Riportare la pace nel Donbass di speranza · 2020. 7. 27. · stanno favorendo negli ultimi due...

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 170 (48.494) Città del Vaticano lunedì-martedì 27-28 luglio 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +z!"!/!$!{! All’Angelus il Papa parla del cessate-il-fuoco nella martoriata regione e auspica un effettivo processo di disarmo e di rimozione delle mine Riportare la pace nel Donbass Prima della preghiera mariana il commento alle parabole del Regno dei cieli Sollevato dalla notizia di «un nuovo cessate-il-fuoco riguardante l’area del Donbass», Papa Francesco — al ter- mine dell’Angelus del 26 luglio — ha elevato una preghiera perché torni «la tanto desiderata pace» in quella «martoriata regione». La decisione presa a Minsk dai membri del Gruppo di Contatto Tri- laterale è stata definita dal Pontefice un «segno di buona volontà», con l’auspicio che «quanto concordato sia finalmente messo in pratica, an- che attraverso un effettivo processo di disarmo e di rimozione delle mi- ne». Del resto, ha aggiunto France- sco, «solo così si potrà ricostruire la fiducia e porre le premesse per la ri- conciliazione, tanto necessaria e tan- to attesa dalla popolazione». Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello studio privato del Pa- lazzo apostolico vaticano, il Papa prima della recita mariana aveva commentato come di consueto il Vangelo domenicale (Mt 13, 44-52) per i tanti fedeli presenti in piazza San Pietro — nel rispetto delle misu- re di sicurezza adottate per evitare il diffondersi del contagio da covid-19 — e per quanti lo seguivano attraver- so i media. In particolare il vescovo di Roma si è soffermato sulle prime due delle tre «parabole del Regno dei Cieli» riportate nel brano: quelle in cui es- so «viene assimilato a due diverse realtà “preziose»” ossia il tesoro na- scosto nel campo e la perla di gran- de valore». Grazie a esse, ha indivi- duato quella che dovrebbe essere una caratteristica fondamentale di ogni cristiano coinvolto nella «co- struzione del Regno»: il «coraggio». Dalle due similitudini dell’uomo e del mercante che si privano dei pro- pri beni «per comprare realtà più preziose», si comprende infatti come «aderiscono pienamente al Regno» quanti «sono disposti a giocarsi tut- to». Fondamentali sono la responsa- bilità e il coinvolgimento personale: perché se è vero, ha sottolineato il Papa, che nella costruzione del Re- gno «tutto fa la grazia» di Dio, è al- trettanto vero che è anche necessaria la «disponibilità attiva dell’uomo». Ecco allora l’invito per ogni cri- stiano a mettersi in gioco, «ad assu- mere l’atteggiamento di questi due personaggi evangelici, diventando anche noi cercatori sanamente in- quieti». Come? abbandonando «il fardello pesante delle nostre sicurez- ze mondane...: la bramosia di posse- dere, la sete di guadagno e di pote- re, il pensare solo a noi stessi». Gesù «è il tesoro nascosto e la perla di grande valore» e per arriva- re a lui, ha continuato il Pontefice, gli uomini devono essere capaci di «gesti radicali», di sola «andata», in un mondo che, con le sue lusinghe, rischia di affievolire la forza di tali orizzonti. Ha spiegato infatti Fran- cesco: «Ai nostri giorni... la vita di alcuni può risultare mediocre e spenta perché probabilmente non sono andati alla ricerca di un vero tesoro: si sono accontentati di cose attraenti ma effimere, di bagliori luc- cicanti ma illusori perché lasciano poi al buio». Ma «la luce del Regno non è un fuoco di artificio» che «dura soltanto un istante»; al con- trario essa «ci accompagna per tutta la vita». Così il Regno dei Cieli ap- pare proprio come «il contrario delle cose superflue che offre il mondo», il contrario «di una vita banale» e chi, ha concluso il Papa, «ha trovato questo tesoro ha un cuore creativo e cercatore, che non ripete ma inventa, tracciando e percorrendo strade nuo- ve», che portano ad amare Dio, gli altri e «noi stessi». PAGINA 8 Da oggi si fermano le ostilità nell’Ucraina orientale Un segnale di speranza KIEV, 27. Segnali di distensione dalla regione del Donbass. Scatta oggi il cessate il fuoco concordato dal Gruppo di contatto trilaterale composto da rappresentanti di Ucraina, Russia e dell’O rganizza- zione per lo sviluppo e la coopera- zione in Europa (Osce). La misura è prevista dal Protocollo di Minsk, l’accordo raggiunto nel settembre 2014 per porre fine al conflitto nell’Ucraina orientale che vede op- porsi le forze di Kiev e i gruppi se- paratisti di Donetsk e Luhansk. L’accordo per avviare il cessate il fuoco è stato raggiunto nelle scorse settimane a Minsk dai gruppi di ne- goziatori. Ieri il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucrai- no Volodymyr Zelensky hanno avu- to un colloquio telefonico nel quale hanno discusso della situazione in Ucraina orientale. I due capi di sta- to «hanno salutato l’accordo per il cessate il fuoco completo e globale nel Donbass» si legge in un comu- nicato della presidenza ucraina. «I due leader hanno concordato sulla necessità dell’urgente dispiegamento di ulteriori misure per rafforzare il cessate il fuoco». Stando a quanto riporta la Fran- ce Presse, Zelensky ha chiesto di raddoppiare gli sforzi per la libera- zione dei cittadini ucraini ancora detenuti nel Donbass, in Crimea e in Russia. Dal canto suo, il Cremli- no ha sottolineato l’importanza del «rispetto senza condizioni degli ac- cordi dalle parti in conflitto». In particolare — afferma la Reuters — Putin ha fatto presente le sue preoccupazioni per una legge re- centemente approvata dal Parla- mento ucraino che prevede le ele- zioni regionali nell’ottobre 2020: una misura — a suo giudizio — «del tutto contraria agli accordi di Minsk» e che «mette in pericolo le prospettive per la soluzione del conflitto». Va ricordato che la guerra in Ucraina orientale ha causato finora oltre 13.000 vittime. Negli ultimi mesi ci sono stati molti segnali di distensione tra le parti. L’ultimo scambio di prigionieri tra l’esercito ucraino e i gruppi armati di Donet- sk e Luhansk è avvenuto lo scorso aprile. Sono stati rimessi in libertà venti tra militari di Kiev e civili. Le autorità di Kiev hanno dal canto loro rilasciato 14 persone. La deci- sione era stata salutata con grande soddisfazione anche dalla comunità internazionale. Sfiducia del Parlamento Crisi di governo in Somalia PAGINA 2 Ritrovati in un’isola della Malaysia Rohingya in fuga PAGINA 3 Donne e uomini nella Chiesa/1 Per evitare uno sterile burocratismo GIORGIA SALATIELLO A PAGINA 7 Intervista al presidente della Pontificia accademia mariana internazionale Sui passi della Vergine ANTONIO TARALLO A PAGINA 8 ALLINTERNO Le ong chiedono l’immediato intervento per evitare la tragedia Migranti bloccati in acque maltesi L’invito del Pontefice ai giovani nel ricordo dei “nonni” di Gesù Gesti di tenerezza verso gli anziani soli Se per recuperare ciò che ho recuperato Se per recuperare ciò che ho recuperato ho dovuto perdere prima ciò che ho perso, se per ottenere ciò che ho ottenuto ho dovuto sopportare ciò che ho sopportato, se per essere adesso innamorato è occorso essere stato ferito, ritengo giusto aver sofferto ciò che ho sofferto, ritengo giusto aver pianto ciò che ho pianto. Perché dopo tutto ho constatato che non si gode bene del goduto se non dopo averlo patito. Perché dopo tutto ho compreso che ciò che l'albero ha di fiorito vive di ciò che ha sepolto. FRANCISCO LUIS BERNÁRDEZ (1900-1978) SILVIA GUSMANO E MARCO BECK A PAGINA 5 Nel giorno in cui la Chiesa ricorda i santi Gioacchino e Anna, «i “nonni” di Gesù», al termine dell’Angelus del 26 luglio il Papa ha invitato i giovani a gesti di tenerezza verso gli anziani, «soprattutto i più soli»: ciascuno di loro, «è vostro nonno!», ha detto il Pontefice facendo appello a tutta la «fantasia dell’amore» di cui i ragazzi sono capaci, per stare vicini agli anziani che «sono le vostre radici». E per sottolineare quanto siano importanti «l’unione e il col- legamento» con queste radici, ha citato un verso della poesia — dell’argentino Francisco Luis Bernárdez — che pubblichiamo in una traduzione italiana. ROMA, 27. Novantacinque persone su una barca in avaria in acque mal- tesi. Il motore dell’imbarcazione fuori uso. Comincia con un tweet dell’ong Alarm Phone il racconto dell’ennesimo sos nel Mediterraneo. «Dicono di non poter rimuovere l’acqua dalla barca perché è sovraf- follata. Urlano: “stiamo morendo!”» scrive l’organizzazione. «Il mercanti- le Maridive230 è a circa 20 miglia dalla barca e potrebbe ricevere ordi- ne di soccorrere ma le forze armate maltesi non rispondono alle nostre chiamate». Al momento, non ci so- no aggiornamenti sulla vicenda. Il bollettino degli sos col passare del tempo si fa sempre più dramma- tico: nelle ultime ore il numero degli sbarchi e dei soccorsi è notevolmen- te aumentato. Anche un’altra barca, con 45 persone a bordo, si trova in acque maltesi senza assistenza. «Di nuovo le autorità sono informate ma non rispondono» sottolineano le ong. «Il soccorso è un dovere» twit- ta Alarm Phone che esorta Italia e Malta a «smetterla di giocare con le vite" dei migranti». Solo la scorsa notte 13 tunisini so- no stati fermati dai carabinieri sugli scogli di Linosa e altri 15 sono stati intercettati su un barchino, dalla Guardia costiera, nelle acque davan- ti Lampedusa. L’aumento degli sbarchi sta mandando in tilt l’'hot- spot di Lampedusa in cui fino a 24 ore fa erano ospitate 1.027 persone: dieci volte il numero di migranti che la struttura può accogliere. Una si- tuazione di emergenza su cui il sin- daco dell’isola Totò Martello da giorni tenta richiama l’attenzione del Governo. Un aiuto per affrontare l’emergenza arriva dal Viminale che ha ha indetto una nuova gara per trovare una nave dove far trascorrere la quarantena ai migranti che sbar- cano sulle coste italiane. Le buone condizioni di mare stanno favorendo negli ultimi due giorni gli sbarchi anche nel sud del- la Sardegna. Dopo il barchino con 12 migranti a bordo bloccato dalla Guardia di finanza ieri a Sant’An- tioco nel Sulcis, durante la notte una seconda imbarcazione con a bordo otto persone, tra i quali la donna e il bimbo, è stato intercetta- to sempre a largo di Sant'Antioco. L’imbarcazione è stata trainata fino in porto e i migranti sono stati tra- sferiti al centro di prima accoglien- za di Monastir. Circa un’ora dopo un altro barchino con a bordo altre sette migranti è approdato nella spiaggia di Porto Pino, nel Comune di Sant'Anna Arresi, sempre nel Sulcis. M a s s a c ro in un villaggio nel Darfur KHARTOUM, 27. La violenza non conosce tregua in Sudan. Oltre 60 persone sono state uccise e altre 60 ferite in un massacro compiuto da uomini armati in un villaggio nello stato del Darfur dell’ovest. Lo ha reso noto ieri l’Onu. «Si tratta dell’ultimo di una serie di episodi avvenuti nell’ultima settimana e che sono risultati in case e villaggi dati alle fiamme e a mercati e ma- gazzini danneggiati» ha sottolinea- to in un comunicato l’Ufficio per il coordinamento degli affari umani- tari (Ocha) a Khartoum. Molto probabilmente — dicono gli analisti — questa strage è sol- tanto l’ultimo capitolo delle violen- ze interetniche in corso nel Paese. Secondo il Programma alimenta- re mondiale (Pam) e l’O rganizza- zione per l’agricoltura e l’alimenta- zione (Fao), almeno 60mila perso- ne stanno soffrendo la fame a cau- sa degli attacchi e delle devastazio- ni compiuti dai gruppi armati che interessano soprattutto le regioni di Jonglei e Pibor. Centinaia di migliaia di persone sono state co- strette ad abbandonare le proprie case. Il governo di Juba ha affer- mato di essere preoccupato per il fatto che gli scontri hanno blocca- to l’agricoltura. Il blocco danneg- gerà pesantemente i raccolti per il resto dell’anno e priverà le comuni- tà delle loro principali fonti di ali- mentazione. #CantiereGiovani PER COSTRUIRE E ALIMENTARE UNALLEANZA TRA LE GENERAZIONI Alla ricerca della vocazione perduta ROBERTO CETERA A PAGINA 4

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 170 (48.494) Città del Vaticano lunedì-martedì 27-28 luglio 2020

.

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All’Angelus il Papa parla del cessate-il-fuoco nella martoriata regione e auspica un effettivo processo di disarmo e di rimozione delle mine

Riportare la pace nel DonbassPrima della preghiera mariana il commento alle parabole del Regno dei cieli

Sollevato dalla notizia di «un nuovocessate-il-fuoco riguardante l’area delDonbass», Papa Francesco — al ter-mine dell’Angelus del 26 luglio — haelevato una preghiera perché torni«la tanto desiderata pace» in quella«martoriata regione».

La decisione presa a Minsk daimembri del Gruppo di Contatto Tri-laterale è stata definita dal Ponteficeun «segno di buona volontà», conl’auspicio che «quanto concordatosia finalmente messo in pratica, an-che attraverso un effettivo processodi disarmo e di rimozione delle mi-ne». Del resto, ha aggiunto France-sco, «solo così si potrà ricostruire lafiducia e porre le premesse per la ri-conciliazione, tanto necessaria e tan-to attesa dalla popolazione».

Affacciatosi a mezzogiorno dallafinestra dello studio privato del Pa-lazzo apostolico vaticano, il Papaprima della recita mariana avevacommentato come di consueto ilVangelo domenicale (Mt 13, 44-52)per i tanti fedeli presenti in piazzaSan Pietro — nel rispetto delle misu-re di sicurezza adottate per evitare ildiffondersi del contagio da covid-19

— e per quanti lo seguivano attraver-so i media.

In particolare il vescovo di Romasi è soffermato sulle prime due delletre «parabole del Regno dei Cieli»riportate nel brano: quelle in cui es-so «viene assimilato a due diverse

realtà “p re z i o s e » ” ossia il tesoro na-scosto nel campo e la perla di gran-de valore». Grazie a esse, ha indivi-duato quella che dovrebbe essereuna caratteristica fondamentale diogni cristiano coinvolto nella «co-struzione del Regno»: il «coraggio».Dalle due similitudini dell’uomo edel mercante che si privano dei pro-pri beni «per comprare realtà piùpreziose», si comprende infatti come«aderiscono pienamente al Regno»quanti «sono disposti a giocarsi tut-to». Fondamentali sono la responsa-bilità e il coinvolgimento personale:perché se è vero, ha sottolineato ilPapa, che nella costruzione del Re-gno «tutto fa la grazia» di Dio, è al-trettanto vero che è anche necessariala «disponibilità attiva dell’uomo».

Ecco allora l’invito per ogni cri-stiano a mettersi in gioco, «ad assu-mere l’atteggiamento di questi duepersonaggi evangelici, diventandoanche noi cercatori sanamente in-quieti». Come? abbandonando «ilfardello pesante delle nostre sicurez-ze mondane...: la bramosia di posse-dere, la sete di guadagno e di pote-re, il pensare solo a noi stessi».

Gesù «è il tesoro nascosto e laperla di grande valore» e per arriva-re a lui, ha continuato il Pontefice,gli uomini devono essere capaci di«gesti radicali», di sola «andata», inun mondo che, con le sue lusinghe,rischia di affievolire la forza di taliorizzonti. Ha spiegato infatti Fran-cesco: «Ai nostri giorni... la vita dialcuni può risultare mediocre espenta perché probabilmente nonsono andati alla ricerca di un verotesoro: si sono accontentati di coseattraenti ma effimere, di bagliori luc-cicanti ma illusori perché lascianopoi al buio». Ma «la luce del Regnonon è un fuoco di artificio» che«dura soltanto un istante»; al con-trario essa «ci accompagna per tuttala vita». Così il Regno dei Cieli ap-pare proprio come «il contrario dellecose superflue che offre il mondo»,il contrario «di una vita banale» echi, ha concluso il Papa, «ha trovatoquesto tesoro ha un cuore creativo ecercatore, che non ripete ma inventa,tracciando e percorrendo strade nuo-ve», che portano ad amare Dio, glialtri e «noi stessi».

PAGINA 8

Da oggi si fermano le ostilità nell’Ucraina orientale

Un segnaledi speranza

KI E V, 27. Segnali di distensionedalla regione del Donbass. Scattaoggi il cessate il fuoco concordatodal Gruppo di contatto trilateralecomposto da rappresentanti diUcraina, Russia e dell’O rganizza-zione per lo sviluppo e la coopera-zione in Europa (Osce). La misuraè prevista dal Protocollo di Minsk,l’accordo raggiunto nel settembre2014 per porre fine al conflittonell’Ucraina orientale che vede op-porsi le forze di Kiev e i gruppi se-paratisti di Donetsk e Luhansk.

L’accordo per avviare il cessate ilfuoco è stato raggiunto nelle scorsesettimane a Minsk dai gruppi di ne-goziatori. Ieri il presidente russoVladimir Putin e il presidente ucrai-no Volodymyr Zelensky hanno avu-to un colloquio telefonico nel qualehanno discusso della situazione inUcraina orientale. I due capi di sta-to «hanno salutato l’accordo per ilcessate il fuoco completo e globalenel Donbass» si legge in un comu-nicato della presidenza ucraina. «Idue leader hanno concordato sullanecessità dell’urgente dispiegamentodi ulteriori misure per rafforzare ilcessate il fuoco».

