Riabilitazione visiva mediante Vision Trainer in esiti di ...Trainer... · visibile, tattile, ecc.,...
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Peer-reviewed Journal of Ophthalmology18 2/13EuVision
Riabilitazione visiva mediante Vision Trainer in esiti di asportazione
di meningioma: CASE REPORT
Sottoposto alla redazioneil 24 Gennaio 2013
Accettatoper la pubblicazione
il 21 Marzo 2013
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTOIl VISION TRAINER combina le più recenti
tecniche del Biofeedback con le esperienze
acquisite nell’esecuzione dei potenziali evo-
cati visivi (PEV).
Lo scopo che si prefigge tale sistema di ria-
bilitazione visiva è quella di migliorare, nor-
malizzare ed incrementare le capacità visi-
ve e le abilità ad esse collegate in soggetti
affetti da patologie oculari di varia origine e
natura, ametropie e problemi di binocularità.
Lo strumento di base su cui si fonda il prin-
cipio consiste in un dispositivo per la regi-
strazione delle risposte bioelettriche VEP
(Potenziale Visivo Evocato) ed ERG (Elet-
troretinogramma), che costituisce un mez-
zo clinico di indagine delle strutture visive
retino-corticali, ed in modo particolare per
la diagnosi delle anomalie della visione con
sintomatologia poco evidente o i pazienti
poco collaboranti.
I VEP (Potenziale Visivo Evocato Steady-sta-
te) generati nelle aree visive celebrali sono
caratterizzati da una specifica morfologia si-
nusoidale e, se registrati sullo scalpo, supe-
rano l'ampiezza dei 10 microvolt. Essi sono
"immersi" in un’attività elettrica celebrale
continua, di svariati microvolt.
Per aumentare il rapporto segnale/rumore
nei VEP (Potenziale Visivo Evocato steady-
state) ed ERG (Elettroretinogramma) viene
utilizzato l’FFT (fast Fourier Transformer).
La combinazione tra FFT e Potenziale visivo
evocato steady-state possiede il vantaggio
della rapidità di discriminazione dell’attività
bioelettrica registrata a livello della corteccia
visiva centrale. L'analisi di Fourier dimostra
che un segnale che si ripete per f volte al
secondo non comprende tutte le possibili
frequenze, ma un numero limitato di strette
bande di frequenza centrale su f , 2f, 3f , ecc.
Il segnale risulta così formato da un numero
finito di armoniche.
L'analizzatore di Fourier mette in evidenza
quindi la componente armonica, correlata
con la frequenza di ripetizione dello stimolo
visivo, dell’attività bioelettrica della cortec-
cia visiva centrale di principale interesse,
dal rumore di fondo non correlato alla stimo-
lazione visiva.
Il biofeedback acustico correlato all’ampiez-
za della componente armonica, fornisce al
paziente, in tempo reale, la giusta informa-
zione per l'apprendimento del controllo vo-
lontario della sua risposta corticale e retinica
agli stimoli ai quali viene sottoposto nel cor-
so del trattamento.
Biofeedback (BF) significa letteralmente "re-
troazione biologica". Consiste in una tecnica
di autoregolazione che scaturisce dall’infor-
mazione che il soggetto riceve circa le sue
funzioni biologiche. Ciò è possibile grazie a
sofisticati congegni in grado di reagire ad
impercettibili mutamenti a carico delle fun-
zioni biologiche che avvengono nel nostro
organismo e delle quali non abbiamo co-
scienza. Un sistema di rilevazione, acustico,
visibile, tattile, ecc., evidenzia direttamente
e fedelmente ogni minima variazione della
funzione in oggetto perché se ne possa ave-
re consapevolezza.
Nello strumento in oggetto, trasformando
con le opportune tecniche la risposta bioe-
lettrica corticale e retinica in segnale sonoro
modulabile, si ha la possibilità di valutare in
tempo reale il grado di efficienza della stes-
Riabilitazione visiva mediante Vision Trainer in esiti di asportazione di meningioma: Case reportFabio Mazzolani, Carlo F. Lovisolo, Enea MorettiCentri Oculistici Quattroelle – Milano - Nizza Monferrato
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sa, imparando a controllarla ed a migliorarla
gradualmente: tutto ciò si traduce, in termini
pratici, in un incremento delle capacità visi-
ve del soggetto che si sottopone al training.
