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  • La vita di tutti gli uomini un progetto fallito, perch non sempre riusciamo a realizzare tutto ci che ci prefiggiamo. Freud a fine 800 discute la realt razionale perch nella psiche c' irrazionalit totale che si oppone alla scienza esatta. Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale, conosciuta come la guerra pi terribile della storia e con il maggior numeri di militari morti qui che c' irrazionalit: in un paese sempre pi civilizzato c' il ritorno alla violenza della storia. Il 900 il secondo della crisi dell'uomo. L'uomo del 900 l'uomo alienato dalla societ, lo straniero a se stesso (Camus). Il romanzo entra in crisi: Valry totalmente contro il romanzo che segnala la realt come compatta ed organica, ma anche la poesia talmente perfetta da diventare silenziosa. La letteratura non pi autosufficiente, ha perso i suoi titoli di nobilt e necessita di qualcosa per sopravvivere: ecco perch nel 900 la letteratura si contamina di altre cose e si apre al pensiero filosofico: diventa impegnata. PAUL VALRY Valry nasce nel 1871 e la sua soluzione fin troppo individualista; di fronte all'irrazionalit del Mondo e l'impossibilit di dare delle leggi, pensa di ridurre al massimo l'arbitrio. Si occupa solo di ci che controllabile, cio coscienza e pensiero. Non accettava nulla che non avesse egli stesso testato e questa decisione una grande responsabilit che porta alla solitudine: il non potersi fidare di nessuno. Un evento chiave della sua vita la Notte di Genova, tra il 4 e il 5 ottobre del 1892: ci racconta l'episodio a posteriori sulla falsa riga di Cartesio (modello fondamentale per Valry). in una sola notte tutte le certezze si capovolgono ed egli capisce la sua vocazione abbandonando la letteratura. Dopo quella notte egli afferma di sentirsi un altro; si sente diviso tra il se stesso antico e il se stesso nuovo. L'amore uno dei fattori che gioca un ruolo fondamentale durante questa notte: Valry vede una donna nobile Mme de R. a Montpellier con la quale per non parla. Tre anni prima di quella notte gi scriveva a Gide, suo amico, di quella donna dicendo che non sa cosa capiter alla sua anima: afferma di aver perso la visione cristallina del Mondo e di essere esiliato da se stesso. Tutto viene messo in dubbio solo perch una sconosciuta mi ha guardato e allora forse esiste anche il mondo esterno e non solo quello interiore. Scrive a Gide che spera e promette non si far mai pi ridurre in cenere da un cervello femminile (ne maschile) e nel 1940 promette di chiudere con l'amore (si sente in balia di uno sguardo). Innamorarsi vuol dire essere abitati da un'altra identit e quindi perdere il controllo di se. Ancora una volta ricorda l'episodio con Mme de R. dicendo che stato lacerato dal pensiero amoroso ma decide di fare un passo indietro ritenendo importante solo il suo pensiero poich tutta la lacerazione non altro che un fenomeno mentale, cio causato dal suo pensiero. Decide di osservare l'andamento del suo mal d'amore come si osserva un fenomeno della fisica e controlla quindi che vi siano delle leggi per vedere l'innamoramento come momentaneo cortocircuito di un determinato meccanismo. Egli crebbe col mito del simbolismo e di Mallarm, scrivendo poesie che poi gli inviava: poesie con una visione alta della poesia, con l'importanza della solitudine e la voglia di costruirsi un'isola interiore. La sua poesia era casta e pura. Oltre a Mallarm amava Poe (precursore del genere poliziesco), il quale affermava che la letteratura viene costruita sapientemente e attentamente, studiando. Dopo Mallarm e Poe che sono la perfezione e l'apice, Valry si chiede cosa si possa fare di meglio e questa sua preoccupazione porta ad una crisi durata 20 anni. Questa crisi letteraria legata a Mallarm e alla sua concezione poetica di fronte alla sua perfezione poetica, Valry sviluppa un senso di impotenza letteraria. Una poesia di Mallarm l'Hrodiade ouverture ancienne d'hrodiade l'incantation: poema incompiuto. Hrodiade una donna pura e come dice il titolo la poesia incanta per la sua musica ed armonia, caratteritiche opposte ad una poesia scritta d'impulso. E' una poesia dal significato complesso che gioca sulla musica e sui suoni; i versi e le parole sono gli uni sugli altri ed il significato scaturisce dalla composizione. La parola incanta ma il lavoro che vi dietro complesso ed intelligente. E' un poema invernale, cupo, ma con una sensualit quasi ghiacciata; atmosfera cupa, drammatica, di sangue quasi sadomasochista.

  • Quando Valry scopre Mallarm gli invia le sue poesie e gli scrive di essere un giovane di vent'anni che vorrebbe unirsi a quei poeti pi conosciuti ed esperti, tra cui Mallarm stesso. Conosciuto Mallarm per diventa fanatico e decide di non leggere pi le opere degli altri autori che conosceva ed ammirava in precedenza: il bello ci che fa disperare, il bello l'opera di Mallarm Valry descrive la sua poesia come consapevole e ponderata, che porta ad una riflessione (ci che spontaneo va rigettato); la riflessione, la pazienza e la ragione sono valori etici importanti. L'opera di Mallarm stata contestata perch non seguiva i gusti del pubblico e richiedeva troppa concentrazione e troppo sforzo per essere compresa: un pubblico speciale quello che non si diverte se non soffre un po', cio se non fa leggermente fatica per capire l'opera e Valry fa parte di questo pubblico. Valry un autore difficile, cio un uomo che ama sforzarsi per arrivare a capire ed apprezzare la poesia; ma anche un autore difficile da capire ed interpretare. Continua poi a dire su Mallarm che un perfezionista che opera dei rifiuti, tante pi soluzioni vengono rigettate tanto pi significa che l'autore si fa scrupoli, pudori ed cos che si ha la divisione tra naturale e sforzo e si arriva a raggiungere la giusta etica. Un artista ha due strade: piacere al pubblico (artista di successo ma consapevole di poter fare di pi) e pacere a se stesso (artista vero e talentuoso). Attraverso Mallarm l'arte raggiunge l'etica senza aver trovato compromessi ma libera di fare ci che vuole senza per forza dover compiacere un pubblico (Valry sa che avendo un giudizio simile sull'arte l'artista rischia di fare poche opere). Attraverso Mallarm, Valry concepisce la letteratura in un modo diverso e si rende conto che gli importa di pi il meccanismo che porta alla creazione piuttosto che il prodotto finito; la vera opera d'arte il processo che conduce/pu condurre alla creazione arte non come prodotto finito ma come riflessione, pensiero che sta dietro all'assemblaggio del prodotto stesso. Conta il lavoro che c' dietro al lavoro, non importa se il risultato mediocre o no. Successivamente l'evento chiave (la Notte di Genova) Valry abbandoner la letteratura per una ventina d'anni, ma questa affermazione non del tutto veritiera: Monsieur Teste stato scritto in quel periodo e, a furia di lamentarsi e dirci che non vuole pi scrivere in realt scriver tantissimo. La sua opera incentrata sul rifiuto di se stessa, come Mallarm che scriveva sull'incompiutezza (impossibilit di perfezione) dell'opera ma nel frattempo creava poesie questi due autori mettevano quasi in discussione la possibilit di concludere un'opera. La Notte di Genova viene ricostruita tramite gli appunti di Valry: viene descritta come nuit effroyable e successivamente come nuit infinie: temporale, la sua camera abbagliata ad ogni lampo ed egli da solo tra se e se. La notte tra il 4 e il 5 ottobre 1892 fu quella pi brutta in cui (guarda caso) Valry scrisse appunto di una tempesta, di lampi e dell'incapacit di dormire a distanza di anni dall'accaduto Valry racconta la sua nottata come fece anche Cartesio. Cartesio (Dcartes) il modello ideale come artista: la sua opera Le discours de la mthode l'opera ideale tra filosofia e letteratura, che porta anche su episodi biografici dell'autore stesso. Valry pensa che le discours de la mthode sia il modello perfetto di romanzo moderno, meditato e cosciente dove importante la teoria e non una banale storia d'amore. Valry vorrebbe fare un romanzo su come si sviluppa un pensiero/una teoria. Secondo Valry nell'opera di Cartesio ci sono elementi che potrebbero unire la teoria e la ricerca intellettuale e pensa che non sia mai esistito qualcuno in grado di far coesistere letteratura e filosofia finch non ha letto appunto le discours de la mthode. Gli eventi raccontati sono molto precedenti (1619) rispetto alla pubblicazione del libro stesso (1637): anche Cartesio ha un'illuminazione notturna, in Germania al freddo, alloggiato in una stanza in cui era presente solamente una stufa (solo coi suoi pensieri); afferma che pi studiava ed apprendeva pi si sentiva ignorante poich ci che gli veniva insegnato erano affermazioni di altre persone (quali Aristotele, Tolomeo, etc) erano dunque affermazioni non sperimentate ma prese per vere solo perch erano state pronunciate da persone importanti. Pensa che la verit sia una soltanto e tutte le sue certezze vacillano, anche quella di Dio stesso: questo l'argomento della sua opera. Vuole sperimentare le cose per se stesso e non si fida delle nozioni dette da altri viaggia molto e cerca di fare esperienza per trovare la verit vista coi suoi occhi. Afferma che tutte le opinioni contrastanti su un determinato problema sono automaticamente da scartare e decide di contare solo sulla propria opinione come se fosse un uomo che cammina da solo nelle tenebre e decide di procedere lentamente ma senza mai cadere, scegliendo come guida solo se stesso.

  • Si pone delle regole: 1) evitare di essere prevenuto e rifiutare ci che non chiaro 2) metodo analitico 3) svolgere con ordine i propri pensieri partendo dagli oggetti pi semplici fino ad arrivare a quelli

    pi complessi 4) non omettere nulla e quindi enumerare tutto

    Prima di trovare la verit in un mondo di incertezze in cui tutto quello che prima era certo adesso non lo pi, decide di procurarsi una morale provvisoria composta da poche regole per poter sopravvivere. Valry, nel testo cartesiano le discours de la mthode individua un modello di romanzo a met tra la filosofia e il romanzo biografico. Cartesio si da quindi una morale psicologica e dopo questa morale pensa di coltivare la ragione ed avanzare nella conoscenza per vivere: gli altri scrivono e fanno libri mentre lui fa la sua mente dedicando il tempo a se stesso e al suo metodo fa della passione intellettuale il senso stesso della sua vita (cos come Mallarm). Si sposta in Olanda e parla della sua opera Les mdiations de la physique, libro indirizzato ai dotti e sapienti, scritto prima in latino e poi in francese. Il 600 politicamente fondato sulla stabilit dell'ancin rgime e non ci si pongono troppe domande su Dio e Verit. Pensa che anche i nostri sensi ci ingannino e quello che lo fa maggiormente l'udito siccome spesso difficile capire da dove venga un rumore. Lui sa di sbagliare su tutto e rifiuta tutto siccome accetta che tutto quello che reputava vero potrebbe apparire in un sogno il sogno inconscio e misterioso e Cartesio dice di avere il sospetto di sognare anche quando pensa di essere sveglio tutto ci che penso potrebbe essere falso e questo il momento pi radicale del dubbio, dove il corpo, i cinque sensi e la sua persona vengono messe in discussione. Cartesio, per, afferma anche che egli stesso esiste e quindi se esiste significa che qualcosa: lui pensa, ragiona e quindi deve essere per forza qualcosa; certo di esistere sebbene il suo corpo e il mondo stesso possano essere falsi. La sua essenza di umano data dal pensiero l'anima distinta dal corpo e se anche il corpo non esistesse l'anima rimarrebbe comunque. Anima e corpo sono separati e la prima pi importante del secondo: questo concetto il 1 principio della filosofia del sistema cartesiano, base di tutto ci che Cartesio afferma.

