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1 XIV CONGRESSO NAZIONALE UNEBA Welfare di Comunità: Ruolo, Valori e Prospettive del Terzo Settore XIV CONGRESSO NAZIONALE UNEBA Welfare di Comunità: Ruolo, Valori e Prospettive del Terzo Settore Loano, 26 ottobre 2012 Loano, 26 ottobre 2012 Relatore: Dott. Fosco Foglietta Relatore: Dott. Fosco Foglietta L’UNEBA ALLO SPECCHIO

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Intervento di Fosco Foglietta al congresso Uneba 2012

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XIV CONGRESSO NAZIONALE UNEBAWelfare di Comunità: Ruolo,

Valori e Prospettive del Terzo Settore

XIV CONGRESSO NAZIONALE UNEBAWelfare di Comunità: Ruolo,

Valori e Prospettive del Terzo Settore

Loano, 26 ottobre 2012Loano, 26 ottobre 2012

Relatore: Dott. Fosco FogliettaRelatore: Dott. Fosco Foglietta

L’UNEBA ALLO SPECCHIO

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Scorrendo l’interessante volumetto “L’UNEBA nella storia dell’assistenza” (di M. Giordano) ho colto - nella evoluzione

del pensiero e delle posizioni, via via assunte dall’UNEBA – una COSTANTE ATTENZIONE AD INTERPRETARNE IL

RUOLO IN RAPPORTO ALL’EVOLVERE DEL CONTESTO

SOCIO/ECONOMICO/POLITICO di RIFERIMENTO; del RAPPORTO

DOMANDA-OFFERTA IN CAMPO ASSISTENZIALE; della CRESCITA del PROCESSO di INTEGRAZIONE fra IL

SOCIOASSISTENZIALE E IL SOCIOSANITARIO; delle RELAZIONI FRA

IL “PRIVATO” E LE ISTITUZIONI; etc.

Scorrendo l’interessante volumetto “L’UNEBA nella storia dell’assistenza” (di M. Giordano) ho colto - nella evoluzione

del pensiero e delle posizioni, via via assunte dall’UNEBA – una COSTANTE ATTENZIONE AD INTERPRETARNE IL

RUOLO IN RAPPORTO ALL’EVOLVERE DEL CONTESTO

SOCIO/ECONOMICO/POLITICO di RIFERIMENTO; del RAPPORTO

DOMANDA-OFFERTA IN CAMPO ASSISTENZIALE; della CRESCITA del PROCESSO di INTEGRAZIONE fra IL

SOCIOASSISTENZIALE E IL SOCIOSANITARIO; delle RELAZIONI FRA

IL “PRIVATO” E LE ISTITUZIONI; etc.

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ILLUMINANTE – nella sua assoluta sinteticità – QUANTO

DIBATTUTO nel IX CONGRESSO NAZIONALE del 1985: “POLITICA

E CULTURA dei SERVIZI SOCIALI di FRONTE AL

CAMBIAMENTO della SOCIETA’”.

INTERROGANDOSI SUL COME FINALIZZARE LA COMPONENTE

ASSISTENZIALE (NELL’UNIVERSO della

SICUREZZA SOCIALE) ALL’ “UOMO”, IN UNA SOCIETA’ IN

EVOLUZIONE, L’UNEBA AFFERMA

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“LA NECESSITA’ DELLA DIRETTA

PARTECIPAZIONE DELLA PERSONA E

DELLA FAMIGLIA; LA VALORIZZAZIONE DEL VOLONTARIATO; UN DIVERSO RAPPORTO PUBBLICO-PRIVATO;

CHE INTEGRI E COINVOLGA LE

RISORSE IN UN’AZIONE PROGRAMMATA; LA RAZIONALIZZAZIONE

della P.A.”

“LA NECESSITA’ DELLA DIRETTA

PARTECIPAZIONE DELLA PERSONA E

DELLA FAMIGLIA; LA VALORIZZAZIONE DEL VOLONTARIATO; UN DIVERSO RAPPORTO PUBBLICO-PRIVATO;

CHE INTEGRI E COINVOLGA LE

RISORSE IN UN’AZIONE PROGRAMMATA; LA RAZIONALIZZAZIONE

della P.A.”

