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BOLLETTINOSALESIANO

GESU' REDENTORE E RE

DIO DI Dio, LUCE, VITA E SIGNORE DE' SECOLISI UMILIA RIVERENTE E GRATA

IN QUESTO NUOVO ORDINE DI TEMPITRA IL GRIDO FESTOSO DEI POPOLI DELLA TERRA

LA FAMIGLIA SALESIANAA Lui

COL BALSAMO PROFUMATO DEGLI INCENSIGLI OMAGGI, I VOTI, LE PREGHIERE DEI NOSTRI CUORI

CON GLI OSANNA PER LE PACIFICHE CONQUISTE

LuiGLORIA ETERNA E PLAUSI

PER LE FORTUNATE VITTORIE SULL'INFERNO RIPORTATECHE ORA DALLE NEVOSE CIME: DE' NOSTRI MONTI

ARRA FORTUNATA DI PROSSIMI TRIONFICI CONSOLA E CI SORRIDE

RIPETIAMO ANIMOSI LA NOSTRA FEDEAL GRIDO DEL NOVELLO PIETROCHE COME L'ANGELO DI BETLEMMERIDICE, CONFERMA ED ASSICURA

NEL SUO NOME IMMORTALEAI TRAVAGLIATI POPOLI LA DA TANT'ANNI SOSPIRATA PACE .

SOMMARIO - TEstoA. Gesù Redentore e Re..pag.1La benedizione dei Sante Padre al Bollettino . . . » 2Lettera del Rev. D . Michele Rua ai Cooperatori 3Il Rappresentante del Successore di D . Bosco in America » 9MISSIONI : - PATAGONIA MERIDIONALE : Du e mesi di Mis-sione per la campagna . . . . 15

Solennità e Conferenza di S. Francesco di Sales . . . » 17Per gli Italiani emigrati a Zurigo . » 18Le Letture Amene ed Educative benedetto dal S . Padre > 23Omaggio mondiale dei bambini al Redentore . . . . » 34

ANNO XXV - N. 1 .

Esce una volta al mese .

GENNAIO 1901-

Grazie di Maria Ausiliatrice . . pag. 25Il 25 anniversario delle nostre Missioni a Torino .» 27NOTIZIE VARIE: Un nuovo Oratorio a Montemagno- L'Am-

basciatore d'Italia a Parigi e i Salesiani - Il Collegiod'Orvieto dal S . Padre . . .

Rivista Bibliografica » 29Cooperatori defunti . .

. . » 30ILLUSTRAZIONI: Panorama e rada di Rio do Janeiro, pag. 14 -Gesù benedicente i fanciulli del Vogel, 24 -Veduta di Mon-temagno, 28 .

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AL BOLLETTINO SALESIANO

La Benedizione del S. Padre

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Benemeriti Cooperatori,Benemerite Cooperatrici,

Ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane

L'ANNOteste passato, ultimodel secolo xix, non ostanteil turbamento del mondo,vide molte cose consolantiil cuore cristiano . Poichè tragli inni di gloria che da ogniparte s'innalzarono al DivinSalvatore , e lo splendoredella Croce e delle statue

del Redentore e di Maria collocate sullecime dei monti, quasi ringraziamento aGesù che millenovecento anni fa discen-deva Re pacifico ad impadronirsi dellagenti e condurle alla Redenzione, anchei Salesiani hanno potuto compiere conl'aiuto di Dio e con la vostra coopera-zione opere non indifferenti alla sua mag-gior gloria ed alla salute delle anime .Perciò in questi primi momenti del nuovosecolo, come eco della voce di D . Boscoche a voi riferiva il merito di quelle stre-pitose conquiste a cui poneva la mano,desidero di farvi sentire la mia parola,espressione di riconoscenza schietta edaffettuosa.Facendo tacere ogni altro sentimento,

devo rivolgervi due principali pensieri ;il primo sia uno sguardo a quanto sifece nel passato anno , ed il secondo suquello che per mezzo della divina Prov-videnza sarebbe a farsi nell'anno cheviene .

Il Giubileo Maggiore ed i Giubilei della nostra

Pia Società .

Nell'anno trascorso, l'Anno Santo, e chesarà famoso per i numerosi pellegrinaggialla Città Eterna, abbiamo avuto anche

noi molte ragioni per consolarci . Se in-finite erano le pie turbe che accorrevanoa Roma per guadagnare la Santa Indul-genza, e così riempivano di santa con-solazione il gran cuore del Papa LeoneXIII, non potevamo essere indifferentinel vedere, come molti e molti andavanoa visitare il nostro Santuario del SacroCuore. E quella vasta Chiesa era quasicontinuamente gremita di pellegrini especialmente di nostri Cooperatori . Questoconcorso che sapeva di prodigioso con-solava immensamente il mio cuore, per-chè vedeva che essi si davano premuradi andar a vedere l'opera delle loro manie della loro divozione al Cuor di Gesù .Io credo che anche il nostro buon Padredal cielo avrà veduto con gioia quellavostra pietà, e si sarà fatto valido inter-cessore a vostro benefizio . Mise il colmoalla nostra pia e santa esultanza la pre-senza quasi continua di Vescovi e spe-cialmente di quelli che venivano dallelontane Americhe .

I miei figli di Roma avevano ricevutoin questa occasione incarico di fare, nellaristrettezza delle loro forze, l'uffizio diospiti generosi a quanti colà giungevano,e sebbene sollecita ne sia stata la lorocura ed attenzione, temendo che nonabbiano potuto soddisfare a tutte le esi-genze e compiere quanto il loro cuoresuggeriva, chiedo un benevolo compati-mento per me e per loro .

Ma con l'Anno Santo di tutta la cri-stianità giungeva pure il piccolo Giubileoper le nostre Missioni di America . Nelmese di novembre testè passato, si compi-vano i venticinque anni, dacchè benedettinel nostro Santuario di Maria Ausilia-trice dal buon Padre D .Bosco erano partitii primi Missionari salesiani per la Repub-blica Argentina. Quanti meravigliosi av-venimenti, si ha da esclamare, mercè ladivina Provvidenza! Si prepararono colà

LETTERA DEL R.m° DON MICHELE RUA

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grandiose manifestazioni, di gioia e diriconoscenza a Dio con una .Esposizionespeciale di lavori fatti in quei varii Col-legi di Arti e Mestieri . E quasi compen-dio di ciò che si era già potuto fareebbero luogo Conferenze, Accademie, especialmente un Congresso di CooperatoriSalesiani . Era una eco del primo Con-gresso tenuto a Bologna nel 1895 per iCooperatori dell'antico continente, edeseguito con pari slancio ed affetto par-ticolare .

Furono presenti Mons. Espinosa, ilfortunato e valoroso compagno e guidaa Mons. Costamagna nelle missioni dellaPatagonia, ed ora Arcivescovo di Bue-nos-Ayres, varii Vescovi delle Repub-bliche Sud-Americane, ed i nostri dueVescovi, Mons . Cagliero e Mons. Costa-magna con Mons. Giuseppe Fagnano Pre-fetto Apostolico della Patagonia Meri-dionale e Terra del Fuoco . Devo direcon la massima riconoscenza che vi pre-sero parte molti insigni personaggi dellaicato, e gran numero di Cooperatori diogni sesso e condizione, come spero, frabreve, informarvi per . mezzo del Bollet-tino Salesiano .

Per tal motivo possiamo ripetere chequesta riunione in novello Congresso, fattaall'altra parte del mondo, fu ed è la piùsolenne e profittevole corona dei benefiziche Dio Consolatore ha voluto serbareall'umile nostra Società. Devo poi sog-giungere, che una fra le più soavi deci-sioni fu quella di elevare in Buenos Airesun grande Santuario al Sacro Cuore diGesù, come ringraziamento a Dio delprospero dilatarsi dei Missionari Salesiani .Tale proposta piacque tanto, e fu accoltacon sì grande entusiasmo,dall'Arcive-scovo di Buenos Aires e da tutti i Con-gressisti, che si volle subito raccogliereun fondo di offerte . I Vescovi colà rac-colti prima di separarsi vollero benedirela pietra fondamentale . Funzione solen-nissima, e forse mai prima veduta, perchèaccompagnata dalla Benedizione partico-lare del Santo Padre ed assistita dalPresidente della Repubblica il GeneraleRoca. Questo Santuario è l'omaggio aGesù Redentore e a Maria Ausiliatrice,offerto a S . S . Leone XIII dai Coopera-ratori Salesiani dell'Argentina .

Nella medesima occasione che i nostriMissionari partivano per l'America, ilSignore ci volle consolare coll'introdurciin Francia. Era questa la prima ricom-

pensa che Dio riserbava al venerato DonBosco per i gravi sacrifizi che aveva fattiper quelle Missioni. Èvero, e nessunopiù di noi lo sente nel più profondo delcuore, che il tutto si deve a Dio ; tuttaviaci deve consolare che Egli ci abbia volutoprendere per suoi umili strumenti per ilbene che così si è potuto riversare a fa-vore di tanta povera gioventù . Poichè daNizza marittima, si è presto dilatata aMarsiglia, e poi in tante altre parti dellaFrancia.

Fondazioni ed ampliazioni compiute nel 1900.

Era mia intenzione , che quest'annofosse vero Giubileo anche per noi, cioèriposo, non aprendo nuove Case . Ed aquesto fine ho dovuto fare violenza almio cuore per mantenere il fatto propo-nimento. Tuttavia si dovettero fare delleeccezioni . Alcune Case si era promessodi aprirle nell'anno 1899, e poi per variecircostanze si dovette differire a questoanno. Così per es., in Italia si aperse il Col-legio di Alvito in provincia di Caserta, che,preparato parecchi anni prima, era statofissato per l'anno scorso. Vicino a Roma,nella piccola terra di Artena, si assunserole scuole comunali e si aperse un Ora-torio Festivo, per soddisfare le vive is-tanze di Eminentissimi . personaggi checi erano state fatte fin dal 1892 . A Speziaabbiamo potuto condurre quasi al termineuna Chiesa dedicata a Maria SS . dellaNeve, a benefizio di quella nostra Casa,ma specialmente della numerosa popola-zione, cresciuta in pochi anni a dismisurae senza il conforto della Casa di Dio . Esperiamo che nel corso dell'anno 1901essa sarà aperta al pubblico e solenne-mente consacrata .

Dalla parte opposta della riviera ligure,cioè a Savona, dove già da molti anniabbiamo un Oratorio Festivo, si facevasentire il. bisogno di un modesto Pensio-nato Cattolico per tanti studenti che colàvengono a fare i loro corsi . Ed in brevetempo si mise mano ad una proporzionatacostruzione che già si è inaugurata . AiCooperatori e Cooperatrici Savonesi misento in dovere di rendere di nuovo pub-blici ringraziamenti assicurandoli che loronon mancheranno le nostre preghiereperchè il Signore li prosperi nei lorocommerci e li consoli nella educazionedella loro famiglia .A Chioggia si era già incominciato

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l'anno 1899 un Oratorio Festivo con Os-pizio e scuole. In quest'anno si lavoròassai per consolidarlo e renderlo capacedi un più gran numero di giovani .Ad Ancona, dove nel 1899 s'era posta

la prima pietra per un cospicuo OratorioFestivo, di cui tanto abbisogna la partebassa della città verso la stazione ferro-viaria tutta gremita di nuove abitazionie senza chiesa, si continuarono i lavoriper tutto l'anno, e si spera che l'Oratoriotanto sospirato potrà aprirsi fra breve aconforto di tutti i buoni anconitani .Per la generosità di una famiglia, de-

gna di ogni encomio, si cominciò pure aCorigliano d'Otranto un'opera che saràdi molta utilità per tutta quella regione,trattandosi di una Colonia Agricola .

Secondando i desiderii del compiantoe fervente cattolico Cav. Domenico figlioal Generale Rossi, già institutore dei Prin-cipi Umberto ed Amedeo di Savoia, siassunse la direzione dell'Oratorio Festivoa Buttigliera d'Asti, da lui medesimo in-cominciato colla zelante cooperazione delmolto Rev. D. Serafino. Così si continuaa produrre il bene ideato dal suo bene-merito fondatore.Nel Belgio si dovette cedere alle is-

tanze dello zelante Vescovo di Liegi,aprendo una Casa a Verviers, che puredoveva essere aperta l'anno scorso .Nella Spagna si diede principio ad un

Orfanotrofio poco lontano da Santander,dove eravamo attesi da parecchi anni,per assistere i poveri fanciulli fatti orfanidal grande scoppio di dinamite che tantodesolò quella città.In America vi fu eziandio qualche

nuova fondazione, come verremo espo-nendo in seguito. Come si vede, si ètenuto fermo per quanto si è potuto nel-l'astenerci da nuove fondazioni . Era unaimperiosa necessità per poter sostenerele Case già fondate, di cui gran partescarseggiavano di personale .

Tra le Suore di Maria Ausiliatrice .

Anche le Figlie di Maria Ausiliatricefurono chiamate ad aprire Educandati,Scuole, Asili Infantili, ed Oratori Festivi .E per cominciare, dirò che ad Alì Ma-rina in Sicilia si mancava di una chiesagrande, essendosi resa troppo piccola edaffatto insufficiente quella dell'Istituto .

Mediante la munificenza di una insigne

Benefattrice si cominciarono i lavori esi proseguirono con tanta alacrità che sispera quandochesia, che si potrà aprireal pubblico . Faccia il buon Dio che itanti voti siano presto coronati da feliceesito, e ché presto si possano cantare lesue lodi presso quegli altari consacrati .Nel continente si pose mano alla co-

struzione di un nuovo edifizio a Crusi-nallo, nella provincia di Novara, indus-triosissimo borgo sulla linea d'accesso alSempione. Le nostre Suore già da parec-chi anni vi stavano in casa d'affitto emolto a disagio . Quest'anno, per opera deiCooperatori e specialmente del parrocoassai zelante del bene della sua popola-zione, si cominciò a lavorare in terrenoproprio con l'intenzione di provvedereun Oratorio Festivo, con Scuole ed unAsilo infantile . E questa pietosa operasarà un vero rimedio per quella gioventùche va a lavorare nelle nuove fabbricheonde è ricca quella valle con pericolodella educazione morale e religiosa .In Francia si aprì una nuova Casa di

Maria Ausiliatrice a Fouquières pocolungi dal Passo di Calais .

Ogni anno poi nuovi drappelli partonoper l'America, dove vanno a dividere illavoro con le molte altre sorelle che giàda tempo spargono ovunque l'olezzo delleloro virtù e della loro abnegazione. Èvero che anche laggiù nel nuovo mondonon mancano le vocazioni religiose, edin molti luoghi sopperiscono al gran bi-sogno, ma il continuo moltiplicarsi delleCase e delle Missioni rende necessarioquell'aiuto che non cessa mai di man-dare l'Europa.

In Patagonia, rimesso il coraggio smar-rito per lo spavento della terribile inon-dazione del 1899, subito si tornò all'o-pera sia per le costruzioni materiali, siaper la riedificazione morale di quei poveriindi, e di quella gente che viene colà percercare i mezzi di sussistenza .Nelle Pampas si aperse un nuovo O-

spizio nella città detta General Acha,cheforma la Capitale delle Pampas Patago-niche . Non è a dire quanto queste notiziepervenute ultimamente ci consolarono peril gran bene che si va facendo . Ma ciò chemi riempie di piacere sì è il pensare che sesi possono mandar avanti queste operedi beneficenza e di religione, io devo diregrazie a voi, o benemeriti Cooperatorie zelanti Cooperatrici, che non trala-sciate mai di venire in mio soccorso

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ogni qualvolta faccio ricorso umile efervoroso alla vostra carità .

Opere compiute nelle nostre Missioni .

Furono queste il primo ed ultimo pen-siero di D. Bosco, e tale dev'essere dicolui che egli volle fosse destinato a rac-coglierne l'eredità. Ho quindi, sempre làil cuore e la mente, prendendo parte allegioie ed alle pene, esortando, favorendoed aiutando in ogni possibile maniera .Sa Dio come ebbi a penare per i travagli .de' miei carissimi Missionari di Quito,quando furono bandeggiati da quellaRepubblica! Ora ho la consolazione didirvi che essi poterono di nuovo pene-trarvi, col permesso di quelle autorità, eriaprirono le Case che si erano dovutechiudere. Solo la Casa di perfezionamentoin Sangolquì non si potè ancora ripristi-nare perchè vi manca tuttavia il perso-nale, che fu tosto impiegato per altrisiti. Poco alla volta si spera che le cosesaranno ristabilite come un tempo e colmedesimo vantaggio per la gioventù .

Venendo al Perù, nella patria di santaRosa di Lima, vi devo dire che nellacittà di Arequipa si sta innalzando ungran Santuario a Maria Ausiliatrice. Silavora già da due anni, e si spera chepresto sarà condotto a termine . E sapeteperchè ? Quando i nostri Missionari diQuito si trovarono cacciati in mezzo alleforeste, e già disperavano della vita, fe-cero promessa che se fossero mai arrivatia salvamento, avrebbero fatta una Chiesain quella terra, dove avessero potuto ri-parare in segno di ringraziamento . Ricordocome il buono e valoroso D . Luigi Cal-cagno me ne domandava il consenso . Epoteva io negarlo? La grazia era otte-nuta, ed in mezzo a mille pericoli e di-sagi ; questo Santuario ricorderà ai posterila materna bontà di Maria verso i poveriSalesiani esuli dall'Equatore, che essiconsideravano come loro seconda patria .

Anche a La-Serena nel Chilì da moltotempo erasi promessa una Casa e final-mente in quest'anno si potè aprire . Colàcon le scuole elementari vanno unitequelle di arti e mestieri . Nella PatagoniaMeridionale e nella Terra del Fuoco leMissioni che furono tanto tribolate invarie maniere negli anni antecedenti, vanvia migliorando, e danno una certa fi-ducia di un più lieto avvenire .A chi ci accompagna con amore, con-

frontando i nomi con le Carte Geografichepiù recenti, annunzio, che nell'estremitàorientale del continente Americano, aGallegos, si riaperse una nuova Missione,e si potè dare un po' più di incrementoa quelle della Candelara ed a quella diPorvenir, entrambe nell'isola grande dellaTerra del Fuoco . Queste Missioni, cherallegravano il cuore di D . Bosco negliultimi anni di sua vita, sono povere assai,e non sussistono che per la carità deinostri benevoli Cooperatori. È difficiletrovare al mondo una Missione che siapiù bisognosa e che domandi . maggior-mente i nostri soccorsi .Nelle Isole Malvine la Missione potè

fare in quest'anno notabile progresso .Una nuova Chiesa e scuole nuove moltopiù ampie furono inaugurate per acco-gliere il numero ognor crescente di fedelie di allievi . Con la vostra generosità siè potuto arrestare il funesto progrediredelle missioni protestanti, e togliere moltialtri dalle loro scuole. .

