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    VERSOUNINTERPRETAZIONECOGNITIVADELLETICAEDELLECONOMIACONSIDERAZIONIVITALIEGLOBALI

    ALESSANDROBERTIROTTI

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    l comportamento etico dellumanit dipende dal comportamento socialedelle popo-lazioni di neuroni. Nel nostro cervello sono scritti i progetti etici dellintera umanited necessario comprenderli, per meglio assecondare la natura eticadelluomo.

    Le funzioni cerebrali si originano dallattivit del sistemanervosocentrale (SNC). Lacorteccia cerebrale la sede delle facolt pi evolute della nostra specie. Lelemento dipartenza delle funzioni cerebrali il neurone, il quale sottoposto ad imput eccitatori

    ed inibitori da parte di altri neuroni, affinch i messaggi da trasmettere mantenganosempre una discreta dose di equilibrio generale.

    I neuroni organizzano la loro attivit allinterno di una popolazione dineuroni. Ognineurone riceve e invia impulsi a seconda delle sue connessioni allinterno della popola-zione, e quando la densit di queste connessioni supera una precisa soglia i neuronicominciano ad interagire spontaneamente tra di loro ( questo il caso in cui si parla di

    popolazionidineuroni). La soglia che determina il passaggio di stato dipende dal rap-porto fra impulsi inviati e ricevuti. In altre parole, se i messaggi che una popolazionedi neuroni riceve sono circa 10 e quelli che invia ad altre popolazioni sono altrettanti,

    quella popolazione neuronale agisce autonomamente, ossia senza ulteriori impulsiesterni a se stessa. La popolazione di neuroni in questione si trova in uno stato diequilibrio. Questa situazione (attivit di fondo) prende il nome di attrattore puntiforme,ed lo stato verso cui la popolazione di neuroni tende a tornare dopo una perturba-zione (Freeman W.J., 1999). In altre parole, i singoli neuroni formano entit macro-scopiche, allinterno delle quali ogni elemento per lo pi autonomo, ma costantemen-te coinvolto nellattivit macroscopica che tende a perseguire uno stato costante diequilibrio fra imput ricevuti ed output inviati.

    Lattivit cerebrale data dalle variazioni di stato degli attrattori puntiformi, i quali

    determinano i processi cognitivi, per mezzo degli attrattori a ciclo limite(Freeman W.J.,

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    ibidem). Questi ultimi corrispondono alle situazioni in cui gli attrattori puntiformi ven-gono ignorati (sono cio in stato di apparente silenzio) e si verifica un apprendimento.Quando il rapporto fra lo stato di partenza (attrattore puntiforme) e lo stato di attivit(attrattori a ciclo limite) supera una determinata soglia, il sistema non pu pi tornareindietro, ed costretto a trovare un nuovo valore di stabilit. Sempre in riferimento

    allesempio precedente, se i messaggi che riceve sono 20 rispetto a quelli che trasmetteche rimangono 10, quella popolazione di neuroni deve adattarsi ad un nuovo equilibriocercando di trasmettere allesterno ancora 10 messaggi in pi. In questo caso, conlaggiunta iniziale e finale di 20 messaggi totali (10 in entrata e 10 in uscita per adat-tarsi) si verifica un apprendimento, ossia una conoscenza nuova.

    Il risultato la formazione di una configurazione spaziale di modulazione di ampiez-zao configurazione di AM(Freeman W.J., idem). Tutti i neuroni, in qualsiasi zona dellacorteccia, partecipano alla formazione delle configurazioni di AM, e sono queste chevariano con lapprendimento. La caratteristica fondamentale delle configurazioni di AM

    che variano nel tempo, perch sono determinate dalla variabilit riscontratanellattivit neuronale. Si tratta di una variabilit delle configurazioni di AM che lerende uniche e particolari per ogni singolo individuo, perch sono determinate da ognisingola variazione sinaptica (la sinapsi il luogo dove i collegamenti neuronali si verifi-cano), e quindi risultano legate allesperienza personale di ogni individuo. In sostanzasiamo in presenza di una attivit sociale neurologica, di un vero e proprio processo digeneralizzazione a livello sinaptico, che si basa in effetti una una relazione che po-tremmo definire economica.

    Il termine economia deriva dal latino eco nomos, ossia regole dellambiente, oppurenorme dellambiente. Le configurazioni di AM sono metaforicamente simili alle relazionieconomiche che gli esseri umani (e le culture) stabiliscono fra loro, e la differenza dimodulazione economica (i messaggi in entrata rispetto a quelli in uscita, circa la pro-duzione, il valore, le merci, etc., di un qualsiasi mercato) stabilisce la formazione diuna mentalit economica condivisa. proprio questa condivisione concreta delle regoledel mercato che veicolano la formazione di una mentalit corrispondente, come lecitosupporre che il cambiamento di alcune caratteristiche concrete rappresentate da que-sta mentalit possano veicolare la formazione di ulteriori idee economiche collocabiliper nel tempo, ossia soggette ad un rapporto costante frapassatoefuturo.

