Rosarium 2006-03

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Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia” 3/2006 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, DCB Bologna - Anno XXXIX - n. 3 - III trimestre

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Rosarium 2006-03

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ROSARIUMPubblicazione trimestrale del

Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà:Provincia Domenicana S. Domenico in Italia

via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano

Autorizzazione al Tribunale di Bolognan. 3309 del 5/12/1967

Direttore responsabile:fr. Mauro Persici o.p.

Rivista fuori commercio

LLee ssppeessee ddii ssttaammppaa ee ssppeeddiizziioonnee ssoonnoo ssoosstteennuuttee ddaaii bbeenneeffaattttoorrii

Anno 39°- n. 3

stampa:

Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s.

Milano - via P. della Francesca 38

Movimento Domenicano del RosarioVia IV Novembre 19/E

43012 Fontanellato (PR)Tel. 0521822899Fax 0521824056Cell. 3355938327

e-mail [email protected]

CCP. 22977409

Mariologia (V): il culto mariano nella storia 3

Adozioni a distanza 10

Il Papa in visita pastorale 16

Convegno di Loreto: sa condurci alla meta 22

Testimonianze 25

Pagina della riconoscenza 30

Nuovi iscritti 31

SOMMARIOManoscritti e fotografie, anche se non pub-blicati, non vengono restituiti.L’invio delle fotografie include il consensoper una eventuale pubblicazione.

In copertina:Scorcio di un canale del Giordanoin una foto di Paolo Gavina

Gentilissimi lettori,

come già stiamo presentando ai bambini penso che farneanche solo cenno fra adulti non faccia proprio male: dicosa, perché? Ma perché, spesso e volentieri, dimentichiamo che lanostra preghiera non può, per quanto poco si voglia,restare senza un coinvolgimento concreto nella vita ditutti i giorni.Fra noi, e quindi anche nella nostra rivista, parliamo emeditiamo sulla figura di Maria e sul suo rosario… lomeditiamo insieme in comunione gli uni con gli altri e,fra le altre cose, abbiamo anche trovato un modo pertestimoniarne la fecondità con la sensibilità che tanti diVoi stanno manifestando verso i bambini del “CentroSocial San José” tramite le adozioni a distanza che atutt’oggi sono una cinquantina. Vi invito a leggere la viva testimonianza resa dal P. Ma-riano che con questa, prima di rientrare in Brasile, havoluto testimoniarci la loro gratitudine sperando in unosviluppo ad incrementare il sostegno per questi nostrifratelli che non mancano mai di ricordarci.

Vi saluto fraternamenteP. Mauro

LETTERADEL PROMOTORE

Foto di pag. 3 e seguenti:GIOVANBATTISTA TIEPOLO,Madonna del Rosario, 1735, New York.

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MMMMaaaarrrriiiioooollllooooggggiiiiaaaa

PPPPaaaarrrrtttteeee VVVV PPPP.... RRRR oooo bbbb eeee rrrr ttttoooo CCCC oooo gggg gggg iiii

il culto marianonella storia

MARIO

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IL CULTO MARIANO NELLA STORIA

Primo periodo (fino all’VIII secolo)In Occidente il nucleo essenziale delle celebrazioni mariane è il Natale (Roma,fine III secolo), attorno al quale si raggrupperanno altre feste. Quattro vengonoimportate dall’Oriente: l’Ipapante (2 febbraio), la Dormizione o Assunzione (15agosto), verso il 650, l’Annunciazione (25 marzo), poco più tardi, e infine laNatività di Maria (8 settembre) poco prima della fine del VII secolo. Cominciano in questo periodo e proseguiranno in seguito le discussionisull’Assunzione, e i teologi si divideranno per così dire in due partiti, quello degli«agnostici» e quello dei «favorevoli». Per un certo periodo questi due partiti sifronteggiano senza vinti né vincitori, ma alla fine prevarrà il secondo.

Secondo periodo (secoli IX-XV)Verso la fine dell’XI secolo si assiste in Occidente al trionfo della tesi assunzio-nista e al grande apporto dato alla teologia mariana da S. Anselmo d’Aosta(1033-1109), il quale unisce alla solidità dogmatica anche una grande tenerezzafiliale nei riguardi di Maria. Probabilmente è in questo secolo che sboccia la bel-lissima preghiera Salve Regina, attribuita al monaco benedettino ErmannoContratto (+1054).Il periodo aureo del Medioevo ha inizio in Occidente nel XII secolo, soprattuttocon la grande figura di S. Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), detto il «dotto-re mariano» e il «dottore mellifluo». I suoi scritti mariani constano di diciannove omelie, alle quali bisogna aggiunge-re la lettera 174 ai canonici di Lione e alcuni frammenti di altre sue opere. Maalla quantità piuttosto esigua dei suoi scritti si contrappone la densità della dottri-na e la precisione delle formule, a cui si associano anche alcuni spunti innovatori.Per questo motivo S. Bernardo esercitò un grande influsso sui teologi dei secoliseguenti.Egli insiste sulla mediazione di Maria, che si colloca fra Cristo e la Chiesa. Il suopensiero è ben riassunto da questa sua preghiera1:

«Nostra signora, nostra mediatrice, nostra avvocata,riconciliaci con tuo Figlio,raccomandaci a tuo Figlio,rappresentaci davanti a tuo Figlio».

1 S. BERNARDO, PL 183, 43 C.

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È in questo periodo che si diffonde il titolo di «Mediatrice» attribuito a Maria,come già era avvenuto secoli prima in Oriente.Il Laurentin scrive riguardo a questo momento storico: «Constatazione basilare:alla fine dell’XI secolo la teologia mariana allarga il suo orizzonte. Prima si con-siderava Maria essenzialmente nel mistero dell’infanzia di Cristo, e il suo compi-to sul Calvario e nella vita attuale della Chiesa restava nell’ombra. Questi limiti,talora valicati, cedono ormai ovunque».«Ai primi albori del XII secolo la presenza di Maria sul Golgota attira l’attenzio-ne e svela ricchezze sino allora inavvertite. Si scopre la sua compassione, la suaunione attiva all’oblazione del Figlio, l’importanza ecclesiale della sua fededurante il triduum mortis. Si coglie infine il peso della parola di Cristo morente:“Ecco tua madre” (...). Maria risulta costituita madre degli uomini. A poco apoco si fa strada l’idea che ella abbia cooperato, a suo modo, al sacrificio delCalvario»2.Sempre secondo il Laurentin3, l’allargamento di prospettiva riguarda anche ilfatto dell’intercessione attuale di Maria. Dal cielo essa interviene continuamentecome nostra madre, nostra mediatrice, nostra regina, con la sua preghiera onnipo-tente sul cuore di Dio. Questo intervento quotidiano di Maria nella nostra storia era un aspetto che rima-neva in ombra nei secoli precedenti, nei quali si insisteva più su quello che Mariaaveva fatto al momento dell’Incarnazione, e che influisce ancora oggi, più che suciò che ella compie attualmente.

Passiamo così al XIII secolo, il secolo d’oro della teologia scolastica inOccidente, il secolo di S. Alberto Magno, di S. Tommaso d’Aquino, di S. Bona-ventura.Fissiamo la nostra attenzione sul più grande dei teologi di questo secolo, S.Tommaso d’Aquino (1225-1274). La sua mariologia è così ricca da aver datoluogo a ottime monografie4. Tuttavia non si può dire che essa apporti qualcosa di sostanzialmente nuovo eoriginale. Siamo così portati ad ammirare soltanto la precisione terminologica, laperfetta integrazione del dogma mariano in una visione completa della teologia,la profondità dell’analisi.S. Tommaso dedica undici questioni all’argomento nella Terza Parte della suaSomma Teologica, e precisamente le questioni 27-37, all’interno della cristologia.L’immagine di Maria che ne scaturisce è quella tradizionale (biblica e patristica)

2 R. LAURENTIN, La Vergine Maria, Paoline, Roma 1983, pp. 112 ss.3 Cf. op. cit.4 Si consideri ad esempio quella di G. ROSCHINI, La mariologia di S. Tommaso, Belardetti, Roma 1950, conabbondante bibliografia.

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con alcune accentuazioni particolari: Maria è Madre di Dio (l’analisi di questopunto è portata avanti dal Dottore Angelico in modo insuperabile), e quindi ellapossiede in certo qual modo una dignità infinita5. Maria è sempre vergine, pienadi grazia sin dal seno materno, ma non immune dal peccato originale al momentodel suo concepimento. Assunta in cielo in anima e corpo deve essere veneratacon culto di iperdulìa (cioè al di là della “dulìa”, che è riservata ai santi).A differenza della teologia monastica, che ha il suo principale rappresentante inS. Anselmo, egli non parla della maternità spirituale di Maria; afferma però, conuna splendida espressione riportata anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica(n. 511), che al momento dell’Annunciazione «si attendeva il consenso dellaVergine a nome di tutta la natura umana» (S. Th., III, q. 30, a. 1, ad 4). Quantoalla pienezza della grazia, egli la intende nel senso che Maria possedeva tutte legrazie necessarie per adempiere perfettamente al suo compito di degna Madre diDio (cf. S. Th., III, q. 27, a. 6, ad 3). Dice ancora S. Tommaso che Cristo «assun-se la natura umana secondo il sesso maschile; ma perché non fosse disprezzato ilsesso femminile fu conveniente che si incarnasse da una donna». Così tutta lanatura umana è stata nobilitata (cf. S. Th., III, q. 31, a. 4, ad 1).