Alla Plata, la capitale della Provinciadi Buenos Aires, v'era già una Casa concappella interna, e si sentiva la necessitàd'una Chiesa pubblica ; confidando nellaDivina Provvidenza, visi eresse una ChiesaMaria Ausiliatrice, che non mancherà di

spargere copiose benedizioni sopra quellepopolazioni . Le lettere che mi giungonodi là son piene di ringraziamenti, spe-cialmente perchè così si può provvedereai numerosi nostri emigranti, che giunticolà non mancheranno più d'aiuto ne' biso-gni spirituali, non dimenticheranno piùgl'insegnamenti cristiani . Con questo me-desimo pensiero si cominciò a fare alla,Ensenada, terra poco distante da BuenosAires, un Oratorio Festivo per i moltigiovanetti quasi tutti italiani . Fu dietrole vive premure di quello zelantissimoArcivescovo, Mons. Espinosa, che si fondòquest'opera nuova, con l'intenzione dimettervi scuole maschili e femminili, edun Ospizio per accogliervi come interni igiovani più bisognosi .

Chiamo poi tutti voi, o benemeriti Coo-peratori d'Europa, ad unirvi con me, perringraziare in questa fausta occasione,quelli di Buenos Aires e terre vicine,per l'aiuto che ci diedero nel fondare,far crescere e dilatare la Casa per artie mestieri di Bernal, piccola cittadinaquasi sulle porte di Buenos Aires. Ciòche per noi è S . Benigno, cioè Casa ovesi hanno a formare i nostri Capi d'Arte

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assistenti e maestri, è, nell'America delSud, questa Casa . Si cominciò dal poco,e poi crebbe in tali proporzioni da farvedere l'intervento della mano di Dio . Siandarono ampliando i locali, si provvi-dero macchine di ogni genere e conve-nienti al progresso delle nuove industrie,e si spera che quando che sia, quellenostre Case potranno bastare a se stesse .Una parte di questi ringraziamenti è puredovuta a varii Cooperatori d'Europa chevollero in modo particolare mandarmidelle offerte per questo scopo .

Traversato il Rio della Plata, vedo conpiacere il Paraguay, terra un dì visitatadallo zelo apostolico del compianto nostroMons. Lasagna. Egli aveva già pensatodi mettere una Casa a Villa Concepcion,e moriva senza vedere coronati i suoivivi desiderii. Ma nell'anno 1899 si potèdestinare a questa Missione una parte deiSalesiani partiti dal Santuario di MariaAusiliatrice , e l'anno scorso , superatefelicemente tutte le difficoltà, si potèeffettuarne la fondazione. Ora salendoin sin verso il Matto Grosso, vediamo chequelle nostre Missioni furono assai be-nedette dal Signore . E dirò di buongrado come quel Vescovo, per mancanzaassoluta di clero indigeno, abbia affidatoai Salesiani la cura di varie popolazioni,che vengono visitate tratto tratto dainostri Missionarii, non avendo colà nep-pur noi un personale sufficiente per fis-sarvi. regolarmente dei Parroci .

Nella città di Bahia, nel Brasile, fu fon-data una piccola Casa per arti e mestieri,che speriamo diverrà grande con l'opera ecol consiglio di generosi Salesiani e Coope-ratori di quello Stato così importante . Ionutro fiducia che il loro zelo e la co-stante benevolenza a favore della gioventùnon verrà meno, e che fra breve quellaCasa non avrà più nulla da invidiare aquelle di questo genere che abbiamonel Brasile .Terminando il lungo viaggio intorno

all'America, mi fermo volentìeri a NuovaYorch negli Stati Uniti. Molte volte eper molti anni quel buon Arcivescovoinvitava i poveri figli di D . Bosco inquella vastissima città, dove vivevano piùdi duecento mila italiani senza istruzionereligiosa. Già D . Bosco ne era stato pre-gato, e solo per la mancanza assoluta dipersonale si era dovuto rispondere chie-dendo tempo: ora da due anni ci siamo e,grazie a Dio, sempre con maggior incre-

mento dell'opera nostra . Nello scorso announa nuova cappella per gl'Italiani vennecolà affidata alle cure de' nostri Confra-telli .

Venendo nell'Africa, comincierò a dirviche la casa di Tunisi, a noi data findall'anno 1894, fece assai progresso . Laparrochia del Santo Rosario non bastavapiù al bisogno, e si pensò di ingran-dirla. Confidando in Maria Santissimasi diede subito mano all'opera : Ci giovasperare che fra breve saranno finiti i la-vori, e la nuova Chiesa molto più ampia epiù decorosa verrà aperta al pubblico . Pertale opera si dovette trasportare prov-visoriamente a La Marsa, nell' IstitutoPerret, l'Orfanotrofio che era annesso allaParrocchia . Pare che la Provvidenza vogliapreparare per quei poveri orfani altro nidopiù ampio e più comodo nella stessa Tunisidove lo scorso novembre si pose la primapietra di un altro Orfanotrofio. Anchead Orano dopo grave burrasca il nuovoanno scolastico si aprì con lusinghieresperanze : ma ahi ! quanto l'Orfanotrofiodi Oran-Eckmühl ha ancor bisogno disoccorsi dei Cooperatori per rimarginarei gravi danni ch'ebbe a soffrire !

Opere proposte per il nuovo anno .

Molte cose vorrei raccomandare alla vo-stra carità così grande sempre per i figlidi D. Bosco, ma mi devo limitare alle solepiù necessarie. In primo luogo misi pre-sentono i cari lebbrosi della Colombia. Voisapete dai pubblici giornali e dal Bollet-tino come questo infelice paese sia tor-mentato dalla rivoluzione . Mentre vi rac-comando che preghiamo perchè prestol'Angelo della pace faccia sentire i suoibenefizi, e torni a rifiorire il commercio,rinascere la pubblica provvidenza, misanguina il cuore a sentire come colà simanca di pane . Ed anche i miei Missio-nari vanno soggetti a mille privazioni,per provvedere il necessario a quegli in-felici. Occorrono quindi aiuti straordinariiper raddolcire un poco quelle pene chesono anche straordinarie . Il nostro buonsacerdote Evasio Rabagliati Superiore diquelle Missioni, coadiuvato dal Vescovo diSoccorro, nella cui. Diocesi trovasi il Laz-zaretto di Contratacion, fa quanto sa equanto può, ma pur sempre meno di quantoesige quell'immenso bisogno .

Alla Terra del Fuoco e nel Matto Grossosi versa in grave necessità, e senza un va-

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lido aiuto, il bene di quelle Missioni èdi molto diminuito . È quindi da augu-rarsi, che il buon Dio, come ne Lo pre-ghiamo sovente di cuore, volga il suoocchio pietoso verso quelle terre e suscitiqualche potente benefattore, onde essericevano un nuovo e visibile incremento .Ma alcune Case, più vicine a noi, anzi

appartenenti a questa Casa principale,come sono quelle di S. Benigno, di Fo-glizzo, di Ivrea e di Valsalice e questoOratorio specialmente donde vi scrivo, sitrovano in non credibile bisogno . Da loroescono, in massima parte, i Missionari, inostri maestri e capi d'arte, e le spese perla loro manutenzione sono assai gravi . Oranella speranza di provveder loro un qual-che durevole soccorso, ho pensato ad unaopera che sarà come una continuazionedell'Omaggio Internazionale, ed avrà suasede principale colà appunto in Valsalicepresso la tomba del venerato nostro Padree Fondatore. Ma di ciò mi riservo diparlarvene nel Bollettino medesimo nelcorso di questo anno.Ora sono alla fine, e domando a tutti

voi umile compatimento se fui tantoprolisso. Se guardassi al desiderio che hodi trattenermi con voi, palesarvi diffu-samente tutti i miei sentimenti , perriceverne il vostro consiglio ed appro-vazione, richiamarne il vostro aiutoper le opere che la Divina Provvidenzavuol affidare ai poveri vostri Salesiani,sento che non finirei così presto .Non posso però ristarmi dal ricordarvi

qui nel finire, mentre il cuore è agitato davarii e più forti pensieri, come nella notteultima dell'anno, in cui per concessionePontificia si potè celebrare la santa Messaed i fedeli fare la S . Comunione, .la no-stra Pia Società siasi consacrata solenne-mente al Sacro Cuore di Gesù . Anche

voi, rispondendo all'invito inserito nel pas-sato Bollettino, vi sarete uniti in un solopensiero, in un solo affetto, in quellanotte santissima e beata, con me, checonsacrai al Sacro Cuore l'intiera Unionedei nostri Cooperatori . Voglia questo me-desimo Divin Cuore aprirvi i suoi tesoridi grazie e benedizioni. Vi benedica neivostri interessi spirituali, ne' vostri inte-ressi materiali, e porti la sua pace e li suoipiù eletti favori nelle vostre famiglie pertutto il tratto che Dio vi accorderà divivere nel nuovo secolo e ci conceda atutti di sempre tenerci preparati alla suadivina chiamata .Se ogni giorno è, come dice S. Ber-

nardo, semen aeternitatis,quanti frutti salu-tari noi potremo raccogliere nel corso di unanno e di più amni, spesi alla gloria di Dio,al sostegno della sua santa causa, ed allasalute dei nostri fratelli ! E D. Bosco dalcielo ottenga a noi e a tutti voi, o bene-meriti Cooperatori e benemerite Coope-ratrici, di tenere sempre accese le nostrelampade, stretti i fianchi con opere disantità e di virtù, affinchè possa ciascunosentir ripetere dal Re de' secoli : Coraggio,o servo fedele, tu che hai provveduto ame povero, vesti, pane, tetto, istruzione,ricovero, vieni a goderti il frutto ditante opere buone, nella beata eternità .

Raccomando pure a tutti voi, alla ca-rità delle vostre preghiere me stesso, cheho il piacere di sottoscrivermi con ri-spetto e stima

Di voi, Benemeriti Cooperatori e Be-nemerite Cooperatrici,

Oratorio di S . Francesco di Sales,Torino, 1 gennaio 1901 .

Obbligatissimo ServitoreSac. MICHELE RUA .

IL BOLLETTINO SALESIANO per festeggiare il suo 25° anno di vita, esce con questonumero vestito a nuovo e, per quanto lo permettono le strettezze finanziarie, anche

migliorato, nella carta e nelle illustrazioni .È bene ricordare che il nostro BOLLETTINO viene mandato gratuitamente ai Cooperatori

Salesiani, e che perciò non ha tassa alcuna d'abbonamento. Tuttavia chi non vorrà coo-perare concorrendo almeno per le spese di carta, stampa e spese postali, offerendo annual-mente lire tre? Noi supplichiamo i nostri lettori a volerci venire in aiuto con sì tenneofferta perché le spese cui andiamo incontro sono ingenti .

La ben nota carità dei nostri Cooperatori e Cooperatrici non ismentirà se stessa ed ilperiodico della Pia Unione Salesiana, ultimamente benedetto dal S . Padre, andrà semprepiù facendo del bene nelle famiglie e nella società .

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Ho ammirato una grande omogeneità nel per-sonale, vera carìtà gli uni verso gli altri ; pretie chierici, chierici e coadiutori si trattano

da veri fratelli, si aiutano e si stimano fortunatiquando possono scambiarsi dei servizii. Non èche tutta l'America sia così e che qui i Sale- .siani lascino di avere le loro miserie ; scompaionoperò in faccia a tanto bene che operano . A me,poi, pel mio ufficio, non tanto facilmente cadonosotto gli occhi, e quantunque ammiri lo zelo deinostri confratelli, non posso a meno di sempremeglio convincermi che l'Oratorio è il giardinodella Congregazione, dove fioriscono tante virtù,ed io all'occasione mi compiaccio raccontare ifatti più salienti e presentare i modelli da imi-tare, che certo non mancano .

La mattina del 3 ottobre alle ore 81/2 DonAlbera lascia Bernal ; tutta la Casa viene adaccompagnarlo fino alla stazione ed il Direttoreall'Ensenada, dove aveva promesso di andare .D . Farinati coi suoi 80 e più giovanetti ci ri-ceve alla stazione : son quasi tutti figli d'Italianie moltì non sanno ancora parlare spagnuolo . LaChiesa parrocchiale è assai grande ed i parroc-chiani ascendono a 7000 . Quei nostri confratellì,due sacerdoti ed un chierico, hanno molto da la-vorare . I ragazzi sono molto ignoranti, ma dibuona volontà . Trasportati dal loro zelo e dalbisogno che vedono fanno tre volte al giornoscuola di catechismo . D. Costa el il Ch . Siekelattendono pure alle quattro classi elementarifrequentate da ottanta giovani . Le maestre, an-tiche alunne del Collegio delle nostre Suore dellaPlata, sono una vera benedizione per quel paese .Prima di partire, D . Albera rivolge alcune pa-role ai giovani ed al popolo radunato nellaChìesa, e dice che il sig . D. Rua alle tante in-sistenze fatte dai Vescovi per nuove fondazioninon cedette che ad una, a quella fatta da Mons .Espinosa per l'Ensenada, e mentre si congratulaper la loro pietà, li esorta a continuare .

In quella parrocchia quasi tutte le domenichesi fanno delle prime comunioni : il prete che vistava prima non conosceva la sua missione ; ri-

(*) Vedi Bollettino di dicembre scorso .

IL R APPRE SENTANTE DEL SUCCESSORE DI DON BOSCO

in America

cordano tutti come col bastone scacciasse i gio-vani e come un giorno abbia fatto discendere dalcampanile le campane perchè la popolazione nonaveva ancora terminato di pagarle . Peccato chenon abbiano casa ! Tutti i parenti vorrebbero af-fidare i loro figliuoletti ai Salesiani, ma non sisa dove metterli . La sacrestia è scuola, il refet-torio dei Salesiani è scuola, la camera di rice-vimento del parroco non si sa a quanti ufficiiserva. La Provvidenza però non manca neanco peii confratelli di Ensenada . Un povero operaio atempo perduto ha fatto il fonte battesimale ; conpiccole elemosine si è potuto provvedere il pic-colo cortile di alcuni giuochi e Mons . Albertis'è privato di un ricordo caro, del calice colquale ha celebrato la sua prima Messa .

La stessa sera D . Albera ritorna a S. Carlo,dove i Superiori e i ragazzi lo aspettavano dapiù di una settimana affinchè presiedesse allalettura dei voti di condotta e di studio per glistudenti . Anche qui grande apparato ; si leggonoalcuni componimenti e si distribuiscono menzionionorevoli . D . Albera esorta gli studenti a usarbene del gran dono dell'intelligenza, che può es-serci di grande utilità se aiutato dalla pietà eprincipalmente dalla purezza . Agli artigiani diceche non andavano errati nello affermare che liamava a preferenza degli altri ; ancor chiericofu messo a far scuola agli artigiani ; a S. Pierd'Arena e a Marsiglia ha avuto sempre da farecon artigiani ; dice quanto bene si promettevaD. Bosco da un buon operaio e racconta alcunifatti edificanti .

Il 5 ottobre è consacrato a visitare la Casadelle Suore in Moron . Hanno molte ragazze ;ma quelle buone Suore sono un poco imbrogliateperchè prive della loro Direttrice, morta tre mesiaddietro. La Visitatrice non ha ancora trovatoper surrogarla. Il 6 si va a S . Isidro . In tuttoe due le Case D. Albera confessa molte Suoree ragazze nelle poche ore che si ferma con loro,poichè va e viene nella medesima giornata .

Ma io finora non ho parlato che di D . Alberacome propagatore della stima a D . Bosco ed al

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suo Successore, mi resta però ancora a trattaredi cosa che se omettessi certo non passerebbe inos-servata : un salesiano non può non essere devotoe propagatore della divozione alla Madonna . Nonricordo ancora che il sig. Don Albera abbiaparlato una sola volta in pubblico, che abbiadata la buona notte ai giovani, senza parlare dìMaria e di Maria Ausiliatrice. A quasi tutti halasciato un ricordo e questo è sempre stato unamedaglia di Maria Ausiliatrice . Il suo primodiscorso in America doveva essere per la Ver-gine ed in quella stessa Chiesa dove 25 anni facominciarono a lavorare i primi Salesiani. Lafesta della Madonna del Rosario, titolare dellaCappella italiana di Mater Misericordiae, prece-duta da un devoto novenario di prediche e dipratiche di pietà, fu coronata con uno stupendodiscorso di Don Albera . Impegnato all'OratorioFestivo di D . Gherra, non ha potuto fin dallasera innanzi prestarsi, come avrebbe desiderato,per le confessioni, però vi mandò il segretario .Numerosissimi furono i fedeli che si accostaronoai Santi Sacramenti . Avesse visto com'era ad-dobbata la Chiesa! L'altare maggiore principal-mente sembrava . tutto intessuto d'argento .

Alla mattina pontifica Mons . Echague e allaprocessione prende parte D . Albera che precedeimmediatamente la statua della Vergine, portatacon santo orgoglio da robusti genovesi, i qualisi danno il cambio a quando a quando . Tutti .senza rìspetto umano, tengono la corona in mano .La processione passa per le principali vie e nonsi ode neppure una parola meno che rispettosa,anzi tutti si scoprono, molti dai balconi prendonofotografie ; carrozze e tramwai si fermano perquasi mezz'ora ad aspettare che passi la proces-sione la quale procede con un numero sterminatodi fedeli che portano accesa la loro candela . Lachiesa sembra un solo candelabro tutto acceso .Dopo circa un'ora la Vergine rientra nel tempio .D. Albera non può ritornare in sacrestia a de-porre il piviale, tanta è la calca : presbitero egradini dell'altar maggiore tutto occu pato. Nonv'è proprio nulla di esagerazione dicendo che laChiesa è letteralmente stipata e che più di trequarti delle persone debbono rimanere fuori . DonAlbera allora depone il piviale nel presbiterostesso e con fatica arriva a salire il pulpito . Ècommosso e prima che dica egli che a stento puòfrenare le lagrime alla vista di tanto spettacolodi fede, la gente se n'era accorta . La sua vocevelata per la commozione è abbastanza penetranteda farsi udire da quella moltitudine .

