Taranto 12
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Progettazione ed esecuzione delle attività archeologiche: Barbara Mattioli, Severino Dell’AglioArcheologi: Barbara Mattioli, Severino Dell’AglioRilievi e documentazione grafica: Barbara Mattioli, Severino Dell’Aglio; Studio Francesco Matera, Pierpaolo Manigrasso dello Studio Tecnico Ing. CiminiCommittente: Provincia di TarantoDirezione Lavori Tangenziale: Angelo Cimini Impresa esecutrice Tangenziale: Società Cooperativa Ponte Punta Penna S.C. a R.L. Impresa scavi archeologici: D’Auria Costruzioni S.r.l. - Mottola
Soprintendenza per i Beni Archeologici della PugliaDirezione scientifica: Antonietta Dell’Aglio; Assistenza tecnica: Piero Angotti, Vito Bozza, Egidio Colella; Restauro: Gianfranco Moscato, Piera Balbo; Foto: Paolo Buscicchio
Fra il 2011 e il 2012 nelle aree intorno a Masseria Raho, immediatamente all’esterno dell’abitato antico, sono state condotte attività di sorveglianza archeologica e scavo preventivo come prosieguo alle indagini avviate a partire dal 2004, per conto della Provincia di Taranto, funzionali alla realizzazione della Tangenziale Sud della città che prose-guirà lungo il litorale salentino fino ad Avetrana. Dal 2004 ad oggi, gli scavi condotti hanno permesso di mettere in luce un tratto di un grande asse viario che per consistenza e struttura, oltre che per ubicazione e contesto, è stata as-similata ad una porzione della plateja di età greca in uscita dalla polis, riutilizzata in età romana ed identificata come via Appia (1). Tali indagini hanno consentito di accertare anche la presenza di nuclei di sepolture poste lungo il mar-gine della strada antica riferibili ad ambiti culturali greci e romani. Inoltre è stato possibile riscontrare l’utilizzo dell’area a scopi agricoli. In seguito a tali evidenze la Soprintendenza ha richiesto una variante al progetto origina-rio, che prevede la realizzazione di un sottopasso a salvaguardia dell’asse viario. Tra il 2011 e il 2012 sono ripresi gli scavi (6 saggi) preventivi alla realizzazione dell’opera lungo entrambi i lati della strada antica. Le evidenze più importanti confermano i dati acquisiti negli scavi precedenti circa l’esistenza di un’arteria stradale importante che dalla polis immetteva nella chora già a partire dal VII secolo a.C. Tale dato è fornito dal rinvenimento di tombe di età arcaica che rispettano i limiti stradali coevi, di cui sono stati rinvenuti alcuni lembi al di sotto della carreggiata di età romana (3). La tomba 3 del saggio V, a fossa nel banco roccioso e coperta con un la-strone in carparo, ha restituito sette aryballoi protocorinzi e due aryballoi in bucchero ionico databili nel secondo venticinquennio del VII secolo a.C.(2,4). Sempre ad ambito greco (IV secolo a.C.) sono da riferire le sepolture ad inu-mazione messe in luce nel saggio IV con corredi ridotti a pochi elementi ceramici prevalentemente acromi e spesso di piccole dimensioni (5-6). Le sepolture di età greca occupano un’area riutilizzata in parte in età romana da tombe che vi si sovrappongono o che sfruttano gli spazi lasciati liberi dalle precedenti. Le tombe di età imperiale sono caratterizzate prevalentemente da coperture fittili (tegole o coppi) (7) o riutilizzano elementi architettonici o lastroni di sepolture di età greca (8). Fra i corredi rinvenuti (Tombe 4-7-12), si segnalano lucerne, bottiglie e balsamari in vetro (9).Il percorso stradale antico è stato individuato anche nell’area prossima al carcere in località Cimino, dove la strada mantiene l’orientamento ma sembra subire un notevole restringimento (10) rispetto al settore rinvenuto presso Masseria Raho, che si presenta più largo in prossimità dell’ingresso nell’abitato.
La strada, messa in luce nel corso delle indagini preventive del 2004,
orientata E-O, presenta una larghezza di circa quattordici metri.
Corredo della tomba 3 costituito da sette aryballoi protocorinzi e due
aryballoi in bucchero ionico (di cui uno frammentario) databili
nel secondo venticinquennio del VII secolo a.C.
Approfondimento della sezione stradale durante le indagini del 2012.
Lo scavo ha permesso di mettere in evidenza il tracciato greco più antico
su cui si imposta il tracciato romano identificato come via Appia.
La tomba 3 è ubicata lungo il limite settentrionale del tracciato stradale
antico. La sepoltura, di età arcaica, a fossa nel banco roccioso e coperta
da un grande lastrone in carparo, ha restituito un corredo
ceramico sistemato lungo il lato sinistro del corpo, nei pressi
del cranio e dell’arto superiore destro.
Tomba 3 rinvenuta nel saggio IV e databile al IV secolo a.C.
La sepoltura a fossa, rivestita e coperta con coppi aveva per corredo una
brocchetta acroma deposta ai piedi del defunto.
Tomba 16 rinvenuta nel saggio IV e databile al IV secolo a.C. La sepoltura,
ricavata nel banco roccioso friabile, era caratterizzata da una copertura a
coppi. Il corredo era costituito da un’olpe miniaturistica acroma, deposta
nei pressi dell’arto inferiore sinistro del defunto.
Tomba 12 messa in luce nel saggio IV e databile in età romana imperiale.
La sepoltura è coperta con grandi coppi, posti in più strati a
protezione del capo.
Tomba 7, databile ad età romana imperiale. La grande sepoltura prevedeva
il riutilizzo di lastroni ed elementi architettonici (rocchio di colonna)
provenienti probabilmente da tombe di epoca greca. Al suo interno,
malgrado l’intervento di scavatori clandestini, sono stati rinvenuti
frammenti di due bottiglie in vetro blu e giallo.
Tomba 4 inquadrabile in età romana imperiale. La sepoltura,
che presentava il riutilizzo di quattro lastroni di sepolture di epoca greca,
ha restituito un corredo costituito da una lucerna e un balsamario
in vetro blu, collocati presso i piedi.
Settore di strada rinvenuto in prossimità del carcere. La foto riguarda il lato
settentrionale del tracciato, ma le indagini hanno permesso di evidenziare
la larghezza totale che, in questo tratto, è di circa 6 metri. La strada quindi
tende ad allargarsi in prossimità della città, raggiungendo circa 14 metri
nel tratto indagato presso Masseria Raho.
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