Programma elettorale del candidato sindaco Alessandro Pierotti
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Transcript of Programma elettorale del candidato sindaco Alessandro Pierotti
ELEZIONI AMMINISTRATIVE
COMUNALI 2012/2017, 06-07 MAGGIO 2012
PROGRAMMA ELETTORALE
INTRODUZIONE
LA SCELTA
La popolazione di Comacchio tornerà nuovamente a votare. L’amministrazione uscita vincitrice dalle elezioni
amministrative del 2010 è rimasta in carica circa 18 mesi. Ciò che poteva essere una grande occasione per innescare un
reale cambiamento, si è rivelato viceversa un palese fallimento.
Non mi dilungherò sul perché e sul come si è arrivati a questa situazione, non è compito mio giustificare o ipotizzare le
ragioni di tale debacle, né tantomeno mi interessa una analisi di tal natura.
Mi limito a constatare ed evito, così come eviterò nel futuro, di entrare nel merito di quanto accaduto, ma non posso
esimermi dal sottolineare come questo nuovo commissariamento vada ad aggravare ulteriormente una situazione
generale già di per sé grave, ed a porre le forze politiche che si apprestano ad affrontare questa campagna elettorale,
in una prospettiva totalmente diversa, sia sul piano locale, che su quello nazionale ed europeo, rispetto a quella
presente nel 2010.
La scelta di tornare a candidarmi parte proprio da tale ultima constatazione, ovvero dalla difficoltà del momento, in cui
ciascuno per senso civico e dovere, credo debba mettersi in gioco per dare un responsabile contributo. Ho scelto di
farlo all’interno di una ampia coalizione di centro sinistra, riprendendo da un lato un discorso iniziato nel 1993, e
dando vita dall’altro, così come successe allora, ad una alleanza che può costituire, anche in riferimento agli
accadimenti nazionali, un importante laboratorio politico, alleanza all’interno della quale si saldano istanze provenienti
sia da forze politiche istituzionale, sia da forze rappresentative della società civile.
C’è bisogno di rimboccarsi le maniche, tutti, anche e soprattutto chi, rimane per consuetudine fuori dalla politica,
continuando a sputare sentenze ed a ribadire che tutto va male, senza poi peraltro far nulla perché le cose cambino
veramente. C’è bisogno che, chi ritiene di aver qualcosa di buono da dire o da fare si metta al servizio della collettività,
senza protagonismi, perché nessuno ha bacchette magiche o il dono delle “soluzioni”, con umiltà e capacità d’ascolto .
Continuo a credere che per far bene a livello locale, non occorra essere né di destra né di sinistra, le buone idee, sono
semplicemente buone idee, e come tali non hanno colore; continuo a credere che per far bene, occorra capacità di
ascolto, conoscenza del territorio e passione per le cose che si fanno, ma il momento è storico, ed occorre lasciare da
parte i particolarismi, andare oltre, e pensare di mettere attorno ad un tavolo uno schieramento, il più ampio possibile,
capace di garantire fermezza, serietà, responsabilità e disponibilità.
Ribadisco che ho deciso di farlo, l’ONDA ha deciso di farlo, assieme al Partito Democratico, all’Unione di Centro, a
Comacchio Futura, sia per la convergenza programmatica sui temi a mio avviso di maggiore spessore, e quindi sulla
base di una comune visione del territorio, sia perché le forze politiche in questione hanno dato luogo ad un sensibile
rinnovamento dei loro quadri dirigenti e delle loro politiche, talché è oggi possibile, oltre che per le motivazioni sopra
addotte, guardare al futuro del nostro Comune con una comunità di intenti e prospettive, ma soprattutto pensare che
con tale rinnovamento si siano gettate le basi per un miglioramento, mi auguro imminente della classe politica
dirigente di cui il territorio ha immensamente bisogno..
D’altrocanto nel programma del 2010 chi scrive ribadiva che i partiti sono comunque necessari, baluardo
imprescindibile in uno stato di diritto, e che allo stato si presentava, quantomeno a livello locale, una necessità di
rielaborazione.
Credo che il momento imponga a tutti, ed a tutte le forze politiche di fare un salto di qualità, nei modi con cui l’azione
politica viene svolta, ma anche nei contenuti, nell’ottica di una collaborazione nell’interesse superiore della collettività.
Peraltro, a ben riflettere, lo stato di necessità, ha imposto scelte fino a pochi mesi fa impensabili, anche a livello
nazionale.
Ed allora, pur in uno scenario radicalmente mutato rispetto a quello che ci si presentava poco tempo fa, occorre
muoversi, tutti, in un rinnovato spirito di collaborazione e solidarietà per:
1) contare di più come territorio, ma anche e soprattutto come cittadini.
2) Dare una speranza ai giovani, ma soprattutto dar loro una ragione per “restare”.
3) Valorizzare al meglio le tante risorse economiche, ambientali, culturali, ancora oggi inespresse.
4) Porre in essere politiche di tutela del territorio, in uno spirito che coniugi le esigenze economiche e le esigenze di
rispetto e garantismo.
5) Gettare le basi perché possa attuarsi nel breve, un totale rinnovamento della classe politica dirigente del
territorio.
LA CRISI ECONOMICA ED IL DISAGIO DELLA SOCIETA’ CIVILE
La grave crisi economica che attanaglia il Paese ha chiaramente delle ripercussioni anche sulla piccola
realtà di Comacchio. La disoccupazione (in particolar modo quella giovanile), la perdita importante di
presenze turistiche, la consistente diminuzione delle risorse economiche a causa dei sempre più sensibili
tagli da parte dello stato, rendono il lavoro dell’amministrazione sempre più difficile.
Imprescindibile in quest’ottica è il supporto da parte dei privati (imprenditori, commercianti, ma anche
cittadini), i quali devono cooperare in modo sinergico per il bene comune del territorio, e nel contempo
devono essere messi nelle condizioni di poter investire all’interno del Comune.
Tale processo significa innanzitutto invertire un processo in atto, quello dell’attuale scollamento tra la
gente e la politica, un’apatia ed una lontananza più forte riguardo al mondo giovanile, ma via via più
presente anche in coloro di una certa età. Non è tanto e solo una questione di uomini, quanto semmai una
questione del modo di far politica, spesso urlato e lontano dalla condivisione e quindi dai cittadini. Occorre
cambiare, creare stimoli, nuovi entusiasmi, occasioni di sviluppo, acquisire efficienza amministrativa
Occorre credere che si può fare qualcosa di meglio, vincere il rifiuto della politica e colmare il vuoto è nello
stato d’animo di cittadini ed imprenditori, occorre che i partiti pensino alla necessità di preparare una
nuova generazione politica svincolata da un modo di pensare, di operare ed in senso più generale di far
politica troppo legato al senso della appartenenza. Occorre un pensare più libero, e certamente più
vincolato agli interessi del territorio, in modo oggettivo e non pilotato da tornaconti personali.
Occorre in altre parole tornare a contare di più, ma soprattutto tornare ad amministrare nell’interesse della
collettività.
“Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi causati dal vecchio modo di pensare” (Albert Einstein)
URBANISTICA E TERRITORIO
E’ indubbio che tale tema sia di stringente attualità in quanto ha rappresentato e rappresenta uno degli
argomenti di discussione che più ha appassionato ed appassiona i politici e la popolazione tutta.
Penso che allorquando si andò all’approvazione del tanto vituperato piano regolatore nel 2002, tale cosa
fosse una sorta di atto dovuto. Non ci si può dimenticare che in questo Comune l’ultimo PRGC datava 1974,
e le nuove previsioni urbanistiche, che certamente hanno dato la stura a diverse operazioni di dubbio pregio
sotto l’aspetto dell’impatto ambientale, in quanto vocate esclusivamente a mera speculazione, hanno
altresì consentito a tante persone, in attesa da decenni, di poter costruire la loro prima casa.
E’ evidente però che tale piano regolatore conteneva previsioni edificatorie eccessive. Tale situazione si è
vieppiu’ aggravata per via di approvazione di norme eccessivamente permissive; in particolare quella che ha
consentito “il cosiddetto spostamento dei volumi all’interno del comune”, così come una gestione lacunosa ,
sia dei tempi di costruzioni, consentendo che le previsioni edificatorie fossero attuate in brevissimo tempo
anziché essere spalmate in piu’ annualità, sia della qualità del costruito.
E’ di tutta evidenza pertanto che al Piano occorrerà porre mano, attraverso la famiglia di strumenti
urbanistici a disposizione, limitando al massimo le ulteriori possibilità di edificazione dal momento che il
vigente PRGC già ne contiene, ma soprattutto intervenendo sulla normativa di modo che, ciò che si
costruisce segua criteri di praticità, vivibilità ed estetici di maggior pregio e qualità di assoluto rispetto
ambientale attraverso la bio-‐edilizia. Una delle principali sfide che dovrà affrontare il prossimo P.S.C. sarà
quella di programmare e pianificare il territorio di Comacchio con la maggiore razionalità possibile per i
prossimi 25 anni: sarà pertanto necessario incrementare la quantità e la qualità delle dotazioni territoriali,
delle aree di servizio e a verde, consentendo uno sviluppo sostenibile, in un’ottica di conservazione delle
caratteristiche ambientali e a favore di uno sfruttamento del territorio non intensivo; per garantire
maggiore tutela e maggiore valorizzazione dell’ambiente attraverso importanti interventi di riqualificazione
e recupero ambientale.