Esordisce dicendo, che il grande S . Agostinoavrebbe voluto potersi trovare ai tempi dei ro-mani pei assistere all'ingresso trionfale di unimperatore romano vincitore . La sua gran mentegli faceva immaginare quanto doveva essere gran-dioso quell'ingresso al quale concorreva quantodi meglio vi era e nella natura e nell'ingegnoe nell'arte . Era quello uno spettacolo degno delgenio di Agostino . Ma, soggiungeva tosto D . Al-bera, se S . Agostino avesse assistito al trionfodella Vergine in quest'oggi, se avesse assistitoallo spettacolo che presentava pochi minuti fala città di Buenos Aires, oh ! certo non avrebbeegli più bramato i trionfi dei vincitori romani .Il calore è grande, ma la gente, sebbene a disagio,sta immobile, attenta . D. Albera però non vuoleabusare della loro pazienza e dice brevementecome Maria trionfi in cielo, nell'inferno e sullaterra e come dovrebbe trionfare eziandio nei no-stri cuori : a nulla varrebbe tutto questo appa-rato se i nostri cuori fossero lontani da Maria .Parla di S. Domenico, degli Albigesi e dell'i-stituzione del Santo Rosario ed esortando gliuditori ad essere fedeli a questa pratica, terminadicendo : Oh! se tutti i cristiani conoscessero ilprezioso tesoro che è il Santo Rosario, e chegran mezzo è per santificare se stessi, per ar-ricchirsi in breve tempo di un gran cumulo dimeriti, per liberare un gran numero di animedel purgatorio e per attirare sopra la propriafamiglia le benedizioni del Signore per tutti gliaffari spirituali e temporali ! Si vedrebbe bentostorifiorire in tutte le famiglie il bel costume deinostri padri, che ogni sera si raccoglievano collaloro famiglia ai piedi della Madre nostra celeste,per renderle questo tributo ; mentre Maria sten-deva sopra di loro il suo manto materno, e fa-ceva discendere su quelle famiglie la pace, l'u-nione, la grazia divina, il timor santo di Dio edogni prosperità insieme colla materna sua bene-dizione. Felici quelle famiglie, nelle quali si re-cita ogni giorno il santo Rosario!

Eccomi, Rev .mo sig. D . Rua, al termine diquest'altra pagina, e non voglio abusare più dellasua bontà. Penso frequentemente a Lei e nonLa dimentico mai nelle mie povere preghiere . Ilsig. D. Albera sta bene, io cerco di essergli dimeno peso possibile . Mi benedica acciocchè possafarmi qualche merito, e mi permetta di ripetermi

Della S. V. Rev.ma

Umil.mo ed aff.mo come figlioSaC . CALOGERO GUSMANO.

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Clara la precedenza a questa letteradiretta al Rev.mo sig . D. Rua, ri-prendiamo la. pubblicazione delle

relazioni finora pervenuteci intorno alle FesteGiubilari delle nostre Missioni ed alla visitadel rappresentante di Don Rua alle Cased'America.

Carissimo,Buenos Aires, 20 settembre 1900 .

Domani parte il vapore per Genova ed io in-tendo affidargli la continuazione della mia

qualsiasi rel azione intorno al viaggio dell'amatis-simo nostro Superiore .Un grande benefattore. - La festa della gra

-

titudine - Alla volta di Buenos Aires -Una cara sorpresa - Viva Papà Don Bosco- A S. Carlo - I due primi Cooperatori diBuenos Aires.Nell'ultima mia mi pare abbia accennato bre-

vemente al nostro sbarco e alla città di Monte-v ideo. Tosto si passò per quasi tutte le Casedell'Ispettoria Uruguaiana ; ma fu uno sguardoalla sfuggita, un saluto, non una visita regolare ;perciò di esse mi riservo a discorrere quando visi ritornerà. Credo però non dover tacere di unafesticciuola diretta ad onorare un nostro gran be-nefattore di Montevideo, il sig . Toribio . Domenica9 settembre, ultimo giorno della nostra brevedimora in città, il sig . Ispettore volle invitarea pranzo i principali benefattori per far coronaal sig. D . Albera, che seppe guadagnarsi fin dalprimo incontro la loro stima e la loro venerazione .Verso la fine del pranzo salutarono applauditi,con gentili e delicati pensieri, l'arrivo del nostroSuperiore, parecchi illustri personaggi, e fra essiìl dottor Zorilla di S . Martin, membro corri-spondente dell' Accademia Spagnuola, Redattoredel giornale El Pueblo, primo poeta della Re-pubblica e grande oratore .E il dottor Zorilla che nelle principali feste

patriottiche parla alle moltitudini nelle pubblichepiazze, infondendo in tutti l'entusiasmo di cui hacaldo il cuore . Contrappose egli ai capi delle ri-voluzioni i quali, secondo l'espressione di un diloro, han visto ciò che han fatto, Don Boscoche nell'Opera salesiana d'America ha fatto ciòche non ha visto . Ricorda quanto la RepubblicaOrientale deve ai Salesiani e come tutti siantenuti ad aiutarli, chi ha danaro col danaro, chiingegno coll'ingegno, chi forza fisica colla forza

fisica ; ma tutti debbono concorrere a sostenerequest'Opera provvidenziale suscitata da Dio peri tempi nostri . «Non siamo più, continua, nel-l'ambiente antico quando la nobiltà, i grandiplasmavano le moltitudini a loro modo : ora l'e-sempio sale spesso dal basso all'alto ; è neces-sario quindi formar bene gli operai, il popolo, ilche si ottiene egregiamente coll'aiutare i sale-siani, che agli operai e al popolo consacrano le loromigliori energie fisiche e morali ; questi Salesianiche serbano sempre viva in cuore la gratitudineverso chi li benefica nei loro giovani e sannoanche a suo tempo esternarla » . . . E nel pronun-ziare quest'ultime parole, parte dal suo posto,corre ad abbracciare il sig . Toribio e gli fregiail petto colla croce di S . Gregorio Magno cheD. Gamba gli aveva ottenuta da Roma. Fu unacara scena : il nuovo Cavaliere piangeva di con-solazione, tutti lo guardavano commossi ed eglifra le lagrime promise a D . Gamba che d'orainnanzi avrebbe fatto di più per i nostri giova-netti di Montevideo . Ne sia ringraziato il Signore :finora ha dato da 10 a 15 mila lire all'anno .

Lunedì, 27, si parte per Buenos Aires, accom-pagnati dall'Ispettore che per D . Albera fecequanto un figlio affezionatissimo può fare per ilpiù amato dei padri . La traversata di circa ottoore è tranquilla ; e alle cinque del mattino citroviamo innanzi bella, imponente la capitaledell'Argentina . Un porto meraviglioso, anche perchi ha contemplato i migliori d'Italia ; un'esten-sione ìmmensa : attualmente conta circa 810.000abitanti e si è in un crescendo continuo . Pel mo-mento non aggiungo altro perchè non ho avutoagio a constatare coi miei occhi le meraviglieche mi raccontano . Certo ha vie assai più lunghedi quelle di Torino, e proporzionatamente larghee regolari . D. Albera nell'attraversarne qualcunadelle principali mi ha ripetuto più d'una voltache la grandezza, la sontuosità dei palazzi e deinegozii gli davano l'illusione di Parigi .

Al porto una cara sorpresa : sono schierati inbell'ordine tutti quanti i ragazzi del CollegioS . Caterina, levatisi alle quattro, per venire primiad ossequiare il rappresentante di D . Rua. Nonoccorre dire che vi si trova a capo D . Vespignanicon quasi tutti i confratelli delle cinque casesalesiane di Buenos Aires . Non mancano neppurei direttori di S. Nicolas, di Bernal, La Plata,Uribellarea, e più tardi vengono anche quelli diRosario, di Bahia Blanca e D. Borghino inviatoespressamente da Monsignor Cagliero ; il qualenon solo ha telegrafato e scritta una lettera com-

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movente a D . Albera esordendo colle paroleVisita nos in salutari tuo, ma ha voluto anchemandare un suo rappresentante .

Le vetture ci condussero alla Chiesa MaterMisericordiae, che, come fu la prima stazionedei nostri Missionari in America, così era giustoper la prima venisse visitata dal rappresentantedel Rettor Maggiore dei Salesiani . La chiesa èbella ed in quell'ora era gremita di gente . DonAlbera celebra la Messa della Comunità, allaquale assistono oltre i confratelli e i cento e piùgiovani che frequentano le nostre scuole esterne,varii cooperatori, tra cui il sig . Abele Bazan,ministro della Suprema Corte di Giustizia ,l'unico che abbia il diritto di giudicare il primoMagistrato della Repubblica .

Durante la colazione sono alternati complimenticanti e suoni concludendosi col Viva papà DonBosco di Gastini, eseguito colle parole italianee con gran sentimento . Questo canto ricordandoglivivamente l'Oratorio e i suoi primi tempi, la di-stanza che ne lo separa, la diffusione dei Salesianie la omogeneità dei loro sentimenti, è quello checommuove maggiormente D . Albera .

Alle nove siamo aspettati a San Carlo. Ec-coci all'Oratorio dell'America : i Salesiani oc-cupano quasi due interi isolati. Il cortile è im-bandierato a festa ; la banda suona ; i 530 gio-vani interni, i 300 esterni condotti da D . Gherra,le 300 educande guidate dalle Suore, plaudonoenergicamente : è un coro solenne di entusiasmoe di poesia giovanile che erompe spontaneo ; èla solennità non artefatta di cuori amanti e pienidi riconoscenza . Si va subito in chiesa, dovel'Ispettore rivolge prima della benedizione pocheparole a quei giovani già tanto ben dispostiparla della fortuna di avere in mezzo a loro ilrappresentante di D . Rua, anzi di Dio medesimo,da cui viene ogni autorità ; dice del dovere dicantare con trasporto l'inno della lode e del rin-graziamento al Signore per avere al fine esauditola brama di tanti Salesiani e per aver concessoviaggio felice al loro Superiore . D . Albera intuonaegli stesso il Te Deum e benedice quindi colSantissìmo quella turba di giovanetti chini inun raccoglimento solenne e resi più devoti dalsontuoso apparato esterno che rendeva più sen-sibile la maestà di Dio .

In un vicino salone si erano intanto adunatimolti ammiratori dell'opera Salesiana, e vi si eraanche recato a stento fin dalla Boca il nostroD. Bourlot. Poverino ! fa pena vederlo trascinarefaticosamente tutto il lato sinistro colpito da pa-

ralisi. Eppure dicono che ora sta abbastanza bene .Il corpo è fiacco, ma la mente, dopo 22 annidi parrochia è ancora energica . Vengono presentatial sig. D . Albera i primi due cooperatori diBuenos Aires, membri della Conferenza di SanVincenzo . Fu col loro sussidio e con 20 giova-netti mandati da questa Conferenza che cominciòil Collegio S . Carlo, il quale è ora un piccolopaese. I 230 artigiani sono divisi in compositori,stampatori, legatori, librai, sarti, calzolai, fale-gnami, scultori, fabbri-ferrai ecc . ; i 300 studentisono distribuiti in otto classi . Quanto ordine ! sifa come all'Oratorio : cinque minuti prima cheterminì la ricreazione si dà il primo segno, alsecondo tutti debbono essere in fila e stare collebraccia conserte . Dalla chiesa, dalla scuola, dallostudio, dal refettorio escono sempre ordinati, esolo al cenno del Consigliere scolastico romponole file e cominciano la ricreazione . La disciplinaè molta e non forzata : consola vederli entrare inchiesa composti, pregare adagio ed all'unissono,uscire raccolti . È vero che fra entrata e uscitanon s'impiega meno di venti minuti, ma si puòessere soddisfatti .

Visita dei laboratori - il lavoro non manca- Prodigioso incremento di popolazione -Il Comandante del Perseo - Suo buoncuore - Dalle Suore - I significati dellaparola Albero - Al primi tempi dell'Ora-torio di Valdocco - Il giovane che ha per-duto il cucchiaio - All'Oratorio si fa così :

D . Albera ha già fatto una visita a tutti ilaboratorii : il lavoro è molto, ma i capi scar-seggiano e si è costretti a prendere operai esterni .Sono gli stessi maestri d'arte e gli assistentiche si raccomandano affinchè si faccian noti alsig. D . Rua i loro bisogni e in qualche modosi provveda. Le scuole non le ha ancora visitateperchè non possiede bene il castigliano, ma inricreazione si trattiene coi giovani, che sonoquasi tutti figli d'Italiani, e se ne guadagna pron-tamente l'affetto in una maniera che a me tornanuova affatto in lui, non avendo mai avuto oc-casione all'Oratorio di osservare questa sua belladote : i giovani chiedono numerosi di andare aparlargli in camera, lo pregano li confessi, locircondano quando scende in cortile . E son tantonumerosi che fan pensare con pena al lavoro im-menso che gravita sui nostri confratelli destinatiai convittori . Nè sono meno occupati i due sa-cerdoti che, soli, devono attendere ad una par-rocchia di ben 34000 anime ! Tanta gente si è

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agglomerata interno alla, nostra Casa in pochis-simo tempo : mi dicono infatti Don Pagliere eD. Perazzo che quando essi venivano all'Oratoriofestivo comincìato dai Salesiani, intorno a SanCarlo non vi era alcun fabbricato . Il terreno al-lora valeva quasi nulla ; ora si giunge a chiederefin 15 pesos al metro ; le vie eran pantani incui spesso affondavano carri e animali senza spe-ranza di poterneli liberare, ora invece tutte, ec-cotto una, sono lastricate e in buono stato .

Il fabbricato del nostro Collegio spicca fra glialtri che lo circondano : nell'insieme si presentamaestoso, e osservato nelle sue varie parti lo sitrova anche comodo : i portici alti e spaziosicoperti dalle medesime iscrizioni che ornano esantificano quelli dell'Oratorio di Valdocco, il cortilespazioso e sorvegliabile, le camerate e le scuoleben arieggiate . La fotografia, che Lei e gli altriSuperiori credo abbian visto , tentò riprodurrequesta nostra Casa ; che vi sia riuscita non osereiaffermarlo .

Anche le Suore di Maria Ausiliatrice eranoìmpazienti di vedere il rappresentante del sig . DonRua : la loro Visitatrice aveva diramata unacircolare, nella quale si diceva che Don Alberanon era solo visitatore dei Salesiani, ma anchedelle figlie di Maria Ausiliatrice . Il Collegio delleSuore è posto , come costì a Torino , rim-petto a quello dei salesiani , e lo supera ingrandezza e simmetria . Vi sono circa 300 educande .D. Albera passò in mezzo a loro che stavanoschierate in doppia fila, e poi tornò subito a SanCarlo ove l'attendevano per conferir con lui moltiammiratori, che dai giornali o da altre fonti ave-van saputo del suo arrivo . Vi era il P. FiorenzoVillanova Sanz, direttore e proprietario del Mes-saggero del Sacro Cuore, il quale veniva a porresè e il suo giornale al servizio dell'Opera Sale-siana ; vi erano i Padri Bianchi che, di passaggioa Buenos Aires, desideravano riverire D . Alberae tanti e tanti altri, anche vescovi, presenti orappresentati, i cui nomi io tralascio per non faredi questa mia un lungo elenco. D. Albera inpubblico e in privato ripete che tutti questi onorinon si riferiscono a lui, ma a D . Rua ; ed a meaggiunge spesso : Se non fossi Salesiano nessunopenserebbe a me. Oh come anche solo da questolato dobbiamo essere grati a D . Bosco e allanostra buona Mamma, Maria Ausiliatrice !

Le dimostrazioni di affetto e di stima versola nostra Pia Società si succedono l'una all'altraininterrottamente . Per tacere di altre ebbimo il13 settembre la visita del Comandante del Perseo

che già tante gentilezze ci aveva usato a bordo .Trattenuto a pranzo con noi, fu trattato allabuona ma cordialmente : la banda eseguì parecchipezzi, i confratelli gli si mostrarono affezionati_come ad una vecchia amicizia. D . Pedemonte glifece osservare l'Osservatorio metereologico notan-dogli come i Salesiani vadano completando unavera rete con nuove stazioni ben dirette, dallequali molto potrà avvantaggiarsi la, scienza . IlComandante era nella sua materia e ci godevamolto . . . ; ma alle 15 doveva trovarsi a bordo

e gli fu giocoforza partire.Io l'accompagnai in vettura . Ringraziò per via

con una sincerità ed espansione straordinaria ; sidiceva ed era veramente commosso, fino a la-sciarsi sfuggire qualche lagrima . Dica al suosuperiore, mi andava ripetendo ch'io sono semprea sua disposizione, di qualunque cosa abbi anobisogno mi comandino pure liberamente... mifaranno un regalo . Sa, soggiunse poi dopo, checosa mi ha colpito maggiormente nel loro Col-legio ? Quella turba di giovanetti floridi nelfisico, col candore dell'anima dipinto sul viso .lieti della vita di comunità e pieni di rispettoe confidenza verso i superiori . E certo è cosacommovente, per chi non è avvezzo a questi spet-tacoli, veder più centinaia di giovani rubarsi lanano del sig. D. Albera per baciarla con affetto,e lieti d'un sorriso, d'una parola, d'una strettagli uni lasciare il posto agli altri che avrannoil medesimo conforto, piccolo in apparenza, mache in quelle anime ingenue lascia effetti efficacie duraturi di virtù .

I giovani già dicono che D . Albera è unsanto e questo non poteva non colpire il nostroComandante, il quale non pago di quanto avevadetto a me, volle scrivergli prima di partire perGenova, dicendo che avrebbe conservato eternagratitudine per l'accoglienza avuta e che avrebbepregato per la prosperità personale di lui e perquella dell'intera nostra Società . Quanto benepuò fare un Salesiano non solo a se stesso, maaltresì all'intera nostra Pia Società trattandosempre con carità e cortesia quanti a lui si ac-costano ! Io credo che nel Comandante Montanoavremo sempre un amico che ci potrà giovareassai e per molto tempo, essendo egli giovaneancora (conta appena 38 anni) e già molto in-nanzi nella carriera .

Il 15 settembre si fu nuovamente dalle Suore :la breve visita di ieri l'altro pare non le abbiapienamente appagate ; vollero ancora D . Alberaoggi per la celebrazione della Messa e perchè

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assistesse ad una accademiuola davvero riuscitis-sima. In varii quadri plastici quelle buone edu-cande ci presentano i punti più salienti della vitadi D. Bosco, rivaleggiando con gli ignoti com-petitori dell'Oratorio, dove D . Minguzzi regalaspesso qualcuno di questi cari spettacoli . Seguìun discorsetto a dialogo fra due Suore : l'unacitava i vari sensi allegorici che la parola alberoha nella Sacra Scrittura, e l'altra li applicavaal sig D . Albera dimostrando che in lui i fatticorrispondono al nome .

Ringraziando D . Albera si disse soddisfattodell'accademia, perchè in essa tutto parlava diD. Bosco ; e, voltosi alle Suore, con accento vi-brato, aggiunse : Finchè voi amerete D . Bosco,finchè voi sarete attaccate allo spirito di lui e

del suo Successore che tutto l'ha ereditato, il vo-stro Istituto progredirà . Parlate sempre di DonBosco, portate alta la bandiera ch'Egli vi hadato, nelle cui pieghe sta scritto riconoscenza,amore ; riconoscenza e amore a Dio , a Maria,all'Istituto, a D . Rua che instancabile continuala vita di sacrificio, di lavoro, di carità di DonBosco. D. Bosco ! oh come questo nome deve ri-suonar caro sulle labbra e nel cuore di noi suoifigli ; e anche di voi, mie buone giovanette chesenza di Lui non avreste forse ricevuto tantobene all'anime vostre ! Queste parole furono re-ligiosamente ascoltate da più di 500 giovanettecolà radunate : nei dì festivi il numero raggiungeil migliaio .

