istintivo; sapere finchè quel atto nel minimo tempo e in modo istintivo, ma non troppo istintivo; sapere finchè quel sapere diventava movimenti della mano, sensibilità delle dita agli strumenti, sensibilità del sapere diventava movimenti della mano, sensibilità delle dita agli strumenti, sensibilità del corpo alle posizioni nello spazio, cinestesia. Sapere ma non troppo, né essere sicuri di corpo alle posizioni nello spazio, cinestesia. Sapere ma non troppo, né essere sicuri di saperlo, poiché l’errore non aspetta altro che la tua sicurezza, ed è lì che morde. L’errore saperlo, poiché l’errore non aspetta altro che la tua sicurezza, ed è lì che morde. L’errore era la specialità del pilota, la tua disciplina, la tua materia. Se c’era una competenza del era la specialità del pilota, la tua disciplina, la tua materia. Se c’era una competenza del pilota, era la competenza dell’errore. Lei di cosa si occupa? Di errori, signore, nient’altro pilota, era la competenza dell’errore. Lei di cosa si occupa? Di errori, signore, nient’altro che errori.che errori.
Daniele Del Giudice, Staccando l’ombra da terra, Einaudi
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Workshop Napoa AUTOVALUTAZIONE E QUALITA’ 23 ottobre 2002 - Bergamo
La conoscenza del pilota ha un fine, che non è immediatamente quello di portare un La conoscenza del pilota ha un fine, che non è immediatamente quello di portare un aereo, ma prima ancora di produrre immagini dello stato delle cose e del loro continuo aereo, ma prima ancora di produrre immagini dello stato delle cose e del loro continuo incedere e comportamenti adeguati, così ben assimilati da risultare immediati e naturali in incedere e comportamenti adeguati, così ben assimilati da risultare immediati e naturali in un’esperienza dove tutto è innaturale…La naturalezza dell’innaturale richiede una un’esperienza dove tutto è innaturale…La naturalezza dell’innaturale richiede una particolare cura, e una manutenzione, bisogna usarla costantemente, è come un sentiero particolare cura, e una manutenzione, bisogna usarla costantemente, è come un sentiero nella vegetazione che appena cessa di essere percorso si ricopre, non usarla significa nella vegetazione che appena cessa di essere percorso si ricopre, non usarla significa perderne dei pezzi, la conoscenza del pilota è un apprendimento che non finisce mai, a perderne dei pezzi, la conoscenza del pilota è un apprendimento che non finisce mai, a questo servono gli infiniti controlli ai quali ci sottoponi, qualunque sia l’età e l’anzianità di questo servono gli infiniti controlli ai quali ci sottoponi, qualunque sia l’età e l’anzianità di volo, a questo probabilmente serve il fatto che ogni cosa ha un suo brevetto, una sua volo, a questo probabilmente serve il fatto che ogni cosa ha un suo brevetto, una sua abilitazione, una licenza.abilitazione, una licenza.
Daniele Del Giudice, Staccando l’ombra da terra, Einaudi
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LA CONSULENZA GENERATIVALA CONSULENZA GENERATIVA
Aiutare gli altri ad aiutare sé stessi(fornire alle reti un metodo con il quale arrivare alla soluzione dei problemirelativi alle procedure scolastiche)
Volta a facilitare il raggiungimento di obiettivi concordati preventivamente (Fornire alle rete strumenti, modalità, tattiche, ecc.)
Orientata allo sviluppo (Supporto fornito alle scuole delle reti per formulare piani di miglioramento)
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CONSULENZA DI PROCESSOCONSULENZA DI PROCESSOLe reti “possiedono” il problema all’inizioe per tutta la durata del processo (La responsabilità e la conduzione del progetto sono sempre a caricodelle scuole delle reti che mantengono una salda ownership del progetto)
Le reti partecipano attivamente alle fasi diagnostiche (Fin dall’inizio del processo le scuole delle reti partecipano all’analisi organizzativa finalizzata al check-up delle scuole)
Le reti partecipano attivamente alle“formulazioni” di processi e procedure (Solo le scuole possono sapere cos’è fattibile e cosa può funzionarenel contesto culturale e organizzativo proprio)
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RUOLO DEL CONSULENTERUOLO DEL CONSULENTEPorta le scuole ad affinare le capacitàdi identificazione e soluzione dei problemi (La definizione di processi e procedure; le attività per ogni procedura;le responsabilità da individuare; ecc.)