Prioritario diviene allo stato l’annullamento della delibera che affida alla Provincia di Ferrara la redazione di
tale piano.
EDILIZIA
Per quanto attiene la normativa elenco di seguito alcuni temi da perseguire:
1. Introduzione di una vera “commissione estetica” che valuti il pregio e la qualità delle richieste
edificatorie.
2. Previsione di incentivi e riduzione dell’entità degli oneri di costruzione, per incentivare la riduzione dei
consumi energetici, la forte riduzione dell’impatto ambientale, e l’applicazione adozione di fonti
energetiche alternative sia su ristrutturazioni che per le nuove costruzioni: una casa ristrutturata e/o
concepita con i moderni concetti “moderni” di bio-‐edilizia, consuma meno energia, conseguentemente
inquina molto meno, e parliamo in termini di quantità enormi di CO2 emesse in atmosfera in meno per
ogni unità immobiliare; tutto ciò ovviamente comporta minori costi di gestione.
3. Riduzione degli oneri comunali per edificazione del ricettivo (RTA, Alberghi, B&B, affittacamere) e
vincolo minimo ventennale legato al permesso di costruire. Si dovranno promuovere interventi di edilizia
sostenibile e biocompatibile, sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni, introducendo alcune
forme di incentivazione (riduzione degli oneri di urbanizzazione al raggiungimento di determinati
requisiti prestazionali degli edifici; diminuzione della quota delle dotazioni territoriali da cedere al
Comune, in particolare in caso di alberghi; individuazione di forme di perequazione urbanistica per
effettuare dei concambi di terreni fra pubblico e privato nel caso di costruzione di nuovi alberghi).
4. Informatizzazione urbanistica e verifica telematica dei procedimenti. Il nostro comune è indietro di
diversi anni rispetto ad altri. Messa in rete del PRG e tutta la documentazione possibile, anche per una
questione di trasparenza.
5. Individuazione di zone commerciali e creazione di piani particolareggiati ad iniziativa pubblica. In altre
parole, far partire nuovi centri commerciali all’aperto, con regole chiare e rigide, e con la partecipazione
attiva dei privati.
6. Riqualificazione estetica delle facciate e degli edifici del centro storico. Realizzazione e/o aggiornamento
ed integrazione del Piano del Colore e realizzazione del Piano delle insegne, quello dell’illuminazione,
dell’abaco dei materiali, degli elementi compositivi, delle tipologie residenziali tipiche (quali: cornicioni,
falde, comignoli, basamenti, marcapiani, camini, ecc…).
7. Individuazione di aree dove dare la possibilità di creare nuovi alberghi e ricettivo vero.
8. Individuazione di aree soggette a rimboschimento e piantumazione di piante autoctone. Ogni nuova
abitazione e/o ampliamento di abitazione esistente, dovrà “risarcire” il territorio mediante la messa a
dimora di un certo numero di piante in aree individuate dal comune.
9. Individuazione di aree commerciali all’aperto ove prevedere collegamento internet senza fili (wireless).
10. Redazione piano di zonizzazione acustica comunale per un miglioramento della qualità della vita, con
individuazione di zone dedicate alle varie attività: artigianali, industriali, commerciali, divertimento ecc.
Cosa principale e fondamentale è il modo di concepire lo sviluppo urbanistico, che deve passare dalla fine
del consumo del territorio, alla riqualificazione dell’esistente ed ovviamente dell’enorme patrimonio
immobiliare costituito dalle seconde case.
IL PORTO TURISTICO E LE STRUTTURE EN PLAIN AIR
Un capitolo a parte merita la questione relativa al cosiddetto II stralcio del Porto Turistico di Lido degli
Estensi.
Questo progetto, in linea generale, va vissuto come una vera e propria opportunità per il rilancio di un
comparto economico, quello del turismo, che ha certamente necessità di interventi qualificati e qualificanti.
Tale occasione non può essere però sprecata, prestando il fianco ad una ennesima speculazione edilizia.
Occorre in altri termini la certezza del decollo della costruzione del secondo stralcio del Porto Turistico con
piano di gestione dello stesso, soprattutto ora che è decollato il progetto di allargamento della bocca a
mare e dii riorganizzazione del porto. Contestualmente occorre che l’edificabilità collegata a tale progetto
sia vocata veramente a criteri di qualità e qualificazione. Occorre inoltre che tale progetto affronti il tema
della rete viaria (accesso ai lidi sud) proponendo una sua rivisitazione e riorganizzazione.
Altro capitolo a sé in tema urbanistico è quello delle strutture all’aria aperta, en plain air, come si suol dire.
Tali presenze rappresentano per questo territorio un vero e proprio momento di eccellenza. Occorre quindi
favorire in ogni modo la loro qualificazione e la loro crescita, puntando sempre più ad una idea di villaggio
turistico, capace anche di offrire alternativa all’alloggio alberghiero, in questo territorio offerta
assolutamente carente. Allo stesso modo ritengo debbano essere seguiti e sostenuti quegli imprenditori che
pensano al turismo attraverso la proposta di villaggi turistici propriamente detti, ovvero alla riconversione in
RTA di blocchi di seconde case, mentre allo stesso modo andranno stroncate sul nascere tutte quelle
iniziative e proposte che dietro la facciata della cosiddetta residenza turistica alberghiera, celano ulteriori
speculazioni edilizie di bassa lega.
LE RETI VIARIE E DI COMUNICAZIONE
La vicenda comunicazioni, collegamenti, rete viaria: ritengo sia questione di valore assolutamente
strategico in quanto ridonda effetti in ogni manifestazione del vivere quotidiano. La avvertono i turisti, gli
studenti, i lavoratori che quotidianamente devono raggiungere il nostro territorio, oppure che dal comune di
Comacchio devono raggiungere la scuola o il posto di lavoro.
Penso che una volta per tutte vada affrontata con gli enti sovracomunali la questione del collegamento
ferroviario.
Non è pensabile che in una località ove si giocano interessi economici rilevantissimi quali quelli legati al
turismo, la fruibilità del territorio rimanga legata esclusivamente al “mezzo proprio”: ora, se da un lato
occorre potenziare il collegamento con la città capoluogo di provincia, attraverso una migliore
organizzazione del servizio delle “corriere” da e verso la città, è altrettanto vero che il collegamento
ferroviario veloce con la città dischiuderebbe margini di sviluppo impensabili. Penso ai giovani che
quotidianamente frequentano le scuole superiori o l’università, ai lavoratori pendolari ed alle nuove
opportunità di lavoro che tale “occasione” creerebbe, penso ai tanti turisti, milioni di persone, che
avrebbero una alternativa vera all’imbottigliamento domenicale; senza dimenticare la stretta connessione
che tale realizzazione avrebbe nell’ambito del più ampio progetto idroviario in ordine al trasporto di merci.
Il collegamento ferroviario, anche e soprattutto nell’ottica delle politiche governative, tutte improntate al
più intenso utilizzo del mezzo pubblico, assurge al ruolo di progetto primario per il territorio.
Allo stesso tempo occorre decidere una volta per tutte che cosa si vuol fare del Ponte della Romea. Continuo
a creder che il progetto del “tunnel” sia prioritario, in quanto dischiuderebbe scenari inimmaginabili:
-‐ Rimozione di un’opera, quale il ponte di indubbio impatto ambientale
-‐ Miglioramento del flusso del traffico stradale
-‐ Prolungamento del Porto fino al ponte di San Pietro, portando Comacchio ad essere il vero Centro
Storico di una città marinara che trova in Porto Garibaldi il suo sbocco a mare.
Nell’attesa di capire quale sarà la soluzione che in futuro verrà adottata per fronteggiare questo problema,
occorrerà comunque valutare quali interventi immediati porre in essere per consentire un migliore disbrigo
del traffico: nello specifico la riproposta del cosiddetto “Progetto Birilli”, aiutato da un impiego sistematico
delle forze dell’ordine e dalla possibilità di installare due rotatorie agli ingressi del ponte.
Dopo di che, ben venga la E55, ma noi tutti sappiamo quali saranno i tempi di realizzazione di una tale
opera, se mai verrà fatta.
Tema autostrada
Collegato al tema della viabilità vi è pure quello del sistema parcheggi e della viabilità interna.
Molto si è fatto in questi ultimi anni, ma bisogna continuare predisponendo nuove aree, soprattutto per il
turismo di fine settimana, ed individuando altresì aree per la sosta camper. PER QUANTO RIGUARDA PORTO
GARIBALDI ED ESTENSI-‐SPINA, SI potrebbe pensare di CREARE PUNTI SOSTA NELL’INTERNO, SERVITI DA
NAVETTA E METTERE A PAGAMENTO I PARCHEGGI FRONTE MARE (SOLO IN ESTATE)].
D’altro canto, sarebbe quanto mai opportuno rafforzare e completare i servizi di trasporto pubblico, in
modo da incentivare lo spostamento tra le varie località senza aggravare le condizioni del traffico,
incrementando le navette o creandone di nuove, anche notturne.
Occorre inoltre intensificare gli sforzi sul versante ciclabili. Di particolare pregio e valore sarebbe la
costruzione di una ciclabile Porto Garibaldi/Volano da individuarsi a fianco della strada Acciaioli.