Stando a quanto riporta la Fran-ce Presse, Zelensky ha chiesto di

raddoppiare gli sforzi per la libera-zione dei cittadini ucraini ancoradetenuti nel Donbass, in Crimea ein Russia. Dal canto suo, il Cremli-no ha sottolineato l’importanza del«rispetto senza condizioni degli ac-cordi dalle parti in conflitto». Inparticolare — afferma la Reuters —Putin ha fatto presente le suepreoccupazioni per una legge re-centemente approvata dal Parla-mento ucraino che prevede le ele-zioni regionali nell’ottobre 2020:una misura — a suo giudizio —«del tutto contraria agli accordi diMinsk» e che «mette in pericolo leprospettive per la soluzione delconflitto».

Va ricordato che la guerra inUcraina orientale ha causato finoraoltre 13.000 vittime. Negli ultimimesi ci sono stati molti segnali didistensione tra le parti. L’ultimoscambio di prigionieri tra l’e s e rc i t oucraino e i gruppi armati di Donet-sk e Luhansk è avvenuto lo scorsoaprile. Sono stati rimessi in libertàventi tra militari di Kiev e civili. Leautorità di Kiev hanno dal cantoloro rilasciato 14 persone. La deci-sione era stata salutata con grandesoddisfazione anche dalla comunitàinternazionale.

Sfiducia del Parlamento

Crisi di governoin Somalia

PAGINA 2

Ritrovati in un’isola della Malaysia

Rohingyain fuga

PAGINA 3

Donne e uomini nella Chiesa/1

Per evitare uno sterileburo cratismo

GIORGIA SA L AT I E L L O A PA G I N A 7

Intervista al presidente della Pontificiaaccademia mariana internazionale

Sui passi della Vergine

ANTONIO TARALLO A PA G I N A 8

ALL’INTERNOLe ong chiedono l’immediato intervento per evitare la tragedia

Migranti bloccati in acque maltesi

L’invito del Pontefice ai giovani nel ricordo dei “nonni” di Gesù

Gesti di tenerezzaverso gli anziani soli

Se per recuperareciò che ho recuperato

Se per recuperare ciò che ho recuperatoho dovuto perdere prima ciò che ho perso,se per ottenere ciò che ho ottenutoho dovuto sopportare ciò che ho sopportato,

se per essere adesso innamoratoè occorso essere stato ferito,ritengo giusto aver sofferto ciò che ho sofferto,ritengo giusto aver pianto ciò che ho pianto.

Perché dopo tutto ho constatatoche non si gode bene del godutose non dopo averlo patito.

Perché dopo tutto ho compresoche ciò che l'albero ha di fioritovive di ciò che ha sepolto.

FRANCISCO LUIS BERNÁRDEZ (1900-1978)

SI LV I A GUSMANO E MARCO BECK A PA G I N A 5

Nel giorno in cui la Chiesa ricorda i santi Gioacchino e Anna, «i “nonni” diGesù», al termine dell’Angelus del 26 luglio il Papa ha invitato i giovani agesti di tenerezza verso gli anziani, «soprattutto i più soli»: ciascuno di l o ro ,«è vostro nonno!», ha detto il Pontefice facendo appello a tutta la «fantasiadell’amore» di cui i ragazzi sono capaci, per stare vicini agli anziani che «sonole vostre radici». E per sottolineare quanto siano importanti «l’unione e il col-legamento» con queste radici, ha citato un verso della poesia — dell’a rg e n t i n oFrancisco Luis Bernárdez — che pubblichiamo in una traduzione italiana.

ROMA, 27. Novantacinque personesu una barca in avaria in acque mal-tesi. Il motore dell’i m b a rc a z i o n efuori uso. Comincia con un tweetdell’ong Alarm Phone il raccontodell’ennesimo sos nel Mediterraneo.«Dicono di non poter rimuoverel’acqua dalla barca perché è sovraf-follata. Urlano: “stiamo morendo!”»scrive l’organizzazione. «Il mercanti-le Maridive230 è a circa 20 migliadalla barca e potrebbe ricevere ordi-ne di soccorrere ma le forze armatemaltesi non rispondono alle nostrechiamate». Al momento, non ci so-no aggiornamenti sulla vicenda.

Il bollettino degli sos col passaredel tempo si fa sempre più dramma-tico: nelle ultime ore il numero deglisbarchi e dei soccorsi è notevolmen-te aumentato. Anche un’altra barca,con 45 persone a bordo, si trova inacque maltesi senza assistenza. «Dinuovo le autorità sono informate manon rispondono» sottolineano leong. «Il soccorso è un dovere» twit-ta Alarm Phone che esorta Italia eMalta a «smetterla di giocare con levite" dei migranti».

Solo la scorsa notte 13 tunisini so-no stati fermati dai carabinieri sugliscogli di Linosa e altri 15 sono statiintercettati su un barchino, dallaGuardia costiera, nelle acque davan-ti Lampedusa. L’aumento deglisbarchi sta mandando in tilt l’'hot-spot di Lampedusa in cui fino a 24ore fa erano ospitate 1.027 persone:dieci volte il numero di migranti chela struttura può accogliere. Una si-tuazione di emergenza su cui il sin-daco dell’isola Totò Martello dagiorni tenta richiama l’attenzione del

Governo. Un aiuto per affrontarel’emergenza arriva dal Viminale cheha ha indetto una nuova gara pertrovare una nave dove far trascorrerela quarantena ai migranti che sbar-cano sulle coste italiane.

Le buone condizioni di marestanno favorendo negli ultimi duegiorni gli sbarchi anche nel sud del-la Sardegna. Dopo il barchino con12 migranti a bordo bloccato dallaGuardia di finanza ieri a Sant’A n-tioco nel Sulcis, durante la notte

una seconda imbarcazione con abordo otto persone, tra i quali ladonna e il bimbo, è stato intercetta-to sempre a largo di Sant'Antioco.L’imbarcazione è stata trainata finoin porto e i migranti sono stati tra-sferiti al centro di prima accoglien-za di Monastir. Circa un’ora dopoun altro barchino con a bordo altresette migranti è approdato nellaspiaggia di Porto Pino, nel Comunedi Sant'Anna Arresi, sempre nelSulcis.

M a s s a c roin un villaggio nel Darfur

KHARTOUM, 27. La violenza nonconosce tregua in Sudan. Oltre 60persone sono state uccise e altre 60ferite in un massacro compiuto dauomini armati in un villaggio nellostato del Darfur dell’ovest. Lo hareso noto ieri l’Onu. «Si trattadell’ultimo di una serie di episodiavvenuti nell’ultima settimana eche sono risultati in case e villaggidati alle fiamme e a mercati e ma-gazzini danneggiati» ha sottolinea-to in un comunicato l’Ufficio per ilcoordinamento degli affari umani-tari (Ocha) a Khartoum.

Molto probabilmente — diconogli analisti — questa strage è sol-tanto l’ultimo capitolo delle violen-ze interetniche in corso nel Paese.

Secondo il Programma alimenta-re mondiale (Pam) e l’O rganizza-zione per l’agricoltura e l’alimenta-zione (Fao), almeno 60mila perso-ne stanno soffrendo la fame a cau-sa degli attacchi e delle devastazio-ni compiuti dai gruppi armati cheinteressano soprattutto le regionidi Jonglei e Pibor. Centinaia dimigliaia di persone sono state co-strette ad abbandonare le propriecase. Il governo di Juba ha affer-mato di essere preoccupato per ilfatto che gli scontri hanno blocca-to l’agricoltura. Il blocco danneg-gerà pesantemente i raccolti per ilresto dell’anno e priverà le comuni-tà delle loro principali fonti di ali-mentazione.

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R EUN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

Alla ricercadella vocazione perduta

ROBERTO CETERA A PA G I N A 4

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 lunedì-martedì 27-28 luglio 2020

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Mentre Spagna e Romania rimangono i principali sorvegliati in Europa

Focolaio di covid-19 in BavieraCinquecento braccianti in quarantena

Sfiducia del Parlamento per la decisione di rinviare le elezioni

Crisi di governoin Somalia

BRUXELLES, 27. Aumentano in variparti d’Europa i contagi da covid-19.

In Germania, un focolaio è statoscoperto in Baviera, nel sud, dovealmeno 170 braccianti sono stati tro-vati positivi al coronavirus in unagrande azienda agricola di Mam-ming, obbligando tutti i 500 operaiche vi lavorano alla quarantena. Loha reso noto la stampa tedesca.

«Per prevenire un contagio ulte-riore e proteggere la popolazione,purtroppo dobbiamo prendere que-sta misura», ha dichiarato un diri-gente sanitario locale, aggiungendoche tutti i lavoratori sono stati sotto-posti al tampone e invitato alla cal-ma la popolazione della cittadinabavarese. Il focolaio interessa un«gruppo molto ristretto di persone»,ha assicurato il dirigente.

La Germania ha intanto registrato305 nuovi casi di coronavirus nelleultime ore. Lo ha reso noto l'IstitutoRobert Koch, sottolineando che ilnumero totale di contagi registratinel Paese sale così a 205.000

Nel Vecchio Continente i due sor-vegliati speciali rimangono la Spa-gna e la Romania, con tutti i Balca-ni definiti in principale focolaio.

Malgrado il picco di contagi, so-prattutto in Catalogna, il Governodi Madrid ha tentato di mandare unmessaggio rassicurante al resto delmondo: la situazione sanitaria «èsotto controllo, siamo un Paese sicu-ro», hanno sottolineato dal ministerodegli Esteri, a poche ore dalla deci-sione britannica di imporre una qua-rantena di 14 giorni per chiunque ar-riverà dal Paese iberico nel RegnoUnito. E dopo che anche la Norve-gia ha imposto nuove restrizioni suiviaggi verso la Spagna.

La Romania continua a mantenereun ritmo di oltre mille contagi quo-tidiani, con 1.120 casi nelle ultime 24ore e il totale che sale a 44.798. Ilpaese resta la zona dei Balcani mag-

giormente colpita dalla nuova fasedell’epidemia, ma la situazione rima-ne allarmante anche in Serbia e inBosnia ed Erzegovina.

Francia e Belgio hanno evocatopossibili nuove restrizioni se la curvadell’epidemia continuerà a impen-narsi. In Francia, la circolazione vi-rale è «in forte aumento», con oltre1.000 nuovi casi al giorno. Dati chehanno spinto il primo ministro fran-cese, Jean Castex, a parlare di unnuovo lockdown generale come del-la «cosa che deve essere evitata so-pra ogni altra».

In Italia, invece, contagi in calo.ieri 255, con 5 vittime. In Lombardiaterzo giorno senza morti, mentre so-no stati avviati test a Roma e nel La-zio sui passeggeri dei bus che ven-gono dai paesi a rischio, soprattuttodai Balcani. Stretta sui controlli an-che a Milano: multate di 400 euro 13persone trovate dai vigili sulla me-tropolitana senza mascherina.

A Roma, sabato notte, alcunepiazze della movida sono state tem-poraneamente chiuse per il grandenumero di persone che rendeva im-possibile l’osservanza delle regolepreviste per tutelare la salute pubbli-ca. A Fontana di Trevi, dove ormai ituristi tornano ad essere numerosi, ivigili invitano continuamente all’usodella mascherina pena l’essere allon-tanati dalla piazza.L’azienda agricola di Mamming posta in quarantena (Afp)

MO GADISCIO, 27. Crisi di governoin Somalia. Il parlamento del Paesedel Corno d’Africa ha sfiduciato ie-ri con 170 voti su 178 il primo mini-stro, Hassan Ali Khaire. Una deci-sione avallata dal presidente dellaRepubblica, Mohamed AbdullahiFa r m a j o .

Khaire, 52 anni, nominato nel2017 da Farmajo tenendo conto diun equilibrio fra le principali etniedel Paese, è stato rimosso con unamozione decisa a sorpresa, dopo

che i parlamentari hanno appresoche non erano state organizzate lepreviste elezioni a suffragio direttouniversale per il prossimo anno, leprime democratiche dal 1969.«Quando ha appreso che il gover-no aveva mancato la promessa ditracciare un percorso chiaro versoelezioni nel 2021 in cui il voto diogni persona valga uno — ha dettoai giornalisti il presidente del parla-mento, Mohamad Mursal — l’As-semblea nazionale ha scelto la stra-da del voto di sfiducia contro il go-verno e il suo primo ministro». Ilposto di Khaire è stato preso adinterim dal vice, Mahdi MohamedGuled, mentre Farmajo sceglieràun nuovo primo ministro.

Il sistema elettorale attuale pre-vede la nomina di deputati di fidu-cia da parte di delegati; e i deputa-ti successivamente eleggono il pre-sidente. Il governo federale e il suopresidente Farmajo, sostenuti dallacomunità internazionale, controlla-no a malapena la capitale Mogadi-scio e meno della metà del territo-rio nazionale, dove dal 2008 im-perversa la guerriglia dei terroristiislamici di Al Shabaab, collegati adAl Qaida.

Va detto che in questo momentola Somalia affronta una gravissimaemergenza umanitaria dovuta alleinondazioni che hanno colpito glistati meridionali: oltre 150.000bambini, sostengono le ong, sonostati costretti a fuggire insieme alleloro famiglie.

La Polonia escedalla Convenzionecontro la violenza

sulle donne

VA R S AV I A , 27. La Polonia si è disso-ciata dalla Convenzione sulla pre-venzione e la lotta alla violenza con-tro le donne e la violenza domestica(nota anche come Convenzione diIstanbul). Da oggi comincerà il pro-cesso di disdetta del Trattato.

Ad annunciare la svolta è stato ilministro guardasigilli, Zbigniew Zio-bro. In una conferenza stampa, Zio-bro ha spiegato che, secondo il go-verno di Varsavia, la Convenzionecontiene «concetti ideologici» noncondivisibili. Ziobro ha inoltre assi-curato che la legge polacca in vigoretutela «in modo esemplare» i dirittidelle donne e risponde così a tuttele esigenze poste dalla Convenzionedi Istanbul.

Nei giorni scorsi, altri funzionarigovernativi avevano ventilato l’ip ote-si di un’uscita dalla Convenzione diIstanbul, scatenando proteste dipiazza. Nel maggio scorso era statal’Ungheria del premier Viktor Or-bán a decidere di non ratificare laConvenzione di Istanbul.

Va ricordato che nel 2019 il Parla-mento europeo ha adottato una riso-luzione, chiedendo a tutti gli Statimembri di aderire alla Convenzionee di ratificarla, esortando quelli chel’avevano firmata, ma non ancora ra-tificata, a farlo. La Convenzione diIstanbul si propone di prevenire laviolenza, favorire la protezione dellevittime ed impedire l'impunità deicolpevoli. In particolare, la Conven-zione caratterizza la violenza controle donne come una violazione deidiritti umani e una forma di discri-minazione. Essa offre un quadronormativo generale cui i Paesi che laratificano debbono adeguarsi. Il do-cumento è stato adottato dal Comi-tato dei ministri del Consiglio d'Eu-ropa il 7 aprile 2011 ed è stato apertoalla firma l'11 maggio 2011.

È l’indipendente Hichem Mechichi

Nuovo premier in Tunisia

Il premier incaricato Mechichi insieme al presidente Saied (Afp)

Quarantenaper otto città in Marocco

Fontana indagato per frode rispondealle critiche sulla gestione della pandemia

RepubblicaCentrafricana:

Bozizé si ricandidaalla presidenza

BANGUI, 27. L’ex presidente dellaRepubblica Centrafricana. FrançoisBozizé, salito al potere con un col-po di stato nel 2003 e cacciato dairibelli durante la guerra civile nel2013, ha reso noto ieri che correràper le elezioni presidenziali previ-ste il prossimo dicembre. L’annun-cio è stato fatto dallo stesso Bozizéa Bangui, davanti ai delegati delsuo partito Kwa Na Kwa riuniti acongresso in un discorso ritrasmes-so su Facebook.

«Il congresso mi ha appena desi-gnato candidato del Kwa Na Kwaalle prossime elezioni presidenzia-li» ha detto Bozizé. «Accetto so-lennemente la missione che mi ave-te affidato». Ex generale dell’eser-cito, Bozizé divenne capo di statonel 2003 con un putsch militareche scatenò una sanguinosa guerracivile durata dieci anni. Il conflittoha creato 4,7 milioni di rifugiati in-terni ed è culminata con la cacciatadi Bozizé dopo la vittoria militaredi una coalizione di movimenti ri-belli chiamata Séleka.

L’intervento militare francese del2014 ha cacciato i Séleka da Ban-gui e da allora nel Paese africano lapace è garantita dalla presenza diuna missione di peacekeepingdell’Onu, la “Minusca”.

MI L A N O, 27. «A causa di tutti que-sti attacchi, Regione Lombardiaha subito un grave contraccolpo alivello di reputazione, arrivando amettere in discussione un’eccellen-za, quella del sistema sanitario, ri-conosciuto a livello nazionale e in-ternazionale». Queste le parolepronunciate oggi dal governatoredella Lombardia Attilio Fontana,nel corso del suo interventonell’aula del Consiglio regionale,rispondendo alle critiche sulla ge-stione dell’emergenza coronavirus.Numerosi, intanto, gli esponenti

della politica che chiedono di farechiarezza. «Sulla Lombardia è sta-ta fatta cadere la colpa di tagli allasanità» ha detto il governatore,che è attualmente indagato perfrode in pubbliche forniture dallaProcura di Milano. L’inchiesta ri-guarda la fornitura di camici allaRegione da parte dell’azienda Da-ma Spa, gestita dal cognato diFontana, Andrea Dini. «Basta po-lemiche e recriminazione, è ora diandare avanti e guardare al futu-ro» ha aggiunto Fontana.

