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p Il ministero della Cultu- ra cerca personale, ma solo per un anno: volon- tari del Servizio civile e contratti “garanzia Giova- ni”. Jobs Act, Palazzo Chigi contro il quesito: vuole far saltare il voto IL BANDO Dal Colosseo agli Uffizi, dovranno fare pure gli straordinari. Per 433 euro Il governo dà speranza ai giovani “Venite da noi a lavorare gratis?”

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Page 1: tel– ̀’† ―“ ’‘„‗„–‗ fax ̀ ... · 2017-01-06 · sta (ex Psi) Pietro Ichino, at - tuale senatore Pd. In sintesi: poichÈ il quesito della Cgil non solo ripristina

Venerdì 6 gennaio 2 01 7 – Anno 9 – n° 5 e 1,50 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

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a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 12 con il libro “Scippo di Stato”a 1,50 - Arretrati: a 3,00 - a 15,00 con guida “Buono!”

La post-Rai

» MARCO TRAVAGLIO

N el suo ultimo film Oli-ver Stone racconta lastoria di Edward Sno-

wden, il giovane analista dellaCia che rinuncia a tutto – vita,affetti, lavoro e stipendio – persvelare agli americani e al mon-do una notizia vitale per la de-mocrazia: il governo degli StatiUniti calpesta scientemente laCostituzione e fa spiare centi-naia di milioni di persone, nonsolo americane, con la scusa delterrorismo. Ora vive, si fa perdire, a Mosca perché, quandofece scalo in Russia da HongKong (dove s’era rifugiato) perraggiungere il Sudamerica, ilgoverno Obama gli levò il pas-saporto e lo rese apolide. Pron-to a incriminarlo per reati gra-vissimi in caso di ritorno in pa-tria. Vedere quel film e leggerele storie di ordinaria miseria incasa Rai fa un certo effetto, an-che perché il caso Snowden e ilcaso Rai – almeno sulla carta –appartengono alla stessa fami-glia: l’informazione. Solo cheSnowden, pur non essendo ungiornalista o forse proprio perquesto, ha sacrificato tutto purdi dare notizie vere. La Rai sa-crifica tutto pur di dare notiziefalse. Ieri ne abbiamo raccoltouna miniantologia, ma ce n’è dariempire una Treccani.

Intanto, tutt’intorno, si di-batte sulle fake news o post-ve-rità che, secondo la propagandadi regime, sarebbero un’esclusi -va del Web e richiederebbero ilpronto intervento delle “autori -tà pubbliche”, cioè di un orwel-liano Ministero della Verità, se-condo gli auspici del capo delloStato Mattarella e del presiden-te dell’Antitrust Pitruzzella,nonché dei sottostanti giorna-loni e telegiornaloni che ripren-dono compunti e riverenti i loromoniti. Qualcuno, anche sulF at to , si sorprende perché lagrande stampa s’indigna per labelinata grillesca della “gi ur iap o p ol a r e ” anti-bufale, mentretutti trovano normale il bava-glio di Stato benedetto dal Collee dall’Authority. Ma c’è poco dastupirsi: giornaloni e telegior-naloni non hanno nulla da teme-re dalla censura dei partiti, per-ché la praticano già quotidiana-mente sotto forma di autocen-sura. Quanto alla “giuria popo-lare” di Grillo, sanno benissimoche non vedrà mai la luce: infattinon è la parola “giuria”che li ter-rorizza, ma la parola “popolo”,unica vera ossessione dei poli-tici senza elettori, dei giornalistisenza lettori e dei telegiornalistisenza spettatori. Fateci caso:Carlo Verdelli si è dimesso dadirettore editoriale delle newsRai. Ma non perché, nell’ultimoanno, la Rai abbia stracciato ilrecord (da essa stessa detenuto)di balle raccontate ai telespetta-tori a reti unificate: perché il C-da ha bocciato il suo piano or-ganizzativo che spostava il Tg2a Milano, creava un TgSud e ac-corpava le Tgr a Rainews24.