Per Comacchio ed il suo centro storico prioritaria diviene la individuazione di una macro area a parcheggio
che potrebbe consistere nell’ampliamento dell’attuale parcheggio del Carmine verso la campagna
retrostante, con collegamento pedonale per il centro, e collegamento verso San Giuseppe dall’altro lato.
Per quanto concerne Porto Garibaldi, ritengo che possa rimettersi in gioco ed affrancare “Porto Garibaldi 2”
dalla situazione di isolamento in cui vive, attraverso il suo collegamento, da un lato alla provinciale e
dall’altro al centro del paese, attraverso una strada di penetrazione che si congiunga con via dello Sport e
Via Nino Bixio.
Vi è inoltre la necessità di dare soluzione al problema dell’accesso alla scuola elementare di via Caiazzo. In
tal senso vi è da prevedere l’accesso a tale istituto attraverso Via Cacciatori delle Alpi e Via Baden Powel,
con area a parcheggio ed uscita da via Mentana.
Un ultimo capitolo sulle vie di comunicazione lo merita la cd idrovia.
E’ imprescindibile e necessario che l’allargamento e l’escavo del porto siano propedeutici alla
individuazione di nuove funzioni portuali capaci di produrre una ricaduta occupazionale.
Per finire l’accesso alle valli.
Ritengo che tale accesso sia da individuare nella darsena posta in fregio alo loggiato dei Cappuccini. Tale
approdo, certamente di maggior comodità per gli utenti, consentirebbe tra l’altro una maggiore fruizione
dei locali “del Parco”, ed un accesso notevole di turisti al centro storico con una indubbia ricaduta per le
attività commerciale.
RETI ECOLOGICHE E PISTE CICLABILI
È necessario preservare la qualità ambientale, agendo in modo radicale sulla matrice paesaggistica
recuperando, riqualificando o ricreando ambienti naturali sugli spazi non edificati. Le aree verdi da
realizzarsi saranno i nodi fondamentali di una rete ecologica, culturale e paesaggistica, che attraverso
sentieri e piste ciclabili saprà collegare le aree commerciali dei 7 lidi, le aree verdi presenti nella fascia
costiera e le oasi del Parco. Una grande opera di riqualificazione ambientale come sede di un sistema per
incentivare la mobilità lenta al fine di rendere percepibile I valori ambientali e culturali dell’intero territorio
comunale.
La Rete ecologica, come cornice per il sistema di piste ciclabili del Comune di Comacchio, porterà a una
“contaminazione” tra il litorale e il Parco, aumentando l’indice di naturalità del primo e di fruibilità del
secondo. In questo modo si potrà: riqualificare il turismo costiero creando a ridosso dei Lidi una fascia verde
per mitigare l’impatto dell’eccessiva edificazione; collegare le località costiere tra loro, con le aree naturali e
con Comacchio centro storico; creare un’infrastruttura utile alle single località balneari; favorire un flusso bi-‐
direzionale tra i bacini turistici dei due comparti, avvicinando I turisti alle zone di Parco e alla costa; senza
dimenticare di perseguire una strategia di tutela della diversità biologica e del paesaggio.
La costruzione di una rete ecologica va inevitabilmente ad affiancarsi alla presenza del verde pubblico nei
centri abitati: pertanto saranno realizzate aree verdi urbane attrezzate.
Nei centri delle località balneari, dove non esiste la possibilità di realizzare zone di verde contigue, la rete
verrà implementata da passaggi protetti dal traffico veicolare. I viali pedonali e le vie commerciali dovranno
far parte della rete e contribuiranno a diversificare l’esperienza del visitatore e supportare lo sviluppo e la
destagionalizzazione delle attività economiche in esse esistenti.
Un progetto di tale portata va realizzato per stralci, nel medio–lungo periodo, compatibilmente con la
disponibilità di risorse ma con continuità. In quest’ottica è fondamentale il sostegno economico dei privati e
degli enti sovraordinati (quali la Regione Emilia Romagna e la Provincia di Ferrara), consci che la
riqualificazione della costa è un’opera fondamentale non solo per il Comune di Comacchio ma per il destino
del movimento turistico territoriale.
LE POLITICHE GIOVANILI
Un posto di assoluto rilievo nel presente programma lo occupa il tema delle politiche giovanili.
Credo che in controtendenza rispetto alla quasi totalità dei programmi e dei conseguenti bilanci, la
questione giovani debba assurgere a ruolo di protagonista nelle politiche programmatorie del Comune.
Durante la scorsa campagna elettorale mi è stato chiesto: mi vuoi spiegare per quale motivo un giovane
dovrebbe scegliere di rimanere in questo territorio?
Io credo che da questa riflessione si deve partire, e penso che la politica debba rispondere a tale quesito
costruendo opportunità e motivazioni che possano indurre i nostri giovani a pensare ad un loro futuro in
“casa”, e ad un territorio ove trovare i migliori servizi e reali e durature opportunità lavorative, professionali,
e del tempo libero, che rendano più elevato il livello della qualità della vita.
Con l’espressione Politiche giovanili, intendo ricomprendere in questo capitolo tutto ciò che può essere
orientato verso i giovani e verso cui i giovani possono orientarsi.
LO SPORT
C’è innanzitutto bisogno di uno spazio adeguato per le tante associazioni che favoriscono la diffusione dello
sport cosiddetto minore, magari recuperando ed adeguando spazi esistenti ed intervenendo per un recupero
e riammodernamento delle palestre comunali ove tali discipline vengono praticate; v’è la necessità
soprattutto di migliorare tale offerta in termini di impianti sportivi, articolandola e spalmandola sui tre
centri abitati, Comacchio, San Giuseppe, Porto Garibaldi. A Comacchio dove vi è un impianto sportivo di
prim’ordine occorre aumentare l’offerta in termini di possibilità di fruizione di discipline alternative al calcio
e mi riferisco all’impianto per la pratica della atletica leggera, sostenendo le associazioni che si cimentano in
tali pratiche. Va portata a buon fine la costruzione della piscina, vocata non solo a coloro che intendono fare
nuoto, ma anche ai gruppi subacquei, stante la presenza di una “buca per le immersioni”, agli assistenti di
salvataggio (bagnini) che ivi potrebbero organizzare i relativi corsi per il conseguimento del brevetto, ai
ragazzi che intendono prendere la matricola per la iscrizione nella gente di mare; è chiaramente
impensabile, nello stato di crisi attuale che colpisce l’Italia intera, che l’amministrazione comunale sia in
grado di sobbarcarsi il costo di una così importante opera, pertanto è di fondamentale importanza la
collaborazione e la sinergia con privati che intendano investire sul territorio. Allo stesso modo la sinergia tra
pubblico e privato potrebbe favorire l’allocazione di impiantistica sportiva anche in San Giuseppe,
ipotizzando il sorgere di un impianto, anche invernale per la pratica del tennis e del beach tennis, creando in
tal modo i presupposti perché i fruitori di tali discipline non siano piu’ costretti ad emigrare in altri luoghi. La
questione dei tre poli sportivi è strategica. Ritengo che non si possa piu’ pensare al territorio come insieme
di distinte realtà in chiave autonomista. Occorre immaginare una unica grande città, di cui i tre vertici del
triangolo sono appunto Comacchio capoluogo, San Giuseppe e Porto Garibaldi, e su tali tre vertici, senza
necessità di doppioni, vanno costruite le possibilità di fruizione degli impianti e dei servizi. Per il centro
sportivo di Porto Garibaldi, se e quando decollerà il progetto della nuova piscina, occorrerà pensare alla
eliminazione della vecchia vasca esistente con possibilità di fruizione di tale spazio, comunque al servizio del
centro sportivo. Indispensabile infine pensare ai tanti bambini che non usufruiscono delle scuole calcio, per
scelta o per mancanza di mezzi economici. In tal senso penso alla costruzione di tre campi da calcio a
Comacchio, San Giuseppe, e Porto Garibaldi, aperti e liberi di essere fruiti senza vincoli e senza costi.
Necessario e prioritario in ogni caso pensare ad un riassetto, ristrutturazione e messa a norma degli
impianti sportivi esistenti con previsione di sala riunione per le varie associazioni sportive.
LA CULTURA
Sulla vicenda culturale si pone una questione di metodo non di poco conto.
Il centro storico è un luogo totale, non una somma di monumenti, un luogo dove le case e le cose dei poveri
sono accanto e insieme a quelle imponenti e di pregio. Comacchio deve ostentare la bellezza delle sue
chiese, delle torri, dei ponti… e anche degli usci senza porte: in questa logica dovrà muoversi l’azione di
presentazione e di rivalutazione promossa dall’Amministrazione comunale con apposite iniziative. Inoltre,
essendo un bene che deve parlare, il centro storico sarà dotato di indicatori di percorso e di segnaletica
informativa relativa ai principali monumenti, in modo da favorire l’empatia e il coinvolgimento dei cittadini
e dei visitatori.