    TESTE

    Valry vuole fare un romanzo d'intelletto, che non abbia cio un intrigo fallisce. Detesta la falsit dei romanzi che sono arbitrari perch sono i romanzieri a decidere il destino e la

    storia dei personaggi ingannandoci perch dicono di essere sinceri, cio scrivere cose vere; inoltre i

    romanzieri ottengono effetti che non avevano calcolato e si perdono usando l'istinto, e anche questo

    infastidisce il poeta.

    Monsieur Teste viene scritto nel 1894 ma viene pubblicato sui giornali nel 1896.

    Quest'opera un fallimento perch non riesce ad ottenere ci che vuole.

    Il personaggio presentato un eroe dell'intelletto gi la parola teste lo dimostra. Fa questo tentativo romanzesco (fallimentare) perch si sempre immaginato di cambiare (mentre legge il

    libro) alcuni dettagli del libro stesso, quasi come fosse lui lo scrittore.

    Egli per vuole omettere tutti quei dati descrittivi che compongono i romanzi; il romanzo un

    genere pi facile della poesia, sempre libero mentre la poesia pi rigida.

    Valry interessato al meccanismo del pensiero ed il controllo su ci che arbitrario i dettagli che scrive sono specificatamente arbitrari e quindi modificabili da chiunque Monsieur Teste un romanzo potenzialmente modificabile da tutti.

    Egli inscena l'assurdo e adotta un sistema difensivo contro l'assurdo perch vuole avere controllo

    assoluto di fronte all'irrazionale.

    Vuole essere consapevole dell'assurdo, non subirlo passivamente.

    Tutte le mattine Valry scriveva i suoi Cahiers annotando tutte le idee che aveva in mente senza un

    ordine preciso e senza logica; afferma che il libro dell'intelletto dato da questi frammenti (di idee

  • scritte sui cahiers) senza ordine.

    Poi si chiede che senso abbia fare il romanzo perfetto quando forse i suoi cahiers rappresentano

    QUEL romanzo.

    Monsieur Teste un romanzo di Paul Valry pubblicato originariamente nel 1926, e poi ampliato

    postumamente nell'edizione definitiva del 1946. Il romanzo ha preso forma da un testo iniziale, La

    serata con il signor Teste (La Soire avec Monsieur Teste), scritto nel 1895 e pubblicato per la

    prima volta nel 1896 in "Le Centaure". Tale racconto, in cui il personaggio di Teste viene introdotto,

    stato poi ripubblicato in diverse occasioni.

    Nell'edizione Monsieur Teste di Gallimard del 1946, il "Ciclo di Teste" venne esteso con altri scritti,

    che Valry aveva raccolto con l'intenzione di farne la base di una nuova edizione del libro.

    Nella Soire avec Monsieur Teste, Valry spiega perch, alla ricerca del successo letterario, al quale

    egli avrebbe potuto legittimamente aspirare, prefer altro. La ricerca del successo richiede neces-

    sariamente una perdita di tempo: Chaque esprit qu'on trouve puissant commence par la faute qui le

    fait connatre. En change du pourboire public, il donne le temps qu'il faut pour se rendre percep-

    tible...

    M. Teste un uomo che ha saputo sfruttare meglio il suo tempo: J'ai fini par croire que M. Teste

    tait arriv dcouvrir des lois de l'esprit que nous ignorons. Srement, il avait d consacrer des an-

    nes cette recherche : plus srement, des annes encore, et beaucoup d'autres annes avaient t

    disposes pour mrir ses inventions et pour en faire ses instincts. Trouver n'est rien. Le difficile est

    de s'ajouter ce que l'on trouve.

    Questo era senza dubbio lobbiettivo ambizioso che si era assegnato lo stesso Valry mentre

    scriveva questo famoso testo.

    Paul Valry, alors g de 25 ans, dcrte que l'intelligence sera au XXe sicle ce que la puissance

    cratrice avait t au XIXe. Aprs le culte de l'art et du sentiment, aprs la sublime niaiserie du pre

    Hugo et les excs des romanciers, voici venu le temps du pur intellect - incarn par Edmond Teste,

    demi-dieu en pantoufles de petit-bourgeois, gnie si clairvoyant qu'il renonce sortir de l'anonymat.

    Il est le grand homme authentique, celui qui matrise sa pense dans l'ombre tandis que les

    baudruches se pavanent en public. Malgr ses dngations rptes, Valry n'a jamais pu se

    dfendre d'avoir peint un autoportrait.

    Nella poetica di Valry fondamentale la "Serata con il signor Teste": Teste la personificazione

    dell'intelletto astratto di cui Valry vuole celebrare il primato sulle forze irrazionali del sentimento

    e delle passioni. Ci che conta per Teste l'assidua ricerca delle "leggi dello spirito" ignote ai

    comuni mortali, la solitaria ascesi intellettuale alla scoperta del punto fermo attorno cui ruota il

    caotico flusso delle cose umane. E' il miraggio di una poesia alta e difficile, di una "poesia pura"

    svincolata dai travagli del mondo: L'inconveniente che presenta il termine 'poesia pura' di far

    pensare a una purezza morale che non qui in causa, poich l'idea di una poesia pura al

    contrario per me un'idea essenzialmente analitica. La poesia pura insomma una finzione dedotta

    dall'osservazione, che deve servirci a precisare l'idea della poesia in generale e guidarci allo studio

    cos difficile e cos importante delle relazioni diverse e multiforme tra il linguaggio e gli effetti che

    produce su gli uomini. Meglio forse il luogo di 'poesia pura' [...] dire 'poesia assoluta'. La poesia

    di Valry si articola secondo due momenti fondamentali:

    il significato razionale, metodico e critico della poesia;

    lo studio attento, scientifico, del linguaggio.

    Una poesia deve essere una festa dell'intelletto dichiara Valry: per Valry l'ispirazione

    immediata, romanticisticamente intesa, non basta all'artista che voglia condurre a termine la

  • propria opera sul piano formale. Ci che conta, condizione indispensabile ma non sufficiente, il

    lavoro attento e paziente compiuto sul linguaggio, il freno critico all'esuberanza della passione, la

    coscienza per il poeta di operare un intervento continuo e importante sul linguaggio.

    > Rsum

    Monsieur Teste, de Paul Valry

    Troubl par la lecture de Mallarm et de Rimbaud, passionn par la dcouverte des nouvelles sciences et

    des mathmatiques, Paul Valry (1871-1945) a travers, en novembre 1892, une crise intellectuelle

    profonde : la mythique nuit de Gnes ( je me sens Autre ce matin ) remit en cause lentreprise potique dont il entrevoyait soudain les limites. Cette crise engendra deux ides fondamentales : le

    fonctionnement de l'tre intrieur, y compris dans ses manifestations les plus sensibles, obit des

    lois mathmatisables et universalisables ; seule une dissociation du Moi d'avec lui-mme peut permettre

    la distance, la matrise et la lucidit ncessaires la comprhension de ces lois. Ainsi se constitue le

    systmeValry : Aprs tout JE suis un systme terriblement simple, trouv ou form en 1892 par irritation insupportable, qui a excit un moi N 2 dtacher de soi un moi premier comme une meule trop centrifuge ou une masse nbuleuse en rotation (Cahiers, 1932). Deux textes brefs,

    L'Introduction la mthode de Lonard de Vinci (1895) et La Soire avec Monsieur Teste (1896), deux

    portraits intellectuels la fois opposs et complmentaires l'un d'un crateur bien rel, l'autre d'un non-crateur imaginaire natront de cette rflexion, suivis d'une mditation silencieuse de vingt annes, que viendra interrompre, en 1917, la publication de La Jeune Parque.

    Tout Teste est dans son nom : la fois tte et tmoin (testis), athlte de la pense et ascte de la

    lucidit, la fois strict intellect ( Je confesse que j'ai fait une idole de mon esprit... ) et pur observateur

    du monde et de lui-mme ( Je suis tant, et me voyant ; me voyant me voir et ainsi de suite... ). Il a

    renonc toutes les vanits : argent ( On m'a dit qu'il vivait de mdiocres oprations hebdomadaires

    la Bourse ), plaisir des sens ( L, il mangeait comme on se purge, avec le mme entrain ), lecture

    mme ( Il y a vingt ans que je n'ai plus de livres ). Il semble avoir dpass toute motion ( Jamais il

    ne riait, jamais un air de malheur sur son visage ), au profit d'une tension extrme et permanente de

    l'intelligence ( force d'y penser, j'ai fini par croire que M. Teste tait arriv dcouvrir des lois de

    l'esprit que nous ignorons ), en vue de rpondre ou plus exactement de devenir la rponse mme cette question : Que peut un homme ?

    Era affetto dal male della precisione, voleva capire ogni cosa. Strani eccessi di coscienza. Cercava in s i punti critici della sua facolt di attenzione. Faceva qualsiasi cosa per allungare i suoi pensieri, per renderli pi estesi nel tempo. Tutto quello che era facile gli era indifferente e nemico. Un risultato che non stato generato dallo sforzo, dalla difficolt, non ha valore. In questo senso le opere darte gli interessavano molto meno dello sforzo stesso del romanziere, del lavoro, delle ricerche. Le convenzioni. Regola: giudicare come inutili e odiose tutte le opinioni e i costumi che nascono dalla vita sociale e dalle relazioni esteriori tra le persone e che spariscono nella solitudine volontaria. Disprezzo per i sentimenti generati soltanto dai timori e dalle speranze e non liberamente dalla pura osservazione delle cose e di s. Cercava di ridursi alle sue propriet reali. Trovava facilmente in s tutto ci che poteva spingerlo ad odiarsi. Non aveva fiducia nei suoi mezzi. Si era costruito unisola interiore. M.Teste nato dal ricordo di questo suo stato danimo e lo rispecchia nei limiti di questi terremoti interiori. Rispecchia una parte di quello che , di quello che stato. Momento eccezionale, carattere raro, instabile e singolare. Nella vita reale, un tipo come Edmond Teste non avrebbe vita lunga. Teste un germe? I germi vivono ma non si sviluppano. Cercano di vivere, creano dei mostri e questi mostri muoiono. Teste quindi un mostro? Chiss se la maggior parte delle idee pi brillanti non siano in effetti dei mostri psicologici, prodotti dallesercizio ingenuo delle nostre facolt interrogative che applichiamo un po qua e un po l, dimenticandoci che non dovremmo interrogare ci che non pu risponderci Ma i mostri in carne ed ossa sono destinati a perire rapidamente. Tuttavia hanno avuto la loro fettina di

  • esistenza. Dobbiamo quindi meditare sul loro destino. Perch Teste impossibile? La risposta nellanima stessa di Teste. Per rispondere dovreste diventare Teste. Teste il demone della possibilit. Osserva. Conosce soltanto due tipi di valori, due categorie, quelle della coscienza ridotta alle sue azioni: il possibile e limpossibile. Nel suo cervello ogni pensiero concepito come provvisorio. Vita intensa e breve. La vita di Teste si applica al fine di fingere le propriet di un sistema isolato dove linfinito non esiste. Linguaggio forzato, astratto. Familiarit e trivialit che ci permettiamo di avere con noi stessi. Senza mezzi termini. Frasi importanti: La btise n'est pas mon fort.