RA B AT, 27. Il Marocco mette inquarantena otto città per contenerela diffusione del coronavirus. Tan-geri, Fes, Casablanca, Meknes, Te-touan, Berrechid, Settat e Marrake-ch sono isolate; a partire dallamezzanotte di ieri non si può néentrare né uscire dai centri urbani.È quanto comunicano i ministridella Salute e dell’Interno in unadichiarazione congiunta. Non èspecificato fino a quando. Le ecce-zioni valgono per quanti hanno bi-sogno di cure mediche urgenti, peri lavoratori del settore pubblico e

privato che siano muniti di per-messo per gli spostamenti. Il divie-to di entrare o uscire dalle otto cit-tà non riguarda il trasporto dellemerci per l’a p p ro v v i g i o n a m e n t o .Questo nuovo giro di vite, dopo leprime aperture dall’inizio dellapandemia, è motivato dall’aumentodi nuovi casi covid-19, che sabatohanno raggiunto la cifra di 811 edomenica di 633, portando il nu-mero totale a 20.278, dall’iniziodella pandemia; i decessi sono intutto 313.

Confessa l’a u t o redell’incendio

nella cattedraledi Nantes

NANTES, 27. Il volontario delRwanda, che operava nella dioce-si di Nantes, arrestato ieri seraper la seconda volta dalla polizia,ha confessato ai magistrati di ave-re provocato l’incendio nella cat-tedrale cittadina lo scorso 18 lu-glio. Lo riporta la stampa france-se, citando l’avvocato del rifugia-to, Quentin Chabert, 39 anni, cheha confermato come l’uomo stiacollaborando con gli inquirenti.Non è ancora chiaro però il mo-vente. Le fiamme hanno provo-cando gravi danni: praticamentedistrutto il prezioso "grande orga-no" del XVII secolo

La pista dell’incendio dolosoera stata quella privilegiata dagliinquirenti. L’uomo, da 8 anni inFrancia, era stato arrestato unaprima volta subito dopo l’incen-dio, sabato scorso, ma poi rila-sciato, con gli inquirenti che ave-vano dichiarato che nulla lo colle-gava ai tre inneschi che hannofatto divampare le fiamme nellacattedrale. Il rwandese, incastratodalle immagini della videosorve-glianza, lavorava come volontarionella diocesi e la sera primadell’incendio aveva il compito dichiudere la cattedrale.

Rischia ora rischia una condan-na a 10 anni di carcere ed una pe-na pecuniaria di 150.000 euro.

Il luogo di un recente attentato a Mogadiscio (Reuters)

TUNISI, 27. Dopo dieci giorni diconsultazioni con partiti politici egruppi parlamentari, il presidentetunisino Kais Saied, ha affidato ieril’incarico di formare il nuovo Go-verno al ministro dell’Internouscente, Hichem Mechichi. Il pre-mier avrà ora un mese di tempo,non rinnovabile, per formare la suasquadra di Governo e presentarsiin Parlamento per la fiducia.

La scelta di Mechichi arriva do-po il fallimento dell’esperienza delGoverno di coalizione del primoministro Elyes Fakhfakh, che, tra-volto da un caso di presunto con-flitto di interessi e sfiduciato dalpartito islamico Ennhadha, primaforza in Parlamento, ha dato leproprie dimissioni lo scorso 15 lu-glio.

Mechichi, indipendente, laureatoin scienze politiche, dopo aver ri-coperto diversi ruoli all’internodell’amministrazione statale, è statonominato da Saied consigliere allapresidenza incaricato agli affarigiuridici e poi ministro dell’Internonel Governo Fakhfakh.

Saied ha preferito dunque Me-chichi, candidato indipendente enel quale evidentemente riponemaggior fiducia, ad altri nomi qua-li Fadhel Abdelkefi e Khayem Tur-ki, proposti dai maggiori partiti.

Il compito di Mechichi saràquello di costruire una squadra ef-ficace in un momento socio-econo-mico difficile per la Tunisia. Conun Parlamento così frammentato

come quello uscito dalle ultime ele-zioni, con nessuna forza politica aldi sopra del 25 per cento delle pre-ferenze, Mechichi avrà il difficileobiettivo di mettere insieme il piùampio numero di consensi, per of-frire una possibilità di riuscita alGoverno. Con il rischio che, con

l’economia in crisi, si riaffaccino leproteste sociali in nome di maggioroccupazione e sviluppo, già comin-ciate al Sud, nella regione di Tata-ouine. E con un numero crescentedi giovani che decide di emigrareper cercare un futuro migliore al-t ro v e .

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 27-28 luglio 2020 pagina 3

Attesa per la riunione della Federal Reserve

Cala negli Usala curva dei contagi

Fingendo un naufragio sono stati ritrovati su un’isola della Malaysia

Rohingya in fugaGuerriglia urbana

in moltegrandi metropolidegli Stati Uniti

WASHINGTON, 27. È stata unanotte di guerriglia urbana, quellatra sabato e domenica andata inscena in molte grandi metropolidegli Stati Uniti. A Portland, aChicago, ad Austin e soprattuttoa Seattle si sono registrati mo-menti di forte tensione tra mani-festanti del movimento Black Li-ves Matter e agenti di polizia. Idimostranti, che da ormai duemesi scendono in strada perGeorge Floyd, l’a f ro a m e r i c a n oucciso per soffocamento duranteun fermo di polizia in Minneso-ta, manifestano ora contro la de-cisione del presidente statuniten-se, Donald Trump, di inviareagenti federali in alcune città aguida democratica, per riportarequell’ordine sfuggito di mano al-le autorità locali. Decisione cheha scatenato anche lo scontro po-litico proprio con i sindaci demo-cratici che appoggiano i manife-stanti.

A Seattle, la più grande cittàdello Stato di Washington, i ma-nifestanti hanno lanciato pietreed esplosivi improvvisati controle forze dell’ordine nei pressi diuna stazione di polizia. Nelleproteste violente sono state arre-state decine di persone e sonostati feriti una ventina di agentidi polizia, oltre a gravi dannistrutturali arrecati al locale presi-dio delle forze dell'ordine.

A Portland i contestatori si so-no dati appuntamento, come alsolito, davanti la Corte federalecittadina, la cui sede da settima-ne cercano di dare alle fiammetentanto di sfondare il cordone diagenti federali schierati dall’am-ministrazione Usa.

Ad Austin, capitale del Texas, imanifestanti, alcuni dei quali ar-mati, hanno occupato le stradenelle vicinanze delle sedi del Go-verno statale, intimidendo gli au-tomobilisti di passaggio. Secondoi media locali uno di questi hafatto ricorso a un’arma da fuoco,uccidendo un dimostrante.

Washington, 27. Sembrerebbe calarela curva dei contagi negli Stati Uni-ti, dove secondo gli ultimi dati for-niti dalla Johns Hopkins Universitysi sono registrati 55.187 casi di coro-navirus nelle ultime 24 ore. Un datoinferiore rispetto alla media dei65mila positivi degli ultimi giorni eche rappresenta la cifra più bassadelle ultime due settimane. Secondogli analisti la diminuzione dellenuove infezioni potrebbe però esse-re dovuta anche al minor numero dilavoratori che riportano dati o di la-boratori che esaminano campioni ladomenica.

Per quanto riguarda i decessi, so-no state 518 le persone che nell’ulti-

ma giornata hanno perso la vita ne-gli Usa a causa di complicazioni le-gate al covid-19. Il Paese continua adetenere, con distacco, il primatodelle graduatorie mondiali sul coro-navirus relative ai casi positivi e aidecessi nei singoli Stati.

Intanto nel fine settimana la Flo-rida ha superato New York per nu-mero di infezioni e, con 423.855contagi complessivi, di cui circa9.300 nelle ultime 24 ore, è il secon-do Stato con più casi positivi di co-ronavirus negli Stati Uniti, dopo laCalifornia. Quest’ultima però è loStato più popoloso del Paese con39,5 milioni di abitanti, rispetto ai21,4 milioni della Florida.

Il dato che emerge dai 3,4 milionidi test effettuati in Florida è chel’età media dei pazienti che hannocontratto il covid-19 è piuttosto bas-sa, 40 anni. La percentuale quoti-diana dei positivi rispetto ai tampo-ni effettuati è, secondo il diparti-mento della Salute dello Stato, leg-germente superiore al 10 per cento.Fortunatamente il numero di deces-si, sempre in percentuale rispetto aicontagiati, è piuttosto basso. Nellasettimana appena conclusasi sonostati registrati 781 decessi per causericonducibili al covid-19, portando ildato complessivo a quasi 6.000 vit-time. A New York più di cento barsono stati sanzionati questo fine set-

timana per non aver rispettato lemisure sanitarie imposte dal gover-natore Andrew Cuomo per evitareuna riacutizzazione delle infezionida covid-19. Nello Stato i dati conti-nuano sulla linea del netto migliora-mento rispetto al tasso allarmante dicontagio nel resto degli Stati Uniti.

Sul fronte economico i fari torna-no a essere puntati sulla Fed che siriunirà per due giorni, domani emercoledì. L’attesa è per la confe-renza stampa di chiusura del presi-dente della Banca centrale statunit-gense, Jerome Powell. Gli analistiprevedono l’annuncio del manteni-mento dei tassi d’interesse vicini allozero per lungo tempo. Powell, giàin passato, ha dichiarato che la Fed«è pronta ad agire, se necessario,per fornire un maggiore sostegnoall’economia». A maggior ragione inquesta fase in cui si assiste a un au-mento dei contagi in circa una qua-rantina di Stati e conseguentementea nuove difficoltà per le attività pro-duttive.

Gli Usa hanno raddoppiato i fi-nanziamenti alla società farmaceuti-ca “Mo derna” per la sperimentazio-ne clinica del vaccino contro il coro-navirus, che oggi entrerà nella fasetre e che sarà sotto il controllodell’Istituto nazionale di allergie emalattie infettive.

Bolsonaro risultato negativo a un nuovo test

L’America Latina principale epicentrodella pandemia

KUA L A LUMPUR, 27. È finita bene la vicenda del barco-ne carico di rifugiati appartenenti all’etnia musulmanadei rohingya del Myanmar, di cui si erano perse le trac-ce ieri davanti alla costa malaysiana. I ventisei migrantia bordo, che si temeva fossero morti in mare a cause delnaufragio della loro imbarcazione, sono stati ritrovatinascosti nella foresta di una piccola isola a nord-ovestdell'isola di Langkawi, in Malaysia. La ricerca era ini-ziata dopo che un altro rifugiato che viaggiava sullastessa barca è arrivato a nuoto sull’isola di Langkawi,vicino al confine thailandese, e ha dato l’allerta. Inizial-

mente ha affermato che la barca si è capovolta prima diammettere che non era vero.

Sono cominciate così le operazioni di ricerca con dueimbarcazioni e due aerei della Guardia costiera . Tutti imigranti trovati sono stati arrestati e sottoposti a testper il coronavirus prima di essere consegnati ai servizidi immigrazione. La Malaysia è una delle principali de-stinazioni per i rohingya in fuga dalle persecuzioni inMyanmar. Ma le autorità malesi hanno cercato negli ul-timi mesi di impedire l’arrivo dei migranti, temendo ladiffusione del covid-19.

Le Corea del Nordsmentisce

un primo casodi covid-19

PY O N G YA N G , 27. Il regime diPyongyang ha smentito il primocaso di covid-19 in Corea delNord. Una emergenza che ieriaveva costretto il leader nordco-reano, Kim Jong-un, a decretarela massima allerta e a porre sottolockdown la città di Kaesong, allafrontiera con la Corea del Sud.

Si tratterebbe di una personache in passato era fuggita in Co-rea del Sud e che poi è rientratadi recente in Corea del Nord.

L’uomo rientrato in patria «nonera segnato come caso di covid-19o come persona venuta a contattocon contagiati», ha riferito in unanota Yoon Tae-ho, funzionario delMinistero della Salute sudcoreano,presentando i test negativi fatti sudue persone venute a stretto con-tatto con l’uomo. Subito dopoPyongayng ha smentito che fossepositivo al coronavirus.

I militari di Seoul hanno spie-gato che l’ipotesi più accreditata èche l’uomo, di 24 anni, sia riuscitoa sfuggire ai controlli al confinenuoto. «Abbiamo rilevato il luogospecifico da dove è riuscito a tor-nare in patria sull’isola di Gwan-ghwa, dove è stata ritrovata unaborsa, creduta essere sua», ha det-to in una conferenza stampa il co-lonnello Kim Jun-rak, portavocedel Comando di stato maggiorecongiunto sudcoreano.

La Cina chiudeil consolato

Usaa Chengdu

PE C H I N O, 27. Le autorità cinesihanno chiuso il consolato statu-nitense nella città sud-occidentaledi Chengdu. «Alle 10 (ore locali)del 27 luglio, in base alla richie-sta della parte cinese, il consolatoa Chengdu è stato chiuso. Poi leautorità cinesi sono entratedall’ingresso principale prenden-done il controllo», ha riferito ilministero degli Esteri cinese.

La Cina ha ordinato la chiusuradella missione alla fine della scor-sa settimana, in risposta a un ana-logo provvedimento preso da Wa-shington nei giorni precedenti neiconfronti del consolato cinese diHouston (Texas). Gli Stati Unitihanno altri quattro consolati inCina e un’ambasciata a Pechino.

Siria, bomba in un mercatoOtto civili uccisi

Drone militare dello Stato ebraico precipita al confine

Alta tensione tra Israele e Libano

TEL AV I V, 27. Un drone militareisraeliano è precipitato ieri mentreera in missione nel Libano meridio-nale. Lo ha riferito il portavoce mi-litare secondo cui ancora non è notose l’incidente — avvenuto mentre latensione con il movimento sciita li-banese Hezbollah resta da giornimolto elevata — sia dovuto ad unguasto o se sia stato abbattuto daterra. Sempre ieri, intanto, il mini-stro della difesa israeliano BennyGantz ha compiuto un sopralluogolungo confine con il Libano in pros-simità del quale, secondo i media,Israele ha dispiegato varie batteriedi difesa antimissile.

Da segnalare comunque che Hez-bollah è intervenuto affermando cheun conflitto con Israele in questomomento è «altamente improbabi-le». «Non c’è la sensazione di unaguerra nei prossimi mesi» hannodetto alcuni esponenti del gruppo.

Un murales a San Paolo, Brasile, raffigurante un’infermiera (Afp)

BRASÍLIA, 27. L’America Latina e iCaraibi sono diventati, questo finesettimana, la regione con il maggiornumero di infezioni da coronavirusal mondo. Per la prima volta il nu-mero di contagiati, 4.340.214,nell’area latinoamericana e caraibicaha superato quello registrato com-plessivamente nel Nord America,4.330.989, di cui 4,2 milioni solo ne-gli Stati Uniti.

Mentre per numero di vittimel’Europa continua e detenere il pri-mato con un totale di 207.933 deces-si, seguita da America Latina e Ca-raibi (182.726), e Stati Uniti e Cana-da (155.673).

In America Latina, il Brasile è ilPaese principalmente colpito, con2.419.091 casi e 87.004 morti secondol’ultimo bilancio del Ministero dellaSalute brasiliano diffuso ieri sera, acinque mesi esatti dal primo caso nelPaese. Nelle ultime 24 ore sono staticonteggiati 555 nuovi decessi, mentreil numero di infezioni è aumentatodi quasi 25.000 unità. Sia i decessiche il numero di casi registrati do-menica sono inferiori alle medie de-gli ultimi giorni, in cui le vittime so-no state sempre superiori alle 1.000unità e le infezioni raggiungevanoabitualmente quota 40.000. I datisul virus solitamente sono in declinonei fine settimana, un fattore ormaicomprovato e dovuto alla minore at-tività degli enti locali addetti al con-

teggio, e comunque confermano lerecenti previsioni dell’Oms su unariduzione del virus nel Paese. Il bol-lettino del ministero della Salutebrasiliano riporta inoltre che il nu-mero di pazienti guariti è attualmen-te pari a 1.634.274 e che vi sono an-cora 697.813 persone sotto osserva-zione.

Intanto il presidente Bolsonaro,sabato, è guarito dal covid-19, risul-tando negativo a un nuovo test.

Ma la curva epidemiologica è infase crescente in molti altri Paesidella regione, soprattutto quelli chehanno riavviato troppo frettolosa-mente fasi per la ripartenza dell'atti-vità economica. Messico, Perú, Co-lombia e Bolivia sono quelli che fan-no segnare i dati peggiori, in terminisia di nuove infezioni che di decessiper complicazioni legate al covid-19.

In Perú uno studio del ministerodella Salute ha rivelato che un quar-to della popolazione di Lima e diCallao potrebbe aver contratto il co-ronavirus. Circa 2,7 milioni di perso-ne sarebbero state infettate nella ca-pitale del paese andino. Queste cifresuperano di gran lunga i dati ufficia-li del ministero a livello nazionale,che attualmente registrano circa380.000 infetti e 18.000 decessi. Nu-meri con cui il Perú è il settimo Pae-se al mondo più colpito e il terzo inAmerica Latina con più casi.

DA M A S C O, 27. Non si ferma la vio-lenza in Siria.

Ieri la deflagrazione una motoimbottita di esplosivo ha ucciso al-meno 8 persone, per lo più civili,che si trovavano in un affollatomercato della cittadina siriana diRas al-Ain, controllata da ottobredalle forze turche e dalle milizie al-leate di Ankara.

L’attentato non è stato rivendica-to, ma il ministero della Difesa tur-co ha puntato il dito contro i mili-ziani curdi del Ypg, collegato alPkk (Partito dei lavoratori del Kur-distan), che controllavano la citta-dina di Ras al-Ain prima che letruppe di Ankara e i loro alleati laoccupassero essendo compresa nel-la “zona cuscinetto” in territorio si-riano lungo il confine.

Intanto, resta alta la tensionetra Israele e Siria dopo i combatti-menti dei giorni scorsi lungo il

confine. Il premier israeliano Ben-jamin Netanyahu ha avvertito laSiria che Israele non tollererà at-tacchi.

«Non permetteremo a nessuno —ha detto ieri nella consueta riunio-ne domenicale del governo a Geru-salemme riferendosi alle tensionialla frontiera del nord — di attenta-re alla nostra sicurezza e di minac-ciare i nostri cittadini. Non consen-tiremo attacchi alle nostre forze».