Ferme politiche di valorizzazione per quanto attiene il museo delle “Culture Umane del Delta del Po” per il
quale occorre riprendere con forza la “battaglia” per il ritorno a casa dei reperti della necropoli di Spina;
un Museo nuovo, a “banda ampia” per essere memoria della comunità, per conoscere, ricordare e
interpretare il passato e nel contempo istituzione di ricerca, di educazione e di “divertimento popolare”. Un
Museo che alla custodia dei “tesori” affidatigli aggiunga il dinamismo di esposizioni di richiamo, di
programmi e scopi informativi ed educativi per essere un autorevole veicolo di cultura e sapere. Per questi
motivi il Museo sarà rappresentativo dell’essenza del territorio e fucina di iniziative culturali e scientifiche.
Per quanto concerne il Museo alternativo Remo Brindisi, saranno promosse politiche culturali volte alla
comprensione e alla valorizzare del linguaggio dell’arte contemporanea, restando in linea con quanto
affermato dal Maestro Brindisi che considerava la Casa Museo come uno spazio alternativo, sincretico e
aperto a ogni espressione e a ogni tipo di pubblico. Proseguirà la programmazione di eventi e iniziative
culturali da organizzarsi nel parco della villa, ottimo antidoto contro l’abbandono e bellissima occasione di
conoscenza e valorizzazione.
Credo si imponga un ragionamento per quanto concerne lo spazio espositivo di Palazzo Bellini. Se è vero
infatti che tale spazio può e deve essere utilizzato per l’allestimento di grandi mostre, è altrettanto vero che
l’utilizzazione di tale contenitore possa essere indirizzato sia ad espressioni culturali locali, sia a
manifestazioni culturali cosiddette giovanili e di nuova frontiera. In quest’ottica, non trascurabile dovrà
essere la ricca documentazione raccolta nell’archivio storico il cui patrimonio va portato alla considerazione
dei ricercatori, degli studiosi, delle scuole e delle Università degli Studi con proposte di piani di ricerca che
potranno essere unite all’attribuzione di borse di studio e/o progetti di pubblicazione. Sarà cura
dell’Amministrazione concordare con l’Arcidiocesi di Ferrara – Comacchio la possibilità di accesso
all’Archivio Vescovile ove è custodita la “memoria” della più che millenaria giurisdizione dei vescovi della
Chiesa di Comacchio sulle popolazioni del ferrarese sud orientale.
Contestualmente ritengo che sia giunto il momento di consegnare un teatro alla città. In tale contesto la
Sala San Pietro può assurgere a tale ruolo se si interverrà adeguatamente sulla ex falegnameria,
trasformandola in camerini ed aree di servizio e pertinenza teatrale. Nel frattempo si possono effettuare
quelle operazioni di messa a norma che ne consentirebbero l’utilizzo come sala per convegni, concerti,
conferenze, etc.
C’è inoltre la necessità di individuare uno spazio di aggregazione giovanile, per chi vuole dedicarsi alla
musica piuttosto che alla pittura: sto pensando nello specifico al recupero delle ex scuole elementari di
Porto Garibaldi.
In tale contesto penso che l’amministrazione debba sostenere,tutte le forme di associazionismo locale,
sportivo, culturale, con finalità sociali ed educative, ove spesso i giovani trovano spazi propri e possibilità di
espressione. Inoltre vanno aiutate ed incentivate tutte quelle espressioni di volontariato e solidarietà, che
nel contesto storico attuale possono fare moltissimo per la comunità.
PROMOZIONE E PARTECIPAZIONE
In armonia con la Delibera Legislativa della Regione Emilia Romagna n. 115/2010, si intende dare avvio e
sostenere percorsi di partecipazione relativamente a progetti complessi pensati per una nuova visione di
territorio. L'attività di proposta potrebbe attuarsi nell'ambito del PSC e del successivo POC. “Gli spazi
pensati” rappresentano la sintesi di una condivisione con i cittadini e le cittadine attraverso quei processi di
partecipazione predisposti per elevare la coesione sociale, per attivare le sinergie del territorio e per
facilitare infine la messa in rete dei saperi e delle risorse immateriali della nostra comunità, il
coinvolgimento quindi di quanti sono direttamente interessati nell'indagine e nella progettazione del
territorio in cui vivono. Un percorso di condivisione che attraverso tappe specifiche di approfondimento e di
proposta possa portare alla stesura di un documento finale da sottoporre alla valutazione del Consiglio
Comunale.
L'attività partecipata prevede focus group, incontri tematici, uscite nell'area oggetto di interesse, Open
Space technology, che rappresenta un momento di scambio e confronto attraverso il quale i cittadini e le
cittadine si incontrano. In ambienti appositamente predisposti si stabiliscono diversi luoghi di incontro nei
quali “liberamente” i cittadini e le cittadine si riuniscono per discutere di un tema. Gli spazi sono dotati di
strumentazioni utili a sostenere gli incontri (personal computer, stampante, carta, penne, cartelloni ecc.):
tutto ciò che può servire alla finale redazione di schede, suggerimenti, proposte delle persone che vi hanno
partecipato.
PARI OPPORTUNITA’
Per dare avvio ad una nuova stagione politica incominciamo dal linguaggio. Dalla stesura del programma
elettorale, e poi via via in ogni atto a venire dell'Amministrazione comunale saranno specificate entrambe
le espressioni di genere.
I cittadini e le cittadine, i bambini e le bambine, gli uomini e le donne: queste espressioni saranno utilizzate
correntemente nelle produzioni editoriali, nella divulgazione informativa e promozionale, negli atti propri
del Comune di Comacchio al fine di propiziare una politica inclusiva destinata a tutte le componenti della
popolazione.
Nella stessa direzione, si intende attivare il progetto "Pane e internet" ( che si inserisce negli obiettivi della
Legge Regionale 11/2004) sullo “sviluppo regionale della società dell’informazione”, e fa parte di una serie
di azioni mirate a favorire l’accesso alle tecnologie da parte dei cittadini e contrastare il fenomeno del
“knowledge divide”, ovvero il divario di conoscenza che separa chi è in grado di utilizzare il personal
computer e la rete internet, da chi non è in grado.
LA PESCA
FILIERA PESCA – MOLLUSCHICOLTURA – VALLICOLTURA -‐ PORTUALITA’
La pesca, unitamente al turismo costituisce l’industria del nostro territorio, ed occupa tra pesca a mare e
molluschicoltura circa mille addetti. Occorrerà quindi porre grande attenzione a tale settore e creare i
presupposti affinché possa decollare un progetto vero di sviluppo con importanti ricadute in termini
occupazionali.
Fin dal mio primo mandato, istituii, per la prima volta nella storia del nostro Comune, un Assessorato che
comprendeva l’AMBIENTE e la PESCA , settori particolarmente critici allora, ed oggi, per altri motivi, non di
meno di allora, ,e l’AGRICOLTURA, valutando, a ragion veduta, l’enorme importanza di tali comparti.
Al SETTORE AMBIENTE furono affidati principalmente:
§ la realizzazione di una moderna discarica, all’epoca l’esistente era esaurita, poi puntualmente realizzata
e concessionata
§ il risanamento completo di alcuni specchi vallivi, ( Valle Spavola ), puntualmente realizzato
§ l’installazione di una sonda di rilevamento dei parametri qualitativi dell’acqua del canale navigabile
all’altezza della confluenza con Valle Fattibello
§ il collaudo e l’attivazione dei sifoni di adduzione dell’acqua dolce dal fiume Reno
§ la realizzazione, avvenuta, delle prime isole ecologiche nel territorio, per la raccolta differenziata
Al SETTORE PESCA furono affidati principalmente:
§ la realizzazione di un moderno mercato ittico, stante la NON IDONEITA’ del manufatto precario in
lamiera, esistente da 30 anni, a fronte delle sopravvenute ed intransigenti nuove regole Europee.
Mercato realizzato da zero, ( progetto, finanziamenti a fondi perduto, esproprio del terreno,
realizzazione ), in tre anni;
. La classificazione delle acque, per concessionare a realtà locali, specchi di acqua in cui svolgere
LEGITTIMAMENTE la molluschicoltura. Cosa puntualmente portata a termine con successo e tutt’ora
operativa;
§ l’applicazione della normativa della CE relativa alla vendita diretta del pescato, da parte dei pescatori;
Il comparto PESCA, assolutamente STRATEGICO per la nostra comunità, è composto da settori NON
interconnessi, che necessitano di politiche di supporto qualificate e differenziate.
Mezzi e sistemi di pesca, tecnologie impiegate, tipologia delle persone giuridiche e fisiche coinvolte, mercati,
margini di innovazione e possibilità programmatoria delle attività, sono totalmente diversi.
GRANDE PESCA -‐ PICCOLA PESCA CON RETI A STRASCICO – PICCOLA PESCA CON RETI FISSE
Sono per loro natura ATTIVITA’ PREDATORIE.
Devono il risultato della loro attività, ECONOMICO, e quindi OCCUPAZIONALE :
§ alla presenza naturale di pesce nel mare antistante, i cui stock determinano le quantità fruibili
§ ai CANALI DI MERCATO, ( Catena Lunga = minori margini per i pescatori e armatori. Catena corta =
maggiori margini )
§ al valore del pescato (solo marginalmente legato all’andamento dei mercati di destinazione )
L’anno 2009 è stato l’ANNO MONDIALE DEL SORPASSO.
Per la prima volta nella storia dell’uomo, il pesce selvaggio pescato nel mondo, è stato inferiore,
quantitativamente, a quello allevato.