Passando al secolo seguente, continua la discussione sull’Immacolata Conce-zione. La sentenza favorevole guadagna continuamente terreno, fino a diventarecomune presso i Francescani e anche presso altri alla fine del ’300, e ancora dipiù alla fine del secolo seguente, anche per l’influsso della dichiarazione sull’Im-macolata del Concilio di Basilea (1439), il quale, sebbene non riconosciuto dalPapa, dava tuttavia un quadro eloquente dell’evolversi della situazione.

Terzo periodo (XVI sec. - metà XX sec.)In Occidente il protestantesimo, anche se al principio voleva contrapporsi soloagli abusi del culto mariano, finirà col divenire ostile alla figura stessa dellaVergine, considerata come il simbolo del cattolicesimo. Da parte cattolica nonmancarono reazioni vivaci, che videro impegnati anche i più grandi teologi deltempo. Il Concilio di Trento non ebbe modo di impegnarsi a fondo nella dottrinamariologica, e si limitò a escludere la Vergine dal decreto sul peccato originale ead affermare la sua esenzione da ogni anche più piccola colpa.Dopo il Concilio di Trento si delinea un grande slancio mariano, che farà delsecolo seguente, il XVII, un secolo d’oro della mariologia in Occidente. Si puòparlare nel ’600 di un vero e proprio movimento mariano. Di fronte alle negazioniprotestanti si sente il bisogno e il desiderio di reagire esaltando la Vergine Maria.

5 È interessante ricordare a questo punto che S. Tommaso non ritiene, a differenza del filosofo Leibniz, chequesto sia il migliore dei mondi possibili; tuttavia riconosce che vi sono in questo mondo alcune cose, per cosìdire, insuperabili. Esse sono: la visione dell’essenza divina a cui sono chiamate, per dono soprannaturale, lecreature razionali (angeli e uomini); l’incarnazione del Verbo; la maternità divina di Maria. (Cf. S. Th., I, q.25, a. 6, ad 4).

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Passando al secolo seguente (il XVIII) troviamo S. Luigi Maria Grignion deMontfort (1673-1716) con il suo Trattato della vera devozione a Maria. L’operafu scritta probabilmente nel 1712, dopo una lunga esperienza pastorale, dopo lalettura di molti scritti mariani del suo tempo e la consultazione con persone pre-parate e maestri di spirito6. Un’altra opera mariana del Montfort, piccola di molema preziosa di contenuto, è Il segreto di Maria. Il pensiero mariano espresso inqueste due opere ebbe e ha tuttora grande risonanza nella spiritualità cattolica.Il best seller dei libri mariani di tutti i tempi è però Le glorie di Maria di S.Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), pubblicato nel 1750, che ha raggiuntoun migliaio di edizioni. La sua caratteristica sta nel presentare Maria come unapersona vivente e attiva (la «faccendiera del Paradiso»), che interviene misericor-diosamente nella vita dei peccatori per strapparli alla disperazione e condurli aisacramenti e alle opere di carità. In quest’opera traboccante di devozione nonmanca però mai il rigore teologico, come conviene a un Dottore della Chiesaquale è S. Alfonso.Se vogliamo a questo punto individuare l’oggetto teologico centrale di questogrande movimento mariano, iniziato nel ’600, lo troviamo senza dubbio nelladottrina dell’Immacolata Concezione. È attorno a questo privilegio che si accen-devano le più infuocate discussioni. Si stenta oggi a farsi un’idea della violenzadelle passioni che furono allora impegnate pro o contro questa tesi.Il Magistero della Chiesa mantiene sempre una posizione serena e coerente, chegradualmente dà sempre più spazio alla dottrina immacolatista, riducendo pro-gressivamente al silenzio i suoi avversari e preparando la definizione del 1854.

Il secolo XIX è il secolo dell’Immacolata. Dobbiamo però riconoscere che agliinizi la letteratura mariana è molto scadente. I primi trent’anni sono tra i periodipiù vuoti della letteratura mariana di tutti i tempi. Ma nel 1830 compare una fattonuovo: l’apparizione della Madonna a Caterina Labouré, con l’effigie dellamedaglia miracolosa. «Il fatto resta nascosto, ma determina un vasto movimentodi pietà e di conversioni. È sotto il segno della medaglia miracolosa che laVergine appare ad Alfonso Ratisbonne. Questa medaglia, che mostra la Vergine“concepita senza peccato” e con le mani irradianti, sembra proporre il program-ma che orienterà il movimento mariano per un secolo: Immacolata Concezione eMediazione»7.La solenne definizione dell’Immacolata fatta da Pio IX l’8 dicembre 1854 suscitòun’ondata di indescrivibile entusiasmo fra i cattolici, e una vivace reazione fra iprotestanti e anche fra gli ortodossi. La devozione mariana crebbe in estensione e

6 Il manoscritto rimase a lungo dimenticato «nel silenzio di un cofano», secondo una previsione del suo stessoautore (n. 114), e fu casualmente scoperto nel 1842, mancante delle prime e ultime pagine. Nel 1843 fu stam-pato per la prima volta con un titolo divenuto tradizionale. Forse sarebbe più esatto il titolo Preparazione alregno di Gesù Cristo, come sembra indicare lo stesso Montfort nel corso dell’opera (n. 227).

7 R. LAURENTIN, op. cit., p. 133.

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in intensità, sotto la spinta anche di un altro grande fatto miracoloso: l’apparizio-ne della Vergine Immacolata a Lourdes (1858).Il movimento mariano si mantiene grazie a vari fattori, come i documenti delMagistero ecclesiastico, ossia le Encicliche dei Papi (dalla Bolla dogmaticaIneffabilis Deus, sull’Immacolata, di Pio IX, alle dieci Encicliche sul Rosario diLeone XIII), la pubblicazione di riviste mariane a carattere divulgativo, la cele-brazione di Congressi mariani (da quello di Livorno, del 1895, a quello diFirenze, del 1897, a quello di Torino, del 1898), la fondazione di Accademiemariane, la pubblicazione di vari trattati mariani.Il movimento è all’inizio tutto proteso verso la definizione del dogmadell’Assunzione, e questo fenomeno prosegue, anzi, si intensifica, nei primi annidel XX secolo. Un grande impulso venne dato dalla celebrazione del cinquantesi-mo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata, con la mirabileenciclica Ad diem illum del Papa S. Pio X, e con un Congresso mariano interna-zionale celebrato a Roma nel 1904.Nel frattempo compare anche una nuova tendenza, protesa verso la definizionedel dogma della Mediazione universale di Maria, il cui principale rappresentantefu il Cardinale Mercier. Ma alcune resistenze riscontrate da parte delle autoritàromane fecero rivolgere nuovamente gli sforzi dei mariologi in direzione dellaproclamazione del dogma dell’Assunta. Con la pubblicazione delle Petitionesfatte nel 1944 si ebbe un’imponente fioritura di studi assunzionistici, che contri-buì non poco alla preparazione della definizione dogmatica. Questa ebbe luogo il1° novembre 1950 da parte del Papa Pio XII, ed ebbe un suo prolungamento conl’anno mariano 1954, in cui fu celebrato il centenario della definizionedell’Immacolata e fu proclamata la regalità di Maria. L’anno della morte di PioXII (1958) fu anche l’anno del primo centenario delle apparizioni di Lourdes.Era trascorso poco più di un secolo dalla definizione di Pio IX. Un periodo ditempo senza dubbio “mariano”, che ha portato all’apogeo quel movimento cheera iniziato nei primi anni del XVII secolo.