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OGGI, A DISTANZA di 27 ANNI, LA “QUAESTIO” SI RIPROPONE

IDENTICAMENTE CON MAGGIORE FORZA E URGENZA

VEDIAMO IL PERCHE’

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LA CRISI ECONOMICALA CRISI ECONOMICA

IMPONE DRASTICI TAGLI ALLE SPESE dello STATO (SPENDING REVIEW)

ATTACCA IN PROFONDITA’ IL “WELFARE STATE”

•CIRCA 30 ml di euro in meno di FSN•2,5 mld di euro in meno di FONDO SOCIALE•800.000,00 euro in meno di FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA•PESANTI TAGLI AI TRASFERIMENTI PER GLI ENTI LOCALI

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IL “PUBBLICO” da SOLO NON CE LA FA PIU’ A MANTENERE I PRECEDENTI LIVELLI di ASSISTENZA (sanitaria; sociosanitaria e sociale)

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… MA del WELFARE C’E’ ANCORA BISOGNO (ECCOME!!) FRA CONVULSIONI

SPECULATIVE E INDEBITAMENTI GIGANTESCHI di UN CAPITALISMO ORMAI

GLOBALE, SPERSONALIZZANTE E SPIETATO

DOBBIAMO RIAFFERMARE CON FORZA CHE IL “MERCATO” NON E’ IN GRADO

(oggi più che mai) di REGOLARE DA SOLO LA VITA SOCIALE. HA BISOGNO di

ESSERE BILANCIATO DA ELEMENTI di POLITICA SOCIALE

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UNA BUONA SOCIALDEMOCRAZIA

(alla Tedesca) BENEDETTA dalla

“DOTTRINA SOCIALE della CHIESA”

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DUNQUE, L’ECONOMIA CAPITALISTA HA BISOGNO, PER NON IMPLODERE, DI UNO STATO REGOLATORE delle DINAMICHE SOCIALI E QUESTO, PER NON RISULTARE ESORBITANTE ED INVASIVO, da un lato, E FINANZIARIAMENTE INSUFFICIENTE, DALL’ALTRO, NECESSITA di UN “SURPLUS” di SOCIETA’.

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NEL “WELFARE” CIO’ CORRISPONDE ALLA

PRESENZA E INTRAPRENDENZA di CORPI

SOCIALI INTERMEDI IL “W.S.” evolve, così, NEL WELFARE di

COMUNITA NEL SUO XIII CONGRESSO (2006) UNEBA

tratta di “I DIRITTI ALLA PERSONA: tra

RESPONSABILITA’ del pubblico e impegno del privato”

GIUNGENDO ALLA CONCLUSIONE CHE SI TRATTA

di INTRECCIARE SUSSIDIARIETA’ ISTITUZIONALE

E SUSSIDIARIETA’ ORIZZONTALE” ANDANDO verso “UN SISTEMA di W. COMMUNITY, in cui è la

comunità locale in tutte le sue articolazioni a doversi far carico delle esigenze delle persone..”

NEL “WELFARE” CIO’ CORRISPONDE ALLA

PRESENZA E INTRAPRENDENZA di CORPI

SOCIALI INTERMEDI IL “W.S.” evolve, così, NEL WELFARE di

COMUNITA NEL SUO XIII CONGRESSO (2006) UNEBA

tratta di “I DIRITTI ALLA PERSONA: tra

RESPONSABILITA’ del pubblico e impegno del privato”

GIUNGENDO ALLA CONCLUSIONE CHE SI TRATTA

di INTRECCIARE SUSSIDIARIETA’ ISTITUZIONALE

E SUSSIDIARIETA’ ORIZZONTALE” ANDANDO verso “UN SISTEMA di W. COMMUNITY, in cui è la

comunità locale in tutte le sue articolazioni a doversi far carico delle esigenze delle persone..”

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L’AMPIEZZA, LA CONSISTENZA, LA

“STRUTTURALITA’” DELLA CRISI E’, PERO’, TALE da

IMPORRE ALCUNE RIFLESSIONI SPECIFICHE RISPETTO AGLI ELEMENTI

CONNOTATIVI di TALE PASSAGGIO DAL W.S. al

W.COMMUNITY.