Dopo le Suore i Cooperatori . Il giorno 16 siradunarono numerosi tanto ch'io rinunzio a no-minare anche solo i principali : Mons. Duprat,Mons. Villanova, il Superiore dei Baionesi, quellodei Redentoristi, Concezionisti , Lazzaristi , Ge-suiti, Domenicani, il dott . avv. Carabal, il dott.avv. Bilbao, il Procuratore e Presidente delle

25 Conferenze di S . Vincenzo de' Paoli, il Pre-sidente della Tesoreria nazionale, il Ministrodella Suprema Corte ecc. ecc . : era un vero for-micolio nel cortile parato a festa per la circo-stanza, e per lo svolgimento d'un lieto tratteni-mento.

L'un dopo l'altro vengono in iscena i giova-netti Rua, Cagliero, Francesia ecc . raccontandoepisodi lepidi e commoventi degli inizi dell'O-ratorio : il giovane che ha perduto il cucchiaiopiange, Rua lo consola facendoglielo trovarepresso mamma Margherita e Francesia componee declama alcuni versi sull'avvenimento . Poi ri-tornano sul palco insaccati in abiti da militari,richiamando alla mente come D . Bosco ottennedal Governo quei vestiti da soldati per riparare

dal freddo i suoi figliuoli . Il trattenimento siprolungò alquanto e riuscì gradito e istruttivo .Qui in America l'Oratorio di Valdocco insegnasempre, e fa testo in ogni cosa . So che quandoudivo ciò da missionari che venivano a darci labuona notte, sospettavo un'incensata o un esordioper insinuazione ; ho dovuto convincermi che essidicevano il vero, e che noi abbiam l'obbligo diesser modello in tutto pensando che il buono ocattivo esempio non s'arresta entro le mura del-l'Oratorio, ma attraversa i mari e si ripete qui,ove molte volte basta per decidere una questioneanche minima, e troncare ulteriori discussioni ildire : All'Oratorio si fa così !

Finisco, perchè le cose lunghe terminano semprein serpe . D . Albera sta bene, ma lavora assaitra rendiconti, confessioni e visite a benefattorie amici il tempo passa, anzi vola. Tanti rispettiai Superiori di costì . A lei cordiali saluti edauguri .

Suo aff.mo ConfratelloSAC . CALOGERO GUSMANO .

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PATAGONIA MERIDIONALE

Due mesi di missione per la campagna .

(Relazione di D. Maggiorino Borgatello . *)

MISSIONI

Orgie e danze indiane - Povere fanciulle :- Un Indio ubbr iaco nella nostra tenda -Preso per un cane! - Un invito di nuovogenere. - Potenza del color d'oro. - Unpo' di bene. - In compagnia dei c a ni . -Come mantenere tanti affamati?!? - Ilpranzo degli Indii. - La Santa Messa . - Laluna rotta.

Arrivati una sera presso alcuni toldos diIndii completamente ubbriachi, ci fu giuoco-forza pernottare in mezzo a loro . In unospazio libero di cinquanta metri circa, fra untoldo e l'altro, alziamo la nostra tenda, e dopouna misera cena ci disponiamo a dormire .Ma altro che dormire! . . . Tutta la notte vi èun baccano che pare il finimondo . Chi ridee chi piange ; chi urla e chi rissa ; e fratanto baccano si ode di quando in quandoalcune note scordate di una vecchia filarmo-nica suonata da una mano poco esperta nel-l'arte d'Euterpe . Per di più alcuni Indii ub-briachi danzano accompagnando il raucosuono e la danza coi loro canti lugubri omeglio piagnistei ottenuti ora col battersi lemani sulla bocca per far uscire una vocetremola, or col muovere le labbra colle dita,come chi suona una chitarra . Il viso hannopitturato a varii colori e sono immascheratinel modo più bizzarro, con penne d'uccelli,foglie d'alberi e gingilli i più strani chetrovar potessero nei loro toldos. Non essendomolto simili nel saltare e colla testa pienadi acquavite, la loro danza è pesante, muo-vono a stento le gambe, per lo più avanzandoe rinculando solamente, ballando da soli, cia-senno per suo conto, oppure, stando fermicoi piedi, alzano ed abbassano il corpo, o sicontorcono a destra ed a sinistra, ed accom-pagnano questi movimenti coi loro canti olamenti prolungati a guisa di una piva na-poletana . Una volta finita la danza si lascianocadere per terra come morti e si riposano al-quanto .Verso le dieci di notte viene piangendo

presso la nostra tenda una giovinetta sui do-dici anni di nome Anna, orfana di padre,traendo seco un'altra ragazzina novenne di

*) Vedi Bollettino di novembre e dicembre.

nome Luigia, pure orfana di padre e madre,tutte due battezzate da me anni sono . Sin-ghiozzando l'Anna prese a dirmi : Perchècattivo cristiano portare qui liquore e ubbria-care gente? . .. Anche mamma ubbriaca. Ora uo-mini cattivi voler battere mamma, e mammagridare. Di fatti si sentiva una voce di donnache gridava forte e due o tre uomini che al-tercavano insieme e minacciavano di batterla,se non si arrendeva alle loro voglie brutali .Le due povere fanciulle tremavan da capo apiedi al sentire le minaccie di quegli uominiubbriachi .- Senti, senti, Padre, diceva la maggiore,

come gridano quegli uomini cattivi?- E tuo fratello Luigi, di 20 anni, perchè

non la difende?- Anche lui ubbriaco.- E tuo fratello Michele, di 15 anni?- Egli non ubbriaco, ma dire, non m'im-

porta che battano mamma .- E tu perche non dici a tua madre che

non si ubbriachi, che stia a sua casa di nottecon te e non vada con cattive compagnie?- Io sempre dire a mamma, ma mamma non

ascoltare me .- E tu che fai quando vedi tutta la gente

ubbriaca? .- Io andare a nascondermi nel toldo di

Mulatto, dove non ubbriachi .Povere fanciulle! dissi tra me, in quali

pericoli vi trovate ! La vostra sorte è bentriste, ma chi la migliorerà?. . . Piangendo lepoverette si allontanarono dalla nostra tendaper andare a nascondersi nel toldo di Mulatto,alquanto consolate per aver versato in cuoreamico le loro pene . Iddio le aiuti a conser-varsi innocentiVerso la mezzanotte un Indio ubbriaco

entra senza dir nulla nella nostra tenda esi mette vicino a me . Tento di persuaderloche se ne vada, ma egli si ostina in volerrimanere e minaccia di battere. Finalmenteesce brontolando col proposito di ritornare ;ma appena uscito presi tutte le precauzioniper tenerlo fuori, se mai avesse mantenuto ilsuo proposito. Ritorna dopo circa tre ore, etrovata custodita l'entrata, tenta di penetrarvistrisciandosi come un cane di sotto la tenda,facendo passare prima la testa. Io, vedendoun'ombra nera entrare , la credetti un cane,e tosto gridando gli tiro addosso un vaso dilatta che mi stava vicino, dicendo : Ah cane !dove vuoi entrare?! L'ombra nera si ritira in

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fretta e subito si mette a sghignazzare .forte.Comprendo allora che è un uomo e non uncane, ma fingendo di non averlo conosciuto,per timore che l'Indio, adirato, ne togliessemotivo di attaccar brighe, continuo a parlarforte coi compagni di questo cane tanto teme-rario che vuole entrare per forza, e che sefosse ritornato gli avrei data una buona ba-stonata sulla testa . L'Indio celebrando il mioequivoco si allontana contento come una pa-squa e non ritornò più .All'indomani visitando un toldo mi si av-

vicina un Indio ubbriaco sui 25 anni e midice : Io voler venire casa tua ; invitami casatua . Gli rispondo che io non ho casa, masemplice tenda e che non l'avrei potuto ri-cevere. Ma egli insiste gridando una voltapiù forte : Voglio venire casa tua, ti dico, sai ?

Invitami casa tua! Per finire : - Vieni pure, glidico, ma bada che io ho nulla da darti . -Non importa, risponde, e si pone a seguirmifino alla nostra tenda, la quale distava due-cento metri circa da quel toldo . Camminavail povero Indio come una barca, in grossomare in balìa delle onde, che viene lanciataor a destra cd ora a sinistra, or avanti edora indietro ; così quel meschinello ora ve-niva a fermarsi a' miei fianchi ed ora si sco-stava lontano lontano, facendo mille vaghiinchini e spesso cadendo per terra. L'Indionon ha ancor messo piede sotto la tenda chesi lascia cadere come sacco vuoto per terra, esubito prende a dirmi- Ed ora che mi dai? . . . Mi dai niente ?...

Come . . . . avresti il coraggio di darmi nientedopo che mi hai invitato a venire casa tua . . . .Come è questo?- Te l'ho detto che non ho niente da darti

e tu hai voluto venire lo stesso . Non vediche sono povero?- Ah! non credo; devi avere qualche cosa,

dammi qualche cosa, voglio qualche cosa!- Ti posso dare della galetta (pan biscotto),

oppure se aspetti ti farò un po' di caffè, mail fuoco è spento .- Ah! niente, niente di questo, voglio liquore,

dammi liquore !

- Ma liquore non ne ho, te l'assicuro ;perchè a me non piace e perchè fa molto male .

L'Indio però non vuol credere che non neho e grida forte : Voglio liquore, dammi liquore!Tu mi invitasti venire casa tua, ora voglio, li-quore, dammi liquore. Intanto, gridando cosìforte, cominciava ad attirare molti altri Indii,ubbriachi come lui, i quali avrebbero potutofare qualche brutto scherzo, una volta che miavessero circondato in buon numero . Perciòcerco di disfarmi in bel modo dell'Indio .Prendo ad accarezzarlo e poscia gli regalouna bella medaglia grande dorata . Alla vistadi quell'oro brillante l'Indio rimane abba-gliato e dando un grido di gioia tosto sicalma come per incanto . Avutala nelle mani,l'osserva per bene e credendola una monetad'oro, contento se ne va correndo al suo toldo .

E noi, fatta su in fretta ed in furia la nostratenda ed insellati i nostri cavalli, ci invo-liamo da quel luogo e visitiamo altri toldosdove non sonvi ubbriachi .

Quivi possiamo battezzare un bel numero dibambini ed istruire gli adulti . Essendo rimastoindietro colui che porta la nostra tenda, pren-diamo ospitalità negli stessi toldos Indii per va-rie notti or in uno ed or in un altro . Una seraci fermiamo presso tre toldos vicini in cui visono più di trenta cani di tutte le razze, matanto magri che fanno pietà . Immagini chipuò la cagnara notturna! Inutile dire checi è impossibile chiudere palpebre in tuttala notte. Al minimo movimento i cani tostoincominciano a latrare in coro, escono a faruna scorreria attorno al toldo e poi, sempreabbaiando, rientrano . Con quella musica ecol continuo andirivieni di tutti quei cani,Morfeo non riesce a prenderci fra le suebraccia, tanto più se si aggiunge che siamoassaliti da certi animaletti che non latrano,ma mordono senza compassione e dai qualinon è possibile liberarsi . Non può succederealtrimenti con tanti cani che ne posseggonoa bizzeffe! . . . Si sente un prurito per tutto ilcorpo. Una generazione intiera composta dipadri, figli, nipoti e pronipoti di molti colorie razze emigra e si versa come torrente

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sulla nostra povera pelle . .. Una vera de-lizia! Poveri noi ! Come fare a manteneretanti affamati?!... Eppure bisogna per forzadar loro ospitalità e per forza pure ristorarliperché non chieggono tanti permessi, ne sannoche cosa sia, l'etichetta . . .Bisogna, poi avere buono stomaco e non

essere delicati, perchè devesi mangiare cogliIndii ! . . . Basta dire che la sporcizia è la primaloro dote. Si vede qua e là per terra allarinfusa e piena di sudiciume carne crudamescolata colla cotta, colle penne di struzzo,coi cuoi di guanaco, colle ossa spolpate orosicchiate dai cani, e con altre cose che iltacere è bello. . . E come mangiano ? Presso iTehuelches non vi sono nè tavole, nè sedie,né stoviglie di sorta . Sdraiato sulla nudaterra, od accovacciato presso il fuoco, l'Indiobrandisce con una mano un pezzo di carnegrassa di struzzo e con l'altra un pezzo dicarne magra di guanaco ed ora morde nellaprima ed ora nella seconda . Il pane non siconosce. Ciascuno ha cura di non lasciarsiprendere dalle mani, o dalla bocca stessa, lacarne dai molti cani che lo circonda, i qualistanno con tanto d'occhi rivolti verso chimangia e gli si mettono tanto vicini chequasi toccano coi loro musi la bocca di coluiche sta mangiando. Se si percuote un caneperchè si allontani, questo non si dà per of-feso ; manda un pietoso guaito e si togliedalla destra per andare a collocarsi alla si-nistra, ma di andarsene lontano non se neparla. Poveri cani! Come li mantengono mi-seramente! Ma pure bisogna che loro dianopoco da mangiare perché siano più obbedientie più leggieri nel correre dietro gli struzzied i guanachi!

Sotto questi stessi toldos si celebra ogni

mattina la S . Messa, improvvisando un altaren el miglior modo possibile . Alcune volte mitocca star curvo durante tutto il Sacrificio,perchè il toldo è troppo basso . Gesù, l'amicodei poveri, non isdegna di visitare i poveriselvaggi patagoni nei loro toldos, poco dissi-mili, se non peggiori, alla capanna di Betlemme,per consolarli e renderli felici. Molti di lorostanno ben composti e riverenti ; altri piùselvaggi osservano con curiosità le sacre ce-rimonie della Messa bisticciando insieme fraloro tratto tratto per non sapere darsi ragionedi questa funzione . Quando si suona il cam-panello al San ctus ed all'Elevazione essi diconoche è per ispaventare Hualiche (il diavolo),e mandarlo via, di là . Alcuni fuggono perchètemono che Hualiche li porti via .I Tehuelches sono molto superstiziosi .

Quando avviene qualche eclissi lunare nes-suno di loro dorme per la paura . Si radunanoa consiglio gli uomini ed incominciano a fareconsìmili discorsi : - La luna si è rotta .Cattivo segno . Che cosa succederà? Che cosadovremo fare? È un indizio che debbono ve-nircì molte disgrazie . - E che disgrazie cipotranno accadere? - Forse tra breve ci dovràessere una guerra fra noi e molti dovrannomorire. Poveri noi! Che faremo ora collaluna rotta? Il Hualiche vi entrò dentro e laruppe. - Poscia mandano a cercare uno stre-gone, il quale venuto fa molti esorcismi allaluna fino a tanto che ritorna sana comeprima. Allora si ritirano contenti, ma insiemetimorosi delle previste disgrazie . Alle voltegli eventi contribuiscono in certo modo aconfermare la loro superstizione ; ed allora ipoverini vanno gridando : La luna ne fu lacausa ; ovvero la causa ne fu il diavolo cheruppe la luna .

(Continua .)

Solennità e Conferenza di S. Francesco di Sales .Il 29 del corrente mese ricorre la nostra festa patronale, che quest'anno cade in martedì.

Essendo la prima festa di S . Francesco di Sales che celebriamo nel nuovo secolo, si impegninotutti i nostri DIRETTORI, DECURIONI, ZELATORI e ZELATRICI a solennizzarla con pompa spe-

ciale in qualcuna delle domeniche seguenti .A Valdocco, nel Santuario di Maria Ausiliatrice, vi saranno funzioni speciali nei giorni 26, 27 . 28 e 29

gennaio al fine di ottenere da Dio, mercé la valida intercessione del nostro Celeste Patrono, copiosee durature benedizioni sopra tutta la nostra Pia Società ed Unione . Lo spirito dolcissimo del Salesiodiffondasi Largamente nelle famiglie e nella società perchè dosso è caparra sicura di prosperità epace presso quanti lo posseggono .

Il Regolamento della Pia Unione prescrive anche che in occasione della festa Patronale Si tengauna Conferenza a tutti i Cooperatori, Noi raccomandiamo caldamente l'osservanza di questa pre-scrizione perchè da essa dipende molte volte la vita e l'incremento della Pia Unione, Se i nostriDIRETTORI, DECURIONI, ZELATORI e ZELATRICI amano veracemente e sinceramente la nostra PiaSocietà ed Unione, non mancheranno di farci pervenire numerose relazioni delle feste e conferenzepromosse e tenute in questa circostanza . Queste relazioni si possono indirizzare al BOLLETTINOSALESIANE insieme con le offerte raccolta e noi ci faremo un dovere di darne, a comune edi fica-zione, un BREVISSIMO CENNO nel nostro periodico . Concorde sia l'opera di tutti e la nostra PiaUnione crescerà e fiorirà sempre più .

Ricordiamo infine che il 31 gennaio ricorre il 13 ° anniversario della morte del Venerando nostro Padre eFondatore. L'immensa eredità di affetti e di opere che lasciò dietro di sè ci dispensa dal fare raccomandazioniin proposito, diciamo solo che ciascun membro della famiglia salesiana si lasci guidare dal suo cuore e compiain privato od in pubblico quanto esso gli suggerisce per la mesta circostanza .

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Per gli Italiani emigrati a Zurigo

A qualche tempo si nota un risveglioconsolantissìmo in Italia a pro dellemiglìaia e migliaia di nostri conna-zionali spinti dal bisogno ad abban-

donare patria e famiglia per recarsi all'estero incerca di pane e di lavoro . Per gl'Italiani emi-grati nelle Americhe lavora efficacemente già daventìcinque anni la nostra Pia Società, che officiacappelle italìane anche in Francia, e da pa-recchi anni vi esercita pure la sua benefica in-fluenza la Società di S . Raffaele fondata da SuaEcc . Mons. Scalabrini, Vescovo di Piacenza .

Ora, se non vogliamo tener conto di un lode-vole principio di lavoro in favore degli Italianiemìgrati in Oriente, il maggior fervore dei buoni, .eccitato dalla S . Sede e da molti zelantissimiVescovi, è rivolto all'importantissima emigrazioneitaliana nella Svizzera . Zelanti sacerdoti, conscìdei gravi bisogni in cui si trovano i nostri fra-telli nei paesi di Calvino, Zuinglio e dei profughipiù o meno politici - consci per avervi esercitatoil loro ministero veramente apostolico - non sonoancora molti anni, invocarono aiuto da tutti ; loinvocarono da Prelati, dal laicato cattolico, speciedalla benemerita Opera dei Congressi, e appog-giati, come si è detto, dalla S . Sede, ebbero inquesti ultimi mesi risposta favorevolissima al loroinvito, sicchè in breve sorsero comitati, consorzi,si intrapresero viaggi nella Svizzera per cono-scere de visu la situazione religiosa ed econo-mica dei nostri emigrati, si lavorò insomma e sipromìse di lavorare .