Gli articoli pubblicati su “Rosarium” sono tratti dal libro““LLaa BBeeaattaa VVeerrggiinnee.. TTRRAATTTTAATTOO DDII MMAARRIIOOLLOOGGIIAA””

di P. Roberto Coggi o.p.in vendita presso Edizioni Studio Domenicano

via Dell’Osservanza, 72 - 40136 Bologna - Tel. 051/582037Fax 051/331583 - [email protected]

oppure presso P. Mauro Persici o.p. tel. 335 5938327

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pellegrinaggio del rosarioin Egitto e Giordania “sulle orme di Mosè”27 dicembre 2006 - 7 gennaio 2007in aereotermine iscrizioni 30/9/2006per ogni informazione:Padre Mauro (tel. 335 5938327)oppure sito internet www.sulrosariow.org voce “Pellegrinaggi”

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UN MILIONE DI “GENITORI A DISTANZA”

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C’è chi conserva la foto dei bambini «adottati» nel portafogli, chi l’ha messa in cornice nelsalotto buono. Ma non solo. Sono sempre di più gli italiani che non si accontentano di guardare dalontano i frutti di quell’amore a distanza. Li vogliono toccare, stringere tra le braccia, provare aparlargli. E c’è chi ci riesce: spesso riportando a casa emozioni e sensazioni difficili da descrivere.Elisa Tumedei di Forlì, per esempio, è andata in viaggio di nozze in Brasile con il marito Paolo, perincontrare Ariel. «Avevo iniziato a versare la quota per il sostegno a distanza quando ero fidanzata– spiega Elisa –. Ha otto anni e vive in una favela di Rio de Janeiro. Suo padre è tassista, la madreè casalinga e ha altri quattro tra fratelli e sorelle. Campa in una realtà difficile, violenta. Ho visita-to anche la scuola cattolica dove studia: è l’unica isola felice in quella favela, la possibilità piùgrande che ha di crescere senza buttare via l’esistenza». Elisa non ha coinvolto solo il marito, maanche altre persone: i suoi genitori hanno adottato tre bambini in Africa. Altri sposi hanno rinun-ciato ai regali per sostenere giovani in qualche villaggio nel Sud del mondo. È come un effettodomino, che in questi anni ha assunto dimensioni sempre più imponenti: chi vede e tocca con manoquei «figli adottati» non può far altro che trasmettere ad amici e conoscenti la gioia incontrata.Oppure si rimane sconvolti da tanta miseria e dalla sensazione di poter dare di più. Com’è succes-so a Tamara F., studentessa al quarto anno di Medicina, originaria di Montecarotto nelle Marche.«Ero già stata in Africa come volontaria nel 2001 – racconta –. Alcuni anni prima avevo adottatoJanette, orfana di madre e padre, ruandese. Tre estati fa ho lavorato proprio in Ruanda e ne hoapprofittato per andare a conoscerla di persona in orfanotrofio. Un’esperienza incancellabile, mami sono accorta che potevo fare di più per gli altri 107 bambini ospiti dello stesso orfanotrofio».

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Tamara ha molto sofferto per questa situazione: «Vedevo questi orfani curati con tanto amore daun’istitutrice, ma anche malnutriti e in cattive condizioni igienico-sanitarie. Dovevo fare di più».Tamara rientra nel suo piccolo paese di duemila anime, organizza incontri e una pesca di benefi-cenza per comprare una mucca da donare all’orfanotrofio. Alcuni compaesani rinunciano ai regalidi Natale e offrono la cifra che avrebbero speso. In poche ore sono stati venduti 800 biglietti. Masoprattutto è nata una coscienza comune intorno alla proposta lanciata da Tamara, che adessovuole laurearsi e lavorare come medico in Africa. Il sostegno a distanza è una realtà sempre più diffusa in Italia. Si contano circa 500 soggetti, trainiziative spontanee, enti, associazioni, scuole, parrocchie che non fanno esclusivamente sostegno adistanza, impegnati nell’attività a favore di bambini del Terzo Mondo. Spesso fioriscono così tantiprogetti che diventa difficile quantificare il fiume di carità e di solidarietà che dal nostro Paesescorre verso i più sperduti villaggi africani, le favelas brasiliane, ma anche le località sulle costedell’Asia devastate dal maremoto del dicembre 2004 o i Paesi in difficoltà dell’Europa dell’Est.Tutti i progetti, però, hanno in comune l’aiuto dei minori senza sradicarli dalle loro famiglie:bastano pochi centesimi al giorno per un sostegno negli studi, nell’educazione, nell’alimentazione,nel vestiario. Ufficialmente sono 131 gli enti attivi in questo campo, 70 dei quali si riconoscono nelForum Sad (Sostegno a distanza). La prima esperienza venne lanciata nel 1958 dal PIME(Pontificio Istituto Missioni Estere) attraverso il missionario padre Mario Meda, mettendo in rela-zione una famiglia americana con alcuni bambini in Birmania. Oggi i benefattori italiani sonocirca un milione e sostengono due milioni e mezzo di persone in 110 Paesi per un totale di 240

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milioni di euro donati ogni anno. «Il sostegno a distanza è iniziato in maniera spontanea, non èfrutto di progetti elaborati a tavolino – racconta Fabrizio Carabelli, responsabile del settore alPIME di Milano –. I nostri missionari avevano capito che c’era bisogno di far studiare i ragazzi sulposto. L’istruzione era il primo passo per migliorare la condizione di quelle popolazioni svantag-giate. È iniziata proprio così: da pochi benefattori si è passati alla costituzione di organismi e asso-ciazioni». A Napoli, il 25 e 26 febbraio, si è svolto il settimo Forum Sad: è stata l’occasione perillustrare il quadro attuale, fornire indicazioni utili e migliorare i servizi. E incoraggiare a un mag-gior impegno, specie nel Mezzogiorno. Chi adotta compie un gesto di carità, solidarietà, condivisione, diventa fattore di crescita e di for-mazione, oltre che di conoscenza fra culture e nazioni diverse. Ma il vero focus di questa esperien-za è l’educazione: sia per chi viene aiutato a crescere in situazioni economiche e ambientali diffi-cili, sia per chi, sottoscrivendo la sua quota annuale (che si aggira sui 300 euro all’anno), garan-tisce stabilità ai progetti di sviluppo, mette in gioco un po’ della sua vita e si confronta con conte-sti dove lo sviluppo della persona è il valore centrale attorno al quale si costruisce qualsiasi pro-getto di sviluppo che non voglia essere ideologico o utopistico.E sono sempre più numerosi i casi in cui nel tempo si viene a creare un legame affettivo tra chiadotta e il bambino. In tanti non si accontentano delle foto o di qualche lettera, ma voglionorecarsi sul posto e conoscere di persona quel «figlio» che vive a migliaia di chilometri di distanza.E la cui esistenza è spesso appesa agli spiccioli di un italiano.

Maurizio Carucci da Avvenire, 2 febbraio 2006

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I RAGAZZI DI PADRE CHICO IN BRASILE

Sono un padre domenicano italiano, missionario in Brasile da più di venticinque anni. Mi trovodi passaggio al Santuario di Fontanellato ed ho avuto la gioia di incontrare il Padre Mauro Persici,direttore del Movimento del Rosario e della Rivista. Sono venuto per pagare un debito di ricono-scenza verso di lui e verso i tanti amici che ci aiutano con le adozioni a distanza per i bambini eadolescenti di Padre Chico. Il Brasile è un paese immenso, dove il Creatore ha profuso con grande generosità tante risorse etante ricchezze naturali. Ma in questa terra benedetta c’è molta gente che non ha il necessario pervivere. È una lunga storia di dominazione coloniale e di ingiustizie istituzionalizzate, contro le qualiil popolo brasiliano sta lottando con coraggio e perseveranza. Uno dei frutti più belli di questo cam-mino di riscatto sociale è stato l’elezione a Presidente della repubblica del metalmeccanico Lula.La chiesa sta dando tutto il suo appoggio a questo movimento di ‘liberazione’ del popolo brasilia-no. Uno dei modi più efficaci di questo suo impegno è la creazione di opere sociali, rivolte soprat-tutto all’accoglienza, alimentazione ed educazione dei bambini e dei giovani, che rappresentano laparte più vulnerabile della popolazione e ne rappresentano il futuro. Queste opere non risolvono“tutto” il problema, ma sono segni di speranza che mostrano che è possibile cambiare la situazionee che i poveri hanno diritto ad una vita più degna... più umana!Il Domenicano frei Chico fondò, ormai venti anni fa, a Santa Cruz do Rio Pardo, nello Stato di SanPaolo, uno di questi centri della gioventù che è articolato in due proposte di accoglienza. Il primo,chiamato “Centro Social San Josè”, è una casa in cui più di trecento bambini e adolescenti dellefavelas di Santa Cruz sono accolti ogni giorno e ricevono il pasto del mezzogiorno con una meren-

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da, aiuto per l’istruzione, l’educazione umana e religiosa e l’avvio professionale. L’altro centro,detto “Casa de Apoio ao Menor Carente” è un orfanotrofio che accoglie una ottantina di bambinie adolescenti, da zero a 18 anni, che hanno perso i genitori o si trovano in situazioni di rischiosociale o familiare. Da più di due anni ormai il Signore ha chiamato a sé, in Paradiso, il PadreChico, che ha profuso in questa sua Opera tutto il suo grande cuore di sacerdote e di “papà”. La sua opera però continua, grazie all’impegno dei confratelli Domenicani di Santa Cruz e di tantepersone generose della città, del Brasile e degli amici italiani, soprattutto dei padrini e madrine delle“adozioni a distanza”. I brasiliani si danno molto da fare. Sono state organizzate varie attività comela fabbrica del cioccolato, l’artigianato fatto dai ragazzi e da persone volontarie del luogo, la colti-vazione di verdura e frutta ed altro. Il vostro appoggio dall’Italia però rimane fondamentale perché possiamo garantire ai nostri bambiniquello di cui hanno bisogno e diritto. Oltre al sostegno profuso direttamente per loro e per le lorofamiglie, le immancabili spese per la manutenzione ordinaria dei due centri, poi... stiamo investen-do per migliorare le strutture e per garantire un equipaggiamento sempre migliore. Ultimamenteabbiamo inaugurato una nuova ala nel “Centro Sociale San Josè” e ci stiamo preparando percostruire uno spazio coperto nella “Casa do Menor”, in modo che quando piove i ragazzi possanogiocare e svolgere le altre attività educative all’asciutto. In nome di tutti i nostri ragazzi e degliamici brasiliani voglio esprimere il più vivo ringraziamento per il bene che state facendo.Esprimo anche l’invito perché veniate a trovarci in Brasile! I nostri ragazzi saranno felici di acco-gliervi e di conoscervi personalmente! La Madonna del Rosario vi protegga e vi benedica!