SEGUE A PAG. 20

IL LINGUISTA Aveva 84 anni

Addio Tullio De Mauro,tutta una vita controla malalingua italiana

q GROSSI E TRUZZI A PAG 16 - 17

Cultura in lutto Tullio De Mauro Ansa

R I M PAT R I - B U FA L A Tunisia e Nigeria a parte, quasi nessun irregolare torna al suo Paese

Migranti, la post-verità del Viminale:espulsioni impossibili, niente charterp I voli privati costano20 mila euro, ma pochecompagnie sono dispostea fornirli. Si devono usarequelli di linea, spesso condue immigrati alla volta.Cina e Russia fanno muro

Immigrati verso il rimpatrio Ansa

q GIAMBARTOLOMEI E SANSAA PAG. 8 - 9

» ANTONELLO CAPORALE

Miracolo a Napoli! Il san-gue camorrista non la

riduce più – come sarebbesuccesso fino a pochi mesi fa–a teatro permanente del gan-gsterismo organizzato. Le pisto-lettate contro i tre ambulanti senega-lesi di Forcella con annessa vittima in-nocente – la bambina colpita al piededa una pallottola vagante – cammina -no in parallelo, senza per fortuna in-

crociarlo, col successo turisticodella città, con i conti inusualidelle presenze negli alber-ghi, con la folla che inonda eallaga in modo benefico

piazze e vie escluse dal tradi-zionale triangolo della bellez-

za, dallo struscio obbligato ai De-cumani, dal pellegrinaggio di rito a SanGregorio Armeno, al Plebiscito e al suostorico presidio à la page: di qua ilGambrinus di là il San Carlo.

SEGUE A PAGINA 13

DENTRO LA CITTÀ Gli agguati, il turismo sold out e De Magistris

NAPOLI, SANGUE E MIRACOLILa cattiveriaLa Cgil paga alcunilavoratori con i voucher.Così poi si iscrivonoal sindacato

WWW.FORUM.SPINOZA.IT

LA SATIRA BBC

Anche l’Isis hale sue casalinghedi sperate

q ZUNINI A PAG. 14

Auto b om b a al Tribunale di Smirne, la città dove si cercano i terroristi dellastrage di Istanbul. Erdogan non ferma la violenza, la T u rch i a è zona di guerra

Mannelli

APPALTI E CAMORRA

Concorso esterno,l’i m p re n d i to reRomeo indagato

q IURILLO A PAG. 6

p Il ministero della Cultu-ra cerca personale, masolo per un anno: volon-tari del Servizio civile econtratti “garanzia Giova-ni”. Jobs Act, PalazzoChigi contro il quesito:vuole far saltare il voto

IL BANDO Dal Colosseo agli Uffizi, dovranno fare pure gli straordinari. Per 433 euro

Il governo dà speranza ai giovani“Venite da noi a lavorare gratis?”

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2 » ECONOMIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Venerdì 6 Gennaio 2017

LA BATTAGLIA

Offensiva L’avvocatura diStato deposita la memoria allaConsulta contro i quesiti dellaCgil su articolo 18, voucher eappalti: “Inammissibili perchémanipolativi e propositivi”

Jobs Act, il governo vuolefar saltare i referendum

Gaetano Azzariti Il costituzionalista: “Quello ammesso nel 2003 era ben più estensivo”

“Tesi politiche e infondate. I quesiti sonoammissibili, lo dicono gli stessi precedenti”

L’I N T E RV I STA

“Quella del governo è unascelta politica”. Il pro-

fessor Gaetano Azzariti, costi-tuzionalista della Sapienza diRoma, critica duramente le te-si sull’inammissibilità deiquesiti referendari, anticipatedalle agenzie di stampa, spe-cie quello sull’articolo 18.

Perché scelta politica?Dare mandato all’avvoca tura– che non ha obbligo di costi-tuirsi in giudizio – non è affat-to scontato: è una delibera delgoverno. La storia è piena diprecedenti, come il referen-dum Segni, in cui il governonon l’ha fatto. C’è volontà didifendere a pieno il Jobs act.

