Storia Di Taranto 1

17
TARANTO tra storia, leggenda e tradizioni (prima parte fino a Fàlanto) a cura di nonna Serena

description

Storia di Taranto Prima Puntata

Transcript of Storia Di Taranto 1

  • TARANTOtra storia, leggenda e tradizioni (prima parte fino a Flanto)a cura di nonna Serena

  • IL GOLFO DI TARANTOIl golfo di Taranto si estende da punta Alice, sporgenza della costa che si protende nel mare Ionio nei pressi di Cir Marina (comune di Crotone) fino a punta Meliso, corrispondente al piazzale dove sorge il Santuario di Santa Maria di Leuca. lungo sessanta miglia marine e comprende i territori della Calabria, della Basilicata e della Puglia bagnati dal mare Ionio.Proprio, in Puglia, al centro di questo territorio, nel 706a.C.fu fondata TARANTO.

    Di fronte alla citt, in quello che viene chiamato Mar Grande, si trova il piccolo arcipelago delle Cheradi, formato dalle isole di San Pietro e San Paolo. In tempi lontani esisteva anche una terza isola, San Nicolicchio, scomparsa in seguito ai lavori di allargamento del porto mercantile.

  • LE ISOLE CHERADIIl nome Cheradi deriva dal grecoChirdes che significa promontorio e fu tramandato dallo storico grecoTeucidide per indicare le isole che si trovano nel golfo di Taranto. I greci le chiamavano Elettridi forse perch su di esse era abbondante lambra ( dal greco elektron), un fossile vegetale che si ricavava dalla resina degli alberi delle conifere e con la quale si fabbricavano dei monili.Le due isole pi grandi vennero chiamate con nome sempre diversi: i greci dettero loro il nome di Phoebe ed Elettra; con i cristiani assunsero il nome di Santa Pelagia e SantAndrea e nel periodo napoleonico furono chiamate definitivamente isole di San Pietro e di San Paolo. Nel IV secolo lisola maggiore,quella di Santa Pelagia, fu abitata dalleremita Santa Sofronia che vi mor nel 309.

  • Fino al 1594 le Cheradi appartennero al Clero tarantino, poi furono occupate dai Turchi che le utilizzarono come avamposto per tentare di conquistare Taranto, ma il 19 settembre del 1594, con la battaglia del fiume Tara, le forze cristiane riuscirono a scacciare definitivamente i turchi dalle coste ioniche. Verso la fine del 1700, Napoleone Bonaparte,sullisola di San Paolo, inizi la costruzione di un forte dedicato, poi, al generale Pierre Choderlos de Laclos. Dopo lUnit dItalia, sempre sullisola di San Paolo, passata ormai ai beni del regno, fu costruito un faro per guidare le navi che si avventuravano nel mar Grande. Sullisola maggiore fu realizzata, invece, la Batteria di San Pietro. Le due isole fanno parte delDemanio militare.

  • LA CITT DEI DUE MARITaranto chamata la citt dei due mari perch bagnata dal mar Grande che si estende nel mar Ionio da Capo San Vito a punta Rondinella ed collegato al mar Piccolo per mezzo di un canale naturale attraversato dal ponte di Porta Napoli ( noto anche come ponte di pietra ) ed uno artificiale valicato dal ponte girevole. Il canale navigabile che attraversato da questo ponte fu scavato nel 1480 durante la costruzione del Castello Aragonese, per permettere allenavi di transitare dal mar Grande al mar Piccolo. Nel lato ovest del mar Grande si trova anche il porto mercantile di Taranto, allestrema punta del quale, nel 1937, venne inaugurata una statua marmorea di San Cataldo, protettore della citt.

  • Il mar Piccolo forma una piccola insenatura a forma di occhiali, in quanto le sue coste sono divise in due seni separati da due penisole, quella di Punta Penna a nord e quella di punta Pizzone a sud, poste una di fronte allaltra e distanti fra loro 560 metri. Nel 1977 queste due penisole sono state collegate dal Ponte Punta Penna Pizzone,dedicato al politico Aldo Moro. I numerosi citri (sorgenti sottomarine di acqua dolce) ed i piccoli corsi dacquache vi sfociano (il Galeso ed il Cervaro) hanno reso le acque del mar Piccolo meno salate e pertanto indicate per lallevamento dei mitili (cozze). Inoltre il mar Piccolo unimportante nursery per alcune specie di pesci quali: lorata, la triglia, la spigola e la seppia.