CONDUZIONE DI UNA SEDUTA DI TRATTAMENTOIl paziente viene posto in posizione seduta
davanti al monitor dello stimolatore pattern
preposto alla generazione degli stimoli vi-
sivi. Al paziente vengono applicati degli
elettrodi come si usa fare nella registrazione
dell’ esame VEP.
Il paziente dovrà utilizzare la sua correzione
abituale (occhiali, lenti a contatto).
Il paziente si troverà a fissare uno stimolo
strutturato che produrrà un segnale di tipo
bioelettrico sulla retina, nelle vie nervose e
nelle aree corticali.
Lo stimolo può essere variato per dimen-
sione e contrasto. Il segnale bioelettrico
viene rilevato dagli elettrodi ed elaborato
dallo strumento grazie alla FFT (Fast Fourier
Transformer) la quale trasformerà in tempo
reale il segnale bioelettrico in feedback so-
noro.
L'operatore, durante la seduta coadiuverà
il paziente, con opportune indicazioni, nel-
la ricerca di una migliore fissazione fovea-
le, facendolo concentrare ad esempio su di
un particolare dello stimolo pattern. Ogni
qualvolta il paziente riuscirà ad estrinsecare
una fissazione foveale, il segnale bioelettrico
rilevato dagli elettrodi incrementerà la sua
ampiezza e la sua fase si correlerà allo sti-
molo visivo presentato al paziente. Conse-
guentemente, in tempo reale, lo strumento
produrrà un feedback sonoro maggiore ri-
spetto al precedente guidando e rinforzando
così il paziente nella sua ricerca di una fissa-
zione, accomodazione e attenzione miglio-
re, imparando a controllare maggiormente
tali funzioni. Questo esercizio svolto dal pa-
ziente unitamente alla plasticità del sistema
visivo contribuiranno ad incrementare la
qualità della visione del paziente in termini
di acuità visiva, sensibilità al contrasto, am-
piezza del campo visivo, percezione croma-
tica e velocità di lettura.
Componente armonica di riferimento (2F) a frequnza 15HZ
Diagramma polare (fase)
Istogramma indicativo della seduta. Livello di attenzione, collaborazione, conseguente efficacia del trattamento.
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CASO CLINICODonna di 42 anni con esiti di apsortazione di
meningioma frontale 3 mesi prima, si sotto-
pone a ciclo di riabilitazione visiva con Re-
timax Vision Trainer (10 sedute di 10 minuti
ciascuna) con una frequenza di una seduta
riabilitativa settimanale.
La sensibilità retinica testata sia con perime-
tria convenzionale sia con microperimetria
evidenzia diffuso deficit con stabilità e cen-
tralità di fissazione (Figura 1):
L’analisi elettrofunzionale eseguita attraver-
so lo studio dei potenziali evocati visivi (15’
e 60’) evidenzia compromissione generale sia
di ampiezza sia di conduzione (Figura 2):
ODV: 0.8 naturali con migliorabili con lente
ODV per vicino: J 17 naturale
Biomicroscopia del segmento anteriore OD:
nei limiti della norma
Tonometria ad applanazione OD: 13 mmHg
Oftalmoscopia OD: macula indenne, albero
vasale conservato e papilla ottica normoesca-
vata a magini netti e con evidenza di pallori
diffuso.
Dopo 10 settimane, si registra il seguente re-
siduo visivo:
ODV: 5/10 naturali
6.3 con -0.50 sf -1.50 cil ax 10°
J 10 naturale
Dopo 16 settimane, tale recupero visivo si è
mantenuto stabile.
CONCLUSIONIIl sistema di riabilitazione visiva Vision Trai-
ner nasce per la riabilitazione visiva dei sog-
getti affetti da ambliopia seppur sin dall’inizio
ha dimostrato un’ampia trasversalità di appli-
cazione anche nel trattamento di patologie
oftalmologiche di varia origine e natura.
In questo specifico caso, si è posto in eviden-
za la sua efficacia in casi di compromissione
dell’acuità visiva extrabulbari e con conserva-
zione della stabilità e centralità di fissazione.
Il protocollo riabilitativo, effettuato per mezzo
del Vision Trainer, risulta essere di semplice
applicazione clinica, non invasivo ed estre-
mamente efficace. Figure 2. Potenziali evocati visivi
Figure 1. Microperimetria MP-Nidek e Perimetria computerizzata HFA