Fr. Mariano S. Foralosso OP

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Papa Benedetto XVI il 18 dicembre 2005 ha compiuto la visita pastorale alla parrocchiaromana Santa Maria Consolatrice e ha pronunciato l’omelia che riportiamo qui di seguito.

Il Papa in visitapastorale

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Cari fratelli e sorelle,

è per me realmente una grande gioia essere qui con voi questa mattina e celebrare con voi e pervoi la Santa Messa. ....

Vogliamo adesso brevemente meditare il bellissimo Vangelo di questa Domenica, che è per meuna delle più belle pagine della Sacra Scrittura. E vorrei – per non essere troppo lungo – rifletteresolo su tre parole di questo ricco Vangelo.

La prima parolache vorrei meditare con voi è il saluto dell’Angelo a Maria. Nella traduzione italiana l’Angelo dice:“Ti saluto, Maria”. Ma la parola greca sottostante, “Kaire”, significa di per sé “gioisci”, “rallegrati”.E qui c’è una prima cosa che sorprende: il saluto tra gli ebrei era “Shalom”, “pace”, mentre il salutonel mondo greco era “Kaire”, “rallegrati”. È sorprendente che l’Angelo, entrando nella casa diMaria, saluti con il saluto dei greci: “Kaire”, “rallegrati, gioisci”.

E i greci, quando quarant’anni anni dopo hanno letto questo Vangelo, hanno potuto qui vedere unmessaggio importante: hanno potuto capire che con l’inizio del Nuovo Testamento, a cui questapagina di Luca faceva riferimento, si era avuta anche l’apertura al mondo dei popoli, all’universalitàdel Popolo di Dio, che ormai abbracciava non più soltanto il popolo ebreo, ma anche il mondo nellasua totalità, tutti i popoli. Appare in questo saluto greco dell’Angelo la nuova universalità delRegno del vero Figlio di Davide.

Ma è opportuno rilevare subito che le parole dell’Angelo sono la ripresa di una promessa profeti-ca del Libro del Profeta Sofonia. Troviamo qui quasi letteralmente quel saluto. Il profeta Sofonia,ispirato da Dio, dice ad Israele: “Rallegrati, figlia di Sion; il Signore è con te e prende in te la Sua

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dimora”. Sappiamo che Maria conosceva bene le Sacre Scritture. Il suo Magnificat è un tessutofatto di fili dell’Antico Testamento. Possiamo perciò essere certi che la Santa Vergine capì subitoche queste erano parole del Profeta Sofonia indirizzate a Israele, alla “figlia di Sion”, consideratacome dimora di Dio. E adesso la cosa sorprendente che fa riflettere Maria è che tali parole, indiriz-zate a tutto Israele, vengono rivolte in special modo a lei, Maria.

E così le appare con chiarezza che proprio lei è la “figlia di Sion” di cui ha parlato il profeta, chequindi il Signore ha un’intenzione speciale per lei, che lei è chiamata ad essere la vera dimora diDio, una dimora non fatta di pietre, ma di carne viva, di un cuore vivo, che Dio intende in realtàprendere come Suo vero tempio proprio lei, la Vergine. Che indicazione! E possiamo allora capireche Maria cominci a riflettere con particolare intensità su che cosa voglia dire questo saluto.

Ma fermiamoci adesso soprattutto sulla prima parola: “gioisci, rallegrati”. Questa è la primaparola che risuona nel Nuovo Testamento come tale, perché l’annuncio fatto dall’angelo a Zaccariacirca la nascita di Giovanni Battista è parola che risuona ancora sulla soglia tra i due Testamenti.Solo con questo dialogo, che l’angelo Gabriele ha con Maria, comincia realmente il NuovoTestamento. Possiamo quindi dire che la prima parola del Nuovo Testamento è un invito alla gioia:“gioisci, rallegrati!”. Il Nuovo Testamento è veramente “Vangelo”, la “Buona Notizia” che ci portagioia. Dio non è lontano da noi, sconosciuto, enigmatico, forse pericoloso. Dio è vicino a noi, cosìvicino che si fa bambino, e noi possiamo dare del “tu” a questo Dio.

Soprattutto il mondo greco ha avvertito questa novità, ha avvertito profondamente questa gioia,perché per loro non era chiaro se esistesse un Dio buono o un Dio cattivo o semplicemente nessunDio. La religione di allora parlava loro di tante divinità: si sentivano perciò circondati da diversissi-me divinità, l’una in contrasto con l’altra, così da dover temere che, se facevano una cosa in favoredi una divinità, l’altra poteva offendersi e vendicarsi. E così vivevano in un mondo di paura, circon-

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dati da demoni pericolosi, senza mai sapere come salvarsi da tali forze in contrasto tra di loro. Eraun mondo di paura, un mondo oscuro.

E adesso sentivano dire: “Gioisci, questi demoni sono un niente, c’è il vero Dio e questo vero Dioè buono, ci ama, ci conosce, è con noi, con noi fino al punto di essersi fatto carne!” Questa è lagrande gioia che il cristianesimo annuncia. Conoscere questo Dio è veramente la “buona notizia”,una parola di redenzione.

Forse noi cattolici, che lo sappiamo da sempre, non siamo più sorpresi, non avvertiamo più convivezza questa gioia liberatrice. Ma se guardiamo al mondo di oggi, dove Dio è assente, dobbiamoconstatare che anch’esso è dominato dalle paure, dalle incertezze: è bene essere uomo o no? è benevivere o no? è realmente un bene esistere? o forse è tutto negativo? E vivono in realtà in un mondooscuro, hanno bisogno di anestesie per potere vivere. Così la parola: “gioisci, perché Dio è con te, ècon noi”, è parola che apre realmente un tempo nuovo. Carissimi, con un atto di fede dobbiamo dinuovo accettare e comprendere nella profondità del cuore questa parola liberatrice: “gioisci!”.

Questa gioia che uno ha ricevuto non può tenersela solo per sé; la gioia deve essere sempre con-divisa. Una gioia la si deve comunicare. Maria è subito andata a comunicare la sua gioia alla cuginaElisabetta. E da quando è stata assunta in Cielo distribuisce gioie in tutto il mondo, è divenuta lagrande Consolatrice; la nostra Madre che comunica gioia, fiducia, bontà e ci invita a distribuireanche noi la gioia. Questo è il vero impegno dell’Avvento: portare la gioia agli altri. La gioia è ilvero dono di Natale, non i costosi doni che impegnano tempo e soldi.

Questa gioia noi possiamo comunicarla in modo semplice: con un sorriso, con un gesto buono,con un piccolo aiuto, con un perdono. Portiamo questa gioia e la gioia donata ritornerà a noi.Cerchiamo, in particolare, di portare la gioia più profonda, quella di avere conosciuto Dio in Cristo.Preghiamo che nella nostra vita traspaia questa presenza della gioia liberatrice di Dio.

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La seconda parolache vorrei meditare è ancora dell’Angelo: “Non temere, Maria!”, egli dice. In realtà, vi era motivodi temere, perché portare adesso il peso del mondo su di sé, essere la madre del Re universale, esse-re la madre del Figlio di Dio, quale peso costituiva!

Un peso al di sopra delle forze di un essere umano! Ma l’Angelo dice: “Non temere! Sì, tu portiDio, ma Dio porta te. Non temere!” Questa parola “Non temere” penetrò sicuramente in profonditànel cuore di Maria.

Noi possiamo immaginare come in diverse situazioni la Vergine sia ritornata a questa parola,l’abbia di nuovo ascoltata. Nel momento in cui Simeone le dice: “Questo tuo figlio sarà un segno dicontraddizione, una spada trafiggerà il tuo cuore”, in quel momento in cui poteva cedere alla paura,Maria torna alla parola dell’Angelo, ne risente interiormente l’eco: “Non temere, Dio ti porta”.