  • ALLA RICERCA DELLE ORIGINI DI TARANTOTaranto, perla dello Ionio, Taranto citt dei due mari,fu fondata, cos tramanda la storia, nel 706 a.C. Ma cosa sappiamo delle epoche precedenti? Verso il 1950, sulla Litoranea Salentina, in localit Torre Castelluccia, nei pressi di Pulsano, fu scoperto il pi antico insediamento preistorico presente nel territorio, risalente al XVI secolo a.C. ed costituito da una serie di capanne difese da una cinta muraria e da reperti che dimostrano che gliabitanti si dedicavano alla pesca ed allagricoltura. Ma, certamente, la testimonianza pi rappresentativa dellEt neolitica sono i dolmen, cio imponenti tombe preistoriche erette su poche pietre infisse nel suolo che sostengono un lastrone orizzontale. Questi monumenti potevano servire anche come tavola per mangiare o per compiere sacrifici.

  • A Statte, sono stati scoperti due dolmen, il pi grande dei quali, risalente al II millennio a.C. si trova in localit Leucaspide ed detto Dolmen di San Giovanni della masseria; stato rinvenuto nel sottobosco, vicino alla gravina,nel 1884 dal professor Luigi Viola, ma fula viaggiatrice inglese Janet Ross che per prima ne dette notizia.

    Nel 1889, a Taranto, in localit Scoglio del Tonno, durante gli scavi per lampliamento del Porto mercantile e la costruzione della ferrovia, furono rinvenuti dei reperti fatti risalire alla met del II millennio, questo grazie allo studio della stratigrafia dello scoglio che attest lesistenza di abitanti in quel territorio.

  • LA FONDAZIONE DI TARANTO NELLA LEGGENDATARASSecondo una leggenda, dodici secoli prima della fondazione di Roma, Taras, figlio di Nettuno, dio del mare, e della ninfa Satureja, partito da Creta, approd nello Ionio, nelle vicinanze di un fiume dove decise di edificare, per la sua gente, una nuova citt. Chiam Tara questo fiume che scorre attualmente nella zona sud-ovest di Taranto, alimentato dasorgenti perenni,per sfociare poi nel Golfo di Taranto, quindi fond la citt scolpendo sul marmo alcune sigle che, in seguito, furono interpretate da Eraclide, un celebre studioso tarantino.Una sigla:T.N.F.E.N.T.E. venne cos tradotta dallo stesso Eraclide:Taras Neptuni Filius Extincto Nembroto Tarentum Aedificavit

  • cavalca un delfino , tenendo con la mano sinistra un tridente, simbolo del dio Nettuno.Ma perch Taras viene rappresentato su di un delfino?Sempre secondo la leggenda, Taras, prima di fondare la citt, vide schizzare fuori dalle acque un delfino, cosa che egli interpret come buon auspicio. Dopo lunghi anni di buon governo- durante i qualiTaras espanse la citt, edificando anche il villaggio di Saturo, in onore della madre Satureja- la leggenda di Taras si concluse. Infatti, un giorno, mentre sulle rive del fiume Tara sacrificava a Nettuno, fin in acqua trascinato poi verso il mare e non fu pi possibile rinvenirne il corpo, perci si sparse la voce che fosse stato salvato da un delfino e portato in cielo, nel mondo degli Eroi dal padre Nettuno.Antiche monete di Taranto hanno leffigie di Taras che

  • FLANTOFino allVIII secolo a.C., quando Flanto giunse a Taranto, la citt fu in guerra con i popoli Japigi-Messapi, di origine cretese. Dopo molti anni conclusero un accordo, grazie anche al contributo del citarista greco Arione. Anche nella leggenda di questo poeta compare un delfino che, dalle onde del mare, nei pressi di Taranto lo salv da morte certa. mitologia greca era un leggendario re di Sparta da cui discesero Castore e Polluce, chiamati perci gliEbalidi e tutte le citt da loro fondate venivano indicate con questo patronimico, cos anche Taranto era chiamata dai romani Oebalia arx cittadella di Ebalo. Alcuni storici identificano Ebalo con Flanto, ma i pi sono concordi nello stabilire che furono i Parteni, guidati da Flanto i fondatori di Taranto.Dopo molti anni di pace, ecco arrivare Flanto oppure Ebalo? Questi, nella

  • I Parteni erano figli illegittimi nati da donne spartane e uomini messeni, durante la guerra messenica. Alla fine della guerra, quando gli spartani tornarono in patria, emarginarono i Parteni lasciandoli fuori da ogni forma di potere.Questi, allora, abbandonarono Sparta per andare a fondare nuove colonie. Flanto, figlio di Arato, aveva combattuto valorosamente contro i messeni ma si schier dalla parte dei Parteni, diventando illoro ecista (cio capo della spedizione), ma prima di partire volle andare a Delfi, dal dio Apollo,per averne la protezione e per conoscere la localit dove avrebbe dovuto fondare la nuova colonia.