    Trouver n'est rien. Le difficile est de s'ajouter ce qu'on trouve.

    L'expression d'un sentiment est toujours absurde.

    Et le dmon lui dit : donne-moi une preuve. Montre que tu es encore celui que tu as cru tre.

    Je nai pas retenu le meilleur ni le pire de ces choses (delle cose che ha fatto nella sua vita, delle cose che ha visto, dei libri che ha letto) : est rest ce qui la pu.

    Je me suis rarement perdu de vue, je me suis dtest, je me suis ador, puis nous avons vieilli

    ensemble.

    Le parole si distaccano dai pensieri, diventano invariabili. Teste nella sua vita, a differenza di molti

    uomini, si preferito. Avrebbe potuto essere considerato dagli altri un essere superiore. Ma luomo che gli altri considerano superiore, un uomo che ha sbagliato. Per far s che gli altri si stupiscano

    della sua superiorit e lo ammirino bisogna poterlo vedere, e per potersi far vedere luomo superiore deve mostrarsi. Il fatto di mostrarsi, di farsi conoscere, il peccato originale di tutti i

    grandi uomini. Egocentrismo, vanit, gloria.

    Secondo Teste il vero uomo superiore, che si tratti uno scienziato o di un pensatore, colui che

    resta nascosto nellanonimato, che muore senza confessare. Opere darte interiori.

    Ottobre del 93. Aveva quasi smesso di pensare a queste cose quando conobbe Teste. Aveva dei modi

    particolari, un portamento particolare ? Questa caratteristica di Teste inizialmente attir la sua

    attenzione. Lo vedeva spesso in un caff. Si domandava se Teste si sentisse orsservato.

    Nessuno prestava attenzione a Teste, se non il narratore.

    Si vedevano solo di sera/notte, spesso andavano a teatro.

    Aveva allincirca una quarantina danni.

    Quand il parlait, il ne levait jamais un bras ni un doigt : il avait tou la marionnette. Non

    gesticolava mai mentre parlava. Non sorrideva, non diceva n buongiorno n buona sera.

    Sembrava non far caso alla frase come state ? perch sono tutte convenzioni sociali ?

    Non leggeva pi un libro da 20 anni. Aveva bruciato tutte le sue carte. Assimilo ci che voglio.

    Oggi. E domani ? un discorso che ha a che fare con la memoria di Teste.

    force d'y penser, j'ai fini par croire que M. Teste tait arriv dcouvrir des lois de l'esprit que nous

    ignorons

    Larte del tempo, la sua distribuzione e i suoi ritmi erano una delle ricerche principali di Teste. Teste era padrone della sua mente. Che assurdit.

    Teste non aveva opinioni. Dovera finita la sua personalit ? Non rideva mai, non era mai triste.

  • Molte parole erano bandite dai suoi discorsi. Faceva un uso bizzarro del linguaggio. A volte per far

    riferimento ad un oggetto materiale, impiegava dei termini astratti o addirittura dei nomi propri di

    persona. Le parole che usava sembravano avere un significato nuovo.

    La forza del suo spirito, del suo pensiero avrebbe potuto sconfiggere qualsiasi cosa, il mondo intero.

    Teste ormai un ricordo per il narratore. Ci pensa spesso e cerca di ricordarlo. A volte la lettura di un giornale lo fa scontrare con il pensiero di Teste, perch alcuni avvenimenti oral o

    giustificano.

    Fa dei giochini molto divertenti : se lo immagina mentre fa cose che non gli ha mai visto fare.

    Come sarebbe stato quando soffriva ? Se fosse stato innamorato, come avrebbe ragionato ? Di che cosa

    avrebbe paura ? Cercava queste risposte. Teste era un uomo rigoroso.

    Sono passati due anni e due mesi dallultima volta che andarono insieme a teatro. Teste guardava la sala. Il narratore guarda la gente, il pubblico. Sente una sorta di sintonia tra tutte quelle persone,

    legate, unite insieme dalla musica.

    Il fixa longuement un jeune homme plac en face de nous, puis une dame, puis tout un groupe dans

    les galeries suprieures et puis tout le monde, tout le thtre, plein comme les cieux, ardent, fascin

    par la scne que nous ne voyions pas. La stupidit de tous les autres nous rvlait qu'il se passait

    n'importe quoi de sublime.

    J'prouvais que ce crpuscule faisait tous ces tres passifs. Leur attention et l'obscurit croissantes

    formaient un quilibre continu. J'tais moi-mme attentif forcment, - toute cette attention.

    Pensano tutti la stessa cosa. Il sublime, la bellezza, li semplifica. Li unifica. Tutti tranne lui.

    Quando escono dal teatro, passeggiano e parlano. O meglio, il narratore fa delle domande a Teste

    e lui risponde in maniera molto astratta. La prima domanda : come sottrarsi dal potere inebriante

    della musica ? E perch ?

    Teste risponde che il talento straordinario non vale nulla per lui, una necessit dei deboli. Il genio

    e la divinit sono due cose troppo semplici. C stato un tempo in cui pensava che le persone gli rubassero le idee.

    Vanno a casa sua. Il narratore osserva lappartamento. Dice je nai jamais eu plus fortement limpression du quelconque Lappartamento in s gli fa paura, perch troppo banale, troppo provvisorio, troppo triste, troppo fredda.

    Teste molto stanco. Parla di soldi, della Borsa, elenca tutta una serie di cifre lor est comme lesprit de la socit allimprovviso tace, soffre. Si sente vecchio, si conosce ormai a memoria. Conosce il suo cuore. Non dorme che due o tre ore a notte, al massimo, lui che ama il mondo dei sogni, la navigazione notturna.

    Dice che il suo corpo si illumina. Si intravedono sotto la pelle delle figure, parla di geometria della

    sofferenza

    Che cosa pu un uomo ? Lui combatte tutto. Ma la sofferenza ? La malattia ?

    Soffrire dare unattenzione suprema a qualcosa e Teste luomo dellattenzione. Aveva previsto la malattia.

    APPUNTI DELLA STE

    Scritta 30 anni dopo in occasione della pubblicazione inglese, il personaggio di fantasia ha vissuto

    di una certa vita, si affermato. A dar vita al personaggio sono state le reticenze, cio ci che

    Valry ha taciuto.

    Teste stato generato nella camera di Auguste Comte (il fondatore del positivismo).

    Valry cerca di tenere tutto sotto controllo cercando di allungare la durata dei suoi pensieri.

    il facile nemico di Valry, lo lascia indifferente, lo sforzo ci che ricerca; sforzarsi, scavare per

    capire

    anche l'istinto non gli piace: le opere d'istinto non interessano a Valry

    E' l'energia messa nelle cose ad essere importante, non l'opera stessa

  • Teste un personaggio che nasce da imitazioni di altri personaggi, in particolare quelli di Poe

    (soprattutto Dupin, che risolve gli omicidi grazie alla sua mente).

    Monsieur Teste non Mallarm perch non vuole effettivamente fare il poeta ma potrebbe

    potenzialmente esserlo. E' un personaggio che si ispira anche un po' a Leonardo Da Vinci (ha molti

    progetti ma non concretizza in effettivo nulla).

    Valry definisce Monsieur Teste in due modi: Roman de l'Intellecte e Roman du Cerieux.

    Nel 1835 Valry pubblica introduction la mthode de Lonard de Vinci, un testo dedicato al metodo di L. da Vinci.

    Michelangelo diverso da Leonardo, siccome dice che Leonardo faceva i progetti che per non

    portavano alla produzione vera e propria dell'opera.

    Valry per pensa che il lavoro che c' dietro l'opera pi importante dell'opera stessa.

    Sostiene che la letteratura ha lo svantaggio di servirsi di uno strumento (la lingua) che banale,

    d'uso comune, e rischia di essere impreciso; ma se scrive con un linguaggio troppo puro, pochi

    saranno colore che capiranno quello che leggono.

    Valry decide di scrivere con un linguaggio puro; non vuole trovarsi come un artista divido tra

    l'apprensione di piacere al pubblico e quella di piacere a se stesso decide che vuole piacersi e non compiacere il pubblico.

    Cos rigetta le lettere e la filosofia, cos come le cose vaghe ed impure: le lettere e la filosofia

    sembrano cose vaghe ed impure Teste ama le cose dimostrabili cos come Valry. Choses Vagues et Choses Impures, scritte con la lettera maiuscola sebbene con connotazione

    negativa: sono la metafisica (che rimane astratta), sono divinit temibili, sono come una religione i

    cui dettami non sono verificabili. Valry dice che per essere filosofi, la convenzione vuole che

    bisogna interessarsi ai problemi che non sono realmente fondamentali: questo infastidisce sia lui

    che Cartesio.

    Le convenzioni devono essere combattute e accettate.

    Era nell'et in cui non poteva accettare le convenzioni quando scrisse Monsieur Teste.

    Decide di rigettare tutte le convenzioni dei rapporti; anche l'etica se si pensa bene una

    convenzione.

    Pensa con disgusto alle idee che vengono da una condizione di alterazione della realt, ad esempio

    l'uso di droghe per scrivere ma anche un semplice mal di denti (perch ti pu far sragionare).

    Egli cerca di ridursi alle sue priorit reali il reale per lui va contro l'arbitrio ed il je pense donc je suis di Cartesio.

    Monsieur Teste nato a seguito degli stati d'animo provati durante la Notte di Genova quindi

    assomiglia a Valry stesso tanto quanto un figlio/un prodotto concepito da un essere che era

    alterato Teste somiglia ma non del tutto a Valry. E' il prodotto che nasce dall'ebbrezza di pulizia intellettuale.

    Ci sono momenti di alterazione in cui un prodotto creato e poi abbandonato (e poi deve essere

    ripreso); Valry deve pubblicare Teste in inglese e riprendere in mano il testo rendendosi conto che

    Teste stato un prodotto abbandonato ma vissuto (Teste sopravvissuto). Anche gli uomini nascono

    e poi sopravvivono da soli qualunque creazione che sopravvive ha come essenza l'arbitrario. Tornando a Teste: vive perch impossibile, il pensiero di Valry gli ha dato vita. Valry sa che

    Teste un tipo molto difficile da trovare nella realt e che durerebbe forse un quarto d'ora, non di

    pi. Ma il problema della sua esistenza e della possibile durata di vita sufficiente a dargli vita,

    perch oggetto di pensiero questo problema una sorta di forma di vita, la vita di Teste. Teste un mostro impossibile, perch? Questa domanda l'anima stessa di Teste. Farsi questa

    domanda ci fa diventare Teste, siccome lui dibatte su ci che possibile e ci che impossibile.