L’avvocatura ritiene inam-missibile il quesito sull’ar ti-colo 18 perché “manipolati -vo ”e“p ro p o s i t i vo”: in sinte-si, non si limita a ripristinare

il reintegro ma ne prevedeanche l'allargamento alleimprese con 5 addetti.

Il carattere “manipolativo” diun referendum è cosa assaifrequente: chi scrive il quesitospesso non elimina una legge

in toto ma parti delle normecon un'opera di ritaglio per ot-tenere un significato compiu-to. I referendum elettorali, peresempio, sono necessaria-mente manipolativi visto chedevono comunque garantireuna normativa che permettadi andare a votare. Il caso piùtipico fu quello della riformaelettorale del ‘93 quando, ma-nipolando la norma, si abrogòla legge proporzionale ma sicreò al contempo un sistemaprevalentemente maggiorita-rio. Ogni abrogazione è anchecreazione. Nel caso dell’arti -colo 18, il quesito porta solo alripristino e all'estensione di u-na garanzia.

L’altra accusa è il carattere“p ro p o si t i vo”: la Carta pre-vede solo referendum abro-gativi (ex articolo 75).

È vero che la giurisprudenzacostituzionale ha tentato dallametà degli anni 90 di limitarela portata propositiva dei refe-rendum, ma proprio leggen-dola si evince l’ammiss ibilitàdi questo quesito. La sentenzapiù limitativa è la 36 del '97,che esclude quei quesiti “con -trari alla logica dell'istituto re-ferendario”, qui la manipola-zione è invece tutta interna al-la logica dell'istituto, che èquella di contrastare i licen-ziamenti illegittimi. La giuri-sprudenza costituzionale i-

noltre ritiene propositivi e i-nammissibili quei referen-dum in cui la norma da abro-gare è “assolutamente diversadalla nuova norma”. E qui in-vece l'abrogazione richiesta èuna “espansione di una regolai mp li c it a” già contenuta nel-l'articolo 18, ripristinato ed e-steso. L’ampliamento non è u-n'invenzione dei proponenti:è contenuto nell'articolo 18,che prevede soglie in base alletipologie d’impresa: 60, 15 o 5addetti. Qui l'estensione e-spande solo la tutela ponendoil limite a una soglia inferiore.C’è poi un elemento che do-vrebbe fugare ogni dubbio.

Q u a l e?

» CARLO DI FOGGIA

Una mossa scontata,che però sancisceufficialmente l ’a-pertura del nuovo

fronte di battaglia alle politi-che del governo Renzi: quellosul lavoro. L’avvocatura delloStato – che su ordine di Palaz-zo Chigi si è costituita in giu-dizio – ha depositato ieri allaConsulta la memoria difensi-va contro i tre quesiti referen-dari su cui la Cgil ha raccolto3,3 milioni di firme la scorsaestate: ripristinare il reinte-gro per i licenziamenti illegit-timi nelle imprese (l’articolo18 di fatto abolito dal Jobsact); eliminare i voucher, ibuoni lavoro orari; e riforma-re gli appalti in senso solidale.Secondo l’avvocatura il pri-mo è “manipolativo” e “p r o-positivo” (quindi vietato), glialtri due invece aprirebberoun vuoto normativo.