Quando poi, durante la vita pubblica, si scatenano le contraddizioni intorno a Gesù, e molti dico-no: “È pazzo”, lei ripensa: “Non temere”, e va avanti. Infine, nell’incontro sulla via del Calvario epoi sotto la Croce, quando tutto sembra distrutto, ella sente ancora nel cuore la parola dell’Angelo;“Non temere”. E così coraggiosamente sta accanto al Figlio morente e, sorretta dalla fede, va versola Resurrezione, verso la Pentecoste, verso la fondazione della nuova famiglia della Chiesa.

“Non temere!”, Maria dice questa parola anche a noi. Ho già rilevato che questo nostro mondo èun mondo di paure: paura della miseria e della povertà, paura delle malattie e delle sofferenze,paura della solitudine, paura della morte. Abbiamo, in questo nostro mondo, un sistema di assicura-zioni molto sviluppato: è bene che esistano.

Sappiamo però che nel momento della sofferenza profonda, nel momento dell’ultima solitudinedella morte, nessuna assicurazione potrà proteggerci.

L’unica assicurazione valida in quei momenti è quella che ci viene dal Signore che dice anche anoi: “Non temere, io sono sempre con te”. Possiamo cadere, ma alla fine cadiamo nelle mani di Dioe le mani di Dio sono buone mani.

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Terza parola:al termine del colloquio Maria risponde all’Angelo: “Sono la Serva del Signore, sia fatto come haidetto tu”. Maria anticipa così la terza invocazione del Padre Nostro: “Sia fatta la Tua volontà”. Dice“sì” alla volontà grande di Dio, una volontà apparentemente troppo grande per un essere umano;Maria dice “sì” a questa volontà divina, si pone dentro questa volontà, inserisce tutta la sua esisten-za con un grande “sì” nella volontà di Dio e così apre la porta del mondo a Dio. Adamo ed Eva conil loro “no” alla volontà di Dio avevano chiuso questa porta.

“Sia fatta la volontà di Dio”: Maria ci invita a dire anche noi questo “sì” che appare a volte cosìdifficile. Siamo tentati di preferire la nostra volontà, ma Ella ci dice: “Abbi coraggio, dì anche tu:‘Sia fatta la tua volontà’, perché questa volontà è buona. Inizialmente può apparire come un pesoquasi insopportabile, un giogo che non è possibile portare; ma in realtà non è un peso la volontà diDio, la volontà di Dio ci dona ali per volare in alto, e così possiamo osare con Maria anche noi diaprire a Dio la porta della nostra vita, le porte di questo mondo, dicendo “sì” alla Sua volontà, nellaconsapevolezza che questa volontà è il vero bene e ci guida alla vera felicità.

Preghiamo Maria la Consolatrice, la nostra Madre, la Madre della Chiesa, perché ci dia il corag-gio di pronunciare questo “sì”, ci dia anche questa gioia di essere con Dio e ci guidi al Suo Figlio,alla vera Vita.

Amen!

(fonte www.vatican.va)

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Il Convegno del Movimento del Santo Rosario,quest’anno, si è dato appuntamento presso la

Santa Casa di Loreto: la Casa della Sacra Fami-glia.Da varie località d’Italia – chi con molte ore diviaggio affrontate con la gioiosa attesa dell’in-contro con Maria – come membri di un’unicafamiglia, ci si è subito immersi in uno spirito dipreghiera fraterna che ha caratterizzato tutto ilpercorso della giornata.Padre Mauro ha guidato il Santo Rosario condu-cendoci quasi per mano, in meditazioni e rifles-sioni che hanno saputo interrogare il cuore diognuno di noi. La presenza di Maria nella preghiera comunita-ria, attraverso lo snodarsi dei vari misteri dellaGloria, ci ha accompagnati all’ascolto della con-ferenza del Padre monfortano Cortinovis, mario-logo conosciuto a livello nazionale ed internazio-nale per i suoi numerosi articoli e scritti inerentila figura di Maria Santissima.Con linguaggio chiaro, toccando temi profondied attuali, ha saputo dare quelle risposte che alcu-ni di noi sentivano di dover approfondire. Maria,la Via che conduce a Gesù, Segreto luminoso, alquale volgersi per aiutare i nostri passi in questocammino sempre più impervio e difficile chestiamo affrontando giorno dopo giorno.Maria Donna dell’Ascolto, della Preghiera, delSilenzio in Dio, della Contemplazione feconda efecondante, si pone a nostro modello proiettando-si al di là del tempo e dello spazio: Stella polareche sa condurci alla meta sicura.Lo spazio di Padre Cortinovis, intervallato dallarecita della decina del Rosario, ha previsto unmomento conclusivo di domande poste dai vari

Loreto2 aprile 2006

Convegno delMovimentoDomenicano del Rosario

sa condurcialla meta

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partecipanti. Ogni risposta è stata breve ed esau-stiva, chiara e propositiva.La mattinata si è conclusa con l’estrazione deinumeri della lotteria, l’assegnazione dei varipremi, la distribuzione di materiale librario ericordini vari, nello spazio appositamente allesti-to all’interno della sala Paolo VI. Dopo la pausapranzo, apposite guide locali hanno accompagna-to i gruppi alla visita della Basilica e alle 16 la S.Messa e l’Adorazione Eucaristica, presso laCripta dei Santi Pellegrini, concelebrate dai Sa-cerdoti Padre Mauro, Don Andrea e don Stani-slao hanno concluso l’intera giornata del Conve-gno. Un momento particolarmente toccante èstato quello della S. Comunione... momento nelquale la signora Dominga ha ricevuto per laprima volta il Corpo e il Sangue di Gesù. Credo che ciascuno di noi abbia avuto il dono diripercorrere la propria Prima Comunione conprofonda emozione. Molti gli occhi lucidi fra ipresenti. All’Adorazione, accompagnata dalla dolcezzadel canto comunitario, abbiamo consegnato aGesù ogni nostro pensiero di gioia, dolore edaffanno, consegnandoci fiduciosi alla Fonte dellaGioia.I saluti di arrivederci hanno confermato la pro-messa del prossimo incontro per una famiglia incontinua e costante crescita alla Scuola di Maria.

Stefania

Il Rosario come scuola di santità

Dalla devozione alla spiritualità

Il santo Rosario ha una lunga tradizionenella storia della fede del Popolo di Dio. Accantoalla liturgia ufficiale della Chiesa, questa pre-ghiera si è formata quasi per istinto tra la gente,per esprimere i propri bisogni spirituali, il desi-derio di Dio e la devozione alla Santa Vergine.

A seconda delle epoche, il Rosario è stato iltermometro – semplice, ma autentico, sensibile e

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profondo – della fede, speranza e carità dei veridiscepoli di Cristo. Il Papa Pio XII lo ha chiamato “il compendio ditutto quanto il Vangelo”. Dopo il Concilio, PaoloVI lo ha raccomandato e – come sappiamo –soprattutto Giovanni Paolo II lo ha praticato evissuto durante tutta la sua vita.

Come in passato, anche oggi molti invece lodisprezzano, perché non conoscono la sua forzaspirituale di preghiera contemplativa, vera scuo-la di fede, che gradualmente ci fa avanzare sulla via della santità, poiché ogni giorno ci porta a meditare il Vangelo, a prendere GesùCristo e Maria Santissima come nostri modelli, ea invocare Dio per le necessità nostre e delmondo intero.Per questo san Luigi Maria di Montfort dice chese uno recita bene ogni giorno il Rosario, sicura-mente diventa santo.

La recita del Rosario non deve essere peròsolo una devozione, cioè un gesto compiuto comeper abitudine, o solo per sentirci protetti da unagaranzia quasi magica, o per tranquillizzare la coscienza.

La stessa devozione alla Santa Vergine devetrasformarsi in una vera spiritualità mariana.La devozione può essere intesa come il compi-mento di qualche gesto esteriore: recitare dellepreghiere, tenere in casa un’immagine, fare unpellegrinaggio, o un’offerta, ecc.

La spiritualità è invece un autentico eprofondo cammino interiore, che parte dallaprima conversione della rinuncia al peccato, e vaavanti con la crescita nelle virtù, fino alla perfet-ta conformazione a Cristo, in comunione d’amo-re con il Padre che è nei cieli, illuminati, sostenu-ti e guidati dallo Spirito Santo.

Con il Rosario si compie questo camminoprendendo Maria Santissima come guida e modello; la via alla santità diventa allora piùfacile, più breve, più perfetta e più sicura.

C’è un testo di Giovanni Paolo II che spiegain modo sintetico, ma completo, che cosa deve

essere una vera spiritualità mariana, o in checosa deve consistere una “consacrazione” alei.

“È un rapporto diretto e permanente con Maria nella preghiera, nella disponibilitàal suo materno influsso e nella assimilazionedei suoi atteggiamenti spirituali (…) ordinato arisolversi in un cammino di fedeltà a Cristo, didocilità allo Spirito Santo, di comunione con ilPadre e di vita ecclesiale” (Lettera al Vescovodi Trieste – 15.8.1984).