    Quando qualcosa di doloroso ci colpisce ogni persona ha il suo modo di reagire, sebbene le masse ci

    dicano che magari bisogna reagire in un altro modo convenzionale.

  • Valry l'eroe che non vuole conformarsi non bisogna pensare a quello che dicono gli altri perch ognuno la pensa diversamente Il pensiero conta pi del contenuto del pensiero. Il pensiero

    al di fuori delle cose, in movimento/variabile. Il pensiero diverso dalle parole che invece sono

    invariabili e non cambiano una volta pronunciate.

    Valry non si identifica con le parole = massima esposizione di libert e di disimpegno perch ha

    specificato che il suo pensiero diverso dalle parole.

    Parole non cambiano; pensiero cambia spesso perch le persone cambiano. La scrittura di Valry ricorda vagamente l'impronta di Baudelaire, Mallarm, Poe.

    Le narrateur, un pur intellectuel, indique d'abord, avec une scheresse expditive, sa haine de la facilit, son

    dgot de la banalit du quotidien, son mpris des ambitions et des russites littraires et intellectuelles,

    qu'il estime fondes sur la faiblesse de se soucier des effets produire.. Il dclare : La btise n'est pas mon

    fort. J'ai vu beaucoup d'individus ; jai visit quelques nations ; j'ai pris ma part d'entreprises diverses sans les aimer ; j'ai mang presque tous les jours ; j'ai touch des femmes. Je revois maintenant quelques

    centaines de visages, deux ou trois grands spectacles, et peut-tre la substance de vingt livres. Je n'ai pas

    retenu le meilleur, ni le pire de ces choses : est rest ce qui l'a pu. Puis il nous apprend quil rve que les ttes les plus fortes, les inventeurs les plus sagaces, les connaisseurs le plus exactement de la pense

    devaient tre des inconnus, des avares, des hommes qui meurent sans avouer. partir de l, il s'agit donc

    de se donner, par une dictature exerce sur sa propre libert, l'image possible d'un homme de cet ordre, d'un

    de ces solitaires qui savent avant tout le monde. Teste un uomo di questo tipo.

    Aussi a-t-il t heureux de connatre M. Teste, en apparence, un homme quelconque, parfaitement inconnu,

    qui a le comportement le moins visible, le plus banal qui soit (Personne ne faisait attention lui)

    Cet homme nigmatique na que des activits machinales, se montre un observateur froid de lui-mme et des autres. Mais il n'a de mdiocre que l'apparence car il n'attache de prix qu' l'intellect et il est parvenu, grce

    une stricte discipline, rejeter tout ce qui n'est pas nourriture de l'esprit : Je pense, dit-il, et cela ne gne

    rien. Je suis seul. Que la solitude est confortable !. Selon le narrateur, les esprits les plus remarquables restent

    sans doute inconnus du commun des mortels. Ce qu'ils nomment un tre suprieur est un tre qui s'est tromp.

    Pour s'tonner de lui, il faut le voir, - et pour tre vu, il faut qu'il se montre. Et il me montre que la niaise manie

    de son nom le possde. Ainsi, chaque grand homme est tach d'une erreur. Chaque esprit qu'on trouve puissant

    commence par la faute qui le fait connatre. En change du pourboire public, il donne le temps qu'il faut pour

    se rendre perceptible, l'nergie dissipe se transmettre et prparer la satisfaction trangre. Il va jusqu'

    comparer les jeux informes de la gloire, la joie de se sentir unique, une grande volupt particulire.

    M. Teste, lui, a prfr la volupt dtre une sorte danimal intellectuel, solitaire et improductif, qui incarne l'intelligence sans compromissions, l'intelligence porte la plus haute puissance, qui il a donn la sret,

    la vigueur, la promptitude de l'instinct. Il s'est assur, par l'introspection, une connaissance lucide de ses

    mcanismes intellectuels et, par dressage accompli et habitude devenue nature, il est parvenu se rendre

    matre de sa mmoire et de toutes les oprations de son esprit. Il opre tout ce qui se pense. Mais il lui suffit

    de parfaire sa connaissance de l'intellect, de mnager ses virtualits et d'accrotre sans cesse sa polyvalence.

    Il dlaisse l'action pour penser seulement, pour tourner vers le monde le pouvoir potentiel de son intelligence,

    atteignant ainsi le plus haut degr de la civilisation intrieure.

    Arm de ces qualits suprieures, ce pur esprit invivable, impossible, omniscient, a fini de penser parce qu'il

    a tout pens ; parce quil sait toute chose sans avoir rien appris ; parce qu'il sait comment on sait et comment on invente. Ce pur cerveau a renonc lire et crire, observe le monde avec limplacable lucidit de lesprit libre, et qui, dpassant les apparences, saisit toutes choses dans leur ralit. Rien ne lui chappe de ce que

    pense ou veut son entourage. Mais il prtend : Je ne ne suis pas mon aise dans la philosophie. En effet,

    cet esprit impeccable n'a pas d'opinions.

    Parfaitement matre de sa pense et de ses motions, il s'est constitu un langage d'une rigoureuse prcision,

    ne disait jamais rien de vague. Il parlait, et, sans pouvoir prciser les motifs ni l'tendue de la proscription,

    on constatait qu'un grand nombre de mots taient bannis de son discours. Ceux dont il se servait taient parfois

    si curieusement tenus par sa voix ou clairs par sa phrase que leur poids tait altr, leur valeur nouvelle.

    Parfois, ils perdaient tout leur sens, ils paraissaient remplir uniquement une place vide dont le terme

    destinataire tait douteux encore ou imprvu par la langue. Je l'ai entendu dsigner un objet matriel par un

    groupe de mots abstraits et de noms propres. Aussi redfinit-il le champ de la littrature : Il prtendait que

    des ides nettes [...] conduisent des dveloppements bien plus surprenants et universels que les blagues sur

  • linspiration, la vie des personnages, etc. Mais il dteste l'ambition d'crire dans le seul but de paratre.

    Je suis chez MOI, dit-il, je parle ma langue, je hais les choses extraordinaires. C'est le besoin des esprits

    faibles. Croyez-moi la lettre : le gnie est facile, la divinit est facile... Je veux dire simplement que je sais

    comment cela se conoit. C'est facile.

    Sa mmoire me donna beaucoup penser. Les traits par lesquels j'en pouvais juger, me firent imaginer une

    gymnastique intellectuelle sans exemple. Ce n'tait pas chez lui une facult excessive, c'tait une facult

    duque ou transforme. Voici ses propres paroles : Il y a vingt ans que je n'ai plus de livres. J'ai brl mes papiers aussi. Je rature le vif... Je retiens ce que je veux. Mais le difficile n'est pas l. Il est de retenir ce dont

    je voudrai demain !... J'ai cherch un crible machinal... force d'y penser, j'ai fini par croire que M. Teste tait arriv dcouvrir des lois de l'esprit que nous ignorons.

    Srement, il avait d consacrer des annes cette recherche : plus srement, des annes encore, et beaucoup

    d'autres annes avaient t disposes pour mrir ses inventions et pour en faire ses instincts. Trouver n'est

    rien. Le difficile est de s'ajouter ce qu'on trouve. [...] Il veillait la rptition de certaines ides ; il les arrosait

    de nombre. Ceci lui servait rendre finalement machinale l'application de ses tudes conscientes. Il cherchait

    mme rsumer ce travail. Il disait souvent : Maturare ! [Mrir !] J'entrevoyais des sentiments qui me faisaient frmir, une terrible obstination dans des expriences enivrantes.

    Il tait l'tre absorb dans sa variation, celui qui se livre tout entier la discipline effrayante de l'esprit libre,

    et qui fait tuer ses joies par ses joies, la plus faible par la plus forte, la plus douce, la temporelle, celle de

    l'instant et de l'heure commence, par la fondamentale, par l'espoir de la fondamentale. Et je sentais qu'il tait

    le matre de sa pense...

    Un tel pouvoir intellectuel pourrait tre redoutable : Si cet homme avait chang l'objet de ses mditations

    fermes, s'il et tourn contre le monde la puissance rgulire de son esprit, rien ne lui et rsist. S'il le

    voulait, il ferait sauter le monde. Mais il ne peut vouloir, puisquil a prvu tout acte. Son intelligence annule par la prvision les chances de l'action. Sa puissance est rduite rien par l'absolu qu'elle implique. Il peut

    tout, et voil pourquoi il se contente de ne rien faire. Et il a dpass le stade o les hommes rivalisent avec

    amour-propre. Il ne daigne pas s'abaisser la comdie sans laquelle le gnie reste mconnu. Clairvoyant mais

    paralytique, chimre et monstre, il incarne dans la continuit fictive un type de fonctionnement intellectuel qui

    ne peut se prolonger dans un tre de chair. Il est le tmoin imaginaire d'une puret mentale inaccessible et

    obsdante. Pourquoi M. Teste est-il impossible? C'est son me que cette question. Elle vous change en M.

    Teste.

    Le narrateur nous le montre l'Opra, tournant le dos au spectacle, observant le public et prvoyant ses

    ractions. Puis il l'accompagne dans son garni, meubl d'un morne mobilier abstrait... Mais voici que cet

    tre presque dsincarn prouve les douleurs d'un mal interne qu'il avait d'ailleurs prvu. Que devient M. Teste

    souffrant? Couch, aux prises avec son angoisse, et sa certitude, il ne parvient pas se rendre insensible, mais

    il analyse avec curiosit la vertigineuse spirale de son identit : Je suis tant, et me voyant. Me voyant me

    voir, et ainsi de suite. Enfin : Il ronflait doucement. Un peu plus doucement je pris la bougie, je sortis pas

    de loup.

    Commentaire

    Le narrateur ressemble comme un frre au Valry de vingt-trois ans qui, a-t-il dit, a engendr M. Teste

    pendant une re d'ivresse de ma volont et parmi d'tranges excs de conscience de soi. Dans les premires

    pages, la vie sentimentale, sociale, mentale, du narrateur est expose la hte, sur un rythme exemplaire,

    dans un style volontairement rche, expditif, avec, comme par dfi, tout le matriel brut du genre des

    confessions. On a donc parfois reproch Valry son immodeste incipit : La btise n'est pas mon fort.

    Dautre part, il s'est dfendu d'tre M. Teste, cette mcanique extraordinairement bien rgle, sans transcendance possible, puisqu'il est cette transcendance. Et ces moments les plus intellectuels semblent

    bien tre ceux quil vivait lui-mme lorsquil couvrait ses Cahiers de notes sur le fonctionnement de l'esprit, sur le temps, l'attention, le rve, la vrit scientifique, etc. Il confessa avoir fait avec Teste une idole de [s]on

    esprit, pour progressivement attnuer la rigueur de son refuge dans l'asctisme intelIectueI et s'orienter vers

    plus de concession l'humanisme et la tendresse. Il tait donc bien son double idal, la projection de ses

    fantasmes. Son personnage se contentait de ne rien faire alors que lui se demandait : Comment faire pour

    ne rien faire? Je ne sais rien de plus difficile. Cest un travail dHercule, un travail de tous les instants. Mais cette nouvelle, qui peut tre vue comme un conte philosophique, noffre pas de repres auxquels se rfrer pour comprendre et prvoir l'homme qui a engendr ce monstre d'intelligence et de conscience de soi-mme.