BREVE riassunto: la Consultasi esprimerà sull’ammissibili -tà dei quesiti l’11 gennaio pros-simo. In caso di esito positivo,si voterebbe tra la metà di a-prile e quella di giugno. A quelpunto, l’unico modo per farlisaltare sarebbe il voto antici-pato: se il governo Gentilonicadesse e si andasse alle urne agiugno, i referendum dovran-no essere rinviati di un anno. Èstato il ministro del LavoroPoletti, padre formale del Jobsact (quello sostanziale è laConfindustria) a fissare il pun-to: “Se si vota prima il proble-ma non si pone. Ed è lo scena-rio più probabile”. Siccomenon è affatto scontato, da allo-ra membri sparsi del governo edella maggioranza hanno ini-ziato a proporre – via giornali– piccoli ritocchi ai voucherper evitare “gli abusi” (e ma-gari disinnescare il referen-dum). Sull’articolo 18, invece,nessuna apertura. Il perché èsemplice: è il perno della rifor-ma del lavoro, che con la rot-tamazione dello Statuto dei la-voratori (demansionamentolegalizzato, controllo sui lavo-ratori etc.) è stata quella piùsbandierata dall’e s ec ut iv oRenzi ed elogiata dall’U e,dall’Ocse, dalla Bce etc.. Oltre,s’intende, a quella costituzio-nale, seppellita però da oltre 19milioni di No il 4 dicembre.

Ecco allora che resta un’al -tra via: sperare che la Consultadichiari inammissibili i quesi-ti, in particolare quello sull’ar -ticolo 18. Le motivazionidell’avvocatura sono simili aquelle illustrate nei giorniscorsi dal giuslavorista liberi-sta (ex Psi) Pietro Ichino, at-

tuale senatore Pd. In sintesi:poiché il quesito della Cgil nonsolo ripristina l’articolo 18 nel-la piena versione dello Statuto,ma con un’opera di taglia e cu-ci (“m a ni p o la t i va ”) di normelo estende anche alle impresefino a 5 dipendenti, fattispecienuova visto che prima la sogliaera di 15 dipendenti, sarebbequindi “pr opos itiv o”, mentrela Costituzione prevede soloreferendum abrogativi (ex ar-ticolo 75). Per questi motivi,secondo l’avvocatura vannodichiarati “in am m is si b il i”.Sulla fondatezza della tesi po-tete leggere sotto (peraltronel 2003 la Consulta ammiseun quesito che estendeva l’ar -ticolo 18 a tutte le imprese),

mentre sui voucher (e sugliappalti) la versione è diversa:secondo l’avvocatura apri-rebbe un “vuoto normativo”perché non ci sarebbero più“figure giuridiche contem-plate dall’ordinamento vi-gente” per retribuire il lavorooccasionale. “Una tesi chenon sta in piedi – spiega il giu-slavorista Federico Martello-

ni, docente all’Alma Mater diBologna – Fino al 2008 nonc’erano e si andava avanti lostesso. Per sostituirli c’è unamiriade di strumenti, dal la-voro autonomo ai contratti achiamata, a quelli (anche insomministrazione) di brevedurata. Il vero guaio è che ivoucher non dovrebbero u-sarli le imprese: sono una ri-

voluzione ottocentesca del la-voro”. Dal 2008 il numero deiticket orari venduti è salito del2.700%.

Sempre ieri è arrivata la re-plica dell Cgil: “L'ammissibili -tà la stabilisce la Corte costitu-zionale, che è autonoma e com-petente. Sul quesito dell’arti -colo 18, va ricordato che non èpropositivo né manipolativo, èabrogativo: la risultante è unanorma esistente”.

S U L L’A RT I CO LO 18 la relatrice(e probabile estentrice dellasentenza) è la giudice SilvanaSciarra. I r um ors rac co nta noche la Corte sarebbe spaccata,con i giudici Giuliano Amato eAugusto Barbera contrari

al l’ammissibilità del quesitodiversamente dalla Sciarra,giurista eletta dal Parlamentosu indicazione del Pd che inpassato ha mostrato la sua au-torevolezza e indipendenza.Amato si è trovato sul fronteopposto rispetto alla Sciarraanche quando la Corte fu chia-mata a esprimersi sul mancatoadeguamento delle pensioniall’inflazione.

Se la Consulta darà il via li-bera, il governo dovrà di nuo-vo difendere nelle urne unasua riforma, con la differenzache essendo quella sul lavoroin vigore da quasi due anni, glielettori hanno potuto valutar-ne i risultati.

