Panorama del 09 giugno 2016

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70 Panorama | 15 giugno 2016 DEGRADO & RINASCITA L’ANTI GOMORRA Il successo del libro di Saviano e della fiction hanno reso tristemente famoso il quartiere di Scampia. Ma se la realtà è davvero difficile, c’è anche chi si impegna per far crescere i ragazzi in un ambiente sano, aiutare chi ha bisogno e impedire che il crimine vinca. di Pino Aprile - foto di Roberto Salomone

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Un bellissimo articolo di Pino Aprile che racconta la riscossa di Scampia, rendendo onore anche al contributo dato dalle attività della Scuola Vela Mascalzone Latino.

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DEGRADO & RINASCITA

L’ANTIGOMORRAIl successo del libro di Saviano e della fiction hanno reso tristemente famoso il quartiere di Scampia. Ma se la realtà è davvero difficile, c’è anche chi si impegna per far crescere i ragazzi in un ambiente sano, aiutare chi ha bisogno e impedire che il crimine vinca.

di Pino Aprile - foto di Roberto Salomone

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GOMORRA

C’ERANO 25 piazze di spaccio, qui. Ora una, alla Casa dei Puffi (nome vero). C’erano circa 500 spacciatori, qui. Ora cinque (sei, poche settimane fa: uno ha scoperto che guadagna di più da muratore). L’economia dello spaccio manteneva sino a 20 mila persone, qui. Ora c’è grossa crisi: da 2 mila a 200 euro a settimana! C’era una palude di rifiuti, siringhe, topi, cani randagi, qui. Ora campi di calcio per 500 bambini. C’erano aiuole-immondezzai, qui. Ora orti urbani, con il lavoro di volontari e la più grande area verde cittadina, in tutto il Sud. I bambini non potevano giocare in strada, qui. Ora frequentano la palestra che dà più medaglie olimpiche, mondiali e continentali all’Italia e la scuola vela di Mascalzone Latino.

I muri erano scrostati, grigi, qui. Poi, Felice Pignata-ro, generoso e visionario, li dipinse: «Perché se guardi il grigio, il grigio entra in te». C’era il supermarket della droga, qui, in una ex scuola abbandonata: escrementi, sangue, ogni tanto l’ambulanza. Ora laboratori artigiani e artistici, i bambini studiano musica e pittura, le signo-

Prove di legalitàDa sinistra in senso orario: Ciro Corona, presidente e fondatore di (R)ESISTENZA, associazione di lotta all’illegalità e alla cultura camorristica; villa comunale con le Vele sullo sfondo; ragazzi che si allenano all’interno della palestra Star Judo.

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a Tokyo». La bottega del riciclo produce arredi per la sede con bandoni, pannelli di cantiere, pedane dismesse, vetri rotti. «Il fine ultimo è il lavoro» dice Sergio Denza, 52 anni, da 30 occupation therapist, per prevenire il disagio psichi-co e sociale con il fare. «Le ricerche sui “neuroni specchi” mostrano che nel cervello di chi ascolta si attivano gli stessi neuroni di chi gli parla. E se vedi fare, idem». Lui fa, gli allievi con lui. «Il fare cura: a un emiplegico, il medico consigliò di imparare a suonare la chitarra. Il pollice non lo recuperò mai del tutto, ma divenne il chitarrista della band di Celentano; poi, Giorgio Gaber continuò da solo».

Nel Laboratorio musicale, Carmine D’Aniello, inge-gnere e musicista, mostra aule di studio e di registrazione. Recuperare il disagio sociale con la musica è tradizione na-poletana: l’Albergo dei poveri costruito dai Borbone ospitava scuole di musica e laboratori artigiani. D’Aniello è front-man del gruppo ’O Rom (metà napoletani, metà rumeni: il campo rom è accanto), musica balcanico-partenopea. L’istruttrice Cira Celotto, 34 anni, guida le signore alla forma perduta. A Cira, nove anni fa, più dei chili (80) pesavano i complessi. Si liberò degli uni e degli altri e del modo fece il suo lavoro. Il dove, la sala, lo trovò alla Officina delle Culture. «Tre allieve in un mese. Poi, tutte insieme, decine». Le signore si incon-trano, fanno sport, diventano più belle. Scampia Beauty.