    In effetti, limportanza di queste configurazioni che esse sono alla base della co-struzione del significato, che non nasce direttamente dal mondo esterno, poich il cer-vello utilizza precedenti elementi per costruire i significati. Il cervello non riceve tra-scrizioni dirette del mondo che lo circonda, ma ne crea al suo interno unimmagine chedipende dalla sua storia personale.

    Ci stiamo avvicinando al nocciolo del problema, ossia alla costruzione neurocogniti-va di significati etici, partendo proprio dalla comprensione del come si originano quelleazioni che permettono allindividuo di relazionarsi col mondo, secondo la necessariaespressione economica.

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    La costruzione di un significato etico-economico avviene attraverso la formazionedellintenzionalit. Essa un processo che permette agli uomini (e ad altri animali) diagire in relazione ad un obiettivo futuro. Le azioni che caratterizzano la nostra vitaquotidiana emergono lungo una sequenza che si pu suddividere in tre stadi. Ad unprimo stadio, emergono nel cervello gli obiettivi verso cui indirizzare le azioni. Nel se-

    condo stadio, si agisce e si costruiscono significati dopo aver ricevuto a livello senso-riale le conseguenze delle proprie azioni. Infine, nel terzo stadio lapprendimento modi-

    fica topologicamente le configurazioni delle reti neuronalidel cervello. Linsieme di que-sti tre stadi accompagnato da svariati processi dinamici che preparano il corpoallazione, e ci che si percepisce della preparazione ad essa sono le emozioni. Tutti icomportamenti intenzionali sono emotivi, e nascono dallauto-organizzazionedellattivit neurale, grazie allazione del sistema limbico, nel quale si evidenziano con-figurazioni di AM emotivamente rilevanti.

    Ogni essere umano si rende conto dei propri significati per mezzo di consapevolezza

    e coscienza. La consapevolezza unesperienza elaborata neurologicamente che si pro-duce nel nostro cervello. La coscienza quel processo che permette alla successionedegli stati di consapevolezza di avere significato per lindividuo.

    Come sono collegate esperienza e coscienza nel cervello e dunque nei processi men-tali? Con linvenzione della causalit, grazie alla quale il cervello pone il relazione un

    precedente (causa) con un conseguente (effetto). Si tratta di una spiegazione ottenuta,elaborata o individuata in termini statistici, perch si cerca di capire quante possibilitvi sono che unazione (soprattutto di carattere economico, dunque necessariamenteanche etico) determini un particolare risultato.

    Lesperienza soggettiva, quella riferibile alle azioni consapevoli, vissuta come unacatena di causalit lineare. La nostra intenzione ad agire la causa di quello che si ve-rificher. In questo modo gli individui si spiegano le dinamiche delle interazioni sociali,anche in riferimento alle condotte eticamente ed economicamente rilevanti. Le nostrescelte etiche ed economiche dipendono dunque da quanto il cervello modificher leproprie configurazioni di AM, affinch si possano ipotizzare azioni probabili in grado diottenere un equilibrio cognitivo fra la sicurezza di rimanere in vita ed il desiderio di li-bert. La soluzione fra questi due antipodi culturali la ricerca delpi giusto nel mo-mento migliore, in grado di equilibrare le configurazioni perturbate di nuovi dati raccol-ti. In questo modo il comportamento etico umano si presenta come il risultato di un

    calcolo probabilistico che va dal particolare al generale, utilizzando un percorso cogni-tivo che lega la necessit di mantenersi in vita come singolo e mantenersi utile come cul-tura. Cos si formano anche i significati personali, culturali perch anche etico-economici, durante la pi importante attivit cognitiva, quella adattativa.

    dunque lazioneche origina il pensiero, ossia la conoscenza, proprio perch la co-noscenza stessa di tipo evoluzionistico, ossia, popperianamente parlando, esercita ecostituisce un controllo costante delle elaborazioni mentali in un ambiente (economia).

    Queste premesse, collocate allinterno di una visione antropologica, pongono la que-stione dellarte del vivere(il pi giusto nel momento migliore per ladattamento), come il

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    fondamento tanto delletica quanto delleconoma e dunque di un ben-esseregeneraliz-zato legato alla qualit della vita.

    La domanda cruciale diventa dunque: Quale scopo comune giudicato un bene daperseguire? Ecco perch la questione etica oggi diventata una questione cognitivo-

    economica e deve essere interpretata facendo riferimento alla funzionalit cerebrale,piuttosto che solo alle visioni filosofiche tradizionali.

    Di fronte a tutto ci che ci circonda, il nostro cervello opera continue attribuzioni disenso, grazie alle quali si spiegano cause e motivi di ci che ci accade. Come abbiamodetto, la causalit, che una configurazione di AM presente nel cervello (piuttosto chenegli eventi), si manifesta con lespressione contemporanea di due flussi di attivit:quella del neurone che influisce sulla popolazione di appartenenza, e quella della po-polazione sul singolo neurone, esattamente come accade nella societ, dove il singoloinfluisce sul globale e questo sul singolo.