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Corte spaccataSi decide l’11 gennaio,il giudice Sciarra è perl’ammissibilità, Amatoe Barbera contrari

Lo scontroMatteo Renzie la Consulta

Sotto, la giudi-ce Silvana

Sciarra. A de-stra, proteste

per il Jobs actA n s a / La Pre ss e

SCALATA CONGELATA

Mediaset presentai suoi nuovi pianiignorando Vivendi

qMEDIASET HA DECISO di presen-tare le linee guida per il prossimo

triennio senza aspettare di sciogliere il no-do della mancata alleanza con Vivendi. Il 18gennaio agli analisti sarà presentato il nuo-vo piano industriale, appuntamento nellaCity londinese per alzare il velo sui targetfino al 2020. Uno scenario, quello disegna-to nel piano, che a Cologno Monzese hanno

dovuto modificare ripetutamente e chenella versione che sarà presentata agli a-nalisti il 18 gennaio vedrà il Biscione “standalone”, ancora indipendente. Secondoquanto riferisce l’agenzia Ansa, il piano erapronto già prima dell’estate con l’o b i e t t i vodi presentarlo ai primi di settembre ma ilpasso indietro di Vivendi, che sarebbe do-vuto essere l’alleato nella sfida europea agli

‘over the top’ americani, ha scombussolatoi piani. Dopo aver fatto slittare la presen-tazione del piano a dicembre, quando nellabattaglia legale sembravano aprirsi spiragliper un possibile accordo stragiudiziale, unnuovo stop con l’evidenza della ‘scalata’deifrancesi all’azionariato, passando in unadecina di giorni dal 3 al 28,8% di Mediaset(il 29,94% dei diritti di voto della società).

Il carattere‘m a n i p ol a t i vo’ è tipicodi molti referendum,primi fra tutti quelliele tt o ral i

Venerdì 6 Gennaio 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | ECONOMIA » 3

BOOM IN BORSA

Nuovo Banco Bpm,il primo grandesocio è norvegese

qCONTINUA A SALIRE IN BORSA il BancoBpm, terza banca italiana appena nata dalla

fusione tra Banco Popolare e Bpm: +3,85%. Dall’i-nizio dell’anno in Borsa Banco Bpm è salita di oltre il23% e a metter insieme gli scambi di quattro seduteè già passato di mano quasi il 15% della banca.Dopo le comunicazioni alla Consob si scopre orache la banca centrale della Norvegia, Norges Bank,con il 3,65% del capitale è il primo azionista. Nella

documentazione presentata dall’i-stituto per la fusione si chiariva comenon ci fossero azionisti con parteci-pazioni rilevanti. Ma Norges ancora il7 dicembre risultava al 3,01% delBanco, dopo aver limato nei mesi una quota che eraal 4,2% a maggio. E ancora in aprile anche in Bpm,poi, l’istituto centrale di Oslo figurava al 3%.Solo la prossima settimana, invece, potrebbero

spuntare i nomi di eventuali azionistirilevanti che fossero entrati nel titolonel boom di questi giorni. La neonatabanca proviene da una storia di azio-nariato molto diffuso, visto che è na-

ta dall’unione di due ex popolari. E c’è dunque moltaattesa sia su quale sarà l’identikit dei futuri soci diriferimento e se ci sarà modo di creare un nucleostabile.

Franceschini apreai giovani: “L avoratea 433 euro al mese”Il ministero dei Beni culturali cerca mille volontari delServizio civile per coprire l’organico di musei e biblioteche

» ANDREA MANAGÒ

Lavorare tra capolavori dell’ar -te italiana per molti è il sogno diuna vita. Pretendere anche unsalario forse è troppo. Questa

almeno la linea del ministero dei Beniculturali che offre oltre mille posti di“lavoro” per un anno quasi gratis. Laretribuzione, per l’esattezza, è di433,80 euro al mese per un impiego da“volontario” in molti poli museali ita-liani di eccellenza. Dodici posti al Co-losseo a Roma, venti agli Uffizi di Fi-renze, sei alla Galleria Estense di Mo-dena e altrettanti al Museo nazionaledi Archeologia di Reggio Calabria. Ov-vero il monumento e il polo musealepiù visitati in Italia ma anche il sitodella Venere di Annibale Carracci equello dei bronzi di Riace.