IN PARTICOLARE:

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IL LIVELLO DI COMMISTIONE FRA

L’ISTITUZIONALE E I CORPI SOCIALI (associazionismo; volontariato): IL RAPPORTO

fra “LIBERTA’” E PROTAGONISMO

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IL LIVELLO di COPERTURA PUBBLICA AI DIRITTI

SOCIALI: I CONFINI della ESIGIBILITA’ dei LIVEAS

LE CONSEGUENTI VECCHIE E NUOVE “REGOLE del

GIOCO: INTEGRAZIONE VS AFFIANCAMENTO

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SEMPRE nel XIII CONGRESSO SI TRATTA del RAPPORTO FRA “diritti e doveri della giustizia

sociale e ruolo della carità personale volontaria del singolo e nella forma organizzata” CIO’

COMPORTA “CHE LO STATO HA IL DOVERE di GARANTIRE PER

TUTTI IL SODDISFACIMENTO dei BISOGNI ESSENZIALI” attuando

“UN VERO E PROPRIO diritto alla ASSISTENZA” attraverso i

LIVEAS

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RIPRENDIAMO, APPROFONDENDO

A I LIVELLI ESSENZIALI di ASSISTENZA

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UNA DEFINITIVA UTOPIA SE:

CONSIDERATI COME RISPOSTA ESSENZIALE A BISOGNI PRIMARI, CRESCENTI, ESPRESSI da tutti COLORO (a qualsivoglia tipologia: famiglie; minori; disabili; anziani; poveri .., appartengano) CHE, IN UNA VISIONE UNIVERSALISTICA, PRESENTANO UN DETERMINATO LIVELLO di BISOGNOESIGIBILI COMUNQUE – IN QUANTO DIRITTI SOGGETTIVI – INDIPENDENTEMENTE dalla quantità delle RISORSE DISPONIBILI

ALLA LUCE della CRISI (così profonda ..) I LIVEAS POSSONO

DIVENIRE

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OPPURE, IL RISULTATO di UNA PRELIMINARE SELEZIONE dettata, da

un lato, DA UNA VALUTAZIONE di INTENSITA’ di BISOGNO (PRIORITA’)

E RAPPORTATA, dall’altro, alla EFFETTIVA DISPONIBILITA’ di RISORSA (PUBBLICA E NON

PUBBLICA)

AD ESEMPIO

X POTREBBERO CONNOTARE

I LIVEAS

POTREBBERO CONNOTARE

I LIVEAS

le prestazioni dell’allegato 1c del D.P.C.M. dei LEA

(2001) qualificabili come “SOCIALI A

RILIEVO SANITARIO” (la % a

CARICO del CITTADINO)

le prestazioni dell’allegato 1c del D.P.C.M. dei LEA

(2001) qualificabili come “SOCIALI A

RILIEVO SANITARIO” (la % a

CARICO del CITTADINO)

le prestazioni SOCIO ASSISTENZIALI

dell’ART.22 della LG. 328/2000

le prestazioni SOCIO ASSISTENZIALI

dell’ART.22 della LG. 328/2000

AD ESEMPIO

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(ciò presuppone, peraltro, un lavoro interpretativo riferito sia alle

prestazioni dell’allegato 1C, sia al di più e diverso dei servizi residenziali e semiresidenziali che, destinati ai

“soggetti con fragilità sociale”, distinguono ciò che contempla l’art.

22 dalle classiche strutture per anziani non autosufficienti, disabili adulti e pazienti psichiatrici sottese alle formulazioni dell’allegato 1C)

(ciò presuppone, peraltro, un lavoro interpretativo riferito sia alle

prestazioni dell’allegato 1C, sia al di più e diverso dei servizi residenziali e semiresidenziali che, destinati ai

“soggetti con fragilità sociale”, distinguono ciò che contempla l’art.