Se analizziamo parola per parola, trovia-mo tutti gli elementi di un cammino di santità:fedeltà a Gesù Cristo, obbedienza allo Spirito,comunione con il Padre, impegno nella Chiesa,che è l’apostolato.

E questi obiettivi sono raggiunti per mezzodi Maria, nell’essere disponibili al suo “mater-no influsso”, cioè lasciandoci guidare da lei,fino ad avere in noi i suoi atteggiamenti spiri-tuali, non una volta ogni tanto, ma “assimila-ti” in modo “permanente”.

Dice infatti ancora san Luigi Maria diMontfort che Maria è talmente piena di graziae trasformata dalla grazia, cioè talmente ricol-ma e “satura” di Dio, che se noi veniamo incontatto con lei, diventiamo noi pure “pieni digrazia e di Spirito Santo”, cioè santi come Dioè Santo.

Anche nella lettera apostolica RosariumVirginis Mariae (nn. 13-17), il Papa traccia ilmedesimo itinerario completo di santità, anchese con altri termini.

È la vera spiritualità mariana, descritta incinque atteggiamenti:

1) ricordare Cristo con Maria;2) imparare Cristo da Maria;3) conformarsi a Cristo con Maria; 4) supplicare Cristo con Maria;5) annunciare Cristo con Maria.

P. Battista Cortinovis, smm

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Il televisore acceso mentre sipranza è cosa comune in moltefamiglie: un rito irrinunciabile chechiude la bocca a chi potrebbecogliere l’occasione del pranzareinsieme, per scambiare serena-mente i piccoli o grandi accadi-menti della giornata.La comunicazione sta languendo esempre più ci si allontana dai problemi e dalle gioie reciproche. Così un bel giorno ho proposto allafamiglia di tenere spento l’apparecchio televisivo durante i pasti, per ritrovarci a parlare fra noi. Lacosa non fu presa con entusiasmo, tuttavia riuscii nell’intento. In principio un silenzio imbarazzanterotto a tratti da frasi smozzicate ci sorprese un po’ tutti, poi, con il trascorrere dei giorni, iniziammoa far partecipi gli uni gli altri dei vari accadimenti, belli e meno belli. Abbiamo riscoperto la gioiadella condivisione, anche nella divergenza di opinione. L’importante è guardarsi negli occhi e parla-re comunicando, affidandosi gli uni agli altri, partecipando gli uni con gli altri. Il clima in famiglia ètornato quello dei miei tempi, di quando da bambina, a tavola, ci si scambiavano pezzi di vita, edecisamente oggi troviamo la cosa molto piacevole.Ora, per comunicare fra noi, bisogna quasi prenotare il proprio turno e del silenzio imbarazzante deiprimi giorni neanche l’ombra. Famiglia è anche questo, mettere in disparte uno strumento divenuto così invadente, riscoprendo lagioia dello stare insieme. Penso alla famiglia di Nazareth, alla soavità che trasmetteva a ciascunmembro e all’esterno. Penso alle parole della Madonna di Medjugorje quando in un suo messaggiochiede di spegnere il televisore per insegnarci il dono reciproco del tempo, impagabile dono! Esseredi Maria vuol dire imitare Maria anche nelle piccole cose del quotidiano, ricordando che la famigliaè “la piccola chiesa domestica” sempre, anche quando si ritrova attorno alla tavola: altare che le èproprio.

Stefania

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la tavola: altare della famiglia

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Carissimo P. Mauro, premesso che ho già ricevuto un vostro pacco, ed ho abbondantementedivulgato il materiale ricevuto, tanto è vero che abbiamo circa 120 iscritti ed altri 70 nominativi, giàinseriti nei gruppi del RV, da iscrivere, ma i numeri non sono i miei problemi, faccio ciò che vafatto, o meglio, quello a cui sono stato chiamato.

In merito al materiale, vi comunico che mi sono rimasti molti dei pieghevoli a tre che parlano del-l’associazione, ed anche abbondanti calendari piccoli.

Desidererei allora ricevere altri libretti del RV e le buste con le 20 meditazioni sui misteri delRosario di S. Domenico e di S. Caterina. Sulle quantità fate voi.

Seguendo le sue indicazioni, finalmente ci siamo divisi in gruppi! Adesso vorrei fornire ciascuncapo-gruppo di materiale, affinché si responsabilizzino ulteriormente, anzi, per meglio dire, sianoindipendenti per ciò che concerne il materiale da distribuire; inoltre, sarebbe cosa assai gradita rice-vere la campionatura per appunto prendere visione del materiale disponibile. Adesso dovrei fornirlei nominativi dei capi-gruppo individuati e relativi recapiti telefonici ed indirizzi, il tutto a breve inquanto li incontrerò sabato prossimo.

Vi ringrazio e ringrazio Dio per questo nuovo cammino, cammino verso Gesù tenendo Maria per lamano, un cammino nuovo e pieno di tantissimo frutto. La mia conversione maturò nel 1992, e daallora tante cose, ritiri nei conventi, Assisi, teologia di base, esperienze con il R.n.S. fino ad appro-dare nella mia attuale comunità: il Cursillos di Cristianità. Ma da maggio 2005 ad oggi, ovvero daquando prego ogni giorno con il Rosario in comunione con tutti gli iscritti, ho toccato con mano ed

ho visto con i miei occhi le conversioni dei miei amici e dei miei parenti,ma soprattutto quella mia.Ed allora il Rosario oggi è diventata la mia palestra, la preghiera mi forti-fica e mi rilancia con nuovo entusiasmo e con nuova luce lì dove il Si-gnore mi chiama, ma è anche stata per me occasione di studio, scoprendoquella logica universale che è la logica dell’incarnazione! Dio va versol’uomo, Dio che ci cerca per primi, è con questi occhi nuovi che guardolo Spirito Santo discendere su Maria… la Trinità cerca Maria per mezzodell’Angelo, ed ancora osservo l’andare di Gesù al Giordano verso il

Battista: la grazia che va incontro all’uomo (come bendescriveva un noto autore), e da lì il mio cuore riscopreanche quell’indicazione del mio direttore spirituale: non tiproporre mai, aspetta di essere chiamato! Allora riscopro erivedo Gesù che chiama gli Apostoli, o la discesa delloSpirito Santo nel cenacolo, tutti legati da uno stesso proce-dimento e da un’unica proposta, Dio che ci cerca per primi,la grazia verso l’uomo, la logica dell’Incarnazione.

Ed allora viva Gesù e viva Maria, un abbraccio fraterno:sono felice!

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carissimo Padre Mauro...

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Il Natale era ormai prossimo e A.M. stava rientrando acasa chiusa nei propri pensieri alla guida della vecchia utilita-ria. Si era fatto tardi e inoltre iniziava a nevicare. In quellafredda serata di dicembre, tutto sembrava andasse storto. Inlontananza A.M. scorge, fermo ad un semaforo, quello chepoi doveva trattarsi di un lavavetri e, tra sé e sé, si augura cheil verde possa farla procedere oltre, il più in fretta possibile.Quella figura intirizzita e miseramente vestita, stava giàponendole degli interrogativi… ai quali non avrebbe volutorispondere, almeno in quella circostanza. A.M. prosegue ecapita con il rosso per “capofila” e il giovane è subito lì,accanto al finestrino con il palmo proteso e lo sguardo suppli-chevole. In un attimo A. M. prova a darsi tutti i “no” possibi-li, fino a quando una voce nel cuore le si affaccia con quel“Date e vi sarà dato…” Dio solo sa quali difficoltà attraversasse la protagonista delracconto, tuttavia decide di lasciare libero spazio al cuore.Apre il portafogli e consegna tutto ciò che ha a disposizione:una cifra interessante. Non ha neanche il tempo di sentire ungrazie e francamente non lo avrebbe preteso, che il verde con-sente la ripresa del viaggio. Durante il percorso si scopre più leggera e meno arrabbiata con la vita.Dopo cena il telefono squilla in casa di A.M., è sua madre che la prega di raggiungerla al più pre-sto. A.M. non immagina di che si tratti, non ha voglia di uscire, fa sempre più freddo, tuttavia loscrupolo la conduce là dove non vorrebbe andare. La madre la riceve con un sorriso, le anticipa gliauguri per le Feste ormai prossime e timidamente le infila in tasca una busta bianca, dicendole: “Soche possono farti comodo. Accetta questo mio regalo”.A.M. ringraziando confusa, si schermisce come intuendone il contenuto, poi, curiosa come unabambina, estrae dalla tasca la busta appena donatale, l’apre e all’interno vi trova un sostanziosoassegno.Ritornando verso casa, ha continuato a ringraziare Dio perché, attraverso la madre, le aveva rispo-sto subito e con generosità a quanto accaduto al semaforo soltanto due ore prima.A.M. a distanza di tempo ricorda ancora l’episodio, citandolo spesso con chi conosce, a testimo-nianza di come la Provvidenza passi attraverso i nostri gesti piccoli o grandi che siano. Il Signore ciaiuti a raggiungere il sano distacco dal nostro tornaconto e ci faccia suoi strumenti nel segreto chesolo Lui conosce.Diceva un Santo: “Volete riempire il vostro portafogli? Svuotatelo”. Aveva ragione: provare percredere.