  • En inventant un personnage de fantaisie, qui est la fois esprit (tte) et tmoin (latin testis) d'une puret

    mentale inaccessible et obsdante, il ne chercha pas le faire exister comme un type littraire, mais comme

    une nigme pose lui-mme et au lecteur par un Sphinx.

    Ce personnage parat avoir t obtenu par le fractionnement d'un tre rel dont auraient t extraits les aspects

    les plus intellectuels pour en composer le tout de la vie d'un personnage imaginaire. Il pourrait emprunter

    Lonard de Vinci, Descartes, Mallarm ainsi qu' l'Auguste Dupin des histoires policires de Poe, et peut-

    tre aussi au peintre Degas.

    La matire paradoxale de cette nouvelle sans intrigue, sans dtails et sans mois, au style concis, lapidaire

    jusqu' l'aphorisme, est le portrait du personnage, qui reprsentait, aux yeux de Valry, l'intelligence ayant

    puis toutes ses possibilits et, par la conscience qu'il en a, le mpris des apparences caduques. Ne pouvant

    vivre plus de quelques quarts d'heure, il tait la limite des possibilits littraires. Pourquoi M. Teste est-

    il impossible? - C'est son me que cette question. Elle vous change en M. Teste, crivit-il dans la prface que

    Valry a donne une traduction en anglais de La soire avec M. Teste. Par un jeu subtil de focalisation interne, Monsieur Teste se rvle progressivement comme un gocentrique,

    pris dans la vertigineuse spirale de son identit, qui tend devenir invisible, endurci par sa volont mme.

    Cet instantan d'intellectuel souverainement matre de soi, ce mystique sans dieu, nayant ni Dieu ni matre, sans prjugs de croyance ou de superstition, dou d'une profondeur et d'une agilit intellectuelles

    presque inhumaines, est un individu que l'intellect aveugle perptuellement et perptuellement sollicite. Anim

    de la tension entre lindividuel et le gnral, entre lesprit et le corps, entre le silence et le langage, il ncrit pas et ne tourne pas vers le monde le pouvoir potentiel de son intelligence. Il rsumait les principes qui

    guidrent la cration de Valry : tendre la perfection sans rechercher la reconnaissance sociale.

    La nouvelle, qui tait en fait un manifeste tout entier consacr lloge des pouvoirs de l'esprit, de l'intelligence pure et dsincarne, capable de tout comprendre, de tout embrasser, domine toute son uvre et, avec l'Introduction la mthode de Lonard de Vinci, ruina d'un coup son avenir philosophique. vingt-trois ans, ayant voulu apporter sa propre lecture du Discours de la mthode de Descartes, il avait exprim son obsession d'un lieu mental inapprochable par dfinition. Sil tait mort alors, il et t considr comme un Rimbaud de l'intellect.

    Sa vie, son gnie propre, et son faible pour le langage, l'ont amen faire rapparatre Monsieur Teste plu-

    sieurs fois dans son uvre. Aprs ce texte inaugural, il a complt le portrait de son hros, lui a donn plus de force et de consistance, dans toute une srie de textes quil labora tout au long de sa vie, qui furent rdigs indpendamment de tout souci de chronologie, constituant l'bauche d'une biographie intellectuelle. Ils furent

    groups en 1946 dans le recueil intitul Monsieur Teste. Mais ces reprises ne rappellrent que vaguement l'insolite, l'humour, la hardiesse masque de cet blouissant dbut.

    Teste : testimone e testa. Le leggi dellsprit sono delle leggi generali che definiscono un rapporto costante tra i fenomeni mentali. Applicando queste leggi alla realt Teste riesce a prevedere gli avvenimenti del mondo. La scena del teatro : la superiorit dello sguardo di Teste. Valry divide la scena in due categorie, coloro che osservano da una parte e coloro che vengono osservati dallaltra. Lo spettatore e lattore. Teste non rientra in nessuna delle due, perch osserva lo spettatore. Osserva colui che osserva. In un certo senso Teste si prende gioco dello spettacolo stesso. E il solo tra tutti gli spettatori a sottrarsi allazione ipnotizzante dello spettacolo e allebbrezza collettiva. Si rifiuta di far parte della collettivit. Obbedisce alla sua legge, quella dellintelletto. Nella soire avec M. Teste, Teste non ancora totalmente padrone del suo pensiero. Quando finalmente riuscir ad esserlo, per lui sar la fine. Avr terminato la sua ricerca e potr quindi soltanto morire. Teste un personaggio evanescente. Quando parla come se trasportasse chi lo ascolta in unaltra dimensione. Il pensiero trascendente mentre le parole sono invariabili, una volta pronunciate non si possono pi cambiare. Teste la personificazione dellintelletto astratto di cui Valry vuole celebrare il primato sulle forze irrazionali del sentimento e delle passioni. Non gli interessa mostrare di sapere pi degli altri, perch ci che gi sa non gli interessa.

  • EUPALINOS Il primo Novecento europeo animato dalla discussione sulla capacit di alcune arti di afferrare

    lassoluto, il sovraumano, il metafisico in genere. Valry fa suo questo dibattito e nel 1921 scrive un dialogo platonico: Eupalinos o larchitetto. Attraverso un genere che non esiste, quello appunto del dialogo (che si situa tra latto letterario e il saggio senza coincidere con nessuno dei due poli), Valry colloca larchitettura al vertice delle arti: il motivo non solo nella sua autoreferenzialit, ma anche nel fatto che la sua realizzazione

    prevede latto del costruire. Larchitettura sarebbe unarte che raggiunge lassoluto su basi processuali e non immediate. Se ne ricava pertanto un prodotto decisamente concreto e

    contingente, in grado al contempo di offrire a chi lo contempla lidea di universale. Temporalmente, il dialogo tra Socrate e Fedro conclude la trilogia dei "dialoghi socratici" di Valry, tutti concepiti nel 1921. Il primo dialogo l'anima e la danza. Il secondo dialogo l'incompiuto Dialogue des choses divines. Il terzo ed ultimo dialogo Eupalinos. Socrate e Fedro sono spettri. Conversano sulle rive dell'Ilisso, il fiume dell'Ade che sospinge le anime alla loro ultima dimora. Il dialogo assume tonalit di intensa nostalgia. Fedro e Socrate si scambiano parole di memoria e di oblio. Riflettono sulla loro condizione di ombre rispetto ai vivi: impossibilit di provare emozioni. Ammirazione per le costruzioni monumentali del Pireo, per il tempio di Artemide. Fedro Introduce la figura dell'architetto Eupalinos che ha la potenza di Orfeo. Primo precetto di Eupallnos: Nell'esecuzione non esistono affatto particolari. Socrate dice che i particolari sembrano essere fondamentali in tutti i campi, tranne In quello del filosofi, la cui sventura consiste nel fatto che essi non vedono mai crollare gli universi che immaginano, dato che questi ultimi non esistono. Eupalinos segue In tutto e per tutto il suo precetto; prepara ogni sua opera con lo scopo di suscitare emozioni attraverso proporzioni musicali. Secondo precetto di Eupalinos: II mio tempio dovr muovere gli uomini come li muove l'oggetto amato. In merito al secondo precetto, Socrate porta l'esempio di Alcibiade e compiange l'attuale condizione di Fedro, votato alla bellezza che risiede nella vita, non nell' eternit (Come devi soffrire, caro Fedro, ma certo non abbastanza, anche questo ci vietato essendo vita). Secondo Fedro, pur essendo Socrate uomo divino, gli mancata un'esperienza, ovvero la passione per le forme e per le apparenze. Fedro riporta ancora le Idee di Eupallnos che concepisce come se eseguisse. A furia di costruire, credo di essermi costruito da me stesso. Socrate riconosce che costruirsi e conoscersi sono due atti del tutto simili. L'immagine della fanciulla di Corlnto amata da Eupalinos e costitutiva del piccolo tempio costruito per Ermes. Distinzione di Eupalinos tra edifici muti, che parlano, che cantano (gli edifici che non cantano, ne parlano meritano solo disprezzo, sono cose morte). Per ci che riguarda i monumenti che si limitano a parlare, ne ho stima se parlano chiaro. Qui si riuniscono i commercianti. Qui i giudici. Gli edifici pi preziosi sono quelli che cantano. Eupalinos fa un quadro delle costruzioni che si ammirano nel porti. Socrate vorrebbe Incontrare Eupalinos per chiedergli spiegazioni in merito agli edifici che cantano. Per Socrate certe parole sono come api per lo spirito. Questa l'aveva punto. Il discorso di Eupalinos lo Invita a divagare sulle arti, a compararle, a distinguerle. Suddivisione tra Musica e Architettura da un lato e tutte le altre dall'altro. Seconda Socrate, la Musica crea nell' anima una mobilit come Immobile. Fedro confessa che gli capitato di staccarsi dalla musica per poi ritornarle In grembo. Musica e Architettura ci fanno pensare ad altro rispetto a se stesse. La statua fa pensare alla statua. La Musica fa pensare ad altro da se. Rapporto delle due arti con la geometria. Figure geometriche sono quelle che rispettano un moto espresso a parole (camminare tenendoti a ugual distanza da due alberi). Socrate confessa che i ragionamenti di Eupalinos hanno risvegliato In lui l'Architetto che non stato. Fedro dice che Socrate non ha mai fatto trasparire nulla quando era vivo. Socrate racconta dell'incontro fortuito voluto dal caso di una conchiglia, passeggiando sulla riva del mare. Descrizione dello scenario relativo al ritrovamento della conchiglia (discorso colmo di sale e di parole veramente marine). All'lncontro sorge la domanda circa la sua origine (Chi ti ha fatto? Chi ne era dunque l'autore?). Penso fosse opera della vita, dell'arte, del tempo. Lo rigett improvvisamente in mare. Non si sent sollevato dal momento che l'anlma non torna alla calma tanto semplicemente quanto il mare. Diviene allora necessario trovare il modo di discernere un artefatto umano e un prodotto naturale (Un albero carico di foglie un prodotto della natura. un edificio di cui son parti le foglie, i rami, il tronco. L'albero comprendente questa e quella parte assume tutte le loro diverse complessit. Gli oggetti che sono opera dell'uomo hanno la struttura disordinata. L'uomo fabbrica per astrazione, dimenticando una gran parte delle qualit di ci che impiega. Se l'artigiano costruisce un tavolo, la costituzione di quel mobile un'operazione meno