Le Grandi Catene di Distribuzione mondiali ( GDO ), esigono i CERTIFICATI DI SOSTENIBILITA’, relativi alle
specie di pesce commercializzato, rilasciati da Istituti Internazionali di Certificazione.
E’ facile capire quale sia il trend, quale sia progressivamente il destino della pesca in mare, e quale sia la
strada obbligata da percorrere.
Politiche della pesca lungimiranti in sede Europea e soprattutto Italiana, e decisioni forti mirate alla
preservazione degli stock di pesca, finora in continua erosione, possono solo rallentare un declino che le
statistiche certificano da decenni.
La GRANDE PESCA
Legata maggiormente a specie pelagiche perlopiù destinate all’Industria, o all’HORECA, ( HOTEL-‐
RESTAURANT-‐CATERING ) e poco o nulla destinate al consumatore finale nella catena del fresco, è il settore
in maggiore sofferenza in generale, e nel nostro territorio in particolare.
Possibilità reali di miglioramento sono legate indissolubilmente alla VOLONTA’ di VALORIZZARE il pescato
attraverso nuove politiche Commerciali, di Marketing, e di Qualità, ( nuovi packaging, nuovi sistemi di
confezionamento e conservazione a bordo tramite il freddo ), con le quali agganciare mercati ( GDO italiana
ed Europea ), oggi fuori dalla portata dell’Organizzazione dei Produttori.
PICCOLA PESCA CON RETI A STRASCICO – PICCOLA PESCA CON RETI FISSE
É polverizzata e prevalentemente correlata alla domanda locale. Si può agire subito sul fronte di
finanziamenti destinati al miglioramento della sicurezza in mare, ( corsi formativi, attrezzature , dispositivi
di sicurezza personali, dispositivi di segnalazione e rilevamento uomo a mare ), del miglioramento dei servizi
e dell’organizzazione di metodi di vendita del pescato.
Necessario è parlare con gli interlocutori per sviluppare gli argomenti citati, ed eventualmente considerarne
di nuovi.
MOLLUSCHICOLTURA
E’ per sua natura una ATTIVITA’ PROGRAMMATORIA, del tutto simile, ( soprattutto la mitilocoltura ), alla
produzione agricola.
Attività che passa dalla semina, alla crescita del seme, alla raccolta e alla vendita degli elementi adulti.
Deve il risultato della sua attività, ECONOMICO, e quindi OCCUPAZIONALE :
§ alla disponibilità di aree concessionate ; essendo le quantità di prodotto fruibili, funzione di queste, a
parità di altre condizioni ambientali.
§ Alle favorevoli condizioni ambientali
§ ai CANALI DI MERCATO, ( Catena Lunga = minori margini per i molluschicoltori. Catena corta = maggiori
margini ).
Settore fermo tecnicamente a 25 anni fa.
Possibilità reali di miglioramento sono legate indissolubilmente alla VOLONTA’ di VALORIZZARE i prodotti,
creando valore aggiunto, attraverso elaborazioni e manipolazioni aggiuntive, nuove politiche Commerciali,
di Marketing, e di Qualità, con le quali agganciare mercati ( GDO italiana ed Europea ), oggi fuori dalla
portata delle singole Cooperative e dei loro Consorzi.
Ulteriori possibilità di SVILUPPO del settore sono legate alla POSSIBILITA’ di DIVERSIFICARE la produzione.
Cannolicchi e Canestrelli, possono essere allevati, per quanto riguarda i bivalvi, andando ad incrementare e
rendere molto più interessante l’Offerta.
Esperti possono essere coinvolti per la messa in marcia delle attività necessarie.
Sistemi automatici e continui di rilevazione dei parametri chimico-‐fisici delle acque concessionate, a tutela
della salubrità e della vitalità delle produzioni, sono da considerarsi strategici, anche a fronte della
prevenzione, o alla peggio, della registrazione delle cause di eventuali morìe, ad uso assicurativo e per
supportare richieste di indennizzo.
VALLICOLTURA
Attività estinta con la fine dell’Azienda Valli, proseguita per abbrivio naturale fino all’avvento del Parco del
delta del Po, quindi definitivamente tramontata. E con lei, sono tramontati svariate centinaia di posti di
lavoro.
La morte della vallicoltura ha traghettato la principale icona di Comacchio, nell’oblio, nella sagra annuale
dell’anguilla, che porta i turisti a credere che la produzione delle valli esista ancora, e i Comacchiesi ad
imbarazzarsi per la pietosa bugia, e per il fallimento e l’archiviazione della propria storia millenaria.
Vallicoltura che per poter essere concretamente anche solo ipotizzata, ha la necessità di essere preceduta
da un grande, articolato, ed ambizioso PROGETTO di RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE delle valli, esistenti, e
prosciugate in vari stralci nel secolo scorso.
Tuttavia è preciso obiettivo del mio mandato, verificare ogni strada, ed adottare le opportune decisioni, per
effettuare gli interventi necessari a creare velocemente nuove aree ad alto ricambio idraulico, da
concessionare alle realtà locali, nelle quali poter attivare la molluschicoltura tradizionale, ed effettuare in
sicurezza e riservatezza le prime prove di colture innovative.
In tal senso occorrerà altresì individuare specifico capitolo di bilancio in via permanente, ove prevedere
risorse per l’escavo e la manutenzione delle bocche a mare del canale Pallotta/Navigabile, Logonovo e
Gobbino.
Tra la pesca delle vongole lungo il litorale e nei canali adduttori, l’attività di mitilicoltura a mare, e la
Piccola e Grande pesca tradizionali, sono oltre mille le famiglie che vivono della risorsa pesca nel suo
complesso.
E’ doveroso pertanto creare uno SPECIFICO ASSESSORATO che si occupi esclusivamente di tale settore, delle
problematiche che vi sono connesse, della necessaria informativa sia per quanto attiene l’evoluzione
normativa della materia, che le possibilità di ottenere finanziamenti, a fronte di PROGETTI DI SVILUPPO
elaborati con Enti Qualificati in tal senso. PROGETTI che continueranno l’EVOLUZIONE del SETTORE, da
troppo tempo ferma alle vongole filippine ed all’allevamento delle cozze su impianti sospesi a mare.
PROGETTI CHE GENERERANNO NUOVA RICCHEZZA E NUOVA E PIU’ QUALIFICATA OCCUPAZIONE.
Un ASSESSORATO ALLA PESCA inteso, in modo INNOVATIVO, come modulo ATTIVO di collegamento fra il
COMPARTO PESCA di COMACCHIO, le Associazioni Nazionali di categoria, ( FederCooPesca, e Centrali
Cooperative ), il Ministero delle politiche Agricole e Forestali, l’IZS territoriale, l’ASL territoriale, l’IREPA,
l’Istituto di Biologia Marina di Fano, il CNR di Ancona, il Laboratorio di Biologia Marina di Cesenatico, la CEE,
la SSICA di Parma, e le imprese private che volessero intraprendere attività di trasformazione dei prodotti
correlati alla FILIERA, o di valorizzazione dei prodotti ittici del territorio con la creazione di marchi di qualità
ancor più legati all’immagine di Comacchio.
Un ASSESORATO che svolga un RUOLO di SUPPORTO alle realtà produttive locali, come centro di ascolto
delle varie istanze, e di ATTIVAZIONE delle azioni necessarie all’evoluzione del settore e che si rapporti
altresì con il consorzio di bonifica onde disciplinare tempi e modi dello scarico delle acque all’interno del
navigabile e con la Ausl per un monitoraggio vero ed effettivo di tali scarichi.
Dieci anni orsono si è aperto per il territorio un nuovo capitolo, quello della classificazione delle acque e
delle concessioni di pesca. Da lì occorre ripartire, sia individuando ulteriori spazi ed aree da rendere
produttive, con le stesse modalità di sfruttamento oggi in essere, sia attraverso lo sviluppo della vallicoltura
tradizionale, sia su area demaniale che su aree private.
Occorrerà infine porre particolare attenzione alle problematiche del porto,
§ assicurando con opportuno capitolo di bilancio, il monitoraggio periodico e la necessaria manutenzione
dello sbocco a mare;
§ assicurando il miglioramento dei connessi servizi portuali, anche nell’ottica del decollo dei lavori previsti
con il progetto idrovia;
§ creare un punto informativo e di ascolto direttamente sul Porto Canale che migliori la comunicazione
tra gli adetti del settore e l’amministrazione comunale.
IL TURISMO
Il turismo ha subito negli ultimi anni cambiamenti epocali. I voli a basso costo, il last minute, le minori
risorse economiche, l’avvento definitivo di internet, hanno stravolto completamente il quadro all’interno del
quale il sistema turismo si è mosso per decenni.
La concorrenza e la competizione non è più tra Lido Estensi, Rosolina e Marina Romea, ma attraverso
l’avvento del computer e di internet ci si trova in un mercato aperto e/o globale, raggiungibile e percepibile
attraverso il semplice clic sul pc. I voli a basso costo e le offerte dell’ultimo minuto hanno compensato la
minore capacità economica del consumatore rendendo accessibili luoghi fino a pochi anni fa impensabili. Il
risultato è che ci si trova catapultati in un mercato tremendamente concorrenziale, ove le distanze sono
praticamente annullate, ed i periodi di vacanza si sono enormemente contratti.