22 dalle classiche strutture per anziani non autosufficienti, disabili adulti e pazienti psichiatrici sottese alle formulazioni dell’allegato 1C)

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X I LIVEAS, COSì SELEZIONATI, POTREBBERO, INOLTRE:

I LIVEAS, COSì SELEZIONATI, POTREBBERO, INOLTRE:

ESSERE POSTI, in parte e PRIORITARIAMENTE, A CARICO di FONDI PUBBLICI (regionali e

degli enti locali: si pensi ai FRNA): così per le prestazioni più

onerose - semiresidenziali e residenziali -

ESSERE POSTI, in parte e PRIORITARIAMENTE, A CARICO di FONDI PUBBLICI (regionali e

degli enti locali: si pensi ai FRNA): così per le prestazioni più

onerose - semiresidenziali e residenziali -

TROVARE COPERTURA ATTRAVERSO I TRASFERIMENTI

ECONOMICI (indennità di accompagnamento; voucher ..) E

MODALITA’ di SOSTEGNO alle FAMIGLIE; AI “CARE-GIVER”

volontari .. (tecnologie E-CARE; FORMAZIONE; CENTRI di

ASCOLTO; RIMBORSI SPESE ..)

TROVARE COPERTURA ATTRAVERSO I TRASFERIMENTI

ECONOMICI (indennità di accompagnamento; voucher ..) E

MODALITA’ di SOSTEGNO alle FAMIGLIE; AI “CARE-GIVER”

volontari .. (tecnologie E-CARE; FORMAZIONE; CENTRI di

ASCOLTO; RIMBORSI SPESE ..)

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LA “ESIGIBILITA’ SCATTEREBBE

PRIORITARIAMENTE E TOTALMENTE per IL

RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE, VIA VIA, ATTENUANDOSI NEI CONFRONTI delle ALTRE

SOLUZIONI ASSISTENZIALI (SOPRATTUTTO, LE

DOMICILIARIETA’) CHE RICHIEDONO, INVECE,

CONTRIBUZIONI SEMPRE Più CONSISTENTI DA

PARTE DEL CITTADINO

LA “ESIGIBILITA’ SCATTEREBBE

PRIORITARIAMENTE E TOTALMENTE per IL

RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE, VIA VIA, ATTENUANDOSI NEI CONFRONTI delle ALTRE

SOLUZIONI ASSISTENZIALI (SOPRATTUTTO, LE

DOMICILIARIETA’) CHE RICHIEDONO, INVECE,

CONTRIBUZIONI SEMPRE Più CONSISTENTI DA

PARTE DEL CITTADINO

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CIO’ REGGE SE ACCANTO A SERVIZI

ANCORA GESTITI DIRETTAMENTE DAL

PUBBLICO CON PROPRIE RISORSE PROFESSIONALI (in

“economia” o convenzionate) ALTRI SE NE REALIZZANO

MEDIANTE LA DISPONIBILITA’ di

RISORSE NON PUBBLICHE,

VOLONTARIE, FAMILIARI E

ASSOCIATIVE, SOSTENUTE DA

CONTRIBUTI FINANZIARI E DA

SUPPORTI ORGANIZZATIVI E

OPERATIVI PUBBLICI.

1° PUNTO DI RIFLESSIONE

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B IL RAPPORTO FRA “LIBERTA’” E PROTAGONISMO dei CORPI SOCIALI

ALLA LUCE della CRISI (così profonda ..) il COSTANTE

RIFERIMENTO di UNEBA (in particolare, nel X CONGRESSO)

ai SOGGETTI del PRIVATO SOCIALE complessivamente

considerati come TERZO SETTORE; TERZO SISTEMA; NO

PROFIT; ASSOCIAZIONISMO; VOLONTARIATO, NON

INQUADRA PIU’ CIO’ CHE PUO’ ESSERE DAVVERO UTILE PER CONTENERE GLI ESITI di UN ATTACCO MORTIFERO AL W.

ASSISTENZIALE.