Noi, a portare il nostro modesto contributo adun'azione che è veramente provvidenziale, inten-diamo di aggiungere al molto che se ne scrìsse,qualche cosa di particolare sulla condizione degliItaliani a Zurigo e sulla Missione che, per gliemigrati di Zurigo e per quelli della Svizzerain genere, venne affidata dalla S . Sede alla PiaSocietà Salesiana . L'opera dell'umile nostra So-cietà attualmente si estrinseca già in due puntiabbastanza discosti fra loro : Zurigo e Briga .Lasciando in disparte la missione di Briga, dicui già ebbe ad occuparsi il nostro Bollettino,parleremo ora solamente di Zurìgo .

La Missione Salesiana

La città più popolosa della Svizzera - Lasua industria attira gli Italiani - Crisi edi-

lizia - Un po' di statistica - Tutti i me-stieri - Cause ed effetti - Mancanza d'istru-zione religiosa - Matrimoni misti e divor-zio .

Zurigo, situata sulle sponde della Limat, cheappunto allora esce dal lago di Zurigo, è la ca-pitale del Cantone omonimo, il primo che all'e-poca della riforma inalberò il vessillo della ri-bellione religiosa di cui fu per lungo tempo ilpiù accanito propagatore e sostenitore . È la cittàpiù popolosa della Svizzera, contando essa nonmeno di 160 mila abitanti e primeggia altresìper la sua industria . Da lungo tempo appuntoa Zurigo gli Italiani volgono anzitutto i loropassi in cerca di lavoro . E certo colà molti eb-bero occasione di fare ottima riuscita, specie neiprimi tempi dell'emigrazione .

Oggidì però le cose hanno notevolmente mu-tato d'aspetto : ormai, compiutisi i grandi lavoriferroviarii ed edilizii, è venuta meno la princi-pale risorsa dei nostri operai, mentre una crisiedilizia, che da due anni travaglia la città, enon accenna punto di voler si presto finire,rende ancora più difficile l' offerta del lavorotanto ricercato . Sicchè, se in tempi migliori sividero a Zurigo fino a 20 .000 Italiani emigrantiperiodicamente, oggidì il loro numero non sor-passa gran fatto la metà.Invece - fatto tutt'altro che strano - au-

menta notevolmente il numero di coloro cheprendono in Zurigo dimora stabile ; ed al pre-sente non andrebbe lungi dal vero chi ritenessetrovarvisi stabilite da tre a quattrocento famiglieitaliane. La Lombardia, il Veneto ed il Tirolosono le provincie che forniscono il numero mag-giore di emigranti ;,molti pure s'incontrano pro-venienti dall'Emilia , dalla Toscana, ben pochidal Piemonte e dalla Liguria . I più sono mu-ratori, scalpellini, gessatori, stuccatori e mano-vali ; gli altri esercitano le professioni di fale-gnami, fabbriferrai, sarti e calzolai : è poi generalel'uso nelle famiglie italiane di tener alloggio epensione per coloro che emigrano periodicamente,e molti dei nostri aprono un numero grandissimo

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di restaurants di terzo e di quarto grado. Nonesiste in Zurigo un rione di Italiani, ma, sebbenequà e colà s'incontrino centri ove si contano acentinaia, essi sono disseminati un po' dapper-tutto, in una città che per estensione non la cedepunto alle più ampie e popolose d'Italia ; e ciòne rende assai difficile la cura, dovendo il mis-sionario fare dei veri viaggi per andare a visi-tarli .

Gl' Italiani furono in altri tempi piuttostobenvisti dagli Svizzeri, specie per la loro attivitàintelligente e per la loro probità ; ma sventura-tamente queste loro belle doti sono guastatedalla mancanza di pulizìa, dall'intemperanza, dalturpiloquio, dalla bestemmia, dalla facilità deicostumi, dalla violenza di carattere che li spingealle risse ed al coltello, e dalla mancanza direligione . Tutto questo ha finito per far loroperdere la simpatia e la fiducia presso ai nazio-nali, e più assaì presso ai molti Tedeschi ger-manici dimoranti in Zurigo .

Una grande sventura degli Italiani è la man-canza di una soda istruzione religiosa, che li rendainvulnerabili agli assalti, che da ogni parte lorovengono dati specie dai socialisti e dai prote-stanti così detti evangelici . L'istruzione religiosaloro impartita in Italia potrà forse essere suffi-ciente e più, finchè dimorano in un ambientecattolico ; ma in una Zurigo dove l'ambiente èsaturo di protestantismo, di indifferenza religiosa,di miscredenza, dove ad ogni piè sospinto si in-contrano insidie contro la fede, dove per recarsialla chiesa cattolica è mestieri fare il sacrificiodi un' ora e più di cammino.... essa è assolu-tamente insufficiente. È un fatto constatato nonsolo per gli Italiani, ma anche per i cattolicidi altri paesi : mentre noi vediamo la maggiorparte di quei cinque o sei mila cattolici - zu-righesi, bernesi, argoviesi - fermi come scogli,cattolici tutto d'un pezzo, perchè forniti d'istru-zione religiosa veramente seria, d' altra partetroviamo molti fra i cattolici bavaresi, vurtem-berghesi , badesi , urani , lucernesi , ticinesi editaliani, che formano il numero maggiore dei 40mila cattolici di Zurigo, li troviamo avere dicattolico poco più che il nome .

Con ciò non intendiamo dire che i protestantievangelici riescano a fare molti proseliti fra gliItaliani ; con i 300 franchi che loro darebberoin premio nell'atto dell'apostasia, con i buoniimpieghi che loro promettono e talora danno ,anche con questi ed altri simili incentivi, graziea Dio, non riuscirono finora a trascinare moltifuori della buona strada ; ma e colle conferenze,e colle sale di lettura, e colle cosi dette bibbieed altri libercoli dati e sparsi a profusione, rie-scono pur troppo a strappar ogni fede dal cuoredi molti, od almeno a renderli vacillanti e dub-

biosi, ad allontanarli dal prete e dalle pratichedella nostra religione . Per molti e molti Italianiormai il rimaner cattolici non è affare di con-vincimento più o meno profondo, ma puro ata-vismo .

Altra piaga profonda, che pur troppo va esten-dendosi, non solo fra i cattolici tedeschi, maanche fra gli Italiani, è quella dei matrimonimisti. Bene spesso i nostri contraggono il loro ma-trimonio solamente davanti l'autorità civile, ad-ducendo mille ragioni e pretesti per esimersi dalmatrimonio religioso ; e se pure lo celebrano, èben raro che la parte acattolica stia ai patti epermetta che la prole venga allevata nel catto-licismo. A ciò è duopo aggiungere ancora lafacilità, data e sancita dalla legge, di separarsie contrarre nuove nozze .

I figliuoli poi che nascono da tali matrimonisono bene spesso perduti per la religione, ordi-nariamente ancora per la patria. L'ambiente tuttotedesco in cui vivono, la poca istruzione ed ilpoco attaccamento dei genitori alla madre patria,l'obbligo di frequentare, fino ai 15 anni compiuti,scuole affatto tedesche, fanno sì che i figliuolicrescano o interamente tedeschi di lingua e disentire, o per lo meno stranieri o quasi all'Italia .Tale è il quadro, incompiuto ma vero, deglioperai italiani in Zurigo . Che cosa si è fatto fi-nora per loro? Che cosa resta tuttora a fare?

Passato e futuro - Buon volere del clerosvizzero - Necessità di preti italiani -D. Luigi Bondolfi e D . GiuseppeLuraghi -La Santa Sede ed i Salesiani - Primila-vori e cooperatori a Zurigo La Chiesaad imprestito e poi in un s alone-Visitealle famiglie italiane - Assistenza negliospedali - Sovvenzione in denaro .Nei primi tempi dell' emigrazione italiana,

poco o nulla si fece per gli emigrati : il clerolocale, ignaro della lingua italiana, aveva benaltre e gravissime cure cui attendere : si trattavadi lottare per la vita . Appena però fu possibile,si incominciò a pensare a far qualche cosa ancheper gli Italiani : non molto certo, non bastandoa ciò lo studio teorico della lingua italiana fattaad hoc da parecchi zelanti sacerdoti, ma tantoalmeno da dimostrare il buon volere da cui eraanimato il clero svizzero verso gli operai italiani .

Sventuratamente la differenza di idiomi, dicarattere, di indole, l'ignoranza dei più fra gliitaliani, la loro poca pulizia, il poco rispetto perla Chiesa, la loro indifferenza per le pratichereligiose, l'irreligiosità, o vera od affettata, in molti,fecero sì che l'interesse, che di loro si eranopresi i pochi sacerdoti cattolici di Zurigo, siraffreddasse assai, quando pure non degenerò inuna tal quale repulsione . Si vide perciò la con-venienza che per gli italiani pensassero pretiitaliani,

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Parecchi ce ne furono od italiani, od almenoprovenienti dalla Svizzera italiana, che si ado-perarono al bene spirituale dei nostri connazionali,taluno lasciando profonda e grata memoria disè. Citeremo solo il compianto D . Luigi Bon-dolfi di Poschiavo e D. Giuseppe Luraghi . Ilprimo spese interamente in pro deglì Italiani ipochi anni di vita che il Signore gli diede, ela sua morte prematura, dovuta appunto al suozelo instancabile, lasciò largo e sincero rimpiantoin quanti lo conobbero ed apprezzarono . Lo ze-lante Missionario Apostolico D . Giuseppe Nuraghidi Porlezza, già Parroco di S . Pietro Sovera,venne un tempo a stabilirsi in Zurigo e si de-dicò tutto al bene degli operai . Fra le operesue è primieramente da noverarsi la fondazionedella Lega Operaia Cattolica Italiana che, natain mezzo a mille difficoltà, a mille opposizioni,non solo si mantenne in vita, ma si diffuse inparecchie città della Svizzera, come Lucerna,Basilea, Friborgo, Sciaffusa, S . Gallo, producendomolto bene coll'affrattellare i migliori fra glioperai italiani .

Tuttavia gli sforzi e l'attività di D. Luraghinon potevano bastare a tutti i bisogni ognoracrescenti della colonia italiana, e tanto menodegli emigranti periodici, che avevano, qualcheanno fa, toccato il massimo numero . D'altra partemotivi urgentissimi lo richiamavano alla sua par-rocchia di S. Pietro. Fu allora che, dietro vi-vissima istanza dell'Episcopato Svizzero, la SantaSede affidò alla nostra Pia Società la importan-tissima e difficile Missione .

I principii di essa non potevano essere piùmodesti . Il 30 novembre 1897 un sacerdoteSalesiano, D. Augusto Amossi, partiva da Ba-lerna per andare a Muri, nel Canton d'Argovia,dove, quell'anno appunto, si era aperta una CasaSalesiana dì arti e mestieri, per occuparsi di là edaiutare la Missione di Zurigo . Per tutto quel tempo,e cioè fino all'ottobre 1898, egli ogni settimanasi recava a Zurigo. Ma non tardo a vedere essereimpossìbile di lavorare con profitto in quel modo,e si persuase essere al tutto necessario che, almenoun sacerdote , si stabilisse permanentemente inZurigo. Non senza ostacoli e difficoltà assai, ila no-vembre 1898, veniva fatto al suddetto sacerdotedi impiantare definitivamente le sue tende inZurigo. L'anno seguente poi, essendo al tutto neces-sario di aumentare il lavoro, gli si unì un altro sa-cerdote Salesiano, che lo coadiuvò assai nell'im-presa .

Qui le difficoltà crescevano a mille ; bisognòcercarsi un alloggio perchè nulla era preparato :non casa, non cortile, non cappella, assolutamentenulla. Grazie all'aiuto caritatevole di Sua Eccel-lenza Mons . Battaglia, Vescovo di Coira, del dottorPestalozzi e di altra pia persona, si potè mettere

insieme una piccola somma, tanto per sopperirealle prime necessità . Si affittò un sufficiente al-loggio nella Casa Sociale, appartenente ora aicattolici tedeschi, nel sobborgo di Aussersihl per800 fr. annui, e cosi si ebbe un luogo ubi re-clinare caput . Per la cappella non v'era a pen-sare, almeno per allora : le due parrocchie cat-toliche, quella di Aussersihl in ispecie, non di-scosta dall'abitazione del missionario, avrebbe perintanto servito .

Ma ecco subito una grave difficoltà : le duechiese cattoliche di Zurigo, belle e tenute conmolto gusto e decoro, sono a mala pena suffi-cienti pei bisogni dei 40 .000 cattolici svizzeri etedeschi, che la domenica le riempiono senza in-terruzione dal primo mattino sin dopo le undici .

Grazie al buon volere del Parroco, si potèavere un'ora per gl'Italiani, dalle 6 alle 7 nel-l'estate, mezz' ora più tardi nell'inverno . Non èpossibile ottenere di più e l'ora concessa per laMessa e la spiegazione del Vangelo non è certola più propizia pei poveri Italiani, molti deiquali poi, per non intervenire volentieri o pernon intervenire addirittura ad una chiesa impre-stata, trovano una scusa nel biasimo che si fadai tedeschi, assai più riguardosi, al loro con-tegno nella casa di Dio .

Si veda un po' quali miserie concorrono adallontanare i nostri connazionali dalla Chiesa !Come se non bastasse la spaventosa indiffe-renza ed apatia religiosa, come se non bastasseun altro fatto strano e doloroso, la negligenzapiù grande nelle pratiche religiose da parte delledonne italiane, che a Zurigo sono tutt'altro, cheil devoto femmineo sesso !

Da qualche tempo si pensò ad un certo qualrimedio : dopo lunghe trattative si potè avere,nei giorni festivi, l'uso del salone della Casa So-ciale per circa due ore, pagando per ogni voltaben 20 franchi di affitto . Ma anche questo ten-tativo non produsse il bene che era da sperarsi .Anzi tutto ne è causa l'antipatia che provanoper quella sala la maggior parte degli Italiani .E non hanno certo tutti i torti . Quando si con-sideri che detta sala fu per lungo tempo adibitaad ogni sorta di usi, che essa servì per ognisorta di radunanze, che vi si tenne ogni speciedi ricreazione, che fu per lungo tempo il ritrovodei socialisti e peggio, e che tutt'ora è luogoaffatto profano ...non è poi a stupire se moltie molti Italiani non sanno proprio decidersi adintervenirvi per ascoltare la S. Messa, per udirela parola di Dio . Come posso io, è domandasentita ad ogni istante, come posso io andare asentire la Messa, come posso io pregare inluogo, dove io stesso ho fatto d'ogni erba fascio ?E così il povero Missionario, oltre che deve pa-gare del suo, tutte le domeniche, una quindicina

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di franchi per l'affitto del locale (i pochi fedeliche v'intervengono non riescono a mettere insiemepiù di quattro o cinque franchi), non ottiene com-pletamente il suo intento di radunare i suoi con-nazionali in un luogo dove possa con tutta libertàofficiare ed istruire .

Oltre alla cura spirituale degli Italiani neigiorni festivi sono da annoverarsi varie e molte-plici altre cure usate loro durante la settimanaprincipalissima è la visita alle famiglie, le qualia tutt'oggi furono visitate in numero dì pressoa duecentocinquanta . Come già si accennò, nonhanno gli Italiani una sede loro propria in Zu-rigo, un rione italiano : sono disseminati un po'dappertutto , spesso a grandi distanze gli unidagli altri, oggi qua, domani là, secondo le con-venienze delle finanze e del lavoro . La visitapertanto di 250 famiglie rappresenta un lavorodegno di molta considerazione ed è il risultatodi mesi e mesi di scorrerie attraverso quella va-stissima città . Appunto con queste visite al Mis-sionario cattolico vien fatto di farsi conoscere damolti, che da anni vivono in Zurigo ignari affattonon solo della presenza di un sacerdote italiano,ma persino dell'esistenza di una chiesa cattolicaqualsiasi : in queste visite si scoprono connubiifatti Dio sa come, famiglie disgraziate, figliuolidi otto, dieci anni non ancora battezzati od edu-cati nell'eresia... Però in generale si può direche la visita del sacerdote italiano è ben accoltadai più ; i meno ben disposti non osano di viaordinaria, venir meno alle regole della buonaeducazione .

Si ebbe anche per circa un anno la cura degliItaliani nell'Ospedale Cantonale ed in altri . Oraperò, causa il trovarsi tutti quanti gli ospedalidi Zurigo sul territorio della Parrocchia di No-stra Signora (Liebfrauenkirche), presso la qualetrovasi come Vicario il sacerdote grigioneseDott. Tamò, che molto si occupa anch'egli perbene degli Italiani, la cura spirituale degli Ita-liani, come dei Tedeschi, degenti negli ospedaliè affidata per intero al clero di quella Parrocchia .

Altra opera in pro degli Italiani, oltre all'as-sistenza religiosa in caso di malattia, è il cate-chismo ai fanciulli, che si fa regolarmente duevolte per settimana, ma che si dovrebbe fareogni giorno se tempo adatto e locali lo per-mettessero . E qui notiamo di transenna il bisognodi un Oratorio Festivo, di cui in Zurigo non siha la menoma idea, e che pure sarebbe di unaassoluta necessità.

Altre opere ancora compie il Missionario, qualela visita alle prigioni, dove pur troppo la coloniaitaliana fornisce sempre il suo contingente, ed isoccorsi pecuniari che vengono somministrati aibisognosi . Solo quest'anno sono ben 500 franchiche si dovettero sborsare in elemosine dalla Mis-

sione, indipendentemente da quanto fu distribuitodalla Conferenza di S . Vincenzo . Nessuna mera-viglia che si incontrino tanti bisognosi in unacittà dove pure si accorre da ogni parte in cercadi pane e lavoro .

Anzi tutto è da notarsi che se, per via ordi-naria, muratori, tagliapietre, gessatori e manovalitrovano lavoro con relativa facilità, lo stesso nonè a dire di quelli, e sono molti, che, avendo fattoun certo corso di studi, sperano trovare occupa-zione in Zurigo. Se manca a costoro una piùche mediocre conoscenza della lingua tedesca, èpressoche impossibile che possano conchiuderecomecchessia . E pur troppo sono molti che, in-gannati forse, si lusingano di migliorare la lorocondizione a Zurigo ; e, dopo aver bussato a tuttele porte, e dopo aver ricevuto ripulse su ripulse,finiscono poi col ricorrere al Missionario, chie-dendo per somma grazia i mezzi di ritornare allapatria abbandonata. A questa classe di bisognosisi aggiungano poi i disoccupati, specie nella cat-tiva stagione, il cui numero va aumentando ognidì più in seguito alla crisi edilizia accennata piùsopra. Operai onesti, laboriosi, da anni ed annidimoranti in Zurigo, conosciuti e ben voluti dagliintraprenditori, stentano ormai a trovare un col-locamento qualsiasi, se abbiano avuto la disgraziadi perdere, anche senza loro colpa, il posto dovelavoravano.