Da tali considerazioni occorre partire per reimpostare la nostra offerta turistica.
In primo luogo grande importanza dovrà assumere la promozione attraverso internet. Penso ad una
completa rivisitazione del sito turistico del Comune di Comacchio, all’inserimento sul sito di” tracce” ovvero
sistemi audio, con itinerari culturali, ambientali e cenni storici del territorio scaricabili in podcast.
In secondo luogo occorrerà curare con la dovuta attenzione quell’80% circa di turisti che risiedono a 2 ore
2,30 ore di autovettura, e che scelgono i Lidi di Comacchio come loro meta turistica. In tal senso prioritario
diviene l’azzeramento dei problemi che tali consumatori incontrano nella loro vacanza. Soluzione del
problema dell’imbottigliamento del fine settimana sulla SS Romea, sia nell’immediato attraverso un
progetto che consenta uno scorrimento veloce in entrata ed in uscita dai Lidi, sia attraverso la scelta
definitiva della soluzione del problema “Ponte della Romea”. Predisposizione ed attuazione di un vero piano
parcheggi. Meno multe e più prevenzione. A tal proposito si faccia riferimento al paragrafo “Reti viarie e di
comunicazione”.
Creazione dei presupposti affinché decolli un vero e proprio piano di ristrutturazione del patrimonio
immobiliare esistente costituito dalle seconde case il cui rapporto qualità/prezzo è uno dei problemi veri del
nostro turismo, affinché queste possano essere dotate dei confort base (aria condizionata, TV color,
zanzariere, bici).
Creazione di un catalogo ove inserire gli appartamenti migliori, ovvero forniti dei requisiti di cui sopra, e
determinazione di un termine entro il quale ogni appartamento dovrà avere tali requisiti (classificazione).
Scaduto detto termine, controlli da parte dell’amministrazione con ogni conseguenza in tema sanzionatorio.
Creare i presupposti affinché gli operatori della spiaggia, dell’immobiliare, della ristorazione e del
divertimento possano pensare ad una sorta di offerta All inclusive.
Previsione di incentivi per il ricettivo alternativo alla seconda casa e di nuove aree commerciali all’aperto (il
tema è stato affrontato nel capitolo urbanistica).
Apertura di una stagione quinquennale da vocarsi alla manutenzione ed all’arredo urbano, nonché alla cura
del verde, grazie soprattutto all’aiuto dei privati, che possono -‐ e devono -‐ essere chiamati in causa per il
mantenimento dl verde pubblico prospicente la loro attività. Lo stesso dicasi per le zone di accesso ai Lidi e
ai centri urbani, cha andranno recuperate di concerto con le attività che intendono investire in promozione
attraverso la migliore cura e l’abbellimento delle aree verdi.
Previsione di un piano degli orari che tenga conto sia delle esigenze di chi vuole riposare, sia delle esigenze
di chi vuole divertirsi e di chi deve lavorare. In tale contesto, ove possibile, individuazione di aree dedicate al
divertimento con previsioni orarie soggette a deroga.
Ricerca di tutte quelle situazioni che permettono la destagionalizzazione del periodo turistico, nello specifico
penso ai grandi eventi sportivi, che ben si collocano nel nostro programma per il connubio che creerebbero
tra giovani, sport, turismo e commercio.
Miglioramento della gestione degli uffici turistici del territorio, attraverso una loro collocazione più centrale
nonché una maggiore informatizzazione delle postazioni.
Creazione di una coscienza turistica degli imprenditori. Tutti devono cooperare, dal Sindaco al dipendente
comunale, dall’imprenditore al Vigile Urbano, affinché nasca e maturi un sistema dell’accoglienza,
lanciando una vera e propria strategia della qualificazione del territorio e degli imprenditori. A tal proposito
“Lezioni di territorio” è una esperienza fatta in Provincia che mira al coinvolgimento della imprenditoria
turistica per renderla più consapevole e più partecipe delle sinergie e delle politiche turistiche del territorio.
Formazione quindi, anche in sinergia con le associazioni di categoria e con la scuola alberghiera, apertura
verso il turismo accessibile, conoscenza del territorio per poterlo adeguatamente commercializzare in ogni
sua forma, dall’offerta balneare, a quella storico-‐ambientale, dalla culturale all’enogastronomica anche e
soprattutto nella logica della destagionalizzazione dell’offerta.
Maggiore presenza di ciclabili e di percorsi naturalistici, accompagnati da una maggiore fruibilità,
comunque compatibile, del “Parco”, in sinergia con l’offerta di primo livello, legata alla presenza dei tanti
campeggi. Maggiore valorizzazione del patrimonio che si riconduce alle tradizioni sia di carattere
gastronomico, che ambientali. In tale contesto, l’offerta gastronomica legata al mare ed alle valli, nelle sue
più varie declinazioni può assumere un ruolo significativo, sia nella organizzazione di eventi legati a singoli
prodotti ittici stagionali in collaborazione con gli imprenditori della ristorazione, sia affidando alle Valli ed ai
Casoni di valle un ruolo trainante e propositivo, da oggetti che si osservano ad oggetti che si animano e
producono. Inoltre, per qualificare maggiormente il centro storico di Comacchio ed incrementare la visibilità
e la fruibilità del territorio, si pensa, come sopra detto, alla ricollocazione della stazione di partenza delle
imbarcazioni per la visita delle valli nella Darsena dei Cappuccini, collocazione senza dubbio più centrale e
strategica.
L’offerta legata all’ambiente assume in tale contesto una importanza strategica. Occorre però avere
maggiore coraggio e pensare ad un Parco del Delta del Po non solo in termini di “garantismo”, ma anche e
soprattutto di sviluppo ed “occasioni”. Di straordinaria importanza sul piano ambientale la decennale
attività di studio dell’Associazione Archè onlus che, quasi nell’indifferenza delle istituzioni, porta avanti un
importante progetto di ricerca, legato al tratto di mare prospiciente il Comune di Comacchio, ove si
riscontra la presenza di due diversi tipi di tartarughe marine, tratto di mare considerato dalla letteratura
scientifica uno dei più importanti del Mediterraneo. Tale situazione offre indubbie possibilità di promozione
nel campo dell’ecoturismo.
Anche per quanto attiene l’offerta museale occorre premere l’acceleratore affinché, oltre alla esposizione
del carico della nave romana, in tempi ristretti, possano divenire operativi, sia la visione della nave stessa,
sia il museo delle Culture Umane del Delta del Po (ex San Camillo) operando affinché parte dei reperti
Spinetici “ritornino a casa”, ovvero siano visibili nei luoghi d’origine; inoltre sono presenti sul territorio un
considerevole numero di reperti che potrebbero dare vita ad un museo delle culture marinare nonché ad un
completamento dello stesso attraverso l’esposizione delle conchiglie dell’Adriatico. Altra risorsa da mettere
in campo, è quella della possibile riattivazione, in sinergia con Privati, Enti ed Università di una campagna di
scavi.
Grande attenzione agli eventi, alcuni dei quali oramai storici, anche se occorrerà una migliore “scelta” degli
stessi ovvero una qualificazione di quanto si propone puntando in maniera più decisa all’organizzazione di
eventi “aperti” che abbiano un sensibile ritorno per le aree commerciali interessate .
Lotta vera all’abusivismo commerciale, chiedendo una maggiore presenza delle forze dell’ordine, iniziando
azioni deterrenti nei confronti degli abusivi anche nella stagione invernale, colpendo coloro che affittano
immobili in condizioni igienico sanitarie inaccettabili, ma anche nei confronti di chi acquista ed alimenta con
tale comportamento il fenomeno dell’abusivismo.
Stabilimenti balneari di primo livello; industria della ristorazione; pesca sportiva; emergenze ambientali
uniche; storia, cultura, tradizioni, percepibili in maniera tangibile e capaci di creare interesse e grandi
suggestioni; se tali forti elementi e peculiarità saranno collegati ed accompagnati da un percepibile
miglioramento del sistema viario, dei parcheggi, da un grande sforzo dei proprietari di seconde case e delle
agenzie che commercializzano tale prodotto, finalizzato ad elevare sensibilmente la qualità di tali immobili,
da una campagna quinquennale tesa a porre prioritaria attenzione alle manutenzioni ed all’arredo urbano
in ogni sua visibile declinazione, da una campagna di sensibilizzazione degli operatori tesa a creare
consapevolezza e cultura dell’accoglienza, da una promozione al passo con i tempi e con i mezzi che la
tecnologia offre, sono certo che Comacchio ed i suoi Sette Lidi potranno assurgere al ruolo di Sistema
Turistico Locale e migliorare sensibilmente in termini di arrivi e presenze l’attuale situazione.
Chiaramente risulta strategica e fondamentale l’istituzione di uno specifico assessorato che, insieme al
dirigente del settore, si preoccupi di mettere in atto tutte quelle politiche necessarie per raggiungere gli
obiettivi del territorio e dialoghi con i rappresentanti delle categorie per coordinare gli interventi e gli sforzi
per massimizzare i risultati.
IL COMMERCIO
L’intendimento dello scrivente è quello di collegare la delega al commercio con quella al turismo,
consapevole della indissolubilità di tali comparti economici.