L’esercito — ha concluso Neta-nyahu — «è pronto a rispondere adogni minaccia». Come accennato,negli scorsi giorni l’aviazione israe-liana è entrata in azione colpendodiverse postazioni dell’esercito si-riano.

I raid sono stati lanciati comerappresaglia dopo alcune esplosio-ni che avevano colpito un edificioe un mezzo militare.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 lunedì-martedì 27-28 luglio 2020

orientare chi è di per sé abbastanza disorien-tato?

Il problema è molto più serio di quantopossa a prima vista apparire; i risultati si ve-dono: un tasso di abbandono delle universi-tà tra i più alti in Europa, una percentuale

Le carenze della scuola nell’orientamento degli studenti verso il lavoro

Alla ricercadella vocazione perduta

Un’occasione unicaSul nuovo numero di «Vita Pastorale» una proposta per riorganizzare la scuola valorizzando anche gli istituti paritari

I risultati si vedonoUn tasso di abbandono delle universitàtra i più alti in Europauna percentuale di laureati sull’intera popolazionefanalino di codaE sopra ogni cosa il dilagaredi una diffusa insoddisfazione esistenziale tra i giovani

È morta Olivia de Havilland

Non era l’eterna secondaLa Fidae ha lanciatoil progetto #vogliamofarescuolacoinvolgendo tutti i soggettidel settoredalle istituzioni ai professori

In ogni istituto superiore è previstauna «funzione strumentale all’orientamento»ma quasi sempre si tratta di un ruolo burocraticoSu ciò si innesta inoltreun rigetto dei docenti al compitoe anche una diffusa impreparazione sull’a rg o m e n t o

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R E UN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

di ROBERTO CETERA

C’è un buco nel sistema scolasti-co, che pur essendo macroscopi-co viene spesso sottaciuto nellasua gravità. Si tratta della capa-cità della scuola di saper contri-

buire alla formazione di un orientamento al-le scelte universitarie e lavorative successiveal percorso scolastico. Se la scuola è — o do-vrebbe essere — soprattutto scuola alla vita,la mancanza di un supporto allo svelamentodella propria vocazione, è evidentementeuna mancanza grave.

In realtà in tutte le scuole superiori è pre-vista negli organigrammi una «funzionestrumentale all’orientamento», ma quasisempre si tratta di un ruolo burocratico ilcui compito essenziale è di organizzare lepresentazioni di marketing dei vari istitutiaccademici in concorrenza. Su ciò ulterior-mente si innesta, occorre dirlo, un rigettodei docenti al compito («non spetta a noi»)e anche una diffusa impreparazione sull’ar-gomento.

D’altronde, sempre più frequentemente lascelta della professione insegnante non è es-sa stessa tanto frutto di vocazione quanto diconvenienza; e allora la domanda sorge pro-vocatoria e spontanea: può efficacemente

di laureati sull’intera popolazione da fanali-no di coda. E sopra ogni cosa il dilagare diuna diffusa insoddisfazione esistenziale tra igiovani adulti. Non è un problema “tecni-co”, ovviamente. Non si tratta semplicemen-

di orientare i giovani a una buona vita e nonessere solo dei meri trasmettitori di compe-tenze. Perché in fondo “vo cazione” è proprioe semplicemente questo: vivere una vita buo-na, scoprendo e valorizzando i talenti checiascuno può vantare. Perché proprio gli in-segnanti di religione? Potremmo dire che infondo è quello che la Chiesa essenzialmentefa da duemila anni: orientare la gente a unabuona vita.

E non a caso proprio a un insegnante direligione di lungo corso è venuta l’idea di

usarlo alla ricerca di proposte di vita chenon si limitino agli aspetti apparentementeremunerativi e in fondo grigi e banali, masiano effettivamente tese alla ricerca di unafelicità esistenziale. Questo primo dei tre li-bri proposti da don Alessandro tratta ap-punto degli ostacoli che si frappongono aun’autentica scelta vocazionale. Gli altri duesono già in preparazione e costituiranno ilmaster plan di iniziative di formazioneall’orientamento per gli educatori. «Abbia-mo già presentato nei giorni scorsi — spiega

sistematizzare il lavoro sull’orientamento cheda anni svolge con un equipe collaudata diformatori e insegnanti sui suoi ragazzi.

Il metodo è sempre lo stesso, che nellaChiesa è prassi consolidata: quello del di-scernimento. Si tratta di indurre i giovani a

Fazio Frosali che partecipa all’equipe guida-ta da don Alessandro — un percorso di for-mazione all’orientamento che speriamo pos-sa divenire un vero e proprio corso accade-mico per gli studenti delle facoltà di ScienzeReligiose, e non solo».

te di comparare vantaggi esvantaggi di questa o quellafacoltà e università.

Nel lavoro che ognunodi noi sceglie si rivela econcretizza l’identitàdell’individuo. Ne abbiamoavuto conferma recente-mente con le tante reazionidi disagio registrate in que-ste settimane alla praticaforzata dell’imp ersonalesmart-working. Non avereil lavoro, o svolgerlo senza

relazioni vis a vis, per molti ha significatosmarrire d’identità. Nel lavoro, attraverso ilfare si costituisce l’e s s e re .

La ricerca di una vocazione non è un pro-cesso facile. Non è un processo che si svolgein solitudine, ma necessita di una buona ca-pacità di relazione, e soprattutto di ascolto:gli altri ci “leggono” meglio di quanto sup-poniamo di saper fare da soli. La vocazionenon è necessariamente quello che mi piace.Può grandemente piacermi l’arte, ma magarinon so tenere un pennello in mano o suona-re i timpani. La vocazione va poi depuratadalle influenze esterne, i desideri malcelatidei genitori, i “consigli” della fidanzata, lemode del momento (l’informatica negli anniOttanta, le scienze delle comunicazioni neiNovanta, ecc.), la stretta relazione con le op-portunità di lavoro («con giurisprudenza al-la fine hai più sbocchi»). Tutti trabocchettiche rendono ancor più periglioso il percorsodi un giovane che già vive in un mondosempre più complicato e confuso.

Non di rado questo lavoro di supporto econsulenza cade sulle spalle del professoredi religione. Se è uno bravo. Perché solo aiprofessori di religione è rimasta l’intenzione

creare un cruscotto, unsistema pratico diriconoscimento della pro-pria vocazione, da mette-re a disposizione dei gio-vani, e degli educatoriche li seguono.

Discernere da giovani(Sophia editrice, 2019, 15euro) di Alessandro DiMedio è il primo di trevolumi con cui questogiovane prete, parroco einsegnante di Roma hacercato di riassumere e

«I l mese di giugnosarebbe dovuto es-sere quello piùbello per tanti stu-denti: la fine della

scuola, gli esami, la maturità, il sa-luto prima dell’estate. Anche noiinsegnanti e dirigenti viviamo qua-si una fase catartica: è importanteraggiungere un traguardo, chiude-re un anno con tutte le sue diffi-coltà e i suoi momenti belli, capiredi aver fatto qualcosa di importan-te. La pandemia ha reso più sbia-dite queste immagini, ha contagia-

che proprio per questo motivo Fi-dae ha messo in campo «una seriedi webinar, di incontri e meetingon-line per fare, prima di tutto, si-stema», e per affrontare l’e m e rg e n -za «partendo da una profondaunità sia al nostro interno cheall’esterno, rafforzando i rapporticon le altre associazioni».

A questo scopo la FederazioneIstituti di Attività Educative halanciato un progetto nazionale,#vogliamofarescuola, coinvolgendotutti i soggetti che hanno a cuoreil sistema scolastico: dai tecnici del

questo lockdown ha radicalmentecambiato». Nello stesso tempo, èstata aperto un tavolo tecnico«con l’obiettivo di dare alcune li-nee guida unitarie che potesseroservire a regolare la didattica a di-stanza e la didattica mista». Il 24giugno scorso, ricorda l’esp erta,«la Prassi di riferimento, realizzatagrazie alla collaborazione della Fi-dae e dell’Uni, l’Ente nazionale dinormazione, è diventata operativaed è a disposizione di tutte lescuole di ogni ordine e grado, sulterritorio nazionale e anche nel re-sto del mondo».

La speranza è che «a settembresi possa respirare un po’ di “nor-malità”, perché è chiaro che le le-zioni in presenza rimangono il me-todo prioritario, quello che per-mette davvero di stabilire un lega-me fruttuoso tra insegnante e stu-dente e che garantisce la trasmis-sione del sapere», sottolinea anco-ra Kaladich rilevando al tempostesso che «nel caso in cui si ripre-sentasse la necessità di dover pro-cedere con queste nuove modalità,anche in forma mista, servono re-gole e criteri standard che diano la

to l’ultimo trimestre ma non hacancellato quanto di buono è statofatto, e soprattutto non ha fermatola crescita che studenti, famiglie epersonale scolastico hanno portatoavanti con una grande azione co-rale». Lo scrive Virginia Kaladich,presidente Fidae, nell’articolo sulnumero in uscita (agosto/settem-bre) del mensile «Vita Pastorale»(Gruppo Editoriale San Paolo), di-retto da don Antonio Sciortino.

«Se vogliamo citare la massimadi Bossuet “Dio scrive dritto anchesulle righe storte”, allora prendia-mo questo periodo come unagrande occasione per rivedere il si-stema scolastico a 360 gradi. Conla speranza che a settembre ci ri-troveremo con una scuola che nonsarà la stessa che abbiamo lasciatoa inizio marzo, ma molto meglio»,aggiunge Kaladich sottolineando

dedicati alle nuove sfide, ad esem-pio al ripensamento degli spazidella scuola oppure l’a p p ro f o n d i -mento del tema della relazione che

di GABRIELE NICOLÒ

La prima notorietà la conobbegrazie, o meglio a causa, dellasua rivalità con la sorella Jane

Fontaine, attrice di valore eccelso etra le “p re f e r i t e ” di AlfredHitchcock. Insomma una notorietàdi luce riflessa. Ma la fama laraggiunse senza intermediariinterpretando, con grazia raffaellita,il ruolo di Melania in Via col Vento.Si è spenta domenica 26 luglio,all’età di 104 anni, Olivia deHavilland, ovvero una delle iconedegli anni d’oro di Hollywood. Findall’infanzia Olivia (era più grandedi quindici mesi) e Joan — che avevascelto il nome d’arte Fontaine —ebbero rapporti difficili. Nel 1942Joan la spuntò su Olivia nellaconquista dell’Oscar, al qualequell’anno erano entrambecandidate. Joan vinse per Il sospettodi Hitchcock mentre Olivia era incorsa per La porta d’o ro di MitchellLeisen. Britannica naturalizzatastatunitense, Olivia (il cui nome,insieme a quello della sorella, èinscritto nella Hollywood Walk ofFame) avrebbe poi preso la sua

rivincita aggiudicandosi per ben duevolte la prestigiosa statuetta: nel1947 per A ciascuno il suo destino, enel 1950 per L’e re d i t i e ra , adattamentodel romanzo di Henry James. E diriconoscimenti ufficiali era destinataa collezionarne: in occasione delcentunesimo compleanno, la reginaElisabetta II le aveva conferito iltitolo di Dama dell’imp erobritannico, e in precedenza, nel2010, la Francia (dove si eratrasferita) le aveva reso omaggio conl’onorificenza di Cavalieredell’Ordine della Legion d’O nore.Di un’eleganza innata e di unabellezza delicatissima, con striaturedi dolcezza e malinconia, la deHavilland fu scritturata dallaWarner Bros per sette anni, che sirivelarono assai intensi. Recitòinfatti in numerosi film: da CapitanBlood a La carica dei seicento, da Laleggenda di Robin Hood a La storiadel generale Custer. Pellicole, queste,che la fecero conoscere al grandepubblico e che le valsero il convintoplauso della critica. Ma la veraconsacrazione, che le permise diguadagnare uno scranno imperituronella storia del cinema, avvenne

quando fu scelta per il ruolo diMelania. Rischiava, anche in questocaso, di essere «l’eterna seconda»,come ebbe a definirla un criticocinematografico. Era alta laprobabilità, infatti, che Oliviapotesse essere eclissata da VivienLeigh, che in modo impeccabilerecitò la parte della protagonista,Rossella. Invece, contro ognipronostico. Olivia resse l’ingrato earduo confronto, e il successo,strepitoso, arrise sia a Rossella che aMelania. Durante la lavorazione delfilm fu chiesto a Clark Gable (cheinterpretava Rhett Bulter) chi fossela più brava delle due. «È una delledomande più difficili che mi sianostate poste», rispose, aggiungendodi non saper scegliere, e non perdiplomazia. Poi allegò una postilla:«Nel film corro per dieci anni dietroa Rossella. Avrei corso, parimenti,per dieci anni anche dietro aMelania».

sicurezza anche alle famiglie delservizio offerto».

Il cammino fatto finora è stato èstato fruttuoso, ha rilevato la presi-dente Fidae facendo notare che«in Italia il sistema di istruzione èun sistema integrato, dove statali eparitarie sono sullo stesso livello,anche giuridicamente, grazie allalegge 60 del 2000». Proprio per

questo, ha aggiunto, «mi è dispia-ciuto vedere che questo aspetto,nonostante un periodo così diffici-le, sia sfuggito ad alcuni parlamen-tari di maggioranza che, nella di-scussione sul DlScuola e anche sulDlRilancio, hanno rilasciato frasicome: “La scuola pubblica va sal-vata, basta con le privatizzazioni”,dimenticando che le paritarie sono

per legge dello Stato, a tutti gli ef-fetti, scuole del sistema pubblicod’istruzione». «La libertà di sceltaeducativa, oltre che un valore e unarricchimento, è un diritto delle fa-miglie italiane sancito dalla Costi-tuzione», ha concluso Kaladich,sottolineando la necessità di «su-perare steccati ideologici e suddivi-sioni che non hanno più senso».

Ministero, ai rappre-sentanti Cei, dai diri-genti di istituti paritarie statali, ai professoridel mondo accademicoe scientifico, fino aglienti territoriali. Da al-cune settimane, spiegaKaladich «il progetto,dopo aver raccolto tan-tissime adesioni, staprendendo il via conuna serie di webinar

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 27-28 luglio 2020 pagina 5

«Tornare a casa» di Dörte Hansen

Il terreno da cuila vita germoglia

Figli adulti e nonni fragili

di SI LV I A GUSMANO

Né per le persone néper le comunità èsemplice fare bilanci,tuttavia può esseremolto utile: lo dimo-

stra bene Tornare a casa (Roma, Fa-zi, 2020, pagine 310, euro 18.50), se-condo romanzo, pluripremiato inpatria, della scrittrice tedesca DörteHansen. Tradotto da Teresa Ciuffo-letti, il libro tocca tematiche delica-te, dal cambiamento di persone eluoghi, al dolore, alla solitudine ealla fragilità di chi invecchia.

Nato e cresciuto a Brinkebüll, unpiccolo villaggio nel nord della Fri-sia, ma da tempo trasferitosi a Kiel,l’archeologo Ingwer Feddersen staper compiere cinquant’anni. Scon-tento e con diversi dubbi esistenzia-li, si prende una pausa dall’univer-sità e torna a Brinkebüll per dedi-carsi agli anziani genitori Sönke edElla, bisognosi di cure e alla sogliadelle nozze di ferro. Genitori che inrealtà — come scopriremo moltopresto — sono i nonni del protago-nista, figlio della giovanissimaMarrett che ha un ritardo mentale.

Tra il prima e il poi i cambia-menti sono enormi, innanzituttoper Brinkebüll. Tra piccole e grandimutazioni (se nessuno fa più il ri-posino pomeridiano, il paesino in-tero si è messo in moto con le don-ne ormai tutte patentate), è il voltostesso della comunità a essere irri-conoscibile. Perfino gli odori, i sa-pori, i colori sono cambiati. Pochidecenni prima quasi tutti gli abitan-ti vivevano dedicandosi all’agricol-tura, mentre ora sono davvero po-che le aziende che rimangono. Uncambio di occupazione che ha por-tato alla violenta scomparsa delleabitudini rurali di un tempo, e almutamento per sempre di spazi etempi del luogo.

Al pari di Brinkebüll, anche In-gwer è irriconoscibile. Cresciuto cir-condato dall’amore di Sönke ed El-la, scioccato dalla scoperta della

per scontato — un futuro daproprietario del locale di famiglia.Forse però anche per l’anziano (eanomalo) patriarca potrebbe incri-narsi qualcosa nelle sue granitichecertezze.

Nel romanzo, ben costruito (aparte la figura di Marrett cheavrebbe potuto essere tratteggiatacon maggiore cura), è molto bello ilrapporto tra Ingwer, ormai uomomaturo, e i nonni — Sönke arrocca-to nella sua locanda semiabbando-nata, lucidissimo anche se fisica-mente debole e malfermo; Ella in-

Albert Anker, «Schnapstrinker» (1900)

La vecchiaia nelle Elegie di Massimiano

Malattiasenza guarigione?

Il beato Clemente Vismara, il mitico missionario del Pimespentosi in Birmania ultranovantenne nel 1988ci ha lasciato un aforisma di inconfutabile veridicità«La vecchiaia incomincia quando ti accorgidi non essere più utile a nessuno»Vismara però non ebbe mai una simile percezione d’inutilitàfino all’ultimo dei suoi giorniDovette invece accorgersi di non servire più a nessunoil poeta di lingua latina vissuto nel VI secolo

«Loro non pretendevano nientedi tutto questo. Era lui a volerlo»E Ingwer lo vuole perché sadi essere tornato per «prendersiqualcosa che gli mancava»

reale identità materna ma capacecomunque di trovare un (apparen-te?) nuovo equilibrio, la sua vera ri-bellione è stata quella di studiare.Studiare per andarsene. Ma cosavoleva costruire Ingwer abbando-nando il bancone della locanda difamiglia? Il suo è stato davvero untradimento?

Sicuramente per Sönke («Il pri-mo uomo a percorrere la via princi-pale di Brinkbüll con un neonatonella carrozzina. L’unico che avessemai portato un bambino sulla pan-cia come un marsupio») si è tratta-to di un tradimento, e anche grave.Per il nipote, infatti, l’uomo avevaimmaginato — o meglio aveva dato

pretendevano niente di tutto que-sto. Era lui a volerlo». E lo vuoleperché sa di essere tornato per«prendersi qualcosa che gli manca-va».