Allora si rivolgono al sacerdote italiano peraiuto ; ma sventuratamente, bene spesso il Mis-sionario o non li può aiutare, oppure non puòfarlo che in modo al tutto insufficiente . E purtroppo avviene allora che molti, male consigliatidal bisogno, vadano a battere ad altre porte, doveè bensì loro assicurato un tozzo di pane per sèe per la famiglia, ma a condizione di far gettodella loro fede .

Conte si sostiene la nostra Missione? - ABasilea, Arau, Vevey ecc . - Necessitàd'una Cappella propria e dell'Oratorio Fe-stivo - Un luogo di ritrovo - Mancanzaassoluta di mezzi - L'Opera delle Missioniinterne - Appello alla carità degli Ita-liani .E con quali mezzi si sorregge la Missione

Salesiana in Zurigo ? Eccoli in due parole ; labenemerita Società delle Missioni Interne dàalla Missione fr. 1500 annui ; a questa sommasono da aggiungere le elemosine delle Messe,e qualche offerta di benevoli persone. Conqueste, che sono le sole entrate della Missione,i due sacerdoti debbono pensare al vitto, all'al-loggio, al vestito, a tutto e debbono trovare an-cora di che sovvenire e soccorrere i bisognosi,che a loro si rivolgono . Non solo : coi pochimezzi di cui dispongono si obbligano alla curadi molti Italiani anche fuori di Zurigo . Bastimenzionare Basilea, ora fornita d'un Missionario

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stabile, Aurau, Frauenfeld, Vevey e molte altrelocalità di minor importanza, dove pure trovansimolti Italìani, per lo più in emigrazione tem-poranea, ai bisogni spirituali dei quali hannoprovveduto nel modo migliore possibile, grazieallo zelo di quei reverendi Parroci, o con mis-sioni, o con un servizio religioso fatto con re-golarità ogni tre o quattro settimane . Dal sinqui detto appare quali siano i bisogni più ur-genti di quella Missione .

Anzitutto è necessario che i nostri connazio-nali abbiano in Zurigo una Cappella loro propria,capace almeno di un seicento persone . La cap-pella italiana dovrebbe sorgere in una localitàrelativamente centrale per gli Italiani, e situataa ragionevole distanza dalle due Parrocchie Cat-toliche di Zurigo, discoste fra loro oltre mezz'oradi cammino. Chi non vede che in casa propriagl'Italiani avrebbero per l'orario delle funzioni,per l'istruzione religiosa ecc . ben altri commodiche non hanno presentemente nelle due Parroc-chìe straniere pur tanto caritatevolmente im-prestate ? Allora anche il timore di esserericonosciuti poco garbati non l' avrebbero più inostri poveri e cari operai!

Alla Cappella è assolutamente necessario chesia annessa una Casa della Missione per la di-mora stabile dei sacerdoti, per l'Oratorio Festivo,per le scuole Italiane e per un ritrovo dei nostrioperai . L'Oratorio Festivo è l'unico mezzo pertogliere ai pericoli della strada centinaia e cen-tinaia di ragazzi e ragazze italiane, ed impartirloro non solo nei giorni festivi, ma anche lungola settimana, quell'istruzione religiosa che oraloro manca del tutto . coll'aiuto di Dio, si potesseriuscire ad instillare nella mente e nel cuore di tantigiovanetti, che ora crescono ignari affatto, i prin-cipii di nostra Santa Religione, quanti inquilinidi meno avrebbero le prigioni elvetiche ; quantiottimi cristiani e buoni cittadini si educherebbero ;quanto onore ne avrebbe anche la nostra caraItalia, che ora è sospettata, è detta, da nonpochi stranieri, madre degli assassini! Gli stessigenitori ne avvantaggerebbero ; dall'esempio deiloro figliuoli verrebbero richiamati alla via delbene!

Abbiamo narrato, parlando della condizionedell'operaio italiano, il fatto che i giovanetti ita-liani crescono talmente intedescati da ignorareaffatto la loro madre lingua. A questo la Mis-sione potrebbe porre un riparo coll'istituzione discuole italiane almeno serali . Non siamo ora ingrado di dire come potrebbero e dovrebbero es-sere organizzate tali scuole, mancandoci ancorauna sufficiente cognizione della legislazione sco-lastica del Cantone ; ma quando si fosse giuntial punto di poter concretare tale progetto, nonsi mancherebbe certo di occuparci di tale que-

stione e di trovarle una soddisfacente soluzionefutura .

Compimento poi dell'opera sarebbe, nella Casadella Missione, un ritrovo serale per i nostriconnazionali. Educati in luogo sicuro alla vitacattolica, al risparmio, che potremmo anche fa-vorire ed aumentare con apposita cassa operaia,intrattenuti anche con divertimenti onesti, i nostricari operai verrebbero salvaguardati dalle lu-singhe e dalle insidie del socialismo, che menaora tanta strage fra loro . Andiamo più oltre : laCasa della Missione potrebbe anche ricoverare igiovanetti abbandonati e fornir loro, insieme conl'istruzione religiosa e civile, anche il modo diavviarsi ad una professione con cui più tardiguadagnarsi onestamente il pane . E poi perchè nonsi potrebbe pensare a quella benedetta futuraCasa come ad un centro di zelanti missionarii,occupati a portare in tutta la Svizzera la loro operaa vantaggio materiale e morale di tutti i nostriconnazionali ?

A quel centro potrebbero far capo i nostriamici - italiani o svizzeri - per l'istituzionee l'esercizio di un Segretariato del popolo, perla diffusione della buona stampa, per tutta in-somma quella complessa azione di beneficenzache fosse riconosciuta vantaggiosa per gli emi-grati .

Questi i bisogni . questi i progetti della Mis-sione Salesiana a Zurigo ; ma finora mancanoaffatto i mezzi per sovvenire agli uni e compieregli altri . A Zurigo i prezzi dei terreni montanoa somme veramente eccezionali : a mala penasi può trovare, e non nei centri popolosi, un di-screto spazio per un istituto a meno di ottanta .novanta , centomila franchi . A questa ingentespesa sarebbe poi da aggiungere quella della co-struzione, dell'arredamento, ecc . ecc . Ed intantoil danaro, quella cosa che, dopo la grazia di Dio,è la più necessaria (come diceva un saggio PadreGesuita) per fare del bene, manca affatto . AZurigo non si incontra chi, fidente dell'esito, av-venturi somme e capitali ; là si vuol vedere etoccar con mano un'opera prima di favorirla eciò tanto più in quanto l'azione salesiana vi è pres-sochè sconosciuta ; - solo quando hanno vistoil bene che si fa, si decidono i buoni a dare illoro aiuto. Del resto i Cattolici di là non sonocerto i più ricchi ed i più in grado di aiutare,m a costituiscono anzi in via ordinaria la classemeno abbiente ; e poi già troppe sono le operebuone cui essi debbono pensare e provvedere . Achi ci rivolgeremo noi ?

Dicendo dei mezzi di sussistenza dei due Mis-sionarii, si e accennato al sussidio di 1500 fr .che essi ricevono dalle Missioni Interne dellaSvizzera. Quest'opera delle Missioni interne ècostituita di zelanti persone del clero e del lai-

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cato cattolico Svizzero, le quali mercè le ele-mosine e le oblazioni spontanee dei buoni, prov-vedono e sussidiano il mantenimento dei sacerdoticattolici, l'erezione di Chiese, la diffusione dellareligione nelle località non cattoliche della Sviz-zera. Tutto il bene, e non è poco, che si fa nelleparti protestanti della Svizzera, è frutto dell'O-pera delle Missioni Interne . Non si può adunquepretendere che essa possa validamente venir inaiuto alla nostra Missione per gli Italiani, inpro della quale, ed in Zurigo e fuori, ha fatto econtinua a fare quanto le è possibile . Dall'Italiadeve venir l'aiuto principale . Lo sappiamo, anchein Italia chi può e vuole disporre di aiuti pe-cuniarii a vantaggio delle opere buone non trovacerto difetto di queste opere, anzi sovente è pres-sato da cento parti a dare a dare e ... dia innome del Signore !

Ma si consideri : dove corrono i maggiori pericolicome cattolici e come cittadini i nostri conna-zionali bisognosi? In patria o all'estero? Il moltoche ormai si conosce, sulle tristi condizioni dellanostra emigrazione, i delitti immani commessisciaguratamente da Italiani, educati . più che inpatria, nelle conventicole di altri paesi, non la-

sciano dubbio sulla risposta. Esclamare che gliassassìni non hanno patria, potrà servire a qualchecosa, per es. a strappare un applauso rassicu-rante, a lanciare una frase come tante altre chefornisce l'inesauribile rettorica latina, ma a ri-storare l'onore nazionale, a salvaguardare, quelloche più importa, la religione di Cristo nei nostrifratelli non frasi ci vogliono, ma opere, operemolte e sacrifizi .

Questo sia detto tra parentesi per gli uominidelle frasi ; ai nostri cooperatori, la cui attivitàpratica è attestata dalle Opere di D . Bosco, di-ciamo : Coraggio, amici, soccorreteci ancora unavolta nell'impresa voluta da Dio . Unitevi in ap-positi comitati, i comitati e consorzi si uniscanoin federazione, e poi, compatti sempre, senza di-spersione di forze s'incominci il primo lavoro .che è quello di raccogliere danaro . Non importase non si potrà disporre subito di tutto l'occor

-

rente : il bene, diceva D . Bosco, si fa come sipuò , e noi ci accontenteremo intanto dellasomma necessaria per l'acquisto del terrenogettate le basi dell'opera santa, siamo sicuri chela Provvidenza non ci lascierà mancare i mezziper compierla degnamente .

Le LETTURE AMENE ED EDUCATIVE benedette dal Santo Padre .

La Direzione delle Letture Amene ed educa-tive, avendo, in occasione dell'Anno Santo, umi-liato ai piedi del Santo Padre i volumi finorapubblicati, quale umilissimo omaggio di sua figlialevenerazione e sudditanza, implorando in paritempo dal Vicario di G . C. una speciale benedi-zione, su quanti cooperano alla compilazione ediffusione di tali Letture, riceveva testè dalCard. Rampolla il seguente rescritto : - Conmolto piacere ho rassegnato al Santo Padre le tras-messemi cinque serie delle Letture Amene ed Edu-cative pubblicate a cura della Congregazione Sale-siana. Sua Santità ha gradito siffatto omaggio e inpegno di tale gradimento ha ben di cuore impartitola implorata Apostolica Benedizione . - Questapaterna benedizione è una gemma splendida postadalla mano del più grande personaggio di questaterra sulla fronte delle Letture Amene ed Educa-tive, e noi siamo sicuri che una tal gemma, collavivezza dei suoi splendori, attirerà sopra questapubblicazione gli sguardi di tutte le buone fami-glie cattoliche, le quali si faranno un dovere diabbonarvi i propri figliuoli e figliuole .

Queste Letture sono scritte appositamente perla gioventù e ripiene di mirabile armonia fral'educativo e l'ameno, fra l'utile e il dolce . I 30volumi pubblicati finora e graditi dal Santo Padresono ricercatissimi, e costituiscono un vero gio-iello per le biblioteche delle famiglie e degli isti-tuti d'educazione . In questa collezione di LettureAmene ed Educative si ha di mira sopratutto dipubblicare racconti, romanzi, novelle, bozzettiecc. che possano senza pericoli correre per le manidi tutti i giovanetti e le giovanette . Non man-cano pubblicazioni affini ; ma queste per lo piùhanno solo in mira di dare alle famiglie ed alle

persone già formate sane letture, senza curarsi diciò che può tornare di nocumento all'anima te-nerella dei giovani, mentre la nostra, fondata sulsistema educativo di Don Bosco, è fatta apposi-tamente per la gioventù, e può correre libera-mente per le mani della gioventù di tutti gliistituti ed educandati .

Con piena cognizione di causa la raccomandiamoquindi caldamente , in sull'esordire di questonuovo secolo, ai genitori tutti e più specialmenteai Direttori ed alle Direttrici degli istituti catto-lici, ai presidenti dei circoli e delle società ope-raie, perché vi abbonino i primi i loro figli, glialtri i propri alunni ed allieve ed i terzi le bi-blioteche delle istituzioni da loro presiedute . Lamodicità del prezzo (sei volumi all'anno di ben2000 pagine complessive riccamente illustrate persole lire 4,50 nel regno e 5,75 all'estero), rendeinfine questa pubblicazione accessibile a tutte leborse .

La benedizione del Santo Padre fecondi questanostra umile raccomandazione e le Letture Ameneed educative produrranno un bene immenso nellefamiglie prima e poscia nella società .

Per abbonarsi rivolgersi all'Amministrazionein Via Madama Cristina, 1 - Torino, la quale hapure assunto lo spaccio di un interessantissimolibro, una vera novità fin di secolo . Questo libroè intitolato Fogliette e Fiori di DomenicoFranchetti e sono una serie di venti attraentibozzetti che saranno letti con avidità somma datutti, specie dai torinesi . E' un bel volume di200 pagine illustrato da molti disegni del celebroartista G. Carpanetto, con copertina in quadri-cromia . Costa solo L. 1,80 .

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Cari bambini e bambine, fanciulli e fan-ciulle, sparsi in tutte le città dei mondo, voi

non dovete mancare nel santo commovimentodi tutta quanta la terra, nel grandioso eduniversale Omaggio a Gesù Redentore . Voiche formate un grande esercito, debole ed im-potente oggi, forte ed operoso domani unitevitutti per apparecchiarvi alla solenne consa-

crazione dei vostri cuori a Gesù, e per innal-zare in Loreto, presso la S . Casa, ove Gesùpassò la sua divina Infanzia e lasciò carememorie della sua fanciullezza, un grandeMonumento ricordo votivo della consacra-zione : La statua di Gesù che benedice i bam-bini.

La statua da erigersi in Loreto, rappresen-terà Gesù nell'atto di benedire affetuosamentee solennemente i bambini . Il gruppo dei bam-bini sarà almeno di cinque, rappresentantinei. diversi tipi l'infanzia dell'Europa, del-l'Asia, dell'Africa dell'America e dell'Oceania .

Ciascuno dei cinque bambini offrirà a Gesùun cuore, simbolo della totale consacrazionefatta a Lui ; e dentro quei grandi cuori sa-ranno rinchiusi i nomi di tutti i bambini delinondo, di maniera che il bambino europeomentre rappresenterà l'infanzia d'Europa, pre-senterà a Gesù perchè li benedica, i bimbitutti d'Europa ; così il bambino Americano

così quello Asiatico, ecc.Ai lati del monumento sa

-

ranno illustrati in bassorilievoalcuni episodii della vita delRedentore relativi all' infanzia,sicchè i quattro bassorilievi a-vranno questi quattro grandisignificati : Gesù e i bambini infamiglia ; Gesù e i bambini allascuola di Religione ; Gesù e ibambini poveri ; Gesù e i bambiniinfermi.

Orsù adunque, la voce che viinvita alla solenne consacrazionee all'erezione del Monumentoricordo votivo, varchi i confinidella nostra penisola, echeggioltre le Alpi, valichi i mari,s'oda in ogni regione dellavechia Europa, s'interni nelleterre dell'Africa, penetri in ognicristiana contrada dell'Asia, ac

-cenda di fresco entusiasmo ifervidi credenti del Nuovo Mon-do, s'ascolti persino dall'unaall'altra isola della lontana Ocea-nia ; e suoni come l'invito di unangelo là ove c'è una folata dibambini all'ombra di un tempiocattolico, o della tenda di unMissionario .

Per ulteriori schiarimenti, perritirare le schede e le immagini,dirigere lettere ecc . al R. P. Ro-BERTO DI S. TERESA . CarmelitanoScalzo TREviso . - opp. al R. P .SERAPIONE . Carmelitano ScalzoBRESCIA- o al CAN. GIUSEPPECAFF. - CATANIA (Sicilia) .

Noi ben volentieri abbiamofatto nostro quest'invito del R. P. Roberto e loraccomandiamo specialmente ai RR . Direttorie Direttrici degli Istituti d'educazione i quali ele quali con semplice biglietto di visita man-dato ad uno dei tre surriferiti indirizzi, possonoavere tosto le schede e gli schiarimenti che noinon possiamo dare per mancanza di spazio . Atutti i padri e le madri ascritti alla Pia UnioneSalesiana diciamo anche di far in modo chei loro figli prendano parte a questa grandemanifestazione di cuori innocenti a GesùRedentore.

OMAGGIO MONDIALE DEI BA MBINI E FANCIULLI AL REDENTORE

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Grazie di Maria AusiliatriceDa morte a vita .

Il giorno 6 aprile u . s. cadeva gravementeinfermo di polmonite Sarbinowski Andrea,alunno di questo Istituto. Non ostante le piùsolerti cure, la malattia fa tali progressi, cheal sesto giorno, tenuto il consulto medico, ilcaso è dichiarato disperato . Gli si ammini-strano tutti i SS. Sacramenti, gli si impartela Benedizione Papale e, coll'animo trepi-dante, si teme di vederlo spirare da un istanteall'altro. La notte dal settimo all'ottavo giornoè continuamente assistito dai sacerdoti dellaCasa, che si danno il turno, pronti a riceverel'anima sua ed aprirle le porte del Paradiso .L'ottavo giorno peggiora assai ; dopo il mez-zodì ammutolisce, divien freddo e rigido intutto il suo corpo, il polso è debolissimo,così veloce però che riesce impossibile nume-rarne le pulsazioni ; pare imminente la cata-strofe . Ma così non era scritto nei decretidivini; nol permise Maria!Dopo avere avvisati del grave caso i pa-

renti nella lontana Polonia, ed il fratello sa-cerdote a Roma, noi ci rivolgemmo con unapubblica novena alla nostra buona MammaMaria SS. Ausiliatrice, recitando le preghiereconsigliate dall'indimenticabile nostro PadreD. Bosco. Si pregava da tutti e, contro ognisperanza, si sperava . Nè la nostra fiducia,sebbene messa a dura prova, venne delusa ;non era ancora finita la novena che il caroinfermo cominciò a sentirsi alquanto solle-vato ; tantochè rianimati dalla confidenza inMaria intrapprendemmo una seconda novena .Quanto è buona Maria ! Dopo qualche giornoi medici lo dichiararono fuori d'ogni pericolo ;non nascondendo essi medesimi che dove-vasi riconoscere nel fatto una mano superioreall'umana potenza . La convalescenza, partein collegio, parte in patria, fu piuttosto lunga ;ma ora Andrea è perfettamente ristabilito esi prepara a far ritorno fra noi . Nel rivederlonoi non potremo non esclamare : eccolo tor-nato da morte a vita .Prego a rendere di pubblica ragione questa

grazia, perchè si conosca una volta più quantosia efficace l'intercessione di Maria SS . Au-siliatrice e cresca ognora il numero di coloroche a Lei facciano ricorso nelle tribolazioni,ond'è amareggiato il nostro soggiorno quaggiù .