    Il vincolo micro-macrolimita la libert degli elementi impedendo che lattivit del sin-golo determini azioni indipendentemente dallintervento degli altri. Il ruolo della con-sapevolezza quello di agire come un veicolo per raggiungere lordine globale, inte-grando fra loro le attivit che derivano dai vari componenti. La coscienza si inserisce inquesto meccanismo con la funzione di creare una sequenza di stati globalie vitalidiconsapevolezza.

    dunque la coscienzache indirizza lattivit caotica, anche economicamente rile-vante, verso un ordine globale, favorendo lassimilazione dei dati provenienti dal mon-do, attraverso luso della ragione, da intendersi come configurazioni di AM continue.

    Lallontanamento delle configurazioni di attivit locali, rispetto al parametro di ordi-ne globale (ossia il distacco di una popolazione di neuroni dallintegrazione con le re-stanti popolazioni di neuroni), determina le azioni che noi interpretiamo come sconsi-derate, sbadate o inconsce. Allo stesso modo accade quando un gruppo sociale di indi-vidui, nella sua cognizione del mondo (si pensi a coloro che esercitano violenza neglistadi di calcio), si distacca dalle cognizioni globali (quelle legate ai valori pacifici pre-senti nello sport) nelle quali il gruppo comunque immerso. Il compito della coscienzaquindi, non quello di dirigere o governare la ragione, ma quello di uniformare lefluttuazioni caotiche verso un unico parametro globale.

    Lordine globale permette unassimilazione nei confronti del mondo, e quelli chelindividuo elabora rispetto ad esso sono gli obiettivie le motivazioni. Le nostre azionisono viste dagli altri, ma anche da noi stessi, come un mezzo per raggiungere unoscopo, o come lespressione dei significati personali, tanto etici quanto economici. Lacoscienza permette allorganismo di percepire il mondo ed agire in modo razionale alsuo interno. In altre parole, il sistema nervoso crea una configurazione di attivit chepermette la rappresentazione del mondo e lazione che ne consegue, ed il significatoemerge dalle AM. Ogni apprendimento modifica questa situazione, la quale sorge dalmondo in termini di consapevolezza e coscienza, creando una naturale propensioneper il verosimilmente giusto e migliore per ladattamento del singolo e del gruppo, che

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    definiamo in ottica culturale globale etica.

    In ottica neurocognitiva, letica il risultato finale di atteggiamenti mentali condivisi.Gli esseri umani, in qualsiasi luogo e spazio, sviluppano atteggiamenti. Lesistenzaumana, come abbiamo appena affermato, caratterizzata dallazione, intesa come ese-

    cuzione di compiti e loro progettazione (Rizzolatti G., Senigaglia C., 2006). La capacitdi agiresviluppa negli esseri umani la consapevolezza di ci che si fatto ed induce al-la formazione di un atteggiamento mentale che definiremo di progettualit(TomaselloM., 2005). Questa abilit, ossia la capacit di essere consapevoli della situazione nellaquale ci si trova per individuare gli obiettivi verso i quali rivolgersi (estensione cultura-le delle potenzialit dei mirror neurons), fondamentale per lo sviluppo di qualsiasicultura ed alla base delletica del terzo millennio, che definiremo etica vitale, globa-le ed economica. Ecco perch in questa sede gli atteggiamenti sono considerati veri epropri operazioni mentali, che si esprimono, in prima istanza, sotto forma di immaginimentali.

    Tutte le rappresentazioni create nella mente modificano le configurazioni neuronali,e vengono a loro volta modificate da esse. Questo tipo di legame si esprime nella sog-gettivit della percezione individuale. Come gi detto, ogni configurazione si instaurasulla precedente, e, a sua volta, funziona come base per la successiva. La conseguenza che ogni cervello produce configurazioni diverse ed irripetibili in altri individui, inquanto legate al proprio e personale rapporto con lambiente. Risulta evidente chelambiente non portatore di significati, ma di stimoli che lindividuo inserisceallinterno del proprio vissuto. Lindividuo non vede il mondo cos com, ma come ilcervello lo rappresenta, ed il significato deriva dallinterazione di questa visioneconlesperienza personale. Ogni essere vivente vive circondato dai propri bisogni e dallaspinta a soddisfarli, ma la presenza degli altrinel mondo induce a vincolare la soprav-vivenza alla possibilit di fuggire dai predatori, di vincere la competizione per il cibo ela riproduzione in solidariet. E quindi necessario stabilire un contatto con gli altriindividui, e per questo occorre la capacit di comunicareci che il cervello produce, se-condo un progetto eticamente rilevante, perch naturalmente ed economicamentevincolante.

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