Tornare a casa è la storia di unamore profondo, reciproco nel tem-po. Perché il contrasto fra passato epresente, tra il punto da dove ve-niamo a quello dove andremo, è ilterreno in cui germoglia la vita. Ilritorno di Ingwer a Brinkebüll di-venta così per una famiglia interal’occasione non per saldare i conti,ma piuttosto per reinventare ruoli eidentità. Un passo necessario, dacompiere insieme per cambiare dav-v e ro .

non essere tenuto a oc-cuparsi di tutte quellecose, fare il bagno aSönke e scapicollarsiper la campagna conElla. Giocare a fare lacasalinga, accompa-gnarli dai medici e sor-birsi le loro lamentelequando il pranzo nonera in tavola alle dodi-ci in punto. Loro non

Particolare dalla copertina del libro edito da Fazi

Particolare dalla copertina del volumecurato da Emanuele Riccardo D’Am a n t i

un genus letterario che dopo di luisi sarebbe definitivamente estinto.

Gli scarni dati di cui disponia-mo sulla sua vita e la sua persona-lità sono in realtà elementi auto-biografici disseminati nella suaopera e in genere valutati come at-tendibili. Di probabile origineetrusca, visse in gioventù a Roma,dove esercitò con successo l’attivitàforense e plasmò la sua vocazionepoetica. Membro di un’aristo craziaromana colta e facoltosa, dotato diprestanza fisica pari alla levaturaintellettuale, si dedicò all’atletica,alla caccia e al canto. Ebbe diverseesperienze sentimentali, in buonaparte rifluite nei suoi distici elegia-ci, ma non incontrò nessuna donna«degna di diventare la sua sposa»,come confessa disilluso nella primaelegia (v. 78). Ed è verosimile che,nonostante vicende amorose taloragratificanti, la condizione celibata-ria protrattasi fino all’età avanzata,la mancata costruzione di una fa-miglia e il rammarico per non avergenerato figli abbiano estremizzato

prego, la mia vita infelice da unasimile prigione». A lungo, e conimplacabile crudezza di accenti,Massimiano insiste sulla fenome-nologia e sulla sintomatologia del-la senescenza: il decadimento fisicoche fa scempio del corpo debilita-to, l’ottenebramento cerebrale checonfina l’anziano in una sorta diesilio lontano dal resto dell’umani-tà, esponendolo al ludibrio sociale(esisteva allora, come oggi e comesempre, la cinica «cultura delloscarto» che Papa Francesco non sistanca di stigmatizzare) e trasfor-mandolo in un malato terminale,addirittura in un «morto vivente».

Dalla sofferenza per questo stra-volgimento psicofisico scaturisceuna deprecatio senectutis che traeorigine dai lirici greci Mimnermo eAnacreonte e si pone in antitesi ri-spetto non soltanto alla positivateoria “geronto centrica” di Cicero-ne nel Cato maior, ma anche allatradizione biblica nel suo comples-so, nonché alla valorizzazione dellasenectus, del bonus senex, secondol’ottica delle antiche comunità cri-stiane. Ad acuire l’insofferenza peruna senilità così drammaticamentedeprecata si aggiunge, in radicalecontrasto, l’evocazione struggentedella giovinezza con tutto il fasci-no dei suoi pregi. Modello princi-pale è qui — come nella breve sestae ultima elegia — Ovidio che, esi-liato sulle rive del Mar Nero, ef-fonde il suo lamento per la con-danna a una precoce vecchiaia mo-rale nei versi sconsolati dei Tristiae delle Epistulae ex Ponto.

Tre figure femminili che nella vi-ta e nel canto di Massimiano han-no inciso altrettante impronte pro-fonde, nel segno non tanto dellafelicità quanto del rimpianto, sonole protagoniste delle Elegie 2, 3 e 4.La prima di queste donne, Licori-de, matura ma ancora attraentecompagna del poeta, lo ha prodi-

di MARCO BECK

Il beato Clemente Vismara,il mitico missionario del Pi-me spentosi in Birmania ul-tranovantenne nel 1988, ciha lasciato in eredità un

aforisma di inconfutabile veridicità:«La vecchiaia incomincia quandoti accorgi di non essere più utile anessuno». Padre Vismara, però,non ebbe mai, fino all’ultimo deisuoi giorni operosi, una simile per-cezione d’inutilità. Dovette inveceaccorgersi di non servire più a nes-suno, nemmeno a se stesso, il poe-ta di lingua latina Massimiano —vissuto nella prima metà del VI se-colo — quando un inesorabile pro-cesso d’invecchiamento, malattiasenza guarigione (senectus ipsa estmorbus, aveva sentenziato il com-mediografo Terenzio nel Phormio),gli inflisse infermità d’ogni generee cocenti umiliazioni nel suo spa-zio sociale, spogliandolo di tutte leprerogative, fisiche e intellettuali,di cui aveva goduto in gioventù: inprimis, la “grazia” dell’amore ete-ro s e s s u a l e .

Fu nel terribile vortice di quellapresa di coscienza che l’anzianoepigono degli elegiaci di età augu-stea impugnò il calamo e, quasiper una forma di amara autoconso-lazione, di sfogo esistenziale, di la-mentazione laica, compose un suc-cinto ma denso canzoniere articola-to in sei Elegiae. Ne ha di recentecurato una nuova edizione critica,con testo latino a fronte della tra-duzione, e con il corredo di unalucida introduzione, di una nutritabibliografia e di un commento ca-pillare, il filologo e storico Ema-nuele Riccardo D’Amanti: Massi-miano, Elegie (Fondazione LorenzoValla / Mondadori, 2020, paginecx-418, euro 50).

Attivo all’epoca del regno ostro-goto d’Italia in fase declinante,Massimiano, forse proprio per lasua collocazione cronologica suuna “linea d'ombra” distesa appenaoltre il crinale che separa l’evo an-tico dal medioevo, non ha mai atti-rato un’attenzione privilegiata daparte degli studiosi di scienzedell’antichità. Eppure l’abb ondan-za di codici e poi di edizioni astampa, a cominciare dall’editioprinceps (Utrecht, 1474), testimoniache il suo piccolo c o rp u s ha veleg-giato con rotta sicura nel mare deisecoli, fino all’odierno approdomondadoriano. E in effetti Massi-miano può essere a buon dirittoconsiderato, sia per profondità dicontenuti che per dignità di stile,qualità entrambe di poco inferioriall’ingenium e all’a rs dei suoi gran-di predecessori (Tibullo, Proper-zio, Ovidio), l’ultimo esponente di

testarlo, tra l’altro, alcune remini-scenze biblico-evangeliche (adesempio, proprio nella più “auda-ce” delle Elegie, la quinta, si legge

te tonalità lugubre nell’intro durrecon un’apostrofe il tema dell’anzia-nità come vestibolo della morte:«Vecchiaia ostile, perché indugi adaffrettare la morte? / Perché persi-no in questo mio corpo strematoprocedi lentamente? / Libera, ti

toriamente abbandonato alla suadesolazione senile per vivere piùsoddisfacenti esperienze con aman-ti meno attempati di lui. Anni diarmoniosa convivenza e un interopatrimonio di sentimenti vengonocosì inceneriti da un capricciosovoltafaccia: fallimento innescatodal mortificante affievolirsi delleenergie virili. Tra il giovane Massi-miano e la fresca Aquilina (terzaelegia) era scoccato un segreto in-namoramento aspirante al matri-monio. Ma sorprendentemente,una volta cadute le riserve dei ge-nitori di lei grazie alla mediazionedi Boezio, il fidanzato in crisi si ri-trasse per una sofferta scelta di ca-stità. Quanto a Candida, al centrodella quarta elegia, la possibilità diun coniugium sfumò allorché l’invo-lontaria, ardita dichiarazioned’amore sfuggita a Massimiano nelsonno venne captata dal geloso pa-dre della ragazza, che evidente-mente si oppose alla relazione.

Una più marcata coloritura ero-tica screzia di qualche nuance ma-liziosa – senza peraltro mai scivola-re nella scabrosità – l’elegia quinta.Vi si rievoca un episodio “b o ccac-cesco” ambientato a Costantinopo-li, all’epoca dell'ambasceria pressoGiustiniano. Sedotto dalla soavitàcanora e dalla leggiadria coreuticadi una bellissima cortigiana, Massi-miano intreccia con lei una liaisonche tuttavia s’interrompe quando,durante un incontro notturno, ilpiù che maturo diplomatico incor-re in una imbarazzante défaillance.La Graia puella sfoga allora la pro-pria delusione in una laudatio dellapassione d’amore senza freni, inte-grale fusione (come si è già visto)di due esseri in un solo corpo. Inquesta visione, ispirata a Lucrezioe all’Ovidio dell’Ars amatoria, lapotenza dell’eros promanante dallafertilità maschile assurge a princi-pio generativo della «specie uma-na» e di «tutto ciò che spira sullaterra intera» (vv. 116-7): un colpod’ala che riscatta la carnalità delcontesto.

La scarsa penetrazione di Massi-miano nell’orizzonte dei cultoriodierni di letteratura latina classicao postclassica appare inversamenteproporzionale all’a p p re z z a m e n t oche fin dal basso medioevo glivenne tributato, in quanto poetaethicus, da una schiera di lettori ec-cellenti. Persino Dante potrebbeaver preso spunto, nel celebre pas-so di Inferno V 121-3 («Nessunmaggior dolore...»), dalla chiusadella prima elegia: «A chi è infeli-ce assai duro è il ricordo dei benidel passato» (v. 291). Petrarca eBoccaccio conoscevano le Elegie.Ne furono influenzati Chaucer ePoliziano. Probabili echi massimia-nei sono poi rintracciabili nelManzoni del Cinque maggio, dove«in più spirabil aere» parrebbe uncalco di spirabilis aer (I 247), e so-prattutto nel Foscolo del secondosonetto, il cui esordio, «Non sonchi fui; perì di noi gran parte»,traduce fedelmente un lapidarioesametro di Massimiano (I 5): Nonsum qui fueram: periit pars maximanostri.

un distico che configura il rappor-to sessuale all’interno della coppiacome un’intima unione capace di«stringere due anime con un pattocosì saldo / da far sì che due esserisiano un corpo solo»: calco evi-dente di Ma rc o 2,8 «e i due diven-teranno una carne sola», a sua vol-ta riconducibile a Genesi 2,24). Sideve poi tener presente che l’éliteromana cui apparteneva Massimia-no era in tale misura cristianizzatada non consentire a un paganol’assunzione di incarichi pubblici ola responsabilità di un’imp ortanteambasceria. E come terzo indizio sipuò addurre l’amicizia con il cri-stianissimo autore del De consola-tione philosophiae.

La prima elegia è, non solo perle dimensioni (292 versi), la piùricca di materiale poetico-filosofi-co. Ad essa soprattutto si ricollegala fama di poeta-pensatore dallaspiccata sapienzialità etica che ac-compagnò Massimiano dal me-dioevo all’età moderna. L’incipit favibrare, ex abrupto, un’agghiaccian-

Prendendosi cura degli anzianianche nei minimi bisognil’uomo cinquantennein piena crisi esistenzialerestituisce una tenerezza infinitacon ogni singolo gesto

vece, minata dalla malattia che neha stravolto il carattere, ha la menteormai ottenebrata. È veramente de-licata la descrizione che della suamalattia fa l’autrice, capace di trat-teggiare l’alternanza vorticosa tragiorni violenti e giorni atroci in cuil’anziana chiede disperatamente unaiuto che è impossibile darle («Aiu-tatemi, aiutatemi, per ore e ore enessuno capiva cosa c’era che nonandava»).

I nonni non ce la fanno da soli eIngwer — che ne ha un bisogno di-sperato di ritrovare il bandolo dellasua vita — arriva per loro. Prenden-dosi cura degli anziani anche neiminimi bisogni e affrontando tuttoda solo senza demandare nulla,l’uomo restituisce con ogni gesto,ventiquattro ore al giorno, una te-nerezza infinita. È lui a lavare queicorpi che ormai hanno perso forza,ad accudirli, cambiarli, nutrirli eportarli a letto. «Ingwer sapeva di

la negatività assoluta che contami-na la sua concezione della vec-chiaia.

Ancor giovane, poté avvalersidella preziosa “consulenza” di unamico d'eccezione come il filosofoe letterato Severino Boezio, saggiomentore nella ge-stione degli “affari dic u o re ” che travaglia-vano l’inesp ertoMassimiano. Il qualein seguito, prossimoormai ai sessant’anni,guidò una missionediplomatica aCostantinopoli pres-so l’imperatore Giu-stiniano, su incaricodi un imprecisato so-vrano ostrogoto, perristabilire relazionipacifiche tra le duemetà, occidentale eorientale, dell’Imp e-ro .

Con ogni probabi-lità, prima della mor-te avvenuta poco do-po la metà del VI se-colo, Massimiano ab-bracciò la fede cri-stiana. Sembrano at-

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 lunedì-martedì 27-28 luglio 2020

di MICHELE GIULIO MASCIARELLI

Ritorno alla speranzain tempo di “p olicrisi”

Inserendo l’invocazione Mater spei nelleLitanie lauretane, anche Papa Francesco,in consonanza con i Papi del novecento,

indaga nello scrigno delle virtù teologali pertrarne «cose nuove e cose antiche» (Ma t t e o ,13, 52) per questo difficile brano di tempoche stiamo vivendo: in esso la crisi della spe-ranza ingrossa l’ampio ventaglio dell’o dierna«policrisi» (ecologica, economica, politica,sociale, culturale, spirituale e, aggiungiamo,identitaria a tanti livelli) di cui ha parlatoEdgar Morin.

A questa crisi, che si diffonde a metastasicome un cancro, s’è aggiunto quest’anno ilcoronavirus, che ha allargato e approfonditoquella crisi in modo mondialistico, tanto chelo stesso Morin, al primo di una serie di in-contri pubblici via internet sul tema del fu-turo all’indomani del coronavirus avviati dalParlamento europeo, ha affermato: «Ci tro-viamo in un’epoca estremamente pericolosa.[…] Noi siamo oramai dipendenti dai peri-coli che noi stessi abbiamo creato. Oggi sia-mo di fronte a una crisi della modernità.Non voglio parlare di post-modernità. Sitratta di come uscire da questa crisi, che è lacrisi di una umanità che non riesce a farsiumana» (in «L’Osservatore Romano», 7 lu-glio 2020).

Maria di Nazaret lega il suo nome allasperanza da sempre, ma oggi questo legamesi fa più forte perché per un’ora storica cosìdrammatica il richiamo più conveniente delcristianesimo è quello di chiamare a tornarealla speranza, come fa Papa Francesco invi-tando la Chiesa a pregare di più Maria qua-le donna, stella e madre della speranza (peruna contestualizzazione del tema di Mariain riferimento alla speranza cfr. M. G. Ma-sciarelli, Maria icona di speranza per gli uomi-ni e le donne del Terzo Millennio, Milano,Edizioni Paoline, 2000).

MariaStella della speranza

“Il bisogno di una Stella”. Un inno maria-no, molto usato dalla Chiesa, saluta Maria,la Madre di Dio, come “Stella del mare”:Ave maris stella. L’origine del titolo “Stelladel mare”, dato a Santa Maria, sarebbe neiversetti di 1 Re, 18, 41-45. Su tale base scrit-turistica san Girolamo, sant’Isidoro di Sivi-glia, Alcuino, Pascasio Radberto e RabanoMauro avrebbero incoraggiato l’uso di que-sto titolo. La vita umana è un cammino.Verso quale meta? Come ne troviamo la stra-da? Maria è la stella che sa orientare nellanavigazione della vita e verso il porto ultimodella gloria (cfr. I. M. Calabuig, L’appellati-vo “Stella maris” da Girolamo a Bernardo:schede per un repertorio, Roma, Marianum 44,1992, pagine 411-428).

La Vergine è immaginata come guida deldiscepolo nel cammino verso la patria cele-ste: lei, quale “stella polare” (la guida tradi-zionale dei naviganti) assicura la speranza diun procedere sicuro (iter para tutum) versola meta di una navigazione sui mari dellastoria. Non c’è da illudersi e da illudere: lastoria degli uomini è una navigazione diffi-coltosa e perfino turbolenta.

La disperanza è non sapere quale stradaprendere nel cammino della vita; è non pos-sedere le forze per compiere un cammino diliberazione; è non potersi orientare nel de-serto dell’esodo. Con immagine di mare, ladisperanza è non conoscere alcuna rotta nel-la navigazione in cui ci si è avventurati; ènon incontrare nessuna stele luminosa daterra e nessun segnale di luce dal cielo perprevedere un sicuro approdo. Perciò è neces-saria una stella in alto a guidare la naviga-zione da cui non si può evadere. Il cristiane-simo ha la certezza di fede che la “barca del-la Chiesa” ha una luminosa “Stella del ma-re ” ed è Maria, una stella di speranza chepuò illuminare la grande barca dell’intera fa-

miglia umana. La missione della Chiesa mo-stra questa Stella, che Gesù ha acceso inCielo come «segno di consolazione e di si-cura speranza» (Lumen gentium, 68).

Tuttavia, la storia degli uomini, guardan-dola con occhi credenti, non è stata mai allosbando o in balia di sé, perché è stata sem-pre guidata da esperti nocchieri, orientatasia da vivide stelle che Dio ha fatto brillareper essa, si potrebbe dire, anche ad altezzad’uomo. Ha scritto brillantemente Papa Be-nedetto XVI nella sua enciclica sulla speran-za: «La vita è come un viaggio sul mare del-la storia, spesso oscuro ed in burrasca, unviaggio nel quale scrutiamo gli astri che ciindicano la rotta. Le vere stelle della nostravita sono le persone che hanno saputo vivererettamente. Esse sono luci di speranza» (Spesalvi, 49). Ma, in assoluto, la prima stellache guida la navigazione della Chiesa versoil futuro di Dio è il Cristo, stella mattutinadella fine dei tempi. Pietro ricorda ai fedelila parola dei profeti, che come una lampadabrilla in luogo oscuro, «finché non spunti ilgiorno e la stella del mattino si levi nei vo-stri cuori» (2 Pietro 1, 19).