All’ingresso, l’opera di Salvio (Chi è? Ha 41 anni, firma come moltitudine): pezzi di maniglie, schegge di vetro, estintori, bombolette di gas, scambiatori di calore, candele bruciate di auto, fialette di lozione per capelli (la pelata di Ciro...). La bellezza viene da quel che era da buttare: metafora di vite perse e risorte a Scampia. E c’è un varco

rosso sangue. Perché nel sangue si rinasce, vero? «La vernice rossa costava meno». Già una dozzina le asso-ciazioni che han sede nell’Officina; con 70 bambini delle elementari del Centro Insieme, seguiti da una decina di volontari: iniziativa nata alle Vele, in due case; qui, ora, ha altri spazi. Il piano superiore è zona comunità, per sei ragazzini allontanati dalle famiglie dai servizi sociali o in alternativa al carcere.

Ciro cominciò portando a scuola bambini che la disertavano. Poi creò lo Sportello Anticamorra che raccoglie denunce da chi non può esporsi e le fa pro-prie. L’Associazione, in 14 ettari di pescheto e vigne sequestrati alla mafia, produce marmellate, falanghina, piedirosso; il terreno è vulcanico, naturalmente antipa-rassitario, le vigne non furono distrutte dalla fillossera, come in tutto il mondo, un secolo fa, e le viti non hanno piede americano con innesto europeo, ma nostrano. Un unicum: 14 mila bottiglie. Ci lavorano ragazzi di tutta Italia (1.200 in tre anni). I prodotti sono nel Pacco alla

camorra della Nco (Nuove cooperative organizzate) di San Cipriano d’Aversa, capitale dei Casalesi, dove ex internati in manicomio, ex detenuti e disabili, coltivano i campi e gestiscono il ristorante Nco. «La società pensava di poterne

re fanno il pilates, ex detenuti o detenuti in permesso restaurano macerie di sei anni di vandalismi, uno psico-terapeuta e artista con materiali di scarto insegna a far cose utili e ritrovare il bello in se stessi. Qui era Scampia. Qui, ora è Scampia.

Tre anni fa, Ciro, unico laureato dei Corona («M’ha salvato la filosofia»), appartenente all’unica famiglia non camorrista del clan, mi mostrava i luridi resti dell’ex Ipsia, Istituto per industria e artigianato; diceva che ne avrebbe fatto «L’Officina delle culture», intitolata a Gelsomina Ver-de, seviziata, uccisa e bruciata nel 2004, perché credevano sapesse dov’era il suo ex. Lui e Daniele Sanzone, scrittore e front-man degli A67, voce rap di Scampia, ripercorrevano quel merdaio, con storie, incluse le proprie, vite perdute nel sistema criminale, vite salvate. «Ma costa meno dar fuoco e rifar nuovo», dissi. «E non l’hai visto prima! Con 600 volontari di ogni parte d’Italia, abbiamo rimosso 40 bidoni di siringhe e 20 camion di monnezza. La vita deve rinascere dove veniva a spegnersi, o quel che facciamo non ha senso» spiegò Ciro.

Le Vele (sì, Gomorra) ci sono sempre, a Scampia, ma fatichi a ricordartene, nella ex scuola, dinanzi alla scultura del fratello di Daniele, Amedeo. «Due pezzi sono qui, due

Il calcio li salveràAntonio Piccolo, presidente e fondatore dell’Arci Scampia. La scuola calcio dell’associazione è punto di riferimento per i giovani del quartiere.

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fare a meno», dice Peppe Pagano, con Giuliano Ciano anima di Nco. «Gli ultimi sono riusciti dove i primi hanno fallito». Peppe è cresciuto in ambiente camorristico. Quando rimediò una pistola, corse a mostrarla alla madre; che gliene dette tante da fargli perdere le tradizioni di famiglia.

Il Pacco alla camorra (un successo commerciale online) è stato portato al Parlamento europeo da due sentinelle di legalità: ragazzi che Ciro salvò dall’abbandono scolastico; uno orfano (padre caduto in guerra di camorra), l’altro... pure (padre all’ergastolo per omicidio). «Vedi le cime giù dal soffitto?» dice Gianni Maddaloni, nella sua palestra: «I bambini ci salgono quattro volte di seguito. Solo la rabbia può fartelo fare. Cerco di indirizzarla nello sport». Allena 500 persone. «I disabili non pagano, né gli immigrati senza lavoro, i ragazzi down si allenano con i normodotati e non pagano, quelli dell’area penale vanno aiutati... E le bollette sono un problema». I figli Pino (oro olimpico), Marco e Laura (moglie del pugile Clemente Russo, due argenti olimpici) sono degni del padre (su di loro, è stato fatto il film L’oro di Scampia), ma avversati dalla Federazione (Pino si è dimesso da responsabile della nazionale judo; Marco tentano di escluderlo dalle Olimpiadi).