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INFATTI:

IL “PRIVATO SOCIALE” – NO PROFIT – E’ RISORSA

PROFESSIONALE, IMPRENDITORIALE, CHE

FORNISCE SERVIZI ONEROSI, ACCREDITATI (ORMAI IN OGNI Regione)

ALLA P.A., tramite convenzioni. NON E’ UNA

ALTERNATIVA ALLA FORTE CONTRAZIONE della DISPONIBILITA’

FINANZIARIA PUBBLICA

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Occorre INTERCETTARE, ENTRO L’AREA della

GESTIONE dei Servizi, ALTRE RISORSE, MENO PROFESSIONALI, MENO

ONEROSE, MA DISPONIBILI AD

ENTRARE “STRUTTURALMENTE” IN CIRCOLO NEL SISTEMA.

PARLIAMO del VOLONTARIATO

FAMILIARE E ASSOCIATIVO

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IL VOLONTARIATO FAMILIARE =

QUEL LAVORO di CURA CHE UN COMPONENTE della FAMIGLIA ASSICURA ALL’ASSISTITO (CARE-GIVER)

IL VOLONTARIATO ASSOCIATIVO =

UNA GALASSIA di OLTRE 30.000 “SOGGETTI”: ADVOCACY ASSOCIAZIONISMO di RAPPRESENTANZA (PAZIENTI) ASSOCIAZIONISMO di ASSISTENZA “CREATIVA” ASSOCIAZIONISMO di ASSISTENZA STRUTTURATA

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(S. ZAMAGNI) “ LIBRO BIANCO SUL TERZO SETTORE”

CONCEZIONE ADDITIVA

I VOLONTARI di NICCHIA; BUONI RAPPORTI CON ALTRI SETTORI, MA DA QUESTI DEL TUTTO SEPARATI

CONCEZIONE EMERGENTISTA

MISSIONE SPECIFICA del VOLONTARIATO, COSTITUIRE UNA FORZA TRAINANTE PER CAMBIARE IL MODO di FUNZIONARE delle ISTITUZIONI

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DUNQUE, il finanziamento pubblico incide

sui ricavi, fino al 70%, in una MISURA

PARI AL 64% delle STRUTTURE e, dal 70%

al 100% PER IL 36% RESTANTE

CIO’ CONFERMA IL PERCHE’

DELL’ELEVATO NUMERO di STRUTTURE

ACCREDITATE E CONVENZIONATE.

IL “PONDUS” di QUESTA DIPENDENZA

NON PUO’ NON ESSERE L’INDICATORE

di UN AFFIEVOLIMENTO della BANDIERA

della ASSOLUTA, LIBERA AUTONOMIA

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AL CONTEMPO – anche alla luce dell’impegno che il VOLONTARIATO assicura all’interno delle strutture UNEBA – LA “VEXATA QUAESTIO” della libertà di AZIONE del VOLONTARIATO; “DEL SUO RIFIUTO DI OGNI CONDIZIONAMENTO, LIMITAZIONE, COSTRINGIMENTO, CONTAMINAZIONE con il potere pubblico e istituzionale” si ripropone DRASTICAMENTE nell’inevitabile passaggio dal W. STATE al W. COMMUNITY

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L’ETICA PERSONALISTICA E I VARI LIVELLI di LIBERTA’

LIBERTA’ da … fame, povertà, vincoli alla mobilità, censure, etc.

LIBERTA’ di … fare, cambiare, migliorare, etc.

LIBERTA’ per … agire a favore di qualcosa e di qualcuno (principio solidaristico)

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SONO QUESTI DUE ULTIMI TIPI DI LIBERTA’ CUI IL VOLONTARIATO DEVE ISPIRARSI SE: VUOLE ESSERE LIEVITO DI UNA NUOVA SOCIALITA’ NON VUOLE ESSERE SOLIPSISMO NEGAZIONISTA fatto di rifiuti e rivendicazioni NON VUOLE ESSERE SOLO TESTIMONIANZA NELLA DIFESA DI UN PRINCIPIO CHE PORTA A QUALCHE, PUNTIFORME RISULTATO, BENSI’ RAPPRESENTARE NUOVO PROPELLENTE PER IL PERSEGUIMENTO (da tanto tempo, ahimè, dimenticato) del BENE COMUNE.