“Maria, Stella della speranza, una ‘stellabassa’”. Fra le «luci vicine» che illuminanol’esistenza e il cammino degli uomini c’èsenza meno la luce di Maria, stella dellasperanza, che riflette la luce di Cristo: quelladi Maria, detta in termini diversi, è una spe-ranza radicata in Cristo. Dopo Gesù e afianco a lui, quale persona potrebbe più diMaria essere per noi stella di speranza? Nes-suna se non lei perché con il suo “sì” aprì aDio stesso la porta del nostro mondo. Cosìlei è stata la vivente Arca dell’alleanza, in cuiDio si è fatto carne e ha piantato la sua ten-da in mezzo a noi (cfr. Giovanni, 1, 14). Ma-ria, al massimo credente e al massimo aman-te di Dio e degli uomini, è anche al massi-mo la Madre della speranza. Lei, perciò, èesemplare per tutti «come la donna docilealla voce dello Spirito, donna del silenzio edell’ascolto, donna di speranza, che seppeaccogliere, come Abramo, la volontà di Dio“sperando contro ogni speranza” (Romani, 4,18)» (Giovanni Paolo II, lettera apostolicaTertio millennio adveniente, 48).

La Madre della speranzauna sola esperienza

a tappe crescenti“Maria madre della speranza: un ‘climax’

di grazia”. Per tante ragioni Maria è madredella speranza e, in diversi modi, realizzaquesto aspetto del suo mistero di Madremessianica. Anzitutto per la fede suscitata inlei dalla Parola accolta e meditata: la suaprima maternità dalla fede, lo è anchedall’amore e dalla speranza, poiché questetre parole sorelle, di per sé mai divisibili, inMaria sono annodate nel modo più forte. Lasperanza è un filo forte che ha retto l’esi-stenza mariana nelle tappe dei misteri diCristo, a cominciare dall’Annunciazione,quando insieme all’inizio della sua esperien-za materna comincia anche l’esperienza dellasperanza che il piano di Dio si sarebbe rea-lizzato ascensivamente.

Stiamo parlando di Maria che è presentee partecipa al darsi di tutti i misteri di Cri-sto Salvatore. «La connessione del misteromariano col mysterium salutis è tale che l’esi-stenza della Vergine Madre è segno di tutti imisteri cristiani: del mistero trinitario (peressere figlia eletta del Padre, madre santa delFiglio, sposa amorosa dello Spirito); del mi-stero dell’incarnazione (per la sua maternitàdivina); del mistero pasquale-pentecostale(per il suo essere stata “socia del Salvatore”sotto la croce e compagna degli apostoli nelcenacolo); del mistero della Chiesa (per es-sere sua madre e suo modello); del misterodella fine (per essere già assunta nella gloriatrinitaria)» (M. G. Masciarelli, Maria iconadi speranza, Milano, Edizioni Paoline, 2000,pagina 50). Ebbene, la maternità di Maria èuna vocazione evolutiva che si svolge di vol-ta in volta che lei attraversa i vari misteri diCristo ed è una grazia espansiva che si svi-luppa e si colora in modo policromo di ma-

no in mano che il mistero della sua personae della sua maternità messianica si realizza.

Le tappe evolutive ed espansive della suamaternità sono caratterizzate dalla speranzache lei vive ed esprime legandosi a quantoGesù spera e fa sperare: la speranza di Ma-ria è la stessa speranza di Gesù, come inse-gna un grande teologo del novecento, indi-menticabile “maestro di teologia” dell’Uni-versità Gregoriana, Juan Alfaro, nella secon-da parte di un suo aureo libro di teologiamariale: Maria. Colei che è beata perché hac re d u t o , Casale Monferrato, Edizioni Piem-me, 1983).

Maria, futura madre del Messia, è auroradi speranza. Con ogni ragione viene salutatadal popolo cristiano aurora del giorno diCristo (cfr. 2 Pietro, 1, 19), stella del mattinoche annuncia il vero sole di giustizia( c f r. Malachia, 3, 20), alba radiosa della spe-ranza piena. Maria è stata immacolata in vi-sta del suo diventare Madre di Gesù, il Mes-sia che, di fatto, ci ha donato la speranza deibeni futuri, definitivi, che il Padre ha affida-to alle mani di Gesù sommo sacerdote (cfr.E b re i , 9, 11).

In Maria immacolata risplende la formavera e pura della bellezza senza menzognané turbamento; bellezza come splendore del-la verità e riverbero della bontà; bellezzaquale perfezione e armonia, semplicità e tra-sparenza. Di conseguenza, la natività di Ma-ria è annuncio di speranza perché prelude egarantisce il sorgere del Sole; perché vede inlei già presenti i «cieli nuovi e la terra nuo-va» (2 Pietro, 3, 13).

“Maria, Madre di speranza, all’Annuncia-zione”. Il “sì” dell’Annunciazione è dedicatoal Padre, il quale «volle [...] che l’accettazio-ne della predestinata madre precedesse l’in-carnazione» (Lumen gentium, 56); tuttavia,esso è anche il primo sì di Maria alla spe-ranza di Cristo: mediante il suo sì (Luca, 1,38) lei ha collaborato a iniziare i tempi nuo-vi, anzi una «creazione nuova» (cfr. Efesini,1, 10). Quel sì ha espresso anzitutto una for-za performatrice, con un effetto trasformato-re nel momento in cui è stato pronunciato:permettendo la santificazione di quel fram-mento di alba nazaretana, ha consentito allasvolta decisiva dell’intera storia degli uomi-ni.

Nell’economia della salvezza tutti i tempisono degni, ma il giorno dell’Annunciazioneè uno dei punti più alti della storia salvifica,dal momento che in esso è stato posto unmisterioso atto di misericordia, così radicalee forte, da rovesciare il corso degli eventiumani, soprattutto rendendo vicino Dio anoi. «Dio non è legato alle pietre — ha scrit-to Joseph Ratzinger — ma si lega a dellepersone viventi. Il Sì di Maria gli apre lospazio in cui può innalzare la propria ten-da» (Il Dio vicino. L’Eucaristia, cuore della vi-ta cristiana, Cinisello Balsamo, Edizioni SanPaolo, 2003, pagina 18). L’innalzamento diquella santa “tenda” coincide con l’elevazio-ne dell’inabbattibile stele della speranza diGesù sulla terra degli uomini.

“Maria, Madre di speranza, al Natale delFiglio”. Maria, coinvolta efficacemente nellastoria della salvezza già dalla germinazionedella sua maternità nell’Annunciazione, èpassata a esplicitarla in modo essenzialenell’evento natalizio del Figlio. Con l’Incar-nazione iniziano i tempi nuovi e con questiil cristianesimo stesso, che — religione disperanza per eccellenza — nasce proprio nelseno della Vergine-Madre, dal momento cheil cristianesimo, nella sua essenza, è la perso-na stessa di Gesù (cfr. R. Guardini, L’essenzadel cristianesimo, Brescia, Morcelliana, 1962,seconda parte). In modo fortissimo, Maria èMadre della speranza perché è fisicamenteMadre di Cristo. Con Lui la speranza vera,quella dagli orizzonti infiniti, quella che cifa intravedere la pochezza di questa vita fa-cendo brillare, forse solo a sprazzi, un’altravita, più reale della vita “re a l e ”, è entrata nelmondo nascendo da donna, cioè da lei (cfr.Galati, 4, 4).

Maria, con la luce della sua fede vergina-le, ha illuminato la grotta della Natività, im-pedendo che la nascita del Salvatore avve-nisse nelle tenebre, come sarà la luce della

sua fede e della sua speranza a illuminare lagrotta del Sepolcro di Gerusalemme: davve-ro a Maria, la credente e la sperante, si puòapplicare l’immagine di essere «come unalampada che brilla in luogo oscuro» (2 Pie-t ro , 1, 19). Proprio questo è la speranza cri-stiana e mariana: illuminare il luogo oscuro,vedere dove il buio copre cose, persone edeventi. La speranza, come la fede, è luce cherischiara l’intera via dell’esodo, non solo bre-vi tratti di essa; perciò, Maria — la credentee la sperante per antonomasia — è una don-na e una madre lungimirante, di cui possia-mo assolutamente fidarci, perché ha vistalunga e s’intende di umanità e di Mistero.

“Maria, Madre di speranza, sotto la Crocedel figlio”. Il compito di Maria sotto la Cro-ce, quale madre credente e di speranza, èquello di stare, di starci (Stabat Mater... iuxtacrucem). La Dolorosa, sotto la Croce anzitut-to testimonia la fedeltà al Figlio Gesù chesta morendo, insegnando che non si abban-dona mai nessuno, meno ancora nell’ora piùfragile e dolorosa della vita, che è la morte.Lo ricorda Papa Francesco proprio in unasua catechesi su «Maria, Madre della spe-ranza»: «Le madri non tradiscono — affermail Pontefice — e in quell’istante, ai piedi del-la croce, nessuno di noi può dire quale siastata la passione più crudele: se quella di unuomo innocente che muore sul patibolo del-la croce, o l’agonia di una madre che accom-pagna gli ultimi istanti della vita di suo fi-glio. I vangeli sono laconici, ed estremamen-te discreti. Registrano con un semplice ver-bo la presenza della Madre: lei “stava” [Gio-vanni, 19, 25], lei stava» (Udienza generaledel 10 Maggio 2017).

Maria stava presso la Croce a fare cos’al-tro? Rappresentando tre popoli (del genereumano, del resto santo d’Israele, della Chie-sa nascente), stava a celebrare le nozze mar-tiriali con Gesù, che lì era anche il suo Spo-so divino. Lei stabat iuxta crucem, con la lu-cidità di una Madre credente e sperante, in-terpretava la morte del Figlio non come unamorte servile, ma come la celebrazione di unpatto nuziale fra Lui e sé, fra Lui e il suocomplesso popolo: un patto infrangibile per-ché sigillato dal sangue. Maria sotto la Cro-ce celebra la sua speranza credente.

Maria, Donna e Madre che «serbava que-ste cose meditandole nel suo cuore» (Luca,2, 19), era certamente scossa da queste terri-bili domande: Colui che ha pronunciato laprofezia della salvezza è stato smentito dallasua morte? La speranza è morta con lui?Che credibilità resta a un profeta di speran-za che non può difendere più la sua profe-zia? Che possibilità ha la profezia della spe-ranza di realizzarsi senza od oltre il profetadella speranza? È possibile sperare sotto laCroce? Maria, quale eroina del Calvario, hacollaborato con Cristo, a istituire il princi-pio-speranza, che è consistito nell’«escatolo-gizare la storia» (M. G. Masciarelli, Ma r i aicona di speranza per gli uomini e le donne delTerzo Millennio, Milano, Edizioni Paoline,2000, pagine 46-50).“Maria, Madre della speranza pasquale-pen-tecostale”. A Pasqua si compone una sintassidi gioia, come una tessitura di bellezza gau-diosa i cui fili, forti e lievi, sono tutti i mi-steri di Cristo ai quali Maria ha preso parteattiva, a cominciare dall’Annunciazione edall’Incarnazione. Benedetto XVI, nella suaricordata enciclica, presenta Maria come unacreatura intrisa di gioia che irradia speranza,perché soprattutto la risurrezione ha pervasola sua vita, l’ha resa madre lieta dei discepo-li. «La gioia della risurrezione ha toccato iltuo cuore e ti ha unito in modo nuovo ai di-scepoli, destinati a diventare famiglia di Ge-sù mediante la fede. Così tu fosti in mezzoalla comunità dei credenti, che nei giornidopo l’Ascensione pregavano unanimementeper il dono dello Spirito Santo (cfr. Atti degliapostoli, 1, 14) e lo ricevettero nel giorno diPentecoste. Il “re g n o ” di Gesù era diversoda come gli uomini avevano potuto immagi-narlo» (Spe salvi, 50).

La gioia pasquale diventa gioia penteco-stale e questa impasta in un unico sentiregaudioso il credere e lo sperare di Maria, cu-cendoli dentro lo stesso perimetro della sua

maternità. La Vergine Madre, per così dire,ci invita a stare con lei nei due eventi di Cri-sto — Pasqua-Pentecoste — che, alla fine, so-no con l’Incarnazione, gli unici in grado difondare la speranza. Afferma Papa Francesconella sua ricordata catechesi sulla Madre del-la speranza: «[Maria] la ritroveremo nel pri-mo giorno della Chiesa, lei, madre di speran-za, in mezzo a quella comunità di discepolicosì fragili: uno aveva rinnegato, molti eranofuggiti, tutti avevano avuto paura (cfr. At t idegli apostoli, 1, 14). Ma lei semplicementestava lì, nel più normale dei modi, come sefosse una cosa del tutto naturale: nella pri-ma Chiesa avvolta dalla luce della Risurre-zione, ma anche dai tremori dei primi passiche doveva compiere nel mondo».

Quel giorno la speranza di Maria diventa,in modo specifico, la speranza della Chiesain missione e in uscita. Lei però dalla salaalta del Cenacolo non ci consegna un princi-pio astratto di speranza, ma ha scelto di farmissione con la Chiesa e di starle accantoper incoraggiarla e consolarla proprio con lasua carica di speranza e col suo potere di in-fonderle la forza che proviene dalla vittoriapasquale di Gesù. «Nel suo faticoso incede-re nella storia, tra il “già” della salvezza rice-vuta e il “non ancora” della sua piena realiz-zazione, la comunità dei credenti sa di potercontare sull’aiuto della “Madre della Speran-za” che, avendo sperimentato la vittoria diCristo sulle potenze della morte, le comuni-ca una capacità sempre nuova di attesa delfuturo di Dio e di abbandono alle promessedel Signore» (Insegnamenti di Giovanni PaoloII, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vati-cano, 1998, volume XVIII/2, pagina 1182).

Già sicura era la nostra speranza da quan-do Gesù, nostro fratello necessario, ha deci-so di stare con noi tutti i giorni fini alla finedel mondo ( Ma t t e o , 28, 20). Ma dal giornodi Pentecoste, quando Maria ha preso lastessa decisione di Gesù e ha preso a incam-minarsi, come umile pellegrina, sulle traccedel nostro esodo, è più dolce praticare ladifficile speranza perché ha preso i colori delcuore e dei passi della Madre. Adesso capia-mo anche perché la Pentecoste ha meritatodi chiamarsi la «metropoli delle feste» comela definì san Giovanni Crisostomo.

Meditando sulla seconda invocazione inserita da Papa Francesco nelle Litanie lauretane

Mariamadre della speranza

†La Segreteria di Stato comunica che è deceduto

Monsignor

GI O VA N N I GIULIANIgià Officiale nella Sezione per gli Affari Genera-li della Segreteria di Stato

Ricordandolo con particolare affetto, i Superio-ri e tutto il Personale della Segreteria di Stato siuniscono nella preghiera di suffragio per l’eternapace del compianto defunto ed esprimono com-mossa partecipazione al lutto dei suoi familiari.

†Il Prelato, il Direttore Generale e il Personaledell’Istituto per le Opere di Religione, parteci-pano commossi al dolore del collaboratore, col-lega ed amico Bruno Maggi, per la morte delp a d re

Signor

GIULIO MAGGIassicurando a Bruno e ai familiari la preghieraper il Defunto ed il conforto a quanti Gli hannovoluto bene.

Ida Iannelli, «Ai piedi della croce»

Page 7: Riportare la pace nel Donbass di speranza · 2020. 7. 27. · stanno favorendo negli ultimi due giorni gli sbarchi anche nel sud del-la Sardegna. Dopo il barchino con 12 migranti

L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 27-28 luglio 2020 pagina 7

L’articolazione tra le dimensioni petrina e mariana

Per evitareuno sterile burocratismo

La badessa Maria Grazia Girolimetto parla del tempo della pandemia visto dal monastero «Mater Ecclesiae» sull’isola di San Giulio

Come vigili sentinelle nella notte dell’umanità

La clausura è certamen-te una scelta libera perrispondere alla chiama-ta di Dio. Nel mondomilioni di persone han-no in un certo senso ri-sposto a una chiamatarimanendo a casa o co-munque in luoghi bencircoscritti. Anche questaè una chiamata per ilbene di tutti? Cioè ilmondo intero è stato ungrande monastero?

Non è sufficiente ri-manere in un luogocircoscritto per farneun monastero. Sonostate molte le personeche — costrette a resta-re in casa — hannoscoperto da una parte

Risvegliodelle coscienze

I vescovi francesi sul disegno di legge sulla bioetica

PARIGI, 27. «Che mondo stiamo co-struendo? Quale solidarietà voglia-mo? Sia per noi che per le genera-zioni a venire. Le crisi sociali e gliallarmi ecologici riflettono una realepreoccupazione, mentre la pande-mia di covid-19 ha rivelato la nostrafragilità umana ed economica. Lalegge sulla bioetica aumenterà laconfusione?». Domande quantomai attuali. Soprattutto oggi chel’Assemblea nazionale dà il via allaseconda lettura del disegno di leggeper la revisione delle leggi sullabioetica. Ciò ha spinto la Conferen-za episcopale francese (Cef) a met-tere in guardia contro una rapidaadozione di «una legge ingiusta einiqua». In una dettagliata analisi, imembri del “gruppo bioetica”dell’episcopato commentano le sfi-de e i pericoli del vasto progetto incorso che contiene, tra le misurepiù importanti, l’estensione dellaprocreazione medicalmente assistita(Pma) a tutte le donne, incluse lesingle e le coppie di donne. Il testoè stato già approvato in prima let-tura dalla camera bassa del Parla-mento francese, dopo ore di intensidibattiti.