  • complessa di quella del tessuto delle fibre del legno. L'uomo si accontenta di vivere e basta. Il filosofo colui che si fa un'idea sempre pi vasta e vuole avere bisogno di tutto. Suddivisione tra le diverse creazioni dell'uomo: quelle create per il proprio corpo (in vista dell'utilit), e quelle create per la propria anima (in vista della bellezza). Entrambe devono poi rispondere alla solidit e alla durata per dare vita ad un'opera completa. Solo l'architettura esige queste caratteristiche. Il trionfo del costruire si ha quando la speculazione fornisce armi alla pratica. Fedro dice di aver udito discorsi simili al Pireo: introduzione e descrizione della figura di Tridone il Fenicio, uomo saggio e libero, costruttore navale. Aspirava a fare i migliori vascelli che mai avessero solcato le onde con la loro prua. Egli credeva che solo la conoscenza del mare potesse conferire l'eccellenza alle sue costruzioni. Il Fenicio si prefiggeva di arrivare a imitare la perfezione dei pesci pi rapidi per le proprie navi. Il fenicio insegna come non basti imitare la natura per creare una costruzione perfetta. Socrate non sopporta di rivivere anche col solo ricordo la sua vita. Egli sente di essere stato solo il personaggio di un parlatore che ha lasciato dietro di s nient' altro che diverse parole immortalmente abbandonate (Che cosa ho dunque fatto, se non dare a credere al resto degli uomini che io la sapevo pi lunga di loro intorno alle cose pi dubbiose?). Rimpianto di Socrate per l'artista che ha lasciato perire dietro di s. L'eternit in cui Socrate e Fedro sono collocati serve solo a giudicarsi e rigiudicarsi instancabilmente. Socrate invoca l'Anti-Socrate, il costruttore. Discorso conclusivo dell'Anti-Socrate che si compie su di una visione cosmogonica, basata sull'idea per la quale negli atti e nella combinazione degli arti si deve cercare il sentimento pi immediato della presenza del divino e il miglior impiego di quelle forze dell'uomo che sembrano destinate ad un oggetto indefinibile che infinitamente ci supera. Nuova analisi dell'atto del costruire: differenza tra l ' atto del demiurgo che nel Caos primordiale tutto divide, e l'atto del Costruttore, rivolto all'uomo che riunisce a partire dall'ordine del mondo che il demiurgo trasse dal disordine dell'inizio. Interruzione della visione cosmogonica dell'anti-Socrate da parte di Fedro che non tollera l'infedelt di Socrate a se stesso. L'immortalit delle ombre Socrate e Fedro viene infine caratterizzata come un'inconsistenza di parole senza fine che potrebbero essere lo scherzo del silenzio di questi inferni oppure la fantasia di qualche retore dell'altro mondo. Socrate si allontanato dalle altre anime, Fedro lo stava cercando ma non riusciva a trovarlo da nessuna parte. Si allontanato per riflettere. Per le anime la riflessione fondamentale e le colpisce pi bruscamente in quanto non essendo pi unite al corpo, sono pi semplificate. Non c molto che possono fare se non riflettere. Fedro gli domanda le ragioni di questo suo esilio. Si ritrovano nei pressi del fiume del Tempo che separa il loro mondo da quello dei vivi. Socrate li osserva dallaltra sponda. come se loro fossero immobili nel tempo, nella morte. Per questo Fedro non riesce a distinguere bene le immagini. Fedro: da dove proviene il gusto per leterno? un desiderio insensato. Deve essere in qualche modo legato alla ragione. Perch senza la ragione non esisterebbe nulla. Inizia quindi a parlare dei templi del Pireo. Il disordine che diventa ordine. Fedro ricorda a Socrate di una loro precedente conversazione avuta nei pressi di un tempio a proposito della bellezza. Quel tempio era stato costruito da un suo amico architetto Eupalinos. Eupalinos gli parlava spesso della sua arte, di tutte le conoscenze che essa richiede. Ordini precisi. Regole.

    Anche in questo caso Valry esprime il suo pensiero --> Eupalinos ha una mente stupefacente, un forte

    spirito d'azione ed questo che interessa a Valry: il pensiero che sta dietro l'azione. Eupalinos vede un

    ammasso di pietre e ha gi in mente un progetto --> vede gi il tutto con occhi diversi. Valry non era un

    autore d'avanguardia. Egli esalta armonia ed equilibrio e il concetto della "difficile facilit" --> quando si

    esegue l'opera e quando l'opera stessa finita deve sembrare facile a costruirsi: facilit e semplicit

    apparenti dell'opera.

    Tutto il lavoro che sta dietro l'opera architettonica deve sembrare facile: Socrate dice che Dio stesso crea in

    questo modo. Nel dialogo di Eupalinos esalta la costruzione dell'artificio in quanto espressione totale

    dell'uomo --> sfida dell'uomo a Dio, che cre la natura.

    Anche Baudelaire amava tutto ci che era artificiale, quindi una donna truccata, una citt, e ci che non

    natura. In un Mondo ipotetico in cui l'uomo appagato non esisterebbe spazio per l'arte; l'arte nasce sempre

    da una sfasatura tra ci che vorremmo e ci che vediamo --> arte e assenza sono quindi legate.

    Fedro dice che uno dei precetti di Eupalinos era: non ci sono dettagli nellesecuzione. Socrate ha i suoi dubbi e non molto daccordo con questaffermazione. Parla ad esempio della medicina e di come sia facile morire se il medico o il chirurgo non sono abbastanza precisi.

    Eupalinos nei suoi progetti non trascurava nulla. Non lasciava mai il cantiere durante i lavori di

  • costruzione.

    Il creatore per Valry figlio della sua opera, perch nell'atto di creare il creatore matura e

    migliora (e si costruisce).

    Eupalinos studiava gli effetti emotivi che la sua opera doveva suscitare sugli spettatori: egli vuole

    provocare certe reazioni emotive cos come la musica vuole stupire ed emozionare.

    Lo spettatore inizialmente docile e silenzioso, ma pian piano che si addentrava nel tempio

    emetteva gemiti di piacere.

    La bellezza che si incarna fa venir voglia di diventare architetti per poter creare tali meraviglie.

    Fedro e Socrate sono molto in contrasto, sebbene siano allievo e maestro; Fedro sprovvisto della

    sua bellezza corporea (essendo morti entrambi) e ne soffre. Socrate era brutto fisicamente ma bello

    dentro; ama pensare che gli resti sempre qualcosa da imparare e da conoscere avendo l'eternit

    davanti a se; lui l'uomo del vero e il vero non mai bello all'apparenza. Per Socrate contano solo

    l'uomo e la sua intelligenza, non le cose materiali della vita. Eupalinos pi pensa e medita pi si

    sente architetto; pi costruisce pi si sente se stesso e pi pensa pi si costruisce. La sua stessa vita

    gli sembra quasi opera sua.

    Fedro continua a parlare di Eupalinos e dice che il tempio di Ermes ricorda e riproduce come una

    metamorfosi le proporzioni di una donna amata.

    I segreti del talento di Eupalinos non possono essere espressi.

    Il legame tra musica e architettura il cuore del pensiero di Valry --> gli edifici parlano ma

    possono anche cantare, sebbene quelli che cantano siano rari. E Eupalinos che lo dice a Fedro. Gli edifici che non parlano sono un ammasso di macerie senza senso e da disprezzare. L'edificio

    che parla un edificio che ha una certa conformazione fatta per ospitare la gente, come ad esempio

    i luoghi per le contrattazioni dei mercanti. La semplicit dell'edificio un'idea architettonica sulla

    chiarezza --> ci che all'interno deve trasperire anche all'esterno, senza segreti (il segreto la

    semplicit della costruzione).

    Gli edifici che cantano.

    Socrate l'uomo del pensiero, diverso da Fedro che l'uomo interessato alla bellezza estetica.

    Dominare il mare difficile, perch come sfidare Nettuno; tuttavia i porti sono sempre

    affascinanti come se fossero luoghi di partenza e arrivo. I porti sono l'esempio concreto di edificio

    che parla, edificio speciale. Sono dei teatri. La vera bellezza rara come luomo che fa uno sforzo contro se stesso, cio sceglie un certo s stesso e se lo impone.

    Belli proprio grazie alle rive monumentali ed al mare che gli Dei hanno creato.

    I porti sono costruzioni affascinanti ma NON sono propri dell'architettura. Sono come teatri in cui

    si svolgono spettacoli che non appartengono all'architettura del porto. Parla anche del corpo. Il

    corpo destinato a perire. Ma i sogni svaniscono ancora prima. Il corpo dura un po pi di una fantasia. Si pu paragonare alluniverso. Il corpo come unancora per lanima, che immagina altri mondi. Possono solo pentirsi, perch ormai sono morti.

    Il discorso sugli edifici che cantano ha incantato Socrate che continua a pensare alle arti. Le

    divide : la musica e larchitettura da un lato e dallaltro tutte le altre. La musica e larchitettura sono pi estese, quando entriamo in un edificio siamo letteralmente allinterno di unopera darte, stessa cosa per la musica, che invade laria e quindi ci avvolge a 360. Un dipinto invece riempie una sola parete. La musica un edificio mobile. E come se noi ci muovessimo al suo interno, come se nuotassimo in essa. E come un edificio costruito attorno allanima. Possiamo uscire e poi rientrarvi. Ma mai dalla stessa porta. Entrambe occupano la totalit di un senso. La vista o la

    musica. La musica e larchitettura a differenza delle altre arti ci fanno pensare a qualsiasi cosa, non ci impongono un concetto, o unimmagine. Possiamo distaccarci dalla musica. Eupalinos invita Fedro ad un ragionamento matematico (pagina 33): una persona in grado di accostare forme

    visibili con gli assemblaggi dei suoni potrebbe trovare un Dio, un qualcosa, un punto originario da

    cui scaturiscono la percezione di forma e suono; la musica fa scattare nelle persone qualcosa di

    primordiale: una matematica legata al suono. La musica fa commuovere e non c' bisogno di

  • parlare.

    A pagina 41 Socrate inizia a capire cosa musica e architettura hanno in comune. Noi abitiamo

    dentro opere architettoniche cos come la musica ci entra dentro e ci fa scattare sensazioni

    primordiali.

    La musica rievoca sentimenti volontari ed involontari, appare veloce e non si pu afferrare,

    scompare gi in pochi secondi. Il pensiero vaga con la musica.

    Musica e architettura mettono in comunicazione l'uomo con le cose divine.

    Tutto ci che costruito dall'uomo artificiale. Musica e architettura si rapportano a noi senza un

    intermediario. Le altre arti sono auto referenziali e mescolano la realt alla finzione, creano

    vaghezza e confusione come un romanzo (secondo Valry). Larchitettura e la musica non imitano dei modelli sensibili e quindi in un certo senso sono delle vere e proprie opere del mondo. In natura

    esistono solo rumori. I suoni sono creati dalluomo.

    La parola, pu costruire, pu creare, pu corrompere. Il calcolo. I numeri sono le parole pi

    semplici. Fedro fa notare a Socrate che si sta esprimendo in termini architettonici. Socrate gli

    risponde che forse stato un architetto, o almeno sarebbe potuto esserlo. Tutto quello che

    diventiamo gi contenuto in noi stessi da qualche parte. Possiamo definirci multipli quando nasciamo, ma moriamo singoli. Tutti gli altri noi stessi restano delle idee. Restano in noi in quanto dubbi e contraddizioni.

    L'arbitrario (quindi il caso) non pu entrare nella musica e nell'architettura e quindi queste sono

    considerate arti pure.

    Queste due arti ricavano il loro potere creando in noi lo stato poetico e creatore.

    La letteratura considerata pi semplice perch per creare un romanzo non si necessit di

    strumenti superiori mentre per fare musica bisogna avere un minimo di tecnica.

    Musica e architettura fanno di noi dei creatori --> creazione di un atto.

    PUNTO DI SVOLTA: Socrate inizia a dubitare sulla scelta di vita che ha condotto. Ha un rimpianto

    port-morte; in lui forse c'era un architetto che per non si mai concretizzato. (Socrate l'uomo

    del pensiero e del conoscere, come Valry da giovane).