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C LE NUOVE “REGOLE DEL GIUOCO” PER UNA

INTEGRAZIONE CONDIVISA (LE “CERTE CONDIZIONI”

INNANZITUTTO DUE PRESUPPOSTI:

IL SISTEMA di “OFFERTA” ASSISTENZIALE SI APRE CREANDO RETI TERRITORIALI PIU’ AMPIE. ACCANTO ALLA COMPONENTE PUBBLICA, ENTRANO ORGANICAMENTE LE FORZE della socialità organizzata e il SELF-CARE familiare

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L’ESSERE PARTE ATTIVA E

STRUTTURATA della

“OFFERTA”

SOCIOSANITARIA E SOCIALE

“NON COMPORTA

MECCANICAMENTE IL FARSI

OMOLOGARE, PERDERE

OGNI AUTONOMIA E

DIVENIRE COSTOLA

ORGANICA di UN PUBBLICO”

cinico e baro.

A CERTE CONDIZIONI

QUESTO PERICOLO PUO’

ESSERE EVITATO

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IL RAPPORTO TRA DOMANDA/BISOGNO (domanda appropriata)/OFFERTA trova nuove risposte nei PROCESSI PROGRAMMATORI che sostanziano una “GOVERNANCE” LOCALE realizzata con l’apporto:

degli ATTORI ISTITUZIONALI(integrazione istituzionale)

degli ATTORI NON ISTITUZIONALI(integrazione comunitaria)

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NE CONSEGUE CHE

LA COLLABORAZIONE fra componente pubblica e non pubblica si fonda su

REGOLE CERTE E ACCETTATE

LA VISIONE PROGRAMMATORIA è il frutto comune di

PROCESSI e CONTENUTI compartecipati

L’ACCESSO ALLE RETI è presidiato in modo omogeneo e condiviso

(da tutti e per tutti i servizi) in una logica di APPROPRIATEZZA

IL NON PUBBLICO non è ALTRO rispetto al pubblico, MA: lo complementarizza

lo arricchisce nella lettura dei BISOGNI e nella VARIETA’ delle SOLUZIONI

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COME SI COLLOCA, OGGI, UNEBA nella PROGRAMMAZIONE LOCALE?I giudizi traibili della ricerca sono

ambivalenti. Si può considerare, per il futuro, una più convinta strategia di

attacco?

I RAPPORTI CON GLI ENTI LOCALI sono considerati buoni; di fatto ciò è

causa/effetto di rapporti strutturati (convenzioni) e ottima

premessa per la definizione di un ruolo più

incisivo nella “GOVERNANCE” LOCALE

(si potrebbero, ad esempio, ipotizzare anche acquisti centralizzati di beni in concorso con gli enti locali e le ASL)

DOMANDE

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o LE FORME di DOMICILIARIETA’ ad elevata intensità assistenziale

(lungoassistenza)o le iniziative che – in chiave preventiva o

di mantenimento – SUPPORTANO LE “FRAGILITA’”

o molte delle azioni volte a promuovere sani “STILI di VITA”

o gli interventi – sperimentali; di nicchia; non standardizzati.. – nel campo della

INCLUSIONE SOCIALE; del RECUPERO; della LOTTA ALLA POVERTA’; etc.

o larga parte delle attività di assistenza in zone periferiche, scarsamente popolate, di

difficile accesso..

IN QUALI AREE ASSISTENZIALI, in particolare, SI POSSONO definire, programmaticamente, i contenuti che STRUTTURINO L’APPORTO del VOLONTARIATO nella ORGANIZZAZIONE della “OFFERTA” ASSISTENZIALE di TERRITORIO??

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CON QUALI SOLUZIONI SI PUO’ strutturare l’apporto del volontariato nella ORGANIZZAZIONE della “OFFERTA” ASSISTENZIALE?? Ad esempio: Essere coinvolti paritariamente nella definizione dei CONTENUTI dei PIANI di ASSISTENZA PERSONALIZZATI condividere eventuali IMPEGNI ORARI da garantire e assicurare disponibilità a PARTECIPARE a IMPEGNI FORMATIVI essere parte delle funzioni di MONITORAGGIO e di VALUTAZIONE vedersi riconoscere rimborsi spese e piccoli compensi, modesti ma certi.