Lombriasco, 18 novembre 1900 .Sac . PIETRO TIRONE .

Salus infirmorum, ora pro nobis!La nostra buona Mamma Ausiliatrice è

veramente la salute e la consolazione di co-

loro che ricorrono a Lei con piena fiducia .Negli ultimi giorni. dello scorso luglio, la miafamiglia era immersa nel dolore . Una miasorella di 23 anni e madre di due teneri bam-bini giaceva a letto presa fortemente dallafebbre tifoidea. Stante la gravità del maleespresse il desiderio di vedermi, ed io, allametà di agosto, addolorata volava al suo fianco,accompagnata dall' otttima mia Direttrice.Visto che il caso era veramente grave e cheil medico non sapeva che dire, colle lacrimeagli occhi raccomandai alla cara inferma diconfidare in Maria Ausiliatrice . Io poi contutte le Suore di cotesta casa di Casale, in-cominciai una novena, promettendo di farpubblicare la grazia sul Bollettino e di man-dare un'offerta per i poveri Indii della Pa-tagonia! Ed, oh! potenza e bontà di questatenera Madre! Pochi giorni dopo aver ter-minata la novena mio cognato ripieno digioia mi scrive che la sorella è entrata digià in piena convalescenza .

Profondamente commossa per tanto favoreconcessomi da Maria, adempio la promessafatta inviando una tenue offerta, che speronon sarà l'ultima, e la prego di pubblicarequesta grazia affinchè tutti sappiano cheMaria non delude le speranze di chi in Leiconfida .

Casale Monf., 28 settembre 1900 .ERMELINDA DATTRINO

Figlia di Maria Ausiliatrice .

Ottennero pure grazie da Maria SS . Ausilia-trice, e pieni di riconoscenza inviarono offerteal suo Santuario di Torino, o per la celebrazionedi S. Messe di ringraziamento, o per le M issioniSalesiane, o per le altre Opere di D . Bosco, iseguentiA*) - Alba : M . L ., Lire 1 per grazia . -Aleppo

Giorgio Descovich . - Alessandria : Sandri Giuseppe,2 per grazia . - Airolo : (Canton Ticino) : Lombardi Tran-quillina, 10 con Messa per grazia ricevuta e per im-petrarne altre . - Ancona : Rodelli Vincenza, 5 pergrazia.- Autronapiana: Comoli D . Vito, 2 per grazia .E) - Badolato : Paparo Giovanni, 20 per la guari-

gione dello zio Antonio . - Beinasco: M . M . S., fa cele-brare una Messa per ottenuto assestamento di affarifinanziari.-Bologna:A. Barigazzi ringrazia Maria peraverle guarita la mamma, liberandola da pericolosaoperazione, e per esser stata due anni fa prodigiosa-mente sottratta dal pericolo di peccato .- Bolzane t o(Genova) : Lucchini . Elena, 5 per grazia-Borgomanero(Novara) : Caraneo G . B ., 10 per le missioni e per unaMessa all'altare di Maria onde impetrare importantegrazia . - Boia : Antioca Mocci Chelo, 5 con Messaper l'ottenuta guarigione del marito . - Brescia : Per-

(*) L'ordine alfabetico qui segnato è quello delle città e deipaesi, cui appartengono i graziati da Maria Ausiliatrice .

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linghetti Bellegrandi Adelaide, 5 per Messa di rin-graziamento poi raccolto dei bozzoli . - Busto Arsizio :Eugenio Pezzoni, 5 per ottenuta insperata guarigione .C) - Callao (Perù) : Antonio Ornano ringrazia vi

vamente Maria per esser stato prodigiosamente gua-rito da paralisi parziale al lato destro . - CaldognoVerzara Vittorio, 10 per grazia . - Campinas (Bra-sile) : D . Pietro M . Lamberti scrive che una madre difamiglia per ottenuta guarigione di cara persona hamandato circa 500 lire in moneta brasilena per i fan-ciulli poveri del Collegio Salesiano di detto paese . -Camatta di Chignolo Po : Cerri Maria maritata Arde-magni, 10 per grazia . - Caponago (Milano) : FedeliGiuseppina 20 in riconoscenza dei favori ottenuti daMaria . - Carate Brianza : Maria Mazza, 10 per unaMessa in ringraziamento di singolarissima grazia . -Cardona di Villadeati (Alessandria) : Morra D. Annibale,5 con Messa di ringraziamento. - Casale di Scodosia:Amalia Zanetti-Fabris, 5 per insperata guarigione dagravissima infermità . - Casaleone (Verona) : CasonatiClorinda . - Cassano Spinola : Rolandini D. Carlo Ar-ciprete, 20 in soddisfazione di promessa fatta a Maria .Castelletto: Verdi-Signorini Giuseppina, 10 per grazia .- Castione di Chiesa: Sac. Ben. Canelini Parroco, 35in ringraziamento di una guarigione ottenuta e peruna novena alla Vergine secondo la sua intenzione .- Cavour : M . M. C ., 1 per ottenuta guarigione dallefebbri nervose . - Ceresole Reale : Colombo Mainotto,10 con Messa di ringraziamento. - Colà (Verona) : DaSacco contessa Eleonora, 5 per Messa in ringraziamentodei benefizi ricevuti . - Confienza (Pavia)- Teol. GarrioneFrancesco Parroco, 20 a nome di pia persona per graziaraccomandando che si continui a pregare per la me-desima . - Conighello (Trento) : Bellotti Germano, 13per grazia . - Cremona : Famiglia Zanisi, 10 per grazia .- Croce-Nasso: Rivetti Fortunata Maestra, 10 per ot-tenuta guarigione .D)-Delio (Caltanissetta) : Marchiolo Francesco già

Tenente Contabile, 5 per l'ottenuta guarigione delsuo bambino . - Dorno Lomellino : Sac. Gattorno Luigi,5 con Messa per grazia .F) - Fagnano Olona: Bosetti Giovanni, 10 per dueMesse di ringraziamento . - Fossano : Bergese Gio-vanni, 1 e ringrazia Maria per l'ottenuto impiego .G) - Genova : Lertora Adele, 10 per grazia . -

Granarolo di Faenza : Il Sac. Fenati Sebastiano Arci-prete scrive : « Tutti gli anni invece di assicurare ilmio podere presso qualche società di assicurazionemetto sotto la protezione di Maria Ausiliatrice tuttii prodotti agricoli promettendo un'offerta al suo San-tuario . Quest'anno Maria, non solo ha difeso il miopodere dalla gragnuola , ma mi ha ottenuto dal Si-gnore un raccolto abbondantissimo, sicchè ho potutopagare alquanti dei gravissimi debiti di citi mi sonoaggravato per costrurre la nuova chiesa parrocchialededicata a San Giovanni Evangelista . Pertanto, colcuore riboccante di gratitudine verso la mia cara be-nefattrice, invio la piccola offerta di lire 15 da impie-garsi in ciò che si crederà più gradito a Maria SS .»I) - Isola d'Asti : Suor Felicina Ravazza,Direttrice

dell'Asilo, ringrazia Maria SS.per aver prodigiosamenteridonato ad una buona mamma del paese l'unico figliocolpito dal tifo e dalla menengite quando appuntoera perduta ogni umana speranza .L) - Laguanello (Milano) : Zaroli Don Gerolamo

Parroco, 5 per grazia . --Lentigione: Guernieri Corinna,2 con Messa di ringraziamento . - Licenza (Roma) :Riberi -Maurizio Stefano Falconieri. insegnante . -Ligornetto (Canton Ticino) : Marietta Pagani, 10 peruna Benedizione col SS. Sacramento all'altare diMaria in ringraziamento dell'ottenuta guarigioneda pericolosa malattia. - Lodi: Ch. Giovanni Galva-noni , 5 con Messa per ottenuta guarigione dellamadre .

M) - Mantova : Elena Gaggi, 2 con Messa in rin-graziamento dell'ottenuta guarigione da pericolosamalattia . - Massino (Novara) : Marmi Giovanni, 4 pergrazia . - Melle (Saluzzo):Bocca D Matteo Parrocodi S . Eusebio, 4 per Messe di ringraziamento a nomedi pia persona . - Milici Castroreale : Sac. Angelo

Conti, 2 con Messa per grazia . - Modica (Sicilia) :Sac. Antonio Renda, 37,25 con quattro Messe in rico-noscenza di avergli conservata la vista e per averridonato la salute a parecchie persone di stia famiglia .- Moncalvo: Manacorda Ernesta, 5 per ottenuta se-gnalata grazia spirituale .- Montagnana : N. N ., 5 persegnalatissima grazia spirituale eper ottenerne un'al-tra . - Mortara : Casalone Ernesto, 5 per grazia . -Monza : Giudici Enrico, Chierico nel Seminario Arci-vescovile, 2,10 per grazia . - Marano (Venezia) : Ce-rutti D . Luigi, 10 per grazia .N) - Napoli: Luisa Saggese Nicolini ringrazia per

la miracolosa guarigione di una stia nipotina . - Na-zaret (Palestina) : Il Sac. Carlo Vercanteren, vicediret-tore dell'orfanotrofio di Gesù Adolescente, riferisceclic Maria ha mirabilmente protetto l'Istituto nellacaduta di una parte del tavolato che serviva di sof-fitta ai dormitori . - Nomaglio (Torino) : Curri Vin-cenzo sarto, 40 per grazia . - Novalesa di Susa : F. M .,50 per grazia . - Novara : Scendrate Ercolina ved .Garbagnoli, 5 con Messa per grazia .O) - Offida : Clelia Traini, 5 per Messa di rin -

graziamento .P) - Padova: Antonini Giuseppina, 25 per grazia

ricevuta . - Parma : Gottardo Angelo, 10 per grazia .- Pavia: Ragnoni Adelaide, 25 per ottenuta guarigione .- Pedara : Il Sac. Salvatore Canuto manda a nomeili una Signora di Trecastagni un paio d'orecchinie lire 6.- Pesaro : Silvia Serro Ved . Monti, 2 per grazia.- Pinerolo : Giuseppe Scovarda maestro, 1.50 perMessa di ringraziamento a nome d'un povero padredi famiglia che ottenne doppia grazia nella guarigionemiracolosa e nel collocamento di un suo figlio ; FermaFiorenza, 5 per grazia . - Piscina (Torino) : BertraminoFrancesca, 1 per grazia . - Podenzano (Piacenza) :Fiocchi Padovani Adele, 5 per grazia . - Pont-Bosette :Savin Maddalena e Savin Grato . - Porte (Torino) :Barale Anna, 5 per grazia . - Potenza: Servetti Ma-rianna, 5 con Messa per grazia ottenuta da sua so-rella .R) - Randazzo (Sicilia) :Il Dottor Carmelo Cam-

pione con sua lettera inviata al Direttore del nostroCollegio, ringrazia Maria SS . con queste parole : « Èalla Vergine Ausiliatrice che io devo la vita . Soloper suo miracolo evidentissimo mi salvai nella occa-sione in cui uno sciagurato, per infami e false insti-g azioni tentò di assassinarmi con ben cinque colpidi scure senza che io avessi meco per difesa altraarma che una medaglia di Maria Ausiliatrice . Comeringraziare sì buona Madre di tanto benefizio ? Hopromesso che avrei diffuso la divozione dell'Ausilia-trice fra noi, donando alla chiesa della mia parrocchiauna bella statua dell'Ausiliatrice e interessandomiogni anno di solennizzare con una festicciuola il giornoin cui vien festeggiata all'Oratorio di Valdocco . » -Rivanazzano Valghiaia : La famiglia di A . P ., 2 ed unanello per due singolarissime grazie ottenute nellasistemazione e nel miglioramento dei suoi interessi .Le grazie si ottennero quando tutto sembrava dispe-rato e quando tutti i mezzi umani furono esauriti . -Robella Monferrato: Tersilla Martini, 4 per due Messe,una di ringraziamento e l'altra per ottenere unanuova grazia . - Roma : Federico Lunardi seminaristaper esser stato liberato dal servizio militare e per ilfelice successo dei suoi studi .S) - Sala Baganza (Parma) : Achille Guidorossi,

20 per quattro Messe di ringraziamento . - Salerno:Notar Leonardo Gargano, 2 per Messa di ringrazia-mento.- Salto Orientale (Montevideo) : Lombardo Carlo,50; delle quali 20 per ringraziare Maria di moltissimegrazie ottenute . - Santa Vittoria d'Alba : Torrero Co-maglia Anna ; Angeli - Prando Catterina ; Bongiovanni-Prando Maria . - San Pantaleo (Cagliari) : Gio-vanni Petretto per esser stato guarito dalle febbrimalariche. - S . Pietro Incariano (Verona) : Gra-ziani nobile Amalia Arrigozzi, 5 per- grazia . -Sassello : Bartolomeo Badano, 10 con Messa per ot-tenuta guarigione . - Sedrina (Bergamo) : Ghisal-buti Geremia, 5 per grazia . - Serravalle Scrivia :Sac. Giuseppe Roveda, 500 a nome della Signora T .

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A. per favori ricevuti . - Solbiate Olona (Milano) : Co-lombano Adami, 5per Messa di. ringraziamento.-Sortino (Siracusa) : Mariano Regazzi, 20 per aver avutola nuora salva da certa morte . - Spezia : FamigliaCoviglione, per grazia . - Stradella : Riccardi Giovanni ;Sabbia Marietta ved. Daccio, 5 per grazia .T) - Torino :, Sorelle C. per l'ottenuta guarigione

della manina ; Scapinardi Francesco per la guarigionedella moglie : C . 11 . Data L., 5 per Messa di ringra-ziamento : E . Cappa, 12 per triduo di Messe e benedi-zioni in ringraziamento dell'ottenuta guarigione didue suoi bambini .V) - Valfanera-S . Giuseppe : Grinza Giovanni, 22

offerta di cinque persone che ringraziano Maria Ausi-liatrice per aver avuto i loro fondi preservati dalla

IL XXV° ANNIVERSARIO DELLE NOSTRE MISSIONI A TORINO

I solenni festeggiamenti commemorativi dellaprima spedizione dei nostri Missionari in Americaebbero principio il giorno dell'Immacolata, e nonesageriamo dicendoli degui del grande concettoa cui si ispirarono; religiosi e devoti nel lorosvolgimento, splendidi nell'eco finale che vibrògradita al cuore dei numerosi intervenuti . Il San-tuario di Maria Ausiliatrice, che tante volte ri-suonò dell'ardente parola dei Missionari nell'e-stremo addio ai superiori, agli amici, alla patria,era parato a festa come nelle maggiori solennità .Alla Messa cantata dal Rev .mo Successore di DotiBosco esso presentava un aspetto imponente .

Il concorso straordinario, il religioso contegno,le note musicali trionfanti nel coro di 200 giova-netti, il fascino della luce sviluppantesi dai grandilampadari, davano a così dire l'intonazione dellastraordinaria festività e preludevano alle funzionisacre della sera che dovevano con una riuscitis-sima accademia svolgere tutto un programma difervidi ringraziamenti a Dio, di dolci affetti e disacri ricordi . Il giorno dopo - Domenica 9 -oltre le sacre funzioni come nel dì precedente, ilProf. Don Antonio Simonetti di Biella, salito ilpergamo, tenne l'annunciata conferenza ai Coope-ratori Salesiani, che fu un capolavoro di eloquenzaper vastità di concetti, sintesi narrativa e pro-fonda, conoscenza dei fasti salesiani .

Egli cominciò col dire che un grande italianocercava tana nave per iscoprire un nuovo mondoe che più di tre secoli dopo un altro grande ita-liano, Don Bosco, sentivasi spinto da misteriosisogni verso quel nuovo mondo scoperto da Cri-stoforo Colombo per cercarvi anime e darle aGesù Cristo. Dimostrò che le Missioni Salesianein America sono un'opera altamente cristiana,umanitaria, patriottica. Dipinse con magico pen-nello il paese immenso che i Salesiani hannopreso ad evangelizzare . Descrisse i costumi effe-rati degli indigeni e le grandi difficoltà fisiche emorali che si devono vincere per accostarli . Ri-cordò l'eroismo di Mons . Cagliero, di MonsignorLasagna, di Mons . Fagnano, di Don Unia. Qualmovente se non la fede di Cristo, disse, avrebbepotuto spingere Mons . Cagliero al disastroso viaggiodelle Ande dirupate che gli costò un'orribile ca-duta da cavallo colla frattura di due coste? EMonsignor Lasagna, che divorato dalla sete dianime, va a cercarle nelle vergini foreste dei Bra-sile e vi perde la vita ín uno scontro di treni?

grandine . - Valenza Po: B. S ., 12 per grazia . - Va-razze : Bevilacqua Catterina, 5 per Messa di ringrazia-mento per l'ottenuta guarigione d'una sua bambina .- Venezia : De-Cerco Luigi, 5 per grazia . - Vercelli :Ghezzi Domenico, ,5 per grazia . - Verona : DandreaCostantino, 4 per due Messe di ringraziamento . - Vi-gerano : Daghetta Lodovica n . Locatelli, 10 per grazia .- Figliano d'Asti : Alciati Marietta 5 per Messa di rin-graziamento della guarigione di sua figlia .X) - Piolini Margherita, 5 per Messa . - A. A .,

25 per ottenuto impiego dopo sei mesi di lotta . --Scarrone Pietro, 20 per grazia . - Brezza Luigia Del-lacà, 5 per grazia . - Porcella T ., 2 per Messa. -Mar-gherita Bra, per la guarigione di un suo figliuoletto .

E Mons . Fagnano che nella Terra del Fuoco di

-sarmato si avanza verso una turba di Indii chelo stan prendendo di mira colle loro freccie av-velenate e aprendo loro le braccia porta quasi insè la figura del Crocifisso che va a predicare? EDon Unia che passa la vita in mezzo ai lebbrosie li abbraccia e ne bacia le piaghe marciose pertirarle più facilmente a Gesù?