Il commercio infatti, sia esso riferito ai Lidi, che al Centro Storico è strettamente legato a quelle che sono le
sorti del comparto turistico di cui sconta tempi e risultati. Occorre pertanto ragionare su tali comparti
tenendoli in stretta correlazione.
La prima necessità che avverto, è quella di proporre un piano degli orari che sia in sintonia con le esigenze
del territorio e con i tempi ed i modi del turismo.
Le licenze annuali “giocate” su tre mesi, pur capendo le difficoltà di mantenere aperta un’ attività nel
periodo invernale, vanno evidentemente riviste, nel senso che occorre che la classe commerciale si renda
conto della indispensabile necessità di modificare il modo di operare in essere, adeguandolo ad obiettivi
diversi, che non sono solo quelli di tenere la serranda su solo allorquando ci sono i turisti, ma soprattutto
quello di tenerla aperta in momenti di stasi. Occorre poi che vi sia un collegamento, nell’ottica di quanto
sopra affermato, con il piano delle manifestazioni che il comune o le associazioni intendono proporre. Ogni
manifestazione deve essere accompagnata da una totale apertura, anche in deroga oraria, degli esercizi
commerciale, anche nella fascia serale. Per favorire la cooperazione e ottimizzare le risorse, si pensa anche
all’istituzione di un consorzio unico per l’intero territorio.
E’ inoltre necessario pensare a manifestazioni che si spalmino su periodi di piu’ lunga durata e che portino
ad una ricaduta vera sul comparto del commercio. In tale ottica, la proposta delle settimane gastronomiche
legate alle produzioni ittiche di stagione a prezzi concorrenziali, in accordo con i ristoranti del territorio,
potrebbe consentire, da un lato la valorizzazione ulteriore del comparto enogastronomico, dall’altro
presenze costanti sul medio periodo. Porto Garibaldi e Comacchio per la loro tradizione legata alla cucina
marinara e di valle potrebbero avere ritorni importanti da progetti di tale tipo.
Allo stesso modo vanno promosse tutte quelle iniziative che assumono quali presupposti: territorio, identità
e tradizioni, per la loro forte capacità attrattiva, manifestazioni che ben si coniugano con la realtà del centro
storico di Comacchio che immediatamente evoca suggestioni e richiami legati ad un paesaggio unico.
Nella stessa direzione, penso all’apertura verso eventi sportivi, scolastici, amatoriali e di professionisti, che
destagionalizzino il turismo e favoriscano il commercio nelle code di stagione.
I cosiddetti centri commerciali all’aperto, Viale Carducci, Lungomare di Lido Nazioni, Centro Storico di
Comacchio, lungomare e lungo porto di Porto Garibaldi, hanno bisogno di essere rivitalizzati, oltre che con le
iniziative di cui sopra s’è detto, anche con ulteriori progetti di animazione non estemporanei, ma condivisi e
giocati nel medio termine.
Di assoluto interesse potrebbe essere il collegamento wireless da proporre in tali comparti, sperimentazione
che in alcune località soggette a desertificazione ha consentito un immediato ripopolamento soprattutto
giovanile.
Il piano parcheggi va rivisto e pensato anche in virtu’ della facilità di accesso ai centri commerciali.
Certezza dei diritti da un lato, ma anche velocizzazione degli iter burocratici, in quanto le lungaggini
amministrative spesso penalizzano oltre misura questa categoria.
Chiudo questo capitolo con la questione dell’abusivismo commerciale.
Il tema non è più essere o meno razzisti, e chi affronta il tema dell’abusivismo ponendo in campo
considerazioni siffatte, compie un grande errore.
Il commercio locale non può più sostenere la presenza di un fenomeno concorrenziale che ha assunto
dimensioni poderose.
Occorre pertanto alzare il tiro e porre in campo ogni utile iniziativa tesa a ridurre drasticamente il
fenomeno. La prevenzione è la prima scelta da operare. Partire con le retate a luglio e ad agosto ha un
senso relativo. Occorre fin da subito, nell’inverno (vedasi concentrazione di abusivi lungo il portocanale di
Porto Garibaldi nelle domeniche a partire da gennaio), iniziare a compiere operazioni di polizia tese a
reprimere il fenomeno. Occorre aumentare gli organici degli Agenti di Polizia, Carabinieri, Finanza e Polizia
Municipale. Occorre colpire tutti coloro che in “qualche modo” facilitano la crescita del fenomeno, a partire
da chi affitta appartamenti a tali soggetti. Occorre in altri termini che la questione della repressione
dell’abusivismo divenga un obiettivo di programma della amministrazione e del territorio in senso più
ampio.
L’AGRICOLTURA
Lo snodo principale, attraverso cui impostare una politica territoriale di interventi per il settore agricolo, è
quello della definizione dei ruoli, competenze e caratteristiche dell’entità Parco del Delta del Po. In altre
parole, occorrerebbe innanzi tutto definire con certezza la delimitazione territoriale del Parco (Parco, Pre-‐
Parco, ecc.), i relativi vincoli e l’importanza relativa che rivestono le aziende in questo contesto. La fase
propositiva è conseguente:
1. il Parco dovrebbe costituire uno strumento di coinvolgimento delle Aziende Agricole, attuare
fattivamente tutto il potenziale inespresso dei valori tradizionali e territoriali dell’agricoltura (qualità,
tipicità, identità, ecc.), fungendo da promotore dei prodotti tipici territoriali evitando, nel contempo,
quei processi di omologazione deleteri per i prodotti agricoli e per i cittadini e consumatori. Il Parco,
quindi, come strumento e veicolo di promozione per I prodotti del territorio e di coinvolgimento
sinergico del territorio tutto. Un percorso condiviso, quindi, con le imprese agricole, per la promozione
dei prodotti del territorio (marchi, ad esempio) anche attraverso un impulso a quelle attività collaterali
non prettamente agricole (agriturismo).
2. Individuare degli spazi sul territorio che possano permettere alle aziende agricole organizzate di
effettuare la vendita diretta dei propri prodotti a diretto contatto con i cittadini, turisti e consumatori.
Questo permetterebbe, da un lato di accorciare la filiera dal produttore al consumatore con
conseguente riduzione dei costi al consumo, dall’altro di avvicinare la realtà del mondo rurale alle aree
urbane.
3. Semplificazione burocratica, laddove possibile, per quanto riguarda pratiche di interventi di edilizia
rurale, per il ripristino, ampliamento e ristrutturazione di immobili strumentali alla coltivazione dei
fondi: per migliorare ed innovare le aziende e renderle competitive con le nuove esigenze di mercato.
4. Istituzione di bandi per le aziende agricole che, per dimensioni e capacità imprenditoriale, intendono
effettuare investimenti economici di miglioramento aziendale (ad esempio mettendo a disposizione
risorse per l’abbattimento dei tassi di interesse per l’accesso al credito per l’acquisto di macchine,
attrezzature, nuovi impianti, ecc..)
5. Interventi per il miglioramento della viabilità rurale: manutenzione costante e completamento
dell’asfaltatura delle c.d. strade bianche. Nell’ottica, comunque, di rendere maggiormente accessibili e
recettive le aree rurali anche da parte del turista.
6. Rivisitazione unitamente alle associazioni degli agricoltori ed al Consorzio di bonifica del progetto
relativo allo scolo delle acquee. I sempre più frequenti allagamenti delle “campagne”, con ingenti danni
di carattere economico, impongono una rivisitazione sia delle procedure legate alla gestione delle
emergenze, che alla tipologia degli interventi da effettuare. L’escavo dei fossi di scolo, l’eliminazione
delle strettoie presenti, il livello delle acquee tenuto all’interno dei canali e fossi di scolo, sono
problematiche che acquisiscono una importanza fondamentale nella gestione dell’emergenza legata
agli eventi naturali eccezionali, sempre più frequenti, ed in tale contesto si impone, come detto un
riesame complessivo di tutta la vicenda, con un coinvolgimento diretto delle associazioni e della
amministrazione.
SANITA’, SOLIDARIETA’e SOCIALE
La funzione che il comune deve svolgere nel campo del sociale deve occupare un posto assolutamente
preminente, a maggior ragione ora che, da un lato la crisi economica ha messo a nudo situazioni
riconducibili a nuove povertà, che vanno ad aggiungersi a situazione croniche già presenti sul territorio,
dall’altro perché i trasferimenti statali si sono fortemente ridotti, interessando in gran parte proprio settori
e problematiche fortemente connesse al sociale. Vanno confermate e rafforzate le misure in essere:
contributi una tantum inerenti spese alimentari, ma anche di sostegno e concorso al pagamento delle
utenze, affitti e farmaci, con estensione a quelli di fascia C, i bonus per acqua , gas e luce, famiglie numerose
la riduzione/esenzione TIA, i progetti inerenti il reinserimento sociale di soggetti ricadenti nell’area del
disagio grave, e disabili, il centro per le famiglie, la casa protetta e comunque tutte quelle provvidenze e
quei progetti allo stato in corso, con uno studio approfondito sulla eventualità della applicazione del cd
quoziente familiare. Va altresì attivata specifica progettazione per attività di sostegno all’area minori.