    Socrate si imbattuto in un oggetto che poteva farlo diventare filosofo o artista: lui divenne

    filosofo.

    Nella giovinezza una persona pu avere davanti a se molte strade, ma non possono essere scelte

    tutte.

    Socrate su una spiaggia raccoglie un oggetto che poteva essere un osso marino o un possibile

    utensile. Aveva una forma ma non somigliava a niente. Era un oggetto della natura? Dellarte? Del tempo? Non sapendo decidersi ributta loggetto nel mare. Si dibatte interiormente cos tanto che decide di diventare filosofo perch vuole saperne di pi sull'oggetto: conoscerlo anzich costruirne

    uno simile (come avrebbe fatto l'artista).

    Il tempo pu costruire cose meravigliose perch non ha nessuna fretta; un artista che dipinge un

    quadro o crea una scultura lo fa in un tempo relativamente ridotto per questo le opere delluomo valgono molto.

    Secondo Caillois (uno scrittore 900esco) tutto ci che viene prodotto dalla natura sempre bello,

    mentre le cose costruite dall'uomo spesso sono brutte; anche le opere d'arte, sebbene possano

    essere belle non potranno mai reggere il confronto. Il dettaglio, ad esempio la foglia di un albero,

    sempre meno complessa dell'insieme (albero stesso); ma nella creazione dell'uomo non cos -->

    l'uomo nella sua creazione utilizza delle materie sfruttandone solo un aspetto. Ad esempio il

    bicchiere pu essere fatto in pi materiali ma l'uomo sceglie quello meno costoso. Nella creazione

    della natura invece serve tutto. Esempio: nel corpo umano serve tutto, non si pu vivere senza avere

    tutte le parti del corpo. Fedro rimprovera Socrate per aver ignorato larchitetto che avrebbe potuto essere. Lo ha assassinato per aver meditato troppo su una conchiglia. Il Socrate filosofo riflette e

    dice che l'uomo agisce perch pu ignorare le circostante e conoscere le cose solo leggermente di

  • pi di quanto gli occorre; mentre i filosofi non si accontentano si poca conoscenza delle cose ma

    puntano a sapere molto di pi.

    Socrate inizia ad immaginarsi una costruzione socratica.

    Il CEM: coeur, esprit, monde: sono le tre distinzioni fatte da Valry. La ricerca della solidit delle

    cose dovuta al fatto che ogni cosa esposta al mondo e quest'esposizione rovina le cose -->

    l'architettura risponde perfettamente a queste tre esigenze: bella per compiacere l'anima, solida

    e resistente alla rovina del tempo, utile per l'uomo perch un luogo che svolge una certa

    funzione pratica.

    Socrate sarebbe stare un artista architetto quindi; i geometri sono importanti un p come gli

    architetti.

    I rimpianti di Socrate si disegnano ma non si colorano poich non esiste nemmeno pi un corpo,

    una materia.

    Socrate ha lasciato dietro di se delle parole, nemmeno delle opere. Il pensiero puro una cosa vaga

    che rimane metafisica ed impossibile --> potrebbe tramutarsi in atto ma non nel caso di Socrate.

    Socrate perseguitato dalle cose che NON ha creato.

    Fedro gli dice che le occasioni mancate sembrano le pi belle ma che se le abbiamo lasciate

    andare perch non erano la cosa giusta da fare altrimenti l'anima del mondo ne sarebbe stata

    disturbata.

    Socrate dice che sono tutti individualisti e che ogni persona vorrebbe alterare il mondo per lasciare

    un segno di loro stessi (egoismo dell'uomo). Socrate parla del Demiurgo:

    - plasma il mondo alle imitazioni delle idee

    - via di mezzo tra Dio e Mondo

    - artigiano che crea il mondo separando le cose primordiali e primitive, dando ordine al mondo

    L'architetto fa la stessa cosa del demiurgo, agisce sull'ordine del demiurgo aggiungendovi le sue

    creazioni.

    Socrate pentito di essere solo Socrate: forse cercare la verit attraverso il solo pensiero non

    stato giusto --> bisogna agire e non solo pensare, per non lasciare che il pensiero diventi sterile.

    Il finale la strizzatina d'occhio al lettore; noi siamo stati usati come marionette; Fedro e Socrate

    non esistono siccome sono stati creati da Valry.

    La battuta finale laica: l'immortalit un effetto retorico.

    I due dialoghi Eupalinos, ou l'architecte (Eupalinos o dell'architettura, 1923) e L'me et la danse (L'anima e

    la danza, 1923) propongono un ideale estetico che identifica il poeta con figure quali l'architetto, lo scultore

    o la danzatrice, capaci di realizzare il dominio della materia e la sottomissione del caso.

    In questo dialogo tra due personaggi platonici, Socrate e Fedro, Valry reinventa la figura di Socrate. Dicotomia che nasce dal dialogo e che fa da sfondo a tutta la narrazione:

    Conoscere idee modelli ideali Costruire ricerca delle forme realizzazione

    Questa contrapposizione caratterizza tutto il dialogo platonico, nel quale Socrate capisce di aver

    perseguito per tutta la vita un ideale fittizio che prevalso rispetto a quello pi pratico cio quello

    della creazione di forme. Introdotta questa sostanziale differenza viene fatta unulteriore precisa-zione sullarchitettura, intesa come arte che ricerca la perfezione e larmonia di oggetti creati dalluomo e che pu essere solo paragonata alla musica, essendo due arti affini che avvolgono luomo in leggi e volont interiori.

    Musica: sottrazione grazie a una volont interiore Architettura: sottrazione grazie a movimenti

    Di seguito i concetti, espressi anche sotto forma di personaggi, e i temi principali che caratterizzano

    tutto il dialogo.

    Eupalinos: architetto molto ammirato da Fedro e che viene ricordato con la citazione del tempio di

    Artemide Cacciatrice;

  • il mio tempio deve muovere gli uomini come li muove loggetto amato, nellesecuzione non esi-stono particolari, questi precetti di Eupalinos che Fedro cita a Socrate sottolineano, a volte in modo celato, la dicotomia conoscerecostruire e in questo preciso caso tra filosofoarchitetto; interessante il passaggio sulla ricerca della perfezione e armonia degli edifici, suddivisi dallo stesso Eupalinos

    in tre categorie: muti, che parlano e che cantano.

    La conchiglia: strano oggetto trovato da Socrate lungo la riva del mare, informe e bianco come

    pietra levigata dallacqua; una conchiglia che immediatamente fa nascere a Socrate un ragiona-mento sugli oggetti prodotti dalla natura e quelli prodotti dalluomo; i primi raggiungono un grado del tutto pi complesso rispetto al grado dei particolari che lo compongono, mentre luomo fabbrica per astrazione cio produce oggetti che nel loro insieme sono di grado inferiore a quello delle parti.

    Tridone il fenicio: marinaio che dedic la sua vita al connubio tra teoria e prassi, era costruttore di

    navi e pensava che solo la conoscenza completa del mare (anche laspetto estetico) potesse conferire leccellenza alle sue navi. Un uomo saggio, libero e duna strana molteplicit, riusciva a cogliere tutti i segreti che imparava e applicarli attraverso il metodo. Il Fenicio insegna come non basti imi-

    tare la natura per creare una costruzione perfetta.

    LAnti-Socrate: rimpianto di Socrate per lartista che ha lasciato perire in se stesso, giudicandosi in quelleternit in cui collocato insieme a Fedro; introduzione dellAnti-Socrate, il costruttore, che si compie su di una visione cosmogonica imperniata sullidea per la quale negli atti e nella combinazione degli atti si deve cercare la presenza del divino e il migliore impiego di quelle forze

    umane che sembrano destinate ad un oggetto che infinitamente ci supera.

    Fedro trova Socrate nel pallido soggiorno dellAde, un luogo dove i corpi non esistono pi, dove quel che rimane di una persona solo lombra. Egli domanda al maestro come mai rimaneva in disparte dagli altri, perch questo esilio si domandava (citazione di vari personaggi platonici come

    Alcibiade, Zenone, Menesseno, Lisia); Socrate risponde che si era allontanato per pensare sulla

    loro attuale forma, per riflettere sul corso che le idee debbano avere in quella loro forma, diversamente dal quel che accade per i viventi. Fedro elogia il filosofo per la vita che ha fatto, per

    la sua ricerca della conoscenza e per la sua innata lungimiranza, a dispetto di altre persone che

    tentano di rendersi immortali erigendo templi e tombe. Egli cita a Socrate un tempio, quello di

    Artemide Cacciatrice, eretto da un costruttore che lui conosceva, Eupalinos da Megara.

    Eupalinos era un abile architetto, costruttore di templi e opere devote allarte; in cantiere mostrava a Fedro i vari momenti della costruzione e i particolari dellesecuzione dellopera. Prediceva agli ammassi informi di pietre e di travi che giacevano intorno a noi il loro futuro monumentale; e quei

    materiali, al suono della sua voce, sembravano votati a quellunico posto che i destini propizi alla dea li avrebbero assegnati. Avviene qui la discussione del primo precetto di Eupalinos: Nellesecuzione non esistono affatto particolari, rispetto al quale Socrate oppone un suo parere, il fatto di come qualsiasi uomo vivente sia schiavo dei dettagli e delle minuziosit, a differenza sua

    cio della figura del filosofo, di come egli non veda mai crollare gli universi che immagina dato

    che in definitiva non esistono; tuttavia, risponde il compagno, Eupalinos era uomo del suo precetto cio non trascurava nulla, faceva del tutto un particolare e lopera integra stessa diventava a sua volta un particolare. Dibattitto sul secondo precetto:

    Il mio tempio deve muovere gli uomini come li muove loggetto amato, riguardo a questo precetto Socrate rimane stupito e ammette la propria sorpresa e ammirazione per questo architetto;

    questa frase era molto cara a Eupalinos, proprio perch dedic il tempio di Ermes a una fanciulla

    di Corinto da lui amata, un tempio in cui vi si avverte la presenza di una persona, di una donna al suo fiorire, larmonia di un essere incantevole. Secondo Fedro, pur essendo Socrate un uomo divino, gli mancata unesperienza, ovvero la passione per le forme e per le apparenze. Fedro riporta ancora le idee di Eupalinos, che concepisce come se eseguisse (A furia di costruire, credo di essermi costruito da me stesso). Socrate riconosce che costruirsi e conoscersi sono due atti del tutto simili

  • Fedro rammenta la distinzione che Eupalinos fece degli edifici: questi possono essere muti, possono parlare e cantare, in particolare questi ultimi sono i pi rari di tutti; la ricerca di questa armonia talmente radicata nellarchitetto che egli immagina sempre lopera perfetta anche se poi in fase di costruzione questa non risulti mai cos completa come nella mente

    delluomo. Le pietre e le forze, i profili e i volumi, le luci e le ombre, i raggruppamenti artificiosi, le illusioni di prospettiva e le realt delle pesantezze sono gli oggetti del loro commercio, di un

    commercio il cui profitto sia lincorruttibile ricchezza che io chiamo Perfezione, con queste parole termina il discorso di Eupalinos da Megara raccontato da Fedro a Socrate, commosso ed

    estasiato da questa incomparabile preghiera. La distinzione in tre tipologie degli edifici fa scaturire in Socrate un pensiero che porta con molta facilit a mettere da un lato la Musica e lArchitettura, dallaltro le altre arti; suddivisione tra Musica e Architettura, da un lato, e tutte le altre arti dallaltro. Esempi circa gli effetti subiti in presenza della Musica, che crea nellanima una mobilit come immobile. Musica e Architettura rivelano una profonda affinit con luomo e rapporti reciproci molto semplici, senza intermediari. Queste volont sono presenti anche nella

    geometria, suddivise tra figure tracciabili (a volte casuali) che seguono una legge esteriore, che

    rispettano un moto espresso a parole; Socrate ammette che i ragionamenti di Eupalinos hanno

    risvegliato in lui larchitetto che non stato e la profonda intenzione di costruire inquieta ora il suo pensiero.