«Stanno cambiando i tempi»,analizzano i presuli che, guidatidall’arcivescovo di Rennes, monsi-gnor Pierre d’Ornellas, invitano a«immaginare un nuovo progresso,che non potrà realizzarsi senza unavisione comune della nostra umani-tà e della sua indispensabile “frater-nità”». Una visione, proseguono,

«che implica delle riflessioni che cipreservano dall’onnipotenza dei no-stri desideri e che creano un nuovoequilibrio tra i nostri diritti e i no-stri doveri reciproci». Se da un latoil gruppo rileva che «stiamo fortu-natamente assistendo a un salutarerisveglio in vista della conservazio-ne del pianeta, la nostra casa comu-ne» e a un «consenso ecologico»,dall’altro sottolinea che «la bioeticanon può rimanere estranea a questatransizione». Oggi invece, quest’ul-tima è tentata di convalidare suc-cessi tecnologici e profitti sul mer-cato a breve termine, e il disegno dilegge, nella sua forma attuale,«sembra seguire questa tendenzasenza rendersi conto che gli esseriumani ne saranno le vittime».

Chiamando ad un «risveglio del-le coscienze», l’episcopato franceseinvita ad ascoltare alcuni segnali,alcuni dei quali sono diventati piùacuti a causa della pandemia di co-ronavirus: «Di fronte alle sfide le-gate all’invecchiamento di un nu-mero sempre più crescente di citta-dini, quale nuova e giusta solidarie-tà costruiremo a favore dei nostrianziani? Di fronte a una concezionemanageriale dell’assistenza secondola quale un “paziente” a volte di-venta un “cliente”, come possiamopromuovere una medicina più uma-na per tutti, confortata da una poli-tica sanitaria che esprima maggiorriconoscenza verso gli operatori sa-nitari? Di fronte al desiderio di do-minare tutto usando tecniche bio-mediche, come possiamo discernerei problemi reali dalla ragione?». Daqui l’auspicio di «una comprensio-ne unificata della persona umananelle sue dimensioni corporali, psi-chiche, sociali e spirituali». Il cor-po, afferma il gruppo di bioeticadella Cef, «non è un materiale chepuò essere manipolato in base a unqualsiasi desiderio» e i legami uma-ni fondamentali «non sono configu-rabili a piacimento, nemmeno dallamaggioranza parlamentare».

A inizio luglio, con diversi mesidi ritardo a causa della crisi sanita-ria, i deputati membri della «Com-missione speciale responsabiledell’esame del disegno di legge sul-la bioetica» hanno ancora una voltamanifestato la loro determinazionea seguire il loro piano, ripristinandola prima versione del testo che erastato notevolmente modificato dalSenato, contrario ad un evoluzionedella legislazione. Alcune misurestanno ora destando particolarepreoccupazione tra gli oppositori diquesto testo, tra cui in primo luogol’autorizzazione data a una donnadi donare i suoi ovociti alla suapartner in modo che quest’ultimapossa, attraverso la fecondazione inv i t ro , portare in grembo il bambino.Una tecnica che era stata respintaanche se per pochi voti in primalettura. Un altro motivo di preoccu-pazione: l’estensione della diagnosipreimpianto per anomalie cromoso-miche. Attualmente la diagnosi ge-netica preimpianto è autorizzata inFrancia «su base eccezionale» nelcontesto del rilevamento di malattieereditarie per le coppie che hannoun’alta probabilità di dare alla luceun bambino affetto da una malattiagenetica incurabile e «di una gravi-tà particolare». Tuttavia, questa au-torizzazione non consente di esami-nare gli embrioni prima del loroimpianto, in caso di fecondazionein vitro. L’estensione della diagnosirenderebbe possibile escludere gliembrioni ritenuti non vitali a causadi una malformazione cromosomi-ca, ma anche potenziali embrioniportatori della sindrome di Down.

Sulla controversa revisione dellalegge sulla bioetica si era espressoanche l’arcivescovo di Parigi, mon-signor Michel Aupetit. «Senza ver-gogna — denunciava a fine giugno— quando il nostro Paese ha appe-na vissuto una crisi sanitaria chel’ha messo in ginocchio, la prioritàdel governo è di fare adottaredall’Assemblea nazionale la propo-sta di legge sulla bioetica». La pan-demia, affermava, «ci ha ricordatola nostra comune vulnerabilità, lanecessità di tornare a una certa so-brietà, la ricchezza e la fragilità deilegami famigliari ed ecco che il Go-verno pensa di concludere veloce-mente la discussione di questo pro-getto di legge, come se non fossesuccesso nulla». In definitiva, con-cludeva il presule, è «la società deiconsumi che spinge ancora e sem-pre il desiderio degli adulti, senzaalcuna considerazione delle conse-guenze sulle generazioni future».(charles de pechpeyrou)

Donne e uomini nella Chiesa/1

L’isola di San Giulio sul lago d’Orta

di GIORGIA SA L AT I E L L O

Hans Urs von Balthasar, introducendo nel-la riflessione teologica il concetto di unprincipio petrino e di un principio maria-

no nella vita della Chiesa, dà origine ad una seriedi approfondimenti e di dibattiti, talora molto ac-cesi. Volendo semplificare al massimo il contenu-to di questi dibattiti, si possono raggruppare gliinterventi in due posizioni contrapposte. Da unlato, si trovano coloro che vedono nel concetto divon Balthasar uno strumento efficace, in lineacon la tradizione, ma anche innovativo, per riva-lutare la condizione delle donne nella Chiesa, at-tribuendo loro quel carattere carismatico che èimplicato dal principio mariano, per molti impor-tanti aspetti superiore a quello petrino dell’e s e rc i -zio dell’autorità. Dall’altro lato, invece, si regi-strano gli accenti polemici di chi, soprattuttodonne, considera l’argomentazione del teologosvizzero come l’ennesimo, articolato tentativo perestromettere le donne dalla sfera istituzionale eda ogni forma di autorità e di potere, relegandoleal nascondimento della sola dimensione spiritua-le. Al centro della maggior parte dei dibattiti edelle diverse collocazioni vi è, così, il tema delladifferenza tra la donna e l’uomo, riletto per con-fermare secolari dicotomie, oppure per denunciar-ne la mancanza di fondamento antropologico escritturistico.

Un libro di Gisbert Greshake, da poco tradot-to in italiano, Maria è la Chiesa. Un tema antico,una sfida per il presente (Brescia, Queriniana edi-trice, 2020, pagine 168, euro 15), sposta l’attenzio-ne dalla differenza tra i sessi all’indagine sulla na-

tura della Chiesa, aprendo nuove piste di indagi-ne teologica. Muovendo da questo testo ed assu-mendone liberamente alcune cruciali affermazio-ni, è possibile cercare di svolgere alcune conside-razioni che si collochino su di un piano diversoda quello della contrapposizione di un principiopetrino, proprio degli uomini, ed uno mariano,specifico delle donne. In questa prospettiva, laChiesa è tutta petrina e tutta mariana, poichéqueste due attribuzioni si riferiscono alla com-plessità delle sue dimensioni, delle quali parteci-pano sia le donne che gli uomini.

L’opposizione diviene qui quella tra una di-mensione interna, dello spirito o dell’atto di fede,ed una esterna, della struttura, e si può rilevareche lungo la storia il loro peso rispettivo ha subi-

to profondi mutamenti. Entrambe le dimensionisono essenziali per la vita della Chiesa, ma il te-sto di Greshake sottolinea con forza, in questosul solco di von Balthasar, la priorità di quella in-terna, senza la quale la struttura può degenerarein arido e sterile burocratismo che perde il con-tatto con l’esistenza concreta dei fedeli, donne eduomini. Il titolo del volume citato risulta, a que-sto proposito, particolarmente significativo perchél’autore ricorda che, come il concilio Vaticano IIha integrato Maria nella Chiesa, così ora è neces-sario integrare la Chiesa in Maria, cioè nella pro-fondità della dimensione della fede, di cui Mariaè il prototipo insuperabile. Ovviamente, la strut-tura conserva tutta la sua rilevanza ed il suo mal-funzionamento ha conseguenze altamente negati-ve sulla vita dello spirito stesso, ma è da quest’ul-timo che essa trae la sua ragione di essere.

Andando oltre rispetto al testo di Greshake, sideve sottolineare che l’istanza di una maggiore epiù incisiva presenza femminile nelle istituzioni enei processi decisionali della Chiesa conserva, an-che in questi termini, tutto il suo valore poichél’identificazione con Maria non è una prerogativasolo delle donne, ma di tutti i credenti che insie-me formano il corpo di Cristo. Deriva da questebrevi considerazioni una conseguenza di primariaimportanza, perché, se è vero e lo è, che i rappor-ti delle donne e degli uomini nella Chiesa devonoessere ripensati, è ancora più urgente ripensare laChiesa stessa per renderla sempre più aderente almodello di Maria che, per le donne e gli uomini,rappresenta l’adesione incondizionata della crea-tura che, con il sì della fede, risponde al suoC re a t o re .

di ROBERTO CU TA I A

La clausura vissuta ai tempi delcovid-19? I monasteri sono co-me le sentinelle per parafrasa-

re l’immagine del profeta Ezechiele.Ce ne parla l’abbadessa Maria Gra-zia Girolimetto, del monastero be-nedettino «Mater Ecclesiae», situatosull’isola di San Giulio, al centrodel lago d’Orta in Piemonte, e fon-dato nel 1973 da madre Anna MariaCànopi (1931-2019).

Madre, degli aspetti negativi siamostati inondati da ogni latitudine. Qua-li invece gli aspetti positivi emersi inquesti mesi di confinamento e restrizio-ni dal punto di vista del monastero?

«Dio è per noi rifugio e forza,aiuto sempre vicino nelle angosce…Fermatevi e sappiate che io sonoDio, eccelso tra le genti, eccelsosulla terra» (Salmi, 46, 2, 11). Mi

«senza di me non potete fare nul-la» (Giovanni, 15, 5).

Un incoraggiamento e la speranza ariprendere strade antiche ma semprenuove?

Sì: il forte richiamo al valore dellanostra vita ci ha incoraggiato ad ap-profondire l’intensità della preghie-ra, dell’ascolto della Parola di Dio,dell’impegno di conversione perso-nale per vivere il Vangelo e la co-munione cui siamo chiamate in unavita cenobitica.

Gli uomini e le donne di questo tempoforse come non mai sono stati accomu-nati dal timore di essere soli nella dif-ficoltà. In realtà si tratta del richiamodel salmista «Dio mio, Dio mio, per-ché mi hai abbandonato?»

Direi che l’esperienza che abbia-mo vissuto e in parte stiamo ancora

Quindi la nota frase “andrà tutto be-ne” in realtà non era esauriente, sareb-be stato più opportuno rifarsi alla gia-culatoria del beato Antonio Rosmini:«Mio Dio! Fa’ andare tutto bene».Anche qui è prevalsa la logica delmondo?

La frase “andrà tutto bene” in ef-fetti non era esauriente. Il credentepuò e deve trasformarla in preghie-ra, come suggeriva il Rosmini. Per-ché non sia riduttiva, bisogna pro-nunciare l’espressione “andrà tuttob ene” con la fede dei santi, che cre-devano profondamente nell’afferma-zione dell’apostolo Paolo: «Tuttoconcorre al bene di coloro che ama-no Dio» (Romani, 8, 28).

Il vostro monastero si distingue tra lealtre virtù per avere dei laboratori direstauro di tessuti antichi. Dopo averrestaurato gli abiti di sant’Am b ro g i o

condizioni drammatiche che ci chie-devano e ci chiedono ancora il so-stegno della preghiera. Da parte no-stra abbiamo inviato periodicamente

sembra che questi versetti del Sal-mo 46 ci aiutino a tratteggiare ilclima in cui abbiamo vissuto i mesidi più intensa “clausura”. Da unaparte la percezione di una grandeangoscia e dall’altra la certezza cheDio è per noi rifugio e forza, doveil “noi” abbraccia tutta l’umanità. Èstato un tempo di speciale grazia.L’impotenza a soccorrere material-mente le sofferenze di tanti nostrifratelli ci ha richiamato ancor piùalla responsabilità della nostra vo-cazione: vigili sentinelle che scruta-no la notte dell’umanità. La nostravita è sempre offerta a Dio per tut-ti, ma ci sono momenti che ci ri-chiamano l’evidenza della parola diGesù nel Vangelo di Giovanni:

vivendo ha posto forse per la primavolta gli uomini e le donne del no-stro tempo di fronte ad una difficol-tà — non solo ipotetica ma reale —che non si è stati in grado di gestirecon le sole forze umane. Qualcosaci ha improvvisamente costretti adestarci da una sorta di delirio dionnipotenza che ci faceva credereche tutto ci fosse sempre e comun-que possibile. Mi sembra però chedal profondo del cuore sia nato nontanto il grido di chi si sente abban-donato da Dio, quanto piuttosto ildesiderio di ritrovare la stradadell’invocazione e della preghiera,come ha indicato magistralmentePapa Francesco nella piazza SanPietro deserta.

il sacrificio che tale scelta comporta,ma anche il dono che può rappre-sentare questo “r i m a n e re ” se diventauna scelta preferenziale operata invista del radicarsi nell’Amore perDio e per il prossimo.

Spesso in questo periodo si è parlatodei benefici del silenzio. Voi esperitequesto sostantivo sublimandolo. Il velo-ce e frettoloso mondo delle città sta ri-scoprendo valori autentici?

L’essere stati tutti costretti a fer-marsi ha generato anche un grandesilenzio che ha suscitato in molti lanostalgia o la scoperta di una di-mensione più profonda di ascolto,indispensabile per coltivare una vitainteriore. Un altro valore che moltihanno potuto gustare nuovamente èstato quello dei rapporti familiari efraterni, vissuti in questo tempo conmaggiore intensità, anche se l’acco-gliersi reciprocamente è sempre unasfida.

avete intrapreso il restauro di quelli disan Giovanni Bosco. Come proseguonoi lavori?

Attualmente le sorelle sono anco-ra alle prese con la confezione delmanto della Madonna di Oropa,composto da migliaia di piccole tes-sere ricavate da indumenti che tantepersone hanno voluto offrire allaVergine come pegno e segno dellasua protezione. Da poco avevanoconsegnato un restauro riguardanteil padre comboniano Giuseppe Am-brosoli, missionario e medico, cheverrà beatificato in settembre.

Il fatto che il campanello della portine-ria a un certo punto abbia smesso disquillare. Tutto questo vi è sembratos t ra n o ?

Ci è sembrato più che strano do-loroso vedere la parte della Cappellariservata agli ospiti sempre deserta.Sono però aumentate moltissimo lecomunicazioni telefoniche o via e-mail da parte di persone spesso in

notizie ai nostri oblati e ai parenti eagli amici del monastero per direche pur continuando la nostra vitadi preghiera e di lavoro eravamoparticolarmente unite a loro e a tutticoloro che soffrivano.

I lettori de «L’Osservatore Romano» enon solo si nutrono anche del silenzioche diventa preghiera e vita. Ora gra-dualmente e nel continuo rispetto dellenorme previste dal governo italiano sa-rà possibile ritornare a visitare l’abba-zia?

Sì, la condivisione della preghierasarà senz’altro nuovamente possibilecon la dovuta prudenza e il rispettodelle disposizioni previste.

Tra le persone comuni cresce ogni gior-no di più diremmo la “devozione” v e rs ol’amatissima abbadessa Anna MariaCànopi. E a voi che incoraggiamentocontinua a dare madre Cànopi?

Sono proprio le testimonianze diquanto la madre Anna Maria Càno-pi è stata e continua ad essere vicinoalla gente comune che ci fanno toc-care con mano la fecondità della suavita di silenzio e di preghiera nasco-sta con Cristo in Dio. Questo è ungrande incoraggiamento perché neseguiamo fedelmente le orme per ilbene della Chiesa e di tutti i fratelliin umanità soprattutto nei giornidella prova.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 lunedì-martedì 27-28 luglio 2020

Nel giorno della memoria dei santi Gioacchino e Anna l’invito del Pontefice ai giovani

Gesti di tenerezza verso i nonniAl termine dell’Angelus il Papa parla del cessate-il-fuoco nel Donbass auspicando un effettivo disarmo

Intervista al francescano Stefano Cecchin, presidente della Pontificia accademia mariana internazionale

Una realtà che cammina con la società sui passi della Vergine

Il Regno dei Cieliè il contrario

delle cose superflueche offre il mondo,

è il contrario di una vitabanale: esso è un tesoro

che rinnova la vita tutti giornie la dilata

verso orizzonti più vasti.# Va n g e l o d i O g g i

(@Pontifex_it, 26 luglio)

Una lettera autografadi Giovanni Battista Montini

scritta, poco dopo la nomina ad arcivescovodi Milano, a padre Carlo Balić

di ANTONIO TARALLO

Tutto ebbe inizio presso l’Uni-versità Pontificia “Antonia-num” di Roma. Era il 27 lu-

glio 1946 quando il definitorio gene-rale dei frati minori istituì una“Commissione mariana francescana”— la Commissio marialis franciscana —con il fine di organizzare e dirigeretutto quanto si sarebbe fatto nell’or-dine religioso per esaltare e far co-noscere — scientificamente — le pre-rogative della Vergine Maria. Fuquesto l’incipit della futura Pontificiaaccademia mariana internazionale(Pami) che, ufficialmente, nacque l’8dicembre 1959 quando il SommoPontefice Giovanni XXIII — con ilmotu proprio Maiora in dies — diedeall’accademia il titolo di “Pontificia”,dando così un riconoscimento uffi-ciale alle sue attività. A questa com-missione fu raccomandato, in specialmodo, di preparare il primo centena-rio della proclamazione del dogmadell’Immacolata e di favorire gli stu-di per la successiva definizionedell’assunzione della Vergine.