Parlando poi delle benemerenze dei MissionariiSalesiani d'America verso i loro compatrioti ita-liani, ricorda il pericolo grande di contagio a cuisi esposero per assistere i nostri marinai attaccatidalla febbre gialla sulla nave Lombardia nel portodi Rio Janeiro ; accenna al cordiale ricevimentofatto dai Salesiani al Principe Luigi di Savoia inP unta Arenas all'estremità dell'America Meridio-nale, dove l'augusto personaggio fu tutto mara-vigliato e commosso nel sentirsi salutare in buonitaliano dai poveri fueghini, erranti poco primacome fiere del bosco nelle loro montagne native,ignari di tutto, selvaggi e feroci . Fa una rapidarassegna degli istituti e scuole aperte dai Salesianiin America pei nostri compatrioti .Ma qui ci avvediamo esserci impossibile riepi-

logare la splendida conferenza senza guastarla,epperciò termineremo col far nostre le parole dichiusa del brillante oratore e diremo anche noicon lui! « L'Opera delle Missioni Salesiane inAmerica è altamente italiana, umanitaria, cristianae noi come italiani, come uomini, come cristiani,dobbiamo aiutarla colla preghiera, coll'azione,colla propaganda e colla limosina , con tutti imezzi che sono in nostro potere. »La bella funzione ebbe fine col canto del Te

Deum e la benedizione del SS . Sacramento im-partita da S . E. il nostro amatissimo CardinaleArcivescovo .Il giorno 13 ebbe luogo la commemorazione

della 1a Partenza dei Missionari, nel teatrino del-l'Oratorio Salesiano . Si rappresentò il dramma« Una Speranza ossia l'avvenire della Patagonia »del Sacerdote C . B. Lemoyne . Ciò che D . Simo-netti con volo d'aquila passò in rassegna delleMissioni Salesiane nel Santuario di Maria Ausi-liatrice, il Lemoyne con immenso affetto e animad'artista tratteggiò e lumeggiò in un poema sce-nico così intensamente da strappare le lagrime eportare all'entusiasmo i numerosi Cooperatori eCooperatrici invitati .L'avv. Scala con affettuosa parola aperse il trat-

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INAUGURAZIONE DELL'ORATORIO FESTIVO

di Montemagno Monferrato .

Il compianto Mons .Lasagna quando, nel 25 marzodel 1893, recossi al suo paese natio per celebrarviil primo pontificale, in mezzo alla più viva esul-tanza, al più schietto giubilo di tutti i suoi com-paesani, si vide attorniato da tanti vispi fanciulli,che con lieti cantici , con belle poesie e con benriuscite declamazioni gli palesavano il grandecontento di tutto il paese . Egli allora, volgendoil suo amichevole sguardo sopra quella cara gio-

ventù, concepì l'idea di raccoglierla in un Ora-torio Festivo per educarla con carità e pazienzanelle verità della nostra santa Religione, farnedei buoni cristiani e degli onesti cittadini e nonsi contentò di tenere in sè tale bellissima idea,ma la propose al Prevosto locale D . TommasoCamera ed al suo tutore, il suo secondo padre,il sig . Cav. Dott. Rinetti, perchè vedessero dimandarla ad effetto al più presto .

Due anni dopo, il 6 novembre, Mons . Lasagnamoriva vittima del suo zelo apostolico e, circa treanni dopo, il Prevosto D . Camera venne da cru-del morbo rapito all'amore de' suoi parrocchiani :non moriva però il desiderio di un Oratorio Sa-

lesiano in Montemagno . Il nuovo Parroco D . LuigiRossetti, antico allievo salesiano, ammiratore delcompianto Vescovo, costituì un'apposito Comitatotra i migliori proprietarii del paese, e valendosidell'appoggio efficace del Cav . Dott Rinetti, de-liberò che detto Oratorio fosse monumento allavenerata memoria del più illustre cittadino diMontemagno, Mons. Luigi Lasagna, e che da luis'intitolasse pur ponendolo sotto il patrocinio di,S. Luigi Gonzaga .

Così Torino, dai piedi di Maria Ausiliatrire, unìil suo ringraziamento a Dio ed i suoi cantici digioia a quelli della lontana America che con so-lenne Congresso ed Esposizione artistica comme-mora il 25° anniversario delle Missioni Salesiane .

Dopo due anni di intenso lavoro nel raccogliereofferte nel paese, e presso tutti gli ammiratoried amici del compianto Mons . Lasagna, il Rev.mo

Prevosto coi membri del Comitato , che furono ipiù generosi oblatori, acquistarono una bellissimacasa con vasto terreno per giardini di ricreazioneed il 25 dello scorso novembre venne solennementeinaugurato coll' intervento del Sig. Prevosto ,del Clero del paese, del Comitato, del Municipio,della banda municipale, delle società operaie cat-toliche del comune e paesi limitrofi e di variealtre rappresentanze . In gran numero vi accor-sero alle sacre funzioni i giovanotti facendo tostoconoscenza ed amicizia col sacerdote salesiano,che dalla vicina Alessandria si recherà ogni do-menica e festa di precetto a dirigere l'Oratoriofestivo, coadiuvato dal M. R. D. Ferraro Pietro,

tenimento accennando i suoi ricordi salesianiquando dal porto di Genova, in compagnia di DonBosco, vide i primi Missionari salpare pel nuovomondo, e salutò quella gloriosa bandiera che sul

-

l'albero di maestra sventolava a letizia sul capodi quei novelli eroi della civiltà cristiana .

Di gradita sorpresa furono i quadri illustratividelle Missioni. Lodatissimo quello degli apostoliraffigurante la dispersione dei Missionari ; quellodella prima Messa nella Pampa si ebbe entusia

-stici battimani. Compì l'indimenticabile tratteni-mento il quadro « l'Apoteosi delle Missioni » nelcui mezzo campeggiava D . Bosco benedicente aiselvaggi che d'ogni parte gli adducevano i lorotigli .

NOTIZIE VARIE

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di Montemagno, antico allievo salesiano, dai mem-bri del Comitato, che di buon grado si offrono afare il catechismo ai fanciulli, ad assisterli nellericreazioni ed a procurare tutti i mezzi necessariiperchè il nuovo Oratorio abbia una vita rigogliosae produca i salutari frutti che se ne sperano .Mandiamo un plauso di cuore allo zelante sig .

Prevosto, al Cav . Dott. Rinetti, ai singoli membridel Comitato e a quanti mandarono le loro of-ferte per l'erezione di detto Oratorio . I giovanettiivi raccolti pregheranno pei loro benefattori af-finche il Signore dia loro quaggiù il centuplodella carità loro usata e poi a suo tempo un belposto in Paradiso .

L'AMBASCIATORE D'ITALIA A PARIGI E I SALESIANI .

Con animo riverente e grato pubblichiamo lacircolare che S . E . il Conte Tornielli Ambascia-tore d'Italia a Parigi ebbe la bontà di spedireai signori Espositori Italiani a favore del nostroOrfanotrofio di quella città .

Regia Ambasciata d'Italia, Parigi, 73, rue Grentte .Aì Signori Espositori Italiani .

Le benemerenze delle Opere di Don Bosco sonotroppo note agli Italiani perchè il sottoscritto possaesitare a raccomandare ai Signori Espositori il rap-presentante delle medesime per il caso in cui loropiacesse di largire all'Orphelinat de Menilmon-tant (Rue da Retrait, 29, Paris XXe arr .), chesi trova in grande bisogno, alcuni dei loro pro-dotti .

Il Regio AmbasciatoreTORNIELLI .

Noi presentiamo all' illustre Rappresentantedella diletta, nostra patria in Francia, i nostriumili ma sinceri ringraziamenti, e facciano votoche non pochi Espositori abbiano a corrispondereal nobile appello .Appena ricevuto avviso dal donatore, il Supe-

riore della nostra Casa di Parigi molto ricono-scente, si farà premura di mandare a prenderegli oggetti di ogni sorta (fossero pure mobili, fer-ramenta ecc.) al giorno ed ora indicati .

THEOL. F. PAGLIA . - Brevis Theologiae spe-culativae cursus - Tomus secundus - Delocis theologicis - Ex Officina Salesiana 1900 .Augustae Taurinorum - L. 2,50 (E) .Annunziamo con piacere il secondo volume della

teologia del Prof. Paglia altamente encomiato daillustri personaggi . L'E.mo Card. Domenico Svam-pa, Arcivescovo di Bologna, scriveva ultimamenteall'autore : « Ammiratore delle dotte sue pubbli-cazioni, ricevo con gioia il secondo tomo dellasua teologia speculativa . Già me ne son formatoun concetto generale . Ella non ha dimenticatonulla, ha collocato le varie parti nel loro postocon lucidissimo ordine, ed ha usato il metodorigorosamente scientifico nella esposizione delletesi . Me ne rallegro grandemente e la ringraziodi cuore. » Superfluo aggiungere altre parole diraccomandazione,

IL COLLEGIO LEONINO DI ORVIETO

ai piedi del S . P. Leone XIII.

Scrive la Vera Roma del 2 scorso dicembre« Il S . Padre riceveva testè in privata udienza

il Direttore del Collegio Leonino di Orvieto convari Professori ed una rappresentanza di ben 40alunni. Notiamo con piacere alcune particolarità,perchè dimostrano in Leone XIII un interessegrandissimo per quel Collegio che a Lui deve lasua esistenza, e che finora ha tanto ben meritatodella religione e della società, specialmente nel-l'Umbria .

» Il Papa accolse i giovani nel suo salotto dastudio, e li ammise al bacio del sacro anello, in-trattenendosi paternamente con essi. Ebbe lodiper i Salesiani e pei signor D. Rua Superiore ; epoi parlando del suo Collegio, disse : E' questauna bella istituzione, di cui Orvieto può andar sod-disfatta... Le relazioni, che finora abbiamo rice-vute sono veramente consolantissime . Continui, con-tinui e fiorisca sempre più .

» Rivolgendosi quindi ai giovani, loro calda

-

mente raccomandava l'amore e l'ossequio allaReligione per resistere all'indifferentismo che é,son sue parole, il più gran male della modernasocietà . Infine benedisse amorevolmente i piccolivisitatori, augurando loro felice ritorno .

» Noi sinceramente ci congratuliamo con queigiovani e coi loro ottimi superiori, augurando chela benedizione del Papa rechi ad essi i più lietie copiosi frutti . E intanto non possiamo a menodi raccomandare a tutti quei genitori ai qualipreme la sana educazione dei loro figli, la prefe-renza per un Collegio che alla sua sperimentatabontà morale e civile, aggiunge il vanto di unacosì alta e speciale predilezione . »

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

COSTANTINO ARLIA . - Filologia Spicciola . Dia-loghi, Lettere e note - Scuola Tip . Salesiana,1900, Firenze - In 16, pag . 224 L . 1,50 (E) .C . Arlia così con questo come con gli altri

libri che ha dato alla luce, e che lo hanno fattochiarissimo, richiama gl'Italiani alla vecchia, mapur vera considerazione che la decadenza dellalingua, è decadenza di pensiero ; e che le nuoveveste forestiere di cui si compiace il linguaggiodi una nazione sono segno di servitù . Ma inten-diamoci subito, egli non chiude il vocabolario atutte le voci nuove, che gli son portate neces-sariamente dall'onda, per fortuna crescente, delleinvenzioni scientifiche, dei ritrovati, dei conse-guiti progressi . . . Egli passa in rivista, si puòdire, tutti gli atteggiamenti e manifestazionidella vita pubblica e privata, annotando, chio-sando, correggendo.

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E il libro si legge avidamente con intensa cu-riosità e con legittima soddisfazione. Da unaparte, chi la la professione dello scrivere, sentetalora rimordersi la coscienza, perche è raro chesia senza peccato dinanzi a questo giudice giustoe severo ; ma non può dall'altra che benedire alvalentissimo autore che ammonisce con senti-mento sincero e onorevole di patriottismo .

Prof. GIUSEPPE SIGNORINI .

GIOVANNI GARINO . - Grammatica omerica peruso dei Licei. - Torino, Salesiana 1900 p . 120L. 1 .

Soltanto quelli , che hanno esperienza dellescuole classiche, possono dire come giovino aglialunni i lessici speciali e, ove occorra, le specialigrammatiche di qualche autore . II che soppratuttosi rende necessario nella lingua greca, perchedal dialetto attico, appreso nel ginnasio superiore,molto si distacca l'omerico e, se ad altri autoridevesi porre mano dai liceisti, il tragico e l'e-rodoteo .Quindi, se fu salutato, al suo apparire, con

molta compiacenza l'ottimo manuale omerico delBonino - uno di quei libri che non sono abbor-racciamento precipitato per ismerciarli all'aprirsidelle scuole, ma opera pensata e coscienziosa -non si accoglierà con minor gradimento la gram-matica omerica del valente prof . Salesiano, ilquale ha, colpe altra volta dicemmo, conquistatonella repubblica letteraria, per la sua incontra-

stata perizia del latino e del greco, un posto ve-ramente onorifico .

Alla piena conoscenza della materia, s'aggiunge-dote precipua del Garino - la chiarezza del-l'esposizione. Se con questa grammatica in manovorranno i giovani applicarsi allo studio deipoemi omerici, né prenderanno in breve tale pa-dronanza, da riuscir senz'altra fatica, tranne quelladi leggere il testo ed interpretarlo correttamente .SAC . RAFFAELE M' ANTOLISEI . - Tota Pulchra

a 4 voci miste e a tre voci pari con o senzaaccompagnamento d'organo o d'harmonium -Torino, Libreria Salesiana - L. 0,80 .Qui siamo di fronte (così si esprimeva tempo fa

il Verona fedele) a una composizione che si rac-comanda assai per chiarezza di fraseggiare, equindi per facilità di esecuzione . Non è di stilerigoroso, però è castigata quanto basta . La tessi-tura invero per le voci bianche riesce un po'troppo acuta, chè raramente, e solo per eccezioneavviene di poter trovare ragazzetti, che possanoimpostare naturalmente di testa il la acuto ; mafortunatamente non è questo difetto tale cheinfluisca sulla bontà del lavoro .Che se talvolta pare che trasparisca alquanto

la ricerca dell'effetto, lo si fa modestamente, cosìche l'arte, che tutto fa e nulla si scopre, si man-tiene pure a decorosa altezza, nè patisce consi-derevole nocumento . Il che, fra tanta musica chefornisce ancor qua e là il repertorio d'un pros-simo passato, è un merito senza dubbio rilevante,che onora, e non poco, il ch . Autore .

Cooperatori defunti dal 15 Settembre al 15 Novembre 1900.

1 . Albertotti Luigi Sorgente FuriereMaggiore in ritiro - Torino.

2 . Battaglino Domenico - Corneglianod'Alba (Cuneo)

3 . Biasi D . Giuseppe Arciprete, V. F .in - S. Giovanni di Brenzone(Verona,) .

4. Bonometti Caterina - Brescia.5 . Brazzelli Luigia - Sacconago (Mi-

lano) .6, Cambieri Ing . Adriano - Candia-

Lomellina (Paviao .7 Carrù Tommaso, Maestro - Quar-

gnente (Alessandria) .

'8. Dal Bianco D. Luca - Montegalda

(Vicenza)9 . Dell'Osta Valentino fu Francesco

- Parola di Cadore (Belluno)10. De Mattia Maria v. Quaglia -

Priola (Udine) .11 . . Di Bernezzo Marchesa Maria -'l'o-

rino .12 . Forteguerri Nob . donna Laura n .

do' Conti Guicciardini - Pistoia .13 . Frencia Giovanni -Lusernetta (To-

rino)14 . Gussoni Albino -- Torino .15 . Manno Giuseippina Treino (Catania) .16 . Montagnoli Carolina v . Faccinoli -

Villa Dosia. (Milano).17 . Motta D . Paolo Canonico a S . Dal-

mazzo - Quarguento (Alessan-dria) .

18 . Orlandi Baldassare - Pavia .19. Ponzano Scagliotta Giustina-- Ales-

sandria .20 . Rho Pietro - Sernie (Sondrio) .21. Roero D . Calisto, Arciprete -

Montocchiaro d' Asti (Alessan-dria) .

22. Rossi D. Agostino. Vic. F. PrevS. Michele - Lisciano (AscoliPiceno) .

23 . Sterloki B . - Aberdeen (S . U. d'A-merica)

1 . Accame Cav . Uff. Avv. C . - PietraLigure (Genova) .

Andreis Ida Vedova Moreno - To-rino.

3 . Barale Antonina Vod . - Falicetto(Cuneo) .

4 . Biraghi Don Paolo Preposto ParrocoS . Gioachino - Milano .

5. Borsarelli Di Rifreddo - BaronessaEbba nata Gianotti - Torino .

6 . Broggi Don Lorenzo Parroco S . An-drea - Cocquio (Como) .

7 . Bucci Mons . F . Luciano Vescovo diSera, Aquino e Pontecorvo - Sora(Caserta) .

8 . Busso Giovanni -- Carmagnola (To-rino) .

9 . Cafasso Francesco - Lussello (Ales-sandria,, .

10 . Camole Pasquale Maria - Lagone-gro (Potenza) .

11. Cinguetti Don Giuseppe Coop . -Corezzo (Verona) .

12 . Costa Angela Ved. Dassio - SantaMargherita (Genova)

13 . Dabovo Bernardina fu Francesco inBadano - Sassello (Genova) .

14 . Dell'Acqua Giuseppe -Lacchiarella(Milano) .

15. Faà Giovanni Sacrista - Iglesias(Cagliari) .

16 . Figone Ernestina - Novara .

17 . Gambara Don Orazio-Cappella An-nunziata M. Vergine - Cenoselli(Rovigo)

18. Gìrard Don Giuseppe Priore - Men-toulles (Torino) .

19 . Ghibaudo Giuseppina - Bra (To-rino)

20 . Ivaldi Don Angelo Vice Parroco -Carponoto (Alessandria)

21 . Giachetti Cav. Gio. Agostino, Capi-tano in riposo - Pavone Canavese(Torino) .

22. Magno Giovanna - Valguarnera(Caltanissetta) .

23 . Marchetti Don Beniamino Parroco -Agnosine (Brescia).

24. Marchisio Cav . Dom . Imp . Direz . R .Poste - Roma .

25. Novi Vito - Pressana (Verona) .20. Parola Maria Maestra Comunale -

Peveragno (Cuneo) .27 . Podevilla Catterina Ved. Gallarati-

Alessandria .28 . Petrelli Lucia - Ripatransone (A-

scoli Piceno) .29 . Pistone Secondo - Novara .30. Poggi Luisa - Pietrasanta (Lucca) .31 . Poggiolini Don Angelo - Arcetri

(Firenze),32 . Ricci Maddalena - Varzi (Pavia) .33 . Rossetti Giuseppina - Bresso (Mi-

lano) .34 . Siccardi Giovannina - Andora San

Pietro (Genova) .35 . Vecellio Bernardo Cancelliere -Mi-

lano .30 . Zecchini Paolina - Spilimbergo (U-

dine) .

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