    Socrate narra a Fedro che un giorno, passeggiando sulla riva del mare, incontr loggetto pi ambiguo del mondo. Loggetto in questione una conchiglia, bianca, come pietra levigata dallacqua; tale conchiglia fu per Socrate lorigine di un pensiero che si divideva spontaneamente tra il costruire e il conoscere. Avviene quindi un ragionamento sulla complessit di questi oggetti (grado pi complesso rispetto al grado dei particolari costituenti, a differenza

    degli artefatti umani). Analisi dei modi di produzione e generazione. Individuazione delle principali

    differenze tra fabbricazione umana e generazione naturale. Suddivisione tra le diverse creazioni

    delluomo: quelle create in vista dellutilit e quelle in vista della belezza. Entrambe devono poi rispondere alla solidit e alla durata per dar vita ad unopera completa. Solo larchitettura esige queste caratteristiche e le porta al punto pi alto. Il trionfo del costruire si ha quando la

    speculazione fornisce armi alla pratica.

    Fedro dice di aver udito discorsi simili al Pireo: introduzione e descrizione di Tridone il fenicio,

    uomo saggio e libero duna strana molteplicit, costruttore navale. Egli credeva che solo la conoscenza del mare, secondo tutti i suoi aspetti (non da ultimo quello estetico), potesse conferire

    leccellenza alle sue costruzioni. Il Fenicio si prefiggeva di arrivare a imitare la perfezione dei pesci pi rapidi per le proprie navi, in tal modo creando per se stesso lostacolo necessario. luomo che meglio incarna il felice connubio di pratica e teoria. Il personaggio di Tridone, raccontato da Fedro a Socrate, insegna come non basti imitare la natura per creare una

    costruzione perfetta.

    Socrate, infine, comprende che il costruttore colui che subito dopo il Demiurgo (divise linforme che esisteva prima delluniverso in parti) capace di conferire agli oggetti pi vari il loro vero scopo, anche tenendoli insieme e unendoli. Eccomi, dice il Costruttore, io sono latto. Voi siete la materia, siete la forza, siete il desiderio; [] Io sono colui che concepisce quel che volete, un po pi precisamente di quanto voi non facciate. Conclusione caratterizzata da uninconsistenza di parole senza fine:

    FEDRO: Ma vuoi dunque rievocare nelleternit tutte le parole che ti resero immortale? SOCRATE: Laggi, immortale relativamente ai mortali!... Ma qui Non c un qui, e tutto quel che abbiamo appena detto potrebbe benissimo essere un naturale scherzo del silenzio di questi

    inferni, come la fantasia di qualche retore dellaltro mondo che ci avesse scambiati per marionette! FEDRO: in questo ci in cui rigorosamente consiste limmortalit.

  • Paradosso sullarchitetto Un inevitabile prosieguo

    Valry utilizza in questo testo la nozione matematica di congruenza, che indica la relazione esi-

    stente tra un modello stabilito e gli effetti che esso suscita, per poter stabilire con sufficiente esat-

    tezza la differenza sussistente tra personaggi fittizi e personaggi reali (nel libro Paul Valry rein-venta tre personaggi platonici, in modo particolare quello di Socrate). Nonostante questa inven-zione lautore riuscito a mantenere coerente la funzione dei personaggi con gli effetti che susci-tano. Inoltre utilizza la nozione di tipo come riduzione psicologica del personaggio. Differenza sostanziali tra i personaggi platonici e quelli di Valry:

    Socrate: caratteristiche in comune sono la capacit di analisi, unanalisi che ingloba tutti gli aspetti possibili della conversazione; il dono della parola, essendo Socrate un filosofo e

    abile oratore; la falsa modestia sempre presente nel dialogo, a volte celata; leggendaria

    bruttezza di Socrate, scandita nel momento della discussione riguardante le leggi estetiche e

    formali. Caratteristiche che Valry introduce sono, invece, linganno che Socrate si posto, mettendo prima di tutto le sue parole e affossando qualsiasi altra vena ispiratrice; altra ca-

    ratteristica, collegata con la prima, che la via del costruire, della costruzione era lunica per imparare a conoscere se stessi.

    Fedro: personaggio descritto nel Simposio da Platone, presenta delle note caratteriali simili descritte da Valry e Platone, ad esempio allievo di Socrate, sempre entusiasta di

    conoscere e di provare nuove passioni e ammirazioni, avido di comprensione; una caratte-

    ristica che Valry reinventa la partecipazione al dialogo in modo sagace e con una spiccata vena di intelligenza, meno pedante rispetto al personaggio platonico; laltra il contrasto dei ricordi, il fatto che ora unombra tra le ombre e non pu pi cercare la bel-lezza tra corpi e figure.

    Dun solo sguardo, lumano e linumano Luoghi e scenari (che comprendono paesaggi e costruzioni) amati da Valry introdotti nel dialogo:

    Il fiume degli inferi Illisso, del tempo e delle anime. questo il fiume del Tempo. Rigetta solo le anime , su quella riva; ma trascina tutto il resto senza sforzo

    Costruzioni del Pireo (tempio di Artemide Cacciatrice, tempio di Ermes e le costruzioni portuali

    Riva del mare dove Socrate trova la conchiglia, che sottolinea una separazione tra terra e mare (Terra e Nettuno), con binomi interessanti come fluidit solidit e informe forma

    Caotico scenario nel finale cosmogonico dellAnti-Socrate

    La paradossale potenza di Orfeo e Anfione

    Come gi detto gli edifici monumentali e le opere architettoniche dovranno avere forte carica or-

    fica, cio essere musicalmente perfetti (le analogie tra musica e architettura sono sempre presenti).

    Ovvia citazione di Anfione, dio della musica e dellarchitettura. Momento capitale dellattivit poe-tica: unione del tutto con il particolare (composizione), questo momento si coglie bene nelle opere

    di musica e architettura.

    Di fronte alla conchiglia una

    Costruzione: passaggio dallordine al disordine. Tre modi di generazione: Caso (frammenti di roccia) Accrescimento (pianta, animale) Modo umano (attraversa quella natura e quel caso)

    Luomo fabbrica per astrazione (ignorando il grado di complessit della materia): Formazione (natura) Costruzione (relazioni simboliche che soddisfano certe condizioni)

    La forma come corpo consistente dellesercizio

  • Riflessioni sulla dicotomia principale del dialogo, costruire e conoscere. Fondamentale compren-

    dere laspetto teorico quanto quello pratico, costruire per conoscersi (Eupalinos) e fare per farsi (Tridone). Il vero artista e costruttore secondo Valry:

    . In Eupalinos lopera darte di-viene una costruzione in cui analisi, organizzazione, calcolo e pianificazione sono fondamentali.

    , cio la generazione delloggetto, la composizione. Problematica della forma: . Poetica di Paul Valry: la forma di unopera, sul modello fornito dallarchitettura e dalla musica, dovr sempre rimandare a qualcosa daltro; non quindi un caso che la forma scelta per Eupalinos o lArchitetto sia quella dialogica.

    Au royaume des Morts, Phdre retrouve Socrate, abm dans la contemplation du fleuve du Temps. Il lui rappelle le souvenir de l'architecte Eupalinos, constructeur du temple d'Ar-tmis, avec lequel il s'tait li et qui russissait, selon ses propres termes, faire "chanter les difices". Le philosophe est trs intress par l'vocation de ce personnage, qui l'en-trane dans une rflexion sur la beaut et sa ncessaire insertion dans les formes sen-sibles. Socrate dveloppe ensuite l'analogie propose par Eupalinos entre l'architecture et la musique, les deux seuls arts "qui enferment l'homme dans l'homme" en l'enveloppant dans la totalit d'un espace cr. Il se remmore l'origine de son choix d'tre philosophe et non artiste: la dcouverte, encore adolescent, d'un ossement de poisson ou d'un morceau d'ivoire taill dont il n'avait pu dterminer l'origine. S'bauche alors l'image de l'anti-So-crate, l'architecte qu'il aurait pu tre, objet d'un ternel regret, car le philosophe comprend finalement - hlas! bien trop tard - que ce n'est pas dans les paroles, mais "dans les actes [...] que nous devons trouver le sentiment le plus immdiat de la prsence du divin".

    Si Eupalinos a toutes les apparences d'un dialogue platonicien, les dclarations de Paul Valry nous dissuadent bien vite de nous laisser abuser par son hellnisme de faade. Il avoue en effet n'avoir eu recours aucune documentation particulire et n'avoir aucune-ment cherch viter les anachronismes. Le nom d'Eupalinos, est en ralit celui d'un in-gnieur et constructeur de canaux dont les temples taient loin d'tre la spcialit: "Je lui ai prt mes ides comme j'ai fait Socrate et Phdre". Le recours une forme cano-nique apparat donc comme une manire originale d'exprimer des ides, voire des thmes rcurrents de l'exprience personnelle et intellectuelle de Valry. Il voque ainsi, dans le tome V des Cahiers (mais aussi dans l'Homme et la Coquille), l'pisode du coquillage d-couvert sur la plage prs de Maguelonne lorsqu'il tait adolescent et qui figure dans le dia-logue comme le tournant de la destine de Socrate. Ne pouvant dterminer s'il s'agit d'un objet d'origine naturelle ou humaine, Socrate tend sa rflexion aux objets humains, intro-ducteurs de dsordre et de simplification dans la nature des fins d'utilit. Il fait alors le choix d'tre un "esprit" plutt que d'tre un "homme" afin d'avoir la connaissance du tout, suprieure, pense-t-il, celle des parties.

    Si le dialogue semble parfois vagabonder, le point central en est et reste la doctrine d'Eupalinos, l'architecte, relaye par celle de Tridon le Sidonien, constructeur des plus

  • beaux navires. Elle s'exprime en quelques prceptes clairs et directs: "Il n'y a point de d-tails dans l'excution"; "Il faut que mon temps meuve les hommes comme les meut l'objet aim." Pour atteindre ce dernier objectif, l'implication du corps est ncessaire: il doit tre "de la partie dans l'oeuvre elle-mme", dans la conception comme dans la ralisation. Le petit temple d'Herms construit par Eupalinos est ainsi "l'image mathmatique d'une fille de Corinthe". L'art de l'architecte, comme celui du musicien, parle alors sans intermdiaire puisqu'il cre un monde qui environne compltement le spectateur. La communication est ainsi la plus directe possible, d'esprit esprit. Socrate voque ce propos une audition o "la symphonie elle-mme [lui] faisait oubli