Un progetto importante, dunque,sta alla radice della Pontificia acca-demia. E dobbiamo alla personalitàdel professor Carlo Balić — t i t o l a redella cattedra di mariologia — diver-se idee che animano tuttora l’accade-mia. Balić ha rappresentato una del-le menti più brillanti degli studi dimariologia. Fu consultore della Con-gregazione del Sant’Uffizio e rettoredel Pontificio ateneo “Antonianum”.Dal 1947 diresse i congressi assunzio-nistici che avvennero: a Roma nel1947, poi a Lisbona nel 1947; a Ma-drid nel 1947; Montréal nel 1948;Buenos Aires sempre del 1948; Puy-en-Velay nel 1949 e, infine, negli Sta-ti Uniti d’America nel 1950. E fecepoi parte della commissione pontifi-cia incaricata alla stesura della Mu-nificentissimus Deus per la proclama-zione del dogma dell’Assunta (1950).Fu proprio grazie a questi congressiche si fece largo l’idea — anzi, la ne-cessità — di un coordinamento tragli studiosi di mariologia di tutto ilmondo. Per questo motivo ebbel’idea di trasformare l’Academia ma-riana in ente di collegamento e diincontro tra tutti gli studiosi di ma-riologia. La Pontificia accademia na-sce così. E, a distanza di settanta-quattro anni dalla fondazione, la suaattività fornisce alla Chiesa semprenuovi spunti di riflessione sui temimariologici. Ne parliamo con l’attua-le presidente, padre Stefano Cec-chin.

Quello dell’accademia è stato un itine-

rario costitutivo complesso che ha fattodi questa realtà un centro, un luogo-lo-gos importantissimo per gli studi suMaria. Un percorso suddiviso in diver-se tappe che ha creato ciò che essa èoggi. Per prendere in prestito le paroledi Giovanni XXIII nel motu proprio“Maiora in dies”, un’accademia era ne-cessaria visto i tempi in cui «le arti esoprattutto la scienza e la teologia» co-minciavano a essere di grande supportoalla «fede e alla devozione cristianaper rafforzare gli sforzi verso la VergineMaria». Fin da principio, insomma, siprospettava un’accademia al passo coni tempi...

Sì, la Pontificia accademia maria-na non è un’istituzione immobile.Cammina con la società, guarda allasocietà con gli occhi della fede, congli occhi della devozione mariana.Una devozione non “congelata”, di-ciamo così, ma sempre attenta aicambiamenti sociali e anche tecnolo-gici del mondo. Siamo un’accademiadinamica, sempre in cammino. Loabbiamo sperimentato — ad esempio— di recente, in occasione del loc-kdown per l’emergenza covid-19.Avevamo in programma diverse ini-ziative che non volevamo assoluta-mente cancellare. Maria non si puòfermare, no? E, allora, grazie allatecnologia moderna di internet ab-biamo continuato la nostra attività.E direi anche più alacremente. Adesempio, abbiamo tenuto il 2 aprilescorso, in videoconferenza, una gior-nata di studio su Maria, in previsio-ne del seminario di alta ricerca tradiversi soggetti istituzionali e cultu-rali sulla figura della Madre di Dio,rinviato a settembre. È stata un’esp e-rienza fruttuosa e abbiamo compreso— davvero — come lo strumento diinternet ci può aiutare a facilitare laconnessione (ed è proprio il caso didirlo!) fra le diverse istituzioni ma-riologiche sparse nel mondo. Abbia-mo istituito via online — con possi-bilità di accesso via app, tablet esmartphone — e del tutto gratuita ilcorso «Maria, via di pace tra le cul-ture: una nuova dimensione dellamariologia». Un’iniziativa che ha ri-scontrato un successo davverostraordinario. Anche non previsto,confesso. Studiosi di ogni culturahanno affrontato questa magnificafigura di Maria: noi, attorno a lei,come nel cenacolo. È stato bello! Esiamo in attesa dell’incontro di set-tembre, per approfondire il lavorosvolto fino adesso.

«Maria, via di pace tra le culture»,dunque. In questo dialogo intercultura-le, l’accademia mariana è in prima li-nea. È un dato di fatto. E, in sintonia

perfetta con Papa Francesco — da tem-po — è impegnata, infatti, nel promuo-vere importanti iniziative che vedono lapartecipazione attiva di diverse religio-ni. È la forza di Maria, potremmo di-re, una forza che unisce, che crea pontie abbatte i muri?

Sì, Maria unisce, sempre. E lo fafin dalla sua presenza nel Cenacolo:basterebbe pensare agli apostoli checominciavano a dividersi dopo lamorte di Gesù. È lei che riesce aplacare gli animi e che li unisce! Ecosì continua a fare oggi, nel nostromondo purtroppo troppe volte divi-so. La sua figura attraversa i confinidelle religioni abramitiche: ebraismo,islam, cristianesimo. L’accademia

mia ha dato parere positivo alla fon-dazione della “Commissione interna-zionale mariana musulmano-cristia-na”. Il 12 maggio è stata firmata una“intesa programmatica” tra la nostraaccademia e il Centro islamico cultu-rale d’Italia — che vede coinvolta lagrande moschea di Roma — per unmodello di dialogo interreligiosofondato su un luogo simbolo dellemoschee che è stato denominato“M i h ra b /angolo di Maria”. Questodocumento è molto importante perincrementare, ancor di più, il dialo-go con i nostri fratelli musulmani.Nell’intesa si è stabilito di organiz-zare un corso in comune di forma-zione universitaria che partirà dalprossimo anno accademico. Assiemea questo percorso stiamo lavorando,poi, ad alcune iniziative di fraternitàfra il mondo cattolico e quello mu-sulmano. Così è stato, ad esempio,nel riuscitissimo esperimento del 13maggio 2019, “I datteri di Maria”

ateneo “Antonianum” fu coinvoltonella preparazione. È da notare chedei nove studi inviati dall’“Antonia-num” alla Commissione anteprepara-toria del Concilio, ben quattro ri-guardavano il tema mariano: sulladefinibilità della maternità spiritualedi Maria; sulla dimensione ecumeni-ca della mariologia; sulle festività li-turgiche mariane e sulla morte diMaria. Dobbiamo a Papa Roncalli —come dicevamo — il titolo di “Ponti-ficia accademia”. Vicinissimo all’atti-vità dell’accademia fu Paolo VI chegià prima di divenire Pontefice se-guiva con attenzione i lavoridell’istituzione mariana. Nel nostroarchivio abbiamo conservate diverselettere dell’allora arcivescovo Monti-ni: tutte che elogiano il lavoro diBalić per l’accademia. Dobbiamo ri-cordare che il legame tra Paolo VI ela Santa Vergine, e il popolo creden-te, è espresso bene nella sua “Maria-lis cultus”. Quelle sue parole così al-te e profonde, più volte mi risuona-no nella mente. Le ricordo quasi amemoria: «All’uomo contempora-neo, non di rado tormentato tra l’an-goscia e la speranza, prostrato dalsenso dei suoi limiti e assalito daaspirazioni senza confini, turbatonell’animo e diviso nel cuore, con lamente sospesa dall’enigma dellamorte, oppresso dalla solitudinementre tende alla comunione, predadella nausea e della noia, la BeataVergine Maria, contemplata nellasua vicenda evangelica e nella realtàche già possiede nella Città di Dio,offre una visione serena e una parolarassicurante». Ed è proprio così: unavisione serena e parola rassicurante.Ognuno di noi sperimenta, ha speri-mentato tutto ciò nella propria vita.E lo abbiamo visto nell’e m e rg e n z adel covid-19, con la richiesta di aiutorivolta alla Mamma per eccellenza,in soccorso di noi figli.

Continuando con la storia dei pontefici,non poteva mancare Giovanni Paolo II

che a Maria — con il motto To t u stuus — ha consacrato l’intero suo lun-go pontificato.

Sappiamo bene che il suo legamecon Maria nasce ben prima della suaelezione. E così è stato con la nostraaccademia. Quando era arcivescovodi Cracovia, il cardinale Karol Wo j -tyła divenne membro della nostraaccademia nel 1973. Seguiva con par-ticolare interesse tutta l’attivitàdell’accademia, tanto da essere pre-sente al “Congresso mariologico ma-riano internazionale” del 1975 a Ro-ma. La foto di un Wojtyła attento —fra tanti prelati partecipanti — ne èuna bellissima testimonianza. In

quel suo sguardo attento che segue ilavori del congresso, troviamo il se-me di quello che sarà il suo impe-gno da Pontefice per lo studio dellafigura di Maria. Colpisce molto inquesta immagine che conserviamo inarchivio il suo compenetrarsi, direi,con i temi mariani. Eletto al pontifi-cato, infatti, visitò la nostra accade-mia il 16 gennaio 1982. Fu un giornoche difficilmente sarà dimenticato.

Ma l’accademia guarda anche al pre-sente e apre a nuove prospettive. Anche,inedite, si potrebbero definire. Veniamoal progetto che a ottobre la vedrà coin-volta: “Liberare Maria dalle mafie edal potere criminale. Per una teologiadella liberazione dalle mafie”.

Sì, siamo impegnati nella societàcivile con questo progetto - in colla-borazione con il Governo italiano -che vede Maria in una veste un po’diversa da quella usuale. Considera-to che la figura di Maria - nonché iluoghi, le ritualità e le simboliche alei associate, sono oggetto, purtrop-po, di una “riconfigurazione sistema-tica” da parte delle mafie e della cri-minalità organizzata non solo in Ita-lia, ma anche in altri Paesi su scalaglobale, abbiamo deciso di aprirequesto tavolo di collaborazione con ipiù importanti magistrati italiani chesaranno presenti nell’ottobre prossi-mo all’importante dialogo che stia-mo preparando nella nostra accade-mia. Sarà un vero e proprio pattosociale ed educativo globale: faredella legalità, della trasparenza edella solidarietà i punti di forza del-la convivenza e dello sviluppo inte-grale dei territori e delle comunità.E’ un obiettivo importante che cisiamo prefissati e che con l’aiuto diMaria cercheremo di portare a com-pimento.

mariana internazionale ha ben pre-sente questo. E con attenzione seguetutto il lavoro che il Pontefice sta fa-cendo proprio verso questa direzio-ne: il dialogo interreligioso. La no-stra ultima attività è nel solco del“Documento sulla fratellanza umanaper la pace mondiale e la convivenzacomune”, sottoscritto da Papa Fran-cesco e dal Grande imam di Al-azhar, lo sceicco Ahmad Al-Tayyib,firmato il 4 febbraio 2019. A seguitopoi delle indicazioni date dal Ponte-fice nel suo messaggio del successivo4 dicembre in occasione della XXIVseduta pubblica delle Pontificie ac-cademie, il 28 gennaio di quest’annoil consiglio della Pontificia accade-

che si è svolto presso l’auditoriumdell’“Antonianum”. Le iniziative nonmancano e siamo certi che questopercorso porterà frutto per tutti.

Perfetta sinergia con la Santa Sede,dunque. Il solco di Papa Francesco peril dialogo interreligioso è un punto car-dine dell’accademia, abbiamo visto. Bi-sogna però aggiungere che — fin dallasua nascita — i Pontefici e l’accademiahanno avuto un particolare feeling.Non trova?

È proprio così. Basterebbe pensa-re al Concilio Vaticano II, con Gio-vanni XXIII che fu membro dell’acca-demia, tra l’altro. Anche il Pontificio

Nel giorno in cui la Chiesa ricorda i santi Gioacchino e Anna, «i “nonni” di Gesù», al terminedell’Angelus del 26 luglio Papa Francesco ha invitato i giovani a gesti di attenzione e cura versogli anziani, «soprattutto i più soli». Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello studio privatodel Palazzo apostolico vaticano, prima di recitare la preghiera mariana con i fedeli presentiin piazza San Pietro — nel rispetto delle misure di sicurezza adottate per evitare il diffondersidel contagio da covid-19 — e con quanti lo seguivano attraverso i media, il Ponteficeaveva approfondito il Vangelo domenicale dedicato alle parabole del Regno di Dio.

tanto la disponibilità a riceverla, non la resi-stenza alla grazia: la grazia fa tutto ma civuole la “mia” responsabilità, la “mia” di-sp onibilità.

I gesti di quell’uomo e del mercante chevanno in cerca, privandosi dei propri beni,per comprare realtà più preziose, sono gestidecisi, sono gesti radicali, direi soltanto diandata, non di andata e ritorno: sono gestidi andata. E, per di più, compiuti con gioiaperché entrambi hanno trovato il tesoro. Sia-mo chiamati ad assumere l’atteggiamento diquesti due personaggi evangelici, diventandoanche noi cercatori sanamente inquieti delRegno dei cieli. Si tratta di abbandonare ilfardello pesante delle nostre sicurezze mon-dane che ci impediscono la ricerca e la co-struzione del Regno: la bramosia di posse-dere, la sete di guadagno e di potere, il pen-sare solo a noi stessi.

Ai nostri giorni, tutti lo sappiamo, la vitadi alcuni può risultare mediocre e spentaperché probabilmente non sono andati allaricerca di un vero tesoro: si sono accontenta-ti di cose attraenti ma effimere, di baglioriluccicanti ma illusori perché lasciano poi albuio. Invece la luce del Regno non è unfuoco di artificio, è luce: il fuoco di artificiodura soltanto un istante, la luce del Regnoci accompagna per tutta la vita.

Il Regno dei cieli è il contrario delle cosesuperflue che offre il mondo, è il contrariodi una vita banale: esso è un tesoro che rin-nova la vita tutti i giorni e la dilata verso

orizzonti più vasti. Infatti, chi ha trovatoquesto tesoro ha un cuore creativo e cercato-re, che non ripete ma inventa, tracciando epercorrendo strade nuove, che ci portano adamare Dio, ad amare gli altri, ad amare vera-mente noi stessi. Il segno di coloro che cam-minano su questa strada del Regno è lacreatività, sempre cercando di più. E la crea-tività è quella che prende la vita e dà la vita,e dà, e dà, e dà... Sempre cerca tanti modidiversi di dare la vita.

Gesù, lui che è il tesoro nascosto e la per-la di grande valore, non può che suscitare lagioia, tutta la gioia del mondo: la gioia discoprire un senso per la propria vita, la gioiadi sentirla impegnata nell’avventura dellasantità.

La Vergine Santa ci aiuti a ricercare ognigiorno il tesoro del Regno dei cieli, affinchénelle nostre parole e nei nostri gesti si mani-festi l’amore che Dio ci ha donato medianteGesù.

Al termine dell’Angelus, il Papa ha espressosoddisfazione per la recente decisionedi un cessate-il-fuoco nell’area del Donbass e,pregando per la «pace in quella martoriataregione», ha auspicato che quanto concordato«porti a un effettivo processo di disarmo».

Cari fratelli e sorelle,

nella memoria dei santi Gioacchino e Anna,i “nonni” di Gesù, vorrei invitare i giovani acompiere un gesto di tenerezza verso gli an-ziani, soprattutto i più soli, nelle case e nelleresidenze, quelli che da tanti mesi non vedo-no i loro cari. Cari giovani, ciascuno di que-sti anziani è vostro nonno! Non lasciateli so-li! Usate la fantasia dell’amore, fate telefona-te, videochiamate, inviate messaggi, ascolta-teli e, dove possibile nel rispetto delle normesanitarie, andate anche a trovarli. Inviate lo-ro un abbraccio. Loro sono le vostre radici.Un albero staccato dalle radici non cresce,non dà fiori e frutti. Per questo è importantel’unione e il collegamento con le vostre radi-ci. “Quello che l’albero ha di fiorito, vieneda quello che ha di sotterrato”, dice un poe-ta della mia Patria. Per questo vi invito a fa-re un applauso grande ai nostri nonni, tutti!

Ho appreso che un nuovo cessate-il-fuocoriguardante l’area del Donbass è stato recen-temente deciso a Minsk dai Membri delGruppo di Contatto Trilaterale. Mentre rin-grazio per questo segno di buona volontàvolto a riportare la tanto desiderata pace inquella martoriata regione, prego perchéquanto concordato sia finalmente messo inpratica, anche attraverso un effettivo proces-so di disarmo e di rimozione delle mine. So-lo così si potrà ricostruire la fiducia e porrele premesse per la riconciliazione, tanto ne-cessaria e tanto attesa dalla popolazione.

Saluto di cuore tutti voi, romani e pelle-grini di vari Paesi. Saluto in particolare i fe-deli di Franca (Brasile), c’è la bandiera lì, igiovani dell’Arcidiocesi di Modena-Nonan-tola e quelli della Parrocchia dei Santi Fa-biano e Venanzio di Roma. Questi sono ru-morosi, si fanno sentire!

A tutti auguro una buona domenica. Perfavore, non dimenticatevi di pregare per me.Buon pranzo e arrivederci!

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Il Vangelo di questa domenica (cfr. Mt 13,44-52) corrisponde agli ultimi versetti del ca-pitolo che Matteo dedica alle parabole delRegno dei cieli. Il brano comprende tre pa-rabole appena abbozzate e brevissime: quel-la del tesoro nascosto, quella della perla pre-ziosa e quella della rete gettata in mare.

Mi soffermo sulle prime due nelle quali ilRegno dei cieli viene assimilato a due diver-se realtà «preziose», ossia il tesoro nascostonel campo e la perla di grande valore. Lareazione di colui che trova la perla o il teso-ro è praticamente uguale: l’uomo e il mer-cante vendono tutto per acquistare ciò cheormai sta loro più a cuore. Con queste duesimilitudini, Gesù si propone di coinvolgercinella costruzione del Regno dei cieli, presen-tando una caratteristica essenziale della vitacristiana, della vita del Regno dei cieli: ade-riscono pienamente al Regno coloro che so-no disposti a giocarsi tutto, che sono corag-giosi. Infatti, sia l’uomo sia il mercante delledue parabole vendono tutto quello che han-no, abbandonando così le loro sicurezze ma-teriali. Da ciò si capisce che la costruzione

del Regno esige non solo la grazia di Dio,ma anche la disponibilità attiva dell’uomo.Tutto fa la grazia, tutto! Da parte nostra sol-

Governatoratodello Statodella Città

del Vaticano

II Santo Padre ha nominato Di-rettore della Direzione di Sanitàed Igiene del Governatorato delloStato della Città del Vaticano l’Il-lustrissimo Professor Andrea Ar-cangeli, finora Vice Direttore del-la medesima Direzione. La nomi-na avrà effetto il 1° agosto 2020.