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I CONTENUTI ASSISTENZIALI E LE SOLUZIONI che strutturano l’impegno del volontariato devono

Essere stabilite in MODO PUNTUALE NELLA PROGRAMMAZIONE LOCALE.

COSì SI DEFINISCONO

LE ATTIVITA’ assicurabili mediante l’impegno associazionistico

e/o familiare

Le “CONTROPRESTAZIONI” concordate; ad esempio:

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le modalità di un eventuale riconoscimento economico

supporti ed aiuti “strutturalmente” collegati allo svolgimento delle attività; del tipoFORMAZIONETECNOLOGIE E-CARECENTRI di ASCOLTO e FIGURE PROFESSIONALI (ADI, ad es.) ove necessarie

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CHE COSA SI PUO’ FARE, dunque, PER PROMUOVERE e FAR CRESCERE QUESTA VISIONE di UN VOLONTARIATO PARTECIPE E PROTAGONISTA all’interno del W. COMMUNITY??

FAVORIRE UNA FORTE MATURAZIONE CULTURALE che convinca il VOLONTARIATO di COME “si renda NECESSARIA la sua DISPONIBILITA’ a passare da una UTILITA’ MARGINALE – correlata alla eventualità di un apporto spontaneo – ad un impegno accettato all’interno di una LOGICA di SERVIZIO che contempli PERCORSI STRUTTURATI e VINCOLI PRESTABILITI”

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In particolare, sono tre i FATTORI che possono incidere su tale MATURAZIONE

“suscitare, a tutti i livelli possibili (politico-istituzionali; social-communitari; endo-associativi; formativo-culturali; mass-mediatici..) UN POTENTE DIBATTITO che amplifichi le riflessioni sulle ragioni, i limiti, le le salvaguardie, i tempi e i modi di un più diretto coinvolgimento delle risorse del volontariato familiare e associativo all’interno di alcune dinamiche assistenziali preliminarmente strutturate”

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assicurare – da parte delle istituzioni – a questi, nuovi protagonisti, da un lato, veri percorsi partecipativi e, dall’altro, il riscontro puntuale di come la loro capacità di proposta si sia trasformata, in larga parte, in decisioni di cambiamento

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“definire di comune accordo, tanto le forme della PARTECIPAZIONE, quanto i contenuti che perseguono quelle trasformazioni piccole e grandi, capaci di mutare il funzionamento del sistema di welfare assistenziale, attraverso l’esercizio convinto, tempestivo, adeguatamente supportato da dati e informazioni aggiornate, della FUNZIONE PROGRAMMATORIA LOCALE. Solo così si condividono le esigenze che portano al cambiamento e, insieme, si cercano le soluzioni conseguenti, formalizzandole in una prospettiva fatta non tanto di esigenze e di speranze, quanto piuttosto di obiettivi concreti e di processi praticabili”

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UNEBA (così emerge dalla ricerca) pratica da tempo la integrazione del volontariato all’interno delle proprie strutture. Da tempo, fa parte della rete di “offerta” assistenziale territoriale avendo definito rapporti convenzionali con le istituzioni e avendo aderito ai percorsi di accreditamento.La collaborazione con i comuni è buona e si avverte la necessità di essere più coinvolti nella programmazione locale.

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A conclusione del proprio volume, M. GIORDANO, nota, peraltro, come si “imponga (alla base di tutto il dibattito fin qui svolto) un passaggio chiave nel rilevare una carenza nel settore della ricerca e dello studio dei problemi assistenziali e del RUOLO del TERZO SETTORE, CON SCARSI COLLEGAMENTI CON IL MONDO del VOLONTARIATO”

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DUNQUE, UNEBA può pensare di essere il (o uno dei principali) SOGGETTI CAPACI di FARSI CARICO di: promuovere; definire nei contenuti informativi, formativi, educativi; dare sostanza, attraverso proprie iniziative, a quel processo di MATURAZIONE CULTURALE e di STIMOLAZIONE delle ISTITUZIONI che è assolutamente indispensabile per definire il funzionamento di un nuovo W. di Comunità in tempi di crisi?