Emerge la necessità di passare da un sistema assistenzialistico ad una politica di accrescimento del capitale
umano attraverso progetti mirati:
1. Creazione di opportunità di crescita attraverso corsi professionali rivolti a soggetti con disagio sociale;
incontri per la gestione dei conflitti all’interno dei quartieri degradati; allestimento di spazi di servizio
nelle periferie (farmacie, ambulatori, spazi di ascolto, ludoteche, asili, ecc…);
2. Sperimentazione di nuovi servizi e attività d’impresa per la creazione di opportunità di lavoro da parte di
soggetti in condizione di svantaggio sociale (cooperative per la manutenzione del verde pubblico,
gestione di verde/parchi, produzione e raccolta del sale e creazione merchandising, manutenzione delle
valli e delle saline, supporto nelle gestioni museali e di percorsi naturalistici, ecc…);
3. Sperimentazione di gestione della manutenzione degli alloggi ERP attraverso una specie di “banca del
tempo” per cui è possibile permutare ore di lavoro in cambio di sconti sul debito d’affitto;
4. Rafforzare, attraverso percorsi di negoziazione e progettazione partecipata, lo spirito d’identità
collettiva, creando i presupposti per una collaborazione tra gruppi di persone (associazioni, comitati di
quartiere, ecc…) e Amministrazione Comunale, finalizzati in particolare alla rivitalizzazione degli spazi
pubblici (parchi, piazze, piste ciclopedonali, ecc…) e semipubblici (cortili, orti sociali);
5. Individuare nuove funzioni e utilizzi degli spazi collettivi (mercati, spettacoli di piazza, attività sportive,
giochi per bambini, percorsi salute, ecc…): creando interazioni tra il “centro” e le periferie si induce così
una prevenzione-‐riduzione delle sacche di degrado sociale.
6. Studiare un piano alternativo ad ACER per la gestione contabile-‐amministrativa degli alloggi (calcolo
affitti, invio comunicazioni, recupero morosità, controllo reddituale-‐patrimoniale, predisposizione e
registrazione contratti, gestioni condominiali, ecc…) o individuare percorsi più appropriati di
collaborazione.
7. Gestire la manutenzione degli alloggi di Edilizia Resisdenziale Pubblica a livello locale.
8. Avviare un “piano di vendita” degli alloggi, affiancanto eventualmente da “financial project” che diano
vita alla disponibilità di nuovi alloggi da assegnare, più funzionali rispetto alle esigenze della domanda
abitativa (alloggi piccoli con servizi comuni, cohausing, ecc…) composta da persone prevalentemente da
persone anziane e/o disabili soli o madri sole con minori.
Va mantenuta alta la tensione sulla vicenda Ospedale San Camillo. Gli accadimenti del passato dimostrano
in modo inconfutabile che la volontà degli enti sovracomunali era quella di addivenire ad una chiusura di
detto Presidio, chiusura è ben ricordarlo maturata e “decisa” in sede di distretto sanitario alla fine degli anni
’80, e solo la caparbietà ed il senso di appartenenza della comunità comacchiese ha consentito di strappare
nel marzo 2001 un accordo sottoscritto dallo scrivente e dal Presidente della Regione, che ha consentito, pur
con funzioni ridotte, il mantenimento in essere di detta struttura ospedaliera. La promessa di
ristrutturazione ha trovato attuazione, ma occorre evidentemente mantenere in essere la Commissione
Sanitaria affinché venga espletato un monitoraggio costante sulla reale funzionalità del presidio e delle
funzioni sanitarie ivi presenti, ma soprattutto sulla reale volontà da parte della direzione generale della
AUSL e degli enti sovracomunali (Provincia e regione), non solo di mantenere attive tali funzioni, ma di
operare perché le stesse siano accompagnate da elevati livelli di qualità delle prestazioni erogate.
E’ inoltre necessario prevedere o una ristrutturazione e messa a norma dell’attuale ufficio sanitario, ovvero
di un suo trasferimento in altra sede, dal momento che, quella attuale si presenta del tutto inadeguata. In
tale contesto andrà rafforzata l’attività di divulgazione per l’acquisizione sul territorio di una maggiore
educazione sanitaria, per quanto concerne le vaccinazioni, l’alimentazione, l’educazione sessuale ed il tema
delle tossicodipendenze, in un progetto sinergico che coinvolga anche la scuola.
Infine si pensa ad una campagna estesa di controlli ambientali per la qualità delle acque, dell’aria e dei suoli
dell’intero territorio comunale, per poter valutare quali situazioni possono essere messe in atto per il
miglioramento della vita dei cittadini.
PUBBLICA ISTRUZIONE
La popolazione scolastica del territorio supera le 2.500 unità.
Il Comune di Comacchio da anni impegna in tale settore consistenti risorse, sostituendosi anche nella
“spesa”a compiti di natura statale, al fine di mantenere sul territorio un buon livello nell’erogazione dei
servizi e nell’approntamento dei progetti indirizzati alla formazione dei nostri giovani.
Occorre continuare in tale direzione, nella consapevolezza che, è all’interno della scuola che si formano le
future classi dirigenti, ed anche le future classi politiche.
Va pertanto confermato l’impegno della amministrazione in tutti quei progetti che tendono a migliori livelli
di qualità della offerta formativa ed a garantire il diritto allo studio a chiunque.
In tal senso si ribadisce la necessità di sostenere progetti quali quello riguardante gli insegnanti di sostegno
per gli studenti portatori di handicap, ed ogni ulteriore progetto ed iniziativa mirante ad aiutare e sostenere
studenti diversamente abili, così come quelli attinenti il trasporto scolastico,la refezione scolastica, il
sostegno ai nuclei familiari meno abbienti, anche per l’acquisto dei libri di testo, le borse di studio, gli
studenti stranieri.
Altro versante sul quale occorre mantenere fermo l’impegno della amministrazione concerne il tema della
manutenzione degli edifici scolastici e del loro impiego in orari extra scolastici.
Un capitolo a parte merita la scuola superiore. Il complesso ex ENAOLI di Lido degli Estensi rappresenta per
il territorio una conquista che va valorizzata. L’implementazione della offerta formativa con l’istituzione del
liceo classico con indirizzo linguistico, è una ricchezza di grande rilevanza e rappresenta per i giovani che
aspirano ad una formazione di carattere umanistico, l’unico sbocco presente in loco, peraltro ottenuto con
immani sforzi. Tale “presenza” va adeguatamente difesa e promossa.
LAVORI PUBBLICI
Ritengo che in questi ultimi 15 anni si sia fatto molto. Prioritario diviene a questo punto aprire una
sostanziosa fase di manutenzioni e messa in sicurezza del territorio -‐ estremamente importante, soprattutto
a fronte del progressivo innalzamento del livello del mare (ricordo che la frequenza delle piene del porto,
che sarebbero state tutte esondazioni, se non fossero state alzate le banchine, non è mai stata così alta
come nell’ultimo decennio). Di alcuni interventi ho già dato conto: la predisposizione di un centro di
aggregazione giovanile e di uno spazio polivalente da dedicare alla tante associazioni sportive che
contribuiscono in modo determinante alla diffusione dello sport, nonché alla individuazione di nuove aree
per il parcheggio, la sosta camper e percorsi ciclabili. Occorrerà prioritariamente porre grande attenzione
alle manutenzione di strade ed all’arredo urbano, marciapiedi, illuminazione, al cronico problema in alcune
località, del sistema fognario, all’edilizia scolastica ed alle palestre comunali.
Al capitolo programmi per il territorio il riepilogo degli interventi suddivisi per località.
Per quanto attiene la questione rifiuti, penso ad una completa rivisitazione dell’attuale contratto d’appalto
in essere, ivi compresa la vicenda dell’affidamento ad AREA di tale “partita”. Penso alla promozione della
corretta raccolta differenziata dei rifiuti, sia da un punto di vista logistico, sia attraverso la formazione e la
prevenzione nelle scuole, sulle piazze e nei mercati.
Penso soprattutto ad un territorio più pulito. Non esiste più lo spazzamento e lo stato di degrado è sotto gli
occhi di tutti. Cito a titolo esemplificativo la situazione del porto di Portogaribaldi, ove vi sono flussi turistici
nel fine settimana di grandi dimensioni, così come alla situazione in cui versano le cosiddette spiagge libere,
costellate di rifiuti e sporcizia. E’ necessario intervenire, anche con un’adeguata campagna di
sensibilizzazione nei confronti della categoria della pesca (affinché la banchina sia innanzitutto transitabile -‐
vedasi reti, carretti e quant’altro ivi presente -‐ ed in secondo luogo pulita), nonché di tutti i proprietari di
animali che, sebbene siano tenuti alla raccolta delle deiezioni per legge, spesso non si applicano in tal senso.
Nessuno ha bacchette magiche per risolvere d’incanto, soprattutto ora, i tanti problemi che attanagliano il
nostro territorio.
Credo però che certezza dei diritti, legalità, confronto, fermezza nelle decisioni, competenza e innovazione
anche e soprattutto attraverso la forza dei giovani, siano gli ingredienti giusti, per ridare al territorio dignità
e nuove prospettive, siano i valori sui quali fondare una fase di rilancio, che possa consentire di attivare la
enorme potenzialità inespressa che è presente sul territorio.
La mia proposta, come ho anticipato in premessa, è quella di farlo assieme, ponendo al centro del
ragionamento Comacchio e la sua gente, con fiducia e dignità.
Si può fare, lo faremo
Alessandro Pierotti