NESSUNA SFORBICIATA in arrivo als ot t ’organico cronico - stimato at-torno alle 3 mila unità - nel settoredei beni culturali. Perché il ministe-ro guidato da Dario Franceschiniprova ad affidarsi a una forza lavorocomposta da giovani tra i 18 e i28 anni del Servizio civile na-zionale. Piuttosto un’opera -zione che somiglia al tenta-tivo di mettere “una top-pa” a basso costo alla ca-renza di personale di po-li museali, archivi e uf-fici ministeriali.

Tre anni fa, duranteil governo di EnricoLetta, il ministero deiBeni culturali, allora gui-

Il precedente diretto che laCorte ha già formulato sul ca-so: la sentenza 41 del 2003. Furitenuto ammissibile un refe-rendum sull’articolo 18 in cuil'abrogazione era ben più este-sa dell'attuale: si chiedeva in-fatti di estenderlo anche sotto i5 dipendenti. E la corte non eb-be nessun dubbio nel ritenerloammissibile sulla base “d el laobiettiva ratio unitaria” consi -

Molto criticoGaetano Azzariti è do-cente di Diritto costitu-zionale all’Un ive rs it àSapienza di Romae direttore della rivistaC ost it u z ion a l i s mo. it :non condivide le teside l l’avvocatura di Stato

BOLOGNA I pensionati dello Spi

Perfino il sindacato dellaCamusso usa i buoni lavoro

qANCHE LA CGIL PIZZICATA a utilizzare i tanto criticativoucher per retribuire alcuni militanti dello Spi, la sezione

sindacale dei pensionati. Accade a Bologna dove, come rivelatodal Corriere della Sera , 50 pensionati che svolgono mansioni oc-casionali in alcuni giorni della settimana vengono retribuiti con ibuoni lavoro. E pensare che proprio lo Spi-Cgil ha promosso unreferendum per abolire i voucher, ultima frontiera del precariato. Ilsegretario regionale emiliano della federazione Bruno Pizzica,spiega: “Non posso usare dei contratti per chi lavora due o tre ore asettimana, oppure poche ore una volta all’anno per la distribu-zione delle tessere”. Ma il capo dell’ufficio giuridico della Cgil, Lo-renzo Fassina, spiega al fa t to q u o t i d i a n o. i t :“Non ne ero a conoscen-za. Sono ovviamente in disaccordo, i voucher sono una porcheria,comunque questo non toglie forza alle richieste referendarie”.

AGR IGE N TO

Medici precari,rinunc iareai dirittiper il posto» GIUSEPPE LO BIANCO

I precari sotto ricattovestono i camici bian-chi e, se vogliono con-

tinuare a lavorare in ospe-d a l e d e v o n ofirmare la ri-nuncia aipropri di-ritti . Ac-cade ad A-grig ento ,c o m e d e-nuncia il Sinda-cato Medici Italiani, cir-cola tra i giovani sanitariprecari un modulo da con-segnare firmato all’a m m i-nistrazione in cui, “perscongiurare il rischio dinon potere partecipare al-la procedure di stabilizza-zione’’ devono rinunciaread adire la via giudiziariaper avere riconosciuti ipropri diritti.