    Loracolo gli promise che gli avrebbe dato Saturo e gliavrebbe fatto sottomettere la citt di Taranto e le numerose popolazioni japigie. Lo storico Antioco dice testualmente:

  • Satyrium tibi do, pingues pogosque Tarenti incolore, infectis, et Japigias opprimere armis Flanto continu a chiedere: ma quando mi sar concesso di raggiungere queste terre e di prenderne possesso? E loracolo rispose: Tunc,reperturam esse regionem sedesque promissas, cum Pluvia latius descendente sub aetra humesceret.Egli avrebbe fondato una citt quando avesse visto cadere la pioggia da un cielo sereno e senza nuvole.Flanto part e dopo un viaggio avventuroso, durante il quale fece naufragio presso Corinto- qui interviene ancora la leggenda che lo vuole salvato da un delfino-, arriv nel mare Ionio ed approd sulle coste della Messapia.Ma gli abitanti di quelle terre non gli permisero di impossessarsi diuna citt per risiedervi , perci, dopo alcuni anni di lotte Flanto ed i suoi Parteni erano ancora accampati in campagna.

  • Flanto era disperato, convinto, ormai, che la profezia non si sarebbe avverata. In un pomeriggio afoso destate, stanco e deluso, cerc riposo presso le rive del fiume Tara, accovacciandosi ai piedi della moglie Etra che, vedendolo triste, incominci a piangere accarezzando il capo del marito Poco dopo luomo venne scosso dal dolce pianto di Etra, le cui lacrime inondarono il capo di Flanto come una grande pioggia in un pomeriggio di sole e senza nubi. A questo puntoFlanto cap che la profezia si era avverata, perch la traduzione del nome Etra cielo sereno e la pioggia cadeva quindi da un cielo sereno. Da quel momento leroe si rincuor e quella notte piomb su Taranto e la conquist. Pausania, storico e geografo greco, in un passo del suo Descrizione e itinerario della Magna Grecia parla dellepisodio di Etra con molta efficacia ed il professore Fulvio Volpe ne ha fatto una traduzione ed un apprezzato poemetto: Canzone di Flanto

  • Dal testo di Pausania: Gli Spartani fondarono la colonia di Taranto e fondatore fu Flanto spartano.A lui migrante in cerca di colonia giunse da Delfi un oracolo: che quando avesse sentito gran pioggia cadergli sul capo dalletra, dal cielo sereno, allora avrebbe conquistato terra e citt. Ed egli era triste e senza speranza.Ma la sposa, che sempre lo aveva seguito, lo consolava con amore; e poi chella ebbe preso sul suo grembo il capo del marito,Vinta dal dolore, un pianto struggente lassale, vedendo che a nulla limpresa delluomo volgeva. Ed egli sent gran copia di lacrime: pioveva infatti sul capo di Flanto. E comprese il vaticino, giacch la sua donna aveva nome Etra. E la notte seguente conquist Taranto, la pi grande delle citt straniere, la pi bella e la pi ricca delle citt sul mare.Flanto, quindi, espugn Taranto, ma molti dei cittadini, pensando di essere caduti in mano ad

  • un tiranno, abbandonarono volontariamente la citt, cercando rifugio a Brindisi, che, cos,ingrandita dagli esuli tarantini, divenne ben presto una ricca citt. Gli abitanti che scelsero di restare a Taranto cominciarono ad apprezzare Flanto che governava con leggi pi eque e pi moderate di quelle di Sparta ed inoltre si era dedicato ad abbellire e a fortificare la citt per timore che gli esuli di Brindisi potessero decidere di riprendersi Taranto.Infine decise di andare allattacco dei nemici, ma una volta giunto a Brindisi, dovette rinunciarvi perch trov una resistenza ben organizzata. Flanto govern con equit ma anche con fermezza, pretendendo una rigida osservanza delle leggi, cosa questa che non piacque a tutti, perci una rivolta costrinse Flanto ad abbandonare la citt ed a rifugiarsi a Brindisi, dove fu accolto bene, perch era considerato un condottiero valoroso.

  • Passarono gli anni ed egli, prossimo a morire, dimentic la cattiveria dei suoi concittadini e chiese che, alla sua morte, le sue ceneri fossero sparse nel foro di Taranto, perch loracolo gli aveva anche predetto: Gli spartani vivranno per sempre in quella terra dove saranno sparse le tue ceneri. I tarantini, commossi da tanto amore per la loro citt, fecero come Flanto aveva chiesto e gli decretarono onori divini.Dopo Flanto, i tarantini vissero un periodo di tranquillit in cui si dedicarono a consolidare la loro posizione, stringendo alleanze con i popoli vicini, ma poi, come sempre accade