Suggerisce idee alternative (Le esperienze maturate possono portare all’evidenza di soluzioni diverse dal consueto)
Incoraggia le scuole ad assumersi laresponsabilità finale delle decisioni (Le procedure rilasciate sono quelle che andranno poi implementatenelle scuole delle reti)
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RUOLO DEL CONSULENTERUOLO DEL CONSULENTE
Definire la missione fondamentale (di ogni scuola delle reti; di ogni unità organizzativa individuata)
Stabilire obiettivi specifici (definire “come” raggiungere la mission evidenziando le responsabilitàdi chiunque sia coinvolto nelle procedure scolastiche)
Aiutare il gruppo nel:Aiutare il gruppo nel:
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RUOLO DEL CONSULENTERUOLO DEL CONSULENTE
Decidere quali mezzi utilizzare (quali procedure evidenziare; come identificare le responsabilità relative)
Mettere in atto misure correttive (identificare piani di miglioramento nei processi scolastici)
Aiutare il gruppo nel:Aiutare il gruppo nel:
Monitorare il raggiungimento degli obiettivi (partecipare agli audit interni del responsabile gestione qualità)
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RUOLO DEL CONSULENTERUOLO DEL CONSULENTE
Sviluppando un linguaggio comune (uso di una terminologia specifica; significati particolari attribuiti a determinate parole e concetti)
Sviluppando criteri relativiall’influenzamento (gestione delle relazioni tra i diversi gruppi coinvolti nel progetto;tra le singole scuole e le reti)
Gestire le relazioni:Gestire le relazioni:
Sviluppando regole per l’inclusione e/o l’esclusione (regole per la diffusione o la riservatezza delle informazioni)
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RUOLO DEL CONSULENTERUOLO DEL CONSULENTE
Livello: RETI
Livello: SINGOLE SCUOLE
La gestione del processo:La gestione del processo:
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Costruzione del master per le scuole delle reti
La gestione del processoLa gestione del processo
Realizzato da un gruppo ad hoc con componenti provenienti da più scuole della rete
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Livello: RETI
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Costruzione del master per le scuole della rete
La gestione del processoLa gestione del processo
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Compito prevalente: a partire dai dati provenienti da più scuole della rete si elabora un documento che sarà convalidato per l’intera rete contenente:•processi comuni a tutte le scuole•processi di gestione dei rapporti scuola-rete
Livello: RETI
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La gestione del processoLa gestione del processo
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Costituzione dei gruppi di lavoro
Gruppo consultivo: 12/15 componenticompito prevalente: convalida delleprocedure
Gruppo ristretto: 5/6 componenti più il D.S. e il DSGAcompito prevalente: stesura dei manuali
Livello: SINGOLE SCUOLE
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Costruzione dei processi specifici
La gestione del processoLa gestione del processo
Compito prevalente: ogni scuola integrerà il master con i processi peculiari della propria realtà inserendo i dati tipici provenienti dalla propria cultura, esperienza, tradizione, offerta formativa, ….
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Livello: SINGOLE SCUOLE
Workshop Napoa AUTOVALUTAZIONE E QUALITA’ 23 ottobre 2002 - Bergamo
La gestione del processoLa gestione del processo
Le RETI elaboreranno e forniranno alle singole scuole il master
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Quale scambio RETI ----- SINGOLE SCUOLE
Le SINGOLE SCUOLE forniranno i dati su cui costruire il master sia in fase iniziale che di manutenzione
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Cosa otteniamoCosa otteniamo
un documento oggettivo
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un testo linguisticamente omogeneo
l’insieme ragionato delle procedurescolastiche
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Cosa otteniamoCosa otteniamo
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che può essere trasferito a tutti perché costituisca labase per una migliore appropriazione del proprio ruoloall’interno dell’istituzione scolastica
…….
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Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così, ma ho il “senso della frase”….Il Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così, ma ho il “senso della frase”….Il senso della frase è il sesso della frase, il suono della frase, il significato della frase. Il senso della frase è il sesso della frase, il suono della frase, il significato della frase. Il senso della frase battezza la frase, la estremizza e anche se la degrada col turpiloquio, la senso della frase battezza la frase, la estremizza e anche se la degrada col turpiloquio, la promuove comunque rendendola, alla fin fine, definitiva. Il senso della frase è il punto di promuove comunque rendendola, alla fin fine, definitiva. Il senso della frase è il punto di arrivo del concetto espresso quando la frase è ancora nell’utero. E’ il punto di non arrivo del concetto espresso quando la frase è ancora nell’utero. E’ il punto di non ritorno….Non so se si nasca con il senso della frase. Di sicuro ci si muore.ritorno….Non so se si nasca con il senso della frase. Di sicuro ci si muore.
Andrea G. Pinketts, Il senso della frase, Feltrinelli
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