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date e vi sarà dato... Luca 6,38

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Tra i collaboratoridel Movimento Domeni-cano del Rosario alcuni,negli anni di camminocompiuti insieme, hannomaturato un’esigenzache nella giornata dioggi ha trovato pienarealizzazione.Hanno cioè riconosciutoche il cammino intrapre-so come collaboratoridel Movimento ha loroaperto prospettive conun orizzonte, non negatocertamente, ma ben piùvasto di quello del Movi-mento... aspettative nonpiù colmabili solo conuna viva partecipazionealla vita del Movimento.Questa comune matu-razione, avendo loro a-perto le menti e i cuori,ha permesso di constata-re come nella Famigliadi San Domenico i loroorizzonti e le loro aspet-tative accumunavanoaltri fratelli in una gioio-sa comunione di vita chesi chiama la FraternitaLaica Domenicana.Comunione di intenti edi voleri, di preghiera,formazione ed azione, non più solo nell’ambito mariano, ma a tutto raggio sotto lo sguardo mater-no di Maria, Regina del santo rosario e del santo padre Domenico che trascorreva le notti in pre-ghiera e penitenza domandandosi: “che ne sarà – oggi diremmo – di coloro che non conosconoGesù?”.

da amico

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La comunità dei domenicani nella persona di padre Mauro ci accoglie con squisita cortesia dopoquattro piacevoli ore di viaggio e ci si sente subito come a “casa”. Ai saluti di benvenuto segue ilnostro ingresso in Cappella da Gesù: la nostra unica meta. Ci si incontra fraternamente con personenuove, nuovi doni del Signore con i quali condividere un tempo di preghiera comunitaria. Alle spalle la Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina sembrano comunicarciquel: “Fate quello che vi dirà”. L’invito di Maria è un programma per ciascuno, oggi e nel tempo. Le ore trascorrono veloci quando si sta bene e la sera, prima di coricarci, si va per un saluto allaMadonna del Santuario accanto, illuminata solo lei nel buio completo della chiesa vuota. Attimi disguardi indimenticabili, con il respiro come sospeso e la preghiera che sboccia nei cuori. Preludiodi quell’incontro al quale ognuno rivolge il pensiero: Maria. Il mattino seguente, le campane annunciano il giorno del Signore. Incontrandosi nei corridoi della casa che ci accoglie, ci si saluta fraternamente, con un sorriso. IPadri Domenicani nei loro abiti bianchi ci precedono nella chiesa ormai gremita di gente. La celebrazione ha inizio e si interrompe nel suo consueto svolgimento per presentare Giulio,all’avvio al noviziato nel Laicato Domenicano. Riceverà lo scapolare bianco dell’ordine di MariaRegina del S. Rosario. Noi abbiamo appena timidamente risposto al Suo invito e a piccoli passi, masicuri nella Sua Volontà, chiediamo di camminarle al fianco, mano nella mano. Imparare ad appartenere alla famiglia domenicana è un grande dono che attraverso la santa pedago-gia di Maria ci porterà a Gesù. San Domenico parlava con Dio e di Dio: questa la sua missione sempre attuale. Nel mondo chiassoso e caotico del nostro tempo, ci addita la soave quiete del Tabernacolo acco-standoci al quale possiamo ascoltare la Sua Voce che parla nel nostro profondo.L’ascolto ci farà più presenti anche ai fratelli nostri compagni di viaggio.Se non riempiremo le “giare” del cuore, che cosa offriremo ai commensali e allo Sposo… Non abbiamo più vino, noi che distratti e vuoti ci volgiamo ad altri banchetti e ad altre compagnieper sentirci alla fine del giorno più stanchi e amareggiati che mai.Guardare al messaggio di San Domenico ci aiuterà a ritrovare la vera gioia del cuore.

Stefania

a fratello

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HANNO INVIATO OFFERTE:1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:Rosaria Gurdi; Salvatore Mansueto; Stefania Comelli; Maria Formaggio; Domenica Verini; Angela e Immacolata La Manna; LuisellaBevegnù; Don Luigi Pasinato; Gregorio Castiglia; Gino Basile; Suor Maria Assunta Cender; Gianluca Cremonesi; MassimoMigliavacca; Francesco Ricco; Oscar Rossi; Sabella Francesca Romana; Lorena Carioni; Dionisio Sparacio; Parrocchia di OssimoInferiore (Bs); Monastero Ara Crucis di Faenza (Ra); Anna Gibellini; Gruppo del Rosario di Polverigi (An); Cesare Carloni; OsvaldoPennacchioni; Giuliana Bartali; Partecipanti alla Peregrinatio Mariae di Castelnovo né Monti (Re); Famiglia Andreoni Tagliavento;Carlotta Bassi; Domenicane di Tamai di Brugnera (Pn); Luciana Querzola; Adriana Hinna; Giampaola Negri; Vincenza Russo; NicolaBrusciano; Ariella Colombin; Paolo Vezil; Pietro Filomena Romei; Felicia Persico; Sandra Comelli; Gruppo del Rosario di Villesse (Go);Emil Radetic; Gruppi del Rosario di Aquileia (Ud); Orazio Ghinoi; Nunzia Gubitosa; Lorena Carioni; Tina Amodio; Gruppi del Rosariodi Montodine (Cr); Giuseppe Simini; Ida Urletti; Anna Di Guido; Don Damiano Marco Greci; Silvia Vita Seppi; Suor Maria di Montfort;Lorenzo Comar; Francesco Terroni; Clara Ronchetti; Domenica Fortugno; Rosa Perosa; Sergio Scandroglio; Maria Laghi; GiuseppinaBigoni; Nazzarena Mori; Domenica Cangiotti; partecipanti alla Peregrinatio Mariae di Busto Arsizio (Mi); Roberta Persici; AlessandroLotti; Agnese Dall’Armellina; Imelde e Alberta Sponticcia; Teresa Gianoli; Paolo Cipriani; Franca Strini; Giovanna Blatti Scotti; VittorioCastellan; Annarita Indino; Sandra Beghelli; Anna Altomare; Andrea Raimondi; Leone Basilio; Famiglia Chiandotto Flaugnacco; MauroFaverzani; Mariateresa Manfedi Uberti; Cinzia Marini; Antonio Gallo; Rosaria Modica; Anna Magi; Rosalba Chinellato; Maria Santilli;Raoul Gavioli; Ada Caputi; Ferdinando Tallei.

2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe:Gruppo del Rosario di Polverigi (An); Giampaola Negri secondo le sue intenzioni; Norma Neri per le sue intenzioni e in suffragiodefunti Amleto, Giuseppina e antenati; Rosanna Mozzicafreddo per grazia ricevuta; Guido Mozzigafreddo in suffragio di Giuseppe,Sestilia, Filippo, Claudia, Gennaro e Ruga; Franco Ferretti.

3) per acquisto di sussidi: Suore Missionarie di S.Sisto di La Spezia; Monastero Ara Crucis di Faenza (Ra); P. Piero Lanza; Claudio Ceccaroni; Confraternita delSS.Rosario di Gallipoli (Le); Parrocchia SS. Pietro e Paolo di Castrezzato; Monastero Domenicano di Castelbolognese (Ra); Don MarinoPerdisa; Monastero Carmelitano di Lodi; Don Elvio Re; Angelo Cangero; Guido Mozzicafreddo; Don Ermanno Turla; ElisabettaRocchetti per Monica, Gabriella e Tommaso; Paolo Vezil; Suor Giuseppina Abampi; Anita Ippoliti; Orlando Serra; Suor Luisa Colombi;Famiglia Molteni; Giampietro Gasparotto; Confraternita del Rosario di San Giorgio a Morgeto (Rc).

4) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferriera Caetano; Ambretta Negri per Lucas Oliveira Riston; Giampaola Negri per Isabela OliveiraRiston; Loretta Sangoi per Jorge Matheus Gonçalves; Famiglia Giantomassi per Amanda Inacio Da Silva; Ilde D’Agenio per LuizEduardo Brechò dos Reis.

HANNO COLLABORATO CON LA LORO OPERA:Fratini Fernando; Famiglia Boggio Carrera; Daniela Triaca e Angelo Gazzaniga; Anna Scarpenti; Enrico Veneziani; Maria Pia Bartoli;Ilaria Giannarelli; Elvio Barzotti; Vittoria Radi; Tania Rondani e Luca Borelli; Massimiliano Guerrini; Anna Scarpenti; Stefania e AngeloTalamonti; Jonne e Viserbo Bertocchi; Anita Ippoliti; Piera Pozzi.