Antonio Piccolo si fece assegnare gli ettari di marcite nel cuore del quartiere e riuscì a far vedere a un po’ di sponsor quello che oggi c’è: Arci-Scampia, scuola calcio con 40 allenatori volontari e 550 allievi che imparano le regole giocando e qualcuno un mestiere. Armando Izzo è al

Pilates per tuttiRagazze durante una lezione di Pilates nella palestra dell’associazione (R)ESISTENZA. Sotto, bambini partecipano ad attività di gruppo guidati da Tiziana e Noemi Gastaldi all’interno di un’associazione nelle vele.

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Genoa, serie A, nel mirino di grandi club. «Abitava nel lotto G, zona della guerra di camorra. Il padre, mentre moriva di leucemia, ce lo affidò, sicuro che sarebbe diventato un campione» (Izzo, purtroppo, è ora citato nell’inchiesta sul calcio-scommesse, si spera a torto). Nel 2003, decisero di partecipare al torneo mondiale Fox Kids Cup. «Ci sbatte-ranno fuori alla prima partita, ma ci faremo conoscere». Arrivarono allo spareggio con la giovanile del Napoli. «Ci faranno a pezzi. Ma al San Paolo!». Vinsero e sconfissero le squadre di tutte le regioni. Gli azzurri in campo ad Am-sterdam, per l’Italia, erano bambini di Scampia.

Altri 900 finora, di Scampia e Quartieri spagnoli, nella scuola-vela di Mascalzone Latino. La volle, a spese sue, Vincenzo Onorato, patron della squadra di Coppa America (e Moby Line, Tirrenia). Appena pronta, ignoti la distrus-sero. Eravamo in trattoria a Roma, gli cadevano le lacrime nel piatto: «Io la rifaccio. I miei figli hanno avuto tutto; quei bambini, niente». Istruttori, psicologa, cuoca nigeriana ex rifugiata. «Ne verranno buoni cittadini, qualche maestro di vela e forse dei campioni».

Scampia non si chiude più in casa. Con il Carnevale del Gridas (Gruppo risveglio dal sonno): incubatore di buone idee e cultura creato da Felice Pignataro (ora scomparso) e sua moglie Mirella, sfilano per le vie di Gomorra, da 34 anni, decine di associazioni. Nel mio libro Il Sud puzza, fra

Scampia e Terra dei Fuochi, l’elenco delle maggiori è lungo pagine.

La casa editrice Vodisca (Voci di Scampia) nac-que in memoria di una vittima innocente di camorra, Antonio Landieri. Rosario Esposito racconta che scrissero un libro su di lui, poi ebbero in dono la Marotta e Cafiero, storica casa editrice, e seppero rigenerarla: 65 titoli finora, 9 cd, un vinile e una compagnia teatrale con Maddalena Stornaiuolo che racconta l’impegno civile degli scampioti in tutta Ita-lia. Ci lavorano in 9, il più vecchio, 32 anni. E hanno ideato Made in Scampia, «marchio positivo applicato a birra artigianale, miele, riso». Ciro Corona, 35 anni, sposerà Jessica, 30. «Voleva fare l’agente di polizia, per amor di giustizia. Te la faccio vedere qui la giustizia, dissi. Ora tiene i conti di tutto. Vogliamo essere “coppia residente” di una casa-famiglia, per bimbi con storie difficili».

Non ne posso più. Questi mi fanno sentire una merdina. Cos’è ‘sta musica? «Carmine D’Aniello: compone la colonna sonora di uno dei quattro filmati che produciamo per Sky. Si chiama Scampia Felix». Scusate: Gomorra? n

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Tre ricette per ripartireIn alto, da destra: Emma Ferulano, Barbara Pierro e Biagio Di Bennardo, fondatori di Chikù, spazio di sperimentazione pedagogica e di gastronomia multiculturale. Sopra, Daniele Sanzone, voce del gruppo A67. Sotto, ragazzi della Scuola velica Mascalzone Latino a lezione su piccole derive.

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