La proposta di rinunciaai diritti partirebbe, inquesto caso, dallo stessomedico precario, chia-mato a firmare una di-chiarazione di atto noto-rio: “Al fine di evitare inu-tili contenziosi con l’A-zienda – è scritto nel mo-dulo – relativi alla prose-cuzione del rapporto dilavoro a tempo determi-nato attualmente intrat-tenute con la Vostra ASPin scadenza al 31.12.2016’’e di scongiurare il rischiodi non potere parteciparealla procedure di stabiliz-zazione, il medico preca-rio si impegna a rinuncia-re “all’esercizio di even-tuali azioni e/o richiesterisarcitorie scaturentidalla prosecuzione delrapporto di lavoro mede-simo e a ogni eventualepretesa o diritto scatu-renti dal suddetto rap-porto’’. Il modulo è statodistribuito ai dirigentimedici precari da alcuniprimari, come rivela Emi-liana Sanfilippo, delloSmi: “È un ricatto, mamolti hanno paura di nonessere riconfermati el’hanno firmato’’.

L’Asp agrigentina fi-nora è l’unica tra le noveAsp siciliane ad avere u-tilizzato questa prassi,che investe potenzial-mente 140 dirigenti me-dici della città dei Templie (e almeno 300 tra infer-mieri e amministrativi)degli oltre 1400 precarisiciliani. Una peculiaritàforse spiegabile con lasentenza, pronunciata adAgrigento, con cui l’Asp èstata condannata a rico-noscere ad un dirigentemedico 12 mensilità di ri-sarcimento che può avereacceso qualche campa-nello d’allarme.

Il ministeror i co r real lavoros o tt o p aga t operr i s p a r m i a ree coprirebuchi dip e rs o n ale

L EO N A R D OB I SO N

dato da Massimo Bray, aveva selezio-nato “500 giovani per la cultura”. Ti-rocinanti, spesso con titoli di studio equalifiche professionali elevati, pagati456 euro al mese per svolgere attivitàche in molti casi andavano ben oltre icompiti di un semplice apprendista.

Ora col governo di Paolo Gentiloni ilMbact targato Franceschini raddop-pia. Lo scorso 2 gennaio infatti sonostati pubblicati due bandi: uno per se-lezionare 71 volontari del Servizio Ci-vile e l’altro 1000 unità da destinare al-le strutture ministeriali. Un’operazio -ne nell’ambito del programma “G a-ranzia Giovani”, pensato dall’Unioneeuropea per inserire nel mercato dellavoro i Neet, ovvero quei ragazzi chenon studiano né lavorano o frequen-tano corsi di formazione. In questo ca-so, però, l’esperienza fatalmente siconcluderà dopo un anno, perché perentrare nella Pubblica amministrazio-ne serve un concorso.

LO SCORSO ANNO, in occasione delGiubileo, il Mibact era ricorso a un

bando per rintracciare 28 volon-tari del Servizio civile da im-piegare a Roma che fosseroaltamente qualificati nelsettore dell’archeologia. O-ra, spulciando i moduli didomanda, si scopre che lequalifiche da assegnare ainuovi mille volontari saran-no pubblicate a febbraio. Ma

le sedi a disposizione in alcu-ni casi lasciano poco spazio

a l l’immaginazione, in buonaparte si tratta di archivi, biblio-teche universitarie e musei.

Luoghi dove, in prevalenza, servonoassistenti di sala o persone che tra-sportino libri e documenti da un luogoall’altro. Mansioni lavorative a tutti glieffetti, tanto che nel bando viene as-segnato un punteggio migliore a chi sidichiara disponibile “alla continua-zione delle attività al termine del ser-vizio” ma anche a “missioni, trasferi-menti e flessibilità oraria”.

I precari della cultura non ci stan-no. “Denunciamo il rischio che anco-ra una volta il ministero intenda ricor-rere a lavoro sottopagato e all’utilizzoimproprio di volontari e dello stru-mento del servizio civile per rispar-miare e coprire buchi di personale, e-vitando il collasso”, spiega LeonardoBison, attivista della campagna “MiRiconosci?”.

Mentre suonano quasi profetiche leparole del ministro dei Beni culturali:la scorsa estate aveva auspicato che i500 posti da funzionario messi a con-corso dal Mibact potessero diventare“mille”per “coprire i ruoli vacanti nel-la pianta organica nei vari settori”. Laselezione ministeriale è partita ma,per ora, a raddoppiare, sono solo i postida tirocinante.