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Amore a Maria L'amore del Cardinale Ildefonso Schuster, sbocciato nell'infanzia, acquista semprenuovo vigore e calore, senza perdere la freschezza dei primi anni. Lo dimostra il fattoche, mentre lascia Milano per ritirarsi nel Seminario di Venegono, al fine di curarsimeglio del grave male che Lo affligge, volge un affettuoso sguardo alla Madonna diFatima che aveva fatta collocare in mezzo al cortile del Palazzo Arcivescovile, e lelacrime inumidiscono le pupille e bagnano la porpora. Porta un anello piccolo, di pocoprezzo, in cui è incastonato un cammeo raffigurante la Vergine, per speculazione, eglidice, perché «così chi lo bacia non bacia una pietra, ma la Madonna!». Quanti messag-gi mariani indirizzati alla sua Diocesi! Suggerisce modi concreti di amare la Madonna:«Tra i fioretti più graditi alla Vergine Immacolata assunta corporalmente in cielo –scrive – è quello della cristiana modestia delle vesti.»

(Da Il segreto di una Corona, Attilio Borzi, Edizioni dell'Immacolata)

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A) SONO STATI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO VIVENTE:ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Concettina Nifosi di Ispica (Rg); Bruna Aldrovandi di Mantova; Filomena Di Bari di Aosta;Rosita Coluccio e Teresa Camini di Marina di Gioiosa Ionica (Rc); Giulio Di Giuseppe di Roseto degli Abruzzi(Te); Patrizia Tornincasa di Fabbrico (Re); Donato Masi di Venosa (Pz); Giuliana Piangerelli e GiulianaSampaolesi di Poverigi (An); Natalina Zerbini di Bologna; Angela Valenti di Siracusa; Pierina Briganti e GiulioGermi di Medesano (Pr); Ivana Schiera di Palermo.ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Grazia Tonello di Mirano (Ve); Gabriella Mazzoni di Villa Potenza (Mc); Fiorina Giorgini,Maria Mazzoni, Dino Carlini, Maurizio Morlacco, Gina Rossi, Primo Galassi, Anic Ruza e Luigi Fava di PortoPotenza Picena (Mc); Maria Teresa Coluccio di Gioiosa Ionica (Rc); Roberta Preti di Cesena (Fc); Enza Bono,Barbara Folchini e Claudia Lentini di Palermo.ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Matteo Pizzo, Rosaria Tabbone, Claudio Sanfilippo, Paolo Salamone, Salvatore Bellone,Miomma Marino, Daniela Di Giovanni, Emanuele e Dalila Sanfilippo, Maria Tarantino, Lorenza Di Giovanni,Vittorio Costantino, Anna Mirabella, Anna Maria Giuliano e Francesca Sinagra di Palermo.ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Domenico Basso, Rosa Valdesi, Umberto Di Lorenzo, Rosaria Valdese, Salvatore Pistone,Tina Genuardi, Maria Concetta Mannino, Giacoma Cangemi, Giuseppe Mannino, Silvia Maggiore, GiusiCalvaruso, Giusi Valdesi, Matilde Catalano, Vincenza Bonaccorso e Virginia La Barbera di Palermo.ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Renata Canavesi di Carpaneto Piacentino (Pc); Luisa Prignacchi di Ostiano (Cr); Luisa eConcetta Benigno, Maddalena e Antonino D’Ambrogio, Rosaria Crivello, Giuseppe e Girolama Spataro, AlessioPecoraro, Carmela Campisi, Giuseppe Sanfratello, Emanuela e Salvo Bevilacqua di Palermo; Elisabetta Gestri diBottegone (Pt).ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Leopoldo Tumminello di Piacenza; Giancarla Piccoli di Piacenza; Franca Benini di PuntaMarina Terme (Ra); Antonella Pizzuti di Montavano (Cb); Rosaria Vinciguerra di Palermo; Giovanni Campagnadi Minerbio (Bo); Rossella Mezzetta di Gorgonzola (Mi); Franca Astolfi e Yoao Carlos Ferreira Patruni diRavenna; Francesca Camiciotti, Imperia Fornaciari e Marisa Catini di Firenze; Francesca Milanesi di Soresina(Cr); Eleonora e Francesca Saracino di Salice Salentino (Le).

B) SONO STATI ISCRITTI ALLA FRATERNITA O GRUPPO DEL ROSARIO:ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Fabrizio Omiccioli di Marina di Ravenna (Ra); Giuseppina Ajello di Nova Milanese (Mi);Fabrizio Tajè di Legnano (Mi); Bruno Tommasi di Lucca; Diana Signori e Rosetta Troietto di Caselle di Altivole(Tv); Maria Teresa Maurichi di Cagliari; Alberto Marchiani di Carzeto (Pr); Giliola Messori di Castellarano (Re);DanielY Romero, Alda Maria Teresa Plazzotta, Marian Zgaynar, Maria Biudes, Daniela Zgaynar dell’Argentina;Serena Pizzocaro di Abbiategrasso (Mi).ddaa FFrraannccoo PPeetteeaann ddii AAqquuiilleeiiaa ((UUdd)):: Carlo Pasini e Elvira Vancini, Lorenzo Comar, Riccardo Cossar,Olga Del Neri, Adriana Galgani di Aquileia (Ud); Agnese Boscain e Franca Brunello, Piergiorgio Venier diFiumicello (Ud); Giuseppina Fornasin e Luigi Falcone di Perteole (Ud); Angela Pozzar di S.Lorenzo (Ud); LauraMuser di Bagnaria Arsa (Ud); Lea Di Fabio di Villa Vicentina (Ud); Rita Petean di Belvedere (Ud).ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Karin Carasi di Vescovato (Cr); Francesca Tusini di Pavullo nel Frignano (Mo); NicolinoAstore di Termoli (Cb); Antonio Gallo di Firenze; Massimo Migliavacca di Como; Cristina Landuzzi di Bologna;Alessandro Lotti di Cremona; Romeo e Maria Ferretti di Campagnola Emilia (Re); Donato Masi di Venosa (Pz);Beatrice Michelini di Castel d’Argile (Bo); Giovanni Facchetti di Cremona; Tiziana Rossi di Solere (Bg); StefanoGalisch di Roma; Anna Maria Ligi di Lipomo (Co).ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Elena Cavallari di Rezzato (Bs); Mauro Faverzani e Franca Anelli di Cremona; EnricoPerricone e Basilio Leone di Bologna; Michele Lancini di Capriolo (Bs); Geremia Dominici di Rimini; SabinaBenofi di Bellocchi (Pu); Filomena Lauria di S.Caterina dello Ionio (Cz); Maria Rosaria Orsini di RoggianoGravina (Cz); Clara Ronchetti di Fiesse (Bs); Paola Alessandra di Milano; Maria Carbonella e Anna Montella diMondragone (Ce); Carlo Sands di Napoli.ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Bruno Di Iorio di Portici (Na); Angela Maria Rossigni e Antonella Iride di Misano di Gerad’Adda (Bg); Benedetta Gamberoni di Ravenna; Fiorella Moretti di Sezze (Lt); Elisabeth Stringari di Nanno (Tr);Mario Accardo di Classe (Ra); Graziano Sangiorgi di Livorno; Graziella Bruno di Roma; Cristina De Simoni diRiccione (Rn); Valeria Mantovani di Parma; Alfredo Benaglia di Bologna; Maria Teresa Manfredi Uberti diCremona; Andrea Aversa di Ceccano (Fr); Gianangelo Caronni di Rho (Mi).

C) SONO STATI ISCRITTI ALL’ORA DI GUARDIA:Diana Signori e Rosetta Troietto il 1° lunedì del mese dalle ore 21 alle ore22; Margherita Salvemini il giorno 1di ogni mese dalle 6,00 alle 7,00; Filomena Lauria il 19 di ogni mese dalle 9,00 alle 10,00; Basilio Leone il 2°mercoledì del mese dalle ore 21,00 alle ore 22,00; Maria Rosaria Orsini il 14 di ogni mese dalle 15,00 alle16,00; Bruno Di Iorio il giorno 1 di tutti i mesi dalle ore 18,00 alle ore 19,00.

D) SOSSTATI NOMINATI ZELATORI O ZELATRICI:Susanna Piva e Silvana Lecca di Bosco Mesola (Fe); Viviana Bonomo, Giuseppe Campisi, Eleonora Cavarretta,Rosario Crivello, Daniela Di Giovanni, Matilde Di Paola, Salvatore Distinti, Angelo Geloso, Anna Mazzara,Pietro Mazzara, Silvia Parisi, Anna Maria Pucci, Stefano Savoca, Mario Sole, Maria Tagliavia, GiovannaValdesi di Palermo.

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raduni del rosario regionaliper ogni informazione: Padre Mauro tel. 335 5938327

che dalle ore 10 di

sabato 16 settembre nei locali del Santuario di S. Maria in Porto a Ravenna

sabato 23 settembre nei locali dell’Abbadia

di Fiastra vicino a Macerata

sabato 30 settembrenei locali del Santuario di Muris vicino a Percoto (Udine)

fino al tardo pomeriggio ci ritroveremo per pregare, meditare e condividere celebrando insieme i

In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del contoper la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

ricordatevi